Arthur Kirkland, non aprire quel portale !

di IchanLaVichinga
(/viewuser.php?uid=326699)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arthur Kirkland e lo sbaglio filosofale. ***
Capitolo 2: *** Arthur Kirkland e la camera dei meeting. ***



Capitolo 1
*** Arthur Kirkland e lo sbaglio filosofale. ***


« Angleterre, sei sicuro di quello che fai ? Quel coso li che si illumina mi fa... paura.»
 
Il francese indicò il cerchio magico ai piedi di Inghilterra, che non si sa cosa stava dicendo mentre teneva tra le mani il suo libro di incantesimi.

« Stupid frog, shut up ! Te la farò vedere io !»

« Japon, ti prego, pensaci tu, Angleterre è convinto di essere uscito da Harry Potter ! »

Il biondo, si girò di colpo, chiedendo supporto al nipponico che dietro di lui guardava la scena a dir poco interessato.

« Gomennasai, Furansu-san, ma Ighirisu-san sembra proprio intenzionato a portare nuovamente qui, il se di un tempo. Non posso proprio farci niente.»

Non è che non poteva farci niente, diciamo che il nipponico era troppo interessato a quella questione, così tanto che faceva finta di niente e per una volta non rifletteva prima di parlare.

« Mon Dieu, Japon e io che speravo nel tuo aiuto. »

« Hahahahaha, è inutile, Japan è sempre dalla mia parte, stupid frog !»

« Idiota, pensa a quello che devi fare, prima che combini un casino come al solito !»

« E-eh ?! Io non sbaglio mai !»

Ok, volete spiegata la situazione ? Io penso proprio di si.
Tutto era iniziato quando Giappone era andato a far visita ad Inghilterra, dopo una serie di volte che quest'ultimo era andato a fargli visita. Quel preciso giorno, Giappone si era deciso di ricambiargli il favore, spuntandogli dietro la porta di casa.
Il nipponico era proprio andato a far visita all'inglese quando il biondo aveva deciso di pulir casa e ordinare vecchie cose. Da bravo Gentleman Arthur ospitò ugualmente il nipponico, che per scusarsi insistette così tanto ad aiutarlo nelle pulizie, che Arthur dovette cedere.
Il nipponico in quella casa aveva trovato tante di quelle cose di vecchia data che quasi si stupiva che c'era gente che conservava cose più vecchie delle sue. Tra queste aveva trovato un vecchio baule, che poi non era nemmeno così tanto impolverato. Spinto dalla curiosità lo aprì e al suo interno trovò una grande giacca rossa, ma venne colto sul fatto dallo stesso Inghilterra, che al vedere la sua vecchia giacca da pirata, gli scappò un sorriso.
Così finirono a parlare di quei vecchi tempi fino a quando alla porta bussò un certo francese, che subito dopo si intromise nella discussione, raccontando la sua versione dei fatti.
Diciamo che ci fu uno dei soliti litigi tra Francia e Inghilterra, dove l'inglese affermava che ai tempi era un gran figo e le suonava di santa ragione a tutti e il francese smentiva dicendo che era ancora più sfigato di quanto lo fosse in quel momento.
Così Arthur, si era alzato con l'intenzione di mostrare al nipponico che la rana francese avesse torto. Era serio, aveva preso il libro di magia, si era messo il mantello e aveva disegnato con un gessetto bianco, un cerchio magico a terra e prendendo una formula, aveva iniziato a recitarla.
Ed eccoli in quella strana situazione, dove il biondo continuava a recitare le ultime parole del suo incantesimo e il francese da un lato voleva fuggire per evitare qualche catastrofe e da una parte aspettava che l'altro fallisse per deriderlo. Forse sarebbe rimasto li a guardare, prendere in giro Arthur gli andava più che bene e si prospettava pure divertente fargli notare che non erano nel mondo delle favole.

« ... Cazzo, cosa ho sbagliato, eppure si doveva aprire un portale qui sul pavimento..»

« Mon cher, quante volte te lo  devo ripetere che le fate e la magia non esistono ? Fatti una vita Angleterre. »

« Brutto Bastardo... io ti amma-»

« Per favore, Ighirisu-san, non faccia così e anche lei Furansu-san, non sia così scortese.»

