I think I'll miss you less and less

di NellieLestrangeLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** For the rest of us, death ***
Capitolo 2: *** We all deserve to die ***
Capitolo 3: *** The way ahead is clear ***
Capitolo 4: *** You grow warm in my hand ***
Capitolo 5: *** We learn to say goodbye ***



Capitolo 1
*** For the rest of us, death ***


I THINK I'LL MISS YOU LESS AND LESS


Capitolo 1: For the rest of us, death

“La vita è per i vivi mia cara” disse il barbiere facendo volteggiare la donna sempre più vicina alla fornace. Sempre più vicina alle fiamme.

Il corpo di Lucy, la sua bella moglie, giaceva lì, sul sudicio pavimento della stanza del forno, in una pozza di sangue accanto ad altre due cadaveri.

Sweeney sentì mrs. Lovett irrigidirsi fra le sue braccia, vide il sorriso affievolirsi. Che avesse capito il suo destino?

Mentre continuavano a ballare, la fornaia non riuscì a fare a meno di notare il lampo omicida che brillava negli occhi di lui.

Voleva scappare, ma non ci riusciva. Tentò di dimenarsi, ma la stretta in cui era intrappolata, quella stretta che aveva sempre sognato di sentire, era troppo forte.

E un attimo prima che lui la sollevasse e la gettasse nel forno, la porta di metallo si aprì, rivelando una piccola figura oscura che reggeva qualcosa dall’aria affilata in una mano.
“LASCIATELA!” strillò Toby avvicinandosi.

Il barbiere fu così sorpreso da lasciare la sua preda, le cui gambe non ressero e cadde sulle ginocchia. “Tu, ragazzino?” lo canzonò cupamente, aprendo il rasoio con un ‘click’. “Metti giù quel coltello” aggiunse indicando il lungo coltello da cucina che l’altro teneva in mano.

Mrs. Lovett alzò la testa, la vista coperta dai suoi ricci scuri. Voleva alzarsi e mettersi fra quelle due persone, le più importanti della sua vita, che ora camminavano in cerchio senza osare attaccare, ma le mancava la forza. Toby doveva essere scappato nelle fogne e, risbucato da chissà dove, era tornato all’emporio ed era entrato da lì.

“Non ne sei in grado” abbaiò Todd. “Credi davvero di potermi uccidere, piccolo ingrato? Credi di potermi guardare negli occhi e affondare quel bel coltellaccio nella mia carne come se niente fosse? Ti sbagli. Mi ci sono voluti quindici anni per poter avere il fegato necessario ad ammazzare qualcuno, e tu non ci riuscirai di certo in pochi secondi”.

Con una mossa velocissima scattò in avanti e afferrò il povero bambino per il braccio, stringendogli il collo nell’incavo del gomito e premendogli il rasoio alla gola. “Lascia che ti dia una piccola lezione…”.

“Mr. T! NO!” strillò Nellie, consapevole di quello che stava per succedere.

Troppo tardi.

La lama argentata tagliò di netto la trachea del ragazzo, il sangue sgorgò a fiotti, mescolandosi sulla camicia del barbiere a quello del giudice Turpin.

Sweeney lasciò cadere a terra il cadavere dopo qualche secondo, si voltò e uscì dalla stanza.

La fornaia si trascinò fino al corpo del bambino, piangendo.

Avrebbe dovuto alzarsi, gridare, fermarli entrambi. E invece cosa aveva fatto? Era rimasta ferma ad occhi spalancati come un animale impaurito, aveva permesso che quello che ormai considerava suo figlio venisse ucciso dal uomo che amava.

Prese la testa di Toby e se la appoggiò in grembo, sporcandosi la gonna del sangue fresco che ancora usciva dalla ferita, ma non le importava. “M-mi dispiace…” singhiozzò accarezzandogli dolcemente i capelli. Lo baciò sulla fronte, gli bagnò il viso di lacrime.

Poi chiuse gli occhi. 

Eccomi qui con questa "breve long" (evviva le contraddizioni) su Sweeney Todd... in cui ho deciso di uccidere Toby (per la probabile grande gioia della mia carissima LovelySev394) e tenere in vita mrs. Lovett... 

Un piccolo avviso: se non vi piacciono le cose estremamente drammatiche e tristi, chiudete subito questa storia perchè, come probabilmente avrete capito da questo capitolo, di momenti felici ce ne sono veramente pochissimi, se non nessuno... detto questo, spero che ai coraggiosi rimasti piaccia questo piccolo lavoro che mi ha preso molto più di quanto avrei mai pensato. 

