Una ragazza senza passato

di masami_99_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo alla Wammy's House ***
Capitolo 2: *** una ragazza senza passato ***
Capitolo 3: *** Compagna indesiderata ***
Capitolo 4: *** Il primo passo ***
Capitolo 5: *** L'incontro ***
Capitolo 6: *** Mistero ***
Capitolo 7: *** Riflessioni e minacce ***



Capitolo 1
*** Arrivo alla Wammy's House ***


Un silenzio irreale era presente per le strade desolate della piccola cittadina di Wichester. Neanche il vento disturbava l'atmosfera lugubre che si era formata. 

Per la strada non c'era anima viva e questo spaventava molto la piccola bambina che camminava da sola per la strada.

Si era risvegliata da poco su una panchina di una delle strade principali. Non riusciva a ricordare dove abitasse, né ricordava chi fosse. Non ricordava neanche il suo nome.

Indossava una maglietta semplice e bianca e dei pantaloni blu. Aveva i capelli lunghi e castani, poco mossi. Gli occhi erano dello stesso colore.

Non capiva perché si fosse risvegliata lì, ma era l'ultimo dei suoi problemi. Non aveva un posto dove andare e le sue gambe non la reggevano più. Si sedette su una panchina e chiuse gli occhi senza rendersene conto.

Non ce la faceva più a tenerli aperti. Prima di addormentarsi aveva visto un uomo piuttosto anziano e con dei baffi avvicinarsi. 

Non riuscì a rimanere sveglia per capire cosa volesse quell'uomo visto che si addormentò troppo velocemente.

Al suo risveglio non si trovava sulla panchina dove si era addormentata,si trovava in una stanza con le pareti bianche con decorazioni floreali gialle e rosa. Il soffitto e il pavimento sembravano di legno. In alcuni punti del pavimento c'erano dei tappeti rotondi diversi tra loro.

La ragazza mise i piedi per terra, ma non ebbe il tempo di alzarsi che nella stanza entrarono due anziani signori.

 Uno era abbastanza alto e robusto con i capelli bianchi e gli occhiali. Aveva dei baffi. Indossava un completo nero. L'altro era poco più basso del primo. Anche lui aveva i capelli bianche e gli occhiali. L'uomo con i baffi si avvicinò alla piccola che iniziò ad indietreggiare spaventata. 

XXXX : ciao piccola. Non avere paura non ti vogliamo fare del male. Io mi chiamo Watari mentre lui è Roger. Tu come ti chiami? 

La ragazza iniziò a piangere e disse che non si ricordava nulla 

Watari : allora ti potremo dare un soprannome. Non ti preoccupare ora sei al sicuro. Questo è un orfanotrofio e si chiama Wammy'a House. Sono sicuro che ti troverai bene qui. Quale soprannome scegli?

Un nome attravorsò la mente della ragazza che lo pronunciò esitante

XXX: Jenis.
Roger : molto carino come soprannome

Jenis : g..grazie. 

Roger prese la mano di Jenis

Roger : forza vieni con me. Immagino che sarai affamata
 

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Capitolo 2
*** una ragazza senza passato ***


Roger accompagnò la piccola in infermeria per farla visitare. Aveva un po' di febbre, ma con un buon riposo sarebbe passato tutto. L'infermiera Rosy andò a prendere dei vestiti decenti per la piccola , ma quando tornò vide che si era addormentata sul lettino.Tra le mani stringeva la collana che prima portava al collo. 
Rosy non se la sentì di svegliarla e così la portò in una delle aule meno frequentate, molto vicina all'ufficio di Roger. In quella stanza non ci andava mai nessuno o almeno così credeva.
Intanto Watari discuteva al computer con L della nuova arrivata

Watari : è molto strano che una bambina della sua età era fuori casa di notte. Credo che non sia molto prudente. Secondo te è scappata di casa? 

L : no credo che ci sia qualcosa di molto importante nel passato della piccola, ma il fatto che non ricordi più niente complica molto le cose. Ho osservato tutto dalle telecamere nascoste e il comportamento della bambina mi è sembrato molto strano per una che ha perso la memoria. La cosa che ha attirato molto la mia attenzione è stata la collana che portava al collo. Devo aver già visto da qualche parte quella collana, il simbolo che c'era sopra mi ricorda molto qualcosa purtroppo non riesco a ricordare il posto in cui lo visto. Per ora limitatevi a tenerla d'occhio e non fatela scappare

Watari : d'accordo

L : in che stanza la metterete ?

Watari : Near era l'unico a non avere un compagno di stanza così abbiamo deciso di mettere la piccola con lui

In quel momento entrò Roger nella stanza 

L : che ne dite di fare una piccola modifica? 

Roger : che tipo di modifica? Ti riferisci alle camere 

L : si, ho intenzione di mettere alla prova uno dei due successori. Sto parlando di Mello. 

Roger era molto preoccupato

Roger : ma Mello ha già un compagno di stanza ed è Matt

L : vuol dire che sposteremo Matt con Near. Non diremo nulla di questa prova a Mello , almeno finché non riusciremo a capire chi è quella ragazza. Adesso dov'è? 

Roger : l'ho portata in ..

In quel momento si aprì la porta ed entrò l'infermiera dell'orfanotrofio che portava in braccio la bambina addormentata

Rosy : salve. La piccola si è addormentata e non lo svegliata, però non sapevo in quale stanza portarla

Watari : si portala nella camera di Mello. Dici a Matt che andrà nella camera di Near. 