« Japon, sei sempre troppo tranquillo e formale tu.»

« Tutto il tuo contrario, France, Japan è educato.»

« Teppista, stai attento a come parl---»

Il francese stava nuovamente alzando la voce per tornare a litigare con l'altro biondo li davanti, quando si fermò di botto, vedendo Arthur abbracciato da dietro da qualcuno.
L'inglese sobbalzò e a momenti non buttava un urlo, non si sapeva spiegare chi fosse, dato che Giappone e Francia erano li davanti a lui.

« Who are you ?! »

« Oscar~ Good evening, dear ! »

Quello che si staccò da Arthur era praticamente la sua fotocopia in tinta rosa.
Maglioncino rosa, capelli rosa, occhi azzurri e un sorriso che faceva paura a chiunque.

« Ahahaha, Japon, ecco, era peggio di quanto pensassi. Lo ricordavo già con abiti accettabili, non con.. il rosa..»

Si vedeva che quello che diceva più che essere diretto al rappresentante del Giappone, era diretto ad Inghilterra, che poverino era stato colto di sorpresa da un piccolo tic all'occhio destro.

« Oh, ha qualcosa contro il rosa ? Sa, è il mio colore preferito~ Ah, ma dove mi trovo ? Che posto è questo ? Chi siete voi? »

Una macchinetta, parlava e non finiva più e questo irritava ancora di più l'altro inglese che non proferiva parola, sembrava dire qualcosa di incomprensibile a bassa voce mentre era tornato a prendere il libro per vedere cosa aveva sbagliato, eppure era sicuro di aver recitato bene la formula magica.

« Cher, io sono France, il fratellone di tutti !»

Disse mentre spostò una ciocca bionda di capelli dal viso e poi indicò il giapponese, per presentare anche lui.

« Lui è Japon.»

« Yoroshiku ne. /Piacere di conoscerla/ »

« Mentre lui è Angleterre, quello che ti ha portato qui.»

« Ah, ma il France e Japan che conosco io, sono totalmente diversi e poi England sono io !»

« Lo sei ANCHE tu. Ti ho portato qui per sbaglio..»

L'inglese nemmeno guardava il gruppetto li accanto, aveva ancora gli occhi fissi sulle pagine del libro.

« Ci hai portati qui per sbaglio.»

Lo corresse il confetto che si era girato a guardarlo e indicando in fondo alla stanza altre figure che sembravano poco accoglienti.

« Grazie per esservi accorti di noi.»

Disse il francese, togliendo la sigaretta dalla bocca e fissando specialmente quello che sembrava la sua fotocopia.

« Mon Dieu ! La mia fotocopia sembra un barbone !»

« Hahahaha.»

Scoppiò a ridere l'inglese biondo, vedendo la reazione del francese che conosceva bene e quelle espressioni che rare volte vedeva, lo facevano morire. Dal ridere, ovvio.

« Barbone ci sarai tu.»

« Pleas, Pierre, non fare così, si cordiale, no ? Saranno i nostri nuovi amici !»

« Ma taci, idiota. »

Quello che a passo deciso sorpassò il francese dell'altra dimensione e che sembrò spiccicare finalmente parola, era lo fotocopia identica del giapponese, uguale, solo se non fosse
per gli occhi rossi come il sangue e la divisa nera con il lungo mantello viola alle spalle.

« Ti sembro il tipo che fa amicizia con dei simili straccioni ? Ricorda chi sono io.»

« E' arrivato l'imperatore, per favore, inchinatevi. No, non fate complimenti. Shoichi, non cambi mai.»

Sbottò annoiato il francese.

« Shoichino, perchè non vuoi nessun amico ? Ti basto veramente solo io ?»

« Ma stai zitto che non servi nemmeno a pulirmi le scarpe !»

Il giapponese che indossava la divisa, sembrava un tipo abbastanza irascibile, che non si faceva scrupoli a rispondere male a chi gli capitava prima.

« Ah..ah.. gomennasai, ma tu saresti ?»

