Why don't you love me?

di xlouisjuliet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I. ***
Capitolo 2: *** Parte II. ***



Capitolo 1
*** Parte I. ***


Why don’t you love me?
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Parte I.
 

Harry non ha mai visto nulla o nessuno di più bello di lui, di questo ne è certo. Chi altro ha due pozze azzurre al posto degli occhi? Chi altro ha delle labbra così fini, delicate? Chi altro ha un sorriso così luminoso? E la sua risata, cristallina, capace di far terminare una guerra. Le sue espressioni buffe mentre si concentra. Il mento perennemente coperto da un leggero strato di barba che lo fa impazzire. I capelli, così morbidi e spettinati ad arte. Le mani che immagina accarezzassero il suo viso mentre guardandolo negli occhi gli dichiara amore eterno. La pancetta che tanto adora nonostante il proprietario la odiasse –Harry pensa sia una cosa dolcissima invece. Le gambe muscolose determinate da anni e anni di calcio. E poi  di nuovo quegli occhi che sembrano scrutarlo dentro. Così azzurri da..
«Terra chiama Harry Styles, terra chiama Harry Styles!»
Harry spalanca gli occhi, sbatte le ciglia una, due, tre volte come se si fosse appena risvegliato dopo un sonno lungo e profondo. Si scruta intorno con i suoi grandi occhi verdi, cerca di ritornare alla realtà scacciando le sue fantasie, ma gli risulta estremamente difficile.
«Ehi principessa, sei tra noi?» lo richiama Zayn ridacchiando.
Harry lo fulmina. Se gli sguardi potessero uccidere a quest’ora il moro sarebbe già morto, sepolto. Harry odia essere chiamato principessa, cosa che i suoi amici fanno spesso. Dicono che è perché ha quest’aria da bambino sognante, gli occhi grandi incorniciati dalle ciglia folte, le labbra rosse, le fossette ad adornargli le guance piene, i ricci che gli incorniciano il viso chiaro. Louis è l’unico a non chiamarlo in quel modo, perché lo sa. Lo sa quanto al suo migliore amico questo da fastidio, e Louis non farebbe mai niente per farlo star male.
«Vaffanculo Zayn»
Allora Harry si alza, le guance arrossate come succede ogni volta che lo chiamano in quel modo, e cerca di fare un’uscita teatrale. Ma il riccio è un bambino cresciuto troppo in fretta, in troppo poco tempo è passato dall’essere il più basso del gruppo al più alto, e la sua coordinazione non è degna di essere chiamata tale. Per questo urta malamente il tavolino basso, unico ostacolo tra lui e le scale che lo avrebbero portato alla sua camera. Impreca a bassa voce massaggiandosi la parte di gamba colpita.
«Harry, svegliato con la luna storta stamattina?» chiede ancora Zayn che quel giorno è in vena di battutine. Liam gli tira un pugno leggero sul braccio come per rimproverarlo ma provoca solo le risatine generali degli altri.
Harry, che pensa che forse davvero si è alzato con il piede sbagliato, non si gira nemmeno mostrando soltanto il dito medio ad i suoi amici che, per tutta risposta ridono più forte. Allora il riccio si convince che no, non è lui ad avere qualcosa che non va. Sono i suoi amici quelli stupidi ed immaturi. Pensa anche che la sua reazione sia esagerata, ma non gli interessa.
Louis invece lo guarda, studia la sua figura esile salire le scale con passi pesanti. Gli occhi gli si addolciscono notando che la sua è stata sul serio una reazione infantile. Pensa non ci possa essere nulla di più dolce al mondo –a parte forse Harry che dorme, l’espressione beata, le labbra leggermente dischiuse.
Il castano si sente in colpa. Non ha fatto nulla per bloccare Zayn e le sue stupide frecciatine –solo ora si rende realmente conto di quanto ridicole fossero. Si da del coglione da solo, perché lo sa anche troppo bene quanto ad Harry dia fastidio essere chiamato principessa nonostante trovi assolutamente dolce ed azzeccato quel nomignolo.
Allora si alza dal divano dov’era sprofondato. Scuote la testa guardando l’espressione divertita del moro, il ghigno che non accenna a diminuire.
«Malik, scarica la tua frustrazione sessuale da qualche altra parte» quello di Louis è solo un mormorio mentre sale le scale a due a due, ma gli amici lo sentono lo stesso.
«Zitto Tomlinson, sicuramente scopo più di te! Da quant’è che Eleanor non te la da?»
Louis ridacchia esasperato passandosi una mano tra i capelli. Il suo amico non cambierà mai, ne è fermamente convinto. Ed in fondo va bene così, perché lui vuole bene al Zayn silenzioso ma che quando inizia a fare battutine non la smette più. Gli vuole bene in ogni sua sfumatura.
Sorride e bussa alla camera di Harry attendendo una risposta che però non arriva. Allora sorride nuovamente addolcito dalla testardaggine del suo migliore amico e socchiude la porta lasciando entrare uno spiraglio di luce nella stanza semibuia. Aspetta qualche secondo per far abituare gli occhi al cambio di luminosità, poi entra chiudendosi la porta alle spalle. Scruta la camera in cui regna il disordine e nota un fagotto di vestiti nel mezzo del letto ad una piazza e mezza. Si avvicina piano ad esso scostando qualche vestito che il riccio aveva indossato il giorno prima. Scosta le coperte e ci si infila sotto, cerca con le mani il corpo del riccio e lo trova. Gli si avvicina avvolgendogli il busto con le braccia forti, fa aderire la schiena del più piccolo al suo petto ed inspira profondamente l’odore dei suoi ricci.
Louis non lo sa, ma il cuore di Harry ha iniziato a galoppare sin da quanto ha bussato alla porta, accelerando sempre più i battiti man mano che la distanza tra loro diminuiva. Ed ora, ora che sono corpo contro corpo, cuore contro cuore, ora che i loro respiri ed i loro profumi si mischiano, Harry potrebbe restare così per sempre. Lui lo sa, lo sa benissimo che il castano lo considera solo il suo migliore amico. Lo sa che è fidanzato con Eleanor, lo sa che è un ragazzo etero. Ma non può fare a meno di sperarci, di farsi fantasie su loro due. Sa anche che finirà per soffrire, come ogni volta d’altronde. Ma sente che questa volta è diverso, sente che molto infondo c’è una via d’uscita a tutto questo. E’ piccola e difficile da raggiungere, ma è pronto ad affrontare questa sfida. Perché Louis gli spezza il cuore ogni volta che bacia la propria ragazza, ma è anche vero che è l’unico balsamo in grado di risanare il suo cuore ogni volta.

