Change your life.

di xwilliamsvoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 

Colline, colline e ancora colline. Il paesaggio inglese correva pigramente fuori dal finestrino del treno. Lo fissai a lungo, cercando qualche curioso particolare, ma fu tutto inutile. Sembrava dipinto da un pittore annoiato che aveva ripetuto molte volte  lo stesso paesaggio sulla tela.
Decisi di leggere il libro consigliato dalla professoressa, per l’estate precedente, e che io, naturalmente, non avevo letto.

Nel bel mezzo di un colpo di scena per la protagonista sentii la porta dello scompartimento aprirsi. Lì, impalati, c'erano due ragazzi. Erano molto diversi tra loro. Quello più alto era riccio, con due occhi smeraldo che avrebbero fatto invidia alla pietra stessa, aveva spalle larghe e un sorriso meraviglioso. L' altro era leggermente più minuto dell'altro. Sotto una cascata di capelli rossi si affacciavano due brillanti occhi azzurri. 
''Emh, hei, possiamo?''
Mi resi conto di essermi bloccata e di non aver sentito cosa diceva il riccio. 
''Potete cosa?'' 
'' Possiamo sederci o i posti sono occupati?'' 
''Oh, certo che potete sedervi.'' 
Mi sentivo le guance in fiamme e il sorriso ebete che avevo non aiutava.
Un tombale silenzio regnava nel vagone e non solo a me doveva dare fastidio perché il riccio si preoccupò di romperlo.
''Comunque io sono Harry, piacere.''
Mi regalò uno dei suoi migliori sorrisi, mentre mi porgeva la mano. Gliela strinsi.
''Io sono Alexandra, o semplicemente Lex .'' Ricambiai il sorriso. Guardai il ragazzo rosso, aspettando che si presentasse. Ma non  c'era in lui segno di volerlo fare. Così lo fece quello che si chiamava Harry. 
''Lui è Ed, o anche detto Wesleay.'' Rise di gusto.
''Zitto, Potter.'' Al riccio arrivò un pugno sulla spalla e Ed rise.
Non potei fare a me di scoppiare in una fragorosa risata.
''Se vi serve una Granger, io sono disponibile.'' Mi scrutarono per un po' e alla fine Harry emise il verdetto.
''I capelli ricci ce l'hai, gli occhi anche, e anche l'aria da saputella, quindi...'' Non ebbe il tempo di finire  che gli arrivò un pugno ben centrato nello stomaco. 
''Idiota, io non ho l'aria da saputella!'' Cercai di sembrare arrabbiata ma la risatina trattenuta mi tradì. 
Conversammo allegramente per tutto il tragitto e con piacere scoprii che anche i ragazzi andavano a Londra. 
''Eccoci arrivati.'' Intanto Ed, che si era appisolato, si svegliò.
Uscimmo dallo scompartimento e ci salutammo.
''Ci si vede Potter. Ciao Wesleay.''
''Alla prossima Granger'' 
Sapevo che non cu sarebbe stata una prossima volta. 
Mi incamminai velocemente verso la stazione di King's Cross, sperando che il mio bagaglio fosse già arrivato. 
Arrivai in stazione e mi avviai al binario nove. 
''Tra il vagone nove e il dieci c'è un muro di pietra. Prendi la rincorsa e corri contro di esso. Passerai, ma mi raccomando, non devi avere paura.''
Questo mi aveva detto. 
Ripassando le parole della donna arrivai al muro. 
Respira e rilassati Lex. Se non si aprirà il passaggio potrai benissimo dire che volevi ucciderti e forse te la caverai con poche ossa rotte e un posto all’ospedale psichiatrico.
Stavo per prendere la rincorsa quando mi ricordai del bagaglio. 
Iniziai a correre in giro, non sapendo dove cercarlo. Dopo tanti giri a vuoto ritornai al muro. Doveva pur essere da qualche parte, ma dove? 
Sarà dall'altra parte, spiccherebbe troppo tra i babbani. 
Raccolsi tutto il coraggio contenuto in ogni singola cellula del mio corpo mentre indietreggiavo. Davvero poco. 
A questo punto o la va o la spacca.
Chiusi gli occhi e assaporai il vento mentre mi buttavo nella barriera. Per un istante il nulla, poi fui investita dal brusio sulla banchina. 
Ce l'avevo fatta. 
Un miscuglio di emozioni mi travolse e fui costretta a sedermi su una delle tante panchine. Poi lo sentii.
''Ciao Lex, cercavi questo?’’
 

