Allora è questa... La gelosia?

di _Kazuha_Takumi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo studente: guai in vista! ***
Capitolo 2: *** Ricordi d'infanzia ***
Capitolo 3: *** Rivale in amore... E anche nel lavoro? ***
Capitolo 4: *** La scommessa: chi otterrà il cuore di Kazuha? ***
Capitolo 5: *** Gara di deduzioni sul Virginian: l'inizio della fine? ***
Capitolo 6: *** L'inizio del ricevimento significa guai! ***
Capitolo 7: *** Primo enigma da risolvere: se non fosse stato per Yuno... ***
Capitolo 8: *** Scampati al primo pericolo... E ora? ***
Capitolo 9: *** Terrore in balia de mare! Inizia la seconda sfida! ***
Capitolo 10: *** ... E ora che si fa!? ***
Capitolo 11: *** Salvataggio! (Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Salvataggio! (Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Salvataggio! (Parte 3) ***
Capitolo 14: *** Il momento in cui la verità venne a galla. ***
Capitolo 15: *** Tutto è bene, ciò che finisce bene. ***
Capitolo 16: *** Perché non c'è mai una vera fine. ***



Capitolo 1
*** Un nuovo studente: guai in vista! ***


Era una giornata come tutte le altre: il sole era in cielo, la scuola era aperta, Kazuha era in ritardo come al solito e Heiji era lì che la stava aspettando. Ma, al bar dove erano soliti mangiare, avvenne un fatto che alterò l’equilibrio mattutino:
-          Che significa che avete finito i cornetti ai frutti di bosco?!
Heiji era al bancone che strepitava come un matto, urlando al povero cassiere di dirgli che fine avevano fatto i suoi cornetti preferiti, e Kazuha era al suo fianco che cercava di farlo ragionare:
-          Heiji, calmati… Sono solo dei cornetti!
-          Sono solo dei cornetti? … NON E’ VERO! NON HA SENSO VENIRE QUI SE NON POSSO MANGARE IL MIO CIBO PREF….
*Boom!!!* Il potente pugno di Kazuha colpì Heiji in testa, provocando sul capo dell’infortunato ragazzo un bernoccolo che poteva raggiungere la cima dei palazzi più alti di Osaka.
-          AHI! Mi hai fatto male!
-          Almeno sei tornato in te! Ahahah!
-          … Forse ho esagerato…
-          Ahahah! Direi proprio!
Intanto che i due discutevano (?), il cassiere era lì, che fissava la strana coppia con occhiate contradditorie, per poi chiedere alla bella ragazza:
-          E… Lei che desidera.. Ehm, signorina?
-          Oh, io? Beh, se è possibile vorrei un tortino di mele!
-          Mi dispiace, abbiamo finito anche quelli…
-          CHE COSA?!
Anche Kazuha iniziò a strepitare come una pazza, tentando addirittura di prendere il cassiere per la cravatta, ma lui, avendo capito la pericolosità della ragazza, si era messo ad una distanza di sicurezza. Heiji, che aveva finalmente l’occasione di vendicarsi, disse a Kazuha con un tono irritante:
-          Kazuha, calmati… Sono solo dei tortini di m…
*Boom!!!* A fianco al vecchio bernoccolo, ne era nato un altro, ancora più grande, e gonfio.
-          Non ricopiarmi!! Il mio è un caso diverso!!
-          In che modo può essere considerato “diverso”?!
*Boom!!!* Beh, non c’è due senza tre… Ed ecco che spunta come un fungo il terzo bernoccolo.
-          AHI!!! E QUESTO PER COS’ERA!?
-          Mi irriti!!! Devi stare zitto!!!
-          Ma per caso ti sono tornate le tue cos…
*Boom!!!* …E il quattro vien da sé.  Se continuava di questo passo, il volto di Heiji sarebbe scomparso sotto un’infinità di bernoccoli.
-          NON SI CHIEDONO QUESTE COSE AD UNA RAGAZZA!!!
-          …Ok. I due si erano finalmente calmati, e dopo aver preso qualcos’altro al bar, si diressero finalmente a scuola. Quando entrarono nell’edificio, era appena suonata la campanella di inizio lezioni e, mentre si dirigevano affannosamente nella loro classe, Heiji e Kazuha furono attirati da una piccola folla, riunitasi intorno all’aula. Di fronte alla porta, c’era un bel ragazzo di carnagione scura che cercava di allontanare delle ragazze:
-          Per favore, state lontane!
-          Kyaaaaaaaah!!! Che carino il suo accento!!!
La folla di ragazze si strinse ancora di più a lui.
-          Da dove vieni? Il tuo accento è così strano, ma anche carino!
-          Io? Beh… Vengo dall’Australia…
-          KYAAAAAAH!!! Bellissimoooo!!!
Kazuha, a gran passo e menefreghista di ciò che accadeva, si diresse verso la folla e urlò con aria minacciosa:
-          Ragazze… SMAMMATEVENE!!! La campanella è suonata e DOVETE TORNARE IN CLASSE!!!
-          Ma…
-          ORA.
Le ragazze, intimidite dallo sguardo demoniaco della karateka, si dileguarono tutte alla velocità della luce, lasciando il ragazzo scoperto. In quel momento, lo sguardo di Kazuha incrociò quello dell’alto australiano. Lei lo osservò molto attentamente: era davvero bello, e i capelli dorati e la carnagione scura facevano risaltare ancora di più gli occhi azzurri. Lui, affascinato dalla bellezza “animale” della ragazza, la fissava intensamente negli occhi, cercando qualche aggancio per parlare. Heiji, che in tutto questo tempo era rimasto fermo come uno stoccafisso nel punto in cui Kazuha l’avevo lasciato, si sentì il sangue ribollire nelle vene e, inconsciamente,  corse verso la ragazza e la prese per mano.
-          Ora entriamo.
-          O..Ok.
La ragazza era diventata tutta rossa e, imbarazzata ma felice, seguì a testa bassa il suo speciale amico. Il belloccio, desideroso di conoscere la ragazza, li seguì in classe, in silenzio.
Fu l’insegnante a fare le consuete presentazioni:
-          Ragazzi, credo che alcuni di voi l’abbiano già notato, ma abbiamo un nuovo alunno in classe. Lui è Aaron Smith, viene dall’Australia e sarà un vostro compagno per un periodo indeterminato. Mi raccomando: trattatelo bene! Ah!.. Aaron, ti puoi sedere là, dietro quella ragazza con il codino.
-          Quella ragazza… Ok!
Aaron si diresse con un sorriso divertito nel suo nuovo posto di banco, e si presentò come si deve alla sua vicina:
-          Salve. Grazie per avermi salvato prima… Non avevo il coraggio di cacciare le ragazze in modo così rude! Posso sapere come si chiama, signorina?
-          Oh! Mi chiamo Kazuha, piacere!
-          Kazuha… Eh… Posso dirti una cosa?
-          Certo!
Heiji stava ascoltando attentamente la conversazione: quel tipo lo infastidiva molto, senza qualche motivo particolare. Per questo, il detective di Osaka era curioso di sapere cosa avrebbe detto alla sua compagna, e finalmente Aaron lo accontentò:
-          Kazuha… Tu mi piaci.
 


Saaaalve!!! Mi sono appena iscritta, quindi questo è il mio primo racconto!! Spero che vi piaccia... Ne sarei molto felice! Fino ad ora non è molto interessante, ma aspettate e vedrete! Ci saranno delle svolte incredibili! Ihihih!!! Continuate a seguire questa storia, please!!! Ringrazio chiunque la legga!!! ^^

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Capitolo 2
*** Ricordi d'infanzia ***


Era un’estate calda di 10 anni fa, e la famiglia Toyama aveva deciso di organizzare un viaggio in Australia. La piccola Kazuha, a quel tempo, era una bambina davvero carina e allegra, e non ci mise troppo tempo a farsi qualche amico. Nei dintorni della residenza dove alloggiava la famiglia della bambina, però, viveva un bambino che non aveva nessun amico. Infatti, questo ragazzo era stato emarginato a causa della sua situazione famigliare: i genitori erano entrambi scomparsi durante un Safari e lui era stato cresciuto da un’altra famiglia, molto povera, che non aveva figli. Essendo stato sempre solo, aveva finito con l’odiare tutti, e aveva deciso di non avvicinarsi mai più a nessuno. Però, in una tiepida giornata nuvolosa, quel bambino che aveva deciso di odiare tutti per sempre, aveva finito con l’innamorarsi. Proprio quel cuore di pietra aveva deciso di scoprire che cos’era l’amore. E di chi si era innamorato? Di una bambina davvero carina e allegra, che diceva si chiamasse Kazuha. Era la prima volta che qualcuno che non fossero i suoi genitori gli rivolgeva la parola, e per lui era un’emozione incontenibile: iniziò a vedere questa bambina tutti i giorni, e piano piano sì affezionò sempre di più a lei. Un giorno, perciò, il bambino decise di confessare i suoi sentimenti a Kazuha, la sua più cara amica. L’aspettò a lungo, l’aspettò circa per due settimane, ma lei non si faceva più vedere. Così andò a cercarla nella sua residenza. Bussò a lungo, bussò per venticinque minuti, ma nessuno andava ad aprire. Lui aveva già capito cos’era successo, ma sperava fino all’ultimo che non fosse vero. Però, quando la notizia gli giunse direttamente all’orecchio, dovette finire di sognare: Kazuha era tornata in Giappone. Il ragazzo che aveva trovato l’amore si trasformò immediatamente in un ragazzo di ghiaccio e, anche dopo aver iniziato a socializzare, non dimostrava più quella gioia che aveva mostrato di avere quando era con Kazuha. Ormai erano passati anni dall’ultima volta che l’aveva vista, e il suo desiderio maggiore era quello di rincontrarla e confessargli finalmente i suoi sentimenti. Era quello il suo scopo. E l’occasione gli si mostrò davanti quando la sua insegnante delle superiori cercava persone per un gemellaggio, che avveniva proprio con la città di Osaka, in Giappone. Quale miglior occasione? Era come se il destino volesse che si incontrassero di nuovo… E chissà che avrebbe riservato in futuro per loro, questo destino. Non importava se avrebbe dovuto bussare su tutte le case della città e non importava nemmeno se avesse dovuto cercare in tutte le sue scuole, lui la doveva trovare… Sì, la doveva trovare assolutamente… Ma quando scoprì che era capitato nella sua stessa scuola, e ancora più impensabile nella sua stessa classe, non riusciva proprio a realizzarlo. Iniziava a chiedersi: “è tutto un sogno.. O è la realtà?” Forse sognava, ma almeno in questo sogno sarebbe riuscito a dirgli che gli piaceva… Era pur sempre un passo avanti, no?.. Beh, sì. Almeno ci sarebbe riuscito, anche se solo nella sua immaginazione. Ma era tutto vero: Aaron Smith si sarebbe finalmente confessato a Kazuha Toyama.
---> RITORNO AL PRESENTE <---
-          Kazuha… Tu mi piaci.
La diretta interessata, a quella confessione inattesa, non seppe come rispondere, e per questo arrossì, balbettando cose incomprensibili. Intanto, l’odio che Heiji provava verso quel tipo, troppo affascinante a suo parere, aumentò in modo vertiginoso e il fatto che un ragazzo poteva portargli via quella ragazza, lo faceva letteralmente imbestialire. Ma perché si sentiva così? Non lo sapeva, purtroppo: pur essendo uno dei detective più abili di Osaka, quando si parlava d’amore poteva diventare la persona più stupida della Terra. Dopo alcuni secondi di silenzio, Kazuha riuscì a tirar fuori dalla sua bocca qualcosa di chiaro:
-          Sono lusingata, ma… Credo che tu non abbia le idee chiare, Aaron…
-          E invece le mie idee sono chiarissime. Kazuha… Tu mi sei sempre piaciuta, sin da quel giorno di dieci anni fa in cui tu per la prima volta mi rivolsi la parola…
-          Che…? Aspetta… Non dirmi che tu sei… Quell’Aaron? Il piccolo Aaron che ho conosciuto in Australia?
-          Sono felice che tu ti ricordi di me, piccola Kazuha…
-          Io… Non so che dire… Aaron, non riesco a credere che tu abbia aspettato tutti questi anni… Sono colpita… Non so proprio cosa dire…!
-          Dimmi solo che anche io ti piaccio.
-          Purtroppo non posso… A me piace un altro…
Mentre parlava, lo sguardo di Kazuha si spostò lentamente verso Heiji, che guardava la scena sbigottito, a bocca spalancata. Aveva la pelle pallida, e sembrava che stesse per svenire da un momento all’altro. Kazuha, a quella vista, pensò “Sarà pallido perché stamattina ha mangiato poco?” ma, un secondo dopo, si ricordò di essere nel bel mezzo di una dichiarazione.
-          Kazuha… Ti ho aspettato per dieci anni, ti ho desiderato per dieci anni… E credi che ora che sei qui, ti lasci andare così facilmente? Certo che no. Io riuscirò a farti innamorare di me, fosse l’ultima cosa che faccio.
*Tum!* Un tonfo tremendo echeggiò per tutta la stanza. Il corpo esanime del detective di Osaka era steso per terra, con la bocca semiaperta, e l’espressione sofferente. Il volto di Kazuha si fece ancora più pallido di quello del giovane senza coscienza, e un urlo si propagò per tutti i corridoi della scuola:
-          HEIJI!!!!!!

