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di hutcherswhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno.
Le gocce di pioggia che cadono oscurano il finestrino appannato del taxi e d’istinto disegno con il polpastrello dell’indice un cuore. Un pensiero terribile mi occupa la mente e per l’ansia mi mordo l’interno di una guancia. Sento il sapore del sangue che scorre e mi costringo a fare un lungo respiro. Tra circa undici ore sarò a Los Angeles e potrò finalmente riabbracciare mio padre.
-Ecco l’aeroporto di Londra, sono 24£ -dice l’autista. –Grazie, ecco a lei- aggiunge mia madre dandogli i soldi. Scendiamo dalla macchina e prendiamo le valigie, più tempo passa e più sale l’ansia.
Cosa penserà quando mi vedrà? Mi abbraccerà calorosamente o si limiterà ad un sorriso?
Entriamo e ci sistemiamo in coda per il check-in. –Vado a prendere un caffè alla macchinetta, tu aspettami in fila e non ti muovere- dice mamma.
Mentre la coda avanza qualcuno mi urta contro e per un pelo non cado. Vedo un mucchio di ragazzine urlanti che circondano un ragazzo più o meno alto con gli occhiali da sole e un cappellino rosso, scortato da due omoni in smoking con un auricolare. Fa un paio di foto e firma qualche autografo liberandosi di tutta quella folla, dopo un po’ arriva un addetto dell’aeroporto e lo guida verso una stanza contrassegnata da un cartello con su scritto “Solo personale”. Mamma torna con un bicchierino color carne fra le mani tramanti –Tutto apposto? Sei nervosa? Se non vuoi andare va bene, non sei costretta. Davvero vuoi lasciarmi sola?- dice cercando di nascondere la sua ansia. Appoggio le mie mani sulle sue spalle e cerco di tranquillizzarla –Mamma calma. Non sto partendo per la guerra, sto solo prendendo un aereo per andare a trovare papà in America. Ora chiudi gli occhi e respira. – come una scolaretta obbediente chiude gli occhi e sospira. –E poi sai che in caso di emergenza c’è la mamma di James..-continuo. -Lo so tesoro è solo che mi mancherai così tanto..- spiega. –Anche tu, mamma.- aggiungo abbracciandola. Lei ricambia e, mentre mi faccio avvolgere dal calore che irradia, sento il battito del suo cuore rallentare. Rimaniamo avvinghiate fino a quando il mio cellulare non vibra.
“Non vedo l’ora di riabbracciarti.”
Una sensazione piacevole si diffonde in tutto il corpo, facendo apparire uno dei miei migliori sorrisi.
E’ James, il mio migliore amico. Lui vive in America e quando i miei si sono separati io mi sono dovuta trasferire con mia madre a Londra, lasciando una parte della mia vita da un momento all’altro lì.
“Non vedo l’ora di rivederti”. Rispondo.
Arriviamo al bancone. Una signorina in divisa mi chiede il biglietto e il passaporto e,dopo averli controllati, aggiunge un “Buon viaggio” e un sorriso forzato. Ci dirigiamo verso il metal detector e, prima di fare la fila, ci salutiamo.
-Abbi cura di te, Maggie. – una lacrima riga la guancia di mia madre. –Sappi che per qualunque cosa ci sono e se vuoi tornare prima dimmelo che ti prenoto subito un aereo o che se hai problemi vengo io, basta che mi fai una telefonata. –
-Mi mancherai anche tu, mamma.-sorrido e la abbraccio. -Su, vai, prima che inizi a singhiozzare. –abbozza con un sorriso. Mi dà un bacio sulla fronte e mi accompagna alla fila. Quando sto per arrivare alla macchinetta dei raggi x mi giro a guardarla e vedo che con le labbra forma le parole “Buon viaggio”, sorrido, metto le valigie sulla piattaforma girevole di un bancone e passo attraverso l’aggeggio metallico.
Mentre aspetto per imbarcarmi mi siedo su una panchina e cerco di rilassarmi. Sulla mia sinistra c’è un cestino con tanti giornali, ne prendo uno e inizio a sfogliarlo. La mia attenzione viene attratta da un articolo dedicato ad un attore, a quanto pare, molto famoso in America. A fondo pagina c’è una sua foto e mi accorgo che è la stessa persona che prima era circondato da tutte quelle ragazzine urlanti. L’articolo parla della rottura tra lui e un’altra attrice: “Lo scapolo Josh Hutcherson, dopo le riprese del suo nuovo film “Tre vite e un amore” e la rottura con l’attrice londinese Taylor Price, afferma che si trasferirà per un periodo a Los Angeles, da un suo amico, con lo scopo di divertirsi e magari anche per riflettere su se stesso” .
Sento una voce al microfono annunciare che il volo Londra – Los Angeles sta per partire. Mi avvicino a un addetto dell’aeroporto e chiedo quale delle tante direzioni devo prendere per il mio aereo e gentilmente mi accompagna fino alla fila dell’imbarco.
Ma quanta fila devo fare per prendere un aereo? Sospiro e cerco di sfruttare tutta la pazienza che mi rimane finché, finalmente, riesco a prendere un posto e a sistemarmi. Dopo il rito delle hostess “sorrido-anche-se-mi-è-morto-il-cane” , mi metto le cuffie nelle orecchie e cerco di godermi il paesaggio finché le nuvole non oscurano la visuale. Dopo un po’ mi costringo ad addormentarmi per non subire gli effetti del jet–lag .
Quando mi sveglio mi ritrovo rannicchiata in una coperta e appoggiata al mio vicino che, dall’espressione che ha assunto il suo viso, sembra essere immerso in un bel sogno. Con cautela mi sollevo e mi ricompongo, do’ una sbirciatina all’orologio e mi accorgo di aver dormito nella maggior parte del viaggio, infatti una voce al microfono ci invita ad allacciare le cinture per l’atterraggio.




