Ritrovarsi

di Like an Undead
(/viewuser.php?uid=238395)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'impiegata a New York ***
Capitolo 2: *** Ritorno a Namimori ***
Capitolo 3: *** Ok, e la festa?? ***
Capitolo 4: *** Un finale DELUDENTE! ***



Capitolo 1
*** Un'impiegata a New York ***


Capitolo 1: Un'impiegata a New York

 

Camminando per il centro città si possono incontrare diversi tipi di persone, da quelle snob con la puzza sotto il naso, allo straccione senza tetto.

Io faccio parte della più triste delle categorie: quella degli impiegati schiavizzati.

Ma come sono arrivata ad esserlo?

Beh, è piuttosto semplice.

Vivevo in un piccolo comune giapponese di nome Namimori, non era nulla di speciale, ma l’aria che si respirava era sicuramente diversa da quella della metropoli in cui abito ora, ovvero New York in America.

Mio padre era un alcolizzato che si lanciava i piatti e tra un po’ anche i coltelli con mia madre, altra pazza furiosa. 

Entrambi molto sani e simpatici, mi malmenavano alla prima parola che cercavo di dire per farli smettere con i loro brutti vizi, ma i miei genitori non sono mai brillati per la loro gentilezza e delicatezza. 

Mi capitava spesso di piangere e disperarmi per questo motivo, ma a consolarmi c'era sempre il mio amico più caro, Kyo-Chan.

Mia madre mi ha lasciato l’anno scorso a causa di una malattia causatale dall’alcol, ovvero la “cirrosi epatica”. 

Dei medici di città avrebbero potuto curare la sua malattia, ma lei si opponeva con tutta se stessa al trapianto di fegato, e così è morta. 

Devo dire che mio padre ha dimostrato per l’ennesima volta di non avere cuore, infatti nonostante la condizione della mia genitrice, continuava ad urlarle contro, in più al suo funerale sembrava che non gliene importasse nulla e che avrebbe voluto andarsene per la noia. 

In quel momento decisi di cambiare vita anche se adesso non è poi così migliorata.

Quando me ne andai promisi a Kyo-Chan che sarei sicuramente tornata un giorno, ma ad una condizione: solo se lui avesse fatto il bravo seguendo sempre le regole e non alcolizzandosi mai.

Partii poi per l'America dove senza grossi problemi mi diplomai, laureai e trovai anche il lavoro dei miei sogni, che però non si è rivelato proprio quello in cui speravo.

Questa mattina, dopo essermi svegliata con mezz’ora di ritardo, ho perso il treno delle 8.00 e quindi ho corso come una forsennata fino al mio posto di lavoro, tutto questo prima che mi rendessi conto che è domenica.

A ricordarmi che si tratta di un giorno festivo è stato l’inserviente del piano, che come al solito si diverte a vedermi disperata. 

Mi chiamo Killer Shizuku, ho 22 anni e…diciamolo, non sono la persona più fortunata di questo mondo.

Lavoro come assistente del direttore della rivista di moda "ELLE" e non è per niente come mi aspettavo all’inizio della mia carriera, se così si può definire.

Le mie giornate potrebbero essere definite emozionanti, se le guardassi dal punto di vista di una formica. 

Normalmente mi sveglio verso le 6.00, prendo un caffè e aspetto che mi consegnino il giornale, dopo averlo letto però mi rendo conto di essere in ritardo e allora di corsa raggiungo la stazione. 

Il treno passa alle otto in punto e questa è la mia condanna, infatti riesco a salirci due volte su sei. 

Dopo aver perso il treno, e mi chiedo perché mi continui ad ostinare sul volerlo prendere, mi avvio verso l'ufficio che raggiungo suppergiù alle 8.20, se corro. 

Neanche il tempo di levarmi la giacca, che mi piombano addosso decine di migliaia di scartoffie varie, che mi tocca selezionare e passare al direttore. 

Ovviamente quest’ultimo non è detto che voglia firmare le carte, per questo motivo sono costretta a corrergli dietro per costringerlo a scriverci sopra il suo dannatissimo nome. 

In poche parole, la mia vita gira intorno al "cappuccino" del mio capo. 

Finalmente dopo le 12.30 ho un po’ di tempo libero per mettere qualcosa sotto i denti, ma questo “qualcosa” è sempre il solito panino di gomma che vendono nel bar di fronte al palazzo dove lavoro.

Sono sempre stata la numero uno in tutto, tranne che nelle faccende come il lavoro che conduco oggi.

