Love Yourself

di Noele
(/viewuser.php?uid=186422)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Love Yourself

Chapter 1



Guardo le nuvole,in un prato totalmente inquinato di birre,sacchetti di patatine, lattine di coca cola e altre cose che non sapere cosa siano. 

Sono sdraita,cerco di addormentarmi. Ma non ci riesco.

Aspetto che sia la mia ora. 

Forse sono troppo giovane per morire. Ho solo 19 anni,ho tutta la vita davanti ma sento che in questo mondo non posso fare più niente. 

Le nuvole vanno via veloci. Dicono che le nuvole raffigurino qualcosa,ma io vedo solo delle soffici nuvole,nient'altro di più. Ma forse per queste cosa sono per bambini. Come Babbo Natale. Tutti i bambini ci credono ma in realtà non esiste. Io non ci credevo,facevo finta di crederci. Se non ci credevo,da piccola,mi avrebbero preso per pazza,perchè tutti i bambini credono in lui. Ma io no. 

Mi alzo.

Mi sento tutta scomoda. Prendo la mia borsa e mi incammino per andare da qualunque parte che non sia quello schifo parco. 

All'improvviso mi sentii colpire forte da qualcosa,cadì a terra. 

Scusami,io non volevo. - disse urlando qualcuno e venendo verso di me.

Un ragazzo.

Aveva solo addosso dei pantaloni facendo vedere in mostra il suo addome scolpito. 

Scusami davvero,io non ti avevo vista - disse scusandosi con me per la botta ricevuta

Razza di idiota! Al posto degli occhi che cazzo c'hai? - dissi abbastanza incazzata 

Mi spiace davvero,io non ti avevo vista - disse il ragazzo. Ora si trovava vicino a me. Mi tese la mano segno che mi volesse aiutarmi ad alzarmi. Ma non la presi

Ce la faccio da sola ... - dissi alzandomi ma barcollai così il ragazzo moro mi prese in tempo. 

Lo guardai negli occhi,erano marroni come la cioccolata. Erano meravigliosi. 

Ritornai in me dopo pochi secondi. 

Ehm grazie ... - disse sistemandomi il vestito e prendendo la borsa. Lui intanto prese la palla. 

Mi chiamo Liam - disse il ragazzo 

Ci si vede,Liam - disse andandomene. Non lo conoscevo e non mi interessava anche se era un bel ragazzo. Davvero bello. 

Mi diressi a casa della mia migliore amica,suonai il campanello. Mi aprii e salii velocemente le scale. La vidi e si trovava davanti alla porta ad aspettarmi. Corsi verso di lei e la abbracciai forte. Le stampai un piccolo bacio in bocca,era così che ci salutavamo. 

Mi sei mancata amore - dissi. 

Ci siamo viste due giorni fa - disse lei facendomi entrare nel suo appartamento. 

Non era molto grande ne piccolo. C'era abbastanza spazio per due persone ma lei viveva da sola. L'appartamento era sempre ordinato ,ogni minima cosa era sempre al loro posto. L'unica stanza disordinata era la sua camera,c'era sempre un casino in quella stanza. Era pieno di vestiti che erano sparsi dappertutto.

Io presi una Red Bull dal frigorifero e mi sedetti in una finestra iniziando a vedere la gente che passava per la strada.

Sei sempre più bella - disse d'un tratto la mia migliore amica.

So che lo dici solo per farmi sentire meglio - dissi bevendo un sordo della mia bibita preferita

Non sto scherzando. Diventi ogni giorno sempre più bella. Tu sei bella

Ashley.Smettila ti prego. Mi fai sentire più ... - lasciai la frase incompleto perchè su lei a parlare 

Meravigliosa - dissi convita

No! Ridicola - dissi correggendola. 

Non amavo sentirmi dire queste cose perchè non lo so. Io non ero bella ne meravigliosa. Ma agli occhi di Ashley ero perfetta. Meravigliosa e perfetta. Ma io mi sentivo tutto l'opposto. Mi sentivo imperfetta,tutto ció che c'era in me era imperfetto. Ma io per lei ero la perfezione. 

Comunque ti ho chiamata perchè ti devo dire una cosa importante - disse lei cambiando totalmente discorso. 

Spara. Sono tutta orecchie - dissi alzandomi dalla finestra e andando verso di lei. Lei era seduta in una sedia e io mi misi sopra di lei. 

Sono stata licenziata. E sono al verde - disse lei abbassando la testa 

Da quanto sei al verde?

Da quasi 4 mesi

Quattro mesi? Quattro mesi? Perchè non me lo hai detto prima? E come hai fatto a pagare le bollette,cibo e cosa varie ? - Chiesi preoccupata in cui quale situazione si trovava la mia migliore amica,

Ho chiesto un prestito ai miei genitori. Ma ora non ho più soldi. Però ho un modo per riaverli e non sono pochi - dissi iniziando a farmi incuriosire. 

Sentiamo!

è un lavoro. Un lavoro che a te non piacerà. In realtà la dovrai fare anche tu. È questa sera. E noi dobbiamo ... - disse lasciando la frase nel vuoto. 

Dobbiamo? - la incitai a continuare 

Dobbiamo fare le escort per una sera. - 

Che diavolo stai dicendo? Io non scopo uno sconosciuto! - dissi alzandomi da lei. 

Lo so che non lo vuoi fare e neanche io. Mai io devo. Avrò in cambio molti soldi.

Non volevo lasciarla da sola. 

Okay lo farò anche io. Ma solo se dopo questa sera inizierai a cercare un lavoro. Un lavoro vero! Chiaro?

Si chiaro! Sei fantastica. Grazie amore - disse abbracciandomi forte. 

Va bene ma non mi strozzare! - dissi quasi senza fiato. 

Verso le 21.30 iniziammo a prepararci. 

Per tutto il tempo cercai di stare tranquilla ma non ci riuscivo.

Cercai di prepararmi psicologicamente ma non ci riuscivo. 

Iniziai ad avere paura.

Quella notte sarebbe stata davvero dura da dimenticare.



Pagina 1

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


 

Spazio Autrice:

Ragazze! Questa è la terza storia che scrivo e spero che vi piaccia.

"Love Yourself" diciamo che è totalmente a ciò che io posso immaginare,per me questa storia è diversa. Non è il tipo di storia che io scrivo, ma farò del mio meglio affinche questa storia vi possa coinvolgere. Se l'introduzione o il primo capitolo non vi piace,potete dirmelo e io lo migliorerò.  Ditemi cosa ne pensate,davvero il vostro parere è importante. Se non vi piace un pezzo o l'intero capitolo potete dirmelo,non mi offendo.

Il capitolo : generalmente non si riesce a capire bene come si fatta la protagonista e quale sia il suo nome. In realtà non sappiano niente di lei. Ma sarà lei stessa a dirvi chi è. Conosciamo la sua migliore amica,Ashely,per ora di lei assappiamo che è al verde e che ha bisogno di soldi. La protagonista decide di aiutare la sua migliore amica in difficoltà ma come andrà al serata? 

Io spero solo che questo capitolo vi possa piacere,se ci sono due recensioni continuo la storia. Grazie di cuore.

Un bacio,Nicole.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Love Yourself


Chapter 2 




Verso le 22 ci stavamo giá dirigendo verso il luogo dove io e la mia migliora avremmo dovuto fare quel "lavoro". 

Tu non ha paura? - chiesi alla mia migliore amica mentre stavo guidando.

Me la sto facendo sotto! - risi per un po' a quella frase,ma pochi secondo dopo ritornai seria. 

Non ero mai seria,solo in casi di estremi. E questo era una situazione davvero estrema. 

Allora siamo in due. - dissi fissando costantemente la strada. Questa fu lei a ridere. 

Andrà tutto bene. - disse lei guardandomi.

Odio quella frase. Non ha senso.

Odio le persone che dicono quella frase perchè non ha senso. Come puoi sapere che ogni cosa andrà bene? Nessuno lo sa ma molta gente dice questa frase. 
Ma questa frase è fatta per rassicurare la gente. E se devo dire sinceramente se questa frase non esisterebbe andrei ,ogni volta, in panico quando le mie emozioni si fanno sentire. 

Siamo arrivati - disse Ashley notando il quartiere dove eravamo. 

Non era un quartiere nero anzi sembrava uno di quei quartieri dove si diverte ogni momento della giornata,probabilmente era uno dei quartieri del genere. 

Parcheggiai la macchina in un posto abbastanza sicuro dai ladri. Se mi avessero preso la macchina,di nuovo, sarebbe stata la quarta volta e non avrei più avuto una macchina mia. 

Pronta? - chiesi guardando la mia migliore amica. 

Senti non ce la faccio. Tu lo sai che noi due non siamo fatte per fare queste cose. Ti prego andiamocene. - disse lei tutta preoccupata e abbassando la testa. 

Non mi piaceva vederla in quello stato. io volevo sempre vederla felice. Sarei disposta a tutto per vederla felice,anche morire. 
Io la amo. E non ho paura di dirlo a tutto il mondo. 
Io amo la mia migliore amica. 


Le alzai la testa. 

Le baciai la fronte.

Poi il naso.

E infine le diedi un piccolo bacio sulla bocca. 

Era così che la rassicuravo. Sapevo che un bacio le avrebbe rassicurata. 

Forse dare un bacio a stampo alla propria migliore amica è segno di lesbicità. Per me è segno di ció che provo per lei,di quanto io le voglia bene. 

E non mi importa di cosa pensa la gente. Se ne può anche andare a quel paese volentieri.

Odio dirlo ma "andrà tutto bene" - dissi facendo un sorriso di quelli che rassicuri la gente. 

Grazie. Senza di te non riuscirei a vivere. Grazie amore - disse lei abbracciandomi forte. Ricambiai il gesto. 

Tieni questo - disse Ashely porgendomi una maschera di plastica, una di quelle che si usa per le maschere negli spettacoli o per le feste in maschera. Era bianco e raffigurava una faccia felice. 

Perchè dovrei indossare una maschera? Non dobbiamo andare a Venezia per il carnevale! - dissi 

Indossala. Così non sapranno quale siano le nostre vere faccie. - disse anche lei indossando una maschera uguale a me. 

La indossai anche io. 

Che cosa ridicola.

Scesi dalla macchina, anche lei. Tenevo ben stretta a me il mio cappotto,non per il freddo. 

Ma per la paura di essere aggredita.

Ashely si mise davanti a me e disse qualcosa al buttafuori. Era più un bordy guard ma per me erano tutti uguali. Ci fece entrare nel palazzo. 

Presimo l'ascensore. Ultimo piano. 20. 

Senti io ho un piano. - disse Ashely. 

Tremava,non la avevo mai vista così. 

Sentiamo - dissi. Mi spiegò il piano che avremmo dovuto fare e dovevo ammettere che non era male. Anzi molto furbo e divertente da fare. Mi diede due oggetti: manette e benda.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono c'erano giá i due "uomini" ad accoglierci tra le loro letti.

Due uomini circa sulla trentina di anni. Ammetto che non erano niente di male. Il mio sarebbe stato quello a sinistra.

Io e Ashely ci guardammo per l'ultima volta.

Lei mi fece l'occhiolino.

Era il segno.

Diciamo una specie di marca. 


Come ti chiami bellezza? - disse l'uomo catturandomi la sua attenzione. Ci trovavamo giá in camera. 

Le parole non servono a niente. Facciamo quello che dobbiamo fare. - disse facendolo sedere nel letto. 

Iniziai a togliermi il cappotto da dosso. 

Indossavo un intimo nero fatto di pizzo. Le mie "mutandine" quasi non esistevamo. 

L'uomo provò a parlare ma io lo zittii con un dito. 

Lo stesi nel letto impugnando i suoi polsi. Tolsi la parte della maschera della bocca.Mi avvicinai e lo baciai.

Un bacio senza significato.

Un bacio senza valore. 

Un bacio senza emozioni.

Un bacio non dato alla persona amata.


Presi una benda dal mio cappotto glielo misi. Non parlò. Che bravo. 

Lo spogliai lentamente. Prima la camicia. Vidi il suo addome scolpito. Si tutto muscoli ma niente cervello. Gli tolsi la cintura. Gli aprii la zip dei jeans.

Lo baciai di nuovo.
Un bacio senza valore.

Toccai il suo organo,lo stavo praticamente stringendo forte. 


Male? - chiesi. Lui mi fece cenno di no. 

Lo strinsi ancora più forte da fargli male e questa volta fu così. 

Era un godimento vedere quell'uomo soffrire. Glielo feci un paio di volta.

Gli tolsi completamente i jeans. Presi delle manette dal mio cappotto. Glieli mesi su di lui attaccandolo al ferro del letto. 

Che cosa stai facendo? - chiese girando la testa sia a destra che a sinistra. 

Niente. Non preoccuparti. Tra pochi minuti ti sentirai in paradiso. - dissi allacciando per ultimo la mano destra alle manette. 

Aspetta vado in bagno - dissi alzandomi dal letto. 

Non tardare - disse lui 

E chi si muove da qui. - dissi facendo una piccola risata. 

Feci dei finti passi. Presi il portafoglio dell'uomo e presi i soldi. Erano dieci mila. Cavolo un uomo va in giro con così tanti soldi?

Li presi tutti. Presi il cappotto e me lo misi. 


Uscii delicatamente cercando di non sbattere la porta. 

Uscii dal palazzo il più fretta possibile. Entrai in macchina. 

Aspettai Ashely. 

Passarono dieci minuti.

Passarono trenta minuti e non c'era ancora. 

Decisi di mandarle un messaggio. Non mi rispose. 

Passarono quaranta minuti e nessuna traccia di lei. 

Iniziai a preoccuparmi. La chiamai. C'era la segreteria telefonica. 

Chiamai altre volta ma rispose sempre la segreteria telefonica.

Al diavolo la segreteria telefonica.

Se tra dieci minuti non sarebbe tornata avrei chiamato la polizia.

Che cazzo è successo?


Pagina 2

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Spazio autrice:

Holllaaaaa! Come state? Spero bene :) Questo è il secondo capitolo e spero vivamente che vi possa piacere. 
Il capitolo ci ho messo un po' per scriverlo a causa di alcune scene che ero indecisa di scriverle o meno. All'inizio il capitolo era totalmente diverso ma poi decisi che sarebbe andata così. Sinceramente non so se vi possa piacere perchè a me non piace. Se vi fa cagare ditemelo apertamente che io lo riscrivo immeditamente. 

Il capitolo: succede che la protagonista di cui non sappiamo ancora il nome è molto legata alla sua migliore amica,Ashley. All'ultimo momento la migliore amica decide di mollare tutto a causa della paura ma la protagonista riesce a convincerla anche se nemmeno lei vuole fare ciò che devono fare.
Ma cosa è successo ad Ashley? Perchè non ritorna in macchina? 

Ho già pronto il terzo capitolo e se ci sono tre recensioni posso continuare :)

Vorrei ringraziare immesamente le persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite,seguite e ricordate.

Grazie di cuore.

Un bacio,Nicole.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Love Yourself

Capitolo 3 



Che cazzo era successo? 

I dieci minuti passarono. Incomincia ad andare in panico. Iniziai a pensare che le fosse successo qualcosa di grave. 

Il mio corpo stava avendo i brividi dal panico.

Il sangue fluiva più velocemente del solito. 

Una lacrima mi scese dagli occhi. 

