Tekken 6-The Fall

di Softman993
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue-The Devil's Own ***
Capitolo 2: *** Midnigth ***



Capitolo 1
*** Prologue-The Devil's Own ***


Tekken 6 Prologue-The Devil's Own

Tekken 6-Prologue
The Devil's Own



I turbini si sollevavano impetuosi sulla piana di Honmaru,facendo compiere ampie parabole alla polvere ed ai piccoli detriti,resti dell'esplosione che pochi mesi prima aveva dato inizio alle questioni riguardanti il Tekken 5 -l'esplosione del tempio di Honmaru,un tempio dedicato semplicemente all'ego del suo ideatore,Heiachi Mishima,e costruito per nascondere un segreto scomodo.
Ora,però,a quella polvere se ne aggiungeva di nuova.
Jinpachi era vinto,il suo corpo era polvere,e quel senso di oppressione dovuto alla vicinanza ad un essere costituito di pura malvagità -resuscitato dai suoi antichi resti e mosso dall'energia del suo stesso odio- che pesava come un masso sul petto del giovane Jin Kazama andava via via attenuandosi.

Jin prese un profondo respiro,preparandosi già alla battaglia che sapeva avrebbe dovuto affrontare,in quel fatidico,maledetto giorno.
Sapeva anche che avrebbe perso,ma non gli importava.Voleva combattere,almeno,prima di perire sotto i colpi del suo demone interiore.Non voleva finire come suo padre,che alla fine non aveva fatto altro che arrendersi,lasciarsi andare.

Sentiva il sangue addensarsi nelle sue vene,il suo cuore che iniziava a battere sempre più forte,l'aria farsi rovente nelle sue narici e nella sua gola.Il sudore imperlava la sua fronte,e sentiva le sue gambe sempre più pesanti,come se la roccia le stesse inglobando,cercando di salvare il mondo dalla sciagura che sarebbe camminata su di essa nel giro di pochi minuti.
Poi,una fitta di dolore,al petto.Il dolore persisteva,prendeva tutte le sue forze,le sue energie,le annullava,le disperdeva,le risucchiava,come aveva fatto per anni.
Non riusciva a respirare,era come se qualcuno lo stesse strangolando...Sarebbe morto soffocato,ecco qual'era la sua fine.
L'aria mancava ai suoi polmoni,e la sua vista si faceva sempre più offuscata...Nella gola sentiva il sapore del sangue,il suo aroma un  pò metallico.Stava morendo.Ma moriva felice...Almeno non avrebbe più sofferto.

Sentì il cielo cadere sopra di lui,e al contempo il suo corpo farsi leggero,evanescente,come se la sua mente,la sua anima e le sue sensazioni stessero abbandonando il suo corpo morto.Poi,quando la sensazione di distaccamento dal suo corpo si faceva oramai completa,quando oramai poteva vedere le sue spoglie a terra,tutto si fece buio.
La sensazione di star precipitando era fortissima,e a Jin quasi venne l'impulso di parare avanti le mani,per attutire la caduta,anche se da quell'altezza a poco sarebbe servito.

Giunse a terra,senza un minimo sentore di dolore,senza nessun rumore.Era morto,era diventato un corpo immateriale,un etere fluttuante,oramai.
Ad aspettarlo c'era...Se stesso.
La sua controparte demoniaca,identica a lui,se non per il suo volto deformato dal puro piacere per la vittoria definitiva che stava per conseguire sulla sua nemesi umana e mortale,per l'ennesima vita che stava per gettare nei neri abissi della notte eterna.
Jin assunse la posa da combattimento,che per anni l'aveva contraddistinto.Devil si limitò a fissarlo,gli occhi come due braci,a braccia conserte.

Il giovane si lanciò sul demone,che però lo schivò,smaterializzandosi nell'aria,per poi apparire sopra di lui,svettante nel cielo rosso sangue dei suoi incubi,con le ali di piume nere,dei peccati degli uomini uniti,spiegate.Si era trasformato,ed era pronto ad uccidere il suo avversario pur di avere il suo corpo.D'altro canto,non si era mai fatto scrupoli,no?