Ogni volta che mi capita di fare qualcosa che ha a che fare con la mia vita lavorativa, nonostante sia di sicuro la migliore, il mio fastidioso e orgoglioso capo mi ignora e da' il "primo posto" ad un altra persona.

Il mio capo è una persona alquanto…particolare; se nelle frasi che gli vengono rivolte non vi sono parole come "soldi" oppure "enormi bombe" (e capite di che "bombe" parlo) non presta la minima attenzione al discorso.

Ricordo ancora il giorno in cui sono stata assunta…ero piena di speranze e pronta a tutto, o almeno così credevo fino a prima di incontrarlo: David Richmond, l'uomo più odioso su questa terra, e anche il mio nuovo direttore, ma dettagli..

Non ero riuscita neanche a mettere piede nel mio nuovo ufficio, così lo chiamano ma era ed è tutt'ora una scrivania in corridoio, che mi avevano già sommerso di incarichi, tra i quali quello di andare a comprare la colazione al mio "dolcissimo" capo, o come ama definirsi lui "Cowboy Delle Puledrine" e questo dice tutto.

Insomma, tutto lascia capire che vi era un'esatta frase per descriverlo: L'uomo dai seri problemi ormonali e psicologici".

Tornando alla prima colazione, lui ama il cappuccino, ma attenzione, la panna deve essere assolutamente alla fragola di bosco e a forma di cuore, altrimenti non lo turca neanche sotto ricatto, cosa che si è ripetuta un centinaio di volte dall'inizio della mia carriera.

Solo ora capisco come mai fosse stato così semplice trovare quel posto di lavoro: nessuno lo voleva.

Ma con me è peggio ancora, perché dopo aver provato a sedurmi e a portarmi a letto, ma ovviamente con un sonoro ceffone in risposta, lui non mi ha licenziata, ha preferito tenermi con se per torturarmi fino allo sfinimento!

Ed eccomi di nuovo qui, al bar per cercare di mettere sotto i denti un dannatissimo panino di gomma, ma diverso dal solito: questa era la gomma domenicale.

Mentre addento bruscamente il "panino" un'idea pazza mi si intrufola nella mente dopo aver visto il calendario, oggi è il 3 maggio, ciò significa che tra due giorni è il compleanno di Kyo-Chan!

E io ovviamente senza secondi fini, lo raggiungerò e manterrò la mia promessa!

Si ma adesso….che gli dico a Richmond?

Angolino oscuro dell'autrice: Grazie a tutti quelli che hanno letto questo mio delirio! Spero non sia troppo stupido ^^' e che vi sia piaciuto almeno un pochino xD Chi sarà mai Kyo-Chan? Sono sicura che l'avete capito, ma comunque...lo scoprirete nel prossimo capitolo che non so quando e se lo metterò (troppo da studiare xD) ciao! Al prossimo cappy!

By Killer Shizuku

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ritorno a Namimori ***


Capitolo 2: Ritorno a Namimori

 

E' passato tanto di quel tempo da quando ho visto l'ultima volta Kyo-Chan, che non riesco ad immaginare come possa essere diventato ora che lui sta per compiere 23 anni.

Ho una foto, che ho sempre portato con me, in cui siamo raffigurati io, lui e un'altro dei miei amici di Namimori.

Era un ragazzino impacciato e timido, non si apriva mai con nessuno, ma quando io mi metto in testa qualcosa non c'è carattere che tenga! Infatti siamo facilmente diventati amici ^^

Portava gli occhiali, erano probabilmente più grossi, molto più grossi, dei suoi occhi e di sicuro antiestetici, ma non gli stavano poi così male…anzi! Faceva quasi impressione quando se li levava…ah, la forza dell'abitudine.

La foto era stata scattata nel parco in cui eravamo soliti a giocare, non era molto grande, ma per noi era come un rifugio; lo chiamavamo "La Base Segreta" che di segreto non aveva proprio niente.

Facevamo tantissimi giochi, trai quali anche quello della principessa da salvare.

Qui tutti penseranno che essendo l'unica femmina, risulta ovvio che fossi io a farne la parte, ma non è affatto così: era Ke-Chan a fare la principessa, io ero il principe e Kyo-Chan il Boss mafioso cattivo che rapiva la principessa.

Tutto regolare no? Ok…ma perché ho iniziato questo monologo? Ah, già è vero! In questo momento sono su un'aereo diretto a Tokyo, appena atterrerò prenderò il treno e mi dirigerò a Namimori.

