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Note : I
personaggi di Digimon non appartengono a me bensì a chi li ha
creati.
Ho sempre avuto paura degli ospedali…
Probabilmente, dentro di me, gli ho
sempre odiati; ho cominciato a farlo quando avevo 6 anni circa: era
il 10 settembre del 1992 ed, il giorno dopo, sarebbe stato il mio
primo giorno di scuola…
Non dimenticherò mai quella
sera, campassi cent’anni; è impressa nella mia mente
come se me l’avessero trapiantata dentro la testa…
Quella stessa notte, morì mio padre ed io iniziai ad odiare
gli ospedali….
Nonostante siano passati 15 anni da allora, la mia paura e il mio
odio sono rimasti sempre gli stessi…
Tokyo 14
aprile 2008
Bip…bip…bip…
Non mi ricordo da quanto sono seduto su
questa sedia, ma sinceramente non me ne importa nulla. Ti guardo…
La mascherina dell’ossigeno ricopre parzialmente il tuo viso.
Sei sdraiata su questo letto da alcuni giorni, anche se a me sembra
passata un’eternità… Intorno a me sento solo il
rumore snervante di queste maledette macchine… Non volevo ti
accadesse tutto questo! Dovevo esserci io steso su quel letto, al tuo
posto! Non ti posso nascondere che mi sento in colpa… Infondo,
ero io a guidare quella macchina… Se ripenso a poche sere fa,
sento dentro di me quella stessa paura che mi colse nel momento in
cui morì mio padre… Non voglio pensare che potrebbe
accaderti la stessa cosa! Tu sei forte, anche se apparentemente, col
tuo aspetto così minuto, sembri molto fragile. Resisti, ti
prego, perché io non riesco… non riesco a pensare che
potrei perderti da un momento all’altro… C’è
ancora una cosa importante che devo dirti… Kari.
Che strano scherzo del destino…E
pensare che è iniziato tutto circa un anno fa…
Continua…
Note dell’autrice :
Salve a tutti i lettori :
Eccomi qui dopo una lunga pausa durata
più o meno 3 anni; in questo periodo però, non ho mai
smesso di frequentare questo sito, nè tanto meno di leggere
fanfiction. Ho letto tanto, in questo modo ho potuto migliorare (o
almeno credo) il mio modo di scrivere.
Avevo in mente di scrivere questa
fanfiction da un pò di tempo, ma se l’ho realizzata lo
devo alla mia cara amica soxy88 che mi ha spronato a non abbandonare
questa idea.
So che come primo capitolo è
decisamente corto, ma questa è una sorta di prologo; spero che
seguirete in molti la mia storia, aspetterò con ansia le
vostre recensioni…baci baci valy88.
<< Porca miseria! >> imprecò sottovoce
una ragazza dai lunghi capelli castani.
<< Oh… cosa sentono le mie orecchie?! Queste non sono proprio le parole appropriate per una ragazza
fine come te, Kari >>
<< Senti, Tai,
oggi veramente non è giornata! Sembra che questa mattina il mondo
ce l’abbia con me: prima non suona la sveglia,
poi non parte la macchina e per finire sono anche in ritardo! >>
<< Devi stare calma sorellina: non c’è di
che preoccuparsi; il sottoscritto, nonché
miglior fratello del mondo… >> a quelle parole, Kari
assunse un’espressione abbastanza perplessa, ma, nonostante tutto, Tai continuò << … Faccio finta di non
aver visto… Comunque, dicevo, che ho risolto tutto. Se non sbaglio dovevi vedere Sora, giusto?... >>
Kari annui << … Bene! L’ho chiamata
e le ho detto di venirti a prendere. Ma dove devi andare poi così di fretta? >>
A quella domanda Kari non seppe
rispondere.
Non poteva dirgli tutto: infondo, doveva essere una sorpresa
per lui. Non poteva neanche affibbiargli la scusa dell’università,
perché suo fratello sapeva benissimo che aveva lezione nel
pomeriggio…
La ragazza si ritrovò a sudare freddo…
<< Dove devo andare? Beh…
sai, è difficile da dire… >>
<< Non ti starai mica mettendo nei guai, spero >>
<< No! Ma che ti salta in
mente!... >> poi, all’improvviso, ebbe un’illuminazione
<< …Comunque non è niente di importante… Sai, cose da
donne… >> rispose infine la ragazza, senza nascondere un leggero
nervosismo.
<< Oh Dio! Allora non ci voglio proprio entrare…
Comunque io vado. Salutami Sora
>>
<< Certo! Le dirò che
vuoi uscire con lei… >>
<< Ehi, ma che diavolo dici?!...
Quello lo farò io quando sarà il momento opportuno >>
<< Spero allora che questo “momento opportuno”
non sia quello del mai… >> lo
rimproverò la minore della famiglia Yagami. Poi
continuò << … In ogni caso, farò
come dici. Agli ordini, grande capo!! >>
<< Ecco, brava! Ci vediamo dopo, ciao! >> con
quest’ultimo saluto, Tai prese le chiavi di
casa e se ne andò a lavoro.
<< A dopo, ciao! >>
Rimasta sola, Hikari
cominciò a pensare a quanto dovesse essere
faticoso il lavoro di suo fratello. Lui non frequentò mai
l’università: fu una sua scelta… Così, dopo aver
finito la scuola, si trovò a fare qualsiasi tipo di lavoro possibile. Poi,
però, due anni prima circa, cominciò a lavorare presso una banca;
all’inizio era semplicemente un dipendente allo sportello, ma la sua
determinazione e la sua voglia di diventare qualcuno,
lo spronarono a lavorare sempre al meglio, così che, pian piano, la sua
pazienza cominciò a premiarlo, trovandosi a far parte dell’ufficio
prestiti. Anche se era ancora un semplice dipendente,
lui stava continuando senza sosta a dare il meglio, sperando ancora in un
premio per la sua costanza.
Kari, dal canto suo, di questo era
convinta, perché sapeva che se lo meritava.
Doveva ammettere che con suo fratello aveva
un bel rapporto; certo le litigate c’erano e non potevano certo mancare,
però si volevano bene. Se lei avesse avuto
qualche problema, sapeva che Tai sarebbe stato
lì pronto per aiutarla… sempre.
Mentre era assorta nei suoi
pensieri, però, suonarono al campanello.
<< Arrivo! >> e subito andò a rispondere
al citofono << Chi è? >>
<< Sono io: Sora >>
<< Sì. Sali, o devo venire giù subito? >>
<< Vieni giù: così andiamo a fare
colazione insieme >>
<< Ok, arrivo immediatamente >>
Così Hikari prese chiavi e
borsa e scese rapidamente le scale. Appena fuori dal
portone, si ritrovò davanti una Sora
sorridente.
<< Buongiorno! >> disse la rossa
<< Fosse per te sarà
buono; per me è solo giorno oggi! >> rispose Kari
<< Se questa era una battuta, amica mia, ti prego,
fammelo notare perchè non faceva per niente ridere >>
<< Sì, era una battuta… In ogni caso,
apprezzo il tuo sforzo per aver almeno cercato di capirla… Ah, quasi
dimenticavo, ti saluta Tai >> concluse
sorridendo Hikari.
<< Bene, ricambierò. Piuttosto… spero che
non abbia scoperto nulla >> e, a quelle parole, Soraassunse un’espressione triste.
<< Ehi, va tutto bene? Tranquilla: oggi c’è
andato vicino, ma sono riuscita a sviare il discorso. Non penso che abbia
capito che stiamo organizzando la festa del
suo compleanno… Infondo, è fra due mesi; chi mai potrebbe
organizzare una cosa simile, iniziando così presto? >>
<< Noi, ad esempio… Comunque
sì: va tutto bene. O almeno credo, dato che sto cominciando a realizzare che forse a tuo fratello non interesso e che devo
cominciare a farmene una ragione >>
<< Non perdere le speranze, Sora!
Non ti preoccupare… Mio fratello è un po’ ottuso, ma vedrai
che capirà >>
<< Già, hai ragione… come sempre, del
resto… Certo che, per avere 21 anni, sei fin troppo saggia, lo sai? >>
rispose infine la ragazza più grande, ridendo di gusto.
<< Così ti faccio ridere, eh…? Va bene,
me ne ricorderò… Però, adesso, saliamo
in macchina perchè sono già le 9.00 e io non ho ancora fatto
colazione; questo non va bene, perché, se mi mancano le forze, non
riesco a rispondere a tono alle tue provocazioni >>
<< Ok, infondo anche io sto morendo di fame. Sai, mi
hanno consigliato un nuovo posto in centro; andiamo là >> e
così, tra una risata e l’altra, le due ragazze montarono in
macchina e partirono.
Nello stesso momento,
in un’altra zona di Tokyo…
<< Ehi, Matt! Hai per caso
visto le chiavi del
mio scooter? >>
<< No, non le ho viste. Prova a chiedere alla mamma >>
<< Mamma! Hai per caso vist… >> non ebbe neanche il tempo di
finire la frase, che…
<< Sì: sono dentro al vaso,
sul mobile dell’ingresso >>
<< Grazie mamma! >>
Situazioni simili, in casa Takaishi,
erano all’ordine del
giorno.
Quella famiglia viveva in uno dei quartieri più
malfamati di Tokyo, purtroppo. Non decisero loro, però: fu la mancanza
di soldi a costringere quella giovane donna, con due figli a carico, di
scegliere la soluzione più economica possibile.
Negli ultimi anni, però, le cose cominciarono a
girare per il verso giusto… almeno economicamente…
Vivendo in un quartiere poco raccomandabile come quello,
infatti, spesso si veniva etichettati come persone di
cui non ci si poteva fidare, cioè come persone che vengono evitate per
il fatto che possono sembrare cattive, anche se, in realtà, necessitano
solo d’affetto…
Questo, Matt e Takeru,
sopratutto quest’ultimo in verità,
l’avevano provato sulla loro pelle.
Questi due fratelli ebbero un’infanzia infelice: la
prematura scomparsa del padre, infatti, aveva costretto, loro e la loro madre,
a fare scelte di cui non andavano fieri.
Matt era un ragazzo qualunque che,
grazie alla sua tenacia, era riuscito a laurearsi all’università di
giurisprudenza, cominciando poi a lavorare, come tirocinante, presso uno studio
di avvocati. Però Matt
aveva anche un’altra grande passione, che aveva
coltivato fin da quando era piccolo: la musica. Il maggiore dei fratelli Takaishi aveva iniziato a strimpellare con la sua chitarra,
alla tenera età di 10 anni; ora che ne aveva
25, era diventato abbastanza bravo. Poco tempo prima,
infatti, era riuscito a realizzare il suo più grande sogno: creare una
band tutta sua ed organizzare, con essa, alcune serate nei locali più
famosi di tutta Tokyo.
Takeru, dagli
amici chiamato semplicemente T.k., era,
invece, il genere di ragazzo comunemente chiamato bello ed impossibile. Frequentava il 2°
anno dell’università di lettere e filosofia, ma era costantemente
preso di mira dagli altri ragazzi della sua scuola, che lo additavano
come una persona poco raccomandabile. Spesso si ritrovava coinvolto in risse,
mosse solo dai pregiudizi della gente che giudica solo
per sentito dire. Non era raro, infatti, che, una volta tornato a casa, Takeru
si sottoponesse alle cure della madre dopo essere stato coinvolto in qualche
rissa.
T.k, da tutte le ragazze, invece,
era stato etichettato con l’aggettivo di bello, per i suoi capelli biondi
e quegli occhi azzurri; allo stesso tempo, però, era ritenuto anche
impossibile, perché era veramente difficile che decidesse di uscire con
qualcuna, nonostante il fatto che tutte, probabilmente, ad un suo cenno,
sarebbero cadute ai suoi piedi. Tutti lo consideravano
come un ragazzo riservato, visto che non dava molta confidenza a nessuno. Lui,
in merito, si giustificava dicendo che, vivendo in un
quartiere come il suo, bisognava imparare a non fidarsi di nessuno.
Per guadagnare
qualche soldo aveva trovato lavoro in un bar del centro, ed, in quel momento,
era lì che si stava dirigendo.
<< Allora io vado. Oggi ho il turno
di mattina… Ci vediamo a pranzo! Ciao >> e così Takeru si avviò verso il suo lavoro.
<< Senti mamma, vado anche io: stamattina devo andare in ufficio ed oggi pomeriggio ho le prove con i
ragazzi… Tornerò per cena >> disse poi Matt.
<< Aspetta un attimo tesoro… >>
<< Dimmi mamma, c’e qualche problema? >>
<< No… Volevo solo sapere come sta tuo
fratello… Anche l’altro giorno è tornato con il labbro
spaccato ed un taglio sul sopracciglio… Non è
che si è messo nei guai, vero? >>
<< No, non si è messo nei guai: è solo
che all’università sono tutti pieni di pregiudizi ed, in qualche
modo, lui deve rispondere alle provocazioni… >>
<< Non vorrei che, facendo questo, si aggravasse
ancora di più la situazione… Lo sai cosa
penso a riguardo: la violenza genera solo altra violenza >>
<< Mamma, Takeru sa quello
che fa. So anche che lui non vorrebbe reagire in questo modo, ma, la maggior
parte delle volte, è costretto a farlo… >>
<< Ti prego, Matt…
cerca di farlo ragionare; digli di lasciar perdere
certe provocazioni… Ho già perso vostro padre… non voglio
perdere anche lui… il mio cuore non lo sopporterebbe >>
<< Non ti preoccupare, non perderai né me
né T.k. Non succederà per nulla al
mondo. Ma adesso devo scappare, se no faccio tardi in
ufficio… Ciao, mamma >> e, detto questo, prese le chiavi, diede un
bacio a sua madre, e si avviò verso l’ufficio.
Nessuno poteva sapere che, di lì a poco, Takeru avrebbe incontrato la ragazza che gli avrebbe
condizionato la vita nei mesi a venire…
Continua…
Note
dell’autrice :
Ecco il nuovo capitolo nel quale abbiamo fatto conoscenza
dei nostri personaggi.
Come si può intuire all’inizio, da qui in poi,
la storia sarà una sorta di flashback che ci
porterà poi a ricollegarci al prologo iniziale.
Vorrei ringraziare personalmente tutti i lettori ed, in
particolar modo, coloro che mi hanno recensito; mi avete reso particolarmente
felice!
soxy88: vedi, il tuo consiglio
l’ho proprio seguito… e devo anche ringraziarti per avermi
revisionato il capitolo scorso… Per quanto riguarda cosa deve dire Takeru a Kari beh…
bisognerà aspettare un po’ di capitoli… E, mi raccomando,
aggiorna presto la tua storia che voglio assolutamente sapere come va a finire.
HikariKanna: una tua recensione
per me vale doppio, anche perché ho letto praticamente
tutte le tue storie e le ho trovate a dir poco stupende! Spero
che le aggiornerai presto. Come avrai ben
capito, anche io amo le takari; per me sono la coppia
più bella di tutto l’anime! La mia storia non si basa sul film,
né tanto meno sull’anime: cioè,
dei digimon, in pratica, ci sono solo i personaggi.
Questo capitolo è decisamente più lungo
rispetto all’altro… spero sarà di tuo gradimento.
Smartgjrl: ecco arrivato
l’aggiornamento… Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, anche
se siamo solo all’inizio, e spero anche che continuerai a leggere la mia
storia.
Kari89: per sapere cosa è successo a Hikari, ci sarà da aspettare per alcuni
capitoli… Spero comunque che questo ti sia
piaciuto…
DarkSelene89Noemi : beh ecco qui il
nuovo capitolo, spero ti soddisfi..
<< No, non ti preoccupare.
Guarda, siamo arrivate. Ora cerchiamo un parcheggio >> e così
le due ragazze persero 10 minuti per quella ricerca. Dopo averlo
trovato, comunque, entrarono nel locale.
<< Certo che se il bar è
comodo come il parcheggio… Partiamo proprio male >>
<< Kari, te l’hanno mai
detto che, a volte, sai essere davvero distruttiva? >>
<< Scusa, non volevo… È
che questa giornata è iniziata male e non vorrei che andasse
peggio >>
<< Vedrai che andrà
meglio, donna di poca fede… Su, sediamoci là: c’è
un tavolo libero >> e, detto questo, le due amiche si sedettero
nel tavolino che si trovava più in angolo, vicino alla
finestra.
<< Sai, Kari, questo bar ha
aperto da poco. Me l’ha consigliato una ragazza che lavora con
me; lei è venuta di sera. Devi sapere che, dopo la chiusura
odierna, il bar si trasforma in un pub dove si può incontrare
tantissima gente… Lei ha incontrato qui il suo ragazzo, pensa
un po’… Potrebbe capitare anche a te, quindi, amica mia,
occhi aperti e vigili, intesi? >>
<< Ah beh… se l’ha
incontrato la tua amica… Cambiando discorso, vogliamo
ordinare? >>
<< Sì ok. Oh… ma
aspetta un attimo che vado in bagno… Ordina tu, intanto >>
e Sora si alzò, dirigendosi poi verso la toilette.
<< Sì, ma tu cosa vuoi? >>
<< Fai tu: tanto io mangio
qualsiasi cosa >> urlò quindi Sora, ormai giunta a
destinazione.
Kari, però, non dovette
aspettare molto… Un ragazzo, dai biondi capelli e vestito di
un grembiule bianco, infatti, le si avvicinò, tenendo tra la
mano un blocchetto.
<< Buongiorno! >> disse poi
quel cameriere del bar.
<< Buongiorno anche a te >>
rispose Kari.
<< Posso esserti utile? >>
<< Vorrei ordinare >>
<< Dimmi pure >> ed il
cameriere prese la penna, preparandosi per scrivere le ordinazioni.
<< Vorrei… allora…
due cappuccini e due brioche >>
<< Mangi tutto tu?!... >>
<< Come, scusa?!... No, non
mangio tutto io: la mia amica è andata in bagno >> solo
in quel momento Kari sollevò lo sguardo, incrociando quello
del cameriere.
Quando era entrata, non l’aveva
neanche notato; nemmeno quando si era seduta. Solo adesso che aveva
incontrato il suo sguardo, aveva visto quegli occhi… Erano
azzurri ed intensi; ne rimase colpita…
Un pensiero le saltò nella
mente… Era convinta che quegli occhi gli avesse già
visti da qualche parte: due iridi così non si incontrano
spesso…
Decise di chiederglielo. Tanto, al
massimo, ne sarebbe uscita solo una pessima figura; al massimo,
sapeva che lì non avrebbe più fatto colazione.
<< Scusa… posso chiederti
una cosa? >>
Il ragazzo, che intanto stava scrivendo
le ordinazioni, si voltò verso Kari.
<< Io ti ho già visto! >>
quella voce non apparteneva ai ragazzi, bensì a Sora, che,
intanto, era tornata dal bagno.
<< Come, scusa? >> rispose
il ragazzo.
<< Ti ho già visto, ma non
ricordo dove però… Hai per caso lavorato per Pizza
Party? La pizzeria che fa consegne a domicilio… >>
<< No, mi dispiace; forse ti
confondi con qualcun altro… >>
Mentre Sora cercava di capire dove
diavolo avesse visto quel ragazzo e, quest’ultimo tentava di
essere il più gentile possibile con la ragazza, Hikari era
rimasta in silenzio ad osservarlo… Ne era certa, quegli occhi
li aveva già incrociati… Dove poteva averli visti?
Però, doveva ammettere che non
era per niente brutto…
Ma a cosa andava a pensare?! Lei era
una ragazza impegnata! Beh… Non che avesse una storia vera e
propria: si frequentava saltuariamente con Daisuke… Niente di
serio o stabile… Infondo erano usciti insieme poche volte…
Poi, in un attimo realizzò…
<< Sei quello dell’università,
vero?... >> era stato poco più di un sussurro, in
realtà, ma il ragazzo lo sentì alla perfezione…
Kari, intanto, continuò <<
… Sì, sei proprio tu! Non posso sbagliarmi… Sei
quel ragazzo che hanno sospeso per aver picchiato un altro studente
senza un motivo ben preciso… >>
<< Vedo che sei informata…
Sei pregata di non giudicare senza conoscere i fatti… Se io e
quell’idiota siamo venuti alle mani, avevo un valido motivo per
farlo, fidati! Io non prendo a pugni le persone solo per il gusto di
farlo... >>
<< Beh… all’università
girano voci diverse… >> rispose Kari
<< Vedo che sei come tutti gli
altri: parli solo per sentito dire… >>
<< Dimostrami che mi sbaglio,
allora… Spiegami perché lo hai picchiato… >>
<< Questi non sono affari tuoi!
Io non so neanche chi sei! E adesso scusami, ma devo continuare a
lavorare… Le vostre ordinazioni saranno qui tra poco >>
e, dopo aver detto questo, si avviò verso il bancone.
<< Forse sei stata un po’
troppo brusca… >> disse Sora, che, nel frattempo, era
rimasta in silenzio ad ascoltare la conversazione tra i due giovani.
<< Forse… Ma, fidati,
all’università non si parla d’altro. Ci sono voci
sul suo conto… Alcuni, addirittura, dicono che è uno
“spostato”... >>
<< Kari... Non è da te
parlare male delle persone senza conoscerle >> la rimproverò
Sora.
<< Sarà…
Probabilmente oggi mi gira male… >>
Intanto, mentre le due ragazze
discutevano, il cameriere era tornato con le loro ordinazioni.
<< Ecco qui il tuo cappuccino e
la tua brioche, miss simpatia! >> e posò bruscamente il
tutto, rischiando di far traboccare dalla tazza la calda bevanda.
<< Grazie a te, mister
gentilezza… Se tratti così i clienti, non mi stupisco
del fatto che girino certe voci sul tuo conto >> rispose Kari.
<< Tu parli, ma non sai neanche
come sono! Mi conosci, per caso?! Sei mia amica?! Non mi sembra
proprio! Perché allora dai ragione a chi parla male di me,
senza sapere niente?! Non sai neanche come mi chiamo! >>
Takeru, senza accorgersene, aveva urlato ed, in questo modo, aveva
attirato gli sguardi dei clienti curiosi e, persino, del
proprietario, che si avvicinò subito dopo.
<< C’è qualche
problema qui?... >> disse l’uomo con voce autoritaria.
Era un uomo non più molto
giovane: poteva dimostrare, si e no, una cinquantina di anni
<< … Signorine, il ragazzo
vi sta dando qualche problema? >>
<< No, non si preoccupi…C’è
solo stato un disguido sulle ordinazioni… >> rispose
velocemente Hikari.
<< Takeru, non ne combini mai una
giusta! È possibile?! Adesso sistemerai tutto, se non vuoi
ritrovarti senza lavoro! >> lo rimproverò il
proprietario.
<< Sì… Mi scusi,
direttore… >>
Detto questo, l’uomo si dileguò,
lasciando soli i tre ragazzi.
<< Scusa… È stata
tutta colpa mia, se ti ha rimproverato… >> disse Kari,
rivolgendosi a Takeru.
<< Non importa: tanto sono
abituato a sentir parlare di me… Buona colazione… >>
e, detto questo, anche il ragazzo si allontanò per continuare
a svolgere il suo lavoro.
<< Adesso mi sento in colpa…
Lo sapevo… Quando imparerò a tacere?! >> mentre
pronunciava quelle parole, Kari sentiva un enorme dispiacere per quel
ragazzo che, infondo, non le aveva fatto niente di male…
Intanto Sora la stava guardando con
un’espressione a dir poco indecifrabile.
<< Va bene, Sora… So già
cosa devo fare: oggi pomeriggio, se lo vedrò all’università,
gli chiederò scusa… >>
<< Ecco, brava… È
questa la Kari che conosco: sempre altruista e che pensa prima agli
altri che a se stessa… Adesso, però, per piacere,
facciamo questa benedetta colazione? Non ho mai fatto aspettare il
mio stomaco così a lungo; se lo facessi, potrei non rispondere
più delle mie azioni! >> e, dopo una breve risata, le
due ragazze incominciarono a mangiare, parlando del più e del
meno.
Mentre le due ragazze consumavano
tranquillamente la loro colazione, il proprietario aveva richiamato,
nel retro del locale, il giovane cameriere.
<< Senti, Takeru, un altro
scherzo del genere e giuro che ti caccio via sul serio… >>
lo rimproverò, severo, l’uomo che poi continuò <<
…intesi? >>
<< Sì, signor Terashima.
Non si preoccupi >>
<< Bene. Adesso torna di là:
ci sono persone che stanno aspettando per le loro ordinazioni >>
e, detto questo, l’uomo tornò ai suoi doveri di
direttore.
Rimasto solo, il ragazzo cominciò
a riflettere su quanto appena accaduto…
Non cambierà mai nulla…
Ormai, tutti quelli che incontro sanno di quella storia… Ma
perché è andata così! Se quel cretino fosse
rimasto zitto, io non avrei reagito in quel modo; probabilmente non
mi avrebbero sospeso dall’università e le persone non mi
giudicherebbero per quello che non sono…
Poi pensò alle parole di quella
ragazza sconosciuta, appena incontrata…
- Dimostrami che mi sbaglio,
allora…Spiegami perché lo hai picchiato… –
Già… Dimostrarlo…
Ma come fare, visto che nessuno voleva fidarsi di uno come lui…
uno cresciuto in uno dei quartieri più malfamati di Tokyo…
Forse era davvero una brutta persona,
di cui non ci si poteva fidare…
<< Nonostante tutto, qui si
mangia bene! >> disse Sora dopo aver terminato la sua
colazione.
<< Beh… Posso darti
ragione… Piuttosto, dimmi che ore sono; dobbiamo fare ancora
un po’ di spese, o sbaglio? >>
<< È vero! Me ne stavo
quasi dimenticando… Dobbiamo andare a comprare gli striscioni
e i palloncini per la festa… tutto l’occorrente,
insomma! >>
<< Magari anche un regalo…
Sai, qui in Giappone si usa così… >> rispose Kari
ironica.
<< Sempre più simpatica…
Comunque, il regalo era sottointeso. Adesso andiamo >> ed,
appena terminarono entrambe, presero le loro borse, pagarono,
ricevendo ancora le scuse del proprietario, ed uscirono.
Mentre si stavano dirigendo verso la
macchina, Hikari notò, con la coda dell’occhio, il
“famoso” cameriere Takeru, appoggiato al muro esterno del
locale, intento a fumarsi una sigaretta.
Nonostante la distanza, a Kari non
sfuggi l’espressione triste che caratterizzava il viso del
ragazzo.
“Sono sempre più convinta
che dovrò scusarmi con lui, oggi pomeriggio…” e,
con questi pensieri in testa, la ragazza salì in macchina,
preparandosi per una mattina di acquisti.
Continua…
Note dell’autrice :
Bene! I nostri belli si sono incontrati
per la prima volta… A quanto pare non sarà nemmeno
l’ultima…
Kari insieme a Davis??!! Meno male che
l’ha detto lei stessa che non è una cosa seria…
Ma come si svilupperanno le cose? Ed il
nostro povero Takeru, preso di mira da tutti, in qualche modo dovrà
pur difendersi, no??
Per sapere cosa succederà,
basterà continuare a seguire la fanfiction…
Ci tengo a precisare, che il nome
Terashima non è frutto della mia testolina, ma diciamo che
l’ho preso in prestito da un personaggio del manga di Nana (per
me stupendo!!!)…
P.S. volevo aggiungere che dare un nome
hai capitoli non è il mio forte…quindi siate
comprensivi…
Ed ora passiamo ai ringraziamenti…
Grazie a tutti coloro che hanno letto questo capitolo e,
naturalmente, anche a quelli che l’hanno recensito:
Soxy88: mi fa piacere che è
il genere di storia che piace a te! Comunque, hai ragione… la
storia prenderà una piega romantica… ed abbiamo anche
capito tra chi…eh eh eh! Grazie anche per la revisione di
questo capitolo! A presto!
Kari 89: ti ringrazio per tutti
i complimenti e mi fa un immenso piacere che questa storia ti
piaccia…le coppie, per adesso posso solo dirti che di sicuro
questa storia non sarà una kari/davis…io non le reggo
quelle…per le altre…diciamo che simpatizzo per quelle
che piacciono a te.
HikariKanna: qui i nostri belli
si sono incontrati per la prima volta…ancora si deve
sviluppare il tutto, quindi ci sarà da aspettare un
pochino…cosa posso dirti ancora, le storie che vanno a finire
male non mi sono mai piaciute…ehehe
Non erano passate neanche le tre del
pomeriggio, quando Kari si mise la sua tracolla addosso e si avviò
verso la facoltà di “Lettere & Filosofia”.
Non sapeva perché avesse scelto
quell’indirizzo, in realtà… Forse perché
amava leggere, ma non ne era sicura… Lei amava soprattutto
stare con le persone e socializzare, farsi dei nuovi amici insomma.
Non che quelli che avesse non le andassero bene, ma, a volte, siccome
si conoscevano fin da bambini, si sentiva soffocare da loro e sentiva
il bisogno di staccare un po’ la spina; con loro, infatti, era
sempre come se dovesse dimostrare qualcosa… Doveva svagarsi e
l’università era stata, secondo lei, l’unica
soluzione attuabile nell’immediato…
A rendere il tutto più
difficile, inoltre, nell’ultimo periodo, era ricomparso anche
Davis nell’insistere con la storia che provava qualcosa per
lei. In cuor suo lo aveva sempre saputo, ma il problema era un altro:
le poche volte che erano usciti insieme, infatti, lei non aveva
provato niente più di una semplice amicizia nei suoi
confronti. Non voleva ferire i suoi sentimenti, rifiutando i suoi
inviti, ma non poteva nemmeno illuderlo così! Doveva
assolutamente trovare il coraggio di dirgli tutta la verità,
ma aveva anche paura di perdere la sua amicizia… Era una
situazione davvero difficile…
Mentre si dirigeva all’università,
non riusciva a non pensare a quanto le mancasse una persona accanto,
capace di capirla, di consolarla nei momenti difficili e proteggerla
se fosse stato necessario… Specialmente quanto le mancasse in
quel momento… Aveva veramente bisogno di amare una persona che
l’amasse nello stesso modo…
Con questi pensieri per la testa, Kari
si accorse di essere arrivata a destinazione. Quindi controllò
l’orario nel piccolo orologio da polso che le avevano regalato
i suoi genitori per il suo ventesimo compleanno.
Quella era stata sicuramente una bella
festa, ma proprio in quell’occasione aveva cominciato ad
accorgersi del suo stato d’animo… lo stesso che
l’animava in quei giorni… Proprio quando si trovava in
compagnia dei suoi cari e vecchi amici…
<< Ciao, Kari >>
<< Ciao, Miyako >> rispose,
sorridendo, la ragazza.
<< È da un po’ che
ti stavo chiamando… Probabilmente eri soprappensiero… A
cosa stavi pensando? >>
Proprio in momenti come quelli, in cui
le venivano poste simili domande, ricordava che desiderava avere
amici diversi. I suoi attuali volevano sapere sempre tutto; mai una
volta che potesse rimanere sola e libera di pensare a quello che le
pareva! Voleva bene a Miyako, davvero… ma, a volte, era
veramente troppo curiosa…
Quindi, in quel momento così
come in altri, decise di optare per una banale scusa.
<< Niente di importante, non ti
preoccupare… Stavo pensando all’esame che dovrò
dare tra qualche giorno >> disse infine Hikari, sorridendo.
<< Sicura? Perché è
già da un po’ che ti vedo strana: te ne stai sempre
sulle tue… Non sembri più tu… >>
<< È che sono nervosa: non
è che mi senta molto pronta per quest’esame… Ma
vedrai che tornerò quella di sempre, non appena tutto sarà
finito >>
<< Sarà… Comunque,
ho saputo… >> cambiò discorso la ragazza con gli
occhiali.
<< Cosa? >>
<< Dai, Kari… A me lo puoi
dire. Non fare la finta tonta >>
<< Veramente non ho la più
pallida idea di quello che stai dicendo >>
<< Me lo ha detto Ken… >>
A quel nome, Hikari non poté non
sorridere…
Ken e Miyako, ovvero gli eterni
fidanzati… Si conoscevano da quando erano bambini; prima amici
del cuore per tantissimi anni, forse anche troppi, e poi innamorati
persi… Neanche nei migliori film d’amore… Kari
non l’aveva mai confidato a nessuno, ma, a volte, invidiava
tantissimo la sua amica perché era riuscita a trovare un
ragazzo meraviglioso. A dirla tutta, litigavano spesso, ma, infondo,
era giusto così: l’andare sempre d’accordo avrebbe
reso il tutto estremamente noioso, con il passare del tempo…
<< Insomma… si può
sapere che cosa ti ha detto Ken? >> le chiese poi Kari, ormai
sull’orlo di una crisi di nervi…
<< Ma di te e Daisuke… Che
altro se no?... >>
Hikari sperò vivamente di aver
capito male, rifletté quindi lentamente sulle parole appena
pronunciate dalla sua amica.
Da quanto aveva potuto intuire, Miyako
credeva che lei e Daisuke stessero insieme… C’era
qualcosa che non quadrava, anche perché lei non era a
conoscenza di quella faccenda…
<< … Non ti nascondo che
ci sono rimasta un po’ male… >> continuò
intanto Miyako << Speravo che venissi tu a dirmelo…
infondo siamo amiche, o almeno così pensavo… >>
<< Io non ti ho detto nulla,
perché non c’è niente da dire! >> stava
seriamente cominciando ad arrabbiarsi, e questo non era un buon
segno…
<< In che senso, scusa? Non ho
capito… >>
<< Nel senso che io e Daisuke non
stiamo insieme! Voglio assolutamente sapere chi ha messo in giro
questa cretinata! >>
<< Ecco… ora che mi ci fai
pensare, forse ho capito male… >> rispose la ragazza,
senza nascondere un certo stato di nervosismo.
<< Non fare la finta tonta con me
Mia! Voglio sapere chi l’ha detto a Ken! >>
<< Senti, non ti arrabbiare…
infondo lo sappiamo solo io e lui… >>
<< Dimmelo! Voglio sapere! >>
Kari perse del tutto la pazienza.
<< Glielo ha detto Daisuke…
Si sono visti l’altra sera per bere qualcosa insieme >>
Hikari non riusciva a crederci…
Come era saltato in mente a quell’idiota di dire una cosa del
genere?! Il bello era che, tra l’altro, non era per niente vero
quello che aveva detto! Lo sapeva che avrebbe dovuto dirglielo fin
dall’inizio che non ci sarebbe stato mai niente tra loro:
avrebbe evitato un sacco di problemi.
<< Senti, Mia… non so
perché Daisuke pensi il contrario, ma io e lui non stiamo
insieme, e non ci staremo neanche in futuro, te lo assicuro >>
<< Ah, ecco… Infatti mi
sembrava strano; me lo saresti venuta a dire immediatamente…
>>
Kari, nel frattempo, guardò
l’orologio. Erano già le 14.55 e la lezione sarebbe
iniziata dopo cinque minuti…
<< Mia, adesso devo andare…
Ci sentiremo nei prossimi giorni, ok? >>
<< Va bene. Ma come farai con
Dai? >>
<< Appena sarò a casa, lo
chiamerò; lo inviterò a casa mia, così che
potremo discutere delle stronzate che spara fuori da quella sua
dannata bocca! >>
<< Non vorrei essere nei suoi
panni… >> e, così dicendo, Miyako se ne andò.
“Maledetto Daisuke! Per colpa
tua, stavo anche per arrivare tardi a lezione! Probabilmente i posti
migliori se li saranno già presi…” questi furono
i pensieri di Kari, mentre si stava dirigendo alla lezione di storia
dell’arte.
Entrò subito, non appena arrivò.
“Meno male, il professore non è
ancora arrivato”
Quindi si guardò intorno, e,
come previsto, i posti migliori erano già stati occupati;
rimanevano solo quelli nell’ultima fila, cioè quelli che
non venivano mai utilizzati perché troppo lontani dalla
lavagna luminosa…
Hikari però decise che, per una
volta, poteva anche solo ascoltare, quindi si andò a
posizionare in quei bachi liberi…
Poco dopo, entrò il professore
che subito iniziò la sua lezione, senza badare a nulla. Kari,
di conseguenza, cominciò ad ascoltare.
Con il programma erano arrivati all’Art
Nouveau. Le era sempre piaciuta l’arte e, tralasciando il fatto
che ormai conoscesse a memoria il programma, non voleva mai mancare a
una di quelle lezioni.
<Art Nouveau
fu uno stile artistico, diffuso in Europa e negli Stati Uniti, che
interessò le arti figurative, l'architettura e le arti
applicate, tra il 1890 e la prima guerra mondiale…>>
“Che palle…” pensò
annoiato Takeru, mentre ascoltava la lezione.
Era stato costretto a farlo, visto che
era stato bocciato all’esame di quella materia, così si
era ritrovato a frequentare nuovamente tutte le lezioni.
“Devo trovare qualcosa da fare
per passare il tempo, se no va a finire che muoio dalla noia”
detto questo, il ragazzo cominciò a guardarsi intorno…
Fu in quel momento che rivide i suoi
occhi…
I loro sguardi si incrociarono per la
seconda volta…
“Non ci posso credere…”
pensò il giovane “… mi perseguita!”
“È il cameriere di
stamattina!” si disse mentalmente Hikari.
<< Il movimento trae le sue
origini dal socialismo utopistico di John
Ruskin e si ispirò
all'ideologia propugnata dall'Arts
and Crafts di William
Morris, il quale aveva posto
l'accento sulla libera creazione dell'artigiano, come unica
alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di
oggetti di dubbio valore estetico, successivamente aveva cercato
nell'industria un alleato piuttosto che un nemico >>
Nessuno dei due ragazzi, però,
stava più ascoltando le parole del professore, persi com’erano
ognuno negli occhi dell’altro…
Il primo ad interrompere quel gioco di
sguardi fu Takeru, che cercò di badare alle parole
dell’insegnante per il resto della lezione, anche se con scarsi
risultati…
Non capiva proprio il motivo per cui
non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo della ragazza del
bar…
Gli stessi pensieri, intanto,
tormentarono Kari fino alla fine della lezione, quando raccattò
tutte le sue cose e si avviò verso l’uscita.
Ma una voce la richiamò,
facendola desistere dal suo intento di andarsene…
<< Signorina Yagami? >>
Hikari alzò lo sguardo e si
accorse che a richiamarla era stato il professore.
Si guardò intorno, e vide che in
aula non c’era più nessuno, a parte lei, l’insegnate,
e, guarda caso, il cameriere…
<< Sì, mi dica professore
>> rispose poi la ragazza; l’uomo, quindi, continuò
<< Mi scusi… Per cortesia… può venire
anche lei, signor Takaishi? >>
<< Sì, arrivo subito >>
rispose il ragazzo, che si avvicinò alla cattedra mentre
lanciava uno sguardo perplesso a Kari.
<< Scusate se vi intrattengo
oltre l’orario di lezione, ma avrei qualcosa da dirvi…
>>
I due ragazzi si guardarono a vicenda,
cercando di capire cosa volesse dir loro il professore, dato che
entrambi non si conoscevano per niente, tralasciando la mattinata
ovviamente…
<< Signor Takaishi, lei,
purtroppo, non gode di ottima reputazione, dato gli eventi che si
sono verificati in quet’ultimo periodo… Però
vorrei darle un’altra possibilità, in modo che possa
dimostrare, a chi dubita di lei, che non è uno sbandato come
può sembrare… >>
<< La ringrazio per le belle
parole… >> rispose T.k. ironicamente.
<< In ogni caso, non so se
conosce questa ragazza… >> e, così dicendo,
indicò Kari << … ma questa è la signorina
Yagami… >>
Takeru quindi la guardò per
l’ennesima volta…
Non l’avrebbe mai ammesso ad alta
voce, ma non riusciva proprio a smettere di fissare quei suoi occhi…
Kari, che nel frattempo era rimasta in
silenzio, quando sentì su di sé lo sguardo del ragazzo,
non riuscì a non arrossire, e, per questo, girò il viso
altrove…
Le parole del professore poi,
riportarono entrambi alla realtà.
<< Se siete d’accordo,
vorrei che la signorina l’aiutasse a preparare l’esame di
storia dell’arte, dato che è la prima di questo corso…
>>
<< COSA?! >> risposero
entrambi all’unisono.