Ciao!!! Purtroppo (per voi) sono ancora qui! Ihihihih! Questo è il secondo capitolo della mia storia, e spero vi sia piaciuto più dell'altro! ^^ Ancora non è interessante come vorrei, ma nel prossimo capitolo entrerà un piccolo mistero da risolvere! Riuscirà il detective di Osaka a risvegliarsi in tempo per sapere di che mistero si tratta? Beh, è un SEGRETO! ^^

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Capitolo 3
*** Rivale in amore... E anche nel lavoro? ***


Erano tutti nell’infermeria. Kazuha, pallida come un lenzuolo, teneva stretta la mano di Heiji, mentre Aaron osservava la scena dalla porta, con la faccia di chi è stato pugnalato al petto. Heiji, invece, era sdraiato sul lettino, con un’espressione serena sul volto, al contrario di quella della ragazza che, lentamente, faceva cadere dai suoi occhioni verdi lacrime di paura. La tensione di quel momento fu spezzata però dal ritorno dell’infermiera, con una cartellina in mano.
-          Signorina, allora cos’è successo a Heiji?!
-          Niente di grave. Ha avuto solo un calo di zuccheri, e deve esserci stato qualche evento che l’ha fatto alterare troppo e che, quindi, l’ha fatto svenire. Per riprendersi, deve solo riposare un po’. Dovrebbe svegliarsi a momenti.
Kazuha, rasserenata dalla notizia, si sentì il cuore alleggerirsi  di mille e mille chili, e, questa volta, versò dai suoi occhi lacrime di gioia. Strinse ancora di più la mano di Heiji alla sua, e subito dopo sentì sussurrare il suo nome:
-          Kazuha…
-          Heiji!!! Heiji, stai bene??
-          Affatto…
-          Cosa? Ma l’infermiera ha detto che non hai nulla di grave!
-          COME POSSO STAR BENE SE TU MI STAI STRITOLANDO LA MANO?! E’ POSSIBILE CHE TU NON ABBIA NEMMENO UN BRICIOLO DI FEMMINILI…
*Boom!!!* Alla vecchia collezione di bernoccoli, se ne aggiunse uno nuovo di zecca.
-          EHI! COME OSI PICCHIARE UN POVERO MALAT… WOH!...
Heiji riuscì per un pelo a schivare il pugno di Kazuha, ma nel saltare indietro batté la testa contro la parete. Aaron osservava la scena divertito, e con tono sarcastico disse a Heiji:
-          Che imbranato…!
-          Eh?! E tu che cosa ci fai qui, Aaron? La tua presenza non è gradita…
-          Non essere maleducato, Heiji! Lui è stato qui per tutto il tempo sperando che tu ti svegliassi!
-          Sì, certo… Come no! E’ stato qui PER ME!
*Boom!!!* Kazuha riuscì a colpire Heiji dritto in faccia, dato che il ragazzo aveva abbassato la guardia.
-          Non dire mai più una cosa del genere ad Aaron!! Lui è la persona più buona che io conosca!!
Heiji, a quelle parole, si sentì il cuore rompersi in tanti piccoli pezzettini, mentre l’odio che provava verso quel ragazzo andò oltre l’immaginabile. “Come sarebbe a dire che la persona più buona per Kazuha sia quell’esserino australiano? Per caso ha dimenticato tutte le volte che IL SOTTOSCRITTO le ha salvato la vita?”, pensava. Quando gli parlava in questo modo, lui non la sopportava proprio, quella ragazza: ma allora perché solo lei era capace di mandarlo in tale confusione e di farlo alterare così? E poi, chi era quel tizio per lei? Davvero era così importante per la ragazza? Incosciente delle sue azioni e in preda ad una forte ira, Heiji si alzò in piedi noncurante di essersi ripreso da poco e, ad una velocità mostruosa, si diresse dal suo detestato nemico per fargli capire di chi fosse Kazuha. Fortunatamente, per Aaron, in quel momento irruppe nella stanza uno dei capi della polizia di Osaka che, vedendo il detective liceale proprio davanti a lui, lo prese e se lo portò via con sè.
-          NOOO! Aspetta! Devo uccidere quel tiziooo…
Purtroppo, i due vecchi amici rimasti nell’infermeria non riuscirono a sentire la minaccia, perché la voce di Heiji scomparve lentamente insieme alla sua sagoma nei corridoi.
-          Ancora? E’ la quarta volta in sole due settimane che rapiscono Heiji per fargli risolvere un caso!
-          Cosa? Heiji è un poliziotto?
-          No, è un detective, anche se data la sua grande stupidità non si direbbe… E’ anche molto bravo, finora ha risolto ogni caso che gli avevano affidato con grande maestria e rapidità…! E poi, fa di tutto per aiutare la gente, e anche se a volte mi fa arrabbiare, lui…
-          Kazuha, scusa se ti interrompo, ma è da prima che una domanda mi assilla: il ragazzo che ti piace è, per caso, Heiji Hattori?
A quella affermazione il viso della ragazza si fece paonazzo dall’imbarazzo: era così evidente? Lei non lo poteva sapere… però sapeva che non avrebbe ottenuto risposta. Così, cercando di fingere il meglio possibile, rispose ad Aaron:
-          Che… Che cosa!? Non è affatto vero! Lui è solo un mio amico d’infanzia… E… E poi, anche se mi piacesse… Lui praticamente non mi sopporta!! Ahahah! Ah… ah… ah…! Ah… Però ora andiamo anche noi alla stazione di polizia, ok?
-          …Certo.
Sul volto dell’australiano un piccolo sorriso si andò a posare sulle labbra, e rimase lì fino all’arrivo alla stazione di polizia di Osaka. Dato che il padre di Kazuha ne era il comandante, fu facile per loro entrare nell’edificio e trovare il ragazzo “rapito”. Entrati nella stanza dove il detective liceale parlava con gli altri poliziotti, Kazuha e Aaron si misero comodamente a sedere vicino al gruppo, con l’aria di chi è abituato ad assistere a un caso di polizia tutti i giorni. Beh… In fondo, per loro era così. Era così per tutti, Aaron escluso. Infatti i poliziotti, incuriositi dalla nuova figura, lo guardavano con attenzione e discrezione, finché uno di loro non si decise a parlare:
-          Ascolta Heiji… Già è tanto che il capo ti desidera come partecipe alle nostre riunioni, ed è un caso più che eccezionale il fatto che fa partecipare anche Kazuha… Ma non possiamo proprio accettare che possa partecipare anche questo sconosciuto…
La folla di poliziotti si strinse sempre di più ad Aaron, lanciandogli occhiate contradditorie, mentre Heiji se la rideva sotto i baffi, divertito dalla situazione creatasi. Però l’intruso, sempre più a disagio, seppe comunque difendersi dalle accuse:
-          Signori, lo so che io sono un completo estraneo qui e non ho il diritto di parola… Ma lasciate che mi presenti come si deve. Salve, io mi chiamo Aaron Smith, vengo dall’Australia e mi guadagno da vivere… facendo il detective.


Saaaalve!!! Sono ancora qui!! Piaciuta la storiella? Dal prossimo capitolo entrerà finalmente nella fiction un caso da risolvere, e dopo... Chissà cosa accadrà?! Una piccola sfida tra i due detective..? Forse... Era una risposta ovvia! ^^ Spero vivamente che vi sia piacuto anche questo capitolo, e che continuerete a seguirmi!! Thanks you!! :D

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Capitolo 4
*** La scommessa: chi otterrà il cuore di Kazuha? ***


