Ren,che ne sarà di me? di NanaOsaki (/viewuser.php?uid=28638)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la scoperta ***
Capitolo 2: *** la reazione ***
Capitolo 3: *** nessuno ti separerà mai da me ***
Capitolo 4: *** there is nothing i can do ***
Capitolo 5: *** non mi lasciare mai... ***
Capitolo 6: *** Perchè? ***
Capitolo 7: *** Ren,che ne sarà di me? ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Nana Honjo ***
Capitolo 11: *** make your choice ***
Capitolo 12: *** blast is back ***
Capitolo 13: *** 8 years later... ***
Capitolo 14: *** the end. ***
Capitolo 1 *** la scoperta ***
Tokyo
2002, primi giorni di aprile. Nana e Yasu sono a casa di
quest’ultimo,che stanno tranquillamente chiacchierando e
facendo progetti per la band. Hanno bisogno di rilassarsi in attesa del
mega concerto che il giorno successivo vedrà i Blast
protagonisti.
-…E poi avremo i fuochi d’artificio, la
scritta “Blast” che scende dal soffitto, e alla
fine io urlerò “Grazie Tokyoo!!” e
salterò e..-
-Si Nana..faremo tutte queste cose,te lo prometto.
Ma…seriamente parlando.. ti vedo pallida..
cos’hai?-chiese Yasu
-Nulla…perché? Sono solo eccitatissima per
domani!-rispose la ragazza
-Non so…sei sicura di stare bene? Domani è il
grande giorno,suoneremo davanti a migliaia di persone,e non vorrei che
tu ti ammalassi oggi. Ti conviene andare da un dottore o stare a casa
tranquilla.. Ren oggi è a casa,giusto?
-Si,ma non ho alcuna voglia di tornare a casa. Ieri abbiamo
litigato… era una sciocchezza ma mi sono stufata di litigare
sempre. Non è che potrei rimanere qui fino a stasera?
Promettimi solo di non saltarmi addosso in caso dovessi
addorm….- Nana non riesce a finire la frase: sta male,
dall’espressione sembra che sia in procinto di vomitare.
-Tutto bene,Nana? Cos’ hai?- si allarmò Yasu. Se
Nana fosse stata male, il concerto sarebbe stato annullato,e la cosa
sarebbe stata catastrofica. Nana non se lo sarebbe mai perdonato, Shin
se la sarebbe presa con lei, Nobu avrebbe smesso di suonare e lui
avrebbe dovuto dire addio ai sogni di fama e popolarità che
aveva sempre,segretamente,sperato.
-No.. ora è tutto ok. Sarà il
clima…quest’anno è più caldo
del solito.- lo tranquillizzò Nana
Bussarono alla porta. –chi diavolo è ora?- disse
scorbuticamente Nana. Era Miu. Yasu le aprì e lei lo
baciò teneramente,senza pensarci,ma vedendo Nana si
tirò indietro. Non voleva che qualcuno la vedesse scambiarsi
effusioni con lui,pur sapendo che tutti erano a conoscenza della loro
storia.
-Ciao Nana…Scusate il disturbo…ero passata solo
per fare un saluto a Yasu,ma se siete impegnati tornerò
stasera.... Ehi- continuò la ragazza,il volto preoccupato
-…sei pallidissima.. qualcosa non va? Attacchi respiratori?-
- No no tranquilla,tu continua a sbaciucchiarti con Yasu,io ho solo un
po’ di mal di pancia..- rispose scorbutica Nana. Non voleva
porsi così,ma le era venuto spontaneo. Quella ragazza aveva
baciato Yasu davanti ai suoi occhi. E la cosa le dava fastidio.
-Nana…insomma…quante volte te lo devo dire di
essere gentile con le persone? Per di più è
Miu,la conosci! Fai la brava e mettiti a riposo- la
bacchettò Yasu.
Povero Yasu. Costretto a fare da padre a una bambina di nome Nana Osaki
che aveva passato i vent’anni ma ne dimostrava 11. Ma in
fondo le voleva bene lo stesso. Lei era Nana,e lui nel profondo
l’amava,qualsiasi cosa facesse.
Nana si infilò sotto le coperte del letto di Yasu, chiuse
gli occhi e fece finta di dormire. Ripercorse il suo passato. La morte
della nonna,il giorno in cui ha incontrato Ren, il giorno in cui hanno
fatto l’amore per la prima volta e il giorno della loro
separazione. Tutte queste cose se le ricordava benissimo,come se
fossero accadute pochi giorni prima. Si ricordava ancora le mani di Ren
che scendevano lungo i suoi fianchi,le sue parole sussurrate
all’orecchio che le dicevano di stare tranquilla,la sua
voglia di stringerlo a sé e non lasciarlo mai,la paura di
Ren di farle male e le parole di Nana che chiedevano ancora,e ancora e
ancora… queste cose se le ricordava tutte. Le venivano i
brividi lungo tutta la schiena se ci ripensava... a Ren aveva dato
tutto. La sua mente,il suo corpo,la sua anima. E Ren li aveva trattati
con estrema dolcezza. Lui la voleva,e Nana era come in suo possesso.
Apparteneva a Ren e lui apparteneva a lei, nessuno dei due era mai
stato veramente felice senza l’altro. Nana aveva capito fin
da subito che senza Ren nulla sarebbe stato come prima,nessuno
l’avrebbe più amata in un modo così
puro. Forse nessuno sarebbe mai stato più capace di provare
anche un sentimento simile a quello che legava i due. Dopo il concerto
dei Trapnest, nel suo cuore sarebbe voluta saltare su quel maledetto
palco che la divideva da Ren per abbracciarlo e baciarlo davanti a
tutti,ma il suo orgoglio e la sua paura non gliel’hanno
permesso. Aveva sempre saputo che Yasu aveva ancora contatti con lui,ma
non ha mai chiesto aiuto per rivederlo. Ha deciso di incontrarlo
pensando di riuscire a troncare ogni rapporto,ma chi voleva prendere in
giro? Lei sapeva che lo amava ancora. Dopo due anni,lo amava ancora.
Hachi,il giorno prima,le aveva chiesto se era ancora innamorata di lui.
Perché non aveva risposto? Non era forse amore il suo? No..
quella parola così comunemente usata come affetto,non poteva
essere associata al legame che la univa a Ren. Non poteva risponderle
con un “sì”,perché non
sarebbe stato vero. Lei era felice se Ren sorrideva, e Ren piangeva se
Nana era triste. È semplice amore questo? Attaccamento
morboso? Non lo aveva mai capito,o forse,non le interessava saperlo.
Voleva solo Ren. Ren,Ren,Ren. Voleva averlo solo per lei. Voleva essere
solo sua.
Nei suoi sogni però non compariva mai
Hachi. Lei faceva parte della sua vita in modo a sé
stante,non aveva bisogno di rivederla nei sogni. Si chiedeva spesso lei
se l’avesse mai sognata,ma non aveva il coraggio di
chiederglielo.
Hachi. Dolce,gentile e disponibile. A volte ingenua. Ma era stata
l’unica persona a volerle bene senza secondi fini. Ora lei
aveva Takumi,e sua figlia sarebbe presto nata. Anche lei pensava spesso
a un figlio. Magari non l’avrebbe fatto mai nascere,
“non sarei una buona madre” si ripeteva,ma in
realtà aveva sempre desiderato averne uno. In fondo, erano
anni che faceva l’amore con Ren. Possibile che non era mai
capitato? Aveva passato i vent’anni. E Ren,un
figlio lo voleva tanto.
Hachi stava per partorire, e lei? Una famiglia quando
l’avrebbe costruita? Per lei la famiglia erano i suoi amici e
il suo uomo. Ma non voleva altre persone? Si addormentò con
questa domanda.
-Nana…?- sussurrò Miu. Non ottenne nessuna
risposta.-Yasu…Nana dorme. Vuoi che vada o preferisci che
resti?-
-Resta pure-disse l’uomo,e l’abbracciò.
Si spinse oltre,baciandola prima sulle labbra poi sul collo. Infine,si
sentì aprire e chiudere una porta. Silenzio.
Nana si svegliò rintronata. Aveva dormito? Non se
n’era accorta. Guardò l’ora,vide che
erano le sei e mezza. Nel display del cellulare,anche due chiamate
perse: Ren.
-Cazzo- pensò –avrei dovuto avvertirlo che non
tornavo a casa. Ma…che diavolo è? Cosa sono
questi rumori?- tese l’orecchio. Sentì dei rumori.
Un leggero sbattimento di qualcosa contro un comodino,forse. I rumori
divennero più persistenti. Tum,tum,tum. Dei gemiti.
Un tuffo al cuore. Nana spalancò gli occhi.-No no no. Ti
prego no. Yasu e Miu sono di là. No diavolo no. Non
è possibile.- stava per scoppiare a piangere. Non voleva
sentire quello che stava sentendo. I rumori si intensificarono. Un
rumore stridulo uscì dalla bocca di Miu. Nana si
tappò la bocca per non gridare. “Non lo faremo
fino ai 50 anni”diceva Yasu scherzosamente. E Nana in fondo
voleva pensare che lo dicesse sul serio. Voleva che rimanesse suo per
sempre. “Bugiardo. Schifoso bugiardo. Non puoi farmi questo.
Avevi detto che ti eri innamorato di me,e ora? Ti stai scopando Miu
quando sai benissimo che io sono qui.” Nana non sembrava
più lei. In cuor suo,in quel momento stava odiando Yasu,o
forse,stava odiando Miu per essere nata.
Si nascose sotto le coperte,sperando di svanire nel nulla. Non voleva
che loro sapessero. Voleva svegliarsi da quell’incubo. Voleva
pensare di dormire ancora e che,sveglia,avrebbe capito che Miu non era
mai esistita. Ma quella era la realtà,e lei ne era
consapevole.
Chiuse gli occhi.
-Nana? C’è Ren al telefono. Vuole parlarti.-
La voce di Yasu svegliò la ragazza. Allora era veramente un
sogno? No. Se lo ricordava bene. Non era un sogno. E lei aveva solo
fatto finta di dormire. Erano le sei e quaranta e tutto era successo
veramente.
-Chi…chi?- chiese Nana
-Ren. Tieni.- rispose Yasu passandole il telefono.
Parlarono per qualche minuto. Nana disse che sarebbe tornata per cena e
di non preoccuparsi perché lei stava bene. “ti
amo”disse,e chiuse il telefono.
-stai davvero bene?- le chiese serio Yasu
-si…non lo so. Forse è meglio che vada da un
medico. Credo proprio che tu abbia ragione,è meglio che io
mi faccia vedere da uno specialista. Andrò ora. Grazie mille
per l’ospitalità e scusami se mi sono addormentata
nel tuo letto.- Nana pronunciò tutte queste parole senza una
grande convinzione,ma avrebbe tenuto fede alla promessa fatta.
-Nessun disturbo. Miu è andata via poco fa,ti saluta. Se
vuoi posso accompagnarti io..-
-No grazie. Vado da sola.-
Nana si diresse verso il suo medico. Sicuramente l’avrebbe
aiutata. La sala d’attesa era poco affollata,e dopo
mezz’ora toccò a lei entrare.
-Signora Osaki? Prego,è il suo turno.-
La porta dello studio si chiuse.
Nana tornò a casa,il volto distrutto. Ren appena la vide si
preoccupò:
-Cos’hai fatto?? Yasu mi ha detto che stavi male. Sei andata
a farti vedere?-
-….si- rispose la donna
-e cos’ha detto??-
-…-
-Nana,cosa ti ha detto? È qualcosa di grave? Nana? Devi
dirmelo!- Ren divenne visibilmente preoccupato
-Ren…io…devo chiamare Hachi.-
La ragazza prese il telefono e chiamò Hachi. Si chiuse in
camera.
Dalla sala,si sentì solo la donna piangere. Ren si
preoccupò tanto da chiamare Yasu,ma egli gli disse che non
sapeva come aiutarlo,visto che la ragazza non aveva parlato nemmeno con
lui.
Nana uscì dalla camera. Si asciugò il viso,e Ren
si avvicinò a lei.
-Pensi che ora sia spaventato abbastanza per potermi dire
cos’hai?-disse l’uomo agitato
-Ren.. non è una cosa facile da dire. Il medico mi ha detto
delle cose…non pensavo che sarebbe successo proprio ora. E
soprattutto,proprio a me-
-Nana che cosa ti ha detto il medico? Per favore dimmi cosa ti ha detto
quel fottutissimo medico! Ho bisogno di saperlo! Voglio sentire uscire
dalla tua bocca cosa ti ha detto,non saperlo da qualcun altro! Ti prego
Nana..-Ren stava per piangere. Per la prima volta,il suo Ren si era
mostrato vulnerabile.
-Ren…il fatto è…il dottore mi ha fatto
dei controlli…e….non so come sia
possibile….ma… sono al secondo mese di
gravidanza.-
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Capitolo 2 *** la reazione ***
nota dell'autrice: in questo capitolo capirete del perchè la mia ff è a rating arancione: diciamo che qui ci sarà ben poca "narrativa",ma spero che lo apprezziate comunque! ^^ Nana Osaki
Ren
guardò la ragazza
sbigottito
-c….c….cosa
scusa?-
-non
ti sto prendendo in
giro. Sono incinta.- la ragazza non sapeva se ridere o piangere.
Ren
la fissò negli
occhi,quegli occhi che quel giorno tanto lontano catturarono la sua
attenzione
e lo resero talmente nervoso da farlo irrigidire tutto. Non stava
mentendo,non
era uno scherzo di cattivo gusto. Nana,la sua futura moglie,era
incinta.
Sarebbe diventato padre. Nana sarebbe stata chiamata mamma.
Non
ci poteva credere.
La
ragazza si sedette. Era
felice? Sperava non fosse vero? Non lo sapeva. Guardava Ren,vide che
era più
sconcertato di lei,e pronunciò una frase che
l’uomo,in piedi di fronte a lei,
non si sarebbe mai aspettato uscisse fuori dalla sua bocca:
-Voglio
tenerlo.-
Ren
spalancò gli occhi,già
spalancati per la notizia precedente,e iniziò a piangere,
silenziosamente.
-Cosa
piangi,stupido? Quella
che dovrebbe piangere dovrei essere io!-
Si
alzò, si avvicinò a Ren,lo
prese per mano. Scoppiò a piangere anche lei.
Ren
l’abbracciò,la voleva
vicino a sé,voleva sentire il suo battito accelerare come
succedeva ogni volta
che si abbracciavano. Voleva che Nana pensasse veramente di tenere il
bambino.
-E
ora come faremo? Cosa
posso fare io per te?-
-Amami
come hai sempre fatto.
Perdona i miei sbagli che nemmeno io riesco a perdonarmi,aiutami a
crescere
perché ora ne avrò veramente bisogno.- rispose
lei,fermamente.
Nella
stanza c’era odore di
colonia,colonia maschile. I due ragazzi,così
stretti,sembravano essere davvero
una cosa sola. Per quanto tempo Nana aveva sognato tutto
ciò? Non se lo
ricordava nemmeno lei. Se prima aveva dei dubbi sul suo rapporto con
Ren,ora
era più che pronta a sposarlo. Voleva una famiglia. Voleva
capire cosa volesse
dire veramente essere felici con l’uomo che si ama e con il
frutto del loro
amore. Si,lo stava pensando seriamente.
Mentre
la sua mente era persa
in mille pensieri,Ren la fece tornare alla realtà: il
ragazzo la stava
stringendo troppo. Una sua mano era silenziosamente passata sotto la
maglia,per
salire dalla schiena alle spalle con una delicatezza unica. Nana
sentì un
brivido scendere in senso opposto alla grande mano di Ren,per poi
sentire che
le sue labbra erano finite sul suo collo,mentre il ragazzo le
sbottonava la
camicetta nera.
Smisero
entrambi di
piangere,avevano capito che rimanere a pensare non sarebbe servito a
nulla,il
bambino sarebbe continuato a crescere comunque. Ren non aveva
intenzione di
fermarsi,e Nana non voleva fermarlo.
-Certo
che sei proprio un
porco,lo sai?- disse Nana in tono provocatorio
-Lo
so bene,Nana.- rispose
Ren mentre le sfilava il reggiseno.
-Non
pensavo che anche in
questo momento avresti trovato la forza di farlo.- rispose lei.
-Sono
un ragazzo tutto da
scoprire,io-le sussurrò lui
Ren
iniziò a baciarle il
petto facendo attenzione a non farle fare movimenti che avrebbero fatto
male al
bambino.
Nana
intanto stava togliendo
la maglia a Ren,così alto e così magro,e gli
slacciò i pantaloni.
Accompagnandoli con le esili mani,li fece arrivare a terra
e,rialzandosi,sfiorò
delicatamente tutto il corpo del ragazzo.
Non
poté fare altri
movimenti: Ren la prese e,delicatamente,l’appoggiò
sul grande divano nella sala
della loro casa. I vestiti ammucchiati in un angolino e loro due,semi
nudi,soli
in quella grande stanza.
Iniziarono
a baciarsi. Nana
era nuda,coperta dall’esile corpo di Ren,e costantemente
pensava quanto fosse strano
provare ogni volta le stesse sensazioni che aveva provato quella notte
di neve.
Ren le aveva aperto le gambe, la ragazza chiuse gli occhi.
Sentì la sua lingua
attraversare ogni punto di piacere,le sue mani scorrere verso il seno
per poi
scendere fino ad accarezzarle le gambe.
Lei,riuscita
a trovare la
forza di muovere gli arti,appoggiò le mani sulla nuca di
Ren; lo voleva di
più,di più, di più. Spinse verso di
sé più che poteva la testa del ragazzo e
soffocò ogni verso emesso. Si contorse,si morse le labbra;
in quel momento
gemiti e versi non sarebbero serviti a niente, era tutto
così magico che le
parole non avrebbero fatto altro che rovinare
quell’atmosfera.
Ren
alzò gli occhi,vide Nana
con un viso sereno,per la prima volta in tutta la giornata e le diede
un bacio.
Lei lo strinse a sé e gli sussurrò una frase
spinta per incitarlo a finirla.
-E
sarei io il porco?-le
rispose Ren,guardandola
-Ovviamente-
disse Nana,e si
sentì prendere dal ragazzo.
Si
guardarono,lui le bloccò
le braccia,le baciò il collo e la finì. Un ultimo
gemito,quasi soffocato da
Nana,e i due si ritrovarono abbracciati,sul divano,a sorridersi
dolcemente.
-Pensi
che dovremmo farlo
meno spesso? Sai…tra qualche mese la pancia
aumenterà…e io ho paura di fare
male al bambino…-chiese Nana preoccupata
Ren
non aprì bocca: la baciò
e le toccò la pancia,così piatta,che non dava
alcun segno di gravidanza. Nana
sorrise: forse la gravidanza avrebbe giovato al loro rapporto. Fino a
quel
momento le cose stavano precipitando,ma quando la dottoressa le ha
confermato
di essere incinta,dentro di sé aveva capito che solo Ren
sarebbe stato il padre
del suo bambino; non Yasu o Nobu,ma Ren. La sua unica paura era quella
di non
essere una buona madre. Se lo era ripetuto tante volte,quasi si era
convinta
che non sarebbe mai stata capace di allevare un figlio; pensava che
sarebbe
ricaduta negli stessi errori della nonna,o ancora peggio,della madre.
Ma vedere
Ren piangere davanti a lei, sentirlo stringersi così
forte,le ha fatto capire
che con lui sarebbe riuscita a fare qualsiasi cosa,persino quella che
nemmeno
lei si sarebbe mai immaginata: creare una famiglia.
Dovette
tornare alla realtà:
Ren non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Era
sopra di lei, il petto
lontano dal suo,con un’espressione che non lasciava doppi
sensi: velocemente si
avvicinò,mise una mano sul collo di Nana, lei si
aggrappò a lui,premette e la
penetrò; lei non poté fare altro che divaricare
ulteriormente le cosce,per incrociarle
sulla schiena di Ren e premere affinché lui le fosse ancora
più vicino.
-Nana…?
Nana svegliati…! Non
dirmi che questa volta ti ho ucciso davvero- la voce di Ren
svegliò la ragazza
-Maledetto-
rispose lei,aprendo
un occhio
-Non
farlo mai più! Mi hai
fatto prendere un colpo! Pensavo di aver stretto troppo-
replicò il ragazzo,con
l’aria visibilmente più tranquilla
-E
hai pensato bene,altri 10
secondi e potevi dirmi addio. Te lo ripeterò sempre: io col
cavolo che ti
sposerò!- Nana prese la mano di Ren e aggiunse -è
tutta colpa tua,mi stavi
quasi per uccidere!-
-Non
dire così,altrimenti la
mia mano si offende…e poi lo sai che ti amo e che non ti
farei mai del male. La
prima volta me lo avevi chiesto tu di soffocarti!-replicò Ren
-Bugiardo!
Me lo avevi proposto
tu!-
-E
ti è piaciuto. Dico male?-
La ragazza sorrise
imbarazzata,e Ren la baciò.
-Uffi
riesci sempre a
chiudermi la bocca.-
Il
ragazzo non disse più
nulla: la baciò di nuovo,ora con più impeto,lei
si strinse a lui e chiuse gli
occhi.
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Capitolo 3 *** nessuno ti separerà mai da me ***
Le
giornate non passavano
veloci come Nana se le era aspettate: lavoro, casa, prove, lavoro,
casa, prove
,lavoro. Che cavolo di vita era?!
Stranamente
non aveva mai
avuto nausee,certo gli odori forti le davano fastidio ma non era mai
corsa a
vomitare in bagno.
Della
sua gravidanza ne era a
conoscenza solo Hachi,la quale aveva promesso di non farne parola con
nessuno.
“Porta sfiga!” le ripeteva continuamente Ren,ma la
cosa di cui più aveva paura
era la reazione dei suoi amici,e soprattutto di Yasu. Cosa le avrebbe
detto?
Come si sarebbe comportato con lei dopo la notizia? Non voleva
immaginarsi una
risposta.
Tranquillamente,stava
preparando il pranzo per Ren,appena tornato dal lavoro. Come si vedeva
che era
stanco! Gli unici passi che aveva fatto erano per raggiungere il
letto,sul
quale si era buttato con i vestiti e le scarpe. A quella scena Nana
aveva
sorriso e si era messa a ridere.
Anche
lei era stanca,sì. Le
prove erano sempre più frequenti, lei riusciva a dare sempre
meno per via dei
mille pensieri, la registrazione del loro nuovo singolo andava a
rilento e Nobu
era quasi sempre assente per colpa di Yuri.
Del
giorno in cui sentì Yasu
e Miu fare l’amore non ne fece parola con nessuno,voleva
dimenticarlo,ma ogni
volta che incrociava loro due assieme le venivano i brividi e un senso
di
solitudine si impadroniva di lei. Perché? Voleva fingere di
non saperlo.
Ora
sia i Blast che i
Trapnest avrebbero avuto un paio di giorni di riposo,e finalmente Nana
e Ren sarebbero
potuti stare insieme ed essere,almeno per una volta,una coppia come le
altre.
-Il
miso è pronto!!- urlò
Nana
-Cosa..caz…è
già ora di
pranzo??-rispose Ren,rintronato
-Eh
si,quindi muoviti che
sennò si raffredda!-
Come
sembravano normali.
Normali discussioni, normali baci e normali carezze. Ma loro non erano
normali.
Lui era Ren dei Trapnest e lei Nana dei Blast. Ogni loro movimento era
seguito
e commentato dai mass media e dalle famiglie,ogni loro frase era
ripetuta e
analizzata da fan accaniti e da persone qualunque,la loro totale vita
era
scritta,narrata e modificata da totali sconosciuti in attesa di scoop.
La gente
dice; la gente commenta; tutti sanno mezze verità e tutti si
permettono di fare
i moralistici predicando cos’è buono e cosa no.
Nessuno,là fuori,sapeva
cos’aveva davvero dovuto passare Nana,Ren,Yasu,Takumi o Shin.
A nessuno
interessava veramente. Tutti volevano una notizia da raccontare in
giro,ma
nessuno se ne preoccupava veramente. Erano pronti quei figli di puttana
là
fuori a sapere che Nana Osaki era incinta? Sorrise quasi malignamente a
questa
domanda.
-Oggi
hai messo meno sale del
solito-disse Ren ironicamente mentre mangiava il pranzo
-Prendi
anche in giro?-rispose
Nana
-E
dai che scherzavo… è solo
leggermente salata oggi. Cosa c’è di secondo?-
-It’s a surprise! Ho fatto le
cose di fretta
però,mi stavo addormentando sui fornelli. Maledetti quelli
della Gaia! Mi hanno
uccisa questa settimana.- replicò Nana,per poi
aggiungere,toccandosi la
pancia-Anche tu hai sofferto lo stress,vero piccolino?-
Ren
le sorrise dolcemente:
-Pensi
che sarà maschio o
femmina?-Chiese Ren incuriosito
-Non
ne ho idea! Ma
sicuramente sarà femmina…così
diventerà la migliore amica della figlia di
Hachi!-disse ridendo Nana.
-Allora
sarà femmina?-Urlò
Ren sorpreso
-Chi?-
-La
bambina di Hachi! Non lo
sapevo! Takumi non me lo aveva mai detto!-
-Shhhhh
non devi
assolutamente dirlo a Takumi! Hachi vuole tenerglielo nascosto fino il giorno in cui
partorirà!-
-E
perché?-
-Uffa
quante domande! Non lo
deve sapere e basta! Capito? Sarà una grande sorpresa per
Takumi…- finì Nana il
discorso.
Si
alzarono entrambi dopo
aver finito di mangiare,e a Nana venne una bella idea: mandare una mail
a
Hachi.
“Ciao
Hachi,
quanto
tempo è passato
dall’ultimo giorno che ci siamo viste? Troppo,secondo me.
Finalmente ho due
giorni liberi e li passerò con Ren,ma se per te va bene
vorrei incontrarti per
un caffè e per parlare come facevamo una volta. Il tuo
pancione ti permette di
muoverti? Spero proprio di sì. Mi auguro che la piccolina
nasca sana e che non
assomigli affatto a Takumi.J
Con
Ren le cose stanno
andando davvero bene,era ora! Ti spiegherò meglio quando ci
vedremo,ho tante
cose da raccontarti!
Il
lavoro mi sta mandando nei
matti,nessuno sa della mia gravidanza e credo che nessuno la
immagini,quindi mi
fanno lavorare con i soliti ritmi insostenibili. L’uscita del
prossimo singolo
è prevista tra due settimane,quindi questi sono gli ultimi
due giorni di
pace…spero riusciremo a vederci!
Fammi
sapere,mi
raccomando.Nana.”
Ora
era contenta. Aveva
svolto il suo dovere.
Un
paio d’ore dopo,il
computer le segnalò una nuova e-mail: Hachi.
“Cara
Nana,
come
sono stata contenta di
aver ricevuto una tua mail!
Da
quanto vedo abbiamo
imparato entrambe e usare un pc. Non ti senti anche tu più
tecnologica ora? J
A
parte gli scherzi,sono
molto felice di accettare il tuo invito,ma credo che per me sarebbe
meglio
rimanere in casa perché domani entro nel nono mese e potrei
partorire da un
momento all’altro.
La
piccola pesa sempre di
più,ora ho anche trovato il nome(che non ho detto a Takumi
per non svelargli il
sesso del bimbo)e non vedo l’ora che nasca. Spero proprio che
non gli assomigli
caratterialmente,e tanto meno a me,sarebbe davvero disastroso!
Sai…vorrei che
assomigliasse tanto a te: forte e decisa. Vorrei tanto che fossi tu il
padre del
bambino...ma credo che non ci siano possibilità per
ciò.
Infine
con Takumi le cose
vanno molto bene. Sai? Ora credo di amarlo davvero. Sono maturata
grazie a
lui,gli devo molte cose. Vorrei che questi momento non finissero mai.
Sono
contenta che anche tu
stia passando dei bei momenti,te lo meriti davvero. Ti
chiamerò per metterci
d’accordo per l’incontro.
A
presto,Hachi.”
Lo
ama? Ama quel mostro che
quel giorno la costrinse a farlo al ricevimento di Reira? Ama davvero
quell’uomo che senza scrupoli ha zittito il suo ragazzo
quando ha saputo di
essere rimasta incinta?
No,basta.
Doveva smetterla di
dire le solite cose. Non era affatto cresciuta? Si era ripromessa di
essere
felice per Hachi,qualsiasi strada volesse intraprendere. E lei diceva
di amare
Takumi. Quindi,ci doveva credere e non obiettare.
Scrollò
il capo. Posò per un
secondo lo sguardo sul tavolo della cucina. Notò un pezzo di
carta.
Incuriosita,si avvicinò,dimenticandosi delle parole di Hachi
riguardanti
Takumi.
-Un
biglietto? Cosa…?-disse
ad alta voce Nana,pur sapendo che Ren non c’era.
“Vado a comprare le sigarette”
le disse,ma non si ricordava l’ora precisa. Era
così assorta nei suoi pensieri
che per lei potevano essere state anche ore fa.
Lesse
il biglietto: “Muoviti
a venire qui:”e di seguito,un indirizzo. Che diavolo era? Non
conosceva nessuno
che abitasse lì.
Chiamò
un taxi e si diresse
verso il luogo scritto. Era sicura che fosse Ren? Si si…chi
altro poteva
essere? Eppure aveva uno strano presentimento.
Arrivò.
Davanti a sé un
portone. Nessuno la stava aspettando. Decise di entrare.
Un
uomo alla reception la
guardò male,forse per il modo in cui era vestita visto che
era entrata in un
hotel di lusso.
-Scusi,per
caso qualcuno ha
lasciato un biglietto per me? Il mio nome è Osaki Nana-
-Uhm?
Biglietto? No,mi
dispiace.- fu la risposta scocciata dell’uomo
-Allora
qualche sala
prenotata, una lettera,qualcosa per me insomma!-
-No
signorina,nulla di tutto
ciò! Non abbiamo nulla per lei. Mi dispiace ma non posso
aiutarla
ulteriormente. Buona giornata.-
L’uomo
alla reception liquidò
Nana con quest’ultima frase.
-Stronzo-
pensò la ragazza,e
si allontanò.
All’uscita
un ragazzo,di
bell’aspetto,la fermò: -Scusi è lei
Nana Osaki?-
-Si
perché?- rispose
lei,diffidente
-Questo
è per lei.- rispose
il ragazzo,e se ne andò.
Che
diavolo era? Un
biglietto. Aprì e lesse: “torna a casa. Ora il
momento è arrivato”. Il momento
era arrivato? Cosa significava? Si sentiva presa in giro. Si diresse
verso
casa.
Lentamente,attraversò
il
corridoio che la separava dall’ingresso della sua grande
casa. Si avvicinò alla
porta lentamente. Prese le chiavi dalla tasca,indugiò un
attimo,le tirò fuori.
Infilò quella più grande nella fessurina nella
porta. Girò.
All’interno,solo
buio. Nana
si ricordava benissimo di aver lasciato le finestre aperte,mentre ora
tutto era
chiuso.
-Chi
diavolo c’è?-urlò Nana
Si
sentì prendere per un
braccio.
Un
urlo.
-MALEDETTO!
Ti ucciderò prima
o poi! Ti odio!-
-Ahahahah!
È stato
divertentissimo vederti sbiancare in questo modo!-
Ren
aveva acceso una candela.
Nana era così spaventata che non riuscì a
liberarsi della presa del ragazzo.
-Crepa!
Tu mi vuoi vedere
morta giovane!- gli urlò lei
-No
Nana…a dir la verità ti
ho fatto venire qui solo per un motivo…- disse Ren che,dopo
averle
sorriso,divenne stranamente serio.
Le
prese la mano sinistra e
disse: -Nana… la vita non è bella come
sembra,entrambi lo sappiamo. Ma ti
prometto che,qualunque strada tu voglia scegliere,io ti
appoggerò e cercherò di
renderti sempre felice. Nana…- le sfilò
l’anello,uguale a quello di Hachi,lo
prese in mano e finì:-Sposami- le rimise
l’anello,mentre la ragazza spalancò
gli occhi. Sapeva che non voleva altri anelli,sapeva che tutto
ciò che era
importante per lei era racchiuso solo in quel diamante.
-…lo
prendo come un sì?- disse
Ren guardando Nana non riuscire a dire nulla.
-Sì…
Assolutamente sì,Ren!-
pronunciò lei,la voce flebile,e Ren la baciò.
Una
grande luce si
accese alle spalle dei due ragazzi:
Yasu,Nobu,Shin,Misato e lei,Hachi,erano dietro di lei; avevano
assistito
tutti,li aveva chiamati Ren,stavano applaudendo e urlando con gli
accendini
accesi in mano.
-Sono
qui per te-disse Ren
guardando tutte le persone dietro di loro
Nana
iniziò a piangere.
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Capitolo 4 *** there is nothing i can do ***
Primi
giorni di maggio.
L’aria era sempre più calda,il profumo degli
alberi in fiore inebriava ogni
strada e la temperatura era stranamente alta.
Tutti
erano
spensierati,tranne alcune persone: la Gaia
records era piena di persone,assistenti,manager vari,intervistatori
e loro,i Blast.
Erano
in un’ala protetta con
Ginpei e il signor Kawano,stavano discutendo degli ultimi preparativi
per
l’uscita del loro secondo cd.
-Speriamo
bene… questo cd è
veramente potente. Chissà se piacerà al
pubblico!- ripeté Kawano per la decima
volta.
-Signor
Kawano,questa è la
musica che noi vogliamo fare. I testi,la musica,sono quelli che
più
rispecchiano il nostro vero modo di essere. Non ci possiamo fare nulla
se siamo
bravi a fare solo questo genere di musica.- gli rispose freddamente
Shin.
-Shin,sii
più cortese con il
signor Kawano. Lui e quelli della Gaia ci hanno dato la
possibilità di
diventare famosi,senza di loro non saremmo di sicuro qui.- lo riprese
Yasu.-Però…-
-Però
Shin ha perfettamente
ragione.- lo interruppe Nana. Era stata zitta per tutto quel tempo,
ascoltava
passivamente il discorso,ma ora doveva intervenire. Seduta sul divano
di pelle
nera,gambe rannicchiate di lato,la sigaretta in bocca,
pronunciò quella frase
facendo girare tutti verso di sé.
-Noi
siamo così,non è colpa
nostra se l’unica nostra via di salvezza è il
punk. L’altro cd era molto
commerciale,a me onestamente non è piaciuto,ma per fare
soldi e per diventare
famosi ho pagato anche questo prezzo. Ora i pezzi sono più
duri,si sente molta
più batteria e la mia voce non ha bisogno di andare su come
quella di Reira o
di Amy Lee,perché noi facciamo musica diversa dalla loro ed
è quella che noi
vogliamo comporre.-
-Nana…-cercò
di calmarla Yasu
-No,niente
“Nana”-rispose
secca lei-se lei,signor Kawano,ci ha dato la possibilità di
incidere questo
secondo cd vuol dire che si fida di noi. E allora perché
continua a ripetere
sempre la stessa frase? Crede che a noi piacerebbe se il cd non
vendesse? A me
non interessa diventare un idolo delle ragazzine,la mia musica deve
essere
capita altrimenti non ha senso che venda se non trasmette il messaggio
che io
voglio dare. La musica è la cosa che mi ha salvata! Non
sarei qui senza essa.
Pensa che potrei tradirla? Pensa che mi venderei pur di avere
più soldi? Noi
abbiamo dato l’anima per questo album. E lei,signor Kawano,
si deve fidare di
noi. Perché tutti i presenti hanno faticato giorno e notte
per comporre delle
canzoni.-
Nana
si alzò,si cinse la vita
con le mani,e uscì. Nobu la seguì.