<< Non ho bisogno della
maestrina! So cavarmela benissimo anche da solo! >>
<< Non mi pare… >>
rispose il professore, che poi continuò << … Se
ne sarebbe stato capace, non sarebbe stato bocciato la prima volta…
>>
Quindi fu Kari a prendere la parola <<
Non so se è una buona idea: io ho un esame tra 5 giorni, e non
ho il tempo per badare anche a lui… >>
<< Ehi! Non sono un bambino a cui
dover badare! >>
<< Non ne sarei così
sicura… >>
<< Noto con piacere che siete già
in sintonia… Allora, non ci sono problemi? Bene, adesso però
devo andare: ho un impegno molto importante. Ci vediamo a lezione.
Arrivederci >> e l’insegnate uscì in fretta e
furia, lasciando i due giovani da soli…
<< Bene… grandioso! Sono
stato incastrato dal professore, ed ora dovrò passare il mio
tempo con una sconosciuta che, ciliegina sulla torta, mi reputa uno
spostato! >>
<< Ehi! Io non ti reputo uno
spostato! E, tanto per essere precisi, non credere che io sia
entusiasta di questa scelta… >> ma, poco dopo che
pronunciò queste parole, Kari se ne pentì amaramente:
quelle non erano certo le parole giuste per cominciare a fare
amicizia…
<< … Senti… io non
voglio passare dei guai, perciò cerchiamo di trovare una
soluzione… >>
E, detto questo, calò un
silenzio imbarazzante tra i due.
<< … Per cominciare,
volevo scusarmi per stamattina… >> ruppe poi il silenzio
Hikari.
<< Come, scusa? >> fece
finta di non capire Takeru.
<< Hai capito benissimo…
Sì, insomma, oggi sono stata scortese… Avevi ragione:
io non ti conosco e non posso permettermi di giudicarti… >>
ed incupì il volto.
Takeru rimase sorpreso da quelle
parole: non se le aspettava per niente…
<< Oh, oh! Non ti preoccupare più
del dovuto, ok? È acqua passata, va bene… Infondo,
neanche io sono stato troppo simpatico… >> rispose
quindi il ragazzo, sorridendole.
<< Ok… Ricominciamo
daccapo, che ne dici? >> propose Kari, più rassicurata.
<< Cioè? Vuoi tornare
indietro nel tempo? >>
<< No, scemo!... >> disse
la ragazza, sorridendo divertita << … Dunque…
Vediamo… Piacere, io sono Hikari Yagami, felice di conoscerti…
>> poi, detto questo, Kari allungò il braccio per
stringergli la mano.
Takeru, intanto, era rimasto di stucco:
quella ragazza era davvero strana, a parere suo… Comunque,
decise di stare al gioco… d’altronde, non ci sarebbe
stato niente di male a mostrarsi per una volta, anche solo per una
volta, per quello che veramente era…
<< Piacere mio, io mi chiamo
Takeru Takaishi… ma puoi chiamarmi semplicemente T.k…
mi piace di più… >> ed il ragazzo strinse la mano
di Kari…
Continua…
Note dell’autrice :
Eccomi qua con un altro capitolo che
spero sia stato di vostro gradimento…
L’ho scritto in un pomeriggio,
mentre ascoltavo le bellissime, per me s’intende, canzoni di
Tiziano Ferro, che mi hanno ispirato…
I nostri belli stanno cominciano a
conoscersi e, grazie al provvidenziale intervanto del professore di
storia dell’arte, cominceranno a frequentarsi anche fuori
dell’università… o almeno così pare…
Una piccola precisazione… Io in
campo universitario sono del tutto ignorante, quindi non ho la più
pallida idea se veramente nel corso di lettere e filosofia ci sia
anche storia dell’arte; se non è così, vi prego
di scusarmi…
Adesso passo ai soliti ringraziamenti…
Un Grazie a tutti coloro che hanno
letto la mia storia, ed un enorme GRAZIE a chi l’ha anche
recensita!
Kari89: Oddio! È la prima
volta che descrivono un mio capitolo con l’aggettivo “DIVINO”…
Sono davvero troppo contenta! Non so che dire… Comunque, come
hai visto, i nostri belli si sono incontrati per la seconda volta, e
credo che ormai si incontreranno di continuo…
Soxy88: Non avevo dubbi che la
scena che ti sarebbe piaciuta di più fosse stata quella di T.k
fuori dal bar…comunque la storia deve ancora svilupparsi…ti
ringrazio come ogni volta per come revisioni bene i miei capitoli….
HikariKanna: Spero che questo
capitolo non ti abbia deluso…comunque tutta la storia si
svilupperà, sperando, nel migliore dei modi…
DenaDena: una new entry tra i
recensori, questo mi rende particolarmente felice…e sono
ancora più contenta che la mia storia ti piaccia, quindi non
posso che dirti continua a seguirla…ehehe
<< Allora… domani è
il gran giorno… >> pronunciò una ragazza dai
corti capelli rossi.
<< Sì… e Kari è
particolarmente nervosa… È un vero tormento! Non fa
altro che stare chiusa in quella stanza a studiare… Dovrebbe
staccare un po’ per riposare il cervello, se no diventa matta!
>> rispose, tranquillo, Tai.
Lui e Sora stavano comodamente seduti
sul divano di casa Yagami. La ragazza era stata invitata, come ogni
domenica d’altronde, a pranzare dalla famiglia dei due
fratelli. Era iniziato tutto quando erano poco più che
ragazzini ed, ormai, era diventata una vera e propria tradizione.
<< Oh, Tai! Lasciala in pace!
Avrà il sacrosanto diritto di studiare come le pare, non
credi? >> lo rimproverò Sora.
<< Sì, ma… >>
cercò di obbiettare lui
<< Niente ma! Se lei si sente più
preparata così, lasciala fare >> lo interruppe la
ragazza
<< E va bene… Hai ragione
tu… Cambiando discorso, come vanno le cose a lavoro da te? >>
le chiese Tai.
<< Insomma… Si cerca di
stringere i denti >>
<< Perché? Cosa c’è
che non va? >> si informò il ragazzo.
<< In pratica, vogliono ridurre
il personale, e, siccome io sono una tra le ultime arrivate, potrebbe
toccare a me… >> e, detto questo, la ragazza si incupì.
Tai, vedendo l’espressione triste
di Sora, si avvicinò di più a lei e le passò un
braccio intorno alle spalle, stringendola a sé.
<< Ehi… Non ti
preoccupare: tu hai talento ed in quella azienda di stilisti hanno
bisogno di te… Cerca di non arrenderti, ok? E, se per caso
avrai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che io sono qui: basta farmi
uno squillo, ed io correrò ad aiutarti anche se mi trovassi
dall’altra parte del mondo… Siamo intesi? >>
Sora subito pensò di aver capito
male… Se così non fosse stato, voleva dire che si stava
realizzando uno dei suoi più grandi desideri… Forse si
sbagliava, ma quello che aveva appena pronunciato Tai aveva l’aria
di essere tutt’altro che una semplice dimostrazione
dell’amicizia che li legava… Ripensò quindi alle
parole di Kari, dette qualche giorno prima…
<< Non perdere le speranze,
Sora! Non ti preoccupare… Mio fratello è
un po’ ottuso, ma vedrai che capirà >>
Quelle parole le rimbombarono in testa
come se fossero un martello… Che Kari avesse ragione? Che Tai
avesse finalmente capito che fra loro poteva esserci più di
una semplice amicizia?
I suoi pensieri vennero, però,
bruscamente interrotti da Tai, che stava cercando di dire qualcosa…
Decise quindi di continuare a rimanere
zitta e vedere cosa sarebbe successo di lì a poco…
<< Senti, Sora… è
arrivato il momento di parlare di noi due… >>
<< Lo credo anche io, Tai…
Non si può andare avanti così… >> rispose
la ragazza.
Ma i due giovani non fecero in tempo ad
aggiungere altro, che un urlo disperato provenne dalla camera di
Kari…
<< Noooooo!!! >>
Nello stesso momento nella camera di
Kari
-Non ce la farò mai! Me lo
sento…- pensò un ormai esausta Hikari.
L’indomani ci sarebbe stato
l’esame di filosofia; lei lo stava preparando da un mese, ma
aveva paura che non sarebbe andata come avrebbe voluto…
L’ansia la stava divorando!
Durante l’esame avrebbe dovuto
consegnare una relazione su un argomento scelto da lei, ed era
proprio quella il problema principale… La relazione l’aveva
terminata, ma non la soddisfaceva per niente…
Ora era lì, seduta davanti al
suo computer, che controllava quelle quindici pagine che spiegavano
tutto il pensiero filosofico di “Friedrich Nietzsche”
attraverso le sue opere più famose…
A complicare ulteriormente le cose,
c’era il fatto che non riusciva a non pensare a quello che
sarebbe accaduto l’indomani dopo l’esame… Infatti,
avrebbe dovuto incontrare Daisuke; lui sarebbe andata a prenderla
all’università per chiarire definitivamente la loro
situazione. In realtà, l’avrebbe chiarita a lui, perché
per lei era cristallina… Lei non voleva che la loro amicizia
venisse rovinata, ma ci avrebbe rinunciato se lui non avesse voluto
capire come stavano realmente le cose. Non gli avrebbe chiesto di
smettere di provare qualcosa per lei… Sarebbe stato
impossibile, perché queste cose non si possono comandare…
Ma gli avrebbe detto che lei non provava niente, oltre l’amicizia,
nei suoi confronti. Probabilmente sarebbe finita male… e
questo faceva star male anche lei, visto che Daisuke, infondo, era il
suo migliore amico… Ma sarebbe stato necessario per risolvere
la situazione…
Ma Kari scacciò subito via quei
brutti pensieri dalla testa; adesso doveva concentrarsi solo sulla
sua relazione!
La rilesse più volte, quando, ad
un certo punto, si oscurò la schermata…
Kari sudò freddo… Non
ricordava, infatti, se aveva salvato dopo aver completato il tutto.
Se così non fosse stato, avrebbe perso il lavoro svolto
durante quell’ultimo mese…
In quel momento, probabilmente, se
fosse stata più piccola si sarebbe messa a piangere!
Cercò di armeggiare col
computer, ma, purtroppo, lei non era troppo esperta in materia e non
ci capiva nulla…
Non le restò che…
<< Noooooo!!! >>
Sora e Tai, sentito l’urlo di
Hikari, si precipitarono in camera della ragazza…
Taichi spalancò la porta.
<< Cos’è successo?
>> domandò, avvicinandosi alla sorella.
Kari si voltò lentamente verso
di lui; aveva le lacrime agli occhi… Lo guardò, poi,
con un braccio, indicò lo schermo del pc.
Tai si voltò e lo guardò
anche lui.
<< Senti… benedetta
sorella… se non parli, come diavolo faccio a capire che è
successo? >>
Kari, che fino al quel momento non
aveva detto nulla, parlò << La relazione… era
lì…poi, ad un tratto, puff… è scomparsa!
>>
<< Oddio! E io che pensavo che ti
fosse successo qualcosa di brutto… Ma sei matta ad urlare in
quel modo?! Ci hai fatto prendere un colpo! >> rispose
nervosamente Taichi.
<< Oh… Scusa se vi ho
disturbato, mio principe… Ma, vede, quella relazione è
importate! Domani la devo consegnare all’esame! Quindi, mi
scusi se sono nervosa, visto che non la trovo più! >>
<< Adesso basta! Calmatevi!... >>
intervenne Sora, per poi continuare << … Nulla è
perduto >>
<< Davvero?! >> chiese la
più piccola di casa Yagami.
<< Adesso, per prima cosa,
controlliamo perché si è spento… Tai, vai a
vedere dietro al computer se si è staccato qualcosa, per
piacere >>
<< Perché proprio io,
scusa? >> obbiettò il ragazzo.
<< Perché se c’è
da rimanere fulminati, tu sarai il nostro eroe… Ovvio, no? >>
gli rispose sarcasticamente Kari.
Tai, a quelle parole, borbottò
qualcosa di incomprensibile, ma andò ugualmente a vedere cosa
non andasse.
<< Forse ho trovato il problema…
C’è una spina staccata, che faccio? >>
<< Riattaccala… genio! >>
lo prese in giro la sorella.
<< Senti, Kari… Anche se
sei mia sorella, non ti autorizzo… >> ma venne
interrotto.
<< La volete piantare!... >>
gridò Sora, guardando Taichi, mentre Kari sorrideva
soddisfatta << … Tutti e due! >> continuò
poi la ragazza, spostando lo sguardo verso Hikari.
<< Beh… Io ho riattaccato
il tutto… Provate ad accendere il pc >> detto questo,
Kari provò ad accenderlo…
Appena sentì la ventola partire,
gioì ed andò subito ad abbracciare il fratello.
<< Grazie! Grazie! Grazie, mi hai
salvato la vita! >> gli disse poi.
<< Sì sì, certo…
Comunque, vedi se la tua relazione è salva, piuttosto…
>> Hikari quindi controllò immediatamente la cartella
dei suoi documenti…
<< C’è! C’è!
Oh… Dio ti ringrazio! >> esultò poi, subito dopo.
<< Tutto bene, quel che finisce
bene… >> disse Sora, che, successivamente, guardò
l’orologio, accorgendosi che si era fatto veramente tardi.
<< … Mi dispiace ragazzi,
ma devo andare: devo finire un book per domani… Lo devo
consegnare… >> continuò poi, di conseguenza.
<< No, aspetta un attimo…
>> e Tai le si avvicinò << … Noi due
dobbiamo finire un discorso… Non puoi andartene via adesso! >>
<< Lo so che dobbiamo discutere,
ma si è fatto tardi sul serio… Ne riparleremo, promesso
>> e, così dicendo, uscì dalla stanza, prese le
sue cose e se ne andò.
<< Senti, Tai… se prima ho
interrotto qualcosa… insomma… mi dispiace, non volevo…
>>
<< Non ti preoccupare, sorellina…
Prima o poi si sistemerà questa situazione… >> e,
dopo che le sorrise, si ributtò sul divano del salotto.
Quindi. rimasta sola, Kari stampò
la sua relazione e la rilegò con cura. Ripassò il tutto
per l’ennesima volta, ed ancora, ed ancora… fino a
quando, ormai esausta, non si addormentò sui libri.
Giorno dell’esame
<< Calma… calma…
calma... >> borbottò tra sé e sé, un
agitatissima Hikari << … Infondo, cosa può
succedere? È solo un esame… mica sto andando al fronte!
>>
La ragazza si trovava in uno dei tanti
corridoi dell’università; stava sostando davanti alla
porta dell’aula dove si sarebbe svolto il suo esame.
Si guardò intorno e scorse una
finestra, quindi guardò fuori. Era una bella giornata: il sole
splendeva alto nel cielo, non c’era traccia di nubi
all’orizzonte ed la temperatura era giusta, né troppo
calda né troppo fredda… Tutto sembrava perfetto,
insomma…
Ma, a dispetto di tutto questo, dentro
di lei che si stava scatenando un “temporale”…
Non ne capiva il perché, ma,
ogni volta che doveva sostenere un esame, era sempre la stessa
storia: l’ansia le attanagliava lo stomaco, fin dalla sera
prima, e non faceva colazione… Il nervosismo le faceva sempre
passare l’appetito, ma, una volta finito il tutto, avrebbe
mangiato qualsiasi cosa, ed al diavolo la linea!
Anche quella volta si stava ripentendo
lo stesso rito…
<< Nervosa? >> le chiese
improvvisamente una voce alle sue spalle.
Lei si voltò verso di essa e,
con grande sorpresa, scoprì chi aveva parlato...
<< E tu che ci fai qui? >>
gli chiese quindi la ragazza.
<< Lo sai che è
maleducazione rispondere ad una domanda con un’altra domanda?
Comunque, anche se può apparirti strano, anche io frequento
l’università… E, si da il caso, che tra…
>> quindi guardò l’orologio, per poi continuare <<
… meno di dieci minuti, io abbia lezione >> e concluse,
sorridendo.
<< E allora, visto che sei
impegnato, cosa ci sei venuto a fare qui, Takeru? >>
Ma, subito dopo, la porta dell’aula
davanti alla quale si trovavano si aprì, e ne uscì un
uomo non troppo alto. Aveva i capelli grigi, un naso a punta, sul
quale erano posati degli occhiali, ed indossava un abito scuro. Kari,
in lui, riconobbe subito il professore di filosofia…
<< Lei è la signorina
Yagami? >> chiese gentilmente l’uomo.
<< Sì… sono io…
>> rispose Hikari, non nascondendo il suo nervosismo.
<< Bene… Noi siamo pronti.
Se si vuole accomodare… >> e, così dicendo, si
era fatto da parte, lasciando libero il passaggio alla ragazza che,
nel frattempo, si era completamente dimenticata di Takeru.
Quest’ultimo, però,
tracolla in spalla con, all’interno, l’occorrente per la
sua lezione di letteratura, le prese delicatamente una spalla,
avvicinando il viso al suo orecchio…
<< Ero solo venuto ad augurarti
buona fortuna… >> le sussurrò dopo, per poi
riprendere a camminare verso l’aula dove si sarebbe svolta la
sua lezione.
Lei si voltò di scatto,
osservando lui che si allontanava…
<< Grazie… >> disse
poi sorridente.
Lui alzò un braccio, come per
farle capire che aveva recepito il ringraziamento.
Lei quindi sorrise ancora.
Non sapeva come… non sapeva il
perché… ma, dopo aver udito quelle poche parole
pronunciate da lui, l’ansia che l’attanagliava dalla sera
prima si era miracolosamente placata…
Quindi entrò più
tranquilla.
Subito dopo, all’interno
dell’aula, Kari si era seduta sulla sedia davanti alla
cattedra; alzò lo sguardo e vide i professori davanti a lei…
<< Buongiorno signorina. Possiamo
iniziare? >> domandò lo stesso professore che era venuto
a chiamarla prima.
<< Certo >> rispose la
ragazza.
<< Bene… Senta, ha svolto
la relazione? >>
<< Sì >> e, mentre
pronunciava queste parole, la ragazza prese dalla sua tracolla, che
aveva appoggiato ai piedi della sedia dove si era seduta, tutto il
lavoro che aveva svolto e glielo consegnò.
<< Perfetto, allora possiamo
partire da questo… >> rispose l’insegnate.
Così Hikari aveva cominciato ad
esporre la sua relazione, tranquillizzandosi del tutto ed affrontando
l’esame nel migliore dei modi...
Circa un’ora dopo
<< Va bene, ragazzi; per oggi può
bastare… >> concluse la professoressa, che dimostrava
più o meno una cinquantina d’anni << … Ci
vediamo domani >>
Quindi, la classe cominciò ad
alzarsi rumorosamente, e tutti si avviarono verso la mensa, visto che
era già ora di pranzo.
Takeru ripose il libro di letteratura
all’interno della sua tracolla, se la mise in spalla e guardò
l’orologio…
Non aveva ascoltato nulla della lezione
appena finita, in realtà…
Con la sua mente, non aveva fatto altro
che pensare a Hikari che, nel frattempo, stava svolgendo il suo
esame. Non riusciva a capire perché quella ragazza, che
conosceva da così poco, tormentasse continuamente i suoi
pensieri, ma una voce dentro di sé parlò per lui…
-Forse perché è
l’unica che non ha pregiudizi nei tuoi confronti –
Ma non badò molto a quelle
parole…
Tornò a guardare l’orologio,
che ora segnava le 11.54…
-A quest’ora avrà finito…
–
E, così dicendo, si avviò
verso l’aula dove si stavano svolgevano gli esami di filosofia…
Non era molto lontana da dove si
trovava, quindi imboccò un corridoio alla sua destra e cercò
la stanza 10; si trovava infondo, così accelerò il
passo…
Si trovava a pochi passi, quando, ad un
tratto, gli si aprì una porta in faccia… L’impatto
fu inevitabile.
<< Grazie! Grazie mille,
professore! Arrivederci >> e Kari aprì la porta
dell’aula.
Subito dopo, però, sentì
che andò a sbattere contro qualcosa…
<< Ahi…che male! Ma
stai attento! >> e Takeru alzò lo sguardo verso colui
che gli aveva quasi rotto il setto nasale…
-Lo dovevo immaginare…- pensò
poi.
<< Oddio, scusa! Non pensavo
fossi qui… Davvero, mi dispiace >> ma Hikari, nonostante
le scuse, non riuscì a nascondere una leggera risata.
<< Guarda che non c’è
niente da ridere… >> la rimproverò T.k.
<< No… scusa… è
che fa ridere, tutto qui… >> quindi Kari si avvicinò
al ragazzo che, intanto, si era coperto il naso come le mani <<
… Su, fammi vedere >> gli disse poi, avvicinandosi
ancora…
<< Non ti preoccupare… >>
Takeru indietreggiò << … non mi sono fatto
niente… >>
<< Oh, insomma… Non fare
il bambino! >> e, così dicendo, Hikari prese le mani di
Takeru e gliele scostò lentamente dal viso…
Takeru si sorprese per quell’azione…
Le mani di Kari, comunque, erano così
delicate rispetto alle sue… Se ne accorse subito…
Improvvisamente lo colse il desiderio di non lasciare più
quelle mani, ma lo abbandonò subito quando la voce della
ragazza lo riportò alla realtà…
<< Stai sanguinando >> gli
disse.
<< Davvero? >> T.k si portò
una mano sul naso, e costatò la verità di quelle
parole…
<< Aspetta un attimo… Ti
prendo un fazzoletto >> così la ragazza mise una mano
nella tracolla e ne estrasse un fazzoletto di carta, con il quale
tamponò il naso di Takeru.
<< Grazie… Ma non ce n’era
bisogno… >>
<< È il mio modo per
chiederti scusa… Infondo, è stata colpa mia… >>
rispose Kari.
<< Tranquilla, non ti
preoccupare… Ci sono abituato… >>
<< Come, ci se abitu…? >>
ma Hikari non potè finire la frase perché una voce,
appartenente ad una terza persona, si intromise nel loro discorso.
<< Che stai facendo? >>
Kari si girò e scoprì chi aveva parlato <<
Daisuke, che ci fai qui? >> domandò.
<< Beh… se non sbaglio,
dovevamo vederci dopo il tuo esame… >> poi fece una
pausa e guardò Takeru, subito dopo riprese a parlare <<
… Ma cosa ci stai facendo qui con lui?! >> chiese Dai,
indicando con un cenno della testa T.k.
<< Niente, non stavo facendo
niente… E, comunque, non mi devo giustificare con te! >>
disse Kari.
<< Non ti devi giustificare,
infatti… È solo che non è molto sicuro andare in
giro con gente del genere!... >> rispose Daisuke, indicando il
biondo; poi continuò << … Sai meglio di me che
voci girano sul suo conto… >>
Takeru, che fino a quel momento era
rimasto in disparte, intento a tamponarsi il naso, appena udì
quelle parole pronunciate da quello che sembrava essere il ragazzo di
Kari, si scostò dal muro e gli andò di fronte…
<< Puoi ripetere, perché
forse non ho sentito bene >> gli chiese Takeru in tono
minaccioso.
<< Spostati, idiota! >> gli
rispose Dai, scostandolo con una mano.
Se c’era qualcuno che T.k odiava
con tutto se stesso, erano coloro che giudicavano dall’apparenza,
e, da quanto poteva capire, quel cretino che aveva di fronte era uno
di quelli.
<< Senti un po’, tu…
hai qualche problema, per caso? >> gli chiese quindi Takeru,
prendendolo per il colletto della camicia…
<< Adesso smettetela! >> si
intromise Kari.
A quelle parole, Takeru mollò
subito la presa e disse << Senti, Kari… io non voglio
avere altri problemi, perciò è meglio ce me ne vada…
Infondo, ero solo passato per sapere come era andato il tuo esame…
Ci vediamo >> e, detto questo, si girò e se ne andò.
<< No, aspetta! >> cercò
di fermarlo Hikari, ma il ragazzo era già lontano.
<< Dai, Kari, andiamo a mangiare
qualcosa, e lascia perdere quello là… Ormai è
perso. Cambiando discorso, come è andato l’esame? >>
disse, poco dopo, Daisuke.
<< Ora smettila Dai! Non devi
giudicare così le persone! Ma cosa ti ha fatto?! E poi di come
è andato l’esame non te ne deve fregare nulla! >>
<< Ma perché lo difendi
tanto? E, comunque, sono i fatti a parlare per lui… >>
<< I fatti posso essere cambiati
da chi li racconta… >>
<< Oh, andiamo Hikari…
Tanto è inutile: io non cambierò idea su di lui! È
uno spostato e tu non dovresti frequentarlo! >>
<< E chi dovrei frequentare,
allora? Te, forse? Un bugiardo di prima categoria? >>
<< Cosa stai dicendo?! >>
<< Non fare finta di non aver
capito… So quello che hai detto a Ken… >>
<< Senti… discutiamone con
calma… Ti invito a pranzo, ok? >>
<< Va bene… Ma voglio che
si chiarisca questa storia… >> così i due ragazzi
si incamminarono verso un bar li vicino.
Mentre camminavano, poi, Kari parlò
improvvisamente << … E, tanto per essere precisi,
questo, caro Daisuke, non è un appuntamento! Quindi, per
favore, non montarti la testa! >>
Dai, che non seppe cosa rispondere, si
limitò a stare zitto ed a seguire silenziosamente la ragazza
verso il luogo in cui avrebbero pranzato e, soprattutto, parlato...
Continua…
Note dell’autrice:
Ok, un altro capitolo concluso…
Qui ha fatto la sua comparsa il nostro
“amico” Daisuke, che, a quanto pare, non approva le
amicizie di Kari…
Come si svolgerà il dialogo tra
Kari e Dai? Sarà un discorso tra persone civili, o voleranno
piatti e bicchieri? Questo non si sa… Per scoprirlo, basta
continuare a seguire la storia…ihih!
Per quanto riguarda Tai e Sora,
sinceramente io leggo sia Taiora che Sorato; so che è
paradossale, ma mi piacciono entrambe… Siccome di
quest’ultime, però, il sito è pieno, ho preferito
la prima coppia… Non me ne vogliate…
Come al solito, ora ringrazio tutti
coloro che leggono e recensiscono; sarò ripetitiva, ma non mi
stancherò mai di ringraziarvi!
HikariKanna: così ti
piace storia dell’arte… bene, mi fa piacere, ihih! Qui,
è entrato in scena Daisuke… Non si è comportato
proprio bene, non trovi? Comunque, i nostri belli sono già
sulla buona strada… Hai visto come Kari si preoccupava del
naso di Takeru? Eheh… Alla prossima! P.s. ho visto che hai
aggiunto la mia storia ai preferiti… Sono commossa! Sul serio,
GRAZIE!
Kary89: un’altra fan di
storia dell’arte… neanche a farlo apposta… eheh!
Comunque, Kari avrà la sua rivincita con Daisuke, tranquilla!
P.s qui si capisce un po’ quale altra coppia si svilupperà…
Spero non ti dispiaccia… eheh!
Soxy88: oddio! Tu mi lasci
sempre la recensione più lunga, hai visto? Qualche volta i
professori si rendono utili… peccato che, una cosa del genere,
non sia successa a me… eheh! Comunque, spero che continuerai a
seguire la storia, ed anche a revisionare i capitoli… Oh, mi
raccomando, continua anche la tua di storia!
DenaDena: grazie del
complimento… ihih! Penso che un po’ tutte non vedano
l’ora che i nostri due piccioncini si innamorino… Anche
io, personalmente non vedo l’ora… eheh! Daisuke avrà
quel che si merita!
DarkSelene89Noemi: oddio! Un
altro complimento così e svengo… capitolo SUBLIME…
Non so se ti ringrazierò mai abbastanza… Comunque, non
ti preoccupare se non riesci a recensire: l’importante è
che la storia ti piaccia!
Non ricordava da quanto tempo erano
seduti lì, in un tavolino di un bar di Tokyo…
Non si erano detti una parola, dopo
quello che era accaduto all’università, ma Hikari sapeva
che bisognava chiarire al più presto…
Appena arrivati, avevano subito
ordinato qualcosa da mangiare. Nonostante il suo nervosismo, infatti,
a Kari non era passato l’appetito; infondo, aveva appena
sostenuto un esame, e mangiare era il minimo!
Silenziosamente, entrambi avevano
consumato il pranzo, ognuno immerso nei propri pensieri.
A rompere quello snervante silenzio fu
Daisuke.
<< Senti, Kari… Mi
dispiace, non avrei dovuto reagire così… ma certa gente
dovresti proprio evitarla… >>
<< Perché dovrei?!
Infondo, non ha fatto niente di male… >>
<< Ah, così non ha fatto
niente di male…?! Vallo a chiedere al tizio a cui ha rotto il
naso! >>
<< Avrà avuto le sue buone
ragioni per farlo… >> rispose timidamente Hikari.
<< Ma se sei sempre stata la
prima a dire che con la violenza non si risolve nulla! Io non ti
riconosco più… Sei cambiata in quest’ultimi
tempi… Cosa ti è successo? >>
Kari non seppe cosa rispondergli…
Doveva fingere o dire la verità? Questo era il problema…
Mentire, avrebbe significato continuare a sopportare il comportamento
che tutti avevano assunto nei suoi riguardi; inoltre, essere la
Hikari di sempre, voleva dire fare attenzione a non sbagliare mai e
fare attenzione alle nuove amicizie… Era questo quello che
voleva veramente?
L’essere onesti, invece, avrebbe
comportato un sacco di problemi; prima, tutti avrebbero cercato di
capire perché si stesse comportando così, poi,
sarebbero arrivate le paternali da chiunque… A quel punto,
allora sì che sarebbe scoppiata seriamente: tutti le avrebbero
detto cosa doveva o non doveva fare, e la sua vita avrebbe continuato
ad essere caratterizzata da loro…
Voleva cominciare a scegliere da sola!
Era la sua vita, dopotutto!
Ma a riscuoterla dai suoi pensieri ci
pensò Daisuke che, intanto, stava aspettando una risposta
dalla ragazza.
<< Ehi, Kari… Sei ancora
tra noi? >>
<< Sì… scusami…
stavo solo pensando… >>
<< E a cosa, se è lecito
saperlo? >>
Hikari quindi lo fissò negli
occhi: quello era il momento giusto per la verità! Ora o mai
più…
<< Davvero vuoi sapere cosa mi
tormenta ultimamente? >>
<< Sì… Siamo tutti
preoccupati per te… io particolarmente… >>
<< Beh… Tanto per
incominciare, mi dà fastidio il fatto che parliate di me senza
dirmi niente! Voi non siete nessuno per decidere della mia vita!
>> << Kari, non dire stupidaggini… Lo facciamo
per te… >>
<< Io non ve l’ho chiesto!
Non sono più una bambina! Ho un cervello che, fortunatamente,
so usare! >>
<< Senti… Questo non è
il luogo adatto per parlarne… andiamo fuori >>
<< No! Volevi sapere che cos’ho,
giusto? Adesso stai qui e ne parliamo!... >> rispose Kari che,
a quanto pareva, si stava innervosendo…
<< … Sono stufa di
sentirmi dire cosa devo o non devo fare! Chi posso o chi non posso
frequentare! Io faccio quello che voglio! >>
<< Noi vogliamo solo il tuo bene…
>> rispose Dai.
<< E per questo vi ringrazio…
sul serio… Ma solo io so qual è il mio bene >>
<< Senti… Sei nervosa e
sotto stress: infondo, hai appena avuto un esame… Cosa ne
diresti se stasera ti passassi a prendere e ce ne andiamo a mangiare
fuori, solo io e te… Poi al cinema… Quello che vuoi,
insomma… >>
<< No, Daisuke! Anche questa è
una di quelle cose che non vanno bene!... >> poi riprese a
parlare << … Come ti è saltato in mente di
mettere in giro quelle false voci sul nostro conto?! >>
<< Beh… Pesavo…
Insomma… siamo usciti insieme… Sembrava tutto ok:
stiamo bene quando siamo soli… Pensavo la pensassi come me…
>>
<< Sai che ti dico? Che quando
pensi causi solo problemi! Io ti voglio bene, lo ammetto… ma
solo come lo si vuole ad un amico… >>
<< Kari, non ci vuole un genio
per capirlo… Ormai lo sanno tutti che tu mi piaci molto…
Vorrei stare con te… Perché dovrebbe essere sbagliato
tutto questo? >>
<< Daisuke, io non voglio ferire
i tuoi sentimenti… Ma, per te, provo solo un sentimento di
amicizia… Tu sei simpatico e gentile, questo e vero… Ma
noi non siamo fatti per stare insieme… Mi dispiace… >>
<< È per lui, vero? >>
chiese poi Dai.
<< Lui chi, scusa? >>
<< Takaishi… È per
lui che non vuoi stare con me, vero? Ti sei presa un cotta per quello
lì? >>
<< No! Ma cosa stai dicendo?! Lo
conosco appena… E poi ti ho appena spiegato il perché
non voglio stare con te! Cerca di capire… >>
<< È pericoloso…
Stai lontana da lui… >>
<< Non ricominciare Dai >>
<< Tuo fratello non sarà
felice, quando verrà a sapere tutto questo… >>
<< Mio fratello capirà…
prima o poi… >>
<< Kari… facendo così
ci perderai tutti, lo sai vero? >>
<< Se voi mi volete davvero bene,
prima o poi capirete… e lo accetterete… almeno spero…
>> e, così dicendo, si alzò dal tavolo,
raccogliendo le sue cose << … Ti ringrazio per il
pranzo… >>
<< Senti… Se a tuo
fratello non glielo dirai tu, lo farò io… Comunque non
credo che ci rivedremo così presto… >>
<< Non farlo Daisuke! Non voglio
perderti… sei il mio migliore amico… >>
<< Adesso non posso più
esserlo… >>
<< Devo andare… Scusami…
Ciao >> e, detto questo, la ragazza uscì dal bar, mentre
una lacrima silenziosa scendeva, bagnando il suo volto.
Rimasto solo, Daisuke guardò la
porta del bar, da cui era appena uscita Kari.
-È tutta colpa di quel bastardo
di Takaishi!...- pensò poi il ragazzo, stringendo i pugni
appoggiati alle ginocchia -… La pagherà per quello che
sta facendo! Ci sta portando via Hikari! Ricordatelo, Takaishi: non
finisce qui…-
Hikari, intanto, si trovò a
vagare da sola per il centro, totalmente immersa nei suoi pensieri…
Quindi, cominciò a guardarsi
intorno… Vedeva un sacco di persone felici intorno a lei:
gruppi di amiche che guardavano le vetrine sognando qualche vestito
impossibile, ragazzi in divisa, appena usciti da scuola, che
tornavano a casa… ed, infine, non poté non notare due
fidanzatini che camminavano mano nella mano…
Pensò subito che, un giorno,
avrebbe voluto farlo anche lei…
Quella era stata veramente una giornata
stressante… Prima l’esame, poi Daisuke… E pensare
che era cominciata bene…
Così, tutto d’un tratto,
si ritrovò a pensare al biondo ragazzo… Certo che era
stato veramente carino ad augurarle buona fortuna quella mattina…
E lei si era sdebitava rompendogli quasi il naso…
Pensando questo, non riuscì a
nascondere una leggera risata… Probabilmente, se qualcuno
l’avesse vista, l’avrebbe sicuramente scambiata per una
matta, ma non le importava più di tanto in quel momento…
-Sono veramente stanca… Non vedo
l’ora di tornare a casa…- pensò poi la ragazza.
E, detto questo a sé stessa, si
avviò verso casa, ma, in quello stesso istante, un enorme
lampo squarciò il cielo di Tokyo.
-… Questo è un brutto
segno… Tra un po’ si scatenerà l’inferno…
Meglio affrettarsi…- continuò quindi a pensare Kari,
vedendo poi confermarsi la sua ipotesi quando si scatenò un
acquazzone.
-… Forse dovrei cercare un
riparo, e tornare a casa appena finisce…- quindi, si guardò
intorno e vide un bar aperto…
Non badò al fatto che si trovava
in centro; non badò neanche al nome del locale… Entrò
e basta… Era già bagnata fradicia e non voleva beccarsi
la polmonite!
Quindi aprì la porta, rimanendo
sorpresa dal rumore che fece.
-… Strano che le porte suonino
da sole- pensò, di conseguenza, la ragazza.
Poi, appena si chiuse la porta alle sue
spalle, si ritrovò davanti una faccia conosciuta…
Takeru, che fino a quel momento aveva
servito un tavolo, sentì il campanello della porta suonare;
quello era segno che qualcuno era appena entrato… Quindi si
preparò per accogliere il nuovo cliente: prese il blocchetto
delle ordinazioni e si girò…
<< Tu qui? >> chiese la
ragazza.
<< Veramente dovrei essere io a
chiedertelo… Io qui ci lavoro… >> rispose il
biondo.
Kari quindi si guardò intorno.
Takeru aveva ragione: era proprio il bar dell’altro giorno…
il suo bar…
Era forse destino che si incontrassero
di continuo?
<< Già, hai ragione…
Comunque sono entrata solo perché fuori piove… Non
farti strane idee… Non ero venuta a cercarti… sia
chiaro… >> lei sembrava piuttosto impacciata.
<< Non avevo dubbi…
Comunque, siccome sei qui, vuoi ordinare qualcosa? Sappi, però,
che non vendiamo abiti >> rispose scherzoso Takeru, facendo
chiaramente riferimento ai vestiti bagnati di lei.
<< Spiritoso… Davvero,
guarda, sto morendo dalle risate… >> disse Hikari,
indispettita; poi continuò << … In ogni caso,
vorrei una tazza di the caldo, se non le dispiace >> e, così
dicendo, si era posizionata su di uno sgabello davanti al bancone.
<< Agli ordini, mia signora! >>
rispose Takeru, che poi le diede le spalle per preparare la bevanda.
Kari, quindi, si ritrovò a
fissare la schiena del ragazzo…
Aveva una maglietta verde che risaltava
benissimo il suo fisico. Pensò che T.k avesse fatto palestra
per ritrovarsi un dorso così ben fatto… Quindi si trovò
a pensare che, infondo, le ragazze dell’università
avessero ragione: era davvero bello, questo lo doveva proprio
ammettere…
-Ma che diavolo vado a pensare! Meglio
lasciar perdere…- si disse poi tra sé la ragazza.
E, dopo aver formulato questo pensiero,
si trovò ad osservare una tazza di the fumante.
<< Ecco qua, esattamente come la
desiderava >> disse T.k.
<< Grazie… >>
rispose Kari; poi si ricordò cos’era successo quella
mattina all’università << … Ehi…Takeru…>>
T.k la guardò…
Il suo nome, pronunciato da lei,
sembrava il più bello del mondo… Sentiva dentro di sé
qualcosa che non sapeva spiegarsi…
Continuando a guardarla, quindi, pensò
che era davvero carina… tutta bagnata…
<< Dimmi pure >> rispose
poi il ragazzo.
<< Senti… Volevo scusarmi
per quello che è successo stamattina… Daisuke non è
cattivo; è solo che, a volte, si lascia andare più del
dovuto… >>
<< Non preoccuparti… È
normale che il tuo ragazzo sia geloso… >>
-Il mio ragazzo?!- pensò Kari.
<< Non so perché pensi
questo, ma Dai è tutto fuorché il mio ragazzo…
>> non sapeva perché, ma non voleva che lui pensasse
questo << … Anzi… probabilmente non sarà
neanche più mio amico… >> e, detto questo,
abbassò lo sguardo.
La tazza di the ormai si era
raffreddata…
<< Perché? Avete litigato?
>>
<< Beh… sì….
>>
<< Per quale motivo? >> gli
domandò Takeru.
<< Lui… anzi un po’
tutti i miei amici, in realtà… Loro mi stanno troppo
addosso ed io non lo sopporto più! >>
<< Forse lo fanno perché
ti vogliono bene… no? >>
<< Forse… Ma non possono
continuare a condizionare la mia vita in questo modo!
Le mie decisioni le voglio prendere da sola! Posso accettare
consigli, certo, ma la decisione finale deve essere mia! >>
<< Mi dispiace che ti sia
ritrovata in questa situazione… >>
<< E poi Daisuke ha messo in giro
la voce che io e lui stiamo insieme… Cosa che, ovviamente, non
è assolutamente vera! >> non sapeva il perché, ma
Kari stava confidando tutti i suoi problemi a quel ragazzo… e
questo la faceva stare molto meglio…
<< Davvero! Un vero genio…
>> disse ironicamente Takeru, scatenando la successiva risata
della ragazza.
Il ragazzo pensò che fosse la
risata più bella del mondo…
<< Hai ragione… eh eh…
>> Kari quindi guardò fuori; aveva smesso di piovere.