Rosy : d'accordo , ma spero che la prendano bene

Roger : quando vai a dirglielo fai in modo che Mello non lo sappia. Dillo solo a Matt e fallo trasferire nella camera di Near senza che Mello si accorga di nulla

Rosy uscì dalla stanza con un viso preoccupato. I successori che L aveva scelto erano due, erano due ragazzi con caratteri completamente diversi. Il primo era Near era un ragazzo con i capelli bianchi che stava tutto il giorno a fare puzzle , costruire città con i dadi, fare percorsi complicatissimi con il domino e cose del genere. Portava sempre il suo pigiama bianco. In ogni situazione sapeva mantenere la calma. Sarebbe stato un magnifico successore, aveva un ottimo intuito, ma gli mancava lo spirito d'iniziativa.
 Il secondo successore si chiamava Mello. Un ragazzo che vestiva sempre di nero. Aveva i capelli biondi a caschetto e gli occhi color ghiaccio. Anche lui aveva un ottimo intuito. A differenza di Near lui aveva spirito d'iniziativa, ma ne aveva fin troppo e non sapeva mantenere la calma. Nei vari test che L proponeva era sempre arrivato secondo e questo lo faceva infuriare e non poco. Molte volte nelle liti era passato alle mani. Molti lo consideravano un bullo. Le ragazze lo evitavano e anche i ragazzi cercavano di stargli alla larga. 
L'unico amico che aveva era il suo compagno di stanza Matt. Un ragazzo con i capelli rossi. Portava sempre degli occhiali da pilota con le lenti gialle. 
Rosy portò la ragazza nel letto di Matt e la mise sotto le coperte. In quel momento entrò Matt nella stanza che si guardò intorno

Matt : ma questa è la mia stanza che stai facendo Rosy?

Rosy : Roger mi ha detto che ti sposterai nella camera di Near però ti prega di farlo prima che rientri Mello.

Matt sbuffò e prese una borsa. Per fortuna non aveva fatto storie, ma sapeva che Mello avrebbe ucciso lei e 
Roger quando avrebbe scoperto quello che stava succedendo.

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Capitolo 3
*** Compagna indesiderata ***


Era sera e Mello era appena rientrato nell'orfanotrofio ed era stanco morto. Aveva passato la mattina per competare i test di L e tutto il resto della giornata per giocare con gli amici. Entro nella sua camera e spense la luce. Si tolse la maglia tutta bagnata e si infilò sotto le coperte senza mettersi il pigiama, e si addormentò pochi minuti dopo senza nemmeno accorgersi dell'assenza dell'amico Matt. Era notte fonda quando il pendolo dell'ufficio di Roger suonò due volte per indicare le due di notte. Roger non riusciva a dormire così decise di andare a controllare come andavano le cose nella camera di Jenice. Gli sembrava abbastanza strano che non si fossero sentite le urla di Mello. Appena arrivò davanti alla porta della stanza vide Matt che si avvicinava alla porta in punta di piedi.
 
ROGER : Matt che stai facendo ?
 
MATT : Ho dimenticato delle cose nella mia vecchia camera 
 
Roger entrò insieme a Matt nella stanza. Videro Jenice seduta sul letto che guardava fuori dalla finestra con aria triste. Roger la chiamò a bassa voce per attirare la sua attenzione. Appena Jenice si accorse di loro gli andò incontro
 
JENICE : Come mai siete qui ?
 
MATT : Devo prendere delle cose che ho dimenticato qui 
 
ROGER : io volevo controllare la situazione. Sai il tuo compagno di stanza è molto testardo e impulsivo e non sapevo come l'avrebbe preso il cambiamento. è impossibile controllare Mello quando si arrabbia 
 
JENICE : Appena e entrato si è buttato sul letto e si è addormentato
 
In quel momento Mello aprì gli occhi svegliato dalle voci delle persone nella sua camera
 
MELLO : Perchè mi dovrei arrabbiare ? 
 
MATT : Ma non ti sei accorto di niente 
 
MELLO : Che diavolo sta succedendo ?
 
ROGER : Hai combiato compagno di stanza 
 
MELLO : E CHI SAREBBE LO STRONZO CHE HA PRESO IL POSTO DI MATT ?
 
ROGER : MELLO SMETTILA. Il tuo compagno non sarà un ragazzo, ma una ragazza e proprio in questo momento è seduta sul letto di Matt
 
Mello si alzò dal letto guardando furioso la ragazza che lo guardava sorridendo. Non aveva paura, ma quella scena non era molto bella. Mello si avvicinò alla ragazza e prendendola per un braccio la trascinò fuori. Lei non oppose alcuna resistenza. Roger staccò Jenice dalle mani di Mello mentre Watari entrò nella stanza. Jenice appena libera si nascose dietro a Matt aggrappandosi alle sue spalle  
 
MELLO : è UNA RAGAZZA E QUINDI DEVE DORMIRE CON LE RAGAZZE
 
WATARI : Purtroppo le stanze delle ragazze sono tutte occupate e quindi la dovevamo mettere con un ragazzo così L ci ha suggerito di spostare Matt  nella stanza di Near e di mettere Jenice con te.
 
MELLO : Aspetta solo un secondo. è stato L a dirti di mettere Jenice in stanza con me ?
 
WATARI  : Si, ma non so cosa ha in mente 
 
Sentendo il nome di L, Mello era diventato meno aggressivo. Se L aveva detto che Jenice doveva stare in camera con lui ci doveva esser perforza un motivo. Appena Jenice sentì il nome di L si illuminò
 
JENICE : L? Il più grande detective del mondo ? Quello che ora sta indagando sul caso KIRA ?
 
MELLO : E tu come diavolo fai a conoscerlo ?
 
ROGER : Ne riparliamo domani altrimenti svegliamo gli altri ragazzi forza andate a dormire.
 
Jenice andò verso il letto come se stesse scappando e si infilò sotto le coperte. Mello andò verso il suo letto mentre gli altri uscivano spegnendo la luce.