Non sanno quanto tempo sono rimasti così, abbracciati in silenzio, il solo rumore dei loro respiri e dei loro cuori a far loro compagnia. Non sanno nemmeno se Zayn, Liam e Niall se ne siano andati. Non sentono più il loro vociare sommesso quindi presumono che si siano stancati di aspettarli e abbiano deciso di lasciar loro un po’ di intimità.
Allora Louis «Haz, cos’hai oggi?» chiede sussurrandogli nell’orecchio.
Harry rabbrividisce al suono della sua voce, al suo fiato sul collo.
Ma ciò non gli impedisce di innervosirsi. Andava tutto così bene, erano solo loro due senza bisogno di parole. E per l’ennesima volta Louis ha rovinato tutto. Con una semplice domanda ha rovinato l’atmosfera che si era creata. Ed il castano non sembra capirlo.
Il riccio si gira, guardando quegli occhi azzurri che tanto ama e trova la conferma che cercava. Davvero Louis non ha capito, non riesce a decifrare il temporale di emozioni che si scatena negli occhi –e nella pancia- di Harry non appena si tratta di loro due.
Allora sospira affranto mentre il suo migliore amico non capisce, di nuovo.
«Niente Lou, mi sono svegliato male. Aveva ragione Zayn, davvero»
Sorride rassicurante creando così quelle fossette che tutti, Louis compreso, amano. In realtà vorrebbe dirgli tutto, tutto quello che gli passa per la testa. Ma -un po’ perché non ne ha il coraggio, un po’ perché pensa che nessuno dei due sia pronto- non lo fa. Si limita invece ad appoggiare la testa nell’incavo del collo del maggiore mentre questo, non del tutto sicuro della risposta, gli accarezza la schiena per fargli sentire che lui c’è e sempre ci sarebbe stato.
«Lo sai Harry che puoi parlarmi di tutto vero?»
No Louis, non è vero. Perché se ti dicessi che sono gay e che sono innamorato di te dal primo istante che i nostri sguardi si sono incontrati.. beh credimi non saremmo qua ad abbracciarci. «Si Lou, lo so. Io ti.. ti voglio bene, tanto.»
«Pure io Haz, non ti immagini quanto»
Ed Harry si ritrova a trattenere le lacrime sul collo di Louis.