Angolo Inutile.
Ciao a tutti *fugge* *ritorna* questa è una delle mie prime ff.
Per me è particolare, e la amo, sinceramente.
L’idea di un crossover mi ispirava e non mi ricordo quando mi è venuta
Questa idea. In realtà, era una cosa buttata in un cartella e dimenticata,
l’ho trovata solo ieri e ho deciso di pubblicarla.
Vi avviso che è un crossover tra Harry Potter, gli One Direction, Ed Sheeran
 e un personaggio più o meno inventato, che poi capirete chi è.
Boh, magari se avete un po’ di tempo, e se vi va, potete lasciare una recensione,
vi amerei a vita se lo faceste, visto che le mie ff rimangono incagate nei secoli.
Adieu *scappa*
Alex. (su twitter sono @xwilliamsvoice)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mi girai lentamente per incontrare due occhi di un grigino tendente al cielo. Mi ritrovai a squadrarlo, cercando di capire se avrei potuto atterrarlo, nel caso volesse approfittare di me. I capelli erano color del grano maturo, con ciocche piu' scure che spuntavano qua e là.  Era abbastanza robusto, ma gli sarei sfuggita. Ai suoi piedi aveva il mio baule. Avevo paura di avvicinarmi, temendo una trappola, quindi feci solo un cenno di assenso. 

''Bene, allora è meglio caricarlo sul treno, dovremmo partire a momenti.''

Lo scrutai a lungo e qualcosa in quegli occhi mi fece assentire di nuovo.
Lo seguii mentre lasciavamo il bagaglio negli appositi vagoni. 
Entrammo nel treno mentre volavano gli ultimi saluti eccitati dei ragazzi e quelli preoccupati e ansiosi dei genitori. Cercammo uno scompartimento libero, inutilmente. Io lo seguii, scettica. Dopotutto nemmeno sapevo il suo nome, ma aveva il mio bagaglio, dove pur dire qualcosa. 
Arrestò improvvisamente la corsa per il posto. Con un sorriso, si voltò verso l’interno di uno scompartimento.

‘’Ma chi si rivede, Mellark!’’
Il ragazzo seduto gli diede una pesante pacca sulla spalla a cui il biondo rispose, e iniziò una di quelle risse tra vecchi amici.
Tossii leggermente, per sottolineare la mia presenza ai ragazzi.
‘’Oh, mi ero quasi dimenticato di te. Muoviti Payne, entriamo.’’
L’altro ragazzo era alto, aveva capelli tagliati abbastanza corti e due ridenti occhi castani.
Si sedette di fronte a me, e il biondo accanto. Ero sola da quel lato e mi sentivo sotto giudizio.

‘’Bene, è tempo di presentazioni. Io sono Finnick Mellark.’’ 
Mi porse la mano e io gliela strinsi, leggermente riluttante.
 ‘’Io, invece, sono Liam Payne, e sono solo l’amico di questo qua.’’
Strinsi la mano anche a lui.
Mi fissavano, come se dovessi fare qualcosa. Poi mi ricordai che gli dovevo una presentazione.
‘’Emh, io… sono Lex, e sono confusa.’’
Scoppiarono a ridere e questo non fece altro che irritarmi.
‘’Non c’è nulla da ridere, idioti.’’ dissi.
‘’Su, ragazzi, non irritate la piccola, potrebbe picchiarci.’’

Dalla voce capii che stava muovendo le mani all’aria, in segno di finto terrore.
Tutti si aspettavano che mi mettessi a piangere, e corressi via, invece mi alzai di scatto e assestai un pugno nello stomaco a quello sbruffone, che colto alla sprovvista, barcollò indietro.
Mi risedetti con tutta la calma possibile, e l’irritazione passò ai ragazzi.
Intanto il ragazzo che mi aveva provocata si era riabilitato e mi stava venendo incontro, con un aria non del tutto allegra. I capelli biondicci erano in disordine, e il volto, sicuramente adorabile in altre situazioni, contorto in una smorfia di rabbia.
Mi vidi un pugno arrivare in faccia, che parai senza problemi.
‘’Niall, smettila. Non ne vale la pena con questa qua.’’
Colui che si era presentato come Liam si alzò e spinse fuori il biondo, guardandomi con sufficienza.

‘’Cosa c’è? Non vi siete mai trovati di fronte una ragazza che non vi cade ai piedi, ma che vi tiene testa?’’
A questo punto scoppiai in una ristata piena di amarezza, che aveva come unico scopo farli arrabbiare ancora di più.
Ero io che guidavo i giochi, adesso.

''No.''