JENICE

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Capitolo 4
*** Il primo passo ***


La mattina dopo Mello si svegliò verso le sei e visto che non riusciva a prendere sonno si alzò. Guardò il letto alla destra del suo sperando di trovare il suo solito compagno di stanza intento a dormire. Invece trovò solo una stupida ragazzina che si stava sistemando i capelli dando le spalle al ragazzo che la guardava con aria infuriata. Non si era ancora accorta che Mello si era svegliato e così lui decise di farle uno scherzo o almeno un dispetto. Si alzò dal letto e si avvicinò a lei in punta di piedi. quando fu abbastanza vicino salì sul letto cercando di fare meno mevimenti bruschi possibili e ci riuscì molto bene. Allungò la sua mano verso i lunghi capelli della ragazza. Appena la mano fu a pochi millimetri dai capelli Jenice si voltò e afferrò la mano di Mello spingendolo. Mello cadde come un sacco di patate a terra mentre Jenice scendeva dal letto per aiutarlo. 
JENICE : Tutto bene ? Mi dispiace, mi hai spaventata
MELLO : Si, lasciami stare. Non ho bisogno dell' aiuto di una bambina viziata 
JENICE : Non sono viziata. Cosa ti fa pensare che io lo sia ?
Jenice incrociò le braccia al petto mentre Mello sbuffava sonoramente. Quella ragazza era troppo insistente per i suoi gusti. Mello si avvicinò a lei la spinse facendola cadere 
MELLO : Smettila di seccarmi. Se non foste stato per la mia pazienza tu adesso dormiresti nel bagno. 
JENICE : Perché dovrei dormire nel bagno se in questa stanza c'è un posto libero
MELLO : PERCHÈ TU SEI UNA RAGAZZA E DEVI STARE CON LE RAGAZZE 
Detto questo Mello andò verso il suo letto sendendosi. Quella ragazza non faceva altro che infastidirlo. Jenice di riaccomodò sul letto e si legò i lunghi capelli. 
JENICE : Perché non mi aiuti ?
Mello la guardò perplesso mentre Jenice si avvicinava a lui.
MELLO : In cosa ti dovrei aiutare ?
JENICE : Sono appena arrivata e Roger mi aveva anticipato che avrei partecipato anche io alle lezioni. Quindi vorrei arrivare preparata 
MELLO : Scordatelo 
Detto questo Mello zittì la povera Jenice che continuava a pregarlo per essere aiutata. Jenice si arrese sconsolata e si sedé sul letto affianco a Mello. Non seppe il perché di quel gesto , ma Mello prese alcuni quaderni dal cassetto e li porse con disinteresse a Jenice. Lei li prese tutta contenta e andò sul suo letto per studiarli meglio. Mello restò immobile sul proprio letto a fissare Jenice che sfoglia i suoi quaderni. Ogni tanto alzava lo sguardo per guardare Mello e poi tornava a studiare. La scena fu questa per un'ora intera poiché a interrompere quell'atmosfera fu la sveglia. Appena Mello la sentì la buttò a terra maledicendola. Jenice andò nel bagno a prepararsi mentre Mello preparava la cartella che si doveva portare. Sopra ci trovò un biglietto. Era da parte di Roger : "Mello, purtroppo ci sono delle questioni urgenti di cui mi dovrò occupare. Per oggi dovrai badare tu a Jenice. Se le torna la memoria fammelo sapere appena torno" 
Mello buttò a terra il biglietto calpestandolo. 
MELLO : Perché devo badare io a quella stupida. Non ho nessuna intenzione di fare il bebysitter 
In quel momento Jenice uscì dal bagno e andò verso il comodino accanto al suo letto senza voltarsi a guardare Mello. Quando aprì il cassetto notò che c'erano solo vestiti da ragazzo. Lo richiuse un po confusa e poggiò il pigiama sul letto. Mello si voltò di scattò e fece alcuni passi verso Jenice
MELLO : Oggi pare che dovrai stare con me. Roger aveva delle cose urgenti da fare e non tornerà prima di stasera. Vedi di non darmi troppo fastidio altrimenti ti chiudo qua dentro per tutta la giornata
JENICE : OK. Andiamo.
Mello sospirò e, dopo aver preso la cartella, andò nella sua classe mentre Jenice lo seguiva guardandosi intorno. Appena entrarono in classe Mello sentì le voci di tutti i compagni che li prendevano in giro
ALUNNI : Ma chi è quella ?... Guardate, Mello si è trovato una ragazza. E quella smorfiosa chi è? Da dove è saltata fuori ? Secondo me è un'altra delle oche del gruppo di quella presuntuosa di Kara
Appena sentì quella parola Mello si voltò verso colei che aveva parlato. Era stata Linda, la ragazza che piaceva al suo compagno di stanza Matt. Kara era una ragazza viziata, molto presuntuosa. Molti dicevano che fosse la più bella della scuola. Aveva i capelli biondi che portava legati con un codino decorato con una farfalla celeste. Quando non era a lezione si vestiva in modo provocante. Jenice si guardava intorno spaesata e anche un po' confusa per le cose che i compagni dicevano sul suo conto. Stava per avvicinarsi a delle ragazze per fare amicizia, ma Mello la bloccò prendendola per un polso. Jenice si voltò sorpresa e Mello si avvicinò al suo orecchio 
MELLO : è meglio se per un po' le ignori. Se vuoi fare amicizia te ne occuperai quando ti sarai ambientata per adesso devi solo ignorarli
Detto questo andò a posare le sue cose sul banco mentre Jenice lo seguiva guardando a terra. Riusciva a sentire tutti gli sguardi dei bambini su di sè. Le bastarono pochi secondi per scoppiare. Le venne un mal di testa fortissimo e così cercò di scappare via dalla classe, ma appena varcò la porta urtò una signora. Era la maestra. Jenice lo capì perché appena la videro tutti gli alunni corsero a posto mettendo fine al disordine che si era creato
MAESTRA : Tutto bene ? Non ti ho mai visto da queste parti, sei nuova ?
MELLO : Si, è arrivata ieri. Roger l'ha affidata a me
Il tono di Mello era seccato. Andò vicino a Jenice e le diede una mano ad alzarsi. 
MAESTRA : Capisco. Come mai stava scappando ? Cosa le hai fatto?
MELLO : Niente e scappata lei fuori dalla classe mentre io stavo poggiando le cose sul mio banco. Forse è colpa degli imbecilli che la stavano criticando da quando è entrata
La maestra si limitò ad annuire e a mandare Mello a posto e fece sedere Jenice vicino a lei alla cattedra. Dopo pochi minuti iniziarono le lezioni. A Mello sembrarono infinite, anche perché per la maggior parte del tempo aveva fissato Jenice che non faceva altro che torturarsi la gonna. Dopo molte ora interminabili suonò la campanella che annunciò la fine delle torture. Mello aveva notato che anche Near per un po' aveva fissato Jenice, ma non ci aveva dato troppo peso. Appena suonò la campanella Mello trascinò con sè Jenice e la portò nella camera. 
MELLO : Si può sapere che ti è preso ?
JENICE : Non lo so. Mi è preso un fortissimo mal di testa e ho sentito qualcuno che diceva che mi voleva uccidere 
MELLO : Ma ti sei bevuta il cervello ? Non credo che ti vogliano addirittura uccidere 
JENICE : Ma non erano voci di bambini. Erano voci di uomini
MELLO : Sicura che non te le sei inventate 
JENICE : NO 
Mello decise di non discutere e che avrebbe raccontato tutto a Roger quando sarebbe rientrato. La sera non rientrò molto tardi e Mello notò che era preoccupato, ma non gli disse per che cosa. Appena Mello gli racconto cosa era successo con Jenice Roger disse che doveva parlare di alcune cose importanti con lui, con Jenice, con Near e con Matt, ma non gli volle dire di cosa si trattava. Gli disse solo che forse Jenice si stava ricordando qualcosa del suo passato