-Nana…-
la fermò lui,una
volta uscita dalla stanza
-Che
c’è? Ho detto qualcosa
di sbagliato? Era forse un discorso che qualcuno di voi lì
dentro non avrebbe
voluto fare?- disse lei,la voce tremante.
-Nana…io
non sono venuto qui
fuori per rimproverarti,anzi. Io sono venuto qui per dirti che tutto
quello che
hai detto è la pura verità. La musica ha salvato
me,ha salvato te,ha salvato
Shin e Yasu. La musica ha salvato Ren. La musica è
l’unica cosa che non ci ha
mai fatto del male. Solo lei
riesce a
essere costantemente di aiuto,e per quanto noi odiamo qualcuno,per
quanto noi
piangiamo,le uniche parole che ci confortano veramente sono quelle di
una
canzone. Non è così anche per te?- disse il
ragazzo,gli occhi lucidi.
-Nobu…io…-Nana
non finì la
frase. Si mise a piangere e abbracciò Nobu.
-Nana…cos’hai?
Sei strana…-le
chiese lui preoccupato
-Nobu…non
è questo il momento
per parlare di certi discorsi…-le disse lei,tra le lacrime
-Cosa
intendi dire? C’è
qualcosa che non va?- si allarmò lui
-No
Nobu…il fatto è
che…beh…io s…- non riuscì a
terminare,che arrivò Yasu insieme a Shin a dirle di
muoversi. Il momento era arrivato.
Intanto,
il notiziario di
“Seven morning”,stava annunciando che il
rivenditore di dischi più grande del
Giappone stava per aprire le porte ai centinaia di fan dei Blast pronti
ad
accalcarsi l’uno sull’altro per acquistare la prima
copia del loro cd.
Le
porte si aprirono. Decine
e decine di fan pronti a fare a pugni pur di arrivare primi alla cassa.
Sembrava un film in cui ognuno era un attore,ma era tutto vero.
Nel
frattempo,alla Gaia Records,
loro erano lì fuori: Shin,Yasu,Nobu e Nana. Nessuno lo
sapeva, ma per
inaugurare quel giorno così speciale, i Blast avevano deciso
di introdurre il
primo singolo sul mercato con un live agli studi Gaia.
Nel
retro, contornato da un
verde giardino, un palco di modeste dimensioni si erigeva. Un cancello
davanti
a esso delimitava il confine della strada. I Blast dentro
e,dall’altra parte,
circa 20 paparazzi incollati a quel piccolo cancello in cerca di una
sola frase
da scrivere e riportare in tutti i giornali.
Nana
si avvicinò e chiese:
-Cosa
volete qui? Se volete
riprendere il live dovrete aspettare ancora qualche minuto,è
inutile che vi
accalcate. E poi se state tutti stretti le riprese verranno male.
Insomma,ve le
devo dire io queste cose?-
Tutti
tacquero.
“come
sono perfida!!” pensò
tra sé e sé Nana, ma un giornalista la fece
tornare alla realtà:
-Noi
volevamo solo sapere
cosa ne pensa di tutta la gente che si è accalcata davanti
alle porte del Music
Store per riuscire ad essere il primo a comprare il vostro cd!-
-Il
primo?-ripeté Nana –mi
dispiace deludere tutti i nostri fan, ma la prima copia del cd ce
l’ha una sola
persona…e quella persona prende il nome di…-
-…di?-
ripeterono i
giornalisti,pendenti dalle labbra di Nana
-Nana
Komatsu. Ora diventata
Nana Ichinose.- finì lei,e se ne tornò sul
palchetto.
Ogni
giornalista iniziò a
cercare e cercare per trovare un foglio in cui appuntarsi questo
nome,le
chiesero altre cose ma la ragazza non li stette più a
sentire.
Il
live iniziò. Shin diede
l’attacco con un giro di basso. Yasu colpiva insistentemente
il tamburo.
Silenzio. Nobu scoppiò in un susseguirsi di accordi
duri,veloci. Nana iniziò a
cantare.
La
gente iniziò ad accorre,il
signor Kawano aprì finalmente il cancello e tutte le persone
fuori iniziarono ad
entrare,spingendosi per accaparrarsi il posto migliore.
Fuck off, you
don’t know me
Stop saying the
same things
I
won’t listen to you
You think my
life is a comedy
But
it’s not
So fuck off and
die
Nana
urlò queste parole,il
ritornello della loro nuova canzone,fino allo sfinimento.
La
gente che era lì sotto
rimase senza fiato,i giornalisti pregarono che le riprese fossero
venute bene,la
canzone terminò e,in quel momento di caos,la band
tornò dentro.
-Siamo
stati grandi!!!- urlò
Nobu
-Puoi
dirlo!!-rispose Shin
Nana
se ne stava stranamente
in silenzio,ma il suo viso era rilassato.
-Nana!-
una voce interruppe
tutto il vociare. La ragazza si girò.
-Ren!
Cosa ci fai tu
qui?-disse lei,sorridendogli,ma rimanendo in piedi immobile.
-Sono
venuto a
rapirti,ovviamente. Com’è,non mi saluti
nemmeno?-rispose lui,sorridendo e
avvicinandosi a lei.
-Ti
ho detto ciao!-replicò
Nana
-Ma
per me quello non è un
saluto,su…-terminò lui cingendole il viso con le
mani,portandolo verso di sé
per poi dargli un lungo bacio.
“Ren…le
tue labbra,così
morbide e sottili…perché mi spediscono ogni volta
in paradiso per riportarmi in
quest’inferno ogni volta che si staccano da
me?”pensò Nana in quel momento.
“perché non c’è un modo per
rimanere lassù,io e te,lontani da tutti?”. Si
strinse a lui,alzandosi sulle punte per essergli ancora più
vicino. Quasi si
era dimenticata che c’erano tutti gli altri con lei, quasi le
sembrava di aver
perso ogni freno che le impediva di essere dolce con il suo uomo di
fronte agli
altri. In quel momento tutte le sue barriere erano crollate.
Il
momento di felicità
terminò. Ren prese per mano Nana e disse semplicemente: -Noi
andiamo.-
Nana
si mise una mano intorno
al ventre.
-Wow,non
avevo mai visto Nana
e Ren baciarsi! Allora anche quella ragazza ha un cuore!- disse
Shin,ridendo.
-Shin…che
impertinente! Beh
però hai ragione… era tanto tempo che non vedevo
più Nana e Ren baciarsi! È uno
spettacolo molto raro… tu cosa ne pensi Yasu?-
replicò Nobu.
Yasu
era rimasto impassibile
alla scena. Ormai era più che consapevole che Nana non era
sua; però un
particolare lo aveva scosso… proprio
quello…voleva vederci chiaro. Ma non in
quel momento,non era quello adatto.
Nel
frattempo,all’uscita dei
Gaia Records Studios,i giornalisti seguirono Nana e Ren fino alla loro
macchina.
“Signor
Honjo,la prego,ci
dica cosa ne pensa di questa canzone dei Blast!”
“Signor Honjo,come mai è
venuto fin qui?” “Signor Honjo,ci dica qualcosa
riguardo questo nuovo album!
L’ha comprato?” erano queste le domande,inutili e
ripetitive,che tutti i giornalisti
facevano. All’ultima, Ren si fermò, e disse:
-Ovviamente
ho comprato il cd
dei Blast,e volete sapere una cosa? Sono qui perché amo Nana
e voglio passare
del tempo solo con lei. Intesi? Ora lasciateci passare.-
Entrarono
in
macchina,commentarono quei rompiscatole e intrapresero la strada di
casa.
Furono
ben presto le nove. Le
prime statistiche dicevano che il cd dei Blast aveva venduto 10.000
copie solo
in quel pomeriggio, e la luna ormai era alta nel cielo.
-Ren
è pronto da mangiare…
dove sei?- urlò Nana.
Sentì
dell’acqua scorrere;
entrò in bagno.
-Me
lo potevi dire però che
facevi il bagno… ora tutto quello che ho preparato si
fredderà. E te lo mangi
così,ok?- disse Nana
-E
tu dove pensi di andare?-
la fermò Ren
-A
mangiare,ovviamente-
-E
dai,su,facciamo il
bagnetto insieme! Fai felice papà Ren!-
-…
Idiota. Va bene,vengo.-
Nana
si spogliò ed entrò
nella vasca,piena di schiuma e con una candela accesa su un lato.
-Mi
sento in imbarazzo,sai?-
disse Nana
-E
perché? Ormai conosco ogni
centimetro del tuo corpo,cos’altro dovrei scoprire?- rispose
Ren
-Beh…ora
non è molto
visibile,ma quando la pancia crescerà…insomma,non
so quanto mi piacerà
scoprirmi davanti a te…-
-Sarai
bellissima comunque.-
concluse Ren,portandola vicino a sé. La strinse un
po’,la fece sedere sulle sue
gambe e iniziò a baciarle il collo.
-Eccoti
subito all’opera…non
perdi tempo tu,eh?-lo stuzzicò Nana
-Ovviamente-
disse lui
scendendo dal collo alle spalle
Intanto
la sua mano era scesa
sotto il livello dell’acqua,mentre l’altra
continuava a cingerle il petto.
-Sssshhh
Nana…- sussurrava
lui,mentre lei muoveva le gambe per trovare il punto di maggior
piacere. Le
mani esperte di Ren erano su tutto il suo corpo, erano dentro di lei e
lei le
voleva. Cercava di non emettere alcun suono,la voce così
soave di Ren le diceva
di rimanere in silenzio e lei,stregata,ubbidiva. Si contorse
un’altra
volta,cercò le labbra del suo uomo,le baciò,poi
il bacio divenne più profondo
e,mentre lei gli accarezzava il viso,lui si fermò.
-Perché
ti sei fermato? Stavo
provando così tanto piacere…-disse Nana
Lui
non rispose,la girò in
modo da poterla guardare. La baciò di sfuggita e le chiese:
-Quanto
mi vuoi?-
-Tanto,Ren…-
rispose
lei,mentre gli toccava il petto,per poi scendere e risalire
-Solo
tanto?-
-Tantissimo-
-Di
più?-
-Sì,di
più. Ti voglio,ti
voglio, ti voglio. Ren…- la frase non la finì:
Ren la prese da dietro, l’alzò
un attimo, unì il suo corpo al suo.
-Non
trattenerti,Nana…- la
provocò lui.
Nana
si strinse a lui,si
aggrappò alle sue spalle graffiandolo con le unghie,lui per
risposta le baciò
il collo mordendoglielo un po’. Un gemito uscì
dalla bocca della
ragazza,soffocato poi da uno di Ren.
-Non
ti darò la soddisfazione
di sentirmi godere- lo provocò Nana,sapendo che avrebbe
ottenuto una reazione.
Ren entrò dentro di lei,questa volta con più
forza, e Nana urlò,più di una
volta.
Finirono
di fare l’amore,si
abbracciarono e si guardarono. La candela era ancora accesa e
l’acqua si stava
pian piano raffreddando.
-Come
sei bella,Nana- le
disse Ren. Lei gli sorrise.
-Secondo
te,al bambino
piacerà il nostro modo di fare sesso? Che cosa gli diremo
quando sarà grande e
ci chiederà com’è stata la nostra
gioventù?-chiese sorridendo Nana
-Io
gli dirò che dall’età di
18 anni sono stato innamorato della mamma- rispose Ren,e aggiunse-anzi!
Fammici
parlare ora-. Prese Nana, la mise in ginocchio davanti a sé,
appoggiò la bocca
sulla sua pancia e continuò: - Ehi piccolino o piccolina, mi
senti? Non vedo
l’ora che nasci così ti stringerò forte
forte tra le mie braccia…inoltre volevo
che tu sapessi che amo tanto la tua mamma e che è
l’unica donna che mai amerò.
Anche tu le vorrai bene,vero? Quando la vedrai capirai quanto
è speciale.-
Baciò
la pancia di Nana,alò
gli occhi e vide lei con gli occhi lucidi.
-Tu
lo fai apposta…mi fai
sempre commuovere! Ma secondo te…cosa sarebbe successo se
non ci fossimo mai
incontrati?- disse la ragazza
-In
un modo o nell’altro,ci
saremmo conosciuti lo stesso…io mi sarei innamorato
perdutamente di te e ci
saremmo ritrovati qui,lo stesso… te lo ricordi?-rispose
Ren,per poi avvicinarsi
all’orecchio della ragazza-Life is always what we make of
it…-
Quella
frase gliela ripeteva
sempre,tanto che anche lei se n’era convinta. Ma era
veramente sicura che
quello che le stava capitando era successo per puro caso?
Perché proprio Ren e
non,per assurdo,Nobu? o qualcun altro? Ormai si stava convincendo che
la vita
di ogni persona è indirizzata verso una certa parte sin
dalla nascita…ma quella
era veramente la strada per lei? Si strinse a Ren per non pensare a
questa
domanda.
Usciti
dalla vasca da bagno,
Nana andò a controllare il cellulare: due chiamate perse e
un messaggio.
Mittente: Yasu.
“Che
diavolo vuole quel
pelatino?” si chiese,poi lesse: “Nana,io e te
abbiamo un paio di cose da dirci.
Non credi anche tu? In fin dei conti è una cosa nata da
poco…ma vorrei comunque
chiederti un paio di cose.”
Che
cosa voleva dire? Una
cosa nata da poco? A che cosa si riferiva?
-Oh
no.-pronuciò.-Oh no. No
no no. Merda.-
Intanto
da un’altra parte,un
uomo stava guidando la sua macchina. Guardò nello
specchietto retrovisore,
controllò se aveva ancora le sigarette. Un attimo. Uno
schianto.
La
fine.
Qualche
ora dopo,squillò il
cellulare. Una donna lo prese e rispose. La sua voce era allegra, forse
le era
appena successo qualcosa di bello. Poi,la notizia.
-Oddio
no. No ti prego no.
No. Non può essere vero. No…aiuto…mi
sto sentendo male…no per favore non ditemi
così…io…vi prego…vengo
subito.-
Chiuse
il telefono.
|
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Capitolo 5 *** non mi lasciare mai... ***
Premetto che questo capitolo è parecchio lungo,ma ne sono davvero soddisfatta...dopo questo inizio moooolto modesto,vi lascio!buona lettura! NanaOsaki
Nana bussò alla porta. L’uomo si alzò e
andò ad aprire. –Eccomi,darling- disse
lei,guardandolo per poi entrare e chiudere la porta alle sue spalle.
–Saltami addosso,Yasu- continuò, sfilandosi la
maglietta. Yasu la baciò,cominciò a toccarla
alzandole la gonna e si tolse la maglia. Spinse Nana fin verso il
letto,e…
Yasu si svegliò. Era nel suo letto. Era un sogno?
Guardò alla sua sinistra: Miu stava dormendo,i lunghi
capelli scompigliati che le coprivano parzialmente il viso. Solo in
quel momento si ricordò di aver fatto l’amore con
lei quella sera,ecco perché erano entrambi nudi. Si
toccò la fronte, stava sudando. Ma un sudore derivato da che
cosa? Paura o…eccitazione? Si avvicinò a Miu,le
sfiorò le labbra con le sue, le scostò i capelli
e l’abbracciò,facendo attenzione a non svegliarla.
“Com’è
piccola”pensò lui. “sembra una bambola
di porcellana,perfetta ma maledettamente fragile”.
A un tratto, il telefono squillò. Era Ren.
Qualche ora prima…
A casa di Nana e Ren,senza preavviso,squillò un cellulare.
-Chi è a quest’ora?- disse Nana,con gli occhi
chiusi. Ne aprì uno,guardò la sveglia: 4.25 a.m.
-Maledetto chiunque abbia chiamato! Se sono quelli della Gaia domani mi
sentono…- continuò a imprecare,mentre il
cellulare non dava segno di smettere di squillare. Dopo altri 20
secondi, Nana decise di alzarsi.
-Pronto?-
-Nana?-
-…sì,dimmi!-
-Nana ti prego vieni subito! Nana io mi uccido! Nana!-
- Cos’è successo?-
-Ti prego vieni subito! Nana io mi voglio uccidere!-. Un indirizzo,e la
telefonata si chiuse così.
-Ren svegliati!- urlò Nana,mentre cercava dei vestiti da
mettere.
-Che cosa c’è?-chiese Ren,assonnato.
-Muoviti. Dovrai guidare,quindi cerca di svegliarti. Non abbiamo altro
tempo.-
Il luogo in cui dovevano andare? Ospedale Gooichitsu; in poco tempo lo
raggiunsero.
-Nana! Nana sei qui finalmente!-
-Che cos’è successo?-
-Nana! Nana io mi voglio uccidere! Ti prego uccidimi!-
-Hachi,che cosa è successo?-
La ragazza,scoppiò a piangere in maniera ancora
più fragorosa,e finì la frase dicendo:
-Nana…Takumi…ha avuto un incidente…ed
è in pericolo di vita!-
Nana e Ren spalancarono gli occhi.
-Che…Che cosa?- chiese Ren,con un filo di voce.
-Takumi potrebbe morire da un momento all’altro. E io ho
avuto le prime doglie proprio oggi.- rispose Hachi,le parole spezzate
dal pianto.
-Ti prego…dimmi che non è vero.- disse Ren
avvicinandosi a Nana; le prese la mano e la strinse forte.
Nana abbracciò Hachi, senza lasciare però la mano
di Ren. Per un attimo la guardò: l’ultima volta
che si erano viste lei sorrideva e piangeva di gioia,quella volta
avevano parlato per tutta la notte e Ren era stato costretto a dormire
nel divano,mentre ora il suo viso era cupo,le mani le
tremavano,piangeva e si toccava il pancione per assicurarsi che,almeno
la piccola,stesse bene.
Nana iniziò a piangere.
–Perché piangi?- le chiese Hachi -Non pensavo che
tenessi veramente a Takumi.-. Infatti era così.
Però lei si sentiva in colpa.
-Hachi,anzi Nana…perdonami… è stata
tutta colpa mia…se quel giorno non ti avessi fatto conoscere
Takumi,ora tu non saresti così…se non avessi
deciso di rivedere Ren non mi ci sarei rimessa insieme…e se
non mi fosse attaccata così tanto a te,non avrei cercato di
farti tornare con Nobu… io mi sento così
inutile..- Nana vomitò una parola dietro
l’altra,mentre senza volerlo aveva lasciato la mano di Ren e
l’abbraccio di Hachi. Quest’ultima,prese
fiato,cercò di smettere di piangere e le disse:
-Nana…tu non hai nessuna colpa. Anzi,grazie a te,ho passato
dei momenti bellissimi. Se non fosse stato per te,io non avrei mai
conosciuto Takumi e non avrai mai avuto la possibilità di
dare alla luce quella piccola creaturina che vive dentro di me. E tu ti
saresti rimessa comunque con Ren,perché il vostro amore non
finirà mai. Tu lo hai sempre amato e lui ha sempre amato
te,entrambi lo sapevate,e nonostante le incomprensioni e le
litigate,ora state per creare una famiglia a tutti gli effetti. Io li
conosco i tuoi occhi, Nana,quelli che quella sera sono andati
nell’albergo di Ren,quelli che poco tempo fa hanno accettato
la sua proposta di matrimonio…hanno avuto sempre la stessa
luce. Una luce di speranza,che infondeva amore a chiunque li guardasse
intensamente. Io non li ho mai avuti nei confronti di Takumi,ma pensare
una vita senza di lui…-Hachi si fermò - Ren,ti
prego,chiama tutti gli altri.-
Ren annuì col capo e chiamò tutti gli
altri,mentre le due ragazze scoppiarono un pianto silenzioso e si
abbracciarono.
Yasu rispose al cellulare. Ren urlò –Yasu vieni
all’ospedale G. Takumi è in pericolo di vita.-
Yasu non chiese spiegazioni,si alzò,cercò dei
vestiti,fece la maggior attenzione per non svegliare Miu e
uscì,dopo averle lasciato un biglietto.
Arrivò al luogo. Vide Ren sconvolto,si avvicinò e
lo guardò. Nessuna parola,nessuna frase: nulla sarebbe
servito a migliorare la situazione.
Beh presto arrivarono tutti: Shin e Reira, Naoki e anche lui,Nobu.
Quest’ultimo corse da Hachi,che quando lo vide lo
abbracciò,senza pensarci. Nemmeno loro si dissero nulla. Ma
il profumo che indossava sempre Nobu fece calmare la ragazza.
Nel frattempo,tutti si spostarono all’interno
dell’ospedale. L’aria era fredda
all’interno e tutto giaceva nel più assoluto
silenzio. Solo alcuni singhiozzi dei presenti interrompevano
quell’insopportabile quiete.
Un’infermiera interruppe il silenzio:
-Signora Ichinose? Ora suo marito è in condizioni stabili.
Non posso assicurarle nulla,era ridotto in pessime condizioni,ma ora se
vuole può entrare…-
Hachi non disse nulla: lasciò la mano di Nana,si
alzò,si accarezzò la pancia e si diresse verso la
stanza di Takumi.
Fuori,Nana e Yasu fumarono in silenzio. Entrambi davano delle boccate
lunghe,poi trattenevano il fiato e lentamente espiravano.
L’odore delle Black Stones era sempre più
sgradevole e forte,specialmente per Nana.
-Sei sicura che fumare ti faccia bene?-interruppe Yasu.
-Ormai credo che il mio corpo si sia abituato alla nicotina-rispose
Nana,senza guardarlo.
-Credo che per una parte di te sia troppo presto per abituarsi al
fumo-continuò Yasu,spegnendo la sigaretta a terra e
continuando a guardare dritto davanti a sé.
-Non so di cosa tu stia parlando,pelatino.- rispose Nana,irrigidendosi.
-Non mentirmi.- le disse lui,secco.
-Cosa dovrei dirti?-cercò di difendersi Nana.
-Nana sei incinta,non è vero?-
La ragazza non rispose. Si strinse le spalle e spense la sigaretta.
-Beh se non hai nulla da dirmi,io torno dentro. Auguri.-
finì Yasu,girandosi dalla parte opposta e incamminandosi
verso l’entrata. Nana,con un filo di voce disse:
-No Yasu…aspetta.-
L’uomo si girò nuovamente verso di lei,questa
volta guardandola negli occhi,e le chiese: -Si?-
-È vero,Yasu,sono incinta…però
vedi…io non te l’ho detto
perché…-la voce le si
spezzò-…perché avevo paura della tua
reazione…Ren ne è stato così
contento,ma tu…ho avuto paura che mi avresti abbandonata.-
-Nana- rispose lui,togliendosi gli occhiali –come potrei
abbandonarti ora? Lo sai che non lo farei mai,e benché io
stia con Miu avrò sempre del tempo per te. Se non me lo
avessi voluto dire,ti avrei capita,d’altronde è
una felicità che puoi condividere appieno solo con Ren.
Quindi scusa l’indiscrezione…a che mese sei?-
-Al terzo- rispose lei –e ho tanta paura… ti prego
non essere così freddo con me. Io te lo avrei detto,dovevo
solo trovare il coraggio…però ti prego,ora che lo
sai,non lo dire a nessuno. Devo essere io a dare la notizia agli altri.
Questo non credo sia il momento migliore…ma ti prego non
essere distaccato con me.-
-Nana,Nana…cosa devo fare io con…- Yasu non
finì la frase,che Reira uscì e urlò:
-Entrate,Takumi è peggiorato!-
Rientrarono,Hachi era uscita dalla stanza e abbracciò
Ren,scoppiato a piangere. Nessuno sapeva cosa dire,Shin e Nobu si
guardarono per tutto il tempo,Naoki stringeva Reira,ma nessuno parlava.
Alle sette di mattina, il dottore che aveva operato più
volte Takumi,uscì dalla sala operatoria.
-Signora Ichinose? Io sono il medico Fujiaku… purtroppo le
condizioni di suo marito erano molto gravi…la nostra equipe
medica è la migliore del Giappone,ma non siamo riusciti a
salvarlo,l’ emorragia interna era molto estesa… io
non so come dirglielo…-
-No! No la prego no!- urlò Hachi –No per favore!
Non me lo dica! No! Non mi dica che è morto! No!!-
-Signora…so che non sono la persona migliore per darle
questa notizia…ma suo
marito…sì…è morto.-
Hachi smise di piangere. I suoi occhi diventarono vuoti. Non aveva la
forza nemmeno per stare in piedi. Barcollò un attimo,ma Yasu
la sorresse. La sua bocca si aprì leggermente,come per un
ultimo sforzo di riuscire a respirare. Deglutì la poca
saliva,poi si mise a sedere. Non disse altro.
Cominciò un silenzio che durò fino alla fine
della giornata. Tutti le stettero vicino il più possibile,ma
lei non aprì mai bocca. Nemmeno una parola. Non pianse
più: non aveva più la forza nemmeno per quello.
Solo a sera inoltrata,quando orami l’orario delle visite era
terminato, Hachi sussurrò,in maniera quasi
impercettibile,una frase:
-Satsuki…l’avrei chiamata Satsuki-. Era davanti al
vetro che la divideva dalla camera del marito, ormai trasportato in
obitorio,con al suo fianco Nana.
-Cosa Hachi?- chiese lei.
Non rispose. “ Satsuki? Cosa…” Nana
spalancò gli occhi. Si girò verso Hachi,immobile
e senza alcuna espressione in volto, e si mise a piangere. Solo ora si
era ricordata che Takumi non sapeva il sesso del bambino. Solo ora si
era ricordata dei progetti di Hachi,di quando le aveva detto di amare
Takumi… lui tutte queste cose non le sapeva. Non le avrebbe
mai sapute. Nana si coprì il volto con le mani.
Perché lei piangeva,mentre Hachi era immobile? La sua era
vera tristezza per la morte di Takumi o voleva solo far credere agli
altri che le importasse? In fondo,l’aveva sempre odiato. Ma
ora… ormai per lei Hachi e Takumi erano una cosa sola,per
quanto potessero esserlo veramente… e ora? Cosa sarebbe
successo? E se Nobu fosse tornato con Hachi? Magari tutto sarebbe
tornato come sperava lei… no,ormai era cresciuta per pensare
sempre le stesse cose. Abbassò gli occhi,si
guardò la pancia; notò che stava iniziando a
essere leggermente più visibile. Un giorno
l’avrebbe avuta come quella di Hachi.
Guardò la sua mano sinistra,fissò il suo anulare.
Girò la testa e guardò di sfuggita Ren.
Perché in questo momento stava facendo dei pensieri felici?
Non poteva. Si morse il labbro inferiore per cercare di tornare alla
realtà: i Trapnest erano finiti.
Le giornate furono sempre più strazianti per tutti, nessuno
poteva immaginare che Takumi non sarebbe più stato
lì. I Trapnest dove sarebbero andati? Tutti se lo
chiedevano. Reira si trasferì da Shin,decisa a rimanerci il
più possibile. Naoki rimase da solo,non voleva che nessuno
lo vedesse in quello stato. Ren si buttò a capofitto nello
scrivere canzoni: ne scrisse a decine,e ogni volta che le riascoltava
si commuoveva.
Hachi era sempre contornata di gente a cui voleva bene: con lei
c’erano sempre Junko,Kyosuke,i suoi genitori e ovviamente
Nana. Più si sforzavano di starle accanto,più la
situazione peggiorava: Hachi non parlava quasi più, non
voleva nemmeno uscire di casa. Il funerale fu in grande
stile,inizialmente solo con i parenti più stretti, i Blast e
gli altri membri dei Trapnest. Alla veglia, nessuno disse niente. I
Trapnest fecero solo successivamente un discorso formale. Vicino alla
bara con dentro Takumi, Nobu si fermò e disse,piano:
-Certo che sei proprio meschino,eh. Metti incinta Nana,poi la sposi,e
ora te ne vai. Quando cambierai,Takumi? Sei proprio incorreggibile. Ma
ora ti prego,svegliati. Lo sai che non te ne puoi andare ora. Takumi,ti
prego. -si mise una mano nei capelli e cercò di ritrovare il
controllo –se te ne vai veramente cosa succederà a
tutti noi?- una lacrima gli scese per il viso.
Tutte le persone erano eleganti,quel giorno. I genitori di Takumi non
c’erano. C’erano però quelli di
Hachi,diventati ormai anche i suoi. Hachi stette vicina a Nana per
tutto il tempo. Le tenne la mano per paura di perdere anche quella
costantemente,la strinse quando gli invitati si inchinavano davanti a
lei in segno di condoglianze.
“Quando morirò,vorrò avere un funerale
all’americana: cibo e ombrelloni per ripararsi dal sole.
Così potrete finalmente festeggiare il fatto che mi sono
levato dai piedi!” diceva sempre scherzando Takumi. Ma ora
che era successo veramente, Hachi volle tenere fede alla tradizione
giapponese. Però il suo Takumi sarebbe stato sepolto al suo
paese d’origine,come le aveva ripetuto più volte
lui. Com’era bello quando tutto filava liscio.
Com’era bello quando lui tornava a casa e,pur non
comportandosi come un uomo innamorato,la faceva sentire felice. E ora?
Cosa sarebbe successo?
La cerimonia,per fortuna di Hachi,terminò. Un lungo applauso
da tutti i fan,lettere e fiori di addio provenienti da ogni parte del
Giappone,e loro, i Blast e i Trapnest riuniti a piangere la scomparsa
di una persona che,nel bene o nel male,era entrato a fare parte della
vita di ognuno di loro.
Neanche dieci giorni dopo, Hachi diede alla luce la sua bambina.
Com’era rosea! Aveva gli occhietti
all’occidentale,chissà da chi li aveva
presi…ed erano dello stesso colore blu intenso di Takumi.
Quando nacque,iniziò a strillare finché non la
riposero tra le braccia della mamma,lei la guardò e si mise
a piangere di gioia.
Tutti i suoi amici assistettero alla scena,ma una persona in
particolare si era commossa: Reira.
-Shin…quando lo faremo anche noi?- gli sussurrò
la ragazza,i capelli sciolti sul viso
-Eh? Vuoi un bambino? Io sono troppo piccolo per diventare padre!-
rispose lui
-E se ti dicessi che sono incinta?-
Shin spalancò gli occhi e la guardò: -Dici
davvero? Oddio!-
-Ma no idiota,sto scherzando…-lo tranquillizzò
lei. Disse queste parole per nulla convinta. Era certa di non essere
rimasta incinta,ma la reazione di Shin l’aveva fatta rimanere
male.
Nana fu la prima a parlare con Hachi,quando uscì
dall’ospedale. Si parlarono tanto,le chiese tante
cose,cos’aveva provato,com’era stato
abbracciarla… infine le fece una fatidica domanda:
-Come farai ora?-
Hachi cercò di risponderle,ma le parole che le uscivano di
bocca erano molto confuse. Nella carrozzina perfettamente coperta,
Satsuki stava dormendo,coperta dai raggi solari e dal caldo di maggio.
Non piangeva,non voleva nemmeno il ciuccio. Era veramente bellissima.
Hachi la guardò dalla carrozzina e disse:
-Finché avrò i miei amici e lei vicino a
me,riuscirò ad andare avanti. È una
promessa,Nana.-
-Hachi…una ragazza madre senza marito che vive in una casa
che non può permettersi…sicura che ce la
farai?-le chiese seriamente Nana.
-Non lo so…lo spero tanto però.-
-Hachi…-
-Sì?-
-Vieni a vivere da me-
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Capitolo 6 *** Perchè? ***
-Cosa?-
chiese incredula
Hachi
-Vieni
a vivere da me. È una
casa così grande, siamo solo io e Ren,altre due persone ci
stanno
tranquillamente!-rispose Nana
-Nana…io
non potrei mai
venire a disturbare te e Ren. Voi avete la vostra vita privata e una
neonata e
una madre che ha appena partorito non vi gioverebbero di
sicuro…-
-Hachi,
ma tu non sei “una
madre”…tu sei…-Nana si interruppe:
ancora non riusciva a dirle quella frase
così speciale che per anni avrebbe voluto dire.
Cercò una volta per tutte di
prendere fiato e continuò –tu sei la persona che
ha cambiato la mia vita. E
nulla potrà mai farti veramente capire quanto ti sia
riconoscente.-
-Nana…io…sono
davvero
commossa…però…veramente,non
posso…mi sentirei davvero in colpa.-
-Hachi-
la interruppe Nana
–ti prego. Ho bisogno di sapere cosa devo fare per essere
madre. E lo posso
imparare solo da una persona di cui mi fido ciecamente. A chi lo dovrei
chiedere? A mia madre che si rifiuta di avere qualsiasi contatto con
me? E poi
cosa le chiederei? “mamma dato che tu mi hai abbandonata a
quattro anni,non è
che potresti dirmi come hai fatto poi ad avere la coscienza
così pulita per
fare altri due figli? E soprattutto come hai fatto a farli crescere
senza che
loro ti odiassero come ho fatto io?”- i suoi occhi divennero
lucidi.
-Nana,calmati
ora…arrabbiarsi
con tua mamma non servirà a nulla. Non voglio privare te e
Ren della privacy di
cui avete bisogno. Ma prometto che ci sentiremo tutti i
giorni,perché io ora ha
davvero bisogno di te. Però calmati,altrimenti anche tutta
la rabbia che sto
cercando di reprimere si sfogherà in un pianto
infinito…e tu sai come sono i
miei pianti,no?- cercò di sorriderle Hachi. Nana rispose al
sorriso e
l’abbracciò. “ti voglio bene Hachi. Sei
l’unica cosa importante per me” pensò
la ragazza,ma nessuna parola sarebbe servita in quel momento: loro si
capivano
senza bisogno di dirsi nulla.
Dopo
aver lasciato Hachi e la
bambina davanti alla loro casa, Nana chiamò Ren e si fece
venire a prendere.
Arrivarono
all’appartamento
che erano ormai le sei,ma la giornata era così calda che
Nana propose a Ren di
uscire un po’ per svagarsi.
-Dove
vuoi andare?- chiese
Ren
-Al
mare!- rispose felice
Nana
-Al
mare?! Ma se l’hai sempre
odiato!- replicò Ren
-Solo
quando è caldo e c’è
gente- Nana fece la finta imbronciata –ma ora non
c’è nessuno e saremo solo io
e te…-
-È
una proposta indecente?-
-No,è
un ordine!-
Uscirono
di casa,camminarono
mano nella mano,chiacchierando e ridendo.
-Ma
tu mi hai copiata!- urlò
Nana,a un certo punto
-Eh?-
le rispose
Ren,impegnato a pensare a tutt’ altre cose
-Tu!
Hai i miei stessi
pantaloni,la mia stessa maglia e i miei stessi anfibi! Dì la
verità… lo hai
fatto apposta!-
-Ahahahah
è vero!- rispose
Ren,guardando Nana e per poi guardare se stesso –Non me
n’ero accorto!- rise,le
diede un bacio e continuarono a camminare.
Dopo
qualche minuto
arrivarono alla spiaggia
-È
deserta! Vieni Ren!
Andiamo a sentire l’acqua!-urlò Nana,tirando Ren
per un braccio e iniziando a
correre un po’.
-Nana
non correre!-la fermò
il ragazzo –ricordati che per te non è tanto
consigliato correre…-
Lei
gli sorrise e iniziò a
camminare come prima. “Com’è
felice” pensò Ren “la nascita di Satsuki
l’ha resa
così allegra! Quanto la amo…”
-Nana-
disse ad alta
voce,quasi senza accorgersene
-Sì?-
chiese lei,ormai arrivata
alla riva. Ren la guardò,sorrise,vide il suo viso sereno e
rilassato; le prese
un braccio,l’avvicinò a sé e le
sussurrò all’orecchio: –Ti amo-
-Ti
amo,Ren- rispose lei,dopo
un attimo di silenzio,a voce bassa,come per paura che qualcuno oltre a
loro potesse
sentirlo; si alzo sulle punte,si avvicinò alle sue labbra,si
scostò
e,guardandolo,lo provocò:
-Ridillo-
Ren
le mise una mano tra i
capelli,la guardò,la strinse contro di sé e le
ripeté: -Ti amo,Nana. Ti amo.-
. Nana gli sorrise
e Ren la baciò.
