You're my favorite danger.

di Bluefeelings
(/viewuser.php?uid=260660)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** Nice to meet you. ***
Capitolo 3: *** Hey, Brad. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***






You're my favorite danger.
Prologue.




Le diverse immagini di vistosi alberi scorrevano rapidamente davanti i miei occhi. Osservavo distrattamente i colori caldi delle foglie secche sugli alberi che, con il vento che tirava, cadevano lentamente sul terreno. Non potevo fare a meno di ammirarne la bellezza. La bellezza di tutto quello che mi circondava in quel momento. Mi sporsi leggermente fuori dal finestrino della Range Rover nero lucido, in modo da sentire l’aria fresca e pulita accarezzarmi velocemente il viso e, trasportare i miei capelli color caramello dietro le spalle. Era da tanto che non mi soffermavo a notare la bellezza di tutto, precisamente da qualche settimana. Da quando i miei genitori sono venuti a mancare in un incidente stradale, di cui fu partecipe anche mia zia Johanne, non riesco più a vedere il mondo a colori. Da quel giorno, tutto alla vista dei miei occhi è diventato più oscuro.
Oggi, non so precisamente per quale motivo, ho ripreso a vedere le cose al meglio.
Da una parte.
L’altra parte, è piena zeppa di pensieri negativi. Infatti, dall’incidente, mia zia restò in coma. Ed ancora oggi lo è, e io non avendo nessun posto dove andare a vivere, sono stata costretta ad andare ad Holmes Chapel nella casa accanto a quella di mia zia.
Fino a qualche settimana fa vivevo a New York, avevo due genitori, un ragazzo, e una casa. Oggi invece mi ritrovo ad andare nella casa dei vicini di mia zia, finché lei si riprenderà dal coma. Dopodichè andrò a casa di Johanne, e potrò riprendere i miei studi in santa pace.
Da una parte sono felice perché il mio ragazzo, Brad, mi ha detto che verrà a trovarmi spesso, e forse prenderà possesso per qualche giorno della casa per le vacanze, dei suoi genitori, e che si trova a poche ore da qui. A Londra.
Mentre dall’altra parte, sono in pieno dispiacere, rabbia e preoccupazione.
Andrò in una casa, dove nessuno mi conosce, e dove non conosco nessuno. Comincerò una nuova scuola, lasciando quella vecchia e i miei migliori amici. Per non parlare di Brad, perché so che lui una volta finite le vacanze estive non potrà più venire a trovarmi, o perlomeno, per l’intero anno scolastico. Il fatto più irritante, è che una volta l’ho beccato ubriaco, mentre si baciava ad una festa con una ragazza. Okay, so che era ubriaco, ma una ramanzina gliel’ho comunque fatta. Abbiamo litigato tanto quasi da lasciarci, e alla fine abbiamo fatto pace quando l’ho perdonato. I miei amici mi dicevano sempre che era uno poco affidabile, ma nonostante questo io sono sempre rimasta dell’idea che fosse un ragazzo a posto. Cominciai a preoccuparmi e a prendere coscienza di ciò, quando lo trovai con le mani nel sacco. Ho paura che possa rifarlo, e che mi tradisca con qualche puttanella come Britthany, la più popolare della scuola dopo me.
I miei stessi pensieri mi irritarono, strinsi maggiormente la presa attorno al volante e guardai nervosamente la strada libera davanti a me, attraverso le lenti scure dei miei Ray-Ban.
Quando alzai lo sguardo, presi l’occasione per rileggere attentamente l’indirizzo della mia nuova, momentanea, casa.
Chensire Street n° 029.
Quando arrivai in un viale di case e ville, notai immediatamente il cartello verde con su scritto Censire Street, al lato della strada. Andando avanti, esaminai tutti i numeri civici del quartiere, finché non arrivai davanti una delle ville più grandi di tutto il luogo. Un numero subito mi sorprese, facendomi capire che era quella la mia prossima fermata.
Spalancai gli occhi e attraverso le mie lenti nere osservai la villa con piscina, scrutandola.
Niente male, però.
Mi guardai velocemente allo specchietto, osservando i miei capelli raccolti in una treccia laterale, che mi ero fatta durante il viaggio. Parcheggiai velocemente in un posto libero, pensierosa su chi potrei trovarmi tra poco davanti gli occhi. Prima di uscire guardai un attimo il cielo, osservano le nuvole per analizzare mentalmente il clima.
Stranamente non c’era una nuvola, il cielo era sereno e quasi faceva caldo. Mi complimentai da sola, per la scelta dell’abbigliamento.
Pensavo una canottiera nera, con una giacca in caso facesse freddo e dei Jeans blu scuro andassero bene.
Quando aprii lo sportello per uscire, presi la mia borsa a tracolla in mano e me la portai in spalla, per poi chiudere lo sportello e girarmi verso la mia nuova dimora. Subito notai qualcosa che prima non c’era, o meglio, qualcuno. Davanti a un’Audi grigia vi era poggiato un ragazzo che mi guardava con fare divertito ed un sorriso sghembo. Se ne stava con le mani in tasca e le gambe incrociate, poggiato sullo sportello. Quando il mio sguardo cadde sul suo viso, Lo scrutai attentamente, la posa in cui era messo gli metteva in risalto il fisico bel scolpito e muscoloso , proprio come la maglietta blu chiaro, che la slanciata scollatura lasciava intravedere dei tratti di due tatuaggi, due rondini per la precisione. Aveva un palio di occhiali come i miei, sempre Ray-ban, portati sulla scollatura della maglietta. Portava dei Jeans stretti ,che, nonostante la cintura, gli ricadevano leggermente in basso, lasciando anche intravedere leggermente i boxer bianchi della Calvin Klein. Per finire, delle converse bianco sporco, basse.
I riccioli morbidi ricadevano sul viso angelico, mostrando la pelle chiara e ben curata, due folte sopracciglia di un castano scuro, come i capelli, mentre gli occhi color verde ghiaccio, scrutavano, invece, me. Alzai una mano accompagnandola fino ad una stanga nera dei miei Ray-Ban, e li abbassai  all’altezza del naso con cautela, senza togliermeli. Tanto da poter posare le mie iridi azzurrine direttamente sul ragazzo.
Però, niente male.
Fece una mossa spontanea, scuotendo i capelli con una semplice smossa. Li scosse come se nulla fosse, in modo fluido e il più scorrevole, anche in modo attraente, direi. Portò poi, di nuovo il suo sguardo sul mio, incrociando le mie iridi con le sue, verdastre. Provoca una scossa su tutto il mio corpo, ma nonostante questo la sua attenzione non mi mette a disagio. Tuttavia, non nego di non essermi chiesta chi fosse quel ragazzo, tanto silenzioso. Alzando nuovamente una mano, prendo i miei Ray-Ban e li rialzo al suo posto con indifferenza. Dopodichè mi avvio verso il bagagliaio, per prendere velocemente la mia valigia.
Dato che mi sta guardando anche una ragazza che passeggia con il cane, mi auguro che nessuno mi fisserà quando mi cambierò nella mia stanza, con binocoli o oggetti inquietanti.
Mi chiedo, cosa hanno tutti da guardare?  Sono una ragazza, non un alieno.
E’ appena iniziata la tua nuova vita, mia cara Alexandra.