-Spazio personale-
Premettendo che è la mia prima storia e che il primo capitolo è davvero corto, cosa vi sembra? Immagino che non siate molti a leggerlo ma mi farebbe piacere se qualcuno esprimesse la sua opinione attraverso una recensione o un commento, vi prego è importantissimo per me e non vi costa nulla, a parte questo vi auguro una buona lettura e spero che seguiate la continuazione anche perchè dal secondo capitolo inizia la vera storia sdfgh. c:

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Capitolo due.
Entro nell’aeroporto in fretta e con non curanza cerco le mie valigie sul tappeto girevole che trovo quasi subito. Supero le porte scorrevoli e aldilà vedo un sacco di gente che si abbraccia o piange dalla gioia, che stringe un cartello in mano con su scritto il nome di chi aspettano.
Tra la folla cerco mio padre, speranzosa di trovarlo, ma non ce n’è traccia. Che cosa mi era venuto in mente? Ovvio che non viene, non ha mai tempo. Mi sono solo illusa. Ma decisa di non rovinare la giornata sospiro e lascio perdere. Vado a prendere un caffè al bar dell’aeroporto, con lo scopo di rimanere sveglia con tutte le mie forze. Il grande orologio della sala segna le ore 16:05, faccio un rapido calcolo a mente –A Londra dovrebbero essere le 24:05 –sussurro. Prendo il cellulare dalla tasca dei miei jeans e lo riaccendo. Trovo 5 chiamate perse di mia madre, una di James e un sms di mio padre.
“Maggie scusa, non posso venire a prenderti io, ho un emergenza a lavoro. Fuori dall’aeroporto troverai Jeffrey ad aspettarti con una sorpresa. Baci, papà. P.S. Bentornata piccola.”
Ah si?La sorpresa è per farti perdonare? E di che sorpresa si tratta papà? Un cane? Un orologio? Non mi hai nemmeno chiamata.
Scocciata scuoto la testa, ma rimango aggrappata al pensiero di non rovinare la giornata. Chiamare mamma non se ne parla, mi farebbe troppe domande, così le mando un semplice sms con su scritto “Viaggio tutto ok, arrivata sana e salva. Ci sentiamo presto.”
Poi chiamo James ma non mi risponde. Perfetto. Una giornata più bella di così non mi poteva capitare ironizzo. Esco dall’aeroporto, prima che odi del tutto quel posto, ma una volta lasciata alle spalle la grande porta, la brezza di mare mi scompiglia i capelli, lo iodio mi entra nelle narici e ogni preoccupazione o pensiero sgradevole scompare. Mi sento di nuovo a casa, la mia vera casa.
Chiudo gli occhi e cerco di godermi quel meraviglioso momento e finalmente mi sento la benvenuta. Quando ritorno alla realtà trovo Jeffrey con un sorriso a trentadue denti appoggiato al cofano di una macchina nera. Lui è l’autista di papà, ma per me è il mio secondo migliore amico. Non c’è alcuna persona che mi conosce meglio di lui.
- Ma come sei cresciuta!- dice scrutandomi dalla testa ai piedi. Poi tossisce e si ricompone -Bentornata signorina Megan - mi dice. Sorrido e lo abbraccio –Mi sei mancato Jeff – gli dico mentre ricambia affettuosamente l’abbraccio.
Quando Jeff carica la macchina provo a richiamare James che ancora non risponde.
-Ah signorina, suo padre mi ha incaricato di dirle che è molto dispiaciuto di non essere venuto e che per farsi perdonare le ha comprato questo. – dice porgendomi un pacchetto incartato con un bel fiocco rosso.
Sbuffo –Non è proprio cambiato.- lo scarto -Wow un DVD. –ironizzo. Poi leggo il titolo e mi accorgo che è il film ancora non uscito dell’attore che ho incontrato stamattina. –…un DVD non uscito- aggiungo annoiata. –Grazie papà, era proprio quello che volevo- commento con un po’ di sarcasmo come se mio padre mi potesse sentire. Jeff ridacchia.
Durante il percorso guardo attraverso il finestrino e mi accorgo che la mia amata LA non è cambiata per niente. Mi ricordo i pomeriggi passati in spiaggia, nelle strade affollate e a pattinare lungo le vie. Ma poi mi accorgo che non stiamo facendo la strada che porta a casa.
-Jeff dove stiamo andando? –domando perplessa. –Suo padre non gliel’ha detto?- chiede. -Cosa non mi ha detto?- mi sto innervosendo. –Be’ signorina, suo padre qualche anno fa si è trasferito in una villa. – dice. –Ah.- rispondo secca nascondendo la mia nostalgia. Mi scrollo le spalle e cerco di pensare positivo.
La magnifica idea che mi ero fatta di questo viaggio sta pian piano scomparendo. Sospiro e mi sforzo di fare un sorriso. Entriamo in un vialetto costeggiato di palme lungo il quale c’è un grande cancello. Ci avviciniamo e Jeff spinge una serie di numeri su un telecomando. Il cancello si apre e io rimango a bocca aperta. C’è un enorme giardino con la piscina e la casa è enorme. Scendo dalla macchina e corro verso la casa, curiosa di vedere l’interno. Ma arrivata al porticato, colmo di divanetti e sedie, mi fermo e quasi non piango dalla felicità.
C’è un enorme festone appeso con su scritto “Bentornata Megan” e c’è James intento a sistemare dei palloncini. Di soppiatto lo abbraccio da dietro la schiena e due secondi dopo ci ritroviamo avvinghiati l’uno all’altra che ridiamo e piangiamo dalla gioia. –Non posso credere che tu sia qui- mi dice mentre mi perdo nel suoi occhi cervone. Mi vengono i brividi ricordando tutti i bei momenti passati insieme.
Poi mi lascia e il suo viso assume un’espressione preoccupata –Ma sei in anticipo! Ora la sorpresa è rovinata! – dice in tono disperato. –Jeffrey, non ti avevo detto di ritardare?- chiede scherzosamente. –Oh no! – l’uomo in divisa si porta una mano sulla fronte –Me ne sono dimenticato, scusa James. –sta a gioco.
Io rido come un’ebete e sono sicura che tra poco mi dovranno fare una plastica facciale per farmi smettere.
–Com’è andato il viaggio?- mi domanda James. –Tutto bene. – rispondo. Il mio occhio cade sull’orario non aggiornato del display del mio cellulare: 1:45.
Mi rendo conto che per la stanchezza non riesco a tenere gli occhi aperti. –Ragazzi scusate, sono stanchissima, vi dispiace se faccio qualche ora di sonno? – senza aspettare la loro risposta entro nell’immensa casa e mi distendo sulla prima cosa morbida che trovo.