Oh che forza! Dal finestrino si vede un mare bellissimo! Ooooh…ma che cavolo è quel coso?

Mi passa a davanti al finestrino un tizio in divisa scolastica con una fiamma in testa….aspetta perché vola e soprattutto come fa a volare?! 

Mi viene come un infarto ad effetto ritardato, poi mi ritorna in mente l'immagine e mi accorgo di…un moccioso con uno smoking? Perché uno smoking?! Ma tralasciamo…

In testa mi si infiltra l'immagine del mio capo che firma le mie dimissioni…aveva una faccia buffissima! Diciamo pure da sconfitto visto che nonostante abbia lavorato per lui un anno intero non è mai riuscito a portarmi a letto.

Il suo volto era un misto di rabbia, umiliazione e noia…non ho mai capito cosa gli passasse per la mente, ma ieri era piuttosto chiaro il fatto che non gli andasse giù la mia felicità evidente nell'andarmene.

Finalmente tornerò ad essere la numero uno! L'inconfondibile, imbattibile, fantastica, suprema e geniale Killer Shizuku che tutti hanno conosciuto, conoscono e conosceranno per sempre! *momento di megalomania* 

B-Bene…scusatemi per lo sclero…xD che dicevamo? Ah, si…non vedo l'ora di arrivare a Namimori, per il suo compleanno, preparerò a Kyo-Cha una grande festa ed inviterò tutti i suoi nuovi e vecchi amici! Sono sicura che ne ha tanti, era un bambino così amichevole ^^ *ignora la trasformazione di Kyo-Chan da erbivoro a carnivoro*

Chissà se si è fatto una famiglia…magari adesso ha una bella moglie, due figli, un cane, un criceto, un procione, un canarino, un riccio, un pesce rosso, due piccoli serpenti, un'aquila reale, un gatto un topo un elefante, non manca più- ma che cazzo mi metti o a dire?!

…Oppure potrebbe essere diventato un professore! Si ce lo vedo bene in sintonia con i ragazzi! E Ke-Chan che avrà combinato alla fine? Sarà sicuramente ancora single per quanto è timido, ma ci penserò io a sistemarlo per bene con una ragazza adatta a lui! *sorriso compiaciuto*

Ehi…ma perché questi tizi mi guardano così stranamente? Oh, cavolo! Ma quand'è che mi sono messa in questa posa assurda?! *posizione di vittoria in piedi con un braccio in aria che esulta* Che vergogna!

 

*-*-*-*

 

Oh, finalmente è atterrato questo diavolo d'un aereo! Prendo la mia borsa e mi dirigo verso la porta d'uscita dell'aereo, entro nel pulmino che ci porta nell'aeroporto, ritiro la valigia e poco dopo chiamo un taxi.

Ci salgo e dico al tassista mentre rovisto indaffarata nella mia trousse per cercare un maledettissimo specchietto << Salve, alla stazione dei treni di Tokyo per cortesia… >> l'uomo al volante annuisce e fa partire l'auto.

Cala un silenzio tombale che viene interrotto dal guidatore che afferma << Lei viene dall'America vero? Non ho potuto far a meno di notare il suo accento inglese, ma per essere americana parla davvero bene il giapponese sa? >> io, mentre scarabocchio la mia firma su alcune scartoffie dico << E' vero che vengo dell'America, ma sono una donna giapponese a tutti gli effetti… >>.

Lui con un'espressione sorpresa esclama << Davvero? Eppure avrei giurato che fosse straniera! Ha dei lineamenti così particolari che sembrano occidentali ed ho pensato che fosse Americana, ma evidentemente ho sbagliato >> io confermo piuttosto seccata << Evidentemente… >> non ho mai amato le conversazioni inutili.

 

*-*-*-*

 

Arrivati alla stazione, pago il taxi e mi dirigo al mio treno che è ormai in procinto di partire << Linea 12 eh? Eccola qua… >> salgo a bordo del mezzo, cerco il mio posto ed una volta trovato mi accomodo.

Poco dopo il treno si riempie e successivamente parte.

Durante il tragitto ho continuato a pensare all'incontro con i ragazzi, ed in particolare ad un possibile lavoro da intraprendere una volta a casa.

Ho lasciato il mio senza neanche pensarci, ed ho fatto benissimo, ma al momento sono disoccupata e di andare da mio padre non se ne parla, quindi devo darmi da fare subito.