KARA 



LA MAESTRA 

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Capitolo 5
*** L'incontro ***


Dopo aver parlato con Roger Mello trovò Jenice nel corridoio appoggiata al muro. Aveva un'espressione triste. Appena sentì la porta chiudersi alzò la testa guardando Mello. Solo allora il ragazzo si accorse che Jenice stava piangendo. Appena lo vide si asciugò le lacrime e fece un sorriso forzato.
JENICE : Che bello vederti. Ti stavo aspettando
MELLO : Ti sei persa ?
JENICE : Più o meno. Ti stavo cercando e una ragazza mi ha detto che eri nell'ufficio di Roger così mi sono fatta dire dove si trovava e lo raggiunto.
MELLO : Ti ha detto qualcosa quella ragazza ?
JENICE : In che senso ?
MELLO : Perché stavi piangendo. Ti ha detto qualcosa ?
JENICE : No no, anzi è stata molto gentile 
Mello si avvicinò a Jenice mentre lei abbassava la testa.
MELLO : Allora perché stavi piangendo ?
Jenice non rispose. Rimase davanti a Mello a fissare il pavimento. Cercò di cambiare argomento per non sentirsi sotto pressione 
JENICE : Cosa voleva Roger ?
MELLO : Ha detto che domani vuole parlare con noi. 
JENICE : Anche con me ?
MELLO : Si, non so cosa ha in mente. Ora è meglio se andiamo in camera. 
Detto questo Mello si incamminò verso la camera seguito da Jenice che cercava di mantenere la distanza. Quando entrarono nella stanza Jenice andò nel bagno per cambiarsi.
MELLO : Non mangi? Dobbiamo ancora cenare.
JENICE : No, non ho fame
Dopo questo Jenice non sentì più niente, solo il rumore della porta che si chiudeva. Dopo dieci minuti, quando uscì dal bagno si accorse che la stanza era deserta. Mello era andato a cenare mentre lei era rimasta lì come una scema. Cercando di ignorare la tristezza, si mise sotto le coperte e si addormentò però la fame si fece sentire molto presto. La mattina dopo si svegliò verso le 11. Appena guardò l'ora si accorse che nessuno dei due aveva sentito la sveglia. Scese dal letto e andò a svegliare Mello.
JENICE : Mello, svegliati.  La sveglia non ha suonato. 
Mello si alzò sbadigliando e allontanando Jenice con una spinta
MELLO : La sveglia non ha suonato perché noi oggi non dobbiamo andare a scuola. Roger ci voleva parlare in privato senza che quei mocciosi degli altri bambini interferissero. Così ci ha dato il permesso per saltare un giorno di scuola
JENICE : Scusa. A che ora è l'incontro ?
MELLO : Alle 12 e 30  
JENICE  : Allora non è poi così presto. 
Mello si alzò guardando l'orario andò nel bagno. Jenice lo seguì e Mello infastidito dalla presenza della ragazza si voltò e la allontanò.
MELLO : MA MI VUOI SEGUIRE ANCHE IN BAGNO ? UN PO' DI PRIVACY MI SARÀ RIMASTA
Jenice indietreggiò spaventata e andò a sedersi sul letto mettendo la testa sotto il cuscino.
JENICE : Scusa. È da molto che non riesco a controllare quello che faccio
MELLO : In che senso ?
JENICE : Lascia stare. Non so come spiegartelo e non posso
Mello sbuffò e si chiuse in bagno iniziando a vestirsi. Dopo dieci minuti sentì la porta che si apriva e si chiudeva. Uscì dal bagno mentre si metteva la maglietta. La stanza era vuota. Mello decise di non dare troppo peso al fatto che fosse uscita da sola. Tanto per i corridoi non c'era nessuno e anche se si fosse persa l'orfanotrofio non era poi così grande quindi c'erano poche probabilità che si perdesse di nuovo. Decise di leggere qualcosa approfittando del tempo libero che gli era rimasto prima dell'incontro. Uscì dalla camera e s'incamminò verso la biblioteca. Intanto Jenice vagava per i corridoi della Wammy's House senza avere una meta precisa. Andò di nuovo nell'ufficio di Roger non sapendo che fare. Quando arrivò davanti alle porte sentì delle voci : una era di Roger, mentre l'altra non era una voce vera e propria. Probabilmente veniva da un computer. Non fece in tempo a bussare che sentì una voce femminile dietro di lei
XXXX: Guardate qui ragazze. Non è quella nuova
Appena Jenice si girò vide dietro di lei un piccolo gruppo di ragazze che la guardavano ridendo. Jenice si accorse che erano ragazze della classe dove era stata con Mello, ma non conosceva i loro nomi.
JENICE : Ciao. Come vi chiamate ?
KARA : Che fai ? Cerchi di fare amicizia con noi. Mi dispiace per te ragazzina, ma sarà difficile per te se vuoi entrare nel mio gruppo.
JENICE : Come mai non siete in classe ?
KARA : Oggi c'è stato un problema in classe così ci hanno fatto uscire prima. E comunque fatti gli affari tuoi. Te l'ho detto. Non puoi entrare nel nostro gruppo 
MELLO : Sta solo cercando di essere educata. Lei non vuole affatto entrare in un gruppo di stupide che si vantano di essere le più carine del mondo. Siete solo un gruppo di smorfiose.