Quando mi risveglio ho bisogno di qualche minuto per orientarmi. E’ tutto buio e per un attimo ho paura ma poi mi ricompongo e con calma prendo il mio cellulare e con la luce del display cerco qualsiasi interruttore per accendere la luce. Mi alzo e dopo un po’ lo trovo su una parete. Sono in una stanza meravigliosa. Sicuramente Jeffrey mi ha portata qui dopo essermi addormentata, è la mia camera? C’e un letto a baldacchino rialzato con due scalini ornato di lucette a neon e con la testata decorata celeste con il nome “Megan” in bianco, le lenzuola sono celesti. Di fronte al letto c’è una parete infinita rosa e celeste con due ante, un mega televisore, un caminetto in tinta e un bellissimo specchio. Alla destra del letto c’è un comodino con tutte le foto di quando ero piccola incorniciate e poco dopo una scrivania bianca con un pc portatile Apple mentre alla sinistra c’è una immensa finestra con delle tende trasparenti. In un angolo c’è una carinissima poltroncina rosa. La curiosità mi divora e non esito ad aprire quelle ante sulla parete colorata. Rimango a bocca aperta: è una cabina armadio enorme, con scaffali colmi di vestiti, scarpe, accessori e trucchi. Mentre osservo i vestiti come se fossi in un negozio, inciampo nel tappeto e cado. Mi ritrovo sul pavimento, con lo zigomo destro dolorante per la caduta. Me ne sto lì per un paio di secondi finché non trovo qualcosa di bizzarro. Sotto uno scaffale di scarpe c’è un piccolo bottone che, ovviamente, spingo. Sento un lieve rumore provenire da dietro di me, di scatto mi giro, ma non trovo nulla. Mi rialzo e inizio a cercare dalla parte in cui proveniva il rumore. Dopo una manciata di minuti trovo qualcosa di assolutamente strano: dietro tutti i vestiti c’è una sottilissima porta socchiusa. Sento del fresco venticello provenire dallo spiraglio. Con la massima cautela entro in uno specie di stanzino con delle scale. Le salgo seguendo la direzione del venticello e, una volta salita in cima, mi ritrovo penso sulla soffitta. Ma non è una soffitta come le altre, questa ha i muri di vetro e una porta che conduce su una parte di tetto che non si vede dal giardino. Da qui riesco a vedere l’orizzonte di LA, ogni suo singolo metro cubo. Mi sento… libera.
Sì, libera è la parola adatta. Ritorno alla realtà e mi accorgo che è notte.
Stupido jet-lag penso. Che ore saranno? Le 4:00? Scruto un po’ questo meraviglioso posto tutto mio e poi ritorno in camera, cercando di non lasciare nessuna traccia.
Ma chi ha fatto questo passaggio segreto? Solo io posso accedere alla “soffitta”? Non trovando risposte inizio a vagare per la casa. Uscendo dalla camera c’è una ringhiera bianca che si affaccia al piano di sotto, mi trovo in un corridoio con tante porte e penso che questa sia la zona notte. In una di queste ci sarà il bagno? penso. Seguo la ringhiera fino a delle scale. C’è il salone in cui mi sono addormentata, c’è una parete con un mega schermo e, sotto, un camino. La porta non c’è, è tutta una parete di vetri che da’ la visuale sulla piscina e il giardino illuminati. Gironzolo per un po’ senza una meta finché non sento dei rumori provenienti da quella che credo sia la cucina. I ladri! penso, ma poi il buon senso mi dice che se fossero i ladri sicuramente non si troverebbero in cucina.
Così mi limito a sbirciare da dietro la porta. Una figura di spalle, un ragazzo finto biondo, più o meno basso, con addosso una canottiera e dei boxer fruga nel frigo. Apro la porta, facendo finta di niente –Chi sei? – chiedo con un tono di superiorità.
Il ragazzo si gira e nel vederlo sgrano gli occhi. –Non è possibile, tu mi perseguiti! – gli dico. E’ l’attore che avevo visto la scorsa mattina.
-Scusa ci conosciamo? – chiede, subito dopo fa un’espressione e sospira –Oh merda. Allora io ti faccio un autografo e due foto e poi tu te ne ritorni a casa, ok? – dice scocciato. –E’ bello avere delle fans ma è inquietante avere stalker.
-Mio dio che pallone gonfiato! E comunque questa è casa di mio padre. Che ci fai qui? – dico. -Ah- dice deluso. –Tu non sei una Hutcher? – mi chiede. –Scusami? – domando.
-Hutcher, le mie fans si chiamano Hutchers.- mi spiega. Rido. –No, ma ti sembro una Hutcher? – rispondo in maniera acida. –No, non sei figa come loro. – risponde con un’aria di sfida.
–Comunque, piacere Josh, Josh Hutcherson- porgendo la mano. Sospiro. –Megan Sparks.
-Sparks? Oh, ora capisco. Tu sei la figlia di Robert! – Annuisco con aria interrogativa. –Lui è il mio manager. Per una manciata di settimane mi ospita qui per “scappare” – con le dita fa segno di virgolette – dalla mia relazione con.. – si ferma un istante.
–Taylor Price- continuo io. Mi guarda con aria stupita e interrogativa. –Oh, non ti esaltare. Per sbaglio – evidenzio le parole per sbaglio – ho letto un articolo su di te all’aeroporto ieri mattina, a Londra. – gli spiego.
-Ah si, ora mi ricordo. – avvicina la testa in modo che le sue labbra siano quasi a contatto con le mie -Tu ieri mattina eri in fila per il check-in, eri la più carina! – sento le guance divampare. –Oh, ma non ti esaltare, non mi piacciono le ragazzine acide come te. – dice cercando di riprodurre la mia voce. Si ritrae –Scusa, ora vado a letto, ci si rivede nei prossimi giorni. – se ne va.
Rimango lì, impalata non so se per la rabbia o per il complimento o per il suo fascino. Scuoto la testa e ritorno in me.
Fascino? Pff. Ma chi crede di essere? E soprattutto, con chi crede di avere a che fare? Con una sua Hutcher che sbava per lui? Be’ se crede questo si sbaglia, e di grosso.
Mi è passata la voglia di curiosare, me ne ritorno in camera, sperando di prendere sonno. Mi infilo sotto le coperte solo con l’intimo, mi giro da una parte e dall’altra cercando di dormire ma ovviamente la mia mente non ne vuole sapere. Sbuffo. Mi tiro le coperte fin sopra la testa e mi faccio avvolgere dal calore che emana il mio corpo imprigionato dalla coperta. Mi giro dalla parte della finestra e riesco a vedere, attraverso le tende, la luce del sole avvolgere l’oscurità della notte.
Che ore saranno? Mi accorgo del grande orologio sopra la scrivania. 6:30 . A Londra sono le 14:00.
Mando un sms a mamma dicendo che sto bene e che appena posso la chiamo.