Harry è tutto il pomeriggio che cucina per quella sera. Vuole fare una sorpresa a Louis, vuole vederlo tornare a casa stanco mentre il suo sguardo si illumina alla vista della tavola imbandita. Vuole che lo ringrazi abbracciandolo stretto come solo lui sa fare. Lo avrebbe coccolato invertendo le parti del maggiore e minore.
Ed è felice, perché è tanto tempo che non passano una delle loro serate. Solo loro, una cena perfetta –o una pizza ordinata se era Louis ad organizzare-, un film strappalacrime, le coccole sul divano e poi la buonanotte.
Controlla l’orologio appoggiato sul caminetto. Le 19.35. E’ in ritardo, ma Harry non ci fa caso. Louis è forse il ragazzo meno puntuale sulla faccia della terra e probabilmente Liam gli aveva fatto fare un giro più lungo del solito. Perché si, il più grande ha deciso buttare giù qualche chilo –con grande disappunto di Harry- e Liam si era gentilmente offerto di fargli da personal trainer.
Poi lo sente, o meglio sente la sua risata inconfondibile. Si passa una mano tra i capelli.
Louis infila la chiave nella toppa ed Harry si inumidisce le labbra.
La porta si apre ed il riccio sfoggia il suo sorriso migliore.
Sente Louis imprecare contro qualcosa –probabilmente la chiave difettosa- e salire le scale di corsa lamentandosi del ritardo. Sta per seguirlo e dirgli che non c’è alcun problema, non si deve preoccupare. Se fosse stato per lui l’avrebbe aspettato per l’eternità. Poi però sente chiaramente quello che stava effettivamente dicendo.
«Cazzo sono in ritardo, ritardissimo. Eleanor questa volta mi picchia sul serio. Cazzo Tomlinson muovi il culo o sei fottuto»
Ma Harry sente solo la prima parte della frase.
Eleanor. E l e a n o r.
Louis doveva andare da Eleanor, non avrebbe passato la serata con lui. Non l’avrebbe fatto ridere con le sue battute, non l’avrebbe abbracciato e riempito di attenzioni, non lo avrebbe tenuto stretto durante la parte più triste del film. Sarebbe andato da Eleanor. Le avrebbe portato un mazzo di rose presentandosi sulla soglia della porta con un sorriso smagliante, avrebbero cenato insieme. Si sarebbero baciati distesi sul divano con le gambe intrecciate. E va bene così, lei è la sua ragazza. Lui è etero ed è il suo migliore amico, nulla di più. E per l’ennesima volta è Harry quello a starci male, quello il cui cuore risuonò di un sonoro crack spezzandosi dove altre innumerevoli volte si era già spezzato.
«Harry, Harry grazie a Dio sei qua. Mi aiuteresti a.. –ma non termina la frase vedendo lo sguardo smarrito del suo migliore amico- piccolo, va tutto bene?»
Il minore caccia  indietro le lacrime che nel frattempo si erano fatte largo nel condotto lacrimale. Batte un paio di volte le palpebre e guarda Louis, l’espressione preoccupata sul volto ed una cravatta in mano. Allora annuisce sorridendo incerto cercando di impedire la visuale della cucina all’altro. Ma Louis ci riesce, nonostante fosse più basso di cinque buoni centimetri rispetto ad Harry, a vedere il cibo pronto e la tavola ricoperta con la tovaglia pulita ed il servizio di piatti di porcella.
«Oh aspetti qualcuno ed immagino sia qui a momenti. Scusami adesso vado via subito»
Ad Harry sembra che il tono che ha usato sia troppo allegro, innaturale, forzato perfino. Ma poi pensa che è ovvio che sia allegro, nel giro di mezz’ora sarebbe stato con la ragazza che ama. E non vuole mostrarsi debole davanti a lui, non per l’ennesima volta. Non ne può più di essere sempre il piccolo indifeso, il piccolo con il cuore spezzato. Quindi annuisce all’affermazione di Louis.
Lo aiuta a mettersi la cravatta e gli sistema i capelli, lo saluta sull’uscio della porta e poi la richiude rannicchiandosi sul pavimento.






