Can I sit beside you when the world comes down?

di Crypbeast14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La classe punitiva. ***
Capitolo 2: *** Peace and love. ***
Capitolo 3: *** Una ragazza. ***
Capitolo 4: *** Il bacio. ***
Capitolo 5: *** Happy New Year! ***
Capitolo 6: *** La cena. ***
Capitolo 7: *** Buonanotte. ***
Capitolo 8: *** Ti voglio bene.. ***
Capitolo 9: *** La chiamata. ***
Capitolo 10: *** If You'll be my Girl. ***
Capitolo 11: *** E' fantastico. ***
Capitolo 12: *** Aspettami, okay? ***
Capitolo 13: *** Settimana da incubo. ***
Capitolo 14: *** Bullismo. ***
Capitolo 15: *** Where are you? ***
Capitolo 16: *** Avan Jogia. ***
Capitolo 17: *** Amore.. ***
Capitolo 18: *** La felicità dura solo qualche istante. ***
Capitolo 19: *** L' articolo. ***
Capitolo 20: *** Il manifesto al centro commerciale. ***
Capitolo 21: *** Il ritorno. ***
Capitolo 22: *** Occhi di ghiaccio. ***
Capitolo 23: *** Il ritorno p2. ***
Capitolo 24: *** A stasera. ***
Capitolo 25: *** Friends, Sayu, love. ***
Capitolo 26: *** Tsk, Hutchers. ***
Capitolo 27: *** Non possiamo rimanere lontani. ***
Capitolo 28: *** La partenza. ***
Capitolo 29: *** Tutto è perfetto per un semplice motivo: NOI. ***
Capitolo 30: *** I love you. ***
Capitolo 31: *** Ain't no sunshine. ***
Capitolo 32: *** Incidenti casuali. ***
Capitolo 33: *** Torno a casa. ***
Capitolo 34: *** Questo è amore vero. ***
Capitolo 35: *** Si può essere più felici adesso? ***
Capitolo 36: *** Incomprensioni. ***
Capitolo 37: *** La classe punitiva, ancora. ***
Capitolo 38: *** Una brutta serata. ***
Capitolo 39: *** Lacrime, rabbia, amore. ***
Capitolo 40: *** Can I sit beside you when the world comes down? ***
Capitolo 41: *** Vieni con me a Los Angeles? ***
Capitolo 42: *** Nottate da ricordare. ***
Capitolo 43: *** Nausea e pensieri balordi. ***
Capitolo 44: *** Esito positivo. ***
Capitolo 45: *** Sarah è incinta. ***
Capitolo 46: *** Debolezze. ***
Capitolo 47: *** Buon Natale. ***
Capitolo 48: *** Il parto improvviso. ***
Capitolo 49: *** L' amore è nell' aria stasera. ***
Capitolo 50: *** Il fidanzamento. ***
Capitolo 51: *** The end ~ ***



Capitolo 1
*** La classe punitiva. ***


Sono davanti questa porta gia' da due minuti buoni. La guardo con disprezzo.
E' un mondo che non mi appartiene, questo. Sospiro, stringendo la mia borsa ed entro.
La professoressa e' seduta alla cattedra, le braccia conserte poggiate sopra.

< Buongiorno, scusi per il ritardo. > La guardo. Lei mi sorride.
- Non ti preoccupare. Siedi dove vuoi, tanto oggi manca molta gente. -
C'è un aspetto positivo di tutta questa situazione? Sì, uno. Questa e' una di quelle professoresse buone e simpatiche di sostegno.
Nella classe ci sono a malapena dieci studenti. Le persone presenti sono tutti colpevoli, hanno fatto qualcosa che non dovevano fare.
E' la classe pomeridiana punitiva. Ti prendi una bevanda dalla macchinetta dei professori? Classe punitiva. Rispondi ad un professore? Classe punitiva. Bruci? Classe punitiva. Usi il cellulare? Classe punitiva. Finisci dalla preside? Finisci nella classe punitiva. Fai rissa? Classe punitiva.
Ed è stato proprio questo il mio sbaglio.
Veramente non so se tirare uno schiaffo e essere spinte poi, sia fare una rissa. 
Michelle. Una delle mie migliori amiche di sempre.

Avremmo continuato, se non fossero intervenuti i professori. 
Mi siedo al secondo banco della fila di sinistra e in modo silenzioso tiro fuori una penna e un quaderno. Ne approfitto per guardarmi un attimo intorno.
Un equazione matematica e' scritta chiara sulla lavagna. Vedo Michelle, seduta dall'altra parte della classe con lo sguardo basso.
Un'altra ragazza, mora e riccioluta seduta accanto a lei. Non si parlano. Forse non si conoscono nemmeno.
Dopo aver dato un'altra occhiata agli altri colpevoli, abbasso lo sguardo.
I quadretti del quaderno mi fanno venire mal di testa. Io e questa materia esistiamo in due mondi differenti. Non la capisco.
Incomincio a ricopiare comunque l'espressione. << 2x, parentesi quadra.. >>

< Scusa, sai che ore sono? >
Alzo lo sguardo, ancora con la penna in mano e una faccia da ebete. < Sono le tre e un quarto. >
Faccio una smorfia, abbastanza seccata. Mi sorride e si rigira, continuando a concentrarsi sull'espressione scritta su un foglio volante.
La nostra scuola e' una rispettabile. Gia' e' tanto che non ci fanno portare le divise.
Cerco di concentrarmi ma gia' al terzo passaggio ci rinuncio. Maledetta matematica.
Suona la campanella. Sono la prima ad alzarmi. Arrabbiatissima. 
Sembra che vada tutto male oggi. E per giunta, diluvia! 
Mi fermo sull'uscio dell'edificio, tiro fuori l' ombrello a quadri rossi e gialli e lo apro. 
Un lungo respiro per cercare quel coraggio, quella forza, quella pazienza esauritasi ormai da tempo e sento qualcuno tossire, come se stesse cercando attenzione.
Mi giro curiosa. A primo impatto non lo riconosco. Poi il mio cuore fa un balzo, arriva in gola e torna indietro scivolando lento sul mio esofago.

Josh Hutcherson. Si vede raramente a scuola perchè è un attore a quanto pare troppo impegnato per frequentarla. Mi è anche capitato di vedere qualche suo film nel corso degli anni come " Innamorarsi a Manhattan" o " Viaggio al centro della terra".
Le poche volte che si presenta a lezione è sempre circondato da amici. O per meglio dire "amiche". E' amato da tutti i professori, bidelli, preside.
C' è chi dice che nonostante la fama sia rimasto un ragazzo con i piedi per terra, estremamente dolce e disponibile con gli ammiratori.
Io non credo: prima o poi, i soldi danno alla testa e cominci a tirartela. 
< Ehy. > mi fa con tono pacato.
< Ciao. > rispondo io, con tono fin troppo diffidente. 
Devo avere proprio una faccia da idiota, perche' fa una spece di smorfia.
Un attimo di silenzio. < Aspetti che ti vengano a prendere? > chiedo.

E' seduto in un angolino, sembra che lo abbiamo costretto a fare cinque minuti di vergogna. 
< In realtà sto aspettando che finisca di piovere. Non ho l' ombrello. > Sorride leggermente.
< Non credo che smetterà presto, sai.. > ne approfitto per distogliere lo sguardo dai suoi occhi magnetici per soffermarmi sulla pioggia che cade creando delle enormi pozzanghere sul cemento.
Quando si alza e si mette dritto, prende a camminare lento verso di me. < Lo so, ma che posso farci? >

Mi guarda da capo a piedi, in un modo strano. Poi si passa la lingua sulle labbra, bagnandole. < Come ti chiami? >
Presente quando una persona famosa lo chiede, prima di scribacchiarlo su un foglio di carta seguito dalla sua firma? Ecco, il suo tono mi da quell' impressione. < Sarah. > rispondo, tentando invano di rimanere impassibile.
< Io sono Josh. > ma va? Giuro che non lo avrei pensato.
< Senti, se vuoi posso accompagnarti. Dove devi andare? > Odio il mio essere una brava ragazza, perchè mi porta a fare scelte di questo genere.
Dopotutto non lo conosco. E' famoso, io non sono niente. Mi guarda perplesso per qualche istante, poi annuisce.
Gli porgo il mio ombrello. Lui lo afferra e incominciamo a camminare, vicini. < Non molto lontano. Mi aspettano in quel bar laggù. >

Attimo di silenzio. < Come mai a scuola? >
< Punitiva. > Rispondo velocemente. Evito di voltare la testa verso la sua figura.
< E perchè? > Continua. 
Faccio spallucce. Saranno affari miei no? 
Data la mancanza di risposta, sospira e mi parla come se fossi una sua normale conoscente < Io rimarrò qui con la mia famiglia per un pò. Non so quanto precisamente. Sono venuto ad avvertire la preside che fino a nuovo ordine frequenterò, cercando così di rimettermi a pari con gli studi. Sono importanti anche quando fai l' attore, sai? > Mi gratto il mento, poi scuoto la testa. E' una situazione assurda.
< Senti.. mi sono ricordata che devo andare da mia nonna, per cui io giro. Tieniti pure l'ombrello. > Sforzo un sorriso.
< Dici sul serio? Ti accompagno dai. >
< No grazie.. ci vado da sola. Ciao. > Metto il cappuccio in testa e me ne vado. Dallo zaino prendo l'ipod e mi ficco le cuffie nelle orecchie.
Ho appena detto una bugia. L'acqua mi bagna le gambe, la faccia, la felpa nuova.
Perchè l'acqua non lava via questo senso di oppressione che ho dentro? Arrivo a casa fradicia, come farsi la doccia vestita.
Mi tolgo le scarpe all' entrata e vado in cucina. Mamma si affaccia dalla porta < Come mai così tardi oggi? >
< Oh, sì.. Ho fatto un'altra strada, credevo fosse più corta e invece.. > Devo reggere la bugia, in qualche modo.

< Sarah, questo è un paesino minuscolo. Come mai sei bagnata? >
< S'e' rotto l'ombrello. >  Senza aggiungere altro sgattaiolo dentro la mia stanza, chiudendo la porta dietro di me.

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Capitolo 2
*** Peace and love. ***


La mattina seguente. Il sole spacca le pietre, le cucina, se le mangia, rutta e sparecchia.
Non mi capacito del fatto che quando lo voglio io, il sole non c'e' mai. 
Vado a sedermi al solito posto, mentre gli altri fanno casino aspettando l' insegnante.
Quando questa entra probabilmente sono l'unica ad accorgermene. Mi alzo, come faccio sempre.

E' isterica e scontrosa anche con le persone che vanno bene nella sua materia. Questo mi da sui nervi, perchè sono convinta che sei fai qualcosa e ti ci impegni tanto, un minimo di riconoscenza lo devi ricevere. Tira fuori tutta la sua voce per gridare un “Basta” assurdo. Tutti si siedono composti e sconvolti.
Dopo venti minuti, chiedo di andare in bagno. < Non potevi andarci prima? >
< E' urgente. > Esco dalla classe. Incomincio a camminare, diretta ai bagni femminili.
< Ehy. > Mi giro. Josh? < Non ricordavo fosse così pesante stare in classe a seguire. >
< Ciao .. > Mi sposto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
< In classe ho il tuo ombrello. Spero non ti sia presa un raffreddore, con tutta la pioggia che c'era ieri. > continua, quasi ignorando il mio saluto. V
orrei rispondergli
 "Beh tu di certo stai benissimo, grazie a me " ma non lo faccio. 
< Oh, no. > Da notare la mia eloquenza di prima mattina.
< Incontriamoci davanti alla mensa all' ora di pranzo, così te lo riporto. Va bene? > Sorride. Io annuisco solamente.
Non posso fare a meno di notare quanto sono bianchi i suoi denti. Dritti, perfetti.

< E' Sarah il tuo nome, vero? > ancora quel tono fastidioso, come se gli avessi appena chiesto un autografo. 

< Esatto. >
< Ciao Sarah, a dopo allora. > Sorride di nuovo e si allontana senza aggiungere altro. 
Scuoto la testa mentre i lati della mia bocca si allargano piano piano.
Poi mi tiro uno schiaffetto da sola così, nel corridoio deserto, per tornare alla reatà. Non ci pensare proprio.
Tu non sei niente.

Ora di pranzo. Percorro i corridoi che mi separano dalla mensa velocemente, punto l'occhio sul solito gruppetto di amici di Josh e mi avvicino.
Inutile dire che c' è anche lui. Vicino ad una ragazza mora si parlano molto vicini con il viso.
< Ciao Josh. > lo saluto con voce roca. Lui si gira. Mi guarda, serio. Tutto il gruppo cade nel silenzio, e prende a guardarmi.
Gli guardo le mani. Dov' è? < Il mio ombrello? >
< Quale ombrello? > risponde lui, scuotendo appena la testa. 
< Quello che ti ho prestato ieri e che tu stamattina volevi ridarmi. > Non va affatto bene.
Sento che le guance divampano, sento che mi sta per esplodere il cuore da come batte all' impazzata.

< Io non ho nessun ombrello! > La ragazza mora incomincia a ridere. Mi guarda come se ha pietà di me ma dentro mi sta ridicolizzando. 
< Ho sbagliato persona, allora. > Gli sorrido. Quanto sono stupidi i ragazzi. Lui poi, che è famoso, ancora di più.
Continuando a sorridere, lo sorpasso e mi siedo al primo tavolo ancora libero.
Sento i suoi occhi puntati su di me, sento le derisioni dei suoi amici. Socchiudo gli occhi e cerco invano di calmarmi.
Perchè mi fa così male? Sono stata snobbata fino a quel momento da metà degli studenti, perchè ora mi fa male?
Relax. Sì, relax. Comincio a fare lunghi respiri. Fare pensieri sereni. Poi mi alzo e tiro un calcio al muro.
Vaffanculo porca banana. 

< Cosa stai facendo? > mi rimprovera una delle addette della mensa. Nera, vecchia, bruttissima. 
Farla arrabbiare? Non se ne parla. < 
C'era un insetto, lo sa che sono insettofobica vero? >
< Ne dubito fortemente, in mensa non ci sono insetti. > sul suo viso si pianta un sorriso bastardo, gira i tacchi e se ne va.
Al suono dell'ultima ora metto lo zaino su una spalla ed esco dalla classe. I miei compagni mi sorpassano, uscendo dalle uscite d'emergenza.
Io invece, percorro la strada piu' lunga, uscendo dalla porta principale. Percorro tutti i corridoi che mi ci separano.
Faccio un passo e vedo Josh, appoggiato al muro. Sembra aspetti qualcuno.
Lo fisso per qualche istante, fino a quando gira la testa e mi guarda. Abbasso gli occhi, mordendomi il labbro inferiore.
Accellero il passo. Appena gli passo davanti, lui comincia a seguirmi.
Mi giro. Apre la bocca per dirmi qualcosa.
< No, sono in ritardo. > cerco di darmela a gambe. Mi prende il braccio e mi ferma.
< Mi dispiace. Mi dispiace davvero, di solito non mi comporto così. > come al solito fa finta che io non abbia minimamente parlato. 
< Devo andare, mia madre mi aspetta fuori.. > continuo, sperando che almeno questa volta capisca che non è il caso.
Cerco di scansare via la sua mano, ma non ci riesco. < Davvero Josh. Devo andare. >
< Parliamone, ho spiegazioni valide. > continua lui, cercando di evitare un gruppo di studenti del primo anno che escono a tutta birra dalla struttura.
< La reputazione non è mai una spiegazione valida, lasciami.. > piagnucolo io. Che cavolo di situazione. 
< Certo che lo e'. > cedo alla sua presa, facciamo qualche passo verso delle sedie, solo per evitare che mi faccia male al polso.
< No, ti ho detto di lasciarmi! Josh sono.. > 
< Mi stai chiedendo di scegliere tra la reputazione e te? > Oh mio Dio, chi si crede di essere? 
Do uno strattone con tutta la mia forza, liberandomi dalla stretta e faccio qualche passo indietro. Sento le lacrime premere sugli occhi. Perchè?

< Io non ti sto chiedendo niente, e soprattutto non voglio che tu scelga me. Non so da dove venga tutto questo interesse, ma tu per me sei il nulla più totale, non siamo amici e non siamo niente. Puoi trattarmi come ti pare, tanto non provo sentimenti né per te né per quello che fai. >

Mi porge l'ombrello, con aria totalmente apatica. Lo prendo, velocemente. Mi guarda per un secondo, si gira e se ne va. Non lo fermo, non lo chiamo.
Passano due giorni. A scuola, le pochissime volte che lo incrocio, non mi rivolge né parola né un misero sguardo.
Io invece ci sto sempre peggio. Comincio a pensare di essere pazza. Non sono mai stata una persona che si affeziona subito alle persone.
Eppure mi sento in colpa. Un po' quando si dice una bugia. Però la mia non e' una bugia. O almeno così penso.
Per me lui e' proprio nulla nulla? Sono confusa al massimo.
< Penso che ti sia lavata le mani abbastanza, sai? > Cassie mi riporta alla realtà.
Anche se a volte è un pò acida, dovuta probabilmente ai problemi che ha in famiglia ( i suoi genitori litigano in continuazione, si ostinano a non separarsi e sfogano su di lei i loro problemi ), è una ragazza comprensiva e disponibile.

Chiudo il rubinetto e prendo un fazzoletto.
< Che ti prende? > chiede, passandomi una mano sulla schiena.
Nulla, sono un po' sovrappensiero.. > rispondo io.

< Eh si, ho notato. > Apro la porta del bagno e me lo ritrovo davanti.
< Josh! Che ci fai qui? Questo è il bagno femminile sai. > lo canzona subito Cassandra.
< Non c'è l'acqua nel bagno dei maschi. > ha lo sguardo fisso su di me, lo sento anche se non me ne accorgo direttamente. Sto ammirando il muro che è alle sue spalle.
< Ancora? E' la quarta volta sta settimana. > continua la ragazza.
Mi scanso per farlo passare. Un attimo di silenzio. Non ottenendo risposta, lei guarda me, poi guarda Josh, poi di nuovo me.

< Okaaay, io me ne vado. > e mi lascia lì, facendo un occhiolino che smonto con un occhiataccia. 
Il giovane attore si gira indifferente verso i lavandini, voltandomi le spalle. Apre il rubinetto. 
Sento le farfalle nello stomaco. Quando fa per uscire, lo chiamo. < Josh. > Mi esce un rantolo, un lamento. 
Lui butta il fazzoletto con il quale stava asciugando le mani e si gira verso di me.
< Mi dispiace. > Non abbasso lo sguardo. Richiude la porta.
< Perchè mai dovrebbe dispiacerti? Alla fine hai solo detto la verità. > scuote le spalle.
< Ho detto ciò che volevo che fosse la verità. > lo correggo io, con un filo di voce.
< Tu vorresti non provare niente per me? Vorresti non conoscermi? >
< Non sei al centro dei pensieri di tutti, anche se sei famoso. Non lo eri dei miei. Ma lo sei diventato, o almeno ne sei diventato una parte. E ormai lo sei, non è che posso farti scomparire. Vorrei che tu non fossi niente perchè credo che apparteniamo a due mondo diversi, in contrasto, in battaglia.. >
< Hai mai letto “Un Amico Ritrovato”? > comincio a pensare che abbia una sorta di abitudine a interrompere le persone che formulano frasi a caso.
< Mhh no. > mordo il labbro inferiore.
< Parla di un ebreo e di un nobile appartenente ad una famiglia sostenitrice di Hitler che diventano amici. >
< Scommetto che l' ebreo alla fine muore. > azzardo a dire.
< No, muore il nobile. Complotta per uccidere Hitler e viene ucciso, in soldoni.. Leggilo, è bello. >  Abbasso la testa. Appena alzo lo sguardo vedo la sua mano tesa davanti a me.
< Peace and love? > pronuncia con tale naturalezza.  Scherza? No, e' serio.
< Io la pace sono solita a farla col mignolo. > Oh povera me che assurdità. Lui difatti alza gli occhi al cielo. Poi intrecciamo i mignoli e ci sorridiamo.

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Capitolo 3
*** Una ragazza. ***


- Guarda! - gli indico con la mano, gli occhi che mi brillano, l' aria nei polmoni.
Siamo al parchetto. E' passata una settimana dalla nostra "litigata".
Domani iniziano le vacanze natalizie. Lui si avvicina a me, accucciandosi. - Cosa? -
- Un pesciolinoo - riesco davvero a risultare una bambina demente quando mi ci metto. Lui si rimette in piedi, sorridente, mentre scuote la testa. Proprio come farebbe un papà, sensibile e dolcissimo con la propria figlia. - Com'è che sono l'unico a non sapere dell'esistenza di questo laghetto? - Si guarda intorno, ancora con il sorriso sulle labbra.
Abbiamo legato tanto. Abbiamo imparato ad ignorarci nei momenti giusti e a ridere dei nostri sbagli. A prenderci in giro, a complimentarci.
- E' dietro al parco, e' difficile trovarlo sai. -
- Tu come l'hai trovato? - mi chiede, curioso.
Mi alzo, passandomi le mani sulle ginocchia per togliere i filetti d'erba rimasti attaccati ai miei jeans. Faccio un bel respiro, preparandomi a raccontare una storia lunghissima.

- E chi se lo ricorda. - Ride. - Andiamo, mancano cinque minuti.. - Fortuna che il parco e' vicino alla scuola.
Varchiamo la soglia dell'edificio e smettiamo subito di ridere. Ognuno va per la propria strada ignorando l'altro, senza rancori o cose simili.
Certo, e' impossibile evitare qualche sguardo. La ragazza mora si avvicina a Josh, gli prende il braccio chiedendogli come si sente.
Li vedo allontanarsi insieme, e poi il nulla. Lo incrocio fra la lezione di letteratura inglese e quella di storia ma non gli chiedo i dettagli.
Non deve fregarmene, alla fine. Non sembra che gli ha parlato male di me, per cui e' sicuramente qualcosa che riguarda loro, non deve importarmi.
Con questi pensieri passo il resto della mattinata, fino a che non suona l' ultima campanella.
- Ah Sarah, oggi se riesco passo un secondo. - 
- Ok, ti aspetto a casa allora. - gli rispondo fin troppo allegra. Ci guardiamo un momento. Mi viene una voglio tremenda di abbracciarlo. Ma mi trattengo, come ho sempre fatto in questi giorni. Mentre cammino, mi tolgo lo zaino dalle spalle e prendo le chiavi.
Che ovviamente mi cadono dalla tasca. Solo che me ne accorgo un metro dopo. Mi giro per tornare indietro e quasi mi manca il respiro.
Subito mi viene l'impulso di nascondermi. E lo faccio, mi nascondo dietro il cassonetto come un paparazzo.
Mi sporgo poco per visualizzare bene la scena. Josh Hutcherson. Okay.
Davanti alla scuola. Okay.
In piedi. Sì, okay.
Che bacia la mora. No.
La mora. NOO.
Appoggio bene la schiena al cassonetto. Mi copro la bocca con la mano, per evitare di mettermi a gridare. La mia schiena scivola sulla superficie e mi siedo per terra.
Mi batte il cuore a mille dalla rabbia. Solo secondi dopo mi ricordo delle chiavi. Mi alzo. Con un balzo prendo le prendo  e corro via più veloce che posso.
Arrivo a casa col cuore, coi polmoni, con lo stomaco in gola. Non respiro quasi più. Pure quando sono a casa mi metto a correre verso la mia stanza.
E solo quando chiudo la porta, con mamma che mi chiama e mi chiede cos'è successo, mi sento al sicuro. Al sicuro da cosa, poi?
Mi siedo sul bordo del letto, cercando di riprendere fiato. Sono arrabbiata. Ho paura. E sono arrabbiata.
Non capisco perchè. Ho paura di cosa?
Di perderlo forse. Sono arrabbiata perchè? Perchè non ha baciato me forse.
Noo. Nooo.
Qualcuno suona il campanello. Josh!
Vado in corridoio. Mamma sta per aprire la porta. Le faccio cenno di non farlo. Lei non capisce. Doh!
Apre la porta. - Jooooosh HutchersonCIAO. - sicuramente non se lo aspettava. Mi do uno schiaffo sulla fronte.

- Salve signora. Mh, sono un amico di sua figlia. -
Scommetto che mia madre non si aspettava minimamente anche questo perche risponde con un " Ah " strozzato. Poi mi lancia un'occhiata veloce.
Io le faccio cenno di inventarsi una scusa. - Vuoi vederla? - 
- Magari. - risponde lui, sorridendo imbarazzato e accigliato insieme. - Il fatto e' che non si sente molto bene, Josh, mi spiace. - 
- Davvero? Ma è stata con me fino a poco fa.. - comincia lui, facendo un passo in avanti verso la porta d' ingresso.
- Non lo so, prima ha detto che stava male, non mi ha nemmeno salutata. - Amo mia mamma.
- Davvero? Beh, correro' il rischio. - Fa per entrare. Mamma lo ferma. - No, no! Potrebbe essere qualcosa di seriamente contaggioso! Tu sei un attore, non puoi rischiare -
- Tipo? - Josh adesso sembra quasi divertito dalla situazione.
- Tipo.. Tipo un attacco di anosognosia! -  il ragazzo sgrana gli occhi, inizialmente serio. Poi scoppia in una risatina fasulla.
- Non vorrei che il tuo bel faccino si coprisse di piaghe.. capisci? - continua la donna, scuotendo la testa stile bodyguard all' entrata di una discoteca.
- Sì, nemmeno io lo vorrei. - risponde lui, facendo finalmente due passi indietro e tornando in giardino.
- Magari vi potete sentire per telefono. -  Detesto mia mamma.
- Sì, potrebbe essere un'idea.. Mi potrebbe dare il suo numero di cellulare? - 
- Certo! - ODIO mia mamma.
Gli da il mio numero, lo saluta e richiude la porta con un sorrisetto grazioso. Ehm.. 
Attraversa il corridoio, venendo da me. Mi guarda con aria rimproverante.
- Cos'e' questa storia? - mi chiede con tono stridulo. Io Sospiro. - Attenta, potrei attaccarti l'anosognosia che non è nemmeno una malattia. -
- Ah no? - si blocca sul ciglio della porta, confusa. - No. E' quando i malati mentali non accettano di essere malati mentali. Fortuna che lui è stupido. -
Incomincia a fare su e giu' con le sopracciglia, velocemente. - Pero' e' cariiiino! - le lancio un occhiataccia. - Eddai, cos'e' successo che non vuoi vederlo? -
- Niente mamma, non ne ho voglia.. tutto qua. Vado a studiare, o a decidere che regalo prenderti per Natale. - Mi volto verso il mio letto.
- Mi devi spiegare cos'è successo però. - gira i tacchi e se ne va saltellando.

- Sese. - faccio una smorfia e chiudo la porta. Aiutatemi.

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Capitolo 4
*** Il bacio. ***


Accendo la luce, fuori e' già buio. Mi metto una maglia e un paio di foseaux. A quasi tutto volume, We Started Nothing dei Ting Tings.
Non ho voglia di pensare. Pensare mi fa tornare a lui. Lui e la ragazza mora.
La mora alla sua cazzutaggine. Avvisto il cellulare sul comodino.
Rimango a guardarlo per un momento. Poi vibra, e si illumina.
Eccolo. Faccio un lungo respiro, lo prendo.
“Hai un nuovo messaggio”
“ Cos'hai? Josh”
“Vomito, mi sa che ho preso freddo al parco.. Come hai avuto il mio numero?”
Devo reggere la bugia. “Me l'ha dato tua madre.. Alla fine è sempre colpa mia.”
“Cioè?”
“Io ho deciso di andare al parco.”
“Ma smettila, mica hai deciso tu che prendessi freddo.”
“No, ma ho deciso io di andarci d'inverno.”
“Finiscila, vedrai che passerà. È qualcosa di passeggero, tranquillo.”
Mi stendo a letto. Guardo il cellulare. Non si illumina più. Non risponde.
Comincio a farmi i film in testa. Probabilmente ha capito tutto.
Probabilmente si e' stufato di me. Probabilmente ha capito che in confronto alla mora io sono niente. Probabilmente ha capito che non ne vale la pena.
Sta di fatto che non lo sento più. Fino al giorno di Natale.

DCM-L1O, Panasonic.  La Reflex che ho sempre desiderato, e' nelle mie mani. La accarezzo, la guardo affascinata.
Sento il mio cellulare vibrare e quasi mi viene un colpo. Prendo il cellulare. Un messaggio.

Joshua Ryan "Josh" Hutcherson.
“Buon Natale.” 
“BUON NATALE? TU BRUTTO BASTARDO, PRIMA NON TI FAI SENTIRE PER ANNI E ANNI E POI MI DICI BUON NATALE?” Voglio mandarglielo, ma non lo faccio.
“Buon Natale e Felice Anno Nuovo anche a te ”
“Anno Nuovo? Naa, noi a capodanno ci vediamo” Mi sorge un dubbio. Abbiamo organizzato qualcosa? Magari non me lo ricordo.
“Davvero?”
“Oh yes babe ”
“Ma veramente avrei già un impegno..” Bugia. Sicuramente ci sarà anche la sua ragazza. E di passare il capodanno con i due innamorati non mi va proprio.
“Ti ricordo che capisco subito quando menti. Ti porto ad una festa. ”
“Una festa? No, non ne ho voglia..”
“Vabbè allora staremo a casa mia, ti va?” L'offerta e' troppo allettante, cavolo.
“ Se proprio ci tieni. ”
“Fantastico.” Peccato che quest' anno casa sua non la vedo. Ricordatevi: se Josh si mette in testa di fare una cosa, si fa quella e basta.
Salgo sulla sua bellissima macchina. - Hai l' orologio? - mi chiede, con tono frettoloso.
- Ciao anche a te. - rispondo, acida. 
- Scusa - mi fa un sorriso, mentre parte con una leggera sgommata da casa mia. Sempre al centro dell' attenzione Hutcherson, mi raccomando. - Ciao anche a te. Hai un orologio? - ripete.

- No!- inarco un sopracciglio, scrutandolo e respirando forte il profumo che si sente. Il suo profumo, dolce ma non troppo. 
- Nemmeno il cellulare? - insiste, mordendosi il labbro inferiore.
- Eh no, era scarico e l'ho lasciato a casa. Non hai un orologio a casa tua? - sono sempre più confusa, non capisco se mi sta prendendo in giro o fa sul serio.
- Oh ma non andiamo a casa mia. - lo dice con tale naturalezza che mi fa fare un balzo allucinante dal sedile. Quasi mi sfondo il cranio sul tettuccio dell' auto.
- E dove? - chiedo allarmata. - Alla festa! - risponde allegro.
- Ma.. Io non voglio andare a nessuna festa! -
- Daaaai, ti divertirai. Ci sarà bella gente, nessuno di scuola nostra. Ti fidi? - Questo un po' mi rassicura. Quindi la mora non c'è.
La macchina continua ad andare. - Non sono vestita per andare ad una festa! -
- Mica dobbiamo andare sul Red Carpet! E poi stai benissimo così. - So perfettamente che l'ha detto solo per dire, però mi ha fatto arrossire.
- M-Ma non ho il cellulare! Se qualcuno mi fa del male? - sto cercando delle scuse assurde, lo so. L' idea di stare a casa sua era troppo allettante. Quella della festa parecchio meno.

Volevo stare un pò da sola con lui. Nooo. Ma a cosa penso? E' famoso. Ha un miliardo di corteggiatrici in tutto il mondo credo. E io non sono niente per lui, NIENTE.
- Ci sono io, stai tranquilla dai. - Lo guardo con gli occhi sgranati, lui mi guarda perplesso. Poi scoppia a ridere.
Cinque minuti dopo parcheggia nel retro di una casa. Usciamo dalla macchina e ci avviamo verso lo steccato che recinta il giardino retrostante all'abitazione.
Dei ragazzi stanno sparando petardi ridendo come pazzi. Dentro casa non si respira. C'e' troppa gente, troppo alcol, troppi baci, troppa musica.
Mi viene naturale aggrapparmi al braccio di Josh, che saluta tranquillo persone che non ho mai visto. Lui si gira e mi sorride. Mi tocca le mani avvinghiate al suo avambraccio.

- Ehi, tranquilla. -  Mi sussurra. Con ciò elimina quasi tutte le mie paure.
Lui si ferma davanti alle scale. Gli lascio il braccio, un po' imbarazzata.
- Io vado un attimo in bagno, tu vai al piano di sopra okay? - mi dice dopo un pò. - Al piano di sopra? - rispondo io, cercando di superare il volume della musica.
- Sì, lì sarai al sicuro. -
- Perche'? - 
- Ci sono le camere, sopra. - scrolla le spalle e fa per andarsene. Io lo blocco giusto in tempo.
- E quindi? -
- Lì si fa solo sesso. - Lo guardo esitante e insicura.
- In alternativa puoi venire in bagno con me. - tenta di fare un espressione provocante, per prendermi in giro. Per la seconda volta arrossisco e abbasso un attimo lo sguardo. Poi sospiro. - Vado.Tu muoviti. - Annuisce e si allontana. Rimango lì un momento.
Di sopra potrebbero esserci dei ladri. O degli stupratori. O.. delle.. cattive persone. Non mi resta che fidarmi.
Esitante, piano piano, salgo le scale, facendomi spazio tra le coppiette avvinghiate. In corridoio non c'e' nessuno, tutte le porte delle stanze sono chiuse eccetto una, spalancata.
Dentro non c'è anima viva, così entro. E' la camera di una ragazza. Ci sono dei pupazzi sul letto e sulla cassapanca davanti ad esso. I muri sono rosa. I battiscopa bianchi.
C'e' un cassettone, un armadio, un divanetto e il letto. Una finestra abbastanza bassa che da' sul giardino. Profuma tutto di fragola.
- Piace? - chiede una voce alle mie spalle all' improvviso. Mi spavento.

- .. Ah, sei tu. -
- Chi pensavi che fosse? -  Si appoggia allo stipite della porta. Io riprendo a guardare fuori dalla finestra. Passa qualche minuto di assoluto silenzio.
Sento il suo sguardo sulla mia schiena. - Sarah!-  Mi giro. - Mh? -
- Facciamo un gioco? - Lo guardo storta. Lui chiude la porta e si avvia verso l'armadio. Lo apre e ci fruga un po' dentro. Mi si avvicina con un fazzoletto nero in mano. Aiuto.
Fa per bendarmi, ma mi tiro indietro - No, la benda no. -
- Dai.. - Mi si avvicina di nuovo. Mi sorride, e mi benda. Mi prende le mani e mi fa appoggiare al vetro della finestra. Per un millisecondo non lo sento più.
- J-Josh? - Faccio per togliermi la benda ma lui mi ferma la mano veloce. - Sono qui.. -
Mi sfiora il collo con le dita, scendendo fino alle scapole. Il mio respiro cresce. Ho lo stomaco contratto.
Poggia una mano sul vetro della finestra e si abbassa sul mio collo. Sento il suo respiro sbattere violento, come il vento fra i rami degli alberi.

- Josh, ma.. - Mi esce un sussurro. Alza un po' la testa, fino a sfiorare con il naso la mia guancia. - Shh.. silenzio. - La mano poggiata sul vetro finisce sulla guancia opposta, accarezzandola. Con l'altra mano mi alza il mento.
Si avvicina, e le nostre labbra si sfiorano. Provo probabilmente la sensazione più bella della mia vita.
Mi prende la testa e mi bacia, più forte. E' bellissimo. E' un sogno.
Devo vedere i suoi occhi, il suo viso. Alzo la mano per togliermi la benda, ma appena lo faccio, i miei pensieri diventano più nitidi.
Il bacio. Solo quella scena riaffiora in quest'istante. Lui e la ragazza mora.
Mi sento subito terribilmente confusa. Così, invece di portare la mano al nodo della benda, le porto entrambe sulle sue spalle.
Faccio pressione per spingerlo via, ma lui mi prende i polsi e li preme contro il vetro della finestra. Cerca di fermarmi. Forse non sa che anche io, quando mi metto qualcosa in testa, sono molto decisa. Sposto la testa da un lato. - Josh! - Lui fa un passo indietro.
- Che ti prende?! - sbotta.
- I-Io.. T-Tu.. Io dovevo parlarti! Tu mi hai fermata! -
- E ti sembra il modo? No cioè, parlarmi dopo no? - Mi guarda, interrogativo.
- Tu sei famoso. E probabilmente hai una ragazza. - Dico più incazzata che triste. Anche se poi sono più triste che incazzata.

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Capitolo 5
*** Happy New Year! ***


Lui sgrana gli occhi. - Scusa, cosa c' entra che sono famoso? Io sono come tutti gli altri ragazzi. E poi sto con chi? Che ne sai? - Mi chiede sbalordito.
- V-Voi vi siete baciati! Vi ho visti! Non mi da fastidio se state insieme però non mi va che prima baci lei poi baci me e poi chissà quale altra ragazza. - 
- IO non ho baciato proprio NESSUNO. - incrocia le braccia, dando particolarmente enfasi alla parola "io " e " nessuno". Un attimo di silenzio. - Sì beh, tranne te ovviamente. -
Un altro attimo di silenzio. - E' stata lei a baciare me! -
- Lei non.. Eh? - 
- Non provo nessun interesse per lei, perchè dovrei? E' una come tante altre. - Abbassa lo sguardo e si tocca le labbra.
E' stato tutto un enorme malinteso? Voglio abbracciarlo, tornare da lui. Ma probabilmente non ha le stesse intenzioni.
Scappo via. Scendo le scale di corsa, spintonando e beccandomi insulti. Appena sono fuori dalla casa inizio a piangere. Ma continuo a correre.
Passo di fianco alla macchina di Josh, ripercorro lo steccato, esco in strada. Corro. Alla fine, senza fiato, mi butto per terra vicino ad una fermata dell' autobus.
Scappo dalla vergogna, dai sentimenti contrastanti, da tutto il bene che lui mi fa provare. Scappo ma non torno a casa, da ciò che sono sempre stata.
Non ho intenzione di farlo uscire tanto facilmente. Ma ho bisogno di riflettere. Porto le ginocchia al petto e ci poggio il viso sopra.
Rimango per quasi dieci minuti in questa posizione, poi finalmente rialzo la testa.
Dei ragazzi, particolarmente ubriachi, mi passano davanti. Uno di loro si ferma a guardarmi.
Ha degli occhi azzurri, intensi. - Ehi tu! - mi fa. Io mi limito a guardarlo diffidente.
- PARLO CON TE BRUTTA PUTTANA! - continua, urlando a più non posso. - Ma stai male? - faccio io. 
- NO, MI STAI SOLO IN CULO! - Anche gli altri amici si fermano e si voltano, con lo sguardo verso di me. O verso chissa' cosa vicino a me. Un suo amico si avvicina. - Dai Liam, finiscila.. porella.. - cerca di difendermi. - MA VAFFA ANCHE A TE, TESTA DI... E TU CHE C'HAI DA GUARDARE? -
Raramente ho avuto a che fare con delle persone ubriache. Di solito cambio strada o comunque cerco di evitarli. - Ma mi stavi parlando te! - quindi non so come ci si comporta.
Il tipo si avvicina a me. Mi alzo velocemente, i pugni stretti. Non ho nemmeno il cellulare per le emergenze.
- Ehi bella. Possiamo dimenticare tutto se magari mi accompagni in.. bagno.. - comincia, soffiandomi sul collo. Ha l' alito che puzza, alcol mischiato a vomito. Bleargh.
- Ma vai a cagare. - Incomincio a camminare, un po' spaventata. Quello mi prende per il polso, facendomi girare verso di lui. Si avvicina paurosamente, di nuovo.
Chiudo gli occhi. Pensa positivo, pensa positivo, PENSA POSITIVO!  
Qualcuno afferra il ragazzo dalla maglietta e lo spinge via. E' buio, non riesco a distinguere le figure. Poi si avvicina, velocemente. E' Joshua.
Mi viene da sorridere in modo spontaneo. - Non e' stato difficile trovarti. - dice con tono dolce.
- Grazie.. - Mi esce un sussurro. Questa sua mossa proprio non me l' aspettavo. - Ti hanno fatto qualcosa? -
Mi rendo conto solo adesso (povera sciocca) di quanto sia incredibilmente bello. Più del solito, più di quando lo incontro per i corridoi della scuola.
Indossa una maglia con lo scollo a V, un paio di jeans molto stretti blu scuro e delle scarpe eleganti (ma non troppo) ai piedi. 

- No, tranquillo. - Fa un leggero sorriso e mi bacia la guancia. Incominciamo a camminare, diretti non so dove. Forse di nuovo alla festa.
 -E' strana questa cosa: sei apparso come Superman. -
- Io sono Josh Hutcherson, ragazza. Nessuno ti fara' mai del male. - canzona col tono da supereroe. Piccola pausa. - Come vado? -

- Perfettamente. - Sorrido. Sorride. Mi riviene in mente il bacio che c'e' stato in quella camera. E adesso siamo noi due, da soli.  Il 31 dicembre, tra l'altro.
- Che ore sono? - chiedo senza pensarci un granchè. - Non lo so. Andiamo lì, vieni.. - Mi sfiora la mano e giriamo a destra ad un incrocio. C'e' un parcogiochi con le altalene.
Sospira e si siede su una di quelle, incominciando a dondolarsi con i piedi incollati a terra. Io sono davanti a lui, un po' nervosa.
Guardiamo entrambi a terra. Fa parecchio freddo. Infilo le mani in tasca dei jeans scuri e alzo piano lo sguardo.
Lo facciamo quasi contemporaneamente. - Fa freddo, eh? - chiede mentre uno sbuffo d' aria esce dalla sua bocca.
- Gia'. - rispondo io, evitando di guardarlo negli occhi. Poi noto che mi fa segno di avvicinarmi con la mano destra. Esito un secondo.
Appena lo faccio mi tira a se e mi abbraccia allargando le gambe permettendomi di stare tra queste. Appoggia piano la testa sul mio petto.

Sto uscendo fuori di testa credo.
- Devi smetterla di farmi questo, Superman. - dico ad un tratto per interrompere il silenzio.
Lui ridacchia per il nomignolo ma si ricompone quasi subito. - Oh non ti libererai presto di me. Le damigelle in pericolo hanno una vita per mostrare riconoscenza al loro salvatore. -
- Non esagerare! - gli tiro uno schiaffetto sulla spalla, senza la minima intenzione di fargli male ovviamente.
- Guarda che dico sul serio. Scommetto che se ti imprigiono tu non vorrai liberarti perchè sarà la tua coscienza ad ordinarti di stare ferma. -  
Si alza dall'altalena di scatto.
Io faccio un passo indietro. - Che fai? - Fa un passo in avanti e di conseguenza io uno indietro. E così altre tre volte.
- Ma.. - Con una velocita' incredibile mi prende le mani, tirandomi a se. Dopo di che mi abbraccia da dietro, includendo anche le braccia, mentre stringe forte al suo petto.
Incrocia le dita delle sue mani, tenendomi bloccatissima. Appoggia il mento sulla mia spalla, divertito. - Vedi? Che ti dicevo - 

La domanda è: PERCHE' DOVREI LIBERARMI? Sorride. Con un movimento complesso del capo sposta i miei capelli da un lato e passa le labbra dalla spalla al collo, lasciando una scia di fuoco. Incomincia a baciarmelo, prima a stampo.
Sento il cuore pulsarmi in gola, sento le mani che incominciano a sudarmi. Lui continua a baciare il collo e mi fa quasi perdere il controllo di me stessa.
Chiudo gli occhi e lo lascio fare, in silenzio. E' una sensazione bellissima. Sono tipo in una specie di trance.
Piano rallenta la presa delle braccia, permettendo di lasciar libere le mie. Porto una mano fra i suoi capelli, toccandoli con estrema lentezza.
L'altra la lascio giu', inerme. Mi rilasso. All'improvviso lo sento ridere e mi da una spintarella, aprendo le sue braccia. Mi giro verso di lui, imbarazzata.
Mette le mani in tasca. - Ho proprio una brutta influenza su di te. - E continua a ridere.
Quindi l'ha fatto solo per ipnotizzarmi? Sa perfettamente che effetto fa alle ragazze.  Ma solo per quello?
Per dimostrarmi che sarò sempre attratta da lui anche solo per semplice riconoscenza?
Sento ancora il collo umido. Ci passo velocemente la mano, più imbarazzata di prima.
- E-eddai, smettila di ridere.. - Mi guarda. La sua risata svanisce, piano.
Un colpo di vento mi fa rabbrividire. O forse e' il suo sguardo?
Rimaniamo così, a fissarci. Tira fuori le mani dalle tasche e le poggia sulle mie spalle.
Sforzo un sorriso. Lui rimane serio. Un altro brivido. Lentamente fa scivolare le mani giu', sfiorando le mie braccia fino ad arrivare alle mani.
Me le prende. - Dovremmo esserci quasi, comunque. - dice con un filo di voce. - Alla mezzanotte intendo. Vogliamo tornare alla festa? -
Incominciamo a camminare, diretti alla sua macchina. Siamo in silenzio, ma non mi da fastidio.
Ne approfitto per mettere un po' a posto le idee. Sì, provo qualcosa per lui. Questo e' certo.
Ma come posso sapere che per lui e' lo stesso? E' difficile capire quello che prova.
E' molto trasparente, e' vero ma non ho ancora capito se con me si vuole solo divertire o ha in mente qualcosa di serio.
Apro lo sportello e mi siedo sul sedile, incrociando le braccia al petto. Noto che mi guarda per qualche secondo, poi sorridendo mette in moto e parte.

- Che succede, ti sei offesa? - chiede tranquillamente dopo un pò.
- Dovrei? -
- Non so, forse.. - 
Per la prima volta da quando lo conosco sono io ad interromperlo - Ok, ora mi offendo. - 
Giro la testa verso il finestrino, costringendomi a non girarmi per vedere la sua reazione. Dopo qualche secondo accende lo stereo.
Incomincia a girare di stazione in stazione. - Che palle, tutte canzoni noiose. -
Arrivati a destinazione, troviamo molta gente fuori dalla casa a fare il conto alla rovescia. Ci fermiamo vicino all'entrata.
Alcuni ragazzi sono pronti gia' a sparare i fuochi d'artificio.
- Oh wow siamo giusto in tempo. - dice, guardando a destra e manca e accennando qualche saluto.
 - Nove, otto, sette.. -

- Grazie comunque. Per essere venuta qui con me. - poggia una mano sulla mia spalla, mentre mi sussurra nell' orecchio. 
- E di che. E' stato un piacere fare la tua damigella, Mr Hutcherson. - 
Mi sfiora le dita.
- Quattro, tre, due, uno.. -
Caos totale. Chi tira cose in aria, chi si bagna con lo spumante. I fuochi d'artificio volano in cielo di tutti i colori. Mi viene un istinto naturale di abbracciarlo.
Lo faccio. Lui per qualche secondo e' con le braccia inermi, poi mi stringe a sua volta. Rimaniamo così, finche' due ragazzi visibilmente ubriachi ci vengono vicino.
Uno ci augura "Buon anno" l'altro ci spruzza lo spumante addosso.
Io e Josh ci guardiamo, con i capelli bagnati. Per poi scoppiare a ridere, ritornando abbracciati.

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Capitolo 6
*** La cena. ***


Siamo in camera mia a riempirci di caramelle. Mi provoca in un modo assurdo, avvicinandosi con il suo viso al mio.
Pero' non mi dispiace. Anzi. - Domani di nuovo scuola. - sbuffo, mentre scarto l' ennesimo dolciume.
- Sìì - si esalta.
- Non mi dire che sei contento. - porto il mio sguardo allibito su di lui.
- Guarda che io vado bene a scuola. Quando posso frequentarla è un piacere. Mio fratello è un genio e io un pò lo invidio. - scrolla le spalle, ancora con la bocca piena di zucchero.

Fa una smorfia buffa, alzando un sopracciglio. - Ops, devo andare. Ci vediamo domani. -
Si alza dal letto e sfoggia uno di quei sorrisi che possono solo far impazzire del tutto una persona. - Okay. vuoi che ti accompagno alla porta? -
- Nono tranquilla. Ciao! - Lo saluto con un gesto fin troppo veloce con la mano. Poi mi sdraio. Gli piace pure andare bene a scuola.
Sa recitare.
E' bellissimo.
Ha un sorriso che è una meraviglia.
Mi ha baciato.
Io l'ho respinto. Che stupida che sono.

Il giorno dopo sono io quella che viene minacciata, legata e coccolata (aw) dalla sua famiglia per farmi rimanere a cena. Josh aveva ragione: lui è un ragazzo normale.
Ha la propria camera che purtroppo non vede spesso, le proprie passioni e i suoi nascondigli.
Mi piace pensare che è qui che il ragazzo giocava quando era piccolo. Tra un set e l' altro sicuramente. Josh ha cominciato a recitare da quando aveva meno di dieci anni.
Questa è un' altra delle cose che riescono a commuovermi.
Chris Hutcherson, suo padre, fa parte del principale ente di protezione ambientale degli Stati Uniti.
Connor, invece, è davvero un genio come ha affermato il fratello. Ogni frase che dice, anche quella più stupida, sembra pensata e studiata su un libro.
In poche parole: è una famiglia fantastica.
A PARTE la cattiva abitudine di non bussare prima di entrare in una determinata stanza. Qui la privacy non esiste.
Forse perchè ne mantengono già troppa, avendo un figlio molto famoso.
Mentre Josh mi tiene sul letto con  i polsi bloccati sul materasso, senza un reale motivo, la madre apre la porta e il ragazzo cade a terra come una pera.

- Salve ragazzi! Scusate l'interruzione.. - è palese che sia contentissima di avere un pò il suo "bambino" a casa. 
Diventa leggermente rossa. - Volevo solo chiedere a Sarah se aveva qualche preferenza a proposito di cibo -
- Oh no grazie signora, mangio di tutto. - in realtà non è così ma preferirei strozzarmi e poi vomitare a casa piuttosto che causare un minimo disturbo.
- Va bene, io vado a fare la spesa. Se volete dillà ci sono.. -
- CIAO MAMMA. - 
- Josh? dilla' ci sono dei biscotti, se volete appuntarvi lo stomaco.. -

- Mamma? -
- Li ho fatti io, con le mie mani. - Mi viene da sorridere. Sono dolcissimi.
- Esci. -
- Tornerò subito e mi metterò a cucinare. -
- Da questa stanza -

- Non fare l' antipatico Josh. A dooopo. - ed esce, dopo aver lanciato un occhiata maliziosa ad entrambi. 
Sospiro, do un cazzotto sulla spalla del ragazzo, prendo il telefono e chiamo mia madre per avvisarla. Sicuramente sara' in pensiero.
Squilla. Squilla. - Sarah! -
- Mamma, ciao. - comincio, sedendomi a gambe incrociate sul letto di lui. - Ma dove sei? Non è ora di tornare? - chiede.
- Ecco ti ho chiamato apposta per dirti che la famiglia Hutcherson mi ha invitata a cena quindi.. -
Altro " Ah " strozzato. - A che ora torni? - 
Guardo Josh che sta ascoltando la nostra conversazione. Fa spallucce, sorridendo appena. - Tra.. bho non lo so. -
- COME NON LO SAI? POTRESTI ALMENO AVVISARE, QUANDO NON RIENTRI A CASA! GUARDA CHE -
Allontano il cellulare dall'orecchio. Il ragazzo scoppia a ridere. - Mamma non gridare. Dai, sono in una casa con delle persone gentili. -
Lui mi abbraccia da dietro, provocandomi un brivido. E con stile vampiresco prende a mordermi il collo.  Mia madre continua a parlare ma io non l'ascolto piu'.
Mi lascio sfuggire un gemito, per il dolore. Dopo qualche secondo si stacca, lasciando il segno dei suoi denti sul mio collo.

- Io ti uccido. - dico con fermezza.  Ride.
- SARAAAAAAAARGH!! - Quasi mi dimentico che ho il telefono in mano e velocemente lo riporto all'orecchio.
- Ciao mamma, dimmi - AIUTO, non capisco più nulla.
- Ma hai bevuto? - chiede lei con tono sarcastico. Josh ride ancora di piu'. E io dietro di lui.