 




 
Bluefeelings's Space.

Heilà!
Beh, sono tornata con questo penoso prologo çwç
E' una storia diversa da quelle che di solito scrivo, non so se avete notato c:
Comunque, fatto stà che la Fan Fiction è nata attraverso un sogno che ho fatto, AHAHAH
Okai, con questo vi lascio in pace, e  mi farebbe davvero piacere ricevere qualche vostra opinione.
Anche negativa, non importa. Le recensioni  negative servono a posta per migliorare, no? c:
Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, anche riguardante la Fan Fiction o no, potete aggiungermi su questi contatti:
Facebook, Twitter, Pagina Facebook (il mio nickname sulla pagina: Styles; ).
Ho scritto anche una OS gialla su Harry:
Non andartene, mai.
Bene, credo sia tutto. Quindi se volete contattarmi fate pure, per qualsiasi cosa.
Bluefeelings.


 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nice to meet you. ***


         


You're my favorite danger.
Nice to meet you. 




'And if I might be close to you, and kiss you?' the boy asked.
'I will not be opposed.' she whispered.




Afferrai la maniglia nera della mia valigia, tirandola per poggiarla a terra. Una volta presa, chiusi il bagagliaio e infilai una mano nella tasca dei miei jeans. Tirai fuori un foglietto di carta, con su scritto l’indirizzo e il nome della mia momentanea famiglia.
Censire street n°O29, Famiglia Styles/Cox.
Per sicurezza, controllai nuovamente il numero civico e la via in cui mi trovavo, forse perché non riuscivo ancora a realizzare che vivrò in una villa fantastica.
Spalancai ancora la bocca, proprio come pochi minuti prima.
Ero nel posto giusto.
Non molto lontano da me, sentii qualcuno soffocare una risata. E credo di sapere da dove viene…
Così, alzai lo sguardo e lo vidi. Il ragazzo con l’Audi , stava ridendo. Va bene, ridere è una cosa libera proprio come il nostro paese, però se ride di me la cosa non mi sta bene.
Non c’è nessuno, a parte noi due, è evidente che lo faccio divertire.
- Avanti, che c’è di tanto divertente?- Gli chiesi, alzando un sopracciglio evidentemente infastidita. – Dai, dimmi. Fai ridere anche me. - continuai.
Lui smise di ridere, dopo di che mi fulminò con lo sguardo. Poi subito un sorriso sfacciato spuntò sul suo viso.
- E’ che sei così buffa.- Rispose, divertito.
- Come, scusa? – gli domandai ironicamente, con tono irritato.
Forse non ha capito. Non ha capito con chi sta parlando.
Si spostò dalla macchina e si avvicinò velocemente a me. – Sei Alexandra Evans? – mi chiese con voce rauca, ignorando la mia domanda.
Okay, forse l’ha capito, lo sa.
- Si, e tu ..saresti? - Gli chiesi, passandomi una mano nervosamente fra i capelli e aspettando una risposta da parte sua, alzando un sopracciglio.
Lui scosse i capelli, per poi tornare a guardarmi. – Beh, bellezza, io sono Harry Styles.- Mi rispose.
Styles?
Oh, perfetto! Adesso dovrò condividere la stessa casa con questo individuo.
Un individuo, davvero ma davvero….
Non saprei come descriverlo.
- Okay, Styles, - sottolineai con tono l’ultima parola – non chiamarmi bellezza.-
Lui si avvicinò ancora un po’, mentre io indietreggiai di pochi passi. E ciò lo fece divertire, ero forse diventata un pagliaccio?
- Okay, bellezza.- Continuò anche lui, evidenziando l’ultima parola, stuzzicandomi.
Comincia ad essere odioso, veramente.odioso. Nessuno può trattarmi così, tanto meno uno sconosciuto. Ma chi si crede di essere, questo qui?
- Ti ho detto di non…- Cominciai per rimproverarlo, ma una voce femminile mi bloccò le parole.
- Harry, eccoti finalmente!- esclamò una donna sulla quarantina, con capelli neri e occhi azzurri, che era appena uscita dalla villa di Styles.