Quando le ragazze videro Mello si bloccarono. Non risposero alle sue provocazioni perché sapevano che la loro leader Kara era innamorata di lui. Kara fece un cenno alle ragazze e se ne andarono lasciando Jenice e Mello da soli.
JENICE : G-grazie
Mello non rispose e prese la mano di Jenice per poi entrare nell'ufficio di Roger
ROGER : Salve. Che ci fate qui ? L'incontro è tra un'ora.
MELLO : Non avevamo nulla da fare.
ROGER : Andate a chiamare anche Matt e Near così vi dico tutto ora
Mello uscì mentre Jenice si accomodò su una delle poltrone della stanza. Dopo dieci minuti Mello tornò seguito dagli altri due successori che, dopo aver chiuso bene la porta si accomodarono nelle altre poltrone. 
MELLO : Cosa dovevi raccontarci ?
ROGER : Di una missione che vuole affidarvi L
MATT : Una missione. Ora ci divertiamo
ROGER : Matt è una cosa seria. Nell'ultima settimana è stato affidato ad L un caso che lui però ha voluto affidare a voi. È un'altra prova , ma questa è una prova che metterà a rischio la vita di molte persone. Si tratta di un serial killer che sta turbando la quiete di Winchester. Allora volete provare a risolvere questo caso ? Naturalmente L vi osserverà mentre risolvete il caso
I ragazzi restarono lì a guardare Roger inceduli. L non aveva mai affidato un caso.
MELLO : Io accetto la sfida.
MATT : Anche io.
NEAR : Anche per me va bene
All'improvviso si sentì una voce proveniente dal computer acceso di Roger
L : Bene. Non vedo l'ora di vedere come ve la caverete. E poi vorrei coinvolgere anche Jenice per vedere come se la cava a fare la detective. Nelle cartelle che vi daranno ci sono tutti i dettagli relativi al caso.  Per adesso vi dirò solo questo e vi auguro buona fortuna
Detto questo la L sul computer scomparve e Roger riprese a parlare.
ROGER : Lavorerete a coppie Near con Matt e Jenice con Mello.
MELLO : Perché proprio io devo stare con Jenice ?
ROGER : Perché è la tua compagna di stanza. È stato L a dirmi di fare così
Quando sentì il nome di L Mello corse fuori dalla stanza per non andare oltre. Entrò nella sua camera come una furia e iniziò a prendere a pugni il cuscino. Quella ragazza gli stava rovinando la vita. Quando arrivò la sera Jenice rientrò in camera con una cartella in mano.
JENICE : Tieni. Sono i dettagli del caso.
MELLO : Li hai già guardati ?
JENICE : No. Ora però vado. Vorrei fare un giro per l'orfanotrofio per orientarmi.
Detto questo uscì di corsa dalla camera. Mello continuava a fissare la porta incredulo. Aveva fatto molte volte il giro dell'orfanotrofio, era strano che non avesse ancora imparato come orientarsi. Senza aspettare altro tempo aprì la cartella dentro c'erano delle foto di due cadaveri attaccate su dei fogli su cui c'erano le descrizioni delle vittime. La prima si chiamava Jessica Owen, aveva 25 anni e faceva la cameriera nel bar insieme alla sorella Lucy. Viveva con il fidanzato in una piccola casa. È stata trovata strangolata e impiccata nella sua camera mentre il fidanzato si trovava in viaggio per lavoro. Sulla gamba aveva una voglia su cui l'assassino aveva disegnato la lettera S con un ago. Sulla schiena era stata fatta un incisione : -6. Alla ragazza era stata tolta la maglietta, ma sul collo portava ancora la collana. La seconda vittima era la sorella della prima. Si chiamava Lucy e aveva 27 anni. Lei viveva nel suo appartamento da sola. Anche lei come la sorella aveva una voglia sul braccio e sopra la voglia era stata disegnata le lettera o è sulla schiena aveva un incisione : -5. Anche lei è stata trovata impiccata nella propria camera. Dopo aver letto tutto quello che c'era scritto Mello andò a mangiare. Aveva passato tutto il giorno a leggere quei fogli ed era arrivata ora di cena. Quando arrivò andò nel tavolo dove era seduto
MATT : Ciao Mello. Tutto bene con la tua fidanzatina ?
MELLO : Lei non è la mia fidanzata
MATT : Come mai hai capito subito di chi parlavo ? E perché sei rosso ?
 MELLO : Negli ultimi giorni non fanno altro che parlare di me e della mia compagna di stanza e poi rosso sarai tu
MATT : A proposito ora dove è ora ?
Detto questo i due ragazzi iniziarono a guardarsi intorno. Mello alzò le spalle per dire che non lo sapeva.
MELLO : Forse non aveva fame ed è andata a dormire e forse è meglio che vada anche io. Buona notte
MATT : Non finisci di mangiare ?
MELLO : No
Detto questo Mello tornò in camera sua, ma Jenice non era neanche lì. A questo punto decise di lasciarla perdere. Non poteva stare dietro a quella bambina come se fosse il suo giocattolo. Si mise a letto convinto che la mattina dopo avrebbe trovato Jenice che dormiva, ma non fu così. Infatti la mattina dopo quando si svegliò il letto era vuoto.
 