- No! Certo che no. -
- Beh non fare tardi che domani tocca buttarti giù dal letto. E ricordati che.. - 
- Ciao mamma. - e riattacco. 
Ci guardiamo per qualche secondo. Solo una lucetta sopra la scrivania illumina la stanza.
- Posso fare la controfigura di Edward il vampiro sbrilluccicante. - dice, tirandomi su di se. Avvicina le sue labbra alle mie.
- Oh non credo.. Mi hai fatto male. - I nostri nasi si toccano e sento il suo alito caldo sulle mie labbra. Mi cinge la vita con le braccia, lentamente.
- Possiamo riprovarci, giuro che ci vado leggero questa volta. - Mi bacia a stampo. Sorride. - Poi diventerai un vampiro anche tu e sarai costretta a vivere al mio fianco per sempre. -
Un'altro bacio. - Mhh. Buona. - Si lecca le labbra. Poi mi scansa con non troppo garbo perchè il fratello minore è sul ciglio della porta che ci fissa.
 Connor. - Josh? Mi aiuti a fare una cosa per favore? - chiede terribilmente imbarazzato.

Data la mancata risposta, si morde il labbro inferiore e fa - Ti aspetto di là -
Sentiamo i passi di lui che si allontanano.
- F-Forse è meglio che vai. Se un genio ti chiede aiuto significa che ne ha davvero bisogno. - dico io, cercando di mantenere la dovuta calma.
Il giovane attore si alza, si stiracchia e poi mi manda un bacio con la mano. - Torno subito. Spero che abbia un motivo valido. -
Si effettivamente lo spero anche io.


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Capitolo 7
*** Buonanotte. ***


Dopo cena Josh mi prende per mano e mi trascina in camera sua. Siamo d'accordo che fra circa un'oretta, mi riaccompagnera' a casa con la sua super moto.
Ci stendiamo sul letto. Fra le sue braccia, mi sembra tutto così reale. Quello che volevo l'ho attenuto, compreso premio di consolazione.
E' un ragazzo adorabile. E devo ammetere che mi sbagliavo: mantiene i piedi per terra. Insomma, forse un pò pieno di se lo è, ma la sua fama è grande e può permetterselo a livello fisico. Non è una cosa eccessiva. L' unica cosa che spero è che non stia recitando e quindi giocando con i miei sentimenti.
Incominciamo a baciarci, creando un alchimia a cui non so resistere. Mentre le nostre labbra si perdono una nell'altra, infilo la mano sotto il suo golf.
Tocco la sua pelle, la accarezzo in modo delicato. Brucia. Lui sorride. Le nostre gambe sono intrecciate.
E continuiamo così, per un'altra ora e mezza. Coccole, baci appassionati, frasi dolci sussurrate all' orecchio. Come in un film.
Manda indietro la testa, quasi controvoglia. Ormai il mio sapore, il mio odore apprtiene a Josh, il suo appartiene a me. Potrei quasi abituarmi a questa follia.
- Vuoi andare a casa? - mi chiede, strusciando il naso contro il mio. 
- Io no ma forse è meglio. - si caro, potrei strapparti i vestiti da un momento all' altro. Ma questo giustamente non glielo riferisco.

- Okay. Aspettami qui, vado un attimo in bagno. -  Mi stampa un bacio leggero sulle labbra e si alza, lasciando la porta semichiusa.
Mi stiracchio. Poi come una stupida prendo ad respirare il suo profumo a cui io ormai non so resistere dal letto. Sembro uscita fuori di testa davvero.
E pensare che è passato solo un giorno. Figurati cosa puo' succedere tra una settimana.
Sorrido fra me e me, mentre mi accuccio. E li piu' nulla. Buio.

Qualcuno mi sfiora la spalla, dolcemente. Apro gli occhi e li richiudo un paio di volte. - Mamma? - Non esattamente.
Mi bacia a stampo sulle labbra. All'improvviso, mi ricordo tutto. Mi sono addormentata. - Buongiorno bellissima. -

- B-Buongiorno. Ma che ore sono? - chiedo, passandomi una mano sul viso.
Altro che bellissima devo avere un aspetto indecente. Non mi sono nemmeno struccata ieri sera.
Si porta l'orologio vicino al viso per vedere l'ora. - Quasi le dieci e un quarto. Ti piace proprio dormire vedo. -
Sgrano gli occhi, sconvolta. - ODDIO SANTISSIMO. NON SONO ANDATA A SCUOLA! - Josh alza gli occhi al cielo.

- Ehi, stai tranquilla. - Lo guardo, questa volta per bene. Beh non si può dire che sono dispiaciuta. Ma ho davvero paura di essere orribile.
Cerco di calmarmi, faccio un respiro profondo e sorrido per far svegliare anche i muscoli della faccia.
Lui ricambia, dolcemente. - Mi sono addormentata come un idiota ieri. - Fa spallucce, sdraiandosi accanto a me.
- Non c' è problema. - Mi mette un braccio intorno al collo. Lentamente mi tira a se, baciandomi la tempia.

E' già vestito. Indossa dei jeans, una maglione nero e un paio di calzini. - Ma da quand'e' che sei.. -
- Quasi un ora. - risponde, scrollando nuovamente le spalle. Non che lui sia mattutino. Sorrido al pensiero.
- Puoi frequentare raramente la nostra scuola e te l' ho fatta anche saltare. - continuo.
- Non mi interessa. -
- Ecco qua, ti sto facendo diventare uno svogliato. - Ride. Ma ritorna quasi subito serio. O almeno così sembra.
- Comunque evita di tirarmi i calci la notte. - 

- Oddio. - quindi significa che ha dormito con me. Mi viene la pelle d' oca solo ad immaginarmi la scena. Lui che prova ad abbracciarmi, io che lo riempio di calci. Good.
- Mi rubavi anche le coperte. - continua scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
- Oddio, davvero? - sono proprio orribile. - Però hai dormito bene, vero? - aggiungo quando vedo che sta per parlare di nuovo.
Mi sorride, dolcemente. - Una meraviglia guarda. -
- Ah ecco, pensavo che ti dovevi lamentare di qualcosa - incrocio le braccia al petto, imitando il suo gesto con il capo.
- No no, figurati. Sembri una bambina quando dormi. - Lentamente avvicina le sue labbra alle mie, provocandomi un brivido.
- Non mi prendere in giro. - dico a pochissimi millimetri dal suo viso. Mi bacia di nuovo. E un'altro ancora.
 Rimaniamo così per qualche minuto. Poi gli chiedo dov' è il bagno, con la scusa dell' urgenza. Mi pettino i capelli lunghi e neri con le mani, mi lavo per bene il viso e tolgo i residui di matita sciolta dagli occhi. Ecco, già va meglio.

Qualcuno bussa improvvisamente alla porta. - Ti aspetto sulla moto. Sbrigati che andiamo a fare colazione. - è la sua voce.
Appena esco dal bagno trovo una mamma indaffarata. Niente di diverso dalla mia. - B-Buongiorno signora. Grazie per.. non avermi buttato fuori casa. - non sono sicura che sia la cosa più giusta da dire. Ma quando c' è imbarazzo devi cercare di improvvisare. 
- Oh tranquilla cara. Torna a trovarci. -

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Capitolo 8
*** Ti voglio bene.. ***


Una, anzi due settimane passano davvero.
Siamo una "coppia" (niente di ufficiale purtroppo) molto particolare. In pubblico non ci baciamo quasi mai. Anzi a malapena ci parliamo.
Quando poi siamo sul suo letto o sul mio, baci e abbracci a non finire. Del suo nuovo film ancora non si sa nulla riguardo all' inizio delle riprese.
E temo da morire il giorno in cui verremo a saperlo. Ma preferisco non riferirglielo per non rovinare quei bellissimi momenti.
Vado anche piu' d'accordo con i suoi amici. A parte una. Credo che sia facile capire chi sia: la ragazza mora, Zoe.
So che sparge cattive voci su di me, a scuola. Ma non mi interessa. Sono io la "ragazza" di Josh Hutcherson e lei e' soltanto una sfigata che non riesce ad accettarlo.
Quando giro per la scuola ci sono delle ragazze che mi guardano invidiose, che mi sparlano dietro. Ma io sono felice e me ne frego di tutti quelli che non mi conoscono e pensano soltanto a giudicarmi. Se vogliono credere a Zoe, sono libere di farlo.
Non avranno mai, e dico MAI la mia piena attenzione. Adesso giriamo per i negozi del nostro paese.
Vuole farmi a tutti i costi un regalo, senza un motivo preciso, e la cosa più indecente è che devo sceglierlo io.
- Josh, mi sono stufata di girare per i negozi. - Scoppia a ridere. - Davvero, se proprio devi farmi un regalo non farlo decidere a me. -
Dicendo cio' saliamo in macchina. Il motore si accende.
Sbuffo e sporgendomi in avanti accendo lo stereo. Lui lo rispegne, velocemente. - Perchè? - chiedo mettendo il broncio.
- Sei un punizione. Volevo fare una cosa carina e tu mi metti in difficoltà. Ti odio. - Sorrido. Non e' vero che mi odia.
Altrimenti non ci terrebbe neanche a farmi avere qualcosa che mi piace invece di comprarmi un regalo qualunque. Poggio la mia mano sulla sua, che e' sul volante.

- Vuoi venire da me? - chiedo con tono impacciato.
- Devo andare a casa, tra oggi e domani dovrebbe arrivarmi una chiamata importante. - dice lui, grattandosi con la mancina la testa.
- Posso venire con te? - Mi prende la mano e me la bacia, procedendo sulla strada. Credo sia un sì.
Arriviamo in poco tempo. Scendiamo dalla macchina ed entriamo. Ormai i genitori si sono abituati alla mia presenza in casa. Una volta hanno addirittura aperto senza controllare chi fosse e invece di trovare me si sono beccati tre fans impazzite di Josh venute da lontano.
Come la vivo? La gelosia c' è, fin troppa a volte ma è una delle tante cose che nascondo al ragazzo sempre per non rovinare i nostri momenti.
Sono quasi convinta che si arriverebbe a una brutta discussione. Alla fine non posso farci nulla, così come non può fare nulla lui. 
Recita perchè è la cosa che vuole fare fin da bambino e non per la fama che comporta il suo lavoro.

- Mamma? - chiama il ragazzo, senza ricevere nessuna risposta. Deve essere uscita. - Okay, non c'è nessuno. - Mi guarda e fa una faccetta maliziosa.
Gli prendo il viso fra le mani, stampandogli un bacio leggero sulle labbra. Di risposta mi solleva di peso e mi fa sdraiare sul divano ecologico che ha comprato suo padre.
Poi si sdraia sopra di me, catturandomi le labbra tra le sue per baciarmi come mai aveva fatto prima.
Trasmette amore, infinita dolcezza ma anche voglia di spingersi oltre. Sento il suo bacino premere con forza contro il mio.
Mi rendo che non sono ancora psicologicamente pronta per un passo del genere. Non che sia la prima volta perchè mi sono già concessa al mio primo amore, Cameron, tempo fa.
Ed è stato uno sbaglio, perchè mi ha tradita e mi ha fatto soffrire abbastanza. 
Tra l' altro non mi fido ancora completamente di Josh. Tengo troppo a questo tipo di cose, credo sia un azione molto intima e portatrice di sensazioni fantastiche.
E non riesco a togliermi la testa che lui potrebbe da un giorno all' altro partire per arrivare sul set del nuovo film di cui sarà protagonista.
Che non lo vedrò per tanto tempo e che la faccenda mi distruggerà all' interno. 
La chiamata importante. E' per quel motivo, ne sono sicura. 

Manda la testa all' indietro e mi guarda con estrema intensità. I suoi occhi, bellissimi e penetranti stanno cercando di leggere nella mia mente.
Mi ammira. Come si ammira un quadro. Sorride leggermente. 
So che ha capito. 

Verso le sei e mezza mi riporta a casa. Prende il viso fra le mani e mi bacia. Ovviamente io ricambio.

- Ciao tesoro - sussurra poco distante dalle mie labbra.
- Ciao. - Apro lo sportello e metto un piede fuori dalla macchina. Lui mi afferra al volo una mano e mi ritira dentro.
- Ti voglio bene. -

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Capitolo 9
*** La chiamata. ***


Quella maledetta chiamata arriva mentre io e Josh guardiamo un vecchio film stesi sul divano di casa sua. 
Il regista del film Hunger Games, ispirato al primo romanzo della Collins, spiega i dettagli in meno di quindici minuti per telefono.
Anche se la vera produzione inizierà in primavera, il giovane attore dovrà fare alcuni cambiamenti: allenarsi in palestra tre volte a settimana, diventare biondo, conoscere il cast, provare alcune scene con Jennifer Lowrence che interpreterà la coprotagonista Katniss Everdeen.
Tra tre giorni, Josh sarà su una pista non molto lontana da Union dove un elicottero privato lo porterà lontano da me, dalla sua famiglia e dal Kentucky.
Non possono perdere molto tempo, ha detto.
Mentre il ragazzo mi parla entusiasta di tutte queste cose, nella mia gola un piccolo girino cresce a vista d' occhio fino ad impedirmi di proferire parola.
Così mi limito ad ascoltare con sguardo apatico.
- Non vedo l' ora, ci sarà da divertirsi sul set. Ho letto i libri, conosco la storia e sono pronto ad interpretare Peeta Mellark come nessun altro riuscirebbe. -
Connor e la madre lo imprigionano in un abbraccio affettuoso. - Sono davvero fiera di te. Sarà bellissimo. -
- Si fratello, diventerai ancora più famoso di adesso, se possibile. Anche se devo ammettere che mi mancherai. -
Josh si morde il labbro inferiore e, di risposta, gli scompiglia i capelli.
Dovrei essere felice per lui. La sua carriera continua, deve andare avanti.
Non riesco a non pensare a quanto mi mancherà e all' errore che ho compiuto ad affezionarmi subito a questo ragazzo. Poi lo guardo mentre i miei occhi vengono ricoperti da un velo di lacrime. Sarebbe stato impossibile ignorarlo. E' quel tipo di persona che ti attrae, che ad ogni modo riesce a prendere un pò di te e a catturarlo per sempre.
Forse se non mi fossi interessata a lui la mia vita avrebbe preso una piega diversa. Bella, brutta che importa adesso.
Mi ritrovo a sbattere dietro di me la porta di casa sua, correndo sulla strada che mi separa dal letto.
Con i polmoni che chiedono pietà, giunta a destinazione mi fiondo sul materasso a pancia in sotto e stringo forte a me il cuscino urlando e piangendo come se non ci fosse un domani.
Con la convinzione che lo avrei perso, se non per sempre, quasi del tutto. E che dovrò imparare a farmene una ragione.
Non c' è nessuno in casa. Meglio. 
Di sicuro i vicini mi sentono. Non mi interessa.
Come avrà reagito alla mia fuga? Verrà a cercarmi?
La pioggia. L' ombrello. I suoi amici che mi deridono.
Nemmeno quando la mia storia con Cameron finì la reazione fu così esagerata. Fa male.
Piango così tanto che alla fine mi addormento stremata, ancora abbracciata al mio cuscino.

- Sarah. Sarah, ehi. - sento sfiorarmi delicatamente il viso con le mani. - Sarah.. -
Apro un occhio, poi l' altro. Ciò che mi trovo davanti è una visione paradisiaca. Come fa ad essere sempre così bello e attraente?
Io invece devo avere la bava alla bocca e il trucco colatissimo. Preferirei scomparire dalla vergogna.
- Josh. - pronuncio il suo nome, mordendomi poi il labbro inferiore. - S-Scusami. - 
- Dovrei essere io quello che chiede scusa. -
- N-No.. - provo a mettermi seduta. Adesso il mio viso è a pochi centimetri dal suo che è seduto sul bordo del letto. E' sera, la luce della luna fuori illumina i nostri visi. - Mi sono comportata d-da perfetta egoista. Tu sei un a-attore, fai quello che ti piace fare e-e io.. devo, cioè.. sono felice per te. - sento le lacrime riaffiorare. Le mando giù con la forza.
- Non dovevo parlartene con tutta quella felicità. Ti ho ferito di nuovo, sono un coglione, faccio solo casini. -
- E' normale che tu sia felice Josh, ami recitare. - 
- Ma questo non giustifica quello che ho fatto. Spero che un giorno tu possa perdonarmi. - 
Io gli sfioro la guancia con l' indice, scuotendo la testa - Tranquillo. -
- Hai pianto, si vede - commenta dopo un pò, accennando un sorriso fasullo. Prende a pulirmi il trucco con la manica della sua giacca.
- Ora che sei qui va molto meglio. Come sei entrato? - chiedo, lanciando un occhiata alla finestra. La macchina non c'è, significa che i miei genitori non sono ancora tornati. 
- Quando ti ho riaccompagnato a casa, la notte di capodanno, ho visto che prendevi qualcosa sotto lo zerbino. - infila velocemente la mancina dentro la tasca dei jeans stretti - una chiave, ho pensato. - me la mostra soddisfatto.
- Che bravo. - lo tiro su di me, poggiando la testa sul cuscino ancora umido dalle lacrime che ci ho versato sopra. Mi bacia la tempia, scende sulla guancia e poi sorride avvicinandosi sempre più alle labbra.
E' complicatissimo descrivere le emozioni che mi regala la sua presenza. E il profumo che si attacca ai miei vestiti. Che mi sconvolge tutti i penseri.
Ci baciamo. Le nostre lingue si rincorrono e mi sento felice di nuovo.
All' improvviso un " vrrr " proveniente dal comodino attrae la nostra attenzione. Josh mi guarda interrogativo. 
Non ora, chiunque tu sia. Lo bacio a stampo per rassicurarlo.
Ci addormentiamo così, dopo circa mezz' ora. Io con la testa sul suo petto, lui che mi tiene stretta dai fianchi.

Arriverà più tardi un messaggio che io leggerò solo la mattina dopo.
" Sarah, richiama al più presto. E' urgente. " 



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Capitolo 10
*** If You'll be my Girl. ***


Apro lentamente gli occhi. La luce che entra dalla finestra quasi mi acceca.
E' mattina. Ho saltato di nuovo scuola. Splendido.
Molto attenta a non svegliare questa sorta di ibrido (cucciolo di gatto\umano) che ho accanto e mi metto seduta sul letto, stiracchiandomi per bene.
Poi allungo il braccio verso il comodino e prendo il telefono dal comodino che ieri non smetteva più di squillare.
Infatti: quattro chiamate senza risposta. Un messaggio.
Sento il battito del mio cuore aumentare gradualmente di velocità quando leggo l' sms. 
La chiamo. - Sarah! Finalmente, che fine avevi fatto? -
- Nessuna fine. Sono a casa e non ho sentito il telefono in modalità silenziosa. Che succede? - dico io ancora assonnata.
- La nonna è stata portata con urgenza in ospedale. Si è accasciata a terra all' improvviso, non sappiamo cosa le sia successo. -
- COSA? - urlo così forte che Josh apre di scatto gli occhi come se gli avessi tirato un secchio d' acqua gelida addosso.  - Sei all' ospedale? -
Silenzio.
- Mamma? - 
Guardo il cellulare. Batteria scarica. Spento.
Lo lancio con non curanza sul comodino, tenendomi la testa che fa male con le mani. - Puoi accompagnarmi all' ospedale? - dico poi.
- Che è successo? - chiede ancora con la voce impastata dal sonno. 
- Mia nonna sta male. Ti prego. - mi alzo e mi do una velocissima sistemata davanti allo specchio del bagno. Quando torno in camera il ragazzo mi sta aspettando.
Corriamo verso la macchina. Mentre guida mi stringe forte una mano guardandomi preoccupato.
Giunti a destinazione vedo mia madre che ci viene incontro con gli occhi sbarrati e il viso segnato da un dolore immenso.
Suo suo viso si apre un sorriso quando vede le nostre mani intrecciate. Poi si sofferma su di me - Sarah, la nonna.. - e scuote la testa.
Nononono la mia cara e dolce nonnina non c' è più.
Cado di peso sulle ginocchia e poggio le mani dalla parte del cuore che mi ha tirato una grande fitta. Forse anche peggiore del giorno precedente.
Provo ad urlare ma Josh mette in tempo la mano davanti alla mia bocca, tirandomi su con garbo. Poi mi prende fra le sue braccia e cammina verso la sua auto.
Io le volevo molto bene. Mi ha chiesto più volte di farle conoscere "il ragazzo che mi aveva incantata". Non l' ho mai accontentata.
Forse bloccata dalla timidezza che avrei provato a chiedere a Josh che adesso mi poggia sul sedile anteriore e mi fa una carezza sulla guancia rigata di lacrime.
Si volta verso mia madre che nel frattempo ci ha raggiunto. - Mi dispiace molto. - dice l' attore. E con una lentezza infinita fa una carezza anche a lei che lo guarda.
Si sussurrano qualcosa che non riesco a sentire.
Lui annuisce e entra al posto di guida. Mette in moto - Ti porto via da qui. -
- Mia madre che fa? - chiedo, salutandola dal finestrino.
- Dice che vuole rimanere da sola. Comunque c' è tuo padre con lei per qualsiasi cosa. - attimo di silenzio. - Hai fame? -
Faccio no con la testa. - Va bene. Andiamo in un bel posto. -
Continua a lanciarmi sguardi furtivi dallo specchietto retrovisore per tutto il viaggio. Io lo fisso insistentemente. - Sai Hutch mia nonna desiderava tanto conoscerti. -
Noto che sul suo viso compare un lievissimo sorriso - Ah si? Perchè non me l' hai mai detto? -
- Non lo so. - dico con un filo di voce. - Lei è sempre stata un pò fuori di testa. Avevo paura che facesse delle figuracce. E io non volevo.. non con te. - poco dopo ricambio quel suo mezzo smile. Cosa che lui, si vede, apprezza moltissimo.
- Sono stata una stupida. - dico mentre il giovane parcheggia. 
- Non ci pensare. - risponde prima di scendere dall' auto, fare il giro per venire da me ad aiutarmi a uscire.
Mi aggrappo con tutte le forze a lui mentre camminiamo verso un tavolo in legno con le due panche a seguito.
Ci sediamo su una di queste, a cavalcioni. Poi lui mi abbraccia da dietro, poggiando la testa sulla mia spalla destra. - Venivo sempre qui a giocare da piccolo. -
- Io preferivo sempre quello con le altalene rosa dall' altra parte di Union invece. -
- Ecco perchè non ci siamo conosciuti prima. -
Rimaniamo un pò così, in silenzio. Con estrema delicatezza passo le mie mani sulle sue che tengono la mia schiena incollata al suo petto caldo e muscoloso.
Allenta piano la presa ma non mi lascia.
Penso che potrebbe fare molte altre cose adesso: preparare la valigia, andare a fare shopping, stare con i suoi vecchi amici o con la sua famiglia che non vedrà per alcuni mesi.
Invece è qui con me e non sembra affatto pentito della sua scelta. Come si fa a non adorarlo?
- Prometti che durante la mia assenza tornerai in questo parco e penserai a me? -
- Ti penserò sempre, Josh. Non solo in questo parchetto. - di risposta mi da un bacio sul collo a stampo.
Parla dopo diversi minuti, con voce roca e imbarazzata. - Voglio che tu sia la mia ragazza, Sarah. Dico sul serio. -


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Capitolo 11
*** E' fantastico. ***


Mi convince a mettere qualcosa sullo stomaco. Rientriamo in macchina per andare ad una tavola calda.
Sento il cuore che mi lancia ancora delle fitte ma sono deboli pensando che lui, adesso, è al mio fianco. 
Non voglio provare nemmeno ad immaginare come mi sentirò quando fra meno di due giorni Josh dovrà partire per andare sul set di Hunger Games.
Ho accettato di essere la sua ragazza anche se nelle storie a distanza non credo molto. Almeno non dovrò soffrire con la convizione di averlo perduto per sempre.
Ordiniamo la classica colazione all' americana: pancetta, pane tostato e uova. Ad accompagnare il piatto un succo ai lamponi.
Ci sediamo al tavolo, in attesa.
Rimaniamo in silenzio, a fissarci con felicità e malinconia al tempo stesso.
Poi entra una ragazza, seguita da altre due. La prima lo saluta e gli sorride provocante.
Lui di ricambio fa una srmofia che fa anche un pò ridere. Mi fissa contento di aver scatenato questa reazione.
Io gli prendo le mani - Josh. -
- Dimmi. - risponde subito preoccupato lui.
- Tu mi vuoi bene veramente? - mi lascia le mani. Cerco di rimediare in qualche modo, imbarazzata.
- No intendo.. - riprendo le sue mani. O meglio le sue dita. - Tu sei così bello, così famoso e io non sono una grande figa. Queste cose succedono solo nei libri, nei film, nelle fan fictions. -
- Cosa sono le fan fictions? -
- Bho, mi è venuto così. - scrollo le spalle.
Fa un altra smorfia. Le tre bislacche lo stanno fissando e parlano a bassissima voce al tavolo vicino al nostro.
Contemporaneamente ci giriamo verso la ma sinistra e le osserviamo di conseguenza.
- Credo mi vogliano uccidere. - dico con tono basso e scuotendo il capo.
- Ci provassero. - mi afferra la testa, la tira verso di se e mi lascia un bacio a stampo sulle labbra. Ups, ci sono rimaste un pò male.
Sorrido, non posso farne proprio a meno. - Ti voglio bene Sarah. Tanto. -
- Anche io te ne voglio. - ci ricomponiamo quando la cameriera saluta Josh e ci poggia le nostre colazioni davanti seguite dal conto scritto su un tovagliolo.
Cominciamo a mangiare e mi accorgo che, non avendo cenato nemmeno la sera prima, in realtà ho una fame da lupi. 
- E comunque tu per me sei bellissima. - aggiunge. Scoppia a ridere.
Io sgrano i miei occhioni - Che c' è? -
- Pulisciti la bocca. - mi porge un fazzoletto. Sghignazzo anche io. Nonostante i molteplici dolori, riesce comunque a farmi ridere. E' fantastico.






Note:
mini capitolo, di passaggio. Il prossimo sarà uno dei più importanti credo.
Ora RECENSITE RECENSITE RECENSITEEE altrimenti non continuo haha
Xoxo


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Capitolo 12
*** Aspettami, okay? ***


Tac. Ultimo rintocco. La mezzanotte è passata.
Dopo il funerale della nonna ho preso da parte Josh, ancora scossa dai singhiozzi per poterlo salutare.
Una piccola parte di me scongiurava di non farlo, avrebbe corso fino a quella maledetta pista per potergli dare un ultimo bacio, un semplice abbraccio o un buffetto sul naso.
Ma l' altra, quella che a quanto pare ha vinto, preferisce non cedere agli arrivederci smielati e anche se la situazione non era la migliore ha preferito così.
Adesso sono in camera mia, con la testa appoggiata sul vetro della finestra.
A contatto con la mia pelle calda questo si appanna. 
Già manca terribilmente.
Fuori sta piovendo. Cosa starà facendo Hutch?
Scuoto la testa e i capelli, ritirandomi sotto le coperte. Mi addormento.

La mattina successiva mi sveglia il sole. Per un momento sembra di stare benissimo.
Raggiungo la cucina e faccio colazione. Mamma mi appare davanti con un sorrisone enorme. Ovvio: non sa cosa sta per accadere.
Ho chiesto a Josh di inviarmi un sms prima di salire sull' elicottero.
Mi bacia sulla guancia. - Buongiorno piccola. -
Si siede di fronte a me, con la tazza di caffè fumante fra le mani.
Io comincio a divorare tutto ciò che c' è nel piatto, sperando che non mi chieda ciò che ha gran voglia di sapere.
- Che e' successo? Non ti vedo piu' allegra come prima. - Ecco, appunto.
- Non mi sento tanto bene. - Faccio spallucce. Lei sospira. Sa che non deve insistere con me.
Intanto si fa tutti i filmini in testa.
Bevo il succo di frutta poi decido di andare a cambiarmi.

Mentre sto per entrare dall' ingresso principale della scuola, che mi ricorda inevitabilmente il nostro primo incontro, qualcuno mi chiama. Alzo la testa. 
A qualche metro da me, Anya si sbraccia per salutarmi. Mi corre incontro.
E' la mia vicina di casa, Fra poco fara' sedici anni. Cerco di sentirmi felice, ma non provo niente. La sua presenza non mi fa né caldo né freddo.
Mi abbraccia. - Come stai? - Anche lei ha un sorriso enorme, come quello di mia madre.
- Bene, te? - sorvoliamo sulla mia bugia.
- Benissimo! I miei mi regalano la patente! -
La guardo male. - No cioè, mi danno i soldi per farmi la patente. - Ah ecco.

- Wow. - 
Non farmi quella domanda. La fai e ti strozzo.
- Sai che giorno è oggi? - Mi chiede con la faccia di chi ha capito e ha cambiato discorso.
Il giorno della partenza di Josh. Ecco cos'e' oggi. - No.. Che giorno è? -
 - C'è lo spettacolo nel piccolo teatro della scuola! Avevi detto che quest'anno venivi a vedermi. -

- No è che.. in realtà non mi sento molto bene. -
- Sai ci sarà anche il ragazzo che mi piace. L' ho invitato. - continua imperterrita. 
- Cipè chi? -
- Te lo dico se mi dici che ti succede. - Ecco.
- Io non ho niente! -

- Ah no? - 
-  No. - la sorpasso e riprendo a camminare verso l' aula.
- No? -
- Nono - scuoto la testa.
-  Nono? -
- La smetti? - ci fermiamo di nuovo.
- La smetti?  - mi fa il verso. 

- Mi dispiace molto Anya. Però sono contenta che questo misterioso ragazzo venga. Divertiti a teatro. -
- Va bene, mi fido. Prova a sorridere un pò di più, okay? -
- Ci provo. - mi passo una mano tra i capelli scuri, nervosamente. 
- No, non ci stai provando affatto. - Mi sorride, mi abbraccia e sgattaiola via. Io sì che ci provo. O no?
Scuoto la testa. Non ci devo pensare.

Le ore passano mooolto lentamente. Tornata a casa faccio un passo verso il letto, pronta a mettermi a dormire fino a domani quando bussano alla porta.
- Avanti. - Dico distratta, convinta che fosse mia mamma, o mio padre.
- Non è troppo presto per andare a dormire? - La sua voce rimbomba nella mia testa, ancora e ancora. Accende la luce.
Lo guardo ad occhi sgranati, imbambolata. Chiude la porta e si guarda in giro.
- C-Che ci fai qui? - Cerco di riprendermi. E' stupendo, come al solito. Si avvicina alla finestra, e di conseguenza a me.
- Sta di nuovo per piovere. Eppure questa mattina c' era il sole. - Tutti e due ci giriamo verso il cielo. Poi lo guardo.
E' agitato, ma allo stesso tempo sereno. Felice. Si siede sul letto, cominciando a fissarmi.
- Stavo andando alla pista di atterraggio. Ma non potevo andarmene senza averti salutato nuovamente così sono tornato indietro. -

Non posso fare a meno di saltargli addosso. Lo bacio ovunque, lo stringo forte a me.
Quando non ho più fiato allontano il mio viso giusto per poterlo guardare negli occhi. Mi accarezza la guancia con la mano.
Risento quelle emozioni, bellissime.
Piano allontana il viso di qualche centimentro.

- Aspettami, okay? -
- Okay. Tu fai in fretta però. -

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Capitolo 13
*** Settimana da incubo. ***


Passo una settimana all' inferno. Nel vero senso della frase intendo.
Continuo a svegliarmi con gli incubi, anche quelli più assurdi che non farebbe nemmeno il peggior malato mentale.
Sono diventata apatica e continuamente infelice. La mia vicina aveva ragione: non ci sto provando.
La condotta a scuola cala a vista d' occhio. Mi assento alle lezioni, non porto a termine i compiti a casa.
L' altro giorno ho anche avuto una discussione con mia madre.
Ci siamo urlate contro ed è stato bruttissimo: da quando la nonna è morta abbiamo legato molto.
Insomma la lontananza di Josh mi sta causando problemi. La cosa peggiore è che non posso farci nulla.
C'è qualcosa che mi tiene legata a lui in una maniera incredibile.
Che, tra parentesi, posso sentirlo solo la sera. Passa tutta la giornata sul set con il resto della troupe, si allena, studia il copione.
E' stanco, io gli credo. Gli auguro la buonanotte. Lui mi manda un bacio e continua a dirmi di aspettarlo.
Credo di impazzire. Josh ovviamente non sa nulla della brutta piega che ha preso la mia vita.
Ha già le sue preoccupazioni, i suoi problemi da giovane attore e sinceramente quando parliamo al telefono è l' ultima cosa che mi viene in mente di fare. Sono così felice di sentire la sua voce, euforica, serena.
Poi tutto riprende il solito ritmo.
I soliti incubi. Le solite ansie.
Oggi a scuola mi sento male. Subito, appena entrata in classe.
Chiedo al professore di andare in bagno e cerco di farmi passare tutto.
Ho mal di pancia, ma mal di pancia di agitazione. Attacco di panico? Bho.
Mi avvicino ai lavadini e bagno la faccia con l'acqua fresca.
Sento entrare qualcuno. - Toh, guarda chi c'è. -  Mi giro.
La ragazza mora, Zoe  con due sue amiche.
Una specie di smorfia. - Ciao. - Faccio per andarmene ma bloccano la porta. Mi viene da ridere, non può essere vero.
- Dovrei andare in classe. -
- No. - Mi da una spinta e mi fa cadere. - Che ci vai a fare in classe? Sei solo una perdente. Devi andartene nelle fogne. Coniglio. -
Possibile che ancora non le e' passata la storia di Josh? - I conigli non stanno.. -
Una frazione di secondo, la mora prende un secchio d'acqua sporca e me lo rovescia addosso.
Mi lancia il secchio, ma almeno quello riesco a prenderlo - Che odore, puzzi sai? -
E se ne vanno tutte. Sono bagnata fradicia. Puzzo veramente.
Mi alzo aggrappandomi al davanzale interno della finestra. Il pavimento e' allagato.
Prendo il cellulare dalla tasca e mando un messaggio a lui anche se non sono sicura che lo leggerà.

" Ti vorrei qui in questo momento. "
Quest'odore e' insopportabile davvero.
Non molto convinta vado a cercare per le classi Avan Jogia. Prima di partire Josh mi ha detto di rivolgermi a lui per qualsiasi cosa. E' in un certo senso il suo migliore amico.
Per fortuna non devo fare tanta strada perchè girato l' angolo me lo ritrovo davanti.
Storce il naso - Non sei quella che adesso Josh definirebbe una principessa. - 
Lo guardo male. Lui scoppia a ridere. No, non ci siamo.
- Cosa ti è successo? - chiede portando due dita all' altezza delle narici per tapparsele.
- Te lo spiego se ti offri di riaccompagnarmi a casa. -
- Io? - chiede sconvolto.
- Josh mi ha detto di chiedere a te. Per favore. - mi mordo il labbro inferiore, nervosa.
Cerco di evitare gli sguardi e i commenti degli altri studenti.
Alla fine accetta. Riusciamo ad avere il permesso dalla preside di assentarci e arriviamo sotto casa mia in un lampo con la sua auto.
- Dovrò dirlo a tu-sai-chi. -
- Io eviterei. - dico mettendo un piede sull' asfalto. - Ti ringrazio molto Avan. Ho un debito. -
- Facciamo due? - inarca un sopracciglio notando l' alone di bagnato che ho lasciato sul suo sedile. Ops. Ero così scossa che non ci avevo nemmeno pensato. - Anche tre. Torna a scuola adesso. - chiudo lo sportello e mi dileguo dentro la mia sweet home.
Non c' è nessuno. Faccio una doccia rilassante, moolto molto lunga.
Appena esco per infilarmi l' accappatoio il mio telefono prende a vibrare. Appena vedo chi è ho un mezzo infarto.
Allora il suo amico l' ha avvisato davvero. - Pronto?-
- Che ti hanno fatto? Stai bene? -
- Sì, sto bene, mi hanno solo lanciato un po' d'acqua addosso. -
- U-Un po' d'acqua? - c' è un fastidioso vociare intorno a lui ma non indago.
- Sì beh, un secchio. -
- E..? -
- Josh sto bene, davvero. Avan ha fatto male ad avvisarti. -

- In realtà, piccola, ho preso più in considerazione il tuo messaggio. Anche io ti vorrei qui, sai? -
Sorrido. Penso di essermi innamorata. Argh. In così poco tempo.
Comincio poi a piangere, senza un motivo preciso. E' l' insieme che fa male adesso. - Scusa, non so perchè piango, non ho paura, io.. - mi siedo sul bordo del letto, ancora in accappatoio. 
- Dai non piangere. Ora rilassati, mangia qualcosa, stai a letto okay? -

Cerco di calmare invano i singhiozzi. - Va bene. E tu torna a lavoro. - Non volevo, ma non poteva essere altrimenti.
- Si, ora vado. - Ci salutiamo velocemente. Ancora una volta gli ho tenuto nascosta la verità. Ma non me ne pento.
Penso bene di chiamare mamma, così non si preoccuperà. - pronto? -
- Ciao. Volevo solo dirti che sono a casa. -
- Perchè? 
- Non mi sentivo bene, così sono tornata. Mi ha accompagnata un mio amico. - doppia bugia. Sto andando bene!
- Okay, dai, va tutto bene ora. Fra un po' papà torna a casa, chiedi a lui se hai bisogno - e riattacca.
Per quanto tempo dovrò andare avanti così?

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Capitolo 14
*** Bullismo. ***


La sera Josh mi richiama e passiamo ben due ore e mezza al telefono. 
E' molto stanco, si sente anche un pochino dalla voce ma credo che oggi quando ha ricevuto il mio sms e subito dopo la chiamata di Avan Jogia si sia preoccupato troppo.
Parliamo di tutto: del suo film, del cast, del posto, di scuola, dei miei amici, dei suoi, di Avan in particolare, dei regali, dei fans, del cibo, dei capelli biondi, di scuola, della sua e della mia firma, di qualche chicca del passato.
Poi, all' improvviso cala il silenzio. < Non dirmi che ti sei addormentato. >
< Aspetta che controllo.. >
< Sei stanco pulcino, vuoi andare a dormire? > chiedo tirando più su la coperta.
< Si sono un pò stanco tesoro. > oh quanto è adorabile con quel suo tono assonnato.
< D' accordo allora. > mi mordicchio il labbro inferiore < Ti lascio andare >
< Sono stato benissimo con te. Anche se preferirei averti accanto, davvero. > 
< Io anche. Ma dobbiamo resistere, giusto? >
< Giusto. >
Mi manda un bacio, augura la buonanotte e riattacca. 
Dopo pochissimo tempo mi addormento anche io. Senza incubi questa volta: solo un sorriso.
Un semplice e bellissmo sorriso sulle labbra.
La mattina dopo arrivo a scuola tutta sorridente. Ho passato una bellissima nottata.
< Uaahh, finalmente un sorriso. > Mi dice Cassie, venendomi incontro insieme a Brandy che frequenta con me Ginnastica.
< Che è successo? > continua la mia amica.
< Nulla. L' amore è-è nell' a-aria! >  Balbetto apposta, con gli occhi luccicanti. Loro sgranano gli occhi.
Aprono la bocca per gridare come matte, ma le faccio zittire immediatamente.
< No dettagli, no racconti, niente di niente, sono affari miei. >
< Non puoi farci questo! > la bionda prende a scuotermi dalle spalle.
< Zitta tu, che ti piace un ragazzo di cui nessuno sa il nome. > 
Le due si lanciano un occhiata e si sorridono.  Poi ritornano a guardare me, ancora felici e contente.
< T-Tu lo sai? > chiedo a Cassie.  Annuisce.
< Ma-Ma... Ma >  Guardo Brandy con fare rimproverante. < P-Perchè... mh? >
< Tu non me l' hai mai chiesto. >
< Come no? > scuote la testa. < Beh, chi è? >
< Sono affari miei... >
 Mi fa addirittura il verso. Le alzo il dito medio. Sento un braccio avvolgermi un braccio attorno alle spalle. Avan Jogia. 
< Cosa sono questi gesti? > Dice scherzando.
Sospiro. Lui continua < Spero che tu abbia fatto una bella doccia. >
Le mie amiche mi guardano in modo un pò confuso. Ma certo: loro non sanno niente. Jogia mi fa l'occhiolino.
< Ma è ovvio. > rispondo con tono acido. Suona la campanella, così entriamo a scuola.
Avan mi accompagna fino alla classe. < Stai attenta, non pensare troppo e... tranquilla. Per qualsiasi cosa, ci sono. >
Sono convinta che sia stato Josh a costringere l' amico a fare da guardia del corpo. Per questo mi brillano gli occhi.
< Ok.. non pensare troppo neanche tu, però. > Sorride.
Io entro in classe e mi siedo. Mi subisco un'ora di Matematica, una di Biologia e finalmente una di letteratura inglese.
Poi c' è l' ora di pranzo.  Mi precipito in bagno. Non so esattamente come, non so esattamente quando, mi sono sporcata le mani con la colla.  Manco avessi cinque anni.
Mi lavo le mani, chiudo il rubinetto e mi volto. Sussulto.
Mi ritrovo davanti Zoe e una delle sue amichette. Di nuovo? Non ne posso più.
Abbasso lo sguardo e faccio per andarmene ma la mora blocca la porta.
< Ti diverti? > Non rispondo.
Faccio un passo avanti, ma lei continua a bloccare il passaggio e impedirmi di arrivare alla maniglia.
< Ma tu hai mai chiesto a Josh perchè sta con te? Chiediglielo da parte mia, lo vorrei tanto sapere. >
< Mi spieghi cosa vuoi da me? > Zoe di tutta risposta mi da una spinta ma questa volta non cado.
< Ti ho fatto una domanda, cretina. >
< Si, gliel'ho chiesto. > 
< Ah sì? E cosa ti ha risposto? Che ti ama? > La guardo dritta negli occhi. Ora mi ha proprio scocciato.
E' piu' grande di me, sia fisicamente sia d'età. Ma se pensa di farmi di nuovo paura si sbaglia.
< Senti, la devi finire. Josh non ti vuole, vuole ME. So come devi sentirti, è difficile ma.. >
< Vattene. > mi interrompe lei. Sospiro. Finalmente ha capito.
Poggio la mano sulla maniglia ma all'improvviso sento un dolore atroce alla testa. Cado per terra.
Vedo tutto sfocato. E le voci non sono più nitide.
L'amica della mora gli grida contro e lei e' scioccata dal suo stesso gesto.
Io non riesco a spiccicare parola, la testa mi fa un male cane, tutto gira e praticamente sento solo i miei pensieri, certi lenti, certi veloci, e insieme creano una confusione assurda.
Mi tocco la testa, poi mi guardo la mano. Perdo sangue.
Davanti a me cade il manico di una scopa. L'estremità è leggermente insaguinata. Mi ha colpita. Davvero?
Sì, l'aveva fatto. Svengo.
 

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Capitolo 15
*** Where are you? ***


Apro di colpo gli occhi. Vedo tutto bianco di fronte a me e sussulto.
Sono morta?  Giro lentamente la testa verso sinistra.  Mi fa un male cane.
Noto degli scaffali e una porta verde chiaro. Sono in infermeria.
Sempre lentamente, la volto verso destra.
C'e' Avan, seduto che mi guarda sconvolto. < Oddio che faccia.. >
Sbatte piu' volte gli occhi, si alza e mi viene vicino. < C-Come stai? >
Gli trema la voce. La dolcezza. < Bene, ho un po' di mal di testa, ma sto bene. > 
Rimaniamo per un attimo a fissarci. Lui incrocia le braccia < A-Avan.. > 
Si morde il labbro inferiore. 
Con l'aiuto delle braccia mi metto seduta, appoggiando la schiena al muro. Sbuffo.
Lo sento sospirare. < Mi dispiace per quello che ti è successo.. >
< Shh, ho mal di testa. >  Lo interrompo, prima che potesse uscirgli un'altra parola dalla bocca.
Passa circa un minuto. < Lo sa qualcuno? >
< No per ora. Lo sai che dovrò dirlo a Josh. > 
Sospiro annuendo piano. < Avviso la preside... tu torna in classe. >
< No, ti aspetto fuori dall'ufficio. > mi aiuta a rimettermi in piedi con delicatezza.
< Ma guarda che.. >
< Shh, hai mal di testa. > Santa Pazienza. Lo guardo male e insieme ci dirigiamo verso la porta.
Chiedo di parlare urgentemente con la Preside e lei mi riceve quasi subito.
Avan mi aspetta seduto in corridoio, con la testa fra le mani. Sembra quasi che pensa che è colpa sua.
Busso alla porta. < Avanti! >Apro la porta, lentamente.
< Buongiorno. > mi guarda da sopra gli occhiali.
< Buongiorno.. > Mi tocco la testa. Fa davvero male. < Posso sedermi? >
< Certo. > Ho l'impressione che mi vuole dire qualcosa. 
< Sono venuta per.. >
< Credevamo tutti che fossi una brava ragazza, Sarah. Cosa ti è successo? > 
Rimango con la bocca semiaperta per qualche secondo. 
< Cosa?! Sono state loro! > Sto quasi gridando. < Sono loro che vogliono incastrarmi!>
< Ma loro chi! Loro chi! Sarah, qui parliamo di te e di quella scritta, chiaro? E non ti permettere più di alzare la voce! >
Ho gli occhi praticamente sgranati. Quale scritta?
< Lei non si può permettere di incolparmi ingiustamente, invece. E' la mia parola contro la loro. >
< Loro chi? >
< Quelle che sono venute a dirglielo! >
< Nessuno mi è venuto a dire niente. Non è servito: c'è scritto “Josh Hutcerson ti amo, Sarah”. Se non sei stata tu chi è stato? >
C'e' un attimo di silenzio. Quasi non respiro più.
< Sono state loro... quelle che ce l'hanno con me! >
< Queste cose accadono solo nei film. > scuote la testa.
< E lo dice a me? Anche io lo pensavo! Ma poi QUALCUNO mi ha tirato addosso un secchio, QUALCUNO mi ha colpito alla testa! Ma sembra che a nessuno freghi niente! > Sto per mettermi a piangere.
Cosa bisogna subire per stare con la persona che piu' si ama?
< Senti Sarah, resti comunque la prima indiziata. >
La guardo seccata. Mi alzo ed esco dall'ufficio sbattendo la porta.
Avan si alza di scatto vedendomi uscire, ma non mi fermo seminandolo facilmente.
Esco da scuola. Poco dopo sento il mio cellulare vibrare nella tasca dei jeans stretti che indosso. So già chi è.
Mi fermo, mi metto la testa fra le mani e comincio a piangere. Poi rispondo < Lasciami in PACE! >
Mi accorgo immediatamente di cosa ho detto, ma piango troppo per chiedergli scusa.
Mi accuccio per terra, manca l' ossigeno. Meno male che non ha riattaccato.
< Sarah, che e' successo? >
< E' TUTTO UN CASINO, UN ENORME CASINO! >
< Dimmi tutto piccola. Ti prego. > 
Respiro forte. Qualche istante di silenzio. < La scritta sul muro della scuola, Josh.. >
< Eh? > 
< L'avranno fatta durante l' ora di pranzo, non lo so, hanno incolpato me! >
< Che hanno scritto? > ora il suo tono è molto preoccupato.
< Josh Hutcerson ti amo > 
Resta in silenzio. Si sentono solo i miei singhiozzi. Non dice niente, non fa niente.
Dopo qualche minuto sento il suo telefono riattaccare.
Mi trascino fino al muretto del cortile e c'appoggio la schiena, sedendomi per terra. Ho voglia di urlare.
Sta andando tutto male. Malissimo. Sento dei passi dietro di me.
< Ti si vedono le mutande. > Cassie mi sussurra con un sorrisino spastico.
Poi mi abbraccia forte. Aaffondo il viso tra i suoi capelli, sempre lisci. La stringo.
Mi consiglia di aspettare a richiamarlo e così faccio. Aspetto due giorni.
Non ho più sue notizie. Provo a chiamarlo anche per sapere come sta, ma non risponde al cellulare.
Josh, dove sei?
 

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Capitolo 16
*** Avan Jogia. ***


Sono ben quattro giorni che non sento Josh.
Quando in preda al panico sono andata dalla sua famiglia per chiedere una spiegazione loro mi hanno detto che le loro chiamate al figlio sono brevi e tutto sembra nella norma. Non è parso turbato, triste o qualcos' altro.
 Signica che.. mi vuole dimenticare? No. Io non lo posso permettere.
Mi sveglio, faccio colazione e vado a scuola, come al solito. Sto di nuovo impazzendo.
La prima cosa che faccio appena arrivo e' guardare dalla parte dove si mettevano lui con i suoi amici.
Incomincio a camminare a vuoto nel cortile con gli occhi sbarrati.
Dopo prendo il cellulare e clicco sul tasto di chiamata quando arrivo al suo nome.
Segreteria. Stacco. Vaffanculo! Faccio qualche passo avanti.
All'improvviso incrocio lo sguardo di Zoe. Lei lo abbassa, come dispiaciuta.
Di cosa? Perchè? Urlo. Grido più forte che posso. Tutti si girano a guardarmi, io continuo ad urlare.
Come ha potuto rovinarmi la vita così?
In così poco tempo si e' trasformata in uno schifo totale.
Non e' colpa di Josh. Lui è stato come la pioggia nell'arido Sahara.
Mi fa vivere. Vivere davvero. Un momento di sollievo, il più bello anche se mi manca terribilmente.
Lei mi ha rovinato la vita, l'ha presa e manipolata.
Qualcuno mi prende da dietro, mi copre la bocca e mi porta via.
Chiudo gli occhi. Non m'importa di chi è. Non m'importa più di nulla ormai.
Senza il mio tutto, niente ha più senso. Mi prende per le spalle e mi fa sedere sul sedile passeggero della sua auto.
Chiude la porta e va a sedersi al posto guida. Appoggio la testa al finestrino e piango. 
< L-Lui non ti vuole sentire perche'... i-insomma per il tuo bene. > Non dico niente.
Continuo a piangere in silenzio. I suoi capelli scuri sembrano morbidissimi, si muovono ad ogni minimo movimento del vento.
Gli occhi sono tristi, tesi, fissi davanti alla strada. Avan. < E' questa casa tua, giusto? >
Dice a distanza di cinque minuti dalla frase precedente. Guardo fuori e annuisco.
Scendo dalla macchina, entriamo in casa e mi segue fino in camera.
Mi aiuta a stendermi sul letto, poi si siede sul bordo.
Non lo guardo, guardo il vuoto, non singhiozzo, ma le lacrime ci sono comunque. 
I suoi baci, le sue carezze, i suoi sorrisi. Dov'è? Perchè non è qui con me?
 < Ti aveva vista il primo giorno di punitiva. Prima, mi disse, ti aveva solo intravista, ma quel giorno è scattato tutto. >
Sospira. < Fattele spiegare da lui queste cose! >
Lo guardo. Poi mi metto seduta.
< Devo parlare con lui.. ti PREGO. > L'ultima parola la calco di piu' con il tono di voce.

Avan decide di farmi parlare con Josh tramite il suo cellulare. Così la mattina dopo mi viene a prendere in macchina per fare un tentativo. < Provo prima io, okay? > Lo guardo. Non sono molto molto convinta, ma annuisco. 
Tira fuori il telefono dalla tasca e compone un numero. Inserisce il vivavoce.
Mi guarda e sorride. Uno spiffero di speranza compare sul mio volto.
< Pronto? >
< Josh! Sei sveglio? > Le mie labbra si allargano in un sorriso. Non posso farne a meno. La sua voce.. 
< Beh, adesso si. Dimmi pure ! > 
< Sei in albergo? > 
< Già. >. Il suo tono diventa piu' freddo all' improvviso.
< E... sei occupato? > lo guardo malissimo. Lui si limita a sbattere le palpebre senza capire.
< Con chi dovrei essere occupato? >
< Che ne so. >  Si morde i labbro inferiore.
< Ma tu non dovresti essere a scuola? >
< Penso di entrare più tardi.. in prima c'e' il test di biologia hahaha > risatina fasulla.
< Coglione, devi studiare senno' ti bocciano. Vado in bagno ti richiamo tra due minuti >
E riattacca. Avan rimane qualche secondo a fissare il telefono. < Cioe', mi ha riattaccato in faccia. >
Sbuffo, rimettendomi dritta sul sedile. < Stronzo. Ci sono rimasto male. >
Mi guarda e scoppia a ridere. < Sai che bella sorpresa quando sarai TU a rispondere. >
Tutto tranquillo percorre la strada che porta al parco, proprio quello in cui Josh ha proposto di essere la sua ragazza. Non poteva scegliere posto peggiore. Ma non dico nulla.
Batte il cuore a duemila. Sento che potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Mi ritrovo a sentirmi una deficente solo perche' fra qualche minuto gli parlerò e non conosco le parole giuste per iniziare.
La macchina si ferma. < Ti lascio qui. Ripasso dopo. > lascia il suo telefono sulle mie gambe.
Ci guardiamo con la coda dell'occhio. < Ehm.. grazie. >
Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia. < Prima ti schifavo.. adesso mi stai simpatica. >
< Addirittura? >
< Si.. mi stava sul cazzo la tua reputazione... cioe' nulla. >
< Ah bello... non sei stato l'unico. >
< Cioè? > chiede di nuovo confuso. A volte mi chiedo se ci fa o ci è.
 < Stava sul cavolo anche a Josh. > Fa spallucce e riappoggia le mani sul volante.
Apro lo sportello.< Ciao! >
Scendo.  Lui parte subito, praticamente. Faccio qualche passo verso la staccionata. Non c' è proprio nessuno.
Ovvio: i bambini sono a scuola, le mamme a lavoro o a casa.
Il cellulare che tengo con entrambe le mani comincia a vibrare. Forza e coraggio.
< Josh.. c-ciao. > 
< Che ci fai con il telefono di Avan? >
< Non capisci che sto cercando di sentirti da due giorni? > Ti prego. Torna da me.
 