Evidentemente doveva essere sua madre, anche perché c’era molta somiglianza.
Il ragazzo si girò, osservando la mora dirigersi verso di noi.
- Ti stavo cercando, oggi deve arrivar…- cercò di avvisarlo, e non posso fare a meno di notare che il figlio ha lanciato un’occhiata verso di me. Forse per farle notare che io sono già arrivata. La signora , subito si girò verso di me, e non appena si accorse della mia presenza mi rivolse un sorriso a trentadue denti.
- Oh, cara. Devi essere tu, Alexandra, giusto?- Annuii, ricambiando il sorriso – Benvenuta cara, io sono Anne e questo è mio figlio Harry, ma penso vi siate già presentati.- Disse, con un tono di voce calmo e educato. Guardò il figlio, come per avere la conferma di ciò che è stato detto.
Lui alzò le spalle con indifferenza, e questo mi irritò e non poco.
Somiglianza fisica c’è…. ma, di carattere, posso giurare che sembrano due persone molto differenti.
Lei, al contrario del figlio è molto più educata e gentile.
- Bene, ti aspettavamo con ansia. E riguardo a ciò che è accaduto, beh.. mi dispiace, Alexandra.- questa volta, il tono sembrava più malinconico, e al posto di un radioso sorriso comparve uno sguardo triste.
Annuii leggermente, per poi posare nervosamente lo sguardo sulle mie converse.
-Anche a me- risposi semplicemente.
Styles non disse una parola, dopo di che ruppe il breve silenzio.
- Mhm, dovresti posare la valigia.- consigliò, guardandosi attorno.
- Giusto. accompagnala tu Harry, mostrale la sua stanza e – Anne si girò verso di me- per qualsiasi cosa, non essere timida. Chiedi se ti trovi in difficoltà.- Annuii, per poi prendere la mia valigia e dire un ‘grazie’ alla gentile signora davanti a me, accennando un sorriso cortese.
Harry mi fece un cenno con la testa, verso la nuova villa ricca di verde e fiori meravigliosi, che ricoprivano l’intero giardino.
Lo seguii, mentre salutavo sua madre agitando velocemente la mano, per poi girarmi verso il vialetto in pietra.
Seguo il riccio, che aprì la porta della casa e –stranamente.- mi invitò gentilmente ad entrare.
Una persona può cambiare l’umore da un momento all’altro? Così, senza preavviso? Ammetto di essere sempre stata una ragazza un po’ aggressiva, e che alle volte diventata timida in un secondo, però io avevo dei motivi validi.
Con le persone che mi danno sui nervi, ho un carattere più forte. Mentre con le persone gentili riesco persino ad arrossire, e ammetto che a volte questa cosa, mi inquieta parecchio.
Fatto sta che il ragazzo che era in mia compagnia, è strano. Cambia il proprio umore ogni minuto; irritante, aggressivo, superficiale e poi quasi gentile.
Il fatto che più mi spaventa, è che per non so quanto tempo dovrò vivere insieme a lui.
Mi guardai attorno, osservando nei minimi particolari l’ambiente in cui mi trovavo. Il pavimento era in legno, con un caminetto enorme alla mia destra. Lo spazio era ampio, i mobili erano moderni, tre grandi divani bianchi accerchiavano un tavolo basso in vetro, rivolto verso un grande televisore al plasma.
Ma qui dentro è tutto grande?
Una scala a chiocciola di legno, troneggiava nel bel mezzo del salotto, dove deduco ci siano le camere da letto. Al piano terra vi erano tre porte, una accanto al caminetto in pietra, forse era il bagno. L’altra doveva essere la cucina, e si trovava accanto al televisore enorme. L’ultima invece, si trovava dietro le scale.
Alzai lo sguardo osservando il soffitto completamente bianco, era tutto così elegante e allo stesso tempo rustico e moderno, lì dentro.
- Wow- mi lasciai scappare – è bellissimo.- Dissi, posando lo sguardo sul riccio.