Kiku sembrava praticamente incantato dalla sua fotocopia uscita più figa di lui. Ah, c'è bisogno di dire che aveva preso la macchina fotografica ? Penso di no.

« Posa quella merda, plebeo. Sono Shoichi Honda, l'impero Giapponese e non voglio fatte foto.»

« Shoichino, non sei un impero da molto tempo !»

« E' solo un generale, ma fa il figo dicendo che un grande imperatore, basta ignorarlo, tranquilli.»

« Pierre ! Non ti uccido solo perchè sei uno dei pochi che ragiona, ma non so per quanto tempo io possa trattenermi.»

Francis, che al momento era il solo in grado di pensare, dato che i suoi due amici erano rimasti sbalorditi dalla scena,li prese per mano e li tirò fuori dalla stanza per poi chiuderla a chiave.

« Quelli sono pazzi !»

« Ci farò un manga con quello che è accaduto.»

« Visto che la magia esiste ? Stupid Frog ! Hahahaha !»

« Ma siete idioti ?! Quelli non hanno nulla di buono e voi pensate ad altro ?!»

« Giusto. Arthur-san, deve fare qualcosa, non possiamo stare qui a guardare !»

« Ah, se lo dici tu Japan allora va bene, farò il possibile !»

« Mon Dieu, siamo finiti..»

« Shut up !»

E un tonfo, o meglio, il rumore della porta d'ingresso che era caduta a terra, interruppe i pensieri dei tre compagni di sventure, che di botto diventarono quattro.

« E' arrivato l'eroeeeeee ! »

« Merda.»

Sbottò subito dopo l'inglese a sentire la voce acuta dell'americano che faceva più danni di un terremoto.

« England ! C'è un tizio strano che mi somiglia e che vuole ammazzarmi ! England ! England ! Help me !»

« Idiot ! Siamo al piano di sopra !»

L'americano, senza farselo ripetere due volte, corse per le scale e salì al piano superiore, fino a imbattersi negli altri membri del gruppo.

« England ! Help--- JAPAN !»

Il Giapponese non aveva avuto nemmeno il tempo di reagire, che si trovo stritolato dall'abbraccio dell'americano che era praticamente il doppio di lui.

« Japan, non avere paura, c'è l'eroe che ti protegge !»

« E-em.. A-Arigatou.»

« Idiot, staccati da Japan, non vedi che gli dai fastidio ? Allontanati  !»

L'inglese prese per il cappotto l'americano biondo e cercò di allontanarlo dal nipponico, anche se non ci riuscì, l'unica cosa che aveva smosso, era il viso dell'americano che si era
girato verso di lui con un broncio e uno sguardo quasi annoiato, mentre abbracciava ancora l'asiatico.

« Sei solo geloso, Arthur.»

« E-eh !? Ma non è assolutamente vero ! Fa-fai quello che ti pare !»

« Je suis désolé, però mi farebbe comodo uscire da questa situazione.»

« Ah, yes ! England ! Un tizio uguale a me mi ha seguito fin qui, voleva ammazzarmi ! Aveva una mazza ! »

« What ?! Ce ne sono altri ?»

« Altri ?!»

L'americano incredulo e spaventato aveva ripetuto le parole dell'uomo dagli occhi verdi e aveva pure lasciato Giappone che si era subito allontanato.
L'inglese non ebbe il tempo di spiegare i fatti che dalla porta che avevano chiuso, si sentì sbraitare più di prima.

« Ma la porta è chiusa ! Help ! Help ! Non voglio morire, Pierre, Shoichi mi vuole uccidere ! Aprite la porta !!»

L'inglese prese per mano il Giapponese, che era il più vicino a lui, oltre l'americano e fece segno agli altri di scendere le scale per scappare via.

« Forza andiamo !»

« Oui !»

Ma un altro problema si fermò davanti l'inglese e il nipponico, ovvero, un secondo americano con tanto di occhiali da sole messi sulla testa, i capelli rossi e gli occhi del medesimo colore, mentre sulla spalla teneva una mazza chiodata.

« Guarda, guarda, altri tizi stranamente simili a gente che conosco. Well, vi ammazzo tutti.»