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Capitolo 6
*** Mistero ***


Si mise a letto convinto che la mattina dopo avrebbe trovato Jenice che dormiva, ma non fu così. Infatti la mattina dopo quando si svegliò il letto era vuoto. Senza pensarci un attimo corse fuori dalla stanza e corse nell'ufficio di Roger. Aprì le porte e si ritrovò davanti una persona che conosceva molto bene. Aveva i capelli neri, spettinati. Il corpo con una gobba era coperto da una maglietta bianca semplice e un paio di jeans. Ai piedi portava un paio di scarpe da ginnastica slacciate. Appena l'individuo si girò verso Mello, il ragazzo poté vedere le occhiaie che aveva sotto gli occhi neri e profondi. 
MELLO : L! Che ci fai qui? 
L : Sono venuto qua per osservarvi mentre risolvete il caso. Sono riuscito a trovare un po' di tempo per venirvi a trovare. Comunque dimmi cosa è successo. Sembravi molto spaventato quando sei entrato.
MELLO : Jenice è scomparsa
ROGER : In che senso? 
MELLO : Nel senso che non la trovo più
L : Da quando è scomparsa ? 
MELLO : Ieri sera. È venuta a darmi le cartelle relative al caso e poi se ne andata dicendo che voleva visitare meglio l'orfanotrofio. Dopo pranzo. 
ROGER : Quindi dalle 3. Provato a chiedere agli altri ?
MELLO : No. Appena mi sono svegliato sono corso qua. 
ROGER : Va bene. Ora andiamo in classe e proviamo a chiedere ai tuoi compagni. 
Detto questo Roger e Mello uscirono dall'ufficio mentre L fissava un punto impreciso della stanza e portò il pollice al labbro inferiore. Mello entrò nella classe e si fermò respirando profondamente. La maestra lo guardò 
MAESTRA : Mello, finalmente. Pensavano che non venissi a scuola neanche oggi
Mello guardò molto male l'insegnante e in quel momento entrò anche Roger. 
ROGER : Salve ragazzi. Come vanno le lezioni ?
ALUNNI : BENE ! 
ROGER : Vi volevo chiedere se qualcuno di voi aveva visto Jenice ieri. 
LINDA : Perché è successo qualcosa? 
MELLO : Jenice è scomparsa. 
KARA : È scomparsa ? Cosa vorrebbe fare quella. Giocare a nascondino. Perché le stai dietro. Se fossi in te l'avrei già cacciata dalla stanza. 
MELLO : Non ho mai chiesto un tuo parere. 
Con questo Kara non fiatò più. Le stava antipatica l'idea che il ragazzo che le piaceva stava in stanza con un'altra ragazza. I compagni sembravano molto interessati a quello che stava succedendo e anche la maestra sembrava preoccupata per la piccola. 
MATT : Perché non andiamo a cercarla? L'orfanotrofio non è molto grande in un'ora dovremmo riuscire a trovarla se non è uscita. 
MAESTRA : Ottima idea. Credo che per questa emergenza potrei anche sospendere la mia lezione. Così i bambini potranno dare una mano. 
ROGER : Ne è sicura ? Potremmo anche iniziare la ricerca dopo le lezioni 
All'improvviso si sentì una voce che chiedeva di parlare 
LUCY : Io ieri ho visto quella bambina. Vagava per i corridoi e portava in braccio un orsetto di peluche. Lo stringeva forte a sé e dal viso sembrava che fosse spaventata 
Roger guardò Mello e poi spostò il suo sguardo verso l'alunna che aveva parlato. Era la migliore amica di Kara nonché sua compagna di banco. Aveva lo stesso carattere di Kara solo che riusciva ad essere un o po' più gentile. 
MELLO : Ti dispiacerebbe spiegarti meglio ? 
LUCY : Aveva gli occhi spalancati e tremava. Sembrava che stesse scappando da qualcosa o da qualcuno. Ogni tanto si guardava in giro 
MAESTRA : Propongo di iniziare subito le ricerche. Se Jenice non è uscita deve essersi nascosta da qualche parte 