Presi il telefono dalla borsa, le mani mi stavano tremando a tal punto di far cadere il telefono. 

Merda - dissi prendendo il cellulare caduto pochi secondi fa. 

Le lacrime continuavano a scendere. Inizia a digitare il numero della polizia, chiamai. Incominciò a suonare. 

Dove sei finita? - dissi con in filo di voce.

Le lacrime scesero più volte. Non riuscivo a smettere. 

Dio ti prego aiutami - dissi ancora a bassa voce. 

Pronto? - rispose un uomo al telefono della polizia. 

Pronto ... - non riuscii a finire la frase che piansi ancora più forte, lasciai cadere il cellulare da qualche parte della macchina. 

Probabilmente si sarà rotto. Al diavolo quell'iphone. 

La mia migliore amica è più importante di qualsiasi cosa sia.

Misi le mani sopra la mio viso ormai ricoperto di lacrime e dal trucco sbavato. Mi abbassai fino ad arrivare alle cosce. 

Dio aiutami ti prego. Non voglio perderla. Ti prego. Ho bisogno di lei. Io non ce la faccio senza di lei. Lei è la mia vita. - dissi tra le lacrime. 

Sentii qualcuno abbracciarmi forte. 

Io rimarrò sempre con te. Non ti lascio da sola. Ora calmati. Non piangere,non ce ne bisogno. Io sto bene. E non è successo niente. Su calmati ora. - disse qualcuno. 

Una voce femminile,non la avrei mai confusa con nessuno. Immediatamente la strinsi forte a me.

Piansi ancora più forte di prima. 

Non disse nulla.  Pochi secondo dopo mi calmai e smisi di piangere. 

Mi spiegò che aveva fatto tardi perché l'ascensore era rotto e quindi aveva usato le scale. 


Voglio festeggiare! Andiamo al "raduno"? – disse facendomi un sorriso

Vuoi andare vestita così? - dissi . 

Aveva solo addosso un intimo simile al mio. 

Ma ti pare? Ecco perchè ho portato dei vestiti dietro! - disse prendendo una sacco dove c'erano dei vestiti. 

Indossammo quei vestiti e ci dirigemmo al "raduno"

Il "raduno" era il più grande raduno di Macchine di tutta la zona della tutta la California.  A volte ci venivano anche i motociclisti solo per fare qualche gare "amichevole". 

Pochi minuti dopo arrivammo al "raduno". Macchine da corsa di tutti i tipo. Modificate a piacimento. 

Come mai c'è così tanta gente sta notte? - dissi parcheggiando l'auto. 

Sono venuti anche i motociclisti. Penso che tra poco faranno una gara. - disse Ash notando i mezzi in posizione. 

C'erano una macchina in posizione per gareggiare e due moto. 

Scesi dall'auto e con me Ashely. 

Andai da Max. Lui è colui che controlla la radio della polizia e diciamo anche il cronista di ogni corsa. 

Ehi Max - dissi salutandolo con abbraccio,ricambiò volentieri. 

Hai visto? - disse facendo notare l'enorme folla. 

Vogliono solo correre. È la loro passione. Un modo di vivere completamente diverso dal mio - dissi 

La polizia non ha ancora detto niente. - disse Max controllando la radio.

Tra pochi Minuti inizieranno la gara e la polizia a quel punto iniziata a dare la caccia. - dissi

Corri sta notte? - mi chiese guardandomi. 

Forse.- dissi fissando costantemente la folla. 

Andai da Bred. Un uomo tutto muscoli ma un vero gentelman con le donne. 

Bred chi gareggia oggi? E perchè non partono? Avrebbero dovuto partire giá qualche secondo fa – dssi abbracciandolo calorosamente

Manca una gareggiatore,servirebbe un'altro che guidi una macchina. Ma nessuno si offre perchè ... Vedi quei due motociclisti - disse indicandomi due uomini vicino alle loro moto e circondati da ragazze. - Quei due motociclisti ,si dice che siano i migliori di tutta California. -

Davvero? Vedremo.- dissi osservandoli. 

Sta attendo dove cammini ragazzino - disse un uomo ad un ragazzo tutto incappucciato. 

Forse sei tu che devi guardare dove cammini - disse levandosi il cappuccio. 

Mi avvicinai al ragazzo e mi sorpresi di vedere di nuovo quel ragazzo. Liam,il ragazzo del parco.

Vuoi vedere? - disse Joseph ,l'uomo di prima. Alzò il braccio e con la mano stringeva le dita. 

Ragazzi non siamo venuti qui per fare botte. Piuttosto siamo qui per gareggiare no? - dissi avvicina domi a loro due e mettendomi in mezzo affinché la situazione non precipiti.

La folla urlò un forte si. 

Vediamo cosa sai fare,ragazzino. Sta notte gareggerai contro i due migliori motociclisti di tutta la zona. Dategli una macchina decente ! - dissi riferendomi ai nostri macchinari. 

Cosa hai intenzione di fare? - disse avvicinandosi a me Bred

Voglio vedere quel ragazzino a terra. - dissi. 

Max controlla che i poliziotti non si siano dalla corsia nord alla ovest. - sapeva di quale percorso stavo parlando. 

Dovresti cambiare percorso! Quel percorso è pieno di poliziotti e sai bene che quella zona è piena di gente. Il ragazzino non ce la farà mai. Verrete presi. Sai bene che se vai in prigione di nuovo sei fritta.- disse controllando per ennesima volta la radio e facendomi la faccia di un genitore preoccupato.

Allora? Posso contare su di te? - chiesi 

Certo baby - dissi facendomi un sorriso. 

Andai dal ragazzino. Gli avevano dato la mia vecchia bambina.

La Lancia Stratos gr4 rossa.

Era una macchina che nessuno usava,aveva avuto un incidente e dopo quel periodo non ha più corso fino ad ora.


Trattala bene. Questa è un gioiellino. Vale più di te. - dissi toccando la macchina.

Anche se non era una delle migliori macchina per me restava la migliore. Era la prima auto con cui ho gareggiato.


Gente! - inizio a parlare Max - questa notte gareggeranno i due migliori motociclisti contro Jaden e il ragazzino accompagnato dalla nostra bellissima "Regina". Il percorso sarà da nord ad ovest.

La folla fece no con la testa. Sapevano che zona era e nessuno osava andarci. 

Gente spostatevi! Qui non ci scherza,c'è roba seria - disse Max assieme a dei ragazzi che fecero spostare la folla dalle nostre macchine.

Entra. - dissi al ragazzino. Entrò senza fiatare. 

Perchè mi stai aiutando? - mi chiese dopo che anche io entrai in macchina.

Non ti sto aiutando. Non fare domande. Sono io che detto le regole.

Non voglio vedere incidenti ne vederti in prigione - disse Bred fuori dalla macchina. - esci un attimo fuori. - disse. 

Feci ció che disse.

Senti quel ragazzino non sa manco usare una bicicletta come pretendi che sappia usare la tua macchina? Te la rovinerà. E sai bene che quella corsia è pericolosa e poi questa macchina non è in grado di correre,la polizia vi prenderà. So che ami gareggiare ma se gareggiare significa rischiare di andare in prigione allora non puoi più gareggiare. - disse 

Ti sei sentito? Senti questa sera io gareggerò e se ci sarà la polizia,cosa molto probabile, non mi prenderanno. Quest’auto è tutto per me. è con questa che ho iniziato i primi passi e tu lo sai bene più di qualunque altra persona che ti trovi qui. Non preoccuparti non sono più una bambina. Sono cresciuta. - dissi.
Ero stupito ció che mi aveva detto.Ritornai dentro la macchina. 

Accendi il motore. Metti del gas. - dissi al ragazzino. Lo fece. 

Ancora di più - dissi.

È al massimo. - disse 

Non è mai al massimo. - dissi mettendo ancora più gas. 

Questa volta il gas uscii. Dissi alcune cose prima di iniziare la gara. Le cose principali ma essenziali.

Un tuono uscii fra le nuvole. Bene. La gara sarà interessante.

Pioverà. - disse il ragazzino. 

E allora? Ragazzino sta attento alle curve. La bambina non si ferma quando gareggia – dissi.

Avevo smetto di usare quest’auto per una sola ragione: il freno qualche volta faceva brutti scherzi.



1

Sentii l'adrenalina iniziarmi a scorrere nelle vene.

Che la gara abbia inizio.

Il ragazzino partii. Niente male. I due motociclisti erano molto più avanti di noi,meglio. Non mi importava se avremmo vinto o no la gara,ci avrebbe pensato Jaden a vincerla.

Il ragazzino si girò verso di me e mi guardò.
Io avevo fisso lo sguardo davanti a me. 

Non devi mai distrarti quando gareggi. Occhi sulla strada, orecchie ben in ascolto alla radio. - dissi fissando la strada. 

Un tratto accelerò. 

Niente male per essere alle prime armi - dissi. Questa volta mi girai verso di lui mentre guardava costantemente la strada. 

E tu non sei una pessima compagnia. - disse facendo un lieve sorriso. 

Perché ti chiamano "Regina"? - mi chiese 

Non sono affari tuoi. - dissi in modo freddo 

Ragazzi nella prossima curva ci sono delle aiuto della polizia. È meglio che andate dritto. - disse Max alla radio per poi concentrasti ad avvisare gli altri

Ricevuto - dissi. 

Ci stavamo giá dirigendo verso la curva che portava ai poliziotti 

Gira! - dissi in tempo prima che andasse dritto. 

Perchè? - mi chiese lui girandosi verso di me 

Tu gira e basta e quando lo avrai fatto vai il più possibile veloce okay? È questo il bello di correre. Puoi sentire l'adrenalina nelle vene mentre cerchi di scappare dalla polizia - dissi aprendo la finestrino della macchina. 

Girò passando la curva. Vidi un paio di poliziotti bere qualcosa e quando ci videro immediatamente salirono nelle auto e iniziarono a darci la caccia.

Liam iniziò ad accelerare sempre di più. 

Vedo che impari subito le cose. - dissi guardandolo 

Sto iniziando a divertirmi - disse facendomi un lieve sorriso 

Di colpo ci fu un forte tuono e iniziò a piovere ... 

Merda questa non ci voleva - disse guardando la pioggia 

I poliziotti sono ancora dietro - dissi guardando fuori dal finestrino. Due macchine della polizia

Allora ora ascoltami bene. Vedi quella curva che stiamo per prendere? - dissi. Con la testa dissedi avermi capito - bene. La pioggia può essere un nemico se non sai guidare ma se impari bene può essere un ottimo aiuto. Devi girare prima che arriviamo alla curva così che non andiamo fuori strada. Quando guidi sotto la pioggia è difficile curvare mentre guidi ad un velocità del genere. Devi schiacciare forte il freno e girare il più possibile il volante. Okay? - dissi spiegando la situazione 

Si. Ho capito! - disse con la testa.

Non capii perchè accelerò. 

Non accelerare. Andremo fuori strada! - dissi

Iniziai ad andare in panico. 

Lascia fare a me - disse accelerando sempre di più 

Ci stavamo avvicinando sempre di più alla curva non curvò

Che cazzo stai facendo? - dissi prendendo il comando dell'auto e pestando il suo piede nel freno. 

Cercai di curvare il prima possibile ma avendo la pioggia non ci riuscii.

Levati! - dissi urlando contro Liam. Si spostò immediatamente facendomi sedere al suo posto. 

Cercai di frenare e di curvare il più possibile cercando di non farci prendere la strada. La macchina fece un rumore irritante..

Spensi la macchina.

Che diavolo ti era passato per la mente? - dissi gesticolando con una mano 

Se solo ... - dissi lui ma non lo feci continuare 

Se solo tu non avessi seguiti i miei ordini ora ... - non fini che lui intervenne 

Ora metti in moto che i poliziotti stanno arrivando- disse lui guardando dietro. 

Accessi il motore immediatamente e partii. 

Cercai di seminarli ma erano come le zanzare. Appiccicose. E pioveva sempre di più. 

Presi una scorciatoia, c'erano due camion davanti a noi. 

Liam tieni ti forte. - dissi impugnando più forte il volante. 

Con un movimento rapido girai verso sinistra il voltante così che l'auto si mettesse in modo verticale da passare tra i due camion .

Per caso vuoi morire? - mi chiese Liam quasi terrorizzato 

Vuoi morire o essere preso dalla polizia? - chiesi cercando di mantenere la macchina verticalmente 

Io preferire essere preso dalla polizia

Beh io morire. - dissi 

Ancora un po' e siamo fuori. - dissi L'auto facendo un rumore da tapparsi i timpani a causa del contatto della ruota e del camion. 

Pochi secondi dopo uscimmo e i poliziotti erano ritornati indietro. 

Mi diressi verso casa. In pochi minuti ci ritrovammo nel cancello di casa mia. Diedi le chiavi a Liam per aprire dopo di che salii di nuovo. 

Parcheggiai l'auto lontano dalle telecamere della casa. 

Feci entrare Liam in casa mia,era silenziosa. Tutti stavano dormendo. Lo portai in camera mia. 

Letto o divano? - chiesi. 

Non potevo lasciarlo andare a casa a quest'ora di notte. 

Va bene anche per terra - disse 

Okay allora dormi nel letto - dissi prendendo dei pantaloni da ginnastica e una maglietta. Glieli diedi. 

Cambiati. Non puoi mica andare a dormire con i jeans. Il bagno è quella porta a destra - dissi indicando la porta a destra che portava al bagno. 

Mentre lui si stava cambiando anche io mi cambiai indossando una tuta dell'adidas. Chiamai Ashley per sapere se stesse bene. 

Pronto Ashley? Sei tornata a casa? - dissi parlando al telefono 

Si sono tornata,ho preso la tua macchina. Ma tu sei tornata?

Lei aveva una copia della mia macchina 

Si,ora sto per andare a dormire. Sai se hanno preso qualcuno?

Non so prova a chiamare Bred

Okay. Ci sentiamo domani. Buona notte - dissi. Mi affrettai a chiudere la chiamata. 

Mandai un messaggio a Bred: 

Domani vieni a casa mia di mattina presto. Prima che sorga il sole e prendi la macchina. Verso le 04.00 a.m davanti al cancello. - 

Glielo mandai ma non mi rispose. 
Non mi rispondeva mai ai messaggi,odiavo quando faceva così. 

Sono un po' stretti ma vanno bene - disse Liam uscendo dal bagno 

Gli abiti sono di mio fratello. Tu e lui avete quasi lo stesso corpo. La differenza è che tu hai un corpo più grande di lui. - 

Hai dei fratelli? - non risposi e presi la foto di famiglia. 

Mi misi seduta nel letto con lui. Guardai la foto di famiglia e sorrisi. Per prima indicai una ragazza ormai donna,bionda con gli occhi grigi.