Continuarono
a giocare
insieme,a stare seduti sulla sabbia ancora calda e a guardare il sole
calare
lentamente.
-Vuoi
aspettare il tramonto
così lo guardiamo insieme?. Chiese Ren.
-No…odio
questo genere di
romanticismo.- Rispose Nana sorridendo.
-Allora
che ne dici di
tornare qui stanotte e fare il bagno nudi?- le propose lui
-…
scordatelo,Ren. Tanto lo
so che non riusciresti a resistermi e mi salteresti subito addosso.-
-Com’è
giusto che sia,non
credi anche tu?- disse lui, mettendole le mani sotto la maglia e
toccandole la
pancia. Ren respirò lentamente,il viso vicino
all’orecchio di Nana,per sentire
ancora una volta quell’odore di colonia uguale alla sua sul
corpo della sua
donna. Nana chiuse gli occhi e mise le sue mani su quelle di Ren.
Il
telefono di Nana squillò
improvvisamente. “Chi è che disturba in questo
momento?!” pensò Ren;
–Sì? Ah
si! Certo! Ok! Grazie mille! A
martedì!- disse Nana,e chiuse.
-Andiamo
a casa su,che sta
diventando freddo!- propose Nana
I
due si alzarono e
imboccarono la via del ritorno. Se si guardava bene e si stringevano
gli
occhi,dalla spiaggia si intravedeva il fiume,e con la fantasia si
poteva vedere
anche quel grande condominio formato da 7 piani di scale senza
ascensore. E
lì,nell’appartamento 707,la vita di Nana era stata
totalmente stravolta. Si
sarebbe mai aspettata che,un anno dopo,si sarebbe ritrovata in queste
condizioni? Forse aveva ragione Hachi: lei sarebbe tornata con Ren e
sarebbe
rimasta incinta; Hachi avrebbe avuto un rapporto turbolento con
l’altro sesso e
sarebbe rimasta comunque incinta. E così,tutti si sarebbero
ritrovati nelle
stesse situazioni di ora. Che pena,la vita.
Nana
non fece che pensare a
questo durante il tragitto,infatti non parlò mai; Ren la
guardò e le stette
vicino.
Arrivarono
a casa,e Nana si
stese sul grande divano,socchiudendo gli occhi.
-Aaah…se
questo divano
potesse parlare…- disse in tono malizioso
la ragazza,guardando
Ren. Quest’ultimo si stese sopra di lei e le mise le mani
vicino al busto.
-Sei
eccitata,vero? Dimmi la
verità…-continuò,avvicinandosi al suo
collo.
-Tu
non hai limiti,lo
sai?-rispose lei,spostando con un braccio la faccia di Ren-e togli
quella mano
dalla zip dei miei pantaloni! Abbiamo cose più importanti di
cui discutere-
Appena
si misero a sedere,il
cellulare di Nana squillò di nuovo. Era Shin.
-Pronto?-
-Sono
Shin. Senti,dovremmo
parlare di una cosa veramente importante,puoi venire un secondo da
Yasu?-
-Ma
certo. Arrivo subito-
Nana
chiuse così il telefono.
-Portami
da Yasu per favore.
Discuteremo dopo di questa cosa.- disse a Ren. Quest’ultimo
provò a
obiettare,ma Nana non lo stette a sentire.
In
poco tempo fu da Yasu.
All’interno dell’appartamento c’erano il
proprietario,Nobu,Shin e una donna dai
capelli lunghi: Reira.
-Cosa
ci fa lei qui?-
chiese,appena entrata,Nana.
-è
una cosa che riguarda
anche lei,sai?- le rispose Shin.
Nana
non riusciva a capire.
Si mise a sedere vicino a Yasu,il quale le fece posto e spense la
sigaretta.
-Per
favore,non fumate in
presenza di Nana- disse Yasu,appoggiando il pacchetto di Black Stones
lontano
dal tavolo.
-
E perché?- chiesero gli
altri due.
-Beh…perché
non ce lo dici
tu,Nana?- rispose Yasu,girandosi verso la ragazza.
-Beh…perché…-non
ce la faceva
a dirlo e,mentendo,disse- beh su,ditemi cosa dovete dirmi
così poi vi dico io
cos’ho-
Shin
prese la parola. Guardò
il tavolino in legno,poi cercò un punto nella parete da
poter fissare,ma decise
infine di guardare negli occhi tutte le persone riunite in quella
stanza e
affrontare la realtà:
-Io…-iniziò,ma
Reira lo
interruppe dicendo –Il mio analista mi ha detto che,dopo la
morte di Takumi ho
subito uno shock così forte da dover avere bisogno di cure
molto specifiche.
Forse voi non lo sapevate,ma io ultimamente sono stata molto male,non
riuscivo
a dormire e mangiare,quindi mi sono recata da un medico che mi ha
consigliato
di sfogarmi totalmente su qualcosa di neutro,che non mi ricordasse i
Trapnest e
Takumi. Shin ha detto che…-
-Scusa,ma
lo vorrei sentire
da lui,non da te- la interruppe freddamente Nana.
Shin
prese quindi la parola e
continuò:
-Io
le ho detto che sono
disposto a tutto pur di aiutarla. Reira vorrebbe esprimere la sua
creatività
iniziando a dipingere,perché cantare le farebbe troppo male.
Ma lo vorrebbe
fare a...-la voce si fermò un secondo,per riprendere fiato
–alla sua città di
origine,New York.-
-…e
con ciò? Cosa vorresti
dire?- chiese Nana,incalzante.
-Con
questo voglio dire che
anche io mi trasferisco a New York con lei,per starle davvero vicino.
In altre
parole,lascio i Blast per stare con Reira.-
Per
un attimo,calò il totale
silenzio nella stanza. Yasu si sistemò gli occhiali, Nobu e
Nana fissarono Shin
senza riuscire a dire nulla; dopo quei momenti interminabili,Nana
disse,con
poca voce:
-C…cosa
vorresti fare?
Vorresti dire che tutto il nostro lavoro andrà a puttane?-
Shin
non la guardò negli
occhi. Si accese una sigaretta e annuì leggermente col capo.
-E
sei disposto a rinunciare
a tutto? Hai valutato bene la situazione?-
Shin
espirò la Black Stones,e
annuì di nuovo
col capo. L’odore della sigaretta dolciastra
arrivò alle narici della
ragazza,la quale si tappò naso e bocca con una mano.
-Maledette
Black Stones… ti
prego spegnila.- imprecò lei.
-Ma
che cos’hai ultimamente?
Tu e Yasu siete così misteriosi…Ren non apre
bocca…insomma! Siamo amici o
no?-interruppe Nobu,quasi scocciato.
-Nobu…non
ho nulla di non
curabile…ovvero,qualcosa che dovrò tenere per
alcuni mesi…ma non è questo il
punto ora: Shin,- cercò di trattenere la rabbia- quando
penseresti di partire?
Riuscirai a fare almeno un ultimo concerto con noi?-
-Vorremmo
partire il prima
possibile,ma ho comunque delle date di un tour promozionale da portare
avanti.
Con Reira avevamo pensato di fare i primi due concerti,il secondo dei
quali si
terrà proprio a New York,e rimanere stabilmente
lì. Quindi,per le successive
date,non so come farete,mi dispiace.- rispose lui,continuando a fumare
quella
dolciastra sigaretta.
Nana
si tappò nuovamente la
bocca,si morse un labbro; nervosamente,iniziò a scroccarsi
le dita e continuò:
-Non
eri tu che volevi
diventare come Ren? Complimenti…ci sei riuscito. Quando la
band ne aveva più
bisogno, l’hai lasciata per un altro sogno. E ora scusate,ma
ho una nausea
tremenda e l’aria qui dentro è davvero troppo
viziata.-
Nana
si alzò,prese la giacca
e la borsa,si alzò,salutò Yasu e Nobu e se ne
andò.
Tornò
a casa a piedi,doveva
riflettere: ora si ritrovava senza un bassista,con un bambino in
grembo,con un
matrimonio ancora da decidere e un’amica che vive sola, senza
marito e con una
bambina piccola.
Una
volta
nell’appartamento,la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe
stata
spogliarsi,mettersi in pigiama e andare a dormire. Voleva solo cercare
di
dimenticare tutto. Ma il suo animo non era così puro da
riuscire ad aspettare
prima di sfogarsi; voleva tornare da Yasu,ma sapeva che lui non avrebbe
approvato questa scelta. Così,entrata in
casa,guardò Ren per fargli capire che
aveva un gran bisogno di parlare,ma non disse nulla. Si diresse verso
la camera
da letto,socchiuse la porta,si distese. Ren aprì la
porta,preoccupato
e,guardando Nana le chiese: -Cosa ti ha detto Yasu?-
Nana
lo guardò e si mise a
piangere silenziosamente. Si strinse le gambe al petto,leggermente,per
non
toccare troppo la pancia,e appoggiò la testa alle ginocchia.
-Nana…cos’è
successo?- ripetè
Ren,avvicinandosi a Nana e stendendosi sul letto affianco a lei.
-Ren…quel
maledetto di
Takumi…perché se n’è andato
ora? Perché? Ha rovinato la vita di tutti!- rispose
Nana in lacrime.
-In
che senso,Nana?-
-Shin
se ne vuole andare!
Partirà dopo le prime due tappe del tour e si
stabilirà a New York con la tua
principessina Reira!- rispose Nana,urlando ogni parola.
Ren
non aprì bocca. Dalla sua
espressione,Nana capì che non ne era al corrente.
-Non
lo sapevi neanche
tu,vero? Perché? Perché non ce lo hanno detto?-
disse Nana,avvicinandosi a Ren.
-Nana…cos’è
questa storia?
Cosa ti ha detto?- chiese Ren,cercando di capire qualcosa.
Nana
si sentì male: -Ren…Ren
aiuto…Ren…non
respiro…-cercò di dire lei.
-Nana
calmati! Cosa ti
succede?- le chiese,quasi senza capire,Ren. Vide poi che Nana non
respirava sul
serio,la prese tra le sue braccia,e cercò di aiutarla a
respirare con la
respirazione bocca a bocca.
Pochi
minuti dopo lei smise
di ansimare,ma non aprì gli occhi. Ren si
preoccupò,si avvicinò al suo petto,ma
sentì che il cuore ancora batteva. Chiamò
l’ambulanza,che in pochi minuti
arrivò. La portarono in ospedale.
Vorrei
infine rispondere ai
numerosi commenti(grazie a tutti!!!)
@
SakiJune: grazie mille per
tutte le recensioni,spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto,pur
non
essendo davvero ricco di contenuti come il precedente. Però
per rispondere a
tutti voi ho dovuto ritagliare un po’ di spazio dal capitolo!
Non vi
preoccupate,il prossimo sarà bello tosto ^^
Continua a recensire,mi raccomando niente indugi!! J
@daygum:
grazie anche a te
per aver recensito ogni capitolo,spero che non ti stia deludendo ^^
@Kuri:
grazie mille per i
tuoi commenti chilometrici! Mi ha fatto davvero piacere leggere tutti
quei
complimenti,specialmente da un’autrice brava come
te…grazie ancora! E per il
dialogo…quando l’ho riletto mi sembrava andasse
bene,perché il quel momento
finalmente Nana riesce ad aprirsi un po’ di
più…vabè! J
Infine
grazie a tutti gli
altri che mi stanno stimolando ad andare avanti nello scrivere questa
fanfiction…e continuate a seguirmi!^^ NanaOsaki
|
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Capitolo 7 *** Ren,che ne sarà di me? ***
L’orologio ticchettava; l’ampolla della flebo
produceva un rumore flebile, ma perpetuo come lo scorrere del tempo.
Una donna era stesa su un letto bianco,anonimo tra gli altri. La mano
della donna era appoggiata sul letto,le dita socchiuse; la mano di un
uomo stava stringendo quelle dita così esili,con le lunghe
unghie laccate di rosso. La testa era appoggiata sul letto,entrambi
dormivano. Fuori da quella camera,il tempo scorreva normalmente,ma
dentro,se non fosse stato per il leggero rumore
dell’orologio,il tempo sembrava essersi fermato. A un certo
punto,la ragazza aprì gli occhi,guardò alla sua
destra e vide la flebo; guardò poi alla sua sinistra,si
accorse che c’era qualcuno vicino a lei che le teneva la
mano. “ Ren? Ma che ora è? Perché
è qui? E soprattutto…perché ci sono
io?” pensò Nana,guardando il ragazzo.
L’orologio segnava le sei. Le sei del mattino o della sera?
Non lo sapeva. Si mosse,in uno scatto quasi involontario,e Ren si
svegliò; alzò la testa,guardò Nana e
lei gli sorrise. Si accorse solo successivamente di essersi
addormentato e di aver continuato a stringere la mano di Nana.
-Ho dormito? Non me ne sono accorto!- disse Ren.
-Eh sì,darling,ti sei addormentato. Ma quando sei arrivato?
E soprattutto quando ci sono arrivata io?- chiese lei.
-Ti ho portato qui io ieri. Hai avuto un attacco respiratorio,poi sei
svenuta…i dottori ti hanno fatto degli accertamenti e hanno
detto che entro stamattina avrebbero avuto i risultati.-
-Oddio e il bambino?- si allarmò Nana.
-Non ne ho idea…non mi hanno saputo dire niente. Credo che
tra poco anche Yasu,Nobu e…-Ren si fermò. Stava
per pronunciare Shin,ma dopo quello che era successo,non sarebbe venuto
sicuramente. Continuò-…e poi Hachi ieri ha
chiamato tutta preoccupata! Hanno detto tutti che questa mattina
sarebbero venuti,nonostante gli impegni che avevate oggi con la Gaia.
Ma tu come ti senti?-
-Non lo so…mi sento stranamente rilassata. Era tanto che non
provavo questa sensazione… e sento uno strano formicolio
alla pancia…! Credo che il bambino si stia formando e stia
cercando di muoversi…-rispose lei,accarezzandosi la pancia.
-Ma se sei solo al terzo mese!-obiettò Ren.
-Al quarto. Domani entrerò ufficialmente nel quarto mese. E
Hachi ha detto al quarto mese sentiva la piccola dentro di
sé…-
-Se lo dici tu…peccato però,lo vorrei sentire
anche io.- Ren le sorrise,si alzò e le diede un bacio sulla
fronte.
-Cosa ti fa pensare che sarà maschio?- chiese Nana
-Beh è ovvio…perché sarà un
grande,proprio come papà!-si mise a ridere Ren. Nana gli
prese la testa con la mano,la portò alle sue labbra e gli
diede un bacio.
Fuori, tre persone stavano aspettando che qualche dottoressa passasse.
-Yasu,com’è possibile che non ci sia nessuno che
ci possa aiutare?-
-Non lo so…- rispose Yasu –ma non è
possibile che chiunque noi fermiamo non ci dica nulla! Ehi,dove vai?-
il ragazzo,seduto vicino a Yasu,si alzò e si diresse verso
una sala. All’interno,solo qualche donna delle pulizie
e,finalmente,una dottoressa.
-Scusi signora! Ho urgente bisogno di vedere una persona.-
-Mi dispiace,ma l’orario delle visite non è ancora
iniziato.- rispose acida la signora.
-No,lei non ha capito,io sono qui per vedere Nana Osaki. È
importante.-
-E lei chi sarebbe?-
-Shinichi Okazaki. Il bassista della band di Nana.-
La donna sembrò cedere e gli rispose –Ok
ragazzino. Ti accompagno nella camera della signorina Osaki.-
Uscendo dalla stanza,Shin fece cenno a Yasu e Nobu di
seguirlo,perché si stava dirigendo verso la camera di Nana.
Poco prima della stanza,una signora fermò i tre ragazzi e
chiese loro: -Voi siete parenti o amici della signorina Osaki,vero?-
I tre risposero di sì.
-Ecco,lo dico a voi perché credo che ora la signorina stia
riposando,e vorrei subito tranquillizzarla: abbiamo avuto
l’esito delle analisi e le possiamo confermare le perfette
condizioni del bambino. Non ha subito nulla dopo lo svenimento.
Probabilmente era seduta,quindi non ha subito alcun trauma da caduta.
Per le altre analisi aspetterò di parlare con lei.
Arrivederci.-
La dottoressa parò così tranquillamente che
inizialmente né Shin né Nobu capirono cosa stesse
dicendo. Solo dopo aver finito,entrambi compresero il significato delle
parole della signora e,con gli occhi sgranati,guardarono Yasu.
-Che cosa?? Cosa significa?? Nana? Bambino? Cos’è
questa storia?- chiese Nobu. –Yasu! Scommetto che tu lo
sapevi! Che Nana è venuta in lacrime da te per dirti che era
incinta!- continuò,urlando.
-No,ti sbagli,Nobu… la verità
è…- cercò di spiegare Yasu,ma Shin lo
interruppe:
-Tu lo sapevi,ma non è stata lei a dirtelo,vero? Scommetto
che hai attivato le tue “antenne” da bravo
avvocato,vero?-
-Esattamente,Shin…io me ne sono semplicemente accorto. Come
si vede che non osservate,ragazzi…-concluse la conversazione
Yasu.
-Ma…- iniziò Nobu.
-…“Ma” non è meglio che lo
chiedete alla diretta interessata?- lo bloccò Yasu.
Entrarono nella stanza senza bussare,e trovarono Nana e Ren seduti sul
lettino a baciarsi tranquillamente.
-…Vedo che ti sei ripresa,Nana…-disse in tono
umoristico Yasu –Ciao Ren. Hai passato la notte qui?-
I due ragazzi,imbarazzati,si staccarono e Ren annuì col capo.
Nana si accorse della presenza di Shin,ma non riuscì a
guardarlo. Prese la mano di Ren; quest’ultimo disse: -Io esco
un attimo. Chiedo della analisi e mi vado a fumare una sigaretta.
Badate voi a lei?-
Nobu e Shin sorrisero,mentre Yasu seguì Ren. Questi due
uscirono,e la porta si richiuse alle loro spalle senza fare rumore.
-Nana…ma cosa ci combini?- le disse Nobu,sorridendole. Nana
contraccambiò il sorriso e disse:
-Vedete…ci sono tante cose di cui non vi ho parlato
ultimamente…-
-Sei cattiva,sai?- la interruppe Nobu,in tono scherzoso –ci
hai fatto preoccupare tantissimo…ma non ce lo potevi dire,in
modo da non farci pensare così tanto su cosa avessi?-
“Allora lo sanno…” pensò
Nana,ma Nobu continuò:
-Quando te ne sei andata,ieri, abbiamo cominciato a discutere sul
perché questa tua intolleranza alle Black Stones,come mai
non ti sentivi bene…ma Yasu non ci ha detto nulla. Oggi la
sorpresa ci è arrivata da una stupida
dottoressa…ha detto di dirti che il tuo bambino non ha
subito nulla e che è in perfette condizioni.- . Mentre Nobu
parlava,Nana si commosse. Abbassò lo sguardo ed emise un
lieve sorriso. “Scusate. Scusate tanto”
pensò in quel momento,ma nessuna parola uscì
dalla sua bocca.
Shin rimase in silenzio per tutto il tempo. Un suo intervento non
sarebbe servito a nulla. La voce di Nobu però lo
riportò alla realtà:
-Shin…non hai anche tu da dire qualcosa?-
Il ragazzo fece uno scatto veloce con la testa,guardando Nobu e Nana.
Dopo che incrociò i loro sguardi,abbassò il suo
nuovamente e,scostandosi dal muro, si avvicinò a Nana.
-È tutta colpa mia…mi dispiace. Non ti
creerò più problemi,promesso. Per
favore,però,dammi la possibilità di dare il
meglio di me in questi due ultimi concerti. Ti prometto che renderemo
questi concerti indimenticabili.-
Nana cercò di dirgli qualcosa,ma lui aprì la
porta e uscì.
Calò il silenzio in quella stanza. Nobu e Nana si guardarono
ogni tanto,entrambi si sorridevano. A un certo punto,Nana si distese
sul letto e disse:
-Mamma mia che palle. Perché non possiamo mettere un
po’ di musica?-
-…Nana,siamo in un ospedale…non puoi pensare di
mettere della musica qui dentro!-le rispose Nobu.
-Beh allora come lo ammazziamo il tempo? Giochiamo a scala quaranta?
Solo ora capisco quanto sia stato importante nella nostra vita il mah
jong…- . Entrambi risero.
Tutto a un tratto,la porta si spalancò: sulla soglia,una
donna con una carrozzina faceva capolino.
-Nana!!!!!- urlò.
-Hachi!!!!!-urlò a sua volta Nana,alzandosi dal letto e
correndo verso la ragazza. Le due si abbracciarono; in quel momento
sembravano davvero delle ragazzine. Hachi salutò Nobu,il
quale ricambiò,e le due ragazze iniziarono a parlare.
-Nana! Cosa ti è successo? Ieri ho chiamato al tuo
cellulare,ma ha risposto Ren: mi ha detto che ti eri sentita male e che
eri andata all’ospedale…sono scoppiata a
piangere!!!- cercò di dire Hachi,mentre cercava di cullare
Satsuki,svegliatasi da tutto quel casino che le due avevano fatto.
Nobu le interruppe un attimo,disse loro che sarebbe uscito a fumare con
Ren e uscì dalla stanza.
-Nana…come stai?-le chiese Hachi,preoccupata.
-Ora sto meglio…stamattina mi sono svegliata e Ren era
vicino a me…abbiamo dormito mano nella mano…era
così calda…-Nana si fece sempre più
piccola mentre pronunciava queste parole. Ancora si vergognava a
parlare del suo rapporto con Ren,eppure avrebbe voluto dire tante
cose…avrebbe voluto confidare ad Hachi che quando Ren la
baciava,lei sentiva sempre un brivido scendere da metà
schiena,che quando le sussurrava qualcosa all’orecchio lei
non capiva più nulla…ma queste cose rimanevano
intrappolate nella sua gola,e non volevano uscire. Le sue corde vocali
si rifiutavano,quasi come fossero indipendenti,di pronunciare quelle
parole.
-Dimmi Nana…quel giorno,a casa mia,quando ti chiesi se amavi
ancora Ren,tu non mi rispondesti. Ora cosa mi diresti?- le chiese Hachi.
-Non lo so…credo che “amore” sia una
parola troppo riduttiva…io…-Nana
abbassò la voce sempre più –non so come
sarebbe stata la mia esistenza senza di lui.-
Hachi le sorrise. Quanto le piaceva vedere Nana così
tenera,quasi indifesa. Poi le chiese che cosa fosse successo
realmente,e Nana le raccontò tutto quello che si ricordava:
la discussione a casa di Yasu,l’arrivo a casa,il pianto,le
braccia di Ren,il vuoto. Hachi l’ascoltò
attentamente, facendo attenzione a ogni particolare. Parlarono poi del
più e del meno,Nana le chiese di Satsuki,risero e
scherzarono come se tutto il loro passato non fosse mai esistito.
-Nana…sai? Prima ho rivisto Nobu…e…mi
sono accorta che non provo più nulla per lui.
Cioè…provo un affetto che non sarà mai
uguale a quello di una volta…non è più
amore. Rivederlo ora,con gli occhi da mamma…mi ha fatto
capire che l’unica persona che avrei davvero voluto al mio
fianco sarebbe stata…-Hachi si coprì il volto con
la mano e non terminò la frase.
-Hachi…- Nana cercò di dire qualcosa di
sensato,ma la sua frase rimase sospesa a mezz’aria. Hachi
iniziò a piangere.
-Non pensavo che mi sarei affezionata così
tanto…eppure…guardando le foto,quelle poche foto
che lui si faceva scattare,mi sono sentita così
sola…-disse Hachi,piangendo.
-Hachi…tu non sei sola…ora che Takumi se
n’è andato i problemi sono iniziati anche per la
mia band… in fondo,ormai per me lui faceva parte della tua
vita…mi ero arresa a questo fatto,combattere
affinché lui ti lasciasse libera non aveva più
senso…Hachi…-anche Nana iniziò a
piangere.
Ren tornò. Aprì la porta e vide le due ragazze
piangere.
-Cos’è successo?- chiese loro. Le due dissero che
non era nulla,e Ren spostò la sua attenzione verso la
carrozzina.
-Ma guarda che bella,che sei! Satsuki…-Ren prese la manina
di Satsuki e le diede un bacino. “è
piccolissima…” pensò,per poi
girarsi,dirigersi verso Nana e sedersi vicino a lei.
-Nana,possiamo tornare a casa. Il dottore ha detto che gli accertamenti
sono stati tutti negativi. Il bambino sta bene e anche tu.- disse Ren.
Si rivolse poi verso Hachi –vuoi un passaggio?-
La ragazza accettò volentieri e insieme lasciarono
l’ospedale.
Intanto Satsuki dormiva beata tra le braccia della mamma. Aveva
già dei capelli,erano nerissimi! Questo rendeva certa la
paternità di Takumi. La piccola non emise un suono,non
pianse mai,si mosse a malapena. Nana sorrideva ogni volta che pensava
che,qualche mese dopo,sarebbe stata lei quella a tenere in braccio un
bambino.
Lasciarono Hachi sotto casa sua,Nana capì che la loro
chiacchierata sarebbe terminata lì perché per
Hachi era stata davvero stressante,si salutarono e ripartirono.
Arrivarono a casa poco dopo. Subito,Ren chiese a Nana:
-Cosa dovevi dirmi ieri? Ti hanno telefonato…cosa
c’è?-
Nana ci pensò un po’ su,per fare mente locale,poi
rispose:
-Ah sì! Hanno spostato la visita a
martedì…così noi abbiamo tutto il
tempo per andare in comune!-
-In comune? A fare cosa?-
-Ecco…non lo immagini? Pensaci un po’
su…-
Ren spalancò gli occhi e fece un grande sorriso.
–Andiamo a registrare il matrimonio?-
-Esatto! Lunedì avrò tutti i fogli e
mercoledì andremo…sei felice?- rispose
lei,sorridendo a sua volta. Ren la prese e la baciò.
-Nana…è la cosa più bella che tu mi
potessi dire…frase retorica,non credi anche tu? Ma
è così…ti amo tanto-le disse lui.
-Ah Ren,c’è un’altra cosa di cui ti
vorrei parlare…-cercò di iniziare Nana,ma Ren la
prese in braccio e la portò in camera da letto.
-Tutto quello che hai da dirmi può essere rimandato a
domani…non credi anche tu?-rispose Ren,mentre stendeva Nana
sul letto e le toglieva la maglia dei Sex Pistols.
Nana non rispose,ma chiuse gli occhi e iniziò a baciare il
ragazzo,sempre più profondamente,sempre con più
impeto; le sue mani lo volevano,le mani di Ren volevano la ragazza;le
loro labbra esploravano ogni parte del corpo dell’altro. Nana
si mise a cavalcioni su Ren: -Questa volta il gioco lo dirigo io- e
iniziarono a fare l’amore. A un certo punto, Ren si
fermò,fece stendere la ragazza sul letto,lui si mise sopra
di lei e le rispose: -No,Nana…questa volta lo dirigo io il
gioco-. Le bloccò i polsi contro il cuscino,e le disse:
-Divarica più che puoi le gambe…perché
questa volta ti farò davvero male…-
Nana gli fece un sorriso malizioso e di sfida,cercò di
liberarsi i polsi,ma Ren non glielo permise. Sentì il corpo
del ragazzo allontanarsi sempre di più dal suo,per poi
avvicinarsi con una forza incredibile. Disarmata,Nana non
poté fare altro che urlare,sperare che quel momento non
finisse mai,e cercare di stringere Ren a sé. Solo alla
fine,Ren le lasciò i polsi,e Nana si strinse forte a
lui,fino a lasciargli i segni delle unghie sulla schiena; entrambi
gemettero.
Il mattino seguente,Nana si svegliò tra le braccia di Ren.
Com’era caldo! Le sue mani le cingevano la vita e la testa.
La ragazza,respirando lentamente,si avvicinò a Ren e lo
strinse a sé; quest’ultimo si svegliò e
le diede il buongiorno,per poi baciarla teneramente.
-Nana…come stai oggi?-le chiese lui
-Mi fanno malissimo i polsi…maledetto. Un giorno ti
legherò come un cotechino e ti sevizierò!-
rispose lei,ridendo. “Ieri sera è stato davvero
bello” pensò,ma non disse nulla. Si
limitò a stringersi forte a lui e a sorridere.
-Sei così bella quando sei rilassata…sono due
mesi che non fumi praticamente più,dormi come una bambina e
sei sempre allegra…che fine ha fatto la Nana che
conoscevo?-disse Ren,sorridendole.
-La Nana che conoscevi spero non esisterà più. Ho
intenzione di imparare dai miei errori. Frase retorica,non credi anche
tu? Però…non mi voglio più comportare
come una bambina.- le rispose Nana,per poi continuare,seriamente
–Ren…in questo momento ho bisogno di
te…ti prego…prendi in esame la richiesta che ti
farò…-
-Quale richiesta? Scommetto che ora mi dirai che il figlio è
di Yasu e che vuoi che io lo riconosca come mio…ma se poi
nasce con gli occhialini neri e senza alcun capello cosa diciamo agli
altri?-rispose Ren. Entrambi risero al pensiero di un bambino
così.
-A parte gli scherzi,Ren…io…pur cercando di
migliorare me stessa,ancora non riesco ad allontanare da me
l’orgoglio. Rimane per me molto difficile dirti quello che
vorrei tanto che tu sapessi…ma da dove posso
iniziare?-iniziò Nana.
-Nana…io sono il tuo uomo,con me non devi avere nulla di cui
preoccuparti…- rispose Ren,mettendosi a sedere e prendendo
tra le sue braccia Nana –qualsiasi cosa tu mi dirai,non avere
paura di nulla…-
-Mi fa schifo tutta questa sdolcinatezza,Ren…che scopi hai?
-Ehi non cambiare discorso!-le sorrise Ren –Dimmi quello che
vuoi che io sappia…-
Nana prese un bel respiro: sapeva che,dopo quella frase che stava per
pronunciare,il suo destino sarebbe cambiato.
-Ren…io…vorrei tanto che tu…-Nana gli
prese la mano –vorrei che tu tornassi a fare parte dei Black
Stones. Ecco,te l’ho detto. Vedi…tu non hai
più una band e io…-
Ren la bloccò: -Si. Va bene. Nana…ora
potrò scrivere canzoni per te,di nuovo,come un tempo.-
Nana si mise a piangere. Ren l’abbracciò e la
strinse forte a sé. Forse ora che i Trapnest erano
finiti,per loro la vita sarebbe migliorata. Lui avrebbe scritto testi
solo per Nana,come voleva lei. Lei avrebbe cantato pezzi scritti da lui
e non da Nobu. rimasero così,come dei bambini,per diverso
tempo. I loro cuori battevano all’unisono; i loro
respiri,calmi,riempivano il silenzio che si era creato in quella stanza.
-Davvero? Dici davvero?-interruppe quel silenzio Nana.
-Non ti mentirei mai.- rispose Ren. Prese poi Nana e la stese sul
letto, la baciò,le mordicchiò le labbra,la
strinse forte a sé e si fermò.
-È così bello sentire il mio profumo su di
te…-le sussurrò il ragazzo. Nana si strinse a
lui,affondò le mani nei suoi capelli,e Ren la
penetrò,questa volta con dolcezza. Entrò dentro
di lei una,due,tre,quattro volte,per poi aumentare il ritmo. Nana si
contorse,cercò di trattenere ogni rumore; strinse le gambe
come per chiudere Ren tra sé,inarcò la schiena
perché voleva ancora più amore;lo
baciò,gli baciò il collo e, alla
fine,soffocò l’ultimo gemito tra le labbra di Ren.
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
-Oh no…Ren…! Ci siamo riaddormentati!-
-…? Che c’è,Nana? vuoi rifarlo? Ora
sono stanco…facciamolo domani mattina…-
-Idiota,è già domani mattina!
Anzi…è mezzogiorno!-
Nana si alzò di corsa dal letto per fondarsi in bagno,mentre
Ren,ancora in coma,cercava di capire chi fosse e dove fosse.
Mentre Nana era in bagno e si stava lavando la faccia,la porta si
aprì,e alle sue spalle piombò Ren,che
l’abbracciò da dietro e le diede un bacio.
-Mi hai fatto prendere un colpo! Non si usa bussare? Sono anche mezza
nuda…ma guarda te qui che gente che gira.- disse
scherzosamente Nana,mentre Ren le baciava il collo.
-Eh sì,mi scusi signorina…ma avevo una gran
voglia di abbracciarla…non mi è concesso?-
rispose ironicamente il ragazzo.
Si cambiarono entrambi,ormai la mattinata era passata. Tanto
cos’avevano da fare? Le loro band erano in una fase di
stallo,e quelli della Gaia erano in giro per sbrigare della pratiche
burocratiche con Yasu,che faceva da rappresentate dei Blast.
-Quello che hai detto ieri…allora è deciso?-
disse Nana,mentre pranzava con Ren.
-Uhm? Cosa?- chiese Ren,che in quel momento non stava a sentire.
-Di tornare…si insomma…di tornare a essere il
bassista dei Blast…-
Ren le sorrise. –Sei riuscita a dirlo di nuovo…-
-Cosa? In che senso?- chiese Nana.
-Ieri hai detto che ti rimaneva difficile dire quella
frase…allora davvero il tuo orgoglio è stato
sconfitto!-rise –Il mio compito è dunque
terminato!-
Risero insieme e continuarono a mangiare. Sparecchiarono,lavarono i
piatti. Vita normale. Ma alla fine Ren aveva eluso la domanda della
ragazza.
Squillò il telefono. Ren rispose: -Pronto?-
-Ren! Dove sei?-
-…Chi è?-
-Sono Take! Non riconosci più la mia voce?-
-Oh Take! Cosa vuoi da me in questo momento?-
-Fai i bagagli. Ora.-
-Che cosa? E perché mai dovrei farlo?-
-Non discutere. Ti spiegheremo tutto durante il tragitto. Tra
mezz’ora sarò lì con Naoki e Reira.-
Chiuse il telefono.
-Cos’è successo Ren?- domandò
Nana,incuriosita da quella strana conversazione.
-…era Take al telefono…mi ha detto che devo fare
le valige…ma non mi ha detto perché!- le rispose
lui.
Nana sgranò gli occhi: -Che cosa? D…devi fare le
valige? Per andare dove? Quanto tempo starai via?-
-Non lo so…mi ha detto solo di fare le valige che tra
mezz’ora lui,Naoki e Reira saranno sotto casa nostra! Non so
davvero dirti altro…ma perché le cose le devono
dire solo all’ultimo minuto? Quelle iene dei paparazzi
avranno scoperto che sei incinta?-
-No…non è possibile,altrimenti avrebbero
contattato anche me…devi partire solo tu,vero?-
-Si…o per lo meno,così mi hanno detto.-
Nana non replicò,andò semplicemente in camera da
letto a trovare dei vestiti per Ren. Poco dopo,mentre stava cercando
altre cose,il telefono squillò di nuovo.
-È Take,è di sotto. Allora,io vado. Ti
farò sapere appena arrivo ok?- disse Ren. Nana
annuì e lo abbracciò,per poi baciarlo. Lo strinse
forte a sé,quasi volesse non farlo andare.
-Ciao Nana- disse Ren,aprendo la porta. Lei lo salutò con la
mano e la porta si chiuse.
Ren stava percorrendo il corridoio,quando sentì chiamarsi;
si girò.
-Nana?- chiese. Lei era lì dietro,stava piangendo.
–Cosa succede? Mica parto per il fronte…-
cercò di sdrammatizzare Ren,ma la ragazza corse verso di lui
e lo abbracciò.