<< Senti, T.k… adesso
vado… tanto ha smesso di piovere… Comunque, come
facciamo per le ripetizioni di storia dell’arte? >>
<< Eh… Dobbiamo farle
proprio?... >> la ragazza gli lanciò un’occhiataccia;
Takeru, intanto, riprese a parlare << … Dalla tua
occhiata, immagino di sì… Allora facciamo in
biblioteca, domani pomeriggio, ok? >>
<< Ok… Ma se preferisci,
possiamo trovarci a casa mia o a casa tua… >>
<< Non vorrei scatenare altre
litigate… Se vengo a casa tua, succederà sicuramente…
ne sono sicuro… A casa mia, invece, c’è troppa
confusione… >>
<< Ok… come vuoi…
>> e, così dicendo, si preparò per andarsene.
<< Aspetta una attimo, Kari…
>>
La ragazza, sentendosi chiamare, si
voltò nuovamente verso di lui.
<< Dimmi… >>
<< Ecco… Io… volevo
sapere come è andato l’esame… sì, insomma,
hai capito… >> disse poi imbarazzato Takeru.
Hikari quindi gli sorrise.
-Infondo, è anche merito suo se
è andato bene… mi ha tranquillizzata…- pensò
poi.
<< Oh… È andato
bene, anzi benissimo! >>
<< Mi fa piacere… Senti…
posso chiederti un’ultima cosa? >> continuò T.k.
<< Certo >>
<< Il mio turno finisce tra
cinque minuti… Siccome oggi ho la macchina, e tu sei a piedi…
vuoi un passaggio? >>
Kari era sorpresa.
Quel giorno, per ben due volte, era
riuscita ad avere un dialogo civile con il ragazzo che le stava di
fronte, ed, in quel momento, sempre lui, si offriva di accompagnarla
a casa… Cosa doveva fare? Accettare? Avrebbe sicuramente
scatenato l’ira di suo fratello, se li avesse visti… Ma
pensò subito che non gliene importava nulla di quello che
pensavano gli altri su Takeru… Con lei era stato carino e
gentile…
Quindi decise di accettare; infondo,
era lei che doveva prendere le sue decisioni…
<< Va bene, accetto volentieri!
>> e, dicendo così, sorrise.
<< Ok! Allora aspetta che mi vado
a cambiare e arrivo subito >>
Così Takeru si avviò
verso il retro del locale.
-Cosa mi è preso?!...- pensò
il biondo -… Non è da me fare certe proposte…
Però, mi è uscita dalle labbra così, senza che
ci pensassi più di tanto… Quella ragazza ha il potere
di farmi essere me stesso, e non so se sia una buona cosa… Se
la facessi entrare nella mia vita, potrei metterla in seri guai…
con tutti quelli che mi ritrovo… Però, non voglio
neanche lasciarla andare… Lei mi accetta per quello che sono…-
quindi finì di cambiarsi e tornò dentro al locale.
<< Possiamo andare >> disse
poi a Hikari.
E, subito dopo, i due ragazzi uscirono
dal locale e si diressero verso la macchina di Takeru.
<< Allora, dove abiti? Sai…
mi serve saperlo… >>
<< Sempre più simpatico...
Comunque, abito dalle parti del cinema “Sunshine”; hai
presente dov’è? >>
<< Oh, sì… Deve
sapere, mia signora, che io so sempre tutto… >> aveva
poi scherzato ancora lui.
<< Sì, tutto… a
parte storia dell’arte >> lo prese in giro Kari.
Quindi erano montati in macchina,
dirigendosi poi verso la casa della ragazza.
Ma dopo quel piccolo scambio di
battute, era sceso il silenzio tra loro…
<< Allora… Raccontami un
po’ di te… Se dovremo studiare insieme, vorrei conoscere
con chi lo farò… >> fu Hikari a rompere per prima
il silenzio.
<< Ma mi conosci già…
Si parla solo di me e… di quello che ho fatto… >>
<< Io voglio conoscere il vero
Takeru… >>
<< E chi ti dice che quello di
cui parlano non sia quello vero? >>
<< Si vede che fingi…
Prima sei arrabbiato con il mondo, e poi con me sei diverso…
>>
<< Magari è con te che
fingo… >>
<< Saresti davvero capace di fare
questo?! >>
Takeru non seppe cosa rispondere…
<< Dimmi… Perché ti
comporti così? >>
<< Io… sono cresciuto in
un quartiere malfamato… >> ammise quindi T.k << …
Lì, se non ti comporti come faccio io, è la fine…
Devi saperti difendere, per vivere tranquillamente… >>
finì poi di dire il ragazzo, che poi pensò -Perché
mi sto confidando con lei? Cosa mi succede quando sono con questa
ragazza?-
Kari, intanto, si ritrovò a
pensare a quanto doveva aver sofferto Takeru da piccolo, e dentro di
lei sentì qualcosa a cui non seppe dare un nome…
<< Tu sei cresciuta in una bella
famiglia, in un bel quartiere, circondata d’affetto… >>
riprese poi a parlare T.k << … Quando abiti in certi
posti, invece, la felicità non sai neanche dove stia di casa…
>> ed aveva assunto un espressione triste e seria << …
Lo sai… se potessi tornare indietro, cambierei un sacco di
cose… >>
<< Sei ancora in tempo per
cambiare… >> rispose Kari << … Scusa, ma
non hai una famiglia? >>
<< La mia famiglia l’ho
avuta… tempo fa… >> poi Takeru guardò
fuori << … Siamo arrivati: qui c’è il
cinema. Dov’è casa tua? >>
<< Là di fronte…
Comunque, cosa intendevi, dicendo che ce l’hai avuta tempo fa?
>>
<< Niente… fa lo stesso…
Non ci fare caso, ok? >> rispose prontamente T.k, che poi
continuò << … Adesso è meglio che vai…
Ci si vede domani in biblioteca. Facciamo per le 16.30, ok? >>
<< Va bene… A domani! Ciao
>>
<< Ciao >> e, dopo che
scese dalla macchina, Hikari entrò in casa.
Casa Takaishi, qualche minuto dopo
-Kari… Prima o poi ti
racconterò tutto…- pensò Takeru, mentre scendeva
dalla macchina e si avvicinava a casa sua, a piedi.
Visto che il temporale era cessato, si
sentiva fortunato, dato che non aveva alcuna voglia di tornare a casa
bagnato.
In quelle ultime settimane erano
cambiate un po’ di cose, ma a T.k, per adesso, andava bene
così. Non voleva mostrarsi troppo con quella ragazza…
Avrebbe finito col ferirla, e lui questo non lo voleva… Non
voleva farla soffrire, perché avrebbe sofferto anche lui, e di
questo ne era sicuro…
Mentre camminava verso il portone di
casa, Takeru cercava le chiavi nella tracolla, quando, ad un certo
punto, si sentì prendere alle spalle e sbattere contro il muro
della viuzza sulla destra…
-Ma che diavolo…?!- pensò
quindi il ragazzo, non capendo bene cosa stesse succedendo.
La strada era buia: infatti, c’erano
ancora alcune nubi in cielo ed, anche se era pomeriggio, c’era
una certa oscurità tutt’intorno…
Quando T.k si rese conto di dove si
trovasse, guardò dritto davanti a sé ed il sangue gli
si gelò nelle vene…
Il rivedere quelle due familiari sagome
nell’oscurità, gli fece trattenere il respiro…
<< Chi non muore si rivede…
vero, Takeru? >>
Continua…
Note dell’autrice:
Eccomi qui con un altro capitolo!
Stavolta l’ho scritto mentre
ascoltavo i Rio… (STUPENDI!!!!!!!)
La storia sta cominciando a prendere
una strana piega, ed i nostri belli sentono già qualcosa
dentro di loro… Ma che sarà? Chi lo sa? Beh, io lo so…
eh eh…
Povero Takeru! Non si può stare
tranquilli nemmeno quando si è vicino casa… Chi saranno
mai costoro? E come si è permesso, uno di loro, ad aggredire
il biondo?!
Per scoprirlo, non ci resta che
aspettare il prossimo capitolo…
P.s: siccome, molto probabilmente, la
prossima settimana comincerò a lavorare, se tutto va bene, i
tempi di aggiornamento saranno un po’ più lunghi…
Ma voglio anche precisare che questa storia avrà una fine,
perché non voglio lasciare una cosa a metà! E poi ci
tengo anche io a finirla! Quindi, mi scuso fin da adesso se il
prossimo aggiornamento sarà più lungo…
E adesso passiamo ai ringraziamenti…
Grazie a tutti coloro che leggono la
mia storia; il vedere il numero dei lettori aumentare mi riempie di
gioia!
GRAZIE, inoltre, a tutti coloro che mi
recensiscono:
Soxy88: mi fa piacere che anche
l’ultimo capitolo ti sia piaciuto…ho capito che Takeru
sarebbe il ragazzo per te…ihih…comunque non esageriamo
Daisuke al rogo…nonostante il capitolo, passerà delle
brutte giornate….grazie sempre per la revisione!
Kary89: eh già…la
storia sta cominciando a svilupparsi…e Dai e T.k non vanno per
niente d’accordo…ma vedremo più avanti cosa
succederà, ti ringrazio molto per i complimenti.
DarkSelene89Noemi: grazie anche
a te per i complimenti…ancora non mi sembra vero riceverne
così tanti…le tue fanfiction le sto leggendo a poco a
poco, devo dire che sono veramente bellissime…ihih a presto!
Mentre Tai e Sora discutevano nella
camera del ragazzo sui fatti appena accaduti, nel salotto di casa
Yagami si trovavano Kari e Myako. Le due ragazze erano sedute sul
grande divano bordoux.
Hikari se ne stava in silenzio, con la
testa appoggiata sullo schienale e con gli occhi chiusi, a pensare...
Pensava che avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, che avrebbe
voluto aver detto prima certe cose per non far finir così male
quella situazione…Ora, più che in altri momenti, voleva
staccare e godersi i suoi ventuno anni, non pensando ai mille
problemi che le attanagliavano la testa dalla mattina alla sera.
Myako, nel frattempo, guardava la sua
amica, che le appariva triste come non mai. Si era accorta che non
era più la ragazza allegra, con il sorriso sempre stampato sul
viso… Vedeva nei suoi occhi tutta la stanchezza accumulata in
quei giorni; tra l’esame e la litigata con il fratello, doveva
aver passato veramente una brutta giornata… Voleva aiutarla,
ma non sapeva cosa dirle per farla sentire meglio…
<< Senti, Kari… >>
provò quindi ad iniziare la ragazza con gli occhiali.
<< Non ti preoccupare, Mia…
Non c’è bisogno che tu dica niente… >>
rispose Hikari.
<< Lo so che non c’è
nulla che io possa fare per farti sentire meglio… Però,
so che non può finire così… intendo dire
l’amicizia che ci lega… non può finire come se
niente fosse… Ci conosciamo da una vita, abbiamo condiviso
gioie e dolori… Vedrai che prima o poi capiranno… È
la tua vita, il tuo destino… te lo devi costruire da sola…
E questo può comportare il conoscere nuove persone…
intendo persone come quel Takaishi… >>
<< Takeru… >> la
interrupe Kari.
<< Come, scusa? >> chiese
l’amica, non capendo l’intervento della ragazza.
<< Si chiama Takeru… Ha un
nome come tutti noi, lo sapevi?! Comunque, ancora non ho capito
perché voi tutti lo considerate un pericolo… >>
<< Io voglio essere sincera con
te… sei mia amica… Anche secondo me non è il
tipo di ragazzo adatto a te… però, so anche che non sei
una sprovveduta e che sai quello che fai; quindi, anche se non
condivido la tua scelta, la rispetto… A questo punto, non
posso fare altro che dirti di fare quello che ti senti… Non
pentirti mai delle tue scelte… per nulla al mondo… >>
<< Grazie… >> a
Hikari cominciarono ad inumidirsi gli occhi << …Davvero…
grazie per avermi capito… per aver rispettato le mie scelte…
Se quello che dite su di lui è vero, lo scoprirò di
persona… Ma sappi che, se potrò, lo aiuterò…
Con me non si è comportato male; mi è sembrato
piuttosto un ragazzo sincero e bisognoso di qualcuno che gli dia
l’affetto che gli è sempre mancato… >>
<< Kari… Posso chiederti
una cosa? >>
<< Sì, certo… dimmi
tutto… >>
<< Lui… Ecco… Non è
che ti sei innamorata…? >>
<< Myako, ma che dici?! Cosa ti
salta in mente! Lo conosco, sì e no, da due settimane! Tu
guardi troppi film d’amore, amica mia… >> finì
poi la ragazza scherzosamente.
<< Forse hai ragione… o
forse no… Certe cose succedono davvero, anche se poche volte…
>>
<< Non mi innamorerò mai
di lui… Siamo troppo diversi… come il giorno e la
notte, il bianco e il nero… No, non esiste! Su questo puoi
stare tranquilla >>
<< Kari, non parlare prima del
tempo… E poi lo sanno tutti che gli opposti si attraggono; è
la più vecchia regola fisica del mondo… >>
<< Adesso stai farneticando…
Sul serio; fatti controllare, che è meglio… >>
<< Sarà… Ma mai
dire mai, amica mia… Comunque adesso vado: devo parlare con
Ken… Cercherò di farlo ragionare e, magari, riuscirò
a fargli chiedere scusa… >>
<< Non ce n’è
bisogno, Mia… Non hanno fatto niente di male infondo…
Avranno avuto le loro ragioni per fare quello che hanno fatto…
Stai tranquilla: non ce l’ho con nessuno di loro… >>
<< Sei troppo buona, Hikari…
Va beh… ci sentiamo presto… E cerca di fare pace con
tuo fratello, mi raccomando… >> e, detto questo, aveva
preso la giacca e si era diretta verso l’uscita.
Dopo che la ragazza era uscita, Kari si
era ricordata che, nella stanza del fratello, c’era anche Sora;
quindi, preferì uscire di casa… Una bella passeggiata
le avrebbe fatto schiarire un po’ le idee, infondo, e, magari,
sarebbe anche riuscita a trovare una soluzione…
In quell’istante si ricordò
che l’indomani avrebbe avuto il primo ripasso con Takeru…
Pensò subito che doveva almeno preparare una specie di schema,
con il quale iniziare: se l’avesse trovata impreparata,
infatti, ci avrebbe fatto una pessima figura… Infondo, il
professore gli aveva detto che era la prima del corso… Quindi
aveva deciso di preparare quel suo schema, ma, prima, avrebbe fatto
una passeggiata… Non voleva in nessun modo disturbare suo
fratello…
Camera di Taichi
<< È arrivata l’ora
di parlare, dunque… >> disse Sora.
<< Sì… Ho capito
che non si può più andare avanti in questo modo…
Io so che siamo legati da qualcosa di molto forte e profondo…
Io voglio dare un nome a questo legame… e, per farlo, ho
bisogno anche del tuo aiuto… soprattutto del tuo aiuto…
>>
<< Io non voglio che qualcosa
cambi tra noi… >>
<< Qualcosa cambierà per
forza, Sora!... >> rispose il ragazzo. alzando il tono della
voce << … È già da un po’ di tempo
che, dentro di me, sento qualcosa di diverso… Quando penso a
te, a tutto quello che hai fatto per me e continui a fare…
ogni volta che ti vedo, che sei qui con me, vorrei che il tempo si
fermasse… Se ci fossero mille persone dentro ad una stanza, io
riconoscerei la tua voce tra tutte… Forse, non so neanche come
ho trovato la forza di dirti queste cose… lo so che non è
da me… ma non potevo tenermele ancora dentro… Tu sei
importante… voglio iniziare qualcosa di importante con te…
permettimi di farlo… >>
Durante il discorso di Tai, Sora era
rimasta in silenzio: era senza parole… Ormai non ci sperava
più; ormai non credeva più di sentire quelle parole
uscire dalle labbra di Taichi, l’unica persona che lei avesse
mai amato veramente… Le veniva da piangere dalla gioia…
Sì, ne era sicura, quelle che sentiva premere sugli occhi
erano proprio le sue lacrime… Quante ne aveva versate? Troppe,
forse… Ma, in quel momento, le cose stavano finalmente andando
per il verso giusto… Da quell’istante in poi, sarebbe
stata davvero felice… ne era sicura… Se avesse avuto
Tai al suo fianco, non avrebbe più temuto nulla…
<< Io non so che dire Tai…
Cioè… anche io sento, dentro di me, qualcosa nei tuoi
confronti che va ben oltre la semplice amicizia… Non immagini
da quanto tempo aspettassi0 questo momento, e, adesso che sta
succedendo, non so che cosa dire… Io voglio stare con te…
So che sei quello che fa per me… ne sono sicura… Forse
non sarai il ragazzo perfetto, anzi non lo sei affatto… Ma io…
io ti amo per quello che sei… imbranato, buffo, disordinato…
ma anche gentile, dolce e bellissimo… >> detto questo,
la ragazza aveva abbassato lo sguardo.
Tai non poteva non notare le sue gote
arrossate, così decise di agire… lui era un uomo,
infondo! Davanti a sé aveva colei che gli faceva battere il
cuore a mille… che gli faceva sentire le farfalle dentro lo
stomaco… Tai, quindi, si alzò dal letto e si avvicinò
lentamente a Sora; con le dita della mano destra le alzò
leggermente il volto, in modo che si potessero guardare negli occhi.
<< Ehi… sei ancora qui? >>
le chiese piano il ragazzo.
<< Sì, sono ancora qui…
>> rispose lei, sorridendo leggermente.
<< Allora, se sei veramente qui,
lasciati andare… Lasciaci la possibilità d’iniziare
a vivere… insieme… io e te… >> e, così
dicendo, Taichi avvicinò piano le sue labbra a quelle della
ragazza.
Erano così vicini…
Entrambi potevano sentire il respiro dell’altro sul viso…
Non si poteva capire chi baciò
per primo, ma, ad un tratto, si ritrovarono a baciarsi… A poco
a poco, le loro labbra si schiusero e le loro lingue iniziarono a
cercarsi, trovarsi e poi cercarsi di nuovo… Tai, nello stesso
momento, prese tra le mani il volto di Sora e se lo avvicinò
ancora di più… Entrambi avevano bisogno di quel bacio:
lo avevano aspettato per troppo tempo, e, se non fosse stato per la
mancanza di ossigeno, probabilmente quel contatto sarebbe durato per
chissà quanto tempo…
Poi i due ragazzi si divisero, senza
però perdere il contatto fisico: Tai, infatti, aveva preso
quelle della ragazza, e le teneva ben strette tra le sue,
ricominciando quindi a parlare.
<< Noi… Ancora non ci
credo… Ma ti assicuro che farò di tutto perché
funzioni… Certo, ci saranno dei giorni grigi, ma ti amo…
e questo renderà quei giorni pieni d’armonia e serenità…
Se ci sarai tu al mio fianco, potrò fare qualsiasi cosa…
>>
<< Ti amo Tai… e questa è
l’unica certezza che ho… >> concluse poi Sora,
ridendo.
Subito dopo, infine, si impossessò
nuovamente delle labbra del ragazzo.
Troppo presi da quel bacio, non si
accorsero della borsa da lavoro di Taichi… In quella i due
inciamparono, ritrovandosi poi stesi sul letto… Si guardarono
quindi negli occhi, ed, in quel momento, lo capirono…
Qualunque cosa fosse successa di lì in avanti, loro
l’avrebbero affrontata insieme ed, sempre insieme, l’avrebbero
superata…
Casa Takaishi
<< Mamma, sono a casa >>
gridò Takeru mentre chiudeva rumorosamente la porta di casa.
<< Ciao, T.k. Sono in cucina >>
rispose la madre, che stava preparando la cena.
Takeru, quindi, posò
nell’attaccapanni la tracolla e si diresse verso la cucina.
<< Ma sei sempre qui…
Perché non esci un po’ e ti vai a comprare qualcosa? >>
disse T.k.
<< Se non ci fossi io, chi
penserebbe a te ed a tuo fratello? >>
-Potrei cavarmela anche da solo…-
pensò quindi il ragazzo.
<< Mah… Chi lo sa?
Comunque… dov’è Matt? >>
<< Stasera torna tardi: ha da
fare in ufficio >>
<< Come sempre del resto…
Ha sempre qualcosa da fare… Se uno avesse bisogno, non si
potrebbe mai contare su di lui… perché lui deve
lavorare… >> disse Takeru critico, mentre apriva il
frigo per cercare qualcosa da bere.
La signora Takaishi, però,
guardò il figlio e notò immediatamente la sua mano
arrossata e leggermente insanguinata.
<< Che hai fatto alla mano?! >>
gli chiese di conseguenza.
Takeru, subito, si girò verso la
donna, per poi spostare lo sguardo sulla sua mano.
-Maledizione! Me ne ero completamene
dimenticato… Adesso che mi invento? Non posso dirle niente…
potrei metterla nei guai…- pensò il ragazzo.
<< Niente, mamma… non ti
preoccupare… Ho solo preso una botta mentre lavoravo al bar…
Tutto a posto… davvero… >> e, detto questo, stava
per uscire dalla stanza per evitare di continuare quella
conversazione, ma le parole di risposta di sua madre lo fermarono.
<< Come faccio ad non
preoccuparmi?! >>
Takeru si girò su sé
stesso, fino a quando non incrociò nuovamente lo sguardo
preoccupato della donna.
<< Che vuoi dire, mamma? >>
<< Come cosa voglio dire?! Pensi
che non l’abbia notato… La maggior parte delle volte,
torni a casa con tagli o lividi… Ti sei messo nei guai…?
Dimmelo, per favore… O, se non vuoi dirlo a me, almeno parlane
con tuo fratello… lui è un avvocato e saprebbe come
muoversi se qualcuno ti desse fastidio… >>
<< Nessuno mi da fastidio,
tranquilla… Lascia perdere Matt… >> e, così
dicendo, T.k uscì dalla cucina e se ne andò in camera
sua.
In quella stanza, il ragazzo si sedette
sul letto e si prese la testa tra le mani, appoggiando i gomiti sulle
ginocchia.
-Devo trovare una soluzione… Non
voglio che quei tipi facciano del male alle persone a me care…-
pensò poi.
Takeru non se ne rese conto subito, ma
quando pensò alle persone a lui care, il viso di Kari gli
apparve nella mente, quasi inconsciamente…
Grazie a questo, però, si
ricordò che, l’indomani, avrebbe avuto le prime
ripetizioni con la ragazza… Forse, il passare del tempo con
lei, gli avrebbe fatto dimenticare i problemi che gli attanagliavano
la testa… Solo lei era in grado di fare una cosa simile…
Voleva solo poter dimenticare tutto per un momento e riuscire a
vivere come un normale ventunenne, e lei, forse, poteva aiutarlo…
Il ragazzo, quindi, si stese sul letto,
con le braccia incrociate dietro la testa, immerso nei suoi pensieri.
I capelli biondi, leggermente allungati davanti, gli ricadevano sulla
fronte delicatamente.
In quel momento, ripensò agli
avvenimenti accaduti in quegli ultimi giorni… Sorrise,
ripensando all’agitazione di Hikari prima d’affrontare
l’esame di filosofia… Quindi, si ricordò di un
particolare… Si mise una mano in tasca e vi strinse
all’interno il fazzoletto, leggermente macchiato di sangue, che
si trovava al suo interno… Era il fazzoletto che gli aveva
dato Kari, dopo che gli aveva quasi rotto il naso… Nonostante
questo, il ricordarlo gli aveva fatto uno strano effetto… ora
era più tranquillo…
Quella stessa sera, sia Takeru sia
Hikari, si addormentarono con il medesimo pensiero che gli martellava
in testa… L’agitazione incomprensibile per il loro
prossimo incontro li aveva assillati, ma, allo stesso tempo,
tranquillizzati…
In quello stesso istante, T.k scoprì
che, infondo, storia dell’arte non era poi una materia del
tutto inutile come aveva sempre pensato…
L’indomani: giorno delle
ripetizioni
Hikari non capiva perché fosse
così agitata… Infondo, quello sarebbe stato un giorno
come un altro, anche se nel pomeriggio avrebbe visto Takeru…
Probabilmente era proprio questo che la rendeva nervosa… Prima
di allora, infatti, non era mai stata da sola con T.k per molto
tempo… E lei… lei non aveva la più pallida idea
di come dovesse comportarsi… Voleva soltanto riuscire nel suo
scopo, non le interessavano più di tanto le ripetizioni…
Voleva assolutamente scoprire chi era veramente Takeru Takaishi…
Kari guardò il suo piccolo
orologio da polso che teneva nel braccio sinistro. Segnava le 16.15…
L’appuntamento con T.k sarebbe stato alle quattro e mezza…
Era in orario, e la cosa era ancora più strana, dato che era
conosciuta come la ritardataria per eccellenza… Quel giorno
sarebbe successo qualcosa di particolare… se lo sentiva
dentro…
Kari poi si fermò al semaforo;
era in macchina e stava ascoltando la sua stazione radio preferita…
Nonostante la litigata con gli amici e con il fratello della sera
prima era serena… Che fosse Takeru che la metteva di buon
umore?
Gli stessi pensieri tormentavano la
mente di T.k…
Lui aveva appena finito il turno al
bar, e si era anche preso una sgridata dal titolare per aver rotto un
paio di piatti e bicchieri… Era troppo nervoso…
l’incontro con quella ragazza lo rendeva nervoso… Quella
ragazza stessa lo agitava, in realtà… e non riusciva a
capirne il motivo… Sapeva solo che con lei riusciva ad essere
sé stesso; non le doveva dimostrare niente e si sentiva in
pace con il mondo…
Dopo aver finito di cambiarsi, prese le
chiavi dello scooter e si diresse verso la biblioteca
dell’università… Ormai mancava poco…
Kari arrivò alle 16.30 precise,
davanti alla porta della biblioteca… Per un attimo le venne il
dubbio che il ragazzo non si sarebbe presentato: infondo, non avevano
preso alcun impegno serio, quindi lui avrebbe potuto darle buca senza
un motivo ben preciso… Ma i suoi pensieri vennero interrotti
da un voce dietro di lei…
<< Scusa per il ritardo…
Lo scooter non voleva partire… >>
Hikari si girò lentamente e si
ritrovò a fissare quello sguardo azzurro come il cielo…
Quegli occhi avevano il potere di immobilizzarla…
Mentre lo guardava, qualcosa dentro di
lei era cambiato… Non erano le solite farfalle nelle stomaco,
infatti… era qualcosa che non aveva mai sentito prima di
allora…
<< Oh… non ti preoccupare…
Non ci avevo fatto caso, e, comunque, sono appena arrivata anche io
>> rispose poi la ragazza, abbassando lo sguardo.
<< Allora… Possiamo
iniziare… Su, entriamo? >>
<< Sì… certo…
>>
I due ragazzi, quindi, entrarono dentro
la biblioteca. Nessuno dei due l’aveva mai vista prima di
allora. Era enorme e le pareti erano ricoperte di scaffali, pieni di
non si sa quanti libri di qualsiasi tipo e genere; il soffitto era
abbastanza alto e, su di esso, vi erano delle apertura circolari.
-Devono essere un qualche genere di
finestre…- pensò il ragazzo biondo, che, stupito, si
guardò intorno come se fosse un bambino che scopre per la
prima volta come è fatto il mondo fuori dalle mura di casa.
Hikari, da parte sua, era rimasta
scioccata dall’enorme quantità di libri che aveva
davanti.
-Che idiota che sono… Infondo,
sono dentro ad una biblioteca…- pensò.
Al centro della stanza, vi erano
posizionati enormi tavoli di legno che, probabilmente, servivano agli
studenti per poggiare i vari libri e gli appunti durante la
permanenza nel luogo.
<< Forse sarebbe meglio se ci
sedessimo… Data la mia elevata ignoranza in materia d’arte,
passeremo qui delle ore, immagino… >> disse T.k, mentre
si rivolgeva alla ragazza dai lunghi capelli castani, rompendo il
silenzio tra loro.
<< Non crederai mica che faremo
tutto oggi?! Sei così indietro, che non so neanche quanto
tempo ci metteremo per preparati al meglio… >>
<< Farò finta di non aver
sentito… E guarda che non sono uno stupido… la testa ce
l’ho e la so usare… >>
<< Mai messo in dubbio questo >>
rispose sarcasticamente Hikari.
Mentre i due discutevano sul grado di
apprendimento di Takeru, cominciarono a cercare dei posti liberi in
cui sedersi.
<< Non l’avrei mai detto
che la biblioteca fosse così frequentata… >>
<< Sai Takeru, al contrario di
te, ci sono persone che ci tengono a laurearsi… >>
<< Divertente… Davvero
molto divertente… >>
<< Guarda là: infondo ci
sono due posti liberi… Andiamoci a sederci là >>
disse infine Kari, cambiando argomento.
Poi, dopo che i due ragazzi presero
posto, Hikari cominciò a rovistare dentro la sua tracolla.
<< Ma dove l’ho messo? >>
si disse sottovoce la ragazza.
<< Scusa, ma cosa stai cercando?
>>
<< Avevo preparato uno schema,
con su scritto un piano di studi… e adesso non lo trovo più
>>
<< Meglio! Così non
facciamo niente… Eh eh… >>
<< Takeru...? >>
<< Sì? >> rispose
distratto il giovane, mentre giocherellava con una matita trovata lì
sul tavolo.
<< Te lo hanno mai detto che sei
uno scansafatiche? >>
<< Mia madre me lo ripete in
continuazione… tranquilla >>
<< Oh! Finalmente l’ho
trovato! >> si fece poi scappare Hikari, non riuscendo a
trattenere un grido di felicità che provocò l’ira
della bibliotecaria; questa, infatti, si avvicinò a loro e,
con un’occhiata poco amichevole, ricordò loro di fare
poco rumore.
I due ragazzi, quindi, dopo aver
annuito in direzione della signora, si voltarono l’uno verso
l’altro e non riuscirono a contenere una piccola risata.
<< È così poco che
sto con te, e già mi stai mandando sulla brutta strada…
Eh eh…>>
<< Che intendi dire, scusa? >>
<< Io non vengo mai rimproverata…
>>
<< C’è sempre una
prima volta… Non te lo hanno insegnato? Eh eh… >>
e, detto questo, i due iniziarono ad osservare lo schema fatto da
Kari il giorno prima.
<< Allora… Prima partiremo
con l’art nouveau, che è la più facile e, secondo
me, anche la più bella… Poi ripasseremo tutti gli altri
stili in ordine cronologico, ok? >>
<< Per adesso sembra chiaro…
Non vorrei perdermi durante il percorso… >>
<< Se seguirai me, non ti
perderai… Tranquillo… >> aveva risposto infine la
ragazza.
Non seppe perché, ma quelle
parole avevano incoraggiato T.k… Forse, il destino gli stava
dando una seconda possibilità… Una possibilità
per migliorare il suo carattere ed il suo modo di rapportarsi con le
persone… Aveva già sprecato troppo tempo… adesso
voleva cambiare e migliorare… e, forse, Hikari sarebbe stata
perfetta come sua “guida”…
<< Allora… Per prima cosa,
però, dobbiamo organizzarci… >>
<< Ma sei hai già
organizzato tutto, Kari… Cos’altro vuoi organizzare? >>
chiese dubbioso Takeru.
<< Mi sembra ovvio…
Dobbiamo stabilire i giorni e le ore in cui vederci, così
che non possa prendere altri impegni.... >>
<< Hai ragione… Vediamo…
Io non sono mai libero, mi dispiace… Quindi, le ripetizioni
saranno oggi e basta… Eh eh… >>
<< T.k… non scherzare…
>>
<< Sono serissimo >>
<< Comunque, io proporrei di
vederci tre volte a settimana… >>
<< TRE volte! Stai scherzando,
spero... sono troppe >>
<< Guarda che iniziamo col piede
sbagliato… Collabora, per favore… Lo sto facendo per te
questo… io non ci guadagno nulla… >>
<< Allora perché lo fai,
scusa? >>
Hikari lo guardò negli occhi.
-Questa è una domanda da cento
milioni di yen… Sinceramente, non lo so nemmeno io…-
pensò quindi la ragazza.
<< Beh… Me lo ha chiesto
il professore… e io… >>
<< Dai… Se non avessi
voluto non avresti accettato… Perchè prendersi un
impegno che non si ha voglia di fare? Se avessi detto di no, il prof
non avrebbe cambiato opinione su di te… Questo lo so io, lo
sai tu e lo sa anche lui… Allora perché lo hai fatto?
>>
<< Forse… forse… mi
ha colpito quello che hai detto la prima volta che ci siamo
incontrati… Hai ragione, io non ti conosco… però,
vorrei provare a farlo… E poi, ti sono anche riconoscente, un
po'… >>
<< Perchè dovresti essere
riconoscente nei miei confronti? Io non ho fatto nulla per te…
>>
<< Beh… ti sbagli…
Hai presente il giorno dell'esame…? >>
<< Sì, mi ricordo…
Sono venuto ad augurati buona fortuna… >> rispose il
ragazzo, arrossendo.
A Kari non sfuggì l'espressione
formatasi sul viso del ragazzo…
-E adesso perchè è
arrossito?- pensò.
<< Beh… Mi hai
tranquillizzata facendolo… Non so come mai, ma, dopo che ho
parlato con te, la tensione è scesa di molto… >>
Takeru non seppe cosa rispondere…
Era veramente stupito da quella ragazza che, in così poche
settimane, era entrata nella sua vita… ed ora non voleva più
che ne uscisse…
-Che provi qualcosa per lei?- pensò
quindi il ragazzo.
<< Ho fatto solo quello che mi
sentivo… >> rispose poi.
Anche Hikari, in quel momento, arrossì,
e questo non sfuggì al ragazzo che, non volendo ulteriormente
mettere in imbarazzo la ragazza, decise di cambiare argomento…
<< Allora… Non abbiamo
ancora deciso il posto ed il quando? >>
Passato l'imbarazzo sul viso della
ragazza, questa rispose.
<< Giusto… Allora…
possiamo fare a casa mia… No… forse non è una
buona idea… >>
<< Perché non lo è?
>>
<< Sai… ieri ho litigato
con mio fratello… e… >>
<< È colpa mia, vero? Lui
non vuole che mi frequenti… >>
-Chi è questo ragazzo? Che
potere ha? Ora è anche in grado di leggermi nel pensiero?
Oppure è stato capace di capirmi, pur conoscendomi da così
poco?- si ritrovò a pensare di conseguenza Kari.
<< Ecco… Vedi… >>
<< Forse hanno ragione… È
tutto sbagliato… è meglio finirla qui, prima che sia
troppo tardi… >> e, così dicendo, il ragazzo si
voltò ed iniziò ad incamminarsi verso l'uscita della
biblioteca.
<< No! Aspetta! >> lo
rincorse quindi la ragazza, fermandolo per un polso.
Si ritrovarono dunque così…
Lui che le dava le spalle, cercando di nascondere il dispiacere che
gli era venuto, sentendo che lei aveva litigato per colpa sua; lei
che fissava la schiena di lui, mentre lo teneva per il polso…
<< A me non importa cosa pensano
gli altri di te! Con me ti sei dimostrato tutt'altro da quello che si
dice di te… Io voglio aiutarti… Mio fratello capirà
ed imparerà a rispettare le mie scelte… >>
Quindi stettero così per qualche
istante… A loro sembrò un’eternità…
Solo quand
o Kari sentì la mano di Takeru
stringere la sua, alzò lo sguardo e si ritrovò a
fissare il petto del ragazzo…
<< Grazie… >> fu
l’unica cosa che sussurrò lui.
Kari quindi si convinse a guardarlo
negli occhi…
Lui aveva lo sguardo basso, ma poteva
benissimo vedere, e sentire dal suo tono di voce, che aveva un gruppo
in gola…
Poi lui aveva continuato.
<< … Grazie per aver fatto
tutto questo per me… Grazie per avermi accettato per quello
che sono… >> e, dicendo questo, le aveva stretto la mano
con la sua…
Hikari, in quel momento, si accorse che
dentro di lei qualcosa stava cambiando… e si ritrovò a
pensare che, quella mano, non avrebbe mai voluto lasciarla andare…
Continua…
Mi scuso con tutti i lettori e con
tutte le lettrici per il tremendo ritardo con il quale ho pubblicato
questo capitolo… Dato che adesso lavoro, il tempo scarseggia…
Inoltre, avendo comprato il portatile con dentro Windows Vista,
quest’ultimo mi ha dato problemi con Word 2003… Ma, dopo
varie ricerche su internet e dopo aver provato diversi programmi,
sono riuscita a trovare una soluzione… Quindi adesso i miei
aggiornamenti dovrebbero essere più regolari… Mi scuso
ancora!
Un po' di cambiamenti si sono visti in
quest'ultimo capitolo, e tra i nostri belli, in particolare, sta
succedendo qualcosa… Ma ancora un sacco di cose dovranno
succedere ed altrettante si dovranno spiegare…
Per adesso, comunque, non posso far
altro che ringraziarvi! In particolare ringrazio:
Soxy88: grazie
per avermi recensito ancora una volta...del passato di T.k se ne
parlerà ancora di sicuro, ma ancora non so bene quando...non
ti preoccupare comunque, tutti avranno quel che si meritano...e in ti
ringrazio ancora per tutto quello che fai per i miei capitoli....
Kary89: come
sempre eccomi a ringraziarti per aver recensito anche l'ultimo
capitolo....io spero che la parte di Tai e Sora non ti abbia
deluso...ho cercato di scriverla nel migliore dei modi...infondo era
ora che tra i due si concludesse qualcosa...troppe volte erano stati
interrotti....i due ceffi che rompono le scatole a Takeru...vedremo
che fine faranno...
Ice_Princes: Tk
& Kari sono anche la mia coppia preferita...non so perchè
ma insieme sono perfetti secondo me....eccoti un nuovo capitolo pieno
di cambiamenti....e ti ringrazio per avermi recensito
HikariKanna: ciao!
Non ti preoccupare anche Matt avrà un ruolo fondamentale nella
storia...alla fine le ripetizioni sono iniziate....come andranno?
Boh...comunque aspetto anche i tuoi aggiornamenti alle tue storie
perchè sono tutte bellissime!!!!
Quando T.k si rese
conto di dove si trovasse, guardò dritto davanti a sé
ed il sangue gli si gelò nelle vene…
Il rivedere quelle due
familiari sagome nell’oscurità, gli fece trattenere il
respiro…
<< Chi non muore
si rivede… vero, Takeru? >>
<< Cosa ci fai qui? >>
chiese il ragazzo, non nascondendo l’agitazione che provava in
quel momento.
Faceva fatica a respirare perché
il tizio che lo aveva sbattuto contro il muro, lo aveva bloccato, gli
aveva posizionato il braccio sinistro sul collo.
Guardò dritto davanti a sé.
Quegli occhi, neri come la pece, li aveva subito riconosciuti; quella
cicatrice sull’occhio destro, poi, non poteva dimenticarla…
Erano passati tre anni dalla prima
volta che vide quell’uomo, ma il suo viso non l’aveva
dimenticato…
<< Allora, Takeru… Come
stai? >> chiese l’uomo.
Aveva una corporatura molto robusta,
anche se non era molto alto, e, probabilmente, aveva più o
meno una sessantina d’anni.
<< Come vuoi che stia?... >>
rispose T.k in modo arrogante << … Il tuo amico qui, mi
sta strozzando! >> e, detto questo, non riuscì a
trattenere un espressione di disgusto nei confronti dell’uomo
che lo stava bloccando.
L’altro, intanto, si era tolto
gli occhiali e li stava pulendo con un fazzoletto di stoffa; appena
udì le parole di Takeru, fece un segno al suo scagnozzo di
lasciare andare il ragazzo.
Il tale, quindi, fece come gli era
stato ordinato.
Appena il biondo fu liberato, cominciò
a tossire per cercare di regolarizzare nuovamente il respiro, dopo
che gli era mancato per gli ultimi secondi.
<< Cosa vuoi da me? >>
chiese Takeru, mentre si massaggiava la base del collo.
<< Lo sai cosa voglio… >>
rispose l’uomo.
<< Adesso non ce li ho! Mi serve
più tempo… >> disse quindi il ragazzo.
<< Più tempo?! Ti ho già
concesso tre anni! Non ti sono bastati, per caso?! >> l’uomo
aveva alzato la voce mentre pronunciava quest’ultime parole.
<< Sono troppi, maledizione! Mi
servono per vivere! >> anche Takeru ora stava alzando la voce.
L’uomo, quindi, ormai al culmine
della sua ira, si avvicinò al ragazzo e, con la mano destra,
lo prese per il collo, spingendolo contro il muro.