Siamo in cinque in famiglia. La maggiore è Tiffany, ha solo 26 anni e tra quale mese si sposa. – indicai un ragazzo alto,moro e con gli occhi verdi - Poi c'è Enrique, il primo genito maschio. Lui ha quasi 24 anni e gioca come professionista a football.  – indicai un ragazzo seduto vicino ad un bambina. Il ragazzo era biondo con gli occhi marroni - Mentre Adam ne ha 22,per ora lui continua a viaggiare senza una meta. Dice che tornerà tra qualche settimana ma io ci credo. Fa sempre così. È da 6 anni che non lo vedo e ogni volta dice che torna a casa ma alla fine trova una scusa per andare da qualche parte.- dissi indicandomi nella foto -  Poi ci sono io. – indicai la bambina seduto vicino al secondo genito maschio -  E infine c'è la piccola Kathryn. Ha solo 7 anni ma è molto intelligente. I suoi professori dicono che potrebbe andare molto lontano. Viviamo tutti qui,in questa enorme casa,naturalmente a parte Adam. Ma tra poco anche Tiffany se ne andrà a vivere col suo futuro marito.- dissi posando al posto la foto.

Andammo a dormire.

Lui nel mio letto e io nel divano.

Quella notte non riuscii a dormire, passai il tempo guardando la luna piena e fissando il ragazzo che dormiva nel mio letto.

Ammetto che mi piaceva osservalo. 

Pagina 3 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Spazio Autrice:

Ciaaoaoooo bellezzzee! Ho visto che ci sono state delle recensioni nel precedente capitolo e vi ringrazio immensamente! :). Questo è il terzo capitolo. Esso è stato un po' difficile scriverlo perchè non mi intendo di macchine da corsa ed è per questo motivo che ho fatto una piccola ricerca. Sinceramente non so se riuscirete a capire bene o semplicemente immaginare cosa succede mentre guidano i due ragazzi. Come al solito augoro che vi posso piacere :)

Il capitolo: grazie al cielo Ashley è sana e salva,ammetto che mi viene da piangere se leggo la prima parte del capitolo. Ashley e la protagonista frequentano queste tipi di persone che si sono al "raduno". Dico immediatamente che non sono delinquenti ma persone che amano gareggiare,e ciò è stato citato dalla protagonista nel capitolo. 
Liam in qualche modo conosce i fratelli della protagonista.

Ma come si chiama lei?

Mi scuso se il capitolo è troppo lungo ma voglio passare subito ai due ragazzi. 

Ringrazio coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite,seguite e ricordate. 

Mi fate arrivare a quattro recensioni di questo capitolo? Ve ne sarei immesamente grata. 

Un bacio,Nicole.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Love Yourself

Chapter 4



Non riuscii a dormire così me ne stavo alzata, davanti alla finestra, a guardare il cielo. 
La pioggia se ne era andata ma rimaneva ancora qualche nuvola ,che a volte col vento, copriva la luna piena di questa notte. 

Erano solo le 04 e Bred sarebbe arrivato da un momento all'altro. 

Girai lo sguardo verso Liam,che stava beatamente dormendo. Dovevo chiedergli scusa per il mio comportamento della scorsa giornata,ero stata maleducata con lui e non sapevo il perché.

Forse colpa della mia depressione. 

Alla fine decisi che quando si sarebbe svegliato gli avrei chiesto scusa. 

Ritornai nel divano portandomi con me,la fotografia di famiglia. 

Era stata scattata l'anno scorso, quando incontrammo per casualità Adam,in uno dei suoi numerosi viaggi senza meta, in Florida. 

E quando Lei era ancora viva,era stata lei a scattare quella foto

Quando la famiglia era ancora una famiglia.

Non eravamo mai stati una famiglia perfetta, c'era sempre qualche litigio e qualcosa di rotto da Tiffany. Come i piatti, ricordo perfettamente, che lei li rompeva ogni volta che si arrabbiava, alla fine nostro padre prese dei piatti di plastica che al posto dei piatti di porcellana. 

Feci un piccola risata a quel ricordo che vaga nella mia mente,girai il mio sguardo verso la finestra guardando sorgere il sole.

Rimisi la foto al suo posto. 

Andai in bagno. Mi legai i capelli tinti di rosso in una coda di cavallo,ormai la tinta si stava togliendo facendo vedere qualche ciocca marrone.Mi tolsi i vestiti e andai sotto la doccia. Bagnai solo il mio corpo,dovevo levarmi l'odore di quel uomo. Anche se mi ha toccata per qualche minuto era come se quei tocchi erano rimasti nel mio corpo. 

Mi misi seduta nell'angolo della doccia,mi rannicchiai in me stessa,come un piccolo riccio in pericolo. I capelli iniziarono a bagnarsi e alla fine tolsi la cosa per lasciarli bagnare del tutto. 

Come ho potuto fare una cosa del genere? 
Come fanno le altre donne,che vengono a chiamate prostitute, a fare tutto ció? 
Perderebbero la loro dignità. 
Forse è per questo che la donna viene ancora sottomessa dall'uomo. 

Siamo così fragili.


Stetti ancora sotto la doccia per qualche minuto. 

Uscii dalla doccia,presi un asciugamano e mi asciugai. Lo misi negli abbigliamenti da lavare,ormai era sporco. 

Mi guardai allo specchio,provavo un odio profondo per gli specchi. Solo perché ho paura di vedermi allo specchio. 

Perchè avevo ancora quella ragazzina grassa con gli occhiali?

E non una diciannovenne? Penso di aver passato questa fase del mio passato ma sta ritornando lentamente.

Perché ora? 


Una piccola lacrima scese dal mio occhio sinistro color grigio,come le nuvole piene d'acqua. 

La asciugai. Feci un sorriso. 

Non puoi scoraggiarti così. Fai un sorriso. – dissi tra me e me

Indossai nuovi vestiti,un paio di jeans strappati e un maglione enorme che arrivava sulle ginocchia. 

Uscii dal bagno,controllai l'ora ed erano solo le 06.

Decidi di dormire almeno ci avrei provato. Mi misi nel letto,dove Liam stava dormendo, feci con cautela e mi misi "accanto" lui. Era sotto le coperte mentre io ero fuori. 

Pochi minuti dopo mi addormentai. 

Sentii un rumore: qualcuno bussava alla mia porta,chi era? 

Cercai di alzarmi ma Liam teneva il suo braccio nel mio fianco destro. Lo spostai cercando di non svegliarlo. 

Ormai quel qualcuno era giá entrato,era Camilla: la nuova cameriera.

Buongiorno signorina -disse entrando con un vassoio con la mia solita colazione. Io mi alzai dal letto. 

Buongiorno anche a te,Camilla. Oggi non ho fame puoi portare indietro la colazione,e so bene che mia sorella ti avrà detto di costringermi a mangiare ma io non ho fame. – dissi 

E per il signorino? – disse posando il suo sguardo su Liam. 

Ci penserò io a lui. Non dire nessuno che nella mia stanza c’è un ragazzo. Soprattutto a mia sorella,inizierebbe a farmi il terzo grado. Grazie Camilla,ora puoi andare. – 

Si,signorina. – disse uscendo dalla stanza portandosi con se la colazione

Camilla come ti ho detto di chiamarmi? – 

Si,Fel – disse facendomi un sorriso. 

Non mi piace che mi chiamino Signorina,è troppo regale per me. Preferisco Fel.

Tornai nel letto e incomincia,di nuovo, ad osservare Liam. Il suo ciuffo era tutto scompigliato,potevo vedere quel poco di barba che aveva. Si poteva capire da essa che era più grande di qualche anno di me. 

Lo rendeva più uomo,con la barba. Gli sorrisi ma tanto lui non lo avrebbe mai visto. 

Era tutta la notte che continuavo ad osservarlo. Mi prenderà per una stalking,è meglio smetterla. Mi girai dall’altra parte così che smisi di osservalo. 

Perché tutta questa attenzione per un sconosciuto? 

All’improvviso mi sentii stringere forte dal suo braccio sinistro,facendomi avvicinare il più possibile da lui. Potevo sentire il suo respiro e il battito cardiaco del suo cuore. Non mi mossi anche perché poi non riuscivo a muovermi. 

Liam? – dissi sperando che fosse dormendo. 

Lui mi rispose stringendomi ancora più a se.Non avevo intenzione di rimanere ancora per un po' in quella situazione abbastanza imbarazzante. 

Fel,calmati. 

Chiusi gli occhi per un momento.

È solo un comune ragazzo,lui non sarà importante nella tua vita.

Se ne andrà dalla tua vita proprio quando si sveglierà. 

Fel,calmati.

Tolsi il braccio senza preoccuparmi se era svegli o no,lo riposi delicatamente nel letto.

Ad un tratto qualcosa,o meglio qualcuno, catturò la mia attenzione: qualcuno bussava alla mia porta.  Egli,o qualunque sia, aveva parto la porta con cautela. Vidi nell’oscurità una bambina,di piccole dimensione,era: la piccola,Kathryn.

Buongiorno piccolina,come mai sveglia a quest’ora? – dissi dirigendomi verso l’adorabile creatura

Volevo fare una passeggiata con papà ma dorme ancora. Vorresti fare una passeggiata con me? – disse facendomi gli occhi dolci.

Io la presi in braccio,anche se aveva 7 anni,era davvero piccolina. Sembrava che ne avesse di 5. Una bambina di 7 anni,con due occhi grigi che ti incantano con uno solo sguardo,come potevo dire di no alla mia sorellina?  

Ma certo! – dissi. Immediatamente mi abbracciò,segno che mi voleva bene e anche perché la portassi a fare una passeggiata .

Lasciai Liam a dormire,da solo.

Portai Kathyrn in spiaggia,vicino a casa. Andò affondò i suoi piedini nella sabbia morbida mi chiese se poteva correre verso la riva dell’oceano pacifico, acconsentii senza dire nulla. 

È meraviglioso vedere una bambina giocare con la sabbia,ti fa ricordare quanto sia bello essere bambini. Nessuna preoccupazione. Nessuna responsabilità. – disse una voce maschile dietro alle mie spalle. Mi girai e vidi quel qualcuno sorridermi dolcemente,ricambiai il gesto.  

Aveva indossato i suoi vestiti di ieri.

È meravigliosa vedere Kathyrn giocare così allegramente vero? – dissi io iniziando a camminare con lui nella sabbia senza una destinazione precisa

Lei è Kathyrn? – mi chiese dubbioso – Non sembra nella foto di famiglia che mi hai fatto vedere –

Intendi fisicamente? Nella foto hai visto una bambina con i capelli rossi lunghi e ora vedi la stessa bambina senza capelli. È strano vederla in questo modo,ma noi l’abbiamo accettata per quello che hai. Lei è sempre la stessa bambina che hai visto in quella foto. – dissi guardando la piccolina immergere i suoi piccoli piedini in riva per poi posare lo sguardo su di lui.

Aveva lo sguardo di un ragazzo che non aveva capito niente di quello che io avevo detto.

Liam non hai capito? Kathryn ha perso i capelli perché ha il cancro al cervello. – dissi fissandolo costantemente – ti prego ti trattarla come una normale bambina. –

Mi spiace. Se avessi saputo che lei avesse il cancro non te lo avrei mai chiesto.
– dissi scusandosi  

È solo una bambina ma è molto matura, penso che sia la più matura di tutti noi. Otto mesi fa scoprimmo che aveva la malattia,mio padre non ci voleva credere come nessun membro della mia famiglia. Chiamò i miglior dottori per farla guarire ma tutti dissero che potevano solo allungare la sua vita,ed fu così. Ogni settimana la portiamo dal dottore che controlla la sua malattia dicendoci quanti mesi può ancora vivere. Ormai la malattia si è quasi espansa su tutto il suo corpo. La scorsa settimana il dottore mi disse che era questione di mesi se non giorni prima che possa andare in cielo. – dissi fissando il vuoto 

Ma vostra madre? – mi chiese.

Chiusi gli occhi per un istante.

Respira,Fel.


Abbiamo madri diverse. Tiffany,Enrique e Adam hanno la stessa madre. Ma lei se ne è andata prendendo dei soldi da nostro padre.  Invece la mia non so neanche dove sia o come si chiami,Tiffany mi ha cresciuto e a volte la considero come una madre. La madre di Kath è morta dopo il parto. Così tutti noi abbiamo cresciuto la piccola Kath,tutti insieme e ammetto che non è stato facile. Ma lei ha reso la nostra famiglia più unita. Lei è il nostro dono del cielo. – dissi facendomi trascinare dall’emozione.  – Invece la tua?

Sono in cielo a sorvegliarmi. – disse posando il suo sguardo nel cielo – Raccontami un po’ di te

Mi chiamo Felicity. So che è un nome strano,ma mio padre mi diede questo nome per una sola ragione. La donna che mi ha partorito è stata la donna che ha reso davvero felice mio padre ed è per ciò che mi diede questo nome. Dice sempre che io lo rendevo felice e che guardandomi vedeva la donna che ha amato e che ha fatto pazzie per conquistarla. A volte mi chiedo se lei è ancora viva. E perché non ha voluto restare con mio padre.

È meraviglio il tuo nome. Penso che tuo padre abbia scelto il nome giusto. Rendi felici la gente.

Come puoi dire una cosa del genere? – chiesi  

Guarda hai reso felice sua sorella portandola in spiaggia. Hai reso felice tuo padre con la tua esistenza.–

Sono piccole cose,non sto facendo niente di così grande per poter rendere felici le persone. –

Ma le piccole cose sono quelle più importanti.  –
disse sorridendomi 

Vidi Kath dirigersi verso di noi,entrambi le andammo in contro.

Cosa c’è piccolina? –  disse Liam, abbassandosi verso di lei e prendendola in braccio. Kath non si faceva prendere da nessuno tanto meno da uno sconosciuto. Mi meravigliai e sorrisi dolcemente al gesto di Liam.

Dopo voglio fare dei dolci, mi aiuteresti? – disse con una voce dolce

Ma certo – disse enstusiasto all’idea. Dopo di che pose con delicatezza per terra la piccola creatura lasciando libera,di nuovo.

Non sei costretto se vuoi ..- dissi

No. E poi amo i bambini e adoro stare con loro, ma c’è solo un problema … - disse grattandosi dietro la nuca

Quale? – chiesi curiosa

Non so cucinare – disse facendomi una piccola risata.

Era piacevole ascoltarla e vederlo sorridere era come il sole che sorge dopo una tempesta. 

Pagina 4

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    

Spazio Autrice:

Ragazze scusate se vi ho fatto aspettare tanto D: sono davvero spiaciuta. Il capitolo doveva essere postato ieri sera ma purtroppo mia madre ha preso il pc! 

Grazie per aver recensito la mia storia! Grazie di cuore,ragazze/i.

Il capitolo: allora finalmente si scopre quale sia il vero nome della protagonista. Felity,so che è un nome che si usa molto nelle ff, ma ho voluto usarlo per il motivo che ha detto la protagonista. Ora scoprirete un paio di cose sulla famiglia di Felicity. Come avete capito Lei non è un ragazza dura ma molto sensibile.

Beh so che fa schifo e se ci sono degli errori di scrittura mi dispiace. 
Mi spiace di aver pubblicato un capitolo abbastanza fatto di merda.

5 recensioni e continuo :D

Voglio ringraziare coloro che hanno messo la mia tra le prerite .seguite

baci Nicole.

 


  

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Love Yourserlf

Capitolo 5



Passai una bella mattina in compagnia di Liam e Kath. Lui mi accompagnò fino in camera della bambina, dove la misi a letto a causa della stanchezza provocata dalla passeggiata.

Liam,grazie per aver passato un po' di tempo con lei. - dissi chiudendo la porta della camera di Kath

Di niente. Senti io .. - non poté finire la frase che iniziò a squillarmi il cellulare.

Lo presi in mano, qualcuno mi stava chiamando dall'ospedale :
Chi era?