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Capitolo 17
*** Amore.. ***


Pausa. Poi fa < Senti.. io d-devo andare adesso, scusami. > con la voce che trema.
< Dove devi andare Josh? Io sono qui, nel nostro parco, voglio chiarire. > faccio due passi avanti. Dato il totale silenzio in risposta continuo imperterrita < Voglio sapere perchè.. perchè non rispondi più quando sono io a chiamarti. Perchè non vuoi parlare più con me? Dimmelo. >
Ancora silenzio.  Gli occhi cominciano a pizzicarmi. < E' per colpa di Zoe, Josh? > lo sento sussultare. < Dimmelo che è per lei. Non le darò il tempo di chiedere perdono, la prendo e la uccido direttamente. > 
Le lacrme cominciano a scendere lente sulle guance.
Il cuore sembra voglia uscirmi dal petto. Le gambe cedono. 
Cado a terra con le ginocchia. Mi faccio male.
Ma il dolore che provo dentro adesso è più forte di qualsiasi altra cosa.
Mi nascondo il viso con la mano libera. 
Ad un certo punto lo sento: un sighiozzo. E per un attimo credo di aver capito male.
Ma poi ne susseguono altri due. Sta.. piangendo? < I-Io non volevo succedesse tutto questo. Io voglio stare con te e renderti la vita più bella. Non peggiore. N-Non peggiore, capisci? > 
< Io sono innamorata di te, Josh. > 
Silenzio. < HAI CAPITO? Sono innamorata di te! > glielo urlo praticamente nell' orecchio. < NON VOGLIO PERDERTI, NO ! >
< P-Piccola.. > altri singhiozzi dall' altra parte del telefono < Tu pensa a risolvere i problemi con la preside,
a Zoe ci penso io okay? >
Si, forse è la cosa migliore. < Va bene. >
Ci prendiamo qualche minito per riprenderci. Mi asciugo gli occhi con la manica del giacchetto che indosso mandando il trucco a puttane.
Ma chissene. 
< Sono stato un cretino. >
< Si, un pò. > rispondo velocemente.
< Ti chiedo scusa. E' la prima cosa che mi è venuta in mente di fare! Ero e sono tutt' ora lontano, non posso proteggerti da queste cose come vorrei. Scusami, scusami, scusami. > quanto vorrei abbracciarlo adesso.
Così tanto da chiudere gli occhi, cingere i miei fianchi con il braccio non occupato. Respiro forte, immaginando il suo profumo accanto a me.
Lo ricordo. Perfettamente. Un misto di bimbo, biscotti e pulito. Ovviamente stiamo parlando della sua pelle.
Chiara, liscia. Non ha un difetto su quel dannato viso. Una meraviglia. < Mi perdoni? >
< Ti perdono. >
E ad un certo punto scoppiamo a ridere. Cacciamo via tutta la tensione. < Incredibile, non ho mai pianto per queste cose. >
Mi mordo il labbro inferiore. Rido ancora. < Un pulcino biondo piagnone! >
< Non dirlo a nessuno, mi raccomando! >
< Giuro. Devi andare? >
< Si, purtroppo. Ma ci sentiamo più tardi okay? > 
< Buon lavoro amore. > non ho potuto farci nulla, mi è uscito. E subito dopo me ne pento.
< Grazie.. a-amore. > 


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Capitolo 18
*** La felicità dura solo qualche istante. ***


Josh mi ha promesso che questa sera parlerà con Zoe al telefono.
Sono nervosa ed emozionata insieme. Felice perchè è tornato tutto come prima.
Felice perchè so che Hutch ricambia i sentimenti che provo nei suoi confronti. 

Dalla parte di Josh Hutcherson.
Pigio il tasto di chiamata. Forza e coraggio Hutch, togli il neo e la mandi a quel paese.
Perchè ha davvero esagerato. La conosco da troppo tempo, è sempre stata vendicativa e stupida ma fare del male a Sarah è un limite che non doveva superare. Squilla. Bene.
< Hutch? Che fai vieni con noi? > Jennifer poggia una mano sulla spalla. 
< Si arrivo subito. Devo fare una cosa prima. > le sorrido, lei ricambia e si allontana affiancandosi a Liam e al regista che parlano animatamente.
< Josh! >
< Ciao Zoe. > mi viene spontaneo stringere forte il pugno. Preferirei tanto avercela davanti.
< A cosa devo questa piacevolissima telefonata? >
Si arriva al dunque. Meglio! < Volevo parlarti a proposito di Sarah. E quello che le hai fatto. >
< Ebbene? > sembra voler fare finta di nulla. Cosa che mi fa salire il sangue alla testa.
< Ebbene voglio che la smetti di rovinarle la VITA. > 
< Mah. Io credo che la vita le vada anche troppo bene.. > comincia.
< Non me ne frega di quello che pensi tu, okay? Devi lasciarla perdere, devi starle lontano. >
< Josh. > sento adesso il suo tono che si indurisce < Se mi hai chiamato per minacciarmi, puoi anche riattaccare. >
Io sbuffo spazientito. < Ma che minacce e minacce! Te lo sto solo ordinando: LONTANO DA LEI! >
Vedo che Jen, sentendomi urlare si volta verso di me e fa segno agli altri di aspettare. Poi mi fissa preoccupata.
Poggio la schiena al muro freddo. Rabbrividisco. 
< Mi dici cosa ci trovi di bello in lei? >
< Tutto. Bellissima, dolce, mi fa stare bene. > mi figuro la sua immagine davanti. E' decisamente e in poco tempo diventata una delle persone più importanti della mia vita. E nessuno si deve permettere, nemmeno per errore, di torcerle un capello.
< Mi dispiace che ci soffri così tanto da romperle la testa ma.. > continuo. 
< Vuoi dire che non hai nessuna intenzione di tradirla? >
< Nessuna. > mando anche la testa indiero. L' attrice nel frattempo mi si è avvicinata. Io le faccio segno di non preoccuparsi. < Voglio soltanto lei. Da morire. Quindi fatti da parte. >
< No. >
< Stai lontano da me. E DA LEI ! > la pazienza mi abbandona del tutto.
Quando sto per riattaccare, però, anche le forze sembrano mancare. < Leggi l' articolo pubblicato su "Okmagazione" Josh. C' è un articolo su te e Jen che non ti piacere. Scommetto nemmeno a Sarah.. >
lancio il telefono lontano. Per fortuna atterra morbido su un cuscino.
< HUTCH. Josh calmati. Che succede? > mi blocca i polsi al muro, forse più sconvolta di me.
< Soffrirà di nuovo per colpa mia. Per quello che ho detto. Non è giusto. > dico con un filo di voce e le lacrime agli occhi. Scuoto la testa.
< Perchè? Dimmelo! >
< Perchè penserà che tra me e te c' è qualcosa che va oltre l' amicizia e il rispetto. Fanculo i giornali, fanculo la fama, Fanculo ZOE! > la spingo via in malo modo e salgo in camera mia, a piedi, sentendomi ad ogni passo più morto che vivo.

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Capitolo 19
*** L' articolo. ***


Fa caldo oggi.
Di solito questo periodo si fa il cambio di stagione, mettendo le maniche corte gia' pronte nei cassetti, insieme ai pantaloncini e alle cannottiere. Mi sto preparando per andare a scuola.
< Io vado. > dico una volta pronta a mia madre che sorseggia il suo caffè mattutino.
< Ciao. > Apro la porta e percorro il viale lentamente, ancora morta di sonno.
Arrivata a scuola, incrocio lo sguardo di Zoe. Di nuovo.
Le passo davanti, come se niente fosse. Non ha fatto piu' nulla da quando Josh ci ha parlato ed e' meglio che sia così.
Lui mi ha detto che va tutto bene. Io gli credo.
Entro in classe e mi siedo al banco, vicino a Cassie.
Mi subisco un ora di Diritto e due ore di Matematica finche' la campanella suona, segnalando l' ora di pranzo.
< Vuoi venire in cortile? > chiedo alla mia amica.
Quella si gira verso di me, gia' intenta a mordere un pezzo di pane in mensa.
< Scusa? Non ti stavo ascoltando. >
La guardo male < Vieni con me in cortile? >
< In cortile? >
< Siii quello della scuola! Il caldo ti da alla testa? > le passo velocemente una mano davanti agli occhi.
< Appunto, fa caldo. >
< Ho capito, ci vado da sola. > e senza aggiungere altro esco percorrendo a passo svelto il corridoio che mi divide dall' uscita principale.
Ho una strana sensazione, come se sta per succedermi qualcosa di brutto.
Non riesco proprio a fare a meno di pensarci.
Arrivata finalmente fuori, tiro un lungo sospiro. Tutta aria buona, visto che e' pieno d'alberi intorno.
Respiro a pieni polmoni. Avan mi passa davanti e saluta, sorridendomi.
E così anche altri due amici Josh. Con un cenno della testa ricambio il saluto poco interessata.
Zoe mi passa davanti, non voltandosi a guardare nemmeno. Meglio così.
Faccio alcuni passi verso una panchina finche' una voce mi blocca.
< Tu. > Volto piano la testa.
< Ciao. > Viva l'educazione. Fa retromarcia, trovandomela in poco tempo davanti.
Stringo i pugni, facendo una smorfia. Ha i capelli tirati su e tenuti da una matita.
Dei grandi orecchini gialli attaccati alle orecchie e una collana con il ciondolo a cuore con al centro la "J".
E' da un po' che gliel'ha vedo al collo, ma sinceramente non mi fa nessun effetto. Tiene in mano un giornale di Gossip.
< Hai per caso sentito Josh ultimamente? > 
< Ha ufficialmente iniziato le riprese del film, non può stare al telefono. >
Apre e richiude la bocca, senza emettere un suono. < Cazzo, poteva avvertirmi. >
< Non ne vedo il motivo. > Faccio per andarmene, ma lei mi prende per un braccio.
< Fa pure la smorfiosa quanto ti pare, piccola idiota. Tanto hai perso comunque. >
La guardo negli occhi, per poi scoppiare in una sonora risata. I passanti si girano addirittura a fissarmi.
Faccio un'altro passo, ma lei mi tira indietro. Noto Avan avvicinarsi a noi.
Giunto a destinazione, la prende per mano e gli sussurra qualcosa tipo "Lasciala perdere, Zoe. " Poi mi guarda e sorride, di nuovo.
< Sei una perdente! Josh ti sta tradendo sai? >
< Sese, certo. Dovrai capire prima o poi che tu non avrai mai il suo cuore. Rassegnati. > Mi volto e faccio qualche passo.
< Io no, ma Jennifer Lowrence si. >
Mi giro di scatto. < Che? >
Ride di gusto. Fa quasi fatica a controllare gli spasmi. Adesso quello stesso giornale è aperto in una pagina ben precisa. Qualcosa che lo riguarda. < Non te l'ha detto dell' articolo? Josh e' molto sincero, che strano. >
Mi avvicino a lei, a pochi centimetri dal viso. quella non smette di shignazzare.
Lancio un occhiata ad Avan che tiene lo sguardo fisso a terra.
No no, aspettate un momento. Non puo' essere vero.
Scuoto la testa piu' confusa di prima, strappo dalle mani della tipa il giornale e torno in classe sbattendo i piedi. Cassie, vedendomi scioccata e con uno sguardo disperso, mi si avvicina. < Che succede? >
< Lui. Lui mi sta tradendo. > 
< Che? >
< Mi sta tradeno con Jennifer Lowrence. >
< Seh. Non ci credo. Tiene troppo a te per fare una cosa del genere! >
< N-No. > Le lacrime incominciano a scendermi lente sulle guance. < Guarda qui. > 
Sbatto forte l' articolo sul banco. Lei guarda le foto con attenzione: in una si abbracciano. Nell' altra provano le scene del film. Nella terza, piccolina, sono a cena insieme con il cast. Poi il bacio seduti sul marciapiede. " Un amore nato sul set" è scritto a caratteri cubitali.
< Maddai! E tu credi a queste stupidaggini? Lo sai che i giornali scrivono solo stronzate. > Lo guardo malissimo.
Lei si interormpe. < No, no. L'ha confermato anche Avan senza volerlo. Che motivo aveva per mentirmi? Tutto bene, tutto bene un corno. >
 < Certo che il bacio.. > dice dopo un pò mordendosi il labbro inferiore.  Mi asciuga le lacrime e mi abbraccia.
< Devo parlargli. >
< Mah... vabbene. Se scopri che è tutta una bugia? >
< DEVO PARLARGLI, CAZZO! > 

Dopo scuola decido di chiamarlo. Non so perche' ma tremo, nonostante il caldo.
Da una parte non voglio crederci. Insomma io mi fido di lui. Dall'altra invece sento che potrei riempirlo di schiaffi.
Avan ha abbassato lo sguardo. E poi c' è quel maledetto bacio o almeno così sembra.
Io e Cassie abbiamo scrutato per bene la foto: sono molto vicini con il volto ma nessuno delle due ha saputo dirlo con certezza.
Decido di mandargli un messaggio. " Possiamo parlare un secondo? " Schiaccio il tasto invio e attendo.
Passa un minuto, cinque, sette. Nessuna risposta ancora.
All'improvviso sento il telefono squillare. Guardo il nome sul display rabbrividendo.
< Ehi. > dico.
< Amore! >
< Che stai facendo? > 
< Abbiamo appena deciso di fare una pausa. Te come ti senti? > 
< Diciamo. Ascoltami Josh.. >  Rimango a fissare un punto indefinito davanti a me.
< Piccola stai bene? > chiede subito con tono preoccupato. 
< S-Si.. cioè no. > 
< No? >  Non so davvero da dove iniziare, cosa dirgli.
< P-Perchè non.. non mi hai parlato di quel maledetto articolo? > mi massaggio le tempie. 
< L' articolo su Okmagazine? > 
< Si. Ha avuto il piacere di parlarmene invece Zoe, oggi, a scuola. > 
< Ti ha fatto qualcosa? > ancora più preoccupato. Cosa mi nascondi Hutch?
< N-No.. cioè... >  Mi interrompe. Lo fa da sempre. < Che palle, le avevo detto di starti lontano.  >
< Josh. Perchè non sei stato tu a parlarmene? >
< Perchè sono tutte stronzate. Io ho solo detto che stimo Jen come persona, è una bravissima attrice e un ottima amica. Non sapevo nemmeno con chi stavo parlando quella sera, ero molto stanco e volevo andare a letto. All' inizio, ti giuro, volevo dirtelo.  Ero spaventato e dispiaciuto da una tua possibile reazione negativa. Però poi mi sono convinto che tu ti fidi di me. E anche nel caso lo avessi visto, non avresti creduto a una sola parola. Cosi ho lasciato perdere. > 
Gli occhi incominciano a pizzicarmi. < Le vostre labbra si sono toccate, Josh? > 
Silenzio. < RISPONDIMI! >
< Sarah avevamo bevuto un pò. E ci siamo messi sul marciapiede a provare la scena del bacio nella caverna. >
< E io sarei dovuta passare sopra anche a questo vero? Non credere a nulla, chiudere occhi e orecchie, vero? > 
< Sarah te lo giuro, non è niente! Ci siamo messi a ridere dopo, è stato niente. > 
< C-Certo Josh.. ciao. > chiudo la chiamata, mi volto e incomincio a correre verso casa più veloce che posso.
Corro con le lacrime che mi solcano le guancie, come dei graffi.
Il telefono prende a vibrare di nuovo. Mi fermo con il fiatone, ci metto qualche secondo per riprendere l' uso della parola e rispondo.
< TU MI HAI MENTITO! > Urlo, mentre mi appoggio ad un muretto per non cadere.
< Scusami! Dovevo dirtelo subito, non pensavo ti fidassi così poco di me. Ti chiedo perdono. > 
Le lacrime continuano a scendere.
< Scusami... scusami amore, davvero. >  Lo immagino davanti a me. Che mi guarda tristemente, che cerca di abbracciarmi e farsi capire.
< Dimmi.. dimmi che mi perdoni. Ho sbagliato, ho riflettuto malamente, ti prego. > 
< Buona fortuna per il film, Josh. > la chiamata termina. Rincomincio a correre.
Non lo voglio piu' vedere. Anche se una cosa e' certa.
Mi manchera' da morire perche' lo amo. Lo amo troppo.
Lo amo troppo, e' per questo che sono stupida visto sto correndo via.
Corro via dal suo amore, dalle sue scuse. Si, sono proprio una stupida.
Ma oramai e' troppo tardi per ritornare indietro.

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Capitolo 20
*** Il manifesto al centro commerciale. ***


Passano i mesi da quella scena. Ci sono state varie chiamate da parte sua a cui io non ho più risposto.
O se lo facevo, gli dicevo di lasciarmi perdere.
Dopo non ci siamo piu' sentiti. 
Ho saputo che le riprese del film sono state un successo e a fine marzo uscirà la pellicola nelle sale cinematografiche.
Ogni tanto cercavo su Youtube qualche intervista ma era sempre la stessa storia: appena compariva il suo volto, apparentemente sereno, chiudevo internet con rabbia. Ho smesso di fare anche quello.
Ho pianto, ripensando alle sue ultime parole.
Alle sue SINCERE scuse a cui io non ho voluto credere e perdonarlo. Brandy mi ha dato della cretina.
Avan non mi guarda nemmeno un secondo e Zoe sogghigna. La lascio fare, impotente.
Se fossi un'altra persona, probabilmente andrei li e le spaccherei quel muso facendole cadere tutti i denti.
Ma non ne ho le forze. Sono davvero stanca.
E poi non ne vale la pena.  Se pensa che la sua vita si sia sistemata da quando io e Josh ci siamo lasciati è ridotta davvero male.
Girovago in un centro commerciale senza una meta precisa con Cassie. < Entriamo la? >
< La dove? >  Indica il negozio di dischi.
E' un posto minuscolo, quasi manca l' aria. Sospiro.  < Va bene.. andiamo. >
Mi afferra la mano e incomincia a saltellare allegramente.
Varcata la soglia, si catapulta sui nuovi cd di band metal mentre io mi concentro sugli scaffali della musica "popolare".
Mi passano due ragazze vicino, ridendo. Le fisso per qualche istante e loro fissano me.
Si guardano fra loro, poi ritornano a fissarmi.
< SARAH! > Mi volto di scatto. La vedo indicare un manifesto attaccato alla vetrina del negozio.
Appena noto il nome scritto in maiuscolo e in grassetto, mi volto.
" Josh Hutcherson.. " < Non mi interessa, qualsiasi cosa sia. >
Lei sbuffa. Mi prende per una manica e mi guarda negli occhi. < Non ti pare il momento di smettere di fare la bambina? >
< Cass, ne abbiamo gia' parlato mille volte. > 
< Il problema è che ti manca terribilmente e non vuoi ammetterlo. Hai esagerato, te ne rendi conto? >
< Si, ho esagerato. Ma adesso e' finita, ci siamo lasciati. E poi ha talmente tante ragazze che gli fanno la corte.. >
Alza un sopracciglio, in un modo terribilmente familiare. < Andiamo stasera? >
< Ma dove? >
< Non hai letto? > scuoto la testa < Josh stasera torna a Union. Ci sarà una folla di gente ad aspettarlo. >
< MA ANCHE NO! > Sbuffo e faccio per uscire dal negozio. 
Le ragazze continuano a fissarmi e poi a parlottano fra loro.
Io cerco di non farci caso.  Sento delle braccia avvolgermi da dietro e una testa poggiarsi sulla mia spalla.
< Adesso che torna non farti scappare l'occasione di dirgli che hai sbagliato ad esagerare così. >
< Cass.. > comincio. 
< No, ascoltami. Lui ha sbagliato, ma tu devi perdonarlo. Ti ha detto che stavano.. > Porto le mani alle mie orecchie.
Cazzo basta. E' una storia vecchia. < Zittaaa >
< Sarah! > Sbuffo, di nuovo.  < Dai, andiamoci. >
< Vederlo mi fara' morire d'infarto dopo tutti questi mesi. E poi non mi guarderà minimamente. > 
< Magari durante questi mesi ti ha pensato. Che ne sai? >
< Ha pensato alle sue Hutchers, non a me. > 
< Hutchers? > Fa un passo indietro, guardandomi disgustata.
< Si, le sue fan. Mi sono imbattuta nella pagina ufficiale una volta. >
Scoppia a ridere. < Ma lo vedi? Tu non l'hai mai dimenticato. Sei stata una stupida a fartelo scappare. > 
Sospiro. < Andiamocii >  Mi prende per un braccio e mi trascina fino alla cassa per pagare un cd che nel frattempo ha preso.
Poi usciamo dal negozio. Si ferma ancora una volta a guardare quel manifesto attaccato alla vetrina.
< Che cosa dolce. > 
Mi volto, distrattamente. < Stasera non ci vengo. > 
Sbuffa e si avvicina a me, prendendomi per mano. < Si invece. > 
Ed usciamo dal centro commerciale, dirette a casa sua.

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Capitolo 21
*** Il ritorno. ***


Mi sento talmente a disagio che preferirei correre nuda per le strade di Los Angeles.
La mamma di Cassie, una signora bionda e bellissima, ci sta accompagnando dove arrivera' Josh fra circa mezz'ora.
Alla fine e' riuscita a convincermi ma adesso non sto per niente bene.
Continuo a guardare il mio riflesso allo specchietto della macchina.
Mi sistemo i capelli e mi passo le mani sudate sui jeans. Si, perche' sono vestita pure da schifo.
Jeans, camicia a quadretti e converse.
Sbuffo, appoggiando la schiena sul sedile.
La macchina si ferma. < Eccoci. > dice la donna.
Scendo dal mezzo di trasporto, leggermente sollevata. < Grazie! >
< Ciao mamma. >  Apre lo sportello ed esce anche la mia amica.
Fa il giro della macchina e si piazza davanti alla mia figura. 
< Che c' è? >
< Sono emozionata per te, sai? > La sorpasso, incominciando a camminare verso la folla di gente.
Ce n'e' anche dentro il locale e per le strade. Tutti stanno aspettando il trionfante Josh Hutcherson che  torna in patria.
C'e' anche la tv che lo aspetta e intanto fa interviste a destra e manca.
Cavolo. Tutti sembrano in fermento, tranne una persona.
Mi mordo il labbro inferiore. Cassie mi prende per mano, portandomi ad una panchina. < Dovrebbe passare di qua. >
< C' è troppa gente. >
Lei mi guarda, alzando un sopracciglio. < Gelosa? >
< Nah. > Sospiro, sedendomi.
I minuti passano lentamente, come per farmi un dispetto.
Lei cerca di distrarmi parlando d'altro ma appena cala il silenzio, il pensiero si rivolge sempre a lui.
Qualcuno all' improvviso incomincia a gridare " Sta arrivando, sta arrivando! "
Mi alzo in piedi, di scatto e di conseguenza anche Cassie.
Incomincio a camminare ma mi afferra per un polso. < Dove vai? >
< Non posso stare qui a vederlo. Se ti piace così tanto rimani. Io vado a casa. >
Faccio uno scatto con il braccio, liberandomi dalla presa. Rincomincio a camminare a passo svelto.
Delle persone mi travolgono correndo e non mi chiedono nemmeno scusa. Alzo lentamente lo sguardo.
Un mandria di gente viene nella mia direzione, con tanto di giornalista.
Josh e' immezzo a quelle persone, me lo sento. Provo ad alzarmi in punta per vedere qualcosa, ottenendo meno che zero.
Così lascio perdere. Voltandomi però, vado addosso ad una ragazza. Solita demente. < Oddio scusa! >
< Dio mio che malee >  Si tocca la fronte, le ho dato una testata in mezzo.
< Sei una Hutchers? > Quanto mi fa strano dirlo.
< Sì, e pure ammaccata. >
< Scusaa > Ci allontaniamo dalla folla.
< Mi verrà fuori un bel bernoccolo. >
< Scusaa >
< Non hai detto altro fin'ora! >
< Scusa. >
< Appunto! Comunque io sono Alice ma puoi chiamarmi Alih. >
< Piacere di conoscerti, io sono stupida ma chiamami pure Sarah. > Alza gli occhi al cielo.
< Sei di Union? > mi chiede dopo un pò. Annuisco. < Io di Chicago. Sono qui solo per lui! >
Guarda la folla che si allontana sempre di piu'. < E' adorabile vero? > 
< Oddio, chi? >
< LUI! > Mi spiaccica il poster di Hunger Games in faccia.
< Oddio Alih non vedoo! >Lo prendo in mano. Mi indica il viso di Josh.  < Ah. Che domanda cretina che ho fatto. >
Incomincia a saltare e mi prende per una manica della camicetta. < Andiamo! Senno' non possiamo piu' salutarlo! >
< D-D' accordo. > Cassie sto tornando.

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Capitolo 22
*** Occhi di ghiaccio. ***


 Senza parole. Senza pensieri. Anzi, i pensieri sono talmente tanti che non li ascolto più.
Entriamo in una specie di locale dove si dovrebbe trovare Josh. E all'improvviso un bisogno mi avvolge la mente.
Un esagerato bisogno. Un esagerato bisogno di vederlo, di dirgli quanto sono fiera di lui.
Di partecipare al suo successo, di partecipare alla sua riuscita. Alla sua felicità.
Avvinghiata al mio braccio c'e' Alih mentre io cerco di individuare Cassie con lo sguardo.
Niente. Chi lo sa, forse e' andata via.
All'improvviso, qualcuno poggia una mano sulla mia spalla. Mi volto e rimango a bocca semiaperta, a fissarlo.
Connor e' davanti a me. L'ho visto molte volte in giro ma il nostro rapporto e' andato sempre a diminuirsi, fino a ridursi a malapena al saluto.
Alih fa una specie di gridolino, tanto per farmi capire che l'ha riconosciuto.
Mi abbraccia. Io rimango immobile mentre sento la stretta della Hutcher allentarsi e poi sparire del tutto.
< Come sono contento di vederti qui! >
< C-Ciao Connor! Come stai? >
< Abbastanza bene. > Abbassa per qualche secondo lo sguardo. < Posso dirti una cosa? >
< Certo. > Mi tira da parte. Faccio un segno ad Alih come per fargli capire di aspettare un minuto.
Deve essere una cosa davvero importante. Lei annuisce, ancora abbaiata dalla presenza del fratello del suo idolo.
Aspetta un po' prima di parlare. < J-Josh.. >
< Cosa? >
< Si sta frequentando con una ragazza. Insomma so che ci esce insieme e fra loro c'e' piu' di un'amicizia. >
< Oh. > Non posso stare male. In fondo io e lui non stiamo più insieme, anche se vorrei sapere chi sia.
Un altro po' di silenzio.
< Già. >
< Piu' tardi ti porto da lui così facciamo impazzire le altre. > mi bacia sulla guancia e si allontana, senza aggiungere altro.
Abbozzo un sorriso mentre mi avvicino ad Alih. Ormai sono più abbattuta di un albero, lei e' tutta euforica.
< Eccolo, e' li dietro quel tavolo! > 
Okay okay, ora lo dico. Mi sale il cuore in gola quando lo vedo.
E' così perfetto. Così a proprio agio in mezzo alla gente.
Alcune ragazzine in un angolo gridano il suo nome.
Dopo l'intervista incomincia a muoversi, salutando la gente fra urla, abbracci e fanciulle urlanti che gli chiedono un autografo.
Sembra tutto così esagerato. < Andiamo dai! >
Incomincia a camminare verso di lui, che e' stato ovviamente circondato da persone. In pochi secondi la perdo.
C'e' davvero tanta gente qui dentro. Mi guardo in giro.
Non la vedo proprio. Sento delle urla provenire da dietro.
 Ma queste sono ovunque e non smettono mai di gridare? 
Mi volto e me lo vedo li, a qualche metro di distanza.
Josh che sorride ad un gruppo impressionante di ragazze assatanate.
Mi rendo conto di quanto effettivamente è famoso. 
Mi avvicino. Lo chiamo. Non mi sente.
Chiamo più forte. Lui mi guarda veloce e poi riprende a fare gli autografi e a sorridere, stanco ma felice. Senza dire nulla.
Solo rivolgendomi uno sguardo freddo e indifferente. Mi fa sentire una vera merda.
Poi si gira e va verso i suoi genitori per sussurrare qualcosa nell'orecchio del padre.
Alcune prendono a guardarmi e a bisbigliare fra loro.
“Ma che ha quella?”
“Sta male?”
“Che ha?”
Me ne rendo conto secondi dopo. Mi sfioro una guancia.
Certo, piango. Prevedibile. Mi volto e me ne vado, a piedi.
Sono venuta qui per lui e non ha tempo per me.
Fortunatamente, quando torno a casa i miei genitori dormono già.
Me ne vado in camera e mando un messaggio a Cassie per avvisarla che sono tornata a casa.
Mi stendo sul letto, e, tra un piantino e una riflessione, si fanno le 3.00.
Il suo sguardo indifferente e veloce, mi ha uccisa. Però forse non si e' accorto che ero io.
Ma anche se se ne fosse accorto, lui e' famoso. Davvero famoso.
Non ha tempo per me. E probabilmente non ha più bisogno di me.

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Capitolo 23
*** Il ritorno p2. ***


La mattina dopo mi metto seduta sul letto, sentendo bussare alla porta.
Appena poggio i piedi sul pavimento, mi viene un attacco di fame assurda.
Con molta fatica, mi trascino verso la porta, curiosa di vedere chi è. < Cucù > Brandy!
Sgrano gli occhi. Sono così felice di vederla.
Mi esce un gridolino e l'abbraccio.< Waaa > Adesso e' qui.. e' ritornata da me.
E non serve chiarire. Sappiamo entrambe di aver sbagliato. < Sentito? Josh è tornato a Union! >
Un brivido mi percorre la schiena. < Già. >
Mi vengono le lacrime agli occhi. Mi butto sul letto e comincio a piangere.
Brandy mi guarda sconvolta. < Amoree, ehii! Che succedee? >
La guardo. < Si sta frequentando con una ragazza. > Lo dico piano e farfugliando, ho paura che si metta a gridare.
E invece < Ti manca eh? >
< Beh.. >
< Sisi. Però..  > Sospiro.
< No. >
< Okayy > So cosa stava per dire: "Potresti sempre presentarti a casa sua e riprendertelo."
Le racconto anche della sera precedente, sopratutto del suo sguardo freddo.
Circa mezz'ora dopo, decidiamo di dormire un po'.
Dormiamo fino alle 11.OO, e, quando mi sveglio, sto peggio di prima.
Brandy, vedendo che sto così male, mi porta a fare shopping. Il piano ha pieno successo.
Riesco a divertirmi al centro commerciale. Mi compro anche un paio di scarpe nuove.
Il sorriso scompare poco dopo. Quando torniamo a casa. Ridendo e scherzando, voltiamo l'angolo e ce lo troviamo davanti.
Appoggiato al lato destro della vettura, di spalle. C' è anche il padre, lui è il primo a vedermi.
Da un colpetto a Josh, che lo guarda perplesso e poi si gira verso di me.
Il padre e' rimasto incantato. E lo stesso quell'altro.
E poi, un grido assordante.< SARAAAHH!!!! CHE BELLO VEDERTIII! >
Okay, i suoi acuti non sono poi così orecchiabili in questo momento. 
A passo svelto si dirige verso di me e mi abbraccia. Io tento di partecipare a quell'abbraccio, ma e' davvero difficile. < Allora? Che mi racconti? >
< Niente di che.. > pausa. < Ah ti ho visto ieri! > Mi sono quasi dimenticata di aver visto anche lui.
< C'eri?! Non ti ho vista! >
< Non mi sentivo molto bene e sono andata via presto. >
< Oh.. Ma ora stai bene vero? > Non dico di Sì.
Guardo Josh che si avvicina. Senza sorridere.
Senza distogliere lo sguardo da me. Come se vuole sapere se sono lì davvero o sono un ologramma.
< C-Ciao! > Eccolo il sorriso.
Cerco di imitare il suo sguardo freddo alla perfezione. Beh, non esce poi tanto male.
Lui sgrana gli occhi sconvolto. Mi faccio spazio fra i due, sorpassandoli. < Arrivederci. >
Me ne vado con passo deciso verso casa e sforzandomi di non gridare.
<  Okay. >
< Che hai fatto? > gli chiede il padre.
< Che ne so, non la vedo da mesi! >
< Sicuro? > lo imbocca Brandy. I due la guardano. < Tu l' hai vista ieri. >
< No! >
< Sì.. Dopo l'intervista. Ti ha trovato e tu le hai chiesto se voleva un autografo.. >
< Ma l'ho chiesto a tante persone! >
< Appunto, per te lei è “tante persone”?! > Josh comincia a correre verso casa mia.
La mia amica cerca anche di fermarlo. Arriva fino alla porta d'entrata.
Bussa più e più volte. Suona anche il campanello. Mio padre apre la porta.
< Josh! Ma ti sembra il modo di bussare? >
Mia madre si affaccia dalla cucina e appena lo vede strabuzza gli occhi. < Hutch! Gioia sei tornato! >
Quello approfitta del momento di distrazione e scivola dentro casa. < Scusatemi. >
Corre per il corridoio, fino a piazzarsi davanti la porta della mia camera.
Bussa. Non rispondo. Riprende fiato e poi entra, sperando di trovarmi lì.
Nota subito che c'è un buio pazzesco. Io sono seduta sul letto, con la schiena appoggiata al muro.
Vedendolo faccio per alzarmi, ma poi rimango seduta. < Come hai fatto? >
< Non lo so, avrei dovuto accorgermi di te e invece.. mi dispiace. Mi dispiace tanto. >
< Veramente io intendevo come hai fatto ad entrare. > 
Si siede sul bordo del letto. Si guarda le mani, chiuse a pugno in prossimità delle ginocchia.
< Avevi uno sguardo così freddo, cupo. Ma infondo capisco, noi ci siamo lasciati e ti ho trattato di merda. Tu adesso stai facendo la stessa cosa con me, anche se è passato tanto tempo. Lo capisco, davvero. > Ah si? Lui si gira, agitato. < Non è vero. io non sono così, Sarah. >
Cominciamo a parlare delle riprese del film come se niente fosse.
Ha avuto anche la presunzione di alzare la tapparella, cerco di fermarlo, ma scoppiamo solo a ridere. Poi silenzio.
Dura circa 30 secondi. Ora sono seduta sul bordo del letto e lui ancora in piedi vicino alla finestra.
< Ma allora mi perdoni? > Io non rispondo.
Mi si inginocchia davanti, e quasi scoppio a ridere di nuovo. Però lui è serio. Serio per davvero.
< Sei tornato. > dico con un filo di voce.< Sì, tranquillo. Perdonato. > Sorridiamo. Con la punta delle dita mi sfiora una guancia.
Non posso fare a meno di socchiudere gli occhi.
Si alza di poco. Siamo faccia a faccia.
Si avvicina, lento. Le nostre labbra si sfiorano e i nostri respiri diventano un tutt'uno.
All' improvviso poso le mani sulle sue spalle e lo trattengo. < Non credo sia una buona idea. >
Non l'ho mai visto così desideroso di me. Ma lui è occupato con un'altra ragazza, adesso.
E non mi sembra giusto anche se lo desidero anche io. Troppo.



Note:
Salve ragazze!  Oggi riuscirò a postare solo questo capitolo temo. 
Quindi ne approfitto per augurarvi BUONA PASQUA  e che la fortuna possa essere sempre a vosro favore. Lol
Recensite, ditemi come secondo voi la storia dovrebbe andare avanti!
Forza forza forza sono accettate anche le critiche. Xoxo

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Capitolo 24
*** A stasera. ***


Rimaniamo a guardarci a lungo negli occhi, vicini.< Hai ragione. >
Manda indietro la testa, poco convinto. Ne approfitto del silenzio per mandare un messaggio a Brandy per dirle di raggiungerci a casa.
Sono un pò a disagio.  Poso il cellulare sul comodino ed alzo di nuovo lo sguardo verso di lui che adesso e' seduto affianco a me.
Mi squadra per bene, guardandomi negli occhi per poi scendere sempre più giù.
< Allora.. > li fissa di nuovamente nei miei. < Il film  dovrebbe uscire il ventitrè marzo. >
< Scommetto che non vedi l' ora. >
< Sicuro. Verrai con me a vedere la prima? >
< Non me lo perderei per nulla al mondo. > Riprendiamo a parlare della sua carriera tranquillamente.
Ormai tutti i nostri rancori uno nei confronti dell'altra sembrano svaniti nel nulla.
E questo porta sia aspetti negativi che positivi.
Uno dei positivi e' che adesso posso ricominciare a parlargli e quindi partecipare al suo successo e alla sua felicità.
Però mi manca veramente tanto.  Guardarlo mi fa rivivere i bei momenti passati insieme.
E mi viene da piangere, ma mi trattengo. La porta si apre.
Entrambi ci voltiamo verso di lei, Brandy < Ho interrotto qualcosa? >
< No. > rispondiamo all' unisono.  Ci guardiamo e ci sorridiamo.
< O-Okay. > Un attimo di silenzio finche' una suoneria squarcia il silenzio.  Non conosco la canzone, ma proviene dai jeans dell' attore.
Lui si guarda intorno nervoso per poi alzarsi. < Scusate, torno subito. >
Fa passi lunghi verso la porta, fino ad uscirne. Dopo pochi secondi, sentiamo la porta del bagno chiudersi.
Sbuffo stendendomi sul letto.
< Allora? Che ti ha detto? >
< Niente. Abbiamo parlato solo della sua carriera e.. >
< EEEEE???!! >
Scoppio a ridere. < Ha provato a baciarmi. > Lo dico così, con una naturalezza che non so da dove mi esce fuori.
Fa per darmi la solita gomitatina spastica ma la blocco in tempo. < Allora non avete parlato solo della sua carriera! >
< Io l' ho respinto, Bì. > 
Strabuzza gli occhi, incredula. < Che? Eh? Perchèè? >
< Te l' ho detto: si sta comunque frequentando con un'altra. Credo che ci stia parlando ora al telefono, presente? >
Ma proprio in questo istante ho avuto l'assoluta certezza di avere un angelo custode.
< Va bene, pensala come vuoi. > Josh entra di nuovo nella stanza, lasciando la porta aperta.
Prendiamo un colpo quando si spalanca. Sbuffa, sedendosi sul mio letto. < Avete litigato? > chiedo titubante.
Lui non risponde subito. < Litigato, forse. >
Lo guardo interrogativa. Lui abbassa lo sguardo. Okay, non ne vuole parlare.
< Comunque stasera c'è una festa a casa mia con alcuni amici. Volete venire? >
Guardo Brandy che di conseguenza guarda me con la coda dell'occhio.
< Allora? >
< Io penso di esserci. > 
< Io no. > la mia amica. Un attimo di silenzio. < Devo.. si, devo fare alcune cose. >
E' apparentemente contento della mia risposta. < Non spargere la voce però. >
< Ma come? Volevo far venire metà degli Stati Uniti d' America! > 
< E perchè non tutto il continente? >
< Vedo se ci riesco. > Un'ultima risata prima di salutarci e darci l'appuntamento a stasera.

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Capitolo 25
*** Friends, Sayu, love. ***


Mi fermo sul marciapiede a guardare ciò che ho davanti. L'adoro.
Adoro questa casa. Diiio, come l'adoro. Percorro il vialetto che mi separa dall' entrata e suono al campanello.
La porta si apre. < Ehi! >
Io sorrido e basta. Da dentro nessun rumore, nessuna voce.
Piano un dubbio comincia a sorgere dentro di me. < Gli altri? >
< Gli altri chi? > Lo guardo male. < Ah, sono in camera mia. >
Mi tolgo il cappotto e lo poggio sul divano. Da quanto tempo non entravo qui? < Vieni. >
Mi sorpassa, facendo strada verso la sua stanza. Come se non lo sapessi già. Un odore di buono mi pervade.
Di pulito, di dolce. E' il suo, saprei riconoscerlo tra mille. Una ragazza mora e' seduta sul suo letto che si guarda le unghie delle mani.
C'e' Avan e altre due sue amiche del gruppo di scuola. Poi Connor che per salutarmi sventola la mano.
Mi piazzo davanti alla moretta. < Ciao, io sono Sarah. >
Lei alza lentamente lo sguardo, squadrandomi. Ha alcuni lineamenti che mi ricordano Zoe.
Poi sorride. < Victoria. >  Mi stringe la mano. Una stretta potente, sicura.
Le altre due, Luanne e Moreen si scambiano un'occhiata. Mi volto verso di loro, sorridendo appena. < Ciao. > 
Josh sospira, sedendosi accanto a Victoria. Dalle casse del computer proviene una musica leggera, impostata basso volume. " Too close " di Alex Clare.
Mi mordo il labbro inferiore. Attimo di imbarazzo.
< Ehm.. Avan, hai ordinato le pizzeee? > Moreen.
< Certo! > sbotta quello. 
< Andiamo a prenderle allora! > 
< Ma non esistono più i fattorini? >
< E' più bello così. Forza su, alzate quel fondoschiena! Sarah e Josh avranno tante cose da raccontarsi. Connor? > ancora lei.
Tutti la guardano incazzati, tranne l' attore.  Appena sentiamo la porta chiudersi, mi giro verso di lui.
Ho una strana impressione, come se avesse detto ai suoi amici di lasciarci soli. Mi guarda interrogativo e innocente al tempo stesso. 
All' improvviso lo sfondo del desktop del suo pc attira la mia completa attenzione. 
C'e' lui con un braccio intorno alle spalle di una ragazza dall' aspetto nipponico. Pelle bianca, labbra carnose, occhi da gatta, vestita elegante.
Una coppia fantastica. < Come si chiama? > 
< Chi? > sussulta.
< La tua ragazza. > gli indico cosa sto ancora guardando.
< Non è la mia ragazza. > precisa subito. Lo guardo di nuovo male. Lui deglutisce una quantità enorme di saliva e si alza in piedi.
Ha per caso dimenticato di cambiare il salvaschermo prima del mio arrivo? < Ci frequentiamo. Tutto qui. > 
Sorrido, imbarazzata. Lui pure sorride. < Beh come si chiama? > 
< Sayu. E' la figlia adottiva di uno dei produttori.  >  Attimo di silenzio. Incomincio a torturarmi le mani.
< Perchè lo vuoi sapere? >  
< Curiosità. >  Annuisce, poco convinto. < E' famosa anche lei? > 
Un brivido mi percorre la schiena al pensiero che siano andati oltre al bacio. Mesi fa stava per accadere la stessa cosa tra me e lui.
Io l' ho rifiutato. Mi sento una stupida, goffa, impresentabile. Voglio uno psicologo. 
Scuote la testa. Procedo con il mio interrogatorio. < E perchè oggi avete litigato? >
Sospira. < Continua ad insinuare che per me lei non è importante. >
Un altro attimo di silenzio. <  Ed e' così? >
< Beh siamo stati molto uniti durante le riprese. Ma comincio a pensare che è stata solo una cottarella passeggera. > 
< Così la illudi, non si fa. >
 Mi guarda con un espressione strana. < Il fatto è che per me lei certo che è importante. Solo che bho, sono confuso. > 
Sospiro. Sentirmi sollevata o meno dalle parole di Josh?  < Non la voglio far soffrire però. > 
< Che dolce. > Alza gli occhi al cielo divertito. Passa pochi secondi e la risatina diventa un'espressione malinconica.
< Non puoi capire come sono confuso. >  Non mi guarda dicendo questo.
< Cerca di non farle del male. >  Annuisce. Mi scompiglia i capelli e sorride.
La sera continua così, fino a che i cinque non tornano con le pizze insieme ad un'altro ragazzo, Freddy.
Ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare tra scherzi e frecciatine.
< Victoria con quella guida mi hai quasi fatto passare la fame! >
< Non c' è pericolo, anche se se ne va torna istanti dopo. > commenta l' attore. Risata generale.
< Che sia chiaro guido male solo nelle macchine degli altri. > Fa la linguaccia e dito medio ad Avan.
E' una situazione fantastica. Pizza, casa Hutcherson, amici, risate e scherzi.
Alla fine Luanne, Moreen e Freddy se ne vanno mentre Connor, Victoria e Avan si addormentarono sul divano. L' orologio segna che mancano dieci minuti alle quattro di mattina.
< Vado in bagno. > annuisco verso Josh. Poi ne approfitto per entrare in cucina e lavare i piatti.
< Che fai? >  Mi giro. E' tornato.
< Non vedi? > 
Si avvicina lentamente. < Ma lascia stare! > 
< Non ti preoccupare, mi piace. >
< Farai la lavandaia! > Scoppiamo a ridere.  Chiudo l'acqua.
Mi è passata la voglia. Ho di meglio da fare. Da guardare. Da ammirare. <  Mi sei mancata, Sarah. > 
< Anche tu. > piccola pausa < E Sayu? Non eri con Sayu? > 
< Ti pensavo lo stesso. > Mi accarezza una guancia. < Non sei cambiata di una virgola. >
< Ed è una cosa buona? >  Non risponde. Si avvicina col il viso al mio. 
Sento che cerca di trattenersi, e, cavolo, cerco anche io. Ma come si fa a trattenersi, quando quello che hai desiderato da tanti mesi ti viene offerto su un piatto d'argento?
Le nostre labbra si sfiorarono leggere, poi mi bacia più appassionatamente.
Le nostre dita si incrociano. Apriamo gli occhi e mandiamo indietro la testa contemporaneamente. < Che buona. > Sorride.
< Forse è meglio se prima parlo con lei. > 
< Si, meglio. > 
< Quindi mi hai perdonato? >  Mi bacia nuovamente a stampo. Conosce perfettamente la risposta. 
< V-Va bene. C' è un problema però: dovrò stare molto tempo via, viaggiare.. non tornerò spesso ad Union. > 
< Capisco. > Capisco davvero? 
< Quindi.. >
< Non fa niente Josh, sul serio. Ci vediamo. >  Gli sorrido debolmente e lo sorpasso. < Torno a casa ora. Buonanotte. > 
< Buonanotte amore. Appena mi arrivano ti farò avere l' invito per la prima del film al cinema. >  Prendo il giubbotto ed esco da casa sua a passo svelto. Poi mi blocco.
Come mi ha CHIAMATA? 

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Capitolo 26
*** Tsk, Hutchers. ***


Passa un altro mese e con Josh ancora non ho risolto nulla.
E' tornato due volte ad Union e non siamo riusciti mai a rimanere soli.
E' sempre pieno di impegni. Al telefono possiamo rimanere pochissimo. Forse nemmeno Obama è così richiesto.
So che ha incontrato i produttori del film durante un party.  Magari e' riuscito a parlare con Sayu.
Oppure ha cambiato idea. Preferisce lei a me.
Mi vengono brividi ogni volta che ripenso a quei suoi occhi da gatta e i lineamenti delicati.
Ho cercato pazientemente il suo profilo su Facebook. 
Pare abbia un carattere allegro, solare ed e' molto sveglia e furba. Ha molti amici.
Più guardo le sue foto, più la mia autostima se ne va, scusate la franchezza, a puttane. Nel corso degli anni ha fatto ben due servizi fotografici e anche la comparsa in tre film.
< Sarah? > Vedo una mano passare davanti ai miei occhi, velocemente.
Squoto la testa stordita. Connor è davanti a me. < Oh, ehm, ciao. > 
< Tutto bene? > 
< Sisi, stavo pensando. >
< A Josh? > faccina maliziosa.
< Nono. Comunque! >  Alza un sopracciglio, in un modo molto familiare. < Sai quando torna? >
Fa una smorfia. < Tsk, e io che pensavo fossi venuta a trovarmi. > 
< Ti prego dimmelo, è importante! >
< Forse la settimana prossima. > 
Comincio a saltellare, davvero felice.  Lui mi guarda torvo, così pian pianino smetto di eccitarmi e mi ricompongo.
< Ehm, puoi dirgli di venire da me? > 
< Se mi da retta certamente. >  Sorride.  All'improvviso sento dei gridolini dietro di me.
Mi volto, quasi a rallentatore. E queste?
Cinque ragazzine dai dodici anni in su sono immobili a fissare Connor come se io fossi trasparente.
Questo fa un passo avanti. < Che galletto. > commento ironica.
Mi alza il dito medio e si avvicina ad una di loro. La tipa sussulta e diventa bordeaux in un nano secondo. Hutchers. 
Incomincia a firmare gli autografi su dei fogli sotto i miei occhi increduli. Tre si fanno addirittura la foto con lui.
Poi cominciano a fissarmi, come se io fossi uno scarafaggio. Finalmente si sono accorte della mia esistenza.
Una, forse la piu' coraggiosa e anche la piu' adulta, fa un passo avanti. < Tu sei un amica di Josh? >
< Una specie. >  Il fratello dell' attore scoppia a ridere, voltandosi per non sputare in faccia a qualcuna.
< Oddio oddio oddio oddio! >
< What? >
< Che bello! >
< Eh già. > 
Mamma mia, e che sara'? Se adesso spunta Hutch senior che fanno, svengono?
Mah. Si allontanano saltellando, a braccetto.
Guardo Connor che sta ancora ridendo come un deficente. < Vuoi smetterla? >  pausa. < Da quand' è che tu firmi autografi? >
< Da quando tattino e' diventato famoso. > Alzo un sopracciglio.
Lui si ricompone, mordendosi per qualche secondo il labbro.
Nel frattempo assumo una posizione strana cercando di fare il verso ad una di loro. < Oh Connoruccioo >  Piccoli passi verso di lui.
Gli prendo le mani e apro la bocca, facendo finta di sbavare. < Mi fai un autografino please? > 
Lui scoppia nuovamente a ridere insieme a me, stavolta. < Sei solo gelosa. > 
< Seseh, ciao và. >
< Ciao! > Giro i tacchi e me ne vado, ancora ridendo.
Mentre mi incammino verso casa, con la sicurezza che tra una settimana forse riusciro' a rimanere da sola con lui mi si presentano davanti le cinque di prima.
Alzo un sopracciglio cercando di essere paziente.
< Ciao. > 
Sempre la stessa di prima. < Ci dai il suo numero? > 
< Ehm, nope. > 
< Perchè? >
< Perche' non mi e' permesso dare il numero di un cittadino sensa il suo esplicito consenso. > 
< Ti preego. > 
< No ragazze, sul serio. Non posso farlo. >  Metto le mani davanti. Loro sospirano, sconsolate.
< Vabbe' anche se è fidanzato noi mica vogliamo torturarlo. >  Sgrano gli occhi.
< Hutch non è fidanzato. >
Lei mi guarda, come se fossi una vecchietta rimbambita. < Si che lo è. > 
< Noi lo sappiamo. >
Le guardo. < No. Ora scusatemi. > Le sorpasso e incomincio a camminare, accellerando una volta voltato l' angolo.
Bene. Le cose si complicano.