-Spazio personale-
Tadaaaaa, questo è il secondo capitolo, scusate per l'attesa, spero vi sia piaciuto, pubblicherò al più presto il terzo, sciaaau. c:

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.
Non mi accorgo di essermi addormentata finché non mi sveglio a causa dei rumori provenienti da fuori. Mi alzo dal letto ancora intontita e, barcollando con gli occhi mezzi chiusi, prendo qualcosa dalla cabina armadio che penso sia un vestitino di quelli estivi in stoffa e mi affaccio dal balcone della mia finestra.
C’è un mucchio di gente con telecamere o microfoni in mano che si fanno strada tra di loro per sporgersi dal cancello che delimita la lussuosa villa. Mio padre in vestaglia cerca di calmarli e di cacciarli gentilmente ma senza successo. Josh esce dalla casa e si dirige verso la loro direzione con il suo charm da “sono-il-più-figo-del-mondo”, alimentando le urla dei giornalisti.
Rientro nella stanza ma non prima che qualcuno si accorga di me, infatti sento pronunciare le parole “fidanzata” mentre mi indica. Mi giro di colpo imprecando e i flash dei paparazzi mi assalgono.
Mi aggiusto la matita colata dagli occhi e, non capendo la situazione, scendo fino ad arrivare in cucina dove c’è un James agitato che cerca di essere calmato da Ally. –Ally!- grido. La ragazza alta e bionda si gira dalla mia parte e la sua bocca si allarga in un sorriso meraviglioso. –Maggie! –dice alzandosi e buttandosi su di me. Il suo abbraccio mi riempie di calore e lo ricambio affettuosamente. –Ci sarei anche io, sapete? – dice ironicamente James raggiungendoci e circondandoci con le sue lunghe e possenti braccia.
Rimaniamo così per un po’ di tempo, cercando di non piangere dalla gioia, finché mio padre, innervosito, entra bruscamente in cucina borbottando. Non si accorge neanche di me.
-Ciao papà..- gli dico delicatamente. Lui, come se uscisse da un mondo tutto suo, alza la testa e mi abbraccia alzandomi da terra girando vorticosamente. Una volta avermi fatta ricomporre mi scruta dalla testa ai piedi e infine abbozza un sorriso –Sei cresciuta moltissimo!- esclama –Ma sarai sempre la mia piccolina. – dice con un po’ di malinconia.
– Ho sentito delle urla e ho visto delle persone, cosa succede?–gli chiedo curiosa. Prima che mi risponda, Josh irrompe in cucina.
-La’ fuori sono tutti matti! – esclama. –Hai ragione, ma come hanno fatto a sapere che tu eri qui?- risponde papà agitato. –Non ne ho idea, hanno iniziato anche a parlare di una fidanzata..- dice Josh preoccupato.
Papà scuote la testa e si ricorda che ci sono anche io insieme a James e a un’Ally paonazza che per poco non sviene. La ragazza fa uno specie di urlo smozzato o qualsiasi cosa sia uscito dalla sua bocca e si butta fra le braccia di Josh piagnucolando. Non ci posso credere, Ally una fan di Hutcherson.
Gli chiede un autografo e un bacio sulla guancia che, ovviamente, Josh consente. –Ah Meg, lui è Josh Hutcherson, starà con noi per un po’ di tempo. E’ una lunga storia- dice goffamente mio padre. –Sì, ci conosciamo già- aggiunge Josh. –Purtroppo- sottolineo io.
Il ragazzo mi manda un’occhiataccia e poi scrolla le spalle. –Come si chiama questa meravigliosa creatura? –dice facendo cenno a Ally. Le si illuminano gli occhi e il suo viso assume un espressione di entusiasmo e felicità, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi. Infondo non è una brutta ragazza. Anzi, capelli lunghi e biondi, corpo perfetto, alta e magra, occhi nocciola e delle labbra carnose.
–Allison White –risponde con delicatezza. –Be’ Allison, questo è il mio numero, aspetto un tuo messaggio- aggiunge Josh ammiccando. Sono disgustata.
–Bene, per oggi può bastare- interrompe mio padre. Cerco di soffocare le risate vedendo la reazione del “playboy” . Sospira, saluta ed esce. Mio padre insieme a lui.

Il sole splende e fa caldo, troppo. James è già immerso nell’acqua fredda e rinfrescante della piscina. Non ci penso due volte a tuffarmi. Allison non fa altro che messaggiare con quel tipo e non sa cosa si perde, ma infondo si sente con il suo idolo, quale ragazza pazza non massaggerebbe con il proprio idolo?!
Ally si alza e inizia a saltellare e a urlare. Mi appoggio con le braccia al bordo della piscina –Che succede? – chiedo curiosa. –Mi ha chiesto di uscireeeee!- risponde ancora in estasi.
Alzo gli occhi al cielo ma non riesco a non essere felice per lei, se lo merita. Mi alzo con le braccia ed esco dall’acqua, gocciolando la raggiungo e la abbraccio.
-Sono felice per te Ally, il tuo sogno si è avverato. –le dico sorridendo. Ricambia l’abbraccio quasi soffocandomi. Tutt’un tratto butta il cellulare a terra, prende la rincorsa e si tuffa in acqua schizzando.
Mi distendo al sole come una lucertola e mi infilo le cuffie nelle orecchie. Intanto, col cellulare, vado su twitter. Sfoglio le notizie relative alla sezione “scopri” : novità sul tour di Justin Bieber, l’uscita del nuovo brano di Demi Lovato e articoli che gettano fango sui One Direction. Scuoto la testa pensando a come la gente possa essere così cattiva e scorro verso il basso.
Le mie sopracciglia si inarcano leggendo il mio nome su un tweet. “La nuova ragazza di Josh Hutcerson si chiama Megan Sparks, i due si sono incontrati in una lussuosa villa a Los Angeles. via @GossipNewsLA”
Rimango immobile per qualche secondo cercando di convincermi che è tutto un incubo. Sì. Tra poco mi sveglio e mi ritrovo nella mia vecchia stanza, della mia vecchia casa, della mia vecchia Los Angeles. Mi tiro pizzicotti ovunque, ma pare che questa sia la realtà.