Detto questo tutto gli alunni si divisero in due squadre : una avrebbe esplorato il primo piano mentre l'altra avrebbe esplorato il secondo. Dopo essersi accordate su dove incontrarsi se non avessero trovato la ragazza le ricerche iniziarono. Molti ragazzi però presero le ricerche per un gioco e allora si staccarono dal proprio gruppo per andare a divertirsi. Le ragazze di una squadra decisero di staccarsi dal loro gruppo e di andare in biblioteca per prendere alcune cose e tornare nelle loro camere. Appena entrarono videro una ragazza che scavalcava la finestra della biblioteca, quella che era più lontana dalla porta rispetto alle altre. Le ragazze si chiamavano Kate, Lily e Amber. Appena videro la ragazza si avvicinarono e riuscirono a riconoscere Jenice, avevo un sguardo vuoto rispetto alle altre volte in cui l'avevano vista. La più grande Kate, intuendo le intenzioni di Jenice, la afferrò per un braccio e la tirò facendola cadere a terra. Solo allora le ragazze videro che aveva delle ferite sul corpo tutto insanguinato. Lily corse fuori e si mise a gridare :" L'ABBIAMO TROVATA L'ABBIAMO TROVATA ". Appena la sentì , Linda andò a chiamare Mello. Appena lo vide lo prese per un braccio e lo porto in biblioteca. Matt li seguì, ma appena arrivò all'angolo si accorse che non era l'unico che li seguiva. C'era un altro ragazzo che li stava seguendo, Matt lo riconobbe subito : era L. Sensa aspettare un attimo riprese la sua corsa e raggiunse i suoi amici che parlavono vicino alla porta della biblioteca dove tutti gli altri studenti stavano andando
MELLO : Si può sapere che sta succedendo ?
LINDA : L'hanno trovata. Era un gruppo di ragazze che voleva abbandonare le ricerche da quanto ho capito
MELLO : Jenice è in biblioteca, giusto ?
LINDA : Si 
Mello entrò in bibliotece e raggiunse la folla che si era formata intorno alla bambina. Kate vedendo Mello gli si avvicinò.
KATE : Ciao. 
MELLO : Cosa è successo ?
KATE : Cosa ? 
MELLO : Quando siete entrate qua , cosa è successo ?
KATA : AH, si, giusto. Appena siamo entrate in biblioteca abbiamo visto una bambina che stava scavalcando la finestra. Quando ci siamo avvicinate ci siamo accorte che era Jenice. Non ne sono sicura, ma credo che si volesse buttare giù. 
In quel momento arrivarono anche L e Roger.Mello vedendoli si fece spazio tra i bambini e raggiunse Jenice che era rimasta per tutto il tempo seduta a terra con la testa sulle ginocchia. Notò subito i vestiti stracciati e macchiati di sangue. Mello le prese la testa e fece in modo che la alzasse. Solo allora noto una ferita sopra al petto. Era grave rispetto alle altre
MELLO : QUALCUNO VADA A CHIAMARE L'INFERMIERA ROSY. Si può sapere che diavolo hai combinato ?
Jenice non rispose. Fissava spaventata il pavimento e tremava come una foglia. Mello si mise dietro di lei e la aiutò ad alzarsi. Jenice però non riuscì a tenersi in equilibrio e si aggrappò a Mello. Kara era rossa per la rabbia in quel momento. 
JENICE : Shi-ori
MELLO : Che cosa ? 
L : Vi prego uscite tutti quanti, tornate nelle vostre camere. Adesso.
I bambini si precipitarono subito fuori dalla biblioteca. Mello invece fu costretto a rimanere poichè Jenice si rifiutava di lasciarlo andare. Non riusciva a mantenersi in piedi e non sarebbe mai riuscita a camminare da sola. 
L : Ciao piccola. Io sono Riuzaki. Tu come ti chiami ? 
JENICE : Lucy 
ROGER : Che cosa ?
JENICE : Jessika 
MELLO : Tu non ti chiamavi Jenice ?
JENICE : ......
L : Mello questi due nomi non ti fanno ricordare niente ?
In quel momento entro nella stanza l'infermiera Rosy. Roger le disse di curarla e di fargli sapere al più presto la gravità delle ferite. Jenice che finalmente riusciva a stare in piedi si nascose dietro a Mello muovendo la testa a destra e a sinistra, segno che era contraria. Rosy riuscì a convincere la piccola a venire con lei e così L potè parlare con Roger e con Mello
L : Allora, cosa ti ricordano quei nomi ?
MELLO : Fammi pensare .........  SI !!!! Ora ricordo ! Ti riferisci a Jessika e Lucy Owen. Le due vittime del serial killer del caso che ci hai affidato
L: Jenice ha già letto i dettagli relativi al caso  
MELLO : Che io sappia no. Quando ieri mi ha dato i fascicoli la cartella era chiusa e lei stessa mi ha detto di non averli letti 
L : Allora non possiamo essere sicuri al 100% che quando si è presentata si stava riferendo alle due vittime 
MELLO : Allora perché scegliere quei due nomi ? Sarà solo un caso ?
ROGER : Ok. Per adesso cosa facciamo 
L : Continuerete con la vostra vita normale e .....
Non ebbe il tempo di finire la frase che il telefono squillò
L : Siamo fortunati. È la polizia di Winchester 
 