Ho una laurea in economia aziendale, potrei diventare un'avvocato fiscalista, anche se non è il mio più grande sogno si guadagna bene e rientra nelle mie capacità…accidenti quanto detesto queste cose!

Giocherello con un ciuffo ribelle, fuoriuscente dal ciuffo che porto solitamente sull'occhio destro, mentre cerco di analizzare la situazione e in men che non si dica il treno arriva a destinazione.

Eccoci qua, casa dolce casa…aspetta…a proposito di casa…e io adesso dove vado a vivere?!

Devo assolutamente trovare una casa e anche un lavoro…altro che feste e festicciole…per un po' mi farò ospitare da Ke-Chan e poi si vedrà.

 

*-*-*-*

 

Allora, ricapitolando…adesso sul mio conto bancario ci sono all'incirca 40.000 dollari, in yen sarebbero all'incirca 3777.6000 quindi diciamo pure che tra l'acquisto di una moto, l'affitto medio di una casa più le spese alimentari e quelle delle bollette etc, mi dovrebbero rimanere suppergiù 677.0000 yen, con cui soddisferei i bisogni quotidiani per il primo mese, si un lavoro è decisamente necessario.

Ma adesso un attimo di pausa, tutti questi calcoli fatti a mente sono nocivi per la mia sanità mentale e per quella delle persone che tra poco mi circonderanno.

Camminando camminando arrivo finalmente alla casa dei genitori di Ke-Chan, non so se lui abiti ancora con loro quindi meglio andare per gradi partendo dall'inizio.

Citofono…nessuna risposta…ricitofono…ancora nulla, allora decido di infiltrarmi dal passaggio segreto che usavo nei casi d'emergenza quando ero bambina, ovvero quello sul retro.

Sento una botta, poi un'altra ed infine un tonfo. 

Preoccupata e svelta come un felino m'imbuco in casa, corro al piano di sopra e spalanco la porta della stanza dal quale proveniva il rumore.

Non l'avrei mai dovuto fare.

Mi ritrovo davanti ad una scena davvero…particolare.

C'è un ragazzo bellissimo, biondo, occhi blu come l'oceano, alto e con una figura raffinata ma sovrastante che appunto, sovrasta letteralmente una giovane studentessa del liceo, a giudicare dalla divisa.

Non avrei voluto essere così perspicace in quel momento quando esclamo sconcertata << KE-CHAN?! >>.

Lui spalanca gli occhi scioccato e mi fissa, continuando a "cavalcare" la licele << Ma tu non sarai mica…K- >> lo blocco << Ok, scusatemi…colpa mia, tolgo subito le tende, continuate pure il vostro rito…di passaggio alla    maturità >> lancio un'occhiataccia alla mora.

Poi me ne vado seguita a ruota dal biondo che mi blocca in mezzo al salone << …sei Killer vero?! >> mi dice dopo aver piazzato sul suo naso un paio di occhiali piccoli, sottili e quasi invisibili.

Lui lo fisso per qualche secondo poi confermo << Già…e tu, sei Ke-Chan…cioè dubito che quel Ke-Chan esista ancora, quindi ti chiamerò con il tuo nome completo…Kento, Ishiyama Kento >>.

Ha capito benissimo che non approvo quello che stava facendo poco prima infatti tenta di spiegarmi ma lo blocco nuovamente << Una ragazza del liceo…una minorenne Kento! Te ne rendi conto? Potresti essere denunciato per pedofilia! Che razza di adulto sei diventato?! >> mi guarda colpevole, poi dice << Hai ragione, non è successo nulla, ti assicuro che questa sarà la prima e l'ultima volta che succederà Killer, perdonami. >>.

Io annuisco indicando la camera dove la mora sta evidentemente aspettando la "fase 2" che per sua sfortuna non sarebbe arrivata.

Lui afferra il concetto e va a parlarle.

Neanche due minuti dopo la ragazza esce dalla stanza, mi lancia un'occhiataccia e poi esce da casa come se nulla fosse.

Kento mi fa accomodare sul divano del salone, mi offre un thé e poi mi domanda curioso << Allora, quando sei tornata? Raccontami tutto per filo e per segno! >> un sorriso luminoso gli compare in volto, sarà che quando al negozio gli hanno venduto gli occhiali nuovi in omaggio c'era anche una nuova personalità.