-Spazio personale-
Il primo era corto, il secondo troppo lungo, il terzo ancora più corto, non riesco a trovare una via di mezzo, uff. Anyway, vi ringrazio per aver recensito e per i consigli utili che mi avete dato, vi pregherei di farlo ancora, non si smette mai di imparare! Spero vi sia piaciuto, al più presto pubblicherò il quarto sfdjha. c:

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro. ***


Capitolo quattro.
Mi alzo di scatto e corro verso l’edificio. Irrompo in tutte le stanze finchè non trovo Josh.
–Che cosa è questa storia?- gli grido in faccia. –Da dove ti è venuto? E secondo te adesso Ally come la prende?!- il ragazzo non capisce e il suo volto assume un’espressione come chi ha a che fare con i pazzi.
Forse ha ragione, sono pazza. Sì, proprio così: pazza. Sospiro e gli porgo il cellulare.
Ci mette un po’ a leggere l’articolo e fa fatica a digerire le parole.
La porta si apre di colpo e mio padre con gli occhi sgranati entra nella stanza, che penso sia quella di Josh.
Farfuglia qualcosa e poi si avvicina al ragazzo
–Senti sarai tanto un bel ragazzo, ricco e tutto quello che vuoi.- dice –ma non ti azzardare a toccare mia figlia! – aggiunge urlando.
Il ragazzo fa per rispondere ma prima che peggiori la situazione intervengo io.
-Papà, papà. Calmo. E’ solo un rumor. Non ce la prendiamo con Josh , anche lui non ne sapeva niente. Ora, calmati e respira lentamente. –
-Ok, ok. Scusa Josh. E’ solo che sarei troppo geloso se mia figlia si fidanzasse.- aggiunge papà.
Tutti e tre ci guardiamo negli occhi. E’ un momento alquanto imbarazzante. –Ma ora come faremo? –dice Josh per metter fine a quel silenzio.
Mio padre fa spallucce. –Alla gente non piace essere contraddetta. – sottolinea papà. –Da padre direi di mettere fine, da manager direi di continuare. –
Faccio per ribattere ma lui continua –Maggie so che non avete un bel rapporto ma a te potrebbe fare comodo per la popolarità. E a te Josh servirebbe per la carriera. –
-Papà ti sei bevuto il cervello? –gli dico stupefatta.
-Già, signor Sparks non penso sia una buona idea. – controbatte Josh.
-Josh ma tu sai quanto la televisione pagherebbe pur di avervi ospiti ai talk show? Oh Mag, non è un brutto ragazzo Josh! –spiega papà.
-No, no, no, no. Non si può fare. Mi dispiace papà, mi dispiace Josh ma io non mi fidanzo per finta. –rispondo seccata.
Esco dalla stanza.


-Non posso crederci! Mio padre vuole che io faccia finta di essere fidanzata con quello lì!- dico. Jay sta zitto.
–Terra chiama James!- aggiungo cercando di avere qualche parere dal mio migliore amico.
–Mag.. non so che dirti.- risponde.
–Che hai? Perché sei così.. freddo?- chiedo preoccupata.
–Mag non ti interessa. Anzi, non ti riguarda. –
-Credo di essere la tua migliore amica, certo che mi riguarda. –dico rassicurandolo.
-Non voglio che tu sia la mia migliore amica. – risponde secco.
Mi fermo. Tradimento. Vuoto. Tristezza. Rabbia. Sfiducia. Amore. Odio. Dentro di me qualcosa è esploso.
-Come è possibile che tu non me l’abbia mai detto prima?! Sai, forse non ti avrei mai rotto le palle. James undici anni di amicizia. Undici! Hai avuto tutto il tempo per dirmelo. – smetto di parlare.
Non ne vale la pena.
Siamo uno di fronte l’altra. I suoi magnifici occhi marroni puntati nei miei offuscati dalle lacrime. Mi prende la mano sinistra e intreccia le sue dita insieme alle mie.
Non mi accorgo di cosa stia succedendo finché le sue morbide e carnose labbra non toccano le mie. Tutto quello che avevo prima è sparito per dare spazio ad una sensazione del tutto nuova. Calda. Rassicurante. Ansiosa.
E’ il mio primo bacio.
Non so che fare, ma vado naturale, come se l’avessi già fatto un sacco di volte. Il mio corpo si avvicina al suo e la mia mano raggiunge la sua nuca. Faccio fatica a rimanere in piedi con i pattini, ma la sua mano dietro la mia schiena è forte e mi tiene stretta al suo busto. Senza fiato e con rancore mi stacco.
-Ti amo Mag. – sussurra. BOOOM. Confusione.
Senza il mio consenso le mie gambe iniziano a muoversi velocemente, mi faccio strada tra la folla.
L’aria nei capelli, il cuore a mille, il fiatone per la corsa e le labbra che pulsano. Non so cosa sia successo, non so cosa succederà. Cosa ne è rimasto di noi? Cosa siamo adesso? Fidanzati? Amici? Non lo so. Mi fa male la testa per tutte le domande che ho.
Ma quando torno a casa qualcosa di peggiore è lì ad aspettarmi: una troupe di giornalisti e fotografi che chiedono della coppia Jaggie.




-Spazio personale-
Mi scuso per l'attesa e per il finale, mi sento una stronza. AHHAHA siete sulle spine? Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Chi sceglierà Megan? Il suo bel e mascolino migliore amico o l' attraente e enigmatico attore?