Scusami,devo rispondere. - dissi aprendo la chiamata.

Mi dissero che mia nonna era finita in ospedale per una caduta alla scale, subito mi allarmai e chiusi la chiamata.

Cosa è successo? - mi chiese Liam notando la mia faccia preoccupata.

Mia nonna è all'ospedale,devo andare da lei. - dissi iniziando a camminare verso fuori casa dove c'erano le macchine, assieme a Liam

Vengo con te - disse anche lui preoccupato della situazione ma convito delle sue parole

Va bene. - non lo stavo calcolando per niente,avevo solo in testa mia nonna.

Presi la macchina di mio padre, una Rang Rover bianca, e ci dirigemmo in ospedale.  Il viaggio durò tre ore, l'ospedale era molto distante da casa mia ma poco da quella di mia nonna,solo un ora.

Liam stava parcheggiando la macchina nel parcheggio, mentre io entrai in ospedale per chiedere di mia nonna.

Un'infermiera si rivolse a me: "Signorina Felicity Ferrari?"

Risposi che ero io,e mi portò da mia nonna,ma prima di entrare nella sua stanza mi disse:

"A sua nonna non è successo niente di grave,è solo caduta dalle scale mentre puliva le finestre."
ringraziai l'infermiera per l'informazione.

Entrai nella stanza dove c'era mia nonna seduta in un divano di legno,dove non c'erano cuscini, mentre guardava il cielo,si girò immediatamente quando sentii il rumore della porta aprirsi.

Nonna che cosa ti è saltato in mente di fare? - dissi avvicinandomi a lei.

Posso spiegare! - disse sulla difensiva

Sentiamo ... -

Le finestre erano impolverate così ho preso la scala e sono salita e ho iniziato a pulire. Non so come persi l'equilibrio -
disse spiegandomi i fatti accaduti secondo i suoi occhi.

Nonna ma perché? Tu sai bene che c'è la domestica che pulisce tutto - dissi nel rimproverarla

Si ma è incapace, non sa fare niente che dire “Si, Signora”! - facendo una piccola risata,contagiando anche me

Ora andiamo a casa - dissi aiutandola ad alzarsi.

Firmai alcune carte su mia nonna, dopo di che la portai in parcheggio dove c'era Liam ad aspettarci

Ciao bel giovanotto - disse tutta pimpante mia nonna nel vedere Liam, mettendosi comoda nella macchina.

Nonna,lui è Liam. Liam,lei è Samantha. - dissi facendo le presentazioni.

Liam si girò verso mia nonna e le baciò la mano.

Ma che cavaliere! - disse mia nonna abbastanza contenta del gesto subito da lui

Feci partire la macchina e ci dirigemmo a casa di mia nonna per poi ritornare a casa.

Felicity come mai non mi hai mai parlato di questo bel ragazzo? - mi chiese

 Non risposi, sapevo che mi stavo comportando da maleducata ma lei sapeva che quando non rispondevo significava che non c’era un motivo valido per farlo.

Allora giovanotto, come mai sei qui che fai compagnia alla mia bella nipotina? - chiese a Liam

Non diede una risposta,gli mancavano le parole.

Ma aveva ragione mia monna,come mai è qui assieme a me?

Entrambi ci guardammo, non so il perché ma quando guardai i suoi occhi iniziai a ridere e lui con me. E
mia nonna non capiva niente di quello che stava succedendo e se devo dire la verità anche io.

Liam smettila di ridere! - dissi io ridendo sempre di più.
Lui era li,seduto nella sedia che continua a ridere senza sapere il motivo.

Dopo un bel paio di minuti, riuscimmo a riprendere il controllo e decidemmo di mettere della musica.

Alza Liam! - dissi notando che stava iniziando a sentire Hall of Fame dei The Script. 
Li amavo,mi hanno sempre aiutato nei momenti più difficili della mia vita e continuavo a farlo,tutt’ora.

Iniziai a cantarla, non importandomi se stessi stonando o no, dopotutto non mi vergognavo di fare un figura di merda. Ne avevo giá fatte in passato e una in più non mi avrebbe rovinato l'esistenza.

Accompagnammo mia nonna a casa sua per poi ritornare a casa mia.

Vuoi qualcosa da mangiare? Non abbiamo mangiato niente tutto il giorno, magari ci fermiamo a mangiare in qualche fast-food. -
mi disse Liam prendendo controllo del volante

Solo se tu lo vuoi – dissi indifferente alle sue parole

Lui non mi disse niente.

Non parlammo molto, anche perchè lui stava guidando e non lo volevo distrarre,anche poiché mi addormentai.

 Ormai eravamo quasi arrivati e Liam stava ancora guidando mentre beveva del caffè caldo e io decisi di svegliarmi.
 Notai che aveva comprato del cibo.
Un paio di cheeseburger,hamburger e una bibita gigante di coca cola.

Mangia! - disse indicando col viso il cibo delizioso

Ne mangiai un bel po' e riuscii quasi a finire l'enorme bibita.

Cheeseburger o hamburger? - gli chiesi

Cheeseburger! - mi rispose.
Ne presi uno, tolsi la carta che lo avvolgeva e imboccai Liam, considerato che stava guidando.

Grazie - disse masticando con la bocca piena.
Non riuscii a trattenermi che inizia a ridere,nel farlo uscii quello che doveva uscire, dopo aver bevuto una bibita enorme di coca cola.

Scusami, mi era scappato - dissi tutta rossa per l'imbarazzo

Meglio fuori che dentro no? Come dice Shrek - disse facendo una lieve risata

Passammo gli ultimi minuti tra risate mentre ascoltavamo la musica che trasmetteva la radio

Ormai eravamo sotto casa di Liam, doveva andare.

Grazie Liam, davvero. Non so neanche come ringraziarti per quello che hai fatto oggi, prima con Kath e ora con mia nonna. Davvero, grazie di cuore. -

Di nulla, l'ho fatto con piacere. Sono stato bene con te - disse sorridendomi, ricambiai anche io.

Era li, seduto nella sedia che non si muoveva. In quel momento l’unico pensiero era: perché non se ne va?
Non mi disturbava la sua presenza anzi stavo bene ma ero stanca e volevo risposare.

Dovresti andare Liam - dissi incitandolo a fare qualcosa, in questo caso uscire dalla macchina.

Ehm si certo. Ci vediamo in giro - disse aprendo lo sportello della macchina per poi andarsene.

Ma si fermò e ritornò verso l’automobile fino ad arrivare a me.

Esci con me! – furono le parole che disse.

Lo guardai confusa.

Si, prima hai detto che non sai come ringraziarmi – disse gesticolando con le mani – quindi esci con me!

Va bene. – dissi convinta ma non emozionata.

Domani a mezzogiorno, ti vengo a prendere io. – 

Okay, allora a domani.  Buona notte – 
Feci partire l’auto

Buona notte, Felicity – disse sorridendomi

Me ne andai e mi diressi verso casa mia.

Mi squillo in cellulare e vidi che Ash mi aveva mandato un messaggio:

- "Ho bisogno di coccole!"
- "Vengo subito!"


Cambiai direzione e in pochi minuti ero sotto il portone della mia migliore amica.

Il portone era aperto a causa della serratura rotta e così presi le scale e mi diressi verso l'appartamento.
La porta era aperta,strano. Lei lo chiudeva sempre in ogni caso.

Amore sei tu? - 
la sentii urlare - Sono in bagno.


La trovai nella vasca piena di schiuma così inizia a togliermi i vestiti per poi entrare nella vasca.

Non si saluta più? - disse facendomi il broncio

Così le presi il mento con la mano e la salutai a mio modo.

Meglio? - dissi staccandomi da lei, mi fece un sorriso.

Le raccontai tutto quello che era successo.

Non mi piace questo ragazzo! - disse tutta seria

Perché? - le chiesi dubbiosa

Perché potrebbe portati via da me! - disse rattristandosi

Dai vieni qui - dissi aprendo la mie braccia e me la ritrovai abbraccia a me in pochi secondi.

Lei appoggiò la sua testa nel mio petto bagnato.

Mi sei mancata. – disse stringendomi
Ci facemmo il bagno a nostro modo, lei mi metteva il bagnoschiuma e io il balsamo. 
 
Mi misi dell’intimo pulito, avevo lasciato più volte degli indumenti da lei. Andai in cucina dove Ash stava guardando la televisione sdraiata sul divano. Presi il telecomando e la spensi.

Che cacchio fai? – disse irritata del mio gesto ma io non la ascoltai. 

Ash non diceva parolacce, io si.  

Mi misi sopra di lei, la baciai in bocca.

Non volevi le coccole? – non rispose .
Lei era li che mi sorrideva dolcemente,mi diede un abbraccio che io ricambiai.

Passammo la notte facendoci le coccole a modo nostro.

Ti amo, sei la mia vita. Sei perfetta  – furono l’ultime parole che mi disse quella sera.

Perfezione? Non ho mai capito cosa significasse.

Pagina 5 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Spazio Autrice:

Ragazzi SCUSATEMIIIIIIII. DIO MIO è PASSATO QUASI UN MESE E NON HO NEANCHE AGGIORNATO, MI SPIACE DAVVERO. VOLEVO FARLO PRIMA CHE INIZIASSE LA SCUOLA MA POI NON HO AVUTO PIù TEMPO,MI SPIACE DAVVERO. 


Nel precedente capitolo,avevo dimenticato di dire delle cose: avete scoperto un po' del passato di entrambi i ragazzi soprattutto quello di Fel, vi piace il nome? Avete scoperto un po' come è fatta fisicamente e ora tocca scoprire com'è dentro. 

Nel capitolo: beh ma la nonna di fel ci sta provando con Liam? ahahahhaha Liam che le chiede di uscire?! Che dolce e poi Fel che lo imbocca mentre lui guida,non sono dolcissimi? Ash e Fel passano una serata tra migliore amiche.  

Mi scuso ancora davvero per l'aggiornamento così tardi.Anche se ci sono errori di ortografia o ci sono troppe ripetizioni. Non succede moltissimo ed in più è corto,scusatemmiiii



Dio mio Ragazza/i siete FANTASTICI,VI AMO! RINGRAZIO CON TUTTO IL CUORE,COLORO CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE,SEGUITE E RICORDATE. E A COLORO CHE LEGGONO LA MIA STORIA E LA RECENSISCONO E ANCHE AI LETTORI MUTI(?),GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE.  

Il capitolo non è dei migliori,lo so. mi rifarò col prossimo! :) Se ci sono 6 recensioni,continuo :)))))

Baci Nicole


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Love Yourself

Chapter 6




La mattina successiva, mi svegliai grazie alla vibrazione e del suono,  del mio stupido cellulare, che non volevo smettere di squillare finché io non risposi alla chiamata, senza guardare chi mi voleva alle 10 di mattina.

Non so chi tu sia, ma se mi hai chiamata per una cazzata giuro che ti trovo e poi ammazzo il tuo cellulare.  –
dissi infastidita dalla chiamata, avrei preferito rimanere a dormire.

La tua finezza se ne è andata a fottere, per caso? Comunque sono Bred. Ho preso la macchina, tuo padre non mi ha vista, ma sai che ha fatto impostare delle telecamere di sorveglianza? In qualunque caso, ho necessariamente bisogno di parlati. Dove sei? Ti vengo a prendere, immediatamente. –
sembrava divertito,per il fatto che mi avesse svegliato.

Sono a casa di Ash.

Okay, arrivo.
potevo sentire, attraverso il microfono del cellulare che stava dando gas alla macchina e che sarebbe arrivato da me, tra qualche minuto.

Mi alzai con malavoglia, acchiappai i primi vestiti che trovai nel cassetto, vicino all’armadio della mia migliore amica, dove riponevo un paio dei miei indumenti. Andai in bagno, mi sciacquai il visto.

Ripensai all’accaduto di ieri sera: Liam mi aveva chiesto di uscire. Non provavo nessuna emozione, mi era davvero indifferente quel ragazzo. Se dovevo uscire con lui, per ricambiare, lo avrei fatto. Tanto cosa sarebbe successo, se saremmo usciti? Di sicuro, non inizieremmo ad incontrarci più spesso.  

Notai che ero sola, in casa. Ash probabilmente, era uscita mentre io dormivo, infatti trovai un post-it, attaccato al frigorifero.

“Sono uscita. Vado a fare un paio di colloqui, per trovarmi un nuovo lavoro, dopo l’esperienza dell’altra sera.  Oxox Ash”

Sono contenta, che Ash abbia deciso di cambiare il suo stile di lavoro.  
Sentii il clacson, della macchina di Bred. Scesi, immediatamente e entrai in macchina.

Qual è il motivo per cui devi parlami? – dissi allacciandomi la cintura di sicurezza

Non mi rispose, che mi diede un paio di fogli con scritto qualcosa.

Leggi! – furono le sue parole

Feci quello che mi disse.

 

Nome: Williams Liam James                                                                                                                                    
Cognome: Payne Evans 

Data di nascita: 29 Agosto 1993                                                                                                                            
Luogo di nascita:  Los Angeles County Medical Center - Los Angeles, California – USA                                 
Ore: 1.00 a.m

Origini inglesi da parte della madre, invece canadesi dal padre. Entrambi, erano grandi artisti: la madre era una ballerina di grande successo, il padre un talentuoso musicista di fama internazionale. Amelia Hills, all'età di 23 anni, rimase incinta di Thomas Payne. Ai primi tempi, entrambi i genitori non volevano tenere il figlio, a causa della loro vita così impegnativa. così decisero di darlo in adozione, affinché il bambino potesse avere una vita tranquilla. All'inizio Amelia aveva deciso di abortire, ma per qualche misterioso motivo decise di tenere il bambino.
Thomas, non voleva nessun contatto col bimbo, soprattutto non voleva essere il suo padre al tal punto che negò di esserlo, ma alla fine, al sesto mese di Williams, Thomas diede l'anello di matrimonio a Amelia. Si sposarono, nello stesso giorno. 
Divorziarono, subito dopo che Amelia diede alla luce Williams. Il bimbo venne affidato ad una famiglia americana, il quale abitavano a Los Angeles . Non più conosciuto come il figlio di Amelia Hills e Thomas Payne, ma come figlio adottivo di Lucy Evans e Jonathan Evans. 
I genitori adottivi, morirono a causa di un incidente stradale, mentre Williams era a casa di un'amico. Williams a quel tempo, aveva 16 anni.

All'età di 17 anni, entra a far parte dell'esercito militare americano, senza finire gli studi. Fece parte dell'esercito fino all'età di 21 anni, e per rottura del braccio destro non potè più far parte dell'esercito. Lo Stato, lo mandò a far parte di un gruppo di scienziati, al quale lavorano alla scoperta di come gli squali bianchi si riproducono.

 
Non ci posso credere. Perché hai fatto una ricerca su di lui? –

Ero davvero infastidita dal suo gesto, non aveva nessun diritto di intromettere nella vita di Liam. Non me lo sarei mai aspettato da Bred.