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Capitolo 27
*** Non possiamo rimanere lontani. ***


La settimana passa anche troppo lentamente. Ho visto Connor un paio di volte durante questa per chiedergli notizie di lui.
Quasi non mi sopporta piu'. Ho anche l'impressione che si sta stancando di me, della mia amicizia.
E' sempre piu' "svogliato" e mi lancia certe occhiatacce. Mi arriva un messaggio mentre sono a piedi.
" Josh e' appena entrato in casa " Sorrido raggiante.
Sto andando da lui. Mi prendera' per una cretina ma fa niente.
Arrivata a destinazione comincio a correre veso l' entrata e quasi mi ammazzo sul vialetto.
Mando un messaggio veloce al minore  "Trattienilo e aprimi "
Mi piazzo davanti alla porta, impaziente. Forse e' tutta un illusione.
Forse davvero lui ha scelto Sayu. 
Appena varco la soglia, il suo profumo mi pervade completamente, facendomi venire mille brividi.
La mamma, Michelle, mi viene subito incontro. < Sarah! >
< Salvee >  Mi abbraccia. Io ricambio, felice. < Dov' è il vip? > 
< E' appena entrato in camera sua a poggiare la borsa! Rimarra' qui soltanto oggi e domani, purtroppo. > 
Il suo viso sembra irrigirsi. Infondo la capisco. Lo vede poche volte e sentirlo al telefono la fa stare un po' male.
E' pur sempre suo figlio. Si preoccupa e da una parte lo vorrebbe a casa. 
Ma dall'altra e' contenta della sua fama e del successo che sta avendo. E mi sorride, impotente.
< Vado. >  Lei annuisce e raggiunge la cucina per fare non so cosa.
La porta e' chiusa. Busso, adesso leggermente imbarazzata. < Si? > 
Sorrido, aprendo la porta. E' seduto sul letto, col telefono in mano. Appena mi vede si alza di scatto < Ehi! > 
Si avvicina, mi abbraccia forte. Io rimango impotente, appoggiando la testa sulla sua spalla. < Ti sei dimenticato di Union? > 
Mi stringe ancora piu' forte. < Ma che dici? Non potro' mai dimenticare Union. >  Sorride.
Ha ancora il cellulare in mano. < Aspetti una chiamata? >
Si morde il labbro inferiore, abbassando leggermente lo sguardo. < Sayu. >  Faccio un passo indietro.
Riprende a guardarmi, insicuro. < Dobbiamo parlare. > 
Significa che ancora non l'hanno fatto dal vivo. Significa che lui potrebbe andarci ancora a letto insieme.
Incomincia a farmi male il petto solo a pensarci. < Di cosa? > Mi lancia un'occhiataccia. < Scusa, non sono affari miei. > 
Un attimo di silenzio. < E' solo che mi hanno detto una cosa, le tue fan. Cioe' non direttamente, pero' me l'hanno fatto capire. > 
< Cosa? > 
Aspetto molto prima di rispondere. < Che sei fidanzato. >
< E loro che ne sanno? >
< Ah, non ne ho idea. >  Un'altra pausa.
< Io ..Volevo rompere con lei per.. te. >
Un groppo allo stomaco. < Per.. me? > Un sussurro, la voce che trema.
< Sì, e lei non l'ha presa molto bene. >
< E.. che cosa volevi dirle oggi? >
< Volevo rompere, definitivamente. O almeno la nostra "relazione". Se poi vuole rimanermi amica per me non c'e' problema, anzi.. mi renderebbe le cose molto piu' facili. > 
 Che fai quiii, parla con lei e poi torna da me. < Oh, capisco. > Improvvisamente un tuono. Potentissimo. 
< Forse è meglio che vai.> 
< Vuoi rimanere da solo? > 
< Si. Ho anche un paio di commissioni da fare, quindi.. > 
< Va bene, non ti preoccupare. > Metto la mano sulla maniglia della porta. Poi penso: così non va. 
Mi giro verso di lui e lo bacio a stampo. Poi lo abbraccio. Lui rimane immobile a guardarmi.
In silenzio, esco da camera sua. Salluto i suoi genitori. Torno sul vialetto. 
Devo dargli ancora tempo. Adesso pero' mi sento una merda. Sayu ce l'avra' sicuramente con me, anche se non mi conosce.
E mi dispiace. Perchè so com'e' perdere uno come lui.
Mi sono messa in mezzo senza dar retta a nessuno. Pero' anche lui ha dato il suo contributo.
Alla fine e' lui che ha provato a baciarmi, appena mi ha visto. Scuoto la testa. Non e' colpa di nessuno. O forse di tutti.
Pero' ho capito una cosa: noi due non possiamo rimanere lontani.

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Capitolo 28
*** La partenza. ***


 Il giorno dopo decido di incontrarlo. Cosi' percorro a piedi la strada che separa casa mia dalla sua, con le cuffie alle orecchie.
Ho vari pensieri per la testa. Ma quello che mi tormenta e' uno solo: come faremo a frequentarci?
Giunta a destinazione  spengo l'Ipod.
Suono alla porta e subito dopo, mentre attendo risposta, incomincio ad arrotolare il filo delle cuffiette intorno all'apparecchio.
< Ciao tesoro! > di nuovo Michelle. Connor mi fa un cenno con la mano dietro di lei.
< Ciao! Scusate l' intrusione. Josh è in casa? > 
Qualche secondo di silenzio. < No mi spiace e' dovuto partire perche' ha ricevuto una chiamata importante dal suo menager. >
Mi sento mancare. Le gambe mi cedono.
No, non puo' essermi sfuggito così, di nuovo. Mi aggrappo allo stipite per non cadere. < Dov' è? > 
< A Los Angeles credo. Ci rimarrà per qualche giorno. > Mi aggrappo ancora piu' forte.
< Va bene, grazie. >
< Stai bene Sarah? Vuoi entrare? > 
< Sisi tranquilla. Vado via, grazie lo stesso! > E mi volto.
Dopo qualche secondo sento la porta chiudersi dietro di me. 
Rimetto le cuffie nell'orecchio e mi accascio a terra. Accendo l'Ipod e chissa' per quale motivo, la canzone che sentivo prima riparte dal ritornello.
 

" It's just a drop in the ocean - è solo una goccia nell'oceano
A change in the weather - un cambiamento nel tempo
I was praying that you and me - pregavo affinché io e te
might end up together - potessimo stare insieme
It's like wishing for rain - è come aspettare la pioggia
as I stand in the desert - stando è in mezzo al deserto
But I'm holding you closer than most - ti tengo stretto il più stretta possibile però
Cause you are my heaven - perché tu sei il mio paradiso "

Devo andare a Los Angeles. Devo incontrarlo.
Che ai miei genitori piaccia o no. 
Così decido di lasciare loro una lettera.
“ Ciao mamma, ciao papà. Sto bene, tranquilli. Dove sono? Beh, è una storia complicata, complicatissima, e per questo sarei felice se uno di voi mi chiamasse appena legge questa lettera. E' importante, ho bisogno di sentirvi. Vorrei precisare che io non ho fatto niente. Ho amato, AMO una persona, e se questo è sinonimo di “fare un casino”, ah beh sì, ho fatto un casino. E qui veniamo al perchè di questo viaggio senza preavviso. Sto andando a Los Angeles, dove potrò trovare risposte, altre domande, altre risposte e.. il mio amore. Il mio tutto, la mia vita, lui. Josh Hutcherson. Dite sia stupido? Non per me. Troverò altri ragazzi probabilmente, migliori. Ma io ora voglio lui e nessun altro. E probabilmente qualcuno si sarà preoccupato dei soldi mancanti.. eh, sì, colpa mia. Spero non me ne servano così tanti.  Chi mi ha accompagnato all' aeroporto? Un mio amico, tranquilli anche qui, è un bravo ragazzo.
Per tutta la vicenda, altre domande, affermazioni, chiarimenti, lamentele, prediche varie, chiamatemi. Anche per dirmi che mi volete bene.
 Los Angeles mi aspetta.
Let's go!
Vi voglio infinitamente bene,
Sarah. ” Poggio la penna sul tavolo e attacco la lettera alla porta d'entrata con un pezzetto di scotch.
Faccio un bel respiro, prendo lo zaino ed esco di casa.
Fuori non c'è ancora il sole. Sono a malapena le cinque e mezza di mattina.
L'aria e' fredda e c'e' totale silenzio. Un ultimo sguardo alla finestra della camera dei miei genitori.
Poi mi giro ed entro in macchina di Avan. Accende il motore e parte il CD dentro la radio.
Dopo cinque minuti si gira, mi guarda. Abbozzo un sorriso e poggio la testa al finestrino.
Socchiudo gli occhi, pronta a riflettere un po', quando inizia “Love And Sex And Magic” di Justin Timberlake. < MA CHE E' ?  > Grido.
Lui scoppia a ridere.
Dopo un tempo interminabile arriviamo a destinazione con un ora e mezza di anticipo. 
Diventa la mia ombra, mi consiglia e mi indica le parti dove andare: banco di accettazione per il check-in, monitor gigante per trovare il mio volo, bagaglio, carta d' imbarco, controlli di sicurezza eccetera eccetera. Si vede che non ho mai preso un areo prima, vero?
Union è piccola e a tratti noiosa, certo, ma io non mi sono mai mossa da lì. 
Al momento della partenza gli butto le braccia al collo. < Ehi. > fa lui.
< Grazie Avan, sei sempre un amico. > Non risponde. < Ti voglio bene. > 
Lo supero e faccio per salire a bordo. Poi la sua voce < Stai attenta, okay? > 
Lo guardo. I suoi occhi sono freddi, persi, e sulla bocca ha un tenero sorrisino nostalgico.
Proprio come se sta ricordando avvenimenti passati. < Certo. > 
Cerco il mio posto e mi siedo vicino al finestrino. 
Tiro fuori dallo zaino l'ipod, un quaderno e una penna. Metto le cuffie nelle orecchie e apro il quaderno, cominciando a scrivere.
“Sono in aereo, diretta a Los Angeles. Scrivo tutto ciò nell'eventualità che io non torni mai più a casa, eventualità più che possibile, non si sa mai quando puoi morire..”
Un brivido mi corre lungo la schiena. < Ma vaaa >  Chiudo il quaderno.

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Capitolo 29
*** Tutto è perfetto per un semplice motivo: NOI. ***


Sono a Los Angeles da qualche minuto e già mi pare di morire. Qualcosa però mi rassicura un pochino.
Vibra il cellulare, lo prendo dalla tasca dei Jeans. “ Casa ” Oh, finalmente.
Credevo non avrebbero mai chiamato. O che si erano disperati.
O che avevano preso il primo aereo,
O che avevano chiamato la polizia.
O che avevano già cominciato a procreare un altro figlio.
< Pronto? > Rispondo non sapendo cosa aspettarmi.
< Amore come stai? Tutto bene? Dove sei? E' tutto a posto? >
< Ciao mamma! Sto benissimo, sono appena arrivata. >  Mi siedo su una panchina, vicino al tabellone degli orari.
Sento un singhiozzo. < Mamma non piangere, sto bene! >
< E' che sono tanto fiera di te Sarah, sei cresciuta, sei grande ormai, e ti credo, tu non hai fatto niente, lo so, ti voglio tanto bene. >
< Anche io ti voglio bene mamma, tantissimo. >  Sento il vocione di papà gridare “ Passamela un attimo ".
< Ti passo papà. > Ecco, mi preparo psicologicamente alla ramanzina. Un po' di brusio.
< Allora, dimmi, hai bisogno di qualcosa? Bar, ristoranti, taxi? Dimmelo, sono qua davanti al computer, ti cerco ciò che vuoi, su su!! Dimmi > 
< E-Eh? No papà, ho tutto sotto controllo, tranquillo. >  Dico un po' sconvolta.
Per una volta che mi sono preparata, questo cerca di aiutarmi?
< Sicura? Io sto incollato al computer, se hai bisogno chiama okay? Anzi, fai uno squillo che poi ti richiamo io, okay? >
< Okaay papà. > Ci salutiamo e mettiamo giù.
Io mi guardo un attimo in giro. Poi decido di mandare un messaggio a Connor, per chiedergli l'indirizzo di Josh.
Grazie alle indicazioni riesco ad uscire dall' aeroporto. 
Poi ricevo la risposta. Prendo il cellulare dalla tasca e leggo l'indirizzo.
Salgo su un taxi a caso, ce ne sono miliardi qui. < Dove la porto? >
Pronuncio chiaro la destinazione. Lui annuisce, poi parte.
 Il viaggio sembra durare solo un istante. 
 Il taxi si ferma. < Siamo arrivati. >
< Mh? > 
< Siamo arrivati, è questa la destinazione. > 
< Cosa? Davvero? Sicuro? Non è che ha sbagliato? Controlli. > Sono agitatissima.
< Scenda signorina. > sospiro, pago e scendo. 
Lo osservo andarsene. Poi mi volto verso un edificio. E' un albergo immenso e sembra anche di lusso.
Mi avvicino alla porta ed entro. La reception e' davanti a me con un grosso signore dietro al bancone. 
Faccio qualche passo poggiando i gomiti sul bancone. < Salve. > 
< Salve. Desidera? >  Deglutisco.
<  Vorrei sapere il numero di stanza di Josh Hutcherson per favore. >  Mi guarda, sgranando gli occhi.
Poi scoppia a ridere spalancando le fauci e mostrando i denti bianchi < Non è una battuta. E' importante. >
< Senti, non farmi perdere tempo. Quella è l' uscita. >
< Mi dica almeno se è in stanza! > Alza gli occhi al cielo.
 Al' improvviso sento sfiorarmi la schiena con una mano e un calore fortissimo mi pervade. Mi volto. 
< T-Tu.. Cosa.. Che... Come.. Che ci fai qui? >
Cerco di riprendermi da quella visione paradisiaca e dimostrarmi decisa. < Potrei farti la stessa domanda. >
< Vieni con me. >  Mi guarda stranito. E' ovvio che non se l'aspettava.
Quella che mi ritrovo davanti è Jennifer Lawrence, in piedi e messa tutta in tiro davanti all' ascensore. E' ancora più bella e luminosa dal vivo.
Prima che io riesca a dire qualcosa mi afferra le mani e si avvicina paurosamente con il viso. < Sarah! Sei Sarah tu, vero? > 
Annuisco, allibita. < Sarah, oddio. Speravo un giorno di conoscerti, volevo chiederti scusa personalmente per quell' articolo pubblicato su OkMagazine sai sono stata io a proporlo a Josh avevamo bevuto un pò e non mi sono proprio resa conto della situazione, ti prego perdonami non l' ho fatto di proposito non so in realtà cosa mi sia passato per la testa. Non dovevate lasciarvi per colpa mia, nonono. Mi perdoni, eh? Allora? Mi perdoni? > 
Sento le sue dita irrigidirsi maggiormente intorno alle mie. E un pò mi viene da ridere. < S-Si, Jen, ti perdono. > 
< Grazie al cielo, okay, sono contenta adesso posso morire in pace, wow, yeah. >
Lancio un occhiata a Josh che è sconvolto forse più di me.  < Noi stavamo andando a pranzo. >
< Oh nonono Hutch lei è venuta qui per te non ti preoccupare stai qui con Sarah adesso. > piccola pausa. < Davvero. Rimani. Ci vediamo dopo. >
Gira sui tacchi e se ne va accompagnata probabilmente dal suo menager.
Lancio una veloce occhiata verso l'uomo ciccione della reception che mi guarda sbalordito. < Okaay. Andiamo in camera mia, vieni. > 
Mi prende la mano e poggia un piede sul primo scalino.
< Josh se devi andare io aspetto. > 
< Tranquilla, non era un impegno molto importante. > ne dubito, dato che indossa giacca e cravatta. Non commento. < Al massimo li raggiungo dopo. >
Saliamo le scale fino a raggiungere la sua stanza.
Apre la porta e la spinge verso l'interno, facendomi entrare.
Non credo di aver mai visto una stanza d' albergo così bella nemmeno nei telefilm.
Lui non dice niente e io nemmeno, mi guardo attorno affascinata ma allo stesso tempo contraria a tutto questo. Si piazza davanti a me. Sorride. < Siedi pure. >
Ubbidisco. < J-Josh sono venuta qui per chiarire la situazione. Poi chissa' quando ti rivedro'.. sei pieno di impegni e io.. lo capisco. >
< Lo immaginavo. >  Mette la testa fra le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
< Cosa provi per me? > Silenzio. < Voglio saperlo perchè.. insomma noi ci siamo lasciati. Quando ci siamo rivisti e' riscattato qualcosa. Quel qualcosa che esisteva tempo fa, prima che tu sparissi. Ed esiste tutt' ora. > 
< Mi sei mancata subito e ti ho desiderato fin dal primo sguardo. >
< Certo, hai provato a baciarmi. > dico imbarazzata.
< Non che tu mi abbia respinto. >
< E' solo che non voglio creare problemi. Insomma tu viaggi molto e poi c'e' Sayu. Non voglio che se la prenda, capisci? >
Si alza. < Hai sete? Hai fame? >
Non riuscirei mai a far scivolare qualcosa nella mia gola adesso. < Nono, sto bene. >
Altro attimo di silenzio. < Josh è una situazione.. complicata. >
Mi guarda ancora, poi abbassa lo sguardo. < Sayu non ce l'ha con te ma con me. Ma io che posso farci? Mi sei ripiaciuta subito. Mi sono venuti in mente i ricordi e non so che fare. E' vero noi potremmo vederci pochissimo. > Apro e richiude la bocca, piu' volte.
< Vorresti tornare con me? >
< Certo che lo vorrei. > Ci sorridiamo, dolcemente < Tu sei intelligente, bellissima, tu sei di qualcuno alla tua altezza. Mi piaceva tutto di te, mi piace tutto di te. Ed ogni volta che ti vedo finisco per non capire più niente. E' la prima volta che provo tutto questo, e' qualcosa di indescrivibile, semplicemente. >
Sento che il cuore potrebbe esplodere. Addio mondo crudele. < Sayu è importante. Ma come amica. Per me lei e' stata solo una cotta che e' svanita sempre più quando ti ho rivisto. Sei tu il mio tutto, non lei. E' importante, ma MAI quanto te. > 
Scoppio a piangere. Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro.
Lo amo, lo rivoglio. Dice cose troppo belle.
Si accuccia davanti a me, sospirando. < Non piangere piccola, ti prego. > 
< N-Non ce la faccio. Mi manchi troppo. > 
< Io sono qui. Sono qui ora. >  E finchè c'è, devo godermi questo momento.
Faccio un bel respiro e smetto di singhiozzare come una bambina. < Okay ho smesso. Continua. > Lo guardo negli occhi.
All' improvviso mi tira a se. Siamo a terra, io sdraiata sopra di lui. Mi prende la testa tra le mani e mi bacia.
Ancora e ancora, nessuno dei due ha intenzione di smettere. Sento la sua lingua cercare la mia come se non avesse bisogno d' altro.
Ossigeno. Le mani si spostano sui miei fianchi, mi sollevano la maglietta che indosso. 
In fondo, che c'importa di ciò che sarebbe successo dopo? L'importante non è essere qui, ora?
Sì, sicuramente, ma il pensiero di doverlo lasciare di lì a poco mi uccide.
Devo solo cercare di non pensare, facile no?
Senza interrompere il contatto, ci alziamo in piedi e con poca grazia mi fa sdraiare sul letto. Gattona su di me, impedendomi di chiudere le gambe.
Le mani scivolano una sopra l'altra, i baci si fanno morbidi e intensi, le carezze, i respiri, i sospriri, le parole sussurrate, gli sguardi.
E' tutto perfetto, per un semplice e chiaro motivo: NOI. Nudi.
Durante uno di quei baci il mio corpo diventa come l'acqua quieta di un lago sfiorata da un petalo di ciliegio. Sento provenire dal ventre una grande pace mentre un piacere sconosciuto mi pervade. < Che bel sorriso. > commenta lui.
< Shh. > Così ridendo lo abbraccio stretto carezzando i muscoli forti della sua schiena, deliziandomi ogni volta che lo sento muoversi, e gli cingo il bacino con le gambe per poter meglio accompagnare il suo movimento ritmico, ma anche per intrappolarlo dentro di me: è il mio amore, il mio tutto. 
Non posso mica lasciarmelo scappare.


Note:
Salve. Se siete ancora vive (haha) dopo aver immaginato la scena tra i due
leggete queste note.   So che Josh vive con la sua famiglia a Los Angeles.
Però ho preferito evitare di inserire questa cosa. Sai che brutta situazione vedere Jen che esce da casa Hutcherson? Nono, meglio l' albergo.
Si trasferirà in seguito, se continuate a seguirmi capirete. 
http://wpc.4d27.edgecastcdn.net/004D27/TVA/JoshHutchersonLateShowWithDavidLetterman/Josh+Hutcherson+Late+Show+With+David+Letterman+Tom+Lorenzo+1.jpg da notare la fighezza di quest' uomo. ( l' eleganza di Josh prima di uscire dall' albergo, ndr). 
Josh nella storia è tornato del colore naturale ai capelli, non è già più biondo.
Okay ora basta che mi tremano le mani. 
Recensite, recensite, recensite!
Xoxo

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Capitolo 30
*** I love you. ***


La melodia del cellulare di Josh mi sveglia. Apro gli occhi lentamente e mi volto verso di lui che intanto prende il telefono < Pronto? >
Risponde con quella vocina assonnata che mi fa tanto impazzire.
Osservo il suo petto nudo, e i piccoli movimenti che esso fa. E' a dir poco perfetto.
Mattina. Saranno a malapena le otto e mezza.
Ieri sera abbiamo deciso di rimanere in camera invece di raggiungere il ristorante.
Dopo qualche colpo di telefono, ci siamo sdraiati sul letto.
Diciamo che abbiamo chiarito anche se per me e sicuramente anche per lui non è la scelta che non ci fara' soffrire poi.
Non possiamo metterci insieme. Almeno non ora.
Siamo arrivati a questa conclusione, di controvoglia. Poi ci siamo messi sotto le coperte e abbiamo fatto l' amore.. ancora e ancora.
E' incredibile la voglia che abbiamo di noi, sopratutto dopo il distacco che c'e' stato. < Non lo so, mamma. > 
Mi guarda, e io lo guardo. Abbasso lentamente gli occhi, voltandomi poi di spalle. < Certo! > 
Si siede sul bordo del letto. < Va bene ciao mamma un bacio. > Posa il cellulare sul comodino e comincia a vestirsi.
Lo imito, a malincuore. < A che ora hai l' aereo? > Chiede senza voltarsi.
< Alle undici, credo.. Poi controllo. >  Non mi volto nemmeno io. < Che ore sono? >
< Manca un quarto alle nove. > Mi allaccio le scarpe, metto a posto la maglietta e controllo il cellulare.
Una chiamata da parte di mia madre che non ho sentito. Mentre l'altra e' da parte di Cassie.
 Le avrei richiamate entrambe dopo. 
Si alza. < Ti serve il bagno? >
< Vai prima tu, non ti preoccupare. > Abbozzo un sorrisino, e così fa anche lui.
Entra in bagno e chiude la porta, io mi avvicino alla mia borsa. L'apro e controllo il biglietto dell' aereo.
Sì, partenza alle undici.
Non c'è nessuna soluzione. Lui non può rinunciare a tutto per me, io non posso rimanere.
Quando ci saremo rivisti? Sento le lacrime avvicinarsi sempre di più.
Josh esce dal bagno. Si e' messo le scarpe e ha il cellulare in mano. 
Si blocca un attimo a guardarmi, poi mette il cellulare in tasca e mi si avvicina. < Tutto bene piccola? >  sussurra.
< Certo, benissimo, torno a Union senza di te, senza niente, non ti vedrò più per un tempo indeterminato e la mia vita sarà uno schifo, sì, benissimo. >
Rimetto il biglietto in borsa.
< Lo so che e' difficile.. lo e' per te quanto lo e' per me, Sarah. > 
Ci guardiamo. < Lo sai: appena ho un po' di tempo torno da te. > Mi sfiora una guancia con la mano.
Gli rivolgo lo sguardo più dolce che avessi mai fatto, prendo la borsa ed esco dalla stanza.
Scendo le scale mordendomi un labbro, non posso ricominciare a piangere.
Esco dall'hotel e dopo quasi cinque minuti mi raggiunge anche lui. La sua espressione e' visibilmente preoccupata, triste.
Prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso l' aeroporto.
< Scusa se ci ho messo un pò ma stavo avvisando il mio menager che mi sarei assentato per accompagnarti. > annuisco.
Mi tira a se mettendomi un braccio intorno alle spalle e mi bacia la tempia.
 
A momenti cominceranno a far salire le persone sull' aereo che dovrò prendere. 
Ormai sono rassegnata.
Seduta su una panchina guardo Josh che fa avanti e indietro.  Mi da sui nervi. < Puoi stare fermo, per favore? >
Lui mi guarda, poi si ferma, cominciando a muovere un paio di chiavi tra le mani.
Appena vedo la gente avvicinarsi mi alzo. Il mal di pancia comincia a farsi sentire.
Posso andarmene come se nulla fosse? Lasciarlo quì, senza me.
Tornare a Union, senza lui. Mi sfiora la mano con le dita, e me la stringe facendole incrociare.
Forse anche lui si chiede se e' la scelta giusta. No, per lui e' la scelta giusta. E' convinto, e' deciso.
Lo guardo, e si volta anche lui. < E' una promessa piccola. Tornerò da te il prima possibile, va bene? >
Ci giriamo, mettendoci uno di fronte all'altro. < Ho passato momenti stupendi con te. Anche ieri è stato stupendo. Tu ora devi tornare a casa tua ed essere felice. Fallo per me. >
Mi fa una carezza, dolcemente. < Devi essere felice. Ti prego. >
< Non ci riesco Hutch, non riesco ad essere felice senza te. >
< Ci devi provare, almeno quello. > Mi lascia la mano e improvvisamente e' come se ne fosse già andato. 
Abbasso lo sguardo e comincio ad incamminarmi verso l' entrata. 
Cerco di calmarmi, il cuore mi batte a mille. Faccio un lungo respiro e.. delle braccia mi tengono stretta a se da dietro. 
Poggia il mento sulla mia spalla destra. Io quasi ho un infarto. < Che cos.. Che succede? > 
Ha una faccia sconvolta. < Succede.. >
Cosa? < Succede che io.. >
Si ferma un momento. < Succede che io ti amo. > 
Ci guardano tutti. Sopratutto delle signore che riconoscendolo, iniziano a parlottare fra loro senza distogliere lo sguardo.
Altri sorridono, aspettavano la mia risposta. < Ti amo anche io, Josh. > 
Sorride. E l'unico pensiero che mi balsa in testa e'.. TORNERA'. 
Tornera dove ci siamo innamorati e saremo di nuovo insieme: io e lui. 

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Capitolo 31
*** Ain't no sunshine. ***


Metto le chiavi nella toppa e mi preparo a rendermi conto che sono davvero tornata a Union.
Apro la porta richiudendola poi alle mie spalle. Sembra non ci sia nessuno.
Appendo la borsa all'attaccapanni e mi guardo intorno. Alla fine, casa mia mi e' mancata.
Anche se e' stato solo per una notte. Non faccio in tempo a dire “Mamma sei a casa?” che questa salta fuori dal corridoio tutta eccitata.
< SARAAAH!!! SEI TORNATA SANA E SALVAAAA!!! > Grida abbracciandomi forte forte.
< Mamma mi spezzi in due così. >  Lei si stacca e prende a guardarmi con un sorrisone enorme.
< Allora? Com'è andata? Racconta! >  In realtà, visto che sono andata lì per chiarire la situazione e non ci possiamo fidanzare
a causa delle sue continue assenze non e' andata poi tanto bene. Però mi ha detto che mi ama. E questo cambia di gran lunga tutto il resto.
< Ci stai mettendo troppo, cos'è successo? > Richiede preoccupata.
< N-Nulla mamma, ti racconterò.. Ora vado a letto, domani ho scuola e sono stanca. > 
< Okay.. e non ceni? >
< Ho mangiato un panino con Avan prima di tornare a casa. >  Mi sorride e mi bacia sulla fronte.
Entro in camera ed apro la finestra. Il sole sta tramontando. Prendo il cellulare e gli scrivo un messaggio.
“Sono arrivata a casa. Posso chiamarti? ” Invio e mi stendo a letto. Aspetto una sua risposta.
Risponderà. Sono sicura che risponderà.
Ma non lo fa. Dopo circa un quarto d'ora osservo il cellulare, tristemente.
Prendo il comando dello stereo e lo accendo.


" Ain't no sunshine when she's gone
Wonder if she's gone to stay
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home
Anytime she goes away. " 

Nemmeno so che cosa avrei fatto, dato, detto, pagato, per averlo qui vicino a me.
I ricordi e la nostalgia di quei momenti, di quei giorni, non mi aiutano per niente.
Devo solo impegnarmi a mantenere la promessa. Devo essere felice.
Devo andare avanti ed aspettare. Aspettare lui. Aspettare che torna con il mio cuore in mano.
Aspettare che torna con la mia voglia di vivere, di svegliarmi la mattina, di parlare, di mangiare, di ascoltare, di respirare. Di sentire il mio cuore battere, ancora.
 Il giorno dopo mi alzo a fatica. Però lo faccio, e questo e' gia' un passo avanti.
Mi vesto con uno strano groppo in gola, che non se ne va più.
Non se ne va quando mi riaddormento quella sera, non se ne va quando mi risveglio la mattina successiva.
Non se ne va quando provo a bere un po' d'acqua, non se ne va più. Devo andare da uno psicologo?
Beh, non ci penso nemmeno. Semplicemente continuo ad andare avanti. Vado avanti, senza più fermarmi.
L'ho sentito solo una volta al telefono ma siamo rimasti meno di un minuto perche' doveva ricevere una chiamata importante.
Mi ha promesso che mi avrebbe richiamata. < Oggi andiamo in piscina? > Cassie.
< Si dai! > Brandy. 
< In piscina? > Io. 
< Sisi! > E così quel pomeriggio decidiamo di andare in piscina.
Mentre mi allaccio il pezzo di sopra del costume a due pezzi, sento il mio cellulare vibrare sulla scrivania.
Quasi mi ammazzo per prenderlo. < Pronto? > Rispondo.
< Ciao piccola mia. >  Attimo di silenzio. < Come stai? >
< Bene, la scuola mi ha sfinita già. Tu come stai? >
< Bene anche io, ma mi manchi tanto. Ci sentiremo ogni giorno vero? >
< Mi devi chiamare tu perche' io non so quando sei libero o meno. > 
< Beh quando non senti gridare il mio nome significa che posso. > lo sento sghignazzare. 
< L' ho sempre detto che il successo ti fa male. >  Ride ancora di più.  Mi butto sul letto, con il costume mezzo slacciato.
< Cos'hai in programma questo fine settimana?  Chiedo socchiudendo gli occhi e cercando di pensare il meno possibile.
La sua voce mi tranquillizza tantissimo. Rimaniamo a parlare per buoni quindici minuti.
< Ci sentiamo piccola, va bene? >
< Va bene. > 
< Ti amo davvero, capito? >
< Anche io. > Mettiamo giu'. La porta si spalanca e io ancora sono nel mondo dei sogni.
< SARAAAAHH TI SBRIGHII? Le tue amiche ti stanno aspettando. >
< S-Si, mamy. > 

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Capitolo 32
*** Incidenti casuali. ***


C'e' poca gente. La giornata e' perfetta.
Alle 04.00 pm regna il perfetto equilibrio tra brezza e sole. E io me ne sto lì con la mia T-Shirt megalarga e i miei jeans, con tanto di converse.
Faccio spallucce quando Brandy me lo fa notare e mi siedo sul primo sdraio vuoto che trovo.
Per terra e' un po' bagnato. Decido di stendermi. Cerco di mettermi comoda e di godermi al massimo quella “fantastica” giornata in piscina.
Chiudo gli occhi e comincio ad ascoltare bene ogni rumore.
< Noi andiamo in bagno e poi ci tuffiamo. Incomincia a spogliarti, Sarah. > 
< Seh. >  Si alzano dopo aver appoggiato le loro borse e si allontanano fino a scomparire dietro una porta verde acqua.
All'improvviso sento un tipo cacciare un urlo assurdo. Non faccio in tempo ad aprire gli occhi che un bicchiere d'acqua mi investe in pieno.
Fradicia. < No dico, sei scemo? > Sbraito.
Mi strofino gli occhi e poi li apro. < Wewe, scusa.Tanto ti saresti bagnata lo stesso. >
Lo guardo bene. Capelli rossi, rossi bordò, rossi tinti.
Occhi verdi, verdi smeraldo. Pelle non troppo scura, ma abbronzata. Asciugamano sulla spalla, costume nero.
Sembra un personaggio di un manga giapponese. < E se io non mi volevo fare il bagno? >
< E' un segno del destino, forse te lo devi fare. >
Si sente dall'accento che non e' di qui. 
Il tipo dietro di lui lo spintona via. < Dai Cross, muoviti, se ci mettiamo a parlare con ogni santa ragazza non la finiamo più. >
Si allontanano.  Io mi alzo abbastanza irritata. < ALMENO DAMMI UN ASCIUGAMANO! > Grido guardandolo.
L'amico del rosso si gira. < Perche', non ce l'hai? >
<  Si, ma lo voglio da lui. >
< Guarda, hai una fan! >
< Idiota. > "Cross" senza nemmeno voltarsi, prende l'asciugamano dalla spalla e me lo tira, facendomelo arrivare in testa.
< Succede ancora e me ne ritorno a casa. > Farfuglio tra me e me.
E proprio in questo momento mi arriva un vassoio dritto sulla nuca. Grido di dolore. Ce l'hanno con me? 
Almeno non ho fatto la fine del cameriere, che, scivolato sulla pozza cade in acqua, lanciando vassoio e bicchieri per aria.
Lo aiuto ad uscire dalla piscina. Le due amiche mi raggiungono, guardandomi sbalordite. < Io me ne vado a casa. >
< Non ci pensare nemmeno! > Cassie da una spinta e mi fa cadere in piscina, vestita.
Il cameriere che si stava sistemando gli occhiali, mi guarda aprendo e richiudendo la bocca con gli occhi sgranati.
< Non si entra in piscina con le scarpe! >
< Mi ha spinto! > ricambia il favore e mi aiuta porgendomi un braccio. 
Poi mi avvicino alla ragazza che si sta ammazzando dal ridere. Si ricompone subito. < Che vuoi? >
< Hai sete? >
< Perchè lo chiedi? >
< Bevi un pò di cloro. > E con una forza che non so da dove mi esce fuori la prendo per un braccio, la trascino e la butto in piscina.
La vita e' crudele a volte. GHGH.
 
La notte mi sveglio più di una volta. Fatto sta che mi sveglio alle 1O.OO. 
Domenica. Domenica senza scuola. Mi lavo, metto su una maglia vecchia e un pantalone di un pigiama ed entro in cucina per fare colazione.
Trovo mamma e papà seduti con dei fogli in mano. < Ma guardali. >
Mi avvicino. < Dormito male? >
< Sì, abbastanza.. Che c'è per colazione? >
< Nientee! > Gridano felici.
< Come niente? Sto morendo di fame. >
< Usciamo. > 
< Dove? Come? Fanculo. >
< Sarah! > Mi rimprovera mamma.
< Eh, non mi va di vestirmi per uscire. > Alzo le sopracciglia su e giu senza un apparente motivo.
< Non ci vuole nulla. > Su e giu con le sopracciglia.
< Non mi va. > Su e giu con le sopracciglia.
< La smettete? > Papà sorseggia il caffettino da bravo Sir.
< P-Perchè voi avete il caffè? > nessuna risposta. < Comunque, voi andate al bar e io me ne resto a casa a mangiare uno yogurt. >
< Avanti, vestiti che andiamo! >
< Ma.. > mi lancia un occhiataccia. < Pf, okay. > Rientro in camera mia.
Mentre sto per tuffarmi nell'armadio il mio cellulare incomincia a squillare. Sorrido soltanto all'idea di chi possa essere.
E infatti e' lui. < Piccola, buongiorno! > Grida appena rispondo.
< Non è giornata Hutch. >
< Perchè? >
< Vogliono costringermi ad andare a fare colazione fuori. >
< Wow, io la faccio tutti i giorni. > sghignazza dall' altra parte della cornetta. 
< Voglio rimanere a casaa >
< Piccola ma e' domenica! >
< Vabbèè ma se non ci sei tu che esco a faree? >
Mi manda un bacio. Aw < successo qualcosa ieri in piscina? >
< Mi hanno usato violenza due volte, e io ho usato violenza su Cassie. >
< Violenza? > Il suo tono diventa preoccupato all'improvviso.
< Mi hanno bagnata e mi hanno picchiata con un vassoio! >
< A me non importa di te, importa della tua amica! > Lo mando a quel paese. Lui ride ancora.
< Mi dispiace.. Ora però dimmi come sono andate veramente le cose. >
< Un tipo scivolando mi ha lanciato addosso un bicchiere d'acqua, e il cameriere scivolando sullo stesso punto mi ha tirato il vassoio in testa.
< Esilarante! Ma nessuno pulisce lì? Dico, se un tipo scivola si andrà a pulire dove è scivolato no? Non si lascia l'arma del delitto in bella vista. > 
< E' successo tutto insieme! Me ne volevo andare ma Cassie trattenendomi mi ha buttato in piscina. Appena sono uscita ce l'ho buttata io, tirandola. >
Ride ancora più forte. Penso al suo sorriso e mi si contrae lo stomaco < Dovevo esserci! >
Gia', dovevi. In un secondo le immagini nella mia mente cambiano: nudo. Mentre facciamo l' amore sul letto dell' albergo. 
Allontano subito questo pensiero, quasi di controvoglia scuotendo la testa. < Amooore, visto che volevo solo sapere se stavi bene, e tu stai bene, ti lascio che vado a pettinare la mia mucca portatile. >
< Quale mucca portatile? >
< Merito delle Hutchers. >
< Ma che stai farneticando? >
< Eh, mi hanno regalato una mucca ieri! >
< Non è equo! La voglio anche io una mucca portatile! >
< Ti regalero' un pupazzo con la faccia di Cassie che potrai affogare in piscina quando vuoi! >
< Sìì ti prego. >
< Ciao piccola. > Saluto e metto giu'. Mi siedo sul letto.
Poggio il cellulare sul comodino e prendo l'asciugamano del Rosso.
Bianco candido, morbido. Lo annuso. Ha un buon profumo il tipo.
< Sarah sei prontaa? >
< No mamma! > Meglio sbrigarmi, va.

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Capitolo 33
*** Torno a casa. ***


Jeans neri, camicia bianca, converse. Cellulare in tasca, spruzzatina di profumo, matita agli occhi e sono pronta.
Sono talmente immersa nella mia mente, che rischio di uccidere qualcuno aprendo la porta. < Ehi! > mamma.
< Oh, sei tu. Sono pronta. >
< Questo non ti da il diritto di cercare di uccidermi. >  Sorrido e usciamo di casa.
Papa' e' gia' in macchina. In poco tempo arriviamo al bar piu' frequentato da queste parti.
Apro la porta, non dando nemmeno uno sguardo ai presenti dirigendomi direttamente al bancone.
< Guarda chi c'è! > Dice una voce alle mie spalle. Istintivamente mi giro.
C'e' il rosso, con un paio di amici. Sono tutti seduti ad un tavolo quadrato, tranne lui che e' in piedi con una bottiglietta d'acqua in mano. < Ciao. >
< Sei riuscita ad asciugarti poi? > Ride uno di loro.
< Si. > Nel frattempo entrano anche mamma e papa' che mi raggiungono e si girano a guardarli.
< Finitela. > Sbotta il rosso.
Gli altri due lo guardano sbalordito. < Ma mica ti piace vero? > Dico, devono proprio urlare?
< Chi? Lei? > Mi indica con l'indice. < Ma sei matto? Dico solo che non è giusto ridere delle disgrazie altrui. > E scoppiano in una fragorosa risata.
Che gente. < Ehi voi! >
< No papà, zitto. >
< Ma- >
< No. > Sbuffa. I due amici del ragazzo rosso escono ancora ridacchiando sotto i baffi.
L'ultimo che e' rimasto indietro si avvicina facendo qualche passo. < Rivoglio l'asciugamano. >
< Okay. >
< Vieni al parco questo pomeriggio verso le quattro. >
< Okay. >
< Capito? >
< Okkeyyy. > Papa' mi guarda male. 
"Cross" abbandona il campo lasciandomi in balia dei miei che cominciano a tempestarmi di domande mentre io cerco di godermi la colazione.
< Vabbe' lasciamola stare, dai. Basta che fai attenzione. Non mi piacciono quei tipi.. sopratutto quel ragazzone tinto. E' figo ma tinto. >
< Mamma! Non ho intenzione di fare nulla con quel tipo. Solo restuirgli l'asciugamano. >
Le si illuminano gli occhi. < Tanto tu hai Josh! > Sgrano i miei che si inumidiscono in poco tempo, diventando lucidi.
Immagino lui davanti a me per qualche secondo. Quello sguardo così profondo. Così bello. 
Quel corpo così perfetto. Quella pelle così liscia ed elastica.
< Sarah? >
< Sto bene. >
< Sicura? > Do un ultimo morso al tost e mi pulisco con il fazzoletto a disposizione.
Troppi pensieri, ho di tutto in testa. L' ho sentito solo questa mattina. 
Eppure ho mal di pancia. Strana l'anatomia umana. 
Ad un certo punto papà si alza e va in bagno. Lo noto a malapena. Ma appena e' abbastanza lontano, mamma ricomincia a chiedermi se va tutto bene.
< Ti ho detto di si. > Un attimo di pausa. < Mi viene da piangere. >
< Ma allora non va tutto bene. > Non rispondo. < Forse e' meglio che parlo con papa' di questa storia. >
< Perchè? >
< Ma ti vedi? Ecco perchè! Quel ragazzo e' troppo preso dal suo successo. Non lo vedi mai. > Faccio una strana espressione, poi mi passo una mano fra i capelli.
< Ti ho detto che io sto benissimo. Ritornerà, mica rimane in giro a per sempre e non mettera' piu' piede qui, eh.. ha la sua famiglia. >
< Non è vero, ti sta facendo soffrire troppo e.. >
La interrompo. < Non capisci niente. > Mi alzo ed esco dal bar. Soffoco la voglia di scappare via da lui e mi siedo per terra.
Torniamo a casa verso le 11.30, e siamo costretti a rimanere qui, visto che comincia a piovere.
Decido di non andare neanche all'appuntamento con il rosso, sicura che non l'avrei trovato.
Cercano in tutti i modi di tirarmi su di morale, ma sono diventata ancora più apatica di prima.
Nulla mi fara' sorridere. O forse qualcosa sì.
 
 Dalla parte di Josh -
Il mio Iphone prende a suonare. Infastidito lo prendo e rispondo. < Pronto? >
Silenzio. Aspetto qualche secondo, prima di ripeterlo. Niente.
Riattacco.  Controllo l'orario. Sono le otto del mattino e come tutti i giorni mi ritrovo in albergo. 
Con me c'e' anche una cara amica di Los Angeles.  Appoggio il cellulare sul comodino e riaffondo la testa nel cuscino cercando di riaddormentarmi.
Fra due ore ho una bella intervista da fare. Chiudo gli occhi e mi metto comodo. 
Il cellulare ricomincia a squillare. Guardo lo schermo, cercando di mettere a fuoco il numero.
Ovviamente non lo conosco. < Pronto? > Silenzio. < PRONTO? > Alzo la voce.
Mi passo una mano fra i capelli mentre sento delle risatine dall'altra parte del telefono.
Ci vuole pazienza, io quel poco che avevo l' ho persa. < Chi sei? >
Faccio un bel respiro. < T-Tu sei Josh Hutcherson ? >
< Si, te? > Silenzio. Sbuffo. < Sono le otto del mattino, va bene? Mi hai chiamato, non dovevi, ma ormai sei al telefono. Almeno parla maledizione. Che gusto c' è fare così? Non capisco. > 
Riattacco e spengo il cellulare, buttandolo ai piedi del letto.
Dopo pochi secondi qualcuno bussa alla porta. Mi alzo e marciando vado ad aprire. Lei, tutta allegra e pimpante mi lascia un bacio sulla guancia. 
< Buongiorno Hutch! >
< Ciao. > Dico scazzato.
Apre e richiude la bocca, un po' sconvolta. < Che hai, tesoro?>
< Mi sono stancato di tutto, sai? >
< C-che? >
< Mi sono stufato. Voglio tornare dalla mia famiglia. >
< So che sei matto ma non pensavo così tanto. > Mi sorpassa e si siede sul letto. < Dopo tutti i sacrifici, gli sforzi, le energie perdute vuoi mollare tutto? >
Mi avvicino a lei, sedendomi poi accanto. < Non voglio mollare tutto, no.  Voglio prendermi una pausa. >
Mi interrompe. < Le tue date, i tuoi impegni? >
< Ho bisogno di vedere la mia famiglia. E.. lei. >
< Sarah? >
< Si, lei. Voglio riabbracciarla, sentirla accanto a me. Se non me la posso portare in giro voglio almeno passare un po' di tempo con lei. La amo, è la prima volta che provo tutto questo e... davvero, ne sento il bisogno. >
Mi guarda, ancora piu' sconvolta. Alzo un sopracciglio. < Che c' è? >
< Non mi sembra sia giusto, Hutch. Capisco i tuoi sentimenti ma penso che ci deve essere prima il dovere e poi il piacere. >
< Questa cosa non finira' mai. Alle mie date se ne aggiungeranno altre e io non avro' mai tempo a sufficienza. Cercano già di ingaggiarmi per un altro film. >
< Magari l'avessi avuta io la tua fortuna. >
< E invece non ce l'hai. > Si gira verso di me e mi guarda. I suoi occhi si inumidiscono subito.
Tempo fa ballava, sognava un futuro da professionista ma a causa di un danno al tallone ha dovuto smettere sotto ordine del dottore. Che stupido. 
Cerco di abbracciarla ma lei mi scansa velocemente. Si alza. < Scusa, mi dispiace. >
Si nasconde il viso fra le mani. < Davvero. > ultimamente sembra che siano le uniche parole del mio dizionario. " I'm sorry". 
< Torna a dormire, Josh. Io ho bisogno di stare da sola. >
< Rimani qui con me, ti prego. >
< Scusami. > Esce dalla stanza. Mi infilo una maglia e un paio di pantaloni a caso e scendo di sotto. Devo trovare il mio menager. 

< I tuoi impegni per una settimana sono state annullati. >
< Si, me l' hai ripetuto mille volte. >
< Lunedì devi essere su quell' aereo, ricordatelo. >
< Certo. >
< E ricordati che.. >
Completo la sua frase alzando gli occhi al cielo < Devo chiamarti se ci sono problemi. Lo so. >
Mi sorride. Ci guardiamo un momento.
Poi mi posiziono davanti alla mia amica che tiene le braccia conserte e uno sguardo imbronciato. < Mi perdoni? Lo sai che mi dispiace, ero nervoso. >
< Tranquillo, è passato. > 
Non sembra, ma non commento. Mi sorride. Poi scioglie gli arti e mi fa una carezza sulla guancia. 
La stringo forte in un abbraccio. < Devi chiamare anche me, lo sai vero? > mi sussurra nell' orecchio destro. 
< Lo so. Ti voglio bene. >
< Ciao tesoro. > Salgo in macchina e parto. Finalmente torno a casa.

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Capitolo 34
*** Questo è amore vero. ***


Sono con Connor e Cassie in giro per le vie del centro da cinque minuti. Faccio una battuta cretina sul primo, mi tira un pugnetto sulla spalla e scoppiamo a ridere.
< Ah Sarah! Devo dirti una cosa importantissimissimissimissimissima. > Attimo di silenzio. < Sono serio! >
< Beh, dimmi. > afferra il mio braccio e mi tira da una parte. Poi si accuccia per sussurrare nell' orecchio. 
< Sarah, devo dirti una cosa, ora. >
< Avanti! >
Fa un bel respiro. E' qualcosa di importante. Che e' successo?
< Sarah.. Josh sta tornando. >
Eh? Cosa? Chi? Quando? Perchè? Sento la testa scoppiare. < T-tornando? > Dico con voce debole.
< Sì, stasera dovrebbe essere a casa. >
< E p-perchè? Io sapevo che aveva molti impegni. >
Sul suo viso compare un leggero sorriso. < Per rivedere la sua famiglia. E per te. Se non ha detto niente significa che vuole farti una sorpresa.
Pero' io ho preferito dirtelo così stasera se ti chiama non prendi impegni. >
< Wooo >
< What? >
< Che bello! Non vedo l'ora di riabbracciarlo! >
< Si, risparmiami le tue moine. >
Mi sento picchettare sulla spalla. Mi giro. Cassie mi guarda male, fa quasi paura. < Oddio. >
< Che e' successo? Parla o.. >
La interrompo. < JOSH TORNA A UNION! > Una coppia si gira a guardarmi.
Il fratello mi mette una mano sulla bocca. < Shh. > Lo spingo via e prendo a ridere come una matta. 
 