- Già, ora dammi – indicò la mia valigia – la tua stanza è al piano superiore, accanto alla mia- Mi guardò, e mi rivolse un sorriso che da quel che sembrava, era molto malizioso.
Aggrottai la fronte, squadrandolo. Aspettava che gli passassi la valigia….
Cosa che non feci, infatti gli passai davanti trascinandomela dietro. Sapevo che il suo sguardo è confuso, già lo immaginavo.
- No grazie,  posso fare da sola.- risposi con ovvietà. Lui subito dopo mi fece il verso, imitandomi in  modo penoso, mentre io alzai un sopracciglio infastidita.
Poi mi raggiunse, e restò impalato sotto le scale per farmi passare avanti. Gli mandai un’occhiataccia, per fargli capire che non ero tipo di queste cose.
Avevo già capito che intenzioni aveva, infatti lo avvertoo trucidandolo con lo sguardo.
- No, è meglio se vai prima tu. Avrai altre occasioni per guardarmi il culo. E poi, non voglio che mi metti fretta per le scale, visto che devo portare la valigia.- Lo avvertii, incrociando le braccia all'altezza del seno.
Ridacchiò, cominciando a salire le scale con calma.
- Non era mia intenzione - disse con voce  rauca, scuotendo la testa piena di ricci, in segno di dissenso e con un sorrisino stampato sul viso.
Ma chi crede di prendere in giro? Non sono una ragazza tette e culo. Ho un cervello, eh. Forse è troppo stupido per capirlo, se ne sarebbe dovuto accorgere non appena ci siamo presentati.
Anzi, non appena si è presentato. Anche perché io non lo avrei mai fatto, di mia spontanea volontà, perché per me era solo uno sconosciuto. Proprio finché non ho scoperto, per mia sfortuna, che era proprio lui e la sua famiglia che dovevano ospitarmi. Ovviamente non so se piangere o ridere di questa situazione. Il ragazzo sembra, è sfacciato, malizioso, e per nulla al mondo vorrei sapere cosa gli passa per quella testa piena di ricci.
Lo seguii, avviandomi con  lui al piano sopra e facendo attenzione  a dove i mettevo i piedi. Essendo con una valigia tra le mani, prevedevo già una scivolata di prima categoria, giù per le scale.
Arrivati in cima,  Styles avanzò di alcuni passi, sorpassando due o tre stanze lungo il corridoio bianco e  con molti quadri, fino a fermarsi davanti una porta di legno chiaro.
- Questa è la tua stanza, e quella è la mia.- Mi indicò una porta  vicino a noi, e con fare tranquillo si poggiò con la schiena al muro incrociando le braccia, assumendo una posa comoda.
Annuii con noia, cercando di evitare il suo sguardo e di entrare nella stanza.
- Sei hai bisogno di aiuto, sai dove trovarmi.- Mi avvertì, con un sorriso sghembo, per poi stendermi a terra con un occhiolino.
Il suo comportamento in realtà, mi fece solo innervosire. Anche perché lui non sa  che sono fidanzata,  e pur non sapendo nulla di me se non il nome, cerca di corteggiarmi.
Alzai gli occhi al cielo – Non avrò bisogno del tuo aiuto!- lo avvertii, con un tono di voce alto in modo che mi senta per le scale.
Lo sentii ridacchiare, finché poi non sussurrò un ‘Che tipo difficile’, e  dal tono sembrava che stesse sorridendo.
- Si, sono un tipo più che difficile, per tua informazione.- Risposi sussurrando a mia volta, più a me stessa che a lui. Abbassai la maniglia della porta, posandoci una mano pesantemente sopra. Non appena entrai, chiusi la porta e lasciai la valigia a terra. Non guardai la stanza, l’unica cosa che mi interessava era il letto. Un bellissimo letto matrimoniale, con le coperte viola e che troneggia per la stanza, mi incantò. Mi ci buttai subito sopra, lasciandomi beare tra le coperte  e i cuscini morbidi e soffici. Non feci nemmeno caso a come era decorata la stanza, in quel momento volevo solo dormire qualche ora. Ero stanca da morire, avevo affrontato un lungo viaggio, completamente da sola.