-Ren ti prego…non partire. Ho tanta paura,non voglio stare
da sola,non saprei cosa fare se dovessi sentirmi male come
l’altra volta…- si strinse ancora di
più a lui –e non saprei cosa fare se dovessi
iniziare ad avere delle nausee forti,Yasu ora non
c’è,Nobu deve aiutare Yuri…ti prego non
partire,Ren…-
-Nana…io non so nemmeno perché sto
partendo…potrei stare via due giorni come due
mesi…ma se mi hanno dato l’ordine di fare i
bagagli ora,credo proprio che starò via per un
po’…io vorrei tanto stare qui con
te,l’ultima cosa che voglio è lasciarti
sola…- Ren non finì la frase che
squillò di nuovo il cellulare.
-Maledetto Take- disse prima di rispondere – Pronto? Take io
sono pronto. Ma dimmi…c’è un altro
posto in macchina?-
-Certamente. Hai portato molti bagagli?- rispose
Take,dall’altra parte del telefono,con voce spazientita.
-No,Take…porto un’ospite con me.-
-E chi sarebbe?-
-La signora Honjo.- concluse,chiudendo il telefono.
Nana guardò Ren senza dire nulla,continuando a piangere.
-Come mai mi guardi così? Su forza,andiamo a trovare
qualcosa per un paio di giorni…per il resto compreremo nel
posto in cui andremo.- le disse Ren,guardando il suo viso tramutare da
pianto in riso. La prese e la strinse verso di sé,la fece
alzare sulle punte e la baciò.
-Ren! Che storia è questa? Chi dovrebbe esserci con te?-
strillò Take,facendo spuntare la testa dal finestrino.
-Take,Take…quanto strillerai? Porto con me
un’ospite…vuoi che te la presenti o hai
già capito chi è?- gli rispose
Ren,annoiato,tenendo per mano Nana.
-No,no…benvenuta Nana- disse poi,rivolgendo un sorriso
sforzato alla ragazza –puoi appoggiare i bagagli
dietro…ti devo dare una mano?-
-No grazie,faccio da sola. Sarò anche magra,ma ho la forza
per tirare su delle valige.- rispose acida lei,che sapeva che in ogni
caso quell’antipatico non l’avrebbe aiutata.
-Ren!!!- si sentì strillare da dentro la macchina.
“Oh no” pensò Nana.
-Reira! Ci sei anche tu? Sono contento di vedere che stai bene
ora…- le rispose Ren, mettendo la testa dentro la macchina
per salutare lei e Naoki.
-Si! Ma a quanto vedo non sei solo…rimanderemo i convenevoli
a dopo. Chi c’è con te?- gli chiese la ragazza,i
capelli tra le dita.
Una voce interruppe la chiacchierata: -Ren aiutami! Pesa la tua
valigia!-
Reira spalancò gli occhi e ritrasse le gambe verso il suo
corpo,quasi a voler diventare così piccola da scomparire.
C’era Nana con Ren. E lei avrebbe dovuto condividere la
macchina con la ragazza,dopo tutto quello che era successo.
Nana entrò,salutò in maniera poco calorosa Naoki
e Reira e si sedette vicino a Ren. Nessuno sapeva dove fossero
diretti,Reira stette tutto il tempo con il suo I-Pod nelle orecchie ad
ascoltare le canzoni dei Trapnest,suonate quando Takumi era ancora in
vita; il volume era così alto,che nell’auto le
canzoni echeggiavano tanto da essere udibili a tutti.
Nana si addormentò presto,la gravidanza le dava sempre un
senso di sonnolenza. La spalla di Ren accolse la sua testa,poi lui si
appoggiò al vetro e fece stendere Nana sulle sue gambe.
“ I don't think you trust in my self-righteous
suicide…I cry when angels deserve to
die…*” canticchiava Ren,a bassa voce. Che
tristezza,dover preparare le valige in fretta e furia per dirigersi in
un luogo di cui non si conosceva nulla. Si sarebbero fermati in un
albergo,avrebbero dormito in macchina,avrebbero preso
l’aereo…cosa sapevano? Nulla. Sembravano quasi
schiavi dei produttori dei Trapnest,i quali decidevano delle loro vite.
Prese la mano di Nana e la strinse,poi si addormentò.
-Ren…? Nana…? siamo arrivati. O per lo meno,per
ora siamo arrivati.-
Una voce maschile svegliò i ragazzi,i quali aprirono gli
occhi per cercare di capire dove fossero.
-Siamo all’aeroporto e avete i biglietti. Tra 10 minuti
l’aereo partirà. Su,forza,abbiamo un lungo viaggio
da percorrere.- disse frettolosamente Take.
-Ma…si può sapere dove stiamo andando?- chiesero
Nana e Ren.
-Non è importante,in questo momento. Muovetevi e basta.-
Take prese il braccio di Nana e la strattonò fuori dalla
macchina,rudemente. Ren,spettatore di quella scena,uscì a
sua volta dalla macchina e con un braccio bloccò Take alla
macchina.
-Non lo fare mai più. Intesi? Non trattare la mia ragazza in
quel modo.- gli disse,guardandolo fisso negli occhi. La sua espressione
era cattiva,tanto che Take ebbe paura.
-S…sì,scusami Ren. Ora però siamo in
ritardo. Per favore,affrettate il passo.- gli rispose Take, cercando di
riacquistare un po’ di controllo.
-No,non andiamo da nessuna parte. Si può sapere dove cazzo
stiamo andando? Ci hai obbligato a seguirti fino a qui senza alcuna
spiegazione e ci stai trattando come cani. Reira e Naoki? Che fine
hanno fatto? Scommetto che loro sanno dove stiamo andando!-
urlò Ren. Nana,guardando quella scena,si strinse nelle
spalle,cercando di coprire la sua pancia,quasi a voler fare in modo che
il piccolo non sentisse il papà urlare contro un suo
collaboratore.
-Dove pensi che ti stiamo portando? Al patibolo forse? Non so se ne sei
a conoscenza,ma Reira ha intenzione di lasciare i Trapnest,questa
è la nostra unica occasione per farle cambiare idea! La
questione doveva riguardare i Trapnest,ma tu hai portato anche la tua
mogliettina. Mi spieghi il perché? Lei qui è
un’estranea!- Take urlò quell’ultima
frase; Nana,in una frazione di secondo,spalancò gli occhi:
Ren strinse il colletto della camicia di Take,prese la mira,
sferrò un pugno,lo colpì in faccia e cadde a
terra.
-Non ti permettere mai,e ripeto mai di dire che Nana è
un’estranea. Non sei tu che decidi cos’è
meglio per tutti noi. Ero perfettamente a conoscenza del fatto che
Reira volesse abbandonare i Trapnest,e sai perché?
Perché questa “estranea” è
stata la prima a saperlo. Vuoi sapere uno scoop? Me ne vado anche io
dai Trapnest. Ora che Takumi è morto vi sentite tutti
così superiori? Fino a qualche mese fa non ti saresti mai
comportato così. E io non lavoro con gente che non porta
rispetto per me e per le persone che amo.- la voce di Ren era ferma,ma
decisa. –Non solo non verrò con te e gli altri a
sentire infangare il nome di Reira,ma me ne tornerò a casa
con la mia donna in questo preciso istante.-
Nana si mise una mano davanti alla bocca,mentre con l’altra
continuava a stringere il suo ventre. Gli occhi fissi su Ren,iniziarono
a cercare poi un punto fisso da guardare,lontano da quella
scena,lontano da quelle parole,lontano da tutto.
-Nana- interruppe Ren,prendendole la mano e allontanandola
ulteriormente da Take –andiamo a chiamare un taxi,ci
riporterà a casa. Non ho intenzione di stare qui un minuto
di più.-
-Fermati un secondo,Ren. Cos’hai appena detto? Vuoi
lasciare…- la voce di Take tremò-…vuoi
lasciare i Trapnest?-
Ren si girò verso Take e gli disse: -Sì. Solo ora
capisco cosa voglio veramente. E adesso i Trapnest non hanno
più ragione di vivere.-
-E allora,se proprio vuoi mettere la parola fine al sogno a cui hai
partecipato anche tu…Sali su quel maledetto aereo ora e
spiegaci perché lo vuoi fare. Non pensi che anche i tuoi
compagni lo vogliano sapere? Penseresti di andartene così,in
sordina,sperando che nessuno se ne accorga? È ora che tu
cresca,Ren.- gli rispose Take,gli occhi fissi su di Ren.
-Io? Crescere io? Quello che dovrebbe farlo non sono di sicuro io. Io
ho sempre avuto stima di te…ma me ne sono davvero pentito.
Tra voi manager la voglia di soldi era costantemente presente,ma tu hai
sempre messo i Trapnest e Takumi davanti a tutto; pensavo amassi questo
lavoro,non che aspettassi che il nostro leader morisse per sperare di
prendere il suo posto.- Ren guardò Nana per un
attimo,cercò di sorriderle,capendo dal suo volto che era
spaventata; il suo sguardo tornò poi su Take –Vuoi
spiegazioni? Sono disposto a dartele. Ma non partirò.-
-Ren,smettila di fare l’idiota.- Nana per la prima volta si
fece sentire –Tu sei ancora legato ai Trapnest,che tu voglia
o no. Se vuoi essere completamente libero,Sali su quell’aereo
e metti la parola fine ai Trapnest. Io…- Nana
abbassò lo sguardo -…me la caverò da
sola,come ho sempre fatto mentre tu eri via.-
Ren fissò la ragazza per un po’,allibito,per poi
replicare: -Ma…Nana…io…-
-Ti prego Ren,vai. Fallo per il mio bene,per il tuo e…sai
per chi altro.- concluse la ragazza.
Nana si allontanò senza salutarlo,senza nemmeno un
“ciao”; si girò,le valigie in
mano,iniziò a camminare a passo svelto per allontanarsi il
prima possibile da lì. Arrivò a una cabina
telefonica,per poi ricordarsi di avere un cellulare; lo estrasse dalla
tasca,compose il numero,chiamò un taxi. In pochi minuti fu
in macchina. Il tassista,un uomo sulla cinquantina,la riconobbe subito:
“Le belle donne,specialmente se famose,è
impossibile non riconoscerle” le aveva ripetuto per i primi
cinque minuti,in un giapponese sgrammaticato; continuò poi
dicendo frasi come “lei è davvero bella e la sua
voce è molto piena” oppure “mia figlia
la adora!”. Scocciata,Nana lo interruppe dicendo
“per favore,mi tratti come una semplice cliente,faccia finta
che io non sia Nana dei Blast. Grazie.”. L’uomo si
zittì e il resto del viaggio fu trascorso nel più
totale silenzio.
Il taxi lasciò Nana alla stazione; la ragazza
pagò il tassista e si diresse verso il punto informazioni
per acquistare un biglietto per il primo treno disponibile che la
portasse a casa. Fece il biglietto,attese,trovò il
treno,salì. In un’ora fu alla arrivata; prese le
valigie e si incamminò.
L’aria era stranamente umida,il sole si specchiava nei vetri
delle case e sbatteva contro gli occhi della ragazza. In quel
momento,il telefono squillò:
-Pronto?- rispose Nana,sperando fosse Ren.
-Nana? dove sei?-
Nana sbarrò gli occhi e si mise a piangere: -
Yasu…sei tu? Oh mio dio…dimmi che sei
tornato…ho tanto bisogno di parlarti…-
iniziò così,tra le lacrime,a raccontargli cosa
fosse successo,ma Yasu la dovette interrompere:
-Nana io sono ancora a Okinawa, tornerò solamente domani
mattina. Prova a chiamare Nobu e andare da lui,appena torno a Tokyo mi
fonderò subito da te,te lo giuro. Nana…-
concluse,la voce più serena –…ti
prego,non piangere. Ren troverà sicuramente la soluzione.
Lui ti ama e tu lo sai.-
Nana omise il fatto che Ren avesse deciso di lasciare i Trapnest,quella
sarebbe stata una sorpresa. Ma avrebbe davvero trovato una soluzione?
-Asami…cosa pensi di fare,allora? Accetterai?- chiese Nobu.
-Vorrei tanto…ma ho davvero paura. Se il film,per
assurdo,avesse successo,loro mi ritroverebbero subito.- rispose la
ragazza.
-Ma tu ora sei libera da loro,ora la vita è davvero tua. Tu
puoi decidere per te stessa,tu sei l’artefice del tuo
destino…e avrai sempre me al tuo fianco.- Nobu le diede un
lungo bacio,che dovette interrompere quando il campanello
suonò.
-Chi diavolo è?- imprecò Nobu. si alzò
dal letto,si vestì e si diresse verso la porta; il
campanello suonò nuovamente; il ragazzo aprì la
porta e davanti a sé Nana,in ginocchio e senza avere le
forze di rialzarsi,stava piangendo. Le braccia senza vita scendevano
lungo i suoi fianchi,le gambe strette cercavano di sorreggere il peso
di quell’esile corpo; il capo chino,i capelli dietro le
orecchie,non nascondevano il fatto che la ragazza stesse piangendo; il
suo respiro era affannoso,ma non emise nessun suono. Nobu si
allarmò, provò a chiederle cosa fosse successo,ma
lei non rispose. Seduta davanti alla porta,si fece aiutare dal ragazzo
a rialzarsi. Nobu la stese sul divano, Yuri arrivò e,vedendo
Nana in quelle condizioni,si allarmò:
-Nobu,cosa succede? Cos’ha Nana?-chiese la ragazza.
-N…non lo so. Ha solo pianto…è
sconvolta. Puoi preparare un tè? Intanto le vado a parlare.-
La ragazza annuì e si diresse verso la cucina; Nobu si
avvicinò a Nana,sedendosi vicino a lei.
-Nana…cos’è successo? Ren
dov’è?-
La ragazza si girò verso Nobu,stava ancora piangendo.
Lentamente,gli raccontò tutto,omettendo anche questa volta
l’intenzione di Ren di tornare nei Blast. Non
riuscì a smettere di piangere,la sua voce era rotta dai
numerosi singhiozzi. Le sue gambe si muovevano a scatti,le sue mani
cercavano di nascondere,o proteggere,quella pancia che stava diventando
sempre più visibile.
-Nobu io…Nobu ho bisogno di Ren…ho bisogno di lui
ora. Perché mi sono comportata così?
Perché non sono salita su quell’aereo con lui?
Dove sarà diretto?-
-Nana ti prego calmati- la mano di Nobu toccava la fronte della ragazza
e la sua voce era calma –Ren sa quello che fa…per
una volta ha dovuto mettere il lavoro davanti a te,pur contro la sua
volontà. Se le tue nausee aumenteranno,potrai venire
qui,intesi?- le sorrise e Nana ricambiò
–però…non pensare di essere sola. Io e
Yasu ci saremo sempre,nonostante gli impegni. Puoi dormire qui,andare
da Yasu,chiamare Hachi e tornare nell’appartamento 707.
Qualsiasi cosa farai,però,non sentirti sola.-
Nana continuò a piangere,ma il suo viso era più
sereno. Yuri arrivò con il tè,tutti e tre si
misero a berlo.
-Nana scusa l’indiscrezione,ma Nobu…ecco me
l’ha detto- disse Yuri,il volto visibilmente imbarazzato.
-…Detto cosa?- chiese Nana,distratta.
-Beh…mi ha dato questa bella notizia e…auguri!
tantissimi auguri!- la voce di Yuri era entusiasta.
-Auguri per cosa?-
-Oh insomma Nana…sei incinta,vero?-
Nobu sputò tutto il tè e strillò:
-Insomma! Asami! Ti avevo detto che doveva rimanere segreta questa
cosa! Lo hai detto anche a Miu? E a chi altro??-
Yuri candidamente rispose: -Ma no! Non lo avrei mai fatto! Io non
l’ho detto a nessuno…volevo solo fare gli auguri a
Nana! insomma,un bambino…mica è una cosa da poco!
E poi tu sei tornato a casa tutto felice e hai urlato “Nana
è incinta!!! Nana è
incinta!!!”…posso essere felice anche io?-
Nobu arrossì e stette zitto,mentre Nana sorrise,facendo
capire a Yuri di non essere affatto contrariata da tutta quella
felicità.
-Sai,Nobu…non pensavo che Ren fosse così
importante per me.- disse Nana.
-Cosa? Se è l’unico uomo che tu abbia mai
amato…come puoi dire che non pensavi fosse così
importante?-
-Beh…perché ho sempre cercato di essere il
più possibile autosufficiente,ma da
quando…si…ecco…da quando sono rimasta
incinta,Ren ha rinunciato a tutto,persino alle prove,per starmi
vicina…e io…vorrei che quei momenti non fossero
mai passati…- Nana si fece sempre più piccola
–Nobu…io lo amo tanto…-
Nobu le sorrise teneramente. –Sai? Qualche settimana fa,Ren
mi ha chiamato. Non aveva nulla da dirmi,a parte chiedermi
cos’avesse intenzione di fare Asami,poi mi ha detto quello
era il momento migliore della sua vita e che non pensava che sarebbe
riuscito ad amarti così tanto…siete
così sdolcinati che quasi non sembrate voi,sai?-
Nana emise una leggera risata. Subito dopo,il telefono
squillò:
-Pronto?-
-Darling…-
Nana scoppiò a piangere: -Ren! Ren sei tu! O mio dio sei
vivo! Dove sei?-
-Lo vuoi davvero sapere?-
-Ovvio! Sono stata in pensiero fino ad ora…Nobu si
è preso una gran paura!-
-Sono nella nostra città natale. Su,che aspetti a
raggiungermi?-
Nana si alzò dal divano,come pronta a partire. Gli occhi
colmi di lacrime,il sorriso che le riempiva il volto,rispose: -Vengo
subito. Dovessi venirci a piedi!-
-Venire dove?- la interruppe Nobu –ti ricordo che tu ora devi
stare a riposo.-
Nana si girò verso il ragazzo con lo sguardo sorpreso,poi
capì che aveva ragione e si rimise a sedere.
-No,Ren…magari mi ci faccio accompagnare da Yasu domani.-
-Ok,Nana,fammi sapere. Ciao ciao!- Ren chiuse il telefono.
Nana abbracciò Nobu e si alzò dal divano,quando
poi il telefono squillò nuovamente:
-Sì?- rispose la ragazza.
-Ti amo,Nana. Ti amo tantissimo. Non vedo l’ora di vederti.-
Nana sorrise: -Anche io ti amo,Ren.- e chiuse il telefono.
-Ma che razza di telefonate vi fate? Nemmeno una
spiegazione…!- disse ironicamente Nobu.
-Beh…hai ragione! Però…io voglio
parlargli guardandolo negli occhi. Gli chiederò tutto
domani.- rispose Nana,visibilmente serena
Pochi secondi dopo la fine della telefonata,il telefono
squillò nuovamente.
-Scommetto che è lui!- disse Nana,prima di rispondere
-Cos’altro hai da dirmi?- era sicura che fosse Ren.
-…-
-Ren? Pronto chi parla?-
-Nana…-
La ragazza spalancò gli occhi. Di peso,crollò sul
divano,mentre Nobu e Yuri guardavano la ragazza cambiare espressione a
una velocità quasi inumana.
-C…chi diavolo…chi diavolo sei?-
balbettò Nana.
-Io…sono tua madre.-
* Frase tratta da "Chop Suey",System of a Down
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
-Si,bello scherzo Ren…vedi di non farmi prendere altri
colpi!- la voce di Nana faceva trasparire il fatto che lei era
perfettamente a conoscenza che quello non era affatto uno scherzo.
-No,Nana…non sono Ren…io sono
davvero…sì,insomma…sono davvero tua
madre.- la voce dall’altra parte tremò nel
pronunciare questa frase.
Ci fu un attimo di silenzio. Nobu e Yuri guardarono Nana
sbiancare,sedersi sul divano e accavallare nervosamente le gambe.
Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Tutti gli
scandali,le foto,le bugie su questa faccenda scoperta e resa
pubblica,avrebbero portato a questo punto. Lei ne era consapevole,ma
non era ancora pronta per affrontare questa situazione.
-Nana…ci sei?- chiese la donna,dall’altra parte
del telefono.
-Non…non mi chiamare
Nana…io…anzi…non voglio che mi chiami
in alcun modo. Per me tu non esisti.- La ragazza si accese una
sigaretta.
-Nana,non fumare!-Yuri parlò,involontariamente. Nana si
tolse velocemente la sigaretta dalla bocca e guardò Yuri
cercare di rimangiarsi tutto quello che aveva detto.
-Ah,non sei sola? Ecco…allora sarò breve. Vorrei
che…sì,insomma…un giorno…-
-Fammi indovinare: vorresti incontrarmi come se nulla fosse mai
accaduto,per ridere insieme di questi 17 anni passati?- Nana
alzò la voce.
-Nana si può sapere chi è?-chiese
Nobu,spazientito. L’unica risposta fu che Nana divenne
seria,mise un dito davanti alle labbra per far capire al ragazzo di
tacere.
-Nana…- la donna,parlando,fece spostare di nuovo
l’attenzione su di sé-…io non voglio
che tu venga da me a braccia
aperte…ma,ecco…vorrei solo incontrarti per 10
minuti,non chiedo altro. 10 minuti in vent’ anni sono troppi?-
-Sono troppi? Hai la coscienza così pulita da venirmi a dire
queste cose? Mi hai abbandonata quando avevo quattro anni e non sei
più tornata! Chi ti ha dato il mio numero? Eh?- Nana
iniziò a piangere,ma le sue erano lacrime di rabbia. La
donna non rispose,ma iniziò a piangere anche lei.
–E non piangere,cazzo! Tu per me non esisti! Che cosa vuoi
dalla mia vita?-
Nobu capì,in modo fulmineo,chi ci fosse dall’altra
parte del telefono. Prese la mano di Nana,la strinse forte; dapprima,la
ragazza si scansò,ma poi si decise a stringere a sua volta
quella grande mano.
-Nana…ho sbagliato molto nella mia vita,lo so. Ma vorrei
almeno darti una spiegazione,ti prego. Vorrei parlane con te faccia a
faccia. Per favore. Dimmi quando possiamo
incontrarci…prometto che poi sparirò
completamente dalla tua vita.- la donna cercò di calmarsi.
-No,è diverso- iniziò Nana –Tu per me
non esisti più da tanto tempo,anche se dovessi accettare la
tua proposta,per me continueresti a non esistere. Ti
chiamerò io domani,tanto ormai il mio numero ce
l’hai. Smetti di fare finta che ti interessi davvero. Non
pensare che in un giorno risolverai tutto.- chiuse il telefono.
Appoggiò il cellulare per terra,mantenendo lo sguardo fisso
in un punto lontano; strinse le gambe,mosse i piedi
nervosamente,cercò il pacchetto di Seven Stars e
tirò fuori una sigaretta.
-Nana… chi era al telefono?- chiese Nobu,seriamente
preoccupato. La ragazza si girò un attimo verso di lui e si
mise a piangere. Lasciò la mano del ragazzo e strinse i
pugni,per poi cercare un accendino.
-Nana! era tua madre al telefono,vero?-
Quella parola,“tua madre”,faceva ribollire di
rabbia Nana. Le era sempre successo. Di nuovo velocemente,si
girò verso Nobu e gridò: -Lei non è
mia madre! È solo una puttana che mi ha dato alla luce e mi
ha abbandonata!-in un attimo,comprese cosa aveva detto. Si
tappò la bocca,fece cadere la Seven Stars che teneva in
mano,i suoi occhi rimasero sbarrati. Yuri si alzò,se ne
andò e lasciò Nana e Nobu da soli: aveva capito
che in quel momento,Nana aveva bisogno solo del suo amico. Nobu si
sedette vicino alla ragazza,i pugni chiusi e le unghie conficcate nella
carne,la quale non disse nulla.
-Nana…piangi pure- disse il ragazzo,ma Nana
sbatté un pugno contro la sua gamba:
-No,Nobu! perché dovrei piangere? Perché?-
-Perché,pur odiandola,tu hai sempre voluto conoscerla,e lo
sai. Me lo dicesti una volta,non te lo ricordi più?
Nana…- la mano di Nobu era appoggiata sul pugno della
ragazza –è umano voler conoscere i propri
genitori. Per me,è una cosa così naturale,ma tu
non hai avuto la fortuna di avere una mamma al tuo fianco. Ora che puoi
almeno sapere chi è,perché non ne approfitti?
Ormai hai compiuto 21 anni,anche tu hai il diritto di sapere la
verità.- Il pugno di Nana morì,abbassò
il capo. Non stava affatto piangendo,sapeva benissimo che Nobu aveva
ragione. Doveva,anzi voleva incontrare quella donna che per i primi
quattro anni di vita aveva chiamato “mamma”.
Senza accorgersene,si era buttata tra le braccia del ragazzo. Lui,come
al solito, la strinse forte a sé e pazientò
finché non si calmò.
-Nana,Nana…non cambierai mai,sai?-
-Perché Nobuo?-
-Sono circa…quanti? sei,sette anni che ti conosco? In tutto
questo tempo sei sempre rimasta uguale: stesso uomo,stesse paure,stesse
fisime…- risero entrambi- Asciugati gli occhi…il
tuo trucco è completamente colato! Se ti vedesse
Ren,prenderebbe un colpo!- risero di nuovo.
Squillò il telefono. –Ehi,se
è Ren significa che ci ha sentiti!- disse scherzosamente
Nobu,ma si sbagliava: era Yasu.
-Pronto?- rispose Nana.
-Nana! Per fortuna ti ho trovata. Domani torno da Okinawa,preferisci
partire domani stesso per Osaka o aspettare?-
-Preferisco partire domani. Ma posso andarci anche da
sola…tu domani vediti con Miu e fate le vostre
porcellate,poi se vuoi raggiungimi!-
-Ma…Nana…a me non pesa affatto! Dovrei essere a
Tokyo per le nove; alle undici possiamo partire e per le…-
-Yasu,ti prego, raggiungimi dopo.- la voce di Nana divenne seria
–devo incontrarmi con mia madre,e non voglio correre da te
subito dopo. Siccome siamo entrambi consapevoli che lo farei,preferisco
non correre alcun rischio e correre da Ren.-
-Ma…-
-Per favore. A domani.- Nana chiuse il telefono. Guardò
nobu,sorrise e gli disse: - Non mi guardare così,su. So cosa
stai pensando. Quello che mi hai detto è vero…non
voglio sprecare questa opportunità. Ho sperato per anni che
ciò accadesse,e ora perché dovrei tirarmi
indietro?-
Nobu le sorrise,e la ragazza se ne tornò a casa. Il ragazzo
si diresse poi verso Yuri e le diede un bacio lunghissimo.
-Grazie per prima. Hai perfettamente capito… è
per questo che ti amo-
La ragazza gli sorrise e lo abbracciò.
-Ho deciso: nemmeno io voglio sprecare questa
opportunità,voglio dire addio una volta per tutte ai porno.
Non mi interessa quanto sarà difficile staccarmi dal mio
passato,ma questa è la mia unica possibilità,e
non la voglio sprecare. Vedi? Il tuo discorso valeva anche per me. Ed
è per questo che ti amo- entrambi si sorrisero.
Il giorno dopo,Nana partì presto; quella notte aveva dormito
nell’appartamento 707,senza sapere esattamente il
perché: aveva provato a chiamare Hachi,ma non aveva
risposto. Non volendo tornare a casa e dormire da sola,si
rintanò nella sua piccola stanza al settimo piano,in quel
gelido letto. Erano le nove e la stazione era già gremita di
gente. Sentì uno strano dolore alla pancia: il bambino
voleva ricordare a Nana qualcosa. La donna sorrise e si
accarezzò la pancia,poi un lampo: la visita ginecologica!
Doveva assolutamente andarci,entro pochi giorni sarebbe entrata nel
quinto mese di gravidanza. Chiamò la
ginecologa,fissò per il giorno stesso un
appuntamento,persino di mattina,cosicché per l’ora
di pranzo fu di nuovo in stazione. Velocemente,fece un biglietto per
Osaka. Trovò il suo posto,si mise le cuffie nelle
orecchie,le canzoni dei Sex Pistols ad alto volume. Il treno
partì,il viaggio durò relativamente poco.
Arrivata a uscita dalla stazione,prese il cellulare e compose un numero.
-Pronto?- rispose.
-Sono ad Osaka. Volevi dieci minuti? Te li concedo ora. Dove ci
vediamo?- Nana era risoluta.
-Oh,Nana…-
-Ti ho detto di non usare dei termini così colloquiali. E
basta divergenze.- Nana disse alla donna quando e dove vedersi.
Nervosamente,chiamò poi Ren,il quale rispose al primo
squillo.
-Sei alla stazione,vero?- rispose così lui.
Nana si guardò attorno: -Come fai a saperlo? Dove sei?-
-Ho indovinato! Ho la sfera di cristallo…mi passi Yasu?-
-Ecco,la tua sfera di cristallo fa cilecca. Yasu non
c’è,non so a che ora arriverà.-
-Sei pazza? In treno da sola?-
-Insomma Ren,ho 21 anni,sono capace di prendere un treno. Ma
comunque,non è questo l’importante.- Nana divenne
seria,la sua voce si interruppe per un attimo –tra 10 minuti
mi vedrò con una persona,ti prego,tra 20 minuti vienimi a
prendere. Potrei non rispondere delle mie azioni.-
-Chi vai a trovare?-
-Non è proprio una visita di cortesia…ti prego
Ren,promettimi che farai come ti ho detto.-
-Certo Nana,ma chi incontri?-
-Mi vedrò in una caffetteria con mia madre.-
Ren rimase in silenzio per un po’,poi rispose: - Se tu
vuoi,sono felice per te. Sarò puntuale,prometto.-
-…Grazie...davvero.- Nana chiuse il telefono.
L’ora si avvicinò,mancavano solo cinque minuti. Si
sedette a un tavolo elegante,ordinò un
caffè,aspettò a capo chino. Alzò per
un attimo lo sguardo; una figura in lontananza stava cercando qualcuno.
Era lei,ne era sicura. La figura si fece sempre più vicina.
La caffetteria era composta da una decida di tavoli,le cui sedie erano
in morbido velluto azzurro. Le grandi finestre erano coperte da tende
azzurre e drappeggi blu. In sottofondo,un canale musicale che
riproponeva le hit anni ’50. sul bancone,alcune persone
stavano sorseggiando un drink o finivano il pranzo.
In un angolo,Nana stava bevendo un caffè. Quando furono le
tre e mezza,orario dell’incontro,fece per alzarsi e
andarsene,ma si fermò. Si limitò ad alzare lo
sguardo e la vide: una donna,il viso solcato dalle rughe,un vestito
largo,i capelli raccolti e un’aria preoccupata. La donna vide
Nana,si diresse verso di lei a passo leggermente più veloce.
Nana la guardò,non le staccò mai gli occhi di
dosso,il suo cuore smise di battere.
-C…ciao Nana- disse la donna. Nana non
rispose,abbassò solo la testa.
-Ti prego,Nana…è dura anche per me,davvero.
Però…oggi vorrei solo fare due chiacchiere con
te…ecco…-
Nana alzò lo sguardo,la guardò fissa negli occhi
e,in tono di sdegno,le rispose: -Qualunque cosa,mammina.-
Lo sguardo della ragazza era disprezzante,pieno d’odio,ma
più guardava quella donna sulla cinquantina,più
notava le somiglianze: stesso naso,stessa voce roca
e,soprattutto,stessi occhi. Anche fisicamente le assomigliava molto.
-Posso sedermi?-
-Queste sedi non sono mica di mia proprietà; fai quello che
vuoi.- Nana continuava a guardarla fissa negli occhi.
-Nana…hai il mio stesso sguardo assassino. Scommetto che in
questo momento tu stia ribollendo di rabbia. Allora qualcosa ti ho
passato…-
-Perché?-
La donna,stupita da quella domande,le chiese: -Perché cosa?-
-Vorrei chiederti tante cose- iniziò Nana –tanti
perché ai quali non avrò mai risposta. Il primo
è…-
-“Perché mi hai abbandonata”,vero?
Volevo darti subito questa spiegazione…o tentare di dartela.-
-No,ti sbagli- Nana stupì la madre – non mi
interessa saperlo,mi interessa sapere invece perché mi hai
cercata ora. E poi perché fai finta di volermi bene.-
-Come potrei fare finta di volerti bene? Sei comunque mia figlia.-
-Bugiarda.- lo sguardo di Nana si fece sempre cattivo.
-Non ti sto affatto mentendo. Non sto parlando di quel tipo di affetto
che lega due amiche,ma un affetto più platonico…-
mentre diceva queste parole,la donna iniziò a frugare nella
sua borsa e tirò fuori un pacchetto di sigarette
–Ti dispiace se fumo?-
-Sì- rispose Nana,secca.
-…Ma non fumi anche tu?-
-Non ora. Sono incinta.-
Misuzu lasciò cadere l’accendino sul
tavolo,incredula.
-Sei…incinta…? Oh,Nana…-
-Sì,ma non pensare che commetterò i tuoi stessi
errori.- la zittì velocemente la ragazza- Il padre
è l’uomo migliore che abbia mai conosciuto e che
abbia mai amato. Non…-
-Io non ho mai pensato che i figli debbano seguire le orme dei propri
genitori,quando diventano genitori loro stessi. Avere un bambino
è la felicità maggiore che si possa avere,te lo
assicuro…ma sono le circostanze che fanno prendere
determinate strade. Io non ti avrei mai abbandonata,mai.
L’unica mia consolazione è che ora ho la
possibilità di parlarti…quasi come se fossi
sempre stata tua mamma.-
-Zitta!- Nana alzò la voce –Tu non mi conosci! Non
sai cos’ho passato! Sai che a 16 anni sono andata a vivere
con un uomo di 18? No! Perché tu eri impegnata a sfornare
altri due figli e a creare una famiglia felice,dimenticandoti di me!-
non trattenne più le lacrime –Sai che a 15 anni mi
hanno espulsa da scuola con l’accusa di prostituzione? No!
Dov’eri in quel momento tu,al posto di difendere quella che
oggi hai il coraggio di chiamare “figlia”?
Dimmi,dove?-
Misuzu stette in silenzio,strinse i pugni,come avrebbe fatto Nana.
Già,dov’era lei mentre a sua figlia stava
crollando il mondo addosso? Si morse un labbro.
-Nana,lasciami spiegare,dannazione!- la interruppe a un certo punto.
Nana la guardò.
-Non ho mai saputo chi fosse tuo padre. Quando rimasi incinta di te ero
appena uscita da un brutto periodo,stavo con un ragazzo che aveva la
metà dei miei anni e che faceva uso di droghe. Lavorava di
notte e di giorno dormiva,se ne fregava se la polizia mi scambiava per
una prostituta e mi rinchiudeva in galera. Tuo padre forse era lui,ma
la cosa non mi interessava: volevo te più di qualsiasi altra
cosa,tanto da tornare a casa e a chiedere aiuto a mia madre. Cercai di
tornare pulita,ma non ci riuscii subito. La nonna ha quindi deciso che
sarebbe stato meglio per me cambiare aria…ma capivo fin
troppo bene che tu con me non avresti avuto una vita felice. Poi
è arrivato lui,il mio secondogenito. Sono rimasta incinta di
nuovo,5 anni dopo,ho pensato che non era giusto ricrearsi una famiglia
senza di te,decisi di abortire; il mio attuale
marito,però,il padre degli altri due miei figli,mi ha
rassicurata,e ho deciso di dare una possibilità a quella
creatura.-
-E allora perché non anche me? Solo perché non
ero figlia sua? Ammettiamo che non volesse avere una bastarda in
casa,perché non ti sei fatta più sentire? Potevi
incontrarmi di nascosto,potevamo instaurare uno straccio di rapporto,io
avevo bisogno di te!-
Misuzu non rispose. Guardò Nana piangere,sapeva benissimo
che le sue erano lacrime di rabbia.