Fisso il telefono con tanta insistenza che mi fanno male gli occhi. Che faccio? Lo chiamo? 
Mi gratto la testa. Okay lo chiamo.  Prendo il telefono e digito il numero.
Faccio un paio di squilli in cui riesco solo a pensare “ Rispondi, rispondi, rispondi.. “. < Pronto? >
Mi si blocca il respiro. Che bella voce. Che bellissima voce.
Sbatto giu il telefono. Cosa diavolo ho fatto?  Beh, semplice. Ho chiamato Hutch sul cellulare e poi ho chiuso.
Cosa ancora più oscena, non ho nemmeno messo il numero privato. Che figura.
E infatti, ecco che prende a squillare subito dopo. 
Okay, calmi. Faccio un bel respiro. < Non so che dire. > La mia voce parte quasi senza accorgermene.
Lo sento ridere. Dolcissimo. < Pretendevi di farmi uno scherzo? >
< N-No! Io.. E'.. La linea! E' caduta! > Lo sento ridere di nuovo.
< ..Beh, lo sai vero? > Chiede insicuro.
< Ossì. >
< Lo sapevo che Connor non si faceva gli affari suoi. >
< Oggi ci sono uscita insieme. >
< Ah si? > 
< E' un amico. Intelligente, sensibile e sopratutto tuo fratello. Come si fa a non volergli bene? > 
< Dice anche che sei bellissima. Stronzo. >
< Che dolce, dovrò ringraziarlo. >
< Ma di che cosa stiamo parlando? >
< Di tuo fratello. > attimo di silenzio.  Mi siedo sul divano, con il cellulare stretto in mano.
La casa e' silenziosissima. I miei genitori sono da un loro amico, io sono da poco tornata dall'uscita con Cassie e Connor. 
Non riesco ad avere pensieri nitidi. Solo sentire la sua voce e' così.. perfetto. Così bello. < Allora sei felice? >
< Sì, tantissimo! >
< Vieni da me stasera? >
< Posso? >
< Cosa c' è che non va in te? Altrimenti non te l' avrei nemmeno chiesto. >
Sono io a ridere questa volta. Lui continua < Alle otto sono lì. Ci vediamo dopo, ciao piccola. >
Metto giu' e lancio una veloce occhiata al display del telefono. Sono quasi le sette. Finalmente una splendida notizia.
 Alle otto meno dieci incomincio ad incamminarmi verso casa sua. I miei non sono ancora tornati e a me tocca andare a piedi. Quindi: scarpe comode, niente tacchi. 
C'e' un leggero vento fresco che mi sbatte sul viso, muovendomi i capelli.
Giro l'angolo e la vedo in lontananza illuminata dalle luci accese. Accellero il passo fino a raggiungerla.
Mi fermo e rimango immobile, fissando il punto dov' è la porta. 
Poi noto un ragazzo seduto sul muretto li vicino, testa bassa e gambe ciondolanti. Non si accorge subito di me.
Attraverso la strada quasi correndo. E' il ragazzo con i capelli rossi. Deglutisco e mi avvicino al vialetto, cercando di evitare di attirare la sua attenzione.
La sua voce mi fa gelare il sangue < E' vero allora. >
Mi volto. < Cosa? >
< E' vero che stai con questo tizio. > Fa un saltello e scende dal muretto, sbattendo le mani una con l'altra per pulirle. < Non pensavo che ti riducessi così male, sai? >
< Ma-Ma cosa vuoi da me? Prima mi insulti e poi.. > Mi interrompo perchè avvicina pericolosamente il suo viso al mio.
Divento leggermente rossa per poi fare un passo indietro. < Posso darti un consiglio? Lascialo stare. >
< Hai già detto abbastanza. > Lo sorpasso.  Ma lui mi blocca in tempo per il braccio. 
< Quanto pensi che durerà? Lui e' un attore molto famoso. Tu cosa sei per lui? >
Lo guardo. E' davvero bello, ma prepotente e presuntuoso. Chi si crede di essere per dirmi queste cose?
< Tu non lo conosci. E poi lasciami il braccio! >
< Altrimenti che fai, chiami il tuo tesorino? > Incomincio ad avere paura. Sto per gridare, ma lui mi tira a se bloccandomi il respiro. < Rispondi alla mia domanda. >
< Lasciami. Devo andare da lui.. ORA! >
< Ascolta! >
< No, ascolta tu. Non lo conosci, non lo devi giudicare. Non sai nulla di me, io non so niente di te. Chi ti credi di essere, ragazzino? >
< Che stai facendo? > Ci voltiamo entrambi. Il ragazzo coi capelli rossi mi molla velocemente il braccio e mi allontana da lui con una spinta. Josh.. 
Poi fa un sorriso beffardo. < E' arrivata la star. >
L' attore attraversa il vialetto e lo guarda serio. < Ma che vuoi da me? Da lei? >
< Volevo solo farle una domanda. Ma visto che ci sei tu qui ora, la faccio a te. >
Hutch mi prende per un braccio e mi tira a se, abbracciandomi da dietro. Mi sussurra un "tutto bene?" Annuisco.
Poi ritorna a guardare il rosso. < Dunque? >
< Volevo chiederti quanto tempo durera' questa bella storia. Cos'e', non c' è nessuna fan disposta a dartela? >
Sgrano gli occhi. Josh lo guarda in silenzio, stringendomi forte al petto. 
< Parliamoci chiaro, Hutcherson. Tu sei sempre in giro e probabilmente l' hai già tradita. Sinceramente, ho visto delle ragazze migliori parlare bene di te. >
< Non sono affari che ti riguardano. E poi non hai nessun diritto di dire questo davanti a lei. Chiaro? Adesso allontanati da casa mia o chiamo la polizia. >
Il rosso emette un verso tipo “sgrunf” e si allontana. Josh lo guarda incazzato. Mi volto verso di lui e rimango a guardarlo, senza fiato. Come mi e' mancato.
Lui.. Lui e'..
E' a dir poco.. Socchiudo gli occhi. Non ce la faccio, non riesco a ragionare con lui davanti.
< Scus.. Che fai? >
< Tengo gli occhi chiusi. >
< E perchè? >
< Perchè tu sei.. > Scandisco bene le parole.
< Vai dentro. > Mi interrompe, apposta.
< Sei.. >
< Zitta, vai dentro! > Sa cosa gli sto per dire. Eppure non lo vuole sentire. Probabilmente e' stufo di sentire sempre le stesse cose.
Ma cavolo, e' così. La porta di casa si apre ed esce Connor, seguito da suo padre. < Che sta succedendo? >
Hutch guarda il padre, poi di nuovo la parte dove si e' diretto il rosso. Abbasso lo sguardo. Mi sento ferita, umiliata. Da quel tizio che manco conosco.
Il padre mi sorride, ancora un po' stranito. Quando entriamo, la mamma sbuca dalla cucina, sorridendomi dolcemente.
Ricambio in modo malinconico. < Ma chi era fuori? Ho sentito una voce. >
< Niente. Soliti invidiosi. > Si avvicina a me e mi prende per mano. < Vieni, andiamo in camera mia. >
< La cena è pronta Joshua. >
< Arriviamo subito. > Le rivolge un debole sorriso. Lo seguo, in silenzio.
Si chiude la porta alle spalle e mi guarda. Siamo uno di fronte all'altro. < Chi era quello? >
< Non lo so.. in questi giorni lo incontro ovunque. >
< Ma che vuole da te? Da NOI? > Marca l'ultima parola.
< Non lo so! >
Mi fa una carezza. < Non hai dato retta alle sue parole, Sarah. Vero? >
< N-No. >
< Non sei molto convinta. > Lo guardo negli occhi. Quei suoi occhi scuri che a volte possono farti sciogliere per la loro intensita'.
< Ti giuro. > Mi sorride e mi stringe a se dandomi un bacio sul collo.
< Adesso andiamo a mangiare. Sono affamato. > Annuisco, prendendogli la mano. E se il rosso avesse ragione? 
 Dopo cena, neanche facciamo in tempo ad entrare in camera che mi salta addosso, infilando le mani sotto la maglietta.
Incominciamo a baciarci, mentre gli passo le mani fra i capelli. Ci buttiamo sul letto malamente. 
Mi tira su di lui, giocando con l'allacciatura del mio reggiseno. Le nostre lingue si cercano, i nostri respiri aumentano di intensita'.
Rimaniamo così per oltre dieci minuti finche' ci stacchiamo senza fiato.  Riapro lentamente gli occhi e lo guardo.
E' stupendo. E' divino, fenomenale, insostituibile. E' Josh Hutcherson. 
Lui mi sta guardando. < J-Josh. >
< Cosa? >
< No, niente. >
< Come niente? > Deglutisco mentre i nostri nasi si sfiorano.
Incomincia a muovere le mani sulla mia schiena, lentamente provocandomi brividi violenti. L'orlo della maglietta e' alzato fino al petto, lasciandomi fin li nuda.
< Niente davvero. > Infilo il mento tra l' incavo che c' è tra l' orecchio e la sua spalla. 
Alza una mano e con estrema dolcezza mi sposta la frangia. Mi accarezza i capelli. < Avanti. >
Cosa devo dirgli? Non lo so proprio.
Le mie paure? Parlargli della mia sofferenza? No, non mi sembra giusto. Respiro forte il suo profumo che mi manda in confusione. < Ho paura di perderti. >
Un attimo di silenzio. < Cioè.. ho paura che questo non durera'. >
Mi risposta la frangia e mi alza con la mano il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi. Sono scuri, profondi, espressivi.
< Qualsiasi ragazza guardero', con cui parlero', che magari mi attirera' fisicamente.. non sara' mai nulla in confronto a quello che provo per te. Hai capito? >
Faccio un debole sorriso. Ma quanto sa essere dolce? < Ho gia' detto quello che provo per te quando sei venuta da me. >
< Si. >
< E allora? Di cosa hai paura? > Mi bacia a stampo.
< Vabbe'  ma io che ne so di quello fai tu quando sei via. >
< Pensi che io sia uno che si scopa ogni ragazza gli capiti a tiro? >
< Ci mancherebbe. >
< Che gelosona abbiamo qui. >
< Che ne so che tu una sera ti ubriachi, incontri una e te la porti in albergo? >
Mi appoggio sui gomiti per poterlo guardare negli occhi per bene. Ma appena mi lancia un occhiataccia, abbasso la testa.
Lui pero', pronto me la rialza. < Non farò di nuovo lo stesso errore. >
Allude a quando io l' ho lasciato. Faccio una smorfia.  Ci baciamo a stampo, piu' volte.
Infila nuovamente la mano sotto la mia maglia ma quando sta per arrivare al gancio del reggiseno lo blocco. < Che c'e'? >
< E Sayu? >
< Hai interrotto la mia opera d' arte per chiedermi di Sayu? > chiede incredulo. 
< Dimmelo. >
< Rimane mia amica o smamma. >
< Non l'avra' mica presa bene. >
< Certo che no. M 'ha pure tirato uno schiaffo. > sgrano gli occhi. Lui sorride < Me lo sono meritato. Susu > malizioso < Ora lasciati coccolare un pò. >
< Con quella faccia immagino che tipo di coccole siano. > Alza le sopracciglia, allargando di piu' il sorriso.
< Smettila di fare quella faccia. Mi fai paura! > Scoppiamo a ridere. Mi toglie la maglietta e mi slaccia il reggiseno in una velocita' supersonica.
< Sei pratico eh. >
< Ovvio. > Mi bacia il collo, passando la linngua su di esso e mordendolo piano. Poi mi guarda negli occhi.
Sfilata la sua maglietta, mi stacco e sorrido maliziosa. < Hai messo la pancietta eh, Hutch. >
< Cos'hai contro la mia pancia? >
< Prima eri piu' magro. > 
Il bottone dei miei jeans emette un "tic" seguito subito dal rumore della cerniera che va giu'. < Conosco un ottimo sistema per bruciare velocemente calorie. >
Ridiamo ancora. E finalmente ci lasciamo andare. Cado in un vortice di passione che solo lui sa darmi.
L'unica cosa che penso quando diventiamo una cosa sola e' che lo amo. E che non avrei mai potuto desiderare di meglio.
Anche con la pancia.

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Capitolo 35
*** Si può essere più felici adesso? ***


Dalla parte di Josh - 
Mi sveglio nel cuore della notte. Sento la mano sinistra addormentata.
Incomincio a muoverla velocemente, ancora con gli occhi chiusi. In un secondo momento li apro.
Un respiro regolare accanto a me. Ovvio, Sarah ha dormito qui.
Mi metto sdraiato di schiena, poi mi alzo sui gomiti e allungando la mano accendo la lucetta sul mio comodino.
Sta dormendo beatamente tutta appallottolata su un lato. Le ginocchia sono vicino al petto e le mani chiuse a pugni vicino al viso.
Sembra una bambina. Mi viene da sorridere a vederla così tranquilla e nuda. Si, perche' e' nuda.
Un brivido mi percorre la schiena al pensiero di ciò che è successo poche ore prima. 
La frangia le copre gli occhi e i suoi capelli lunghi cadono morbidi sulle lenzuola.
Mi sdraio su un lato sempre appoggiato sul gomito destro e comincio ad accarezzarle il volto e la spalla con l'altra mano.
Ha la pelle liscia, profumata. Mi vien voglia di stringerla forte a me. Ma non lo faccio per evitare di svegliarla.
Rimango così per altri cinque minuti. Un idea.
Seduto, infilo i boxer neri accasciati a terra. Mi alzo e prendo l' iphone poggiato sulla scrivania. 
Sarah nel frattempo ha cambiato posizione. Voltato di nuovo verso essa la vedo: sdraiata di schiena, testa voltata da un lato, una mano vicino al viso e l'altra sulla pancia.
Mi ritrovo a sorridere come un deficente, mentre faccio qualche passo verso di essa.
La luce sul comodino le illumina bene il viso.
Rimosso il suono dello scatto, con un lentezza estrema muovo le lenzuola coprendo le sue parti intime. 
Faccio tre foto: Una in primo piano, l'altra dal petto in su e l'ultima presa da lontano compreso di letto.
Mi siedo e le riguardo piu' di una volta. Sembra una bambola di porcellana.
Anche se l'espressione che ha in viso e' un po' buffa. Guardo nuovamente lei e mi sdraio, allungando la mano per spegnere la luce.
Avvicino il mio viso alla mano che tiene vicino al nasino, le bacio la fronte e giro la testa verso il soffitto.
Dopo quasi dieci minuti riesco ad addormentarmi, sereno. 


Sarah - 
Apro gli occhi, sbattendoli piu' volte. Una luce fioca proviene dalla finestra.
Saranno a malapena le sette del mattino. Quando mi accorgo di essere completamente nuda mi alzo velocemente e indosso gli indumenti a terra. 
Poi mi giro verso Josh che dorme beatamente sdraiato di pancia. La faccia spalmata sul cuscino, labbra appena curvate. 
Sorrido a quella visione. Rimango a fissarlo per almeno un minuto quando noto che i suoi occhi si aprono piano. < Ehi. > sussurro. 
< 'Giorno. > La sua voce assonnata mi fa impazzire. Come tutto il resto, d'altronde. < Gia' sveglia? >
< Si. Senza una ragione. > Si tira su, poggiando la testa e le spalle al muro.
< Cavolo pero'.. ti preferivo nuda. >
< Pervertito. > Salgo di nuovo sul letto e gattono su di lui per poterlo poi guardare negli occhi < Tu come mai già sveglio? >
< Sinceramente: non sei molto silenziosa mentre ti muovi. >
Lo guardo imbarazzata e gli stampo un bacio leggero sulle labbra. 
Il suo profumo mi travolge completamente. < Comunque stanotte è stato.. >
< Mh? >
< Incredibile. Credo che tu mi abbia messo incinta. >
Scoppia a ridere. < Non ci scherzare sai! >  Dopo qualche secondo, rido anche io.
All'improvviso prende a guardarmi, sorridendo. < Sarà maschio o femmina? >
< Smettila Sarah. >
< Di sicuro sarà bello come il padre. > Rido ancora. Le sue gote prendono colore. Teneroo <  Ma come, ti inbarazzi? Prima fai il pervertito e poi il timido? >
< Nessun imbarazzo. Posso rincominciare quando vuoi. >
< Così ucciderai il bimbo. > Incominciamo a ridere come due cretini. Mi sdraio su di lui mentre prende ad accarezzarmi la schiena.
< Ti ho fatto qualche foto stanotte. >
< WHAT? > si morde il labbro inferiore. < Fa vedere, subito! > 
Sorride e allunga la mano sotto il cuscino, tirando fuori il suo telefono. Me lo porge. 
Sono davvero carine. Poi guardo la mia espressione e cambio subito idea. Come cavolo dormo? < Aiuto. >
< Una principessa. >
< Seh. Ho una faccia. >
< Bellissima, non credi? > Lo bacio per ringraziarlo.
< Cosa devi farci? >
< Le terrò con me e le guarderò ogni volta che voglio. > Mi abbraccia forte.
< Josh? >
< Cosa? >
< Sai che ti amo, vero? > Mi bacia la tempia.
< E Josh? >
< Mh? >
< Mi accompagni a scuola in moto? >
< Va bene. > le sue labbra sfiorano le mie.  < Ora baciami, ti prego. > Lo guardo negli occhi. Qualche secondo di gioco di sguardi. Poi ci lasciamo andare, felici.

E' la prima volta che vado in moto con lui. Ho sempre avuto paura, ho sempre rifiutato per mancanza di fiducia.
Tira un lungo sospiro quando finalmente mette in moto < Allora sei pronta? >
< I-Io credo di si. > per la centesima volta mi sistemo il casco sulla testa. Lui sogghigna. < Parti. > 
< Reggiti eh. >
< Non correre. > le ultime parole famose. Anche se la distanza è minima, quasi non respiro dall' agitazione.
Non credo di essermi mai aggrappata così forte al corpo di qualcuno. < Aiuto così non respiro piccola. > non allento comunque la presa.
Appena arriviamo a scuola parcheggia, sistema i caschi e mi prende per mano. < Corri corri corriii > come si fa con le bambine. 
Incominciamo a correre verso l'entrata quasi ammazzandoci quando inciampiamo entrambi al primo scalino. Saliamo gli altri rimamenti, piegati in due dalle risate.
La bidella, appena lo vede fa un salto all'indietro. < Joshuaaa >
< Anniee ! >  E' una signora grossa, capelli rossi tinti, accento locale marcato e un visone tondo dolce dolce. Ha gli occhi verde speranza. Stupendi.
Lui si gira verso di me, prende il mio viso fra le mani e mi bacia sulle labbra. Quella rimane un po' stordita da quel gesto. < Mi trovi qui all' ora di pranzo. >
< Davvero? >
< Mi farò coccolare un pò, nel frattempo. > La donna sospira quasi sciogliendosi.
Rimaniamo un attimo a fissarci negli occhi. Mi dedica un meraviglioso sorriso che quasi fa sciogliere anche me. < Adesso vaii >
Lo bacio nuovamente a stampo e corro per le scale raggiungendo in pochissimo tempo la classe di storia.
Appena mi siedo Cassie viene verso di me con un aria preoccupata. 
Io nascondo il viso fra le mani. < Sarah? Che è successo? > Non le rispondo. < Oh? >
Sorrido, mandandomi la frangetta dietro l'orecchio. < Oohh? > piccola pausa. < E' quello che penso io? >
< Cioè? >
< Sei innamorata vero? >
< Davvero? Non lo avrei mai detto. >
< Chi dove come quando? > Mi avvicino al suo orecchio. Lei si sporge verso di me, con un espressione stupida sul viso.
< E' qui, dentro questa scuola. > 
< OMMIODDIO NON CI POSSO CREDERE E' TORNATO PER TE! CAVOLO SARAH E' UNA PERSONA STUPENDA MA COMEDIAVOLOFAIARESISTERE? >
< Shhh. > non posso fare a meno di ridere. La adoro. < Beh, auguri! >
< Hahaha, thanks. >



Note:
Ahhh girls. Vi ho postato tre capitoli oggi (ho così tanta ispirazione che la testa esplode haha troppe idee) 
di cui due sono estremamente lunghi. 
Fatemi un favore piccino picciò, ditemi se vi piacciono e volete che continui. Cosa ne pensate?
Susususu!

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Capitolo 36
*** Incomprensioni. ***


All' ora di prano mi ritrovo a cercarlo in giro per la scuola. Chiedo ad Annie: dice che si è allontanato fra la seconda e la terza ora.
Esco in cortile e decido di mandargli un sms. "Dove sei? "
Rimetto il cellulare in tasca e continuo a guardarmi intorno.
Faccio alcuni passi e giro l'angolo, andando quasi a sbattere contro una ragazza.
Faccio un passo indietro, mortificata. < Scusami. >
Arriva un messaggio, poi qualcuno si piazza davanti a me, facendomi ombra.
Alzo lo sguardo e sorrido, vedendolo in tutto il suo splendore. < Dov'eri? >
< Ero al bar a fare due chiacchiere. > Si sporge verso di me e bacia le mie labbra, dolcemente.
Rimaniamo circa un minuto così mentre sento tutti gli occhi delle persone addosso. Okay, forse basta cosi. 
Mando la testa indietro e ci sorridiamo. Cominciamo a camminare. 
< Joosh! > Ci giriamo contemporaneamente. No, non puo' essere lei. 
Corre verso di noi. Ha una camicetta scollata, jeans attillati e converse rosse.
Il ragazzo mi molla la mano, facendomi sentire per qualche istante sola e tradita. < Ciao Zoe. >
Non mi guarda nemmeno quando ci raggiunge o almeno ha fatto in modo che io non lo notassi.
Gli stampa un bacio sulla guancia, superandomi e piazzandosi davanti a lui < Allora è vero che sei tornato. >
< Eccomi qua. >
< Ne parlano tutti qui a scuola. Tu sei il nostro vip! >
Attimo di silenzio. < Tu perchè non sei al college? >
< Mi hanno bocciata. >
< Complimenti! >
< Graaazie! > Si sorridono. Quand'e' che questi due hanno fatto pace? Sveglia è lei che ci ha fatti lasciare! 
< Mi raccomando studia quest'anno altrimenti non ci esci piu' da qua dentro. >
Si parlano come se non fosse successo niente. Mi e' sfuggito qualcosa, forse? 
Oppure semplicemente e' passato tanto tempo e Josh ha deciso di non pensare piu' a quella storia?
< Ho visto il trailer del film su youtube. Non vedo l' ora di vederlo! >
< Si anche io! >
< Ma ti sei messo con la Lawrence alla fine? >
Qualcosa mi scoppia dentro, come un chicco enorme di popcorn, tanto che lo stomaco incomincia a farmi male.
Prendo quasi con prepotenza la mano di lui e la stringo forte in modo da farglielo notare. Incrocio le dita con le sue. < No, sta con me. >
Zoe mi guarda. Sembra tranquilla rispetto alle ultime volte. Troppo tranquilla. < Ah, capisco. >
Dice semplicemente. Ritorna con lo sguardo sull' attore. < Ci andiamo a prendere un caffè più tardi? >
Mi guarda per un secondo, poi guarda lei. < Magari un altra volta, okay? >
< Mi chiami? >
Con tutta l' acidità che riesco a tirare fuori li interrompo < Magari ti chiamo io per darti un appuntamento. Ciaaao. >
Stringo di piu' la mano di Josh e lo tiro via. Dopo esserci allontanati questo si blocca, impedendomi di proseguire. < Che fai? >
Mi volto verso di lui. < I-Io >
Fa una smorfia e sorride. < Sarah e' passato tanto tempo, dai. Cerca di passarci sopra. >
< Tu non andrai a prendere un caffè con lei, vero? > silenzio. < Rispondi. >
< E' passato tanto tempo. >
< Ci ha fatto lasciare quella li. O l'hai dimenticato? >
< Non l'ho dimenticato e una parte di me ce l'avra' sempre con lei a vita. Pero' sai in un modo o nell'altro cerco di passarci sopra. Forse sbaglio ma tendo a vedere sempre del buono nelle persone. E' quello che fanno le persone mature. >
< Stai dicendo che io non sono matura? >
< No sto solo dicendo che devi provare a superare questa cosa. >
< Io sofferto per quella stronza! Non andrai a prendere un caffe' con lei. > Alcune persone si girano a guardarci.
Rimane in silenzio a fissarmi, con la bocca semiaperta. < Hai capito? Vai da lei? Dimenticati di me. Mettitelo in testa. >
Lo sorpasso e comincio a camminare in modo veloce verso l'entrata di scuola.
Non puo' mettersi di nuovo in mezzo, dopo tutto questo tempo. Gia' mi ci ha fatto discutere.
E non va bene perche' ci sto male. Troppo. Non mi volto nemmeno per vedere se mi sta seguendo.
E alla fine e' sempre quella la storia. Io sto male.
 
 Dopo un ora e piu' di matematica decido di chiedere alla professoressa di andare in bagno, per farmi una passeggiata.
Alzo lentamente la mano. < Scusi? > la professoressa si gira, impaziente. < Posso andare in bagno? E' urgente. >
< E' sempre urgente per voi. > Si avvicina alla cattedra e ci sbatte la mano, facendo sobbalzare tutti. < SEMPRE! >
Cerco di rimanere impassibile anche se mi e' difficile < Vai e restaci perche' non ti voglio piu' vedere. >
Mi alzo lentamente seguita dagli gli sguardi dai miei compagni.  Ho bisogno di starmene un po' sola.
Esco dalla classe.  I corridoi sono vuoti e dalle classi proviene un brusio continuo. Due classi sono scoperte e ne approfittano per fare casino.
Ne sorpasso una, indifferente. Raggiunto il bagno metto le mani sotto il getto d'acqua ghiacciata chiudendo gli occhi.
Qualcuno apre la porta e si fionda dietro la porta di gabinetto, come se se la stesse trattenendo per ore.
La porta del bagno si apre di nuovo. Dei passi. Sembra una scena vagamente familiare.
Apro gli occhi e mi volto. Come immaginavo:  E' lei, e' davanti a me.  Stesso bagno, stessa situazione.
Faccio un passo indietro e mi asciugo le mani sui jeans, con l'acqua ancora aperta. < Che vuoi? >
< Sai non sei stata molto carina con me, oggi. >
< Tu non lo sei mai stata. > La sorpasso e faccio per uscire ma lei mi afferra per un braccio.
Sbuffo e mi volto verso di lei. < Senti non ricominciare, okay? > Strattono il braccio per farle mollare la presa. 
Poggio la mano sulla maniglia e la spingo verso il basso. Apro la porta ma qualcun altro, dall'esterno me la richiude in faccia.
< Ma cosa? > Mi volto verso di lei. < Di alle tue amichette di smetterla. E' una storia vecchia e tu non devi nemmeno avvicinarti. >
Mi guarda e fa un sorriso beffardo. <  Vuoi smettere di assillarlo, brutta cretina? >
< Sei tu che non devi rompere le palle, stronza. >
Fa un passo avanti alzando le mani e io ne faccio un passo indietro. < Non ti permettere! >
Apro di nuovo la porta ma non faccio in tempo a fare un passo che Zoe mi afferra per i capelli. < Adesso che e' tornato, giuro che lo conquisterò. >
Chiudo gli occhi perche' mi sta facendo davvero male. Ma nonostante cio', riesco ancora a parlare e a divincolarmi. < Fra meno di una settimana se ne andrà. Tu non lo avrai nemmeno toccato. > Alzo le mani e le do una spinta, costringendola a lasciarmi i capelli. < Smettila, SMETTILA! Sei una stronza e non ti perdonero' mai. Forse lui si, ma io.. MAI! >
Le do un'altra spinta, schiacciandola al muro. Sono davvero furiosa che quasi non mi controllo piu'.
< Non basta la distanza, Sayu, i giornalisti, le fans. NO! Adesso ti devi mettere DI NUOVO in mezzo anche tu. Ti rendi conto? >
Incomincio a tirarle i calci sulle gambe. Lei cerca di spingermi ma non riesce neanche a toccarmi.
All'improvviso la porta si spalanca ed entrano una bidella e un insegnante.
Zoe si accascia a terra. < Mi ha picchiato! Mettetela in gabbia sta ragazzina, e' una belva! >
Faccio alcuni passi indietro. < Non le ho fatto niente e ha incominciato a picchiarmi senza motivo! > 
L'insegnante mi afferra per un polso. < Vieni con me, forza. >
< Mi ha tirato i capelli! Vuole rovinarmi la vita! > Incomincio a piangere. Non posso crederci, sembra un incubo.
Quasi non respiro. Entrate nel suo ufficio mi fa sedere sulla sedia davanti alla cattedra.
Lei invece si siede dietro. < Signorina non e' la prima volta che la troviamo coinvolta in una rissa.. lei capisce che.. >
Quando mi nascondo il viso fra le mani, lei si blocca. Ricordo quel giorno che sono andata alla punitiva.
Quando ho conosciuto lui.  Incomincio a singhiozzare senza sosta.
< Mi spieghi cosa ti sta succedendo? Risse, scritte sui muri, lacrime.. mi ricordo quando sei arrivata qui, Sarah. Eri una ragazza tranquilla, timida. L'amore t'ha detto davvero alla testa. >
< L-La prego, mi lasci spiegare. >
Sbatte la mano sulla cattedra. Ricorda molto la professoressa di matematica. < Non voglio le tue stupide scuse. Sei sospesa, ho deciso. >
< N-No, la p-prego.. ha incominciato l-lei. >
Mi sento uno schifo. Questa volta ho usato la violenza e' vero. Ma se Zoe ha intenzione di rovinarmi nuovamente la vita non lo sopporterei. 
E' stato un gesto istintivo. Ho sfogato su lei tutta la mia rabbia.
Vuole portarmelo via.  Mi vengono in mente le parole di Josh. Quelle dolci parole che mi hanno fatto così rassicurare.
Era qualcosa tipo "qualsiasi ragazza incontrero', con cui parlero', che magari mi attraera' fisicamente.. non sara' mai niente in confronto a quello che provo per te."
Mi alzo ed esco dal suo ufficio, ancora piangendo e singhiozzando. Qualche insegnante con i propri alunni sono usciti dalla classe a curiosare.
Siedo su uno scalino e mi nascondo il viso fra le mani. Dopo quasi un minuto qualcuno mi abbraccia da dietro. < Non fare così. >
E' Michelle. La mia vecchia amica. < V-Vuole rovinare tutto. >
< Zoe? > mi stringe più a lei. All' improvviso le nostre divergenze spariscono nel nulla. Come se non fosse mai successo ciò che è stato. 
Mi accarezza con la mano il viso, lentamente. < Sai, non credo che adesso lo fara' piu'. >
< Josh non vorrà più vedermi. Sono una ragazza violenta. >
< No, no. Hai reagito per difenderti. Io lo so, ti conosco. > poggio la testa sulle ginocchia e piango sotto tutti gli sguardi che mi stanno scrutando.
Piango con la preside che mi fissa tristemente dal ciglio della porta del suo ufficio.
Piango fra le braccia di Michelle, senza forze ormai.

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Capitolo 37
*** La classe punitiva, ancora. ***


Suona la campanella e io devo rimanere qui dentro per la punitiva. La cosa che mi rincuora un po' e' che deve esserci anche Zoe.
A lei pero' non l'hanno sospesa. Riguardo me invece, la preside vuole parlarne con gli altri insegnanti e me lo comunichera' domani.
Penso si sia impietosita un po' a vedere come stavo. 
Mi fa malissimo la testa ed ho una grande paura per quello che potra' succedere. Sopratutto con Josh.
I miei genitori poi rimarranno delusi al massimo.
Non sono una che alza le mani facilmente.  Di solito quando voglio ferire lo faccio con le parole.
Ma Zoe mi ha sfidato troppo e io ho perso la ragione. Il piede mi e' quasi partito da solo senza che me ne accorgessi.
Le ho dato un calcio sul ginocchio con tutta la forza che avevo. Poi un altro e un altro ancora.
Se non entrava la pofessoressa forse avrei continuato.
Non sopporto l'idea che lei ci ha volesse dividere per la seconda volta. Non so cosa le passa per la testa.
Spero non si avvicini e che Hutch pian piano capisca. Non pretendo lo faccia subito. Lui odia la violenza.
E' un po' come me: ferisce con le parole, se proprio deve. Altrimenti preferisce passarci sopra. Vede sempre il buono nelle persone. 
Annie si avvicina a me che sono seduta su una sedia in corridoio. < La detenzione si tiene nella classe quattordici. >
Ha un tono duro ma appena alzo lo sguardo si inginocchia davanti a me, con gli occhi che gli luccicano. < Piccolina, ma cosa mi combini. >
Una lacrima scende dal mio occhio destro. Arriva fino a un certo punto, poi la catturo veloce con la lingua.
< Ho perso la ragione. Non sopporto le persone così. il controllo della situazione mi e' sfuggito di mano, davvero. Non sono una tipa violenta. >
Mi stringe le mani che tengo accasciate sulle mie gambe. < Lo so, lo so. Si legge nei tuoi occhi che sei pentita. >
Si volta verso la porta d' emergenza, poi riprende a guardarmi. < C' è Josh ad aspettarti? > Sospiro mentre un gran mal di pancia prende il sopravvento.
< Non lo so.. > Mi alzo. Lei pure.
< Se vuoi lo informo io. >
< No no. Se c'e' qualcuno che deve dirglielo sono io. > La sorpasso. < Comunque l'unica cosa di cui sono pentita e' di aver perso il controllo. Zoe e' una persona spregevole. >
< Se ti ha spinto a fare una cosa del genere, sicuramente. > Mi volto e la vedo sorridere, dolcemente.
I suoi occhi luccicano sempre di piu'. Sembra che sta lì lì per piangere.
Mi mordo il labbro inferiore e incomincio a salire le scale per raggiungere la classe 14. 
All'improvviso squilla il cellulare. Lo tiro velocemente fuori dalla tasca visto che sta facendo un casino tremendo. < Pronto? >
< Sarah dove sei? >
< Josh vattene. >
< Sei a scuola? >
< Josh ho detto vattene.. sono arrabbiata con te. > Silenzio. < Ti prego, se sei qui fuori va via. >
< No, sono dietro di te. > Mi volto di scatto. All' inizio del corridoio c'e' lui, in piedi. Chiude il telefono e se lo rimette in tasca.
Non l'ho proprio sentito arrivare. Rimaniamo a fissarci. Poi comincia a camminare verso di me con decisione. 
Sento le gambe indebolirsi ma non mi muovo. <  Che e' successo? >
Abbasso lo sguardo. Mi raggiunge e mette una mano sotto il mento, alzandomi la testa costringendomi a guardarlo negli occhi.
Faccio un passo indietro e inciampo tra i miei stessi piedi sbilanciandomi in avanti.  Lui per fortuna mi prende al volo.
Mi ritrovo fra le sue braccia che mi tengono forte.
Per un attimo rimango inerme, poi cingo la sua vita e lo stringo a me. < C-Come mai sei qui? > Sento gli occhi pizzicarmi.
< Volevo farmi perdonare per questa mattina.. e tu come mai sei qui? >
< Sono una persona cattiva e le persone cattive.. v-vanno pun-nite. > Singhiozzo.
Lui si stacca da me e mi guarda negli occhi. < Non sei una persona cattiva. >
< Si Josh io.. > 
Sto per dirgli tutto ma lui prontamente mette una mano davanti alla mia bocca. < Ho cambiato idea, non voglio sapere il motivo per cui sei qui. Non lo sopporterei e mi sentirei una merda. Tu rimani alla punitiva.. ci vediamo alle quattro. >
Mi sorride, dolcemente. Rimango incantata da quelle parole. < Spero almeno che non piova, stavolta. > Allude a quando ci siamo conosciuti.
Mi fa una carezza e si gira, tornando alla porta da dove è entrato. 
 Durante la punitiva Zoe si e' lamentata di continuo perche' le fanno male le gambe. Così la professoressa di turno, non sopportandola piu' l'ha mandata a casa.
Prima di uscire mi ha lanciato un occhiata di fuoco. Me la fara' pagare?
Sospiro. Non ci posso credere. Perche' mi caccio sempre in queste situazioni del cavolo?
Appena scoccate le quattro mi alzo e prendo la mia roba. < Arrivederci. > Dico rivolta all'insegnante ed esco, percorrendo velocemente i corridoi. 
Non voglio rimanere qui dentro un minuto di piu'. Uscita da scuola mi guardo intorno cercando la macchina la moto di Hutch.
Lo vedo un po' piu' in la, appoggiato al veicolo che parla al telefono. Vorrei scappare e trasferirmi in un paese sperduto perche' mi vergogno da morire.
Cammino ciondolando verso di lui, come se fossi ubriaca.
 
Dalla parte di Josh-
Sono al telefono con Jennifer da almeno mezz'ora. Cerco di far entrare un concetto ben preciso in quella sua testolina.
Ma sembra tutto inutile. < Ma non ho capito! Scusa, tu non vuoi più recitare? > E' la sedicesima volta che me lo chiede.
< Jen ascoltami. >
< Mh. >
< Devo, Dovere, Io! >
< Mh? >
< Stare con la mia famiglia. F-Famiglia, capito? > Scandisco bene le parole.
< Quindi non reciterai più! > Mi massaggio le tempie.
< Sì che voglio recitare. Ho solo bisogno di.. >
< Senti, ti faccio una domanda, diretta e coincisa, okay? >
< Oh mio dio, aiutatemi. >
< Parteciperai alle riprese del secondo film di Hunger Games? >
< Sicuro. >
< Oh, basta, fine, risolto.  C'è Elizabeth che vuole dirti una cosa. >
Sento quella esclamare “ Dai dai dai passamelo, forza, che lenta, daii! ” Alzo gli occhi al cielo. < CIAOHUUUTCHH! >
< Ciao! > l' attrice che nel film interpreta Effie. Una pazza, un amica, una mamma per tutti noi. 
< Come stai? >
< Bene. Ma come mai tu e Jen state insieme? >
< Abbiamo un impegno in comune e ci siamo ritrovate. Domani possiamo venirti a trovare? >
< In realtà sarei un pò occupato.. >
< Che devi fare? >
Sento la bionda urlare “DEVE STARE CON LA SUA RAGAZZAA” < Mandala a quel paese. >
< Vai a quel paese Jennifer! >
< Ehi, non ti azzardare mica sai? >
< Non parlarmi in questo modo, io sono più vecchia di te! > Allontano il telefono dal mio orecchio tanto sono sicuro che non smetteranno presto.
Sento dei passi. Mi volto. E' lei che si sta avvicinando a me. E' un sollievo vederla lì. < Ciao! > Dico sorridendole.
< Ciao. > Le faccio cenno di aspettare un attimo.
Riporto il telefono all'orecchio. < .Ragazze mie? > niente. < Ragazzeee >
< Oh Joosh! >
< Eh sì, buongiorno.  Io devo andare. Fate le brave, non fatevi riconoscere. >
< Sisisisi. Dai possiamo venire domani? Tutte e due, ti preeego. Lo sai che ci manchi piccolo Hobbit. >
< Vabbe' dai, venite. >
< Allora a domani! Ti chiamo io appena arriviamo. > Chiudo il telefono. Sarah mi guarda sconvolta.
< Jennifer ed Elizabeth. >
 < Oh, Hunger Games? >
< Sisi, proprio loro. Hanno deciso di punto in bianco di venirmi a trovare fin qui. > le faccio cenno di salire sulla moto. < Andiamo a prenderci un gelato? >
< V-Va bene. >

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Capitolo 38
*** Una brutta serata. ***


Alla fine decidono di non sospendermi.
Pero' i miei genitori rimangono così delusi che decidono di farmi lavorare qualche pomeriggio nella biblioteca di mio zio.
Ho provato ad insistere dicendo che mi dispiace, che c'e' Josh e che se proprio volevano che lavorassi, potevo anche cominciare dalla settimana successiva.
E poi ho un appuntamento oggi.
Arriveranno verso le quattro circa. E' proprio l'ora in cui attacco a lavorare.
Non hanno voluto sentir ragione così, alle quattro meno dieci parto trafelata da casa mia, con il sole che mi picchia in testa, a piedi e con una borsa a tracolla
cercando di raggiungere l'edificio. Ieri sera e' passato mio padre per informarlo che sarei andata.
Hutch e' all' aroporto ad aspettarle.  Abbiamo fatto un accordo: appena finisco di lavorare, lo raggiungero'.
Ho provato a spiegargli il motivo della mia punizione ma anche questa volta ha evitato di ascoltarmi.
Voglio solo essere sincera con lui.
Entro. < Ciao zio, scusa per il ritardo. >
< Non dovevi venire alle quattro, signorina? >
< Mh si. Cosa devo fare? >
< Devi mettere gli ultimi libri negli scaffali e devi riorganizzare la vetrina! > Mio zio e' così, un po' burbero.
Poso la borsa dietro al bancone, poi mi avvio verso gli scatoloni. Nuovi nuovi, sono arrivati questa mattina probabilmente.
Prendo l'ipod e comincio ad ascoltare un po' di musica, riproduzione casuale. Così non mi distraggo.
Tiro fuori i libri, impilandoli uno sopra l'altro. Così zio può riciclare subito. Ricorda un pò il padre di Josh. 
Mi abbasso, prendo l'ultimo libro, controllo il genere e il nome e vado a posizionarlo al suo posto.
Ci sono gia' venuta a lavorare l'anno scorso qui, l'estate. Soltanto due settimane ma ho imparato tante cose nuove. < Fatto, sono troppo forte. >
< Cosa? >
< Nulla zio. >
< Lavora! Voi giovani non la smetterete mai di … > E bla bla bla. Annuisco distratta e mi avvicino alla vetrina.
 < Che libri devo mettere in vetrina? >
< Quelli! > Comincio a posizionare i libri secondo uno schema preciso di colori.
Se i colori giusti vengono accostati a colori altrettanto giusti, possono attirare l'attezione, e così facendo indurre il passante ad entrare. Che cosa idiota.
Però lo faccio, mi diverto. Anche se adesso vorrei essere altrove.
Il libro sottostante deve avere un colore in armonia con quello soprastante e il libro di fianco con tutti i libri a lui intorno, insomma.
Appena finisco di lavorare, mi ritrovo a guardare l'orologio. Sono le otto e venti.
Prendo il telefono con mani tremanti e mando un messaggio.
Dopo pochi secondi mi risponde.  "Siamo a cena, raggiungici. " leggo il nome del ristorante. < Ciao zio ci vediamo domani! >
E' concentrato davanti al pc, scrivendo qualcosa alla tastiera.< C-Certo. >
Sospiro ed esco. Fuori fa piuttosto freddino.
Mi stringo a me e incomincio a camminare. In quindici minuti raggiungo il centro e subito dopo la mia destinazione. 
Lo vedo subito. Il suo sorriso, rivolto a Jennifer. Faccio alcuni passi verso il tavolo dove sono seduti.
< Eccola, è arrivato il mio tesoro. > sento dire dall' attore. Le due si girano a guardarmi. 
< Ciao! > curvo la schiena verso di lui per permettergli di stamparmi un bacio leggero sulla guancia. Mi sorride.
< Ci siamo presi la briga di ordinare da bere. > parla quella che invece deve essere Elizabeth. 
< Lei è Jennifer, ma la conosci già. > Faccio un cenno con la testa per salutarla, lei sventola la manina e ridacchia sotto i baffi. 
Indica l' altra che ha il posto vicino al mio. < Lei è Elizabeth. > 
< Piacere, io sono Sarah. > Sorrido.
< Beh Hutch, complimenti! > commenta. Mi limito a mordermi il labbro inferiore, un pò imbarazzata. 
Ordiniamo da mangiare. La donna e' un po' strana all'inizio ma poi ho incominciato ad aprirsi tanto.
La Lawrence è una buffona, in senso buono ovviamente. Fa certe battute che ti fanno piegare in due.
Il cibo arriva e viene consumato.
Poso la forchetta e allungo la mano sul tavolo, prendendo quella di Josh. 
Incrocio le dita con le sue e ci lanciamo sguardi complici. 
Con il labiale mi chiede se va tutto bene.  Annuisco.
All' improvviso la porta del ristorante si apre e compare Zoe con due ragazze e un ragazzo.
Di tutti i ristoranti che ci sono proprio qui doveva venire?  Ora non sto piu' tanto bene.
Stringo piu' forte la mano dell' attore che stranito mi guarda. Ha un vestito nero che le arriva al ginocchio e intorno a questo una fascia bianca.
Non ci posso credere. Devo averli tirati davvero forti. O e' tutta scena?
Hutch continua a guardarmi per un bel po', poi sposta lo sguardo verso un tavolo.
La sua stretta si rallenta, fino a lasciarmi la mano abbandonata a se stessa, sulla tovaglia color ocra.  Si alza. < Scusate un attimo. >
Mi mordo il labbro inferiore, seguendolo con lo sguardo. Va da lei.
< Chi è quella? >
< Sarà una sua amica. > azzarda a dire la donna. 
Jen mi guarda. < Ehi, va tutto bene? > Mi alzo anche io.
< Scusate. > Mi giro e con passo veloce raggiungo il bagno. Mi chiudo li dentro, a chiave.
Le lacrime cominciano ad uscirmi senza sosta, facendomi colare la matita nera. Non so ancora il motivo preciso.
Mi accascio a terra nonostante sia sporco e porto le ginocchia al petto, incastrandoci la faccia dentro.
Qualcuno bussa alla porta. La maniglia fa su e giu' un paio di volte. < Sarah? >
Alzo lo sguardo verso la porta, senza rispondere. < Sarah, Josh ha chiesto se puoi uscire. > L'avra' scoperto?

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Capitolo 39
*** Lacrime, rabbia, amore. ***


Mi alzo da terra, senza forze. Jen continua a bussare e a chiedermi di uscire.
Sospiro e apro la porta con la chiave. < Entra pure. >
La maniglia viene spinta in giu' dall'esterno e la giovane attrice entra velocemente.
< Che è successo? Cosa c' è che io non so? >
< E' una storia un pò lunga da spiegare. > Sospiro, tristemente.
Lei mi guarda con attenzione. < Oddio tesoro hai pianto? >
< Si, ho pianto. >
Fa gli occhioni dolci. < Josh mi ha chiesto di venirti a dire di uscire nel cortile del ristorante perche' ti deve parlare. >
Il mio cuore fa una capriola. < Ti ha detto il perchè? >
< No, pero amore era un po' arrabiato. > Sospiro di nuovo. < Vabbe' puoddarsi che era arrabbiato con me, con quella, con sua madre..  può essere no? >
Le sorrido. < No, e' arrabbiato con me. >
< Perche'? Siete così cariiinii! > La sorpasso. Lei mi blocca per un braccio. < Ti prego, Sarah. E' gia' stressato, e' molto difficile per noi rimanere fermi per un intera settimana. So che e' venuto qui per i suoi genitori ma sopratutto per te, perche' sei il suo tutto. Non voglio che uno dei miei migliori amici soffra. Ti chiedo per favore. >
Dolce Jennifer. Anche se sono gelosa di lei perchè è straordinaria e ha posato le labbra su quelle di Josh. 
In questo momento sento di volerle bene. Come si vuole bene ad un amica.
Annuisco.  Faccio un altro passo ma lei mi ferma di nuovo. < Mi raccomando. >
La lascio lì mentre sorpassando i vari tavoli tra cui quello di Zoe, esco dal ristorante raggiungendo il cortile. Mi guardo in giro. < Josh? >
Qualcuno mi afferra per le spalle facendomi prendere un colpo assurdo.
Mi sbatte al muro, quasi con violenza. Non posso crederci quando metto a fuoco. E' proprio lui. < J-Josh. >
< Dimmi che non è vero. >
< Josh, io - >
< Tu non le hai tirato i calci sulle gambe solo perche' ti ha detto che mi vuole conquistare, vero? > 
< Lasciami spiegare. > Le lacrime gli solcano il viso facendo piangere anche me.
< Quasi preferivo quando era lei a farti del male. Almeno ero sicuro che tu eri innoqua e buona. > Si gira, dandomi le spalle e per ricomporsi. 
< Ho perso il controllo, questo è vero. M-Ma mettiti n-nei miei panni. > Poggio una mano sulla sua schiena. < Non è facile per me. >
Si gira. < Le hai praticamente distrutto le ginocchia con dei calci. >
< Non sono riuscita a controllarmi. E' una persona spregevole. >
< Le hai fatto del male. >
< Lei lo ha fatto a me un sacco di volte. > Fa una smorfia disgustata, facendomi piangere ancora di piu'.
Mi prende di nuovo per le spalle e mi risbatte al muro. < Dopo tutto quello che ti ho detto, che ho fatto devo venire a sapere da Zoe che sei una belva senza controllo! 
Non posso crederci. > Le lacrime cominciano a scendergli di nuovo sul viso. < Io sono tornato qui per TE. > Si asciuga gli occhi con una mano.
Non vuole dimostrarsi debole. < Volevo vederti,  non posso starti lontano. E nonostante questo tu- tu non ti fidi di me. >
< Quando provavo a parlarti tu mi dicevi sempre di tacere. Stai calmo adesso! >
Fa due passi indietro. < Non dirmi di stare calmo. Sono furioso. >
Sbuffo. < Se per te sono un problema perchè non mi molli? >
< Noi due non stiamo insieme! > Non ci posso credere, l'ha detto come se nulla fosse.
< Beh. > Mi asciugo le lacrime anche io. < Allora lasciami in pace! > piccola pausa.  < Davvero. Se per te sono un problema, sono infantile, sono una belva senza controllo solo perche' cerco di mandare avanti quella che dovrebbe essere una relazione lasciami perdere. Allontanati da me, da tutto cio' che mi riguarda. >
< Sarah.. >
< Vattene! Vattene dai tuoi amici che ti aspettano. I tuoi amici famosi, come lo sei tu. >
Fa un passo verso di me. Io ne faccio uno indietro, spiaccicandomi al muro. < D-Dovrei essere io quello incazzato! >
< E hai ragione! Scusa se sono una selvaggia e picchio tutti quelli che vogliono portarti via da me. Ciao Josh. >
Lo sorpasso ma lui, come Jennifer poco tempo prima mi blocca per un braccio. < Ma dove vai? Dobbiamo parlare, chiarire! >
< NON C'E' PIU' NIENTE DA CHIARIRE! NON SONO FATTA PER TE, HUTCH. NON TI MERITO! > Glielo urlo praticamente in faccia.
< Io voglio parlarne. Io sono qui per te. >
< Hai sbagliato. Noi due non siamo fatti per stare insieme. Sono troppo gelosa, possessiva e depressa. Tu hai bisogno della tua liberta', delle tue fans, dei tuoi amici. >
Mi esce quasi sussurrando. La voce quasi non ce l'ho piu'. < Non c' è altra soluzione. >
Incomincia a piangere, per la terza volta. Cade con le ginocchia per terra, davanti al mio sguardo stupito. < Non so più che pensare. >
Mi inginocchio di fronte a lui e lo bacio a stampo. Lui mi guarda, con le lacrime sul volto. Con il pollice gliele asciugo. < Io ti amo, Sarah. Però.. >
< Anche io ti amo. Però noi due non- >
< Forse hai ragione. > Sospira e si rialza, passandosi la manica della maglia sugli occhi.
< Ci vediamo? >
< Ci vediamo. >


Note:
Questo in teoria per me dovrebbe essere il penultimo capitolo.
Cioè un altro e poi basta, fine. In realtà saprei come continuarla (altre insidie haha) 
ma vorrei sapere come la pensate. 
Mi scuso per il capitolo fin troppo drammatico, c' è gia tanto schifo nel mondo reale.
Però una reazione diversa da parte di Josh sarebbe stata stupida. Chiunque, credo, reagirebbe come ha fatto lui.
Vi voglio bene. Recensite ORA!

 

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Capitolo 40
*** Can I sit beside you when the world comes down? ***


Io e Josh non ci sentiamo da due giorni. Mio zio ha pagato 50 euro per i pomeriggi passati in biblioteca.
Ho pregato papa' di non mandarmi piu' prima di quest'estate.
Inizialmente mi ha guardato scettico ma vedendomi triste e sconsolata ha deciso di farmi questo favore.
Mia madre non era molto d'accordo. Lei c'e' rimasta veramente male. Piu' di papa'.
Fin da piccola mi incitava ad usare le parole e non la violenza.
Penso che se adesso mi rinchiudessero in una stanza con Zoe, morirebbe sicuramente.
Mi sento così arrabbiata.. continuamente. Non so cosa mi succede.
Attraverso la strada, con la voglia di farmi schiaffare sotto.
Ma le macchine si fermano sempre e io continuo a camminare, ancora piu' stravolta di prima.
Una volta c'e' mancato poco. Stavo per finire all'ospedale. La macchina ha frenato sfiorandomi la gamba.
I passanti poi, mi guardavano con quell'aria da "ma che sei scema che attraversi senza guardare?".
Se solo potessero capire quello che ho dentro. Mi e' capitato varie volte di passare davanti casa sua.
Non sente la mia mancanza. Non questa volta. O non me lo vuole far capire?
Sospiro e mi metto le cuffie dell'Ipod. Sto tornando a casa dopo una mattinata faticosa di scuola. 
Comincia a piovere. Inizialmente piano, poi sempre piu' forte.
Mi viene in mente quando ho conosciuto Josh.  C'era questa pioggia, questo cielo grigio.
Ed eravamo noi, sotto un solo ombrello. Che poi mi ha restituito.
Continuo a camminare, bagnandomi da capo a piedi.
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non piangere.
Torno a casa che sono da stendere con i panni da asciugare. Tolgo le scarpe prima di entrare.
Poi mi chiudo in camera mia e mi butto sul letto. Mia madre mi sgridera' sicuramente, ma non ho voglia di spogliarmi.
Preferisco rimanere bagnata dalla pioggia. Se qualcuno lassu' ha voluto che mi bagnassi, c'e' un motivo.
Sto diventando apatica e filosofica. Stringo forte il cuscino, annusandolo.
Non so perche' ma sa di lui. Lo annuso piu' volte.
Una lacrima mi scivola sul volto. Mi alzo e butto il cuscino a terra.
Il ritornello riparte a tutto volume nelle mie orecchie attraverso le cuffie mentre il cellulare squilla cercando di farsi sentire.
< Pronto? > rispondo con voce tremante.
< Saaarahh > Michelle. < Sai chi se ne andrà tra due giorni? >
< Mh, fammi pensare. >
Un attimo di silenzio. < Stai meglio? >
< Sicuro. >
< Ho sentito dire che questa uscirà con  alcuni amici. Vuoi andarci? > mi dice il nome di locale. E' a mezz' ora di macchina da qui. 
< Dovrei? >
< Come vuoi. > altra pausa. < Ti accompagno io, se ci vai. >
Sospiro. < Andiamo? >
< Andiamo? >
< Che ne so! >
< Dai, andiamo. >
< Va bene. > Chiudo la chiamata e mi ributto sul letto. Sono stufa di soffrire per la persona piu' importante della mia vita.
 