 Voglio abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, nel silenzio più assoluto.

 




Bluefeelings's Space.

Ehi c: 
Ho fatto un ritardo assurdo, e mi dispiace da morire. *sinasconde*
Purtroppo sono stata molto impegnata, e non ho avuto tempo per scrivere.
Ho voluto pubblicare il capitolo il prima possibile, per non farvi aspettare, ed è uscito un po' corto :c
Il prossimo sarà abbastanza lungo da soddisfarvi, spero. c:
Per di più sono tornata con questo capitolo davvero, ma davvero penoso.
A me, personalmente non piace. Poi non so, spero a voi piaccia almeno un po'.
Potete vedere comunque, che le cose si stanno muovendo nella famiglia Styles..
Alexandra è un po' aggressiva nei confronti di Harry, mentre lui sembra corteggiarla. 
Il fatto è che lui non sa che lei è fidanzata, anche se non credo gliene importi AHAHHAAHA

Okai, con questo vi lascio in pace, e  mi farebbe davvero piacere ricevere qualche vostra opinione.
Anche negativa, non importa. Le recensioni  negative servono a posta per migliorare, no? c:
Bene, credo sia tutto. Quindi se volete contattarmi fate pure, per qualsiasi cosa.
Bluefeelings.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Hey, Brad. ***






You're my favorite danger.
Hey,Brad.

 


Un calore importuno parve sulla mie palpebre, costringendomi a batterle più e più volte fino a poter vedere per bene ogni dettaglio. La mia vista si mise a fuoco in pochi istanti, regalandomi  colori intensi e luminosi. La brillantezza di un raggio lucente, sulle mie iridi delicate mi diede talmente bruciore a tal punto di pentirmi di aver aperto gli occhi, mostrando al mondo i miei zaffiri. Con debolezza mi spostai dal centro del letto, e arrivando fino al bordo delle coperte violastre, posai i piedi a terra. Mi guardai intorno osservando la stanza, scrutandola per bene. Prima non ne avevo avuto il tempo, o almeno, non ne avevo la voglia per colpa della stanchezza. All’estremità del letto c’era un comodino rettangolare color panna, con una lampada interamente viola sopra. Era grazioso, come il resto della stanza. Invece, dall’altra parte del letto era stata messa una scrivania in legno chiaro, sicuramente era di ciliegio. Davanti alla scrivania c’era una sedia girevole, nera. Una porta di legno scuro, come quella dell’entrata, era sicuramente il bagno. Si trovava davanti all’armadio grande, fatto di specchi. Mi soffermai ad osservarmi nel riflesso dello specchio, notando che il mio viso era piuttosto cupo. Forse era meglio andare a farsi una doccia, per rilassarsi dopo il viaggio. Mi alzai dirigendomi verso il bagno, mi spogliai mettendo i vestiti dentro una cesta per i panni sporchi. Aprii la manovella dell’acqua della doccia ed entrai dentro. Immediatamente il contatto dell’acqua con la mia pelle mi fece rabbrividire, l’acqua scorreva rapidamente giù per tutta la mia  schiena, accarezzando la pelle. In quel momento, improvvisamente, mi venne in mente un ricordo sbiadito del mio passato.