Un raggio di ki lo sfiorò,e Jin riuscì ad evitare il colpo solo con uno scarto laterale.Ma il fascio d'energia lo colpì comunque di striscio,infierendogli una profonda bruciatura.
Jin strinse i denti per il dolore,mentre Devil spariva di nuovo.
"Concentrati,Jin...Puoi sentirlo,puoi percepirlo..."si disse.Colpì.Un calcio alto,di destro,dietro di lui.Il secco rumore del colpo parato riecheggiò nella vasta piana,uno spicchio d'inferno che esisteva solo nella sua mente.Jin continuò a colpire,sempre più veloce,sempre più concentrato,sempre più furente e disperato.I colpi sfioravano Devil,o incontravano la sua parata.Un normale lottatore di arti marziali,a quel punto,sarebbe stato esausto.Ma Jin,spirito dell'etere,oramai,continuava a colpire,e Devil,entità malvagia e superiore,riceveva i colpi.
Poi,all'improvviso,un pugno andò a segno.Devil si piegò su se stesso,dopo quel preciso pugno all'addome,tossicchiando.Anche lui aveva le debolezze del suo corpo,pensò Jin.Riprese a sfoggiare i suoi migliori attacchi sul suo avversario inerme,la vittoria che sempre più teneva salda fra le mani.

Devil ora giaceva a terra,agonizzante.Quella battaglia,lunga più di quanto si potesse immaginare,ma al contempo della durata nulla,sospesa nella mente di una persona,e di una sola,era finita,e l'impossibile era successo.
Il colpo finale arrivò secco e deciso,come tutti gli altri,alla gola.Jin la accolse come una liberazione,come la fine della sua prigionia,dell'inizio della sua vita.Il corpo di Devil si dissolse in polvere,polvere che fu dispersa dai turbini,lungo quella piana infinita,come la polvere che formava il suo avo Jinpachi,morto per cercare di mettere fine allo scempio della sua stirpe.
Aveva vinto,era finita...Almeno così pensava.
La polvere riassunse consistenza,riformando il corpo del suo avversario.

"PENSAVI DI BATTERMI,STUPIDO ESSERE UMANO?Questo è il mio campo di battaglia...La tua mente,il tuo subconscio,i tuoi incubi...E qui,io non morirò mai,poichè verrò sempre rigenerato..."

Non poteva essere...Era parte dei suo incubi,era imbattibile.Quello era l'unico posto in cui poteva combatterlo,ed al contempo,lì Devil era immortale ed invulnerabile.
Oramai,era stanco,troppo stanco.Si teneva a malapena in piedi,e Devil si limitò a lanciarsi contro di lui.
Un fendente,uno solo,alla gola."E' finita"si disse Jin,mentre cadeva sui suoi ginocchi,,mentre il sangue risaliva di nuovo la sua gola,mentre i suoi ricordi sparivano,mentre il buio cadeva su di lui,avvolgendolo e strappandolo alla vita.Per sempre.

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Talking whit the lazy writer:beh,vi aspettavate che non mi mettessi a scrivere qualche stronzata da lasciare a metà?:-)
Comunque,parlando di argomenti più seri,questo capitolo,l'inizio di tutto,è stato scritto partendo da una mia idea,e modellato sulle note dell'omonima "The Devil's Own" dei Five Finger Death Punch.
Premetto che,mentre questo capitolo è quasi in poesia,i prossimi saranno in prosa narrativa e,soprattutto,meno spezzati da pause come questo.Vabbè,che devo dire...Se siete arrivati fino a qui,a questo punto scrivete pure due righe di commento,no?XD