LOL

*sbuca dall’angolino*
*si guarda intorno*
*prepara l’ombrella per eventuali lanci di oggetti poco carini*

Non so cosa sia, giuro cwc.
E’ nata come one shot, ma è venuta decisamente troppo lunga per lasciarla tutta insieme quindi ho deciso di dividerla in due parti. La seconda parte la pubblicherò sabato, o domenica. Insomma nel week-end. Tanto non ve ne frega niente, lo so. Soprattutto perché sono tante le storie in cui uno ama l’altro che però è etero (o crede di esserlo?), però avevo in testa tante di quelle scene che ho deciso di metterle tutte insieme. E poi volevo scrivere qualcosa in cui Zayn chiama Harry principessa lololol. Dai è così carino pricess!Harry abjsak.
Non vi dico se finirà bene o male, non voglio rovinarvi la sorpresa e.e
Okay la smetto di rompere le ovaie, ci si vede pipol.
*scappa prima di beccarsi una scarpa in testa*
*fa ciao ciao con la manina da dietro l’angolo*


Ps. Il banner l'ho fatto io, si e.e

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Capitolo 2
*** Parte II. ***


Why don't you love me?
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Parte II.


Louis quella sera torna tardi. Cerca di aprire la porta facendo meno rumore possibile, non vuole svegliare Harry. Si chiede chi sia la fortunata che Harry aveva invitato a cena. Si chiede anche se abbiano solo mangiato o se abbiano anche fatto altro. Poi però pensa che non sono affari suoi e proprio non riesce a capire perché gli interessino questi dettagli. A lui basta che Harry sia felice, tutto il resto viene dopo.
Ed Eleanor?
Che domande. Eleanor è Eleanor, Harry è Harry. Sono due parti talmente importanti ma così diverse nella vita di Louis che non può nemmeno paragonarle. Si sente male solo al pensiero, ma c’è una vocina racchiusa in un cassetto remoto del suo cervello che gli sussurra che lui sceglierebbe sempre Harry. Ma non l’ascolta, non vuole ascoltarla. Allora ascolta il silenzio ovattato che regna in casa, nella casa che condivide con il suo migliore amico.
Si toglie le scarpe lasciandole in un angolo della stanza. Appoggia la giacca e la cravatta sul bracciolo del divano. Poi si dirige in cucina per vedere in che stato è ridotta. Immagina ci siano pentole e piatti da lavare, la tovaglia spiegazzata sul tavolo magari macchiata da qualche goccia di vino. Invece rimane stupito, la cucina è più pulita che mai.
Non sarà riuscito a dormire e allora avrà pulito la cucina, pensa facendo spallucce.
Poi, in punta di piedi, sale le scale di legno. Vorrebbe andare a letto, è stanco. Ma una forza calamitante lo spinge verso la porta di Harry per assicurarsi che dorma. E’ tipico di Louis avere questo senso protettivo nei confronti del minore. Allora apre la porta ascoltando il respiro regolare del riccio.  Sorride richiudendo la porta.