Lavora per lo Stato Americano, Fel! Quel ragazzino, potrebbe mandare a puttane il Raduno. Ci scoprirebbero, immediatamente se quello li, dice tutto al FBI. Non possiamo permettere che ciò accada, dobbiamo assolutamente allontanarlo dal Raduno, potremmo finire in galera, compresa tu. Il piano andrebbe totalmente a monte, non ci sarebbero più corse, niente passaggio di droghe. E soprattutto non avremmo più soldi. Detto francamente, non avrei voluto coinvolgerti in tutto ciò. Non avrei mai dovuto portarti al Raduno e farti imparare l’arte del mestiere. –

Zitto! – lo fermai immediatamente

Senti, per me il Raduno è come una seconda casa. Farei di tutto per voi. Quindi, cosa devo fare?

Devi scoprire le intenzioni di quel ragazzino, e darmi ogni informazione. Devi fare di tutto il possibile, affinché lui si fidi di te, e ti confidi ogni cosa.  –

Lo farò.
dissi senza pensare a cosa stavo andando incontro

Lo stai già facendo, a quanto vedo dovete incontrarvi, oggi.

Per caso mi stai tenendo sotto controllo? –
Mi infastidisce che qualcuno mi sorvegli, e lui lo sapeva bene, più di qualunque altra persona.

No, ma stai attenta. Potresti finire coll’innamorarti di quel ragazzino. – disse come se non avesse nessuna fiducia in me

Non so cosa sia l’amore. Quindi non potrei mai innamorarmi di un tipo del genere come Liam, e poi non siamo compatibili. –

Scendi! – mi disse aprendomi lo sportello.

Notai che mi aveva portata sotto casa mia, feci quello che mi disse e me ne andai. Entrai in casa, come al solito c’erano tutti.
Solita vita, solite abitudini.

Allora dove sei stata per tutta la notte? Io torno a casa, e manco ci sei.
disse una voce maschile famigliare alle mie spalle. Non riuscivo a capire chi sia, mi girai verso di lui.

Adams?
Ero sorpresa di vederlo, che non riuscivo a capire se era un sogno o era tutto vero

Mi sei mancata tanto, sorellina. –
disse abbracciandomi forte, ricambiai anche io.

Non lo vedevo da molto tempo, e ora era tra le mie braccia, non riuscivo ancora a crederci.

Dai, smettetela voi due! Sembrate una coppia –
disse Enrique, interrompendo quel momento, mentre beveva la sua solita bibita.
Era tutto sudato, e aveva indosso la tuta da calcio, probabilmente era appena tornato dagli allenamenti o da una partita.

Si avvicinò a noi. I due fratelli si diedero occhiate scontrose, come se si odiassero. Ad un certo punto Enrique,mi prese per il fianco, e mi avvicinò a lui.

Guarda che lei è mia!
disse facendo la linguaccia a nostro fratello.

Così iniziarono a giocare, come i vecchi tempi. Ero legata a tutti due, ma in particolar modo a Adams.
Lui mi proteggeva da chi mi faceva male, era più di un semplice fratello, e vale la stessa cosa per lui.

Quei due non cambieranno mai. –
affermò Tiffany, entrando nel salotto, dove ci trovavamo tutti quanti.

E tu sei la solita rovina momenti!
enunciò Adams.

Iniziammo tutti a ridere, era tutto tornato come prima. Eravamo tornati i soliti stupidi. Tiffany che si lamenta, Enrique e Adams che costantemente litigano per ogni minima cavolata. Ci sedemmo nell’enorme divano, e incominciammo a ricordare i vecchi tempi. Il salotto si era riempito di allegria, felicità, e dei nostri sorrisi. Era da molto tempo che non ci ritrovavamo, e ora eravamo li, come i vecchi tempi.

Signorini Adams e Enrique. Signorine Tiffany e Felicity: vi prego di non fare tanto rumore, a causa vostra la Signorina Kathryn ha interrotto il suo riposino. –
riferì una delle tante cameriere, accompagnata alla piccola Kath, mentre si stava strofinando gli occhi con la mano destra, con l’altra teneva la mano alla cameriera.

Enrique, prese la bambina e la portò in braccio con se.

Piccola, ti abbiamo svegliata?
gli chiese

Lei non ripose, ma accennò ad un si con la testa.

Ti ricordi di tuo fratello Adams? –
dichiarò nostra sorella Tiffany, indicando il soggetto.

Papà, voglio il papà.
disse con la sua sottile voce, e così iniziò a piangere.

Provammo a calmarla, ma non ci riuscimmo.

Fratello, mi spiace ma Kath ha capito quanto tu brutto sia e ha iniziato a piangere
disse sarcastico Enrique

La piccolina, iniziò a piangere più forte, e continuava a dire che voleva nostro padre.

Di recente, la piccola stava avendo questi attacchi di pianto. Era un comportamento strano, forse lo avevo notato solo io.

Cos’è tutto questo chiasso di prima mattina?
affermò una voce possente, l’unica voce che poteva zittire ogni membro della famiglia.
Si avvicinò a noi, mentre cercava da dove proveniva tutto quel macello.

È Kath, ti vuole! – risposi alla sua domanda

Si avvicinò di più e capii immediatamente, quell’aria di padronanza svanì istantaneamente quando vide sua figlia piangere. La prese in braccio, senza interposizione la piccola smise di piangere e incominciò a ridere col suo papà. Assieme a loro, anche noi ci unimmo.

Ora eravamo al completo.
Ci stavamo per addormentare fra le braccia dell’altro, ma Adams mi fece segno di venire con lui.

Le nostre mani, si stavano incrociando, facendole unire. Mi portò, in camera mia.

Lo sai che se ci vedono, di nuovo, ci ammazzano? E questa volta non scherzo. –
dichiarai seria

Dai, sono appena tornato. Sono tornato per te.
disse iniziando a fare il serio

Adams, non era un ragazzo responsabile. Era quel tipo di ragazzo, che piaceva a tutte le ragazze del Colleghe. Era il tipico ragazzo da una botta e via, ma con me non era così. Con me non è mai stata una cosa insignificante.

Lui mi cercava solo per il sesso, e anche io. Per me andava bene, lo volevo anche io. Quando decidemmo di iniziare questo rapporto, avevamo impostato di non legarci troppo, di non provare sentimenti forti per l’altro. Ed è sempre stato così. Dopotutto il nostro, non era solo sesso, ma era qualcosa di più, era un amore fraterno. Detto francamente, non so come spiegarlo. Entrambi lo facevamo perché volevamo stare bene. Io non avevo nessun problema, tanto meno lui, essendo un ragazzo. Non sarei mai rimasta incinta, siamo pur sempre fratellastri.
Dopo aver fatto sesso con Adams, mi sentivo decisamente meglio. Vidi sul suo volto, un’enorme sorriso, lo avevo fatto stare bene. 


Guardai l’orologio, notai che era quasi mezzogiorno. Dovevo prepararmi, per l’uscita con Liam.

Dannazione, sarà qui a momenti.
dissi vestendomi di fretta

Chi?
Mi chiese curioso. Era ancora nel mio letto, nudo.

Liam, un ragazzo.
ribadii facendo l’indifferente alla sua curiosità

Tu sei solo mia.
dichiarò convinto delle sue parole

Geloso?
chiesi, ora quella curiosa ero io

Probabile. –

Suonarono alla porta, era lui.

Voglio conoscerlo!
disse uscendo nel letto

In quello stato?

Lo osservai bene, il suo corpo scolpito ma i miei occhi si erano diretti nella sua merce. Aveva una grande e lunga merce.  

Senti, bello. Se vuoi conoscerlo ti vesti okay? Tu mi porti solo figuracce con i ragazzi
affermai passandogli dei indumenti puliti

Naturalmente, sono tuo fratello. Ho tutto il diritto di conoscerlo, indipendentemente in che stato sono.
disse aprendo la finestra di camera mia

Tu non lo farai o giuro che ti ammazzo
dichiarai minacciandolo

Va bene, me ne starò qui buono come un cagnolino.
disse, sembra arreso.   

Ora io vado da lui, e tu te ne stai qui, intensi? –

Si, padrona
affermo con indifferenza.

Mi sistemai, e corsi ad aprirgli la porta.

Sei un Bastardo! Come hai fatto?
dissi riferendomi al ragazzo che era assieme di Liam

Non era solo, era in compagnia di mio fratello Adams. Ed era nudo, mostrando per bene le sue parti intime.

Grazie, tesoro. Sono uscito dalla finestra..Beh Liam, è stato un piacere conoscerti
disse stringendo la sua mano.

Adams, levati dalla mia vista. Immediatamente  -
dichiarai arrabbiata

Se avrebbe continuato ad essere li, lo avrei menato.

Okay, me ne vado.
ribadì rientrando in casa.

Dai su, non essere così cattiva. Mi piace tuo fratello
disse Liam

Mi spiace, davvero. Avrei preferito che lo avresti conosciuto in diverse condizioni. –

Fa niente, ma dimmi una cosa: sono tutti così i tuoi famigliari? –
mi chiese sorridendo

No, è lui che è si diverte a farmi fare figuracce con i ragazzi. Senti, davvero, mi spiace tantissimo per quello che è appena accaduto. Se solo potessi ritornare indietro. –
dichiarai

Facciamo che finta che non sia successo niente.
Ora richiudiamo la porta, io suono di nuovo e tu mi apri la porta di casa come se non fosse successo niente, okay? –

parve facendo un bellissimo sorriso

Chiusi la porta, e lui risuonò. Lo aprii.

Ehi, sono contento di vederti. Vogliamo andare? – disse

Si, dove mi porti? – chiesi facendo un sorriso. Ricambio, senza esitare


All’acquario -  

Pagina 6


 


Spazio Autrice: 

Hollllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Ragazzi! Mi spiace tantissimo, sono in grave ritardo. lo so bene ma ho avuto qualcuni problemi, e quindi non ho avuto molto tempo per scrivere. Buon Anno e Buon Natale, anche se in ritanrdo. Mi perdonate? Spero tanto di si!  
Non so come farmi perdonare u.u 

Comunque eccoci col capitolo 6. YEEEAAAHHHHHHHHHH Scusate se non è venuto molto bene, non mi piace molto ma mi ispira ahhaahahhahahhaha Spero davvero che vi possa piacere, se non vi piace ditemelo pure, non mi offendo. Potete scrivere ogni cosa, qualunque, io vi ascolterò sempre. 

Nel capitolo: Felicity ritrova suo Fratello Adams, ma più di un semplice fratello a quanto vediamo. Ma Adams che vuole conoscere Liam nudo? ahahahhahhaha troppo da ridere. Fel deve diventare amica di Liam per scoprire cosa vuole dal Raduno. Scopriamo molte cose su Liam e sulle sue origini 

Scusatemi davvero, non ho molto tempo. Vi auguro una buona lettura, e grazie a tutti quanti che mi supportano :) Grazie 

Baci <3 Se ci sono 4 recensioni posso continuare, grazie :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Love Yourself
Chapter 7




La giornata stava procedendo bene, entrambi ci stavamo divertendo. Almeno credo, non sapevo se stava facendo una maschera per arrivare a sapere sul qualcosa del Raduno o se stava davvero mostrando il vero se. Ma in qualunque caso, dovevo stare attenta.

Alla fine non eravamo andati all’acquario, era chiuso. Non si era ricordato che oggi era domenica, ed era sempre chiuso per quel giorno della settimana. Ma in compenso mi aveva portato lontano, con la sua moto, eravamo andati in una luogo poco lontano dalla città.

Ci eravamo appena fermati in un negozio d’antiquariato.

Non sapevo che ti piacessero queste cose. – mi aveva appena detto, il ragazzo accanto a me.

Credevo che eravamo entrati perché ti interessava qualcosa di questo negozio. e per la cronaca a me l’antiquariato, è troppo antico. – avevo ribadito, in tono sarcastico

Davvero? Non le interessa l’antiquariato, signorina? Io che le volevo regalare questo bellissimo e meraviglioso cappello! – diceva mentre aveva preso un cappello circolare con sopra delle piume, che non sembravano delle piume, era tutto sporco e polveroso. 

Ma è incantevole, mio signore. Molto probabilmente, questo cappello non è il genere di copricapo che io indosso, ma magari alla mia bis nonna di terza generazione, potrebbe interessarle. Le farò sapere il più presto possibile. – non sapevo quello che stavo dicendo, ma era divertente.

Solo questo, ci stavamo divertendo insieme. 

Non mi aveva risposto, che si era messo a ridere come un bambino, e io insieme a lui. Per tutto quel tempo, avevamo riso insieme: quando lo faceva lui, lo facendo anche io. In qualche modo la sua risata mi travolgeva, non so davvero come spiegarlo.                                                                                                               

Mi piaceva quando sorrideva, oppure quando accennava ad un lieve sorriso.  

Le mie risate, pur troppo erano finite troppo tardi. C’era un ragno di piccole dimensioni, al lato del cappello, e per tutto questo tempo si era nascosto. Avevo subito smesso di ridere, a quella vista.

William, non muoverti! – avevo esclamato.

Aveva seguito le mie parole, immediatamente, anche lui aveva cambiato espressione. Lentamente, a mani nude, avevo preso il ragno e l’avevo appoggiato sopra ad un tavolino, che avevo d’aventi. L’animale corse come un cagnolino impaurito, lasciando nessuna traccia.  

Dio mio! Che spavento! – enunciava mentre, nuovamente prendeva fiato.
Poco dopo, Liam ripose al proprio posto il cappello. 

Ora?– chiesi.
Eravamo appena uscito da quel negozio, non conoscevo la zona, in cui Liam mi aveva portata.

Era accaduto, rapidamente. Non me ne ero neanche accorta. Sentivo qualcosa, di bagnato e appiccicoso addosso, e quell’odore nauseante mi irritava.Guardavo la maglietta bianca, bagnata di qualcosa di frappè scaduto. Il ragazzo che me l’aveva versata addosso, per sbaglio, mi aveva chiesto scusa, almeno una decina di volte.Liam, era rimasto li, impalato come un bambino a ridere. Non la smetteva più. Mentre il ragazzo, cercare in qualsiasi modo di ripulirmi.

Smettila di ridere, non è divertente!- dicevo, mentre cercavo di mandar via quel povero ragazzo.

Le mie parole, erano state gettate al vento, era come se non mi aveva sentita. Anzi rideva ancora più forte di prima. Il ragazzo, aveva ancora il contenitore del frappè, ed era rimasta un po’. Avevo preso il contenitore, e senza farmi vedere, ne avevo versato, quel poco rimasto, sulla testa di Liam.Il suo volto, era decisamente cambiato. Molto probabilmente si sarebbe arrabbiato con me.

Ora non ridi più? – esclamavo sarcastica.

Okay, hai visto tu, solo per questa volta. Ma sappi che questa me la lego al dito del piede.

Addirittura fino al dito del piede?


Come potevo resistere? Non ce la facevo, faceva troppo ridere Liam.

Poco dopo, aveva deciso che ci stavamo dirigendo casa sua, per la seconda volta, ero salita sulla sua moto. Sentivo il gelido freddo arrivarmi addosso, eravamo in pieno autunno. Liam aveva aumentato, la velocità della moto, di conseguenza, sentivo più freddo di prima.
In poco tempo, eravamo già nel suo appartamento. Lui era andato a farsi una doccia, mentre io mi stavo asciugando i capelli, dopo essermi anche io lavata. Mi aveva dato una sua maglietta, dato che la mia era piena di frappè, per i jeans non avevo nessun problema, fortunatamente non si erano sporcati.