Un altro ragazzo si aggiunse alla combriccola. Sembrava essere il più grande di tutti, anche se era uno dei più bassi.
‘’Beh, se avete intenzione di rovinarmi l’ultimo anno di scuola, scordatevelo. E adesso se non vi dispiace, me ne andrei.’’
Detto ciò stavo andando via, quando il nuovo arrivato mi prese per il braccio.
‘’Non vorrai andare via prima di aver conosciuto tutti, dolcezza.’’

‘’Lasciami stare, e non chiamarmi dolcezza. Tanto, conoscerli o meno non fa la differenza, quindi okay.’’
Un sorrisetto beffardo si apri sul volto del ragazzo, mentre diceva a Liam ‘’Va a cercare gli altri due.’’
Poi rivolgendosi a me ‘’Ah, ma che sbadato, non mi sono presentato, io sono Louis Tomlinson.’’
Sbuffai un ‘’tanto piacere’’ e gli voltai le spalle.
Delle risate provenienti da lontano ci indussero a pensare che Liam avesse trovato gli altri membri.
Man mano che si avvicinavano le risate si facevano sempre più chiare, e ahimè, sempre più familiari. 

Angolo Inutile.
Ciao a tutti.(?) Eccoci al secondo capitolo. 
Sinceramente di questo non so che dire, tranne che è uscito l'ultimo personaggio!
TAAADAAAN!
Credo che i potterhead/tribute l'abbiano capito, 
per gli altri dovrete aspettare un pochino.
Ringrazio le tre ragazze che hanno recensito,
e spero che lo faranno anche in questo capitolo.
Grazie a tutti,
Alex. (@xwilliamsvoice, on twitter)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



 
‘’Ragazzi!’’
 
La voce di cui non avevo sentito che cento parole, ma che già avevo imparato a riconoscere arrivò roca e suadente alle mie orecchie. Non ebbi il coraggio di girarmi finchè non lo fece, con la forza Finnick, che fino a quel momento era rimasto seduto nello scompartimento.
 
Mi trovai di fronte due volti totalmente sconvolti.
 
Dopo qualche minuto di puro silenzio, il ragazzo più alto si decise a romperlo, come già una volta aveva fatto in mia presenza.
 
‘’Cosa ci fai qui?’’
 
‘’Potrei farti la stessa domanda.’’
 
Scena di un film, con tanto del solti scambio di battute, che ricorre costantemente ogni volta che due si incontrano per caso.
 
‘’Voi due vi conoscete?’’
 
Ecco che Liam aveva continuato il solito discorso.
 
‘’In verità sì.’’
 
Il rosso parlò con una voce mista di incredulità e sufficienza, totalmente diversa da quella che aveva sul treno, quando giocavamo ad essere Harry, Ron ed Hermione.
Ebbi come l’impressione che quei due conducevano una doppia vita, avessero due personalità ben distinte e che quando erano con il branco era attivata la parte da bulletto insensibile.
 
‘’Conoscete la nostra ragazza, e come?’’
 
Louis si intromise, sottolineando la parola nostra.
 
Harry accennò un duro sorriso.
 
‘’L’abbiamo conosciuta in treno, ci ha rovinato il viaggio.’’
 
Non era vero, ci eravamo divertiti, ma non avevo nessuna intenzione di dire nulla di ciò che era accaduto.
 
‘’Oh, sì. Ho importunato questi due giovanotti tutto il tempo del loro viaggio, fino a qui.’’
 
Assunsi un tono altolocato, che avrebbe dovuto mandare Louis e gli altri su tutte le furie, ma che invece sortì tutt’altro effetto.
 
‘’Non ci importunerai troppo, credimi.’’ 
 
La risata di Niall si diffuse per tutto il corridoio. Aveva un risata cristallina, che avrei tranquillamente preso che un ruscello di montagna che correva giù da un piccolo dirupo, e poi, tornava a scorrere tranquillo, seguendo il suo corso. Adesso che ci facevo caso, i suoi occhi erano del colore dell’acqua, trasparenti. No, forse trasparenti no, perché quelle acque sembravano torbide, nascondevano qualcosa, qualcosa che sarebbe venuto a galla.
 
‘’Non ho intenzione di farlo, per questo vi saluto.’’
 
Detto questo girai le spalle e me ne andai, sotto attento sguardo di tutti.
 
Credevo che mi avrebbero fermata, invece non fecero nulla e ne fui ben felice. Ebbi, così, il tempo di esplorare il treno, o almeno una zona. Le cabine erano tutte simili, cambiavano per dimensione e quindi per posti disponibili. Erano piene zeppe di ragazzi di ogni età, intenti a raccontare agli amici le loro vacanze estive.
 