NB: Ogni capitolo (come d'altronde il titolo) avrà il nome di una particolare frase di una delle canzoni di Sweeney Todd... questa è una parte di Epiphany <3 

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Capitolo 2
*** We all deserve to die ***


I THINK I'LL MISS YOU LESS AND LESS


Capitolo 2: We all deserve to die

Sweeney era sceso nella stanza del forno parecchie ore più tardi.

Aveva trovato mrs. Lovett addormentata (o forse svenuta?) con il moccioso fra le braccia e un’espressione tormentata sul viso.

Sbuffando, la staccò violentemente da Toby, che afferrò e gettò nella fornace ancora ardente, non senza una certa soddisfazione.

Poi fu il turno del cadavere del messo, che invece di sollevare dovette trascinare per le braccia e spingerlo di peso oltre la pesante porta d’acciaio. In pochi minuti quell’ammasso di grasso e costosi abiti sciupati non divenne altro che cenere.

Il barbiere si avvicinò a Turpin con un sorriso malvagio sul viso. Era fatta, la sua vendetta era completa. Era libero da quei fantasmi che lo avevano tormentato per quindici interminabili anni.

Lo osservò bruciare, le fiamme che si riflettevano nei suoi magnetici occhi scuri. Non distaccò lo sguardo nemmeno per un attimo. Voleva vedere quell’uomo che aveva rovinato la sua vita, quella della sua bambina e di sua moglie marcire all’inferno dove meritavano di stare le persone come lui. Dove anche Sweeney Todd stesso meritava di stare. Crogiolandosi in quel momento fino all’ultimo, quasi dimenticò che c’era un altro corpo, lì sul pavimento.

Lucy era così cambiata. I suoi capelli biondi, che avevano fatto innamorare Benjamin Barker, erano ora unti e incrostati di sangue. La pelle pallida, quasi trasparente per come le vene spiccavano sotto di essa, era piena di lividi e graffi in qualunque punto. Le rughe sul suo viso sembravano così accentuate che sembrava dimostrare cent’anni, e forse in  effetti li aveva vissuti. Cent’anni di sofferenza e dolore. Le palpebre chiuse nascondeva un paio di occhi blu, ma Sweeney li aveva visti, spalancati e opachi, e non più brillanti come un tempo. Gli abiti strappati, sudici, sciupati e non più eleganti e senza una macchia.

Todd indietreggiò. Forse aveva ragione mrs. Lovett, la sua Lucy era davvero morta. Quello non era che un guscio vuoto, ciò che era rimasto della virtuosa e timida ragazza bionda di un tempo. Un fantasma. E anche il diabolico barbiere di Fleet Street ha paura dei fantasmi.

Però si riavvicinò e la prense tra le braccia. Una scena di un lontano passato comparve nella sua mente.

Una giovane donna bionda, non deve avere più di diciannove anni, vestita da sposa, sorride teneramente davanti ad una porta. Accanto a lei c’è un bell’uomo con i capelli e gli occhi scuri. Sorride anche lui, prendendola per mano.
“Voglio provare una cosa” dice e senza preavviso solleva la moglie da terra.
Questa all’inizio si dimena un pochino e fra le risate esclama: “Ben! Qualcuno potrebbe vederci!” ma alla fine cede e si lascia portare dentro alla sua nuova dimora.
Lui la appoggia delicatamente sul letto, come se fosse fatta di porcellana, e si abbassa per darle un casto bacio sulle labbra.
“Ti amo” le dice.
La bionda chiude gli occhi e sorride a queste parole. Ha un’espressione così pacifica…
“Ti amo anch’io, Benjamin Barker”.


Sweeney si scosse da quel ricordo. Era passato. Era Barker, non lui, ad aver fatto una cosa così dolce e romantica.

Lui era Todd e tutto quello che poteva fare era tenere quella che una volta era sua moglie in braccio per l’ultima volta mentre si spostava di nuovo verso il forno.

Non voleva amare. Non poteva amare. C’era solo odio nel suo cuore nero. Lui era un demone, lei un angelo. E in nessuna storia il bene e il male possono finire per essere uniti dall’amore.

Molto lentamente la spinse nel fuoco e chiuse la porta della fornace.

Se per il giudice non riusciva a non guardarlo bruciare, ora era il contrario.

Si spostò dalla parte opposta della stanza del forno e appoggiò la schiena contro il muro, lasciandosi scivolare fino a terra con il viso affondato fra le mani ancora sporche di sangue rappreso. Per la prima volta dopo anni e anni, Sweeney Todd pianse. 