<< Senti, ragazzino… sto
perdendo la pazienza! Sono stato fin troppo buono con te! Tuo padre,
quando era ancora vivo, mi aveva chiesto un favore e io l’ho
aiutato; adesso, tu mi devi ripagare… Chiaro! Ricordati che se
non lo farai, le persone a te più care passeranno delle
orribili giornate… Sai che non scherzo, vero? >> e,
detto questo, aveva mollato la presa e si era rivolto al tizio che
era con lui.
<< Andiamo… Adesso devo
sbrigare alcune cose… Per ora, va bene così con lui >>
ed i due si erano allontanati, confondendosi tra la folla.
<< Ehi, capo… posso
chiederle una cosa? >>
<< Dimmi pure… Ma che sia
una sola però… >> << Perché ce la
siamo presi con il figlio più piccolo? >>
<< Il fratello è un
avvocato… Non vorrei rischiare di essere scoperto >>
<< Ma se il ragazzo parla con
qualcuno, saremo rovinati… >>
<< Oh… Non ti devi
preoccupare di questo: non ne farà parola con nessuno…
Ha troppa paura che la famiglia subisca le conseguenze delle sue
azioni… E fa bene a crederlo… Adesso basta però;
ci aspettano in ufficio >> e, così dicendo, i due erano
montati in macchina e si erano allontanati dalla strada.
Takeru, rimasto solo, sfogò
tutta la sua rabbia, scagliando un pugno sulla parete lì
vicina…
Lo faceva irritare il fatto che non
potesse vivere un vita serena come tutti i ragazzi della sua età.
A 21 anni, infatti, era già pieno di responsabilità:
doveva badare alla madre che, in realtà, non si è mai
ripresa dalla morte del marito, ed aveva un fratello che non lo
aiutava per niente, preso com’era dal lavoro e dalla musica.
A volte sentiva il bisogno di staccare,
di godersi la vita… Non continuare a lavorare in un bar del
centro solo per pagarsi gli studi.
Spesso pensava che se suo padre fosse
stato ancora in vita, le cose sarebbero andate diversamente…
-Adesso, è meglio che torno a
casa…- pensò il ragazzo, che, nel frattempo, si guardò
la mano.
Il pugno contro il muro aveva causato
dei piccoli tagli sulle nocche, che si erano arrossate.
-… Appena arrivo a casa, la
medicherò- ed, infine, uscì dalla viuzza, attraversando
la strada, raggiungendo poi lo squallido condominio in cui abitava…
Nello stesso momento a casa Yagami
<< Ciao a tutti! Sono a casa >>
gridò Kari, mentre chiudeva la porta dell’ingresso.
-Forse non mi hanno sentito…-
pensò poi, subito dopo,la ragazza.
<< Mamma! Papà! Tai! Sono
a casa… Ma dove vi siete cacciati? >> provò
quindi a richiamarli.
Non ricevendo ancora alcuna risposta,
decise di andare a vedere di persona; pertanto, si avviò verso
la cucina, convinta di trovarci sua madre. Quando aprì la
porta, vide che non c’era nessuno.
-Possibile che siano usciti tutti?
Potevano almeno avvisare…- e, mentre pesava ciò, aprì
la porta del salotto, rimanendo stupita…
Erano tutti lì, a parte i
genitori che Tai, probabilmente, aveva mandato via con qualche scusa.
Cosa ci facevano tutti i suoi più
cari amici nel salotto di casa sua?
<< Ehi… ragazzi… è
un po’ che vi chiamo… Potevate almeno rispondere, no? >>
Non era normale… Non lo era per
niente! Perché si erano riuniti tutti a casa sua, senza dirle
nulla? Provò quindi a scrutare le facce dei presenti per
trovarne la spiegazione.
Non li aveva mai visti così
seri… Doveva essere successo qualcosa di grave… Almeno
così credeva.
Fu Tai a parlare per primo ed a rompere
il silenzio.
<< Kari, ti chiederai sicuramente
perché siamo tutti qui, immagino… >>
<< Vedo che sei perspicace, caro
fratello… Voglio subito sapere che cavolo è successo!
>> rispose Hikari, che cominciava pian piano ad arrabbiarsi.
<< Niente di grave…
almeno, non ancora… >>
<< Tai, mi sto innervosendo!
Spiegati, per favore! >>
<< Oggi pomeriggio mi ha chiamato
Dai… >> Kari, a quelle parole, chiuse gli occhi
–Me lo dovevo immaginare che
c’entrava lui…- pensò quindi la ragazza, che poi
continuò ad ascoltare le parole del fratello.
<< Mi ha raccontato cose strane
sul tuo conto… Mi ha detto che ti sei stufata di noi…
>> Tai aveva accompagnato quelle parole con un gesto del
braccio, per indicare gli altri ragazzi.
<< Vedi, Kari, io, anzi noi, non
abbiamo voluto credere alle sue parole… Non poteva essere vero
che, una ragazza dolce e gentile come te, dicesse una cosa del
genere, riguardo ai suoi migliori amici… >> Hikari
poteva sentire le lacrime che le pungevano negli occhi; sarebbe
scoppiata a piangere da un momento all’altro… se lo
sentiva.
-Perché, Daisuke?! Perché
glielo hai detto?!-
I pensieri della ragazza vennero
nuovamente interrotti dalle parole del fratello.
<< Kari… sei mia sorella,
e mi rifiuto di credere a quelle parole… Lo farò solo
se sarai tu stessa a dirle! >>
Ce la stava proprio mettendo tutta per
non mettersi a piangere, ma quel groppo alla gola faceva davvero
male… Era sicura che, se avesse iniziato a parlare, sarebbe
scoppiata in lacrime… lì. davanti a tutti… Ma
non le importava: era stanca, ed era arrivato il momento della
verità!
<< Io… >>
-Eccola, la prima lacrima… Ma
perché è così difficile parlare?- pensò
poi la ragazza dai lunghi capelli castani.
<< Io… Ecco… Sì,
è vero! Tutto quello che ha detto Dai, è vero! Sono
stanca! Stanca che siate voi a decidere della mia vita! Voi non vi
limitate a consigliarmi: voi volete impormi la vostra opinione…
e io… io non ce la faccio più! Sono anni che va avanti
questa storia, ma me ne sono resa conto solo poco tempo fa…
Non so se riuscirete mai a perdonarmi… ma, comunque, mi
dispiace… >>
Nessuno aveva aperto bocca durante lo
sfogo di Hikari… Nessuno si aspettava una dichiarazione
simile, d’altronde…
<< … Mi dispiace che
l’abbiate scoperto in questo modo… Volevo essere io a
dirvelo… Ma Daisuke, come al solito, ha fatto di testa sua…
>>
<< Perché? >> le
chiese improvvisamente Myako; quest’ultima, infatti, non
riusciva proprio a credere a quello che aveva appena sentito…
La sua migliore amica stava male, e lei non ne sapeva niente…
Come aveva potuto essere così cieca?
<< Non c’è un
perché… Non lo so neanche io, sinceramente… >>
<< È tutta colpa di quel
Takaishi! Cosa ti ha detto, per portarti a pensare questo?! >>
le chiese nuovamente il fratello.
<< Che cosa?! Così Daisuke
ti ha detto anche questo?!... >> disse Kari; poi continuò
<< … Si può sapere dove diavolo è lui
ora?! Perché non è qui?! >>
<< Lui ha detto che c’è
rimasto troppo male… Non vuole vederti… Dice che, prima
di tornare ad essere quelli di un tempo, deve riuscire a
dimenticarti… >> a parlare era stata Sora, che, intanto,
si era seduta sul divano, incredula per la scioccante rivelazione
della sua amica.
<< Prima fa il danno, e poi non
si fa neanche vedere?! Veramente vile da parte sua! >> rispose
stizzita Kari.
<< No, Hikari… Qui il
discorso è un altro… Per colpa di quel ragazzo, che ti
ha messo in testa chissà quali strane idee, tu ti vuoi
allontanare da noi! >> disse Taichi.
<< Ma perché pensate che
sia colpa sua?! >>
<< Lo sanno tutti com’è
fatto… E poi, tu non saresti mai capace di dire certe cose…
>>
<< Non è vero! Le persone
cambiano, Tai! Voi non sapete come è fatto! Voi non lo
conoscete!... >> poi la ragazza volse il suo sguardo a Sora <<
… Diglielo anche tu! Digli che si sbagliano sul suo conto! Tu
c’eri l’altra mattina! >>
Sora non seppe che dire: non voleva
tradire la sua amica, però non era neanche certa di quello che
diceva…
<< Kari… Gli ho parlato
mezza volta… non so che tipo di persona è… >>
<< Così, vi siete messi
tutti d’accordo… Ok, come volete… Pensatela come
vi pare… >>
<< Hikari, cerca di ragionare!
Siamo preoccupati per te! >> era intervenuta Mimi.
<< È proprio questo quello
di cui sono stanca! Vi preoccupate troppo per me! Ho 21 anni, non
sono più una bambina! Lasciatemi respirare! >>
<< È davvero questo quello
che vuoi? >> Kari era sicura che, in vita sua, non aveva mai
visto suo fratello così serio…
<< Io voglio solo che mi
trattiate come una persona adulta… Che mi lasciate prendere le
mie decisioni da sola… >>
<< Siccome sei adulta, allora
avrai sicuramente capito che questa tua ammissione ci ha ferito
tutti… Mi dispiace che sia andata così… Ci vorrà
del tempo prima che tutto torni come prima… >>
<< Che cosa stai cercando di
dirmi, Tai? >> gli chiese la ragazza preoccupata.
<< Sono disposto a perdonarti,
però mi devi promettere una cosa… >>
<< Tai, io non ho niente da farmi
perdonare! E poi cosa dovrei prometterti, sentiamo?! >>
<< Non dovrai più vedere
quel ragazzo… >>
<< Cosa?! Perché dovrei
farlo?! >>
<< È pericoloso… >>
<< Piantala con queste idiozie!
Comunque, anche se volessi accettare la tua condizione, non potrei
ugualmente smettere di vederlo… Un professore ci ha affidato
un compito… >>
<< Come vuoi, Kari… Ma
sappi che, d’ora in poi, se chiederai aiuto, io non risponderò…
>> e, detto questo, Taichi uscì dalla stanza,
dirigendosi verso la sua camera.
Tra gli altri ragazzi rimasti in
soggiorno, intanto, calò un terribile silenzio, rotto solo dai
piccoli, ma numerosi, singhiozzi di Kari.
<< Se siete tutti d’accordo
con lui, potete anche andarvene… >> c’era
freddezza nelle parole e nel tono usato dalla ragazza.
In quell’istante la tensione
poteva tagliarsi con un coltello…
Tutti i ragazzi, quindi, offesi dalle
parole dure che Kari aveva rivolto loro, cominciarono ad andarsene,
senza degnarla nemmeno di uno sguardo.
Ormai non si poteva più tornare
indietro…
Forse, l’amicizia che li legava
non aveva la A maiuscola, come aveva sempre creduto…
In salotto, di conseguenza, erano
rimaste solo tre persone: Hikari, Myako e Sora.
<< Io non ti volterò le
spalle… >> era stata la ragazza con gli occhiali a
parlare << … Kari, tu sei la mia migliore amica…
quella che, quando litigo con Ken, riesce sempre ad ascoltarmi ed a
darmi buoni consigli su come fare pace con lui… Ti voglio
bene, e ti credo… Mi dispiace di non essere stata in grado di
ascoltarti come hai fatto tu con me… >> e, detto questo,
la ragazza era corsa ad abbracciare Kari, la quale scoppiò in
un pianto liberatorio.
Sora, che intanto era rimasta l’unica
spettatrice di quella toccante riappacificazione, si avvicinò
alle due e posò la sua mano sulla spalla di Kari.
<< Non preoccuparti per tuo
fratello: riuscirò a farlo ragionare… >> così
si ritrovò anche lei tra le braccia della minore della
famiglia Yagami.
Nello stesso momento, nella sua camera,
Taichi era steso sul suo letto con la pancia rivolta verso l’alto
e le braccia incrociate sotto la testa.
Dentro di lui era scoppiato un
temporale d’emozioni, tutte contrastanti tra loro: rabbia,
tristezza, delusione… Non riusciva a credere a quello che era
appena accaduto… Sua sorella si era stufata di loro… di
lui…
Aveva sempre pensato che Kari fosse una
ragazza semplice, una da aiutare quando c’era da prendere
qualche decisione importate… Aveva ragione lei: era cambiata…
non era più la piccola ragazzina spensierata dai corti capelli
castani…
Però non riusciva subito a
perdonarla… Ci sarebbe voluto del tempo…
Ma di una cosa era certo… Doveva
smettere di vedere quel ragazzo… Aveva paura per lei…
sarebbe stata nei guai se avesse continuato a vederlo… Ne era
sicuro…
Lui frequentava brutte persone, abitava
in un quartiere malfamato… Anche uno stupido avrebbe capito
che era una persona da non frequentare… Allora perché
sua sorella la pensava diversamente? Era veramente solo per il
compito assegnatole dal professore?
No… non ci credeva neanche lui…
Per questo aveva intenzione di scoprire tutto su quel ragazzo e sul
motivo per cui sua sorella lo difendeva così tanto…
Ancora assorto nei suoi pensieri, Tai
non si accorse che la porta della sua camera era stata aperta.
<< Chi è? >> chiese
poi il ragazzo, sedendosi a metà del letto.
<< Sono io, Sora… Posso
entrare? >>
<< Se ti dico di no, te ne vai?
>>
<< No >>
<< Dai, scherzavo… Entra
pure >> così la ragazza aprì del tutto la porta,
entrò e la richiuse dietro di sé.
<< Sai che di là c’è
Kari che piange come una fontana? >> disse poi.
<< …… >>
Taichi non seppe cosa rispondere… Il sapere che sua sorella
stava male per colpa sua, lo faceva sentire terribilmente in colpa.
<< So che quello che le hai
detto… >> continuò la ragazza << …
l’hai detto perché eri arrabbiato e deluso… Ma
tua sorella non è sprovveduta… sa quello che fa >>
<< Ho solo paura che le possa
accadere qualcosa di brutto >>
<< Non credi di aver un po’
troppo esagerato? >>
<< Forse… Ma, per adesso,
non riesco a perdonarla… >>
<< Un saggio, una volta, disse
che il tempo cura tutte le ferite… >>
<< Se l’ha detto un saggio,
allora… >> ed i due ragazzi scoppiarono in una piccola
risata; poi Tai parlò nuovamente << … Sora…
Noi abbiamo ancora un discorso in sospeso… >>
<< È vero… Ma
bisogna parlarne con calma… quando non sei nervoso o agitato…
>>
-Che bugiarda che sono diventata…-
si disse Sora.
Non era, infatti, quello il vero motivo
per cui non ne voleva parlare… Il fatto era che aveva paura…
tantissima paura… Aveva paura per le parole che potevano
uscire dalla bocca di quel ragazzo che, da molto tempo, le entrato
nel cuore e non sapeva come farlo uscire…
<< No! Adesso parliamo! Non
voglio ricevere una delusione anche da te! Siamo amici… anzi,
migliori amici… Tu sai cose di me che neanche mia madre
immagina… Siamo cresciuti insieme… Ti ho visto
piangere, ridere, avere paura… Ti conosco più delle mie
tasche… Sora, è arrivato il momento di chiarire le cose
tra noi… Non si può più andare avanti così…
>>
Sora ,che era rimasta ad ascoltare il
tutto di spalle, si girò piano verso il ragazzo.
-Ha ragione…- pensò
quindi la rossa, che infine disse << … Sarà un
discorso molto lungo… >> e così, si sedette sul
letto del ragazzo ed aspettò che quest’ultimo iniziasse
a parlare…
Continua….
Note dell’autrice:
Lo so che a volte so essere proprio
cattiva, ma ho fatto finire il capitolo così di proposito…
Non me ne vogliate… anche perché ho già
sviluppato tutta la prossima scena nella mia testolina malata…
Come farà il nostro Takeru a
uscire da quella situazione?
Come farà Kari, invece? Riuscirà
a chiarirsi con tutti? Chi lo sa…
Mi scuso ancora per il terribile
ritardo, ma il lavoro chiama ed io non posso far altro che
rispondere… eh eh… Ma tranquille! La storia non
l’abbandonerò per nulla al mondo! Ci tengo un sacco a
finirla!!!
Adesso, come di consueto, è
arrivato il momento dei ringraziamenti:
Soxy88: come non si può
accettare un passaggio da Takeru? Solo una pazza rifiuterebbe…
Vedo che, in merito, la pensiamo nello stesso modo: anche io non me
lo farei ripetere due volte…
Per quanto riguarda Daisuke… Qui
si scopre che ha fatto il danno… ma tornerà nella
storia… Chissà per fare cosa… P.s prima o poi
riuscirò a leggere il nuovo capitolo della tua bellissima
storia… promesso!
Kary89: qui si scoprono un po’
di cose riguardo ai due brutti ceffi, che, purtroppo, tormenteranno
T.k per un altro po’ di tempo…
Le tue recensioni sono essenziali,
proprio come quelle di tutte, per me… Spero che questo
capitolo sia stato di tuo gradimento…
HikariKanna: non ti preoccupare
per le ripetizioni: avranno luogo… Il problema sarà il
quando… Ho visto che hai recensito entrambi i capitoli…
Non so proprio come ringraziarti!
DenaDena: tranquilla: non
succede niente se non recensisci proprio tutti i capitoli…
L’importante è che la storia ti piaccia… Spero
che anche questo capitolo, che svela alcune cose, ti sia piaciuto…
Ice_Princes: Benvenuta alla new
entry!!! Sono contentissima che la storia ti piaccia! Per sapere il
perchè Kari è finita in ospedale, bisognerà
aspettare qualche capitolo…
DarkSelene89Noemi: mi fa
moltissimo piacere che tu adori la mia storia! Io ancora non ci credo
che piace davvero così tanto… Posso solo accennarti che
quelle sinistre figure ricompariranno… anche se non so di
preciso quando… Comunque stai tranquilla, ok?
Talpina pensierosa: oddio! Non
ci credo… Addirittura ti inchini davanti alla mia storia…
Sono senza parole! Non so come rispondere a tali parole… Sono
commossa!!! Grazie! Comunque, come hai visto, si è accennato
qualcosa sui due loschi figuri… Spero che continuerai a
seguire la mia storia.
Capitolo 9 *** Lasciarsi trasportare dai sentimenti ***
LE
PAROLE CHE NON TI HO DETTO
Capitolo 9 – Lasciarsi
trasportare dai sentimenti
Qualche mese dopo... casa Takaishi
Erano passati alcuni mesi da quando
avevano iniziato a vedersi per quelle ripetizioni, ed i due ragazzi
stavano scoprendo qualcosa di nuovo dentro di loro… Non
sapevano ancora dare un nome preciso a quel loro sentimento, anche se
entrambi sospettavano fosse veramente forte…
Avevano stabilito di vedersi tre volte
a settimana, esattamente il lunedì, il mercoledì e il
venerdì, e di trovarsi sempre davanti alla biblioteca, per poi
entrare insieme e studiare qualche ora.
Takeru, in tutto quel tempo, aveva
fatto grandi progressi in storia dell'arte, anche se aveva fatto di
tutto per di rallentare i tempi… La settimana dopo, in ogni
caso, ci sarebbe stato il fatidico esame di recupero per lui, quindi
doveva mettersi sotto più che poteva…
Per sicurezza, comunque, i due ragazzi
si erano scambiati i numeri di telefono, nel caso uno avesse dovuto
disdire all'ultimo momento per un impegno improvviso.
Takeru, in quel periodo, era stato
veramente bene… Era proprio contento ultimamente…
Grazie a Hikari stava scoprendo, pian
piano, cos'era realmente la felicità, e nella sua famiglia si
stava stabilizzando quell'armonia che mancava dalla morte del padre…
Vedeva chiaramente che sua madre stava
ricominciando a sorridere con più convinzione, e suo fratello
Matt, anche se preso dal lavoro, si dedicava anima e corpo alla sua
band, che stava anche andando bene… Basti pensare che due
settimane più tardi si sarebbero esibiti all'inaugurazione di
un nuovo locale nella periferia di Tokyo… Quale occasione
migliore per riuscire a sfondare?
All'università, invece, non era
cambiato molto…
La gente continuava ad evitarlo, ed
alcuni continuavano ad attaccar briga con lui… Lui, dal canto
suo, non poteva far altro che rispondere, anche se spesso tornava con
il solito labbro sanguinante o con qualche taglio alla guancia…
Ma a lui andava bene così…
Da quando Kari era entrata nella sua vita, non gli era più
importato molto di quello che dicevano gli altri… Quando era
con lei, si sentiva in pace con il modo…
Proprio per questo, però, si
preoccupava leggermente… Si stava legando veramente a quella
ragazza così piena di vita, ed aveva paura di ciò che
provava per lei…
Lui, l'amore verso un'altra persona non
l'aveva mai conosciuto o provato… Certo, ce n'erano state di
ragazze nella sua vita, ma non l'avevano mai coinvolto così
tanto come questa volta: con le altre, infatti, era sempre stato solo
un rapporto fisico… con Hikari, invece, era tutta un'altra
cosa…
Aveva avuto modo di pensare molto in
quegli ultimi tempi, ed aveva capito che si stava innamorando di lei…
Ma, purtroppo, nulla sarebbe stato facile se avessero veramente
deciso di stare insieme… Lei rischiava troppo a stare con uno
come lui… Aveva già litigato con il fratello per colpa
sua… Non voleva che soffrisse ancora… Ma, con tutti i
problemi che aveva lui, lo avrebbe fatto sicuramente… o almeno
cosi credeva…
Nello stesso momento... camera di
Hikari
Lei si trovava nella sua camera, stesa
sul letto con il viso rivolto verso la finestra…
Pensava a quei mesi, trascorsi tra i
silenzi di suo fratello e le battute spiritose di Takeru…
La settimana successiva ci sarebbero
stati due eventi importanti per lei... l'esame di recupero di Takeru
e la festa di compleanno di suo fratello… Meno male che non
sarebbero state lo stesso giorno, se no, suo fratello avrebbe avuto
un motivo in più per odiare Takeru… Perchè, e di
questo ne era convinta, era questo quello che provava Taichi nei
confronti di quel ragazzo…
Ripensando alla festa, pensò che
era da mesi che cercava di organizzarla con Sora, e, nonostante tutto
quello che era accaduto, ci teneva davvero che si rivelasse una
serata indimenticabile per tutti loro… Forse, sarebbe stata
anche una buona occasione per chiarirsi con tutti i suoi amici…
Le uniche persone con cui parlava
ultimamente erano Sora e Myako… e, naturalmente, T.k…
Poteva dire che erano diventati amici,
anche se lei, ogni volta che lo vedeva o parlava con lui, sentiva il
suo stomaco andare in subbuglio... Ormai aveva capito che stava
diventando una cosa seria quello che provava per lui… stava
scoprendo quanto aveva bisogno di quel ragazzo, così
introverso e misterioso… Forse non lo conosceva benissimo, ma
abbastanza da capire chi era… Certo, non sapeva quasi niente
del suo passato, ma non le importava più di tanto… Con
lui avrebbe voluto avere un futuro… anche se la realizzazione
di questo suo desiderio avrebbe reso tutto più difficile, dato
che Takeru non era ben visto da nessuno… a parte lei…
A riscuoterla dai suoi pensieri, però,
ci pensò un rumore proveniente dalla porta…
Quindi, si mise a sedere, capendo che
si trattava di qualcuno che stava bussando…
<< Sono Sora, Kari… >>
<< Entra pure >> rispose la
ragazza.
Poi vide la porta schiudersi e la
ragazza entrare.
-Da quando sta con mio fratello sorride
di più- pensò Hikari, mentre la rossa si sedeva di
fronte a lei, sulla sedia della scrivania…
<< Come mai qui? >> le
chiese Kari.
<< Sono venuta a trovare tuo
fratello… in questo momento ha tanto bisogno di parlare…
>> ma non riuscì a finire la frase che venne interrotta
dall'altra ragazza.
<< No… Intendevo dire come
mai qui, nella mia stanza… >>
<< Cos'è, adesso non posso
più neanche venirti a trovare? >>
<< Mio fratello sa che sei qui?
>>
<< No, non lo sa… ma non
può impedirmi di parlare con te, anche se sono la sua ragazza…
>> e, dicendo questo, aveva abbassato la testa, sorridendo <<
… Non ha nessun diritto di dirmi con chi devo, o non devo,
parlare… e questo lo sa anche lui… >>
<< Come sta? >>
<< Perchè non glielo
chiedi tu stessa? Perchè non fate pace? Infondo, avete
litigato per una stupidaggine... >>
<< É lui che non vuole
accettare il fatto che ormai sono cresciuta e che non mi deve più
trattare come una bambina >>
<< Io lo so che lui è
pentito... Gli manchi… gli manca sua sorella… quella
che, alla mattina, lo sveglia buttandolo giù dal letto, o
quella che, mentre mangiano, gli dà scherzosamente
dell'ingordo perchè mangia di tutto… >>
A quelle parole, Hikari non riuscì
a nascondere un sorriso, ma, nello stesso momento, una lacrima scese
dal suo viso…
<< So che manca anche a te…
Ma tutti e due siete troppo orgogliosi per chiedere scusa per primi…
>>
<< Lui ha detto delle cose che mi
hanno fatto male... >>
<< Capita a tutti di sbagliare…
E poi, ha detto quelle cose su Takeru perchè era preoccupato
per te… >>
<< T.k è diverso da come
lo descrivono tutti… Ho imparato a conoscerlo in questi mesi…
e posso assicurarti che non è cattivo, né tanto meno
pericoloso… >>
<< Kari… sai che con me
puoi confidarti, vero? >>
<< Sì, lo so… Ma
questo cosa c'entra adesso? >>
<< Puoi dirmi tutto… >>
<< Senti, Sora, non so di cosa
stai parlando… sul serio >>
<< Sto parlando del fatto che
parli continuamente di quel ragazzo!... >> era esplosa infine
la rossa << … È sempre nei tuoi pensieri…
Vuoi negarlo, per caso? >>
<< Ma che stai dicendo?! Vaneggi…
>>
<< Hikari, non fare così…
Prenderai in giro anche te stessa… >>
<< Cosa vuoi che ti dica? Che mi
piace? Sì, è un bel ragazzo… questo puoi notarlo
anche tu… >>
<< E… >>
<< Non c'è nessun e! >>
<< Oh sì che c'è…
Ti conosco da una vita, e posso affermare con tranquillità che
ti stai legando a lui… e nel modo più forte che ci sia…
>>
<< Non è vero! >>
<< Sì che lo è…
Guarda che non c'è niente di male se ti stai innamorando di
lui… >>
<< Si scatenerebbe l'inferno se
mio fratello lo venisse a sapere… Farebbe di tutto per
ostacolarmi… >>
<< Tuo fratello non farà
niente del genere, e lo sai… Lui ti vuole bene e, prima o poi,
se ne farà una ragione se tu dovessi decidere di stare con
Takeru… >> e, detto questo, si alzò << …
Adesso però vado a casa… Cerca di fare chiarezza nel
tuo cuore e, se ti rimane del tempo, fai pace con quel testardo di
tuo fratello >>
Dopo aver pronunciato queste parole,
alle due scappò una risata sincera.
<< Grazie, Sora… davvero…
per tutto >>
<< Ehi… è questo
quello che fanno le migliori amiche, no? >>
E, detto questo, era uscita dalla
stanza.
Appena fuori, però, si ritrovò
il corpo di Tai di fronte…
<< E tu che ci fai qui? >>
<< Passavo di qua…
d'altronde questa è casa mia… >>
<< Hai origliato per caso? >>
<< Chi, io? Ti pare che possa
fare una cosa del genere? >>
<< Sì… Tai, cosa
hai sentito? >>
<< Ho sentito anche troppo! E
così, si è innamorata di quello là? >>
<< Tai, se vuoi fare pace con tua
sorella, devi cercare di collaborare… Tanto per cominciate,
quello là ha un nome… si chiama Takeru >>
<< Stai calma, ok? Detesto quando
ti arrabbi… anche se diventi ancora più bella…
>>
<< Tai… non sviare il
discorso, per favore… >> anche se, doveva ammetterlo,
ogni volta che Taichi gli rivolgeva simili attenzioni, non riusciva a
non arrossire.
<< In pratica, mi stai dicendo
che dovrò accettare questa situazione? >>
<< Bravo… Vedo che il
cervello lo sai usare… >> e, dicendo questo, la ragazza
gli aveva appoggiato la mano sulla guancia << … E bravo
il mio amore… >> quindi si era sollevata sulle punte,
donandogli un leggero bacio sulle labbra.
<< Tu hai il potere di farmi fare
ciò che vuoi… Sei perfida, lo sai? >>
<< É un modo poco carino,
anzi per niente carino, di dirmi che farai pace con Hikari? >>
<< Vedrò che posso fare…
anche se Daisuke… >>
<< Dai è solo geloso
perchè non può avere il cuore di Kari… e farebbe
di tutto per averlo… Ma è troppo stupido per capire
che, così facendo, perderà anche l'amicizia di tua
sorella… >>
<< Sarà… Comunque,
dovrò parlare anche con lui… Stavi andando a casa, per
caso? >>
<< Sì, si è fatto
tardi e devo finire delle bozze per il lavoro… >>
<< Dai, ti accompagno: non mi va
che vai in giro da sola a quest'ora >>
<< Tai, non sono neanche le 11 di
sera… >> e, detto questo, si avviò verso
l'uscita, ma, appena prima di andarsene, si voltò verso il
ragazzo << … Sai, ripensandoci, hai ragione… Non
è un bene che una ragazza indifesa come me se ne vada in giro
da sola a quest'ora… >>
<< Come mi piaci quando fai
questi ragionamenti… >> e così i due uscirono e
si chiusero la porta alle spalle.
Nella camera di Kari, intanto,
quest'ultima si era messa nuovamente a pensare al rapporto che la
legava a Takeru…
L’indomani sarebbe stato l'ultimo
giorno che avrebbero studiato insieme, dato che il lunedì
successivo T.k avrebbe sostenuto l'esame… Stava finendo tutto
così rapidamente e lei non lo voleva per niente… Quei
mesi passati tra libri e biblioteca, insieme a Takeru, erano stati
indimenticabili… Forse aveva ragione Sora…
probabilmente si stava innamorando di quel ragazzo… Anche
perché, se così non fosse stato, che cosa significavano
quelle farfalle nello stomaco che sentiva ogni volta che lo vedeva?
Voleva poter continuare a vedere T.k,
anche dopo che tutto fosse finito… Voleva stare con lui e
parlargli, possibilmente anche cercare di scoprire cosa lo
tormentava… perché, ne era sicura, c'era qualcosa nei
pensieri di quel ragazzo che lo preoccupava da morire…
Hikari, quindi, guardò
l'orologio.
Segnava la mezzanotte passata ed era
ora di mettersi a dormire… L'indomani, infatti, avrebbe dovuto
affrontare una dura giornata di lavoro… sì, perchè
T.k era veramente un pessimo studente…
Contemporaneamente, in un magazzino
abbandonato nella periferia di Tokyo
<< Ehi, capo >>
<< Cosa c'è? >>
aveva risposto scocciato l'uomo.
<< In questi mesi abbiamo seguito
il ragazzo… >>
<< Avete scoperto qualcosa di
interessante? >>
<< Credo proprio di sì…
>>
<< Spiegati meglio >> e,
dicendo questo, si era voltato verso l'altro.
La pallida luce che proveniva dalla
finestra gli illuminava il volto, mostrando con chiarezza la
cicatrice sull'occhio destro.
<< Il ragazzo si vede con una
persona in quest'ultimi tempi… Pare che i due studino insieme
>>
<< Che rapporto c'è tra i
due? >>
<< Per adesso, da quando ho
capito, sono amici… Ma il ragazzo è veramente preso da
lei… >>
<< Bene! Questo vuol dire che,
per avere lui, colpiremo lei… >> e, detto questo, aveva
stretto il bicchiere di vino che aveva nella mano.
<< Cosa dobbiamo fare, capo? >>
<< Per adesso ancora niente…
Aspetteremo che lui non possa più fare a meno di lei, e poi
colpiremo… Deve saldare il debito di suo padre e, se dobbiamo
usare questi mezzi, lo faremo… >>
L'indomani... casa Takaishi
<< Matt, io esco >> disse
il ragazzo biondo.
<< E dove vai? >> gli
chiese il fratello.
<< Vado a studiare… Dillo
tu alla mamma… Comunque torno per cena >>
<< Ma non puoi studiare a casa?
>>
<< Eh… Veramente…
>>
<< Takeru… dove stai
andando seriamente? >>
<< Te l'ho detto… Vado a
studiare in biblioteca… >>
<< E ci vai da solo? >>
<< Sì… Con chi vuoi
che ci vada? >>
<< Te l’ho chiesto così,
tanto per sapere… perchè non vedo nessun motivo di
mettersi tanto profumo, se si sta andando a studiare, da soli per di
più… A meno che, in biblioteca, non ci sia qualcuno, o
meglio qualcuna, di cui vuoi catturare l'attenzione… >>
<< Tu ti costruisci troppo
castelli, fratello… >>
<< Siamo sicuri? >>
<< Certo! Non c'è
assolutamente nessuna che mi sta aspettando… >>
<< Dai, spara il nome... Come si
chiama? >>
<< Ma ti ho appena detto…
>>
<< Oh, T.k… sei mio
fratello e ti conosco come le mie tasche… lo vedo quando mi
stai mentendo… >>
<< Ok, ok… Si chiama
Hikari… Hikari Yagami… >>
<< Ah… lo sapevo! E dimmi,
com'è? Carina? >>
<< Questo non è affar tuo!
>>
<< Dai… Se la porti qui a
casa, prometto di non provarci >>
<< Matt! E poi… non stiamo
insieme… >>
<< Ma a te piace… Ti sei
innamorato, vero? >>
Takeru, a quelle parole, arrossì…
Era davvero così palese che provasse qualcosa di forte per
quella ragazza? Il suo viso era davvero così trasparente?
<< Sì sì, lo sei…
Sei arrossito tutto d'un botto >>
<< Adesso smettila, Matt! Vado,
che sono in ritardo… Ci vediamo stasera >>
<< Fatti valere, fratellino! >>
e, detto questo, vide il biondo chiudersi la porta alle spalle.
<< Idiota! Ho veramente un
fratello idiota! >> si disse T.k, mentre scendeva dalla
macchina.
Era infatti arrivato alla biblioteca ed
aveva parcheggiato.
Mentre metteva le chiavi dentro la
tracolla, però, non si accorse che un gruppo di ragazzi gli si
avvicinò pericolosamente…
<< Takaishi! >> Takeru,
sentendosi chiamare, si voltò verso la voce che aveva parlato…
Appena lo fece, si ritrovò
davanti un gruppo di giovani che lo guardavano minacciosamente…
<< Chi siete? Cosa volete da me?
>>
<< Qualche settimana fa, hai
avuto la pessima idea di attaccar briga con mio fratello… Ti
ricorda qualcosa il nome Smith? >>
<< Ah… Così sei il
fratello di quello là… Comunque, per la cronaca, è
stato lui ad iniziare… E adesso, se non ti dispiace, ho un
impegno… non vorrei arrivare tardi… >> e, dicendo
questo, cominciò ad avviarsi verso l'entrata.
<< Non così in fretta…
>> lo aveva però fermato il ragazzo, prendendolo per un
braccio e girandolo verso di lui.
<< … Devi pagare per quel
che hai fatto a mio fratello! >> e, detto questo, il ragazzo
sferrò un pugno violentissimo sul volto di Takeru, che, non
aspettandosi nulla del genere, perse l'equilibrio e si ritrovò
con la faccia a terra.
<< Che diavolo fai?! >>
<< Vendico una persona a me cara,
che domande… >> e prese T.k per il colletto, tirandolo
su; poi si rivolse agli altri ragazzi che erano con lui << …
Ragazzi… venite a divertirvi anche voi >>
Takeru quindi si guardò intorno…
Nel parcheggio non c'era nessuno e, per lo più, era solo
contro cinque… Le cose non andavano per niente bene…
<< Giochi sleale… Uno
contro cinque, non è molto corretto >>
<< Lealtà è una
parola che, nel mio vocabolario, non esiste >> e, detto questo,
gli diede un altro pugno.
Il biondo si toccò il labbro e
vide che stava sanguinando… Decise di reagire, se non l'avesse
fatto, infatti, lo avrebbero ammazzato a suon di pugni e calci…
Così, si alzò in piedi e
si scagliò contro l'energumeno che aveva di fronte… Era
svantaggiato, e lo sapeva… ma non gliela avrebbe data vinta…
Quindi gli diede un pugno forte quanto quello che aveva subito.
A quell'azione, il più grosso
chiamò i suoi amici.
<< Tenetelo fermo per le braccia…
Ora pagherà per tutto >> ed in men che non si dica,
Takeru si ritrovò con le braccia bloccate, in ginocchio
davanti all'omaccione.
<< Lasciatemi! >> cercò
di divincolarsi il ragazzo.
<< Stai zitto! >> e, detto
questo, il ragazzo più grosso cominciò a scagliargli
calci e pugni sullo stomaco.
Pochi minuti dopo, poi, si fermò
ed ordinò ai suoi amici di lasciarlo andare…
Takeru rimase steso sull'asfalto, e
l'energumeno lo prese per il colletto, avvicinandosi al suo viso.
<< Ringrazia Dio che non ti ho
ammazzato… E vedi di non dare più fastidio a mio
fratello… la prossima volta non sarò così buono…
>> e, dicendo questo, lo lasciò e si allontanò
con il suo gruppo.
<< Bastardo… Sei solo un
bastardo! >> cercò di gridare il biondo, ma, sentendo il
dolore in tutto il corpo, il suo fu solo un sussurrò…
Quindi si ritrovò lì,
così… steso per terra a gemere dal dolore…
Nello stesso momento.... i pensieri
di Hikari
Hikari stava ancora aspettando T.k
davanti al portone della biblioteca…
Avevano appuntamento alle 16.30…
Quindi guardò l'orologio, e questo segnava già le
16.40…
Non che la cosa la turbasse molto…
Era solo che Takeru era sempre stato puntuale priam di allora, e, se
avesse dovuto ritardare, l'avrebbe chiamata… anche se si fosse
trattato di dieci minuti…
Quando infine le lancette dell'orologio
segnarono le 16.50, decise di chiamarlo al cellulare… Stava
cominciando a preoccuparsi seriamente… aveva una brutta
sensazione…
Prese quindi il telefonino e cercò
il nome di T.k nella rubrica, poi avviò la chiamata…
Appena prese la linea, sentì la
solita voce registrata dirle che l'utente chiamato non era al momento
raggiungibile…
<< Dannazione! >> chiuse la
chiamata e ripose il cellulare in tasca.
Quella sensazione, che le stava
crescendo dentro, le piaceva sempre meno…
Decise, poco dopo, di andare a vedere
nel parcheggio della biblioteca… Se non fosse stato là,
avrebbe preso la macchina e sarebbe andata a casa sua… In quei
mesi, infatti, le aveva spiegato dove abitava, anche se le aveva
sempre raccomandato di non andarci mai da sola…
Arrivata nel parcheggio, quindi, si
guardò intorno, cercando di vedere se c'era la macchina di
Takeru…
Mentre girava la zona, sentì uno
strano lamento provenire dalla sua destra… Senza pensarci due
volte, si indirizzò verso quella voce e, appena vide cosa, o
meglio chi, era steso per terra, le parole le morirono in gola…
Continua…
Note dell'autrice:
Ecco scritto un
altro capitolo...questa volta sono stata un po' più veloce ad
aggiornare...in questo chappo abbiamo alcune rivelazioni...e in più
sembra che Taichi stia accettando la cosa...ma chissà come
finirà, comunque sono tornati quei brutti ceffi che hanno dato
fastidio a T.k...adesso stanno cercando di colpirlo dritto dritto al
cuore....mah chi vivrà vedrà
Molte grazie a
tutti coloro che leggono la mia storia e in particolare ai fedeli
recensori:
Talpina Pensierosa: mi
fa piacere che la mia storia ti piaccia...spero che questo capitolo
non ti abbia deluso...
Kary89: avevo
paura che la scena del bacio tra Tai e Sora fosse venuta male, ma
grazie alle tue parole mi sono rincuorata...e hai ragione finalmente
si sono dichiarati alè!!! Comunque tra i nostri belli
succederanno ancora tante cose...p.s aggiorna le tue storie perchè
sono troppo carine...