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque. ***


Capitolo cinque.
C’è chi prende misure, chi mi trucca, chi pettina i capelli, chi mi fa domande e chi si limita ad annuire. Non capisco nulla, mi gira la testa e voglio stare sola.
Sono così soffocanti. Tra la moltitudine di persone che mi circondano vedo mio padre, ci scambiamo degli sguardi finchè delle braccia non mi circondano la vita.
-Ciao tesoro- dice la voce alle mie spalle. Innervosita mi giro e vedo un Josh che dallo sguardo cerca di dirmi qualcosa. Si avvicina e mi stampa un bacio sulle guancie. Il mio limite di sopportazione è alle stelle.
Lo trascino in cucina e chiudo la porta in modo tale che nessuno possa sentirci o vederci. Mi appoggio al muro con le braccia conserte.
–Chi è tutta questa gente? E come ti permetti di baciarmi e chiamarmi “tesoro”? – scuoto la testa incredula.
-Lo so che sei arrabbiata e che mi odi, anche se non so il perché, ma ti prego reggi il gioco. Ne va di mezzo la mia carriera.- risponde a sua difesa.
-Ah, giusto… Ma sai quanto me ne frega della tua carriera? Niente. – rispondo.
-Piu’ acidi del solito oggi, eh Sparks? Comunque se non vuoi farlo per me, fallo per tuo padre. Se la mia carriera fallirà tuo padre non avrà più lavoro e la signorina Megan non potrà più vivere in una lussuosa villa come questa e tornerà da dove è venuta.- sento le mie guance divampare dalla rabbia.
-Non so cosa la gente veda in te Hutcherson, so solo che sei uno stronzo. E sappi che tutto quello che farò è per mio padre e che la nostra storia sarà solo davanti a un fottuto obiettivo o ad una telecamera. – rispondo rassegnata porgendo la mano destra.
Lui la stringe compiaciuto. Mi mette il braccio intorno alle spalle e usciamo sorridenti dalla cucina. –Oh, ecco la coppietta. – dice papà cercando di calmare i giornalisti.
Mi ritoccano il trucco e mi fanno sedere insieme a Josh sul comodo divano, di fronte a una telecamera. Mi stringo il più possibile al mio “fantastico fidanzato” che ricambia volentieri.
-Come vi siete conosciuti?- domanda una voce fuori campo.
Io e Josh ci scambiamo uno sguardo di panico, ma, da bravo attore che è, mette fine a quel silenzio imbarazzante e inventa.
–Be’, ci siamo conosciuti in un bar – sorride, cercando, con l’espressione del suo volto, di far capire che nella sua mente rivive quel momento. E’ talmente bravo che anche io me lo immagino.
–Non era come tutte le altre. Non so come, ma il suo sorriso mi ha colpito. Indossava gli shorts e una t-shirt con l’immagine dell’infinito. I suoi capelli erano raccolti in una coda di cavallo molto morbida- si ferma, mi guarda e mi scosta il ciuffo dagli occhi.
Ero vestita in questa maniera quando ci siamo incontrati all’aeroporto.
–Era in fila per un drink insieme a una sua amica, poco più grande di lei, e evidentemente aveva detto qualcosa che la fece ridere. Il suo sorriso era il più bello che avessi mai visto, il più luminoso e il più dolce. Ma purtroppo venni sommerso da delle Hutchers e la persi di vista. Però destino volle che fosse la figlia del mio manager. – si gira dalla mia parte e, prendendomi la mano, mi guarda negli occhi. Ha descritto la scena dell’aeroporto. Quell’amica è mia madre. Non ci posso credere. Mi immergo nei suoi bellissimi occhi cervone e la mia mano inizia a sudare.
-Che cosa romantica- commenta l’intervistatrice. – Megan, sei bellissima complimenti. – arrossisco. –Grazie- rispondo. –Tu eri una sua fan?- chiede.
Aspetto un po’ prima di rispondere, cercando di trovare le parole adatte. –All’inizio no. Sapevo che mio padre fosse il manager di qualche superstar, ma non di lui. Però ne avevo sentito parlare e una mia amica mi consigliò di vedere qualche suo film e me ne innamorai. Diventai un’Hutcher e passavo pomeriggi interi sognando ad occhi aperti il mio fidanzamento con lui. Avevo suoi poster ovunque, ma non sono una di quelle fan che impazziscono quando vedono il proprio idolo o che si strappano i capelli, anzi. Sono molto timida e, essendomi innamorata di lui, quando lo vidi al bar non feci niente. –mi rivolgo a Josh.
–Quel sorriso era rivolto a te, ti avevo visto ma non avevo il coraggio di venire a chiederti un autografo. Così mi limitavo a guardarti da lontano e illudermi. Quando ho scoperto che eri tu la superstar di mio padre fui felicissima. –mi rigiro dalla parte dell’intervistatrice commossa.
–E da lì non ci siamo più separati. –Josh intreccia le sue dita nelle mie. –Che ne dite di un bacio?-
No. Questo no. Tutto, ma il bacio no. Ma non faccio in tempo a rispondere che la mano libera di Josh è sul mio collo e le sue labbra sulle mie.
Provo la stessa sensazione che avevo avuto qualche ora prima, baciando James.
James! Oh no! Come la prenderà? Mi scosto, ma Josh continua, più appassionato di prima e mi lascio andare. Chiudo gli occhi e non penso ad altro. Sono di nuovo sulla strada, avvinghiata a James. Le sue labbra calde e morbide sulle mie e le sue possenti braccia intorno alla mia vita.
Privi di fiato ci fermiamo. Josh mi sorride e mi sforzo di farlo anche io.
-Fans, non perdete la speranza, prima o poi il vostro idolo si accorgerà di voi, come Josh ha fatto con Maggie. –ammicca la ragazza.- Signori, da LA, la nuova coppia Jaggie. – un’applauso si alza dalla stanza e il cameraman spegne la telecamera.

Corro fino allo sfinimento, fino a perdere il fiato. So che qualcosa di brutto sta succedendo. Sento qualcuno chiamare il mio nome. –James!- urlo. Poi sento la voce di Josh. –Josh!- la strada crolla e mi fermo appena in tempo. Ma appesi all’estremità dell’asfalto, spaventati e aggrappati con tutte le loro forze, ci sono James e Josh che chiedono il mio aiuto. Ma io non posso muovermi. Sono legata. E la mia corda conduce sia a James che a Josh, ma qualcosa mi fa capire che se salverò uno di loro, l’altro cadrà.




-Spazio personale-
Sto diventando ancora più stronza, vi ho lasciato sulle spine. AHAHAH mi odio per questo. Anyway scusate per la luuuuunga attesa, ma durate la settimana per me è stato impossibile connettermi per via dei compiti. Questa scuola ha rotto, non vedo l'ora che arrivi l'estaaate! Okay, mi sto dilungando troppo. Vi giuro che appena posso pubblico il sesto, voi però continuate a scrivermi! Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Chi salverà Megan?