« Argh, chi diavolo è questo tizio ?!»

« England, ti presento James, quello con la mazza !»

« Amerika-kun, non è il momento delle presentazioni..»

« Hei ! L'ha chiesto lui !»

L'americano iniziò a rigirarsi tra le mani la mazza già sporca di sangue e con un ghigno, sembrava scegliere chi colpire per primo.

« Togliti, schiavo, fammi passare, non riesci nemmeno ad aprire una porta.»

La voce dell'altro nipponico, fece girare di scatto James, incuriosito dal sentire la sua voce, forse non pensava che anche gli altri fossero li.

« Merda, non si apre, ci hanno chiusi qui !»

« Bien..»

« Ho paura !»

« Shiru ka  /Non me ne frega un cazzo/ se hai paura !»

L'americano dai capelli rossi si appoggiò alla porta, lasciando scappare via quelle che dovevano essere le sue vittime, che scesero le scale e uscirono dalla porta d'ingresso.
Ma non gli importava. Cosa c'era di più bello di far smuovere i nervi ad un nipponico.

« Che bello "vederti" Shoichi. Dimmi, ti stai divertendo ?»

« James... Brutto bastardo americano, fammi uscire e ti prendo a calci in culo !»

« Potrei, ma non mi va, sai, si sprecano energie a girare una chiave, capisci ?»

« Konoyarou... /Bastardo/»

« No, no ! Ci vuole la parolina magica.»

« Apriti Sesamo ?»

Domandò tutto allegro l'inglese, felice di sentire il suo caro figlioccio.

« No, idiota ! E poi voglio sentirla da Shoichi. Momento, ma li dentro chi siete ?»

« Io, Shoichino e Pierruccio, dear ! Su, apri, non voglio stare qui !»

« Finiscila di chiamarmi Shoichino o i prossimi dolcetti che preparerai saranno con la tua stessa carne ! »

« Shoichi, finiscila.»

Pierre, che faceva il pacifico di turno, forse era il dio della pace in quel momento. In quel momento, ripeto.
James aprì la porta, da dove uscì un odore di fumo tremendo, certo, prima si sentiva, ma era leggero, ora era praticamente sommerso dalla puzza.

« Ma a cosa avete dato fuoco ?! »

« Ad un pacco di sigarette.»

Rispose Shoichi, uscendo a passo deciso, mentre guardava male prima l'americano e poi il francese.
L'americano che poi fu abbracciato dall'inglese, chiuse la porta, sbattendola ovviamente e si staccò la pulce di dosso, seguendo gli altri due per le scale.

« Che facciamo con quelli ?»

Domandò il francese, guardando il giapponese li davanti.

« L'inglese non possiamo di sicuro ammazzarlo, è stato lui a portarci qui, quindi se vogliamo tornare indietro ci serve lui.»

« L'americano è mio, quindi, nipponico, stacci alla larga.»

« Non mi faccio dare ordini da te, comunque avevo mirato al giapponese, non sopporto qualcuno che mi somigli, nessuno può essere come me.»

« Shoichi è passato da imperatore del mondo a Dio del nuovo mondo. Bien, mi prendo il francese.»

« Emnh.... ragazzi ! Scusate ! E io ? Io che faccio ? Anche io devo fare qualcosa !»

« Muori. E' la cosa più utile che tu possa fare.»

« Shoichino, perchè mi odi ?»

« Non c'è un motivo, ti odio e basta.»

I nostri quattro pazz... nazioni nuove nuove, si erano fermate davanti la ex porta di casa di Arthur, ora era aperta la caccia, dovevano trovarli, prendere l'inglese, uccidere il resto e tornare a casa, nulla di più semplice. Il problema era sapere dove fossero, anche se non sembravano turbati da quel pensiero, il contrario, erano abbastanza tranquilli, erano sicuri, nulla li avrebbe fermati, tranne il telefonino di James che squillava.
 