Capitolo estremamente triste e cruento ma è forse quello che mi ha dato più soddisfazione in assoluto, riguardo al contenuto...

Il capitolo è sempre preso da Epiphany... 

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Capitolo 3
*** The way ahead is clear ***


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Capitolo 3: The way ahead is clear

Nellie si risvegliò nel suo letto molto tempo dopo, quando il sole mattutino era già alto nel cielo.

Disorientata, la fornaia si ritrovò vestita come la sera prima e… c’era del sangue sulla sua gonna!

Lentamente ma inesorabilmente le immagini di ciò che era successo durante la notte riaffiorarono dolorosamente. La chiave che girava nella serratura della porta d’acciaio della stanza del forno dopo averci chiuso dentro Toby. L’espressione di intesa che si era scambiata con Sweeney mentre quest’ultimo conduceva il messo nel suo negozio. La debole stretta del giudice Turpin sull’orlo del suo abito. La vista di Lucy, morta, sul pavimento. La forte stretta del barbiere intorno ai suoi fianchi e il terribile calore del fuoco nel forno alle sue spalle. Il povero Toby che cadeva a terra con il sangue che gli sgorgava dalla gola.

E poi? Il vuoto. Non riusciva a capire come aveva fatto ad arrivare nella sua camera.

Si strinse nelle spalle e decise che non le importava, aveva del lavoro da fare!

Scattò in piedi e iniziò a slacciarsi i lacci del vestito. Doveva cambiarsi, pettinarsi, infornare qualche pasticcio, svegliare To… no.

Scossa, si lasciò ricadere seduta sul materasso, il corpetto allentato, guardandosi le mani con sguardo vuoto. Toby era morto. Morto. Ucciso. E la colpa era sua. Avrebbe dovuto tenerlo lontano dalla stanza del forno. Avrebbe dovuto mettersi fra lui e Sweeney. Il colpo di rasoio lo meritava lei.

NO!                                                                          

Strillò una voce dentro di lei. La colpa era di qualcun altro. Era di colui che aveva ucciso il bambino. L’uomo che la Lovett amava. Mr. T.

Perché? Perché lo amava?! Se lo era chiesta più volte, e mai aveva trovato una risposta. Perché ogni volta che lo guardava il cuore le batteva all’impazzata? Perché nonostante la trattasse come se non esistesse, lei era ancora lì accanto a lui pronta a soddisfare ogni sua richiesta? Perché sperava di riuscire un giorno ad avere l’accesso alle porte di quel cuore gelido, di prendere il posto di un’altra donna del passato?

Non c’era risposta. Certo, tutto aveva un senso quando era ancora Benjamin Barker, ma ora che si era trasformato in un assassino vendicativo… un mostro… quella continuo bisogno delle sue attenzioni, del suo sguardo era rimasto.

Aveva il cuore spezzato, lui glielo aveva spezzato, più e più volte. E c’era una sola soluzione. Non solo per lei, ma anche per la memoria del suo caro Toby, che più volte l’aveva ammonita.

Nellie Lovett doveva smettere di amare Sweeney Todd. 


Questo capitolo mi ha dato qualche problema, ed è più corto degli altri, ma insomma, poteva anche andare peggio (o meglio!) 

La canzone (anche se mi aspetto che le sappiate già tutte mi piace aggiungere qualcosina nelle note dell'autrice xD) è presa da Johanna Reprise

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Capitolo 4
*** You grow warm in my hand ***


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Capitolo 4: You grow warm in my hand

Era la quarta notte di fila in cui non riusciva a dormire a causa dei singhiozzi e dei gemiti che provenivano dal piano di sotto.

Dannazione ma quella donna non smetteva mai di piangere?!

Da quella notte in cui il giudice era stato ucciso, la fornaia si era rifiutata di lavorare, pulire, cucinare o fare qualsiasi altra cosa. Se ne restava tutto il giorno chiusa nella sua stanza a fare… in effetti Sweeney non lo sapeva, anche se appena faceva buio la sentiva piagnucolare fino alle prime ore dell’alba, quando apparentemente si addormentava.

Ne aveva abbastanza!

Com'era possibile che la morte di un mocciosetto di strada che aveva lavorato e vissuto lì per qualche settimana l’avesse sconvolta così tanto?! Insomma, per lui mrs. Lovett era sempre stata una donna forte, una donna in grado di smembrare cadaveri ogni notte per poi servirli il mattino dopo come gustoso ripieno dei ‘pasticci di carne migliori del mondo’. Il tutto senza battere ciglio né lamentarsi.