 Indosso un vestitino azzurro che mi arriva sopra le ginocchia, collant color carne e tacco con fiocco nemmeno troppo alto.
Un cerchietto abbinato largo e la matita leggera agli occhi. Michelle mi aspetta giu'.
Tiro un lungo respiro e saluto mia madre, uscendo di casa. Durante il tragitto io e la mia amica ci scambiamo poche parole. < Ehm. >
La guardo. < Ci sarà anche Cassie. Ha detto che ci avrebbe aspettato prima di ordinare da bere. >
Perdo il conto su quanti piedi sono passata sopra. E quante persone mi hanno maledetto.
Io non dovrei neanche essere qui in teoria. < Josh Hutcherson, vuoi salire sul palco con noi? >
Le braccia si alzano. Le spinte si fanno sentire. La maggior parte della gente qui dentro e' solo per lui.
Vedo l' attore che fa segno di dissenso e si fa trascinare fuori da quello che dovrebbe essere Avan coi capelli legati. 
Prima che potesse uscire definitivamente dal locale sento il suo sguardo addosso e io non riesco ad alzare il mio.
Cado in trance.  Qualcuno mi afferra per la spalla.
Mi volto e vedo Cass che piange. < Che hai? > le chiedo sconvolta. 
< Ti ha cercata, forse ti ha anche vista. Dolcissimo! Vai da lui. > Sposta un attimo lo sguardo verso l' uscita. < Vai! >
< No. >
< Sarah muoviti! > ci si mette anche quell' altra. 
< Non ce la faccio a scavalcare di nuovo tutti. >
< Io credo che ne varrà la pena. > Sospiro e la sorpasso.
< Vado solo a salutarlo allora. > Faccio il giro del palco e punto un uscita di sicurezza. Spero solo che una volta aperta non cacci allarmi o nubi di fumo.
Davanti a me passa Connor. Sembra vada di fretta. < Ehi! >
Si gira. Le ragazzine gridano. Si avvicina.
Le ragazzine urlano ancora di piu'. < Dov' è andato Josh? >
Si avvicina al mio orecchio per non farsi sentire dalle altre. < Si è fatto accompagnare fuori da Avan, gli mancava l' aria qui dentro.  >
< Okay, grazie. > Gli do un bacino sulla guancia ed esco. Vedo un ombra più in la, in solitaria e con la schiena poggiata sul muro di pietra. 
< J-Josh? > Mi guarda. Con moolta lentezza mi avvicino. < Dov' è Avan? >
< Ho cambiato idea e l' ho rimandato dentro. Volevo rimanere da solo. >
Un attimo di silenzio, capeggiato soltanto dal suono delle macchine che attraversano la via principale della zona. < Perche' sei venuta qui? >
Sospiro. < Beh. > Gli prendo la mano. Ha quello sguardo intenso che fa sciogliere.  < Per dirti che sei la persona più importante di tutte. Che occupi un posto ormai immenso nel mio cuore. E per farti una domanda, anche. Voglio che mi rispondi sincero. >
Alza un sopracciglio e mi stringe la mano, incrociando le sue dita con le mie. < Posso sedermi accanto a te quando il mondo crolla? >
Socchiude la bocca. < Ma che - >
< Rispondi. >
< Certo che puoi. > Fa un leggero sorriso. Poggio la testa sulla sua spalla.
Lui mi bacia la tempia. < Scusa per le delusioni che ti ho dato, per tutto quello che non sono e che ti renderebbe felice. > sussurro.
< Tranquilla piccola. > Chiudo gli occhi. Mai mi sono sentita così amata nella mia vita.
Come mi ama lui. Ti amerò per sempre, Josh Hutcherson.  Anche se il mondo crollera'.


Note:
ALLOOORA. Ripeto che questa storia in teoria dovrebbe finire così.
Ho immaginato anche un continuo da elaborare per bene ovviamente, ma non so se a voi sta bene.
Se vi piace il finale. Se siete curiosi di conoscere altre peripezie che interessano questi due piccioncini.
Dovete dirmelo attraverso le recensioni che mi lascerete. Spero tutte positive e sopratutto: numerose.
Avanti non siate timide! Fatemi capire se vi è piaciuta e se desiderate un ipotetico continuo!
Vivogliobene.

 

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Capitolo 41
*** Vieni con me a Los Angeles? ***


< Sei impazzito per caso? > Arriccia il nasino in un modo buffissimo e tenero. Glielo bacio.
Abbasso lo sguardo, pensierosa. Siamo seduti entrambi sul letto vicini.
Passiamo un intero minuto così, poi poggia una mano sotto il mento per costringermi a fissarlo negli occhi. < No, non sono impazzito. >
Sospiro  e mi alzo, dandogli le spalle. < Vuoi venire con me? > ripete < Vuoi trasferirti a Los Angeles con me e la mia famiglia? >
Si avvicina cauto e cinge la vita con le braccia, stringendomi forte al petto. Bacia la mia spalla. < Non lo so Josh. Ti darei solo disturbo. >
< Ma quale disturbo? Altrimenti non ti facevo la proposta. > Mi afferra le mani con decisione.
< Come reagirebbero mamma e papà? > Sospiro di nuovo. Cominciamo a dondolare. < Non e' un no, però.. cioe', a me piacerebbe. >
Il mio cuore comincia a prendere il solito ritmo accellerato in sua presenza. Lui se ne accorge e ridacchia felicemente. 
Sorrido. Mi volto con lentezza, ancora fra le sue braccia. I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza. < Facciamo così: io stanotte ci penso. >
< Stanotte dormi, che ti fa bene. > carezza una guancia. Avvicina piu' il suo viso con il mio per provocarmi. 
< Stanotte ci penso e d-domani, domani ti dico. >
< Io domani devo ripartire. >
< Io domani avrò gia' deciso. >
< Torneremo qui ovviamente, non voglio allontanarti dai tuoi genitori e dai tuoi amici. >
< Ci mancherebbe. > piccola pausa. < Ho paura di una bruttissima reazione da parte loro. >
< Ci sarò io con te quando glielo dirai. O non te ne frega? >
Lo guardo malissimo. < Certo che me ne frega. > Prendo le sue labbra fra le mie e lo bacio, con tanta tenerezza.
Lo spingo verso il muro lentamente. Si stacca e ride.< Che ridi? >
Fa una smorfia, scuotendo la testa. < Nulla. Andiamo a mangiare? >
< Va bene. Esci che mi devo vestire. >
Non si muove di un passo.< Stai benissimo anche così. > Mi accarezza la vita, assumendo una faccetta maliziosa, di quelle potenti da maniaco. 
< Josh? > Sorride trattenendo una risata.
< Rimango qui. Non dovresti vergognarti di me dopo quello che c' è stato, sai? > Questa volta ridiamo entrambi.
< Girati allora. >
< Vabbène.. > Sbuffa e si allontana, bloccandosi in un punto di spalle. 
< Sai Josh? Hai un bel fondoschiena. >
< Muoviti. > Incrocia le braccia. 
Mentre siamo in macchina il cielo diventa scuro, pieno di nuvole piene di acqua. < Dici che piove? >
< Dico di si. > Ci guardiamo contemporaneamente e sorridiamo, complici.
Arrivati a destinazione, apre il mio sportello e prende la mano incominciandomi a tirare euforico.  < Si Josh sto camminando! Da quand' è che non mangi? >
< Avantii > Gli cingo la vita con il braccio destro e stretti una con l'altro entriamo nel ristorante.
Divoriamo un primo, un secondo, contorno e dolce. Lui insiste nel pagare, io gli faccio cadere il portafoglio dalle mani e lascio una banconota al tipo che ci guarda sconvolti. < Certo che sei proprio strana. E' l' uomo che paga, sempre! > Un tuono sopra di noi ci fa sussultare entrambi.
< L' uomo come al solito non porta l' ombrello. > Faccio per muovermi ma lui non sembra voglia camminare.
Chiude gli occhi e respira profondamente. < Josh? >
Gli accarezzo una guancia. Con un gesto fulmineo piega le gambe, mi afferra all' altezza delle ginocchia e mi tira su come un sacco di patate. < Oddio noo >
Scoppia a ridere e mi fa scivolare sul suo corpo muscoloso. Poi ci ripensa e fa di me una principessa. < Si va! > Comincia a camminare velocemente verso la macchina.
Con la testa sulla sua spalla, strizzo gli occhi. Apre lo sportello del passeggero davanti e mi poggia delicatamente sul sedile.
Ricambia la carezza, mentre un altro brivido mi travolge. Chiude lo sportello, sale al posto di guida e sistema lo specchietto. < Torniamo a casa? >
< Yep > delle piccolissime goccioline cominciano a cadere sul vetro davanti. 
Parcheggia l' auto proprio davanti casa sua. Non piove fortissimo ma non ho proprio intenzione di bagnarmi questa volta.
Hutch invece apre lo sportello e scende. < Aspettaa >
Sorride. < Muoviti! > Saltellando fa il giro della macchina e apre il mio sportello.
Lo guardo male. Okay, okay. In meno di cinque secondi sono gia' bagnata. Si avvicina a me con fare sensuale attaccando il bacino al mio. < Sei sexy così. >
Alza le sopracciglia, facendo una smorfietta maliziosa. < Ti ho fatto fracicare abbastanza, adesso andiamo dentro. >
Incomincia a correre, portandosi me dietro un po' stravolta. Ma sorrido. Oh, se sorrido.
Quando entriamo Connor ci saluta. < E' permesso? > faccio io. 
< Prego! > Apre di piu' la porta per farci entrare. < Ma che avete fatto sotto la pioggia? >
Michelle si affaccia dalla sua camera. < Amore di mamma hai finito di raccattare le tue cose? Oh ciao Sarah! > sventolo la mano di rimando.
< Ovviamente! > A passo svelto raggiunge il figlio e fa per abbracciarlo. < Sono bagnatissimo non ti conviene. >
< Chissenefrega. > Gli bacia più volte la guancia e la fronte, stringendolo a se. Io rimango a guardarli intenerita. 
< Allora parti domani? >
< Si mamma devo sistemare le ultime cose. Sono sicuro che ti piacerà la nuova casa! > 
< Sono sicura anche io. Aspettate, ehi, vi prendo degli asciugamani. >
Quando la donna ce li porge Hutch si avvicina a me e comincia ad asciugarmi il viso come fanno i papà con le loro bambine. 
Arriccio il nasino ma lo lascio fare.  La porta si apre ed entra l' uomo più grande di casa leggermente bagnato mentre tenta di chiudere l'ombrello. < Daddy! Parlato con il capo? >
< Certo! Speravo che la prendesse bene, così è successo. >
< Allora famiglia io mi porto questa batuffola in camera. A dopo. > mi prende per mano e comincia ad avviarsi. < Sono ancora così sexy? > sussurra una volta lontano dall' ingresso e dagli altri.
Alzo un sopracciglio. < Si, lo sei. >
Una volta entrati afferra il mio mento con la mano sinistra, schiacciandole leggermente le guance. Avvicino le mie labbra e assaporo le sue. Morbide, dolci.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare mentre mi passa lentamente le mani sulla schiena. Mi spinge verso il letto, lentamente.
Io le sorrido maliziosa e mi siedo. < Cosa intendi fare? >
< Secondo te? >
< Vuoi.. cucinare una torta? >
Smorfia. < Nah. Quelle le fa Peeta, non io. Non ora almeno. > Fa pressione sulle sue spalle per farmi sdraiare.
Emtrambi sul materasso faccio forza dal gomito e mi metto cavalcioni sulle sue gambe. Poi gattono su di lui, catturando nuovamente le sua bocca.
Ci baciamo per un po' di tempo. La pioggia batte forte sulla finestra di camera.
Infila le mani sotto la maglietta. Volto la testa da un lato per staccarmi. < Che succede? > sbotta lui. Che dejavu. 
Dato che non gli rispondo subito, a causa dei miei pensieri contrastanti, mi fa una carezza rassicurante. Come se avesse letto nella mia mente. < Conosco il motivo per cui l' hai fatto. Anche se non lo giustifico, lo comprendo. Non dovevi farle del male, non dovevi causare altri dolori alla nostra storia. Ma quando ti sei avvicinata a me l' altra sera ho capito che senza te non posso starci. Io ti amo Sarah, okay? Per questo ho chiesto di trasferirti a Los Angeles. Con me. Perchè ti amo. Non devi più temere nessuno. Nessuno, capito? Nessuno mi porterà via da te. Nè tu mi scapperai più facilmente. >
Prendo il suo viso tra le mani e riprendo da dove prima l' ho interrotto. Il cuore quasi non lo sento più, sembra quasi un ronzio.
Gli sfilo la t-shirt e lo bacio sul collo, lasciando tante scie di fuoco. Sento le sue mani muoversi sulla mia pelle nuda. < Forse è meglio se chiudi la porta. >
Annuisce, sorridendomi. Quando si volta nuovamente verso di me, ho la testa sul cuscino. < L' aria si riscalda vedo. >
Tono divertito il suo, mentre fissa la mia pancia piatta affascinato.
Gli faccio segno di avvicinarsi.  Parte dai piedi e gattona su di me fino ad arrivare alla mia stessa altezza.
Quasi senza accorgermene, tutto il resto degli indumenti va via e noi rimaniamo nudi uno sopra l'altro.
Il respiro affannato, le mani intrecciate. Ho paura, paura di sbagliare qualcosa con lui. Non voglio soffrire ancora, non voglio che lui stia male per me.
Mi stringe forte e mi sussurra cose dolcissime nell'orecchio. Non avrei mai potuto desiderare di meglio.
Gli bacio ancora il collo, cercando di rilassarmi. Stringo piu' forte le sue mani, lo sento sorridere.Gli piace, e' felice.
Mi chiede qualcosa, annuisco distrattamente.
Quanto e' bello sfiorare la sua pelle.  Chiudo gli occhi affandando il viso nell' incavo tra l' orecchio e la spalla.
Mi stringe forte. < Ho paura che questo possa finire di nuovo. > le parole mi escano prima che riuscissi a bloccarle.
< Non devi avere paura. Sono qui. >
< Ma non ci sarai sempre. > 
< E tu che ne sai? > Mi rendo conto solo dopo della cosa importante che mi ha detto. 
Sorrido, non posso farne a meno. Mi scappa un gridolino di felicita'. 


Note:
aaahh mi mancava il loro puro e casto (sese) amore.
Mi mancava scrivere di  loro. Che ve ne pare? 
Mi avete pregato di proseguire con la storia, adesso RECENSITE bellezze. 
Perdonate gli Orrori di ortografia, ho la febbre gn
Bacini baciotti

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Capitolo 42
*** Nottate da ricordare. ***


 Apro gli occhi, lentamente. Sono sotto le lenzuola e sul mio petto c'e' delicatamente poggiata la sua testolina.
Mi ritrovo a sorridere come una deficente mentre prendo ad accarezzargli i capelli corti. 
Sento i suoi piedi muoversi, toccare i miei e il suo braccio spostarsi di qualche centimetro.
Sussulta leggermente. Il suo sguardo trova dopo qualche istante il mio mentre le labbra si allargano in un bellissimo sorriso. < Ciao piccola. >
Si stropiccia gli occhi in un modo veramente tenero. < Ehi. >
< Che ore.. sono? > Alzo lo sguardo per un attimo per guardare l'ora sullo schermo del suo iphone. 
< Quasi le undici. E' meglio che torno. > Poggia con decisione le labbra sulle mie. < Comunque credo di aver già deciso. >
< Vieni con me? >
< Vengo con te. Voglio stare con te. >
< Davvero? >
< Si, davvero. > Mi bacia a stampo piu' volte. < Josh? >
< Mh? >
< Mi è tornata fame, sai? > Scoppia a ridere, non può proprio farne a meno. Ancora non realizzo che d'ora in poi io e lui staremo quasi sempre insieme. 
Deve preprare la valigia, sicuramente avvisare i miei genitori e le mie amiche che mi trasferirò a Los Angeles.
E non sarà per niente un impresa semplice. Ma con lui accanto, con delle motivazioni valide e un pò di forza d' animo ce la farò. 
Non staremo via tanto: tra due settimane Josh verrà qui e poi insieme alla sua famiglia ci trasferiremo nella nuova casa. 
La scuola è eccellente. Di opportunità lavorative e universitarie anche. 
Mi alzo e mi rivesto, lui fa lo stesso prendendo abiti puliti nell' armadio. 
Mi avvicino ad Hutch, lentamente e gli prendo le mani. Ha la camicia ancora quasi tutta aperta. Che visione. < Posso andare a piedi. >
< No, ti accompagno io. >
< Spero che non abbiano sentito nulla. >
< Ma infondo che abbiamo fatto? Abbiamo solo dormito. > Ride. < E' così che si racconta ai bambini. >
Rido anche io e metto le scarpe al volo. 
Appena apro la porta, trovo Connor che sta per bussarmi in fronte. < Salve. > sbircia dentro. < R-Rimani a dormire qui? >
< No, devo tornare a casa e riflettere su cosa dire ai miei genitori. >
L' attore mi sorpassa e afferra la mancina che tengo lungo il fianco < E io devo trovare una scusa con mamma per essere rimasto rinchiuso in camera con Sarah tutto questo tempo. > 
< Come se non lo avesse già capito. >
< Shhht. >

Continuo a rigirarmi nel letto, senza neanche un minimo di sonno. Ovvio, ho dormito fino a qualche ora fa. 
Ho già cominciato a mettere in uno zaino le prime cose.
Sorrido al pensiero.  Ad un certo punto Il cellulare vibra sul comodino. Allungo il braccio e lo afferro un pò sconvolta. 
Un messaggio. ''Non dirmi che stai ancora dormendo, piccola '' Rido, cercando di fare meno rumore possibile.
 '' Come potrei? Ho un ansia assurda e se tutto va bene mi addormenterò in aereo domani. '' Gia', domani.
" Pensi che se mi faccio una passeggiata, qualcuno potrebbe saltarmi addosso? ''
Sgrano gli occhi e guardo l'ora sul display.  '' Sono le tre di notte! Sei proprio fuori di testa. ''
" Fammi compagnia, c'mon! "
'' No, fatti stuprare dalle Hutchers del Kentucky, ciao '' Sospiro. Passano cinque minuti ma non mi risponde.
Mah, forse se la sara' presa.  '' Dove ci incontriamo? '' mordo il labbro inferiore.
Dopo quasi dieci minuti arriva la sua risposta ''Sono davanti casa tua, esci che andiamo a farci un giro. ''
 ''Agli ordini capo. Dammi 5 min e sono da te. "
Siamo io e lui, mano per mano che camminiamo per le stradine illuminate. < Sono stanca di camminare. >
< Ti vuoi sedere? >
< Andiamo al parco? > Sgrana gli occhi, poi avvisa il suo viso al mio con fare malizioso. Nottata perfetta, con il ragazzo che amo.
Mentre ci dirigiamo verso la nostra destinazione non molto lontana, incrocia le dita con le mie. Mi guarda sorridendo dolcemente.
E' cosi' preso che se avesse un palo di una circonferenza enorme, manco se ne accorgerebbe.
Ci andrebbe a sbattere, e gli chiederebbe per fino scusa.
Arrivati, saliamo le scale di uno scivolo enorme fino ad arrivare ad una piccola casetta compresa di tetto e finestre.
Si siede, con le gambe piegate e io immezzo a queste, dandogli le spalle. Giro la testa e bacio a stampo il suo collo profumato.
Incrocia entrambe le mani con le mie, mordendosi il labbro inferiore. Con il naso mi sfiora la guancia, cercando le mie labbra.
Mi sfiora le ultime con la lingua, per poi cominciarmi a baciare. 
I nostri nasi si toccano, giocano. Le lingue si cercano, si toccano.
Le labbra si chiudono e si riaprono, in un vortice di passione. I respiri, il nostro cuore battere all'unisono.
Mi stringe ancora piu' forte cingendo il mio corpo con le sue braccia. Ha dei muscoli incredibili. 
Alzo un braccio e infilo la mano fra i suoi capelli.  Improvvisamente, sento perfettamente il suo bacino attaccato al mio.
Quasi controvoglia stacco le mie labbra dalle sue, guardandolo fintamente con rimprovero. < Ma sei proprio un pervertito. >
< Mi fai quest' effetto. >
Rimango un attimo in silenzio. E' quasi completamente buio qui dentro.
Sono un lampione ci illumina, un po' distante dallo scivolo. < Quindi con quel si ammetti di essere pazza di me? >
< No, sei un odioso montatoschifo e puzzi. >
Si limita ad inarcare un sopracciglio. < E tu stai con uno che puzza? >
< Perche', puzzi davvero? > Fregato. Mi guarda malissimo.
< Ovvio che no. > Alza la testa, allungando il suo collo. < Senti il mio odore? >
Mi brillano gli occhi. Io vado pazza del suo odore. Bacio a stampo il suo collo, poi torno a guardarlo. < Scherzo. E' ovvio che sono pazza di te. >
Si sdraia, tirandomi sopra di lui. Mi bacia a stampo. < Ti amo. >
< Anche io ti amo. >
< Ridimmelo. >
< Cosa? > Ancora un occhiataccia. Rido di gusto < Ti amo, ti amo, ti amo. > 
Continuamo così per una buon quarto d'ora. Gli bacio la punta del nasino, ancora sdraiata su di lui.
Improvvisamente, non so per quale motivo, mi giro verso la "finestra". Strabuzzo gli occhi per qualche secondo, per mettere a fuoco.
Vedo un uomo venire verso il parco. < Josh? Non siamo soli. >
< Paparazzi? >
< Non so se è un paparazzo. Sta venendo qui. > Mi metto in ginocchio, mi imita.
Rimane per qualche secondo immobile poi mi prende una mano e mi tira giu'. < Nasconditi. > sussurra.
< Perchè? >
< E' un poliziotto. > Sentiamo i passi piu' vicini. Qualcuno sta calpestando l'erba.
Josh mi stringe la mano, abbassandosi ancora di piu'. Girandomi verso lo scivolo, noto una capoccetta spuntare.
Un uomo alto, sui 40 anni ci fissa con le mani sui fianchi. < E voi? >
< Oh mio Dio. >
< Venite fuori, avanti. > Guardo l' attore.  Lui mi fa una smorfia, mi supera e ritorna alle scale che scende velocemente.
Faccio anche io la stessa mossa, fino a piazzarci davanti al poliziotto. Indossa la divisa e ha una pistola su un fianco.
< Che cosa ci fate in giro a quest'ora? >
< Chiacchieravamo un pò. > risponde prontamente il ragazzo. 
< Ah si?  > Sembra non crederci. Mi guarda, da capo a piedi. La maglia leggermente alzata. I capelli un pò pazzi.
Ovvio, Hutch ne va matto e non fa altro che metterci le mani. < Stai bene? >
Oddio. Avrà pensato che Josh mi stesse tipo stuprando. Per un attimo mi viene da ridere ma guardando la faccia seriosa dell' uomo mi trattengo.
< Certo. Lui è Josh Hutcherson, io una sua cara amica. Ci nascondavamo da possibili Paparazzi, sai com'è, poi ci montano certe storie su. >
Sul suo viso compare un leggero sorriso. < Comunque stavamo andando a casa. > aggiungo prontamente.
< Si, forse è meglio. >  Ritorna sui suoi passi. Contemporaneamente io e il mio ragazzo facciamo la linguaccia. 
Poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Lo abbraccio, cingendogli la vita. < Che brutta situazione. >
< Ti immagini? Josh Hutcherson in galera per presunta violenza su giovane donzella. >
< Preferisco di no! >
  Ancora mano per mano, felici e innamorati uno dell'altra ci dirigiamo verso la mia dimora.
Lo bacio sulla guancia.  Mi lancia uno sguardo poco convinto, poi si lascia andare ad un bellissimo sorriso.
Davanti la porta d' ingresso mi abbraccia da dietro, poggiando il mento sulla mia spalla. < Non pensi che il mondo sia meraviglioso? >
< Sì... il mondo per te e' meraviglioso? >
Gli sfioro le mani. < Lo è. Se ci sei tu poi ancora di più. >
< Questo era scontato. > Ridiamo insieme. < Allora buonanotte pulcino. >
< Buonanotte piccola. Ti chiamo io domani. >



Note:
Ho scritto per voi un capitooolo lungo lungo.
Quindi se volete che vado avanti dovete lasciarmi tante belle recensioni.
Ve ne prego, fatemi sapere cosa ne pensate! Niente timidezza.
Bacini

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Capitolo 43
*** Nausea e pensieri balordi. ***


Non è stato per niente facile, al contrario di quello che pensavo, convincere i miei. Mia madre non ha fatto altro che urlare e piangere istericamente tutto il tempo.
E' stato papà ad ordinarle di darsi un contegno. Che avrebbero sopportato un periodo di prova, per vedere come va.
Che alla minima sfumatura o dubbio sarei salita sul primo volo per il Kentucky. 
Nel frattempo avrei frequentato delle lezioni private giusto per non perdermi le ore di studio. 
Michelle e Chris, i genitori di Josh, per fortuna hanno supportato le mie preghiere. Sono riusciti ad acquisire la loro fiducia, a farsi conoscere e a rendere tutto più "accomodante".
La cosa peggiore in tutto ciò è che ho uno strano senso di nausea. Non una nausea normale, quella che rimane per qualche attimo e passa con acqua e zucchero.
L' attore mi ha visto anche molto pallida ma oltre ciò non ha fatto commenti. Le amiche, che mi hanno raggiunto a casa, hanno fatto la stessa osservazione.
Spero solo che non sia niente di grave.
Finisco di infilare le mie cose dentro la valigia con il loro aiuto. < Amore mio. > mi stringe mamma sulla soglia della porta. < Scusa per prima. >
< Tranquilla. Ti chiamerò ogni volta che posso, lo sai. >
< Ohhh no. > mi canzona lei < Ti chiamo io. Tu tieni i soldi sul telefono per le urgenze. > Michelle di tutta risposta le lancia un occhiata di fuoco. < Devi rispondere sempre, chiaro? >
< Chiarissimo. > baci e abbracci, altre lacrime. So che mi mancheranno. Tutti! Ma non posso più vivere senza Hutch al mio fianco. 
E poi, come ha detto lo stesso attore, torneremo qui. E' sempre il luogo dove entrambi siamo cresciuti per non contare il fatto che lui qui ha ancora i nonni. 
< Dobbiamo andare piccola, l' aereo ci aspetta. > 
< Andiamo. > 
< Hai preso tutto? >
< Si mamma. > 
< Tieni il telefono sempre - > sarà la centesima volta! 
< - Si mamma. > 
< Fai la brava. >
< Si mamma. Ciaociao. >
< Ciao piccola ti amo. > Mentre siamo in auto, diretti all' areoporto, Josh incrocia le dita con le mie e mi bacia delicatamente la tempia. Sussurra un " tutto bene? " e io, prontamente, annuisco. Anche se c' è la nostalgia e la nausea che ostacolano la felicità del momento. 
Il posto e' abbastanza affollato e gia' molte persone lo hanno fermato per farsi le foto o per avere un suo autografo.
Riusciamo a fare tutti i controlli necessari per miracolo. Una volta seduti controllo piu' volte la cintura di sicurezza e prendo a guardare nervosamente fuori dal finestrino.
< Ehi. >  Giro la testa verso Hutch di scatto. < Sicura di stare bene? > mi prende una mano, fissandomi con sguardo languido.
Sospiro. < Te l' ho detto, ho un pò di nausea. > 
< Prova a dormire un po'. Magari ti rilassi e passa pure questa nausea. > poggio la testa sulla spalla e di conseguenza lui sul mio capo.
Forse ci addormentiamo contemporaneamente perche' quando riapro gli occhi sono gia' a Los Angeles. Nella caotica Los Angeles.
Comincio a saltellare qua e la, ora più emozionata che mai. I suoi genitori si preoccupano di andare a prendere le valigie. 
< Li aspettiamo fuori? > mi chiede con tono un pò stranito, con Connor alle sue spalle che annuisce. 
< Si andiamo. > mi fa un bel sorriso e circonda le mie spalle con un braccio.
 
La settimana, tra il sistemare la casa (una delle più belle che io abbia mai visto), prime lezioni private e adattamento alla nuova vita, passa velocemente.
Sono sempre al fianco di Josh, ovunque vada, questo mi fa sentire bene.
Dormiamo insisme tutte le notti, ci svegliamo, facciamo l' amore. 
Cosa posso desiderare più di ciò che ho? Mh. Che passi questa maledetta nausea. Si perchè dal giorno della partenza non se n' è più andata.
Comincio seriamente a preoccuparmi. Ma nello stesso tempo non voglio che si preoccupino mia madre, Michelle, Josh. Quindi è una cosa che mi tengo dentro, ne soffro in solitudine. 
Si avvicina e mi da un bacio leggero sulle labbra. < Ti avevo detto di aspettarmi. >
< Pff. Avevo fame e sono andata a fare colazione. >
< Adesso a me tocca mangiare da solo. >
< Ci sono io, Joshino piccino. > si intromette Connor, già accomodato sulla sedia. 
< Non parlavo con te. >
< Se vuoi mi metto un sacchetto in testa. > 
Oggi l' attore ha un incontro importante con il regista del suo prossimo film: Paradise Lost. Le riprese si svolgeranno a Panama, io ovviamente andrò con lui. 
Peccato questo mi trovi stranita e dannatamente lenta a camminare. < Va tutto bene, amore? > ha gli occhi lucidi. Mi sono sentita rivolgere questa domanda almeno un miliardo di volte da quando siamo qui. 
< Si, tutto okay. >
< Non sembra. >
< Ancora un pò di nausea. Sarà stata la colazione. > Fa spallucce e mi prende la mano, incrociando le dita con le mie.
In macchina, diretti all' appuntamento, dormo tutto il tempo. 
Appena arriviamo, poggio il palmo della mano destra al muro bianco del locale e faccio grossi respiri. < Devo vomitare. >
Il giovane sgrana gli occhi, incredulo. < Possibile sia il cambiamento di routine? >
< Vuoi che ti accompagno al bagno? >
< No, grazie. Puoi tenermi la borsa? >
< Non ti lascio da sola. >
< Faccio subito, davvero. Corro in bagno, mi do una sistemata e torno. > sospiro impaziente. 
< V-Va bene. >  Fa per baciarmi ma mi allontano prontamente. 
< Potrei vomitarti addosso. >
< Ma finiscila, vieni qui. > mi afferra una mano, mi tira a se e mi bacia molto vicino alla bocca. < Adesso puoi andare. >
Gli sorrido e sfioro il viso con le dita.  Poi mi allontano. Raggiunto il bar nelle vicinanze chiedo la chiave urgente della toilette. 
Ciò che mi esce dalla bocca, curva sul water, non c' è bisogno nemmeno che io lo descriva. 
La stessa notte, apro gli occhi di scatto dovuto a qualche incubo insensato. Allungo il braccio al mio fianco e sento il materasso vuoto. Così mi alzo sui gomiti per scrutare nel buio. 
C' è una luce accesa, proviene dal banconcino che da sugli alberi che circondano la casa. Così mi alzo, percorro il corridoio e raggiungo la destinazione a passo felino.
Josh si stringe nella sua giacca, ha lo sguardo rivolto verso l' orizzonte e i piedi, incrociati, poggiano sul parapetto. Rabbrividisco per la folata gelida che penetra le ossa.
Da dietro gli sfioro i capelli corti con tocco delicato.  Non si giro per vedere chi e', anche perche' lo sa benissimo. < Come mai sei sveglia? >
Sospiro e lo sorpasso, sedendomi poi sulle gambe. Mi fa una carezza sulla guancia. < Non riesco a dormire. >
< Prima non sembrava. > piccola pausa. < Qualche preoccupazione? >
< Non lo so, mi sento strana. > 
Avvicina piano il suo viso al mio, guardandomi negli occhi. < Tieni tanto a me, Josh? >
< Certo che ci tengo. > mi bacia a stampo. < Perchè? >
< Non lo so.. ho in mente una cosa. >
< Cosa? >
Il cuore incomincia a battermi forte. < Vorrei non pensarci, ma è più forte di me. >
< Coraggio allora. > mantiene dritta la schiena, molto attento alle mie espressioni e sopratutto a ciò che sto per rivelargli. < Cos' è? >
All' improvviso tutto il coraggio viene a mancare. Così faccio per alzarmi con convizione ma quello mi tira gù costringendomi a tornare sulle sue coscie muscolose. < Dai dimmelo. >
Mi guarda un po' strano. < A che pensi? >
< Va bene, va bene. Te lo dico senza peli sulla lingua, allora. > 
< Che? >
< Voglio fare il test di gravidanza. >  Cristiddio. Quasi ha un infarto.
So bene che sta cercando di dominare le sue emozioni ma devo dirlo: gli riesce molto male. < Sei impazzita per caso? >
Gli accarezzo una guancia ma lui scansa la mano. < No Josh, sono seria. Non abbiamo mai usato precauzioni, TU non hai messo il preservativo. >
< E' vero ma non significa nulla. Sono stato molto attento, non puoi essere incinta. >
< La nausea, il mal di testa, la stanchezza.. sono dei sintomi non solo del ciclo imminente, ma anche di una gravidanza. > 
Manda la testa all' indietro. 
So che può sembrare assurdo per lui, forse più di quanto lo è per me. Ha vent' anni, la fama, la recitazione. 
Pero'  un test di non e' niente. Risultera' negativo, DEVE risultare negativo. Altrimenti non so quanti casini succederebbero. < E' solo per sicurezza, Hutch. >
< Va bene. S-Sono senza parole ma se te- cioè se ti fa stare più tranquilla fallo. > Cerco di sorridergli. Lui rimane tremendamente serio. 
< Se risulta positivo che farai? Che faremo? > il suo sguardo preoccupato e serio mi fa cambiare espressione.
< Meglio non pensarci adesso. Prima fai il test, vediamo come va. > mi cinge il collo con le braccia, stringendomi forte. Lo abbraccio anche io, gli bacio il collo pulsante e umido. 
< Sicuro che sei pronto ad avere una risposta, poi? >
< Sicurissimo. Perchè sarà negativo. >
< Va bene. Allora domani lo prendo in farmacia. >
Se i nostri cuori potessero parlare adesso.. < Va bene, ti accompagno io in moto. >

Note:
Salve gente! I'm back hahaha insieme all' ispirazione!
Comunque ho finalmente trovato il "prestavolto" pe il personaggio principale.
Josh lo conosciamo tutti ovviamente. Questo patatino qui    https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/321548_363366730436420_757570735_n.png

S
arah invece.. * rullo di tamburi*
Pronte? *altro rullo di tamburi*
http://25.media.tumblr.com/14720d46e0981fae23482ce3d5754883/tumblr_mli5kuvchz1qzdroho1_500.jpg
http://24.media.tumblr.com/82f485e7c107f76acc5a41d0fe816e25/tumblr_mlksn9PYOA1sohparo2_500.jpg
http://25.media.tumblr.com/b9226ccf1af3a0af03ec9ca2a48ebd5c/tumblr_mlgwvp8pMh1qbzc1zo1_500.jpg
http://24.media.tumblr.com/810c9be92c37af5f0e26d8d624b4f6c8/tumblr_mlct3piM6M1qzdroho1_500.jpg
http://25.media.tumblr.com/24ccec71ffbe3b0b31c589d85710cc59/tumblr_ml3h0cxsDV1rty8g3o1_500.jpg
La magnifica Hannabeth. 
Ultima cosa da precisare: Sarah non ha tatuaggi. Nè sulle gambe nè sulle braccia. E nemmeno il piercing al naso gh
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa scelta!


 

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Capitolo 44
*** Esito positivo. ***


La mattina dopo sono un po' nervosa per i fatti miei. Forse perche' non sono più riuscita a prendere sonno. 
Josh invece, appena tornati a letto, si e' addormentato subito. Adesso sorride mentre si mette le Vans ai piedi. < Come ti senti oggi? > 
< Sono molto stanca. > Si allaccia la scarpa sinistra in silenzio e si avvicina a me, lentamente.
Sto sistemando i capelli in bagno. Mi abbraccia da dietro e mi bacia una spalla. 
Metto lo spazzolino dentro il bicchiere apposito per poi girarmi verso di lui. Lo bacio piu' volte a stampo. E' bellissimo.
Lo e' sempre, ma oggi e' qualcosa di divino. < Non sei nervoso per - >
Mi zittisce con un altro bacio. < No. >
< Va bene, andiamo allora. > Mi sorride e mi morde il labbro inferiore. < Sarà negativo. >
< Sarà negativo. > ripete, schiacciandomi tra lui e il lavandino.
Mentre facciamo colazione Michelle ci raggiunge e raggiante ci augura il buongiorno. < Che dovete fare oggi? > chiede mentre versa un pò di caffè nella tazza.
< Sarah non ha lezione, io per ora non ho impegni. Una passeggiata in moto. > risponde prontamente il figlio. 
< Basta che non vi stressate troppo. >
< Io sono abituato. Ci campo con lo stress. > risatina fasulla. 
Usciti di casa, ci dirigiamo verso il parcheggio dove tiene la moto. Intanto ci guardiamo attorno per scorgere qualche possibile rumore o flash di una macchina fotografica.
E' una delle prime cose che ho notato: gli stanno molto più addosso rispetto al Kentucky. Ed è frustrante stare a controllare in continuazione se si è seguiti o meno.
Ci mettiamo poco ad arrivare in farmacia. Fa per scendere. Lo blocco in tempo. < No, aspetta qui. >
< Ma- >
< No, aspetta. > Con una corsetta entro dentro l' edificio. E giuro: non c' è cosa più imbarazzante da chiedere.
Nemmeno gli assorbenti fanno quest' effetto. La donna dietro al bancone mi guarda di sbieco. Io cerco di evitare i suoi occhi ma inevitabilmente continuo ad incontrarli.
Le porgo la banconota, prendo la bustina e sgattaiolo via come un evasa. 
< Allora? > vedo la sua sicurezza traballare quando nota ciò che ha in mano. Pensava forse stessi scherzando? O che avessi cambiato idea?
< Possiamo andare. > la moto riparte. Durante il tragitto lo stringo più forte a me, poggiando la fronte sulla sua schiena. Il casco, quando si sta poco bene, è fastidiosissimo.
Ma non voglio rischiare: prima di tutto perchè potrebbero ancora coglierci in flagrante. Secondo: qui a Los Angeles gli autisti sono impazziti.
Comincio a pensare che molti abitanti abbiano trovato la patente di guida nei sacchi di patatine. 
< Quando lo farai? > chiede all' improvviso il giovane attore mentre siamo fermi al semaforo. 
< Appena torniamo a casa. > 
< Cerchiamo di toglierci questa pensiero il prima possibile allora. > 
< Si, meglio. Anche perchè credo stia per piovere. > 

Non ho il coraggio di ritornare in bagno per vedere il risultato. Pero' devo farlo, devo farlo per me e lui.
Respiro profondamente, con la mano sulla maniglia della porta. < Sarahhh ! > Michelle. Ottimo! Faccio un salto assurdo.
< Cosaa? > Le grido di risposta.
< Cosa vuoi per pranzo? Sto andando a fare la spesa. > 
< Non ho preferenze, va bene tutto quello che compri. > mi fa l' occhiolino e sparisce dietro l' angolo. Subito dopo sento la porta d' ingresso che si apre e richiude velocemente.
Josh è in camera, ha preferito stendersi sul letto piuttosto che starmi col fiato sul collo. Okay, ora entro.
Respiro forte. La testa mi scoppia, il cuore batte all' impazzata. Mi siedo sulla vasca perche' le gambe continuano a cedermi. 
I sintomi della gravidanza ci sono. Spero solo non sia così, anche se i bambini sono quel che sono. Adorabili, straordinari, bellissimi.
Ma e' troppo presto.  Prendo il test fra le mani e respiro per l'ultima volta. Potrei non riuscirci, dopo.
Chiudo gli occhi e li riapro solo quando ce l'ho davanti agli occhi. Scivolo a terra, butto l' aggeggio contro il muro del bagno.
Le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi. No, non ci posso credere. No, no no. 
Qualcuno bussa alla porta, io di risposta comincio a piangere istericamente con le ginocchia al petto. Devo aver sbagliato qualcosa.
Devo aver comprato il test meno attendibile. Perchè? < Sarah? > Mi nascondo il viso fra le mani, distrutta.
E adesso a LUI chi glielo dice?
Ricordo quando, dopo aver mollato tutti quei calci sulle ginocchia di Zoe, provavo vergogna a guardare i suoi occhi.
Del suo giudizio, anche se questa cosa l' abbiamo fatta insieme.
Il timore di perderlo si fa spazio tra tutti gli altri pensieri. Non di nuovo, cerco di convincermi che andrà tutto bene.
< Sarah? > continua a chiamarmi Josh oltre la porta. Con una fatica che sembra incredibile mi alzo, cestino i pezzi del test di gravidanza e faccio girare la chiave nella serratura.
La prima cosa che fa appena mi ha davanti è afferrarmi dalle spalle e scuotermi violentemente < Perchè stai piangendo? Dimmi perchè! >
< E' .. positivo. > soffio a qualche centimetro dal suo viso.
< Stai scherzando vero? >
< Potrei m-mai scherzare su questa cosa? >
< No, non puoi. >
< Infatti ti ho detto che non sto scherzando! >
< Cazzo. Cazzo, cazzo! > fa qualche passo indietro, si avvicina allo stipite e gli sferra un calcio con tutta la forza che ha. I muri tremano, io tremo. 
< Cerchiamo di calmarci, adesso. > 
< Non dirmi di stare calmo. Non dirmelo! >
Sembra davvero furioso, così mi schiaccio al muro spaventata.  Le gambe non mi reggono, così cado sulle ginocchia infilandomi le mani fra i capelli.
< E' una cosa che abbiamo fatto insieme Josh. > 
La mia voce e' quasi un sussurro e spezzata dai singhiozzi. Cerco di continuare a respirare, anche con il naso chiuso.
La gola chiusa. Non riesco ancora a crederci. < Josh? >
Alzo lo sguardo verso di lui. Un brivido mi attraversa tutto il corpo. Ha la fronte poggiata sul muro a mattonelle, le braccia lungo contro i fianchi e gli occhi rossi di lacrime.
Per un attimo mi viene in mente l'aborto. Altro brivido. No!  C'è sempre il mio bambino qui dentro. < Josh, ho paura.. > 
Nessuna risposta. < Josh, io non voglio ucciderlo. >
< Ho detto questo? > mi fulmina con lo sguardo. 
< Non abortirò, mai. E' il mio bambino. Non ci sarà mai momento più sbagliato di questo quindi puoi scegliere se riconoscerlo o meno. Assumiamoci le nostre responsabilita', non siamo piu' bambini. E' successo e come futura mamma sento che n-non dovrò fargli sentire neanche.. n-neanche per un istante il peso di essere nato. >
Manda la testa indietro, in preda ormai ad una crisi di nervi. < N-Non riconoscerlo? >
Si morde con talmete tanta forza il labbro inferiore che prende a farmi male. < Pensi che io sia talmente stronzo da lasciare che mio figlio.. > Altro brivido. < M-MIO FIGLIO cresca senza un padre? >
Riesce ad essere estremamente dolce anche in queste situazioni di panico. Come quella sera a ristorante. 
Le lacrime cominciano piano a scivolargli sulle guance.
< E' che non voglio rovinarti la vita. Hai una carriera, hai i tuoi film e i tuoi ammiratori. Un figlio a vent' anni, per un come te e dopo tutto ciò che è successo tra noi.. i-insomma, non è facile da accettare. >  Rimane con la bocca semiaperta.
Poi abbassa lo sguardo. < Ho bisogno di farmi un giro. Non mi cercare, non mi chiamare. > 
Si volta e comincia a camminare. 
< Vuoi lasciarmi? Vuoi lasciarmi per l' ennesima volta? >
< No, ti sto dicendo che ho bisogno di prendere aria e di farmi un giro in moto. >
< Va bene Josh, tutto il tempo che vuoi. >
Si nasconde il viso fra le mani, continuando a piangere. Poi scompare come ha fatto la mamma qualche minuto prima.
 
Occhi fissi sul soffitto. Sono le otto e mezza di sera e nè io, nè la sua famiglia vediamo Josh da tre giorni. 
Michelle ha provato a chiamarlo un miliardo di volte. Connor si è informato dai suoi amici a Los Angeles: nessuno l' ha visto. 
Tengo i pugni chiusi, stringo il lenzuolo sotto di me. La mandibola contratta. Pensieri contrastanti. Uno in rilievo. << Non ti muovere. >>
Ormai anche il dottore l'ha accertato: sono incinta. Ovviamente oltre me ed Hutch nessuno sa nulla. Ho un grandissimo mal di pancia.
E una grandissima, enorme voglia di andare a cercarlo. Devo vederlo altrimenti impazzisco. 
Per questo, me ne resto qui. Immobile.
All'improvviso mi alzo dal letto, prendo a malapena il cellulare e mi precipito fuori dalla stanza. < Dove vai? Hai sue notizie? > chiede la donna.
< Torno fra poco. >  Mi affretto a dire. E me ne vado, in fretta e furia.
Non m'importa se ci sono mille autobus che possono trasportarmi da una parte all' altra della città. 
Corro, nonostante la mia gravidanza.
Se solo mi fermo sento che sto solo perdendo tempo, e lui magari se n'è già andato, mi sta già odiando.
Se corro invece, sento che qualcosa per raggiungerlo lo sto facendo. Mi ha chiesto di non chiamarlo, ho ubbidito.
Ma non posso continuare così, sto male senza di lui.

Ti ricordi quelle corse con il cuore in gola
quando ti aspettavo all’uscita della scuola
quanto tutto ci sembrava non potesse mai finire. 


Un' idea improvvisa su dove potesse essere. Mi ha parlato tantissimo di quel parco, molto somigliante a quello del Kentucky (ma due volte più grande) dove gli piace passare il tempo.
Dove mi ha chiesto di essere la sua ragazza. Un posto che lo rende felice.
Così comincio a correre in quella direzione seguendo a malapena le indicazioni dei millemila cartelli. 

Ti ricordi quando coricati sotto il sole
quando un bacio interrompeva tutte le parole
quando noi dall’alto uniti guardavamo il cielo.

Non sapevamo che a volte il destino decide per noi...

Senza di lui non sono niente. Senza di lui non posso fare niente.
Lo voglio, più di ogni altra cosa e persona. 

Io non mi dimentico dei sogni irraggiungibili
Degli attimi lunghissimi a superare il vento
Io non ti dimentico perciò non farlo neanche tu
ricordati dovunque sei. Ricordami, ricordati di noi.