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Capitolo 6
*** Capitolo sei. ***


Capitolo sei.
Mi sveglio di scatto. Sono sudata e i capelli sono appiccicati in fronte. Sono le 5:30. Non riuscendo a prendere sonno, scendo in cucina per mangiare qualcosa.
Josh è seduto su uno sgabello e si gode la vista dalla finestra. I suoi occhi sono al di là del prato, della piscina e di tutto il resto. E’ in un posto che conosce solo lui.
“Sei un tipo mattiniero, eh?!” dico mentre cerco di prendere il latte nel frigo. Il ragazzo si gira di colpo, come se l’avessi interrotto.
“Scusa, non volevo disturbarti” aggiungo abbozzando un sorriso di gentilezza.
“Tranquilla, tu non mi disturbi mai.” interviene ammiccando.
Cos’è tutta questa gentilezza? Sospiro cercando di non mostrare la sensazione mista fra imbarazzo e rabbia. Deve averlo intuito perché il suo viso assume un’espressione rassegnata.
“Sai, adesso che siamo “fidanzati” dovremmo fare una specie di tregua.” mi affretto a dire.
Josh sorride e, con un cenno del capo, acconsente. La tazza calda mi riscalda le mani, mentre il profumo di latte e cioccolato mi occupa le narici.
Mi siedo accanto a lui “Ti manca?” gli domando.
“Chi?” aggiunge. “Taylor” rispondo. “Ah, no. Non molto. Più che altro mi manca la mia famiglia. Non la vedo da quasi un anno.”
Sorpresa mi sto zitta. Non pensavo che Josh avesse un cuore; o meglio, non avevo mai visto la sua parte tenera.
“Be’ essere attore ha i suoi pro e i suoi contro” dice con aria delusa.
Scrolla le spalle “E tu?” mi domanda.
“E io cosa?” rispondo.
“Ti manca qualcuno di particolare?” chiede curioso. Scuoto la testa.
“Ok…. E come mai sveglia a quest’ora?” cerca di cambiare argomento.
“Incubi. Tu?” rispondo.
“Mi piace guardare l’alba.” distoglie lo sguardo sul paesaggio e posa i suoi meravigliosi occhi nei miei.
“Vieni, ti voglio far vedere una cosa” gli dico.
D’istinto lo prendo per mano e lo trascino fuori dalla stanza. L’aria è un po’ umida e fa abbastanza freddo. La mano di Josh è grande e ruvida, ma calda e rassicurante. Saliamo le scale e lo porto nella mia stanza. Mi guarda con un’espressione interrogativa.
“Non è quello che pensi tu!” gli dico ridendo.
“Peccato” risponde scherzosamente. La stanza, per fortuna, non è molto illuminata così Josh non vede il rossore delle mie guance.
“Tutto qui? Una cabina armadio?” dice il ragazzo mentre entriamo nell’enorme stanza colma di abiti
. “No, aspetta”. La mia mano ha iniziato a sudare e, con la scusa di spingere il bottone, la lascio; mi inchino e spingo il pulsante sotto lo scaffale delle scarpe, aprendo, così, la porticina dietro i vestiti. Lo conduco verso le scale, fino ad arrivare in cima. A quel punto Josh rimane a bocca aperta.
“Appena in tempo.” Sorrido soddisfatta. Mi siedo a terra a gambe incrociate, seguita dal biondino. Rimaniamo lì, in silenzio a contemplare quel meraviglioso momento.
Chiudo gli occhi per ascoltare le rondini volare, il vento scompigliare le foglie delle palme e il respiro di Josh. Il ragazzo si avvicina e mi prende la mano. Il battito del mio cuore è accelerato e, quando riapro gli occhi, il suo viso è a qualche centimetro dal mio. Le mie guance divampano mentre Josh mi scosta i capelli dalla fronte.
“In aeroporto ti ho notata per il tuo sorriso. Ha qualcosa che, davvero, mi fa impazzire.” mi dice sussurrando.
Sento le farfalle che svolazzano libere nello stomaco. Le seducenti labbra dell’attore si posano sulle mie, ma, nella mia testa, si smuove qualcosa e l’immagine di James che mi bacia ritorna.
“Scusa Josh,” dico mentre mi scosto delicatamente. “sono una all’antica. I baci, per me, sono qualcosa che si scambiano due innamorati.” aggiungo.
Mi guarda come se fossi un’aliena. “I baci davanti alla telecamere non significano niente.” mi affretto a chiarire.
“Hai ragione, scusa. Andiamo troppo in fretta.” mi dice.
Ci pensa un po’ su. I raggi del sole, ormai alto, illuminano la parte destra del suo viso.
“Ti andrebbe di uscire con me?” chiede.
“Non vale!” rispondo scherzosamente.
“Ok, ti passo a prendere alle otto.” Ci pensa un po’ su “Ma che dico, abitiamo nella stessa casa!” scoppio a ridere.


Fa caldo, troppo. E non so che mettermi. Ma guarda! Sto in una cabina armadio piena di vestiti e sto impazzendo perché non ho niente da mettermi! Non sembro neanche io. Ore e ore a contemplare su un’outfit. Non so neanche dove mi porterà! Chiudo gli occhi e cerco di calmarmi. Accendo lo stereo e la musica ad altissimo volume inizia a rilassarmi e ad occuparmi la testa dai pensieri. Alla fine opto per un aspetto semplice ma seducente allo stesso tempo: pantaloncini a vita alta e un top, con le immancabili converse bianche basse. I capelli morbidi sulla schiena e sugli occhi un po’ di mascara che valorizza i miei occhi verde acqua, mentre sulle labbra un lucidalabbra non troppo appariscente. Alle otto in punto sento bussare alla porta. Ansiosa esco in fretta.
“Buona sera signorina Sparks” dice Josh è appoggiato al muro.
“Buona sera signor Hutcherson.” gli rispondo. “Dove mi vuole portare?” chiedo curiosa.
“Su una stella, va bene?” rido.
Frase patetica e banale, ma divertente.
“Non è all’altezza delle mie aspettative, mi ‘spiace deluderla” rispondo.
Ride. La sua calda e meravigliosa risata echeggia nelle mie orecchie.
“Ti prego, mettiamo fine a questa messa in scena e usciamo” taglia corto. “Si, scusa.” gli rispondo scherzosamente. “Ma sul serio, dove mi porti?” gli domando. “Mmh, sorpresa!” risponde mentre scende le scale. “Uffa, odio le sorprese! Io sono curiosa come una scimmia.” aggiungo mentre lo seguo infondo ai gradini. Sorride.
Arrivati alla fine del vialetto non c’è Jeffrey con la limousine o una macchina, ma una semplice moto, e che moto direi.
“Hai capito Josh.. una Harley Davidson.” apprezzo.
“Hai capito Megan.. un’intenditrice di moto” risponde stupito.
“Eh, mio padre mi ha trasmesso la passione per le moto” spiego. “Complimenti” dice ammiccando.
Tira fuori un casco rosa e uno grigio. “E il casco rosa?” chiedo ridendo. “Che c’è di male? Lo uso per andare in giro” risponde ricambiando la risata.
Il viaggio non dura molto, ma la sensazione di avere il vento fra i capelli è meraviglioso. Arriviamo in una stradina, nel pieno centro di LA.
“Eccoci” dice mentre si toglie il casco e si aggiusta l’affascinante ciuffo biondo.
“Ma tu non sei biondo naturale, vero?” chiedo speranzosa.
“No, infatti sono bruno. Perché?” domanda.
“Perché il biondo non ti dona affatto” lo sfotto.
“Ah si? E tu sei stronza naturale?” risponde alla mia provocazione.
Stranamente non mi fa arrabbiare, anzi. Il locale è stracolmo di gente e c’è una fila che termina alla fine dell’altro isolato. Josh si avvicina ad un omone all’entrata, ma viene travolto da un gruppo di paparazzi che scattano foto in continuazione.
Correndo mi raggiunge “Ci sono dei paparazzi, sali sulla moto.” si affretta ad avvisare.
Una volta aver seminato i fotografi in delirio, accostiamo.
“Ora che si fa?” mi chiede.
“Conosco un posto migliore.” Gli dico.
“Sai se, per caso, i poliziotti a quest’ora ci sono?” domanda.
“No, non penso. Perché?” rispondo. Sorride porgendomi le chiavi.
“Hai detto che hai la passione per le moto, no? Vediamo come te la cavi.”dice.
"Josh trasgressivo, eh?" sbalordita accetto la sfida.
Ho fatto pratica con le moto di mio padre quindi me la cavo molto bene, solo che Josh non lo sa. Accendo il motore e parto, più veloce che posso. Peccato che, dopo dieci minuti veniamo fermati dalla polizia.