La mattina dopo Harry ha le occhiaie ed è più pallido del solito. Si sente stanco, ha paura di star covando qualche virus ma non vuole ammalarsi, anche se gli farebbe piacere passare le sue giornate sommerso dalle calde coperte del suo letto. Ancora più preferirebbe che fossero le braccia di Louis a scaldarlo, ma scaccia immediatamente il pensiero.
Sono quasi le undici quando scende e sente dei rumori in cucina. Si affaccia ad essa timoroso, con il terrore di trovare il finimondo. Perché questo succede quando Louis Tomlinson decide di mettersi ai fornelli, ma non questa volta. Il riccio trova il suo migliore amico a petto nudo intento a sistemare le ultime pietanze su un vassoio, un sorriso sornione sul volto. Poi alza lo sguardo azzurro incontrando quello verde di Harry e fa una smorfia di disappunto:  «Volevo portarti la colazione a letto».
Nonostante tutto il dolore della sera precedente il minore sorride perché ha sempre amato le attenzioni che Louis gli dedica. Ma ormai è in piedi, quindi si siede accanto a Louis iniziando a mangiare in silenzio.
I minuti passano scanditi dal tic toc dell’orologio ma nessuno dei due ci fa caso, entrambi immersi nei propri pensieri mentre le loro gambe si sfiorano ad ogni movimento.
Harry si pulisce le labbra con un tovagliolino di carta arancione –il suo colore preferito- ed ha appena deciso di perdonare l’altro per la sera precedente perché alla fine non è colpa sua. Lui non è a conoscenza dei sentimenti di Harry, quindi non può fargliene una colpa. Ma Louis decide proprio in quel momento di parlare mandando all’aria tutti i pensieri positivi del riccio.
«Allora –si schiarisce la voce- com’è andata ieri sera Haz?»
Non sa davvero perché l’ha chiesto. Forse perché era la prima volta che invitava qualche ragazza a casa. Forse perché era il suo migliore amico e si sentiva fin troppo protettivo nei suoi confronti, fatto accentuato dalla differenza di età tra i due.
Non l’avesse mai chiesto. Harry si irrigidì all’istante ripensando a come aveva trascorso la serata mentre l’altro si divertiva a fare il fidanzatino perfetto.
«Qualcosa è andato storto?» chiede allora il castano cercando di nascondere la nota di preoccupazione mentre gli poggia una mano sul ginocchio.
Il riccio però si scosta spostandosi dal ragazzo che così tanto lo faceva soffrire. Rischiava di scoppiare da un momento all’altro. E coì successe.
«Oh no, è andato tutto a meraviglia. Mi sono divertito tantissimo a cercare di mangiare qualcosa tra le lacrime per non rendere tutto il mio lavoro inutile. Ho anche provato a guardare Titanic ma non ci sono riuscito, Di Caprio da giovane ti assomiglia troppo. Poi non avendo sonno ho passato mezza nottata a pulire la cucina. Ma, a parte questo, direi che è andato tutto a meraviglia!»
Louis non riesce a capire, ci prova sul serio. Harry lo vede da come aggrotta le sopracciglia ed increspa le labbra. Ma non ci arriva, o forse semplicemente non vuole arrivarci.
«Harry cosa stai dicendo?»
Ed il riccio decide così, su due piedi, di dirgli tutto. Perché non ce la fa più a tenersi tutto dentro, deve condividere il peso con qualcuno. E Louis aveva detto che poteva sempre parlargli di tutto, vero?
«Cosa sto dicendo mi chiedi? Sto cercando di dirti quello che mi tengo dentro da anni ormai. Louis possibile che non capisci? A me sembra così evidente, Cristo! –si passa le mani sul viso cercando di infondersi coraggio perché, a vedere il viso impallidito di Louis, non è più così sicuro di quello che sta facendo- Lou, tu sei innamorato di Eleanor quindi penso tu possa capirmi quando ti parlo di come ci si sente a vedere la persona che si ama. Le gambe molli, il battito del cuore che accelera, non solo le farfalle ma una vera e propria tormenta nello stomaco, la voglia infrenabile di baciare le sue labbra. L’amare tutto quello che riguarda lui, ogni sua piccola sfaccettatura, difetti compresi.»
Louis vorrebbe bloccarlo e dirgli che lui queste cose per Eleanor le sentiva, ma ora non più anche se non sa il perchè. Poi pensa sia meglio restare zitto.
«Ma che diavolo sto facendo? –si domanda Harry scuotendo i ricci, prende un respiro e continua –quindi si come avrai capito sono gay, tremendamente gay. Non ho mai provato nulla per nessuna ragazza e magari penserai che tutto ciò è sbagliato, un errore. Lo penso pure io perché questa mia stupida stranezza mi ha portato ad innamorarmi della persona migliore che io abbia mai conosciuto nonché mio migliore amico. E mi sento tremendamente in colpa per quello che ho appena fatto perché probabilmente ho mandato all’aria anni e anni di amicizia ma non ce la facevo più. Scusa Louis, scusami davvero»
Le lacrime hanno iniziato a scorrere liberamente sulle guance di entrambi, uno di fronte all’altro. Nessuno dei due ha il coraggio di fare la prima mossa. Louis sa che ora dovrebbe dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non ce la fa. Allora il corpo di Harry viene attraversato da un singhiozzo profondo, proveniente direttamente dal suo cuore che ormai sembra irrimediabilmente rotto. E corre, per la prima volta in vita sua scappa da Louis. Sale le scale il più velocemente possibile e si rinchiude in camera. Gira la chiave e scoppia in un pianto a singhiozzo senza freno. Pensava di aver finito le lacrime la sera precedente, ma si rende conto che non aveva mai provato il vero dolore, nulla di così forte. Questo dolore lo distrugge lentamente, sgretolandogli il cuore come se fosse fatto di carta pesta.
Nella cucina invece il castano si asciuga le lacrime con un tovagliolo là vicino. Prende una maglietta, la prima che trova, ed esce di casa. Ha bisogno di parlare con Niall, non può affrontare tutta quella situazione da solo. Non può restare in quella casa mentre al piano di sopra il suo migliore amico –lo era ancora?- piange per colpa sua. Perché questa volta è Harry a non sapere. Harry non sa che prima di conoscere Eleanor Louis era convinto di essere gay. Aveva anche avuto alcune storie con dei ragazzi, nulla di serio, ed era sempre preso di mira dai bulli. Poi era arrivata lei che l’aveva salvato, facendogli provare qualcosa che lui aveva chiamato amore.
Ed ora, dopo tutto quel tempo, Harry gli dice di essere gay ed innamorato di lui. Sul serio, aveva bisogno di una pausa.