--------------------------------------------------------------------------------------------

TA TAN TA TA TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN
Vichinga a rapporto gente !
Piacere, sono la I-chan e questa è la mia prima FanFiction, quindi... ABBIATE PIETA' !
 Bhè, non sono brava con i dialoghi con troppe persone, tecnicamente scrivo cose in contesti dove si trovano massimo tre personaggi, figuriamoci otto.
Si, che aumenteranno..

Allora, come penso abbiate capito, i nomi dei nostri cari 2!P, sono:

Inghilterra: Oscar Kirkland
Francia: Pierre Bonnefoy
Giappone: Shoichi Honda.
America: James Jones

Per il nome di Francia e America devo ringraziare la Franciccia, mentre quello di Giappone è inventato da me, tecnicamente è il nome del 2!PGiappone che ho nel fandom. <3 Il mio caro imperatore, vero Shoichi ?

« Ma non rompere, plebea, non riesci nemmeno a esprimere quanto io sia figo.»

Parli troppo, dovresti parlare meno !
E poi, che ci fai nel mio angolo ?!

« Tuo ? Ma per favore, io sono l'imperatore.»

Va bene, va bene, allora gente, ci vedremo con il prossimo capitolo. Spero vi sia piaciuto, bhè, accetto tutti i generi di consigli e recensioni, perchè penso di essere brava a ruolare, ma nelle FF sono pratica quanto un mandarino a ballare la Gangnam Style. Nel prossimo capitolo come 2!P ci saranno Italia, Germania e tanti altri, come uno spagnolo, ma sh, voi non lo sapete.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Arthur Kirkland e la camera dei meeting. ***


Il rumore dello squillare del telefono, fece sobbalzare l'americano, che lo prese e lo uscì dalla tasca dei Jeans scuri.
 
« Certo, ci voleva pure il telefono..»
 
Sbottò il francese, accorgendosi che le sigarette erano finite e alla sola vista del pacchetto vuoto, gli scappò una piccola imprecazione.
 
« Stai zitto, is my brother !»
 
« Non mi sto zitto e poi digli che ha una puntualità da far schifo !»
 
Il francese senza le sue sigarette e senza il suo vino, era come una bomba ad orologeria, meglio stargli alla larga.
 
« Pieruccio, su, calmati, non è la fine del mondo, dai, che appena torniamo a casa ti preparo i dolcetti. Ho trovato due bambini perfetti per i cupcakes, hanno una carne tanto---»
 
« Damare ! /Taci!/ Mi fai venire il voltastomaco ! »
 
Shoichi per quante persone poteva uccidere e torturare, quello che non sopportava era sapere che tipi come gli inglesi riuscivano addirittura a mangiare la carne umana. Ecco uno dei tanti motivi perchè il giapponese odiava Oscar.
 
« Per una volta do ragione a Japon, quei cosi non li mangerei nemmeno sotto tortura.»
 
« Pierre, così mi fai soffrire ! Io li preparo con tanto amore ~ »
 
« Ma dannazione, volete stare un poco zitti ?! »
 
Disse l'americano, che teneva all'orecchio il telefono e  guardava male gli altri tre del gruppo. 
 
« Oh, Michael, cosa vuoi ?»
 
- Non voglio nulla, figurati se voglio qualcosa da te, però qui ho un tizio che sembra la versione sfigata di me, che me ne faccio ?-
 
La voce del canadese arrivò forte è chiara dall'apparecchio elettronico dell'americano dai capelli rossi, che alle parole del fratello sorrise. Un sorriso poco rassicurante a dirla tutta.
 
« Non fare nulla, non ucciderlo, resta li, non ti muovere, ti dico io poi cosa devi fare, basta che non fai scappare quel verme, ok ?»
 
-Ok, basta che non mi fai marcire qui, questo tipo è abbastanza noioso e non so per quanto tempo io possa trattenermi.-
 
« Fallo e basta.»
 
Furono le ultime parole di James, che subito dopo chiuse il telefono e guardò soddisfatto i "compagni".
 
« Allora, come sta, Michaeluccio ? Gli hai detto che gli voglio un mondo di bene ? E' anche lui qui ?»
 
« In poche parole: Che ti ha detto ?»
 