-          Signori, lo so che io sono un completo estraneo qui e non ho il diritto di parola… Ma lasciate che mi presenti come si deve. Salve, io mi chiamo Aaron Smith, vengo dall’Australia e mi guadagno da vivere… facendo il detective.
-          Aspetta… Tu sei Aaron Smith?! Quell’Aaron Smith?!
Un poliziotto si alzò dalla sedia impressionato, come se avesse visto uno dei suoi idoli preferiti, puntando il dito tremolante verso l’australiano.
-          Non pensavo fossi così famoso...
-          Eccome che lo sei! Qui alla stazione di polizia in questo periodo non fanno altro che parlare di te! Si dice che tu sia un detective richiestissimo e dotato di grande intuito! Ho sentito dire anche che grazie a questo lavoro, sei riuscito a reggere le spese della tua famiglia, e che sei riuscito pure a pagar le spese mediche dei tuoi genitori!.. Che bravo ragazzo!
-          Così mi fa’ arrossire…
Mentre il poliziotto continuava a lusingare l’ospite, Heiji, con la faccia di chi aveva appena ingerito una doppia porzione di veleno, pensava disgustato: “Da… davvero questo essere viscido è… un famoso… detective?”, continuando a mordersi le unghie dal nervoso. Kazuha, al contrario, seguiva attentamente la conversazione, e più ascoltava gli sforzi che aveva dovuto fare Aaron per dare alla famiglia quel poco di dignità, più capiva quante cattiverie da parte dei suoi compagni doveva aver subito in quel periodo. Non resistendo alla tentazione di consolarlo in qualche modo, si gettò su di lui stringendo le sue minute braccia intorno al suo collo, con le lacrime agli occhi.
-          Kazuha!.. Che stai..?!
-          Sono così contenta per te, Aaron! So quanto questo fosse importante per te, e so benissimo in che condizioni ti trovavi… L’ho visto con i miei stessi occhi… Ma ora… Guardati! Sei diventato un uomo maturo e responsabile e sei riuscito a tirar avanti la tua famiglia! Sei molto cambiato da allora…
La presa della ragazza su di lui si fece più debole, per permettere ai due di guardarsi negli occhi.
-          Sei incredibile, Aaron.
In quel preciso momento, il sangue di Heiji si congelò, e il suo petto iniziò a fargli malissimo. I suoi occhi erano attenti ad osservare la scena, e più la guardava, più si sentiva mancare. Ma… Cos’è che gli dava così fastidio? Forse, non sopportava il fatto che Aaron stesse toccando una sua esclusiva proprietà… Oppure era per altro? Purtroppo, non lo sapeva. E questa cosa lo infastidiva ancora di più. Un detective famoso come lui, che non riusciva a capire nemmeno se stesso… Impossibile. Inaccettabile. E tremendamente irritante. Si alzò dalla sedia con uno scatto, prese Kazuha per un braccio e la strinse tra le sue braccia. La ragazza, rossa come un pomodoro, guardò Heiji dritto negli occhi: sembrava veramente incavolato.
-          Heiji! Ma che..?!
-          Non osare mai più fare una cosa del genere. Non so perché, ma mi irrita.
Heiji, in preda ad un’ira pazzesca, nemmeno si era reso conto di aver pronunciato quelle parole ad alta voce e, appena tornò in sé, vide il volto di Kazuha vicinissimo al suo, che lo guardava con un’espressione incredula, ma allo stesso tempo felice.
-          I… Intendevo che QUEL TIPO mi irrita, quindi non avvicinarti a lui!..
Mentre diceva queste parole, lasciò il corpo della piccola ragazza e, con il viso rivolto verso il pavimento per nascondere il rossore, tornò a sedere nel suo posto.
-          A… Allora… Di che stavamo parlando?
-          Ah! Giusto, giusto! Il caso…
Uno dei poliziotti iniziò a rovistare in un cassetto.
-          Eccolo! L’ho trovato! “Caso del Virginian”!..
-          Virginian… VIRGINIAN?! Ma non era una nave che avevano distrutto nella seconda guerra mondiale?!
-          A quanto pare conosci la sua storia, mia cara Kazuha!.. No, non stiamo parlando di quella nave… E’ una ricostruzione! Molto più moderna, però usata come crociera!.. L’altro giorno abbiamo ricevuto un messaggio in cui dei criminali hanno minacciato di far esplodere la nave durante il ricevimento di miss Sakura Hashimoto. Le abbiamo pregato di disdire tutto, ma lei non ha voluto ascoltarci, dicendoci che se avessimo ingaggiato dei detective famosi come Heiji Hattori e Shinichi Kudo tutto sarebbe andato per il verso giusto… Ma purtroppo Shinichi non ci ha risposto… Spero che almeno tu ci possa dare una mano…
-          Certo!!! Per me non c’è problema!!! Una vacanza dalla scuola ci voleva proprio!!! Ahahah!!!
-          Verrò anch’io.
L’intervento improvviso di Aaron vece saltare i nervi a Heiji.
-          Chi ti ha mai chiesto di venire?!
-          La signorina Sakura Hashimoto ha parlato di detective come te e Shinichi Kudo, ma non ha mai detto di volere proprio voi, ma qualcuno simile… In fondo, io non sono diverso da voi, e poi più siamo meglio è…
Mentre parlava, il detective australiano si avvicinava ad Heiji, e finito il suo discorso, sussurrò all’orecchio del rivale:
-          Per caso non vuoi che venga perché hai paura che io ti rubi la scena?
Con quest’ultima provocazione, Heiji non resse più: prese Aaron per la camicia e lo scaraventò verso la parete. La povera vittima, scossa per la botta, si rialzò barcollante, aprendo prima un occhio, e poi l’altro: anche Heiji era a terra, a causa di uno dei violenti pugni di Kazuha.
-          Ma che ti prende, Heiji?! Perché te la sei presa senza motivo con Aaron?!
-          Te l’ho già detto! Questo tipo mi irrita! Non lo sopporto!
-          Non è una giustificazione valida per quello che hai fatto! Chiedi immediatamente scusa ad Aaron!
-          Ma!..
-          ORA!!!
Era incredibile come quel ragazzo obbedì immediatamente alla richiesta della ragazza. Con tono irritato, aiutò Aaron ad alzarsi, e presentò le sue scuse:
-          … M… Mi dispiace… Non aveva motivo di prendermela con… AAARGH!!! NON CE LA FACCIO!!!
-          Heiji!!! Ho detto scusati!!!
-          NON CI RIESCO!..
*Boom!!!* Ed ecco come Heiji si ritrovò un altro bernoccolo in testa.
-          Non ti preoccupare Kazuha… Se mi farà venire con lui sulla crociera, lo perdonerò.
-          Quanto sei gentile Aaron!!! … HEIJI??? Cosa rispondi???
La risposta era ovvia: se Heiji avrebbe detto di “no”, Kazuha non ci avrebbe messo tanto a farlo fuori.
-          Ok… Può venire…
-          Perfetto! Allora ci vediamo tutti questa sera qui, alla centrale!!! Andremo sul Virginian tutti insieme!!! Ah! Kazuha, ovviamente puoi venire anche tu!
-          Grazie signore! Vado immediatamente a preparare la valigia!
La ragazza non fece nemmeno in tempo a finire la frase che era già corsa via, urlando a squarciagola nei corridoi della centrale “VADO IN CROCIERAAA!!”… Sembrava aver già dimenticato quello che era successo pochi minuti prima. Invece, i poliziotti, divertiti dal comportamento di Kazuha, uscirono dalla stanza ridendo, senza però nascondere il fatto di essere anche loro, come la ragazza, contenti di fare una vacanza. E così, piano piano, tutti i poliziotti se ne andarono, lasciando soli nella stanza Aaron e Heiji.
-          … Ehi, tu! Caro detective di Osaka… Che ne dici di fare una piccola scommessa?
-          … Parla, sono curioso.
-          Chi di noi riuscirà a risolvere per primo il caso, sarà il fortunato a confessarsi a Kazuha.
-          EH!? E a me che me ne frega di confessarmi a Kazuha!?
-          Cosa… Ma tu non sei innamorato di lei???
Quelle parole illuminarono la mente di Heiji come un raggio di Sole illuminò improvvisamente la Terra durante un giorno di pioggia. E quel raggio, piano piano, iniziò a diffondersi, fino a scacciare tutte le nuvole che ricoprivano quell’area. Sì, proprio quella. L’area dell’amore. Ora capiva perché ogni volta che Aaron osava soltanto sfiorare la sua dolce Kazuha lui si sentiva ribollire dentro. Heiji iniziò a tremare, e più apriva la mente e il cuore all’amore, più si rendeva conto di quanto tenesse a Kazuha. Sapeva che il suo primo amore era stata proprio lei, ma quest’emozione era ancora più grande, e forte. Era davvero incontenibile. Però, anche la paura che questo sentimento sconosciuto potesse cambiare i rapporti con la sua amata aveva scosso il cuore di Heiji. Così, dopo una lunga riflessione, alzò la testa verso Aaron e, con uno sguardo serio, rispose alla sua domanda.
-          Sì, io sono innamorato di Kazuha, e non la lascerò ad uno come te!


Ciao a tutti!!! Sì, sono ancora qui!!! ^^ Scusa se ci ho messo tanto a fare questo capitolo, ma scarseggiavo di idee... Ma poi... BOOM! Ecco che, leggendo il libro "Novecento", mi viene l'ispirazione! Aspettate e vedrete, il prossimo capitolo vi piacerà da morire (o almeno spero! >//<)!! A presto!!!

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Capitolo 5
*** Gara di deduzioni sul Virginian: l'inizio della fine? ***