Forse sto solo perdendo tempo e lacrime. La sua vita e' recitare, non fare il giovane papà.
 Mi fermo ad una fontanella, non molto lontana dalla mia destinazione.  Copro la faccia con le mani.
Le lacrime scendono incontrollabili, non riesco a smettere. 
Qualcuno mi afferra per il polso, costringendomi a girarmi. Mi tira a sé e mi abbraccia forte.
Cosa ci fa qui? Perchè è qui? Due puntini in una grande città che riescono comunque a trovarsi. 
Cerco di staccarmi da lui per guardarlo negli occhi, ho la voce tremante e rotta dal pianto. < Credevo t-tu fossi al parco. Stavo correndo da te. > mi stringe più forte. 
Poggio la fronte sulla spalla. Nemmeno in questo momento, così perfetto, così troppo, così da favola, smetto di piangere come una bimba.
< Volete smetterla di fare gli stupidi voi due? > mi volto di scatto. AVAN? 
Che ci fa a Los Angeles?  < Smettetela. Davvero. >  Il mio cuore batte fortissimo. Josh abbassa lo sguardo e rallenta la presa.
Così cerco di staccarmi da lui, per andarmene, o almeno per non stargli appiccicata, ma appena ci provo, lui mi ristringe forte. < Ma tu- > 
< Josh mi chiama, io arrivo. E' il mio migliore amico da anni. > 
< Da quanto sei qui? >
< Il tempo necessario. Sono al corrente di tutto, nel caso te lo stessi chiedendo. > 
< Oh, bene. > torno a guardare l' attore < So che non vuoi vedermi. Ma rispondi alle chiamate di tua madre, please, è seriamente preoccupata. > 
< Non vuole vederti? Maledizione, non ha fatto altro che parlare di te per tre giorni. >
Hutch scuote la testa, accenna un sorriso e mi fa un carezza sulla guancia. < Faccio di meglio. Torno a casa. > 
Mi guarda, io tengo lo sguardo basso. Devo dirgli tutto. Chiudo gli occhi, apro il mio cuore. 
< Non riesco a fare a meno di te, non riesco a fare a meno di pensarti, non riesco a fare a meno di pronunciare il tuo nome, non riesco a fare a meno di sentire quella strana e fantastica sensazione ogni volta che sento nominare il tuo nome, non riesco a stare senza te, non riesco ad essere felice, ho bisogno di te, ne sento il vero bisogno. Un bisogno che sento anche quando penso al nostro bambino. Un bisogno che non se n'è mai andato, un bisogno che probabilmente ci sarà per sempre. Anche quando sei a pochissimi millimetri da me, sento il bisogno di averti ancora più vicino, anche quando mi abbracci, mi stringi, anche quando i nostri corpi sono appiccicati, sento il bisogno di te. >
Stringo i pugni, apro gli occhi e lo guardo. < Perchè ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, infinitamente, ti amo. >
E' colpito, intenerito. Un po' sconvolto forse, ma stupito. < Ti amo anche io, piccola. Decisamente troppo. Vieni, ho parcheggiato la moto da questa parte. >

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Capitolo 45
*** Sarah è incinta. ***


La mattina seguente mi sveglio a fatica. Sono le dieci e mezza.  Ancora non ho chiaro tutto ciò che è successo ieri sera. 
Oggi sia io che Josh abbiamo la giornata libera. Il giorno della partenza per Panama si avvicina sempre di più. 
Avan sarà già ripartito.  Mi strofino gli occhi, mi alzo e vado a lavarmi. 
Indosso jeans stretti, t-shirt semplice ed entro in cucina dove trovo il mio fidanzato e la mamma che parlano. < Buongiorno tesoro. > fa l' ultima appena mi vede.
L' attore mi manda un bacio con la mano.  Ha il viso stanco, ma è felice di essere tornato a casa.
Chissà che faccia fara' Michelle quando saprà della mia gravidanza. Per non parlare della mia famiglia. Meglio non pensarci per ora.  < 'Giorno. >
< Non fatemi prendere più un colpo al cuore del genere. Nessuno dei due. >
Dopo aver fatto colazione, torno in camera per lasciare un pò da soli i due.  Tiro fuori dalla custodia il mio computer portatile e lo metto sulla scrivania.
Accedo alla mia posta tramite indirizzo email ed entro su Skype. Sono secoli ormai che non accedo più.
Mi contattano un sacco di persone. Una che mi manca tantissimo, specialmente.
" Potresti anche rispondere agli sms di tanto in tanto. " Cassie. 
" Perdonami! Sono stata tanto impegnata. " 
" E' troppo che non ti sento! "
" Sono successe un sacco di cose.. "
" Come va lì a Los Angeles? E con Josh? "
" Ti chiamo, ti va? "
" Ovvio che mi va! "
Digito il numero e lascio squillare. < Saraaahh ! >
< Ehi! > 
< Beh allora? Racconta > Prendo a raccontarle tutta la storia. Le racconto a voce bassa anche della mia gravidanza, mi fido di lei.
So che non lo direbbe mai a nessuno. Dopo qualche minuto di sgomento mi risponde < Che cosa pensi di fare? Come sta adesso Josh? >
< Beh ho paura, ovviamente. Abbiamo paura. Non lo sa ancora nessuno. >
< Eh ci credo. > 
La maniglia della porta si abbassa e Josh entra nella stanza. Mi guarda incuriosito. < Cassie aspetta un attimo. >
Gli sorrido. < Amore. >
< Piccola. Che ti va di fare? >
< Centro commerciale? > propongo.
< Va bene. Ti aspetto alla moto. > mi sfiora le labbra con le sue e senza aggiungere altro si allontana.
< Cassie? > dico una volta poggiato il telefono all' orecchio. < Ci sei ancora? >
< Yep. >
< Finisco di prepararmi, vado al centro commerciale con Hutch. >
< Va beeene. Non abbandonarmi di nuovo però! Manchi tantissimo. >
< Anche tu mi manchi, Ti voglio bene. > metto giù.  Spengo il computer, tuffo la faccia nel fondotinta (maledetta carnagione pallida) ed esco.
Arrivati a destinazione, il giovane mi mette un braccio intorno alle spalle. < Ti vedo assente. A che pensi? >
Cominciamo a camminare verso l' entrata. Josh indossa occhiali da sole e cappello rosso, come al solito. 
< Stavo facendo un riepilogo mentale di tutta la faccenda. > gli sorrido. Lui fa lo stesso.  Sono troppo felice che sia tornato. 
Che si sia assunto le proprie responsabilità, gravi o meno che siano. Continua a lanciarmi sguardi furtivi alla pancia. E' leggermente gonfia, ma niente di particolare.
Di sicuro non si aspettava di diventare padre nel pieno della sua carriera, a soli vent' anni. 
Quando la gravidanza sarà evidente, sarà difficile nasconderlo a tutti quanti.  Passiamo davanti al negozio di musica e dvd. < Entriamo? >
< Certo. > mi precipito subito alle cuffie per ascoltare qualche canzone interessante. 
Josh mi poggia una mano sulla spalla dopo un tempo che sembra infinito. < Che ascolti? >
In effetti ero molto presa. Mi sfilo l' apparecchio e lo metto al suo posto. < I Black Veil Brides! >
< Non fare la depressa. >
< Non conosco nemmeno il significato della canzone, mi piace il ritmo. > piccola smorfia. 
< Scommetto che ti piacerà anche questo. > mi porge il dvd " Hunger Games".  Tiro un urletto. 
Lui scoppia a ridere. < Te lo regalo, sai, io lo so a memoria. >
Osservo bene la copertina e sorrido. < Ti ringrazio Hutch, è splendido. Anche se avrei preferito guardarlo al cinema con te e Jennifer. >
< Possiamo organizzarci. > Assume un aria soddisfatta.
All' improvviso mi arriva un sms.  Tiro fuori il telefono dalla tasca dei jeans e rispondo velocemente alla mia amica. < Chi è? >
< Ancora Cassie. >
< Sta bene? >
Alzo lo sguardo verso di lui. < Ma cos'è tutta questa preoccupazione uno per l'altra? >
< Lei è preoccupata per me? >
< Seh. >
< Ohhh che carina. >
< Sono gelosa, Hutch. >
< Ohhhhh che cariiina. > Mi spettina scherzosamente. Ci facciamo un giro nel centro commerciale, poi una passeggiata per le vie di Los Angeles.
Abbiamo la possibilità di parlare, come se tutto fosse ricominciato per l' ennesima volta. Peccato che perdo subito energie. < Stai bene? >
< N-Non lo so. > mi guarda negli occhi, poco convinto. < Forse è meglio se torniamo. >
Sorride dolcemente. < Va beeene. >

Mi butto di peso sul suo letto, annusando a fondo le lenzuola. Josh chiude la porta a chiave, nel frattempo.
All'improvviso mi viene in mente una cosa. Una cosa assurda, una cosa sensa senso. < Voglio provare! >
< Cioè? > prendo il suo Mac Apple, lo apro e accedo nel mio account di Facebook nel giro di qualche secondo. 
< Ora provo a scrivere come stato che sono con te, e voglio vedere quante ragazze mi contattano. >
< Con me? >
< Si Josh, ficcatelo in testa: sei famoso. > piccola pausa < Famoso ma mio. > Sorride e mi bacia a stampo sulle labbra.
Scrivo come stato “Con Josh Hutcherson.”. E dopo pochi secondi mille donnine mi scrivono come per magia.
“ Oddio davvero? ”
“Stai scherzando? ”
“ Josh Sucks ” okay,  si poteva evitare.
“Voglio Liam! ”  E qui scoppiamo tutti e due a ridere.
“Vuoi Liam? "
“ Liam Hemsworth ”
“Sìsì, avevo capito. "
< Mi dispiace, è già impegnato con la Cyrus. >  Dice con fare malizioso.
“E' già impegnato. " Riferisco.
" Fa niente, non sono gelosa. " scrive ancora "Ti ricordi chi sono?"
“Veramente no! "
“Sono Sasha. Quella del corso di disegno." 
" Wow, scusami! "
“Ma quindi tu conosci Josh Hutcherson?” < Che fa, non ci crede? >
“Sasha, sono con lui in questo preciso momento. ”
“Eh sì, io sto andando ad un appuntamento con Liam invece. ”
“Guarda che dico davvero! ” < Accendi la Webcam. >
Lo guardo stupita, poi sorrido malignamente. < Ottima idea. > “ Accendo la webcam e ti faccio vedere! ”
Manda l'invito e lei accetta. Pochi secondi di caricamento ed eccoci lì. Sorrido e saluto con la manina.
La ragazza non dice niente per circa 5 minuti, poi comincia a mandare messaggi multipli a più non posso. Josh se la ride, abituato com' è agli attacchi di panico. 
“ODDIO ODDIO ODDIO MA ALLORA E' VERO!!”
“Eh già! "
“AAAAAAAAAAAAAA” - " ODDIOOO "  - " MA SIETE FIDANZATI? "
L' attore tira il computer a se per scrivere  “ No ma siamo buoni amici. ”
“Oddio sto chattando con Peeta. PEETA MELLARK! ”
“ODDIO SASHA DEL CORSO DI DISEGNO! ” Non posso fare a meno di ridere. 
“ lol Ma dimmi Josh ...” E mi immagino già una cosa tipo 'Mi dai il numero di Liam?' Invece viene fuori tutt'altro. “...Sarah scopa bene? ”
Aggrotto la fronte,  Hutch è travolto dagli spasmi per le troppe risate.  “ Devo ancora testarla, ma credo sia abile” < Abile? >
< Devo entrare nel dettaglio? > Mi fa la linguaccia mentre riottengo il possesso del Mac. " Che idioti che siete. "
“Noo, vattene, voglio chattare con PEEETAAA " < Parlerò a Liam personalmente di questa tipa. >
< Non ci credo. >
< Davvero! >
" Di che parlate? Cagatemi. "
" Dice che parlerà a Liam di te. "
“O_O”
“Sasha?”
“O__O”
“E' andata.”
“ STAI SCHERZANDO?”
“Pare di no. ”
“ Josh io ti amooo " Ridiamo, ancora e ancora.
  Chiusa la conversazione ci sdraiamo sul letto. Lui morde il mio labbro inferiore, lo succhia appena. < Ti amo. >
Gli sorrido. < Anche io ti amo. > Mi bacia a stampo. Praticamente nello stesso istante, Michelle bussa alla porta.
< Venite? Il pranzo è pronto! > 
Si alza sui gomiti. < Si, mamma. > Riprende a guardarmi. < Andiamo a fare la pappa? >
Solo quando ci sediamo a tavola mi accorgo di due persone in più che di solito non ci sono. "Amici di famiglia" mi sussurra nell' orecchio l' attore. 
< Josh oggi a scuola due ragazze mi hanno scongiurato di presentarti a loro. > Connor. 
< Mi dispiace fratello. Davvero. Sono fantastiche ma a volte esagerano un pò. >
< Di niente. Io mi diverto, lo sai. Comunque dovrai cominciare a togliere un pò della roba che ti regalano dalla mia stanza. Sai comincio a non entrarci più! >
< Vorrà dire che dormirai sul divano! > risponde Hutch in tono ironico. 
< Non voglio dormire sul divano. >
< E allora ti faremo una cuccia coi giornali. > si fanno la linguaccia. Adorabili. 
< Anche lei era una tua fan? > chiede la donna bionda che siede al fianco di Michelle di cui ancora non conosco il nome. 
< Non proprio. Ci siamo conosciuti perchè pioveva e io non avevo l' ombrello. >
< E' uno splendore. > commenta quello che invece deve essere il marito, il compagno o comunque una persona a lei vicina. Lo ringrazio un pò imbarazzata.  < Lieto di fare la tua conoscenza. Non hai la stessa età di Josh, vero? >
< No, sono più piccola. >
Stringo forte la mano del mio ragazzo sotto il tavolo. Lui me l' afferra e fa per alzarsi. < Comunque devo dirvi una cosa. > Oddio no no no.
Non ce la faccio, non ora che sono tutti felici e contenti.  Non mi sento pronta. Come ha fatto a trovare la forza pe un gesto simile? E perchè non mi ha accennato niente prima?
< Beh, dicci amore. > fa Michelle. Connor sgrana gli occhi. Forse lui l'ha gia' capito visto che è un genio. 
< Avete deciso di sposarvi? > scherza il padre.  Mi alzo anche io, titubante. 
< Novità sul prossimo film? >
< Beh si ma non intendo questo. >  Adesso sono tutti seri e in silenzio, a guardarlo.  < Mh. >
Chiudo e gli occhi e cerco di respirare regolarmente. < Penso che se non lo dico ora, mi uscira' fuori come un aria. >
I suoi genitori si lanciano una velocissima occhiata. Comincio a torturarmi il labbro inferiore con i denti. < Beh? >
< Dicci. >
< Avanti! >
< Sarah è incinta. Io sono il padre. > Okay, l'ha detto. Ora posso buttarmi da un balcone. Addio mondo crudele!
Guardo Michelle dritta negli occhi, che sembra essere diventata di pietra.
Chris, il padre, le passa lentamente un braccio intorno al collo e cerca di tirarla a se, ma quella non si muove.
< Sto per diventare zio? > 
La mamma si alza all'improvviso. < S-Scusatemi. > Fa il giro del tavolo e si chiude in camera sua.
L' altra donna bionda pure si alza. < Aspetta! > La segue ed entra nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Io e Josh ci guardiamo contemporaneamente. Mi lascia la mano e mi abbraccia, stringendomi forte dalla vita. Poggia il mento sulla mia spalla. 
< E' normale sia rimasta di stucco, ma si calmerà. Ne sono sicuro, la conosco troppo bene. > 
Rimaniamo per non so quanto tempo in quella posizione, a sussussarci cose stupende a vicenda per tranquillizzarci.
Solo l' uomo che poco prima si è complimentato è rimasto al tavolo a fissarci. 
< Sono sconvolto. Pero' sei stato un vero uomo se sei riuscito ad assumerti le tue responsabilità. Ho sempre pensato tu fossi un ragazzo con la testa - >
< Ragazzo con la testa? Un ragazzo con la testa avrebbe usato le precauzioni. > lo interrompe Hutch in modo un pò scontroso. 
< Ma tu la ami, no? >
Mi guarda. < Da morire. > vedo un sorrisetto comparire sul suo bellissimo volto.
< Allora parla con tua madre. >
< Lo farò sicuramente. > Prende il mio viso tra le mani e mi bacia, senza farsi troppi problemi.
 
Dalla parte di Josh -
Sono ormai le due di notte e ancora non riesco a prendere sonno. Sarah è al mio fianco che dorme come un ghiro. 
Mi metto seduto sul letto e sospiro, poi mi alzo ed esco dalla stanza. Il letto dei miei genitori attira la mia attenzione.
C'è solo papà che dorme, mamma non c'è. Così comincio a cercarla in giro per casa, sicuro di trovarla ma sbaglio: non è qui. 
Prendo le chiavi e apro piano la porta.  Il freddo mi avvolge completamente. Cerco di non sbattere forte i denti.
La richiudo poi alle mie spalle, lentamente. Raggiungo le scale e la vedo seduta, mentre accarezza il cane. < Mamma.. >
Si gira di scatto. Non mi ha sentito aprire la porta? < Fa freddo.. dai, vieni dentro che ti geli. >
< Sto benissimo. > Fa spallucce, poi la vedo rabbrividire. 
Sorrido, mi fa tanta tenerezza la mia mamma. Scendo i tre scalini che mi separano da lei e mi siedo accanto.
Il cucciolo appena mi vede comincia a farmi le feste. < Ho bisogno di parlarti. > rimane in silenzio.  < So quello che pensi, è troppo presto e devo rimanere concentrato su ciò che mi piace fare. >  Fa una smorfia. < Ho solo vent' anni e- >
< Sei ancora un bambino, il mio bambino. > nasconde il viso fra le mani.
< Si. Però non posso abbandonarla. L' aborto è fuori discussione e lasciarlo senza un padre sarebbe da vigliacchi. Tutti hanno diritto ad avere i genitori. >
Finalmente gira piano la testa verso di me, ancora con lo sguardo basso. < Continuerò a recitare, a viaggiare. Ciò che ho costruito non crollerà, te lo prometto. >
Le prendo le mani. < Ho bisogno di te. Tu mi hai insegnato tante cose, ora devi stare vicino a Sarah. Ti prego. >
Ha gli occhi lucidi, si vede che vuole piangere ma non davanti a me. < Ho tanta paura..  > pausa. < E' anche per questo che ti voglio sempre presente, ogni giorno. Sei tu la mamma esperta, sei tu che mi hai cresciuto. Ora voglio che ci dai consigli per crescere il nostro, di bambino. >
Mi stringe le mani. < Ti sto scongiurando mamma. So che è difficile, ti preoccupi per me.. ma ti prego. >
< E' davvero troppo presto. >
< Lo so, lo so. > Mi mordo il labbro inferiore. Cominciano a pizzicarmi gli occhi. < Ma la amo, non voglio lasciarla sola e-e ho delle responsabilità. Devo provarci. >
< Provarci? Amore, un figlio è una cosa seria.. >
< Ho bisogno di te. >
< Va bene. > Mi tira a se e mi abbraccia. < Non immagini il bene che ti voglio, amore mio. >
< Anche io mamma, troppo. > Rimaniamo così, stretti uno all'altra. < Cosa dicono i suoi genitori? >
Sorrido debolmente. < Ancora non lo sanno. >
< HUTCH! >
< Glielo diremo. LO GIURO, glielo diremo appena tornati nel Kentucky. Una notizia del genere al telefono sarebbe troppo da sopportare. >
< Io dovevo badare a lei. Lo avevo promesso. >
< E' solo mia la colpa. Ci siamo lasciati trasportare, non ho usato le precauzioni. Se devono dare la colpa a qualcuno, è tutta mia. >
< Piccolo idiota innamorato. > Scoppiamo a ridere. Mentre rido, quasi non mi accorgo che le lacrime cominciano a rigarmi il volto.
La mamma credo non se ne sia accorta. Continua a stringermi forte, come per proteggermi da tutte le cose cattive che ci sono in questo mondo.
Ce ne sono davvero tante. So che non ci sarà per sempre.. ma per ora, va bene così. < Quindi le starai vicino? >
< Te lo prometto. >
< Grazie.. >
< Adesso entriamo in casa che fa freddo. Asciugati quelle lacrime, ometto. > E invece si, se n'è accorta. Perchè la mamma è sempre la mamma. 

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Capitolo 46
*** Debolezze. ***


Sono passati già alcuni mesi. Josh ha deciso di non portarmi con se alle riprese del film "Paradise Lost".
Preferisce che io rimanga con sua madre che si occuperà di me e mi accompagnerà con la massima discrezione a fare le visite dal medico.
Se da una parte gli ho dato ragione, guardandomi allo specchio e osservando poi i nostri corpi vicini, ho cominciato a sentire quella nostalgia morbosa di un tempo.
Mi manca troppo. Non ho nemmeno la possibilità di sentirlo tutti i giorni.
Per non parlare del fatto che ovunque mi giro, qui a Los Angeles, c' è qualcosa che me lo ricorda.
I primi sintomi della gravidanza si fanno sentire ad intermittenza ma sono orribili. Aggiunti poi al fatto che mi manca posso dire che non mi sono mai sentita così male.
Cerco di distrarmi con le lezioni private, mi faccio aiutare da Connor il genio con lo studio, faccio lunghe chiacchierate con Michelle.
Sento le mie amiche due-tre volte a settimana. Ma solo Cassie è al corrente di tutto. Vorrei avere almeno lei al mio fianco.
E' durante una delle giornate più tristi passate qui che mi ritrovo ad urlare nell' orecchio di mia madre " SONO INCINTA! "
Tutta la copertura salta a causa mia. Io e Josh avevamo deciso di farlo dal vivo, con calma e non sconvolgerli in questa maniera.
Dopo infinti minuti di sgomento con un filo di voce mi ha detto " Appena avremo le possibilità verremo a prenderti. "
I pianti, le urla della madre di Hutch. Come se non soffrissi già abbastanza. 
Mi sono sentita debole e il mio muro in quel momento era fatto di carta crespa. 

Dalla parte di Hutch-
Arrivato finalmente davanti casa mia, trovo qualche ragazza che comincia a urlare. < Oddio. >
< Vuoi che le mando via? > il mio menager. 
< Nono, tranquillo. Tu vai pure! Ci sentiamo domani. >
Annuisce e mi fa un bel sorriso. < Va bene. Ricordati di chiamare Francis Lawrence. Ci sono importanti novità per le riprese del secondo film. >
Scendo dall'auto, loro mi vengono subito addosso. < Ciao Josh! E' dalle due del pomeriggio che siamo qui ad aspettare il tuo ritorno. >
< Davvero? V-Voi siete pazze, io l'ho sempre detto. >
< Si, per te. Guarda, abbiamo preparato questi cartelloni. >
< I disegni li ho fatti io! > Li afferro, un pò imbarazzato. Si vede che sono parecchio stanche e infreddolite.
Non posso ignorarle, anche se le gambe non mi reggono piu'. < Ma non avete freddo? >
< Un pochino. > Piccola pausa. < Non sapevamo l'orario preciso, quindi non ci siamo mosse. Sai noi non siamo di Los Angeles! >
In effetti hanno l'accento un pò provinciale. < Grazie, grazie davvero. >
Apro un cartellone a caso, di colore blu. I disegni sono stupendi e la dedica mi fa rabbrividire.
< Sappiamo che sei stanco, però vogliamo anche che apri questo piccolo pensierino. >
< Anche il regalo? Oddio, non so cosa dire. > sorrido, prendo il pacchetto.
< Josh in casa tua c' è una ragazza! Bellissima! > Che fanno, spiano? < Ed è pure incinta! >
< Ah si? > Cerco di far finta di niente, anche se non vedo l'ora di riabbracciarla.
< E' entrata insieme a tua madre una mezz' ora fa. >
< Oh si, è una mia cara amica. >
< Non sei tu il padre, vero? >
Guardo la ragazzina che mi fissa, un pò imbarazzata. < Certo che no. > Come posso dire loro la verità? Non capirebbero. 
Apro il pacchetto, incuriosito. E' una collana con il ciondolo in oro bianco a forma di sole. < Grazie! >
La più coraggiosa mi spiega che per loro io sono il sole.  < Che dolci, vi ringrazio davvero. >
Mi lanciano occhiate languide. < Possiamo fare una foto con te? Poi giuro che ti lasciamo perdere. >
Sospiro. < Va bene, anche due! >
Ci mettiamo in posa e una delle tre scatta la foto. < Ora la voglio da sola con te. > Mi abbraccia e mi da un bacino sulla guancia. < Dai scatta così! >
La sento tremare fra le mie braccia, la stringo di piu'. < Grazie a te Hutch, sei davvero fantastico. >
< Ma figurati, grazie a voi. > Saluti, baci e abbracci e mi ritrovo a salire di corsa le scale per raggiungere la porta d' ingresso, trascinandomi dietro la valigia e lo zaino.
Infilo la chiave nella serratura e vengo quasi travolto da mia madre < Amore mio! Grazie al cielo, mi stavo preoccupando. >
< Ehm.. si, ho incontrato qualche fan sotto casa. >
< Ah, si! Ho chiesto loro se volevano entrare, si sono messe a ridere e sono scappate via. >
< Che matte. Come state? >
Papà esce dalla cucina con un pezzo di pane mangiucchiato in mano. < Ciao ometto! > Mi abbraccia anche lui.
< Ciao papà! > Respiro forte l'aria di famiglia. < Dov' è Connor? >
< E' da un amico, dovrebbe tornare a momenti. Hai fame, tesoro? >
< Si un pò. Sarah? > Mamma cambia tutto ad un tratto espressione. < Dov' è la mia piccola? >
Papà sospira. < Credo sia in camera. >
< Vado! > li sorpasso e faccio per raggiungere la nostra stanza. 
< Amore? > mamma.  < Ti prego, stalle vicino. >
Sorrido. < Certo che lo farò. Sempre. > Apro la porta lentamente, cercando di evitare qualsivoglia stupramento. Invece la trovo lì, sul letto concentrata a fissare il vuoto.
< Buonasera signorina. > Alza lentamente lo sguardo verso di me e sbatte piu' volte gli occhi. < Vieni qui! >
Sembra quasi non vedermi. Poggio la busta con la collana e i cartelloni a terra, lascio il manico del trolley e allargo le braccia. < Vieni? >
Finalmente sorride e si alza, di scatto. Oh, così va meglio. Mi viene incontro e mi stringe fortissimo. MOLTO meglio.
Rimaniamo per qualche minuto così, non so nemmeno io quanto precisamente.
Mando la testa indietro per guardare i suoi occhioni che mi sono mancati tanto. < Come stai? >
Sospira, non risponde. Non ha ancora detto una parola. 
Comincio a preoccuparmi. Cerco di sorridere mentre poggio delicato le labbra sulle sue. 
E' davvero troppo tempo che non sento questa sensazione. Le passo una mano fra i capelli. Lei continua a guardarmi in silenzio. < Qualcuno ti ha mangiato la lingua? >
Abbassa gli occhi. Okay, ora sono preoccupato. Pensavo fosse contenta di vedermi.
Mi aspettavo un pò piu' di felicita', in poche parole. < Sarah.. > Rialza gli occhi verso i miei. Piccolo brivido, sono davvero intensi e lucidi. < E' successo qualcosa? >
< I miei genitori verranno a prendermi. >
< Per quale motivo? >
< Non ce l' ho fatta, mi è scappato. Lo sanno, sanno tutto. >
< V-Va bene, è normale che adesso siano molto preoccupati. Ma si sistemerà tutto amore, stai tranquilla. >
Si morde il labbro inferiore per un secondo. < Josh.. > Mi prende le mani e mi tira dentro la stanza. < Sto cambiando idea. >
Sussulto. < Su che? >
< Sul bambino. I-Io..  ormai è tardi per l'aborto. Ma.. l'adozione, credo.. non lo so. > E' confusa, spaesata.
< Aborto, ADOZIONE? >  Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Mi sto agitando e devo calmarmi. < Tu sei stata la prima a dire che il bambino non dovra' sentire neanche per un secondo il peso di essere nato. >
< SI, l' ho detto. > Abbassa lo sguardo, di nuovo. 
Gli poggio una mano sotto il mento e glielo tiro su, costringendola a fissare i miei occhi. < Ti prego, non dire sciocchezze. >
< Josh non capisci come mi sento io? >
< E tu come mi sento io lo capisci? > Fa un passo indietro. Forse l'ho detto troppo duramente.
Cerco di rimediare, prendendola dalla vita. Ma lei è diventata di ghiaccio e non si muove. < Scusami. Sono molto stanco, non devo parlarti in questo modo. >
Si morde il labbro inferiore. < Come ti senti, amore? Dimmelo. >
< Tu. > Ecco, iniziamo bene. < Tu non ci sei mai ma non posso fartene una colpa e io- >
< Hai paura, non sai fare la mamma? >
< No, assolutamente. >
Sorrido debolmente. < Nemmeno la mia credeva di saperlo fare. E guardami adesso! > Mi scruta da capo a piedi.
< E' per questo che le ho chiesto di starti vicino, amore. >
Mi tira a se e mi abbraccia. Poggia la fronte sulla mia spalla e comincia a singhiozzare, piano. < Non voglio che soffra a causa mia. >
Le accarezzo piano i capelli. Poi mi viene un idea. Tempo fa mi è capitato di ascoltare una canzone molto carina.
Mi ha fatto subito pensare a lei. Aspetta, com'è che fanno le parole?
Risalirò col suo peso sul petto
come una carpa il fiume
mi spalmerò sulla faccia il rossetto
per farlo ridere..

Mando nuovamente la testa all'indietro per guardarla sorridere.
..Per lui poi comprerò
sacchetti di pop corn
potrà spargerli in macchina
per lui non fumerò
a quattro zampe andrò
e lo aiuterò a crescere. 

Ci guardiamo negli occhi fino alla fine della canzone. 
Sono stonatissimo, ma non importa. Alcune parti non coincidono con la realtà, ma nemmeno questo importa.
Voglio che capisca le mie intenzioni.  La vedo piangere e ridere, allo stesso momento. < Ti amo pulcino. >
Mi mordo il labbro inferiore, sorridendo. < Stai tranquilla e non pensare mai piu' certe cose. Ti amo anche io. >
< Dove la trovi tutta questa forza? >
< Non lo so nemmeno io. > Prende il mio viso fra le mani e poggia le sue labbra sulle mie. Mai un gesto così spontaneo poteva rendermi piu' felice.
Ora siamo io, lei e il piccolo che è li dentro la sua pancia. 
 
Sarah -
< Hai deciso di alzarti amore? E' quasi mezzogiorno. > Apro lentamente gli occhi. < Finalmente! >
E' ancora troppo presto per parlare. Mi siedo sul letto e mi stiracchio a dovere.
Mi sento parecchio scombussolata, è da tanto che non mi facevo una dormita del genere. < Vuoi mangiare qualcosa? > continua lui sorridente. 
Guardo Josh, alzando un sopracciglio. < Ti ho preso questo da Starbucks. > e mi porge quella che doveva essere la mia colazione.  < Anche se è un pò tardino dacci dentro. >
Sospiro e mi alzo avvicinandomi a lui. Lo tiro a me e l'abbraccio. < Grazie ancora per ieri. > La mia voce impastata non è il massimo.
Ma l'importante e' che arrivi il messaggio.
Sorride dolcemente, avvicinandosi nel frattempo alla finestra. < Apro per far cambiare un pò l'aria, ti dispiace? >
< In effetti. > Niente da fare, non mi ascolta. Si spalanca con un colpo solo. L'aria fredda mi entra nelle ossa, quasi mi viene un infarto. < Fa freeeeddo >
< Tesoro mio dovresti imparare a dormire con qualcosa in più addosso. >
Ho solo reggiseno e mutanda. Lo guardo di sbieco anche se ha ragione. Mi manda un bacio. < Vestiti e vieni in soggiorno piccola. Op hop! >
Infilo le ciabatte e di controvoglia metto su le prime cose. Poi comincio a divorare ciò che Hutch mi ha portato. 
Appena raggiungo il resto della famiglia trovo l' attore al telefono. 
Guardo interrogativa Michelle. Lei risponde con il labiale " Jennifer ". 
< Va bene, ci vediamo. Ti voglio bene. Sì, ciao. > Riattacca. Poggia il cellulare sul divano e sorride come un deficiente. 
Si avvicina, attacca il bacino al mio e mi stampa un leggero bacio sulle labbra. < Una cena col nuovo cast. In onore delle prossime riprese di " Catching Fire". >
< Hai intenzione di portare anche me? >
< Tu vuoi venire? >
< Non lo so Josh. Se ci fotografano insieme? > 
Mi bacia la fronte piu' volte.  < Prima o poi lo verranno a sapere, no? Non posso rinchiuderti in casa solo perche' sei in gravidanza. Dobbiamo solo cercare di fare attenzione. > 
 Quella sera arriva fin troppo velocemente. 
L' attore mi ha promesso attenzioni tutto il tempo. Se ci faranno qualche domanda indiscreta, risponderemo in modo ironico con un "I don't know. "
Non smette di guardarmi camminare goffamente sui tacchi e di accarezzarmi la pancia mentre siamo in taxi. < Vuoi smetterla? >
L' auto ci portera' al luogo di incontro con gli altri vicino al ristorante. < Mi piace toccarla. > Si curva leggermente e mi da un bacino sull'ombellico.
Sorrido.  Anche se è buio, riesco perfettamente a vederlo. < Si okay. A casa. > Gli scanso la mano e lo bacio a stampo. 
Sbuffa, facendo il finto offeso. < Questa è pura crudeltà. >
Poi gli arriva un messaggio.  Io poggio la testolina sulla spalla per curiosare.
" Jooosh! " 
"Chi? Io?!" 
"Qua ci stanno due ragazzine che aspettano solo te. "
"Solo me? OHOHOH"
"Sgasati. Dopo andiamo in un pub e tu vieni con noi!" 
Alza un sopracciglio. "Io sapevo che bisognava 'mangiare' e non 'ballare' stasera. "
"SII ANDIAMO TUTTI AL PUB!!"
“Io non voglio! ”
"Gli altri di adattano. C'è anche Sarah con te?"
“Jen, li leggi i messaggi o rispondi e basta? ”
Arriviamo lì che ci sono gia' quasi tutti (li chiamo con i nomi di scena per fare prima): Snow, Gale (con Miley OMG), Katniss, Haymitch, Cinna, Effie, Joanna, Plutarch e Enobaria e il regista ovviamente che dice < Se ne sono andate. >
< Pazienza. > Sospira e saluta tutti con un bacio sulla guancia o con una stretta di mano. A parte Jen che praticamente gli salta addosso e lo bacia ovunque.
Il cuore comincia a battermi all'impazzata. Però cerco di darmi una calmata e di non cedere alla gelosia.
Sono solo amici mi ripeto. SOLO amici. 
Le prende una mano e la fa girare su se stessa. < Ma come siamo eleganti. > in effetti è davvero stupenda. 
Lei lo bacia ancora. Poi si gira verso di me < Ciao Sarah! E' un piacere averti con noi. > 
< Ciao Jennifer. Ciao Elizabeth. > Mentre gli altri si presentano (anche se la maggior parte di loro li conosco già) io rispondo con un timido sorriso. 
Non capita tutti giorni essere circondata da personaggi in vista come loro. 
Afferro con forza le dita di Hutch e gliele stringo. Lui mi guarda, sorride e sussurra nel mio orecchio " No piccola, non te la lascerò. "
Finalmente tutti riuniti percorriamo un breve tratto a piedi ed entriamo in un lussuoso ristorante, sedendoci ad un tavolo gia' prenotato. Per ora di fotografi non ce ne sono. Meglio. Cominciano le chiacchiere su qualsiasi cosa.
< Stai bene? > mi sussurra ogni cinque minuti l' attore. < Quando vuoi andare via dimmelo. >
Lo guardo, inarcando un sopracciglio. < Ma neanche per idea. > mi stampa un bacio sulle labbra.  < Stai tranquillo. > 
< Sei bellissima. >
< Marpione, anche tu. > Scoppiamo a ridere. Haymitch (Woody) e Snow (Donald) cominciano a fare i deficienti. 
< Eccoli che cominciano. >
< Ma dai, sono tutti così carini. > 
< Abbiamo diverse concezioni della parola “carino”. > Finalmente arrivano i camerieri per le ordinazioni. CIBOOO
A cena conclusa, quasi non riesco ad alzarmi in piedi per quanto ho mangiato. O meglio quanto mi hanno indotto a mangiare.
Scoccate le undici, decidiamo di fare una passeggiata. Esco fuori, il freddo mi travolge. 
Mi stringo a lui, tremante. Mi abbraccia, cercando di tramettermi un pò di calore mentre camminiamo.
Effie (Elizabeth) ci passa accanto, tutta elegante e profumata mentre Haymitch e' intento a dargli dei pugnetti sul braccio, per chissà quale motivo. < El! > la chiama Josh.
Si gira verso di noi. < Vieni qui un attimo. >
< Tu non rompere. > fa a Woody.  Detto questo, si avvicina. < Che c' è? >
< Sei davvero elegantissima anche tu. Perchè? >
< Ehhh >
< Ooohh > 
< Iiihh >
< Uuuuhh, me ne vado. > Haymitch. Scoppio a ridere.  Velocizza il passo così da raggiungere gli altri.
< Grazie dolce Hobbit. > comincia a saltellare. < Comunque non potrò mai competere con la tua ragazza. > si morde il labbro e si allontana.
< Questo è poco ma sicuro. > ribatte l' attore.  Arrivati al pub, ci sediamo intorno ad un tavolino, su dei morbidi divani blu.
C'è chi balla, chi è gia' ubriaco. Qualcuno sembra riconoscerli, ma non gli danno molto peso.
Incominciano ad arrivare gli alcolici, Jennifer beve e si sente una dea. Afferra per il colletto della camicia Josh e lo tira a se. < Che fai? >
< Andiamo a ballare. > 
< Non mi va di ballare, Jen. >
< Posso rubartelo un attimo vero Sarah? > Chiede con tono provocatorio. 
< Certo, fai pure. > stai tranquilla, stai tranquilla, stai TRANQUILLA.  Senza aggiungere altro lo trascina via, verso la pista. 
Comincia a ridere e a muoversi a ritmo di musica, con il corpo attaccato al suo. Lui un pò incerto la stringe forte dalla vita e azzarda qualche passo. 
C'è un cambio di musica piu' lenta. L' attrice poggia la testa sulla sua spalla e lo abbraccia. Cominciano a sussurrarsi qualcosa. 
E sento il cuore esplodere. Non posso immaginare che in realtà gli sta chiedendo di me.
Di me e del futuro bambino che nascerà. 
Mi alzo, mi scuso con gli altri ed esco dal locale. Un ragazzo con la camicia rossa, visibilmente brillo comincia a parlarmi ma io nemmeno gli do retta.
Sospiro, cercando di rilassarmi invano.  Fa freddissimo e non ho nemmeno la giacca. 
Ci sono tutte coppiette che si sbattono al muro per baciarsi, quasi si mangiano. Mi viene il voltastomaco.
< Guarda che io sono meglio di quello là. >
< Come scusa? > chiedo al tipo che sta cercando di abbordarmi. < Io non credo. >
< Invece si. > mi poggia una mano sulla vita. Io sussulto. 
< Scusate l' interruzione. >  Come sempre arriva al momento giusto. Ho una sorta di dejavù nella mente. 
Il ragazzo con la camicia rossa si gira. < Josh Hutcherson. > 
< Puoi togliere quella mano, per favore? > 
< Non posso nemmeno parlare con lei? >
Si avvicina di più. < Evapora. > Lo sorpassa e mi circonda il corpo con le sue braccia forti. < Perchè sei qui? > chiede con un filo di voce. 
Dopo qualche istante, il giovane lo afferra per la camicia e lo trascina indietro. Poi gli da una spinta. < Che cazzo fai? Ti ho detto evapora, non mi hai sentito? >
< Vuoi morire? >
Josh scoppia a ridere. < Non farò a botte con te. > quello sputa a terra, molto vicino ai suoi piedi. Un bodyguard minaccia di intervenire. 
< Mi auguro ti dia i soldi che guadagna con i suoi film. Altrimenti stai messa male, bella mia. >  Lo soprassa dandogli una spallata assurda. 
Pero' non credo gli abbia fatto molto male. < Perchè sei venuta qui? > mi ripete una volta rimasti "soli". 
< Non posso? >
< Non devi, senza di me. Qui non siamo ad Union, questa è una città piena di imbecilli. E io devo proteggerti. > fa per prendermi la mano ma io la tiro via involontariamente. < Adesso entriamo dentro. >
< No, voglio rimanere qui. > Rimane sorpreso dalla risposta fredda che gli riservo. < Vatti a divertire Hutch, hai bisogno di un pò di svago. >
< E' per Jennifer? Sarah è ubriaca. Lo sai che siamo solo amici e colleghi. >
< Non hai comunque opposto la minima resistenza. >
< Ti chiedo scusa. Ora possiamo tornare dentro? > 
< No, vado via. Ti aspetto a casa. >
< Non ti lascio da sola. Saluto gli altri e ce ne andiamo insieme.>
< Sono proprio una stupida. Non voglio rovinarti la vita ma sto facendo l' esatto opposto. Non so che mi succede. >
< Non sei una stupida. Rimani qui, io torno subito. >

Note:
Saaaaalve gente. Alcuni chiarimenti per voi!
So che Josh ha girato prima Hunger Games two e poi Paradise Lost.
Ma mi serviva il contrario per la mia trama gh quindi sorvolate.
Altra cosa importante: la canzone che Hutch canticchia è quella di Nek 
vi lascio il link http://youtu.be/oJOj70jBqIs 
Ora è chiaro che, da americano per eccellenza, non dovrebbe conoscerla.
Però ci stava troppo bene *^* quindi con un pò di immaginazione provate a tradurla in inglese
e interpretata da Josh per l' occasione. 
Questa è Sarah vestita per andare alla cena   http://distilleryimage4.s3.amazonaws.com/0cb81e8aaa5411e292fc22000a1f9806_7.jpg 
con giacca e collant ovviamente dato che non è estate.  Io la trovo magnifica.
Okay ho finito di vomitare arcobaleni.
Tanti bacini e recensite! Xoxo

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Capitolo 47
*** Buon Natale. ***


Arrivati a casa, accendo la luce e poggio la giacca su una sedia. La stanchezza è arrivata tutta insieme. < Eccoci qua. >
Sospiro tristemente. Siedo sul letto, incrociando le gambe e poggiandoci le mani sopra.
< Che hai? >
< Non volevo rovinarti la serata. Scusami. >
Cerca di sorridermi < Non ci pensare. > si butta di peso sul materasso, a pancia in sotto rimbalzando un pò.
< Hai sonno? >
< Un pò. > Incastra la testa fra le braccia. < tu no? >
< Pensavo che volevi farmi la paternale. > Prosegue un minuto di silenzio, un pò imbarazzante. Poi decide di mettersi seduto al mio fianco.
Fissa il vuoto, davanti a se. < Quando sei uscita il tuo intento era indispettirmi? >
< Beh.. > Finalmente posa gli occhi sui miei < In un certo senso. > non rimane affatto sorpreso dalla risposta.
< Basta gelosie, Sarah. >  Mi prende le mani e le tiene forti tra le sue < Sai che non voglio perderti. Ora meno che mai. Fidati. >
< Lei è così perfetta. E voi avete un rapporto bellissimo. Non ce l' ho fatta a resistere. >
< Piccola > addolcisce il tono, come per tranquillizzarmi < Tra me e Jen c'è qualcosa di bellissimo. C' è feeling, c'è comprensione. 
Anche solo con uno sguardo ci capiamo. Penso sia una persona straordinaria. Sai cosa mi ha chiesto mentre ballavamo? >
< Quando eravate abbracciati? > annuisce. < Cosa? >
< Mi ha chiesto di te. Se stavi bene e come procedeva la gravidanza. Lei tiene a me come un fratellino. >
< Tu tieni a lei come una sorella? >
< Certo che tengo a lei come una sorella. > per la seconda volta, dall' inizio delle riprese di Hunger Games, l' ho giudicata male.
Ed è così frustrante. Mi tira a se e, mentre si sdraia, mi stringe forte dalla vita. < Perchè non credi a ciò che ti dico? >
< Ci credo. Pace? >
< Pace. Ti fai dare un bacio? > un sorrisetto malizioso e senza aspettare una risposta me ne stampa due sulle labbra.
Cominciamo a farci travolgere dalla passione e dopo pochi minuti i vestiti raggiungono il pavimento. Mi alzo < Aspetta, spengo la luce. >
 
Spalanco gli occhi all'improvviso. E' bruttissimo svegliarsi così di colpo.
E la cosa piu' strana e' che non ricordo nemmeno cosa ho sognato stanotte. Passo il braccio sulla fronte per asciugarmela.
Josh dorme beatamente vicino a me sdraiato su un lato, le ginocchia vicine al petto e le mani all'altezza del mento.
Accarezzo i capelli corti e gli do un bacio sulla guancia.  Ieri ci siamo addormentati così, dopo aver fatto l'amore.
Decido ad alzarmi e indossare l' intimo per poi raggiungere il bagno. 
Bagno il viso e mi guardo allo specchio. Ho i capelli pazzi e un viso che fa paura. 
Sono le nove e dieci di mattina.  Fra circa un ora Hutch deve presentarsi ad un appuntamento. 
Torno in camera e mi avvicino al letto.  Gattono piano su di luii, fino ad arrivare all'altezza del viso. < Amore > sussurro.
Di certo così non mi sente. Con una mano gli accarezzo il viso. < Amore svegliati dai. >
Sbatte piu' volte gli occhi, un pò disorientato.  Poi mi guarda. < B-Buongiorno. >
La bacio molto vicino alla bocca. < Ciao Hutcherson. >
La sua voce di prima mattina fa una tenerezza infinita. Sembra un bambino. < Che ci fai in intimo sopra di me? >
< Ti sto svegliando. > La bacio ancora < Perchè? Che vuoi? >
< Facciamo la doccia insieme? >
Lo guardo un attimo seria, poi scoppio a ridere. < Nemmeno realizzi e già fai il pervertito. >
< Dai andiamo. >
< Un cagnolino in calore, proprio! >  si alza di scatto e comincia a tirarmi verso la toilette. Poi chiude la porta dietro di se. 
Peccato che non sia tutto rose e fiori. Non facciamo in tempo a mettere piede fuori dalla stanza, vestiti e profumati, che sentiamo delle urla.
Non troppo forti, ma comunque capaci di stordirti.
< Stai dicendo che io non ho educato bene mio figlio? E' questo? > Lancio una velocissima occhiata a Josh e mi precipito in salotto. 
< MAMMA! > con tutta l' aria che ho in corpo.  Le due donne si girano verso di me contemporaneamente. Che situazione assurda. < Cosa stai facendo? >
< Sono venuta a prenderti, come promesso. > e fa per avvicinarsi con le braccia aperte.
Io faccio due passi indietro. Si blocca. L' attore nel frattempo ci ha raggiunti. < Come osi venire qui e attaccare Michelle? Lei non c' entra niente. >
< C' entra. Se avesse speso due parole in più con lui > lo indica < Riguardo i contra- >
< COOOOSA? >
< - Non saremo in questa situazione! >
< SENTITE > le interrompo, prima che si mozzicano in testa < ora basta litigare. A cosa servono queste discussioni? >
< Sapevo che non dovevo lasciarti andare. > piccola pausa. < Amore. Amore perchè non hai abortito? Ti rendi conto di quanto sia grave la cosa? Un figlio non è uno scherzo. >
Un passo verso di me. Io ne faccio un altro indietro. < Abortire? Con quale coraggio? > 
< Siete ancora molto giovani. Perchè? >
< Perchè, nonostante la giovinezza, siamo in grado di prenderci le nostre responsabilità. > la voce calda del ragazzo ci fanno voltare nello stesso istante < Non devi prendertela con mia madre che mi ha parlato duemila volte di queste cose. L' unico che può avere una parte di colpa sono io. >
< Parli di responsabilità? Credi sia facile gestire un bambino? E sopratutto perchè non sono stata avvisata prima? >
< No, non credo affatto sia facile. Io ho il mio lavoro, lei deve ancora diplomarsi.  > molto lentamente si avvicina a lei, poggiandole quindi una mano sulla spalla < E ti chiedo scusa di tutto. Volevamo dirtelo dal vivo, con calma una volta tornati nel Kentucky ma Sarah era così debole in quel momento che non è riuscita a trattenersi. Deve essere stato un duro colpo. Anche questa è colpa mia. > i due si fissano in modo molto intenso, come se si stessero leggendo nella mente. 
< No Josh, l' abbiamo deciso insieme! > intervento inutile da parte mia. 
< E PERCHE' ERA DEBOLE? >
< Perchè ero fuori a girare un film. > risponde di tutto fiato Josh. < Ma c' era mia madre con lei. L' ha aiutata in tutti i modi. >
Segue un istante di silenzio imbarazzante. Quelli che ti fanno fischiare le orecchie. < Sarah ha sempre sofferto! Da quando si è fidanzata con te. >
< No, non è vero. > altro intervento inutile. Come se non esistessi. 
< Tu sei troppo preso dal tuo lavoro. >
< Le ho dato momenti di sofferenza, è vero, ma non solo quello per fortuna. > cerca il mio sguardo per cercare conferma. Poi sorride tornando su mia madre < Senti non mi aspetto di certo il tuo perdono imminente. Ma voglio che tieni in chiaro una cosa: il bambino nascerà e io farò in tutti i modi di presenziare nella sua vita. Perchè è mio figlio e da ragazzo responsabile sento che devo occuparmene. Non voglio pensi mai di essere stato un errore. Una dimenticanza dei suoi genitori. Tutti hanno il diritto di vivere una vita normale. E sappi anche che Sarah, se vorrai separarci, soffrirà ancora di più. Ero sconvolto quanto te all' inizio. Sono sparito per tre giorni senza lasciare traccia. Ma sono tornato e intendo rimanere. Non mi importa dei giornali, delle riviste scandalistiche. Voglio solo vedere la mia ragazza felice. Per tutta la vita. >
Questo ragazzo ha il dono di incantarti, mentre parla. Rimaniamo a fissarlo per non so quanto tempo senza dire niente. 

Alla fine decido di tornare comunque a Union insieme a mia madre.
Ma so perfettamente che, nel profondo, ha creduto alle parole di Josh e che in un certo senso lo abbia già "perdonato". 
E' comunque una bella sensazione tornare a casa. Cassie, Brandy e Michelle mi hanno aspettato davanti alla porta e mi hanno buttato le braccia al collo.
Mi stanno vicino come possono, felicissime di diventare "zie" di Hutcherson Junior. 
Mio padre si lascia andare ad un lungo abbraccio. Poggio il viso sul suo petto, in silenzio, mentre quello mi stringe forte. 
Credo sia un gesto che valga più di mille parole. Credo che abbia voluto anche fermare la mamma, prima di partire. Ma non glielo chiedo per accertarmene. 
Presto l' attore partirà per girare il secondo film "Catching Fire". Ma prima viene il Natale. Ciò significa che potremo vederci ancora.
Infatti, in attesa del suo arrivo (festeggerà insieme alla famiglia l' evento) rimango ad aspettarlo sul divano.
Ho preparato una sopresa per lui. Non è niente di materiale anche perchè diciamolo, quel ragazzo può permettersi tutti gli sfizi del mondo.
Così ho pensato ad una cosa originale. 
< Sarah? > 
< Mh? >
< E' arrivata una macchina. Forse sarebbe meglio se vai ad aprire alla tuo fidanzato. > Mi alzo, buttando il telefono sul divano senza cura.
Appena spalanco la porta, il gelo quasi mi travolge.  Ma non mi interessa. < Josh! > lo chiamo contenta come una bambina.
Lui esce dal' auto, sbattendo lo sportello e guardando in su. < Ciao piccola! >
Sale le scale, fino a raggiungermi. Si fionda fra le mie braccia e mi riempie di baci. < Auguri amore mio. >
< Auguri. >
< Allora hai cucinato i biscotti? > mi chiede. 
< Avrei voluto. Ma ci sono alcuni odori che ancora non riesco a sopportare per colpa di questo qua. > Indico l' ombellico, divertita. < Ah, dimenticavo >
Lo afferro per le spalle < Sei come al solito impeccabile. >
< Mh, anche tu dolcezza. > 
< Volete stare fuori? Avrei bisogno di chiudere la porta, fa un pò freddino. > papà. In effetti ha ragione. 
Mia madre si limita soltanto a sventolare la mano, trattenendo a stento un sorriso in sua presenza. 
All' improvviso dal nulla fa uscire un pacchetto. Lo guardo male < Ti avevo detto di non farlo. >
< Shhht. > Mi fa un bellissimo sorriso e mi bacia a stampo piu' volte, sotto gli occhi inteneriti dei miei genitori.
Appena la carta viene stracciata, caccio un urletto. E' un girocollo davvero meravigiioso. Credo che lo indosserò questa sera. 
< Allora ti piace? >
< E' meraviglioso. Davvero. Non so che dire. > comincio a saltellare, felice.  Mi bacia ancora, avvolgendomi il collo con le sue braccia.
A pochi millimetri dal mio viso sorride nuovamente. < TI amo. > Un altro bacio. Mia madre sembra che sta lì lì per piangere.
< Comunque devo rapirti per un oretta. Solo dopo potrai raggiungere la tua famiglia. > 
Gli prendo la mano. Lui è a dir poco sconvolto < Dove mi porti? >
< E' una sorpresa. E' il mio regalo. > 
Coperta da capo a piedi, mi infilo nella sua auto. Lui sale al posto di guida e mi chiede dove bisogna andare. 
Il tragitto è breve. Ci fermiamo davanti al piccolo ospedale di Union.  < Qui? > annuisco convinta. 
Spegne la macchina e scende. Decide di seguirmi, con passo molto incerto.  Mi tiene la mano ben salda mentre attraversiamo i corridoi.
Mi rivolgo ad un infermiera < Scusi.. io avevo un appuntamento. > Le dico il cognome e la signorina, con il sorriso sulle labbra, ci indica dove dobbiamo andare.
Davanti a una porta mi blocco e, sorridente, faccio una carezza alla pancia. < Eccoci qua. >
Legge il cartello. C'è scritto solo il cognome del dottore. 
< Che dobbiamo fare? >
< Entriamo e vedrai. > Appena l'uomo ci vede entrare, si alza e ci viene incontro.
< Finalmente! >
< Salve dottore. Scusi l'ora e il giorno, ma dovevo farlo per forza oggi. > prendo sottobraccio Hutch < Lui è il padre del bambino. >
< Salve. > dice lui ancora confuso. 
< Josh Hutcherson? Beh, seguitemi per favore. > Solo ora mi accorgo che c'è un altra porta nella stanza, che il dottore apre velocemente.
Un lettino e uno schermo nero si presenta davanti a noi. Tolgo la giacca, la borsa e mi sdraio adagio. 
L' attore pare abbia appena avuto un infarto. 
Appena su quel piccolo schermo nero appare l'immagine del mio bambino, o sarebbe meglio dire BAMBINA, cede totalmente all' emozione. 
E' una femminuccia splendida.  Tiene stretta la mia mano, mentre lo guardo soddisfatta.
Con l'altra, invece, si asciuga una goccia che scivola giu' veloce sulla guancia. < Amore. Amore di papà, sono qui. Piccola.. >
Torniamo a casa che ha ancora gli occhi lucidi. Non ha più detto una parola. 
Parcheggia l'auto e volto il busto verso di lui, poggiando il gomito sullo schienale del sedile. < Allora? >
Ricambia lo sguardo, serio. < Piaciuta la sorpresa? Non dici nulla? >
Passa qualche secondo di silenzio. Ora comincia a preoccuparmi.  < Ohy? Tutto okay? > annuisce. < Preferivi non vederla? Puoi dirmelo, non mi offendo. >
< Tranquilla. Non è facile per me, devi capirmi ma sono contento, davvero. > Prende il mio viso fra le mani e mi bacia.
< Vuoi stare un pò da me prima di andare dalla tua famiglia? >
Abbassa lo sguardo. < Non vorrei disturbare. >
< Nessun disturbo, Hutch. >
< Va bene andiamo! >
< E' stato facile convincerti. > un altro bacio e scendiamo dal mezzo. Arriviamo davanti alla porta di casa mia mano nella mano.
< Sicura? >
< Dai, vieni. > Mia madre apre, tutta sorridente. < Eccoci qua. > Siede sul divano e fa accomodare me sulle gambe. 
Cominciamo a parlare del piu' del meno, facendo passare il tempo in fretta. L' argomento principale è il suo prossimo film.
Ovviamente è gia tinto biondo, ha già messo su altri muscoli e pronto per le riprese. 
Poi la domanda tanto attesa < Allora raccontate? Che avete fatto lì fuori? >
< Un ecografia. >
< Ah. E- >
< E' una femminuccia. > Ci guardiamo, sorridendo.
< U-Una femmina? >
< Sì, una bellissima bambina che cresce anche troppo velocemente. > Vedo una lieve smorfia comparire sul suo viso.
< Beh almeno è tranquilla. >
< Questo è da vedere. > prendo la mano di Josh e mi alzo < Scusate, noi andiamo un attimo in camera. Se ci fa visita qualcuno o chiama qualcuno - >
Mamma alza un sopracciglio. < Non chiamateci. >
< SARAH! >
< Solo se è urgente allora. Bye > E lo trascino in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle.
< Che vuoi fare? >
< Te che vuoi fare? > Ci guardiamo per qualche istante negli occhi. < Ah, capisco. >
Sussulta un pò sorpreso. < Capisci davvero? >
mi avvicino tutta maliziosa e prendo a baciarlo, attaccandolo al muro. Lui mi stringe forte, mentre lo faccio. 
Sembra così vulnerabile adesso. < Forse è meglio se chiudi la porta. > Giro la chiave.
Ci buttiamo sul letto. Poi tutto si fa più frenetico. Mi passa una mano fra i capelli, mentre mi bacia il collo.
Gli passo le mani sotto la maglia. Adesso ho veramente voglia di lui. 
Scoppia a ridere. Io lo guardo interrogativa < Che ridi? >
< Certo che non ne possiamo proprio fare a meno, eh? >
< Beh caro, fattene una ragione. > 

Note:
Allora devo chiedervi scusa per:
1. Essermi assentata. I soliti casini! Pff
2. Per i zompi temporali assurdi nella ff. Non voglio arrivare al centomiliardesimo capitolo aha
3. Non so precisamente quando hanno avuto inizio le riprese di Catching Fire. 
Sicuramente non dopo Natale. Ma chissene importa questa è finzione no? 
4. Errori di battitura. Quando si è in piena ispirazione, anche rileggendola dopo, non te ne accorgi.
C' è chi di voi mi capirà.
Mi perdonate VERO?
Io vi amoh. Xoxo

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Capitolo 48
*** Il parto improvviso. ***


< Ci sentiremo ogni giorno, vero? >
< Impegni tuoi permettendo. >
< Qualsiasi cosa mi chiamerai? >
< Ma non dovrei essere io a fare queste domande a te? > Sbuffo.
< Beh, scusami se mi preoccupo. >
< Che dolce pulcino biondo sei. > Gli getto le braccia al collo, riempendo di baci il mio Hutcherson prima che vada a casa per passare il Natale in famiglia.
< Tu non sai nemmeno quanto ti sto amando. Ogni giorno di piu'. > Sorrido. < Credo che questa volta impazzirò ad averti lontano. >
< Nah. >
< Si invece. > Mi mordo il labbro inferiore, mentre lo scruto attentamente. Accarezza lentamente il viso. 
< Nessuno sa quanto mi costa lasciarti. > so che una parte di lui non vuole andarsene. Ma non ha altra scelta.
Cerco di godermi gli ultimi istanti perche' sarà molto dura. Se possibile ancora più delle altre volte. < Allora mi raccomando, fai il bravo. >
< Come sempre, babe. >
 
< Sara? Sara che hai? > Chiudo gli occhi per cercare di sentire meno il dolore. Apro la bocca per dire qualcosa ma non ne esce nessun suono.
Così la richiudo, impotente. Non sapevo facesse così male. Sento la mia migliore amica urlare a destra e manca.
Qualcuno mi prende in braccio, nonostante il peso. < Sarah respira ti stiamo portando in ospedale. >
Una voce che non riconosco subito chiede che succede.  < Non lo so, penso sia la bimba! > Eh, grazie. Questo lo sapevo anche io. 
< Susu, respira. > Faccio un lungo sospiro. < Ancora! > Apro nuovamente la bocca ma ancora una volta non succede nulla.
< Bisogna chiamare il padre. > 
Appena odo questa frase riapro gli occhi, sgranandoli. < J-Josh. > Ohhh finalmente la mia voce. < Voglio Josh. Dov' è? 
< Non è qui ora. Non parlare, respira. > Mi fanno sedere su un sedile di una macchina, credo sia quella del padre di Cassie. 
La mia amica mi tira a se e mi accarezza, dolcemente. < Sta per nascere, ti rendi conto? >
Mi prende un altra fitta alla pancia, seguita da un mio gemito. < Deve far molto male. >
< Mi ha.. Mi ha.. mollato un calcio assurdo! > La sento ridere. < Doloree >
< Eh ci credo! >
Anche se e' in anticipo la voglio.  Voglio la mia bambina, con tutta me stessa.
Diventa tutto piu' caotico quando arriviamo all'ospedale.
Mi chiudono in una stanza e incominciano a spogliarmi freneticamente. Ma succede così, all'improvviso?
Io pensavo si dovesse stare almeno uno o due giorni sotto controllo.  Il dottore mi sta dicendo qualcosa che non riesco a sentire. Ho le orecchie tappate.
Un'inferimera mi tiene la mano. Mi misurano la pressione e la temperatura mentre qualcuno attacca il cardiotocografo, che permette di controllare
in permanenza lo stato di salute della mia bambina. Mi attaccano una flebo che non so a cosa serve.
Forse per far diminuire il dolore. Mi porto una mano sulla pancia, quasi meccanicamente.
E' qui, vuole uscire. E come dargli torto?