Soxy88: stavolta
non sei la prima...beh pazienza ringrazio anche te per le splendide
parole che mi hai lasciato nell'ultima recensione...dovranno accadere
ancora tantissime cose tra quei due...e qui si sono ripresentati i
brutti ceffi!!! Ti ringrazio anche per tutto il lavoro che fai....
HikariKanna: per
vedere come andrà a finire bisognerà aspettare ancora
un po'...intanto non posso non chiederti di aggiornare le tue storie
perchè sono bellissime...tutte!
Ice_Princes: spero
che questo capitolo non ti abbia deluso...grazie come sempre per
recensirmi...la storia proseguirà...chissà
come....sperando che andrà tutto bene...dobbiamo ancora capire
come Kary sia finita all'ospedale....mah?
DenaDena: si
i nostri piccioncini in questo capitolo capiscono qualcosa di
veramente importante....dobbiamo vedere come si svilupperà la
storia...
Ringrazio
infine butterfly93
per aver inserito la mia storia tra i suoi preferiti....
Mentre
girava la zona, sentì uno strano lamento provenire dalla sua
destra… Senza pensarci due volte, si indirizzò verso
quella voce e, appena vide cosa, o meglio chi, era steso per terra,
le parole le morirono in gola…
Hikari era rimasta senza parole; non
riusciva a credere ai suoi occhi…
Vedeva solo T.k steso per terra
sanguinante…
Ebbe paura… paura di non poter
più rivedere quei meravigliosi occhi azzurri… paura di
non poter più sentire quella voce soave contraddirla in
continuazione in modo tanto dolce e tenero…
Non ci pensò due volte…
Corse verso di lui: voleva assicurarsi che stesse bene…
Era girato su un fianco, con le gambe
piegate ed un braccio con cui si teneva lo stomaco.
Non seppe perché, ma a lei quasi
venne da piangere, però non lo fece; doveva stare calma e
cercare di ragionare razionalmente sul da farsi.
Poco dopo, quindi, andò verso di
lui e s’inginocchiò al suo fianco, girando con una mano
il corpo del ragazzo.
Appena lo voltò, ai suoi occhi
si presentò uno scenario tutt’altro che piacevole…
Il viso di Takeru aveva contusioni ovunque; il sopracciglio ed il
labbro erano spaccati, aveva un taglio sullo zigomo sinistro e, per
finire, aveva un occhio nero e gonfio… Poi la ragazza guardò
anche il resto del corpo; aveva la maglietta lacerata in più
punti ed i dorsi delle mani erano insanguinati… Un spettacolo
certamente poco piacevole…
-Mio Dio! Ma cosa è successo?!-
pensò la ragazza.
Ma, prima di placare la sua curiosità,
volle assicurarsi delle condizioni del biondo.
<< T.k, mi senti? Sono io, Kari…
>> la ragazza vide gli occhi di Takeru schiudersi leggermente.
<< Kari… ciao… ah!
>> era doloroso parlare: appena cercava di pronunciare qualche
parola, sentiva il dolore alle costole crescere sempre di più.
La ragazza, intanto, lo aveva girato
completamente; adesso il giovane era steso di schiena, sull’asfalto.
<< Ma che ti è successo?!
>> gli chiese lei preoccupata.
<< Niente… non ti
preoccupare… >>
<< No! Invece mi preoccupo! Ma ti
rendi conto di come ti sei ridotto?! Come hai fatto?! >>
<< Nulla… Non credevo di
avere ancora un conto in sospeso con quei tizi… Mi hanno colto
impreparato… Tutto qui… >>
<< Chi? E, comunque, bisogna
andare alla polizia… visto che sei stato aggredito… E
anche all’ospedale… immediatamente! >>
<< No! Non andremo da nessuna
parte! Ci sarebbero solo dei casini… e non ne voglio ancora…
>>
<< Sì, ma… sei
ferito… bisogna medicarti… >>
<< Sono taglietti da niente…
passeranno entro domani >>
<< Bisogna disinfettarli…
potrebbero fare infezione… >>
<< Come mai ti preoccupi tanto
per me, Kari? >>
Lei non seppe cosa rispondergli…
Cosa dirgli? Che si preoccupava per lui
perché ne era innamorata? No… non le sembrava il
momento più adatto…
<< Beh… siamo amici…
è normale che mi preoccupi… >>
Anche se fu difficile, Takeru riuscì
a nascondere la delusione che gli era nata dentro dopo quelle sue
parole. Ma, infondo, come darle torto: per amare uno come lui, ci
sarebbe voluto un gran coraggio…
<< Comunque, non sforzati a
parlare… sei debole… Dove hai la macchina? >>
<< Proprio dietro di te? >>
Hikari quindi si girò e la
riconobbe.
<< Allora, possiamo prendere la
tua >>
<< Per fare cosa, scusa? >>
le chiese Takeru, che intanto era riuscito, con ottimi risultati, a
mettersi a sedere.
<< Ti porto a casa mia, è
più vicina… In questo modo potrai darti una sistemata e
mettere qualcosa su quelle ferite… >> quella frase le
era uscita di bocca senza pensarci… Le era sembrata la cosa
più adatta da fare.
<< Non ce né bisogno…
me la caverò anche da solo… >> e, così
dicendo, aveva cercato di alzarsi in piedi, ma, un giramento di
testa, gli aveva fatto perdere l’equilibrio…
Sarebbe di certo caduto per terra, se
non fosse stato per Kari che, accortasi di tutto, era subito corsa al
suo fianco per sorreggerlo… Se lei non gli fosse andata
davanti, lui avrebbe sbattuto la faccia per terra, sicuramente…
Così si ritrovarono in quella
posizione… Lui con il suo viso premuto nell’incavo del
collo della ragazza, e lei che gli teneva le spalle per non lasciarlo
cadere…
Hikari arrossì… Non erano
mai stati così vicini… Poteva sentire il suo respiro
sul collo… sentiva l’odore della sua pelle…
Scoprì di non volersi più dividere da lui…
Takeru, intanto, si era ritrovato tra
le braccia della ragazza, con il viso premuto sul collo…
Poteva sentirne l’odore… Si ritrovò a pensare che
sapeva di buono, e si ubriacò di quell’odore…
<< Senti, T.k… fatti
aiutare… Non dimostrerai niente a nessuno, facendo così…
>>
Il ragazzo, quindi, la guardò in
viso… In quegli occhi castani poteva leggere tutta la
determinazione e la forza di volontà di lei… L ragazza
non avrebbe mai accettato un no come risposta…
<< Va bene… Ma niente
ospedali o polizia, ok? >>
<< Come vuoi… Prendiamo la
tua macchina e andiamo a casa mia >>
<< A casa tua?! Non mi sembra il
caso... e lo sai… >>
<< Non mi importa… non mi
importa di ciò che diranno gli altri… Tu hai bisogno di
cure e, siccome non vuoi andare all'ospedale, mi pare l'unica
soluzione… Perciò, non fare il bambino e non
lamentarti! >>
Takeru non trovò parole per
descrivere il suo stupore, mentre ascoltava le parole della ragazza…
Sapeva solo che, il saperla così preoccupata per lui, lo
rendeva estremamente felice…
<< Ok, va bene… ma non ti
arrabbiare >>
Hikari non riuscì a nascondere
un sorriso.
-Certo che questo suo viso imbarazzato
e dispiaciuto, lo rende meravigliosamente carino… più
del solito…- la ragazza, poi, resasi conto dei suoi pensieri,
girò il viso… Sentiva le guance andarle in fiamme…
meglio non farsi notare…
T.k, dal canto suo, non si era accorto
di niente, intento com’era a cercare di rimanere in piedi…
e lo stomaco continuava a fargli terribilmente male…
Doveva riconoscerlo, quello stupido li
sapeva tirare bene i calci ed i pugni…
I ragazzi, poi, salirono nella macchina
di Takeru. Naturalmente guidava Kari, ma al ragazzo non importava
molto… Quello che lo preoccupava veramente era che, di lì
a poco, sarebbero arrivati a casa di lei… Pregò che non
si sarebbe scatenato l'inferno…
Il tragitto fu breve, e nessuno, in
quei momenti, proferì parola. Forse entrambi troppo nervosi
per farlo…
Arrivarono quindi davanti alla casa
della ragazza; parcheggiarono e scesero. Naturalmente T.k fu aiutato
da Kari, la quale gli prese il braccio e se lo portò dietro al
collo, mentre, con l'altro, gli circondava la vita, facendo in modo
che il ragazzo non cadesse.
Ricominciarono a parlare non appena di
ritrovarono davanti alla porta di ingresso…
<< Appoggiati un attimo al muro,
così posso aprire la porta… >> disse Hikari, ed
il ragazzo non se lo fece ripetere due volte…
Infatti, faceva fatica a stare in
piedi: il suo corpo era un dolore continuo…
Dopo che la porta fu aperta, i ragazzi
si diressero verso il soggiorno. Takeru fece un sospiro di sollievo,
scoprendo che in casa non c'era nessuno.
<< Benvenuto nella mia umile
dimora >> ruppe scherzosamente il silenzio la ragazza.
<< A parte tutto, è
davvero carina… Complimenti >>
<< Prima o poi mi farai vedere la
tua, allora… >>
<< Prima o poi… succederà
>>
<< Comunque, spero prima >>
Il ragazzo le rispose con un sorriso
sincero, poi si sedette su una delle sedie del tavolo ed aspettò
che Kari tornasse con l'occorrente per medicarlo.
<< Forse è meglio se te lo
dico prima… >> gli aveva accennato lei.
<< Cosa? >> le chiese
preoccupato lui.
<< Non l'ho mai fatto… >>
Il ragazzo impallidì…
Perchè adesso se ne veniva fuori con questa frase?
Lei, intanto, vedendo l'espressione
equivoca sul volto di lui, arrossì vistosamente.
<< Ma che hai capito?! Sei scemo,
per caso?! >> lo rimproverò lei.
<< Scusa cosa intendi, allora? >>
<< Medicare qualcuno! Questo non
ho mai fatto! Idiota! >>
In quel momento, se avesse potuto, T.k
sarebbe voluto cadere in un buco nero… Possibilmente,
preferiva che si aprisse esattamente nel punto in cui si trovava in
quell’istante.
<< Oddio! Non volevo…
scusa… Hai ragione, sono un'idiota… >>
Hikari pensò che, anche
imbarazzato, Takeru era davvero tenero…
<< Non ti preoccupare…
Però adesso basta parlare… ti devo medicare >>
<< Va bene… >>
Quindi si misero uno di fronte
all'altra, e la ragazza cominciò a disinfettargli i vari tagli
che aveva sul volto.
<< Ahi! Ahi! Ahi! >>
continuava a lamentarsi lui.
Kari cercava di pressare il più
piano possibile, ma lui non collaborava per niente!
<< Non fare il bambino! >>
<< Non sono un bambino! >>
<< In questo momento, lo sembri,
fidati >> e, dicendo questo, aveva cominciato a ripulire il
labbro insanguinato, che, intanto, si era anche gonfiato.
<< Qui è meglio se ci
mettiamo del ghiaccio, dopo >> disse lei.
Takeru, intanto, continuava a rimanere
in silenzio, mentre Kari lo medicava… Osservava tutto ciò
che stava facendo la ragazza… Aveva un tocco delicato,
nonostante le sue lamentele… Lo doveva ammettere, quando stava
con lei, si sentiva in pace con il mondo e tutti i suoi problemi, le
sue ansie ed i suoi pensieri finivano nel dimenticatoio…
Nella sua testa, in quel momento, c'era
lei e quelle sue piccole mani che, amorevolmente, gli stavano
guarendo tutte le ferite… anche quelle invisibili ad occhio
nudo… Proprio così; ormai gli era entrata dentro…
nella testa, nel cuore, nell'anima… Non avrebbe mai voluto
farla andar via… per nulla al mondo…
Simili pensieri affollavano anche la
mente della ragazza… Ormai era palese per lei: si era
innamorata di Takeru, e nel modo più profondo possibile…
T.k era un ragazzo dolce, anche se, forse, pochi conoscevano
veramente questo lato di lui…
Ripensò quindi a quello che era
appena accaduto… Non riusciva ancora a crederci che lo avevano
aggredito… Chi mai poteva voler male ad un ragazzo come lui?
<< Erano in cinque… >>
ruppe però il silenzio il ragazzo.
<< Come, scusa? >> rispose
Hikari, alzando lo sguardo e incrociando quello di lui.
<< I ragazzi che mi hanno
aggredito… erano in cinque >>
<< Perché…? >>
<< Perchè mi hanno
picchiato, volevi dire?... >> la ragazza annuì
silenziosamente, ed il ragazzo continuò << … Ho
avuto un diverbio con il fratello del tipo che “mi è
venuto a trovare oggi”… Lui aveva detto delle cose che
non doveva dire… non ne aveva alcun diritto! >>
<< Che genere di cose? >>
Takeru, però, aveva abbassato lo
sguardo… Non andava fiero di ciò che era stato il suo
passato, dopo la morte del padre… La sua infanzia non è
stata una delle migliori…
Hikari, quindi, vedendo che il ragazzo
esitava a rispondere, pensò che non volesse parlarne.
<< Se non ti va di dirmelo, fa lo
stesso… Posso capire… >>
<< Non è che non voglia
dirtelo… è che non è semplice… non ne
vado molto fiero… >>
<< Tutte le persone hanno degli
scheletri negli armadi >>
<< Non tanti quanti ne ho io…
>> i due, però, a quelle sue parole, non riuscirono a
nascondere una piccola risata.
<< Su, dammi le mani, che ti
disinfetto anche le nocche >> così lei aveva allungato
le braccia e gli aveva preso le mani tra le sue…
A quel tocco, lui poté
constatare la morbidezza di esse… In confronto, le sue
sembravano delle mani da fabbro…
<< Tutto è iniziato quando
mio padre… >> poi si fermò un istante… Era
terribilmente difficile confidarsi con lei… Non l'aveva mai
fatto prima…
<< … Tutto è
iniziato quando mio padre è venuto a mancare… Avevo sei
anni… >>
<< Oh Dio! Che cosa terribile! Mi
dispiace… non sapevo… >>
<< Tranquilla… non potevi
saperlo… E, comunque, ormai ho imparato a convivere con il
dolore… Ad ogni modo, dicevo, quando lui è morto alla
mia famiglia è crollato il mondo addosso… Lui era il
nostro pilastro, il nostro punto di riferimento… Dopo la
tragedia, mia madre è andata in depressione e mio fratello si
è chiuso in sé stesso… Per un certo periodo sono
rimasto solo, a prendermi gli insulti dei bambini allegri e
spensierati… E, mentre gli altri giocavano a pallone, io
vedevo mia madre imbottirsi di anti-depressivi… >>
<< Mi sento un'idiota… >>
si disse lei.
<< Perché, scusa? >>
<< Io mi sono sempre lamentata
per i problemi più inutili che, in confronto ai tuoi, sono
così stupidi… >>
<< Non devi sentirti stupida solo
perchè, per fortuna tua, non hai avuto un contatto così
diretto con l'infelicità… >>
<< È che mi dispiace il
vederti così triste… Ti meriti un po' di felicità
anche tu… >>
<< E chi ti dice che, in questo
momento, non sia felice? >>
La ragazza non riuscì a credere
a ciò che aveva appena sentito…
-Sbaglio, o ha appena detto che lo
stare con me lo rende felice?- pensò poi.
<< Hikari… La prima volta
che ci siamo visti, abbiamo litigato… >> un sorriso era
comparso sui loro volti a quel ricordo << … Ma poi, sei
stata l'unica persona che ha avuto fiducia in me… Non succede
spesso… anzi, non succede mai… >> e, dicendo
questo, aveva alzato una mano e gliela aveva posata sulla guancia <<
… Mi hai addirittura aiutato… La prossima settimana ci
sarà l'esame e, se andrà bene, forse non ci vedremmo
più così spesso… >> e, mentre pronunciava
queste parole, le accarezzava lo zigomo con il pollice << …
Io non voglio smettere di vederti… Sei diventata una presenza
nella mia vita di cui non posso più fare a meno… >>
quindi, mentre parlava, si era avvicinato al viso di Kari…
A lei, intanto, mancavano le parole…
Stava accadendo veramente, e non riusciva a crederci…
Erano sempre più vicini…
Sentivano i loro respiri, l'uno sulle labbra dell'altro, e, dentro di
loro, si stavano scatenando un insieme di pensieri contrastanti tra
loro… felicità, ansia, paura…
Takeru riusciva a vedere il magnifico
colore degli occhi castani di lei… Pensò che non ne
aveva mai visto di così belli…
Ormai erano vicinissimi… Bastava
un niente e le loro labbra si sarebbero sfiorate… E, poco
dopo, ciò avvenne…
Non si seppe mai chi baciò per
primo, ma, in quel momento, c'erano solo loro due e le loro emozioni
che si stavano scatenando dentro…
Takeru approfondì il bacio,
prendendo, con entrambe le mani, il viso di lei, mentre quest'ultima
gli circondava il collo con le sue braccia e cominciava a giocare
con i biondi capelli di T.k…
Si fecero sempre più vicini;
ormai lei era seduta sulle gambe del ragazzo…
Però, presi com’erano da
quel vortice di emozioni, non si accorsero del rumore della serratura
che scattava e la successiva porta che si apriva… Solo quando
sentirono una voce provenire dall'ingresso del salotto, interruppero
bruscamente il bacio, voltando gli sguardi verso colui che aveva
parlato…
<< Cosa sta succedendo qui?! >>
A Hikari le si gelò il sangue
nelle vene… Suo fratello aveva uno sguardo che non prometteva
proprio nulla di buono…
Continua…
Note
dell'autrice:
Ecco partorito un altro capitolo, che
spero sia stato di vostro gradimento…
Finalmente tra quei due si è
smosso qualcosa… Era ora, aggiungerei… Però,
purtroppo, sono stati interrotti da Taichi… Si salvi chi può!
Per tutte le fans del ragazzo castano,
vorrei scusarmi: lo so che sono cattiva con lui… Non me ne
vogliate…
Ma non temete… prima o poi tutto
si sistemerà!!!
E adesso passiamo ai ringraziamenti:
Soxy88:
come
al solito sempre una delle prime a recensire...riuscirò mai a
ringraziarti abbastanza per tutto quello che fai...spero che questo
capitolo ti sia piaciuto...soprattuto a te che vai pazza per
l'harmony...
Kary89:
ma
ciao! Grazie per la recensione, mi fa piacere che la parte tra Tai e
Sora dello scorso capitolo ti sia piaciuta...scrivere determinate
scene è difficile, ma per fortuna poi ci siete voi che con le
vostre recensioni mi rendete immensamente felici...qua qualcosa si è
smosso tra i nostri belli...speriamo che ti piaccia!
Talpina
Pensierosa:
povero Takeru hai detto bene...ma in questo capitolo qualcuna lo
renderà particolarmente felice....
DenaDena:
ecco
qui il seguito...mi sto facendo prendere dal romanticismo...devo
ancora chiarire un po' di cose...tutto si metterà a posto!
Spero ti piaccia questo capitolo...
Ice_Princes:
hai
visto Sora è sempre più utile in questa storia...è
la nostro saggio di turno...direi proprio che la situazione si è
risolta nel modo migliore che ci potesse essere...
HikariKanna:
e
già nello scorso capitolo si è visto Matt...ma non ti
preoccupare ricomparirà anche più avanti nella
storia...spero che questo ultimo capitolo sia stato di tuo
gradimento....
Nessuno proferì alcuna parola
per parecchi istanti…
Si sentivano solo i respiri dei tre
ragazzi… Ognuno era troppo preso dai propri pensieri…
Quei tre cercavano silenziosamente d’immaginarsi cosa sarebbe
accaduto nel giro di qualche minuto…
Probabilmente, se qualcuno avesse
varcato la soglia di quella stanza, avrebbe sentito il gelo che era
calato nell’ambiente…
Hikari sentiva dentro di sé una
strana sensazione…
Credeva che il fratello non sarebbe
rientrato prima di sera, quindi non aveva pensato che si poteva
verificare quella situazione… Scoprì di non era in
grado di gestirla… Sapeva, infatti, dell’irruenza di suo
fratello…
Se mai lui e Takeru si fossero
incontrati, il tutto sarebbe avvenuto in circostanze totalmente
diverse… e con adeguati sistemi di protezione per il corpo…
E, comunque, non si sarebbe di certo fatta mai beccare in certi
atteggiamenti con quel ragazzo che, suo fratello, nella migliore
delle ipotesi, odiava…
Lei era ancora seduta di fronte a T.k,
con le mani di quest’ultimo tra le sue.
Fu Taichi a parlare per primo…
<< Cosa sta succedendo qui? >>
Hikari, ripresasi dallo shock iniziale,
si alzò in piedi, lasciando le mani di Takeru, ed il ragazzo
sentì subito la lontananza della ragazza…
<< Tai, non dovresti essere da
Sora? >>
<< Kari non cambiare discorso e
rispondi alla domanda >> rispose il maggiore.
<< Quello che faccio non è
affar tuo! Mi sembrava che ne avessimo già parlato… >>
<< Se quello che fai ti metti in
pericolo, se permetti, è anche affar mio >>
T.k, sentendo quelle parole, non riuscì
a trattenersi e si alzò in piedi, così velocemente da
far ribaltare la sedia dietro di lui. Gli altri due, sentendo il
rumore della sedia che cascava, si girarono subito verso di lui.
Takeru, intanto, teneva lo sguardo
basso e stringeva i pugni così tanto che le nocche gli stavano
diventando bianche.
Passarono alcuni secondi, in cui
nessuno disse niente; poi, però, il biondo ruppe il silenzio…
<< Lo so che
la mia reputazione non è delle migliori… >>
appena aveva cominciato a parlare, aveva alzato lo sguardo e lo
incrociò con quello di Tai; poi continuò << …
So anche che io non ho fatto niente per cercare di migliorarla…
Ma non farei mai, e dico mai, del male a Kari… Lei è
l'unica che ha visto del buono in me… l'unica che non mi ha
giudicato ancor prima di conoscermi… l'unica che… che è
riuscita a farmi tornare il sorriso… >> e, dicendo
questo, non riuscì a nascondere il rossore che si era sparso
sul suo viso << … Non potrei mai farle del male…
>>
Tai aveva
ascoltato tutto ciò che il ragazzo aveva detto, in assoluto
silenzio, poi aveva preso la parola.
<< Forse non
tu… ma la gente che ti sta intorno sì… Quindi
stai lontano da lei… e vattene da casa mia! >>
<< Tu non
sai niente di me! Quindi non ti devi permettere di sparare sentenze!
>> rispose Takeru.
<< Ma fammi
il piacere! Lo sanno tutti che razza di gente frequenti…
quindi smettila di fare la vittima e vattene! >>
<< Come
vuoi… me ne vado… >> e, così dicendo, il
biondo si girò per andarsene, ma la voce di Kari lo fermò.
<< Non
andare! Aspetta!... >> poi si rivolse al fratello << …
Adesso smettila, Tai! Tu non sei nessuno per dirgli di andarsene! Se
non lo sai, questa è anche casa mia! >>
<< Kari,
lascia perdere… Dai… non importa >>
<< No, T.k…
Tai la devi smettere di fare così! O accetti il fatto che io e
Takeru ci frequentiamo oppure non ti impicciare dei fatti miei! >>
<< Hikari,
io non ti riconosco più… Tempo fa non mi avresti mai
parlato così >>
<< Le
persone cambiano, Tai… >>
<< Kari…
>> era stato T.k a parlare stavolta << … Non c'è
bisogno di litigare con tuo fratello… Fa lo stesso…
tanto sono abituato a certi trattamenti… Adesso vado…
sai meglio di me che devo ripassare… quindi ci vediamo, ok? >>
e, detto questo, si diresse verso la porta dell'appartamento.
Hikari, rimasta
sola con il fratello, lo guardò.
<< Perchè?
>> gli chiese.
<< Perchè
cosa? >> rispose Tai.
<< Oh, non
fare finta di non saperlo! Per la miseria, Tai! Spiegami perchè
ce l'hai tanto con lui? >>
<< Frequenta
gente pericolosa… Quante volte te lo devo dire? >>
<< Io
frequento lui, non la gente che dici tu… E lui non è
pericoloso… >> e, dicendo questo, anche lei aveva
lasciato la stanza per dirigersi verso la porta di casa.
<< T.k,
aspetta! >>
Il ragazzo, che
intanto aveva appena aperto la porta per andarsene, si voltò
verso la ragazza.
<< Scusami…
Non avresti dovuto assistere alla scenata di prima… >>
<< Ehi,
tranquilla… Ho visto di peggio… >> e, mentre
diceva questo, le aveva posato la mano sulla guancia << …
Tu, piuttosto… stai bene? >>
<< No…
odio litigare con mio fratello… Vorrei che lui capisse la
situazione… >>
<< Kari, se
vuoi del tempo per pensare lo capisco… Cioè, noi oggi…
ci siamo… beh, hai capito… >> disse in imbarazzo
il ragazzo.
Hikari lo guardò
ed, in quel momento, pensò che T.k era davvero adorabile
quando si imbarazzava. Ripensò a quello che il ragazzo aveva
detto mentre erano in salotto.
<< Anche tu…
>> disse quindi lei.
<< Cosa? >>
domandò il ragazzo, non capendo a cosa si stesse riferendo
lei.
<< Anche tu
sei stato l'unico che è riuscito a farmi sorridere veramente
in quest’ultimo periodo >>
<< Ah…
Quindi ti ricordi quello che ho detto prima? >>
<< Come
potrei dimenticarlo? Sono le parole più dolci che un ragazzo
mi abbia mai detto >> rispose Kari, arrossendo un po'.
I ragazzi quindi
si guardarono ancora, la mano di lui sempre sul viso di lei…
<< Senti,
Take… >> iniziò lei, me venne interrotta.
<< Mi piace…
>>
<< Cosa? >>
<< Take…
Sei la prima che mi chiama così… Vorrei che fossi anche
l'unica… >>
La ragazza
arrossì: di certo non si aspettava delle dichiarazioni simili…
<< …
Comunque, dicevi… prima che ti interrompessi? >>
continuò lui.
<< Mi
prometti una cosa? >> gli chiese lei.
<< Se posso
farlo, volentieri >>
<<
Promettimi che non picchierai più nessuno… Cerca di
stare fuori dai guai, ok? >> << Solo perchè me
lo chiedi tu… Quindi, promesso!... >> e, detto questo,
le aveva accarezzato lo zigomo con il pollice << …
Adesso però scappo: devo finire di ripassare per lunedì…
Ci sarai? >>
<< Ci puoi
contare! >>
<<
Benissimo! Sono più contento… >> e, dopo aver
detto questo, si era chinato e le aveva baciato le labbra << …
Ci vediamo, bellissima… >> ed era uscito dalla porta,
chiudendosela dietro le spalle.
Hikari, quindi,
era rimasta a guardare la porta chiusa davanti a sé…
Credeva di stare sognando… Takeru le aveva fatto battere
veramente il cuore… Era il primo ragazzo per il quale sentiva
un così forte sentimento… Ormai ne era sicura: ne era
innamorata, ed era veramente felice di esserlo…
Si toccò le
labbra con due dita e si ritrovò a sorridere senza un motivo
preciso. Sapeva solo che quel momento era stato semplicemente
perfetto…
Ora rimaneva solo
il problema di suo fratello… Perchè non riusciva a
capire che T.k, per lei, era davvero importante?
Contemporaneamente
in salotto
Tai era rimasto
solo nella stanza…
Ancora non
riusciva a capire perchè sua sorella si comportasse in quel
modo… Perchè non capiva che quel ragazzo non era adatto
a lei? Odiava litigare con sua sorella, ma odiava ancora di più
il fatto che non si parlassero per chiarire… Forse doveva
mettersi nei panni di lei, ma, per adesso, non riusciva a vedere quel
ragazzo in un modo diverso…
Mentre era assorto
dai suoi pensieri, gli suonò il cellulare. Lo prese dalla
tasca dei pantaloni e vide chi lo stava chiamando attraverso il
display… Sora.
Rispose. Forse
parlarne con lei lo avrebbe aiutato…
<< Pronto?
>>
“ Ciao, Tai…
Sono io ”
<< Dimmi…
Avevi bisogno di qualcosa? >>
“ No, niente
di particolare… Volevo solo dirti che hai dimenticato qui il
portafoglio… Se vuoi te lo posso portare adesso, se sei a casa
”
<< Oh…
che sbadato… Sì, sono a casa, ma passo io… Ti
devo parlare… >>
“ È
successo qualcosa di grave? ”
<< No…
almeno spero di no… >>
“ Tai, mi
stai facendo preoccupare ”
<< Aspettami
che arrivo… Dammi dieci minuti >> ed il ragazzo aveva
riattaccato, senza aspettare la risposta di Sora.
Subito dopo, aveva
preso la giacca e, senza dire niente a nessuno, ero uscito di casa,
aveva preso la macchina e si era avviato verso la casa della sua
ragazza…
La raggiunse pochi
minuti dopo.
Parcheggiò
e scese dalla macchina per andare verso la casa di lei.
Arrivato davanti
al portone, suonò il campanello e subito si sentì il
click della porta che scattava. La aprì e si diresse al quarto
piano…
Ad attenderlo,
sulla soglia, vi era Sora con un’espressione molto preoccupata
sul volto.
Appena lo vide,
gli si precipitò accanto e lo abbracciò.
<< Dimmi
subito cosa è successo, se no muoio >>
<< Ehi, stai
calma… >> ricambiò la stretta lui << …
Non è successo nulla di grave… Si tratta di Hikari…
>>
<< Oh, sia
ringraziato il cielo… Per un attimo, ho temuto il peggio…
Dai, entriamo in casa, così mi racconti meglio… >>
I ragazzi
entrarono e si sedettero attorno al tavolo della cucina.
<< Posso
offrirti qualcosa? >> gli chiese lei.
<< Un caffè,
grazie… >>
La ragazza
cominciò a preparalo e, dopo pochi minuti, posò la
tazza calda davanti a Tai, risedendosi di fronte a lui.
<< Allora,
raccontami tutto >>
<< Era a
casa nostra… Gli ho beccati… >>
<< Parli di
Kari e chi? >>
<< Di quel
ragazzo… Takeru… Gli ho beccati mentre si stavano
baciando… Ma ti rendi conto?! >>
<< Tai, non
c'è niente di male in questo… Mi sembra normale >>
<< No! No
che non è normale! >>
<< Perchè
non è normale? >>
<< Lei non
può farlo… almeno non con lui… >>
<< Tai io
speravo veramente che tu ci arrivassi da solo, ma evidentemente non è
così… >>
<< Cosa stai
cercando di dirmi? >>
<< Tai, lei
lo ama… ne è innamorata veramente… E, da quel
che ho visto, anche lui lo è… Quindi smettila di
tormentarli… >>
<< Lei non
può innamorasi di uno così! >>
<< Cos'ha
che non va? Non si scegli chi amare, Tai… e lo sai… >>
<< Lui la
farà soffrire con il suo modo di fare >>
<< Tu non lo
puoi sapere… Non lo conosci… Quindi smettila e ragiona!
>>
<< Anche tu
dalla sua parte, quindi >>
<< Io non
sono dalla parte di nessuno, Tai! Non fare il bambino adesso! >>
<< Perchè
sono l'unico che vede le cose per come stanno veramente? >>
<< Tu sei
solo geloso, invece! >> esplose infine Sora.
<< Cosa
sarei io?! >>
<< Sei
geloso perchè sai che Kari non sarà più la
piccola sorellina indifesa da proteggere… Adesso c'è un
ragazzo nel suo cuore, pronto a farsi in quattro per lei… Ora
ci penserà lui a proteggerla, e non tu… È questo
che ti da fastidio >>
<< Come farà
a proteggerla, se è dalle persone come lui che deve stare
lontana?! >>
<< Smettila!
Smettila di continuare ad insinuare queste cose! Prima cerca di
conoscerlo, e poi permettiti di giudicarlo! >>
<< Forse hai
ragione… Forse ho sbagliato tutto… È che sono
preoccupato per mia sorella… >>
<< È
normale che ti preoccupi, ma ormai devi farti da parte… Tua
sorella è cresciuta, sta scoprendo cose nuove e lo deve fare
da sola… oppure con questo ragazzo che è sincero…
davvero… >>
<< Sora, se
non ci fossi tu…? Sono uno stupido… >>
<< No che
non lo sei… Sei solo un fratello troppo protettivo… >>
gli disse lei che, dopo, si alzò e si mise a sedere sulle
ginocchia di lui, incrociando le mani dietro alla testa del ragazzo.
<< …
Però, quando fai così, mi piaci ancora di più…
>>
<< Perchè
quando sono normale non ti piaccio? >>
<< Stupido!
Tu mi piaci in qualunque caso… anche se fossi un mostro >>
<<
Simpatica… veramente… >> e, detto questo, aveva
eliminato la distanza tra i due e le aveva baciato le labbra per poi
prenderla in braccio.
<< E adesso
che intenzioni hai? >>
<< Ti
rapisco… mi sembra ovvio >>
<< Guarda
che potrei mettermi ad urlare… >>
<< No che
non lo farai… >>
<< Cosa te
lo fa pensare? >>
Ed in quel
momento, sul viso di Tai si formò un sorriso malizioso.
Appena Sora lo
interpretò, gli diede uno schiaffetto sulla spalla.
<< Sei
incredibile… >>
<< Lo so,
grazie… >> e, detto questo, aveva chiuso la porta della
stanza di lei…
Continua…
Note
dell'autrice:
Lo so, capitolo
decisamente più corto degli altri… Ma spero che il
prossimo sia più lungo e migliore… Dobbiamo ancora
vedere come finirà l'esame di Take…
In questo
capitolo, comunque, sembra che Tai abbia finalmente capito cosa prova
sua sorella per il biondo… Ma c'è ancora qualcuno che
non riesce proprio ad accettarlo… Vi ricorda qualcosa il nome
Daisuke?
Poi ci sono ancora
i brutti ceffi che perseguitano il nostro amato Takeru… Cosa
vogliono da lui di preciso? E adesso che accanto a lui c'è
Kari? Speriamo che tutto si risolverà nel migliore dei modi…
Ma adesso passiamo
ai ringraziamenti…
GRAZIE a tutti
coloro che leggono la mia storia ed, in particolare, alle sante che
mi recensiscono pure:
Talpina
pensierosa: ecco qui il seguito della scena del capitolo
precedente… spero non ti abbia deluso ^_^ !
Soxy88: non
puoi essere sempre la prima, ihih! Comunque, non esageriamo…
La maestra degli
Harmony,
addirittura? Guarda che mi monto la testa poi… Tai ha reagito
in un certo modo… Spero che non ti abbia deluso… E
aggiorna la tua storia!
DenaDena:
la scena dell'equivoco mi è uscita così, spontanea…
Mi sembrava adatta per quel momento… Qualche situazione
ironica ci vuole pure, no?
Kary89: non
sono successi tanti guai, almeno non ancora… Quelli grossi
devono ancora arrivare… Speriamo in bene!!!
Ice_Princes:
ecco l'aggiornamento, anche se un po' in ritardo… Spero
che non ti abbia deluso…
HikariKanna:
davvero sei contenta? Meno male… Non pensavo che lo scorso
capitolo riscuotesse tanto successo… Spero anche questo…
DarkSelene89Noemi:
non ti preoccupare se non commenti proprio tutti i capitoli…
L'importante è che non smetti di seguire la storia…
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto…
§*sWeEt_DrEaMeR*§: ecco
un'altra new entry! Mi fa un immenso piacere che hai scoperto la mia
storia, e mi fa ancor più piacere il fatto che ti piaccia…
Comunque stai tranquilla: non importa se non hai commentato tutti i
capitoli… recupererai…
Erano ormai parecchie ore che Takeru
stava riguardando il libro di storia dell’arte… Doveva
ripassare per l’esame che si sarebbe svolto l’indomani,
ma, pur avendo letto e riletto quel volume un sacco di volte, ancora
non si sentiva del tutto pronto…
Questo, in realtà, gli capitava
solo quando non era insieme a Kari: infatti, quando stava con lei,
tutto diventava più semplice e fattibile… ma quello non
era il caso…
Presto, quindi, ripensò al
venerdì appena trascorso…
Realizzò solo in quel momento
cosa era veramente accaduto tra loro; si erano baciati, lui le aveva
detto parole che non gli erano mai uscite di bocca prima di allora…
Quella ragazza lo aveva fatto innamorare davvero… in quel
momento era riuscito ad ammetterlo a sé stesso.
Era innamorato di Hikari… Averlo
ammesso a sé stesso era già un passo avanti…
Lui, infatti, non aveva mai provato questo genere di sentimenti verso
un’altra persona, e, sinceramente, era spaventato da ciò…
Purtroppo nessuno gli aveva mai insegnato ad amare e neanche a dire
ti amo… L’unica certezza che aveva era che si chiamava
Takeru Takaishi e che aveva 21 anni…
T.k, dopo un po’, guardò
nuovamente il libro che aveva davanti. Era fermo sulla stessa pagina
da almeno mezz’ora: il pensare a Kari lo distraeva, ma non
poteva farne a meno…
Ripensò nuovamente al bacio che
si erano dati, alle mani di lei nei suoi capelli, ai suoi occhi
castani…
-Oddio… sto impazzendo!- si
disse quindi mentalmente il ragazzo.
Ancora perso nei suoi pensieri, T.k non
si accorse della porta della sua camera che sia apriva. Dalla
fessura fece capolino la faccia di Matt.
<< Takeru, sei ancora vivo? >>
gli chiese il fratello.
<< Sei simpatico, Matt…
davvero… Ma, per tua “sfortuna”, lo sono ancora >>
aveva risposto stizzito il minore, un po’ seccato dal fatto che
il fratello lo aveva interrotto.
Il maggiore, non badando più di
tanto al tono del fratello, si avvicinò a lui chiudendosi la
porta alle spalle.
<< Cosa fai? Studi ancora? >>
<< Sì… Domani c’è
l’esame, ma non sono sicuro che andrà bene…
Insomma… ci sono alcune cose che non riescono a rimanermi in
testa… >>
<< Beh, perché non fai una
pausa? Stacca la spina, il cervello… È da ore che sei
chiuso dentro queste quattro mura… Ti scoppierà la
testa se non la smetti almeno un po’ >>
Takeru guardò il fratello.
<< Forse hai ragione… È
solo che non voglio fallire domani… rischierei di… di…
>> il ragazzo abbassò lo sguardo: si era nuovamente
perso a pensare a lei…
<< Rischieresti di fare cosa? >>
<< Rischierei di deluderla…
e non voglio… >>
Matto fissò il ragazzo di fronte
a lui.
<< Non la deluderai. Devi solo
cercare di stare calmo. Anche se l’esame andrà male…
cosa che non succederà… lei ha visto quanto tu ti sei
impegnato in questo… non c’è motivo per esserne
delusi >>
<< Matt… >> aveva
detto il più giovane, alzandosi in piedi << … Sta
succedendo tutto così in fretta… Due mesi fa non sapevo
neanche della sua esistenza e adesso non riesco a fare a meno di
pensare a lei… Io ho paura… paura che non riuscirò
a fare la cosa giusta… di non saper come comportarmi…
paura di perderla… Non voglio che succeda… >>
<< Non succederà…
Ma, se ti può consolare, nessuno sa veramente come comportarsi
in amore… Sei innamorato T.k; è normale avere certi
dubbi e paure… Ma non ci sono solo quelli… C’è
gioia, speranza… Fai solo ciò che senti… sarà
sempre la cosa giusta… >>
Takeru si sedette sul letto e si prese
la testa tra le mani.
<< Ho la testa che mi scoppia >>
<< Mi sembra ovvio! Non hai mai
studiato così tanto. All’inizio, pensavo che fossi
impazzito, ma poi ho scoperto che, dietro a quel comportamento da
secchione, c’era una lei, allora ho capito… >> ma,
dopo che il ragazzo finì il suo discorso, ricevette una
cuscinata in faccia, e, sbalordito, chiese spiegazione al fratello di
fronte a lui.
<< E questo per che cos’era?
>>
<< Niente di importante…
una piccola vendetta… >>
<< Per cosa? Non ti ho fatto
niente di male… >>
<< Ma se mi hai appena dato del
pazzo >>
<> poi continuò << …
Comunque non ti devi preoccupare… andrà bene domani…
sia con l’esame sia con lei… >>
<< Grazie, Matt… davvero…
>>
<< Niente che non si possa
ricambiare. Mi sei debitore adesso… Vedrò cosa posso
farti fare >> e, dicendo questo, il ragazzo era uscito dalla
stanza.