Shoichi e il suo solito spirito di gruppo e con la sua solita pazienza, se ne fregava delle parole del tizio in maglioncino rosa e passò al dunque.
 
« Abbiamo un ostaggio, sembra essere il Canada di qui. »
 
« Bien, ora che si fa ?»
 
Chiese il francese, mentre incrociava le braccia al petto e guardava prima l'americano e poi il giapponese.
 
« Non è un mio problema, io vado solo, mi avete scocciato.»
 
Shoichi varcò quello che un tempo remoto era l'ingresso di una casa, ma che ormai era un campo di guerra e proseguì.
 
« Quel cazzo di giapponese è simpatico quanto un palo in culo, gli farei mangiare la mia bella mazza !»
 
« James, calm ! Shoichino fa l'asociale, ma in verità è solo che gli mancano le coccole.»
 
« Appunto, James. Se c'è qualcuno da uccidere, è l'inglese qui presente.»
 
Francia camminò, seguendo il giapponese che era già più avanti e lo stesso fece l'inglese, che correndo arrivò subito accanto al francese.
 
« But, dear, non puoi dirmi questo !»
 
L'americano corse, per arrivare a quello che era sempre stato il suo rivale, il Giappone, camminando poi accanto a lui e guardare davanti.
 
« Si può sapere che hai in mente ?»
 
Chiese, lanciandogli solo una piccola occhiata.
 
« Ora possono fare solo una cosa, chiamare le altre nazioni e fare un meeting fuori programma con la massima urgenza.»
 
« Vero ! Shoichi, you are a genius !»
 
Esclamò l'inglese appena dietro di loro che aveva sentito la discussione.
 
« Lo so.»
 
Disse poco modesto il giapponese.
 « Allora, grande genio, come ci arriviamo li prima di loro ? Hai per caso la nuvola speedy ? O magari usi il teletrasporto ? »
 
Il francese, grande ottimista, quando voleva poteva far scoraggiare pure un imperatore come Shoichi.
 
« Dovrei ridere ?»
 
« Scusatemi grandi geni, ma ho un'idea.»
 
James fece un gesto per farsi seguire e si avvicinò  al marciapiede, dove posteggiata li accanto si  trovava una macchia rossa, dove si poteva vedere una donna anziana che stava per salire.
James, di conto suo era così fine che prese la nonna e la tirò fuori, stile sacco di patate.
Quindi salì  al posto di guida, mentre nel posto del passeggero si accomodò Shoichi e dietro Pierre.
 
« Prendersela con una nonnina, ti senti un figo vero ?»
 
Shoichi che nemmeno lo guardava, era girato verso il finestrino, sì, si vergognava, non era di sicuro il tipo che rubava le macchine alle vecchiette.
 
« Di sicuro resto sempre più figo di te.»
 
« Vogliamo partire ? Perchè mi sa' che la vecchietta a momenti ci sfratta.»
 
Disse il francese mentre guardava la vecchietta che si era rialzata, mentre scuoteva la borsetta con aria minacciosa, talmente tanto da sembrare Chuck Norris in menopausa. /?/
 
« Ok, tenetevi forte !»
 
Ecco James, che toglieva il freno a mano e tenendo saldo il volante, premette più che poteva l'acceleratore e che a momenti tanto lo premeva forte che lo sfondava.
Il risultato fu che la macchina al massimo si spostò dal suo posto, camminando più lenta di un carro funebre.
 
« Wow, che velocità, attento prima che ci fanno la multa.»
 
« Si, per aver rotto le palle alla gente che sta dietro.»
 
Continuò Shoichi, subito dopo Pierre.
 
« Chi va piano va sano e va lontano.»
 
James non riusciva a convincere nessuno con un detto simile, anche perhè non era proprio  da lui.
 
« C'è poco casino.»
 
Il francese si sentiva troppo bene, anche se gli altri due continuavano a parlare, era tutto così poco confusionario, meno del solito.
 
« RAGAZZIIIIIIIIIIIIII, pleas ! Fermatevi ! Non lasciatemi qui ! Questa vecchia vuole uccidermi !»
 