<< Ci sono tante di quelle cose che ti devo raccontare Kent- >> sta' volta è lui che mi blocca << Ti starò ad ascoltare, ma per favore chiamami Ke-Chan, mi ha sempre fatto piacere sai… >> ha uno sguardo dolce e premuroso, sembra più maturo, anche se la scena di prima non lo aiuta nella condotta << D'accordo… >>.

Abbiamo parlato tutta la giornata di quello che era successo ad entrambi, di Kyo-Chan e del suo compleanno….domani sarà di sicuro un giorno speciale.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ok, e la festa?? ***


Capitolo 3: Ok, e la festa??

 

Eccoci, finalmente oggi è il 5 maggio, il compleanni di Kyo-Chan…mi è mancato così tanto, mi chiedo come stia, ormai ha 23 anni, sarà diventato di sicuro un adulto impeccabile, totalmente diverso da questo qui…<< Ke-Chan! La smetti di importunare tutte le studentesse del liceo che passano?! Accidenti a te! >> gli urlo dietro. Lui s'irrigidisce. << Si scusami Killer. Come procedono i preparativi per la festa? >> mi chiede con un sorriso di chi è stato colto in flagrante. << Tutto secondo i piani, ma Kyo-Chan…? Sono le 12.30 è ancora non si è visto… >> dico preoccupata. << Non preoccuparti! Ho detto ad una delle mie amiche di avvertirlo! >> io gli lancio un'occhiataccia. << Amiche? E esattamente cosa le hai detto a  questa amica? >> chiedo sospettosa. << Beh, quello che le dovevo dice ovvero di avvertire Hibar… ops. >> dice diventando di colpo blu. << Ops? >> dico accusatoria. << Ecco…vedi, prima diciamo che…ho sbagliato…vedi lui lavora alle medie e il l'ho detto ad una ragazza del liceo >> ammette colpevole. << Magnifico! Ke-Chan…Kento Murata tu sei…ARGH! Questa non la pasci liscia! >> urlo mentre mi allontano da casa Murata. Allora, Kyo-Chan secondo quello che ha appena detto Kento dovrebbe lavorare in una scuola media…tiro fuori una mappa disegnata a mano << Scuola Media Namimori, eh? >> chissà di cosa si occupa? Matematica forse? Chissà, meglio non divagare ora, devo andarci senza sbagliare strada! Mi incammino a passo di marcia per una strada alquanto pulita, impeccabile questa città, eh? Le guardie di quartiere fanno proprio un buon lavoro! Finalmente dopo mille e una peripezie arrivo a scuola. Accidenti, è grande! Entro nell'atri dove una donna dai capelli rosa e lunghi mi accoglie freddamente << Salve, ha un'appuntamento? >> sul maglione nero c'è un cartellino con su scritto "Cervello N°4". Che nome accidenti, penso proprio che non sia  molto amichevole questa donna, non mi farà entrare di sicuro senza un'appuntamento prefissato, meglio inventarmi qualcosa, e alla svelta! << Salve, mi chiamo Shizuku Killer, sono… >> noto un cartello che dice "Cercasi inserviente". << …Si! Sono una candidata per il ruolo di inserviente! >> dico indicando il cartello al muro. Lei mi fissa abbassandosi leggermente gli ingombranti occhiali da sole, inutili in un ambiente chiuso, poi dice << Certo, capisco. Mi segua. >>. Aspetta un attimo tu! Cos'era quel "Certo, Capisco." così spontaneo eh?! Ok sarà anche vero che sto' indossando una tuta, ma non mi sembra affatto il caso di farmi notare che il mio abbigliamento non è dei migliori! << Si, arrivo. >> dico anch'io con la sua stessa freddezza. Mi sembra di stare al polo nord, accidenti! Ma come fa Kyo-cha a lavorare qui dentro?! Accidenti, accidenti, accidenti! In un batter d'occhio mi ritrovo a pulire la sala riunioni con un attillato camice bianco addosso e una scova in mano. << Ma dico io! Come dovrei fare a pulire per terra con questi tacchi?! >> mi dico. Esattamente, quella pazza di prima mi ha cambiata dalla testa ai piedi, adesso sembro una redattrice di una rivista importante più che un membro del personale di una scuola media! E poi che ci faccio ancora qui a pulire?! Devo cercare Kyo-Chan! << FIGHT! >> urlo e subito dopo mi sfilo il camice e corro verso gli uffici. In quei corridoi ci sono migliaia, no milioni, no miliardi di "teste rosa", non ce la farò mai! Una di loro mi vede, è N°4! Mi viene incontro minacciosa, ma qualcuno da dietro mi afferra il braccio e dice << Non preoccuparti Number Four, va pure ci penso io qui. >> ma allora è così che si dice "Number Four", eh? Bah, non importa ora! Mi giro di scatto e mi ritrovo al cospetto di un uomo alto poco più di me, ma per gli standard giapponesi siamo altissimi entrambi. << Tutto apposto? >> mi dice premuroso. << S-Si, grazie mille per avermi salvata, avrei passato dei guai se mi avesse presa ^^ >> sospiro sollevata. << Tu chi sei? Come mai sei qui? >> mi chiede. Io rispondo un po' incerta, ma dopotutto questo tizio con la tuba mi sta' simpatico << Mi chiamo Shizuku Killer, faccio parte del personale della scuola, sono stata assunta oggi. >>. << Ah, già…l'annuncio! Mi chiamo Kusakabe Tetsuya, piacere di