Le sue grandi mani mi stringevano a sé come per proteggermi, i suoi occhi  dal color marino mi osservavano con desiderio. Mi stringeva in un abbraccio con delicatezza, mentre delle dita affusolate percorrevano in una carezza la mia schiena. Eravamo io e lui, avvolti dalle lenzuola color panna che nascondevano il nostro amore.

L’unico ragazzo che mi ha fatta stare bene, l’unico che amo, ora è ha chilometri e chilometri da me. Brad, è lontano. E’ lontano da qui. E’ lontano da me. Ma soprattutto siamo entrambi lontani dal nostro amore.
Sul mio viso apparve un’espressione malinconica, mentre ogni ricordo felice venne a galla tra i miei pensieri, tramutandosi in cupo. Incominciai a riflettere, sul perché ero lì, perché ho lasciato il mio ragazzo dall’altra parte della mia vita.. perché tutto questo doveva succedere a me. Pensavo un po’ a tutto in generale riguardo alla mia vecchia vita, e quella che sarà la nuova. Tutto questo è successo troppo in fretta, e io non so se sono pronta.
Ad interrompere i miei pensieri vaghi è il telefono, che vibrava ripetutamente sopra lo scaffale degli asciugamani. Uscii immediatamente fuori dalla doccia, abbassando la maniglia dell’acqua, e cercando l’asciugamano più vicino in quel momento. Quando ne presi uno poggiato sopra lo scaffale, abbassai lo sguardo sul mio cellulare e non appena lessi il nome di chi mi stava cercando, il sangue mi si ghiacciò nelle vene per la sorpresa.
Brad.
Pensai che mi avesse letto nel pensiero. Se qualcuno mi avrebbe guardato in quella circostanza, avrebbe sicuramente pensato che ero impaurita da quella chiamata. Forse per l’espressione, che evidentemente poteva sembrare preoccupata. In realtà, ero semplicemente sorpresa. Presi il telefono, mentre un sorriso mi si stampò lentamente sul volto, e risposi.
- Pronto? – Disse, dal tono sembrò quasi che stesse sorridendo.
- Ehy, amore! – Lo salutai, forse più euforica di quel che volessi mostrare.
- Ale, come stai? -  Mi rispose semplicemente.
- Bene, un po' stanca ma bene..-  Sospirai, uscendo dal bagno per poi sedermi sul letto – e tu invece, come stai? -  Domandai pensierosa, spostandomi una ciocca di capelli color caramello dietro l’orecchio.
 - Io non molto bene, uhm.. mi manchi. – Per quanto le sue parole potessero essere dolci, il suo tono non sembrava triste, anzi, quasi divertito. Nonostante ciò, cercai di evitare questo pensiero, concentrandomi di più, per formulare una risposta di senso logico.
- Anche tu mi manchi, non immagini quanto – Sorrisi, ripensando ad Harry che fino a qualche ora fa, cercava di corteggiarmi scarsamente.
Va bene, scarsamente non è il termine giusto. Perché lui ci sa fare, eccome se ci sa fare. Ed è proprio per questo che mi congratulo con me stessa, per aver resistito a tanta bellezza. Sicuramente il comportamento che ha avuto Styles oggi, mi ha fatta capire ancora di più quanto tengo al mio  ragazzo, Brad.
- Non vedo l’ora di venirti a trovare.- Mi rispose.
- Sto aspettando solo questo, voglio rivederti -Continuai, pensando a quando lo riabbraccerò - Sai che ti amo, o devo ricordartelo? – Mi morsi il labbro, timida per le mie parole. Ho detto tutto velocemente, senza rendermene conto. Ho già detto molte volte a Brad di amarlo, ma ogni volta è come la prima.
- Lo so bene, anche io ti amo. – Mi rispose, ridacchiando.
Insieme alla sua risata, però, ne sentii anche un’altra piuttosto femminile. Brad è con una ragazza? O forse, ho sentito male?
- Parli ancora con quella, amore? – Sentii ancora quella voce, sussurrare. Questa volta però, ero sicura non essermelo immaginata. E’ stato proprio lì, proprio in quel momento, che il mio cuore smise di battere.
- Brad chi c’è con te? Ho sentito una ragazza parlare - Dissi nervosa, mentre le mie iridi si velarono di un luccichio. Battei più volte le palpebre, anche perché sinceramente, non avevo intenzione di piangere. Magari era solo sua madre, o qualche sua amica..
Sua madre però, mi ha sempre rispettata. Non avrebbe mai avuto il coraggio di chiamarmi con quell’aggettivo. Non ne avrebbe motivo, mi ha sempre detto che le stavo simpatica e che mi voleva bene e ..beh, dubito fortemente che sia stata lei. Allora se non era lei, perché qualcuno dovrebbe chiamarlo amore? Perché qualcuno che non sono io, lo ha chiamato in quel modo?
Sta succedendo di nuovo? Mi sta tradendo?
- Eh? pari di Charlotte, mia.. cugina? – Disse, facendomi calmare con l’ultima parola pronunciata. Il mio petto, che saliva e scendeva velocemente a ritmo, rallentò tornando regolare, proprio come il mio respiro. Così, riuscii a pensare in modo positivo. Anzi, sinceramente, quasi mi sentivo in colpa per aver sospettato di lui. La cosa però non finisce qui, perché dopo quello che mi ha fatto, mi è un po’ difficile credergli e di certo non abbasserò la guardia.
- Ah.. tua cugina. -  Respirai profondamente – un giorno vorrei conoscerla..- continuai, abbassando lo sguardo osservando il pavimento in legno.