-Nana,sono stata una stupida,lo so…e non me lo
perdonerò mai,te lo giuro. Non spero in un tuo perdono,non
chiederei mai così tanto a una persona…volevo
solo che tu sapessi la verità.-
Nana si avvicinò al tavolo con la sedia,la quale produsse un
fastidioso stridio. –Dimmi un’ultima cosa- disse a
Misuzu -…quando,quella notte di neve,mi dicesti
“tornerò prestissimo…te lo
prometto”…ci credevi davvero?-.
Sdegnante,Nana si alzò senza dare la possibilità
alla madre di risponderle,lasciò i soldi per pagare i due
caffè sul tavolo,si diresse verso l’uscita; in
quel momento,Misuzu bloccò la ragazza per un braccio. Nana
sbarrò gli occhi: il primo vero contatto fisico con la madre
dopo 17 anni.
-Cosa vuoi ancora?- chiese Nana.
La donna le sorrise leggermente –Dovresti essere circa al
quinto mese,vero?-
Nana annuì –Entrerò nel quinto tra
pochi giorni. Perché?-
-Guardandoti bene,si nota la differenza…prenditi cura di tuo
figlio,mi raccomando.- Misuzu lasciò il braccio di Nana,la
quale velocemente uscì dalla caffetteria,piangendo.
Poco lontano dall’entrata,Ren stava aspettando la ragazza.
Appena la vide,le corse incontro e l’abbracciò.
-Nana perché piangi?- le chiese Ren.
-Ren… lei…lei è davvero mia
madre…io…Ren…- Nana cercava di
formulare una frase,ma i suoi pensieri erano confusi. Ren
capì che non era quello il momento per parlare,quindi
l’abbracciò ancora più forte.
Nana,inebriata dal quell’odore così familiare che
Ren emanava dalla maglia,si calmò lentamente. Le braccia
strette attorno a Ren e il viso contro il suo petto,la ragazza pianse
per un po’,finché Ren
l’avvertì: -Tua mamma sta uscendo dalla
caffetteria.-
Di tutta risposta Nana guardò lui e si girò
furtivamente per guardarla andare via. Qualche attimo,proprio come 17
anni prima: le sue mani,la sua schiena,le sue gambe,il nulla. Si
strinse di nuovo tra le braccia di Ren.
-Ren…ti prego,andiamo a casa. Non ce la faccio a rimanere
qui… Ren…- Nana lo guardò dritto negli
occhi -…So che ti sembrerà strano e del tutto
illogico,ma…ho bisogno di rivederla. Quella donna
è comunque mia madre…e…-
Ren la interruppe: -Nana…non è affatto strano che
tu la voglia rivedere. Anche io vorrei conoscere i miei genitori,solo
per poterli guardare in faccia,per riuscire a carpire le somiglianze
dei loro visi col mio…nulla di più. Non li
tratterei mai come genitori,ma se solo penso che potrei averli
incontrati un milione di volte senza sapere che fossero
loro…Tu Nana hai avuto fortuna. Non sprecarla per il tuo
orgoglio…-
Nana si asciugò le lacrime e gli rispose: -Ren…io
voglio pensare solo alla mia attuale
famiglia…perché noi due siamo una famiglia,vero?-
-No ti sbagli…noi tre siamo una famiglia.- le rispose
Ren,indicandole la pancia –E lo sai che darei la vita per te
e per il nostro bambino…una famiglia è composta
da persone che si vogliono bene,non per forza da una mamma e un
papà.-
Nana gli sorrise e annuì con la testa. Insieme si avviarono
verso la loro casa di Osaka. Le strade che percorrevano,le case,i
negozi…tutto faceva parte della loro adolescenza.
-Il nostro muretto!- Nana era tornata stranamente allegra.
Indicò e tirò la giacca di Ren.
-Il nostro muretto…allora esiste ancora! Dopo ci andiamo,ok?
Ora ti voglio solo portare a casa…- Ren le sorrise
dolcemente. Sapeva che Nana faceva solo finta di stare bene.
Il tragitto fu breve; quella casa,che in realtà era un
magazzino,era ancora lì,come se il tempo si fosse fermato.
Nana prese le chiavi e aprì lentamente la porta.
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Capitolo 10 *** Nana Honjo ***
-Ren…non ti sembra di essere tornato indietro nel
tempo?-disse Nana,indugiando un attimo nell’aprire la porta.
-Altroché…!mi sento quasi emozionato!-
ridacchiò Ren. Nana gli sorrise.
La ragazza aprì la porta ed entrambi entrarono. La casa era
esattamente come un tempo: il letto dalle lenzuola bianche,la cucina,la
porta del bagno socchiusa…anche il tavolo aveva lo stesso
piccolo centrotavola. Vicino al letto,il poster di Sid e Nancy. Nana si
avvicinò a quel poster,chiuso da un vetro e avvolto da una
cornice,e lo toccò; leggermente,con due
dita,sfiorò la scritta “love kills” e
sorrise,quasi malinconicamente. Quella casa aveva così tanto
ricordi…ogni oggetto,ogni centimetro di quella casa le
evocavano magnifiche immagini. Assorta nei suoi pensieri,si
sentì prendere da dietro.
-Pensa…è la prima volta che il bambino vede
questa casa…- disse Ren tirando su la maglia di Nana e
accarezzandole la pancia. Si rivolse poi al piccolo: -Ehi piccolino,ti
piace la casa vecchia di mamma e papà? Un giorno
diventerà tua… portaci la donna che amerai.-
-La donna che amerà? Perché se così
sicuro che sarà maschio?-
-Perché se lo chiamo,lui si muove! Guarda- Ren mise entrambe
le mani sulla pancia di Nana e disse,a bassa voce –Piccolino?
Fatti sentire da papà!-
Il piccolo diede un calcio che sia Nana,sia Ren sentirono.
-Ahia!- disse Nana.
-Visto? Deve essere maschio sicuramente! E se lo chiamassimo Ren
Junior? “Ren Junior Honjo”…suona
abbastanza male!-
-Ren…sei quasi disgustoso quando sei così
smielato,sai? E poi…frena! Se ti dicessi che so qual
è il sesso del bambino?-
Ren sgranò gli occhi: -Cosa?!-
-Caro maritino…vorresti saperlo,eh?- Nana lo
guardò con aria maliziosa.
-Guarda che se non me lo dici… io ti
uccideròòòòòòò!!!!-
rispose Ren,stringendo Nana e buttandosi entrambi sul letto. Nana rise
e Ren si mise sopra di lei.
-Dimmelo- le disse Ren,guardandola negli occhi.
-Dirti cosa? Il sesso? No…sarà un segreto per
qualche altro giorno!-
-No,Nana. Dimmi cosa ti ha detto tua madre.-
Nana smise di guardare gli occhi blu del ragazzo.
-Ren…dopo,per favore.-
-Nana…dimmelo ora per favore. Altrimenti,non posso toglierti
i vestiti senza pensieri…-
Nana lasciò cadere le braccia sul letto. –Mi ha
detto di prendermi cura di mio figlio. E di non commettere i suoi
stessi errori.- rispose,cercando di tagliare corto.
-Non ci credo,ti ha detto altro. E tu cerchi di fregarmi per farti
togliere subito i vestiti…- la voce di Ren divenne
più flebile,mentre con una mano accarezzava le cosce della
ragazza.
Lei lo baciò e si strinse a lui. Il cellulare
vibrò un paio di volte,ma nessuno dei due gli diede retta:
quello era il loro momento,il mondo avrebbe dovuto aspettare fuori.
Le luci erano spente. La finestra era socchiusa,e un po’ di
luce filtrava nella stanza. Il flebile raggio attraversava la sala,per
sbattere contro la schiena bianca di Ren. Un
gemito,soffocato,riempì la stanza,calata nel silenzio
più totale. I respiri si intensificarono,divennero
più udibili. Le lenzuola venivano mosse velocemente,quasi
freneticamente,spostate dalle gambe e dalle braccia dei due ragazzi,i
quali si dimenavano e si contorcevano. Dei gemiti. Essi aumentarono,in
quantità e in sonorità. Entrambe le voci,quasi
all’unisono,emisero lo stesso suono più volte,fino
a quando il piacere esplose.
Nana e Ren erano abbracciati,lui cullava lei tra le sue braccia.
Nessuna parola,nessun gesto; si guardarono semplicemente,poi lei chiuse
gli occhi. Il cellulare vibrò di nuovo; Ren
allungò un braccio per cercare di afferrarlo,ma Nana lo
bloccò e lo abbracciò ancora più forte.
-Stai qui con me…- gli sussurrò,e si
addormentò tra le sue braccia.
-Nana…Nana ci sei?-
Il silenzio più totale.
-Nana? Ren? Ci siete? Aprite per favore!-
Ancora silenzio.
-Nana! sono Shin! Apri!-
Barcollando,Ren aprì la porta. Aveva indosso solo un paio di
boxer e,a vederlo così, Shin si imbarazzò per un
attimo.
-Ciao Ren… c’è Nana?- si riprese il
ragazzo.
-Sì,ma sta dormendo…mi dispiace svegliarla.- gli
rispose lui,con fare gentile. –Entra pure però,
tra poco dovrebbe svegliarsi.-
Shin entrò e si sedette su una sedia. Nel frattempo, Ren
cercò un paio di pantaloni e se li mise.
-Come mai da queste parti,Shin?- gli chiese.
-Ho chiamato Hachi,è stata lei a dirmi che eravate tornati a
Osaka…volevo salutare Nana.- rispose Shin.
-Allora è tutto deciso?-
-Sì,partiamo domani…-
-Perché proprio domani? Non potete spostare la partenza di
un giorno?-
-E perché?-
-Beh…vorrei solo che tu lo facessi…-
-Per me va bene,non so per Reira però… deve
iniziare il prima possibile delle cure antidepressive e…-
-Sì,sì,so già tutto- Ren
abbassò lo sguardo –Abbiamo avuto modo di parlare
quando ci hanno portato a forza qui…-
-Ma che cosa le avrebbero fatto?-
-Ma come…tu che sei il suo ragazzo non lo sai?-
-Quando è partita non mi ha detto nulla,poi il suo cellulare
non ha più preso…le ho mandato un sms con scritto
che sarei venuto. Chissà se l’ha letto…-
-Reira controlla il suo cellulare ogni due minuti. Se le è
arrivato,lo ha letto di sicuro. Tornando al discorso di
prima…ha fatto degli accertamento e ha mostrato i risultati
delle analisi. Ha spiegato il perché se ne torna in
America,io e Naoki l’appoggiamo completamente; Take invece ha
iniziato a sbraitare e urlare che lei deve rimanere con i Trapnest,che
questo è un torto nei confronti di Takumi… alla
fine l’ho spedito fuori a calci. E non sto parlando in
termini metaforici.-
Shin rise. In quel momento,anche Nana si svegliò.
Frastornata,guardò davanti a sé e non vide
nessuno; si girò pio dalla parte opposta,ma anche
lì era vuoto.
-Nana- si sentì chiamare. Lei rispose,flebilmente:
-Ren…che ore sono?-
Ren le si avvicinò e le diede un bacio,al quale non si
sottrasse perché non aveva visto Shin.
-Ciao….ciao Nana.- interruppe il ragazzo dai capelli blu.
-E…e tu che ci fai qui? Che ore sono?- chiese lei.
-Sono le otto e mezza…hai dormito diverse ore…-
le rispose Ren,precedendo Shin.
-Ah…e come mai non mi avete svegliata? Che succede Shin?-
Nana era visibilmente confusa. Si alzò dal letto,barcollando
leggermente,e si sedette su una sedia non occupata.
-Sono venuto qui…ecco…volevo semplicemente
salutarti,Nana. Nonostante tutto,noi abbiamo fatto parte della stessa
band,dello stesso sogno…ora però il mio momento
è arrivato,devo andarmene. E ho deciso di rivedere per un
ultima volta le persone con cui ho condiviso questo sogno.- la voce di
Shin non faceva trasparire alcuna emozione. Non guardava Nana negli
occhi,ma non era né commosso,né irritato. Le sue
parole sembravano quasi dettate da una coscienza che gli imponeva di
dire addio a Nana. –Inoltre- continuò,questa volta
volgendo lo sguardo verso la ragazza –vorrei darti questo. Da
parte mia e di Reira.-
-Che cos’è?- chiese Nana,vedendo Shin frugare nel
borsone e tirare fuori due pacchi,uno rettangolare e uno quadrato.
-Se vuoi,aprili pure. Anche perché sennò dovresti
aspettare diversi mesi prima di poterlo fare…-
Anche Ren si incuriosì,tanto da incitare anch’egli
Nana affinché aprisse i pacchi. La ragazza,un po’
titubante,scartò il pacco e,quasi
incredula,guardò il contenuto: due tutine,simili tra
loro,una verde e una bianca. Una di esse aveva anche ricamata una
notina! Erano così piccole e morbide…Nana si
emozionò e sorrise,guardando poi Shin con aria stupita:
-Perché ora questi regali?-
-Reira voleva tanto che l’erede dei Trapnest avesse
un ricordo della cantante del gruppo di
papà…nell’altro
pacchetto,c’è anche un bigliettino. Il corredo
dell’altro regalo è rosa,Reira è sempre
stata convinta che sarebbe stata femmina…se ha torto,li puoi
tranquillamente andare a cambiare.- rispose Shin,il suo viso
più dolce.
Nana aprì l’altro pacco: bavaglini,ciucci e
scarpette da femmina. Sopra tutto,però,il biglietto; Nana lo
vide e,aspettandosi qualcosa di non molto gentile,lo aprì:
una scritta in inglese,tipica di Reira,che diceva
“L’ho fatto solo per l’erede dei
Trapnest…Layla.”. Quella scrittura curva e
tonda,tanto odiata da Nana,ora non aveva più alcun effetto
sulla ragazza. “L’erede dei Trapnest?”
pensò “Forse dimentica che sarà anche
l’erede dei Blast…”
-Che ne pensi?- interruppero Shin e Ren,quasi all’unisono.
-Ringrazia Reira per i regali e per il bigliettino- questa ultima
affermazione la disse con un tono di sarcasmo –e dille
che.... beh,dille che ha ragione.- rispose Nana,con il volto
leggermente sorridente.
-Cosa?!- urlò Ren.
-Ok,le riferirò tutto. Scusatemi per essere arrivato qui
senza preavviso,e tu Nana scusami per non aver mantenuto la promessa
che ti avevo fatto,ma credo che i concerti verranno annullati,giusto?-
disse Shin,alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta,ignorando
completamente Ren.
-Sì…non voglio assolutamente rischiare nulla.
Preferisco rimandare ogni concerto,preferirei togliere dal commercio il
cd,piuttosto che avere paura di far male al bambino… per le
questioni burocratiche e dei diritti d’autore,credo che tu
abbia già parlato e chiarito con la Gaia,giusto?-
replicò Nana.
-Sì,ho già fatto tutto. Ora è giunto
il momento di andare…- Shin tornò serio. Smise di
sorridere e guardò Nana dritta negli occhi.
-E Reira?- chiese Ren,finalmente preso in considerazione.
-Verrà sicuramente a salutarti. Non se ne andrebbe mai via
senza dirti addio…puoi contarci. Ciao Nana,ciao Ren.- Shin
uscì dalla casa dei due. Si voltò velocemente e
affrettò il passo,ma Nana lo fermò,per
l’ultima volta:
-Abbi cura di te,Shinichi.- gli disse,il suo sguardo serio ma disteso.
Lui le sorrise quasi impercettibilmente,si girò e se ne
andò,mentre il sole di luglio stava lentamente tramontando.
-Nana…come stai?- le chiese dopo un po’ Ren.
Lei si girò verso di lui e,senza proferir parola,fece capire
di stare abbastanza bene. Si sedette sulle sue gambe,e Ren la prese per
i fianchi e l’avvicinò di più a
sé.
-Su che cos’è che ha ragione Reira?- le
chiese,cingendole la vita.
-Mah…non lo so…-cercò di mentire
lei,per gioco.
-Allora avremo una femmina?-
-Così sembra…la dottoressa mi ha detto
“signorina Osaki,non saranno due gemelli come lei pensava,ma
sarà una bella femminuccia! Complimenti!”- emisero
entrambi una lieve risata -…visto che non era un maschio? I
calci che dava erano segno di disprezzo perché tu continuavi
a chiamarla “piccolino”! si vede proprio che
è mia figlia…-
-Eh,a quanto pare avrà un bel caratterino proprio come la
mamma…- Ren le diede un bacio sul collo.
-Però così la dinastia Honjo si
interromperà!-
-E chi lo dice che avremo solo un figlio? Io ne voglio almeno tre.-
-…Scordatelo,Ren. E poi potremmo avere tre femmine,no?-
-Allora continueremo finché non avremo un maschio.- Ren
sussurrò quest’ultima frase,e diede un bacio a
Nana,portando il volto di lei vicino al suo con una mano.
-Mi ami?- chiese poi Ren.
-No.- rispose Nana.
-Ah sì? Non ci credo!-
-Credici,caro. Sei troppo smielato in questi ultimi periodi,cosa ti
è preso? Potrebbe venirmi il diabete,con tutta questa
dolcezza! Dov’è finito il Ren che conoscevo,duro
ma innamorato?-
-è la stessa domanda che mi faccio io riguardo il tuo
orgoglio. Che fine hanno fatto entrambi? Semplicemente hanno capito che
non avevano più necessità di esistere. E poi in
fondo l’idea di vedermi papà mi ha sempre
emozionato…ora che so che presto diventerà
realtà,mi sto allenando!- risero entrambi.
-Mi fai schifo.- gli sorrise.
-Lo so,anche io ti amo.- e le diede un bacio.
Il giorno dopo,Ren si svegliò senza Nana tra le sue braccia.
Chiamò a voce alta il suo nome,ma non rispose nessuno. Si
alzò dal letto,senza guardare l’ora,si diresse
verso il bagno: nessuno. Tornò in cucina,guardò
l’orologio da muro: le otto e mezza. Dove si era cacciata
Nana a quell’ora? Il giorno prima era stato così
pesante per lei…forse si era vista con Yasu,dato che
anch’egli era a Osaka. Si accese una sigaretta e si
preparò un caffè,cosa che faceva di routine
quando non era a Tokyo. Quella brodaglia marrone non gli era mai andata
giù,più zucchero metteva e più
imbevibile diventava,ma il sapore mescolato al misto di tabacco e
catrame di Sevenstars rendeva il tutto più sopportabile.
Aveva sentito dire che il miglior caffè del mondo veniva
prodotto il Italia; chissà se era vero… aveva
visitato grandi città,piene di luoghi tecnologici,ma non
aveva mai potuto visitare Roma,Milano o Venezia…gli sarebbe
piaciuto tantissimo andarci con Nana,vedere la popolazione italiana
dagli occhi grandi e i capelli chiari…lì
sarebbero stati come una normale coppia,senza la paura di essere
assaliti da centinaia di fan. Inspirò l’ultima
boccata di fumo e iniziò a fissare la porta.
-No è che…non so…questa storia del
matrimonio…non lo so,ecco!-
-Beh…tu sai come la penso,no?-
-Sì,però non credo che,con una fede al dito,le
cose cambieranno…!-
-Il matrimonio unisce legalmente due persone che si
amano…non è una cura né un veleno
mortale…è solo da considerarsi come una delle
tante tappe della vita.-
-Sì,hai ragione…però io amerei Ren
comunque,matrimonio o meno! Non mi interessano cerimonie filmate e
parole dolci dette in pubblico,io voglio stare solo con lui…-
-Lo so Nana,e ti do ragione. Decidete voi…fate solo
ciò che sentite davvero. Ma…quindi questo
è il “vostro” muretto?-
-E già Hachi…qui io e Ren ci siamo dati il primo
bacio. O meglio,dopo una minaccia di morte con una torta,lui mi ha
baciata…-
-Ma è una cosa romanticissima!!!!!!-
-Che diavolo urli,Hachiko?! Ti sento benissimo,dato che sono attaccata
a te!-
Hachi si alzò di scatto e urlò,con voce ancora
più udibile di prima: - Anche io voglio che Satsuki abbia un
muretto speciale sul quale si bacerà con l’uomo
che sposerà!-
Nana rise,il volto rilassato.
-Sai- Nana tornò leggermente più seria
–mia mamma mi ha detto che non ha mai saputo chi fosse mio
padre. Io voglio che,quando diventerà grande,mia figlia
possa indicare me e Ren e dire “loro sono i miei
genitori”. Qualunque cosa accada…voglio che Ren
non mi lasci mai. E io non voglio lasciare Ren,per nessuna ragione al
mondo. Perché…- Nana arrossì,come
quando si chiede a una bambina se ha il
fidanzatino-…nonostante le litigate avvenute e quelle che
verranno,io sono pazzamente e totalmente innamorata di lui…-
Hachi si avvicinò e l’abbracciò forte
forte. –Se lo ami così tanto,perché non
sposarvi allora?-
-Credo…credo tu abbia ragione. Anche se sicuramente non
sarà uno di quei matrimoni delle favole,non sono il tipo io-
ridacchiò.
-Ne sei sicura? Scommetto che ti piacerebbe indossare un vestito
bianco,un velo,delle scarpe con il tacco…nessuna donna non
lo vorrebbe!-
-Beh…non so…Che ne dici di andare a fare la spesa
insieme,come facevamo tanto tempo fa?-
-Ehi,non cambiare discorso!-
Risero.
-Forse è meglio che chiami Ren…a
quest’ora si sarà svegliato e si starà
preoccupando.- velocemente,Nana prese il cellulare e chiamò
il suo fidanzato. –Pronto Ren? Sono io. Scusa se non ti ho
avvertito,ma sono uscita mentre tu dormivi…indovina con chi?
No,non con Yasu…no,nemmeno con il
giardiniere…insomma Ren,sii serio per una volta! Sono uscita
con Hachi! sì,è qui…andiamo a fare un
po’ di spesa,poi torniamo…no no,non preparare
nulla! Faremo tutto io e lei. Sì,ok. Sì,ti amo
anche io. No,non ho le nausee! Uffa,Ren! Ok,dai,vado…a
dopo!- attaccò. –Mamma mia,quel Ren. Ha sempre
paura che io sia in pericolo di morte!-
Hachi rise. “Sono esattamente come me li ricordavo. Non
cambieranno mai…” pensò,sorridendo
all’amica.
-Andiamo a fare la spesa. Poi passiamo da Yasu che mi riprendo
Satsuki,torniamo a casa e mi do da fare,ok?- propose Hachiko.
-Certo! Signora,l’accompagno nel più vicino
supermercato!- Nana tirò Hachi per un braccio,sorridendo.
Quella ragazza la metteva di così buonumore…le
aveva fatto passare ogni pensiero. “Ti voglio bene
Hachi…ti voglio bene” pensò,ma come
sempre quelle maledettissime parole non uscirono dalla sua bocca.
Le persiane erano chiuse. Come mai ci fossero delle persiane nelle
finestre di un magazzino,se l’era sempre chiesto. Sid era
ancora lì,incatenato con Nancy,entrambi aventi lo sguardo
fisso su Ren. Il ragazzo si toccò il lucchetto,quel
lucchetto chiuso da una chiave in possesso di Nana. il ragazzo si
alzò dalla sedia,prese la tazzina di caffè,si
diresse verso il lavandino e l’appoggiò al suo
interno. Pensò a cosa stesse facendo quel pelato di Yasu.
Era a Osaka e non si era nemmeno fatto sentire. Da quando aveva saputo
che Nana era incinta,aveva preso le distanze da tutti. Costantemente in
giro per lavoro,trascorreva tutto il suo tempo con Miu,preoccupandosi
poco e niente dei suoi vecchi amici. Nana gli disse una volta di non
averlo più visto,ma chissà se era vero? Era quasi
una routine ora fare finta di crederle quando diceva di non avere
nausee,mentre la sentiva benissimo di notte correre verso il bagno e
vomitare anche l’anima. Continuava a ripetersi che si
preoccupava troppo per la sua donna,eppure quando non era con lei,Ren
si sentiva morire. D’improvviso,il suono di quello
stupidissimo cellulare fece tornare alla squallida realtà
Ren.
-Pronto?-
-Ciao Ren,sono Yasu. Potresti venire qui un attimo?-
-Certo pelatino. Arrivo subito.-
-Dove diavolo stai andando? Non hai idea di come si arrivi al
supermercato!- strillò Nana,vedendo Hachi cambiare
totalmente direzione.
-Tranquilla,Nana…tu seguimi e non urlare troppo.- Hachi
aveva in mente qualcosa.
La casa di fronte alla quale si fermarono,era molto nota a Nana.
-Che cosa ci faremmo qui?- chiese ad Hachi.
-Quello che,da soli,non farete mai.- rispose lei,risoluta.
- Perché parleresti al plurale? Chi è
“farete”?-
-Entra,su.-
-E tu cosa ci fai qui?- strillarono,quasi all’unisono,quando
si videro a casa della stessa persona.
-Mi ha chiamato Yasu e mi ha detto di venire qui. Tu?-
-Ero con Hachi,proprio come ti ho detto mezz’ora fa al
telefono!-
Nana e Ren si girarono verso Yasu,con aria di chi vuole delle
spiegazioni,ma egli li fermò prima che potessero proferire
parola.
-Avete presente tutti i viaggi di lavoro che ho dovuto intraprendere?-
iniziò,tenendo una busta gialla dietro la schiena. Entrambi
annuirono e Yasu continuò –Non erano a puro sfondo
lavorativo. Ho fatto il lavoro che voi non avreste fatto mai da soli.-
Hachi sorrise vedendo Nana e Ren interrogarsi con lo sguardo sul
significato delle parole del pelato.
-Tenete. Questo è per voi. E credo che Hachi abbia una cosa
a voi ancora più gradita…-
Hachi si avvicinò. Nana e Ren erano seduti su un divano di
pelle,di fronte a loro un tavolino; su di esso Yasu appoggiò
la busta gialla e due penne,mentre Hachi aspettò in
piedi,senza appoggiare nulla.
-Cosa…cosa sono?- chiesero i due ragazzi seduti.
-Aprite,su.- disse Yasu. Portava gli occhiali da sole,ma la sua voce
era pacata.
Tremando,ma nello stesso tempo curiosi,aprirono la busta. Fogli. Fogli
scritti,con parti da compilare,firme da immettere.
-Ci state prendendo per il culo,per caso?- i due erano ancora
più confusi.
-Leggete sul retro della busta.-
Nana girò velocemente l’involucro giallo e lesse
ad alta voce: -“Modulo di legalizzazione del
matrimonio”. Modulo che????- sia lei che lui spalancarono gli
occhi,guardarono fissi Yasu in cerca di risposte. Lui non fece altro
che sorridere e inclinare leggermente la testa,come faceva sempre,come
per incitarli a compilare.
Nana e Ren si guardarono,senza parlarsi si chiesero “lo
facciamo?” e la risposta fu immediata: sì. Un
lieve movimento di capo,e i due iniziarono a compilare pagina dopo
pagina,chiedendo a Yasu le cose che non sapevano,e che lui aveva
appurato durante i suoi viaggi. Velocemente,kanji dopo
kanji,l’ultima pagina arrivò,l’ultima
firma stava per essere scritta.
-Fermi!- li interruppe Hachi –Ora è il momento del
mio regalo…-
Sorridendo,aprì la borsa e ne estrasse una scatola
blu,leggermente allungata e stretta,di quelle gonfie fuori e che dentro
contengono gioielli di estremo valore.
-Questo è l’unico modo a cui ho pensato per farvi
i miei migliori auguri.- disse,il lacrime.
Ren,la mano leggermente tremante,aprì la scatola.
All’interno,due anelli,uno più grande e uno
più piccolo. Guardò Hachi,poi guardò
Nana,la quale stava silenziosamente piangendo. Impacciato,si decise poi
a prendere l’anello più piccolo e prese la mano
sinistra di Nana.
-No! Potete farlo anche in privato!- li interruppe Hachi. Si
tappò la bocca di scatto quando si accorse di aver
interrotto quel momento così bello.
-Hachi…io voglio che tu assista a questo momento. Non avrei
alcun motivo di chiedere a Ren di rimandare…-Nana
guardò Hachiko,asciugandosi le lacrime con la mano destra.
Ren le sfilò l’anello di fidanzamento,prese la
fede e gliela infilò nell’anulare sinistro. Le
rimise poi l’anello dal grande diamante e la
guardò. Nana prese poi la fede più grande,prese
la mano dalle dita lunghissime di Ren e infilò la fede. Le
misure erano perfette. Il momento era perfetto. Nana guardò
Ren,il quale avvicinò Nana a lui e le diede un
bacio,leggerissimo,sulle labbra scarlatte.
Hachi iniziò a piangere,era così felice! Quello
era il matrimonio che lei non aveva potuto avere,quello davvero voluto
da ogni bambina che non sempre si tramuta in realtà. Nana
non ha avuto la fortuna di poter sognare da piccola,ma questo
è stato il suo riscatto verso la vita. Yasu e Hachi
iniziarono ad applaudire e Nana si alzò ad abbracciare la
ragazza che,dall’emozione,stava per cadere per terra.
-Grazie Hachi… grazie davvero.-
Si diresse poi verso Yasu,lo abbracciò e gli
disse,sottovoce: -Solo tu sai quanto sia felice. Grazie Yasu. Grazie.-
Ren si alzò in piedi e abbracciò Nana,per poi
baciarla e baciarla ancora.
Con l’auto di Yasu,i quattro più Satsuki
raggiunsero il comune. Consegnarono i documenti,firmarono di
nuovo,depositarono le loro firme.
Nana Osaki divenne Nana Honjo.
***Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia ff fino a questo punto,e vorrei ricordare a tutti che la storia NON è finita! mi raccomando,seguitemi! NanaOsaki***
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Capitolo 11 *** make your choice ***
-Potete anche darvi un bacio ora,eh!- esclamò Hachi,felice.
Ren e Nana si guardarono,si sorrisero,poi lei rispose:- ma io mi
vergogno…non guardate!- si rivolse specialmente a Yasu
–Pelatino,girati anche tu!-
-Sssh,zitta,Nana…- la fermò Ren,le prese il viso
e la baciò. Come al loro primo bacio,fu così
veloce che la ragazza si dimenticò di chiudere gli occhi;
gli mise le braccia attorno al collo,Ren le cinse la vita con le mani.
Hachi si commosse, mentre Yasu non batté palpebra.
-Ti amo,ti amo Ren.- sussurrò Nana all’orecchio
del ragazzo. Per la prima volta se ne fregò del fatto che
qualcuno li stava guardando,che qualcuno stava ascoltando quelle parole
così difficili da pronunciare per lei,se ne fregò
del fatto che c’era Yasu a guardarli,se ne fregò
di tutto e si fece trasportare dall’abbraccio di Ren.
-Che ne direste di andare sul vostro muretto? Ren mi ha detto che
volevi tanto tornarci…- propose Yasu.
Nana sorrise entusiasta all’idea e guardò
Ren,constatando che la proposta piaceva anche a lui.
-Allora facciamo così:- a Hachi si illuminarono gli occhi
per la brillante idea che stava per esporre- io e te,Nana,andiamo a
trovare un cambio per te a casa tua. Ren,Yasu e Satsuki andranno a fare
la spesa per comprare qualcosa da mangiare. Ok?-
-Per me va bene,ma…perché tua figlia non con
noi?-chiese perplessa Nana,pensando che la scelta fosse del tutto
illogica.
-Perché dopo Yasu torna a casa in macchina e sta con
lei…se la portassi con noi, dovrei fare tantissima strada in
più,e la piccola potrebbe prendersi
un’insolazione…! Non voglio rischiare-
rispose,sorridendo all’amica.
Nana ricambiò il sorriso e pensò che a lei non
sarebbe mai venuto in mente una cosa simile. “E se fossi
stata io in quella situazione?No…non avrei saputo gestirla
in maniera giusta. Ho davvero i miei dubbi che riuscirò a
crescere mia figlia…” meditò tra
sé e sé,ma l’allegria della neo mamma
alla sua destra le fece scacciare quei brutti pensieri.
-Nana- iniziò Hachi,mentre le due stavano camminando- non
pensi che sia ora di annunciare la tua gravidanza? Guarda che,anche se
compri vestiti sempre più grandi,si nota che sei ingrassata!
Perché ti ostini a tenere nascosta questa cosa?-
Nana abbassò lo sguardo,quasi a cercare di incrociare gli
occhi della bambina dentro la sua pancia,e rispose:- perché
ho paura…paura che possa succedere qualcosa alla
piccola,prima che riesca a nascere…e poi questa gravidanza
porterà tanti problemi per la mia carriera,voglio cercare di
rimandarli più in là possibile…Per
ora,il cd si vende bene da solo,il tour è stato interrotto
per “indisposizione della cantante e di alcuni membri del
gruppo”…trovo solo strano che Search non abbia
cercato di scoprire qualcosa.-
-Ma Nana…non potrai nasconderlo per sempre! Ti ricordi la
mia pancia qualche mese fa? Era enorme! Prima o poi dovrai andare a
comprare dei vestiti premaman… cosa pensi,di arrivare tra
quattro mesi e dire “ciao Giappone,questa è mia
figlia!”?-
Nana emise una leggera risata-Certo che no,Hachi…ma per ora
voglio coprire. Comunque,come va la vita da mamma?-
-Benissimo! Per ora la piccola mangia e dorme,quindi il lavoro
è minimo,direi!-rise Hachi.
-E ce la fai tutta da sola?-
-Beh,Yasu mi sta aiutando moltissimo,insieme a Miu e
Asami…sono così gentili con me! Asami mi ha detto
che anche lei ha intenzione di avere tanti bimbi,presto…-
-E la cosa non ti dà un po’ di fastidio?Penso che
li voglia fare con Nobu,no?-
-Perché dovrebbe? Io sono ancora legata a Takumi,nello
spirito…e poi con Nobu non ho più alcun
contatto…va bene così,davvero.-
Nana cercò di sorriderle e non rispose. Non voleva andare
oltre,quello era il giorno del suo matrimonio e voleva essere felice.
Arrivarono a casa.
-Ok,pelatino…tu nascondi qualcosa. Che cosa? Dimmelo!-
-Eh?- chiese Yasu stupito- Io? Cosa dovrei nascondere?-
-Tutta questa bontà…hai fatto tutta questa fatica
per far sposare me e Nana…non mi convinci! Non è
da te! Racconta tutto a Ren,su-rispose il ragazzo,divertendosi a
parlare di se stesso in terza persona.
-Ehi,mi ferisci così! Io ho sempre fatto di tutto per te e
Nana…come sarebbe adire “non è da
te”? non sentirti così unico…non sarai
l’unico ad avere un anello al dito!-
Ren si bloccò di colpo,e il carrello che spingeva
sobbalzò. –Cosa?-chiese esterrefatto.
-Sssshh!! Quanto urli...Satsuki dorme! In ogni caso,hai capito
bene…anche io e Miu ci sposeremo,non credo sia una cosa poi
così rara vedere una coppia che si ama fare finalmente il
fatidico passo…perché tutta questa agitazione?-
Ren cercò di trovare le parole per rispondere,ma Yasu lo
bloccò,continuando:- pensa…è stata lei
a chiedermelo! Stavamo facendo colazione e lei,di punto in bianco,mi fa
“Yasu…e se ci sposassimo?”! ne sono
rimasto davvero shockato! Abbiamo deciso che sarà una cosa
solo a livello comunale,niente vestito bianco,cerimonia e altre
cose…però…lei,che ha paura degli
uomini,ha proposto il nostro matrimonio!-
Ren continuò a fissare Yasu gesticolare e toccarsi la
testa,senza riuscire a mascherare l’aria stupita.
–Sei completamente impazzito?-chiese poi,rivolgendo il suo
sguardo verso quello del ragazzo.
-No,perché?-chiese Yasu.