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Capitolo 7
*** Riflessioni e minacce ***


Non ebbe il tempo di finire la frase che il telefono squillò. L rispose e restò a telefono per un bel po' di tempo. Quando ebbe finito chiuse la telefonata, grazie ad essa le cose gli sembravano piú chiare
L : Siamo fortunati. È la polizia di Winchester 
MELLO : La polizia di Winchester ? Ma allora ....
L : Si. Loro sanno che i ragazzi di questo orfanotrofio collaborano e hanno piena fiducia in voi 
ROGER : Cosa ti hanno detto ? 
L , prima di iniziare, lanciò uno sguardo a Mello che intanto mangiava una tavoletta di cioccolato fondente. Dopo pochi secondi iniziò a spiegare quello che aveva capito dopo e durante la telefonata 
L : Ero quasi sicuro che Jenice non avesse scelto a caso quei due nomi, ma che si riferisse proprio alle due vittime del serial killer. Ero sicuro che continuando a chiederle il suo nome lei ci avrebbe fornito il nome della prossima vittima e invece non ce né stato bisogno. È stata trovata un altra vittima. Dalle ricerche hanno scoperto che era la cugina delle prime due vittime 
MELLO : Come si chiama ? ...... Non dirmi che ....
L : Esatto la terza vittima si chiama Jenice Owen, ha 24 anni. È stata uccisa in un parco a differenza delle altre due sorelle. L'unica informazione che mi hanno dato è una lettera di minacce che la ragazza stringeva in mano. Sulla lettera c'era anche del sangue e ora stanno effettuando dei controlli per capire se appartiene alla vittima. La polizia ha sigillato la zona. Domani andremo sul luogo per controllare gli indizi insieme agli altri due successori. E faremo anche un salto nelle case delle due vittime. Stasera gli racconterò tutto quello che è successo e quello che abbiamo scoperto 
Mello restò immobile per alcuni attimi poi si alzò dalla sedia e fece per andarsene, ma Roger lo fermò
ROGER : Dove stai andando ? 
MELLO : A controllare come sta Jenice. 
L : Visto che vai in infermeria puoi chiedere a Rosy di venire qui. Le devo parlare. E poi credo che domani Jenice debba venire con noi.
ROGER : Perché ?
MELLO : Dopo quello che è successo è pericoloso lasciare Jenice da sola. È molto meglio se la tengo d'occhio. Intanto se lei conosce la vittima forse potrebbe ricordare qualcosa del suo passato. Giusto ? 
L : Ottima intuizione 
Detto questo Mello uscì soddisfatto dall'ufficio di Roger. Appena svoltò l'angolo vide Linda e Matt che l'aspettavano. 
MELLO : Che state facendo ? 
LINDA : Ti stavamo aspettando 
MELLO : E perché ? 
MATT : Volevamo sapere come sta Jenice. 
MELLO : Sto andando ora a controllare 
LINDA : Quindi veniamo con te ?
MELLO : NO ! Aspettatemi qui se proprio volete sapere come sta'. 
LINDA : Ma ... 
MELLO : Ho detto che voglio andarci da solo. Punto 
Mello corse via sperando che i suoi compagni non lo seguissero. A volte erano proprio fastidiosi. Dopo pochi minuti arrivò davanti alla porta dell'infermeria. Fece un grande respiro ed entrò senza nemmeno bussare. Trovò Jenice stesa sul lettino che guardava il vuoto. Stringeva in mano il peluche che aveva visto in biblioteca. Il viso era pallido e aveva un panno bagnato sulla fronte. Il resto del corpo era pieno di fasce e cerotti che coprivano le ferite. Sembrava più morta che viva. Una mano si poggiò sulla spalla di Mello facendolo spaventare. 
ROSY : Jenice, guarda chi è venuto a trovarti 
Jenice sembrò tornare alla realtà mentre Mello la salutava. Si alzò dal lettino e si mise seduta. 
ROSY : Non immagini quante volte mi ha chiesto dove eri , cosa stavi facendo e se stavi bene. Mentre la fasciavo sono stata sottoposta ad un interrogatorio. Domande esclusivamente su di te. Pensa che quando dormiva ha pronunciato un sacco di volte il tuo nome 
JENICE : Non è vero. 
Mello sembrava sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato che Jenice era preoccupata per lui nonostante era lei quella che avevano attaccato. Era assurdo. 
MELLO : Rosy. L ti voleva parlare. Ha chiesto se potevi andare nell'ufficio di Roger. 
ROSY : Ok. Mentre non ci sono bada tu a Jenice
MELLO : D'accordo. 
Rosy uscì dalla stanza mentre Mello si sedeva sul letto accanto a Jenice.
MELLO : È vero quello che ha detto ?
Jenice diventò rossa in viso e abbasso la testa per evitare che Mello lo notasse. Capì che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla anche se non dalla sua bocca. Decise che doveva raccontare quello che era successo a qualcuno di cui si fidasse e al momento l'unica persona di cui si fidava era il ragazzo seduto accanto a lei. Si fece coraggio e alzò lo sguardo verso di lui.
JENICE : Lui mi ha detto che tu eri morto 
Mello veloce come un fulmine scese dal letto e guardò Jenice 
MELLO : CHE COSA?! 
JENICE : Lui mi ha ...
MELLO : L'ho capito. Ma lui chi ?
JENICE : Quello che mi ha aggredita
MELLO : Quindi hai sentito la sua voce ? L'hai anche visto in faccia ?
Jenice scosse la testa 
JENICE : La voce era modificata e il volto coperto da un passamontagna. Inoltre portava dei guanti di lana e aveva coperto ogni millimetro del corpo. Comunque sono sicura che il colpevole sia giapponese. Lui, infatti, non ha parlato in inglese, ma in giapponese
MELLO : Non è stato molto furbo. Ha pensato quasi a tutto. Ma come è entrato ?
Jenice scosse la testa alzandosi. Anche lei avrebbe voluto sapere come era entrato. Tutte le finestre della biblioteca erano chiuse dall'interno e l'orfanotrofio non aveva ricevuto nessuna visita. Mello vide su una sedia i vestiti sporchi di sangue di Jenice. Erano quelli che indossava quando era stata aggredita. Mello prese la camicia e notò che mancava uno dei bottoni a forma di fiore. Guardando le macchie di sangue notò che c'era scritto qualcosa.
MELLO : "La prossima sarà la sincerità ". Ma che vuol dire ? 
JENICE : Mello
MELLO : Che c'è ? 
JENICE : Mi puoi accompagnare un camera ? 
MELLO : Perché ?
JENICE : Accompagnami e basta. 
MELLO : Dimmi perché 
JENICE : Devo controllare una cosa. 
Mello sospirò e da un cassetto prese una busta dove poi mise la camicia con il messaggio. Fatto questo i due bambini uscirono dalla stanza e si raggiunsero la loro camera. Se quel messaggio era del serial killer che aveva ucciso le due sorelle e poi la cugina significava che anche Jenice e il suo passato centrava qualcosa con tutto quello che stava accadendo. Appena entrarono nella camera Jenice si avvicinò al suo letto e alzò il materasso. Prese qualcosa da sotto e poi lo rimise a posto. Mello si avvicinò alla ragazza che gli mostrò la collana che aveva nascosto e poi ripreso. 
MELLO : È per questa "cosa" che siamo tornati qui ? 
JENICE : Esatto 
Jenice sorrise soddisfatta mentre il ragazzo davanti a lei indicava la collana.
MELLO : Mi prendi in giro ? 
JENICE : Un po' 
Jenice rise mentre Mello sbuffava scocciato. Dopo pochi minuti uscirono dalla stanza e si recarono nell'ufficio di Roger dove L faceva alcune domande a Rosy
L : Erano gravi le ferite? 
ROSY : Non molto. 
L : Erano state fatte con un arma ? 
ROSY : Ti sorprenderai quanto me quando ti dirò che le ferite sono state fatte con un semplice ago 
L : Anche le incisioni sui corpi delle vittime sono stati fatti con degli aghi
L si porto il pollice al labbro inferiore, segno che stava riflettendo. Però in quel momento qualcuno bussò alla porta rompendo il silenzio che si stava creando. 
L : Avanti 
La porta si aprì lasciando entrare Mello e Jenice che, dopo essere entrati, si chiusero la porta alle spalle. Mello si avvicinò ad L mostrandogli il contenuto della busta. L prese la camicia e notò il messaggio scritto sulla manica 
L : "La prossima sarà la sincerità". 
MELLO : Io credo che Jenice e il suo passato centrino veramente qualcosa con il caso del serial killer 
L : Anche io ne sono sicuro, ma non so cosa possa significare questo messaggio
ROSY : Forse "la sincerità" è il nome della prossima vittima sottoforma di enigma 
L : Già. Il serial killer si diverte molto giocando con i detective.  

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