Seduto sulla sua sedia da barbiere, Sweeney si premette i palmi delle mani delle orecchie, sperando di non sentire in quel modo le lagne che provenivano dal piano inferiore.

Niente da fare.

MALEDIZIONE!

Stringendo i pugni, l’uomo si alzò e decise che ne aveva abbastanza. Così aprì di scatto la porta e uscì facendola sbattere alle sue spalle mentre scendeva velocemente le spalle. Arrivato davanti alla porta della camera di letto di lei bussò violentemente.

“Mrs. Lovett!” esclamò “Apritemi!”

Come risposta ricevette soltanto altri singhiozzi, cosa che non fece che innervosirlo. Senza nemmeno più pensare a quello che stava facendo, girò il pomello della maniglia.

La scena davanti a lui era fra le più penose che avesse mai visto- e dopo quindici anni di lavori forzati ne aveva viste parecchie. La sua padrona di casa se ne stava sdraiata in posizione fetale in un angolo del materasso, i capelli più spettinati del solito e coperta soltanto da una leggera camicia da notte bianca- che oltretutto le si era sollevata e lasciava scoperte una parte di cosce pallide. Tremava, forse scossa dai singhiozzi, forse dal freddo… forse per entrambe le cose.

Non si voltò udendo la porta chiudersi dietro al barbiere, e non lo fece nemmeno quando quest’ultimo la afferrò per le spalle, costringendola a guardarlo.

Nellie era come in una bolla, le parole di quell’uomo arrivavano lontane e ovattate. Chiuse gli occhi. Non guardarlo, si disse, non guardarlo e vedrai che presto te ne dimenticherai.

Di certo lui non le stava rendendo le cose semplici: la stava scuotendo leggermente, tentando invano di calmarla.

“Basta piangere” diceva. “Smettetela!”. Era irritato e lo stava facendo soltanto perché probabilmente in quella topaia al piano di sopra non riusciva ad addormentarsi.

Devi odiarlo, Nellie.

Lentamente, visto che quella stupida donna non dava nemmeno segno di starlo a sentire, Sweeney la aiutò a stendersi e la copre con le coperte. “Shhhh” la zittiva quasi con dolcezza, come potrebbe fare una madre con il suo bambino che si è svegliato nel cuore della notte a causa di un incubo, eppure la sua faccia era sempre quella maschera indecifrabile e seria.

Ha ucciso Toby. Tuo figlio! Odialo.

Le coprì il corpo, e senza dire altra parola si allontanò, uscendo dalla stanza.

Al numero 186 di Fleet Street cadde il silenzio, finalmente. 

Sarò sincera: questo capitolo mi ha dato un sacco di problemi e per questo non mi piace proprio come è scritto... ma vi giuro ero sull'orlo di una crisi di nervi e ho voluto concludere forse in modo troppo sbrigativo... voi cosa ne pensate? 

Il prossimo sarà il capitolo finale e spero davvero che piaccia più di quanto potrebbe piacere questo, perchè ci ho davvero messo il cuore e tutta me stessa. 

Il titolo del capitolo è preso da My Friends

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Capitolo 5
*** We learn to say goodbye ***


I THINK I'LL MISS YOU LESS AND LESS


Capitolo 5: We learn to say goodbye

“Mr. T?”

La voce della fornaia sembrò quasi nuova, dopo due intere settimane in cui i due si erano completamente ignorati. Sweeney si ritrovò anche a voltarsi per guardarla.

Mrs. Lovett indossava uno dei suoi soliti vestiti scuri, e sopra di esso, stranamente, un cappotto marrone. La cosa all’iniziò non venne notata dal barbiere, ma dopo qualche secondo iniziò ad insospettirlo.

“Cosa c’è?”

Nellie prese un profondo respiro. Si lasciò perdere in quei profondi occhi scuri così simili a due pozzi senza fondo, quegli occhi che aveva così disperatamente cercato di attirare su di sé per anni e che aveva cercato invece di evitare il più possibile da quella terribile notte in cui il giudice era morto.

Si era imposta di non amarlo, di non poter perdonarlo… e allora perché il cuore le batteva forte?

NO!

Si scosse decisa a non cedere ai sentimenti. Schiarendosi la voce, rispose: “Volevo dirvi che ho deciso di andarmene, lascio Fleet Street e Londra. Il negozio ovviamente può rimanere vostro”.

Per la prima volta da quando era tornato, Eleanor vide sul viso di Sweeney Todd  un’emozione genuina, anzi due: stupore e preoccupazione.