conoscerti, Killer-San. >> dice rispettoso. Allora tento un approccio diretto << Scusami, vedi ho sentito tanto parlare di un certo Kyo-Cha….Kyoya Hibari, cosa rappresenta nella scuola? >>. C'è qualche momento di suspance << Beh, lui è il preside della scuola. >> dice sorridente lui. << Eh..? >> dico io spossata << Eh, il preside della scuola. >> ripete lui. << EEEEEEEEEEEEH?! >> strillo io sconvolta. Faccio quasi saltare i timpani a tutto il personale scolastico, peggio di tutti sta' Kusakabe vista la vicinanza con me. << Ah, ecco…scusa, scusatemi tutti! >> dico, poi corro via imbarazzatissima. Accidentaccio, ma come ha fatto?! Il preside?? Il Kyoya Hibari che conosco io, il preside?! Com'è possibile? In preda ai miei pensieri finisco per sbattere contro qualcuno, mi tiro leggermente indietro e mi ritrovo al cospetto di un uomo altissimo e a dir poco stupendo. Occhi color del cielo nuvoloso, capelli neri come la cenere, bocca rosea e grande. E' vestito completamente di nero escludendo la camicia sotto la giacca nera, visto il colore viola. Prendo un lunghissimo e discreto respiro poi provo ad accennare delle scuse, ma lui mi precede << Chi sei? >> chiede bruscamente. << M-Mi chiamo Killer Shizuku, sono nuova come inserviente…ecco, mi scus- >> mi interrompe << Ok, allora muoviti e va' a pulire nel laboratorio di scienze, gli alunni hanno appena finito con gli esperimenti di chimica. >> mi ordina autoritario. << Si… >> dico, poi mi allontano verso l'aula ordinatami. Mentre mi allontano intravedo un leggero ghigno soddisfatto sul viso dell'uomo con cui mi sono appena scontrata, poi le sue labbra si muovono, ma non capisco bene ciò che dice "…mi divertirò" è quello che mi pare di udire. Mi scappa uno starnuto, qualcuno starà pensando a me! Ma io qui che ci ero venuta a fare? La festa! Devo trovare Kyo-Chan! Quindi…se è il preside, proverò a cercare nell'area uffici, è ora di ricreazione, le "Cervello" sono come scomparse. Vediamo…segreteria, vicepresidenza…presidenza! Eccola finalmente! Chissà com'è diventato…sarà di sicuro un bel ragazzo! Busso ed una voce profonda da dentro la stanza dice << Avanti. >>. Entro leggermente agitata domandandomi come potrà essere diventato, ancora una volta. Quando spalanco la porta nella camera non c'è nessuno. Ma com'è possibile? Eppure ero sicura che…improvvisamente qualcuno mi prende per un braccio e mi tira a se mettendomi la mano davanti alla bocca. Quella mano è calda e grande, la pelle di quest'uomo, perché è evidentemente un uomo, è di un rosa pallidissimo. Con un calcio chiude la porta e mi trascina sul divano verde che c'è nella stanza. Si mette a cavalcioni sopra di me, ma è l'uomo di prima! Quel maleducato di prima! Ha un sorriso insopportabile stampato in faccia, come vorrei riuscire a farlo inginocchiare al mio cospetto! Accidenti, mi sta facendo male, ha una bella presa. Intravedo una via d'uscita da quella terribile posizione e dimenandomi riesco a capovolgere la situazione, adesso sono io che comando, come ci si sente, eh?! Lui continua a fissarmi con quell'aria soddisfatta, non riesco proprio a sopportarlo! << E chi se l'aspettava di assumere una bidella così audace, eh? >> dice provocandomi con quella sua voce irresistibile. << Ah, senti chi parla di audacia! Io ero solo venuta a parlare con il preside, e invece mi ritrovo a litigare con te che non conosco neanche! >> protesto arrabbiatissima e con un colore simile a quello dei peperoni in volto. << Ebbene, se vuoi parlare con il preside lo stai facendo ora, che cosa hai da dirmi? >> afferma contento della gaf che ho appena fatto.       << Tu sei il preside?! Non ci credo neanche morta! Non puoi essere tu, Hibari Kyoya! >> dico convinta. << E invece è così, perché non potrei esserlo? >> chiede curioso. << Beh, perché lui on aggredirebbe mai una ragazza in questo modo! >> dico convinta nuovamente. << Ebbene è vero, non aggredirei mai una ragazza come le altre in questo modo… >> dice capovolgendo di nuovo la situazione e i nostri posti. << Davvero? E perché? Io non sono come le altre?! >> domando infuriata. << No >> dice troncando. << Ah, no? E cos'ho di diverso?! >> dico io, ed in risposta ricevo un bacio ad dir poco magnifico e appassionato tanto da farmi sbollire tutta la rabbia per poi farmela risalire al 101%. << Tu sei mia, Killer-Chan. >> afferma leccandole le labbra. In quel momento lo riconosco, è lui…è davvero Kyo-Chan! Ma come può essersi trasformato in un tale mostro?! << Kyo…Kyo-Chan? >> cerco conferma insicura. << Da quanto tempo, Kill-Chan! >> dice baciandomi di nuovo in modo ancora più sexy. Io nonostante tutta la resistenza che ci metto, cedo al suo abbraccio e mi lascio andare baciandolo a mia volta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un finale DELUDENTE! ***