-E come pensi di dirlo a Nana?-
L’atmosfera divenne gelida. Ren continuò a
guardare Yasu con i suoi occhi azzurro ghiaccio,mentre
quest’ultimo distolse lo sguardo dal ragazzo.
-È per questo che ho deciso di far fare il grande passo
prima a voi…sai,a forza di stare con Takumi,ho paura di
essere diventato un calcolatore come lui…-abbassò
leggermente lo sguardo,in maniera quasi impercettibile.
-Non dire cazzate,Yasu. Tu sei migliore di Takumi,non metterlo in
dubbio.- Ren rispose in maniera decisa.
-Continuiamo a fare la spesa,ok?- propose il ragazzo dagli spessi
occhiali da sole- La tua Nana si sta facendo bella per te,non farti
aspettare!-
Continuarono a immettere nel carrello ogni sorta di
pane,cioccolato,marmellata,uova…qualsiasi cosa fosse
commestibile finiva nel loro carrello. Continuarono a girare per il
supermercato,quando Ren si fermò nuovamente e chiese:-
Perché…-
Yasu lo interruppe prontamente:- Ren,ti ricordi com’eri tu
prima di incontrare Nana? Avevi paura dell’amore,avevi paura
che ti facesse più male delle ferite che avevi dentro di
te,e reagivi legandoti superficialmente alle donne. Miu è
esattamente come te,ha paura,ne ha sempre avuta. Tu ti sei innamorato
di Nana,hai sfidato la tua paura e hai vinto; Miu ci sta provando,sta
lottando con tutte le sue forze contro questa fobia,e io sono la sua
unica arma di salvezza. Vogliamo essere delle persone stabili,come lo
sei tu ora. Non c’è niente di male.-
Ren non rispose.
L'asfalto era infuocato per colpa del caldo. Le macchine erano
rade,specialmente in quel punto,per via dei 35 gradi che rendevano i
viaggi in auto insopportabili. su un muretto,si vedeva spuntare una
donna dai capelli neri e la pelle bianca. Stava seduta,accavallando le
gambe,e si guardava spesso in giro. Indossava un vestito
nero,lungo,quasi lucido,forse per sfinarle il ventre fin troppo
accentuato,delle scarpe basse, e delle calze a righe bianche e
nere,scolorite,fin troppo pensanti per la stagione. A vederla da
lontano,sembrava una ragazzina che si divertiva a fare la gothick
lolita,ma in realtà non era così. Aprì
un ombrellino di pizzo nero per ripararsi dal sole e
continuò ad attendere.
Un uomo la chiamò. Il nome che pronunciò
echeggiò per la strada,ma la donna non si girò.
-Nana!- ripetè l’uomo,posando una sua mano sulla
spalla della donna.
-Eccoti,Ren…-rispose lei,voltandosi lentamente,con un gran
sorriso. –Ti avevo sentito…preferivo che mi
vedessi da vicino,però. Come sto?-
Il ragazzo le sorrise e le diede un bacio,tenero,facendo sfiorare
appena le loro lingue.
-Sei bellissima,Nana…-rispose lui,tenendole la mano destra.
La ragazza arrossì leggermente e chiese:- Hai comprato da
mangiare?-
-Eh sì! Un pic-nic da veri innamorati!-ridacchiò
Ren. Lei gli sorrise e si strinse a lui.
Le labbra di Nana erano nere; l’ombretto non era
più viola,bensì dello stesso colore della sua
bocca. Il viso sembrava dipinto,la perfezione regnava in lei. Le gote
bianche,rese più chiare dalla cipria,facevano risaltare gli
occhi azzurri della ragazza,che con tenerezza guardava Ren
improvvisarsi cuoco.
-Non ti impegnare così tanto…è molto
più semplice di quanto credi!- rise,prendendo gli
ingredienti dalle mani di Ren.
Mangiarono,risero,scherzarono e si coccolarono;il tempo volò
via come il giorno del loro primo bacio.
-Facciamo una cosa che avremmo dovuto fare 5 anni fa?- propose Nana,tra
le braccia di Ren.
-Che cosa?-chiese lui,incuriosito.
Nana frugò nella borsa e trovò delle chiavi,per
poi esclamare:- scrivere su questo muretto
“proprietà di Nana Osaki e Ren Honjo”!
Anzi…-si corresse,arrossendo-
“proprietà di Ren e Nana
Honjo”…-
Il ragazzo le sorrise,un sorriso dolcissimo,e annuì con la
testa. Incisero la scritta in ideogrammi e lettere occidentali,per
rendere comprensibile a tutti il significato.
-Dai Ren,allora,come sto?-chiese nuovamente Nana,curiosa di sapere il
parere del ragazzo.
-Te l’ho già detto…sei bellissima!-
rispose lui,per poi continuare- il tuo trucco fa risaltare gli
occhi…il rossetto nero è leggermente lucido e ti
riempie le labbra…-le si avvicinò e le mise una
mano sotto l’orecchio –sono schiavo del tuo
viso…delle tue
labbra…-continuò,iniziando a sfiorare le guance
della ragazza.
-Sono qui…-gli sussurrò lei,maliziosa,senza
sottrarsi a lui. Ren iniziò a mordicchiargli il labbro
inferiore,baciandola con la lingua,con impeto crescente.
-Andiamo a casa…cosa ne dici?-propose il ragazzo,toccandole
il mento con due dita. Il suo sguardo non aveva doppi sensi,e Nana lo
capì.
-Ssshh…guarda che lei ci sente!-disse,ironicamente,indicando
la sua pancia e appoggiando l’indice sulle labbra di Ren. Lui
la guardò,di nuovo,le sorrise; il loro gioco di sguardi era
complicato,quasi impossibile da decifrare. Solo loro ne conoscevano i
significati,perché loro si conoscevano.
Si alzarono,camminarono mano nella mano,ridendo come due adolescenti.
Arrivarono a casa,le parole cessarono,al loro posto vennero i baci e le
carezze; la porta chiusa alle loro spalle e Nana e Ren,avvinghiati
contro il muro,consumarono il loro amore.
-Nana…com’è andata?-chiese
Yasu,appoggiando una tazza di tè sul tavolo
d’ebano.
-Yasu…te l’ho detto che mi fa strano essere
chiamata col mio vero nome…!-rispose lei,prendendo la tazza
e bevendo un sorso di quell’infuso. –Squisito,Yasu-
commentò.
-è un grande onore,da una cuoca come te…-rispose
lui sorridendo,per poi tornare serio- sai,ho detto a Ren di quella
storia con Miu…-
-E lui cos’ha risposto?- chiese,interessata.
-Beh,come immaginavo,ci è rimasto di stucco. Ma
d’altronde,non credo di avere bisogno del suo permesso per
sposarmi.-
-No no,su questo hai perfettamente ragione…ma tu mi hai
detto che avevi paura che Nana avrebbe fatto un atto di follia,se non
fosse stata sposata con Ren prima di vedere tu e Miu
all’altare…-la sua voce divenne più
cupa,i suoi occhi erano persi nelle venature del legno che componeva il
tavolo sotto i suoi occhi- Yasu…ultimamente mi sono sentita
poco con Nana,è vero,ma guardala…è la
persona più felice del mondo,adesso. È con
Ren,adesso. Sono sposati,adesso. E lei è felice.-
cercò di sorridergli- Come direbbe Takumi, “hai
perso,signor avvocato…”-
Yasu emise una leggera risata e rispose:- Beh,se Nana è
felice,io non ho affatto perso…-
-È finito tutto secondo i tuoi piani,giusto?-
-Esattamente,Hachi.- la voce di Yasu divenne più bassa,nel
pronunciare quest’ultima frase. “È
finito tutto come temevo,invece…” pensò
subito dopo,e sbattè il pugno conto il tavolo,ma senza
esagerare: non era da lui andare in escandescenza.
Satsuki iniziò a piangere,Hachi si diresse verso la
carrozzina e la prese in braccio. Yasu continuò a
sorseggiare il tè. Controllò il cellulare,Miu non
l’aveva chiamato. Non se ne preoccupò,sapeva che
se la sarebbe cavata anche da sola.
Dopo diversi minuti,Hachi tornò in cucina,e trovò
Yasu nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato.
-Tutto bene?- gli chiese,preoccupata. Yasu mosse la testa nella sua
direzione,la guardò per un istante e annuì col
capo,per poi tornare a guardare il colore scuro del tè.
-Ah,Hachi…Asami mi ha detto di dirti che è stata
scritturata per un film…ha detto che finalmente ce
l’ha fatta a uscire dalla Shikai Corporation!-
-Davvero? Sono tanto felice!- rispose la ragazza,il volto finalmente
sorridente.
-E Nobu,invece…? Lo hai più sentito?-
Hachi smorzò il suo sorriso e abbassò lo sguardo.
–No,non l’ho più sentito.
Cos’avremmo da dirci,in fondo? La bambina non è
sua,non abbiamo più nemmeno un rapporto di
amicizia…sarebbe inutile che lui mi chiamasse,o che io
chiamassi lui…sarebbe patetico per entrambi.-
-Io non credo. Perché due persone che stavano insieme,non
possono essere amici?-
Hachi guardò l’uomo davanti
sé,stupefatta di quella domanda:-Cosa vuoi che interessi a
Nobu della mia vita,ora? Lui deve pensare a se stesso. Io non facci
più parte dei suoi pensieri.-
-Oh,come ti sbagli.- la corresse lui,piatto.- Hachi,lui non ti
dimenticherà mai,non ne è capace. Non capisci che
per lui sei stata più importante di chiunque altra?-
-Hai detto bene,Yasu- lo interruppe prima che potesse dire
altro-“sei stata”…ora non lo sono
più. E non voglio esserlo.-
Yasu non riuscì a risponderle. Hachi era così
diversa…Takumi aveva forse contagiato anche lei,con la sua
freddezza? Non sorrideva. Non con lui,per lo meno. Aveva perso la
voglia di vivere. Era come se se ne fosse andata via con Takumi,il
giorno della sua morte.
-Sai,Yasu…il mondo è sempre stato troppo veloce
per me. Ha sempre girato più veloce di quanto io potessi
stargli dietro. Quando ho incontrato Nobu,ho avuto la sensazione che si
fosse fermato per un attimo,e mi avesse dato la possibilità
di rimettermi al pari. Nonostante i miei sforzi,però,ero
sempre indietro,incatenata alle mie paure da stupida adolescente.-
raggomitolò le mani- Takumi mi ha insegnato che il mondo
gira,non gli interessa se qualcuno non riesce a tenere il suo ritmo. Mi
ha detto che dovevo essere io a inseguire la vita,non aspettare che sia
lei a fermarsi,perché non lo farà mai. Da quel
giorno,la mia rincorsa verso un andamento stabile è
diventata meno faticosa...-una lacrima le
scese,silenziosa,dall’occhio destro- capisci la differenza?-
Yasu le sorrise e si tolse gli occhiali da sole. Era tornata,la dolce e
fragile Hachi che conosceva.-Capisco,Hachi. capisco perfettamente.- si
rimise gli occhiali,facendoli aderire bene al naso. Anche lui voleva
stabilità,e l’unica persona capace di dargliela
era Miu. Con Nana non sarebbe mai stato stabile…ne era
sicuro. E comunque,lei ora era sposata. Non ci sarebbe stato
più alcun colpo di scena.
Hachi si asciugò le lacrime,guardò Yasu e
chiese:- onestamente…quanto sei felice del matrimonio tra
Nana e Ren?-
Yasu la guardò,fissò gli occhi color caramello
spruzzati di lacrime della ragazza,come in cerca di una spiegazione
ulteriore,poi rispose: -Si sono sposati davanti ai miei
occhi…pensa! Siamo riusciti a far sposare quei due! Ti rendi
conto?- cercò di sorriderle –non potrei che
esserne felicissimo. Davvero.-
Hachi cercò di credergli e andò nella cameretta
di Satsuki per coccolarla un po’.
-Mogliettina…dormi?- sussurrò Ren. Nana si mosse
leggermente,senza dire nulla. –Nana…?-
continuò lui.
-Oh,te la smetti? Fammi dormire,Ren...- rispose lei,aprendo un occhio.
-Mmmh,vedo con piacere che sei tornata gentile e dolce come uno yogurt
scaduto! Eccola la mia amata Nana…-ironizzò il
ragazzo,dandole un bacio sul collo.
-Scemo…è che sono stanca! La bambina inizia a
pesare,sai?-
-Davvero? Quanto mi piacerebbe sentirla…quanti organi ha
già formati?- chiese curioso,appoggiando la mano destra
sulla pancia di Nana.
-Formati tutti- spiegò lei- ma sviluppati pochi. Le si
stanno formando le gambe,quindi è per questo che sento che
si muove…inizia già a scalciare!-
-Wow…-rimase sbalordito Ren –dovrebbe essere
bellissimo poter sentire la bambina muoversi…per
esempio,adesso,riesci a capire dove ha la testa?-
Nana sorrise e gli rispose onestamente: -ora no. Ma ogni tanto
sì…-
Ren le sorrise e la baciò,per poi decidersi a farle una
domanda che si portava dietro da giorni: -Nana…hai
già pensato al nome da dare alla bambina?-
La ragazza sorrise,felice di quella domanda,e rispose: -Oh
sì,maritino mio…-gli si avvicinò
all’orecchio -…ma non te lo dico!- rise,felice del
suo atto malvagio.
-Ma…ma…-cercò di replicare lui,facendo
finta di stare per piangere.
-Niente ma! It’s a secret…- lo baciò di
sfuggita.
-Allora,se non vuoi dirmi il nome,sarai costretta a partecipare a una
piccola cerimonia del nostro matrimonio!-
A Nana si illuminarono gli occhi: -Ma certo! Ci sto!-
-Davvero?- chiese lui,stupito.
Nana lo guardò e gli diede un bacio,buttando il suo peso
sulle spalle di Ren,che cedettero e fecero ritrovare il ragazzo steso
sul letto,con Nana sopra di lui. Lei affondò il suo viso nel
collo di lui,muovendosi come un gatto che fa le fusa.
Ren non fece parola della sua conversazione con Yasu a Nana. Dopo un
paio di giorni,tutti tornarono a casa,con treni separati. Si sentirono
telefonicamente,Nana chiamava Hachi almeno due volte al giorno per
raccontarle semplici pettegolezzi o solo per sentire la sua voce,mentre
Ren si vedeva spesso con Nobu e Yasu per decidere i preparativi per la
festa.
La piccola cerimonia fu fissata per la settimana successiva,7 agosto
2002. l’allegria di Nana era tangibile,non faceva altro che
canticchiare in tutte le stanze della grande casa di Tokyo e parlare
con la piccola nel suo ventre,mentre Ren,contagiato dal buonumore della
donna,ridusse notevolmente il numero di sigarette fumate giornalmente.
Quella sera,la sera tanto attesa dalla coppia,c’erano tutti
gli amici più stretti: Yasu con Miu, Nobu con Yuri,Hachi
–Satsuki era rimasta da Natsuko-,Junko,Kyosuke e Naoki. Nana
era fasciata in un abito grigio, il pancione ben in vista,la cui parte
finale era a punta,più lunga sulla gamba destra, contornato
da pelo nero che le abbracciava le spalle e dei pendenti che partivano
dalle mezze maniche. Il collo,lasciato scoperto dall’ampio
scollo a barca del vestito,accoglieva un pendente che scendeva delicato
da una catena di fino oro bianco,e gli orecchini erano coordinati. Le
scarpe,dal tacco modesto,finivano in una punta non troppo lunga,ed
erano nere,nere come le perle che le pendevano dall’abito. La
mano sinistra della donna ospitava l’anello di fidanzamento e
la fede,piccola e sottile,di oro giallo,che risaltava più di
ogni altra cosa. Nella mano destra,Nana teneva il lungo anello di
Vivienne Westwood che per anni l’aveva accompagnata. Le sue
labbra erano rosse,una sfumatura più tenue rispetto al
solito rossetto,le palpebre erano di un colore grigio perlato,mentre le
guance erano ravvivate da un tocco di terra che le accentuava gli
zigomi.
Ren era molto elegante: indossava un vestito bianco da cerimonia,con
delle piccole righe verticali grigie,la camicia ben abbottonata nera
con una cravatta che si confondeva con quest’ultima. Il
lucchetto scendeva dal collo del ragazzo e feriva quel colore
scuro,brillando di luce propria in mezzo al petto,e le scarpe erano
nere,semplici. La sua mano sinistra era coperta,avvolgeva quella destra
di Nana,ma era leggermente visibile la piccola fede in oro,come quella
della donna a cui stringeva la mano.
Entrarono,leggermente imbarazzati,gli occhi ghiacciati di lui si
illuminarono nel vedere tutti i loro amici riuniti lì,mentre
quelli azzurri di Nana incontrarono quelli di Hachi,e la sua bocca di
schiuse in un sorriso radioso.
La festa continuò tra
cibo,chiacchiere,vino,parole,baci,scambi di affetto e una finta
amicizia tra Nobu e Hachi; ci fu la torta,tante foto,tante immagini
impresse in pellicole destinate a essere sviluppate in decine di forme
e colori,tanto rumore. Tutto finì com’era
iniziato,tra gli scherzi,gli abbracci e i baci.
-È finita- esclamò esausta Nana,dopo che anche
Yasu se n’era andato con Miu.
-Eggià,mogliettina- rispose Ren,raccattando alcuni piatti e
dando un bacio di sfuggita alla ragazza.
-Perché non lo hai detto?- chiese lei,quando vide riapparire
il ragazzo con le mani sgombre dai piatti.
-Dire che cosa?- chiese lui,fermandosi davanti a Nana e interrogandola
con lo sguardo.
-Che tornerai con i Blast!- rispose lei,meravigliandosi di quella
domanda.
-Ah!- si rasserenò Ren –ma perché non
era il giorno per festeggiare ciò…oggi era la
festa del nostro matrimonio,non volevo includere nulla che riguardasse
il lavoro!- le si avvicinò e le diede un bacio leggero sulle
labbra rosse.
-Ma che genio che sei!- replicò,scherzando.
-Ma lo so!- rispose,ridendo,lui.
Nana gli sorrise e,finalmente,anche loro lasciarono la sala affittata
per la festa e tornarono a casa.
Appoggiarono le borse e Nana crollò come una bambina tra le
braccia di Ren. Lui sorrise divertito alla scena e la portò
in braccio fino alla camera; la spogliò e le
infilò il pigiama,poi la guardò: era
così bella quando dormiva,che aveva quasi paura di toccarla.
Frugò nelle tasche ed estrasse le chiavi di casa,si
voltò verso la scrivania per appoggiarle,ma si accorse che
aveva lasciato acceso il computer. Mosse il mouse,lo screensaver
svanì,al suo posto fece capolino una scritta lampeggiante
che diceva “nuovo messaggio di posta non letto.”.
Messaggio? Aprì curioso,lesse il mittente.
-Che cazz…-si lasciò sfuggire,nel leggere il nome
di Reira Serizawa. Aprì e lesse mentalmente:
“Ciao Ren,
sono Layla. Non so che ora sia lì,non so quando leggerai
questa mail,ma spero davvero presto. Qui in America si sta davvero
bene! E voi giapponesi,come ve la passate? Ho saputo che finalmente ti
sei sposato con Nana,sono davvero felice…ora tutte le tue
preoccupazioni svaniranno,no? Tutto è bene quel che finisce
bene…era questo il proverbio,vero? Scusami tanto,ma a forza
di parlare inglese,sto disimparando il giapponese,so forgive me se
scriverò in entrambe le lingue. Ti avevo detto,un giorno,che
avevo un sogno,te lo ricordi? Volevo tornare in America,ma solo quando
avrei trovato davvero la felicità. Sai? In realtà
io non ho davvero idea di che cosa sia la felicità. Le cose
tra me e Shin non si sono sanate come speravo,ma va bene
così,io continuo a sperare. Sono felice di essermi lasciata
tutto alle spalle,davvero. L’unica cosa che rimpiango
è quella di essermene andata via senza salutarti ma,come
credo tu abbia capito,non ho avuto il coraggio di bussare alla tua
porta. Mi sarei sentita così male all’idea di
lasciare te,e soprattutto di lasciare il posto in cui Takumi
è morto…non ce l’avrei fatta. Nella mia
mente,come in un lungo flash back,sarebbe apparsa tutta la nostra
gioventù,con Yasu,tu e Takumi…forse,se fossi
venuta da te,subito dopo mi sarei uccisa. Sai,ho tentato il suicidio
ultimamente. Non è bello dirlo così,ma voglio
essere sincera con te. Ho pensato che così sarei tornata a
stare vicino a Takumi…poi Shin mi ha riportata qui.
“Make your choice”,te lo ricordi? Ce lo diceva
sempre Takumi,tanto che decisi di chiamare così una nostra
canzone. Make your choice,e io la mia scelta l’ho fatta.
Forse mi farà sprofondare in un baratro più
profondo rispetto a quello in cui sono
già,ma…vivere senza rischiare,senza prendere
decisioni irrevocabili,può significare davvero vivere?
I’m waiting
for your answer…
See you soon,
Layla.”
Ren accese le casse e,a un volume impercettibile,selezionò
la canzone “make your choice”; si sedette sulla
sedia e ascoltò.
“Guardami e
dimmi,ti sembro cambiata?
Cos’ho in
più di prima? Cosa mi manca ora?
Il mio equilibrio
è instabile,potrei implodere.
Cos’ho in
più di prima? Cosa mi manca ora?
Fai la tua scelta,vivi
per una volta,
smetti di pensare al
giudizio di qualcuno,perché a nessuno interessi davvero,
fai la tua scelta,fai la
tua scelta,
fallo per te e fallo
ora…”
La canzone continuò,fino alla strofa finale,in un perfetto
inglese:
“there’s
no answer now…
You are changed,you
fought the life and you lost.
Now,tell me the reason
why you are waiting for the death…
Is it because you hope
that it will forgive all of your mistakes?”
Ren spense il computer e si addormentò tra le braccia di
Nana.
****Volevo ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno seguita e che mi seguiranno fino alla fine di questa fanfiction,vi ringrazio davvero tanto!Mi fate commuovere con i vostri commenti...Grazie,grazie mille!E spero che l'attesa sia stata ripagata con un bel capitolo...recensite,mi raccomando!ho bisogno di sapere cosa ne pensate dei miei testi...!^^**** |
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Capitolo 12 *** blast is back ***
Erano le due del pomeriggio,quando Nobu ricevette una chiamata. Poche
parole: “vieni a casa di Yasu che dobbiamo
parlare.” e l’interlocutore riagganciò
il telefono. Il ragazzo si vestì,salutò Asami con
un bacio,imbracciò la chitarra e si diresse verso la casa di
Yasu. Non si era chiesto cosa ci andasse a fare,aveva uno strano
presentimento che preferiva non approfondire. Odiava le
macchine,infatti decise di prendere un taxi. A modesta
velocità,il veicolo,discretamente
mantenuto,arrivò sotto casa dell’avvocato
“non abilitato”,come lo chiamava Nana.
il condominio non presentava un giardino,eppure c’erano delle
siepi mal tenute vicino all’ingresso e degli alberi
modestamente rigogliosi al lato della strada. Suonò il
campanello due volte,come faceva sempre,stando sicuro di aver
schiacciato “Takagi” e non un altro
vicino,l’uomo gli aprì e lui entrò nel
piano terreno del condominio. L’interno era perfettamente
stuccato di bianco,le pareti non presentavano crepe o segni di
umidità,forse avevano dipinto da poco. L’ascensore
percorse i quattro piani che conducevano all’appartamento di
Yasu a modesta velocità e,non appena le porte si
aprirono,Nobu uscì e si diresse verso l’entrata
della casa dell’amico.
All’uscio lo stava aspettando Miu; lui le sorrise,lei
contraccambiò e lo fece accomodare.
-Ciao…-uscì fioco dalla bocca del
ragazzo,imbarazzato senza un vero motivo.
-Ehilà,Nobu,finalmente ci degni della tua
presenza!-ridacchiò Yasu,vedendolo entrare –Da
quanto tempo è che non ci vediamo più?-
-Dal matrimonio di Nana e Ren,credo…-rispose lui,cercando di
ricordarsi una data precisa.
-Beh,allora solo un mese e mezzo! Pensavo di
più,onestamente. Sarà che sono pieno di lavoro,ma
a me queste giornate sono volate.-
-Yasu- tornò serio –Come mai mi hai chiamato
così di fretta?-
-Dobbiamo parlare di una cosa importante,o così ha detto
Ren.-
-Ren? E dov’è?-
-Di là,con Nana,hanno detto che dovevano prepararsi il
discorso…bah,chi li capisce quei
due…-ridacchiò.
-Yasu,io vado a fare la spesa-interruppe Miu,prendendo la giacca e
dirigendosi verso la porta.
-Ah,ok Miu…ma se vuoi,puoi rimanere,eh!-cercò di
fermarla lui.
-No,no…ci vediamo dopo. Ciao.- la ragazza gli sorrise
timidamente e uscì.
-Ma Miu…-cercò di dire qualcosa Nobu.
-Non cambierà mai,lo so. Tanto? Cosa ci posso fare?-lo
interruppe Yasu,ridendo. -Voi due! Volete muovervi?-urlò
poi,rivolgendosi a Nana e Ren.
I due ragazzi uscirono dalla cucina,la camicia di lui leggermente
sbottonata,e Nana esordì: -Allora…siamo qui
perché…-
-Certo che se volete fare le porcellate,almeno rivestitevi per bene!-li
prese in giro Nobu,notando il particolare della camicia
dell’amico.
Nana e Ren divennero rossi,e lei strillò: -Ma cosa
dici,scemo? È lui che non se le sa abbottonare!-
Yasu si mise a ridere,senza scomporsi tanto,e alla risata si
unì anche Ren.
-Allora,stavo dicendo prima che qualcuno mi interrompesse- Nana si
rivolse a Nobu –che oggi Ren vuole dire una cosa
importante…-girò il viso verso il ragazzo accanto
a lei –pronto?-
Ren annuì e,preso fiato,disse:
-Ecco…io…non so come
iniziare…però…ne discutevamo un
po’ di tempo fa con Nana e…io le avevo proposto
una cosa…cioè,una cosa che poi avrebbe inciso
anche su di voi…e…-
-Sì,Ren.- lo interruppe Yasu –Abbiamo capito. Sei
di nuovo dei nostri.-
Ren si bloccò e Nobu esclamò:- Eh? Cosa stai
dicendo Yasu?-
Il ragazzo iniziò a ridere e rispose: -Ren ci vuole dire
che…beh,perché non lo dici tu,Ren?-
Ren strinse la mano di Nana e disse: -Vorrei tornare a suonare nei
Blast. Ovviamente,quando la band
ripartirà…perché…-
-Sì!- strillò Nobu,interrompendo di nuovo Ren
–Ren,sei di nuovo dei nostri? Oddio che bello!- si
alzò in piedi di scatto e iniziò a girare attorno
al tavolino di bambù come un matto. Nana rise alla visione
di quella scena.
-Bentornato tra noi,Honjo.- gli disse lei, dandogli un bacio.
-Grazie,Honjo.- le rispose lui,baciandola di nuovo,mentre Nobu aveva
costretto Yasu ad alzarsi e a unirsi alla loro gioia.
Quel pomeriggio andarono al pub e festeggiarono con birra e succo di
pompelmo per Nana che,incinta,bevve solo un sorso di birra rossa
offertagli a forza da Ren.
Fecero casino per tutto il pomeriggio,poi alla sera chiamarono Hachi
per darle la notizia. La ragazza,quando seppe la novità,era
così eccitata che iniziò a strillare come una
matta! Decisero di proporle di unirsi al gruppo,anche se la faccia di
Nobu non era delle migliori.
La ragazza arrivò in tutta fretta,Satsuki dormiva beata a
casa insieme a Nao e Natsuko,le aprì la porta Nobu e,appena
vide Ren,gli saltò al collo senza nemmeno salutare gli altri.
-Ren! Torni nei Blast? Che bello! È bellissimo! Non sai
quanto sia felice!- strillò all’orecchio del
ragazzo,il quale sorrise e l’abbracciò.
Hachi salutò Yasu e anche Nobu,poi corse verso Nana,a un
metro da lei,con la forza di un ciclone e iniziò a strillare
all’idea di rivedere Nana con Ren nella stessa band.
-Nana! sono così felice per voi! Che bello!-
iniziò a esultare,abbracciando la ragazza e facendo
attenzione al pancione.
-Anche io,Hachi…così,quando la bambina
sarà nata,tu tornerai a trovarci alle prove,vero? Ci manchi
così tanto…- rispose lei,sorridendole felice.
-Ma certo! Sempre se gli altri mi vogliono,ovviamente…-si
girò verso Yasu,Ren e Nobu in cerca di consensi.
-E anche se non ti vogliono,tu vieni lo stesso!-rispose,ridendo,Nana.
Cenarono lì,parlarono,risero e scherzarono,in sottofondo
“Never mind the bollocks”,l’unico cd
originale prodotto dai Sex Pistols,su un tavolo di vetro su cui
consumarono il pasto.
A Nana,entrare in quella casa faceva ancora un po’
ribrezzo,si ricordava benissimo quando aveva sentito Yasu e Miu fare
l’amore nella stanza adiacente alla camera del ragazzo,ma
ormai era acqua passata,più o meno. Si sentiva stranamente a
disagio nell’entrare dalla porta di legno bianco e ritrovarsi
in quell’appartamento sistemato secondo un gusto leggermente
particolare e arredato con semplici mobili. Tutto in quella casa era
minimale: semplici mobili,semplici quadri,semplici arredamenti.
L’idea di dormire tutti insieme,come un
tempo,partì da Nobu,mentre Yasu diede la
disponibilità della casa: in fondo,erano solo in 6,il posto
lo avrebbero trovato.
Nana salutò tutti,senza particolari effusioni verso Ren,si
diresse verso la camera matrimoniale e si infilò sotto le
coperte. Dormirono in tre in quel letto grandissimo, alla ragazza
toccò il lato,Hachi era in mezzo e Miu dall’altra
parte del materasso.
Non erano nemmeno le tre di notte,che Nana si svegliò di
soprassalto; non sapeva perché,forse la bambina aveva fatto
un movimento brusco e l’aveva fatta svegliare. Si
alzò dal letto,cauta,cercando di non svegliare né
Miu,né tanto meno Hachi,camminò a passi felpati
fino a sorpassare la porta di vetro e arrivare in cucina.
“Cazzo,ho sbagliato stanza,questa casa è un
labirinto!” pensò,per cambiare direzione una volta
arrivata alla porta di vetro.
Questa volta girò a sinistra,si ritrovò in sala.
Dal divano emergeva una nuvola grigia di fumo,ma non vedeva nessuno. Si
avvicinò,cercando di non fare rumore,ma l’unica
cosa che vedeva era una scia di fumo uscire da una bocca ignota.
-Chi c’è?-chiese,a bassa voce,la ragazza.
-Nana!-la persona che era sdraiata sul divano si era improvvisamente
alzata,facendo prendere un gran spavento alla ragazza.
-Ren! Pazzo! Mi hai fatto prendere un colpo!- rispose lei,avvicinandosi
–c’è caso che ci rimango secca,e con me
la bambina!-
-No! La bambina no!-
-Ah,grazie,e di me non te ne frega niente?- fece la finta stizzita.
-Ovviamente no!-rispose Ren,ridendo.
Nana si mise a sedere vicino a Ren,prendendo una coperta che era ben
piegata sull’altro divano. Prese poi la sigaretta dalle mani
del ragazzo e tirò un paio di volte,profondamente,per poi
espirare dal naso.
-Non avevi detto che non avresti più fumato in vita tua?-la
bacchettò Ren,scherzando.
-Eh,suvvia…tanto un paio di tiri non fanno mica
morire!-rispose lei.
Il ragazzo l’abbracciò e,con la coperta sopra
entrambi,iniziò a toccarle la pancia.
-Ti piace così tanto la mia pancia?-chiese Nana,ridendo.
-È bellissima…perché so che dentro
c’è la nostra bambina…solo la
nostra…-rispose lui,a voce bassa,aderendo bene le mani al
ventre della ragazza.
-Sì,e grazie alla tua bambina mi sono svegliata di colpo
stanotte!- ridacchiò lei.
-Eh no,no,piccolina…-rimproverò con il dito la
pancia della donna,ridendo –non si fa mica così!
Se la mamma non dorme di notte,al mattino è stanca e non
può fare le porcellate con il papà!-
-Ren!- scoppiò a ridere Nana –Bei insegnamenti che
dai a nostra figlia!-
Il ragazzo si mise a ridere e le prese la mano.
-Ren…devo confessarti una cosa.-
-Cosa? Mi hai tradito con il fruttivendolo,vero?- rise.
-Non c’è da scherzare,Ren!-rispose lei,ridendo.
-Dimmi,Nana…-
La ragazza divenne seria: -Non ti ho detto una cosa
importante…mia madre,Misuzu insomma,mi ha contatta qualche
giorno fa.-
Il ragazzo spalancò gli occhi e,sebbene il buio,Nana lo vide
perfettamente. -E cosa ti ha detto?-chiese,curioso e allo stesso tempo
spaventato.
-Mi ha mandato un messaggio con scritto “auguri per il
matrimonio,Nana,e spero che la tua bambina nasca presto! Scusami se poi
non ti ho più contattata,ma non sapevo se era il caso o
meno…rispondimi se vuoi”. Io non sapevo se
ucciderla o meno…-
-Perché avresti dovuto? Anche se si è comportata
male con te,è pur sempre tua mamma…-la strinse
ancora di più a sé.
-Sì,però io gliel’ho detto
esplicitamente,nella risposta, “tu per me sei un capitolo
chiuso”. Alla fine è vero,Ren…lei per
me non è niente.- si strinse nelle spalle,sentendo il calore
del corpo del ragazzo penetrare in lei –L’unica
cosa che rimpiango,è quella di non averle chiesto cosa ha
provato quando ha saputo di essere incinta di me…-
Ren le diede un bacio sul collo e rispose:- Secondo me ha provato le
stesse cose che hai provato tu…è solo la scelta
finale,che cambia.-
-No,Ren,è impossibile.- rispose risoluta lei –io
non lascerei mai mia figlia! Mai!-
-Pensi ancora che tua mamma ti abbia dato alla luce sapendo che ti
avrebbe abbandonata? Nana…non dire più queste
cazzate,ok? Ne abbiamo parlato tanto…- le baciò
la mano destra.
-Ma…-
-Nana! vogliamo discutere questa sera?-
-No…no,Ren.-
-Io sto così bene quando non litighiamo…e ti amo
ogni giorno di più,tutte le volte che ti vedo penso che sei
sempre più bella e che non potrei voler altra donna al di
fuori di te per il resto della mia vita…-
-Ho capito,vuoi farlo. Giusto?-
-Nana!- Ren rise –Siamo a casa di ospiti,su…-le
tirò su la maglia e le sbottonò i jeans
–non si fanno queste cose…-
-Senti da che pulpito viene la predica…-gli
sussurrò lei,sentendo le mani del ragazzo iniziare a
esplorare il suo corpo.
-Devi iniziare a dire addio ai jeans,come te lo deve dire la
dottoressa? Ti stringono troppo…-glieli
sfilò,leggermente,per poi infilare la sua mano tra gli slip
della ragazza.
-Ren,dai…-cercò di fermarlo lei,ma non ce la
fece. Sentì la mano sinistra,con la fede d’oro
fredda,scorrere lungo il suo collo per poi scendere sul suo seno,mentre
la coperta che era appoggiata sui corpi dei ragazzi,stava lentamente
scivolando a terra.
-Non voglio fare niente,tranquilla Nana…-le
sussurrò lui,facendo venire la pelle d’oca alla
ragazza.