«Sta iniziando a piovere Louis, non pensi dovresti rientrare?»
Niall lo guarda come si guarda un fratello ferito a cui si vuole un mondo di bene. Lo osserva bene. I capelli più spettinati del solito gli ricadono sugli occhi azzurri in cui chiunque avrebbe potuto notare una nota di tormento. Ha la testa abbandonata al seggiolino della macchina in cui sono riparati mentre fuori inizia il temporale. Sembra senza forze e non osa immaginare come sia ridotto Harry. Per questo vuole che Louis rientri in casa. Per quanto possano farsi del male, stanno meglio insieme che da soli.
Niall lo abbraccia cercando di trasmettergli tutta la forza che ha in corpo, poi gli fa cenno con la testa di andare.
Il castano allora sospira ed esce riparandosi con il cappuccio della felpa dalla pioggia. In pochi passi raggiunge la porta di casa e si da mentalmente dello stupido per non averla chiusa a chiave. Spera che Harry stia bene e decide di controllare.
Parlare con Niall gli ha fatto bene, ha messo un po’ le idee in chiaro. Ha parlato tantissimo, pianto. Si è sfogato ed ha capito che non gli importa in che modo, ma senza Harry non può stare. Questa è l’unica cosa di cui è realmente certo.
Appoggia un orecchio alla porta della camera del riccio cercando di captare qualche rumore, nulla. Prova ad abbassare la maniglia, ma la porta è chiusa a chiave. Sospira pensando che è tutta colpa sua, se non fosse stato così cieco tutto questo non sarebbe mai successo. Bussa ma nulla risponde al suono. Il panico inizia ad assalirlo mentre leggere goccioline di sudore freddo iniziano ad imperlargli la fronte. Bussa una, due, tre volte ancora e poi inizia a chiamarlo a gran voce con tono angosciato. E’ allora che sente la voce del riccio –è roca e flebile ma l’avrebbe riconosciuta tra mille- che gli dice di andarsene. E per Louis è la cosa più bella che abbia mai sentito, lacrime di felicità iniziano a rigargli le guance perché, davvero, aveva pensato al peggio.
Poi sente un tuono e sobbalza. Fissa la porta che lo separa dal riccio e lo prega di farlo entrare. Harry ha paura dei temporali, Louis lo sa. Ogni qual volta un tuono giunge alle sue orecchie il riccio scoppia  in un singhiozzo, il corpo percorso da mille brividi, la testa nascosta sotto al cuscino. E tutto ciò non succede solo se c’è il castano ad avvolgerlo. Ma non può farlo entrare, sta troppo male. Quindi non risponde sperando che se ne vada.
Louis Tomlinson però, si sa, è ostinato per natura. Non si arrende, bussa un’altra volta e non ricevendo risposta si siede sul pavimento freddo, la testa appoggiata alla porta mentre può distinguere benissimo ogni sussulto e singhiozzo di Harry ed anche il suo cuore piange con lui.