Capitolo 4: Un finale DELUDENTE!

 

Dopo un'ora ci ritroviamo ancora sul divano della presidenza, uno sopra l'altra. Kyo-Chan, anche se adesso sarebbe meglio dire Kyoya, continua a baciarmi irrefrenabile, non capisco più un accidente. Lo blocco cercando di capire se sono ancora nella stanza in cui sono entrata un'ora prima oppure sto sognando, perché quella situazione è veramente assurda. Lui mi guarda intensamente per qualche secondo, poi ignora completamente i miei tentativi di liberarmi e mi sovrasta nuovamente con la sua enorme bocca. Proprio in quel momento dalla porta della camera entra Kusakabe Tetsuya, da un lato la mia salvezza, dall'altro la causa dei miei ulteriori guai. << K-Kyo-San?! Ecco, scusatemi per il disturbo! Me ne vado subito! >> mentre il terzo incomodo dice quelle parole si capisce che non si trova in una situazione abituale, almeno questo mi fa piacere…Aspetta…Perché mi fa piacere?! Ed ecco che tutte le mie fantasie sulla famiglia perfetta di Kyo-Chan vanno in frantumi, lasciando il posto a questo Kyoya che, effettivamente, è moooooolto più "gradevole". Lui, come se non fosse successo nulla, mi si attacca nuovamente, ma io lo respingo decisa: << Ok, adesso basta! Il gioco è bello quando dura poco! >>. << Ma questo non è un gioco, Kill-Chan! >> dice ironico con un sorriso snervante. << E cosa sarebbe se non un gioco?! >> gli domando mentre cerco di togliere la sua gamba da vicino al mio punto X. << Il mio regalo di compleanno. >> sussurra al mio orecchio. Io arrossisco come mai prima d'ora e a quel punto lo scaravento via con una spinta degna dell'incredibile Hulk. << Io non sono di certo un regalo di compleanno! Ero venuta per farti una sorpresa, ma davvero non immaginavo che tu fossi diventato…così! Me ne vado! >> urlo, poi mi avvicino alla porta per uscire, ma lui mi afferra e blocca al muro.        << Dov'è che vuoi andare tu? >> chiede alquanto possessivo, ma sta' volta non mi lascio condizionare caro! << Me ne vado a casa mia! >> dico convinta sbattendogli la porta in faccia. Ma dico io! Chi si crede di essere quel tizio?! Non è il Kyo-Chan che conosco io, è diventato peggiore di Kento! Non ne posso più io me ne torno a casa! Ma aspetta, anche se dico così…A che casa vado? Io non ne ho più una…Accidenti a me e alla mia impulsività! Sto per uscire dall'edificio quando una mano mi afferra la spalla: << Dove credi di andare nuova arrivata? >>. E' ancora una volta Number Four che mi ripesca, ma cos'è un radar?! In meno di un minuto sono nell'aula scienze a pulire il casino che fanno quelli del club di chimica, ma non possono stare più attenti?! Bah, certo…Sono ragazzi dopotutto, però non ci pensano a come si sentono poi le persone che devono pulire?! Gli starebbe bene trovare come hanno lasciato domani! Senza che me ne accorga il tempo passa ed è già l'ora di chiusura della scuola. << WOW! Quando si dice "in un batter d'occhio" eh? Sono già le sei…visto che la festa non si fa più non devo stare di certo a preoccuparmi per quel…ARGH! >> dico