-Ma se fai così lo sai che non riesco a
controllarmi…-lo provocò lei.
-Cosa fai,mi provochi?-rispose prontamente lui,iniziando a entrare
dentro di lei con due dita e baciandole il collo.
-E tu cosa staresti facendo?-rispose lei,prendendogli la mano sinistra
e guidandola attraverso il suo corpo –Se ci sente qualcuno,in
che modo ci cacceranno di casa?- rise.
-Bah,non che la cosa mi interessi…-rise anche lui.
Continuarono a baciarsi e a provare piacere,alternando momenti di frasi
e di risate con altri di silenzio e di gemiti sommessi.
Il mattino dopo,Nobu si diresse in sala per accendere la tv e
urlò come un dannato nel scoprire Nana e Ren addormentati
sul divano. I due ragazzi si svegliarono,maledicendo il biondo davanti
a loro.
-Ma si può sapere perché hai urlato
così tanto,Nobuo? Siamo sposati io e Ren,ancora non hai
realizzato che stiamo insieme?-
Ren ridacchiò e Nobu rispose:-ma è ovvio che so
che state insieme,Nana! è solo che tu in teoria saresti
dovuta stare a dormire con Hachi,mentre invece vi ritrovo qui,senza
preavviso…mi è preso un colpo!-
Nana rise e si alzò,sistemandosi la maglia e dirigendosi
verso la cucina.
-Ren!- esclamò Nobu,non appena la ragazza se ne fu andata.
-Che c’è?- chiese lui,ancora mezzo addormentato
-Secondo te…Dovrei parlare con Hachi,ora che ne ho la
possibilità?-
Ren lo guardò sorpreso:- Per dirle cosa?-
-Non lo so! Così…per parlare,insomma! Eravamo
così amici fino a qualche tempo fa…mi dispiace
averla persa come amica.-
Ren gli sorrise,un sorriso eloquente,e si alzò per
raggiungere Nana nella cucina.
Yasu era andato al lavoro,purtroppo non poteva abbandonare gli studi
legali quel giorno,mentre Miu dormiva ancora. Hachi si diresse verso la
sala per vedere chi ci fosse,per vedere che c’era solo Nobu.
-Hey…hai fatto tu tutto questo casino?- chiese
lei,stropicciandosi gli occhi.
-E….ehm…scusa,Hachi…è che
ho preso un gran colpo nel vedere Nana e Ren qui sul divano a dormire!
Stavo per sedermici sopra…- rispose lui,toccandosi la testa
con la mano destra.
Hachi rise e rispose:-non ti preoccupare,Nobu…anzi,grazie a
te mi sono svegliata in tempo e sono riuscita a chiamare mia
mamma,volevo sentire come stava Satsuki!- gli sorrise.
-Hachi…sai che sei cambiata tantissimo da sei mesi a questa
parte?-
-Perché? In meglio o in peggio?-
-In meglio…sei molto più adulta! Proprio una
mamma coi fiocchi…!-
Hachi rise e si mise a sedere sul divano. –Secondo te lo
hanno fatto?-
Nobu divenne rosso:- ma cosa ne so io!-
Hachi si mise a ridere e rispose:-Beh dai…conoscendo Nana,di
sicuro avranno fatto qualcosa! Nelle mie fantasie,Nana è
sempre sopra…ma con Ren credo stia sotto!- iniziò
a pensare.
-Hachi!- urlò lui,diventando paonazzo. La ragazza si mise a
ridere e lui la seguì.
-Quasi quasi un giorno glielo chiedo…sai te che faccia
farà Nana!- rise Hachi.
Nobu iniziò a ridere davvero di gusto,poi,dopo essersi
calmato e aver smesso di piangere dalle risate,chiese alla
ragazza:-Hachi…che ne dici…posso conoscere
Satsuki?-
La ragazza sgranò gli occhi e rispose entusiasta:- Ma certo!
Devi vedere che amore che è…ma come,tu non
l’hai mai vista?-
-Beh…quelle tre volte che ci siamo visti,tu la lasciavi
sempre da tua mamma…quindi,direi proprio di no!-
-Certo,certo! Se l’avessi vista appena nata,ti saresti
accorto di quanto sia cresciuta…chiedilo a Nana! Lei
l’ha vista,se lo ricorda benissimo…-
-E…ti assomiglia?-
-Bah…Nana dice che è uguale
a…-abbassò lo sguardo-…al
papà…-
Nobu la guardò,per la prima volta non ebbe alcuna reazione
non controllata,e le sorrise dicendo:- Capisco…ma secondo
me,qualcosa di tuo ha! Ne sono sicuro…-
La donna sorrise e stette per rispondere,quando Nana li interruppe:
-Insomma,ve la smettete di ridere? C’è una donna
incinta che vuole quiete!- rise e si sedette insieme a loro.
-Nana! arrivi al momento giusto…-rispose Nobu,facendole
capire di aver sbagliato completamente momento.
-Lo so,lo so…vi si sentiva da di là!
Suvvia,allora,a quando una nuova canzone?- chiese euforica Nana.
-Pensa a partorire,Nana!-la riprese Ren,che era sbucato senza preavviso
da dietro l’angolo.
La donna si girò e guardò Ren aspettandosi un
bacio,rimanendo delusa dal fatto che il ragazzo si mise a sedere vicino
a Nobu.
-Dai,ragazzi,mettetecela tutta! Io sarò sotto il palco a
fare il tifo per voi,come una volta…-guardò Nobu
e gli sorrise.
-Evvai!-esultò Nana –Hachiko è tornata!-
-Perché tutta questa felicità? Quando se ne
sarebbe andata?- chiese perplesso Ren.
Hachi guardò la ragazza e capì immediatamente le
sue parole: non intendeva il fatto che se ne fosse fisicamente
andata,intendeva il distacco che si era creato tra lei e Nobu in quegli
ultimi tempi,e che sembrava essersi sanato quella mattina.
-Che ne dite? Potremmo chiamare questi due giorni “i giorni
delle ri-unioni”! cosa ne pensate?- propose Nana.
-Penso che il nome fa schifo,ma che ci può stare come idea!-
ridacchiò Ren,beccandosi un pacchetto di sigarette in testa
lanciate dalla moglie.
Hachi guardò Nana con sguardo complice e
annuì,mentre Nobu rideva per le battute che si tiravano,una
dietro l’altra,Nana e Ren.
-Noi torniamo di là…- Nana si alzò dal
divano e trascinò Ren con sé,per lasciare soli i
due amici.
-Dai,andiamo anche noi di là…-propose Hachi,non
appena i due sposi ebbero girato l’angolo.
Nobu si alzò dal divano e seguì Hachi. la donna
si fermò prima di sorpassare la porta e disse:-
beh…tutto come prima allora?-
Nobu non capì,e Hachi gli spiegò:-Amici come
prima? Come se nulla fosse mai stato?-
Nobu le sorrise e rispose:-Io non voglio dimenticare quello che
è stato tra noi,ma ora è finito,è un
capitolo bellissimo della mia vita che ha avuto vita breve,ma intensa.
A me va bene così,voglio essere tuo amico. Tu vuoi esserlo?-
Hachi sorrise felice e rispose:-Sono d’accordo con te,su
tutto…amici,allora!-
-Amici- ripeté il ragazzo. Dopo circa un anno,Hachi e Nobu
si abbracciarono di nuovo.
-Sei bellissima…piccina…? Dì qualcosa
a papà!-
-Ren! Come può dirti qualcosa,se ancora non parla?-
-Hai ragione…ma guardala…è
bellissima…!-
Nana sorrise e diede un bacio sulla fronte alla bambina,che stava
dormendo beata nella sua culla.
Dicembre 2002. La neve scendeva cauta e silenziosa dal cielo di Tokyo.
Da quando era nata la bambina,la neve non aveva mai smesso di
scendere,quasi a voler ricordare che tutto ciò che fosse
capitato a Nana e Ren di importante,fosse caratterizzato dalla quiete
della neve.
-Ren…dimagrirò mai i chili che ho preso?-si
preoccupò la donna.
-Quali chili,scusa? Io non noto alcuna differenza!- chiese stupito
l’uomo.
-Dai,Ren! Va bene che sono magra,ma comunque ho messo su diversi chili!
Non dire di no,perché non ci credo!-
Ren le si avvicinò e le diede un bacio,tirandole su la
maglia. –Non noto nulla…credo che dovrò
guardare più a fondo…-
-Ren! Porco!-rispose ridendo Nana.
-Scherzo,amore…lo sai che…-Ren si interruppe,la
bambina si era svegliata e aveva iniziato a piangere.
-Non sono nemmeno due mesi che è nata,e già fa
tutto questo chiasso?- si stupì Ren,dirigendosi di corsa
verso la culla.
-È nostra figlia,Ren,non sarà sicuramente una
persona tranquilla!-ridacchiò Nana.
Ren abbassò la sbarra di legno morbido e prese in braccio la
bambina,dalla pelle chiara e gli occhi azzurri. –Cosa
c’è piccolina?-le sussurrò,toccandole
il nasino con il suo –Vuoi giocare? Hai fame?-
Nana rise,era così felice nel vedere suo marito tanto
premuroso nei confronti della figlia;si avvicinò,la prese
dalle mani del ragazzo e la cullò un po’ sulla
spalla accarezzandole la manina semi chiusa.
-Piccolina mia…ti adoro…-sussurrò alla
bambina Nana.
Ren diede un bacio sulla testa alla bambina,che rispose con un vagito
di apprezzamento.
-Devi fare la nanna,però…sennò poi non
va mica bene!- la sgridò,dolcemente,accarezzandole la testa.
Dopo qualche minuto,la bambina si addormentò tra le braccia
della mamma,e lei la rimise nella culla.
-Aveva sonno,poverina…-spiegò a Ren.
-E tu come lo sapevi?-
-Non lo so…istinto materno,credo.- sorrise,ripensando alla
conversazione avuta un anno prima con Hachi.
-E se ti dicessi che non vedo l’ora di spogliarti,tu cosa
capiresti con il tuo istinto materno?- chiese,sorridendo,Ren.
-Penserei che sono d’accordo…-gli si
avvicinò.
Iniziarono a baciarsi,quando tutto a un tratto il telefono
squillò. Ren andò a rispondere pensando fosse la
loro casa discografica.
-Pronto?-
-Ren! Oddio Ren!-
L’uomo spalancò gli occhi: -Che
c’è? Come mai mi chiami a quest’ora?
Shin?-
Il ragazzo,dall’altra parte del telefono,iniziò a
piangere.
-Cosa succede,Shin! Shin,rispondi,cazzo!-
Il ragazzo gli disse tre semplici parole,poi le lacrime coprirono ogni
altro rumore. Ren sbarrò gli occhi e
barcollò,rischiando di cadere a terra.
-Oh no.- sussurrò,prima di essere raggiunto da Nana.
****Purtroppo siamo giunti agli sgoccioli...non avevo idea di come sarebbe finita questa fanfiction,ma ora non ho dubbi...Pronti per gli ultimi due capitoli?L'attesa è tanta,lo so,scusatemi tanto,ma sono molto impegnata e il computer mi fa venire un gran bruciore agli occhi!Spero che vi sia piaciuto questo capitolo...ah!Dimenticavo!La canzone "Make your choice" è inventata da me,totalmente,perchè come vedete non ci sono crediti a fondo pagina...sono contenta che sia piaciuta!^^ grazie per i complimenti e mi raccomando,recensite,anche negativamente!La vostra Nana Osaki ^^**** |
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Capitolo 13 *** 8 years later... ***
****Nota dell'autrice: Pronti a leggere questo lunghissimo capitolo?Dato che la storia è agli sgoccioli,mi sono lasciata andare...diciamo pure che ho dato sfogo alla mia fantasia!Ecco a voi un capitolo di 8 pagine di word in scrittura 12...buona lettura! NanaOsaki****
-Satsuki,mi aiuti a portare queste borse?-
-Certo mamma! Mizuki,aiutami anche tu!-
-Satsuki! Lei è piccola! Magari falle portare la borsa
leggera!-
-Ok,mamma…-
Tokyo,aprile 2010. una donna,con due bambine,sta entrando in una grande
casa bianca,circondata da un giardino ornato di siepi,emananti il
tipico profumo dell’erba appena tagliata.
-Mamma,siamo a casa!-iniziarono a strillare le due
bambine,all’unisono,saltando e dimenandosi davanti alle scale
che portavano al piano superiore. La donna guardò le bambine
e sorrise divertita,pensando al fatto che se n’erano andate a
fare la spesa poco più di due ore prima.
-Mamma,mamma,possiamo andare a giocare fuori?-chiese Mizuki,gli occhi
dolci,rivolgendosi verso la madre.
-Adesso? Sono le undici,bambine…prima mi aiutate a mettere a
posto la spesa,poi vediamo se vi rimane il tempo!- rispose
lei,dolcemente,piegandosi sulle ginocchia verso la bambina alta poco
più di un metro e schioccandole un bacio sulla fronte.
Satsuki non rispose e iniziò a tirare fuori dalle borse i
tovaglioli,l’insalata,le uova,e le ripose negli appositi
scaffali del frigorifero. Mizuki,cercando di arrivare al bancone su cui
erano appoggiate le borse,raccattò della carta igienica e la
portò in bagno,tornando tutta fiera del lavoro compiuto.
-Satsuki! Satsuki guarda!-urlò Mizuki,intenta ad aprire un
sacchetto contenente delle fragole.
- Cos’è?- chiese la sorellina,incuriosita.
- L’ho trovato in camera mia stamattina!-rispose la
bambina,facendo vedere un braccialettino rosa con delle roselline
attaccate-secondo te chi ce lo ha portato?-
-Magari è stata una fata di aprile…!-rispose
Satsuki,piatta.
-Potrebbe essere vero,sorellona!- esclamò felice Mizuki.
-Ma io ho sempre ragione!- disse Satsuki,sorridendo.
-Satsuki! Quanta presunzione!-la riprese la donna,ridendo.
-Mamma,l’ho preso da te,no?- rispose,ridendo,la bambina.
-E chi lo ha mai detto?- chiese lei,curiosa.
-Beh…-la bambina non rispose,si limitò a
sorriderle. -Mamma,ti posso chiedere una cosa?-
-Certo,piccola! Dimmi tutto.- acconsentì la
donna,guardandola negli occhi in attesa che iniziasse a parlare.
-Non qui…senza Mizuki…-disse lei,abbassando lo
sguardo e diventando seria.
-Come mai senza tua sorella? Vi siete dette sempre tutto,nonostante la
differenza di età…!-
-Beh,ma è una cosa che riguarda me…cose da
grandi,insomma.-
La donna rise e,prendendo la bambina per mano,la portò sul
divano,lontana dalle orecchie di Mizuki.
-Mamma…-iniziò Satsuki,la voce cupa e il viso
serio -…perdonami.-
-Perdonami?- ripeté la donna,senza capire cosa stesse
dicendo la figlia.
-Sì,mamma…perdonami. Perdonami di essere nata.-
la bambina non guardava negli occhi la madre
e,silenziosamente,iniziò a piangere.
-Ma…ma cosa dici? Satsuki,cosa stai farneticando?- la donna
non riusciva a capire.
-Mamma…lo so di essere nata per sbaglio. Scusami se ti ho
creato dei problemi. Ma sto cercando di crescere in fretta,non voglio
che tu ti vergogni di me.- la bambina portò le gambe al
petto.
-Ma Satsuki…cosa stai dicendo? E poi cosa c’entra
ora?- la donna era spiazzata
-Volevo che tu lo sapessi…perché so che quando
sono nata tu non stavi bene…-
-Ma cosa dici Satsuki? Tu e Mizuki siete la mia vita! Io vi amo
tantissimo…siete una delle poche cose belle che mi siano
capitate nella vita! Non hai nemmeno 8 anni,tesoro,non devi
assolutamente dire o pensare queste cose…- la donna
abbracciò la figlia –io non voglio che tu cresca e
diventi adulta ora che hai 8 anni…no,Satsuki…ti
prego vivi la tua infanzia come tale…-
-Mamma… io voglio che tu sia fiera di me! Cosa posso fare?
Voglio che tu possa dire con orgoglio che io sono tua
figlia…-
-Ma piccola,cosa credi che non me lo faccia dire,ora? Io sono tanto
fiera di te e di tua sorella,perché siete mie figlie,solo
mie…capisci? Se vuoi fare davvero qualcosa,la mia unica
richiesta è quella che tu cerchi di non commettere i miei
stessi errori…solo questo potrei chiederti,Satsuki.
Perché non c’è nient’altro
che io ti possa chiedere per rendermi più felice di adesso.-
-Mamma,mamma!- le interruppe Mizuki,arrivando con la forza di un
uragano e sedendosi sul divano di pelle nera insieme alle altre due.
-Che c’è amore?- chiese la donna,asciugandosi gli
occhi umidi e sorridendo alla figlia.
-Perché piangete?- chiese,tristemente,aggrappandosi ai jeans
della madre.
-No,nulla, Mizuki…-rispose Satsuki,precedendo la madre. La
donna la guardò,le sorrise,diede un bacio sulla fronte a
Mizuki scompigliandole i corti capelli neri,poi ne diede un altro a
Satsuki e si alzò dal divano di pelle.
-Ma lo sapete chi c’è oggi come ospite a pranzo?-
cambiò discorso la donna,euforica. Mizuki non rispose,mentre
a Satsuki si illuminarono gli occhi.
-Oddio!- esclamò,il volto radioso.
-Esattamente,piccola.- confermò la donna,stringendo la mano
della bambina –andate a cambiarvi,su! Sapete che
l’ospite è molto esigente…-rise e
mandò le bambine a cambiarsi.
Fece per alzarsi,quando Satsuki la fermò
dicendo:-Aiuto io Mizuki a vestirsi…non ti preoccupare,mamma-
La donna si bloccò, quella frase, “non ti
preoccupare,mamma” gliela ripeteva sempre.
-Mamma…-continuò la bambina,riportando alla
realtà la donna –ti…ti voglio bene.- e
corse in camera.
La donna si sedette sul divano,quasi meccanicamente,fissando il punto
in cui,fino a un attimo prima,era balzata in piedi la figlia,poi si
stese.
In un baleno fu mezzogiorno. La donna era ancora stesa sul divano,stava
giocherellando con i suoi capelli; si alzò,si diresse verso
la camera e si cambiò,per poi truccarsi con maggior cura. Si
diresse al piano superiore,dove le bambine stavano truccandosi e
scegliendo l’accessorio giusto da abbinare al vestito.
Sorrise,divertita della scena,poi tornò di sotto,fremente.
Si sedette nuovamente sul divano dai braccioli rigonfi e
aspettò che suonassero alla porta,impaziente di dirigersi di
tutta fretta verso l’ospite tanto atteso. Qualche minuto dopo
fecero capolino le due bambine,vestite di tutto punto,che rimasero in
piedi davanti alla donna per farsi ammirare.
-Ma come siete eleganti!-esclamò lei,sorridendo felice.
-Mamma,mamma è vero che dopo
arriverà…-Mizuki si fermò. Suonarono
alla porta.
La donna sorrise,il suo cuore iniziò a battere
più velocemente. Si alzò,prese per mano le due
bambine e si avvicinò alla porta. Il campanello
suonò nuovamente; Satsuki e la sorella lasciarono la mano
della madre e corsero fino ad incontrare la porta,che spalancarono. La
bambina più grande,non appena vide la figura davanti a
sé,si bloccò,gli occhi pieni di lacrime.
-Sono tornato!- esclamò l’uomo,sorridendo.
-Papà!!!-strillarono le due
bambine,all’unisono,saltandogli al collo.
-Piccole mie! Sono qui,sono qui…-rispose lui,stringendo
Satsuki e Mizuki.
-Papà sei tornato! Che bello! Ora non te ne vai
più,vero?- continuarono a strillare,aggrappandosi alla
maglia dell’uomo; Satsuki,dopo qualche
istante,tornò a toccare i piedi per terra,mentre Mizuki
rimase ben salda al petto del padre,senza alcuna voglia di scendere.
-Mizuki,mi vuoi fare salutare il papà?- chiese la donna,che
per tutto il tempo era rimasta a guardare la scena con le lacrime agli
occhi.
-No! Papà è solo mio!- strillò la
bambina,stringendosi ancora di più al collo del padre.
-Mizuki,scendi,su! Andiamo a preparare la
tavola,intanto,noi…- la riprese Satsuki,allungando un
braccio verso la sorellina,braccio che lei afferrò. Uno
sguardo di intesa tra Satsuki e la donna,e le bambine andarono in
cucina,lasciando soli i due adulti sulla porta.
-Non vuoi salutare il papà?- chiese l’uomo,un
sorriso dolcissimo.
La donna si avvicinò a lui,lentamente,quasi volesse
ponderare ogni passo,per poi arrivargli vicino e,senza toccarlo,chiese:
-Ora non te ne andrai più,vero? Me lo devi
promettere…due settimane senza di te sono
impossibili…-
-Te lo prometto,Nana…-le rispose lui,le lacrime agli occhi.
-Sei tornato finalmente,Ren…-la donna lo
abbracciò,finalmente,lo strinse forte a sé e si
aggrappò al suo giubbotto di pelle.
-Dammi un bacio…ne ho davvero bisogno,ora…-le
disse l’uomo,avvicinando Nana a sé con la mano
destra,mentre con la sinistra le cingeva il volto –Non
piangere…sono qui ora…- le
sussurrò,per poi finalmente baciarla,assaporando le sue
labbra come unica fonte di felicità.
-Da quando in qua hai i capelli così lunghi? Questa sera te
li taglio io…-disse la donna,scompigliandoglieli con una
mano.
-Nana,Nana…tranquilla,stasera avremo altro da fare!- rispose
lui,infilando una mano sotto la sua maglietta.
-Ren!- esclamò lei,fintamente scandalizzata,per sorridergli
e dargli un altro bacio.
-Mi sei mancata tantissimo…non sai per quanto
abbia sognato questo momento…è stato come se ci
fossimo lasciati per due anni…-le sussurrò
lui,prendendole il viso e iniziando a sfiorarle le guance con
l’indice –Non voglio andarmene mai
più…lasciamo che sia Yasu a sbrigare tutte le
faccende,che ne dici?- ridacchiò,per poi baciarla con
più foga,mentre con la mano sinistra le accarezzava la
schiena,sotto la maglia,per arrivare all’aggancio del
reggiseno e iniziare a giocarci.
-Ren! Dai,su…e poi mi fai venire la pelle
d’oca,con la fede! È fredda!- rise,mordicchiando
il labbro inferiore del ragazzo –Ora mangiamo,ok? Anche le
bambine hanno sofferto tanto la tua mancanza…-
-No,Nana,ora voglio te…non mi interessa del pranzo-le
rispose lui,staccandosi dalla porta,appoggiando la donna contro il muro
e iniziando a baciarla,lentamente,assaporando le sue labbra e il
profumo che emanava il suo rossetto. Lei lo
abbracciò,iniziò a giocare con i suoi
capelli,stringendolo a sé come una bambina fa col padre dopo
averlo rivisto dopo mesi di lontananza.
-Quando ti deciderai a cambiare? Guarda che sono geloso,ora,che tu vai
in giro ancora con il reggicalze ben in vista e gli
anfibi,eh!-ridacchiò,sfiorando le gambe della donna con una
mano –E con questa minigonna che è praticamente
invisibile…poi ti lamenti se ti salto addosso appena ti
vedo!-
-Tu geloso? E da quando?-chiese,divertita,Nana –E comunque,io
lo faccio apposta a provocarti…e vedo che i miei sforzi non
sono vani!-
-Mamm…- Satsuki si bloccò
nell’assistere a quella scena. I due genitori si ricomposero,
imbarazzati,cercarono di dire qualcosa,ma la bambina li
fermò –Se volete,mangiamo
dopo…così io e Mizuki ci mettiamo un
po’ a giocare. Possiamo?-
“Da quando in qua è lei a dare ordini?”
pensò Nana,poi rispose: -No,no,piccola…direi che
io e papà ci siamo salutati bene per ora…-
Ren rise,imbarazzato,se avvicinò alla bambina e la prese in
braccio,poi tutti e tre si diressero verso la cucina.
Mizuki,radiosa,salutò il padre con la mano,di nuovo,poi con
la sorella iniziò a giocare con i bicchieri e le
forchette,sbattendoli uno contro l’altro e facendo un gran
rumore.
Nana e Ren iniziarono a cucinare. La sala da pranzo era separata dalla
cucina attraverso una porta di vetri opaca di legno di ciliegio; Ren
entrò dopo Nana,chiudendo la porta a chiave. La donna mise
l’acqua sul fuoco,preparò la
carne,finché non si sentì prendere da dietro.
-Nana…abbiamo ancora 20 minuti,lo sai?-le
sussurrò Ren all’orecchio.
-Ren…aspetta stasera,su! E poi ho preparato una cosa
buona…-rispose lei,accarezzandogli le mani.
-Non voglio mica farlo qui! Se non avessimo avuto figli,saresti
già stata nuda davanti a me,ma…-
-No,Ren,se non avessimo avuto figli,sarei stata nuda contro la porta
d’ingresso…!-sorrise.
Ren rise e rispose: -Pensa,Nana…tu che non volevi figli,sei
giunta ad avere due splendide bambine con
me…-iniziò a dondolarsi,accompagnando Nana con le
mani a destra e sinistra.
-Eh,vedi? Le sfighe della vita…potevo scegliermi un compagno
migliore? Certo,ci sarebbe stato Yasu,ma io ne volevo uno con i
capelli…-rise,seguita a ruota dal ragazzo.
Ren la girò e le diede un bacio: -Ma da quanti anni
è che stiamo insieme io e te? Io non ti sopporto
più,eh!-
-Ormai mi dovrai sopportare per tutta la vita! Ho 29 anni,chi mi fila
più?- rispose Nana,ridendo.
-29 anni? E chi ci crede? Sei bellissima…per me sei rimasta
a 20 anni! Hai solo il viso molto più maturo…e
amo questo lato di te…non sei più la ragazzina
orgogliosa con la quale ho dovuto soffrire per strapparle un bacio!-
-Strapparmi un bacio? Ma se lo sapevi benissimo che mi
piacevi…ti divertivi solo a farmi la corte e non arrivare a
nulla!-
-Bugiarda!- rise lui,prendendo la donna e mettendola a sedere un
bancone –Io non volevo solo una donna bellissima al mio
fianco,in quel momento,io volevo te…! Chi lo avrebbe
immaginato che ti avrei anche sposata?-rise,togliendole la
maglia,lentamente,facendole alzare le braccia e toccando la sua pelle
bianchissima.
-Perché,secondo te io lo immaginavo? Pensavo che sarebbe
stata una cotta come un’altra…sentivo tante storie
di coetanee che si erano “innamorate” di un ragazzo
e lo sognavano giorno e notte,mentre io non avevo idea di cosa
significasse quel sentimento… quando ti ho visto per la
prima volta,ero completamente spiazzata…solo successivamente
ho capito il vero significato di quella parola che veniva tanto abusata
dalle mie compagne…-sorrise,abbracciando il ragazzo.
-Vedo che le tue idee di non farlo in cucina se ne stanno andando
finalmente…-ridacchiò Ren,baciandola
lentamente,ma con passione.
-No,no…dovrai aspettare stasera! Voglio che tutto avvenga
nel romanticismo più assoluto…sono stanca di
farlo in posti assurdi come il tavolo della cucina!-rise lei,iniziando
a giocare con il suo reggiseno –Non vedrai altro al di fuori
di ciò,caro…- continuò,sorridendo
soddisfatta,per poi scendere dal bancone e prendere la maglia tra le
mani.
-Maledetta…-le sussurrò
lui,scherzando,accarezzando il pizzo viola del reggiseno della donna e
tenendola stretta a sé –poi non ti lamentare se
stasera sarò sadico…-rise e le fece un succhiotto
sul collo,ben visibile.
Ricominciarono a preparare,Ren tornò nella sala da pranzo
per stare insieme alle bambine e,dopo 20 minuti,pranzarono tutti
insieme.
Il pomeriggio passò veloce: Mizuki si vide con le sue amiche
dell’asilo assieme al papà al parco vicino
casa,mentre Satsuki e Nana andarono a casa di Hachi. Si
salutarono,entrarono,poi Satsuki e Satsuki,figlia di Hachi,si diressero
in camera per giocare con le bambole.
Le due donne,invece,si sedettero sul divano,a guadare la tv e a
spettegolare sulle nuove band, “totalmente
incapaci”,come dicevano sempre loro.
-Insomma,Nana,a quando un prossimo cd dei Blast? Sentiamo tutti la tua
mancanza!-iniziò Hachi,abbassando il volume della tv.
-Cd? Boh,spero davvero presto…Ren sta buttando
giù dei pezzi,ma siamo entrambi così
impegnati,che ci rimane impossibile consultarci…non
sembra,ma due figlie che sembrano due uragani,ammazzano!-rise Nana.
-Immagino…ieri ho sentito Nobu,mi ha detto che la sua
chitarra sente la sua mancanza…-rise –ha detto che
vuole assolutamente che proviate di nuovo!-
-Sì,sì,lo so…credo che domani
l’altro faremo una prova! Oggi è tornato
Ren,volevo stare con lui stasera…domani sarà
stanco,poverino,quindi direi di rimandare tutto a domani
l’altro!-
Hachi rise e le disse: -Nana…non dirlo a Ren,ma Satsuki
è identica a te! Dal padre ha preso solo gli
occhi…ma è una piccola Nana! è
impressionante!-
Nana rise e rispose: -Oh,ma il caro marito lo sa bene! Glielo dicevo
sempre,ogni anno che passava! Satsuki cresceva e trovavo sempre
più somiglianze con me…se non fosse che hai i
capelli lunghissimi,sarebbe me!-
-Ha il tuo stesso viso,la forma degli occhi…anche Mizuki ti
assomiglia,ma non come Satsuki!-
-Mizuki deve ancora crescere…per ora,secondo me,da Ren ha
preso la forma degli occhi e del mento,ma non saprei dire
altro,onestamente…-
Hachi rise di gusto: -Povero Ren! Vorrà un maschio,ora,no?-
-Guarda,me lo chiede spesso! Ma non sono stata io a decidere il sesso
dei nostri figli!- rise,poi divenne più
dolce,mostrò leggermente i denti,scoperti dalle labbra rosse
fuoco –Sai,Hachi…mi piacerebbe dare un fratellino
a Satsuki e Mizuki…però…non lo
so…-
-Oddio,sarebbe bellissimo! Così potrei rivederti con il
pancione per la terza volta,e poi alle prese con biberon e pannolini!
Si! Fallo subito questo terzo figlio!-rise,gesticolando per
l’eccitazione –era troppo divertente vederti
impazzire con la chiusura di “quegli aggeggi
inutili”,come li chiamavi tu…-
Nana rise,poi le due donne vennero interrotte dalle loro figlie
che,correndo,arrivarono davanti a loro e Satsuki chiese,a Nana:
-Mamma,è vero che Sid
Visius è morto?-
Nana si mise a ridere e rispose: -Sid chi? Si chiama Sid Vicious,amore,non Visius! In ogni
caso sì,è morto…perché?-
-Perché Satsuki diceva che non era vero! E diceva che Sid
è il mio papà! Ma non è vero!- rispose
lei,girandosi verso l’amica e facendole la linguaccia.
Nana e Hachi si misero a ridere e Nana replicò:
-No,no,amore,papà non è Sid…anche se
ha il suo stesso lucchetto!-
Alle due bambine si illuminarono gli occhi e,in coro,chiesero: -Ma cosa
significa quel lucchetto?-
-Satsuki! Sono cose private!-bacchettò sua figlia Hachi.
Nana rise e rispose: -Beh,significa che papà,prima di
lasciarmi,dovrà togliersi quel lucchetto! E,visto che
non ha la chiave,non mi potrà mai lasciare!
Capito?-
Satsuki si emozionò,e l’amica la seguì
a ruota. –Ma è
bellissimo,mamma…-disse,gli occhi luccicanti.
Nana sorrise e le due bambine tornarono in camera a giocare.
-Bella spiegazione,complimenti!- rise Hachi.
-Beh,a conti fatti è così,no?- chiese Nana.
-Ah,questo lo dovresti sapere tu!-sorrise la donna.
-Eh sì,in effetti è vero! Comunque- divenne
improvvisamente seria –tra una settimana precisa è Il Giorno…-
Hachi abbassò lo sguardo e rispose: -Lo so…lo so
benissimo…Cerco di non ricordarlo a Satsuki,ma lei se lo
ricorda,eccome…-
-Sono tanti anni ormai che lo “celebriamo”,scusami
il termine,credo che si sia abituata,no?-
-Tu tu abitueresti mai a una ricorrenza simile?-
Nana non rispose,si limitò a guardarsi le mani,chiuse in un
pugno stanco.
-Shin come sta?-chiese poi,quasi di getto,Nana.
-Shin? Bene,bene…dovrebbe essere di ritorno tra poco!- le
rispose,candida,Hachi –Perché?-
-No,così…come si sta a vivere con un ragazzo poco
più che maggiorenne?-cercò di ridere.
-Normale! Come si dovrebbe stare? Alla fine anche lui mi chiama
“mamma”,è come un figlio!
C’è da dire però che mi sta davvero
troppo poco a sentire,se la spassa sempre in giro!-
Nana rise leggermente e non chiese più nulla.
Verso le otto,Nana e Satsuki tornarono a casa. Ren era appena rientrato
insieme alla figlia più piccola,e entrambe erano corse in
bagno a lavarsi,prima della cena.
-Com’è andata con Mizuki?-chiese Nana al
marito,una volta soli.
-Benissimo! Mi ha fatto morire…ho corso come un pazzo! Come
glielo devo dire,che non ho più l’età
per queste cose?-rise,poi le si avvicinò e le prese le mani
–andiamo in sala…almeno lì staremo
più comodi,no?-
Nana annuì e si spostarono in sala,sedendosi sul divano.
-Ti ricorda qualcosa questo divano?- chiese Nana,ridendo leggermente.
-Oddio,perché me lo hai ricordato? Quando mi hai detto
“sono al secondo mese di gravidanza”…
stavo per morirci,su questo coso!-rispose,ridendo,Ren. Si
avvicinò a lei e la avvolse tra le sue braccia,facendole
appoggiare la testa sul suo petto –Finalmente un
po’ di pace…non si sta divinamente?-
-Hai ragione…e…-Nana si girò,guardando
il ragazzo con fare provocante –…la sera sta
arrivando…-
-E poi sarei io il porco,eh?-chiese,ridacchiando.
Nana gli diede un bacio e gli sorrise.
Le bambine tornarono,lavate e vestite; insieme cenarono con la pizza
arrivata a domicilio,fiumi di coca cola e della birra per i genitori.
-Mamma,sei sicura che se bevi e fumi tanto,poi ti sentirai bene?-
chiese,candida,Mizuki.
-Ma certo,amore! Non mi succederà
niente…perché io sono grande!-
rispose,ridendo,Nana.
Mangiarono,come una normalissima famiglia,poi si spostarono in sala e
guardarono un film,in modo che le bambine si addormentassero in fretta.
La storia parlava di due ragazze,con lo stesso nome,che si conoscono da
quando erano piccole,ma che nascondono dei grandi segreti; la fregatura
fu che,a film finito,tutti e quattro scoprirono che era il primo di una
trilogia,e che il segreto non sarebbe stato svelato fino
all’uscita dei seguenti due film.
Verso le undici,le due bambine se ne andarono a dormire,mentre Nana e
Ren rimasero abbracciati sul divano.