Heiji finalmente aveva capito cosa provava per Kazuha: amore. Ma ancora non riusciva a capire cosa realmente fosse questo sentimento. Ci pensò tutto il pomeriggio, mentre preparava le valigie per il viaggio, tormentandosi di cosa sarebbe potuto accadere se la ragazza avesse scoperto i suoi sentimenti. Ma la cosa che lo spaventava di più era un’altra: e se Kazuha non lo ricambiava? Se fosse stato così, lui non avrebbe avuto più un motivo per vivere, perché la cosa a cui teneva di più al mondo non poteva essere sua per sempre. Non faceva altro che pensare al peggio e, mentre indossava il giubbotto nero e usciva di casa con il suo borsone, osservava nostalgico la casa della vicina, ricordando i vecchi tempi in cui Kazuha era solo la sua migliore amica. Non che non lo fosse più, però. Soltanto che ora pensava a lei in un’altra maniera, e non più come una semplice compagna di divertimenti. Immerso nei suoi pensieri, era rimasto imbambolato davanti a quella casa, fissandola con tristezza, mentre, allegra come sempre, usciva di casa Kazuha, che salutava la madre dall’uscio della porta. Era evidentemente felice, e le tre valigie che portava con sé indicavano che su quella nave desiderava rimanerci per molto più tempo. Caricò sulle spalle del padre tutte le borse e, quando si voltò per raggiungere la macchina dei genitori, vide Heiji fermo in mezzo al marciapiede, senza però notare la malinconia sul suo volto. Gli saltò letteralmente addosso, aggrappandosi al suo collo.
-          H-E-I-J-I!!!
-          Eh… AH!?!? K…KAZUHA..? Che… CHE STAI FACENDO?! Mi hai fatto prendere un colpo!!!
-          Ahahah!! Scusa!! Eri così assorto!! A che pensavi?
-          N… Niente…
Era veramente bella, quella sera. Beh… Lei era bella tutti i giorni, ma quando Heiji la vide con gli occhi dell’amore per la prima volta, gli parve mille e mille volte più bella. Era arrossito molto, ma per fortuna la notte nascondeva il suo rossore. Evitava così di guardarla negli occhi, perché altrimenti sarebbe letteralmente collassato. Ma non poteva continuare così. Non per tutto il viaggio.
-          Heiji! Ti devo dare un passaggio? C’è mio padre che mi accompagna con la macchina!
-          Beh… Mi faresti un favore…
-          Allora entra! Che aspetti!?
-          Ok, ma… Tutte queste valigie dove le metti poi…?
-          Nel bagagliaio! Sennò dove? Ahahah!
-          Ahahah… Sì, divertente… *Sempre se ci entrano tutte*
Era davvero difficile mantenere la calma e comportarsi in modo naturale. In fondo, lui non sapeva come fare, in quelle occasioni. Era la prima volta che gli capitava di innamorarsi veramente di qualcuno, e le cose peggioravano sapendo che quella persona era Kazuha. Come poteva far finta di niente, ora che finalmente aveva deciso di raccogliere quel bellissimo fiore che piano piano era sbocciato nel suo cuore? Infatti, non ce la poteva fare. Quei minuti in macchina accanto a lei sembravano ore… E ad ogni minuto che passava il suo corpo si faceva sempre più teso, fino a che Kazuha non decise di dirgli quello che un uomo che aveva appena scoperto l’amore non vuole mai sentirsi dire dalla donna che ama.
-          Heiji… Ti è successo qualcosa? Oggi sei strano…
Eh? Strano? Lui era strano? Ma che significava strano, per Kazuha? Forse aveva qualche capello fuori posto? Oppure aveva indossato dei vestiti inusuali? Oppure ancora si era resa conto che lui si comportava in modo diverso dal solito? Allora tutti gli sforzi che stava facendo per tenere tutto dentro erano inutili? Si vedeva così tanto che era teso, e che gli era successo qualcosa? E… E… E poi? La testa di Heiji stava scoppiando per un nonnulla. Si mise le mani tra i capelli e si grattò per un po’ la testa, cercando di tranquillizzarsi, ma Kazuha insisteva.
-          Ora so per certo che ti è successo qualcosa! Non vuoi dirmelo per caso?
E come poteva dirglielo?! Se le avrebbe detto così di punto in bianco che l’amava, non solo la loro amicizia sarebbe finita, ma il padre l’avrebbe ucciso all’istante. Heiji, in preda al panico, iniziò a ridere per nascondere la verità.
-          Eh!? Ma che stai blaterando? Non mi è successo niente! Sono solo stanco, tutto qu….
*Boom!* Per poco Heiji non finì fuori dal finestrino.
-          MA CHE CAVOLO TI SALTA IN MENTE!? MI VUOI UCCIDERE PER CASO!?
-          Ahahah!! Finalmente sei tornato in te!! Mi stavo preoccupando!
-          E’ COSI’ CHE TI PREOCCUPI!?!? TU SEI TUTTA SCEMA!
-          Come ti permetti di chiamarmi scema?! Eri strano, e tanto! Ho pensato solo di farti tornare normale!
-          E VOLEVI FARLO UCCIDENDOMI!?
-          Ma alla fine ci sono riuscita, no? Ahahah!!
Kazuha aveva ragione. C’era riuscita. L’unica cosa più forte dell’amore di Heiji erano i colpi a volte mortali della ragazza. Grazie a quello, lui era riuscito a comportarsi in modo naturale con lei. In fondo, non era poi così difficile. Intendo comportarsi normalmente. Aveva paura che Kazuha sarebbe impazzita nel scoprire i suoi sentimenti, ma tutti i problemi che lo tormentavano se li stava creando da solo. Bastava non pensare a quella ragazza come la SUA ragazza, e tutto sarebbe andato bene… Già… Bene. Durante l’intero viaggio Heiji aveva urlato come un matto contro Kazuha che, divertita, aveva cercato di tranquillizzarlo, e man mano che il tempo scorreva, loro si avvicinavano sempre di più a destinazione. Finalmente, dopo un’ora bella e buona, dal finestrino dell’auto si poteva vedere l’immensa nave. Kazuha smise per un secondo di ridere, e guardò intensamente l’imbarcazione: da quanto tempo è che non andava in crociera? Era così eccitata! Aveva già preparato un vestito per il ricevimento, e non vedeva l’ora di sfoggiarlo davanti a tutti, in particolare davanti a Heiji. Iniziò a ridacchiare, pensando alla reazione che avrebbe avuto l’amico, e Heiji, vedendola ridere così, iniziò a dire cose del tipo “Adesso ride pure da sola!” e “E’ partita totalmente di testa… Povera Kazuha…” per infastidirla, ma in realtà adorava quei momenti in cui sorrideva senza motivo. Salutato il padre, che per l’intero viaggio era stato in silenzio a guidare, si avviarono verso il punto d’incontro. Erano già arrivati tutti: i poliziotti, i cinque ospiti, la signorina Hashimoto, i tre musicisti e… Aaron. Heiji si era totalmente dimenticato del ragazzo, e quando lo vide per poco non gli prese un infarto. Kazuha, preoccupata per lo stato del ragazzo, iniziò a fargli delle domande.
-          H… Heiji? Tutto ok?
-          Sì…
-          Sicuro?... Hm… Ehi, Heiji! Quante dita sono queste?
-          Sì…
*Boom!* Ecco che ricominciavano…
-          Almeno ascolta quando una ti parla!
-          AHI!! Cavolo mi hai fatto un male cane!!!
-          Colpa tua che non ascolti!
Era una scena veramente buffa. I poliziotti iniziarono a ridere, e Aaron si avvicinò a Kazuha, prendendola per mano.
-          Lascialo stare che è meglio… Piuttosto, che ne dici di entrare, Kazuha? Così potremo prendere le camere vicine…
*Boom!* I pugni di Heiji non erano potenti come quelli della ragazza, ma facevano comunque effetto. Aaron rotolò a terra, lasciando la mano di Kazuha, e il detective di Osaka, non perdendo tempo, afferrò l’altra mano della ragazza.
-          Il padre di Kazuha l’ha affidata a me, quindi non preoccuparti per lei!!!
-          Non posso non preoccuparmi, sapendo che è con te!!!
-          Per favore ragazzi, fate silenzio! Vi si sente da dentro la nave!
In quel momento, il capitano fece il suo ingresso. La divisa vecchia e logora non conferiva molta fiducia, ma l’atteggiamento e i modi di fare facevano capire che aveva una certa esperienza.
-          Non voglio fare il guastafeste, ma bisogna salpare, se vogliamo raggiungere la destinazione in tempo!
-          Quale destinazione? Pensavo fossimo rimasti nel porto…
Le parole che Kazuha pronunciò indicavano che era confusa. Pensava che sarebbero rimasti lì, ma la notizia che sarebbero partiti veramente non le dispiaceva. In quel momento, a chiarire le idee della fanciulla, ci pensò Sakura Hashimoto in persona.
-          Ho organizzato questa crociera io stessa, e la nave serviva soltanto come antipasto. Il vero ricevimento è in un’isola della mia famiglia, che dista un po’ da qui. Nella nave, quindi, non c’è il vero ricevimento… E spero che il bombardiere non lo sappia. Comunque so che con due detective come voi, signorino Heiji Hattori e Aaron Smith, la nave possa essere al sicuro. Ora, se non vi dispiace, vi presento i miei ospiti: il signore Arthur Evans, noto giallista inglese; la signorina Celie Duval, famosa critica francese; il signor Kaoru Sato, responsabile dello “Sherlock Holmes Fanclub” giapponese; il signor Reisuke Maeda, detective ormai in pensione, e la signora Yuno Nakano, conosciuta per le sue grandi  qualità deduttive. Infine ci sono io, Sakura Hashimoto, direttrice della “Hashimoto Company”, famosa produttrice di libri gialli. Piacere di conoscervi.
-          Il piacere è mio… Mi scusi della domanda, ma è una mia sensazione o tutti noi in qualche modo abbiamo a che fare con… Beh… Quello in cui eccelle Heiji?
-          Hai un buon occhio, ragazza. Ho invitato proprio voi perché io sono un’appassionata di gialli e polizieschi, e volevo festeggiare i miei quarantadue anni assieme a quelli che condividevano la mia passione.
-          O… Ok… Penso…
-          Però ora basta indugiare! Il capitano ci ha già chiamati! Forza! Entriamo!
-          S… Signorina… In realtà prima dovremmo fare dei controlli… Sai… Le bombe…
-          Oh! Non preoccuparti! Ho già fatto setacciare la nave da cima a fondo, e non hanno trovato niente! Se veramente l’attentatore ha intenzione di far esplodere la nave, deve per forza salirci sopra!
La signorina era davvero ottimista. Kazuha, al contrario, tremava al solo pensiero che ci fossero degli esplosivi sulla nave, ma questa paura non era più grande della gioia di andare in crociera. Rasserenata dal sorriso di Sakura, scansò tutti i cattivi pensieri e iniziò nuovamente a sorridere, pensando che questa sarebbe stata la vacanza più bella del mondo. Beh, di certo sarà la più indimenticabile.


Io: -Ciao ciao ragazzi!! Intanto, inizio con il dirvi "Buona Pasqua!!!", e vorrei anche scusarmi... Perché questo racconto è veramente penoso... L'ho fatto troppo breve per i contenuti che ci sono all'interno e alcuni momenti importanti sono detti troppo velocemente... Scusatemi!!! Comunque, VI GIURO CHE FINALMENTE LA STORIA INIZIERA' A PRENDERE UNA PIEGA PIU' MOVIMENTATA! Dal prossimo capitolo entra in scena un caso che non vi sareste mai aspettato!!!-
Heiji: -Aaron muore!?- 
Io: -Nono! Non è questo... Ma... E TU CHE CI FAI QUI?! Beh... Ora vi saluto, se c'è qualcuno che legge questo racconto... Devo riportare Heiji dentro il mondo degli Anime!!! BUONA LETTURA! *Questo lo dovevo dire all'inizio, no allla fine... >.<*

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Capitolo 6
*** L'inizio del ricevimento significa guai! ***


Ciao a tutti!!! Questa volta, la buona lettura ve la do all'inizio! ^^ In questo capitolo, FINALMENTE, ci sarà la svolta decisiva: che cosa succederà, ora che... Emh... Forse è meglio non anticipare... xD Lo scoprirete leggendo! Ancora una volta buona lettura! ^^