‘’Io sono stato a vedere i resti di una popolazione di giganti!’’
 
‘’Io e mio padre siamo stati a studiare gli Avvincini!’’
 
Giganti? Avvinicini?
 
Erano queste le vacanze dei maghi? L’equivalente babbano di una settimana al mare o in montagna? Qualche granello di sabbia, e alcuni metri cubi di acqua sembravano una cosa veramente stupida in confronto a vedere i resti di giganti, o studiare avvincini, di cui ricordavo il nome, pronunciato qualche volta da Madame Loty, quest’estate.
 
Ma mi aveva detto così tante cose, cercando di farmi recuperare sei anni di scuola, che, come temevo, non mi ricordavo quasi nulla. Ma lei mi aveva rassicurato, ripetendomi in continuazione che ero una ragazza molto intelligente, e che al momento, tutto ciò che sapevo sugli argomenti mi sarebbe saltata alla mente.
 
Dopotutto, aveva detto lei, ero una strega.
 
 
Del tutto sopvrappensiero non mi ero accorta che una mana sulla spalla mi stava bloccando.




Angolo  Inutile.
Hola, gente (?) 
Good, siamo arrivati   al terzo capitolo., che sinceramente mi fa cagare,
ma va beh.
Nulla, se vi interessa all'inizio del capitolo c'è:
 'La voce di cui non avevo sentito che cento parole, ma di cui già avevo imparato a riconoscere il suono'
è una citazione di Romeo e Giulietta, del mio amatissimo William Shakespeare.

Volevo ringraziare le due ragazze che hanno recensito il secondo capitolo, 
le DUE che hanno messo tra i preferiti ,
e le DUE che l'hanno seguita.
YAAAAY, VI AMO  <3
Btw, ci rivediamo al prossimo, che non ho ancora scritto, ma okay lol

-Alex.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Change of Pov's.

L’estate era stata splendida, a parte gli scherzi di James e Fred, che avevano tormentato me e Al.
 
Come quella volta che stavamo sotto uno degli alberi piantati da papà, intorno alla Tana, cercando di capire come funzionasse un aggeggio babbano che doveva riprodurre musica, chiamato Mp3. Aveva tanti tastini strani, e uno schermo, e delle ‘’casse, sono casse, ragazzi’’. Ci sembrava impossibile che quell’aggeggino potesse far scaturire musica. Stavamo studiando come accenderlo quando mi trovai un grosso coso peloso sulla spalla e feci un urlo che fece spaventare tutti.
Poi sentimmo le risate di James e Fred e capii che il ragno era di plastica.
Gli lanciai vari incantesimi, e li avrei colpiti, se non fosse stato per Al, che mi tirò per la manica, e mi portò dentro, dicendo che non ne valeva la pena.
 
Ma gliela feci pagare.
 
Sapevo che James aveva una paura matta di restare chiuso in posti bui, da solo.
 
Così, con la scusa di provare i giochi babbani, scegliemmo la mosca ceca.
Chiamammo tutti i ragazzi e bendammo a turno Al, Lily, Hugo, e Fred. Poi toccò a James, e lo bendai io, scurendo la visuale del fazzoletto con un incantesimo.
Dopo aver corso per un po’, lo chiamai, non prima di aver fatto apparire davanti a me una scatola di latta, buia.
James arrivò in tutta fretta da me, e bum! Finì nello scatolo che sigillai, e ci rimase, spaventatissimo, finchè non mi ebbe chiesto scusa.
Quando uscì era bianco, pallido come un lenzuolo, ma allo stesso tempo, arrabbiatissimo.
Scoppiai a ridere, e lui andò dritto in camera sua e non scese nemmeno per la cena.
 
Io e Al glielo ricordammo ogni due secondi nei giorni successivi, poi ci decidemmo a fare ‘pace’, anche se lui ha continuato tutta l’estate a farmi scherzi.
 
Credo che adesso ha anche paura delle scatole di latta.
 
Intanto, zia Ginny aveva seguito un corso di manicure, una cosa da babbani  per le unghie e l’aveva testata su me e Lily, e come risultato ci eravamo fatte un giretto ad un ospedale babbano, e ne eravamo tornate con le dite fasciate, colpa di bruciature.
 
 
Zio Harry aveva portato me e Al a pescare un sacco di volte.
Era divertente e rilassante, e avevo scoperto una certa attitudine per la pesca.
Avevamo una routine nei giorni della pesca.
 