Liam era ancora sotto la doccia, ne approfittai di questi pochi minuti. Ero andata in camera sua, cercavo qualcosa. Non sapevo cosa stavo cercando, dovevo solo cercare. Ma cercare cosa? Sapevo che stava lavorando contro chi, vorrebbe noi al carcere. 
Il raduno, non era solo un luogo dove fare le corse d’auto, era molto di più. Non era un luogo, era un traffico di droghe, macchine d’ultima generazione, ogni cosa che circolava nel raduno, era di massima di qualità. E naturalmente, circolavano facilmente migliaia di dollari. Ma è solo conosciuto come un luogo dove la gente corre per soldi. Le polizie di quartiere, conoscono solo quel lato del raduno. Gente come me, loro sanno che faccio parte di questo traffico. Chi si aspetterebbe che una ragazza ventunenne, proveniente da una famiglia ricca, frequentasse gente del genere? Nessuno. Ed era proprio per questo motivo, proprio perché nessuno se lo aspetterebbe.    
Tra i cassetti, avevo trovato delle schede su alcune persone, che facevano parte del raduno. Bred, aveva ragione. Liam lavorava per lo stato americano. Avevo preso, tutte le schede che potevo, e alcuni fogli dell’FBI, li misi tutti nella borsa. Rimisi tutto quanto a posto.

Riuscivo a sentire che aveva appena finito di fare la doccia, velocemente, prima che lui sarebbe uscito, avevo corso in salotto, per non fargli sospettare nulla.Mi ero buttata a peso morto sul divano, e per di più mi ero fatta male. Dopo qualche secondo, Liam era uscito dal bagno, e si era diretto verso camera sua.
Fortunatamente, non si era accorto nulla, credo. Molto velocemente, si era preparato e si era asciugato i capelli.

Ti va un cappuccino? Qui vicino, dovrebbe esserci un chiosco dove lo vendono – diceva mentre era appena uscito dalla sua camera.

Non avevo risposto, avevo solo annuito. Così facemmo, prenderemmo un cappuccino.
Avevo dimenticato di chiedere una cosa al signore del chiosco, così tornai indietro.

Potrebbe metterci sopra il cacao, per favore? – chiesi al signore dandogli il mio bicchiere.
Era mia abitudine, bere il cappuccino col cacao.  
Certo che tu non riesci proprio a bere in cappuccino senza il cacao, Fel! – esclamava il signore.                  

Non era il signore di prima, quello che avevo davanti era incappucciato.

Si tolse il cappuccio ed era Bred.

Immediatamente, avevo capito per quale motivo per lì.
Gli passai, senza farmi vedere da Liam, tutte le schede che ero riuscita a prendere, dopo di che mi aveva dato il mio cappuccino.

Mi girai verso di Liam, e non era solo. Parlava amichevolmente con questo qualcuno, come se lo conoscesse da anni. Era in compagnia di un ragazzo, poco più alto di lui. Corporatura da giocatore di baseball, biondo. Mi sembrava famigliare, da dietro. In qualunque caso raggiunsi Liam.

Ehi! - salutavo l’amico di Liam.

D’un tratto, riconoscevo chi era. Mark, aveva rovinato la mia vita mentre frequentavo il College, non c’era un giorno della quale non mi insultava o prendeva in giro. Ogni giorno era l’infermo per me, mi aveva fatto di tutto, era addirittura arrivato a usare la violenza, solo per divertirsi.

Oh vedo che sei in buona compagnia, piacere Mark -
mi aveva teso la sua mano, segno di conoscenza. Ma io non volevo conoscerlo, tanto meno esserle amica.
Mi guardava in quel modo, guardava le ragazza con cui scopava al college.

Tanto piacere -
Non avevo ricambiato la sua mano, non volevo farlo. Dopo di che, riprese a parlare con Liam

Diamine, amico! Se ci fossi stato ti saresti divertito molto di più. Ti saresti fatto un sacco di risate, con quelle tipe che prendevo in giro.
diceva convinto delle sue parole.

La tentazione di dargli uno schiaffo in faccia, era molta. Decisamente, ai massimi livelli di incazzamento.

Mark, lo sai bene che a me non sono mai piaciute questo tipo di bullissimo.-
Esclamava Liam. Stranamente le sue parole, mi fece calmare.

Certo, ma se ci fossi stato, ti saresti divertito. E poi c’era una ragazza, non ricordo quale sia il suo nome. Ma era una racchia, portava gli occhiali, l’apparecchio ai denti, capelli tinti di rosso e per di più era obesa. Una bruttezza mai vista. Non so che fine ha fatto, ma spero che si è andata a suicidare. Aspetta! Ora ricordo, si chiama Felicity Ferrari. –
Immediatamente Liam, mi aveva preso la mano, ricambiai. Le mani mi stavano tremando, gli occhi iniziavano a luccicare.

è per i ragazzi come te che la società è una merda. –
erano le mie parole, contro a quello che aveva appena detto Mark.

Come? – aveva fatto l’indifferente alle mie parole.

Si hai capito bene quello che ho detto, Mark. I ragazzi come voi, vedono solo l’esterno di una persona. È a causa vostra che ragazzi come quella Felicity, aveva iniziato a tagliarsi, molto probabilmente aveva tentato il suicidio, molte volte. È per gente come voi, che le persone entrano in depressione o all’autolesionismo. Sapevo solo giudicare senza sapere nulla, giudicate solo a ciò che vedete. E se non vi piace, lo sputtanate. Cosa ti da tanto fastidio del grasso? Non ti piace, allora stai zitto. Ma non prendere in giro una ragazza con problemi alimentari, perché finirà per farsi solo del male. Non ti piace una ragazza o la consideri orribile? Okay, ma non rinfacciarglielo ogni secondo della sua vita. Perché alla fine, non riuscirà mai ad amarsi. Solo perché sono diversi da voi, non significa che sono persone da sputtanare a scuola. Molto probabilmente, erano persone migliori di voi. Erano persone che sapevo leggere gli occhi di una persone. Erano persone che sapevano vedere oltre agli occhi. Erano persone altruiste. Solo perché tu sei bello e magro, nessuno ti da il diritto di rovinare le vite di persone con problemi o senza. Se un giorno ti capitasse di essere colpito da bullissimo? Cosa farai? Probabilmente a te non importa, ma è proprio per questo. Tu non sai come ci si sente. Non sai com’è essere presi in giro per il tuo fisico, per il tuo aspetto, per la tua intelligenza. Non sai come ci si sente quanto tutti ti ridono contro. Puoi capire, forse neanche quello riesci fare: perché tu sei il tipo di ragazzo che prende in giro le ragazze basse, intelligenti. Prendi in giro coloro che non sono perfetti, ma c’è mai stato una persona su questo mondo a dare la definizione di “perfezione”? Non credo. Quelle persone che tu insultavi, sono meravigliose a modo loro, e tu hai rovinato i loro anni del college, che potevano essere gli anni più bella della loro vita. Sai una cosa, tu non riuscirai mai a capire quelle persone. Sei troppo stupido, la tua mentalità è ignoranti. E quelli come te non andranno lontano. La cosa positiva che hai fatto per quelle persone è che le hai resi più forti di prima, ora potranno dire di aver passato un college orribile ma che sono riusciti a sopravvivere. E sai una cosa? Ero io quella “Felicity”. Ero io quella ragazza che prendevi in giro, ogni santissimo giorno. Mi guardavo allo specchio e non riuscivo ad amarmi. Riuscivo solo a vedere una ragazza obesa piena di problemi, ma questo era il passato. Ora mi amo. Per tua sfortuna sono ancora viva, davvero pensavi che mi sarei suicidata, dopo tutto quello che mi hai fatto? Ti avrei solo dato una grande soddisfazione. E ti ringrazio, ora sono molto più forte. Ora so giocare al tuo stupido gioco, ora so come proteggermi da ragazzi come te. Scusami, ma ora vorrei passare il mio tempo con questo adorabile ragazzo. –
dicevo mentre me ne ero andata via con lui.

Era da troppo tempo che volevo dirgli tutto, tutto quello che provavo. Ci ero riuscita, dopo tutto questo tempo. Dopo quello che ho passato, sono riuscita a sconfiggerlo. Non avevo neanche pianto, ma ero terribilmente nervosa. Le parole fanno più male dei gesti. Ormai chi usa le parole per ferire le persone?

Liam non parlava, nemmeno io.

Senza accorgercene eravamo finiti in spiaggia, e ci eravamo seduti sopra la sabbia.

Probabilmente se non avessi frequentato il militarismo, ti avrei fatto parte anche io degli scherzi di Mark e ti avrei anche insultata. Io, francamente, non so nulla di te.– diceva guardando il mare.

Non risposi, annuivo solamente. Non volevo tirar fuori la mia voce, ritenevo che era giusto non parlare.

Volevo solo ascoltarlo, non giudicarlo.

Dopo quelle parole, non mi disse molto, anzi anche lui se ne era zittito. Per qualche motivo, sentivo il bisogno di stargli vicino, senza parlare.

Stranamente con lui, potevo stare muta e non parlare ore e ore. Mi sentivo bene con lui.

Io avevo finito di bere, il mio cappuccino e anche lui. Era il momento di andare, e per l’ultima volta salivo nella sua moto. Il vento era diventato più gelido, mi stringevo a lui fortemente. Di conseguenza aumentava la velocità. Il posto dove prima ci trovavamo non era molto lontano, e in pochi minuti ci eravamo trovati sotto casa mia.

Grazie, Liam. – dicevo mentre aprivo la porta di casa.

Entrai in casa, senza farlo ribadire.

Potevo dargli un bacio sulla guancia, magari. 

Pagina 7 



Spazio Autrice:
Ciao Bellissime o Bellissimi! Scusatemi davvero, se pubblico una volta al mese. Sono sempre occupata, e in questo periodo non sono stava per niente bene. Ho avuto dei problemi... 
Va bhe, in qualunque caso, eccomi qui! Eccovi il capitolo, volevo pubblicarlo per il 14 febbraio, per farvi un piccolo regalo per dimostrarvi il mio affetto. Ma io vi voglio sempre bene, ogni giorno. Grazie davvero, perchè leggete la mia storia e la recensite. Grazie anche a voi che leggete e neanche recensite, ma va bene in qualunque caso. Grazie per tutto il supporto che mi date, in ogni capitolo. Non sapete quanto ne sno grata. 
Ma ritorniamo al capitolo! Allora, cìho lavorato un po' prima di metterlo a punto e scriverlo. Ho cercato davvero di stare brava sulla grammatica ma penso di non essere brava in questa materia. Anche per le ripetizioni, scusatemi davvero se ce ne sono troppe. La prossima volta mi prenderò il dizionario hahahha 

Il capitolo: Finalmentteeee sono usciti! hahah ho cercato di essere un po' divertente, spero che vi faccia ridere anche a voi hahah Non sono carini insieme?? io li trovo già adorabili. e poi quando ridere lui ride anche lei. questo è amore ragazzi hahah u.u Felicity, lo sta conoscendo per secondi fini o perchè gli interessa veramente? dice che sta bene con lui ma poi prende delle schede nella sua camera. Dove vuole arrivare, la nostra protagonista? Per ora Liam, sembra "innocente". 
Allora c'è una parte della storia a cui ci tengo molto, ed è la parte dove Felicity si sfoga. Quella parte rispecchia la storia. Principalemente è così la storia. Stiamo in una società di merda, come dice Felicity. 

Ora devo andare, ma ci rivedremo molto preso. Continuo se continuerete a seguirmi, ma in qualunque caso continuerò sempre la storia. Continuo se ci sono 5 recensioni. Vorrei dirvi che cerco STORIE DA LEGGERE, preferibilmente complete o con almeno 5 capitoli. Potete recensire proponendomi le storie oppure mandatemi un messaggio personale sulla posta di EFP.


GRAZIE DAVVERO! 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Love Yourself
Chapter 8




Stavo guardando – da ore, sdraiata sul letto – il soffitto, cercando di svuotare la mente dal mio passato. Dopo l’episodio di Mark, tornata a casa, quei ricordi che credevo che erano stati cancellati, mi avevano invaso il cervello riempiendolo solo di dolore e frustrazione verso nei miei confronti. Ero fermamente convita che tutto era passato, ma era bastato solo rivedere quel coglione di Mark, a farmi sentire come mi sentivo al College: una ragazza depressa. Non avevo controllo di quello che pensavo, gli insulti che ricevevo vagavano liberi nella testa, facendomi sentire una persona senza valore. Ai tempi del college, ero la ragazza obesa/secchiona e di conseguenza un’associale e depressa senza amici, Mark e la sua compagnia di idioti senza cervello non perdevano mai tempo per rinfacciarmi di tutti i miei difetti, ogni giorno era un inferno. Sentivo sempre le stesse parole, ogni fottutissimo giorno, e di conseguenza davo ragione a quelle espressioni orribili, ripugnanti su di me. Qualche volta mi autoconvincevo di non essere come quello che dicevano su di me, mi autoconvincevo di essere bella e una persona migliore ma poi arrivava quell’idiota a farmi vedere come ero realmente. Passavo interi giorni - forse anni - a pensare quanto ero brutta, ed ero costantemente ossessionata dal mio peso. Non avevo coraggio di andare su una bilancia, avevo troppa paura di vedere quell’immenso numero che molto probabilmente mi avrebbe scoraggiato e mi avrebbe portato a mangiare di più aumentando il numero del mio peso. Non volevo andare su quella bilancia, avevo paura di sapere quanto io pesavo. Quell’oggetto mi riportava alla realtà, non potevo scappare, ed la verità era che ero obesa. L’odio verso il mio corpo mi portava alla depressione, Mark aveva solo dato una spinta in più ad odiarmi da sola. Il mio corpo ne risentiva, non mangiavo per giorni e il pensiero di suicidarmi era sempre sveglio nella mente. Era così che passavo le mie giornate scolastiche: ricevevo insulti da parti di tutti per trecentosessantacinque giorni, ogni anno. Ma la parta più bella non era ricevere gli insulti, era quando tutti gli studenti si riunivano in mensa e Mark mi faceva uno dei suoi geniali scherzi facendomi passare per il clown dell’istituto. Ho cercato più volte di espellere quel ragazzo ma il preside non aveva abbastanza le palle per farlo, siccome il ragazzino era figlio di un grande pugile di fama internazionale. Mi confidavo con Tiffany, ma non capiva. Non poteva capire, lei non aveva mai provato le cose che sentivo io, continuava a dirmi che ogni cosa passerà e che dovevo resistere, ma come poteva dire quelle affermazioni quando lei era elogiata da tutti? Alla fine sono rimasta da sola, non parlavo con nessuno dei miei problemi e quando ero in famiglia facevo finta che tutto andasse bene, fingevo che amavo me stessa.  Era frustrante, tenersi tutto e non poterlo dire a nessuno – di conseguenza – avevo deciso di scrivere un diario.  Avevo passato il mio periodo più difficile, da sola. Stavo ancora fissando quello stupido soffitto, non riuscivo a distogliere gli occhi verso quella parete. Erano le 16, non avevo fatto colazione ne pranzato. Mi toccai la pancia, ormai piatta, ma un tempo piena di grasso, provavo – in quale modo – una sensazione piacevole, avevo combattuto per troppo tempo contro me stessa. Ma la guerra era finita e sorridevo al mio corpo. Tutto quello che mi era capitato mi aiutava a cresce e maturare. Ero diventata forte, sia dentro che fuori. 