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Capitolo 2
*** Midnigth ***


Tekken 6-Chapter 1:The Midnigth Rendez-Vous
Tekken 6-Chapter 1
Midnigth


Porto di Tokyo,molo 125-12/7/2012,ore 23:20

Il vento umido e caldo che soffiava sul Giappone in quei giorni preannunciava l'arrivo dei monsoni,che si faceva sempre più imminente.
Il Porto di Tokyo,deserto nelle tarde ore notture,illuminato solo dal pallido chiarore della luna e da alcuni lampioni che emettevano una fredda luce alogena,era spazzato dalle correnti d'aria,e mulinelli di polvere e sporcizie venivano trasportate lungo traiettorie imprevedibili,sballotati dal vento che li piegava al suo volere.I variopinti container sparsi in blocchi alti quanto palazzi di quattro piani erano l'unica cosa che riusciva ad arrestare le spirali d'aria che si sollevavano.
In uno spiazzo fra i mastodonti parallelepipedi di lamierato,illuminato da alcuni potenti riflettori,come nella scena di un banale B-Movie americano qualsiasi,un plotone di soldati era schierato in apparente attesa di qualcosa.
Le lucide canne dei fucili da assalto,la formazione perfetta di quelle file,il passo marziale tenuto dai soldati e la loro fiera compostezza si tramutavano in un minaccioso segnale per l'intruso,colui che non doveva giungere lì per nessun motivo,nemmeno per sbaglio,se non avesse voluto finire sotto il fuoco incrociato di una cinquantina di armi.
Eppure,qualcuno,nascosto sopra di uno di quei container,appiattito sul ventre il più possibile quasi nel tentativo di diventare tutt'uno con la lamiera ondulata dell'enorme parallelepipedo.
Il suo intento?Comprendere quello che sarebbe successo quella notte.Quella fatale notte.

La spia,dalla sua postazione strategica,afferrò un binocolo digitale che aveva poggiato al suo fianco,ringraziando gli dei per quel poco movimento che era costretta a concedere alla sua spalla -erano ore che restava ferma lì- e lo portò agli occhi,muovendo più volte in avanti il dito sulla leva degli ingrandimenti.Ecco che qualcosa si muoveva,turbando quella calma notte,in cui anche il vento soffiava svogliatamente,come un ragazzo annoiato prende a calci una lattina per strada.
Una Maserati nera entrò nello spiazzo,un filo d'accelleratore,i fanali spenti per non produrre luci rintracciabili.Un uomo di colore,sulla trentina,in divisa elegante,l'autista del mezzo,scese dalla portiera anteriore destra,per poi muoversi verso la portiera posteriore della stessa fiancata per andare ad aprirla.
Scese un uomo,avvolto in un lungo impermeabile.
Era un giovane di razza giapponese,dall'aspetto misterioso ed aggressivo,il fisico atletico chi era abituato alla lotta,il volto difficile da scordare...Specie perchè era il volto di una delle persone più facoltose e potenti del mondo,una persona che giocava a Monopoli con le finanze mondiali e a Risiko con l'esercito più potende del mondo.Quell'uomo era Jin Kazama,l'uomo che in due anni aveva scatenato la Terza Guerra Mondiale,conquistando una buona parte delle terre emerse,e acquisendo il controllo indiretto di vaste zone del globo.
Lo seguì una donna,una giovane ed attraente donna,i cui capelli biondi ricadevano morbidi sulle sue spalle,femminili ma muscolose.Nei suoi movimenti appariva la prontezza allo scatto,nei suoi occhi del color del ghiaccio la determinazione ad uccidere,se necessario,qualsiasi persona sulla faccia della terra,anche colui che aveva più a cuore,se solo glielo fosse stato ordinato.
Per un momento,la donna sembrò fissare nelle lenti del binocolo,e l'oscuro osservatore sentì per un attimo il sangue smettere di correre nelle sue vene.