Harry ormai sta perdendo le forze, gli fa male la testa e non ne può più di sobbalzare ad ogni scoppio del cielo. Il cuscino è ormai inzuppato dalle sue troppe lacrime. E’ allora che decide di mettere da parte il proprio orgoglio per l’ennesima volta. Scosta le coperte esponendo il suo corpo all’aria fredda, poggia i piedi nudi per terra e rabbrividisce. Non senza fatica arriva alla porta, fa scattare la serratura ed apre la porta. Fa per andare avanti ma i suoi piedi incontrano un ostacolo che lo fanno cadere rovinosamente a terra. Immediatamente due braccia forti che riconoscerebbe sempre lo stringono forte. Louis lo culla sul proprio petto come si fa con un bambino piccolo ripetendogli come una cantilena che andrà tutto bene. Che c’è lui e questa volta davvero non lo lascia più. Gli dice che senza lui non può vivere, gli dice che lo ama –perché si, finalmente l’ha capito-  e lo bacia dolcemente tra i ricci sudati e scompigliati.
Poi, quando Harry si sta per addormentare, Louis lo prende in braccio e lo porta nel proprio letto accoccolandoglisi contro. Gli accarezza una guancia con la punta del pollice e lo stringe più che può.
«Harry? –lo chiama prima che entrambi scivolino tra le braccia di Morfeo. Il riccio mugugna qualcosa sul petto di Louis, allora il castano continua- ti amo»
«Ti amo anche io»
Poi cadono entrambi nel sonno con il cuore più leggero ed il sorriso sul volto.



LOOOOOOL
Sto tipo fangirlando da ieri. Troppo troppo Larry in questi giorni, il mio povero shipper heart non regge. Meglio per voi, così vi libererete di me una volta per tutte.
Okay inizio con ringraziare le bellezze che hanno messo tra ricordate/seguite/preferite. Davvero io vi amo abnjslad. Però non ho avuto nemmeno una recensione, che cosa brutta :c
Tanto è finita pure questa cosa, avevo detto che era una one shot divisa in due parti u.u
E avete visto? Niente finale triste. Nessuno viene investito, nessuno si uccide, tutto si sistema, quanto sono brava? Lol
Bene vi ricordo che su twittah sono @lousgoodness anche se non ci sto più ultimamente, mentre su tumblr sono xperfectboobear.
Nel mio profilo trovate le altre one shot che ho scritto, sono tre Larry, una Ziall, una Harry/nuovo pg e una Louis/nuovo pg.
Vado allora, ciao ciao *saluta con la manina*.
Ps. Quanto non era bella louis con i capelli rossi? Absjka
Pps. Louis preferisce stare con Harry che con la sua lovely girlfriend e sono a Manchester, non per dire.

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