Stava succedendo qualcosa, era chiaro. Ovviamente non approfondii ciò, forse era la cosa migliore da fare.
- La conoscerai, perché starà con me  quando verrò a Londra, nella casa per le vacanze -  Sembrò felice di ammetterlo, e sinceramente scappò un sorrisino anche a me. Questo, solo perché Brad sembrò  non accorgersi del mio fraintendimento e questa cosa mi rendeva felice.
Il mio sorriso, scomparì. Realizzai che quella ragazza, era stata una persona piuttosto sgarbata pochi minuti prima. Ciò mi fece capire che sicuramente, il rapporto che ci sarà tra me e lei, non sarà uno dei migliori.
- Non vedo l’ora – dissi, mentre casualmente il mio sguardo si posò sull’orologio che segnava quasi le cinque.
Avevo dormito per circa tre ore, forse era meglio uscire un po’.
- Purtroppo ora devo andare, ci sentiamo più tardi – Continuai parlando velocemente.
Mi alzai dal letto, chiudendo la chiamata senza sentire una risposta da parte sua. Anche perché sinceramente, avevo allontanato subito il cellulare dall’orecchio. Lo lanciai sul letto, mentre mi avviavo verso la mia valigia. Afferrai la maniglia trascinandola sopra il letto e l’aprii, tirando fuori tutti i miei vestiti e le mie cose che erano rimaste lì dentro al chiuso. Presi solo la biancheria e i vestiti che mi servivano in quel momento, per poi lasciare il resto delle mie cose sparse e la valigia, affianco al letto.
Andai in bagno e chiusi la porta per cambiarmi, e quando finii, aprii la porta del bagno e i miei occhi si spalancarono leggermente. La mia bocca si schiuse per lo stupore, mentre la mia mano lasciò cadere a terra  l’asciugamano che stringevo fino a poco prima, richiamando sbadatamente l’attenzione della figura dai capelli ricci che si trovava davanti a me.
- Ma che stai facendo? – chiesi, guardando una delle mie magliette tra le mani del ragazzo. Mi avvicinai con uno scatto veloce, riprendendomi la mia maglietta che stava osservando attentamente.
- E cosa ci fai qui? -  Continuai, sempre più acida.
Lui alzò lo sguardo con fare  innocente, alzando le spalle.
- Stavo solo guardando, calmati piccola – mi disse, facendomi arrabbiare ancora di più. Feci un passo avanti, osservandolo in modo truce e puntandogli un dito contro.
- Fatti gli affari tuoi! E soprattutto, ti ho già detto che non devi chiamarmi con questi soprannomi inutili! – Rispondo, alla sua provocazione.
Lui si gira, osservando la stanza, le pareti e il resto. Sembra quasi voglia ignorarmi.
- In realtà, mi hai detto di non chiamarti bellezza, non piccola. E comunque non credo sia un soprannome inutile, anche perché tu da oggi in poi ..sei la mia piccola – Si girò verso di me, dopo aver pronunciato quelle parole. Ma insomma, chi si crede di essere per dire che sono di sua proprietà? Io non sono di nessuno. O perlomeno, sono la ragazza di Brad, di certo non sono la sua piccola. Ammetto che però il mio viso, dopo aver udito tali parole, è arrossito abbastanza da far sorridere maliziosamente Styles. Sto cominciando ad odiare me stessa. Ogni cosa che faccio fa divertire il riccio, sta diventando un gioco per lui.
E sono qui da nemmeno un giorno, figuriamoci come sarà domani, o dopodomani, e il giorno dopo ancora. Insomma, finché mia zia non si riprenderà.
- Non sono di tua proprietà – dico, quasi ringhiando.
Lui fa un gesto  con la mano, come per dire che ho ragione io. E ovviamente ho ragione io, ma lui è troppo ottuso, per capirlo.
- Comunque, ero venuto solo per dirti che dobbiamo andare a comprare delle cose per il pranzo – mi dice, dopo, cambiando discorso.
- Io e te? Da soli? – domando con tono disperato, portandomi una mano fra i capelli. Lui annuisce con indifferenza.
- Oh Dio.. va bene, però guido io – affermo con  ovvietà, avvertendolo. Lui mi guarda e alza un sopracciglio, come stizzito. Poi si allontana verso la porta, per uscire dalla mia stanza mentre dice – Come credi tu, piccola -.
Stringo le dita in pugno, innervosita.
- Quanto ti ci vorrà per capire che non sono la tua piccola, e che mai lo sarò? – Domando  chiedendomelo sul serio, forse ero preoccupata davvero.
Lui si gira, incastonando le sue iridi verdi smeraldo nelle mie color oceano.
- Questo lo credi tu. Tra una settimana sarai già mia, è sempre così. Cadono sempre tutte ai miei piedi – mi fa un occhiolino, mentre esce dalla stanza. Mi lascio cadere sul letto, evitando di pensare a ciò che mi ha detto il riccio. Il fatto è che proprio non ci riesco.
Io non sono tutte. Io sono Aleandra Evans, non la tua piccola.
Sto per incatenarlo su una sedia, per buttarlo infondo al mare. Sto proprio perdendo la pazienza con questo ragazzo, e giuro, che non riuscirà mai a conquistarmi.
Sono una ragazza difficile, e lui è il mio opposto, ovviamente non andiamo d’accordo.
Dicono che gli opposti si attraggono, sarà forse vero?