Stettero in quella posizione per alcuni minuti,sfiorandosi le mani,poi
Ren interruppe il silenzio:
-Tra una settimana…è Il Giorno…te
lo ricordi,vero?-
-Sì che me lo ricordo,Ren…e se lo ricorda anche
Hachi…ma poi,perché abbiamo scelto proprio quel
giorno?-
-È il nome di una canzone dei Trapnest…una
canzone che lei
ha sempre cantato…- si rattristò per un attimo
Ren,per poi darle un bacio sulla testa –Vieni…-le
sussurrò,alzandosi dal divano e porgendole una mano,per
farla alzare –Signora Honjo,mi
segua…-disse,inchinandosi col busto.
Nana rise e lo seguì. Non appena arrivati davanti alle
scale,Ren la prese in braccio e la condusse verso la camera.
Entrò,richiudendo la porta alle sue spalle.
-Ti dice qualcosa questa scena?-le chiese,sorridendo e facendo toccare
terra alla donna.
-Oh,fin troppe cose…-rispose lei,ridendo –Ormai lo
abbiamo fatto da ogni parte…anche sul comodino! Te lo
ricordi?-
Ren le mise un dito davanti alla bocca e,lentamente,fece scivolare via
i vestiti della donna,che caddero a terra. Lei lo
baciò,teneramente,poi sempre con più
passione,togliendogli la maglia e slacciandogli i pantaloni di pelle e
abbassandoglieli leggermente.
-Non ha intenzione di aspettare,a quanto vedo,eh?-le
sussurrò,piano,Ren,per poi baciarla.
-E siamo ancora contro il muro…-osservò
Nana,ridendo sommessamente.
L’uomo l’abbracciò e insieme si
spostarono sul letto,sul quale continuarono le carezze e i baci.
-Ren…che ne dici…facciamo un altro
bambino?-chiese la donna,appoggiata sul cuscino rosso.
-Cosa?- chiese,meravigliato,Ren –S…sarebbe
bellissimo! Ma…ne sei sicura…?-
-Sì,Ren…tantissimo…ma questa volta
voglio un bel maschietto,eh! Quindi impegnati…-rise,e lo
baciò.
-Vedrò cosa posso fare…-rispose,ridendo,il
ragazzo,per poi tornare serio –Allora,lo facciamo?-
-Sì- rispose,senza ripensamenti Nana.
Ren sorrise e la baciò,spogliandola degli ultimi indumenti
che le erano ancora rimasti addosso.
-Ren…voglio che,ora,tu mi bendi…-gli chiese la
donna.
Ren accettò la provocazione della donna e prese una sciarpa
sulla sedia,di seta leggera,coprendo gli occhi della moglie.
–Ora sei nelle mie
mani…completamente…-le sussurrò
all’orecchio,per poi mordicchiarglielo leggermente.
-Lo so…sono pronta a correre il
rischio…-rispose,iniziando a graffiare leggermente la
schiena di Ren.
I loro baci divennero più profondi,Nana iniziò a
tenersi al letto con le mani,mentre Ren toccava il suo corpo per farle
provare piacere,le lasciava dei segni e la baciava di nuovo,per farle
sentire che lui c’era,era lì,era con lei. Le mani
della ragazza si poggiarono sulla testa di lui,accompagnandola nei suoi
gesti lenti e calibrati,finché non egli non
aumentò il ritmo,facendola ansimare sommessamente e gemere a
bocca serrata contro il cuscino.
Fecero l’amore baciandosi,abbracciandosi,rendendo unico ogni
momento; il corpo di lei veniva riscaldato da quello di lui il
quale,privo del lenzuolo rosso che lo potesse coprire,la penetrava
dolcemente e la stringeva a sé.
Dormirono per qualche ora e si risvegliarono,come ai vecchi
tempi,abbracciati.
Nana guardò la sveglia digitale sul comodino,la quale
segnava le sei e mezza. Imprecò,mentalmente,accorgendosi che
Ren dormiva ancora. Gli baciò la fronte e gli
sistemò i capelli; improvvisamente,si sentì
prendere un braccio:
-Buongiorno amore…-le disse Ren,avvicinandola a
sé e aprendo un occhio.
-Ren…ti ho svegliato? Scusami…-gli rispose
lei,baciandogli la fronte.
-No,no,tranquilla…facevo finta di dormire,in
realtà-le strizzò
l’occhio,eloquentemente.
-No,dai,Ren…ancora?-chiese lei,stanca.
-Ma Nana! perché capisci sempre male le mie intenzioni?-
-Non fare il furbo con me,tu! Ti conosco troppo bene…so cosa
vuol dire quel tuo occhiolino!-
Ren rise e l’abbracciò,coprendola con le coperte
fino al naso. –Come stai?-
-Bene…perché?-
-Così…è bello,vero? Stare
abbracciati,come ai vecchi tempi…mi sembra di essere tornato
indietro,nella casa di Osaka!-
Nana sorrise e ripensò a quei momenti vissuti insieme,quando
avevano ancora solo 16 anni.
-Ah,Satsuki mi ha chiesto quando ci torniamo,a Osaka…cosa le
dico?-chiese lei,guardandolo negli occhi.
-Dille che appena possiamo,torniamo a casa…mi manca tanto
quel magazzino! La casa qui è grande e bella,ma
là…-
-…È tutto diverso,vero?- finì la frase
la donna.
-Esatto…e poi Miu e Yasu ci vanno spesso…magari
un giorno ci uniamo a loro,chiamando anche Nobu e Asami! Che ne dici?-
-Oddio,Yasu e Miu no! Perché se vengono loro,ci
sarà dietro anche Hito…e lo sai benissimo che
Satsuki ne è infatuata!-
-Cosa? Stiamo parlando dello stesso Hito Takagi,figlio di Yasu? Quello
che,al contrario del padre,ha i capelli?-
-Sì,esattamente lui…su,Ren! Sveglia!-gli
schioccò le dita davanti agli occhi,come per riportarlo alla
realtà.
-Ma non è vero! A me non lo ha mai detto!-
-Come no? A me lo ha detto,eccome…! È impossibile
che tu non lo abbia notato! Gli è sempre distante quando
c’è…ma guarda i suoi occhi!-poi divenne
seria -…Ren…Satsuki è
strana…-
-Che ha fatto?- si allarmò,alzandosi su un gomito.
-No,nulla…è solo che ieri mi ha detto
“mamma perdonami di essere nata” e discorsi
simili…io…non puoi capire quanto ci sia rimasta
male…è stato orribile sentirmelo dire da
lei…-
Ren le prese la mano,prese fiato e rispose: -Credo che Satsuki sappia
la storia della sua nascita,ma probabilmente la sa
sbagliata…io le ho accennato qualcosa,ma…-
-Tu le hai accennato qualcosa?- ripetè Nana,sbarrando gli
occhi –Perché? Quando?-
-Non volevo avere segreti con nostra figlia,Nana…quando
aveva 6 anni circa le ho accennato qualcosa…ma nulla di che!
Sai,credo che lei ti somigli in tutto…-le sorrise,dolcemente
-…oltre ad essere identica a te fisicamente,lo è
anche dentro…una piccola Nana,insomma!-rise,leggermente,per
poi darle un bacio sulla fronte e tornare steso sotto le coperte.
-Come puoi tornare a dormire? È atroce questa cosa!-
strepitò lei,aggrappandosi a un braccio del marito.
-Nana…lo sai cosa significa crescere troppo in fretta,no? Lo
abbiamo passato entrambi…ma non ti preoccupare,è
una bambina con la testa sulle spalle,ha una sorella e ha
noi…non è abbandonata a se stessa.
Tranquilla,ok?-le sorrise.
-Ma Ren…-cercò di replicare,ma lui la prese e
l’abbracciò,buttandosi sul materasso.
-Ti prego,Nana…non avere paura per nostra
figlia…sa bene che le amiamo…ma non farmi venire
questi dubbi…perché sennò potrei
capire di non aver concluso davvero niente nella
vita…-avvicinò la sua testa al collo della
donna,abbracciandola forte.
Le braccia di Nana si strinsero attorno al collo del ragazzo:
-No,Ren…non dire così…non è
vero quello che dici…scemo…-cercò di
dire,sorridendo –Perché se tu hai fallito,io cosa
dovrei dire?-
Ren le tappò la bocca con un bacio,per poi sussurrarle:
-Nana…amore mio…tu non hai fallito. Noi non
abbiamo fallito. Satsuki è intelligente,è
sveglia…ha capito come gira il mondo,pur avendo non ancora 8
anni. Tutto qui. Ok?- cercò di convincerla.
La donna si strinse a lui e lo baciò,di nuovo,per poi
passare al suo collo.
-Hai ancora il segno di ieri…-le fece notare Ren,mentre la
bocca di Nana era incollata al suo collo.
-Davvero? Strano…Hachi non mi ha detto nulla!-
-Sì,sì,guarda…proprio
qui…-si avvicinò al collo di Nana con la bocca e
lo baciò,lasciandogli un altro segno. –Guarda,ora
lo vedrai bene!-ridacchiò.
-Ren!-rise Nana –Ora vedrai in che modo ti do il
buongiorno…-gli disse,sparendo sotto le coperte.
-Nana,Nana…già al mattino?- cercò di
fermarla Ren,mentre le sue mani,autonomamente,erano finite sui capelli
della ragazza.
-Nana…credo che le bambine si siano
svegliate…-cercò di farla fermare lui,ma lei non
aveva alcuna intenzione di riemergere dalle coperte. Ren
iniziò ad ansimare e,pochi minuti dopo,a gemere
rumorosamente,gli occhi chiusi e la mente libera,per un attimo,da ogni
pensiero.
-Buongiorno…-disse lei,facendo sbucare la faccia divertita
dalle lenzuola –Hai finito di urlare?-
Ren rise e l’abbracciò.
-Che ne dici,Ren…e se ci andassimo domani ad Osaka? Domani
è il 7 aprile…non è proprio
l’anniversario,però sarebbero 8 anni
e…quanti mesi?-
Ren fece un paio di calcoli con le dita e azzardò a
rispondere: -8 anni e 8 mesi,se non sbaglio…oooh,insomma,lo
sai che sono una frana nei conti! A scuola non ci sono mica andato,io!-
rise –In ogni caso…va bene,signora
Honjo…ma solo perché oggi sono di buonumore!-
Nana scoppiò a ridere e lo abbracciò.
–Ren…che ne dici,dormiamo ancora un po’?
Sono solo le sette,ormai…ti prego…-
-Sei stanca,povera bambina? Non eri più abituata a fare
certe cose a notte fonda,eh?-
Nana rise e replicò: -Beh,se tu non ci sei,io come mi
diverto? Non sono mica come te,che hai mille amanti in ogni
città…-
-Mille? Che offesa! Io ne ho milioni,di amanti!-le sorrise
–Ma tu sei quella a cui tengo di
più…-le sfiorò il braccio,sul quale
era ancora raffigurato il fiore di ren.
–Ah!-esclamò,d’un colpo –Ho
sentito Nobu! ha chiesto quando proveremo di nuovo…che data
proponi?-
-Ah,cavolo! Avevo detto ad Hachi che domani avremmo
provato…ma se volessimo provare,non potremmo andare ad
Osaka! Cosa preferisci tu?-
-Quello che vuoi,Nana…come ti senti meglio tu!-
-Beh…-ci pensò su un attimo –La mia
voce ha bisogno di una rivisitatina…direi che le prove
domani ci stanno perfettamente-gli sorrise,avvicinandosi ancora un
po’ a lui.
-“I came here
for one simple reason…do you remember it?”-
iniziò a cantare Ren.
-“It’s
because I’m looking for you everywhere and I will never
stop…”-continuò Nana
– “Look
inside yourself and find the reason…you’re just a
fucking shit, but you will die with me!”-rise e
continuò a cantare quei tre minuti di canzone –“…you’re
just a fucking shit,but you will die with me!”…Thank
you.-
|
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Capitolo 14 *** the end. ***
Faceva freddo,quella sera,benché fosse aprile inoltrato.
Faceva freddo perché la finestra era rimasta aperta,e Nana
non aveva alcuna voglia di alzarsi e andarla a chiudere.
Benché fosse coperta dal lenzuolo,sentiva che le sue braccia
erano esposte al vento che,sbattendo contro le persiane,arrivava dritto
fino al letto in cui,quella sera,non riusciva proprio a dormire.
“Svegliati,Ren” pensava,mentre lo guardava dormire
beato,appoggiando la guancia destra sul cuscino e la mano sinistra sul
fianco. Gli sorrise,gli sfiorò il volto con la mano,poi si
decise ad alzarsi,trascinando con sé parte del lenzuolo,per
riuscire a coprirsi.
-è più bello quando sei nuda vicino a
me…-
Nana si girò di scatto:aveva sentito,flebilmente,la voce di
Ren; lo vide sorriderle,gli occhi semi chiusi,allungando un braccio
verso di lei,come per riportarla vicino a sé.
-Come,prego?-chiese lei,facendo finta di non aver capito.
-Torna tra le mie braccia…-rispose lui,per poi soffermarsi a
guardare la sagoma che aveva davanti agli occhi,così magra e
così perfetta; abbassò il braccio,facendolo
cadere sul materasso,che fece alzare leggermente il copriletto.
-Un attimo…se ti fossi svegliato prima,l’avresti
chiusa tu la finestra! Invece tocca alzare a
me…-rispose,facendo finta di essere arrabbiata.
Lasciò cadere il lenzuolo,la finestra era troppo lontana per
far sì che esso riuscisse a coprirla. –Non mi
guardare…-disse,girandosi di sfuggita,e accorgendosi che
l’uomo la stava guardando –Non ho mica
più vent’anni…il mio corpo sta andando
in rovina!-chiuse velocemente la finestra,mentre la sua pelle si
irrigidiva alla presenza del vento.
-Io onestamente non vedo alcuna
differenza…anzi…sei ancora più bella
di prima…-rispose Ren,sorridendole dolcemente
–dai,torna a letto…voglio coccolarti un
po’…-
-Un attimo,su…ricordati che domani è Il Giorno…dobbiamo
dormire almeno un po’!- disse lei,avvicinandosi al letto e
prendendo il pacchetto di sigarette dal comodino.
–Vuoi?-chiese,porgendogli una sigaretta.
-Sì,grazie…-rispose lui,prendendone una
–Sono quasi finite…ricorda di comprarle,anche io
sono a secco…-le prese la mano con il pacchetto,che cadde
sul materasso,e la baciò,leggermente,sentendo quanto fossero
sporgenti le sue nocche.
Nana sorrise,gli si avvicinò,appoggiò il suo
collo sul naso di Ren e gli chiese: -ti piace?-
-Che cos’è? Hai cambiato profumo?-
osservò lui,dispiaciuto.
-Circa…l’ho provato,e mi piace…ora sono
in conflitto! Non so se usare questo,o la nostra colonia…-
-Te lo permetto solo se c’è anche la versione
maschile,così me la compro anche io…-le sorrise e
la baciò,alzandosi su un gomito e portandola a sé
con la mano libera.
-Ti farò sapere…-rispose lei,per poi
stropicciarsi gli occhi per via del sonno. –Dormiamo,Ren?-
chiese,stanca.
Ren si girò e guardò la sveglia,che segnava le 3
del mattino. –Non so…sono le 3…-
-Le 3? Ma è tardissimo,cavolo!
Dai,dormiamo…-sprofondò sotto il lenzuolo
che,finalmente,la riscaldava.
Ren sorrise nel vedere Nana così rilassata;
l’abbracciò,girandola verso di sé per
poterle guardare il viso mentre dormiva,e le diede un ultimo bacio.
–A domani,amore…-
-A domani…-rispose lei,sorridendo leggermente,per poi
addormentarsi nuovamente.
-Satsuki…domani andiamo a trovare zia Reira,vero?- chiese
Mizuki che,senza un vero motivo,si era svegliata.
-Mizuki…perché sei sveglia anche tu?- chiese
Satsuki,guardando la sveglia che segnava le 4.
-Non lo so…-ci pensò su un attimo –e tu
perché sei sveglia?-
-Non lo so…-rispose lei,senza sorridere,tanto la sorella non
se ne sarebbe accorta,visto il buio –Comunque
sì…domani andiamo a trovare zia Reira…-
-Ci saranno tutti,vero?-
-Sì…purtroppo…-
-Perché purtroppo?-
-Perché ci sarà anche Hito! Cosa gli dico appena
lo vedo?-
Mizuki rise leggermente e rispose: -Beh,digli
“ciao” prima di tutto,no? Poi fate come mamma e
papà…salutatevi con un bacino!-
Satsuki scoppiò a ridere: -Ma quello lo possono fare mamma e
papà perché si vogliono bene! Hito non mi vuole
bene come il papà ne vuole alla mamma…-
-Va beh…- rispose la bambina,dispiaciuta
-…però forse un giorno vi vorrete bene come loro
due!-
Satsuki non rispose e si infilò nuovamente sotto le lenzuola
viola. –Dormiamo,ora…domani sarà una
giornata pesante…-
-Ok sorellona,a domani…ti voglio bene,buonanotte!-
disse,sorridendo,e si addormentò.
Satsuki non rispose,si limitò a sorridere,pur sapendo che
lei non l’avrebbe vista,poi chiuse gli occhi.
-Buongiorno bambine!-urlò Ren,piombando in camera delle
figlie con l’intenzione di svegliarle.
Satsuki aprì un occhio,mentre Mizuki si
svegliò,senza alcuna voglia di uscire dalle coperte.
-Sveglia!- continuò a strillare l’uomo,aprendo le
persiane per far entrare la luce di aprile nella stanza.
-Papà,facci dormire!-rispose Satsuki,coprendosi il volto con
il lenzuolo.
-Ma sono le dieci e mezza e siete in ritardo per oggi!-
strillò di tutta risposta Ren,dirigendosi verso Mizuki,per
poi tirarle via le coperte e prenderla in braccio di peso.
-Papà!!!-strillò la bambina che,ancora
addormentata,iniziò a picchiare fiaccamente i pugni contro
la pancia del padre.
-Muovetevi,dai…la mamma ha preparato la colazione!-
Satsuki si alzò di scatto e strillò: -Oddio,la
mamma ai fornelli? Papà,ma è una disgrazia! Io
non mangio!-
Ren si mise a ridere e,con la sorella in braccio,tese una mano a
Satsuki affinché si alzasse dal letto. –Se ti
alzi,facciamo colazione all’occidentale nel
bar…che ne dici?-
-Si!!!-strillò Mizuki.
-Non tu!-rispose,stizzita,Satsuki.
Ren si mise a ridere e finalmente si diresse al piano di sotto con le
due bambine.
Fecero colazione tranquillamente,poi Nana aiutò le bambine a
vestirsi,lei e Ren si cambiarono e insieme partirono.
-Indossi sempre quello…-le fece notare Ren,una volta seduti
nella Porsche nera.
-Eh?- chiese Nana,distratta,senza capire cosa stesse dicendo il ragazzo.
-Indossi sempre questo vestito,in questo giorno…-la
guardò.
-Piace tanto a Hachi…dice che su di lei starebbe malissimo,e
lo vuole vedere su di me…-rise,leggermente,le gambe
accavallate.
-Sei pronta?-
-Affatto…Preferirei fare di tutto,piuttosto che andare
lì…-
-Tranquilla,Nana…andrà tutto bene. Pensala come
un modo per stare davvero tutti insieme…-
-Scemo…-gli sorrise,appoggiando la sua mano destra su quella
sinistra del ragazzo,posizionata sulle marce.
-Mamma,ci sarà anche Hito?-chiese Mizuki,notando che il
colore della faccia della sorella,alla pronuncia di quel
nome,mutò in rosso,poi viola,blu,arancione e giallo.
-E a te cosa interessa? Comunque sì,ci sarà anche
lui…- rispose Nana,sorridendo.
-No,niente,così,mamma…e ci sarà anche
Miyu?-
-Miu,Mizuki,ricordati che non le piacciono i soprannomi...non chiamarla
Miyu! In ogni caso,credo proprio che ci sarà anche
lei…perché non dovrebbe venire?-
Mizuki non rispose,la domanda di Nana,forse retorica,cadde nel vuoto.
Arrivarono al luogo in cui,tutti gli anni,quel giorno si ritrovavano.
-Hachi!-urlò,sorridendo leggermente,mentre le andava
incontro.
-Nana!-rispose lei,camminando nella sua direzione,seguita da Satsuki.
Le loro figlie maggiori si salutarono abbracciandosi forte,poi Satsuki
Honjo guardò l’amica e
l’abbracciò ancora,per farle capire che lei
c’era,ed era lì per lei.
-Satsuki!- si sentì una voce da lontano.
-Oddio,aiuto!-Satsuki divenne tutta rossa,mentre sua sorella Mizuki
iniziò a ridacchiare alle sue spalle
–Oddio,Satsuki,cosa faccio? C’è Hito!-
L’amica sorrise: -Salutalo,su…-
-Ciao…Ciao,Hito…-rispose la
bambina,imbarazzata,guardando gli occhi color nocciola come quelli
della madre guardarla languidamente.
-Ci siete tutti,a quanto vedo…-si sentì
pronunciare la voce di un uomo che si stava avvicinando al gruppo di
bambini.
-Yasu!-lo salutò Nana che,senza volerlo,prese la mano di Ren
–C’è anche Miu?-
-Sì,sì…è là,con
Asami…-indicò due puntini neri,più
lontani.
Yasu e Ren si salutarono con un cenno che esprimeva tutto il loro
cordoglio,poi Ren si spostò verso Hito:
-Ehi,Hito! Come stai?- cercò di sorridere.
-Bene,zio!- rispose lui,cercando di ricambiare il sorriso
–Sai,mi sa che ho trovato la fidanzatina…-
-E chi è?- chiese curioso,mentre dentro di sé
pensò “Se dici che è mia figlia,ti
spezzo le gambe!”.
-Ren,dovresti saperlo,sono segreti questi!- rispose il
bambino,facendogli l’occhiolino.
-Dai,dai,una confessione tra uomini…-cercò di
convincerlo lui,piegandosi sulle ginocchia e abbracciandolo con un
braccio.
-No,no,zio…non posso!-gli sorrise Hito,per poi fuggire via e
tornare dalle sue due amiche.
Ren si alzò in piedi,guardò Nana che nel
frattempo era andata da Nobu e avevano iniziato a parlare,poi
guardò Hachi e le sorrise,per avvicinarsi a lei e
abbracciarla,stringendola forte,come faceva con le sue figlie.
-Ren…non ti preoccupare…passerà anche
questa giornata…-cercò di rassicurarlo la donna.
-Nana…passerà,passerà.- disse,senza
accorgersi di averla chiamata “Nana” e non
“Hachi”,come faceva abitualmente.
-Facciamoci forza insieme…-cercò di dire lei,con
un sorriso,ma le braccia così calde di Ren la fecero
piangere.
-Ehi,Ren…che succede?-chiese Yasu,accorgendosi che Hachi
stava piangendo.
-Nulla…solo la tristezza…e la
nostalgia…-rispose lei,staccandosi dall’amico e
guardando Yasu.
Yasu sorrise loro e,prendendo la mano di Hito,andò verso
tutti gli altri.
-Nobu…come stai?-chiese un ragazzo dai capelli castani
chiaro.
-Ciao Shin! Da quanto tempo è che non ci vediamo?-lo
guardò,era davvero cambiato; notò
l’assenza del piercing al labbro,della catena che lo
collegava al lobo,i capelli erano tornati del loro colore naturale ed
erano lasciati morbidamente appoggiati alla nuca.
-Davvero da tanto…scusa Nobu…ma quando si
avvicina questa data,non mi piace molto uscire…-rispose
lui,lo sguardo chino sul terreno.
-Lo so,lo so…dai,andiamo,ci stanno aspettando tutti
là…-indicò Nana,Hachi,Yasu,Ren e tutte
le altre persone che erano con loro.
Si avvicinarono,salutarono i figli dei loro amici,Satsuki Ichinose
salutò,tutta emozionata,Shin e gli prese la mano,per
condurlo verso il semicerchio che,come ogni anno,si era creato.
-Ciao,Reira…-sussurrò,flebilmente,Shin,guardando
in mezzo al semicerchio.
-Ciao,Takumi…-cercò di dire Hachi,mentre cercava
la mano della figlia disperatamente.
Al centro del semicerchio c’erano due lastre di marmo,con
incisi dei nomi,e tanti fiori. Nella prima lastra di
marmo,l’incisione diceva,a caratteri d’oro,
“Takumi Ichinose.”,con data di nascita e di morte.
La seconda lastra di marmo,a caratteri argento,diceva “Reira
Serizawa” e,parallelamente a quella di Takumi,la data di
nascita e di morte.
-Ciao,Reira...ciao Takumi…-dissero,sottovoce,tutti gli altri
presenti.
Naoki appoggiò un enorme mazzo di fiori bianchi sulle
tombe,coprendosi gli occhi con gli occhiali,mentre Yasu strinse la mano
a Hito,guardando in lontananza Miu.
-Ren…come stai?-chiese sottovoce Nana,guardandolo con la
coda dell’occhio.
Lui non rispose,si limitò ad abbracciarla,avvolgendo le sue
spalle con il braccio sinistro.
-Ti prego,non mi lasciare…-le disse
lui,piano,all’orecchio.
-Perché dovrei farlo?-chiese lei,stupita.
-Non lo so…ma non fare mai che uno di noi due veda la tomba
dell’altro…te ne prego.- le rispose lui,mentre
guardava la sua Satsuki stringere forte la mano alla figlia di Hachi.
-No,Ren…non lo farò mai accadere. Te lo
prometto.- rispose Nana,appoggiando la testa sulla spalla del marito.
Calò il silenzio nel cimitero K. La luce di aprile sbatteva
contro le gocce di rugiada che erano rimaste a riposare sulle foglie
degli alberi,i mormorii degli animali erano cessati e l’erba
corta,alternata dalla breccia bianca,spianava il passaggio a tutte le
persone che,quel giorno,erano venute a fare visita alle due lapidi.
-13 aprile…-iniziò una voce;era Shin
che,guardando verso il basso,ogni anno pronunciava alcune parole per
aprire il discorso -…la melodia scritta da Ren,arrangiata
poi da Takumi e cantata da Reira…è questo il
motivo per cui abbiamo deciso di celebrare il giorno della memoria
oggi.- prese fiato e continuò,calibrando le parole
–Forse,se tutti noi avessimo compiuto anche solo una scelta
diversa,la nostra esistenza sarebbe migliore,chissà;
purtroppo non abbiamo la capacità di vivere il giorno due
volte,e il nostro egoismo,più o meno battente che sia,ci
conduce attraverso l’azione che più soddisfa il
piacere momentaneo.-
-Credo di parlare a nome di tutti- continuò Ren
–dicendo che tutto ciò che è successo
in questi ultimi 10 anni sia frutto della più totale
assurdità. Ma trovo ancora più assurdo il fatto
che tutto sia cominciato con un sogno comune,un sogno chiamato
Trapnest.-
-Fermati,Ren! Cosa stai dicendo?-lo bloccò Naoki,senza
capire dove volesse andare a parare.
-Fammi continuare,Naoki.- lo zittì Ren –Sono
troppi anni che mi tengo dentro questo pensiero. Stavo dicendo che
trovo assurdo il fatto che tutto sia cominciato dallo sbarco dei
Trapnest come band di alta qualità.
Com’è possibile che i sogni possano portare alla
morte? Quando pensi di avere il mondo tra le tue mani,ti accorgi di non
avere altro che polvere. E la cosa è assurda. Non
saprò mai cosa Reira abbia davvero provato quando,mentre il
sangue le scorreva dalle vene,perdeva lentamente i sensi
e,accasciandosi a terra,abbia detto la sua ultima parola. Non so cosa
abbia provato Shin nel vedere la donna per cui aveva lasciato
tutti,morirgli davanti e lui,impotente,non ha potuto fare altro che
guardarla. Non…-
-Cos’avrei dovuto fare,scusa?- lo interruppe Shin.
-Fammi finire.- zittì anche lui –Non
saprò mai tutte queste cose. Ma,tra noi,nessuno,o pochi
eletti,lo saprà mai. Non vivremo mai le emozioni che hanno
provato gli altri. Possiamo immaginarle,ma non è la stessa
cosa. Ma se potessi,vorrei provare la stessa sensazione che ha subito
Reira mentre,lentamente,moriva accasciata per terra;
perché,allora,quest’assurdità che la
gente chiama vita mi sembrerebbe davvero priva di dolore.-
Nana spalancò gli occhi,fissando Ren impietrita. Hachi si
mise a piangere,Nobu l’abbracciò e con lui anche
Asami. Non riuscendo a dire nulla,Nana continuò a fissare il
marito che schivava il suo sguardo e posava il proprio sulle due lapidi
di fronte a loro.
-Cosa…-sussurrò a malapena Nana,facendo girare di
scatto Ren.
-Nana…-la guardò e
l’abbracciò,forte,scoppiando a piangere.
-Cosa significava il tuo discorso,Ren?-chiese,debolmente,la donna
–Cosa volevi dire?-
-Volevo dire che,forse,morire per amore è la scelta
più giusta da fare…specialmente,quando sai che la
persona che ami,in terra,non potrai mai averla.-
-Ren…Reira ha preferito la morte perché ha avuto
paura di vivere,capisci? Non ha senso! Perché lei aveva
Shin,lei ha deciso cosa fare del suo destino,sprecarlo così
è stato da stupidi!- rispose Nana,decisa,scrollando
leggermente le spalle dell’uomo davanti a
sé,mentre i suoi capelli corti dondolavano insieme al suo
capo.
-Nana…-Ren pronunciò solo il suo nome,poi si
lasciò andare al dondolio che Nana gli procurava
scuotendogli le spalle.
Continuarono a mormorare parole di cordoglio,tutti i presenti,mentre
Nana guardava quanto fossero tutti cambiati,dopo 8 anni,tranne lei.
Miu si era sposata con Yasu,avevano avuto un figlio,Hito,di un anno
più piccolo di Satsuki. Il bambino assomigliava
completamente alla madre,tanto che a Nana piaceva scherzare sul fatto
che in realtà il padre di Hito non era lui,altrimenti
sarebbe nato pelato. Miu aveva i capelli corti,ora,circa come quelli di
Nana,mentre Yasu era il solito skin head di una volta.
Spostò lo sguardo poi su Nobu,il quale,dopo tutti quegli
anni,stava ancora con Asami,che non gli aveva mai dato un
figlio,né glielo avrebbe mai potuto dare.
Si spostò su Hachi,l’unica vera amica donna che
avesse mai avuto e con la quale aveva trascorso gli ultimi 10,forse 11
anni della sua vita. Lei era la persona che più
l’aveva aiutata,più di Ren,più di Yasu;
nonostante tutto,era colei che aveva sofferto più di tutti i
presenti,per una gravidanza inattesa,instabilità di
rapporti,un matrimonio fallito in partenza e la morte prematura del
compagno. “Questa è la vera ingiustizia della
vita.” Pensò,mentre guardava Satsuki Ichinose
porgere una rosa bianca sulla lapide del padre.
Guardò poi Shin,il quale era così cresciuto
fisicamente e mentalmente da sembrare irriconoscibile.
Infine guardò se stessa,la sua famiglia,Ren; lei era
esattamente come 8 anni prima,forse anche come 10 anni prima; Ren,a suo
avviso,non era affatto cambiato,nemmeno dopo i due loro bambini. Aveva
gli stessi occhi di un tempo,o forse era lei che diceva così
solo perché riusciva ancora a specchiarsi in essi. Si
guardò le mani,la fede era lì,vicino
all’anello di fidanzamento,piccola ed essenziale,poi
guardò la mano di Hachi e notò che anche lei
portava l’anello come il suo,non l’aveva mai vista
senza. Tutto appariva assurdo. Tutto era surreale.
-Andiamo,Nana…-disse Ren,prendendola per mano e conducendo
lei e le bambine alla macchina. –Adesso dobbiamo andare a
pranzo tutti insieme,come al solito…-
-…Come voleva Takumi,giusto? Me l’ha detto una
volta Hachi…-sorrise,debolmente,prendendo Mizuki in braccio.
-Amore mio…è tutto finito,tranquilla.-
cercò di tranquillizzarla Ren. –Ormai sono 8 anni
che festeggiamo questa data… “13th of April,this
day that i remember…”…l’ho
scritta io questa canzone,ricordi che piaceva anche a
te,benché a cantarla fosse Reira?-
Nana sorrise e annuì col capo.
-Shin…andiamo?- chiese,da un’altra parte,Yasu.
Il ragazzo non rispose. Davanti a lui passavano
immagini,flash,dialoghi,di quell’ultima volta in cui lui e
Reira si erano parlati.
“-Shin,lasciami
andare! Il mio posto non è qui! La mia voce è
cieca,se non canta nei Trapnest!-
-Reira,cosa dici? Reira!
Reira! Oddio! Sta arrivando l’ambulanza,ti
salverò,te lo prometto!-
-No,Shin,non voglio
essere salvata…lasciami andare da Takumi…lasciami
essere felice almeno lassù…dammi la
possibilità di avere colui che in terra non mi è
mai stato concesso!-
-Reira,non puoi
lasciarmi qui! Ti prego! Non dire stronzate!-”
Poi vide del sangue. Tanto sangue. E un elettrocardiogramma che segnava
che il cuore non batteva più. Non la vide piangere,non ne
aveva più la forza. Non la vide dimenarsi,la forza dei suoi
muscoli se ne stava andando assieme al suo sangue. Vide solo il
coltello,nelle mani della ragazza,che,pochi istanti prima,aveva
lacerato i suoi polsi,le sue gambe,il suo viso. E solo due giorni dopo
ebbe il coraggio di entrare nella loro camera da letto,e
trovò una lettera di addio,che cercava di rileggere ogni 13
aprile.
“Ciao Shin.
Scusa se non trovo miglior modo per dirti ciò che
scriverò in questa lettera,scusa davvero.
Scusami se ti lascio così,senza un vero addio,ma il mio
posto non è qui,non è tra voi.
Ho perso ciò che amavo di più,non ha
più alcun scopo la mia vita.
Scusami,ma ti lascio,e lascio tutti gli altri. Non piangere leggendo
questa lettera,me ne vado felice. Perdona i miei peccati…e
prega il cielo per me.
Layla.”
Shin appoggiò una rosa bianca sulla tomba di Reira e
seguì Yasu verso la sua macchina.
****Fine della mia fanfiction. O per lo meno,questo è quello
che voglio far credere :) Devo ammettere che questa storia
avrà un seguito…che ho già iniziato a
scrivere. Quindi, “Ren,che ne sarà di
me?” non sarà una fic davvero
conclusa…continuerà con il suo seguito,a cui non
ho ancora dato un nome. Che dire? Grazie tantissime a tutti coloro che
mi hanno recensita e seguita fino ad ora,davvero,grazie di cuore.
Grazie per le oltre 50 recensioni che il mio racconto ha
ricevuto,grazie per i mille complimenti,grazie davvero. Ma
più di tutti,vorrei ringraziare la persona che mi ha
continuato a dare la forza di scrivere,scrivere,scrivere: grazie,Ari.
Perché se non ci fossi tu,questa storia si sarebbe fermata a
metà,se non a pochi capitoli,mentre invece è
diventata quella che,impressa in un sito,è oggi. E devo dire
grazie a te che,ogni giorno,premevi dicendomi di continuare a scrivere;
io ora scrivo,scrivo,scrivo,e lo faccio soprattutto per
te,perché ti voglio bene,perché sei troppo
importante per me,davvero. Grazie di tutto. E ricordati che sarai
sempre tu a giudicare i miei capitoli,che verranno smontati da me e poi
corretti,riguardati,ricorretti,fino alla stesura finale che ti
farà piangere. E a me piace questa routine,perché
è quella che mi fa stare bene e mi rende tranquilla.
Quindi,volevo farti questa piccola sorpresina per concludere questa
fanfiction,solo per ripeterti le cose che ti dico abitualmente a
scuola,al telefono,quando usciamo; grazie,Ari.
NanaOsaki****
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