Kazama si avvicinò alla guardia in testa alla formazione.Indossava la stessa uniforme nera degli altri soldati,ma una fascia rossa legata al braccio destro lo contraddistingueva dagli altri commilitoni.I due presero a parlare,ed alla fine,dopo un paio di minuti,il comandante delle truppe -poichè quello doveva essere quell'uomo- fece rompere le file ai soldati,dividendoli in gruppi.
Le parole giungevano al ricognitore solo come suoni ovattati,trasportati dal vento umido e caldo,nonostante quel soldato doveva star urlando,o comunque parlando a voce alta.
Alcuni soldati,accendendo le torcie integrate negli elmetti,si addentrarono fra i container,il mitragliatore avanti a loro,altri si disposero alle spalle di Kazama,altri ancora si appostarono di fronte ai varchi nella circonferenza di container,per chiudere possibili spiragli ad eventuali attentatori.L'osservatore puntò il binocolo binocolo verso i capannoni che si estendevano distanti dai container alcune centinaia di metri,o meglio alla strada che avevano avanti.Qualcosa doveva star per succedere...Qualcosa di grosso,si disse,contando mentalmente gli uomini schierati in quello spiazzale ricoperto di cemento,almeno un centinaio dei più agguerriti e preparati militari che il mondo avesse mai visto,capaci di eguagliare come gelida indifferenza le SS naziste e come propensione al sacrificio i guerrieri spartani.
La sua attesa non fu delusa:dopo circa venti minuti,un furgone,evidentemente blindato,raggiunse lo spazio fra i containers,sempre a luci spente.Il blocco di soldati lasciò passare il mezzo,numerosi altri di loro si riversarono intorno al veicolo,assumendo una formazione ordinata.Le portiere posteriori vennero aperte da un soldato.Kazama si spostava a una distanza di sicurezza dal mezzo durante l'operazione.

La vedetta si alzò ora in piedi,la sua sagoma sarebbe divenuta ben visibile,ora,ad un eventuale secondo osservatore che si fosse trovato su un altro container.Era una ragazza,dalla corporatura leggiadra,la classica impostazione "alla giapponese",insomma.
Fissò la scena sottostante,ponendosi non pochi interrogativi riguardo il contenuto del furgone.La conclusione più logica era che quel mezzo trasportasse un'arma di straordinaria potenza,fondamentale ai piani elaborati dalla mente -decisamente perversa,secondo l'opinione della ragazza- di Kazama.
I militari ora avevano circondato il veicolo.Sembravano tesi come corde di violino,in uno stato d'allerta massimo.Non appena la portiera fu aperta,si voltarono verso il mezzo,indietreggiando di acluni passi,caricando le armi che ora erano puntate al retro del veicolo.Erano decisamente pronti per sparare,come se dovesse essere condotto fuori un pericoloso individuo.

"Chissà perchè quante preucazioni per un'arma o qualcosa del genere..."si chiese l'osservatrice.O meglio,provò a chiedersi,quando all'improvviso i suoi interrogativi furono interrotti da un boato assordanteU.na portiera di quello che fu il mezzo di trasporto gli sibilò in fiamme a mezzo metro dalla testa.La ragazza si accovacciò istintivamente a terra,coprendosi la nuca con le mani.Sapeva che non sarebbe servito a molto qualora un altro rottame simile avesse dovuto colpirla,ma gli dava un maggiore senso di protezione rannicchiarsi così su se stessa.
Dopo pochi istanti riassunse la sua posizione eretta.Era pronta alla fuga,ma voleva prima carpire quante più informazioni possibile sull'accaduto.Sapere che un furgone della Mishima Zaibatsu era esploso sotto gli occhi di Kazama non era una notizia molto d'aiuto ai suoi fini.
Guardò nello spiazzo.Il furgone era esploso in migliaglia di frantumi,e oramai a terra restava solo la carcassa sfondata,logorata però velocemente dalle fiamme.Le braci risalivano in aria,risucchiate dal vento,a rischiarare la notte.La spia ringrazò la presenza di quell'illuminazione supplementare offerta dal fuoco.Aveva rotto il binocolo,mentre cercava di evitare la portiera.
Alcuni cadaveri giacevano a terra,in posizioni contorte,mentre le fiamme consumavano i loro resti carbonizzati,portando presto al vento quell'odore che già tante volte la storia aveva dovuto sopportare.
La ragazza trattenne a stento i conati di vomito,per poi tranquillizzarsi un pò.Aveva già visto la morte,ma mai così cruda e brutale...Era uno spettacolo orribile.
Altri uomini si avvicinavano al mezzo,le armi spianate.Venivano semplicemente sbalzati via da una forza misteriosa,e volavano per metri in aria.L'osservatrice si rese conto che quello era già abbastanza,ma all'improvviso vide qualcosa muoversi fra le lamiere.Una creatura eterea,dal corpo piumato e con tanto di becco,uscì dai rottami,con uno sferragiare ben udibile anche da lì.
Il mostro fissò negli occhi la ragazza.