Erano tutti entrati nelle loro lussuose camere e la nave era salpata da 5 minuti. Dato che aveva già sfatto le valigie, Kazuha stava ammirando la vista del mare dalla sua camera, mentre aspettava l’annuncio dell’inizio del ricevimento. Ancora si doveva preparare, ma c’era tempo: la nave aveva appena lasciato il porto, e la festa non sarebbe iniziata subito. D'altronde, uno spettacolo del genere non sarebbe ricapitato un’altra volta. Si guardò un po’ intorno: dal suo balcone poteva vedere sia la camera di Heiji alla sua sinistra, sia quella di Aaron alla sua destra. Sì, avete capito bene. Alla fine Aaron era riuscito ad ottenere la stanza vicino a quella di Kazuha. In quel momento, lui stava ancora sistemando la sua roba nell’armadio, e, a differenza della ragazza, aveva già indossato il vestito da sera. Dall’altra parte, Heiji aveva già finito di fare tutto, e approfittava del tempo che avanzava sbirciando dal suo bancone la ragazza. Passarono altri 5 minuti, e Kazuha decise di rientrare per iniziare a prepararsi. In fondo, voleva apparire al meglio, quella sera. Allora anche Heiji rientrò e, nell’attesa che iniziasse il ricevimento, passò il tempo che restava a fare fantasticherie sulla ragazza, che a volte erano anche troppo perverse. Aaron, dal canto suo, stava ancora sistemando l’armadio, indeciso se mettere i calzini nel primo o nel secondo cassetto. Dopo due ore, alle 10.30 precise, finalmente arrivò l’annuncio: si sentì un forte “Din Don!” e, dopo un breve momento di pausa, una voce sconosciuta disse: “Signore e signori, il ricevimento ha inizio. Ripeto. Il ricevimento ha inizio”. Kazuha, che aveva appena finito di prepararsi, spalancò immediatamente la porta e iniziò a bussare insistentemente a quella della stanza di Heiji. Il ragazzo, che si era addormentato, si svegliò di colpo e, dopo essersi dato un’ulteriore sistemata, si diresse verso la porta, aprendola. Si stava sistemando ancora la cravatta quando vide Kazuha, che sfoggiava un sorriso a trentadue denti. Nel vederla, Heiji sentì il cuore saltare fuori dal petto e il viso accaldarsi, mentre l’anima lo stava lentamente abbandonando. A quanto pare, le sue fantasie perverse erano state accontentate, in qualche modo. Il vestito della ragazza era celeste, di un celeste molto sfarzoso, e senza spalline. L’aveva legato con una cinta dorata giusto un po’ più sotto del seno, e la gonna le scendeva morbida fin sopra le ginocchia. Indossava degli stivaletti corti neri, con un tacco che la alzava di almeno otto centimetri, e aveva un paio di braccialetti bianchi sul polso destro. Aveva deciso di lasciare i capelli sciolti, almeno quella sera, e tra qualche ciocca, si potevano intravedere degli orecchini piccoli, dello stesso colore del vestito. Kazuha fece una piroetta su se stessa, e la gonna le si alzò di molto, scoprendo quasi tutta la gamba. Sì fermò davanti Heiji e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo.
-          Allora? Come sto?
Heiji era rimasto a bocca aperta, e quel vestito gli permise di dare nuovamente sfogo alle sue fantasie perverse. Non riusciva a dire nemmeno una parola, era rimasto veramente senza fiato. Provò a borbottare qualcosa, ma suonava incomprensibile. Kazuha, soddisfatta della reazione, iniziò a ridere.
-          Ahahah!!! Heiji, sei rimasto senza parole? Dai, voglio sapere che ne pensi!..
-          T… Ti sta bene...
-          Oh!.. Grazie!!!
Kazuha era evidentemente felice. Heiji ancora stava cercando di sistemare la cravatta, ma alla vista del sorriso dell’amica il corpo gli si irrigidì di nuovo. Lei, che notò il nodo fatto male, si avvicinò ancora di più a lui e glielo sciolse con delicatezza, ricominciando il lavoro tutto da capo.
-          Heiji… Sei proprio un bambino! Nemmeno sei capace di fare bene il nodo della cravatta?
Heiji era ancora più stupito di prima. Lei era così vicina a lui… Era così bella… Così profumata… Così dolce… Il ragazzo, non resistendo alla tentazione, cinse un braccio intorno alla vita della ragazza e l’altro lo portò sulla sua testa, spingendo la ragazza verso di lui, e accorciando così le distanze tra loro. La ragazza, molto arrossata, iniziò a balbettare.
-          C… Che… Che stai… Facendo..?
Heiji iniziò ad accarezzargli i capelli: erano così morbidi… Kazuha si sentiva mancare, ma era una sensazione piacevole. Restarono lì per molto tempo, fino a quando non suonò il secondo avviso e Aaron, che aveva appena finito di sistemare i calzini e gli altri capi nell’armadio, uscì dalla sua camera.
-          C… CHE DIAVOLO STATE FACENDOOO?!
-          Eh? EEHHH?!?!
Kazuha finalmente tornò in sé e si rese conto di cosa stava succedendo. In preda ad un imbarazzo indescrivibile, spinse Heiji verso la parete, liberandosi della stretta affettuosa dell’amico. Anche lui, grazie al colpo ricevuto, riuscì a svegliarsi da quella specie di sogno e divenne totalmente rosso in viso. Iniziò a balbettare qualcosa, e poi, dopo aver inventato una scusa che reggeva, cominciò a spiegare la situazione.
-          Ah, ah, AHAHAH!!! Scusa Kazuha, mi ero appisolato su di te!.. Sai, fino a poco fa dormivo… Non mi ero svegliato totalmente!!! Ah, ah, ah!!!
-          Ah! AHAHAH!!! Ecco perché prima eri così rimbambito!.. Ah, ah, ah!!!
Kazuha e Heiji erano rimasti lì a ridere come una coppia di rincretiniti, mentre Aaron li guardava con occhio storto. Erano evidentemente in imbarazzo, ma riuscirono a nasconderlo bene.
-          O… Ok. Almeno penso… Che ne dite se al posto di ridacchiare in questo modo iniziamo ad avviarci?
-          Ahahah! Certo!              
E finalmente, dopo che anche il terzo e ultimo avviso suonò, tutti gli ospiti erano nella sala del ricevimento. Le signore erano vestite tutte in modo molto elegante e tenevano in mano un bicchierino di spumante. Parlavano vivamente tra loro, mentre gli uomini, eleganti anche loro, erano sdraiati sulle poltrone a vedere e commentare una partita di baseball. I tre giovani, che erano rimasti su un angolino della sala, vennero invitati a partecipare alla conversazione di Celie Duval.
-          Oh, garçon, sei così bello!!! I tuoi lineamenti non sono né japonais né français… Da dove vieni?
-          Vengo dall’Australia…
-          Oh! L’Australie… C’est magnifique!!
La signora continuava a lusingare la bellezza di Aaron ignorando Heiji e Kazuha, che ancora erano rossi a causa dell’abbraccio di prima. Però, dopo un po’ di tempo il detective di Osaka, che non voleva più sentire tutte quelle adulazioni sull’australiano, approfittò della disattenzione della francese per allontanarsi e andare con gli altri uomini, non dimenticando però di portare Kazuha con lui. Mentre si recavano nell’ulteriore angolo della sala, improvvisamente la signora Hashimoto cadde a terra, facendo urlare tutte le donna nella stanza. Immediatamente Heiji si precipitò sul corpo della signora, che respirava malamente, e aiutato da Aaron portò il corpo di Sakura su un divano. Per fortuna, la signora si riprese poco dopo.
-          Oh… Ragazzi… Scusate, ma ultimamente ho dei cali di pressione…
-          Signora, ci ha fatto preoccupare molto…
-          Scusatemi ancora… Non vorrei rovinare la festa… Vi prego, voi continuate pure, io vado a sdraiarmi in camera mia.
-          Ma…
-          Non c’è alcun motivo di preoccuparsi. Prenderò una pasticca e me ne andrò a dormire.
La signora si alzò dal divano. Tutti fissavano il suo tremolante corpo allontanarsi da loro, in un silenzio tombale. L’unico rumore che si udiva era quello provocato dalle scarpe tacco dodici di Sakura che sbatteva contro il parquet, e in seguito quello della porta che si apriva e subito dopo si chiudeva. Nella stanza non c’era nessuno che osava parlare. Guardavano tutti quella porta con aria preoccupata, ma l’unico che la guardava con aria sospetta era Heiji. Qualcosa non quadrava… Ma non sapeva cosa. Qualcuno ricominciò a parlare e, lentamente, la festa riprese vita. Ormai era trascorsa un’ora e tutti si divertivano, ma Kazuha aveva ancora in testa la scena della signora che cadeva a terra. Anche lei aveva capito che c’era qualcosa… di strano. Ma non ci voleva pensare troppo: quella era la sera in cui doveva far innamorare Heiji di lei. Tornò dai ragazzi e ricominciò a chiacchierare allegramente. Era una bella festa. Almeno così pensavano. Ancora il peggio non era arrivato. E allora, quando arrivò questo peggio? A mezzanotte precisa, appena che l’orologio ebbe suonato l’ultimo rintocco. In quel momento, una voce misteriosa si sentì uscire dall’altoparlante.
-          Miei cari signori… Vi state godendo la festa?
Un brivido di terrore percorse tutta la stanza.
-          Non vi hanno insegnato che si risponde alle domande? Beh, non importa. In fondo, siete solo pedine del mio gioco.
In quel momento, un piccolo chiacchiericcio si elevò tra le persone. Alcune dicevano “Sarà uno scherzo?..” e altri “Ma che sta succedendo?..” e altri ancora “Ma chi è questo?..”, ma tutte le domande ebbero una risposta.
-          Non è uno scherzo. Dovete prestare attenzione. Non troverete più Sakura Hashimoto nella sua camera a riposare, perché lei è con me. E se volete salvarla, partecipate al mio gioco. E se non partecipate, morirete. Mi sono infiltrato sulla nave e ho piazzato delle bombe, e non vale la pena nemmeno che le cerchiate. Per proteggere voi e le persone che stanno su questa nave, dovrete risolvere tre misteri che io stesso ho creato. Il gioco può essere svolto a coppie, e avete un giorno di tempo per ogni enigma…
-          Aspetta!.. Chi ci dice che tu non faccia sul serio!?
-          Ok… Vi concedo una piccola dimostrazione.
*Boom!* Sarebbe stato bello se quel rumore fosse stato causato da Kazuha che, colpendo Heiji, aveva creato quel botto, ma purtroppo questa volta non era stata lei. Si sentì una violentissima esplosione provenire da fuori, e tutti i concorrenti si precipitarono sul luogo dell’incidente: la poppo era stata quasi completamente distrutta. Qualcuno, a quella vista, iniziò a tremare, e a chiudersi sempre di più in se stesso, ma altri come Heiji e Aaron non si fecero prendere dal panico, anche se erano evidentemente preoccupati.
-          Ora mi credete? Beh, credo di sì. Comunque il primo indizio della prima sfida è nella sala del ricevimento. Tornate là e capirete. Un’altra cosa: la regola è che non ci sono regole. E questo vale anche per me. Inoltre, questa nave non attraccherà in porto finché non lo decido io e finché non riuscirete a completare gli enigmi. Solo se ci riuscirete, io vi lascerò andare.
Kazuha tremava: la serata si era trasformata in una gara per la sopravvivenza, di nuovo. Una lacrima le solcò il viso silenziosa, e Heiji, preoccupato per cosa poteva succedere alla ragazza, la prese per mano e le asciugò la lacrima senza dire niente. Kazuha guardò il ragazzo, che si era nuovamente voltato ad ascoltare l’altoparlante, e una sensazione di serenità le invase il cuore. Strinse ancora di più la mano del detective e si avvicinò a lui. Aaron intanto osservava la scena.
-          Bene. Ora che vi ho spiegato un po’ tutto, possiamo essere pronti a iniziare la partita. Tre… Due… Uno… Che il gioco abbia inizio. 


Ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma non ho avuto molto tempo per scrivere ultimamente... Volevo fare inizialmente un ringrazioamento speciale alla mia "fan numero uno", che se non commenta per prima questo post, la uccido. <3 Ahahah! Scherzo! Non potrei mai.... <3 Comunque, a parte questo, ci avviciniamo alla fine...
Heiji: Riuscirò a baciare Kazuha o a vederla in bikini?
Io: Heiji! Pensavo di aveti riportato indietro!...
Aaron: Ci sono anch'io!..
Kazuha: Non lasciatemi indietro!!!
Io: Eh!? EEEHHHHHH!?!?! Andate via, sto finendo di salutare chi mi segue!..
Heiji: E chi seguirebbe una come te?!
*Boom*
Kazuha: Heiji sii più gentile!
Heiji: Ok...
Aaron: Forse ora è meglio salutare chi legge... Al prossimo capitolo dal vostro Aaron!!! 
Io: Ehi! Non mi rubate la scena! >.<
Heiji, Aaron Kazuha: Alla prossimaaa! :D

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Capitolo 7
*** Primo enigma da risolvere: se non fosse stato per Yuno... ***


Salve a tutti!!! Scusate il ritardo... Ma avevo il computer in riparazione!! xD Godetevi la storia!!! Ci sarà l'approfondimento di un personaggio già comparso nella storia... Ma penso che dal titolo si capisca... xD