 
Ci svegliavamo presto, verso le sei di mattina, e, dopo aver preparato dei toast per pranzo, uscivamo silenziosi dalla tana e ci avviavamo a piedi.
Avremmo potuto anche semplicemente smaterializarci e arrivare in due minuti, ma amavamo camminare per i boschi, soprattutto la mattina, quando un venticello fresco ti accarezzava il volto, e ti incoraggiava ad andare avanti.
Il ‘’nostro’’ laghetto era completamente naturale, si era formato dallo scioglimento di un ghiacciaio di millenni di anni fa, e le acque erano limpidissime.
Ci sedevamo sulle sponde e lo zio ci insegnava a mettere l’esca sull’amo, noi seguivamo le sue mani veloci e cercavamo buffamente di imitarlo.
Alla fine zio Harry ci doveva sempre aiutare, soprattutto a quell’imbranato di suo figlio Al, che però era sveltissimo a tirar su la canna, quando sentiva che un pesciolino abboccava, al contrario di me.
Spesso io mi sedevo sulla mia roccia, buttavo la canna nell’acqua e li la lasciavo, sperando in un miracolo, che non accadeva mai e tornavo sempre con l’amo vuoto.
Il resto del tempo lo spendevo sotto una grande quercia secolare, dalle nodose fronde, che si inchinavano quasi al terreno, e prestavano una piacevole ombra.
Io ne approfittavo, e cullata dal vento che danzava tra le foglie, mi immergevo nella lettura e il mondo intorno a me spariva, sbiadiva come i colori di una tela bagnata di un artista di strada che non fa in tempo a ripararsi da un temporale, e i colori scivolano via, tranquilli, sotto un fiume di pioggia.
 
 
Quando era ora di andare, Al mi si avvicinava lentamente e sussurrava il mio nome, come per svegliarmi da un sonno, io mi alzavo la testa dal libro, gli sorridevo e lui mi dava una mano ad alzarmi e a raccogliere le mie cose, mentre Zio Harry andava avanti, spesso al telefono con la zia, furiosa, come sempre, perché avevamo fatto tardi per la cena, e mamma che le strillava dietro di lasciarci divertire, ridendo.
Noi ce la prendevamo con comodo, trotterellando dietro di lui, carichi come muli di tutta l’attrezzatura.
Tornavamo a casa e trovavamo tutti in salotto, chiacchierando. Tranne mamma e zia, che cucinavano, ridendo e scherzando.
 
Mamma si affacciava, ci guardava e ci urlava un ‘‘Andate di sopra a cambiarvi, immediatamente!’’
 
Io e Al andavamo a posare l’attrezzatura nel capannone, fuori, poi tornavamo dentro, ci facevamo una doccia e intanto gli altri si erano seduti. Il nostro posto era al lato dei ragazzi. La tavola a casa nostra era divisa in due zone quando si mangiava tutti insieme, la maggior parte delle volte. C’era la zona adulti al capo sinistro, e la zona dei ragazzi a destra. Di solito io, Al, Lily, e Rox ci sedevamo da un lato, e James, Fred e Hugo, che stava diventando loro ‘’allievo’’ dall’altro lato.
Amavo quelle cene, così confusionarie, in cui ognuno parlava con un altro solo, ma a cui poi si aggiungeva qualcun altro, interessato alla conversazione, amavo quei ‘’mi passate il sale’’ ‘’James, smettila di darmi i calci’’.
 
La nostra famiglia era speciale, enorme, ma speciale.
 
 
 
 
Ripensai a tutto questo mentre guardavo il paesaggio scorrere fuori dal treno che mi stava portando all’ultimo anno di studi.
‘’Ma ci pensi Rose? Questo è l’ultimo anno!’’
‘’Sì, Al, ci sto pensando da tutta l’estate, finalmente ce la possiamo spassare!’’
‘’Già non ti riconosco più.’’
Ridemmo tanto, durante quel viaggio, ricordando tutti gli anni passati a Hogwarts.



Angolo inutile.
Ed eccoci qui, con un nuovo capitolo.
E sì, c'è stato un cambio di 'Punto di vista.'
Spero si sia capito chi è che racconta, almeno i Potterheads dovebbrero averlo capito.
Altrimenti, scusate, ma dovrete aspettare i prossimi capitoli.

LOVE YAA.
E sì, amo soprattutto le CINQUE RAGAZZE che seguono la storia,
le TRE che l'hanno messa tra le preferite e
le QUINDICI che hanno recensito, fino ad ora.

Credetemi, vi amo, VI AAMO.

Okay, sparisco, al prossimo capitolo.♥

-Alex.

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