Questa scoprì immediatamente cosa portava quello sguardo...Quello sguardo arroventato dal fuoco eterno dell'odio,quella fiamma senza fuoco.
Sentì di colpo le sue gambe cedere,il suo cuore fermarsi,per poi iniziare a battere velocissimo,in piena tachicardia,l'aria arrivare sempre più a fatica ai polmoni.
Presto,per lei,ogni respiro diventò fuoco per la sua gola e pugnale fra le sue costole,e tuttavia aveva bisogno d'ossigeno,se non voleva morire soffocata nel giro di pochi secondi.Respirò una grande boccata d'aria,ma servì a poco.Cadde in ginocchio sul container,poi poggiò la fronte alla lamiera,già stremata.Le lacrime scendevano calde dai suoi occhi.Era finita,così,stupidamente,senza nemmeno che avesse avuto l'occasione di rendersene conto.Portò una mano al suo volto,imperlato di sudore.Piangeva lacrime di sangue...Lacrime di un pianto mistico ed antico,un pianto non suo.
Ora sentiva tutto il suo corpo bruciare,come se a posto del sangue nelle sue vene scorresse lava vulcanica.Sentiva scariche continue di dolore pervadere il suo intero corpo,dominandolo.Era in preda agli spasmi,quando perse i sensi.
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"Dove sono?"si chiese.Era in una stanza buia...Un buio perfetto.Un nero assoluto...Infinito.
Gli rispose una voce.Il timbro era dolce,la tonalità pacata.Era una voce rassicurante in quel buio e malefico nero,cupo e desertico,disorientante,disarmante.

"Sei in te stessa.Nella tua mente...Nel tuo subconscio."

"E...Cosa devo fare?Chi sei?"

"Tutto avrà un suo tempo...Tutto.Ma ora,ascoltami."

"Chi sei?Cosa ci faccio qui?"

"Non è il tempo di rispondere alla prima domanda.Dovrai trovare da te la risposta."

"Ok,ma...Coa ci faccio qui,insomma!Sono...Morta?"

"No...No.Stai calma...Devi solo conoscere meglio te stessa."

"E perchè?Insomma...Penso di conoscere abbastanza bene me stessa!"

"Scoprirai presto quanto sbagli...Quanto poco ti sei veramente chiesta chi sei e cosa puoi."

"Cosa intendi dire!Parla più chiaramente!".

Niente.Nessuna risposta.Di colpo,sentì i suoi sensi tornare nella dimensione della vita reale...
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La ragazza si alzò.Il sole stava appena sorgendo,era domenica.Il porto di Tokyo era quasi deserto,la domenica era un giorno dedicato allo smistamento delle merci,e quindi la vita in quell'angolo di mondo rivestito di duro e lucido cemento la vita iniziava molto più tardi.

Gli girava ancora la testa,sentiva che le gambe gli davano poco appoggio.Sarebbe dovuta scendere adagio,per evitare rischi.
Si,ma perchè gli girava la testa?
Di colpo ricordò.Le fiamme,le urla,i corpi...Quell'essere,quella bestia.Gli aveva dato l'impressione di essere costituita di solo odio,di rabbia oscura e fiammeggiante.Era arrivata dall'altro lato del container,ma si precipitò verso il lato opposto,poco importava del rischio di inciampare,poco importava del bisogno che aveva di vomitare,della nausea e del senso di oppressione che l'assaliva.

Guardò di sotto,nello spiazzo.Quello che vide non gli piaque per niente.I copri erano spariti...Era rimasta solo cenere,disposta a formare un pentagono circondato di rune.I segni del male...I segni del Diavolo.
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Talking whit the f'n lazy writer:evvabbè,un ritarduccio per problemi al login me lo perdonate,dai!Comunque,100 punti a chi indovina chi era l'osservatrice...Commentate,ora!
P.S:tanto per levarvi la curiosità,la storia nel suo insieme è stata ispirata dalle note del Requiem For A Dream(Requiem per un sogno) di Clint Mansell,nella versione da orchestra.Per chi si sta chiedendo dove trovarlo,fa parte della colonna sonora de "Il Signore degli Anelli:Le Due Torri",anche se non l'ho sentita li.
Questo è il vero inizio della storia...

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