Chiusi gli occhi, feci un grande e profondo respiro.

Ora mi amo, il mio passato non mi deve condizionare il futuro. Io mi amo e sono bellissima. Ce la posso fare, si. Ce la posso fare. 
dicevo ad alta voce.

Dire affermazioni del genere, mi aiutava. Non lo facevo perché mi ritenevo bellissima o irresistibile agli occhi di qualsiasi ragazzo, anzi lo facevo per aumentare la mia autostima, è davvero utile. Non volevo ricadere nella depressione e solitudine, non volevo che accadesse di nuovo di conseguenza facevo di tutto per mantenermi in forma. Finalmente, mi ero alzata da quel letto. Indossai la tuta e scarpe da ginnastica, me ne ero andata a correre, come facevo da qualche anno.
La spiaggia – come al suo solito – era piena di ragazzi e ragazze in costume mostrando il loro corpo scolpito e magari con qualche operazione ai seni delle ragazze. Bionde o more, per loro non c’era differenza, bastava che scopavano, era questo il loro unisco scopo. Fare sesso. E come delle ochette, ci stavano pure. Quanto può essere stupido l’essere umano?  In mezzo a quella gente, noto una persona famiglia. Corpo scolpito come se fosse un Dio, carnagione abbastanza chiara rispetto agli altri, capelli alzati in su formando una cresta, sorriso che ti metteva sicurezza e circondato da una decina di ragazze, anzi cani che avevano della bava sulla bocca, nel vedere quel ragazzo. Era Liam?

Se stai pensando che è il tuo amico dell’FBI, beh si lo è.
Aveva esclamato qualcuno al mio fianco che all’udire delle sue parole mi fece sobbalzare da terra. Il ragazzo rideva di gusto per avermi spaventato.

Ma tu ci trovi tanto gusto a farmi spaventare, Bred? 
dissi riprendendomi e ricominciando a correre assieme a lui.

Cos’ hai trovato nelle carte che ti ho dato? 
chiedevo mentre guardavo, ancora Liam.

Nulla, tu fai quello che devi fare  
esclamava dirigendosi verso la città, intanto che io continuavo a correre dritto

Come potevo fare? Mica potevo andare li e chiedergli di dirmi tutto quello che voleva dal Raduno? Ceh chi lo farebbe? Non era semplice, gli avevo appena rubato delle carte da casa sua. Molto probabilmente se ne era già accorto. Come potevo fare? Sinceramente, mi vergognavo e mi sentivo in colpa verso nei suoi confronti. Mi – per un’ultima – volta verso di lui, mi era venuta un’idea, e non per forza mi serviva la sua presenza. Mi ero diretta vero casa sua, il più presto possibile. Tolsi una forcina dai capelli, e la infilai dentro alla serratura della porta, dopo un paio di tentativi ero riuscita ad entrare in casa. Per essere un appartamento di un ragazzo, era abbastanza ordinato, anzi era più organizzato di me quel ragazzo - non c’era cibo per terra o semplicemente abiti stropicciati e mai lavati. Mi ero diretta nella sua camera, frugai un po’ dappertutto: dai cassetti dei calzini al suo album di ricordi. Sentivo la pancia brontolare, non avevo mangiato nulla e ora avevo una fame tremenda, presi un pezzo di pollo nel frigorigero, lo riscaldai  e infine me lo mangiai. Non era neanche male come cuoco, dopo di che ritornai a cercare qualunque cosa, non sapevo cosa stavo cercando, ero venuta a casa sua per cercare qualcosa che manco io sapevo cosa cercare?

Sei una deficiente!
dissi tra me e me.

Ispezionai anche la cucina,bagno e le altre stanze ma non trovai nulla che poteva essermi utile, forse avevo sbagliato appartamento? Ricontrollai – per l’ennesima volta – in camera sua, ma non trovai nulla. All’improvviso sentivo un rumore di chiavi aprire la serratura della porta, dopo di che dei passi pesanti venire verso la camera. Molto velocemente mi nascosi nell’armadio, il battito cardiaco era aumentato in pochi secondi, sembrava che si sarebbe uscito dal mio petto da un momento all’altro. Feci respiri profondi, per calmarmi e con calma il cuore aveva diminuito i battiti. Prese la sua tavola da surf che era custodita in camera, e se ne era andato come era entrato. Finalmente sentivo la porta sbattere contro il muro, mi tranquillizzai del tutto e uscii dall’armadio.
Qualcuno mi prese – da dietro – le mani, facendomi sbattere contro il muro, aveva una forza straordinaria, non avevo mai sentito una presa così forte prima della sua.  Con una mano teneva le mie mani, mente con l’altra mi teneva la testa.

Chi sei?
esclamava con voce forte, autoritario.

La fatina dei denti, se fai il cattivo dirò a Babbo Natale di portarti del carbone invece di un giocattolo
dissi sarcasticamente. Non avevo paura di una ragazzo come lui, anche se era un ex militare, non aveva nessuno diritto di usare la violenza contro ad una signorina.

Perché sei qui, Felicity?
mi chiese

Bhe, mi mancavi e per caso stavo passando da queste parti, quindi sono passata da te per vederti. Ma se prima mi lasciassi andare te ne sarei grata.
affermavo cercando di non passare per una ladra.

Tu sai il perché sei qui, come lo anche io. Sappiamo entrambi cosa stavi cercando e chi ti ha mandato qui. So per chi lavori, Fel.
dichiarava con tono deciso ma con un pizzico di tristezza.

Tu sai per chi lavoro ma non sai il perché. Io non mi sarei mai intrufolata in casa tua se quelli del raduno non mi avrebbero minacciata.
Ero calma, mi era venuto in piano.

Minacciata? 
immediatamente si era preoccupato e aveva rimosso la sua maestosa presa che mi aveva bloccata, qualche secondo prima . I suoi occhi avevano un briciolo di luce mentre cercava di capire quale sia la verità.

Si loro mi hanno minacciata. Se non avessi fatto tutto quello che volevano avrebbero fatto del male alla mia famiglia. Loro sanno delle cose su di te, ma che non mi hanno detto. Hanno solo voluto che andassi a casa tua e rubassi qualsiasi cosa su di te.
cercai di essere il più naturale possibile, il più reale possibile affinché lui non cadrà nella mia trappola 

Promettimi che quello che mi hai appena detto non è una cavolata e io ti dirò tutta la verità. Tutto ciò che vorrai.

Non ci potevo credere, aveva abboccato. Non credevo che fosse stato così facile, magari potevo chiedergli direttamente certe informazioni. Dopotutto era sempre stato gentile con me, mentre io – alcune volte – l’avevo tratto – abbastanza – male. Avevo fatto cenno con la testa per dar modo di farlo continuare a parlare.

Io ho un gemello. Siamo omozigoti, ma con caratteri totalmente differenti. Molte volte ci confondo, e può capitare su qualche carta ci possa essere il mio nome invece quello di mio fratello oppure che ci scambino per la stessa persona, questo è capitato moltissime volte. Lui è morto due anni fa, lasciandomi questa casa e il suo lavoro inconcluso. Probabilmente, uno del Raduno avrà – già – fatto qualche ricerca su di me, ma avrà solo trovato informazioni di mio fratello. È lui che lavorava per lo Stato, per la pace dell’America. Mentre io aiuto dei scienziati a trovare degli squali bianchi. Mio fratello doveva intrufolarsi fra di voi, essere uno di voi fino a quando non avrebbe scoperto tutti i vostri segreti, i vostri luoghi di commercio e riferito tutto quanto a qualcuno, che ora non ricordo chi poteva essere, ma pur troppo mentre stava ritornando qui – in California – per eseguire il compito fu investito da un camion – morto su colpo. Dopo la sua morte, certi signori mi aveva informato di questo “lavoro” e mi chiesero se volevo accettarlo ma io avevo rifiutato.

Era questa la verità? La vera verità? Non so se potevo fidarmi delle sue parole, per qualche strano motivo trovai fiducia in essere. Le aveva pronunciate in modo sicuro ma anche cercando di non essere nei dettagli - dopotutto io non ero nessuno di così importante per lui. Forse non dovevo mentirgli in questo modo, ma dovevo farlo. O stava dicendo la  pura verità?

Perché non hai accettato?
 erano le mie parole di ribatto

Perché non mi interessa, so come sono queste situazioni prima o poi qualcuno verrà ucciso o arrestato, qualcosa del genere e sinceramente preferisco starne fuori. Ci sta qualche gara, vincere qualche mazzo di soldi e quant’altro, ma questo non fa per me. Almeno non è il lavoro che desidero fare.

Allora perché avevi nel cassetto delle carte su alcuni del raduno?

Oh si! Quelle carte mi erano state affidate quando quei signori mi fecero la proposta, mi lasciarono quelle carte sperando che potevo cambiare idea. Un giorno mi ero messo li a leggerle, fra quelle carte c’eri anche tu. Non c’era scritto molto, solo cose superflue.

Se non ti interessava, allora perché sei venuto al raduno quella sera?

Beh. – fece un respiro profondo per poi continuare a parlare – se ricordi nello stesso giorno, quel pomeriggio ci siamo visti per la prima volta. Ceh la palla di aveva colpita in pieno viso facendoti cadere e così da bravo cavaliere volevo aiutare una povera donzella, ma tu con quella faccia arroga tante e dolce mi avevi trattato di male. Ammetto che ci stavo provando ma con la tua finezza mi avevi liquidato.

Cercava in tutti i modi di non guardami negli occhi, e il suo sguardo era diretto da qualsiasi parte.
Per qualche strano motivo, le sue parole fecero peso nella mia mente e sul mio volto era comparso un lieve sorriso. Non avevo detto nulla. Eravamo li, soli. Lui guardava il soffitto e io guardavo lui, cercando di capire cosa stava realmente succedendo.

Sai a volte mi chiedo, chi sei veramente. Forse è un po’ troppo affrettato, ma quando ci siamo incontrati per la prima volta eri diversa, dalla ragazza che ho davanti ora. Eri antipatica, irritante, misteriosa, ribelle e la ragazza che ho davanti è dolce, pronta per sacrificarsi per la sua famiglia, una madre per sua sorella. È come se avessi due identità totalmente diverse ma così simili che si completano, formando una sola persona. So che non so nulla di te, e che ci conosciamo da qualche giorno ..
– aveva lasciato a metà frase.

Cosa voleva dire? Cosa voleva farmi capire?
Riuscivo a sentire il suo respiro irregolare, faceva fatica a respirare. C’era solo il silenzio, ma avrei voluto dire qualcosa ma che cosa? Cosa potevo dire in una situazione del genere? Davvero, volevo ribatterlo e dirgli di chiudersi quella stupida bocciaccia, ma quando aprii la bocca per parlare, la voce era scomparsa. Che diamine mi stava succedendo?
Dopo varii respiri, aveva ripreso a parlare.

Scusami, a volte non so neanche io cosa dico.
questa volta non aveva esitato a guardarmi negli occhi e con un gesto assolutamente naturale si era passato la mano sui capelli.

Notavo che erano cambiati di colore, prima un marrone cioccolato e ora un nero scuro.

Sai, hai ragione. Tu non hai nessuno diritto di dirmi queste cose: non mi conosci. Non conosci la mia storia, non sai nulla di me. In un’altra situazione di avrei attaccato dicendoti di smetterla o qualcosa del genere, ma per qualche strano motivo sono stata zitta e ti ho ascoltato.
tale volta ero io a scappare dal suo sguardo, potevo notare con la coda dell’occhio che mi stava – leggermente – fissando.

Dopo qualche minuto di silenzio, avevo preferito andarmene in quel posto. Cosa potevo fare? Nulla. Cosa potevo dirgli? Non aveva neanche detto nulla, dopo averlo “ribadito” gentilmente. D’un tratto sentivo un clacson – di una macchina -  suonare continuamente, all’inizio pensavo che non era per me ma in realtà era Bred che mi cercava. Salita in macchina, gli avevo raccontato cosa mi aveva rivelato Liam. Non gli raccontai di cosa avevamo parlato dopo, era un argomento che non volevo affrontare in quel momento.

Senti, Bred quel ragazzo è totalmente innocente. Naturalmente sa del raduno, ma a lui non interessa.

Non mi fido per quanto può far credere che a lui non interessi, io non mi fido. Ricorda Fel, non dare la tua fiducia a nessuno
  disse mentre si era appena fermato vedendo il rosso del semaforo

Allora se non ti fidi, fallo entrare al raduno! Fallo diventare uno di noi, scopri i suoi punti deboli. Tienilo sotto controllo. Non so, facci quello che vuoi ma ora tieni fuori da questa storia. Non voglio più vedere quel ragazzino. 
ribattevo infastidita. Bred, per quando fosse uomo, era un tipo sempre indeciso.

È per caso successo qualcos’altro?
Probabilmente aveva notato che ero strana, non mi sarei sorpresa se mi chiedesse se mi ero presa una cotta per il moro, era dall’inizio che mi continuava ad avvertire di questa cosa ma sinceramente penso che sia una cosa che non potrebbe mai succedere. Io non mi innamoro mai, non sono mai stata innamorata e mai lo sarò.

Nulla
la mia voce era tornata tranquilla e calma.

Nulla, certo. Non mi avresti mai risposto in questo modo se non fosse successo qualcosa
dopo di che aveva ruotato gli occhi, per dire “Dillo al qualcun altro!"

Lo sai che odio dire bugie anche se riesco a mentire perfettamente come se dicessi la verità. E secondo me Liam è un bravo ragazzo e non dovremmo coinvolgerlo nel raduno, detto francamente causerebbe solo problemi inutili.
ribadivo di nuovo ma questa volta ero calma, non avevo forze per iniziare un litigio.


Sta sera gareggerai: se vincerai io lascerò in pace il tuo bel Romeo, se vincerò io farò diventare quel ragazzino un vero corridore della strada, proprio come ho fatto con te. Si gioca a quattro, quindi vedi di portare il tuo amichetto.

Amavo le sfide, e lui lo sapeva bene come sapeva anche se non avrei mai rifiutato una proposta del genere. Giocare a quattro, era sempre stato il mio forte se avevo Bred accanto, ma con Liam come sarebbe andata? L’ultima volta non era andata bene, anzi avevo rischiato di morire!  Guidare una macchina con due volanti non era semplice ci voleva coordinazione e Liam – non penso – che ne abbia molta. Ma non si poteva mai sapere, magari si poteva rivelare un grande trionfo o una grande merda.

Preparati a mangiare la polvere
dicevo convinta.  Lui rise di gusto.

Approfittai che l’auto si era fermata a causa del semaforo rosso e me ne andai dalla macchina di Bred, dirigendomi a casa.

Sono a casa
urlai nel dire quelle parole e feci sbattere la porta.

Come al solito nessuno mi aveva risposto così mi ero diretta in camera di Adams, lui aveva la vasca più grande e avevo necessariamente bisogno di rilassarmi.
In camera non c’era, peccato: avrei voluto fare quella cosa con lui, sarà per la prossima volta. Andai in bagno, aprii il rubinetto della vasca e iniziai a spogliarmi, misi la mia tuta negli indumenti da lavare. E finalmente mi misi nella vasca rilassando tutti i muscoli.