arrabbiata. << Per chi è che non ti devi preoccupare? >> mi raggiunge una voce da dietro le spalle, mi afferra e delle calde e grandi braccia mi avvolgono…E' in momenti come questo che mi accorgo di quanto posso essere piccola a volte. << Non è giusto…Non si attacca alle spalle! >> mi lamento come una bimba. << Ah, si? Allora vorrà dire che attaccherò davanti. >> dice ridacchiante, poi mi blocca al muro nuovamente. << Che diavolo fai Kyo-C…Kyoya Hibari?! >> dico. Lui guarda disorientatamente provocatorio: << Cos'è tutta questa formalità eh? Non mi piace la cosa… >>. Detto ciò mi bacia in quel suo modo travolgente allora mando a quel paese tutti i miei pensieri razionali e mi lascio andare. << P-Prima, quando mi hai parlato in quel modo ho pensato ad una cosa… >> dice ansimante lui. << Di…Di cosa parli? >> chiedo io curiosa. << Se non ricordo male eri stata tu a dirmi di diventare un amante delle regole, della disciplina eccetera, allora perché prima hai detto quelle cose contraddittorie? >> chiede lui sinceramente inconsapevole. << Ok…Quello che stiamo facendo adesso di sembra disciplina per caso?! >> dico scioccata. Lui sorride, poi dopo aver chiuso a chiave la porta del laboratorio, mi prende in braccio e mi mette sul tavolo degli esperimenti…Peso davvero così poco?! Si avvicina lentamente e sexy al mio orecchio e sussurra: << Non infrango nessuna regola se ho i preservativi… >>. Lì divento più, molto più, rossa di un peperone: << Ma che diavolo vai dicendo?! >> urlo tanto da farmi sentire fino a casa di Ke-Chan. Lui mi prende sempre per il verso giusto perché mi bacia in un modo dolcissimo e allo stesso tempo aggressivo. Proprio quando sto per cedere vedo fuori dalla finestra passare in volo lo stesso ragazzino dell'altra volta con il medesimo marmocchio in testa. Ma quelli sono…! Mi ricordo del viaggio in aereo…<< NOOOOOOOOOOOOOOOOO! >> urlo colpendo più volte in testa Kyoya che non mi da retta e continua per la sua. << Che qualcuno mi aiuti!!!!! >> strepito anche se inutilmente. 

 

INTANTO KE-CHAN…

 

<< Ma dove si sarà cacciata Killer? La torta si sta sciogliendo…beh, poco importa! >> dice sicuro, poi prende il cellulare e clicca il primo nome femminile che gli capita a tiro. << Pronto? Sono Kento! Come va bellezza? Ti andrebbe ti provare il paradiso con me sta' sera…? >> chiede idiota come sempre. << MANIACO!!!!!!!!! Mamma, mamma!! >> urla una voce infantile dall'altra parte del telefono. << Pronto? Non importuni mai più mia figlia! >> urla una donna che poi riattacca. Qualche minio dopo…<< Una volante della polizia? >> si domanda lui. << Eccolo, è quello il telefono! E' lui il pedofilo di cui ci hanno parlato, prendetelo! >> urlano degli agenti. << Oh, cazzo… >> dice Kento che si mette a correre come un pazzo.

 

DETTO FATTO QUESTO E' IL FINALE DELUDENTE DELLA MIA FAN FICTION! RINGRAZIO VIVAMENTE CHI L'HA LETTA E SPERO CHE NONOSTANTE QUESTO CONCLUDERSI, VI SIA PIACIUTA!

BYE BYE, KILLER SHIZUKU ^_^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1701011