Chiudo gli occhi, cerco di rilassarmi. E' tutto finito, la stanno asciugando.
Non ci posso credere, fra poco l'avrò fra le mie braccia. La mia piccolina.
Penso a Josh che ricevuta la notizia sarà alquanto scioccato.  < Eccola qui, la tua mamma. >
< Dammela, ti prego. > Ormai le lacrime scorrono veloci sulle mie guance. Reazione naturale per me.
La donna si avvicina, con un fagotto in braccio. <  E' una bambina stupenda ed il parto è andato benissimo. >
Me la da in braccio. Ha gli occhi chiusi e muove appena la boccuccia. Che meraviglia.  I capelli castano scuro, pelle chiara come la mia.
Però ha il viso tale e quale a quello di Hutch senior.  Mi viene da piangere ancora di piu'.
L'inferiera mi guarda interita per qualche istante. < Vi lascio sole. > Rimango a fissarla per un infinità di tempo.
Quando apre gli occhioni poi, lentamente, non posso fare a meno di sorridere. Li ha verdissimi e lucidi. < Ciao amore! > Mi asciugo una lacrima.
< Presto vedrai anche il tuo papà e ti assicuro che non ci sarà nessuna scena piu' bella. >
 
Dalla parte di Josh -
Apro gli occhi, lentamente. Oddio, ma quanto ho dormito?  Sembra un eternita'.
Tra l'altro con i vestiti di ieri e senza coperte. Ma che bravo Josh, complimenti. Per fortuna questa mattina è libera.
Noto il mio telefono, poggiato su un mobile di fronte al mio letto. Dopo aver trovato quella forza e pazienza di alzarmi lo afferro.
Sgrano gli occhi. Ventidue chiamate senza risposta? Possibile che non mi sia accorto di nulla? Eppure non ho un sonno pesante. 
Un numero sconosciuto, tantissime di mia madre, due di mio padre e un altra di un numero privato.
Okay, devo richiamare la mamma. Forse ci sono novita' sulla bambina.
< JOOOOSH > Mi perfora un timpano per cui sono costretto ad allontanare per qualche secondo il telefono dall'orecchio.
< Ciao anche a te. > Dico ancora con la voce impastata di sonno.
< Perchè. Non. Mi. Hai. Risposto. Maledizione? >
< Perchè stavo dormendo? >
< Comunque amore, siediti. Devo dirti una cosa. > Oddio, questo tono mi preoccupa.
< Cioè ? >
< Sei bello comodo su una poltrona? >
< Dai mamma non la fare tragica! Dimmi che è successo. >
< Sarah- > Ecco, lo sapevo. Spero per tutti che non le sia successo niente. Altrimenti faccio un casino. < Sarah ha partorito ieri sera. >
Okay, forse era meglio se mi sedevo. Le gambe non mi reggono piu'. Cado con le ginocchia sul pavimento.
< Hutch? Sei ancora tutto intero? >
< S-si, ma c-cioè, oddio. >
< Il parto è andato benissimo per fortuna, stanno bene e la piccola reagisce come dovrebbe, essendo nata due settimane d' anticipo. >
< Devo tornare. Per stasera dovrei farcela. >
< No! Tu hai Peeta da interpretare, la vedrai quando finisci. >
< No mamma, Sarah ha bisogno di me. > Non risponde. E' ovvio, sa che nel profondo ho ragione io.
< Come farai? >
< Non lo so, in qualche modo. Ti faccio sapere mamma, ciao. > E chiudo la chiamata.  Corro in bagno a sistemarmi i capelli e a spruzzarmi un pò di profumo.
Metto la sciarpa, gli occhiali da sole ed esco dalla roulotte lasciando lì quasi tutte le mie cose. 
Devo trovare il regista, ORA.  Lo vedo in lontananza, sta parlando con Sam (Finnick ).  Mi avvicino. 
< Ciao Josh! Non hai scene questa mattina, come mai sul set? >
< Devo tornare a Union. > Dico un pò sconvolto. Alza un sopracciglio e mi afferra per un gomito.
Mi tira un pò piu' in la, per far si che possiamo sentirci solo noi due. < Sei impazzito? >
< So che rallenterò tutto, che è una follia ma ti prego. Devo andare. >
Riduce gli occhi in fessure. Possibile che non capisce? < E' nata mia figlia. > Dico con un mezzo sorriso.
Lui apre la bocca. < Chiudi! Che ti entrano i moscerini! >
< Ma sei serio? >
< Serissimo. Posso andare ora? > Mi stringe la mano e poi mi abbraccia. Un abbraccio sincero, per fortuna.
< Josh.. >
< Ti prego! Ti prego! Non farai in tempo ad avvisare gli altri che sarò di ritorno. >
< Va bene, va bene! Però ragazzo mio poi ti assumi le tue responsabilità okay? Io girerò qualche altra scena senza di te per non perdere tempo. > 
Annuisco e faccio per uscire dall'edificio, poi torno indietro. < Ho lasciato tutti i miei affetti in roulotte. Dì a Margot di darci un occhiata. >
< Lo farò. > Gli tiro le chiavi che afferra al volo.
< Grazie per avermi capito. >
< Corri, prima che cambio idea. > Gli mando un bacio, scherzoso. Fermo un taxi e arrivo all'aereoporto in tempo per prendere un biglietto pagando quasi il doppio.
Due ore di attesa per di piu'. Ne approfitto per mandare un messaggio a Jen. 
"La bimba è nata. Sto tornando a Union ma tornerò presto. Ti voglio bene, tanto." Non lo rileggo nemmeno, lo invio e basta.
Non ci posso credere, e' nata. E non si è fatta di certo attendere.
Durante il viaggio in aereo, cerco di immaginarmela in tutti i modi. Il tempo intanto sembra non voler passare piu'.
Alle sei e mezza di sera e arrivo nel Kentucky trionfante e salvo anche se parecchio stanco. 
Trovo suo padre ad aspettarmi con la macchina un pò piu' in la. Appena salgo, accende il motore e si dirige verso l'ospedale.
Mi fisso le ginocchia, incapace di pronunciar parola.
Ma lui ancora una volta, rompe il silenzio. < Se ci sbrighiamo riuscirai a vederla in braccio alla sua mamma. La sta allattando. >
Finalmente sposto lo sguardo verso lui che di conseguenza fissa la strada.
< Stai Attento ai giornalisti, ti prego. So che si aggirano come dei cani da caccia intorno all' edificio. >
Si morde il labbro inferiore. < Non voglio succeda loro niente. >
Mi guarda con la coda dell'occhio e sorride. Io ovviamente ricambio, piu' felice di prima. < Non preoccuparti per questo. >
Arrivati a destinazione a passo svelto mi faccio guidare dall' uomo fino ad arrivare in una piccola saletta.
Riconosco sua madre, Cassie Michelle e Brandy, Avan. Quest' ultimo mi corre incontro e mi abbraccia < Ciao amico. >
< Ehy. >
< E' una bambina stupenda >
< Non avevo dubbi. > guardo la donna che adesso ho di fronte < Posso entrare? >
< Suppongo di si. >
< C' è anche la cucciola? > annuisce.  Le gambe mi tremano, la testa mi scoppia.
Sento gia' le lacrime pronte a scivolare giu'. Apro la porta lentamente. I muri sono bianchi, le lenzuola pure.
Sarah ha gli occhi chiusi, seduta con la testa appoggiata al cuscino. C'è un'altra donna nella stanza, credo sia un infermiera.
Appena mi vede, sgrana gli occhi. < Salve. S-Sono il papà. > Dico titubante.
La ragazza si scuote come se non credesse a ciò che ha appena sentito. 
Sorrido come un deficente, davanti quella scena. La piccola invece, e' dentro una culla con le ruote sotto.
Penso serva per trasportarla. Faccio qualche passo verso di lei. < Ve la lascio cinque minuti. > E sorridente esce dalla stanza.
Mi avvicino al letto e silenziosamente ci stringiamo in un forte abbraccio, pieno di amore.
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non piangere. < Sei qui. Non ci posso credere. >
< Scusa se non c' ero anche prima. > La mia voce trema e non poco.
< Non fa niente, saresti come minimo svenuto. > E scoppia a ridere. Si allontana e mi indica la culla. < Beh? Non vai a salutarla? >
< Dobbiamo decidere il nome. > Ci guardiamo per qualche istante negli occhi. < Michelle? >
In contemporanea. E' il nome della sua migliore amica con cui quel giorno aveva litigato. Che l' ha costretta ad andare in punitiva.
Che mi ha permesso, finalmente, di conoscerla. 
E' anche il nome di mia madre. Credo sia perfetto. 
Scoppiamo a ridere. < Non so come prenderla in braccio. > Le do un bacio a stampo e a passo svelto mi avvicino alla culla.
< Non è molto difficile. > Non riesco piu' a trattenere le lacrime che scendono giu' sulle mie guance. E' stupenda, un amore di bimba.
Gli occhi verdi e la pelle chiara.  Però ha il mio faccino, come quando ero un bebè. < Oh, ciao amore. >
Avvicino piano una mano e tocco la sua, piu' piccola. Lei mi fissa, immobile. < Sono io, sono il tuo papà. >
Con estrema lentezza apre la manina e prende il mio indice come da riflesso.  Tuffo al cuore, mentre continuo a piangere silenziosamente.
Passo la manica della camicia sui miei occhi e mi asciugo il viso.  Poi decido di prenderla.
E' leggerissima, sembra una bambola. Ed e' così delicata. 
Me la porto davanti al viso e le bacio la fronte.  < Sei la personcina piu' bella che esista al mondo. >
Un altro bacio, questa volta sul nasino microscopico.  Guardo Sarah che ha una mano sulla bocca. < Oltre tua madre, ovviamente. >


Note:
Ciaaaao. Allora comincio col dire che scrivendo e immaginando mi sono 
emozionata anche io. Quindi dovete perdonarmi qualche errore di battitura // grammaticale.
Poi volevo farvi vedere questa. Reggetevi forte  http://oi36.tinypic.com/2liyeer.jpg non è tenerissima?
Quando la piccola le stringe il dito. Ovviamente un pò meno ciccioso lol
Ultima questions: voglio tanti commentini.
La storia si volge quasi al termine e voglio sapere come  pensate debba essere il finale.
Vi amoh. Xo

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Capitolo 49
*** L' amore è nell' aria stasera. ***


Passano alcuni mesi. Arriva il caldo afoso, Josh ha terminato le riprese di Catching Fire e diventa sempre piu' difficile tenere lontani i paparazzi. 
Michelle è sempre più bella. Cresce benissimo, forse anche troppo in fretta.
Il padre a causa dei suoi impegni riesce ad avercela tra le braccia molto poco.  Però ha una foto dentro il portafoglio che, mi ha detto, guarda continuamente.
L' ho scattata e fatta stampare a sua insaputa. Poi gliel' ho data, tutta contenta.
E' lui con la piccola che dormono insieme. 
Mamma è quasi sempre al mio fianco per aiutarmi e darmi consigli. Anche la madre di Josh appena può si fa sentire al telefono.
Ho sempre il supporto delle mie amiche che provvedono ad allontanare i fotografi da casa e tengono la piccola quando sono troppo stanca anche per parlare.
Il primo periodo è stato molto difficile. Poi è andata un pò meglio. Hutch dovrebbe tornare a momenti. 
Anche se lo è gia di norma, riesce a tirare fuori quando è con lei tutto il suo lato tenero. E riesce a stupirmi dopo tutto questo tempo. 
Appena sento suonare alla porta salto su dal divano e corro ad aprire.
Me lo trovo davanti in tutto il suo splendore, con occhiali da sole e cappello rosso, che si sventola con una mano. 
Spalanca appena la bocca. Sono in reggiseno, shorts e piedi nudi. < Apri a tutti così, dolcezza? >
< Spiritoso Hutch. Vieni > gli prendo la mano e lo tiro a me, baciandolo a stampo.
< Stanco? > 
< Molto. Hai già mangiato? >
< Si > sospiro. 
< Peccato, volevo portarti a cena fuori. > un altro bacio.
Anche se lui è spesso via, ormai siamo una famiglia a tutti gli effetti.
E la cosa mi piace da morire!

Dalla parte di Josh -
Ho deciso di rinviare la mia partenza per stare un pò con Sarah e la bambina. 
E' una situazione difficile, certo, e odio vedere Sarah barricata in casa per non discutere coi paparazzi.
Vorrei tanto che la mia vita privata rimanga privata, che importasse solo la mia carriera da attore. Ma cerchiamo comunque di andare avanti.
Desidero anche che Sarah torni a Los Angeles. Mia madre si occuperebbe di lei, ne sono certo e potrei vedere sia lei che la bambina molto di più. 
Ma nessuno a parte me crede sia saggio portare Michelle e Sarah fuori di qui adesso.
Devono prima calmarsi le acque. La piccola deve crescere. Quindi mi arrendo all' idea di fare avanti e indietro appena ho tempo disponibile. 
Apro gli occhi per girarmi, chiedendomi che ore siano: 2.30 am segna il mio iphone. 
Rimango qualche istante immobile con il viso fra le mani. Poi decido di alzarmi e vestirmi, cercando di fare meno rumore possibile.
Con un filo di luce non è per niente facile ma ne esco vincente senza fare danni.
Poi mi giro verso il letto: coperte per terra, in mutande e canottierina attillata che lascia poco all'immaginazione.
Chissà se sta davvero dormendo. Un gemito, mi volto di scatto. Dietro di me c'è la culla con la bimba dentro.
< Ehy.. > Sussurro, abbassandomi verso di lei. < Che fai, non dormi? >
Mi guarda con i suoi occhioni grandi. Certamente lei potrebbe farmi la stessa domanda se potesse parlare.
Lancio una veloce occhiata a Sarah che nel frattempo ha cambiato posizione. Si, è proprio nel mondo dei sogni.  Adesso ne sono sicuro.
Ritorno sulla piccola che muove i piedini e allunga le braccia verso di me. < Vieni qui > la prendo in braccio e la bacio sul nasino. < Stai un pò con papà >
Poggia la testolina sulla mia spalla < Andiamo in salotto altrimenti la mamma si sveglia. E' molto stanca sai? >
 Mi ritrovo a ridacchiare, pensando alle serata appena trascorsa: vestiti sul pavimento, sospiri, baci. Corpi che si strusciano. 
Mi abbasso leggermente verso la ragazza e le bacio la fronte. Poi raggiungo la mia destinazione, cullando Michelle dolcemente mentre siedo sul divano.
< Non sono molto bravo > i miei occhi incominciano a farsi umidi. Lei continua a guardarmi, immobile. < Mi rendi il ragazzo piu' insicuro del mondo. >
Poggio la testa sullo schienale e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi.
Dopo quasi mezz'ora mi sdraio, poggiando lei fra me e lo schienale, tenendola ben stretta. Sbadiglio. < Ora ho un pò di sonno.. >
Quasi non mi accorgo che non faccio in tempo a sussurrare l'ultima frase. 

Apro di nuovo gli occhi. Qualcuno è seduto ai miei piedi e la piccola non è piu' tra le mie braccia.
La luce della lampada è accesa, vicino al divano. Rimango immobile perchè so perfettamente chi è < Dai amore basta. Non ne hai bevuto abbastanza? >
La sta allattando. Faccio un leggero sorriso. < Si sta bene fra le braccia di papà, eh? > Sospira. < Se non me ne ricordavo io, tu mangiavi domani mattina. >
Qualche minuto di silenzio. < Finito? Oohh, brava la mia piccola. Adesso il ruttino. >
Scoppio a ridere e mi metto seduto. Sara sobbalza. < Il ruttino? >
< Da quand'è che sei sveglio? >
Le sorrido e la bacio a stampo. < Da pochissimo. >
Si passa una mano fra i capelli, smuovendoli un pò. Assisto alla scena del ruttino, cercando di trattenere le risate. < Mi hai fatto prendere un colpo tu! >
< Io? >
< Sì, non l'ho piu' trovata nella culla. >
< L' ho rapita. >  finta risata malefica. Si morde il labbro inferiore e fa una smorfietta dolcissima.
< Però non ha nemmeno pianto perchè aveva fame. >
< Davvero? >
< Eravate così dolci, la tenevi stretta stretta! > Alzo un sopracciglio. < Il tuo naso premuto contro la sua tempia, una meravglia! >
Allunga un braccio verso di me e mi stringe forte dal collo, quasi soffocandomi. < Ha ha >
Segue qualche secondo di pausa dove rimaniamo a fissarci. < Che ore sono? >
< Credo le tre e un quarto > risponde. < Ho sonno. Torni di là? > fa un sorrisetto malizioso.
< Ovvio >  Mi sdraio sul letto, sovrappensiero. Lei intanto mette Michelle nella culla. Si volta verso di me, tutta contenta.
< Perchè mi guardi così? > Poggia le ginocchia sul materasso. < Ma che.. > comincia a gattonare lentamente verso di me. < provochi? >
Poggia le mani sulle mie ginocchia e mi apre le gambe. Poi si sdraia su di me di peso. 
Un ultimo sorriso prima di perderci in un bellissimo bacio passionale.
 
< Allora? > mi avvicino a Jennifer, che si sta specchiando. < Mi accompagni a prenderle..? >
Incrocio le braccia, impaziente. Siamo insieme perchè abbiamo un impegno in comune questo pomeriggio. 
< Va beeene > Mi passa affianco con fare malizioso, sorride e fa per andare in bagno.
L'afferro da dietro e le faccio fare un giro completo. < Ehi ehi! Dove cerchi di andare? >
< Alla toilette? >
< No, non ci vai. Andiamo, su >
< Due minuti ancora, devo lavarmi i denti. >
< No, andiamo. > La spingo verso la porta, tenendola stretta a me.  Mi guarda male, io le faccio la linguaccia.
< Cattivo. Se poi mi puzza l'alito non lamentarti! > Rido di gusto. < Non ridere. > Ancora più forte, mentre apro la porta.
< Piantala Hobbit, o ti faccio mettere la dentiera. >
< Sei piuttosto fragilina, non mi farai del male.. > mordo il labbro inferiore < .. non più. > alludendo al trauma celebrale che mi ha causato mentre recitavamo nel primo film di Hunger games. E' stata una cosa veramente da pazzi. 
< Si invece. Ti riempio di pizzichi per distrarti e poi ti mollo un pugno. >
< E io ti mordo in testa. > E continuiamo così fino all'ingresso. Finalmente la lascio libera. Sbuffa e infila le mani nelle tasche dei suoi jeans stretti.
< Non ho la borsa nè il cellulare. Torniamo in camera > Le do una leggera spinta per farla uscire. < Ma.. ma.. il telefono! Mi serve il mio telefono! >
Le porgo la mano, con il sorrisetto furbo che faccio quando voglio qualcosa. < Susu, dammi la manina >
< Ci sputo sopra! >
< Quanto sei rozza. > Faccio una smorfia e incomincio ad incamminarmi sul marciapiede.
< Voglio andare via. >
< Muoviti! > Prendiamo un taxi e dopo 10 minuti siamo già davanti alla gioielleria.
< Non posso crederci Hutch, lo stai facendo davvero. >
Mi dice quando poggio la mano sulla maniglia per entrare. < Secondo me è un esagerazione! >
< Shh entriamo. > La signorina mi viene subito incontro, stringendo la mano anche a Jen. 
Sono due fedine. Una per Sarah e l'altra per me. Costano molto, è vero. Ma non mi pento della mia scelta. < Sono pronte? >
Appena mi porge il sacchettino, rosso fuoco e quasi rovente mi vengono gli occhi lucidi.
L' attrice pure lo fissa, un pò sconvolta. < Posso? >
< Perchè devi rovinare.. devi - > Rimane senza parole. Come me. Sono davvero stupende.
La donnina davanti a noi ci guarda intenerita. Forse ha capito un pò male. < Oh, ehm.. allora quello è il prezzo? > Chiedo cortesemente. 
< Si. > Mi sorride, dolce.
< Bene.. ovviamente ha fatto un patto: massima segretezza. >
< Neanche una parola finchè Josh Hutcherson non lo vorrà. > 
Usciti da lì, Jen mi salta praticamente addosso. < Wow, Hutch! Che bello, che bello, che bello! Non sei emozionato? >
Gli occhi, che non hanno smesso di brillare neanche un attimo, si inumidiscono.
Mi viene da piangere. E non so nemmeno il perchè. Lei mi guarda e poi mi stringe, ancora più forte.
Poggio la testa sulla sua spalla e mi sfogo. Le lacrime incominciano a uscire senza sosta. < Sono davvero felice per te amico mio. > deglutisce < Anche se parecchio gelosa. >
Mi stacco piano da lei e mi asciugo velocemente le lacrime passandomi le mani sulle guance.
Non voglio farmi vedere così, adesso. < Ehy dai > Mi accarezza. Ricambio il gesto, sorridendo appena. 
< Ci sarai sempre per me, vero? >
Si morde il labbro inferiore. < Fin quando tu vorrai, Josh.. te lo giuro. > Prende il mio viso fra le mani e mi da tanti baci sul nasino.
Le sorrido, e le do un grosso bacio sulla guancia. < Adesso andiamo a farci un giro. >
< Già, meglio. > Sono davvero, davvero, davvero felice.


Note:
Vi cheido innanzitutto scusa se non ho postato nei giorni scorsi.
Frequentando il quinto liceo è difficile conciliare studio e tempo libero.
Anche perchè tra un mese ho la maturità haha
chiedo scusa anche per gli ulteriori salti temporali. 
http://i36.tinypic.com/15r06lx.jpg riuscite ad immaginarvi Josh e Michelle? Aaaw
Per le fedine di fidanzamento lascio spazio alla vostra mente: le migliori che riuscite a pensare.
Hobbit credo abbia ottimo gusto. E poi wow, dopo tutta quella sofferenza... finalmente arriva la felicità.
Ci si avvicina agli ultimi capitoli quindi, gente.. COMMENTATE.
Susu, fatemi sapereeee
Xoxo

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Capitolo 50
*** Il fidanzamento. ***


Lo vedo scendere dal taxi e dirigersi velocemente verso l' ingresso.  < Non dovresti correre, altrimenti rischi di farti male. >
Si gira di scatto. Sono appoggiata alla mia nuova macchina blu: regalata da mio padre, mi ha detto "cosi investirai qualche giornalista rompiscatole". 
E non sembrava nemmeno stesse scherzando.
Comunque è meravigliosa, nuova, credo già di amarla follemente. 
Hutch lascia la valigia li dove è e mi viene incontro. Mi abbraccia, mi alza da terra, mi fa fare un giro intero. 
Ed è così perfetto, ogni volta, averlo di nuovo tra le mie braccia. Ridacchio baciandogli il collo. 
< Ciao amore. >
< Ciao pulcino. > L'afferro per le spalle e la bacio a stampo, dolcemente.
< Amore > Mi accarezza il viso sorridendo. < non vedevo l' ora di tornare da te. > e mi spinge di nuovo verso la vettura, incastrandomi tra questa e il suo corpo muscoloso. < Ma che ci fai qui? Volevo venire a rapirti a casa. >
< Intanto saluta la mia Chanel. >
< Chanel? >
< Sii  è il nome dell' auto! > a malapena trattengo una risata. 
< Oooh ciao Chanel! > Fa segno di saluto con la manina, scherzoso. Mi da corda come suo solito. 
Nota poi dentro la macchina, bellissima e tutta vestita di bianco, la sua bambina. < Oooh, ecco chi voglio salutare! Michelle! >
Fa per aprire lo sportello ma lo blocco in tempo. < No fermo! >
< Perchè? Voglio riempirla di baci! >
< Dobbiamo andare a ristorante, veloce. >
< A ristorante? > Non capisce. Io invece sorrido raggiante. 
< Si Hutch. La tua famiglia e la mia conosceranno ufficialmente la piccola oggi. >
Apre e richiude la bocca velocemente. < Ma- >
< Dai andiamo, sali in macchina! Guido io! >
< Ma.. devo farmi una doccia, rendermi presentabile! > Mi bacia a stampo.
< Non preoccuparti amore mio, sei bellissimo. > Un ultima carezza, prima di una leggera spinta. < Susu >
< Lo zaino. La valigia è lì, in mezzo alla strada. > Le indica. 
< Non preoccuparti, ho detto ai vicini di prenderle. > Si morde il labbro inferiore. Gli occhi riprendono a luccicarmi, come il giorno prima quando ho avuto la notizia.
E' stata un idea del padre di Josh in realtà, che ha organizzato il tutto grazie anche all' aiuto della splendida moglie.
Questo renderà sicuramente le cose più semplici per tutti.  
< Va bene, andiamo. > Apro lo sportello, seguito da lui che si siede al fianco. 
Comincio a guidare, con la musica a basso volume, verso la destinazione. < Ma chi - >
< I tuoi genitori. Grandioso, no? >
< Si, sono davvero felice. > si avvicina al mio viso e ci lascia un bacio sulla guancia.
Arrivati lì, prendo in braccio Michelle e ci dirigiamo verso l'entrata. Sono così emozionata! Perchè alcuni Hutcherson ancora non sanno chi io sia.
E la piccola è splendida. Come il padre ovviamente. 
Dentro ci sono tutte le persone a cui sono legata, a parte mia nonna che purtroppo non c' è più.
Quando penso che avrebbe voluto più di qualsiasi altra cosa presenziare all' evento mi viene da piangere. Ma poi rifletto che sicuramente sta osservandoci da lassù.
Vedo Josh correre verso la madre che lo abbraccia calorosamente. < Volevo avere un aspetto almeno decente. >
< Stai bene anche così. >
< Ma- >
< Ti ho portato il cambio. Adesso vai a far conoscere Sarah alla tua famiglia. >
Il tutto sembra durare un enternità. La cosa più buffa è che io non ho avuto il bisogno di presentare  l' attore proprio a nessuno. 
" Lui è - " - " Si so chi è lui. " La sala del ristorante è tutta per noi. Possiamo alzarci, chiacchierare tra una portata e l' altra.
La nostra bambina riceve un triliardo di complimenti. Ma ce n' è uno che spicca in particolare: è identica a Joshua.
E non posso fare a meno di dar loro ragione.
Viene presa in braccio un pò da tutti, viene accarezzata e sbaciucchiata da molte persone: Michelle non ha pianto nemmeno una volta.

All' improvviso il ragazzo mi tira da parte mentre tiene la mano dentro la tasca dei jeans. Lo guardo senza capire. 
Lui si morde il labbro inferiore. < Sei stupenda, lo sai? > sussurra nel mio orecchio.
Lo ringrazio, ancora un pò confusa. Ha uno sguardo strano. < Ho una sorpresa per te. > mi fa una carezza e si allontana un pò < Scusate >
Il suo tono è alto per attirare l'attenzione. Gli afferro la mano con forza. La piccola è in braccio a sua madre che sorride a più non posso. 
< Ringrazio tutti per essere qui. E' davvero un giorno importanti per nol.. e per lei. > la indica.
< Per questo volevo approfittare di questo momento che non poteva essere più perfetto. >
Tutti si guardano in viso, incuorisiti. Io credo di stare per esplodere dall' ansia. < Si. Visto che ci siete tutti devo fare una cosa. > sospira e tira fuori un qualcosa dalla tasca.
< Cos' è? > chiedo con un filo di voce. 
Sorride < Questo.. > Apre lentamente il sacchettino, con cura. < E' un anello di fidanzamento, per te. Spero che lo accetterai. >
< Un anello di - >
< Fidanzamento. > Conclude, prendendo la fedina. < Ci ho pensato molto sai. Ho preso la mia decisione. >
< Oh mio dio. > cerco di ricordare al mio cuore di pulsare sangue, ai miei polmoni come si respira.
Ma le orecchie presto si tappano e devo aggrapparmi a lui per non cadere a terra come una pera dall' emozione. 
< Mi dai la mano? > gli porgo la sinistra tremante, sotto gli occhi di tutti i presenti. Appena me lo infila, parte un applauso.
Mio padre di alza addirittura in piedi. Mia madre è con la bocca spalancata, ma sembra contenta.
Io gli faccio indossare la sua, più semplice ma comunque stupenda.  Poi ci abbracciamo. < Amore ma. è - > lungo sospiro < s-stupenda. >
< Sono contento che ti piaccia. >
< N-Non so che dire. E' un gesto i-inaspettato, oh Dio, scusami se- wow. >
Manda la testa indietro per guardarmi negli occhi. < E non dire niente. > Si avvicina piano al mio viso e mi da un bacio sulle labbra. 
< Josh io ti amo. Sul serio, ti amerò per tutta la vita. > Continuo a ripetergli a pochi centimetri dal viso.
Mi prende le mani < Sei tu quella che voglio.. adesso devi esserne più che convinta. > fa una smorfietta.
< S-Si. > un altro bacio. E un altro applauso.  Cassie corre verso di me per stringermi forte. Brandy e Michelle poco dopo la imitano. 
Miss Hutcherson invece si avvicina al figlio. < Sorpresa? >
< Sei.. >
< Si, lo so. > scherza. 
< Allora è ufficiale: mi stai tradendo. >
< Ma noo! > Ridacchia e abbraccia anche lei. < Stai tranquilla, sarai sempre la mia mamma speciale. >
Le prende la piccola dalle braccia e la alza verso il cielo.  < Scusa se ti ho rubato la scena, principessina. > lei lo guarda. Un incontro di verde e bellezza davanti ai miei occhi. < Ma dovremmo pur diventare una famiglia unica prima o poi, no? >


Note:
Il prossimo sarà l' ultimo capitolo.
Siete pronte? Fatevi sentire numeroseee
Xoxo

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Capitolo 51
*** The end ~ ***


 Mi avvicino lentamente al letto, indossando solo un accappatoio. 
Di nuovo a Los Angeles. Sono ormai passati due anni da quella scena e e sono ufficialmente sposata con Joshua Ryan Hutcherson da circa sei mesi. 
Ce la siamo presa comoda, è vero. Ma non c' è mai stato giorno più bello di quello.
Un matrimonio intimo, con pochissima gente e con l' assenza di scocciatori quali fotografi, giornalisti eccetera.
Siamo andati in viaggio di nozze come una coppia normale. 
Anche se chiunque ormai sa che io sono la compagna dell' attore che, tra parentesi, non riesce mai a stare un giorno fisso a casa.
E' richiestissimo, manco fosse il presidente d' America.
Però ormai, dovete capirmi, dopo tutto questo tempo ho preso l' abitudine alla sua assenza: so che mi ama e che non vede l' ora di tornare da me e da Michelle. 
C' è solo un piccolissimo problema con quest' ultima. Problema di cui non me ne capacito e spero si risolva presto. 
Sono seduta sul materasso a fissare un punto indistinto quando la sua voce mi chiede < Tutto bene amore? > seguita da una carezza.
Lancio un occhiata alla bambina, sbuffando < Ci ho provato anche oggi ma niente. >
< A farla parlare? >
< Si! Diamine, sta per compiere due anni. Perchè ancora non spiccica parola? > Alzo un pò troppo la voce.
< Shh.. sta dormendo, non svegliarla. > La guarda. Poi si accomoda vicino alla mia figura, circondandomi il collo con il braccio. < Domani riprovo io, va bene? >
< Ho paura. Mi sono informata su internet e- >
< Non ha nessun ritardo la nostra bambina, fidati di me. > prende il mio viso tra le mani < Adesso andiamo a nanna. >

Il giorno osservo la scena dal corridoio, cercando di non farmi vedere da Michelle che salta beatamente sul letto. 
< Oh sweetie! Guarda che se cadi ti fai male. > la rimproverà il papà che intanto la raggiunge. Lei quasi non lo ascolta. < Michelle! >
Finalmente si ferma e si gira verso la fonte della voce. Comincia con i suoi soliti versetti, come se volesse dire qualcosa.
Ma perchè non parla? Josh si avvicina. < Vieni da me > Fa un risolino e si prepara per saltargli addosso. < Uno.. due.. e treee! >
Salta sopra di lui che la prende al volo alzandola al cielo. < Sei proprio una pazza scatenata! >
La porta all'altezza del viso e la bacia sulle piccole labbra. Sono proprio il culmine della tenerezza.
< L'uccellino mi ha detto che non vuoi parlare. Mh posso essere io un attore se tu non parli? > 
La poggia con la schiena sul letto e comincia a farle il solletico. Lei si dimena, ridendo. < Allora? Che vogliamo fare? >
Altri versetti. < Vuoi parlaree? O noo? > La riprende in braccio e si sdraia, facendola sedere sullo stomaco. Le blocca le mani, deciso.
< Ora tu non ti muovi finchè non parli. > Si morde il labbro inferiore, divertita. < Dai è semplice! Poi ti lascio saltare sul letto quanto vuoi! >
E' ovvio che non lo farà. Josh, nonostante stia poco a casa, è un padre molto responsabile.
E severo, quando nota qualcosa che non va. Ma anche estremamente comprensivo e dolce. 
Silenzio.  Rimangono a fissarsi negli occhi per un bel pò. Sto quasi per intervenire quando Hutch parla di nuovo
< Michelle? Sto aspettando che tu mi dica qualcosa! O l' uccellino spione ti ha mangiato la lingua? >
< Eeeeeee > fa la bambina. 
< Dai dimmi papà. Pa-pà. Papààà, dai dillo è facile! > la fissa intensamente. < Qualsiasi cosa! >
< Paaaa >
< Siii? >
< Paoauahau. >
< Che pazza. Così mi illudi! > ridono insieme. < Certo che sei proprio dispettosa! >
< Chissà da chi ha preso. > poggio la spalla sullo stipite della porta con le braccia incrociate. Lei comincia a dimenarsi per liberarsi dalla presa.
< Ehi! Noi stavamo facendo un discorso! > Ma Michelle insiste, vuole la mamma. < E va bene. Tanto non finisce qua! >
Si alza in piedi sul materasso, ride ancora e apre la bocca. < MAMMAAAA >
Oddio. Quasi ho un infarto, lo giuro. < Woah! >
< L' ha detto! >
< MAMMAAA > mi chiama. Corro verso di lei e la prendo in braccio.
Sono così felice. Cominciavo a temere il peggio per lei. Invece è soltanto molto pigra. < Eccomi amore mio. > la bacio da tutte le parti. < Josh ha detto mamma! >
A stento trattengo le lacrime. E' un momento questo da non dimenticare. < L' hai ipnotizzata! >
< No, le ho solo ordinato di parlare. > si avvicina e ci abbraccia entrambe. Michelle prende una ciocca dei miei capelli fra le dita, li guarda per un pò, poi sposta le iridi verdi verso il ragazzo. < Papy? > con il tono di che non è convinta di averlo detto chiaro e tondo. 
Prima non parlava e adesso tutto insieme? Chiamate un ambulanza.  < Hai sentitoo? > 
< Bravissima piccola! Ridillo, ti prego! >
< Papy! PAPY! >
< Due parole in un giorno! >
Lo abbraccio da dietro, con le lacrime che rigano lente le guance. < Sei il miglior papy in assoluto. >
La sera, dopo aver messo a letto la bambina, ci sdraiamo anche noi esausti dalla giornata. Mi stringe forte e mi bacia la fronte. 
< Ancora non posso crederci. > sussurro. 
< Adesso sarà difficile farla stare zitta. >
< Ha cominciato un pò in ritardo, posso immaginare la sua voglia di chiacchierare a più non posso. > sospiro < Non capisco come hai fatto a sbloccarla però.
Ho osservato la scena di nascosto! E tutte quelle cose le avevo già provate. >
< Non so. L' importante è che ci sia riuscita. AH, se non ci fossi io. > Dice in modo scherzoso.
< Gnè gnè gnè > una gomitata in pancia per lui. < Deve essere difficile per te con tutti gli impegni che hai adesso star dietro a due femminucce. >
< Mh, faccio del mio meglio. > ancora il suo tono ironico che mi fa impazzire. 
< Amoree? >
< Voi siete tutta la mia vita, ora. Potrei mai non starvi dietro? > Avvicina piano il suo viso al mio. Le nostre labbra si sfiorano.
< Riesci sempre ad incantarmi con quello che dici. Forse è successo lo stesso con nostra figlia..  > 
Gli mordicchio il labbro inferiore in modo sensuale. Lui tira la testa indietro trattenendo una risata < Sempre a provocare. >
< Chi? Io? >
< Beh adesso sta dormendo beatamente! Quindi non hai scuse. > Le lancia una veloce occhiata.
Poi ritorna su di me in attesa di risposta. < Si, hai ragione. Sono colpevole. > Sul mio viso compare un leggero ghignetto malefico quando vedo che non muove un dito < Alloooora? Hai dimenticato come si fa? >
< Seh. > si inginocchia sopra di me e comincia a spogliarmi selvaggiamente. Qualche istante dopo i vestiti sfiorano il pavimento. 
< No, direi di no. >
< Shhht. > Prende a baciarmi con foga. Mi manca il suo corpo, anche avendolo così vicino. Amo questa vita, nuova e sorprendente.
Los Angeles, la mia famiglia.  Ma sopratutto amo lui.  Non potevo chiedere di meglio, sul serio.

Epilogo.
Si butta sul divano, praticamente privo di forze. L' ultimo viaggio deve averlo stancato parecchio.
Il set del film che ha condotto e girato personalmente (cosa che sognava da sempre) è allestito dall' altra parte del mondo.
Ma adesso è finalmente in casa, con me. La sua famiglia ci abita praticamente di fronte. 
La mia è ancora ad Union ma appena possono prendono l' aereo per venire a trovarci. 
Michelle ha 16 anni compiuti. Io lavoro in un asilo nido, non molto distante da dove abito. Mi piace da matti stare con i bambini.
Ho cominciato anche ad abbozzare qualche storiella da leggere loro. 
Lancio una veloce occhiata alla finestra, dove noto due o tre uomini con la macchina fotografica in mano. 
Poi mi avvicino a mio marito, sempre impeccabile, sfiorandogli i capelli con la mano < Ma quei paparazzi non si stancano mai? >
< Vedrai che se ne andranno. >
< Piu' che altro mi preoccupo per Michelle che rientrerà a breve. >
< Devo uscire e cacciarli via? > mi chiede con tono un pò glaciale. Io scuoto la testa, lentamente, e gli sfioro la guancia con le labbra.
E finalmente vedo spuntare uno dei suoi sorrisi luminosi. La mia "bambina" apre velocemente la porta e se la richiude subito alle spalle.
< Che incubo! > urla al vuoto.
< Amore? > la chiama l' uomo dal salotto. 
< Papà? > chiede dubbiosa.  Non sapeva del suo arrivo. Sarà sicuramente una bella sorpresa per lei.
Quando la vedo comparire sulla porta mi limito a salutarla con la mano. 
Perchè so che adesso la sua concentrazione è su altro. Sul suo special man. < Papy sei quii > si butta praticamente addosso, senza un minimo di controllo.
Si baciano sulla bocca più volte, sotto i miei occhi inteneriti < Non mi hai detto che veniviii >
Hutch la stringe forte al petto, sospirando < Si, sono qui ! Non gridare però.. mi stai massacrando i timpani! >
< Mah > alza un sopracciglio. < Dovresti esserne abituato! >
E' ovvio che si riferisce alle mie numerose fans che si sono letteralmente triplicate. < Mi sei mancata cucciola. >
< Anche tu > si baciano ancora. 
< Che scena toccante.. > commento Sara < Sono quasi gelosa! >
< Dai mamma, ormai si sa. Papi è prima mio, poi tuo > ritorna con lo sguardo su di lui < Vuoi dire ai giornalisti di stare lontani da questa casa? >
< Non è colpa mia, ci vengono da soli > scrolla le spalle.
< Beh, non vorrei che stasera.. > si interrompe, spostando nuovamente gli occhi su di me. 
Oh cavolo. Ho dimenticato di dirglielo per telefono.  < Cosa? Che c' è stasera? > chiede incuriosito.
< Io - > comincia indecisa. 
< Avanti, l' attesa mi uccide. > 
< Ecco. Volevo portare qui il mio ragazzo per farlo conoscere alla mamma. Ma visto che sei qui.. anche a te. > Cade il silenzio.
Lo guardo speranzosa, sperando che non faccia storie di qualche genere. 
Ma non è così. < Ragazzo? Quale ragazzo? >
< Il mio ragazzo. Si chiama Luke, è taaanto dolce - >
< Non mi interessa! > la interrompe, prendendola per i fianchi per farla alzare. La solleva senza problemi, poi si mette seduto.
No Hutch ti prego. Non permettere a tua figlia di guardarti così. < Non voglio conoscere nessun ragazzo! > dice quasi senza fiato.
< Josh! > cerco di intervenire per andare incontro a Michelle. 
< Sara non -  > 
< Papà ti prego! E' tanto importante per me. > piagnucola la ragazza.
< E' dolce perchè sa che hai un padre famoso e sei straordinariamente benestante. Per favore cucciola, lascia stare. >
Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. E sinceramente non pensavo che lo facesse ingelosire così tanto.
Anche se da una parte posso capire ciò che intende dire.
< Luke mi ama per quella che sono. Non perchè TU hai successo! >
Mi avvicino cautalmente a mio marito. < Josh. Invitiamolo a cena, vediamo come si comporta e poi potrai sparare tutte le sentenze che vuoi. > 
Sospiro, cercando di mantenere un minimo di controllo.
< Va bene > stringe i pugni quasi a farsi male < Ma non voglio effusioni, bacini, paroline dolci.. anzi, lui non ti si deve nemmeno avvicinare, okay? >
Vedo un sorrisetto comparire piano sul suo volto. 
Si passa le mani sugli occhietti verdi come quelli di Hutch e si lancia di nuovo su di lui. < Grazie papy. > gli sussurra in un orecchio.

Sono le 8.40pm e finalmente sentiamo suonare al campanello. Per fortuna i fotografi che c' erano questa mattina sembrano essersi volatilizzati.
Appena lo vedo entrare Josh grugnisce, squadrandolo. 
Io gli stringo forte la mano destra. 
Il ragazzo fa per darle un bacio ma lei lo allontana prontamente. < Luke questi sono i miei genitori. > dice calma.
Mi faccio avanti, sorridente. < Ciao! Io sono Sarah, la mamma di Michelle. Sei il benvenuto a casa nostra. >
< Grazie signora. > fa un inchino con la testa. Poi pianta lo sguardo su Josh. < Signor Hutcherson non pensavo di trovare anche lei. Come sta andando il nuovo film? >
< Mhn. Bene. Sisi, molto bene > sospira < Vogliamo accomodarci a tavola? >
Mi scappa un minuscolo sorriso. Mentre i due si avviano, ne approfitto per poggiare le labbra sulle sue < Fai il bravo, capito? >
Ma non mi ascolta. 
Dopo essersi accertato che Michelle abbia gia' raggiunto la sala da pranzo afferra Luke per il braccio < Aspetta > dice deciso.
Rimango ad ascoltare dietro la porta, con la schiena poggiata al muro e le braccia conserte. 
Il giovane è un pò intimorito < Si? >
< Senti.. non sono abituato ad incontrare i ragazzi di mia figlia. Anzi, ammetto che questa è la prima volta. Tu immagina come io mi possa sentire. >
< Stia tranquillo. Immgino che, vedendola poco, lei sia molto geloso di Michelle. >
< Non è solo questione di gelosia. > fa una piccola pausa < Molte persone si sono avvicinate a lei per me. E l' hanno fatta soffrire. Quindi se scopro solamente che le tue intenzioni sono queste, ti spedisco all' altro mondo. Chiaro? > okay, forse è stato un pò troppo duro. 
Ma come già ho accennato prima posso capirlo.
In quei momenti, ogni volta che gli impegni glielo permettevano, chiamava sul cellulare della figlia per consolarla.
Per dirle che lei valeva qualcosa e non solo perchè fa Hutcherson di cognome. Che è importante, bellissima e che avrebbe trovato presto una persona a cui non sarebbe importato.
Una cosa molto dolce. 
< Senta, io a sua figlia ci tengo davvero. Anzi, quando l' ho conosciuta non sapevo nemmeno chi fosse. Non ho secondi fini, credo sia una ragazza fantastica.
Con la mano sul cuore glielo dico. >
< Bene. >
< Bene. > ripete lui, decisamente più sereno.
< Adesso andiamo. > 
Dopo cena ci sediamo tutti e quattro sul divano a parlare. Ci racconta di lui, di quello che ha intenzione di fare da grande.
Ha perso sua madre quando era molto piccolo e si è occupato della sua sorellina come se fosse sua figlia.
Mi ritrovo a sorridere come una deficente ad ascoltarlo. Ogni tanto fa per dare un bacio alla ragazza ma lei lo sposta ancora.
Inizialmente non capisco, ma poi ricordo che è stato Josh a dirle di non lasciarsi andare a coccole e similia davanti a noi.
Così scoppio a ridere, dopo aver scrutato la sua faccia un pò sconvolta.
L' attore intanto sembra avermi letto nel pensiero e ride a sua volta < Non hai voglia di amoreggiare, stasera? >
Si guardano intensamente negli occhi. Poi quella tira suo padre a se e lo bacia più volte sulla guancia.
Spero davvero che quello che ha detto questo Luke sia vero.
Nè io nè Hutch vogliamo vederla piangere ancora.  Lei è tutta la nostra vita.
Sul tardi decidono di uscire un pò, promettendoci di non rimanere fuori tutta la notte.
< Guarda che ti chiudo fuori, eh > le dice il padre scherzando. 
< Gnè gnè gnè. > gli butta le braccia al collo < Sei il migliore. >
< Si, lo so > si morde il labbro inferiore prima di darle una pacca sul sedere. < Ora muoviti, ti sta aspettando in macchina. >
< Ti troverò al mio ritorno? > chiede titubante.
< Sicuro. Come faccio ad andarmene senza aver consumato senza ritegno la mia piccolina? > si baciano a stampo, velocemente < Vai, buon divertimento. >
< Ciao famiglia, a dopo! >
Lo guardo, davvero soddisfatta, mentre si chiude la porta alle spalle. < Che c' è? > chiede poi, portando le mani sui miei fianchi. 
< Hai minacciato Luke, per caso? > incrocia le braccia al petto.
< Io? No. Ti pare che sono uno che minaccia? >
< Lo sai che non sai proprio dirle le bugie? >
< Lo sai che sei dannatamente sexi questa sera? > si avvicina con le labbra alle mie, cercando di cambiare argomento.
< Nah, questo vestito mi sta malissimo. > sospiro. 
< Allora è meglio che lo togliamo. > sussurra nel mio orecchio. Ridacchio mentre comincia a palparmi. 
< Sogno le tue mani ogni notte, quando non ci sei. >
< Sono qui amore. > continua a bassa voce.
< Mi sei mancato. > gli salto in braccio. Lui comincio a salire le scale, diretto in camera da letto.
< Anche tu. Adesso sono qui, e sei tutta per me. > mi poggia sul materasso < Ti amo, ti amo, ti amo. > ripete. La cerniera dall' abito va lentamente giù. 
Il suo fisico non è cambiato. E' sempre muscoloso, la pelle è liscia e bollente, il suo sguardo è magnetico. 
E' lui il mio Josh.  Il mio cuore gli appartiene per sempre come il suo appartiene a me.

Can I sit beside you when the world
comes down? Yes, I love you.






Note:
Allooora. Qui è finita la fan fiction. Piu' che altro mi sono stancata di mandarla avanti.
Dopotutto sono sempre le solite cose: Coccole, attenzioni, paroline dolci. Nonostante la distanza, i mille problemi, la gelosia tutto è andato per il meglio. 
Perchè il vero amore non finisce. Mo direte ecco qua la moralista del cavolo.. e invece no.
Per me questa è stata una delle storie più belle che ho mai scritto (anche la più lunga ) e non lo dico perchè me la tiro.
Anzi, il contrario. Però a me come è uscita fuori è piaciuta veramente molto.
L'ho riletta più di una volta. Ho riso, ho pianto calandomi un pò nel vostro ruolo. Voi, che siete sempre state presenti.
Io vi ringrazio. Davvero, siete stati gentilissime con me. Sopratutto quelle che l'hanno seguita fin dall'inizio.
Volevo ringraziare Alessia. Che mi ha fatto conoscere la splendida persona che è Josh Hutcherson.  
Anche dal punto di vista umano, mi ha aiutato a superare parecchie cose. Io le voglio un sacco bene.  
Voglio ringraziare mia cugina Camilla.  Lei non è una Hutcher ma mi ha dato ispirazione e consigli. Ce la vedete, poveraccia, ad ascoltarmi ore e ore sulla fan fic?
Anche mia madre mi ha aiutato, spiegandomi alcune cose che io non sapevo.
O almeno non così nei dettagli. Il parto, le fedine di fidanzamento, come secondo lei doveva comportarsi Sarah in alcune sitazioni. E tutto questo non sopportando la mia smania per Hutch e per Hunger Games che mi trascino da mesi. Ritornando a casa, una sera, l'ho trovata al piccì e la stava leggendo! 
Si è complimentata per il mio modo di scrivere e mi ha reso tanto felice. 
Ne ho già in mente un'altra di storia a devo ancora elaborarla. Quindi portate pazienza.
La vostra Sanasnake tornerà. Spero con una storia ancora più avvincente. Lo spero per voi, insomma.
Grazie ancora.
 

 
Mi chiamo Sara, ho 20 anni. 
Questa sono io. 


Ora voglio leggere tutte le vostre belle recensioni. 
Vi mando un bacio enorme. Chau!

 
 

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