-Spazio personale-
Scuuuusate per il ritardo. 'Sta volta l'ha fatto un po' più lunghetto, spero vi piaccia. Come avreste notato ho cambiato i segni per introdurre le conversazioni, mi trovo meglio con le virgolette e penso che evitino di fare abbastanza confusione. A breve pubblicherò il prossimo, intanto fatemi sapere cosa ne pensate e cosa secondo voi succederà nel capitolo successivo! Un bacio c:

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Capitolo 7
*** Capitolo sette. ***


Capitolo sette.

“Patente e libretto.” pronuncia secco l’agente in divisa.
Non so che fare. Panico. Guardo Josh. “Allora?!” aspetta impaziente l’uomo.
“Signore.. stava solo provando.” interviene Josh.
“Ah, bene. Guida senza patente e a più di 100 km\h.” dice il poliziotto mentre scrive qualcosa su un foglio.
Josh si toglie il casco per chiarire, ma, appena l’uomo lo vede, assume un’espressione confusa. L’agente sta piangendo e ridendo insieme. Guardo sbigottita.
“Tu..tu, cioè lei…sei Josh Hutcherson!” esclama. “Io e mia figlia siamo i tuoi più grandi fan, fammi un autografo, ti prego. Ah, e ovviamente faremo finta che non sia successo niente.” spiega ammiccando.
Sbalordita rimango ad assistere alla scena. Josh scarabocchia sul foglio che prima stava scrivendo il poliziotto e aggiunge anche una dedica.
“Ah, e signorina, non guidi nei dintorni della caserma di polizia.” dice l’uomo cercando di assumere un’espressione seria.
Dintorni della caserma di polizia?! L’avranno costruita durante la mia lunga assenza. Poi Josh dice qualcosa per liquidarlo e ci rimettiamo in sella. Stavolta lui davanti e io dietro, per non creare altri guai.
“Ti capita spesso una scena del genere?” chiedo mortificata e divertita, una volta lontani dalla caserma.
“Ehm, no.” risponde. “Allora dove stavamo andando?”
“Allo stadio”.

L’imponente struttura circolare è uguale a come l’avevo lasciata.
“Mio madre mi portava qui ogni volta che giocavano i Dodgers.” spiego. Sorride.
“Ho solo una domanda.”
“Spara”
“E’ tutto chiuso e spento, come facciamo ad entrare?”
“Giusta osservazione Hutcherson, ma tu mi sottovaluti.” rispondo mentre lo guido verso un entrata di emergenza segreta. Camminiamo lungo un corridoio stretto e umido finchè non ci ritroviamo al centro del campo. Mi tolgo le scarpe per sentire la sensazione piacevole dell’erba sintetica a contatto con la mia pelle. Sono immersa nei ricordi e non mi sono accorta che Josh è ancora a bocca aperta.
“Vuoi rimanere lì oppure ti godi la meravigliosa vista?” gli domando mentre mi siedo. Come se si svegliasse da un sogno, scuote la testa e mi raggiunge.
“Sparks mi stupisci.”
“Per così poco?” rispondo. Mi distendo per vedere le stelle, seguita da Josh. La sua mano sfiora la mia e non esito a prenderla. Sorpreso si gira verso di me
“Ma..”
“So quel che ho detto. Questo è un appuntamento, no?” gli ribadisco.
Ha ben inteso quel che voglio dire infatti si avvicina sempre di più, finchè le nostre labbra non si toccano.
E’ uno di quei baci che mi fanno sentire bene. Calore, ansia, farfalle nello stomaco. Siamo avvinghiati l’uno all’altra, le mie gambe intorno alle sue. La sua mano sul mio collo. La mia sulla sua nuca. E’ uno di quei baci appassionanti.
Quando mi sveglio sono circa le 6:35 del mattino, il sole è già in alto e la mia testa è appoggiata sul suo petto. “Buongiorno” mi sussurra. Gli sorrido. Decidiamo di muoverci prima che un sorvegliante arrivi. Ci rimettiamo in moto e dopo qualche minuto siamo a casa. Nel porticato ci scambiamo qualche bacio e, in silenzio, mano nella mano entriamo dalla parte del salone dove ad aspettarci sul divano, ci sono dei James ed Ally rossi dalla rabbia.




-Spazio personale-
Scusaaaaaaaaate il terribile ed infinito ritardo! In questa settimana ho avuto un sacco di compiti e interrogazioni cc Anyway spero sia stata un'attesa per la quale sia valsa la pena c: E' un po' cortino, ma mi farò perdonare con il prossimo che, spero, pubblicherò a breve. Continuate a scrivermi, possibilmente in maggioranza (lol). Un bacio <3

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