“Ma dove andrete?” le domandò palesemente confuso. “Come farete con l’emporio? E i pasticci…?”

“Ho abbastanza guadagni per pagare il vecchio cottage che ho preso in affitto in campagna, una volta arrivata lì mi troverò un lavoro e… la vita andrà avanti. Potete fare quello che volete dell’emporio, a me non interessa. È vostro”. Come lo era il mio cuore, aggiunse inesorabilmente nella sua testa. “Sono solo venuta per dirvi…”. Non riuscì a terminare la frase e l’ultima parola le morì in gola. Forse davvero non avrebbe dovuto salire a salutarlo, avrebbe dovuto andarsene in silenzio, fuggire senza una parola proprio come una ladra, una codarda.

“Addio” concluse lui in un delicato sussurro. Non sapeva davvero come sentirsi riguardo all’intera faccenda: da un lato era un sollievo non aver più quella stupida e appiccicosa- anche se nell’ultimo periodo lo era stata ben di meno- donna, dall’altro l’idea di essere lasciato solo in quel luogo infestato dai fantasmi del suo passato lo terrorizzava. La consapevolezza che insieme a lui c’era un altro essere umano in carne ed ossa era probabilmente l’unica cosa che non lo aveva fatto completamente impazzire. Un’illuminazione lo colpì improvvisamente: aveva bisogno della sua presenza, anche se era completamente distrutta dal dolore o in continua ricerca di attenzioni, aveva bisogno di lei. Di mrs. Lovett.

E quest’ultima era già sul punto di voltarsi e lasciare la stanza una volta per tutte, quando Sweeney scattò avanti e la afferrò per un braccio. Lei tornò a guardarlo con i suoi grandi occhi castani.

“Vi prego” borbottò, tentando di far trasparire con il tono e l’espressione sulla sua faccia quello che altrimenti gli sarebbe stato impossibile dire a parole.

Le lacrime le offuscarono la vista. Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, urlargli contro di lasciarla andare e uscire dalla sua vita per sempre, invece si limitò a ribattere con voce rotta dal pianto: “Ho bisogno di questo. Questa casa, questa città, quest’aria… mi stanno uccidendo. Devo farlo o finirò per morire”

Il barbiere sapeva di non poter fare né dire nulla a riguardo, dato che era proprio lui la causa di tanta sofferenza.

“Vedo il suo viso, mr. T. Quando chiudo gli occhi vedo il viso del mio Toby… voi non avete idea di quanto sia terribile”

Certo che ne aveva idea. Anche lui, nella sua solitudine notturna, vedeva la sua Lucy. Ben vestita, ben pettinata, un sorriso dolce stampato sulle bellissime labbra… perfetta come sempre, come Benjamin Barker l’aveva sempre ricordata. Peccato che quello che poteva sembrare un vero e proprio angelo si trasformava in un cadavere gelido e pallido con un lungo taglio macabro alla gola. Lui aveva provocato tutto quel dolore, a lui stesso e a mrs. Lovett.

“C’è qualcosa che posso fare per convincervi a restare?”

“Baciatemi”. Le parole le affiorarono alla bocca senza un secondo ripensamento e la fornaia si pentì di averle pronunciate fino a quando, inaspettatamente, Sweeney obbedì.

Il loro era un bacio disperato, in cui entrambi cercarono di trasmettere tutto quello che non potevano e non volevano dirsi.

Lei sentì quella fragile corazza d’odio che aveva tentato di costruirsi intorno rompersi, sciogliersi come ghiaccio in una giornata primaverile.

Lui sentì qualcosa di nuovo ribollirgli nelle vene. Amore? No, Sweeney Todd non sapeva amare. Ma poteva imparare a farlo, se guidato passo per passo. Il suo cuore nero forse un giorno si sarebbe aperto e i spettri che lo tormentavano sarebbero tornati nell’inferno dove meritavano di stare.

 
Con le labbra dell’uomo che amava appoggiate sulle sue, Nellie prese la sua decisione.

Okay, questo è un finale estremamente aperto ed è proprio qui che entrate in gioco voi, perchè sono molto curiosa di sapere come vorreste che finisse questa storia! Quindi se qualcuno voi decidesse di recensire, mi farebbe molto piacere leggere la vostra opinione... :) sono molto contenta (stranamente) di questa ff e spero che lo siate altrettanto anche voi :D 

Il titolo di questo ultimo capitolo è preso sempre da Johanna Reprise 

Un bacione e un grazie a tutti quelli che sono arrivati fino in fondo senza essersi tagliati le vene per l'alto tasso di tristezza e monotonia di questa storia! <3 

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