Rimasto solo, Takeru si sdraiò
sul letto.
-Basta studiare… L’esame è
domani; quel che è fatto è fatto… Quello che non
so, non posso recuperarlo in due ore… Devo dormire, se no mi
addormenterò davanti alla commissione… Quello sì
che sarebbe veramente da stupidi- quindi si girò su un fianco
e puntò lo sguardo dritto davanti a sé.
Poi chiuse gli occhi e, come da un paio
di mesi a quella parte, si ritrovò a pensare a Kari e, come al
solito, aveva sorriso senza un motivo ben preciso.
Ad interrompere i suoi pensieri, ci
pensò il suo cellulare… Infatti, si accorse che aveva
squillato… Qualcuno gli aveva mandato un messaggio…
Allungò la mano e lo prese dal
comodino per vedere subito chi fosse… Lesse sul display che
era arrivato un messaggio e premette il tasto invio per vedere chi
fosse il mittente…
Gli si aprì un sorriso sul volto
quando lesse che il mittente era Hikari…
“Ciao Take…
Spero che tu non stia dormendo…
Volevo solo augurati un “in bocca al lupo” per l’esame
di domani… So che ti sei impegnato molto in questo periodo e
sono molto orgogliosa di te… Sarò contenta in ogni
caso, comunque vada domani…
Quindi, cerca di stare tranquillo…
Lo so che sarà difficile esserlo, e so che, per quanto uno si
sforzi, non riuscirà mai a stare calmo… ma provaci…
Comunque, domani ci sarò… Non so se riuscirò ad
arrivare in tempo per l’inizio, ma posso assicurati che appena
finirai ed aprirai la porta per uscire, mi troverai lì…
Ci vediamo domani. Baci, Kari”
Takeru premette subito il pulsante per
rispondere al messaggio, ma, appena si trovò lo schermo bianco
in attesa che lui scrivesse qualcosa, non seppe cosa scrivere…
Non voleva apparire banale, ma neanche
così sofisticato… Pensò che scrivere un
messaggio non era mai stato così complicato… Alla fine,
ripensò alle parole di suo fratello, pronunciate qualche
minuto prima.
<< Fai solo ciò che
senti…sarà sempre la cosa giusta… >>
Così provò a
concentrarsi…
-Fa ciò che ti senti…
Scrivi ciò che ti senti…-
Poi si accorse che le parole vennero da
sole…
“Ciao Kari…
Non ti preoccupare, sono ancora
sveglio… è che sono troppo ansioso per domani e faccio
fatica ad addormentarmi… Comunque, “crepi il lupo”,
e speriamo che la mia buona stella mi porti fortuna domani… In
ogni caso, devo ringraziarti… Senza di te non penso che sarei
arrivato dove sono ora… molto lo devo a te… Grazie
anche per domani… So che ci sarai… e questo mi aiuterà
più di qualsiasi altra cosa…
Buona notte e sogni d’oro. Baci,
Take.”
E, senza pensarci più di tanto,
lo aveva inviato… Ormai quel che era fatto, era fatto…
Perciò cercò di addormentarsi, consapevole che sarebbe
stato un sonno agitato e poco tranquillo…
Il giorno dopo
Takeru non seppe a che ora si
addormentò la sera prima, ma, di sicuro, sapeva che ora era in
ritardo… maledettamente in ritardo!
La sveglia non aveva suonato e, anche
se l’avesse fatto, probabilmente lui l’aveva gettata a
terra per farla smettere… Solo dopo, infatti, si era reso
conto che quello non era un giorno come tutti gli altri…
Quindi, ora era lì in camera
sua, che si stava preparando in fretta e furia… e l’esame
si sarebbe svolto mezz’ora dopo…
Ce la poteva fare… Prese tutto
il necessario, senza dimenticarsi del fedele cappello che portava
sempre, prese le chiavi dello scooter, perché la macchina
l’aveva presa il fratello, e, dopo averlo accesso, sfrecciò
a tutta velocità per le vie di Tokyo… Si rese subito
conto che, se ci fosse stato un vigile nei dintorni, al suo ritorno a
casa, si sarebbe trovato non poche multe per eccesso di velocità
nella buca della posta, ma era irrilevante in quel momento...
Non sapeva come, ma riuscì ad
arrivare in tempo ed a trovare l’aula giusta… Quindi,
ora era lì in attesa che qualcuno uscisse da quella porta e
che gli dicesse di entrare…
Sentiva le mani sudate, quindi cercò
di asciugarsele sui pantaloni: l’ultima cosa che voleva era
fare una figuraccia quando stringeva le mani dei componenti della
commissione…
Si guardò intorno; il corridoio
era deserto, a parte lui ovviamente… Poi tornò a
guardare la porta che si stava aprendo.
<< È lei il signor…
>> e l’uomo si mise gli occhiali e guardò il
foglio che aveva tra le mani << … Takaishi? >>
<< Sì, sono io… >>
<< Bene. Si può
accomodare… Buona fortuna >> e, detto questo, si era
messo di lato per farlo passare.
Il ragazzo, di conseguenza, lanciò
un ultimo sguardo verso il corridoio, ma, non vedendo cosa, o meglio,
chi cercava, entrò nell’aula, richiudendosi la porta
alle spalle…
Neanche cinque minuti dopo, una ragazza
arrivò correndo davanti all’aula dove era appena entrato
il biondo.
<< Oh… è già
entrato… Cavolo! Pensavo di farcela… Vorrà dire
che lo aspetterò qui fuori >> e, detto questo, si era
seduta su una delle sedie che si trovavano nel corridoio…
Molti minuti dopo…
-Ma quanto ci mette? Sono passati già
45 minuti… Cosa diavolo gli stanno chiedendo?- si chiese un
ansiosa Hikari.
Ma la sua domanda trovò risposta
qualche minuto dopo, quando vide, con suo grande sollievo, la porta
della stanza aprirsi e Takeru uscire…
Durante l’esame, qualche
istante prima…
<< Bene, signor Takaishi…
vedo che si è impegnato… >> disse il professore
di storia dell’arte << … Vedo che ha seguito il
mio consiglio… Sinceramente sono un po’ sorpreso: non me
lo aspettavo… La signorina Yagami ha fatto un buon lavoro,
senza dubbio… >>
Takeru non riuscì a nascondere
un lieve rossore che si era impossessato del suo viso.
<< … Comunque, sono sicuro
che un bel 27 non glielo toglie nessuno… Forse lei aspirava a
qualcosa di più, ma rimane sempre un buon voto… >>
<< Non si preoccupi, professore…
per me va più che bene… Fino a due mesi fa, questa
materia la davo per persa… ma, adesso, sono contento che sia
finita in questo modo… La ringrazio per tutto… >>
<< Apprezzo le tue parole,
ragazzo… ma io non ho fatto niente di particolarmente
straordinario… Secondo me, è un’altra persona che
dovrebbe ringraziare… >>
<< Questo lo so anche io…
>> ed aveva sorriso sincero << … Posso andare? >>
chiese quindi impaziente il biondo.
<< Sì, certo >> e,
dopo avergli firmato il libretto, il professore lo lasciò
andare.
Takeru quindi raccolse le sue cose ed
usci dall’aula…
In corridoio…
Ora si trovava faccia a faccia con la
sua “maestrina”…
Non stava sorridendo: voleva tenerla un
po’ sulle spine e vedere quando poteva resistere prima di
scoppiare…
<< Allora? >> chiese lei.
<< Allora cosa? >> rispose
lui.
Stava cercando in tutti i modi di non
far trasparire alcuna emozione dal suo viso; stava cercando di
trattenere quel sorriso che voleva stamparsi sulla sua faccia.
<< Dai, Take… Non farmi
aspettare ancora… Come è andato l’esame? >>
<< Certe cose non cambiano mai,
Kari… >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Non cambiano… ma, per
fortuna, non è il mio caso… >>
Hikari lo aveva quindi guardato con
un’espressione interrogativa sul volto: non ci stava capendo
nulla ed il comportamento di Takeru non era per niente di aiuto.
<< Senti, T.k… se non me
lo dici tu, giuro che entro in quella stanza… >> e,
dicendo questo, aveva puntato il dito alle spalle del ragazzo <<
… e lo chiedo direttamente al professore >>
<< È andata… >>
<< È andata bene? >>
solo in quel momento la ragazza si era accorta del sorriso sul volto
di Takeru. Quindi, senza pensarci due volte, lo abbracciò,
issandosi sulle punte e avvolgendogli le braccia attorno al collo.
Takeru, in risposta, le cinse i fianchi
e la strinse a sé.
<< Oddio… sono contenta
per te! Lo sapevo che ce l’avresti fatta! >>
<< Se è andata bene, è
anche merito tuo… >>
<< Io? Io non ho fatto niente di
speciale… Ti ho solo assistito mentre studiavi…
Chiunque sarebbe stato in grado di farlo >>
<< Tu hai fatto molto di più
di ciò che pensi… Forse poteva assistermi chiunque, ma
non nel modo in cui lo hai fatto tu… andando contro tutto e
tutti… >>
Hikari si accorse di stare arrossendo,
quindi cercò di girare il viso altrove, ma T.k glielo prese e
tornò a guardarla negli occhi.
<< … Tu hai fatto davvero
tanto per me… Non so come posso sdebitarmi… Chiedimi
qualsiasi cosa e giuro che smuoverò mari e monti pur di
accontentarti e vedere ancora quel dolce sorriso che mi fa impazzire…
>> la ragazza non credeva a quelle parole.
Davvero il ragazzo dei suoi sogni le
stava dicendo quello? Se era un sogno, non voleva svegliarsi per
niente al mondo…
<< C’è una cosa che
vorrei veramente… >>
<< Davvero?... >> chiese
lui; la ragazza annuì silenziosamente << … Allora
dimmi che cos’è… >>
<< È che non so se tu lo
voglia proprio realizzare… >>
<< Perché? È una
cosa così brutta? >>
<< No… no… >>
<< Chiedimi tutto quello che
vuoi… >>
<< Un giro… >>
<< Un giro? Dove? In centro? >>
<< No… Un giro sul tuo
scooter… però, guido io… >>
<< Un giro sul mio scooter e
guidi tu? Stai scherzando, vero? >>
<< Ecco, lo sapevo… >>
e lo sguardo della ragazza si era intristito.
<< No… Che hai capito? Non
è che non te lo voglia far fare… è che pensavo
mi chiedessi qualcosa di diverso… Comunque adiamo: il giro si
fa adesso >> e, detto questo, le aveva preso la mano.
intrecciando le dita con le sue.
Quindi si erano avviati verso il
parcheggio.
Hikari, a quel gesto, sorrise…
Era stato così naturale prenderlo per mano, come se l’avesse
sempre fatto…
Comunque aveva ragione: voleva
chiedergli un’altra cosa, ma si vergognava troppo per farlo
veramente…
Non ci volle molto a raggiungere il
motorino.
<< Ecco qua… Questo è
il mio nuovissimo scooter… >> Kari rise: il senso
ironico di Takeru era una cosa meravigliosa per lei.
<< … Ne hai mai guidato
uno? >>
<< No >> perché
mentire si era chiesta lei.
<< Bene… Allora vorrà
dire che la prima lezione la farai con me dietro… e rimarremo
qui nel parcheggio… >> e, detto questo, salì
nella parte posteriore del veicolo << … Monta su, dai >>
quindi aveva battuto con la mano il sedile.
Hikari non se lo fece ripetere due
volte ed anche lei montò sopra.
<< Riesci a toccare per terra con
i piedi? >>
<< Con le punte >> rispose
lei.
<< Va bene, ho capito… lo
tengo io… Tu adesso metti i piedi su >>
La ragazza eseguiva tutto quello che le
diceva Takeru.
I due ragazzi erano così vicini…
Il biondo poteva sentire l’odore dei capelli di lei…
-Profumano di buono- si disse.
Quindi con le braccia tenne il volante;
anche lei era nella sua stessa posizione.
<< Allora… Adesso gira la
chiave, poi spingi questo pulsante qui… >> le disse,
indicandoglielo << … quindi dai un po’ di gas con
la manopola ,ok? >>
<< Capito… Adesso ci
provo… >> ma il primo risultato non fu positivo: il
motore, infatti, si era accesso, ma era morto praticamente alcuni
secondi dopo.
<< … Sono una frana…
>>
<< No che non lo sei. È
normale che non ci sei riuscita; mi hai detto tu stessa che è
la prima volta… Comunque, hai dato poco gas… Per questo
si è spento… Riprova, dai… >>
Alla ragazza si riaccesero le speranze,
e non solo quelle… Infatti, lo scooter si accese e non si
spense.
<< Brava! Ce l’hai fatta!
Adesso, piano piano, cerca d’avanzare un po’… >>
e, dicendo questo, il ragazzo aveva tolto le mani dal manubrio e le
aveva posate sui fianchi di lei.
Kari cominciò ad avanzare piano.
Non credeva che ci fosse riuscita.
<< … Sei portata per
questo… Non tutti sono capaci d’imparare così in
fretta… complimenti! >>
<< Sarà che ho un maestro
molto bravo… >>
<< Stai attenta che poi io mi
abituo ai complimenti… Ti toccherà farmene almeno due
al giorno >>
<< Non mi dispiacerebbe, infondo…
>> e, dicendo questo, aveva fermato il mezzo << …
Comunque, grazie per avermelo fatto provare >>
Il ragazzo, che intanto era sceso e si
era posizionato di fianco a lei, aveva cominciato a guardarla.
<< Non c’è problema…
quando vuoi… Sempre a tua disposizione, miss… >>
e, mentre pronunciava queste parole, le aveva strizzato l’occhio.
<< Sei troppo gentile… >>
<< Per te farei qualsiasi cosa…
>> e, dicendo questo, aveva avvicinato il volto al suo.
<< Attento perché potrei
farci l’abitudine, Take… >>
<< Io potrei abituarmi a fare
anche qualcos’altro… >> disse avvicinandosi sempre
di più << … Sei comoda sullo scooter? >>
<< Sì, lo so… Ma a
cosa potresti abituarti? >>
<< A questo… >> e,
senza dire altro, aveva appoggiato le labbra su quelle della ragazza.
Lei, in un primo momento, rimase
confusa, ma poi si lasciò trasportare da quel bacio,
avvolgendogli le braccia intorno al collo, e sentendo quelle di T.k
stringerle i fianchi.
Poco tempo dopo i due si divisero, ed
il ragazzo appoggiò la fronte su quella di lei. Fu lei però
a parlare per prima.
<< Era questo… >>
<< Cosa? >>
<< Era questo il mio desiderio…
Lo scooter era il secondo… >>
<< Bastava dirlo, miss…
Sarei stato più contento anche io… >> e, dicendo
questo, i due scoppiarono a ridere, scambiandosi qualche bacio tra
una risata e l’altra.
<< Ancora non mi hai detto il
punteggio dell’esame… >> chiese poi lei, mentre
giocava con le mani di T.k.
<< Beh… non è un
30… ma un 27 sì… >>
<< 27?! Cavoli 27 è un
buon voto! Volevi forse 30? >>
<< No no, 27 mi piace… È
che volevo 30, così che tu potevi essere fiera del tutto di
me… >>
<< Io sono fiera di te, Take…
>> e, dicendo questo, gli aveva preso il volto tra le mani <<
… E lo sarei ancora di più se adesso mi baciassi…
>>
<< Volentieri, miss… >>
e, detto questo, lui si era impossessato nuovamente delle labbra di
lei…
Poco più in là, stavano
tre persone ad osservarli…
<< Vedo che il ragazzo ci sa
fare… Sa come conquistare una donna… >> poi si
era rivolto all’uomo di fianco a lui << … Tutto
chiaro, quindi? Dobbiamo colpire lei per arrivare a lui >>
<< Cristallino, capo… Ma
quando? >>
<< Facciamoli stare insieme
ancora per un po’… Quando lui non potrà più
fare a meno di lei, colpiremo… >>
Dall’altra parte del parcheggio,
intanto, ad osservare i due ragazzi, c’era anche Daisuke…
-E così Hikari hai scelto lui…
Quel maledetto! La pagherà per tutto il male che mi stai
facendo provare per colpa sua!- e, mentre diceva questo, aveva
stretto i pugni…
Continua…
Note dell’autrice…
Per prima cosa volevo scusarmi per il
tremendo ritardo con il quale ho scritto questo capitolo, ma sono
stata impegnata da tante cose, ho letto eclipse (meraviglioso), il
lavoro che non mi da tregua (finalmente è arrivato lo
stipendio!!!) e anche altri impegni che non mi hanno fatto scrivere…
Spero che questo capitolo non vi abbia
deluso e abbia anche ricompensato l’attesa che si era venuta a
creare…mi lascio troppo prendere dalle scene Harmony…fosse
per me scriverei solo quelle…ma questa storia è fatta
anche di altro e tutti i nodi verranno al pettine…
Comunque per la gioia di soxy88 (almeno
spero) quando concluderò questa storia, ho intenzione di
scrivere una fan fiction su Roy & Riza (per chi non lo sapesse
due personaggi a dir poco meravigliosi di full metal alchemist), una
coppia fantastica di cui non mi stancherò mai di leggere…
Ma adesso passiamo ai
ringraziamenti…oltre a ringraziare tutti coloro che leggono la
mia storia, un particolare grazie alle, sarò ripetitiva, sante
che mi recensiscono….
HikariKanna: mi fa piacere che
il capitolo scorso ti sia piaciuto…secondo logica anche
questo, ma non do mai nulla per scontato…e se c’è
qualcosa che non va dimmelo pure, le critiche negativa fanno
crescere…sinceramente non lo so neanche io quanti capitoli
saranno…so solo che da quando mi ho iniziato mi sono fatta
prendere la mano…
Kary89: già come non si
fa ad adorare Tk e Kari…penso sia impossibile, e poi il ruolo
che ho dato a Take…mi piace, sembra che mi sto recensendo da
sola…non è normale, comunque grazie per avermi
recensito…devono chiarirsi ancora alcune cose, spero che
questo capitolo non ti abbia deluso…
Talpina Pensierosa: ecco il
capitolo, lascio giudicare a te…e intanto incrocio le dita….
§*sWeEt_DrEaMeR*§:
Tai sembra aver capito…purtroppo c’è ancora
qualcun altro che non si capacita della relazione dei nostri belli,
che sono dolcissimi, come proseguirà la storia? Per scoprirlo
continua a seguirla….
DarkSelene89Noemi:
in questo capitolo Matt si è
visto…lui sembra essere una sorta di cupido nella
storia…bisognerà trovargli la ragazza anche a lui, ma
forse la prescelta non vi farà felici…quindi mi
concentro bene su T.k e Kari…o meglio Take e Hika….
Ice_Princes:
non ho aggiornato proprio
prestissimo, ma spero che l’attesa sia stata ripagata, per
quanto riguarda Daisuke…beh se osa solo pensare di mettere i
bastoni tra le ruote a quei due, dovrà rispondere delle sue
azioni direttamente alla sottoscritta…mi sa allora che lo devo
già convocare…
Soxy88:
non importa se stavolta sei l’ultima, l’importante è
che recensisci…no dai scherzo, ti capisco perfettamente,
eclipse è divino, anche io vorrei descrivere scene come fa
Stephanie Mayers ma non credo che ne sarò mai capace,
purtroppo non raggiungerò mai quei livelli….peccato…
Ora T.k e Kari
erano una coppia… una coppia come quelle che si vedono i tutti quei film
romantici che Hikari costringeva Takeru
a guardare…
Ma proprio quelli erano i momenti che loro avevano classificato
come i “loro” momenti…
Era durante quegli attimi che riuscivano a dirsi tutto
quello che gli passava per la testa…
Era durante quei momenti che, al mondo, non esisteva
nient’altro che loro due…
Era durante quel tempo passato insieme che Takeru si accorgeva che Hikari
diventava sempre più importante per lui…
Era durante quegli attimi che Kari
capiva che ormai non poteva più fare a meno di T.k…
Le loro giornate passavano così, tra baci ed abbracci
scambiati frettolosamente tra una lezione e l’altra, attenti a non farsi
vedere da sguardi indiscreti e, la maggior parte delle volte, gelosi…
Sì, perché Hikari se ne era
accorta… Difficile non notarlo, d’altronde… Gli sguardi delle
ragazze che si posavano su di lei, mentre parlava con T.k,
erano sempre gli stessi… gelosi… Ma, infondo, non le importava
molto… Da quando stava con lui, infatti, non le importava più di
nulla di quello che pensavano gli altri…
Così, senza che neanche se ne accorsero, passarono i
giorni, le settimane ed, infine, i mesi…
Mese di Dicembre,
casa Takaishi
Takeru era sdraiato sul suo letto,
a pancia in su, con le lunghe gambe distese, i piedi incrociati e le braccia poggiate
dietro la testa, a mò di cuscino…
Aveva girato il volto verso la sua sinistra, dove vi era
posizionato il comodino… C’era una foto, dentro una cornice, su di
esso… Raffigurava una ragazza con i capelli castani, leggermente lunghi e
scalati, al fianco di un ragazzo biondo, decisamente più alto di
lei… Si abbracciavano e sorridevano… O meglio, cercavano di
rimanere seri mentre lui tentava, invano, di scattare una foto ad entrambi,
cercando d’inquadrare i soggetti…
T.k, quindi, ripensò subito
a quel giorno… Ci erano voluti cinque scatti prima che venisse una cosa decente…
Prima mancava lui, poi lei, troppo altra, troppo bassa… Ricordava ancora
le risate di Kari in quei momenti… e gli si
aprì un sorriso sul volto…
Ricordava quel giorno di quattro o cinque mesi prima…
Era ancora estate, e loro stavano andando al mare per poter passare una
giornata da soli… Senza fratelli impiccioni, cioè il suo, o
fratelli troppo gelosi, cioè quello di lei, tra i piedi… Fu in quel
giorno che capì che Hikari poteva essere
davvero la ragazza della sua vita, ma pensare a questo gli incuteva sempre lo
stesso timore… Stava succedendo tutto troppo in fretta, ed era tutto
troppo bello…
Grazie a lei, infatti, anche la sua famiglia sembrava
più unita… Sua madre sorrideva di più, probabilmente
perché aveva capito che lui era finalmente felice, e suo fratello
sembrava più presente di qualche tempo prima… Tutto questo, anche
se a molti poteva sembrare stupido o infantile, per lui era davvero
importante… Era felice così… e tutto grazie a quella
ragazza…
Capitava invece raramente che lui andasse a casa di Kari… Va bene che ormai suo fratello se ne era fatto
una ragione, ma c’era ancora molto da faticare prima di instaurare un
rapporto, come dire, civile tra loro due… Per questo, la maggior parte
delle volte, era lei che andava da lui… Sempre accompagnata ovviamente,
dato che T.k non si fidava per niente della brutta
gente che girava nel suo quartiere, e sempre lui la riaccompagnava a
casa… Spesso capitava che rimanevano in macchina, davanti casa di lei,
ben nascosti dagli occhi indagatori di Tai, abbracciati, a parlare del
più e del meno…
A loro piaceva un sacco parlare… Parlavano di tutto e
di niente… del passato, del presente ed, a volte, anche del futuro…
Già, il futuro… Takeru si chiedeva
spesso dove sarebbe stato lui, a quel punto della sua vita, se non avesse
incontrato la dolce Kari… Pensandoci sopra con
un po’ più di attenzione, arrivava alla conclusione che sarebbe stato
ancora visto da tutti come il ragazzo più scontroso del mondo… Non
che ora lo considerassero meglio, ma, in quel periodo, si era accorto che molti
sguardi che prima lo guardavano male, adesso erano cambiati: non erano certo
amichevoli, ma neanche l’opposto… Ed anche questo lo attribuiva a
lei… Tutto era perfetto, grazie a lei…
Però, sapeva che c’era ancora una cosa che
doveva fare… Era veramente difficile per lui, che non aveva mai ricevuto
così tanto affetto da una persona, però doveva… C’erano
due paroline, cinque lettere in tutto, che ancora non era riuscito a
dirle… Forse per la paura, o forse perché non ne era assolutamente
capace… Aveva tentato più e più volte, in realtà…
Aveva anche provato ad esercitarsi da solo, davanti allo specchio… Ma
quando lei gli appariva davanti, con quel suo dolce sorriso e i suoi grandi
occhi castani, sentiva che qualcosa gli si piazzava in gola e gli bloccava
tutte le parole… Però, dentro di lui, sapeva perfettamente cosa
provava per lei… il più bel sentimento che si può provare
per qualcun altro… eppure non era in grado di esprimerglielo…
Era ancora steso sul letto, con il viso rivolto alla loro
foto, perso nei suoi pensieri, quando, a scuoterlo da essi, ci pensò il
suono del suo cellulare… Quella suoneria gliel’aveva messa Kari… Lei diceva che era allegra… In ogni caso,
prese il telefonino in mano e guardò il numero sul display…
Era Hikari… Lui
l’aveva memorizzata semplicemente come Hika…
Non la fece aspettare ancora e rispose…
<<
Pronto >>
<<
Ciao, Take… >>
<<
Ciao, miss… Dimmi tutto >>
<< Come stai? È da ieri sera che non ci
sentiamo… Ora che le lezioni sono finite, ci vediamo meno… >>
<< Adesso che mi hai chiamato sto meglio… Se
vuoi ti vengo a prendere e passiamo un po’ di tempo insieme >>
<< Non mi tentare, T.k…
Potrei anche accettare >>
Il ragazzo, che intanto si era messo a sedere sul letto,
rispose
<< Dai… Casa mia è anche libera…
Guarda che arrivo >>
<< No… Anche se non ci sono lezioni,
c’è da studiare… quindi devo restare a casa… Però
mi mancavi… mi mancava la tua voce… >> e, Takeru
avrebbe potuto giurarci, Hikari era arrossita in quel
momento… Lei era fatta così: nonostante stessero insieme
già da un po’, in certi casi si imbarazzava comunque… e lui
adorava questo lato di lei…
<< Ehi, Take… Ci sei ancora? >>
<< Sì, scusami… Stavo pensando… >>
<< A che cosa, da non ascoltarmi? >> chiese lei,
fingendosi offesa.
<< Pensavo che mi manchi un sacco anche tu, e… e
non me ne importa nulla se devi studiare… Io arrivo immediatamente,
perciò a fra pochissimo… Ciao >> e, detto questo, aveva
chiuso la conversazione.
<< Takeru…? Take…?
Ma che fai?! Pronto?! >> la ragazza, quindi, non ricevendo alcuna risposta,
chiuse la conversazione a sua volta…
Intanto T.k aveva già messo
in moto la macchina…
Fuori si respirava l’aria del Natale ormai alle
porte… C’erano addobbi in qualsiasi negozio… anche il
più piccolino aveva le sue luci da mostrare… Per strada si
vedevano tutte le persone, avvolte nei loro cappotti pesanti, cercare per mare
e monti il regalo adatto per i propri cari… A lui piaceva pensare che
c’era il profumo di Natale nell’aria… e la neve sarebbe
caduta a giorni… Takeru era più felice
che mai…
Era ancora per strada: infatti, c’era molto traffico…
Tutti erano in giro per comprare regali… Per fortuna lui aveva già
provveduto, o meglio… mancava ancora una persona… la più
importante… Non voleva regalarle qualcosa di banale, infatti…
Voleva che fosse un regalo capace di farle ripensare a lui ogni volta che lo
rivedeva… a loro… a quello che li legava… Doveva fare in
fretta però… quel giorno, il Natale, si stava avvicinando sempre
di più…
I suoi pensieri furono improvvisamente interrotti da una
suonata di clacson che proveniva dalla vettura dietro la sua…
Risvegliatosi da essi, quindi, si accorse che il semaforo era diventato
verde… Pertanto ingranò la prima e ripartì, notando con la
coda dell’occhio gli auguri poco affettuosi dell’automobilista
dietro di lui…
<< E che cavolo! Siamo a Natale! Si rilassi! >>
disse infastidito, come se l’altro potesse sentirlo.
Dopo qualche minuto di strada, arrivò a destinazione.
Parcheggiò e scese dalla macchina, dirigendosi subito verso il portone
del palazzo di Hikari… Ma, appena fu lì
davanti, se la ritrovò di fronte…
<< E tu che ci fai qui? >>
<< Take… Mi hai detto che stavi arrivando, ricordi?
>>
<< Credevo mi aspettassi su >>
<< Su c’è Tai… meglio
evitare… Appena ha saputo che stavi arrivando, si è chiuso in
camera sbuffando… Così, per non farlo rimanere chiuso lì,
sono scesa io >>
<< Ma che brava sorellina… Però adesso
vieni qui, o prenderai freddo >> disse dunque lui, allargando le braccia
in modo che la ragazza vi si potesse accomodarvi. Lei non se lo fece di certo
ripetere due volte, immergendovisi di conseguenza…
<< Ancora freddo? >> chiese Takeru.
<< No, adesso sto molto meglio… Però non
possiamo mica rimanere tutto il tempo qui… Cosa facciamo? >>
<< Prendiamo la macchina e ce ne andiamo a bere
qualcosa di caldo… Ti va? >>
<< Qualsiasi cosa… basta che ci sei tu… >>
e, dicendo questo, si era alzata sulle punte ed aveva posato le sue labbra su
quelle del ragazzo, il quale la strinse ancora di più a sé,
mentre la condensa dei loro respiri si espandeva sopra le loro teste…
Non ci volle molto per arrivare a destinazione…
Il locale era sempre quello… quello dove si erano
incontrati la prima volta, molti mesi prima… Ed ora eccoli là,
prossimi al Natale…
<< Allora? Cosa mi hai regalato di bello? >>
chiese lui, accomodandosi in un tavolino libero.
<< Eh no, Take… Lo saprai quando te lo
darò… Non sta bene sapere i regali prima… >>
<< È che sono curioso… troppo
curioso… Dai, dammi qualche indizio… >>
<< Non te lo dirò mai >>
<< Si mangia? >>
<< No >>
<< È un oggetto? >>
<< Qualsiasi cosa è un oggetto… >>
<< Mh… Quant’è
grande? >>
<< Sai che sembri un bambino quando fai
così… Sei troppo insistente >>
<< Ok… come vuoi… finiamola qua… Dovrò
ancora aspettare tre giorni >>
<< Adesso cominciamo a ragionare >> concluse quindi
lei, abbassando lo sguardo sul menù portatole dal cameriere che aveva
rivolto un saluto anche a Takeru.
<< Allora… come va a casa? >> chiese poi lui.
<< Beh… sembra che la situazione si stia ristabilizzando
positivamente… Ormai ho ricominciato a parlare con tutti… Sembra
che abbiano realmente capito come stanno le cose… >>
<< E Daisuke? >>
<< Lui si fa vedere sempre meno a casa mia… e,
se viene, io non ci sono mai… Non riesco ancora ad affrontarlo… >>
<< Prima o poi dovrai chiarirti con lui… >>
<< Lo so… Ma, forse, gli devo dare il tempo
necessario a dimenticarmi… infondo, i suoi sentimenti erano
sinceri… >>
<< Se lo dici tu… >>
<< T.k… Io lo conosco
da una vita… se permetti, so come è fatto… e, se affermo
questo, vuol dire che è vero >>
<< Ok… Sta calma, però >>
Il discorso quindi terminò lì, anche
perché il cameriere aveva portato le ordinazioni dei due ragazzi…
due cioccolate calde con panna montata.
<< Dicevamo? >> riprese la parola il ragazzo.
<< Cosa farai il giorno di Natale, Take? >>
<< Beh… niente di che… Saremo io, Matt e
mia madre… Faremo un pranzo più lungo del solito, e poi apriremo i
regali… >>
<< Che ne dici se, a Natale, tu e la tua famiglia,
venite tutti da me? >>
<< Cosa?! Sei impazzita per caso? >>
<< No, dico sul serio… >>
<< Ti devo forse ricordare che tuo fratello mi odia? >>
<< Non è che ti odia… Semplicemente, non
gli sei troppo simpatico… >>
<< Non se ne parla… Rovinerei il vostro
Natale… E poi, conoscendo mio fratello, lui e Tai non andrebbero
d’accordo neanche se glielo chiedessi in ginocchio… >> disse quindi
lui, mentre prendeva un sorso della sua bevanda calda.
<< Questo non lo puoi dire per certo… Dai,
Take… che ti costa? Così mi farai contenta… >> ed Hikari aveva assunto la tipica espressione imbronciata che
si fa quando si vuole ottenere qualcosa…
<< Non è giusto che la metti su questo piano,
però… >> e, vedendo ancora che non cambiava espressione,
continuò << … Io non so dirti di no… Chiederò a
mia madre, ok? Però non ti assicuro niente… >>
<< Oh… grazie, Take! >> e, dicendo questo,
gli aveva buttato le braccia intorno al collo, baciandolo, mentre lo stringeva
forte a sé. Lui, quindi, le aveva circondato i fianchi con le braccia e
la teneva stretta.
Poi, dopo essersi ripresi da quel momento di passione, Kari si sedette di fianco a Takeru,
poggiandogli la testa sulla spalla ed intrecciando le dita con quelle della sua
mano destra; intanto T.k le aveva passato il braccio
libero intorno alle spalle, cominciando a giocherellare con i suoi capelli.
<< Kari? >>
<< Dimmi… >> rispose lei, alzando la testa
per guardarlo negli occhi.
Ed anche in quel momento Takeru
ebbe la conferma che Hikari era davvero la persona
più importante… la persona con la quale avrebbe voluto passare il
resto della sua vita…
<< C’è una cosa che ancora non sono
riuscito a dirti… >>
<< Cosa? >>
<< Beh… ecco… Non so come fare… >>
ed il ragazzo si era posizionato meglio di fronte a lei e le aveva preso le
mani tra le sue.
<< Tu… tu sei speciale… per me… e
io… >>
<< Ehi, Take… Non ce n’è
bisogno… Lo so… lo vedo ogni volta che mi guardi… lo sento
ogni volta che mi baci… lo so… C’è tempo…
abbiamo tantissimo tempo… Non preoccuparti se adesso non riesci ancora ad
esprimerlo come vorresti… So quello che provi, perché è lo
stesso che io provo per te… Arriverà quel momento… e
sarà indimenticabile… per entrambi… >> e, dicendo
questo, aveva avvicinato il volto al suo.
Takeru poteva vedere quanto era
perfetti i suoi occhi… Non aspettò oltre e la baciò…
Si sentiva felice perché sapeva che, con lei al suo fianco, avrebbe
potuto anche conquistare il mondo…
Per le strade di
Tokyo
<< Non lo troverò mai! >>
<< Dai, Tai… non
essere così pessimista… Vedrai che qualcosa lo trovi… >>
<< Mia sorella ha gusti strani… lo sai… Takaishi ne è l’esempio vivente… >>
<< Non ricominciare con questa storia! Non ora che
stai cominciando ad accettarla >>
<< Va bene… Se no, mando all’aria
settimane di “lavoro”… Piuttosto, Sora…
cerca di aiutarmi… Sei una delle sue migliori amiche… possibile che
non riesca ad aiutarmi a scegliere un regalo per Kari?
>>
<< A volte sai essere così noioso… Se ci
pensavi prima, evitavamo tutto questo… >>
Tra i due, quindi, cadde il silenzio… A Taichi non piaceva mai litigare con Sora,
figurarsi a due giorni dal Natale… Così la prese per mano e
l’avvicinò a sé… Lei aveva ancora il volto rivolto di
lato
<< E dai… scusa… non volevo… >>
disse poi con una faccia realmente dispiaciuta.
Non ricevendo però alcuna risposta dalla persona di
fronte a lui, cercò delle parole più adatte…
<< … Ehi… >> le disse, girandole il
viso con la mano << … Scusa, davvero… Non volevo
offenderti… Odio vederti arrabbiata, ed odio ancora di più il
fatto che sono stato io a farti arrabbiare… >> e le aveva dato un
bacio sul naso.
Sora, dal canto suo, non riuscendo
a resistere alla dolcezza di quel gesto, sorrise.
<< Per stavolta passi… ma solo perché
è Natale… >> e, dicendo questo, lo aveva preso per mano,
trascinandolo per le vie di Tokyo << … Adesso cerchiamo di trovare
qualcosa di adatto per tua sorella… E non sparare più le prime cavolate
che ti vengono in mente, ok? >>
<< Agli ordini, capo >> aveva risposto lui,
facendo il gesto che ogni militare fa ad un suo superiore.
Il Natale era davvero nell’aria… Lo si poteva
vedere ovunque… negli occhi dei bambini, sulle strade innevate…
nell’allegria che animava i volti di ciascun passante… C’erano
stati giorni grigi… questa era vero… ma, in quel periodo, in quei
giorni, il Natale aveva il potere d’annullare qualsiasi problema,
portando armonia, gioia ed amore in tutte le persone… anche quelle
più cupe…
Continua…
Note
dell’autrice:
Non so veramente cosa fare o cosa dire per farmi perdonare
del tremendo ritardo con cui ho postato questo capitolo… Scusate davvero!
Sappiate perdonarmi…
Spero vivamente che almeno il capitolo vi sia
piaciuto… Come sempre, aspetto i vostri giudizi, incrociando anche le
dita…
Purtroppo, il prossimo aggiornamento sarà a gennaio,
perché per Natale vado da i miei zii e lì sarà molto
difficile che possa trovarmi davanti ad un computer… Quindi scusatemi
anche per questo, ma prometto che, durante questo periodo, cercherò di
sviluppare bene la storia nella mia testa, sperando che al mio ritorno possa
scriverla senza perdere troppo tempo…
Vi faccio i più sinceri auguri di un felice Natale a
voi ed alle vostre famiglie, sperando che possiate passarlo nel migliore dei
modi…
Ma, adesso, passiamo ai singoli ringraziamenti:
Ice_Princes: Sono felice che l’attesa sia stata
ripagata e che il capitolo ti sia piaciuto. I cattivi, per ora, per fortuna,
hanno ben pensato di risparmiare al nostra coppietta… Speriamo che anche
il loro Natale sia così sereno… A presto, e grazie per la tua
recensione!
§*sWeEt_DrEaMeR*§: Sono felice che anche tu sia rimasta soddisfatta dal capitolo
precedente. Spero che anche questo non ti deluda… La parte delle multe mi
è venuta così, e sono felice che qualcuna l’abbia
notata… La trovo molto dolce… Ih ih!
Grazie per il tuo sostegno!
Talpina Pensierosa: Addirittura ottima scrittrice… Mi commuovo sempre quando mi fate
questi complimenti! Spero che questo capitolo non ti faccia cambiare
idea… Per i cattivi, per fortuna, ancora niente all’orizzonte, e la
tranquillità del Natale li ha resi ancora più carini quei
due… Speriamo in bene… Alla prossima!
soxy88:Alè… Qui volano
complimenti su complimenti… Addirittura nominare la Meyer
accanto al mio nome… Sono senza parole! Però, non esageriamo…
Per arrivare al suo livello, ne dovrò scrivere di storie… Ih ih! Sono felice che la scena dello scooter ti sia piaciuta,
e negli sms penso anche io che siano
carinissimi… Spero che in quest’anticipazione del Natale ti siano
piaciuti… Chissà se alla fine faranno un bel cenone tutti
insieme… Eh eh… Io lo so, ma non te lo
dico… Ih ih! Per Davis
dovrai aspettare, ma non credo che ti dispiacerà… E sì, lo
ammetto, Matt è proprio il personaggio
principale… Ih ih! Alla prossima, e grazie
anche per le tue continue revisioni dei capitoli! Te ne sono infinitamente
grata!
kari 89: Anche a te rinnovo i miei ringraziamenti per la pazienza che dimostrate
tutte nell’aspettare i miei aggiornamenti! Sono felice che il capitolo
precedente ti sia piaciuto… Ho notato che ha avuto molto successo, e
questo mi riempie di gioia! A presto!
DarkSelene89Noemi: Anche io sono contentissima del 27 di
Take… è stato proprio bravo! Ma, d’altronde, con Kari come maestrina, non poteva
andare diversamente… Eh eh… Per Yamato, dovrai aspettare ancora un po’ per
saperlo… Ih ih! Oggi sono proprio
dispettosa… Alla prossima!
DenaDena: I guai, per fortuna, non si sono ancora
presentati, ma non gioite troppo… Per quanto riguarda l’esame, vedo
che la pensiamo uguale… Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto… Al prossimo!