Bluefeelings's Space.

Immagino che molte di voi stiano prendendo in considerazione l'idea di eliminarmi dall'esistenza.
Chiedo perdono, seriamente. Mi dispiace da morire, ma purtroppo non ho avuto tempo di scrivere, sono stata impegnata.
Chiedo scusa anche alle dolcissime ragazze a cui ho promesso di passare... Spero di riuscirci il prima possibile anche perché molte di voi hano scritto più di 5 capitoli, e sono abbastanza lunghi.
Spero di trovare il tempo per dare un'occhiata, e magari recensire.  :)
Ora però , parliamo della storia.
Alcune di voi mi hanno chiesto di mettere una foto di Alexandra, beh, io ho risposto che potevate vederla nel banner che c'è, e che secondo me sia meglio cambiare. Voglio metterne uno che renda abbastanza l'idea dei personaggi, è meglio, non trovate?
In quello che c'è adesso le immagini sono un po' troppo chiare.. o troppo scure. Credo che ne farò un altro :)
Comunque, mi avete chiesto una sua immagine, e come promesso, eccola. *potete vederla sopra questo stato*.
Ah, Harry è uno stronzo, no? Che razza di cretino, che si comporta così con Alex.
Vedremo cosa succederà durante il viaggio. uu
Ora vi lascio, un bacione a tutte.
Ripeto, che mi piacerebbe molto ricevere una vostra opinione, anche negativa, non importa :)
E per qualsiasi cosa contattatemi c:
Blufeelings.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1690166