Erano già tutti tornati nella sala del ricevimento quando iniziarono ad ispezionare la stanza.
-          Ma dove cavolo l’ha messo quell’indizio…
Gli invitati erano tutti alla ricerca di un foglietto o di un biglietto, ma gli unici che erano rimasti imbambolati sulla porta a fissare altrove erano Heiji e Aaron. Le difficoltà erano già arrivate… Non sarebbe stato facile trovare l’indizio. Kazuha diede uno strattone ad entrambi, incitandoli nervosa a cercare insieme a loro la traccia, ma i due, per la prima volta senza rabbia, si guardarono negli occhi e dissero all’amica:
-          Kazuha, secondo noi l’indizio non è su un foglio di carta.
-          Eh..? Ma di che state parlando?! L’indizio DEVE essere su un foglio di carta!! Senno non si sarebbe trattato di un enigma!
Kazuha era troppo nervosa per pensare. Così, dopo essersi resa conto di essersela presa per niente, contò fino a dieci per tranquillizzarsi e poi continuò la frase.
-          Ok.. Ok.. Effettivamente qui i detective siete voi… E quale sarebbe allora l’indizio?
-          Lo stiamo ancora cercando.
-          Cosa?! Detective dei miei stivali… Nemmeno a trovare un indizio siete cap…
Kazuha contò di nuovo fino a dieci.
-          Ah… Scusatemi, è che sono un po’ agitata!..
Aaron e Heiji si guardarono nello stesso momento con un espressione rassegnata: si vedeva da un miglio che era preoccupata…
-          Non ti preoccupare… Ci siamo qua noi.
-          Grazie, Aaron…
-          Ehm ehm!!! Non perdiamo tempo!!! Cerchiamo quest’indizio!!!
Heiji, vedendo Kazuha sorridere e ringraziare dolcemente il suo acerrimo nemico, si alterò non poco e così ricordò a entrambi per quale motivo erano lì. Lei annuì motivata e si mise a cercare altrove, mentre i due detective liceali guardavano la stanza.
-          E’ difficile ricordare come fossero disposti i mobili prima di andare sul ponte… E poi non vedo niente di nuovo qui…
-          Io mi ricordo perfettamente com’era questa stanza prima di andarcene.
La signorina Yuno Nakano, giovanissima anche lei, stava ascoltando casualmente la conversazione tra i due.
-          Co… Cosa?! Come puoi ricordartene?!
-          Sin da bambina possiedo la memoria eidetica.
-          La memoria… eideche?
-          Con memoria eidetica si intende un particolare tipo di memoria, nello specifico una variante della memoria fotografica o visiva, da cui si distingue per la comparsa immediata di un'immagine mentale successiva all'esposizione visiva di un oggetto. Quindi, ricordo perfettamente come erano disposti i mobili in questa stanza. Inoltre,  credo di aver notato qualcosa che in questa sala prima non c’era.
-          E che aspetti a dircelo?!
-          Scusate. Non ne ero sicura. La mia memoria, nonostante sia incredibilmente utile, ha un piccolo handicap. Infatti, le ce vuole del tempo per focalizzare per bene la scena, quindi non posso dare informazioni sicure istantaneamente.  Ma ora ne ho la certezza. Là, quel quadro, non è lo stesso di prima. Cioè, la raffigurazione è la stessa, ma c’è un dettaglio in più.
La signorina, senza mostrare nessuna espressione in particolare, indicò con il dito indice il quadro in fondo alla stanza. Heiji e Aaron iniziarono a correre verso il dipinto e, arrivati lì, si voltarono per vedere se Yuno era dietro di loro: la ragazza, lentamente, stava ancora attraversando la stanza, come se stesse facendo una passeggiata.
-          Sbrigati Yuno! Non abbiamo tutto il tempo del mondo!
-          Guarda che vi state sbagliando. Il quadro è quell’altro.
-          Oh… Ops… Ehm… Ma almeno mi hai ascoltato!? … Comunque sbrigati!
-          Arrivo.
La ragazza ci impiegò un altro minuto buono per arrivare in quel punto della sala. I detective, veramente infastiditi dal comportamento indifferente della ragazza, stavano cercando di trattenere la loro rabbia, perché solo lei poteva aiutarli in quel momento. La ragazza indicò il quadro per la seconda volta: era un dipinto di una nave.
-          Vedete, proprio qui.
La ragazza fece notare ai detective un piccolo segno rosso dove c’era disegnata la stiva. Un segno veramente particolare. Assomigliava a una nuvoletta.
-          Boom…
Yuno stava fissando il quadro mentre disse quella parola.
-          B… Boom?
-          Sì. Boom. La nave farà questo se non ci sbrighiamo.
-          C… Cosa?!
-          Sì. Boom.
Non si sapeva se la ragazza di ghiaccio scherzava o faceva sul serio. Ma dalla sua espressione, non traspariva niente. Heiji e Aaron si precipitarono nella stiva, seguiti dagli invitati e da Kazuha, per vedere se quello fosse veramente l’indizio. Ovviamente, la stanza in questione era chiusa a chiave. In quel momento, gli invitati iniziarono ad alterarsi e a delirare, credendo ormai di essere spacciati, ma Kazuha, stufa della situazione in cui si trovavano, disse:
-          Signori… Per favore allontanatevi.
Nessuno ascoltò la ragazza.
-          S… Signori???
E anche questa volta nessuno ascoltò, nemmeno Heiji. *Boom!!!* Il pugno di Kazuha colpì il disattento ragazzo, che volò davanti il portone della stiva.
-          KAZUHAAA!!! SEI PROPRIO PAZZAAA!!!
-          Non mi stavi ascoltando, e in qualche modo dovevo attirare la vostra attenzione, no?
-          MA PERCHE’ MI HAI COLPITO!?!?
-          Perché così è più divertente!!! Ahahah!!!
-          TU SEI PROPRIO PAZZAAA!!! PAZZA, RIPETO!!!
-          Pazza, ma forte.
L’ultima affermazione venne fatta da Yuno, che aveva appena raggiunto gli altri. Con quell’ultima frase, la mente di Heiji improvvisamente si illuminò.
-          … KAZUHA! Sfascia la porta!!!
-          Wow!.. Finalmente ci sei arrivato!!!
Kazuha allegra si avvicinò alla porta, ormai libera, e diede un calcio violentissimo sulla maniglia, che saltò in aria colpendo di striscio Heiji, che impallidì. Gli ospiti impallidirono a sua volta, e Kazuha con un dolce sorriso invitò tutti ad entrare. Ovviamente, l’unica che non era rimasta colpita dalla forza della ragazza era Yuno, che, stranamente, fu la prima ad entrare nella stanza. Heiji la seguì insieme a Kazuha e Aaron, che era rimasto incantato dal lato aggressivo della ragazza, e appena entrati videro qualcosa che non si sarebbero mai aspettati: dei pupazzi.
-          P… Pupazzi di… peluche?
-          Che diavolo significa?!
-          Non lo so…
Improvvisamente a Yuno le si illuminarono gli occhi. Si abbassò lentamente, guardò fissa un peluche rosa e lo prese in mano.
-          Morbido.
-          Allora anche lei ha dei sentimenti in fondo…
Yuno si mise a giocherellare con il pupazzetto, mentre il gruppo di ragazzi la guardava divertito e, per un momento, dimenticò la situazione in cui si trovavano. La ragazza assomigliava così tanto ad un bambino a cui era stato regalato un nuovo giocattolo… Ed era felice, almeno credo. Però, dopo aver stretto il peluche a sé, improvvisamente riprese la sua compostezza e, mentre si voltò verso gli altri, per la prima volta sul suo volto, si intravide un sentimento, che non dava a mostrare niente di buono: quel volto, preoccupato e infantile allo stesso tempo, guardava impietosito il gruppo di ragazzi.
-          Il delfino rosa fa tic tac…
-          Eh!?
Yuno ritrovò la sua impassibilità.
-          Dentro questo delfino c’è una bomba. La bomba di cui vi parlavo prima. Qualcuno è capace di disinnescare una bomba?
Gli invitati iniziarono a delirare, e qualcuno urlò:
-          E chi vuoi che ne sia capace?
-          Beh… Io sì…
Heiji alzò timidamente la mano. Kazuha, con una forte spinta, lanciò il ragazzo verso Yuno, che teneva ancora in mano il peluche.
-          Allora che aspetti?! Disinnesca questa bomba!!
-          Non è così semplice! E poi quanto tempo mi resta?
-          Aspetta un secondo.
Yuno stava estraendo delicatamente la bomba da pupazzo quando Aaron, vedendo il tempo che gli rimaneva prima che la bomba esplodesse, impallidì per la seconda volta.
-          Mancano solo 5 minuti e 54 secondi…
-          COSAAAAAAAAA!?!?
 


Allora.... Vi è piaciuta la storia??? ^^ Spero di sì... La conclusione è un po'... Emh... Insomma... Ti lascia sulle spine... Ma presto scoprirete cosa succede!!! >.< Non potete immaginarvi cosa succederà... Ihihih!!! *Malvagia* Alla prossimaaa!!! Love love <3

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Capitolo 8
*** Scampati al primo pericolo... E ora? ***


Ciao lettori!!! Diversamente dal solito, ho finito l'ottavo capitolo molto velocemente (Ne sono sorpresa pure io... O.O) E' abbastanza corto a differenza degli altri... Ma non mancano la tensione e le perversioni di Heiji!! xD Non posso continuare a parlare con voi perché finirei di dirvi cosa succede in questo capitolo... Quiindi ci si vede a fine pagina! =D