HikariKanna: Non ti posso assicurare che non li
farò soffrire troppo, però, per ora, la calma li assiste, e
possono essere felici insieme… Che carini che sono! Spero che anche qui
ti siano piaciuti. Alla prossima!
<< Ho detto che Hikari ha
invitato tutti noi… >> dicendo questo, aveva indicato sé
stesso, sua madre e suo fratello << … al pranzo di
Natale a casa sua >> concluse poi Takeru, sedendosi sul divano.
<< Cos’è? Uno
scherzo? >> domandò il fratello.
<< Perché dovrei
scherzare? Ci ha invitato seriamente… Mamma, tu che ne pensi?
>>
<< Beh… bisogna vedere se
la sua famiglia è d’accordo… Anche se non li
conosciamo, sarebbe un po’ maleducato non accettare l’invito,
però non capisco perché hanno invitato anche me e tuo
fratello… >>
<< Beh… se Kari me lo ha
chiesto, vuol dire che ai suoi sta bene… Allora, cosa faccio?
Le dico che ci andiamo? >>
La signora Takaishi quindi guardò
suo figlio maggiore, il quale la supplicava con gli occhi di non
accettare… Ma sapeva anche quando T.k tenesse a quella
ragazza, pertanto…
<< E va bene… Ma devi
assicurarmi che alla sua famiglia vada bene… >>
<< Assolutamente! Grazie,
mamma!>> e, dicendo questo, aveva abbracciato stretto la donna,
per correre in camera sua a chiamare la ragazza…
<< Perché hai detto sì?
>>
<< Ma non lo vedi, Matt?
Possibile che tu sia così cieco da non accorgertene? >>
<< Cosa dovrei notare? >>
<< Tuo fratello… di come è
cambiato da quando ha incontrato quella ragazza… >>
<< Non capisco dove vuoi andare a
parare… >>
<< Sbaglio o Takeru, la maggior
parte delle volte che tornava a casa, era pieno di graffi o lividi…
Sbaglio o prima sorrideva sì e no una volta al mese…
Sbaglio o usciva solo per andare a all’università o per
lavorare… >>
Matt ascoltava in silenzio il discorso
di sua madre.
<< … Da quando l’ha
conosciuta, è cambiato… Non attacca più briga
con nessuno, e sorride… Ricordi l’ultima volta che
Takeru aveva quell’espressione di serenità e contentezza
sul volto? >>
<< Ultimamente no di certo…
>>
<< Te lo dico io, figlio mio,
l’ultima volta che il nostro T.k ha sorriso così, lo ha
fatto quando era in vita vostro padre… Adesso che sta con
questa ragazza, mi sembra che sia tornato il Takeru spensierato e
felice di un tempo… Quindi, se per T.k questo invito è
importante, allora noi ci andremo… Non farei mai nulla che
possa impedire la felicità dei miei figli… >>
<< Infondo hai ragione mamma…
Si è innamorato, e noi dobbiamo assecondarlo… Infondo,
da quel che ne so, Hikari è una brava ragazza… Lo sai
che quando esce con lei, Takeru si mette anche il profumo? >>
<< Non mi dire? >> ed
entrambi erano scoppiati a ridere liberamente.
<< Matt? >>
<< Dimmi mamma… >>
<< Secondo te dovrei portare
qualcosa al pranzo? Che ne so… qualcosa preparato da me? >>
<< Boh… Cosa vuoi che ne
sappia io? >>
<< Sei di aiuto… Però
mi sembra maleducato portare del cibo… Può sembrare che
non mi piacciano le cose che cucineranno loro… Vorrà
dire che opterò per una bella pianta, che è sempre la
scelta più appropriata… >>
<< Giusto, mà… E
poi tu te ne intendi tantissimo… hai il pollice verde >>
e, dicendo questo, aveva alzato il pollice verso sua madre.
<< Certo che, a volte, sei
davvero infantile, Matt… >> disse infine la madre,
scuotendo la testa e dirigendosi verso la cucina per preparare il
pranzo…
Stesso giorno… casa Yagami
Toc... toc...
<< Sì? Chi è? >>
chiese Tai.
<< Sono io, Kari... Posso entrare
un attimo? >>
<< Sì, entra pure >>
rispose il fratello, che intanto si era seduto sul letto.
Hikari aprì lentamente la porta
ed indirizzò il suo sguardo verso Taichi.
<< Avevi bisogno di parlarmi? >>
chiese lui.
<< Non è che verresti un
attimo in sala… Avrei una cosa importante da dire a te, mamma
e papà… >>
Il ragazzo si meravigliò
dell'espressione seria che sua sorella aveva in quel momento…
<< Va bene, dammi un secondo…
>>
<< Ok, ti aspetto di là…
>> e, così dicendo, la ragazza era uscita dalla stanza,
chiudendosi la porta alle spalle...
Qualche minuto dopo, Taichi si presentò
in sala...
<< Allora? Cosa ci devi dire di
tanto importante da farci riunire tutti qui? >>
<< Beh… è successa
una cosa l'altro giorno... >>
<< Oh mio Dio... sei incinta! Lo
sapevo che di quel Takeru non c'era da fidarsi... Ma adesso mi
sente... Dove abita? Così li vado a spaccare la faccia una
volta per tutte! >> e, detto questo, il ragazzo di alzò,
dirigendosi verso l'uscita.
<< Tai! Ma che cavolo dici?! Non
sono incinta, e tu non spaccherai la faccia proprio a nessuno! Adesso
torni a sederti e senti cosa ho da dirti... >> e lo aveva preso
per il braccio, facendolo sedere nuovamente sul divano.
<< … Adesso gradirei che
mi ascoltaste con attenzione... >>
<< Va bene, cara... ti
ascoltiamo, dai… >> a parlare stavolta era stata sua
madre.
<>
una caratteristica di Kari era che, quando parlava ed era nervosa,
cominciava a gesticolare << … Allora… l'altro
giorno, sono uscita con Takeru… >>
<< E c'è bisogno di farlo
sapere a tutti? Se non me lo dicevi stavo meglio... >> disse
Tai.
<< Tai, giuro che se non taci, ti
strozzo... Se solo mi facessi finire di parlare, arriverei al dunque
senza perdere troppo tempo… >>
<< Va bene… Continua... >>
aveva detto il fratello, accompagnando le parole con un gesto della
mano.
<< Allora… dicevo che,
l'altro giorno, sono uscita con Takeru, e, parlando del più e
del meno, è saltato fuori cosa faremo il giorno di Natale...
>>
<< E... >> l'aveva
incoraggiata suo padre.
<< E mi è saltato in mente
di invitarlo… >> aveva quindi detto la ragazza, tutto di
un fiato.
<< Chi? >>
<< Takeru >>
<< Dove? >>
<< Qui, a casa nostra >>
<< Quando? >>
<< Il giorno di Natale >>
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No, Tai... non sto
scherzando... >> aveva concluso lei, gettandosi sul divano,
attendendo la risposta dai suoi famigliari.
<< Non se ne parla assolutamente!
>>
<< Tai… non sta a te
decidere… >> lo aveva però zittito sua madre, che
poi continuò << … Kari, hai invitato solo lui? >>
<< No… in realtà,
anche la sua famiglia... che poi sono sua madre e suo fratello... che
ha la stessa età di Tai... Potrebbero anche andare d'accordo…
>>
<< Ne dubito... >> disse
Taichi.
<< Lascia perdere cosa dice tuo
fratello... Senti, Hikari… davvero ci tieni molto che Takeru
sia con noi quel giorno? >>
Kari era arrossita a quella domanda;
certo che ci teneva, però l’ammetterlo così
apertamente davanti ai suoi genitori la metteva a disagio...
<< Sì, ci tengo molto...
>>
<< Questo ti renderebbe felice,
giusto? >>
<< Sì… >>
<< Allora, va bene... Saranno i
benvenuti in questa casa >>
<< Oh, grazie mamma! Ti adoro! >>
e, dicendo questo, l'aveva stretta in un abbraccio ultra – mega
affettusoso.
<< Tranquilla... Se così
sarai felice, più che volentieri... >> e l'aveva stretta
a sua volta.
<< E la mia opinione non conta?
>>
<< Oh, Tai, smettila... Lo
sappiamo tutti che, se tua sorella è felice, lo sei anche
tu... quindi piantala… >>
Ed il ragazzo si era alzato sbuffando,
per poi dirigersi verso la sua stanza. Solo quando fu di spalle, in
modo che gli altri non potessero vederlo, sorrise...
-Se sei davvero felice, sorellina... se
lui ti rende davvero felice... sarà più che accetto in
questa casa quel giorno...- e si rintanò nuovamente nella sua
stanza....
Hikari si rifugiò in camera a
sua volta, e si gettò sul letto...
Stava veramente accadendo tutto questo
a lei? Sì… e stava vivendo il momento più bello
della sua vita...
Guardò la foto sul comodino…
Ne aveva una uguale Takeru, in camera sua...
I suoi pensieri vennero però
interrotti dal suono del suo cellulare...
<< Pronto? >>
<< Ehi, Kari… Sono io,
T.k… >>
<< Ciao! Stavo proprio pensando a
te... >>
<< Dai... davvero? Speriamo che
siano pensieri positivi... >>
<< Non potrebbero mai essere il
contrario… Sai, volevo dirti una cosa… ma prima parla
tu… Perchè mi hai chiamato? >>
<< Beh… riguarda il pranzo
di Natale... Beh… ne ho parlato con mia madre e mio
fratello... >>
<< Il verdetto? >>
<< Sono d'accordo… Anche
se, probabilmente, si sentiranno un po' in imbarazzo... >> <<
Oh, mi hai dato una notizia meravigliosa! >>
<< Mi fa piacere... E tu, invece…
cosa dovevi dirmi? >>
<< Beh… volevo dirti che
oggi non possiamo vederci... Quindi ci vediamo domani… cioè
la vigilia... >>
<< E perchè non possiamo
vederci? >>
<< Oh, devo scambiare i regali
con gli amici… Ti annoieresti soltanto... >>
<< Ok... va bene... Però,
domani sera ti chiamo e mi dici cosa hai ricevuto, ok? >>
<< Ovviamente! Adesso vado... Ci
sentiamo domani... >>
<< Sì... ciao... >>
Hikari aveva così chiuso la
conversazione con il ragazzo...
Quindi guardò l'orologio…
erano le 16.30... Doveva ancora finire di comprare i regali di
Natale... soprattutto le mancava quello per Takeru...
Casa Takaishi
<< Mamma, io esco…
torno per cena >>
<< Ma dove stai andando? >>
<< Devo comprare ancora dei
regali di Natale... perciò ci metterò un po' di
tempo... A dopo >> e, senza aspettare la risposta di sua madre,
il biondo uscì di casa...
Takeru camminava per le vie del centro
della città, in cerca del regalo di Natale più adatto
per Hikari... Non aveva mai fatto un regalo ad una ragazza come lei,
quindi non aveva idea di cosa potesse regalarle... Guardava ogni
vetrina, ma tutte le cose che vedeva gli sembravano regali stupidi o
infantili... o comunque inadatti a lei... Aveva pensato ad un
peluche, ma, nelle poche volte che era entrato in camera di Kari, ne
aveva visti due o tre, segno che non le piacevano più di
tanto... Aveva pensato ad un cd, o un dvd, ma aveva scartato l'idea
perchè non sarebbero stati dei veri regali... Lui voleva
regalarle qualcosa di unico... qualcosa che parlasse di loro...
Ancora perso nei suoi pensieri, si
fermò davanti ad una vetrina, che poi riconobbe come quella di
una gioielleria... In quel momento gli arrivò l'illuminazione
ed entrò...
Appena aprì la porta, si udì
il solito tintinnio dei campanelli in cima alle porte, tipico della
maggior parte dei negozi...
<< Buona sera... Posso esserle
utile? >> chiese una signora un po' in là con l'età
ed abbastanza in carne
<< Sì, vorrei sapere se
qui vengono fatti braccialetti su richiesta... >>
<< Che genere di braccialetti? >>
<< Beh... non sono proprio un
esperto... Comunque, ne vorrei uno d'argento con la targhetta >>
<< Posso chiederle se il regalo è
indirizzato ad una lei? >>
Takeru, a quelle parole, arrossì
di colpo.
<< Sì, è per una
lei… >> rispose poi, abbassando lo sguardo e puntandolo
verso il bancone.
<< Sa, glielo chiedo perchè
i bracciali si distinguono... Quelli per gli uomini sono leggermente
diversi... quelli per le ragazze sono più fini... >>
<< Un braccialetto fine è
proprio quello che mi serve... Posso chiederle una cosa? >>
<< Certo >> rispose la
donna, mentre prendeva alcuni bracciali da far vedere al ragazzo.
<< Sulla targhetta è
possibile incidere qualche parola o un piccola frase? >>
<< Sì, si può
fare... Certo, non deve essere un poema... se no, non ci sta... >>
ed aveva sorriso; poi continuò << … Allora, quale
preferisce? >>
Il ragazzo guardò gli esemplari
di gioielli davanti a lui... Certo erano tutti belli, ma quale
sarebbe stato quello adatto a Hikari? Li studiò ad uno ad
uno... Erano tutti belli senza dubbio, ma uno in particolare attirò
la sua attenzione... Non era particolarmente strano, però era
perfetto... perchè era semplice... semplice come Kari...
semplice e fine...
Il ragazzo allora lo prese in mano e si
rivolse alla commessa...
<< Prendo questo >> e
glielo porse.
<< Ottima scelta… Questo
argento è molto particolare... Ha già deciso la frase
che dobbiamo inciderci sopra? >>
<< No… veramente no…
>>
<< Allora facciamo così...
mentre vado a metterlo nelle ordinazioni, ci pensa e me la scrive su
questo bigliettino... e noi gliela incideremo, ok? >>
<< Va bene >> e, detto
questo, la signora era sparita dietro la tenda che divideva il
negozio dal retro.
Takeru, rimasto solo, cominciò a
pensare a qualche frase che non fosse né troppo smielata, né
poco romantica...
-È più difficile di
quello che sembra... Cosa potrei scrivere per non apparire uno
stupido? Oh, Dio... non ne ho idea... Pensa Takeru... pensa…-
Intanto era tornata la commessa.
<< Allora, hai deciso? >>
<< Mh… Veramente, non
riesco a trovare le parole giuste… >>
<< Non esistono parole adatte…
Quelle dette con sincerità ed amore, sono le parole giuste…
Non importa se non sono all’altezza del maggior poeta
esistente… Se sono dette col cuore, valgono più di
mille odi… >>
Takeru, quindi, seppe subito cosa
scrivere… qualcosa di cui solo loro due potevano capirne il
vero significato…
<< Ecco… fatto… >>
disse un sorridente T.k. porgendo il bigliettino alla signora.
<< Ok >>
<< Quando sarà pronto il
tutto? >>
<< Passa pure domani pomeriggio…
Sarà sicuramente pronto >>
<< Ok… Grazie di tutto >>
<< Ma figurati >>
Ed il ragazzo uscì dal negozio,
per poi avviarsi verso casa…
Vigilia di Natale – pomeriggio
Hikari era sdraiata sul divano,
cercando qualcosa d’interessante in televisione… Erano
le sei del pomeriggio, e, quella stessa sera, si sarebbe svolto il
cenone della Vigilia insieme a tutti i suoi parenti, alcuni dei quali
non vedeva dal Natale dell’anno precedente…
Ma a lei non interessava rivedere loro…
Se è per questo, non le interessava neanche il cenone…
Ciò che sarebbe accaduto dopo, verso mezzanotte, quello le
interessava… Takeru, infatti, sarebbe andato da lei e si
sarebbero scambiati i regali… Al solo pensiero si sentiva
tutta elettrizzata… Era il primo Natale che passava insieme ad
una persona così importante, come era diventato T.k da qualche
mese a questa parte… A volte si dava anche della stupida da
sola perché, di punto in bianco, se pensava a lui si ritrovava
a sorridere senza un motivo preciso... Però, non le dispiaceva
per niente…
Vigilia di Natale – sera
Troppi… erano decisamente
troppi… E ce n’erano di qualsiasi tipo: alto, magro,
grasso, basso, vecchio, giovane… Alcuni non se li ricordava
neanche… Hikari sapeva solo che, quella sera, c’erano
troppe persone intorno a lei… Ma, quella che voleva veramente
vicino, non c’era…
Guardò l’orologio…
segnava le 23.30… Ancora mezz’ora e lui sarebbe
arrivato…
Impaziente, si decise ad aspettare
nella sua stanza… anche perché doveva ancora
impacchettare il regalo di Natale per Takeru… Aveva girato
tutti i negozi per trovare un oggetto che fosse veramente
significativo per entrambi… più per lui… Così
aveva scelto una cosa fatta da lei… anche se non era
preziosissima, sapeva che a T.k sarebbe piaciuta tantissimo…
Così cercò la carta per il regalo… ne prese una
qualsiasi… c’erano raffigurati dei Bacco Natale…
sembrava molto infantile…. per Take sarebbe andata bene, dati
che, a volte, si imbronciava proprio come un bambino… Sorrise
a quel pensiero… Pensando a Takeru, sorrideva sempre: era più
forte di lei…
Appena finì di impacchettare il
regalo, il solito suono del cellulare la colse… Guardò
l’orologio nuovamente… 00.00…
-Puntuale come sempre, Take…-
prese il cellulare e lesse il messaggio…
“Ciao Miss…
Sono appena arrivato sotto casa tua…
Appena concludi il tutto sai dove trovarmi… Non ti
preoccupare, fai pure con calma… Tanto io non mi muovo di qua…
A tra poco… Baci, Take…”
-Ma cosa vuoi che m’importi
d’aver finito? È tutta la sera che sto con loro…-
pensò la ragazza - … Il tempo di sistemarmi e arrivo-
continuò poi, come se lui potesse sentirla.
Pochi minuti dopo, quindi, Kari era già
pronta per uscire… Prese il regalo e s’avviò
verso l’uscita. Ma prima, avvisò i suoi genitori.
<< Mamma >> cercò
di prenderla in disparte.
<< Dimmi, cara >>
<< È appena arrivato T.k…
Io vado giù… Rientro tra un po’, ok? >>
<< Va bene… Però
non fare tardi >>
<< Ok… ciao >>
furono queste le ultime parole di Hikari, prima che indossasse il
cappotto e scendesse le scale…
Non ci mise molto ad arrivare al
portone… Lo aprì ed uscì… Venne subito
accolta dall'aria gelida che c'era in quel periodo… Si poteva
vedere ancora la neve sugli alberi, non ancora scioltasi per il
freddo che incalzava quelle notti… Ma, a riscaldarla, ci
pensarono due forti braccia che l'avvolsero da dietro... Lei, a quel
contatto, chiuse gli occhi...
<< Ti sono mancato? >>
chiese lui, baciandole la tempia.
<< Non sai quanto... >>
rispose lei, voltandosi verso di lui e baciandolo leggermente sulle
labbra... Lui, a quel contatto, la strinse ancora di più a
sé...
<< Allora, passata bene la
serata? >>
<< Beh... diciamo di sì...
Anche se c'erano troppe persone a casa mia >>
<< Dai, che sarà mai?
Infondo, è per un solo giorno all'anno... >> disse
Takeru, che poi continuò << … Piuttosto, domani a
che ora da te? >>
<< Puoi venire verso l'una...
Penso che saremo pronti... Non vedo l'ora! >> concluse lei
abbracciandolo.
<< Ok... Però, adesso, c'è
una cosa che devo consegnarti… >> e, mentre pronunciava
queste parole, aveva infilato una mano in tasca, estraendone una
scatolina rettangolare impacchettata << … Forse non è
il regalo più bello del mondo... forse è anche
scontato… ma ti assicuro che è unico... proprio come
te... Buon Natale!>> ed aveva teso il braccio.
Kari guardò la mano del ragazzo…
Era già commossa per le parole che aveva detto, figurarsi cosa
sarebbe successo una volta aperta quella piccola scatolina
rettangolare… Con le mani che le tremavano, afferrò il
regalo e lo aprì lentamente… Con sua grandissima
sorpresa, vide che era un bracciale d’argento e che, in mezzo,
aveva una targhetta… Cercò di leggerla, e, quando lo
fece, non riuscì a trattenere le lacrime…
<< Io e
te…noi…non c’è niente di più VERO…
Take >>
Hikari pianse, ma le sue erano lacrime
di gioia… Nessuno le aveva mai detto quelle splendide parole…
Le batteva forte il cuore… Quel ragazzo le faceva provare le
sensazione più belle al mondo… Sentiva che lui…
lui era quello giusto, indipendentemente da quello che avrebbe detto
la gente…
<< Spero che il tuo pianto sia di
gioia… >> disse lui, per rompere il silenzio che si era
venuto a creare.
<< Take… è
splendido… Non ho parole… davvero… >> e,
detto questo, si alzò sulle punte e lo baciò.
Dopo quegli attimi, fu lei a parlare…
<< Anche io ti devo dare una
cosa, che però non sarà mai all’altezza del tuo
regalo… >>
<< Qualsiasi cosa riceverò
da te, sarà meravigliosa… >>
Lei arrossì… Stava
vivendo il Natale più bello della sua vita…
<< Ecco… come sai, a me
piace fare foto… >> << Oh, l’ho notato…
Appena hai qualche buona occasione, prendi la camera e click…
>> ed aveva accompagnato le parole con i gesti, mimando di
scattarle una fotografia.
<< Beh… che ci vuoi fare…
Comunque, in questo regalo ho voluto racchiudere tutto quello che
siamo stati, siamo e spero che saremo anche in futuro… >>
e, dicendo questo, gli aveva dato il pacchetto…
Takeru lo prese tra le mani e lo
scartò… Si trattava di un dvd… come copertina
aveva una loro fotografia…
<< È un filmato dove sono
raccolti i nostri momenti più belli... Spero che ti piaccia…
>>
<< Nessuno mi ha mai fatto un
regalo così… Però dobbiamo guardarlo insieme…
Senza di te, non avrebbe senso… Tutto non avrebbe senso, per
me, se non ci fossi tu… >> e, detto questo, lui la baciò
nuovamente…
E passarono quel poco tempo così,
abbracciati e felici di aver passato una vigilia memorabile…
Il giorno di Natale
<< Nervoso? >> chiese una
voce alle spalle di Takeru.
<< Oh Dio! Matt, mi hai fatto
prendere un colpo! >>
<< Ok… nervoso… >>
<< No… non lo sono…
>> ed aveva ripreso a litigare con la cravatta, che non voleva
proprio mettersi a posto.
Matt lo studiò per un attimo…
Era cresciuto suo fratello… non era più quel bambino
biondo che piangeva per ogni stupidaggine… ormai era diventato
grande… un uomo… ed aveva persino trovato la ragazza…
prima di lui…
<< Stai tranquillo, T.k… è
solo un pranzo… >> e, dicendo questo, gli aveva poggiato
la mano sulla spalla << … Dovremmo essere più
nervosi io e la mamma, visto che non conosciamo nessuno, a parte
Kari, ovviamente… >>
<< Io spero solo che vada bene…
e che non succedano casini… >>
<< Non succederanno, non
preoccuparti… >> e guardò l’orologio <<
… pronto? >>
<< Pronto >>
<< Ok, andiamo >>
Il tragitto verso casa Yagami fu breve…
D’altronde per le strade della città c’erano poche
persone, dato che erano tutti a casa dei loro famigliari a gustarsi
il pranzo di Natale…
Arrivarono e parcheggiarono… Si
diressero verso il portone della famiglia…
-Devo stare calmo!...- continuava a
pensare Takeru -… Arriviamo, salutiamo, mangiamo, parliamo e
poi dritti a casa… sperando che i casini stiano a casa loro,
almeno oggi…-
Dopo aver suonato, presero l’ascensore,
diretti al settimo piano… Una ragazza sorridente li accolse…
<< Salve! Tanti auguri!!! Prego
accomodatevi… >>
<< Ciao, Sora… Anche tu
qua? >>
<< Sì… sai, Tai ci
teneva che fossi qui… >>
Quindi si diressero in salotto, dove
era stata apparecchiata la tavola in maniera del tutto eccezionale…
Predominavano i colori blu e argento…
<< Salve… Lei deve essere
la madre di Takeru… Piacere, io sono quella di Kari… >>
<< Piacere mio… Innanzi
tutto, la ringrazio dell’invito… e, questo è per
lei… >> e le aveva dato la pianta di Natale…
<< Ma non doveva…
Comunque, la ringrazio… Venga con me che le troviamo un posto…
>> e le due se ne andarono nell’altra stanza.
<< Bene… la mamma è
già a suo agio… >> disse Matt.
<< Già… Comunque,
Matt, lei è Sora… >> gli aveva detto T.k.,
indicandola << … Una delle migliori amiche di Kari…
E… Sora, questo è mio fratello Matt… >>
<< Piacere di conoscerti, Sora >>
disse Matt, stringendo la mano della ragazza.
<< Piacere mio… >>
rispose lei.
<< È un piacere anche per
me… >> si intromise una terza voce; i ragazzi si
voltarono << … Io sono Taichi… fratello di Hikari
e fidanzato di Sora >> tutti erano sicuro che Tai avesse
calcato apposto la parola fidanzato…
<< Oh… piacere >>
rispose Matt.
-Questo è quello che non
stravede per T.k… Bene… cominciamo bene… Ora
crede che ci voglia provare con la sua ragazza…-
<< Ciao, Takeru >> si
rivolse Tai al ragazzo.
<< Ciao… >> rispose
lui…
C’era tensione in quelle poche
parole… questo lo avevano notato tutti… Però a
rompere quel gelo ci pensò Hikari…
<< Buon giorno a tutti >> i
ragazzi si voltarono e Takeru rimase senza parole… Era
bellissima…
La ragazza si avvicinò a lui e,
quest’ultimo aveva notato il bracciale della sera precedente,
sorridendole subito.
<< Vedo che ci siamo presentati
tutti… Però adesso andiamo a mangiare… Sto
morendo di fame… >> e, detto questo, aveva preso Takeru
per il polso ed andò a cercare il posto.
<< Tu ti siedi di fianco a me…
>> sussurrò poi al ragazzo.
<< Ai tuoi ordini, miss…
>> aveva quindi risposto lui.
Tutti presero posto, ed iniziarono a
mangiare…
Pranzarono, parlando del più e
del meno, ricordando soprattutto i bei ricordi che dimoravano nelle
menti di ciascuno…
Sembravano davvero una grande famiglia…
Certo bisognava ancora conoscersi, capirsi ed accettarsi… ma
già erano sulla buona strada…
Perché Tai vedeva che sua
sorella era felice con Takeru accanto… perché Sora
aveva capito che sarebbe andato tutto bene… perché Matt
vedeva che le cose finalmente stavano andando per il verso giusto per
la sua famiglia, che aveva trovato l’armonia persa da tempo…
perché Hikari, mentre stringeva la mano di T.k sotto al
tavolo, pensava che niente sarebbe potuto andare male quel giorno,
con Takeru al suo fianco… e perché a Takeru si riempiva
il cuore di gioia vedendo il sorriso sereno della sua dolce Hikari,
aprirsi a ogni parola del fratello…
Lui e Kari, però, erano del
tutto ignari che la loro felicità poteva compromettersi da un
momento all’altro…
Continua…
Note dell’autrice:
Non so davvero che parole usare per
chiedere scusa del mio enorme ritardo… Purtroppo, mi è
mancato il tempo materiale per scrivere… Spero, come sempre,
che sappiate perdonarmi…
Passiamo al capitolo…
Lo so, Natale è passato…
sono arrivata in ritardo… Però questo capitolo è
essenziale… Ci voleva…
Per quanto riguarda la frase che Takeru
fa incidere sul braccialetto di Kari, può sembrare che non
abbia un senso, ma, fidatevi, ce l’ha eccome… e lo
scopriremo più avanti…
"Eravamo
insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato."
Walt
Whitman
Erano passati alcune settimane da
quelle feste natalizie… L’inverno era sempre più
rigido e la vita aveva ripreso il ritmo di sempre…
Le lezioni all’università,
infatti, erano riprese normalmente e, con esse, anche lo stress che
aveva abbandonato i due per tutte le vacanze di Natale.
Come ogni mattina, Takeru aspettava
Hikari al bar dell’università; era seduto in uno di quei
tavoli posti all’angolo della sala, su un divanetto, e stava
sfogliando il libro di filosofia… la prima lezione della
giornata sarebbe stata proprio di quella materia, ma non aveva
nemmeno aperto il libro durante le vacanze… Voleva almeno
ricordarsi dove erano rimasti prima d’interrompere le lezioni…
I suoi pensieri, però, vennero
interrotti dal suono della campanella, posta sopra la porta…
Questo, infatti, significava che era appena entrato qualcuno…
T.k alzò lo sguardo dai libri e,
come aveva immaginato, incrociò gli occhi castani di Hikari.
La ragazza raggiunse velocemente il
tavolo dove era seduto il suo ragazzo… Appena arrivò,
si tolse sciarpa e guanti e si sedette di fronte a lui…
<< Buongiorno T.k. >>
<< Giorno anche a te… >>
rispose lui, per poi sporsi sul tavolo e darle un leggero bacio.
Risedendosi, quindi, continuò << … Allora, pronta
per il rientro? >>
<< Per niente… Volevo che
le vacanze non finissero mai… >> Takeru sorrise a
quell’affermazione… Infondo, anche lui era molto
dispiaciuto che i giorni spensierati erano finiti così presto
<< … Ti va di ordinare
qualcosa? >>
<< Sì… Fuori si
gela ed ho proprio bisogno di qualcosa di caldo per riscaldarmi >>
così i due ragazzi chiamarono il cameriere e fecero le loro
ordinazioni…
<< Ehi, Take… >>
ruppe poi il silenzio Kari.
<< Sì, dimmi… >>
rispose lui, alzando gli occhi dalla tazza di caffè che aveva
davanti.
<< Ieri ho incontrato Daisuke…
>>
Non seppe perché, ma qualcosa
diceva a Takeru che c’era dell’altro oltre a quello... <<
Ok >>
<< Mi ha chiesto di vederci…
Dice che deve parlarmi… >>
<< Kari… non ti
preoccupare… Non devi giustificarti… è un tuo
amico, nonostante tutto… Non posso vietarti di vederlo o
volergli bene… Anche se, forse, non se lo merita il tuo
affetto… >> quel discorso aveva preso una piega che non
gli piaceva per niente…
<< Sei arrabbiato? >>
<< No… non ti preoccupare…
>> ma il tono con cui aveva pronunciato quelle parole non aveva
convinto per niente la ragazza << … Adesso devo andare,
che inizia la lezione… Ci vediamo dopo… >> e,
detto questo, aveva raccolto le sue cose ed era uscito dal bar…
Hikari, quindi, rimasta sola, non poté
fare a meno di sentirsi in colpa… Lui era stato carino a far
sembrare tutto a posto, però la verità era che non gli
stava bene e si era arrabbiato… Ormai lo conosceva bene…
Però Daiusuke voleva parlarle…
In quell’istante, pregò
che Takeru avrebbe capito la sua posizione e la sua scelta…
Intanto, il ragazzo stava percorrendo i
corridoi dell’università, diretto all’aula di
filosofia, dove, dopo pochi minuti, sarebbe iniziata la lezione…
La giornata non era iniziata bene…
Apprezzava il gesto di Hikari di dirgli la verità… se
non l’avesse fatto, sicuramente si sarebbe arrabbiato ancora di
più… però, non poteva farci niente: il pensiero
di Daisuke e Kari insieme lo irritava, anche se sapeva benissimo che
lei non gli avrebbe mai mancato di rispetto… Eppure aveva una
strana sensazione addosso… aveva come l’impressione che
quei giorni felici non sarebbero durati ancora per molto… ed
era una cosa che gli faceva dannatamente paura…
Pomeriggio del medesimo giorno…
<< Allora, di cosa dovevi
parlarmi? >> erano seduti in quel bar da diversi minuti ormai…
Hikari poteva avvertire benissimo la tensione che c’era, non
avevano più il rapporto di un tempo…
<< Beh… dritta al punto…
>> rispose un imbarazzato Daisuke.
<< Dai… cosa mi devi dire?
>>
<< Beh… innanzi tutto,
volevo scusarmi per come mi sono comportato nei mesi scorsi…
Lo so… non avevo alcun diritto di spargere quelle voci su di
noi… >>
<< Non c’è mai stato
un noi, Dai… >>
<< Giusto… Non avevo
diritto di spargere quelle voci su te e me… Però,
volevo farti sapere anche che tu… per me… non sei solo
una semplice amica come credevo… Da quando non ci frequentiamo
più come un tempo, ho capito che sei importante per me…
e mi manchi… immensamente… >>
<< Daisuke… mi manchi
anche tu… però come amico… Mi dispiace, ma io
non provo nient’altro che amicizia nei tuoi confronti…
posso essere solo questo per te… Io amo Takeru… Dio
solo sa quanto lui sia importante per me… se dovessi scegliere
tra te e lui, tra i miei amici e lui, tra… tra la mia famiglia
e lui… sceglierei lui… anche se il lasciare voi mi
rattristerebbe moltissimo… ma solo con lui sono felice come
mai prima d’ora… >>
<< Ma come può essere?!
Come può essere riuscito, in così poco tempo, in quello
che io sto cercando di fare da non so quanti anni?! Che cos’ha
di diverso?! >>
<< Non so risponderti… Non
si sceglie chi amare… succede e basta… Un giorno sei
una persona qualunque, che vive la sua vita, ed, il giorno dopo,
tutto cambia… è successo così a me… L’ho
incontrato, l’ho conosciuto e me ne sono innamorata… Non
c’è altra spiegazione da dare… Io ho guardato
oltre a quello che tutti pensavano di lui… ed ho capito che si
sbagliavano… Adesso è cambiato… >>
<< Come fai ad esserne così
sicura? Coma puoi sapere se sia cambiato sul serio? Come puoi essere
certa che lui non sia più nei brutti giri di un tempo? Non hai
paura che ti possa fare del male? >>
<< Lui non mi farebbe mai del
male di sua spontanea volontà… e lo sai perché?
>>
<< No… >>
<< Perché, se lui mi
ferisse… ferirebbe anche sé stesso… >> e,
detto questo la ragazza, si alzò e lasciò il locale…
Kari vagava per le strade della città
senza una meta ben precisa… Aveva lasciato Daiusuke da solo,
al bar, senza scusarsi, ma le sue parole l’avevano infastidita
molto… Lui non aveva nessun diritto di dire quelle cose su
Takeru… però, le aveva messo dei dubbi… In
effetti lei non aveva nessuna prova che T.k fosse cambiato
seriamente… Ok, non tornava più con brutte contusioni o
ferite sul volto, però non le aveva mai detto apertamente che
lui era uscito definitivamente dal quel giro… Eppure le era
sembrava sincero quando le fece quella promessa a casa sua…
-Maledizione! Al diavolo Daisuke ed i
suoi discorsi!- pensò poi la ragazza, ora diretta a casa sua…
Per le strade di Tokyo intanto…
-Che cavolo! Non posso mica rodermi
così tanto il fegato… Infondo è solo Daisuke…
Me l’ha sempre detto che per lei è solo un semplice
amico… Ma allora perché sono così ansioso? Che
domande… lo so benissimo il perché… È che
sono geloso… Ma, dopo tutto, mi sembra anche normale… È
la mia ragazza… e si vede con un altro… La gelosia mi
pare d’obbligo…- questi erano i pensieri che affollavano
la mente del giovane Takeru, mentre si dirigeva verso casa sua.
Era però così perso a
pensare, che non si accorse di una voce che lo chiamava…
<< Ehi, Takaishi! >>
Il ragazzo, sentendosi chiamare, si
voltò subito verso quella voce…
<< E tu cosa vuoi da me? >>
chiese il biondo, stupendosi di chi aveva di fronte…
<< Devo parlarti… >>
<< E di cosa… Daiusuke? >>
ma, non appena finì di formulare la domanda, sentì il
pungo del ragazzo colpirlo dritto in faccia…
<< Ma che diavolo fai?! Sei
impazzito?! >> disse quindi il biondo, tenendosi la mascella
con la mano.
<< È tutta colpa tua! Se
lei non ti avesse mai incontrato, a quest’ora, starebbe con me!
>>
<< Ma accidenti stai dicendo?!
Lei non è mai stata innamorata di te… fattene una
ragione… Non è colpa mia se non ti ama… >>
<< Bastardo! >> e, detto
questo, lo colpì nuovamente.
A quel punto, quindi, T.k si rialzò
e, con una mano, lo prese per il colletto, mentre con l’altra
era pronto a sferrare il pugno di risposta.
Ma, all’improvviso, gli tornarono
in mente le parole di Kari…
<< Mi
prometti una cosa? >> gli chiese lei.
<< Se
posso farlo, volentieri >>
<< Promettimi che non
picchierai più nessuno… Cerca di stare fuori dai guai,
ok? >> << Solo perchè me lo chiedi tu…
Quindi, promesso! >>
Senza pensarci troppo, dunque, lasciò
andare Daisuke…
<< Senti… non ho voglia di
litigare o mettermi nei casini… Non ne vale la pena…
Perciò sparisci… >>
<< Allora è vero…
>>
<< Cosa? >>
<< Che sei cambiato…
Hikari mi ha detto una cosa del genere poco fa… >>
<< Ma a te che te ne frega?
Comunque, io ci tengo sul serio a lei… anche se voi non lo
volete capire… Io non le farei mai niente di male… >>
e si massaggio ancora la mascella << … Adesso devo
andare… >> quindi, non aspettando neanche una risposta,
si allontanò, raccogliendo la tracolla che gli era caduta
precedentemente…
Pochi istanti dopo…
-Maledizione! Certo che, per essere
così mingherlino, i pugni li sa dare bene… Che male!-
Takeru stava ancora tornando a casa…
Quel giorno era a piedi perché
la macchina l’aveva presa suo fratello, e lo scooter aveva
fatto i capricci e non ne aveva voluto sapere di partire.
Poco dopo, però, venne
nuovamente distratto…
<< Takaishi… quanto tempo…
>> quella voce che gli fece gelare il sangue nelle vene <<
… L’ultima volta che ci siamo visti, risale a molto,
molto tempo fa… Come te la sei passata?>>
T.k si voltò lentamente e le sue
paure ebbero conferma…
<< Bene… tutto bene…
grazie… >> rispose poi il ragazzo, cercando di mantenere
il sangue freddo.
<< Lo sai perché siamo
qui, vero? >> chiese l’uomo.
<< Beh… non saprei…
>>
<< Non fare il finto tonto…
Devi saldare il debito di tuo padre… Te ne sei dimenticato? >>
e, mentre l’uomo diceva questo, uno dei suoi scagnozzi aveva
tirato fuori un coltello…
<< Non ho tutti quei soldi…
Quante volte ve lo devo dire?! >>
<< Non era la risposta esatta,
ragazzo >> e, detto questo, fece cenno all’uomo dietro di
lui, che si scagliò contro T.k, cominciando a tempestarlo di
pugni.
<< Lo sai che devi pagare prima o
poi, no?... >>
Ma Takeru continuava ad essere preso a
calci e pugni… Sentiva il sangue che gli colava dal volto,
dopo i numerosi colpi ricevuti…
<< … E sai anche che, se
non paghi, il prossimo viso ad essere preso a pugni non sarà
il tuo… Sappiamo della ragazza che frequenti… >>
<< Lei non c’entra niente!
Lasciatela stare! Se le farete del male ve ne pentirete seriamente!