Perché sono ritornati di nuovo? Quelle voci vagano nella mia mente, si sono imprigionati – nuovamente – a me. Non capisco, per quale motivo non riesco a spingerli via. Quando ero insieme a Liam non c’erano, neanche un lieve pensiero o voce che mi uccideva la mente, avevo lui in testa. E ora che sono sola,  i pensieri mi uccidono lentamente, non so cosa fare. Non serve un semplice “sei bellissima” o “sei perfetta” per far si che quelle voci se ne vadino via perché ho sentito così troppe volte definirmi l’opposto di quelle parole, che ormai non credo quando le persone mi fanno un complimento ma do’ peso a quei commenti negativi su di me. Si da sempre più importanza a quelle cose brutte che la gente dice su di te. Ormai quando mi dicono che sono bella, non ci credo più di tanto anche perché poi nessuno me lo dice, almeno non c’è mai stato un ragazzo che mi abbia detto una cosa del genere. Perché la società d’oggi è così impegnata a vedere l’estetica? Eppure le grandi modelle – come Marilyn Monroe – non si facevano morire di fame come ora, che neanche una caramella possono mangiare. Da dove è provenuta tutto questo interessamento per la bellezza esteriore? Che poi vedere ragazze in ossa non è molto piacevole, preferisco una ragazza in carne. Decisamente mi potrebbe stare più simpatica, e non sto facendo nessuna discriminazione. Sto solo dicendo come la penso. Voglio dire che se ritornassero di moda le curve ci sarebbero meno ragazze in depressione e morte di fame. Non per forza la 36 è la nuova 56, capite? Bisogna amare se stessi. Sincermanete io mi sento molto meglio, quando ho iniziato ad amare il mio corpo. Ti senti più sicura e non hai più la paura di far risaltare le tue favolose curve, perché devi piacere a te stessa. Certo, non piacerai a tutti questo si sa, ma per chi ti trova “carina” sei davvero carina. Riuscite a capire? Voglio dire, a mia esperienza personale: ho passato molto tempo – molti anni - ad odiare me stessa e il mio corpo ma ora provo ad apprezzarlo. Ci sono giorni che ricomincio ad odiarlo ma poi mi dico “Devo passare la mia intera vita a farmi del male? Certo che no.” È difficile, nessuno ha mai detto che sarebbe stata una passeggiata, ma bisogna provarci davvero. Provare mille volte, e non mollare mai. Amare te stessa è un inizio per incominciare a vivere meglio. Sorridevo, oramai quelle voci ed episodi orribili, disgustosi, odiosi che vagavano nella mia mente non c’erano più. Erano andati via. So che un giorno ritorneranno, ma io so di essere forte e sarò – di nuovo – capace di mandarli via per sempre.   
Avevo preso la paperella di gomma e avevo iniziato a giocarci, come una bambina piccola. D’un tratto qualcuno apriva la porta, ma non me ne preoccupai molto perché poteva essere solo Adam. Infatti era lui

Che ci fai qui? Esci immediatamente!
 
gli urlai addosso con in mano la paperella

Quella che dovrebbe uscire sei tu. Sei nel mio bagno, tanto per fartelo notare 
stranamente questa volta, era calmo. Solitamente avrebbe fatto una battuta maliziosa verso nei miei confronti, probabilmente era successo qualcosa.

Sono dettaglia, tesoro!
sul mio volto era comparso un falso sorriso verso nei suoi confronti, ma che  lui non aveva neanche visto poiché era impegnato a togliersi i vestiti. Intanto avevo ripreso a giocare con la paperella di gomma. Poco dopo anche lui si era unito – nella vasca – a farmi compagnia. Mise la sua testa dentro la l’acqua, e dopo qualche secondo la sua faccia era totalmente bagnata.

Che è successo?
il mio sguardo era rivolto verso di lui smettendo di giocare il paperella di gomma.

Nulla 
aveva aspettato qualche minuto prima che aprisse bocca per rispondermi, poco dopo mi aveva preso per le caviglie e tirato verso di se, facendo avvicinare i nostri visi. Guardavo le sue morbide labbra poi i suoi occhi, un su e giù. Su e giù, poi giù e su. Mi avvinai lentamente, e posai la mia mano sulla sua guancia calda, leggermente era diventato rosso e sul mio viso era comparso un sorriso accennato. Colsi l’occasione che gli schizzai dell’acqua in pieno viso e così avevamo iniziato a scherzare come due bambini, probabilmente stavamo allagando il bagno. Ma cosa ce ne poteva importare? Bastava stare insieme.

Usci ancora con Liam? 
Perché me lo aveva chiesto? Ma in qualunque caso, non avevo risposto alla sua stupida domanda. Come gli saltava in mente di farmi un domanda del genere, di punto in bianco? Non è normale, ma cos’è realmente la normalità?

Lo prendo per un no  
diceva allegramente per poi schioccarmi un bacio sulla guancia. Notai solo ora che in camera sua c’erano delle valigie, aveva intenzione di andarsene di nuovo? Lontano da me?

Hai intenzione di partire di nuovo? Senza dirlo a nessuno … 
dicevo seria. Non volevo che se ne andasse via nuovamente, lo avevo appena ritrovato. Ed era appena tornato a casa da un se non due giorni. Avevo bisogno di lui. Lui era mio fratello, lo avevo appena ritrovato. Come potevo far rimanere una persona al mio fianco senza forzarla?

Si, ma non oggi. Non preoccuparti, questa volta di avviserò quando me ne andrò via di qui
mi fece un sorriso rassicurante. Sapeva che la cosa non mi piaceva, e come a suo solito mi rassicurava con i suoi sorrisi.  

Dopo qualche ora, Adam era uscito con dei suoi vecchi amici assieme ad Enrique, mentre Tiffany era partita per New York accompagnata dalla sua amata carta di credito che dal suo futuro marito.  La piccola Kath stava facendo il suo solito riposino ed io mangiavo il gelato al cioccolato – in tranquillità, seduta in cucina. 
Stavo ripensando alla sfida che mi aveva proposto Bred, e come una stupida avevo accettato per orgoglio. Dovevo per forza parlare con Liam, come avrei partecipato senza di lui? Ma come potevo rivolgergli – di nuovo – la parola dopo quello che è successo? Non volevo perdere la sfida, non potevo risultare una fallita. Ma chi sarebbe andato da un ragazzo a chiedergli di gareggiare insieme dopo qualche episodio non piacevoli, nel senso buono. Di certo non una ragazza come me. Presi il telefono, stavo chiamando Brend. Volevo annullare la sfida, non credo che potevo farcela a chiedere a Liam di gareggiare con me. Sarebbe imbarazzante e io non sono quel tipo di ragazza sfacciata che chiede senza timore qualunque cosa a chiunque. D’un tratto chiusi la chiamata, prima che Bred potesse rispondermi, misi al posto il gelato e mi diressi verso la casa di Liam.A passi veloci, ero arrivata davanti al suo appartamento, avevo sperato che era dentro perché non so se avrei avuto il coraggio – per una seconda volta – di fare quello che gli stavo per proporre. Sentii la serratura aprirsi – stranamente il battito cardiaco si era accelerato nuovamente – lo vidi in ottime condizioni e sul suo viso era stampato un sorriso.

Senti, non mi piacciono quando le persone girano le parole per dire una cosa tanto meno se sono io a farlo, quindi cercherò di essere il più diretta possibile. Lo dirò solo una volta e detto francamente non so se avrò il coraggio di farlo per una seconda volta quindi … Ti va di gareggiare con me? come l‘altro giorno, è una gara a quattro e si gareggia in coppia quindi mi chiedevo se ti andava. È importante. 
quasi tremavo nel pronunciare quelle parole.

Senti … 
Con la mano sinistra si era grattato la nuca, si poteva capire che non sapeva cosa rispondere a quella proposta altrettanto insolita.

Liam, dove sei? 
una voce femminile proveniva dal suo appartamento. Il suo della voce di quella ragazza risultava alle mie orecchie abbastanza irritante. Poco dopo si era avvicinata da dietro al moro abbracciandolo leggermente, avendo solo della biancheria nere provocante. La ragazza nel vedermi era tornata poco dopo, in camera del ragazzo. Probabilmente avevano appena fatto qualcosa o dovevano farla, questo pensiero non mi era per niente scappato anzi.
  
Non è quello che pensi, Felicity. -  

Fanculo! Sai un’altra cosa? Senza di te posso anche cavarmela anzi vincerò. –
dicevo quelle parole con così freddezza che mi sentivo anche io stessa gelida dentro.

In qualche modo, per quale strano motivo mi aveva ferita. Me ne ero già andata, perché avrei dovuto rimanere qualche istante in più? Per sentire le sue stupide scuse? Come in quei film d’amore. Mi sentivo una stupida, poiché ci ero rimasta male, davvero. E la cosa stupida è che non sapevo il motivo. Dopo quelle cose che mi aveva detto, credevo che in qualche modo lui provava qualcosa per me. Non so il motivo perché pensavo una cosa del genere, ma la gente non dice cose simili alla prima persona che capita. Solo alle persone interessate. Giusto? Non so come potevo gareggiare senza di lui, ma potevo farcela. Come al solito, dovevo badare a me stessa senza poter dar fiducia a qualcuno. Potevo battere Bred, lo avevo già fatto in passato e potevo farlo anche questa sera. Si, ce la potevo fare. Tanto a cosa mi poteva servire la presenza di Liam? A nulla, anzi avrebbe solo combinato qualche pasticcio o poteva addirittura farmi perdere la gara. Ma la questione è che – in qualunque caso – ci andava di mezzo lui.  Tornata a casa, ripresi a mangiare con tristezza e furia il mio amato gelato al cioccolato, mettendoci sopra dello spray di panna. Era la mia salvezza quel gelato.

Chiamai Ash, ne parlai con lei di questa storia. Purtroppo quando i suoi genitori scoprirono quello che aveva fatto assieme a me, l’avevano rinchiusa in casa. Lei viveva in Virginia, ma solo da due anni si era trasferita in California dopo di che per causalità ci eravamo conosciute. Eravamo diventante migliore amiche in pochissimo tempo, le avevo dato tutto. E non me ne pento, perché lei ora è la mia vita. Anche se siamo lontane, io la sento vicino col cuore. Mi disse “È un ragazzo, Fel! E ciò equivale ad una testa di cazzo”, la sua finezza non era per niente il suo forte. Passai il resto delle ore a parlare con lei, del più e del meno, a scherzare come due deficienti.  

Presi dei jeans neri, canottiera dello stesso colore ed una camicia color jeans, e per le i piedi avevo scelto degli stivali  marrone scuro corti col un poco di tacco. Mi truccai pesantemente, con una matita nera sfumata formando una smoky eyes. Lasciai i capelli sciolti, lisci. Presi il cellulare e le chiavi della macchina. Seriamente, amavo la mia Range Rover.

In pochi minuti ero arrivata al Raduno, come al solito era pieno. Andai immediatamente da Max – il mio ragazzo preferito – gli chiesi come era le “previsioni”, mi rispose che era tutto tranquillo nessun avvicinamento di un poliziotto.  Cercavo di essere il più sicura di me stessa, non volevo far notare a nessuno di essere più tesa di come apparivo.


Bel culetto, tranquillizzati. Bred mi ha detto tutto, poi farcela.
 mi disse Max.

In quel momento gli avrei voluto tagliarli la testa per come mi aveva chiamata, ma per troppo nervosa. Forse stavo un tantino esagerando col nervosismo. Mi mischiai tra la gente, bevevo - leggermente - degli alcolici senza esagerare. facevo sempre in questo modo, per scaricare la tensione bevevo e di qualche volta fumavo qualche sigaretta. Ma volevo essere abbastanza lucida per la gara, in confronto a Bred che sembrava  per crollare. O forse era solo una mia impressione. La gara stava per avere inizio e l’ombra di Liam non era nemmeno apparsa. Le macchine erano state messe in posizione, mancavano solo i giocatori. Mi fumai l’ultima sigaretta, e senza paura andai verso la mia bambina – io chiamo in questo modo la mia macchina. Anche Bred lo fece, accompagnato da Cristina – la sua compagna. Bred mi guardava nel modo compiaciuto, perché non c’era Liam al mio fianco.

Ehi Regina, dov’è il tuo Re? 
gridava per sovrastare il casino che stavamo facendo

Non ho bisogno di un Re per sconfiggerti. 

Stava per rispondermi, ma qualcosa aveva catturato la nostra attenzione. Qualcosa o qualcuno, non sapevo che cos’era.
Ma non mi importava, tanto meno se sarebbe stato Liam. 

Pagina 8 

 



Spazio Autrice: 

Salve Gente! Come state? ehehehhehe secondo me mi volete morta, non ho aggiornata la storia per due mesi se non uno *si nasconde nel letto*. Mi spiace davvero tanto, non so come farmi perdonare. Ma questa volta non cercherò scuse! è colpa mia?!?!? si pur troppo ma vi giuro che quando è iniziato Marzo ho iniziato a scrivere il capitolo 8, ci ho messo due settimane per scrivere D: beh lo so che è davvero poco ma almeno c'ho messo del mio amore, solo per voi ahahhahahahaha Tornando seri (?) Mi spiace davvero, cercherò di essere più presente! LO GIURO ahahha

Nel capitolo: Fel rivive il suo passato nella sua mente. Dolore, frustazione e altri sentimenti invadono nella sua mente. Ma trova modo di restare forte e schiacciare via i brutti pensieri. Con Liam le cose non vanno molto bene, lui è stato un po' troppo sincero mentre lei mentiva sul raduno. Ma non è sicuro che Liam sia sincero può darsi che anche lui stia mentendo. Questo non lo sa nessuno apparte io muamuamuamuaum ahahahha  Bred e Fel mettono le cose in chiaro sulla questione di Liam.
C'è un episodio scherzono e rilassante con fratello Adams. Fel, è costantemente in guerra con i suoi pensieri e non riesce a capire il motivo. La causa è naturalmente Liam, ma lei non capisce ancora. voi avete capito qualcosa? Questo inizio odio, irritamento fra i due ... Okay non sto cosa sto dicendo aiutoo ahhahaha Ripigliati! Okay, Alla fine Fel prende tutto il suo coraggio e chiede a Liam quello che deve chiedere (?).... Ma lui è in buona o cattiva compagnia? Bhe in qualunque caso Fel non reagisce molto bene alla questione. Fel decide di affrontare la sfida da sola, senza Liam. Ma qualcosa o qualcuno cattura la sua attenzione.


Questo capitolo lo voglio dedicare, a tutte le persone sono depresse e non si sentono mai abbastanza per gli altri, insicure ecc. Davvero spero che questo capitoolo vi possa aiutare in qualche modo. Abbiamo tutti bisogno d'aiuto e di sostegno da parte di qualcuno. Voi non siente soli, nessuno è solo. Quindi amate voi stessi

COMUNICAZIONE IMPORTANTE: Cerco storie. Con o più di 5 capitoli, o semplicemente può essere completa. Mi possono andare bene OS. Non cerco qualcosa di preciso, voi contattemi per farmi leggere le vostre storie se volete e io farò il più possibile. Certamente le storie che leggerò, lascerò delle recensioni. 

Il capitolo ci ho lavorato tanto, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Quindi se volete lasciatemi una recensione?!?! Questa volta non voglio un numero di recensioni, non serve a nulla detto francamente. Se volete recensite il capitolo, se no pazienza. Io mi voglio bene tutti allo stesso modo. 


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1181117