-          COSAAAAAAAAA!?!?
-          Sì!!! SBRIGATI HEIJI!!!
-          NON POTRO’ MAI FARCELA IN TEMPO!!! PER QUESTO TIPO DI BOMBA MI CI VOGLIONO ALMENO QUINDICI MINUTI!!!
-          E TU DEVI RIUSCIRCI IN CINQUE MINUTI E 4… NO 3… 2 SECON… 1 SECONDO!
-          SMETTETELAAAAA!!!
La potente voce di Kazuha echeggiò nella stanza e un silenzio di tomba cadde sulla nave. Kazuha prese Yuno per mano e prese dalle mani di Aaron la bomba.
-          Yuno! Vieni con me!
-          Ah… S… Sì…
Kazuha e Yuno iniziarono a correre per i corridoi della nave, lasciando Heiji e Aaron imbambolati sulla stiva. Purtroppo Yuno, non essendo molto veloce, continuava ad inciampare sui gradini delle scale e Kazuha, notando che il tempo ormai era arrivato a circa quattro minuti, la caricò sulle spalle e iniziò a correre più veloce di prima.
-          K… Kazuha ma che stai…?!
-          Zitta e cerca di diventare più leggera!!!
-          E’ fisicamente impossibile che io possa diventare più leggera, dato che la massa non cambia ed è influenzata dalla forza di gravit…
-          LA LEZIONE DI FISICA ME LA FAI DOPO, OK?!
-          O…k.
Kazuha riuscì a raggiungere il ponte solo dopo due minuti. Beh… Un nuovo record. Fece un profondo respiro, buttò fuori l’aria e riportò dritta la schiena. Yuno, dopo essersi aggiustata il vestito, guardò la ragazza per un po’, per poi chiedergli:
-          Kazuha, ora che siamo arrivate quassù, cosa hai intenzione di fare?
Kazuha si voltò verso di lei grondante di sudore e con uno sguardo demoniaco.
-          M… MI… SERV… SERVE IL TU… TUO AIUTO… …. DEVI… CALCOL… CALCOLARE IL PUNT… PUNTO PIU’ ALTO… DELLA… NAVE…
-          Oh… Solo questo?
-          … SI’…
-          Ok. Non so cosa tu voglia fare, ma sarà facile.
Yuno iniziò ad ispezionare il ponte con uno sguardo profondo, e dopo trentadue secondi esatti, indicò con il dito indice un punto della nave. Kazuha, anche se senza fiato, riprese la corsa e si arrampicò con la bomba in mano dove la strana ragazza le aveva indicato. Yuno, che aveva ormai capito il suo piano, le gridò preoccupata:
-          Kazuha!!! Non potrai mai lanciare la bomba così in alto da far in modo che l’esplosione non coinvolga la nave!
-          T… TU NON… MI CONOSCI!!!
In quel momento Heiji e Aaron arrivarono sul ponte e, vedendo Kazuha con la bomba in mano, ad entrambi il sangue si congelò all’istante. I due detective spalancarono gli occhi increduli e iniziarono a tremare, quando all’improvviso Heiji, nonostante il fiato corto, iniziò a correre preoccupato verso Kazuha, seguito da Aaron che, però, venne fermato da Yuno.
-          Per favore. Resta qui. Per la prima volta nella mia vita, sto provando paura.
-          Ma Kazuha…
-          Per favore…
Una lacrima segnò il bel viso di Yuno e Aaron non riuscì ad abbandonarla. Vedendo un’altra lacrima scendere dal suo volto, il ragazzo cinse le sue possenti braccia attorno all’esile corpo della ragazza, mentre guardava Heiji correre al massimo delle sue forze. Il detective di Osaka però cadde a terra e, non riuscendo a rialzarsi, con le ultime forze che gli rimanevano in corpo, gridò:
-          KAZUHAAAAAAAAAAAAA!!!
La ragazza sentì le grida del ragazzo e si voltò verso di lui: stava piangendo. Le lacrime di Heiji fecero sussultare il cuore della ragazza, che però non rinunciò al suo piano. Con le lacrime agli occhi anche lei, a 5 secondi dall’esplosione, con un calcio di una forza smisurata, lanciò la bomba in aria e, raggiunta un’altezza incredibile, quella esplose.
*BOOOOOOOOM!!!*
Aaron fece cadere Yuno a terra e la protesse con il suo corpo. L’energia causata dall’esplosione della bomba vece tremare tutta la nave e Kazuha, coinvolta più di tutti nell’esplosione, perse l’equilibrio e cadde dall’altura su cui si era arrampicata con tanta fatica. Si sentì un urlo fortissimo echeggiare sull’oceano, seguito subito dopo da un altro.
-          HEIJIIIIII!!!
-          KAZUHAAAA!!!
Il ragazzo ricominciò a correre verso il punto in cui la ragazza stava precipitando e, con una velocità mostruosa, si tuffò in aria per riprendere al volo la ragazza. Per loro fortuna, fece appena in tempo.  Kazuha stava tra le braccia di Heiji, a mo’ di principessa, e stringeva stretta a sé la cravatta che egli stessa aveva annodato con cura. La ragazza stava piangendo, e le lacrime le stavano rovinando tutto il trucco. Heiji, che non aveva ancora realizzato ciò che era accaduto, non mostrava nessuna espressione particolare. Kazuha non voleva staccarsi dal corpo del ragazzo, voleva rimanere per sempre in quella posizione e, stranamente, lei non aspettava altro che lui la rimproverasse, così cercò di farlo parlare.
-          Heiji… Scusami…
-          Bianche…
-          Eh..? Che cosa...?
-          LE TUE MUTANDE SONO BIANCHEEE!!!
-          EEEHHHHHHHH!?!? COME HAI OSATO GUARDARMI LE MUTANDE!?!?
-          E TU COME HAI OSATO FARE QUEL GESTO COSI’ AZZARDATO?!?!?!? SE NON FOSSE STATO PER ME SARESTI MORTAAAA!!! E POI LE TUE MUTANDE SONO BIANCHE!!! BIANCHEEE!!!
-          PERVERTITOOO!!! HO FATTO QUESTO SOLO PER PROTEGGERE VOI IMBECILLI!!!
-          BIANCHEEEEEEE!!!!
-          TI HO DETTO CH…
-          BIANCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
Heiji in realtà non voleva veramente sgridare Kazuha. In fondo, era solo grazie a lei che erano ancora tutti vivi. Ma doveva comunque buttare via tutta la tensione che si era creata in quei cinque secondi in cui Kazuha precipitava da un altezza non definita, e quindi aveva deciso di sfogarla sul colore delle mutande di Kazuha. Continuava ad urlare “Biancheee!!!” come un pazzo, con Kazuha che piano piano diventava sempre più rossa e imbarazzata.
-          SMETTILA HEIJI!!!
-          BIANCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
Aaron, che da lontano riusciva a sentire le urla dei due, si stava dirigendo verso la strana coppia tenendo Yuno per mano. Quando finalmente l’australiano riuscì a capire cosa aveva visto Heiji, iniziò a sclerare insieme all’altro detective.
-          Tu hai visto cosa?!?!?!
-          BIANCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
-          Come hai osato guardare le sue…
-          BIANCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
-          Pervertitooooo!!!
-          Ora basta ragazzi.
Yuno, sempre con indifferenza, interruppe la strana scena per avvertire la presenza degli altri ospiti, appena arrivati sul ponte in seguito all’esplosione della bomba. Erano tutti preoccupati per le condizioni fisiche di Kazuha, ma lei cercava di tenerli lontani da sé, dato che in fondo non si era ferita affatto. Ormai il clima che si respirava non era più di tensione e paura, ma di sollievo e serenità: in fondo, insieme ce la potevano fare. Però questo clima durò poco… Se vogliamo essere precisi, fino a quando l’altoparlante non suonò di nuovo.
-          Allora ce l’avete fatta veramente… Che modo strano per impedire un’esplosione… Ma sono colpito. Lo devo ammettere. Per aver risolto questo enigma in un così breve periodo di tempo, vi ricompenserò…
-          Aspetta! Avevi detto che per ogni enigma ci sarebbe stato un giorno di tempo! E invece, quando abbiamo trovato la bomba, erano passati solo quaranta minuti e l’esplosivo era già attivato! Perché?!
-          La bomba è stata attivata quando siete riusciti a sfondare la porta. Voi per trovare l’indizio avevate un giorno di tempo, ma ci avete impiegato molto di meno. E’ per questo che i tempi si sono accorciati. L’esplosivo sarebbe saltato in aria dopo dieci minuti dall’attivazione, ed è solo per colpa vostra se è esploso prima del previsto. Comunque, per oggi può bastare. Ormai è tardi, potete tornare nelle vostre cabine a dormire. E non vi preoccupate! Non vi giocherò nessuno scherzo mentre dormite. In fondo, io sono un tipo onesto… Domani sarà servita la colazione alle otto e mezza al salone del ricevimento, e vedete di essere puntuali. Buona notte.
Un ultimo “Din Don” chiuse la chiamata con il nemico. In quel momento qualcuno proveniente dalla piccola folla di persone, terrorizzato dall’idea di tornare in camera da solo, decise di enunciare una sua idea.
-          Ehi, ragazzi… Anche se il pazzo che ci ha rinchiusi qui ci ha detto che non ci sono problemi per questa notte, io non mi fido affatto… Che ne dite se ci dividiamo in coppie da due per questa notte?
-          Ottima idea!!
-          Sì sì! Sono d’accordissimo!
-          Devo dire che come proposta non è male ma… Come ci possiamo dividere?
-          IO CON KAZUHA!
Heiji e Aaron erano perfettamente sincronizzati, come se si fossero preparati le battute prima.
-          PERCHE’ TU DOVRESTI STARE CON KAZUHA?! … E SMETTILA DI COPIARMI! … HO DETTO SMETTILAAA!!!
-          Smettetela voi!!! Dovrò scegliere IO con chi stare, no?!
-          CON MEEE!!!
-          Ora bastaaa!!!
Ed ecco un altro siparietto comico aprirsi dinnanzi agli ospiti che, stupiti dalla loro stupidità, ridacchiavano divertiti dalla scena. Ora, miei cari lettori, se pensate che trovare colui che minaccia i nostri detective sia una missione impossibile, aspettate di scoprire quanto lo sarà convincere uno di quei due a lasciare Kazuha all’altro…


Eccomi di nuovo qui!.. Allora... Da dove comincio? Ah!.. Sìsì! U.U Per placare la curiosità dei lettori, Kazuha aveva intenzione di mettere le mutande con i fiorellini, ma dopo quello spiacevole incidente è stata contenta di aver indossato quelle bianche..! Anche se Heiji è rimasto deluso...
Heiji-Kazuha: E TU COME SAI TUTTE QUESTE COSE?!
Io: Ovvio... Io sono la scrittrice, quindo so tutto di voi...
Heiji: Questa cosa è spaventosa...
Io: Posso essere ancora più spaventosa... Lo sai che posso leggerti nel cervello?
Heji: Sono un detective! E' impossibile che possa credere a queste cos...
Io: Kazuha.
Heiji: E... EH?
Io: Stai pensando a Kazuha!
Heiji: E tu come...! Non dirmi che... SEI UNA STREGAAA!!!
Io: E' corso via...
Kazuha: Stava veramente... Pensando a me?
Io: Mah... Chi lo sa... (Teniamola all'oscuro di tutto... Deve scoprirlo SOLAMENTE da Heiji...) Ma... VOI CHE CI FATE IN CAMERA MIAAA!?!?!?
Kazuha: Una piccola visita! Ti abbiamo portato anche i dolci!
Io: Dolci... DOLCI... ... ... ... NON TENTARE DI DISTRARMI!!!
Kazuha: Ahahah! Ma è così divertente!!!
.........................................................................
Ok... Ora vi devo proprio salutare... Devo fare.... Una cosa urgente *Bocca sporca di cioccolata*... Alla prossima!!! =D

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Capitolo 9
*** Terrore in balia de mare! Inizia la seconda sfida! ***


Salve gente! Per prima cosa, mi scuso veramente per il mio ritardo nel pubblicare la fic *Si inginocchia* ma ho avuto otto verifiche queste due settimane! T.T Vi dico subito che in alcuni pezzi ci capirete poco, ma spero comunque che vi piaccia! ^^ CI vediamo a fine capitolo!!! Ora vi lascio leggere!!! :D


I gruppi per la notte erano già stati decisi, anche se Heiji e Aaron continuavano a brontolarsi con gli altri riguardo il loro gruppo. Beh… In realtà non c’era niente di cui lamentarsi, dato che entrambi erano in gruppo con Kazuha, ma il problema era proprio che anche loro due erano stati messi nella stessa squadra. E nello stesso gruppo dei tre ragazzi, c’era anche la piccola Yuno che, un po’ spaesata, si nascondeva dietro la schiena di Aaron. Formavano veramente una strana squadra, ma poteva funzionare. Però starete sicuramente pensando: ma le coppie non dovevano essere da due? Beh… In realtà Yuno e Kazuha erano un solo gruppo, ma, sapendo che Aaron e Heiji non sarebbero riusciti a stare da soli senza uccidersi a vicenda, per la loro squadra hanno fatto un’eccezione… E ora che i gruppi erano stati fatti, potevano andare tutti a dormire. Il gruppo B, che era quello formato dai giovani detective, si era trattenuto nella camera di Yuno, molto più spaziosa e lussuosa. Kazuha e Yuno avrebbero dormito nel letto matrimoniale, e Heiji e Aaron sarebbero stati costretti dalle ragazze a dormire sopra una coperta stesa sul pavimento. Tutto procedeva bene. Fino a che non sarebbe arrivata la mezzanotte, i quattro si sarebbero distratti con alcuni strani giochi ma, quando l’orologio stava rintoccando solamente le undici, Yuno stava iniziando ad addormentarsi sulle gambe di Aaron che, un po’ imbarazzato, le grattava la testa. Quindi, in quel momento, Heiji e Kazuha decisero che era il momento di andare a dormire e, se fosse successo qualcosa, Kazuha aveva già preparato un manico da scopa vicino al letto. Yuno teneva degli aghetti sul comodino, anche se nessuno sapeva il perché, e Aaron e Heiji, in caso di attacco, avrebbero lottato a mani nude. Ormai tutti dormivano nella nave, e non si sentiva nemmeno il minimo rumore. Passarono, cullate dalle onde del mare, alcune ore e, al risveglio, nessuno era stato attaccato. Kazuha, che aveva buttato giù dal letto Yuno durante il sonno, si ritrovò appoggiata sulla coscia seminuda la mano di Heiji, e il povero ragazzo, incosciente del gesto che aveva fatto, finì sulla parete della stanza a causa di una bastonata violentissima della ragazza. Yuno, svegliata dal grande trambusto, era finita sopra Aaron, che la stava stringendo a sé. Infatti l’australiano, pensando fosse la sua amata Kazuha, stava quasi per baciarla ma, dopo aver realizzato che non era la ragazza che immaginava, divenne rosso come un  pomodoro e implorò a Yuno di scusarlo. Ovviamente Yuno, che non capiva cosa c’era di male nel gesto che stava per fare, lo scusò immediatamente, e dopo aver chiarito i malintesi si recarono nel salone del ricevimento per la colazione. Fu un risveglio tranquillo, e anche gli altri ospiti la pensavano nello stesso modo. Sorprendentemente, quando tutti arrivarono nel salone, la colazione era stata veramente preparata e servita ai tavoli, che erano stati numerati a seconda della squadra, e anche se con un po’ di contrarietà gli ospiti si diressero verso i loro posti e iniziarono a mangiare con cautela. Come il bombardiere abbia saputo della divisione a squadre rimane ancora un mistero, ma la cosa certa è che quella colazione fu la cosa più bella degli ultimi giorni. Heiji e Kazuha, quando videro nei loro piatti un cornetto ai frutti di bosco e un tortino di mele (Vedi primo capitolo!), iniziarono a ridere come imbecilli, ma quella risata fu l’ultima della giornata. Infatti, finito di mangiare, quell’agghiacciante “Din Don!” echeggiò nuovamente per la nave e subito dopo la voce modificata dell’attentatore sì udì per la terza volta in quei due giorni passati sulla nave.
-          Salve mie care pedine… Avete gradito la colazione? Beh… Non c’è bisogno che voi rispondiate, l’importante è che voi ora siate a stomaco pieno, dato che perché la prossima sfida sarà al quanto impegnativa…
-          Che cosa intendi dire?!
-          Naturalmente, come nelle altre sfide, ci saranno degli enigmi da risolvere ma, diversamente dalla prova di ieri, ci saranno alcuni che dovranno trattenersi qui…
-          E perché?!?!
-          Beh… Se vuoi proprio saperlo…
In quel momento dalla porta principale entrarono un gruppo di persone vestite di nero che presero con loro alcuni ospiti. Kazuha si precipitò verso i rapiti per salvarli, ma venne fermata da Aaron e Heiji.
-          Chi avrà il coraggio di fronteggiare questi miei cari amici?
-          M… Ma sei impazzito?!
-          Beh… Qualcuno deve pur salvare questi ospiti mentre qualcun altro va a cercare l’indizio dell’enigma nella stanza 666…
-          Heiji, Aaron e voi altri!!! Andate tutti insieme nella stanza 666!!! Più si è, meglio è!!!
La voce di Kazuha rimbombò in tutta la sala: era ovvio che voleva fronteggiare i nemici da sola. Heiji e Aaron, dopo un attimo di insicurezza, acconsentirono la richiesta di Kazuha e si diressero nel luogo indicato. Yuno, che era rimasta lì impalata, stava tirando fuori dalla tasca quegli aghetti che aveva messo sul comodino la sera prima, quando Kazuha le urlò di andare via. La strana ragazza, che non stava ascoltando minimamente l’altra, prese tra le dita delicate uno di quegli spilli e lo lanciò violentemente verso uno dei tizi in nero. Questo, dopo aver sussultato, cadde al suolo paralizzato. Tutti guardarono la ragazza con sorpresa, dato che non si sarebbero mai immaginati tanta forza da lei, e Yuno, sapendo cosa stavano pensando, chiarì i dubbi:
-          Sono un’esperta di freccette. La mia precisione millimetrica è invidiata in tutto il mondo. Inoltre grazie alla mia memoria eidetica, so perfettamente quali sono i punti del corpo in cui, se viene applicata una pressione elevata, il fisico si può paralizzare.  L’unico problema è che sono debole in difesa quindi, Kazuha, ti prego di proteggermi.
-          O… Ok… Penso…
-          Allora battiamoci, ragazza con la forza mostruosa.
-          … Sì!!! METTIAMOCI IL CENTODIECI PER CENTOOO!!!
-          Allora, se sei pronta, io dico di iniziare… Tre, due, uno… All’attacco!