>>
<< Allora paga… Dai
ragazzi, andiamo… >> e, detto ciò, lo lasciarono
al bordo della strada dolorante…
Dopo ancora un po’ di tempo…
Non seppe di preciso quanto era
passato… minuti, ore… Sapeva solo che gli doleva tutto
il corpo… Quei bastardi ci erano andati giù pesante…
Cercò di alzarsi… Aveva
bisogno di riposarsi, e quel taglio al sopracciglio aveva bisogno di
essere medicato… Con un po’ di fatica si tirò su…
La testa gli girava, ma ancora poco e sarebbe stato a casa, quindi
strinse forte i denti e proseguì per la sua strada…
In effetti, non ci volle molto ad
arrivare, ma, mentre si avvicinava sempre di più, aveva subito
notato una figura appostata davanti al suo cancello… Sembrava
indecisa a suonare il campanello…
Fece ancora qualche passo, e capì
dai lineamenti che si trattava di una ragazza… una ragazza che
lui conosceva molto bene…
Hikari era lì da diversi minuti…
Takeru le aveva detto un sacco di volte di non andare nel suo
quartiere da sola perché era pericoloso, ma questa volta
l’avrebbe capita: era lì per scusarsi del comportamento
di quella mattina… Infondo, lui aveva tutto il diritto di
essere arrabbiato: Daisuke non era certo stato molto gentile nei suoi
confronti… Pertanto…
Così, senza che nemmeno se ne
accorgesse, si era ritrovata davanti al cancello di casa sua, e,
adesso, era così timorosa di suonare che, a momenti, avrebbe
chiesto ad un passante di farlo al posto suo…
Quando, però, si decisa ad
agire, dei passi provenienti dalla sua destra attirarono la sua
attenzione…
<< Hikari! >>
<< Takeru, perché sei qui
fuori?... >> ma, non appena lei si voltò, vedendo le
condizioni del ragazzo, aggiunse << … Ma che cosa ti è
successo?! >> anche se s’immaginava già la
risposta nella sua testa…
<< Nulla d’importante…
>>
<< Come nulla?! Se non fosse
successo niente, non avresti il sopracciglio in quelle condizioni! >>
Intanto, il ragazzo aveva tirato fuori
dalla tasca le chiavi di casa, accingendosi ad aprire il cancello.
<< Davvero… Non mi sono
fatto niente… >> e, detto questo, si era voltato verso
la serratura.
Ma la ragazza, non convinta della sua
risposta, gli prese il braccio e lo girò con forza.
<< Ti sei di nuovo messo nei
guai?! >>
<< No… >> rispose il
ragazzo che, subito dopo, pensò
-Non posso dirle niente… La devo
lasciare fuori dai miei casini… Potrebbe farsi del male
seriamente e non me lo perdonerei mai-
<< Non mi sembri molto convinto…
>>
<< Ti dico che è la
verità! >> esplose poi T.k, strattonando il braccio in
modo da liberarsi dalla presa.
E Kari sbarrò gli occhi…
Di certo non si aspettava una reazione del genere…
<< Me l’avevi promesso…
>> sussurrò poi.
<< Cosa? >> chiese lui, che
non aveva capito a cosa si stesse riferendo la ragazza.
<< Avevi promesso che non avresti
picchiato più nessuno! >> gridò quindi lei, che
poi continuò << … Ed, invece, sei di nuovo pieno
di tagli e contusioni! Maledizione! Credevo che le tue parole fossero
sincere! Credevo che fossi cambiato, invece… invece mi
sbagliavo di grosso! Sono stata una stupida…una povera
stupida, che si è perfino innamorata di te! >>
Takeru rimase colpito da quelle sue
parole… Era la prima volta che glielo diceva così…
L’aveva delusa… Però, era anche vero che non
poteva coinvolgerla in quella storia… rischiava grosso e lui
non voleva questo…
In quel momento, quindi, si trovò
a pensare che, se lei si fosse allontanata sul serio da lui, quei
bastardi l’avrebbero lasciata in pace… e lei, forse, si
meritava un ragazzo migliore di lui…
<< Dimmi che mi sto sbagliando…
>> chiese poi lei, mentre la voce era spezzata dalle lacrime
che avevano cominciato a scenderle dagli occhi.
-Forse è meglio così…
Lontano da me starà al sicuro…- continuò però
a pensare il ragazzo, che non rispose alla domanda.
<< Credevo che fossi cambiato,
Takeru… Probabilmente avevano ragione i miei amici e mio
fratello… Io, invece, come una scema mi sono fatta abbindolare
dalle tue belle parole… >> di conseguenza, detto questo,
si era voltata ed aveva iniziato a correre, mentre le lacrime
scendevano sempre più velocemente…
Continua…
Note dell’autrice:
Scusate il ritardo nell’aggiornare…
Questa volta non ho scuse, lo ammetto… però ho davvero
poco tempo ultimamente… Spero che capirete…
Tra l’altro, questo è un
capitolo decisamente poco… anzi, per niente harmony,
considerando quelli precedenti… Ma siamo di fronte ad una
svolta… Tra qualche capitolo ci ritufferemo nel presente,
mettendo definitivamente la parola fine a questo lungo flashback che
stiamo vivendo…
Per quanto riguarda la parte in
corsivo, è presa dal capitolo 11 – Il giudizio che
cambia, quando i nostri amorini si baciano per la prima volta…
Spero che, nonostante ciò che è
accaduto, il capitolo vi sia piaciuto… E perdonatemi davvero
per il maledettissimo ritardo… ç____ç
Passiamo ai ringraziamenti di chi ha
commentato lo scorso capitolo:
Soxy88: come sempre, ti
ringrazio per i tuoi bellissimi complimenti, che forse non mi merito…
e ti ringrazio anche per l’appoggio che mi dai, continuando a
ripetermi che la mia storia è meravigliosa… Davvero
grazie mille! Grazie infine per tutte le revisioni dei capitoli!
Talpina Pensierosa: come sempre,
un ringraziamento anche a te per i tuoi complimenti! Non so proprio
che farei senza le vostre recensioni…
DarkSelene89Noemi: ogni volta ho
paura di sbagliare il tuo nick… Se succede, mi scuso in
anticipo… Comunque, non ti preoccupare se non riesci a
recensire proprio ogni capitolo, l’importante è che la
storia sia di tuo gradimento… Purtroppo per i nostri belli
sono cominciati i guai… Incrociamo le dita!
Kary89: la frase sul bracciale
avrà la sua importanza più avanti… Sono contenta
che la storia ti piaccia! Grazie mille! ^__^
DenaDena: i tuoi sospetti erano
giusti… Purtroppo non è successa una bella cosa…
Secondo te si risolve la situazione? ^__^
Sweet_Dreamer: non ti
preoccupare se sei in ritardo con le recensioni… Io, in
compenso, lo sono con gli aggiornamenti… È sicuramente
più imperdonabile la mia colpa… Spero, comunque, che il
capitolo ti sia piaciuto…
Naturalmente grazie anche a chi legge
soltanto questa storia....
Ragazze… non sto a ringraziare
me stessa per la recensione d’avviso che ho lasciato, perché
sarebbe veramente da idiota… anche se forse un po’ lo
sono… Se volete la conferma di ciò, basta chiedere a
Soxy88 che mi conosce… ^__^
"Soltanto le persone forti sanno confidare le proprie
debolezze e chiedere conforto." - Anonimo (*)
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che lo aveva
visto?
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che lo aveva
sentito?
Troppo.
Non credeva che Takeru le sarebbe mancato così tanto… Infondo,
avevano litigato da una settimana… Ma a lei sembrava
passata un’eternità. Faceva male non poterlo sentire quotidianamente, ma le
faceva ancora più male il fatto che le aveva mentito.
Aveva veramente creduto che fosse cambiato… glielo aveva promesso d’altronde…
Quella settimana aveva frequentato poco anche l’università:
aveva paura d’incontrarlo… Credeva che rivedendolo, sarebbe scoppiata a
piangere come una ragazzina.
Aveva evitato qualsiasi contatto con tutto
ciò che lo riguardava, ma non era riuscita a togliersi dal polso quel
bracciale che lui le aveva regalato…
Anche i suoi amici avevano iniziato
a preoccuparsi per lei; infondo, si vedeva lontano un miglio che non era la
solita Kari…
In quel momento si trovava nella sua stanza, con gli occhi
fissi su quella famosa foto scattata insieme durante l’estate precedente… Gli
occhi le bruciavano… Aveva pianto molto durante quella settimana, nascondendosi
sempre dagli sguardi altrui… Non avrebbe retto, d’altronde, a suo fratello che
le diceva: -Te l’avevo detto-… Infondo, in cuor suo, sperava ancora che T.k fosse cambiato seriamente, che tutto quello che era
successo fosse stata solo un’orribile bugia.
Più guardava quella foto, più le veniva
da piangere.
Il bussare alla porta, però, la riscosse dai suoi pensieri…
<< Avanti >> rispose, mentre si tirò su a sedere
e si passò una mano sugli occhi arrossati.
La porta si aprì e fece capolino il viso di Sora.
<< È permesso? >>
<< Sì, vieni dai >>
rispose la ragazza, sorridendo leggermente.
Sora entrò richiudendosi la porta alla
spalle ed avvicinandosi al letto dell’amica, sedendosi al suo fianco.
<< Allora… me lo vuoi dire cosa ti succede? >>
<< Nulla… è tutto a posto, Sora… >>
<< Kari, se fosse veramente tutto a posto, tu non
avresti avuto quell’espressione dipinta sul volto nell’ultima settimana… >>
<< È che… sono stressata per via dell’università…
tutto qua… >>
<< Sicura? E il fatto che non hai pronunciato il nome
di Takeru neanche una volta in questo periodo non
c’entra nulla? >>
Non ci fu bisogno di aggiungere altro perchè Hikari si tradì
da sola con l’espressione che assunse il suo viso.
<< Ho fatto centro? >> chiese quindi Sora.
<< Hai fatto centro… >> rispose
la ragazza, cercando di trattenere le lacrime, anche se gli occhi le stavano
bruciando.
<< Ti va di raccontarmi cos’è successo? Avete litigato? >>
<< Forse… >>
<< Che vuol dire forse? O è sì, o è no >>
<< È successo la settimana scorsa… Era una mattina
come tutte le altre… Io e T.k avevamo appuntamento al
solito bar vicino all’università… >> faceva male ricordare << … Gli
dovevo parlare… dovevo dirgli che quel pomeriggio mi sarei incontrata con
Daisuke per chiarire una volta per tutte… Lui l’aveva presa abbastanza bene… mi
aveva anche detto che non dovevo giustificarmi… Ma io sentivo il bisogno di
dirgli tutto… non volevo avere segreti con lui… Quando gliel’ho detto, però, ho
sentito chiaramente che non era d’accordo… Ma, al tempo stesso, non voleva
ostacolarmi… Sapeva bene che Dai è sempre stato un mio amico… >>.
<< Non pensi che sia stato un gesto nobile da parte
sua? E, comunque, mi sembra normale se non ha saltato
dalla gioia alla notizia… Qualunque ragazzo sarebbe geloso, se la propria ragazza
s’incontra con un amico che ne è innamorato… Pensa cosa farebbe Tai… come
minimo lo ammazza… >> concluse la rossa, sorridendo.
<< Sì… è vero… Ma non è
questo il motivo del litigio… >>
<< Allora va avanti… Ti ascolto,
dai… >>
<< Beh… quel pomeriggio ho incontrato Dai e gli ho
detto tutto ciò che provo per Takeru, sperando che, così facendo, lui capisse
che io e lui potremmo soltanto essere amici… Ma non
sembrava accettare la cosa… Ha incominciato a chiedere che cosa avesse T.k in
più di lui… ha chiesto perché è riuscito dove lui ha fallito per anni… e poi mi
ha chiesto se ero davvero sicura che Takeru fosse cambiato… Io gli ho risposto di
sì, però non ti nascondo che mi sono sorti dei dubbi… Così, per chiarirli, sono
andata a casa sua, e lì… lì mi è crollato il mondo addosso… >>
<< Perché, cos’è successo?
Stava con un’altra? >>
<< No, no niente del genere… È che era pieno di
contusioni e tagli… Capisci? Lui mi aveva promesso che non avrebbe più alzato
un dito su nessuno! Gli ho anche chiesto se si fosse di nuovo messo nei guai,
ma lui non mi ha risposto, così me ne sono andata… >>
<< Io non lo conosco Kari, ma, da quel poco che so,
che mi hai raccontato, è un ragazzo onesto, che tiene veramente a te… È vero,
tu gli hai chiesto se si fosse di nuovo nei guai, ma non mi pare che ti abbia
risposto positivamente… Devi farti dire cosa c’è che non và. Non credo che lui
getterebbe tutto quello che c’è tra voi per una semplice scazzottata tra bande…
Forse ha qualche problema che non vuol dirti per non farti preoccupare… >>
<< Allora cosa dovrei fare, secondo te? >>
<< Per prima cosa chiamarlo. Chiaritevi… va da lui e
bacialo. Vedrai che così ti dirà tutto >>
<< Lo pensi davvero? >>
<< Sì. Vai, scema >> e, dicendo questo, l’aveva spinta giù dal letto.
<< Ma sei matta?!... >>
rispose quindi la ragazza, alzandosi da terra e dirigendosi verso la porta
<< … Ehi, Sora… >>
<< Dimmi >>
<< Grazie… Davvero… >>
<< Figurati. Siamo o non siamo amiche? >> e, dopo aver sorriso, Kari uscì dalla stanza.
<< Tai… >>
Non sentendo alcuna risposta, provò a richiamarlo.
<< … Tai?! Ma dove diavolo
sei finito? >>
<< Hikari, ma che hai da strillare così tanto?! >>
<< Oh… finalmente ti sei degnato di rispondere! Che
fratello degenere… >>
<< Senti un po’… la smettiamo?
Cosa vuoi, piuttosto? >>
<< Ho bisogno delle chiavi della macchina >>
<< Che ci devi fare? >>
<< Fammi pensare… forse mi serve la macchina >>
<< E dove devi andare? >>
<< Credo che questi non siano affari tuoi, vero Kari? >>
la voce di Sora sostituì quella della giovane Yagami.
<< Perché non può dirmelo? >>
<< Perché Tai, invece di
assillare tua sorella, non mi accompagni a casa? >> e,
detto questo, lo aveva preso sotto braccio, accompagnandolo poi verso il
soggiorno, e raccogliere le proprie cose.
<< Allora io vado… Ci vediamo
dopo. Non so quando torno…>> quindi non aveva aspettato
nessuna risposta, aprendo poi la porta ed uscir fuori.
<< Mi dici dove sta andando? >>
<< Tai, perché vuoi saperlo? Hikari è grande e sa
quello che fa… Ne abbiamo già discusso, mi pare >>
<< È che sono preoccupato… È da una settimana che la
vedo triste… Sai, per caso, cos’è successo? >>
Sora non seppe che fare… Kari le aveva confidato tutto e lei,
da buona amica, non avrebbe dovuto dire niente a
nessuno… ma Tai la stava guardando in quel modo… Si vedeva che era seriamente
preoccupato per sua sorella, ed odiava tenergli nascosto qualche cosa… Lui
aveva questo brutto potere su di lei…
<< Promettimi che non ti arrabbierai… >>
<< Promesso >>
<< Promettimi che, appena saprai tutto, non uscirai da
questa casa… >>
<< Sora… ma che cavolo è successo? >>
<< Prima prometti >>
<< Ok… promesso… >>
<< Va bene… Si tratta di Takeru… Lui e tua sorella hanno litigato la settimana scorsa, e non si parlano da
allora… >>
<< Tutto qui? Per quanto la cosa non mi dispiaccia,
capita a tutti di litigare >>
<< Non è solo questo… >> disse quindi la ragazza,
sedendosi sul divano ed accomodandosi tra le braccia di Taichi << … Pare
che T.k si sia messo nei guai… Hikari era andata a
casa sua e l’ha trovato pieno di graffi e contusioni… Dice che non ha mantenuto
la promessa che le aveva fatto… >>
<< Sapevo che di quello non ci si poteva fidare… >>
<< Non credo che sia come dici tu… Io gli ho visti in
questo periodo… Credimi, lui ci tiene davvero a tua sorella >>
<< Ma come fai ad esserne così
sicura? Te lo ha detto, per caso? >>
<< No, ma ho visto il suo sguardo… e, credimi… sono
occhi da innamorato i suoi… >>
Nel frattempo, Hikari era arrivata
all’università… Forse lì avrebbe trovato Takeru…
Scese dalla macchina e, senza neanche
preoccuparsi di chiuderla, cominciò a correre verso l’edificio nella
speranza di trovarlo da qualche parte.
Cercò in qualsiasi tipo di aula o
laboratorio, ma probabilmente quel giorno non era venuto. Perciò
non ci pensò due volte e decise di dirigersi a casa sua.
Mentre tornava alla macchina, si
accorse di una figura che sostava davanti alla sua auto… Si avvicinò un po’
timorosa, tirando poi un sospiro di sollievo non appena vide chi era…
<< Dai? Ma che ci fai qui? >>
Il ragazzo, sentendosi chiamare, alzò lo sguardo e sorrise.
<< Niente… passavo di qua ed ho riconosciuto la
macchina di Tai. Avevo pensato di salutarlo, invece ci sei tu… >>
<< Già… Ma, scusami… vado di fretta… Devo cercare di
risolvere una questione importante >>
<< È successo qualcosa di grave? >>
<< No… nulla d’irreparabile… almeno spero… Ho discusso
con Takeru e adesso sto cercando di fare pace >> aveva concluso
la ragazza, sorridendo tristemente.
<< Kari… devo dirti una cosa… >> la ragazza si
sorprese per il tono che aveva usato il suo amico: tremendamente
serio…
<< Dimmi… Ti ascolto… >>
<< Una settimana fa, precisamente lo stesso pomeriggio
che ci siamo incontrati, dopo che abbiamo parlato, ho incontrato Takaishi per
strada… Abbiamo cominciato a discutere… di lui, di te, di voi… >>
Hikari ascoltava attentamente le parole di Daisuke… Forse
lui centrava qualcosa con tutto ciò che era capitato…
<< … Insomma, abbiamo discusso… Beh… mi sono lasciato
prendere dalla rabbia e… >>
<< Cosa hai fatto, Dai?
>> le veniva da piangere… Non ne capiva il motivo, ma sentiva le lacrime
premerle sugli occhi.
<< L’ho colpito… >> rispose
il ragazzo, abbassando la testa.
<< Perché non lo capisci?!
Perché non capisci che io lo amo?! Dimmelo! >>
alla fine le lacrime erano scese, ed alzò il tono
della voce, cominciando a colpire Daisuke sul petto.
<< Scusami Kari… Lo so che ho sbagliato… Lui non mi ha
neanche colpito… Ha provato a farlo, ma si è fermato… >>
A sentire quelle parole, Hikari pianse ancora più forte.
<< Adesso basta, Daisuke! Forse, per un po’, è meglio
che non ti fai vedere da me… >> e, detto questo, prese le chiavi della
macchina, mettendo poi in moto, lasciando il povero ragazzo solo nel
parcheggio.
Non ci aveva messo molto a raggiungere la casa di Takeru… Parcheggiò e scese dalla macchina. Percorse
velocemente il tragitto che la separava dal portone di casa e suonò il
campanello.
<< Sì, chi è? >> le rispose una voce femminile,
che la ragazza riconobbe come quella della madre di T.k.
<< Sono Hikari >>
<< Vieni pure su >>
Non se lo era fatta ripetere due volte. Percorse le scale e
si ritrovò la madre del suo ragazzo davanti.
<< Mi fa piacere che tu sia venuta
a trovarci. Aspetta che vado a chiamare Takeru. Intanto accomodati pure >>
La ragazza capì che la madre non sapeva nulla di cosa era
successo tra loro, pertanto la ringraziò e si accomodò sul divano di casa.
<< Ehi, T.k… >> bussò
la madre alla porta della camera del ragazzo.
<< Sì, che c’è? >>
<< Hai visite >>
<< Chi è? >>
<< Perché non vieni di là e
lo scopri? Io devo uscire a fare la spesa. Ci vediamo stasera >> e, detto
questo, la donna si allontanò.
Tornata in sala, si rivolse a Kari.
<< Scusami cara, ma devo andare a fare la spesa. Quell’impiastro
di mio figlio arriva subito >>
<< Ok, grazie per l’ospitalità >>
<< Figurati. Ciao >> e, detto questo, la donna
uscì.
Era poi ancora voltata verso la porta di casa, quando sentì
una voce… quella stessa voce che le era mancata da
morire quella settimana…
<< Ciao… >>
Ed ecco nuovamente quelle lacrime che premevano per uscire…
Pensava di averle finite, dopo tutto…
<< … Come mai qui? >>
Non riusciva proprio a voltarsi, forse perché ancora troppo
timorosa di affrontare quello sguardo…
<< Ho visto Daisuke… >> era
meglio arrivare subito al dunque.
Si voltò poi lentamente, con gli occhi ancora arrossati dal
pianto.
<< … Mi ha raccontato del vostro incontro… >>
<< … >>
<< Takeru… questa settimana, senza vederti, senza
parlarti… è stata una delle peggiori della mia vita… Sei diventato troppo
importante per me, ed io non voglio di certo perderti per una stupidaggine…
quindi dimmi cos’è successo… dimostrami che posso ancora fidarmi di te… >>
faceva fatica a parlare, la voce incrinata per il pianto,
la gola che le bruciava.
<< Kari… >>
La ragazza, sentendosi chiamare, alzò il viso.
<< … Io non volevo deluderti… Non ho picchiato
nessuno, ho mantenuto la promessa che ti ho fatto
quella volta a casa tua… Solo che… >> mentre pronunciava queste parole,
si era avvicinato a lei e le aveva preso la mano << … Io non voglio
perderti, ma ci sono cose che non posso dirti… Sappi solo che cercherò di non
deluderti mai più… >>
<< Perché non puoi dirmelo? >>
<< … >>
<< Non ti fidi, per caso? >>
<< Ma che dici? Tu sei
l’unica persona di cui mi possa fidare ciecamente >>
<< Allora perché non mi parli? Io ti ascolto… >>
<< … >>
Hikari continuava a guardare T.k,
cercando una risposta almeno nei suoi occhi. Ma
neanche funzionava…
Lui non voleva dirle niente, pertanto lei
non sarebbe rimasta un minuto di più… Faceva male averlo davanti e non
poter stare con lui come prima.
<< Come vuoi tu, allora… >> cominciò
quindi a raccogliere la sua borsa e si voltò nuovamente verso il ragazzo <<
… Vado via… Sei una persona speciale per me, e non riuscirò tanto facilmente a
dimenticarti, ma forse avevano ragione mio fratello e gli altri… non sei
cambiato e non cambierai mai… >> e, dicendo questo, cominciò ad avviarsi
alla porta.
<< Sono nei guai… >>
Poche parole, un enorme significato…
Kari non si voltò subito, ma aspettò che lui le dicesse
qualcos’altro.
<< … Sono nei guai da molto tempo… da
quando ero solo un ragazzino, da quando mio padre è morto… >> era
la prima persona con cui ne parlava << … Lui era morto, ma non i suoi
debiti con persone pericolose… In pratica devo ridare un’enorme somma a degli
strozzini… Mio padre aveva chiesto un prestito per cercare di tirare avanti con
la famiglia… Purtroppo non abbiamo mai navigato nell’oro, ed il posto dove
abito ne è una dimostrazione… Era da tre anni che non mi cercavano… solo qualche
mese fa sono ricomparsi… Sono stati loro a ridurmi così l’altro giorno… Devo
trovare un modo per risolvere questa situazione… Hanno minacciato di fare del
male alle persone a cui tengo… e tu sei una di quelle… >> finite le sue
parole, vide Kari gettarsi tra le sue braccia e stringerlo forte.
Non c’era bisogno di parole con lei… T.k
la strinse solamente… la strinse così forte che quasi le fece male. Poi nascose
il viso nell’incavo del suo collo e finalmente riuscì a buttare fuori tutte
quelle lacrime che aveva trattenuto per più di tre anni. Pianse come non aveva
fatto mai nella sua vita.
Si sedettero sul divano, e, mentre lui cercava di sfogare
tutto il suo dolore, lei gli accarezzava teneramente i capelli biondi.
Trascorsero qualche minuto così, in quella posizione.
Poi fu T.k a rompere per primo il
silenzio…
<< … Scusami… >> disse, sedendosi meglio accanto
a lei << … Ti sarò sembrato uno stupido… >>
<< No… Mi sei sembrato solo un ragazzo che ha bisogno
d’aiuto… Perché non sei andato alla polizia? >>
<< Kari… quella è gente che non scherza… Se vado alla polizia,
quelli sono capaci di far del male alla mia famiglia o a te… Non posso
permetterlo questo! >> concluse, appoggiando la schiena allo schienale.
Hikari, intanto, si voltò verso di lui, appoggiandogli una
mano sulla guancia.
<< Ehi, Take… vedrai che si sistemerà tutto… Non sei
solo >>
Il ragazzo coprì quella mano con la sua, appoggiando poi la
fronte a quella della ragazza.
<< Hika… io… >>
<< Shh… Non dire niente… >> gli disse però lei, poggiando un dito sulle sue labbra <<
… So quello che provi, perché è lo stesso che sento io… >> e non avrebbe
potuto dire altro perché si ritrovò le labbra di Takeru sulle sue…
Ogni volta che T.k. la baciava,
dentro di lei sentiva accendersi qualcosa…
Si mise quindi a cavalcioni su di lui e gli cinse il collo
con le proprie braccia. E, mentre lo baciava, sentiva
le sue mani insinuarsi sotto la sua maglietta…
<< Ehi. Take… >> riuscì a mormorare lei tra un
bacio e l’altro.
<< Si? >>
<< Tua madre potrebbe tornare da un
momento all’altro… >> disse poi, staccandosi da lui, continuando però
a tenergli le braccia intorno al collo.
<< No… Quando va a fare la spesa
sta via molto… Andiamo in camera? >> e, senza
neanche aspettare una risposta, la prese in braccio e tornò a baciarla, dirigendosi
verso la sua stanza.
Quindi, mentre chiudeva la porta della sua camera, l’unico
rumore che si era udito erano state le risate di
Hikari che si espandevano per tutta la casa…
Continua…
Note dell’autrice:
(*) Questa citazione è presa dal
sito Archivio di citazioni, è di un anonimo. Visitate il sito perché veramente
bello.
Per quanto riguarda il titolo, ho perso un po’ di tempo per
deciderlo, ma ho scelto questo perché si collega al titolo del capitolo
precedente. Forse potrebbe non avere molto senso, ma nella mia testa ce l’ha, quindi mi scuso se risulta poco chiaro (_ _).
Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo! Devo
dire che ero indecisa se ritornare subito al presente oppure aspettare ancora
un po’, e, come avete notato, ho scelto la seconda opzione…
Però non ci dobbiamo dimenticare
del prologo, e purtroppo, tra qualche capitolo (forse il prossimo), si tornerà
al presente…
In questo ho cercato di esprimere al meglio i sentimenti dei
nostri belli. Non so se sono riuscita nell’impresa, ma
questa storia mi soddisfa sempre più e, anche se non è scritta proprio
benissimo, a me piace… Penso che una storia debba piacere prima al proprio
autore o autrice, pertanto sono contenta…
Purtroppo i tempi felici stanno svolgendo al termine… come
anche la storia del resto, anche se non so ancora di quanti capitoli verrà.
Come sempre mi sembra d’obbligo scusarmi per il ritardo, ma
ho davvero pochissimo tempo per scrivere… Il lavoro mi occupa tutta la giornata
e la sera crollo… Quando invece non sono stanca mi
svago un po’ fuori con gli amici…. Spero comunque che
il prossimo aggiornamento arrivi prima…
Intanto, ringrazio tutti coloro che
leggono e quindi seguono questa storia. In particolare le mie recensitrici (ma
esiste come termine?) fedeli:
Talpina Pensierosa: grazie come sempre dei bellissimi
complimenti! Visto? In questo cap T.k. ha detto tutto
a Kari… Spero che seguirai anche gli altri! ^_________^.
soxy88: grazie per i complimenti! Mi fa piacere che
ti sia piaciuta la scena con Davis, anche se so che
non lo sopporti, e spero che qui tu l’abbia apprezzato ancora di più, visto che
si è pentito… Poi concordo in pieno con i tuoi giudizi su T.k.! per quanto
riguarda la scena iniziale con Kari, dovrai aspettare ancora poco per vedere
l’evolversi della situazione… Intanto ti ringrazio ancora per le tue continue
revisioni dei miei capitoli. Te ne sono davvero grata!
kikka2008/Sweet Dremer:
lo so… sto facendo prendere le
botte a T.k. da chiunque… Ma poi come faccio se no a farlo consolare da Kari?
^___^. Dai, scherzo… È che serve per la storia… E, comunque,
il tuo nik è carino! Grazie anche a te per i complimenti!
DarkSelene89Noemi: grazie anche a te per i complimenti! Per
quanto riguarda il mio modo di scrivere, beh… mi viene spontaneo. Però, è anche vero che faccio molti errori… Pertanto c’è chi
mi aiuta a correggerli (vero soxy88?). Spero che anche questo capitolo sia stato
di tuo gradimento! ^_________^.
DevilJina: ecco qua il tanto atteso capitolo! Spero che ti sia piaciuto e grazie per
i complimenti sulla storia! ^_______^.
Ice_Princes: e così
è stato: il mio spirito harmony non poteva farli lasciare in quel modo. Scusa per il ritardo nell’aggiornamento
^_______^.
HikariKanna: visto? L’harmony trionfa sempre! Anche se forse ancora per poco… Per
quanto riguarda Daisuke… Beh… qui si è pentito un po’.
Ho visto che hai aggiornato anche le tue storie! Scusa, ma non ho neanche il
tempo di leggerle ç____ç. Ho una pila di aggiornamenti
tra i preferiti, cercherò di rimediare…
kari 89: Kari si è resa conto di tutto, almeno per adesso… Purtroppo tutto filerà
liscio ancora per poco… Vi rammento il prologo. La storia è iniziata con Hikari
all’ospedale, dopo tutto… Spero che continuerai a seguire la mia fic… Hai visto?
Ho messo anche uno stralcio di Tai/Sora, spero che l’hai
apprezzato. ^________^.
giusyangel: ciao! Mi fa piacere sentirti. Grazie per i
complimenti! Ci tengo alle scene dei baci. Vorrei che fossero sempre perfette,
ma, si sa, la perfezione non esiste ^______^. Almeno
non ancora…
Infine, mi faccio un
po’ di pubblicità… Ho scritto da poco una one –shot su
Full Metal Alchemist, si chiama First Kiss, ed, ovviamente, come coppia
protagonista ci sono Roy&Riza… Se avete del tempo, magari, potreste
dargli un’occhiatina… ^_____^.
Poco importava, se avesse potuto non
avrebbe fatto altro per tutto il resto della giornata.
Vederla dormire, gli trasmetteva un
senso di pace e serenità che, raramente, aveva provato in
tutta la sua vita.
Si mise in una posizione più
comoda, puntellando il gomito sul cuscino e poggiando la testa sul
palmo della mano.
Adorava ogni suo più piccolo
particolare, le labbra socchiuse, dalle quali usciva il suo leggero
respiro, la mano aperta appoggiata sul
suo ventre piatto, il lenzuolo che la copriva fino alla vita.
L’aveva capito quel pomeriggio
stesso, dopo che lei gli era crollata al suo fianco, in quell’intimo
silenzio che era sceso tra loro. Si era innamorato. Per la prima
volta in tutta la sua vita aveva capito veramente cosa volesse dire
amare e essere amati.
Kari era così diversa da tutte
le ragazze con cui era uscito o con cui era stato. Lei era
semplicemente…
Bellissima, perché nonostante
lei lo neghi, è la ragazza più bella che lui abbia mai
conosciuto.
Dolce, ogni suo gesto è pieno di
un infinita dolcezza, dal modo in cui si porta i capelli dietro
l’orecchio a quando sbuffa se arrabbiata.
Unica, perché non c’è
proprio nessuna, anche lontanamente, simile a lei.
Purtroppo però anche i bei
momenti sono destinati a concludersi, perciò Takeru decise che
era arrivato il momento di svegliarla; sua madre sarebbe rientrata
tra poco, non osava immaginare quanto sarebbe stato imbarazzante se
li avesse beccati in quella situazione.
Si avvicinò maggiormente a lei,
con l’indice cominciò a tracciare le linee del suo viso,
il contorno delle sue labbra, fino a quando non iniziò a
sentire un mormorio uscire dalla bocca di lei.
<< Ehi >> sussurrò
lui avvicinando il suo volto, sovrastandola anche con il suo corpo.
<< Ehi >> rispose lei
socchiudendo piano gli occhi, per non rimane accecata dal cambio di
illuminazione.
<< Te lo hanno mai detto che sei
una dormigliona? >> chiese T.k., andandole a posare un piccolo
bacio all’angolo della bocca.
<< Mah, una volta me lo disse il
mio fidanzato >>
<< Ah si? E chi è, lo
conosco? >>
<< Forse lo hai visto qualche
volta in giro all’università, frequenta anche lui >>
<< Beh allora quando lo vedi,
salutamelo ok? >> ma appena lui finì di parlare, sentì
le labbra di lei sulle sue, un bacio lento, passionale, in una sola
parola…stupendo.
<< E questo? Per cosa? >>
domandò lui.
<< Sto salutando il mio fidanzato
>> ridendo si voltò, appoggiando il ventre sul materasso
e la testa sulle braccia, incrociate sul petto di lui, mentre, con
una mano, Takeru le accarezzava i capelli.
<< Dovremmo alzarci…e
vestirci >>
<< Perché? >>
<< Come perché? Mia madre
>> guardò l’orologio sul comodino << tornerà
tra poco, sai l’imbarazzo se ci trova qui, in un letto e
completamente nudi? >>
Hikari parve pensarci un po’ su,
ma la sua risposta non tardò ad arrivare.
<< Hai perfettamente ragione, se
succedesse veramente, non credo che riuscirò mai più a
guardare in viso tua madre, pertanto è meglio sbrigarsi >>
e detto questo si alzò in fretta e furia.
<< Ehi…Ehi…con
calma, non è ancora arrivata >> disse lui cingendole la
vita.
<< Ti va se dopo andiamo a fare
un giro da qualche parte? >>
<< Non dovresti neanche
chiedermelo, lo sai che potrei seguirti fin in capo al mondo? >>.
Il ragazzo sorrise…Si. Si era
proprio innamorato perso, doveva solo trovare il momento, ma
soprattutto il coraggio per dirlo a lei. Non aveva mai pronunciato
quelle due parole a voce alta, e la paura di poter rovinare tutto lo
obbligava a rimandare sempre quel momento.
<< Senti Kari >>
<< Dimmi >>
<< Per quanto riguarda ciò
che ti ho detto prima…>>
<< Ehi Take, è tutto
apposto, troveremo una soluzione >>
<< Non farne parola con nessuno
ok? Già stai rischiando troppo tu, non voglio che succeda
qualcosa di brutto alle persone a cui voglio bene, quella è
gente che non scherza, meglio andarci cauti >>.
<< Te lo prometto, andrà
tutto bene vedrai >> e detto questo si rivestirono e andarono
in cucina per bere e mangiare qualcosa.
Dopo aver messo qualcosa sotto i denti,
giusto per non uscire mezzi affamati, si diressero fuori
dall’appartamento.
Uscirono dal portone principale e si
soffermarono sul marciapiede li davanti
<< Prendiamo la mia di macchina
>> cominciò Takeru << l’ho appena riportata
dal meccanico per quel rumore che faceva all’accensione, devo
testarla per vedere se lo fa ancora >>
<< Va bene >> rispose lei
Nello stesso momento
<< Pronto capo >>
<< Si dimmi >>
<< Gli ho appena visti, credo
stiano andando a fare un giro con l’auto >>
<< C’è anche la
ragazza? >>
<< Si >>
<< Non importa, forse così
quel Takaishi capisce con chi ha a che fare >>
<< Capo, aspetto sue istruzioni?
>>
<< No, te lo dico adesso cosa
devi fare >>
<< Ok, l’ascolto >>
<< Seguili, fai in modo di non
perderli di vista, ma senza farti notare, e poi, quando sarai sicuro
che non avranno alcun sospetto, solo allora, colpisci. Chiaro? >>
<< Si capo! >>
<< Ah, un’ultima cosa…fai
sembrare il tutto un fortuito incidente>> e senza aspettare la
risposta del suo scagnozzo riattaccò.
<< Ok ragazzi, i momenti felici
sono finiti >> e dicendo questo mise in moto la macchina e
iniziò a pedinare i due.
<< Allora miss, dove ti porto di
bello? >>
<< Mmh fammi pensare…sulla
luna? >>
Takeru guardò l’orologio
posizionato nel cruscotto << avresti dovuto dirmelo un po’
prima, è tardi. Va bene lo stesso un gelato? >>
E la ragazza annuì mentre una
risata sincera si espanse per tutto l’abitacolo.
<< Beh Kari, come stanno i tuoi?
>> disse T.k mentre si fermava perché era scattato il
semaforo rosso.
<< Loro stanno bene, con mio
fratello siamo allo stesso punto, è testardo non capisce, e
sto iniziando a stufarmi seriamente di tutta questa storia! Insomma
stiamo parlando della mia vita, loro possono
intromettersi fino a un certo punto. Sono scelte che devo fare da
sola, non possono dirmi ciò che devo o non devo fare, ormai
sono stanca di ripetermi, se lo capisce bene, se no tanti saluti. Non
posso non volergli bene, è mio fratello, ci sto male anche io
in questa situazione. >> concluse lei poggiando un braccio
sullo sportello.
Takeru la guardò. Capiva i
sacrifici che stava facendo per lui, si sentì anche in colpa.
Se lui avesse avuto una reputazione migliore, probabilmente tutti
questi problemi non si sarebbero creati. Voleva poter rimediare in
qualche modo.
<< Senti Hikari facciamo così
>> iniziò il ragazzo, ma venne interrotto dal suono del
clacson della macchina dietro di lui. Era preso dai suoi pensieri che
non si era accorto che era scattato il verde.
<< Con calma! >> imprecò
ingranando la prima e lanciando un’occhiataccia nello
specchietto retrovisore.
<< Allora Kari dicevo che se
vuoi, potrei venire….>>
<< Attento T.k! >>
Si dice che quando si è in punto
di morte, tutta la propria vita passa davanti agli occhi in un
secondo. Takeru rivisse solamente gli ultimi mesi: il loro
primo incontro, la loro prima litigata, il loro primo
discorso “civile”, il loro primo bacio, i loro
piccoli momenti che gli riempivano il cuore già colmo di tanta
felicità in quell’ultimo periodo.
Rivide lei litigare con i suoi
amici per lui.
Rivide loro in giro per le vie
del centro felici e spensierati.
Il loro primo Natale insieme.
La testa che gli doleva, sentiva che
gli occhi stavano cedendo, si voltò verso di lei e la vide
immobile, svenuta. Solo un nome prima del buio….Hikari.
Continua….
Note della autrice:
Premetto che non ho scuse per il
ritardo di questo aggiornamento.
Però c’è un motivo,
non ho abbandonato la storia, l’ho iniziata e la voglio
concludere.
Solo che in questi ultimi mesi mi sono
spostata verso altri fandom, e sono molto presa.
Per cui volevo precisare che la storia
avrà una sua fine, su questo sono sicura, il problema è
che non so quando questo accadrà.
Nella mia testa so già come
finirà. Per cui per quello che possa valere, state tranquille
che ci sono, sono viva XD.
Passando al capitolo: eccolo! Il danno
è fatto, se non si fosse capito, c’è stata la
tragedia, l’incidente.
Ora c’è da scoprire come
andrà avanti la storia, e soprattutto quali saranno le
conseguenze di quanto successo.
Come sempre ringrazio chi ha commentato
lo scorso capitolo, anche solo chi l’ha letto, nonostante la
storia sia ferma da un po’ XD.
Grazie in particolare a:
Soxy88:
che dire a te XD, mi hai sempre seguito e sostenuto, so anche che
attendevi questo capitolo da un sacco, spero davvero che ti sia
piaciuto e come sempre ti ringrazio per i tanti complimenti e per il
sostegno *___*. Baci XD.
DevilJina:
ciao XD, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero che
continuerai a seguire questa storia nonostante il mega ritardo. Ciao
XD
giusyangel:
ehilà sono contenta che l’idea di unire i due titoli
ti sia piaciuta, spero che ci sarai ancora per commentare questo
capitolo ciao XD.
kari
89: ciaoo XD, spero che il capitolo
sia stato di tuo gradimento XD e spero anche che continuerai a
seguire questa fan fiction! Grazie per i complimenti, ciao XD.
kikka2008:
ciaoo la fic non è abbandonata sta tranquilla, solo che i
tempi di aggiornamento si sono allungati, comunque da ora in poi
cercherò di essere più veloce, scusa XP, spero che il
capitolo ti sia piaciuto XD.
DarkSelene89Noemi:
spero che il capitolo ti sia piaciuto, grazie del commento, ciao
XD.
HikariKanna:
eh sono d’accordo, viva la riappacificazione XD, però
adesso è successo un casino XD, spero che il capitolo ti sia
piaciuto XD. Ciao XD.
Scusate ancora per il mega ritardo,
spero di ricevere qualche commento XD.