Oscar che correndo come un effeminato, cercava di far accorgere gli altri che non era ancora salito, mentre dietro di lui, la vecchietta minacciosa, lo rincorreva con la sua arma micidiale, quella che sembrava una borsetta. Sembrava..
 
« Mon dieu, manca Oscar.»
 
« Hahahaha, lasciamolo li, si sta per rendere utile.»
 
Shoichi, crudele come pochi.
 
« Utile ? Per riempire una bara.»
 
« Esatto.»
 
Rispose nuovamente il nipponico alla domanda del francese.
Peccato che America, per quanto anche lui non sopportasse quel piccolo confetto, si fermò, aspettando che salisse.
 
« Oh, my god, pensavo mi aveste lasciato qui ! »
 
Disse, salendo e chiudendo lo sportello, con il fiatone e l'americano partì nuovamente.
 
« Quella vecchietta ! Dovevate investirla ! I hate grandparents ! Sono così... MOLLICCI ! Non servono nemmeno a fare i cupcake ! Sono... BLEAH !»
 
Come a solito suo, quando parlava non si fermava più e iniziava a gesticolare come una ragazzina che cercava di spiegare come fossero le scarpe che aveva visto in un negozio.
 
« Merda, avevo detto che dovevamo lasciarlo li ! »
 
Disse Shoichi, che a momenti gli scoppiava la testa, era praticamente allergico a quel coso rosa, non lo sopportava, la sua voce era la cosa più irritante che esisteva.
 
Dopo una buona ora di litigi continui in quella che doveva essere una macchina, se non un mucchio di ferri che camminavano, erano arrivati nel posto dove si riunivano per i meeting.
Scesero dalla macchina e entrarono nell'edificio, dirigendosi verso la stanza delle riunioni.
Nel frattempo nella stanza, si trovavano già Benito e Lutz, l'Italia e la Germania della loro dimensione, che tranquilli come non mai giocavano a briscola.
Italia era il tipo che non amava annoiarsi, ma nemmeno saltellare qua e la e sembrava, che al contrario degli altri quattro, ovvero il nipponico, il francese, l'inglese e l'americano, era riuscito, insieme al tedesco, a catturare le loro personalità differenti, infatti, nell'angolo della stanza si trovavano Feliciano e Ludwig, legati come due salami.
 
« Briscola !»
 
Disse l'italiano, buttando l'ultima carta a terra.
 
« Basta, mi arrendo, sei imbattibile..»
 
Il tedesco dagli occhi violetti alzò le mani in segno di arresa e ruotò gli occhi.
 
« Lutz, mi annoio. Dobbiamo fare qualcosa, se come ha detto lo spagnolo ci dovrebbero essere pure gli altri, allora che aspettano ad arrivare ?»
 
« Non lo so, perchè non chiami a Shoichi ?»
 
« Secondo te un tizio arretrato come lui che combatte ancora con una spada può avere un telefono ?»
 
Rispose subito dopo, prendendo il suo amato coltello e rigirandoselo tra le mani con aria estremamente annoiata.
 
« Allor---»
 
La porta si aprì di colpo, sbattendo e facendo spazio alla figura del nipponico che teneva l'inglese in braccio, ma che subito dopo buttò a terra.
 
« Shoichi, era necessario sfondare la porta con Oscar ?!»
 
Urlò l'americano.
 
« Mi ha fatto malissimo !!! Shoichino, sei cattivissimo !»
 
Piagnucolava Oscar che tenendosi la testa si rotolava sul pavimento.
 
« Avevo sempre sognato di sfondare una porta con una testa vuota.»
 
« Perchè non usavi la tua ?! Tanto piena non mi sembra !»
 
L'americano non era tanto protettivo nei confronti dell'inglese, ma odiava gesti inutili come quelli del giapponese, che poi, non era nemmeno da lui fare cose del genere.
Sì, non era da Shoichi prendere Oscar e sbatterlo contro una porta (aperta), ma aveva bisogno di una specie di anti stress.
 
« Siete più rumorosi del solito, specialmente tu, cinese.»
 
L'italiano ghignò, sapendo quanto al nipponico dava fastidio sentire che qualcuno lo paragonava ad un cinese.
 
« Benito, dillo di nuovo e mando a farsi fottere la nostra amicizia e ti taglio la gola. »
 
« Shoichi, ti prego, siediti e giochiamo a Poker, ho voglia di farti perdere così tante volte da farti togliere pure le mutande.»
 
L'italiano indicò la sedia accanto, continuando a ghignare, mentre il tedesco davanti a lui restava in silenzio, si scocciava pure a parlare in momenti di così tanta confusione.
Tutti si andarono a sedere nel grande tavolo, compreso il piccoletto rosa, che ancora si accarezzava la testa, da dove ne uscì pure un bernoccolo.
 
« Sapete se ci sono altri dei nostri ?»
 
Chiese il francese, che aveva preso una delle sigarette del tedesco biondo, ringraziandolo.
 
« Oltre voi so solo che c'è Spagna, mio fratello e il fratello di Lutz.»
 
Rispose secco l'italiano.
 
« C'è pure mio fratello Michael.»
 
Aggiunse l'americano.
 
« Hei, Benituccio, dov'è tuo fratello e Felipe ? Senza offesa, ma Felipe mi fa paura, non lo voglio qui, poi inizierebbe a picchiarmi insieme a Shoichi.»
 
« Non ho tempo per picchiarti, idiota, non ti credere così importante.»
 
Lo guardò male Shoichi.
 
« Ora gli chiamo.»
 
Disse l'italiano prendendo il telefono e componendo il numero del fratello e lo posò all'orecchio.
 
« 'Ture, dove cazzo sei ?»
 
-Benni, senti, non è giornata, sono qui con Felipe e non trovo niente !-
 
« Qui dove ?»
 
-Nel negozio di scarpe, vita ! Cioè, non puoi capire, le scarpe costano un casino e non sono nemmeno leopardate ! Mamma mia, ma qui ci vivono i barboni, non lo so !-
 
«... Quindi stai a comprarti le scarpe... Ma razza di idiota, porta il tuo culo con le mutandine in pizzo qui ! Renditi utile qualche volta ! »
 
-Va bene, Benni, ma non ti arrabbiare! E poi le mutante oggi  sono tigrate, non in pizzo~ -
 
« Dillo al tuo spagnolo come hai le mutande, non a me ! E muoviti !»
 
Chiuse il telefono e guardò gli altri.
 
« Allora, chi vuole giocare a Poker ?»
 
E tutti alzarono la mano.
I nostri cari 2!P iniziarono la loro partita, sotto gli occhi sconvolti di Italia e Germania, che non credevano a quello che stavano vedendo.
 
------------------------------------------------------------------
 
Oh, Matusalemme, mi dispiace, dovevo spostare il capitolo ieri, ma non ci sono arrivata.
Scusate, scusate ! E' stata una settimana troppo stressante, piena di verifiche a cavolo. In verità il capitolo dovevo finirlo ieri, con l'aiuto dell'americano in vacanza, ma a furia di ridere e andare a vedere Resident Evil, non abbiamo fatto niente.
Bhè, allora, Maru-chan, cara moglie mia, ti ringrazio tanto per gli scleri mentre scrivevo sta roba senza senso e ringrazio anche le mie care amiche del fandom che mi hanno autorizzato a dare ai 2!P i nomi dei loro pg. <3
 
E ricapitoliamo i nomi dei nostri schizzati compagni di avventure:
 
Inghilterra: Oscar Kirkland
Francia: Pierre Bonnefoy
Giappone: Shoichi Honda
America: James Jones
Canada: Michael Williams
Italia N.: Benito Vargas
Italia S.: Salvatore Vargas
Germania: Lutz Beilschmidt
Spagna: Felipe Fernandez Carriedo
 
Spero che il capitolo sia piaciuto, anche se fatto in modo sbrigativo, ringrazio chi aveva recensito il primo e spero di non averli delusi. Siete delle brave persone, mi avete commossa. <3
Nel prossimo ci saranno nuovi personaggi, eh ! Ancora non abbiamo finito, dobbiamo ancora vedere cosa faranno i nostri sciagurati 1!P ! Alla prossima !

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1691998