......................................................................

Bene... Questo lato di Yuno nemmeno io l'avevo previsto... Quella ragazza NON E' NORMALE! O.o Allora è una mia amica se entrambe siamo strane!!! *Fa facce buffe* :P Inoltre... HEIJI E AARON! NON VI RICORDAVO COSI' MANIACI!!!
Heiji e Aaron: Me se sei stata tu a farci fare quelle cose dato che sei tu che scrivi la fic... -_-
Io: Ma io lo scrivo perché voi lo fate!!! U.U
Heiji e Aaron: E... EH?!?!?
Io: Anche se io non avessi scritto quelle cose, Aaron avrebbe cercato comunque di baciare Kazuha e tu l'avresti toccata comunque! U.U
Heiji: Ma io l'ho toccata solo per sbaglio...
Io: NON CI SONO GIUSTIFICAZIONI PER QUELLO CHE HAI FATTO!!!
Heiji:... Scusa.
Io: Beh... Dopo questa piccola discussione su chi ha fatto cosa, vi saluto con un grandissimo abbraccio!!! :3 Ciao!!! E ciao anche da parte di Kazuha!!!
Heiji e Aaron: K... Kazuha!?
Io: Maniaci.... -_-
 

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Capitolo 10
*** ... E ora che si fa!? ***


Ciao gente!!! :D Questa volta sono stata veloce ad aggiornare, vero? U.U *SI sente realizzata* Ma non vi spaventate troppo! Sicuramente il prossimo capitolo verrà pubblicato tra due settimane! xD Comunque, ora che mi ci è caduto l'occhio, in questo periodo la fic è diventata più poliziesca che sentimentale... Dovrò provvedere pure a questo! ^^" Ora però vi lascio leggere! Buona lettura! :)


Heiji e Aaron correvano per gli ampi corridoi della nave ad una velocità mostruosa, seguiti subito dopo dagli altri ospiti che, stancati dal lungo percorso, iniziavano a rallentare il passo. Anche i due detective liceali erano esausti, ma la voglia di tornare il prima possibile da Kazuha dava loro la forza di correre ancora. E con questo pensiero fisso in mente, arrivarono dopo solo otto minuti davanti alla stanza indicata dal malvivente, la camera numero 666. Quella cifra… Il numero del diavolo, giusto? Che coincidenza… Nessuna cifra poteva rallegrare l’ambiente più di quella. Dopo aver atteso qualche secondo per riprendere fiato, Heiji, con la mano serrata, sferrò un pugno micidiale verso la porta per tentare di sfondarla, e cosa accadde dopo è prevedibile. Sì sentì un “Crack!” fortissimo, e il detective iniziò a contorcersi dal dolore. Aaron, divertito, tentò di buttare giù la porta a sua volta, ma i risultati furono come i precedenti…
-          Ahi!!! Che doloreee!!!
-          A chi lo dici!!!
-          *Inserire password* *Inserire password*
-          … EH?
Improvvisamente si sentì una voce elettronica provenire da un dispositivo sulla porta, che continuava a ripetere le stesse parole.
-          *Inserire password* *Inserire password*
-          E adesso ci mancava solo la password!!
-          Come facciamo ora?! Non abbiamo uno straccio di indizio!!
-          E voi sareste dei detective!? Non siete capaci a fare nulla!! Finora hanno fatto tutto solo quelle due ragazze assieme a voi!!
Gli ospiti venuti insieme ai giovani cominciarono a brontolarsi della poca esperienza dei due che, innervositi, stavano per perdere la ragione. Per loro fortuna, quella poca calma fu ripristinata dall’arrivo di un altro messaggio sonoro.
-          *Passati cinque minuti! Passati cinque minuti! E’ tempo di indizio! E’ tempo di indizio!*
-          I… I… INDIZIO!? NON CE LO POTEVI DIRE CINQUE MINUTI FA!?
-          *Indizio numero uno! Indizio numero uno! “La password si trova su questa nave”! Ripeto, “la password si trova su questa nave”!*
-          … MA CHE RAZZA DI INDIZIO E’!?!?
Purtroppo Aaron era completamente andato. Non riusciva più a sopportare quel clima di pura confusione, e il suo cervello stava per fondersi… *Boom!* Ed ecco che il maturo Heiji, con la delicatezza di Kazuha, colpì Aaron sulla croce degli occhi, facendo volare via il nostro australiano preferito.
-          Ma… MA CHE RAZZA TI E’ PRESO!?
-          Niente… Me l’ha insegnato Kazuha… A forza di prenderle, ho imparato qualcosa…
-          MA PERCHE’ MI HAI COLPITO!?
-          Ti ho colpito perché eri impazzito!!! Devi riprenderti!!! Bisogna avere la mete lucida se vogliamo risolvere questo enigma!
-          … Hai ragione, scusami… E’ che il sapere che Kazuha è laggiù a rischiare la propria vita mi agita…
-          E credi che io non sia preoccupato!? Lo sono, e anche tanto!!! Però mi fido di lei, quindi non perdiamo tempo a preoccuparci inutilmente!..
-          Sì, hai ragione… E poi noi possiamo contare sull’aiuto di una macchina umana!.. Eh..? Aspetta… Ora che me lo fai notare… Dov’è Yuno?!
-          Oh cavoli… Deve essere rimasta indietro!!!
-          Oh no! YUNO, VENGO A SALVARTI IO!..
Aaron partì alla velocità della luce all’inseguimento di Yuno, senza pensare minimamente al povero Heiji, rimasto in balia degli ospiti infuriati. Il ragazzo, ormai costretto a trovare la password da solo, iniziò a pensare alle possibili opzioni.
-          *Passati dieci minuti! Passati dieci minuti! E’ tempo di indizio! E’ tempo di indizio!*
-          … E quale sarebbe?
-          *Indizio numero due! Indizio numero due! “La password è sul libro”! Ripeto, “la password è sul libro”!
-          Libro? Libro… AH! QUEL LIBRO!
-          Cosa?! Hai capito qual è la password?!
-          Beh… Non esattamente, ma sono su una buona pista!
-          E… Quale sarebbe?
-          Non vi ricordate dove ci troviamo? Siamo sulla ricostruzione del Virginian, un piroscafo che in realtà non è mai esistito. La storia di questa nave viene raccontata nel libro “Novecento”, di cui parlava l’altro giorno Kazuha alla centrale. Mi pare fosse un libro di uno scrittore italiano… Io non sono un esperto, ma forse la nostra qui presente signora Celie saprà dirci qualcosa… Signora, lei è una critica di film, giusto?
-          Oui… Ma je ne comprende pas a cosa potrebbe servire…
-          Bene, dopo esser tornato a casa dalla centrale ho fatto delle ricerche su quel libro, e ho scoperto che ne è stato tratto un film che si chiama “La leggenda del pianista sull’oceano”, che volevo vedere appena tornato dalla crociera… Per caso lei l’ha mai visto?
-          Oh! Oui oui! Era un film magnifique! Lo ricordo perfettamente!
-          Benissimo! Aspettiamo il prossimo indizio, così potremo ristringere ancora di più il campo…
-          *Passati quindici minuti! Passati quindici minuti! E’ tempo di indizio! E’ tempo di indizio!*
-          Ok… Ora sapremo definitivamente se ciò che abbiamo pensato è giusto…
-          *Ultimo indizio! Ultimo indizio! “La password è nel nome del pianista”! Ripeto, “la password è nel nome del pianista”!*
-          Signora! Qual era il nome del pianista in questione?!
-          Ehm… Si chiamava Danny Boodman T. D. Lemon Novecento…
-          COSA?! E che razza di nome è?!...
-          Troppo lungo da spiegare…
-          Ok… Provo a scrivere tutto il nome…
Heiji stava preparando il dito indice per digitare lo strano nome del pianista, quando si accorse di una cosa che di certo non migliorava le cose.
-          Ma questa è una password numerica!
-          EH!?!?!? E ora cosa si fa!?
-          Aspetta… Danny Boodman T. D. Lemon NOVECENTO… Hm… Ah! Ci sono! Provo a digitare novecento come cifra…
Il dito tremolante di Heiji compose le tre cifre in ordine e, infine, pigiò il tasto di conferma. Heiji, per la paura che in caso di risposta errata esplodesse un’altra bomba, chiuse fortemente gli occhi, ma, per loro grande fortuna, la macchina emise un suono che sembrava promettere bene.
-          *Din Din Din! Risposta esatta! Apertura porta! Apertura porta!*
-          Evviva!!!
La serratura della porta fece uno scatto, e il detective poté finalmente entrare nella stanza. Inoltre, ora che aveva risolto l’enigma, era ancora più vicino nel tornare da Kazuha. Quando attraversò la soglia della porta, Heiji si immaginava chissà quale nuova sorpresa e, invece, notò che in quella stanza non c’era nulla di strano, a parte la serratura diversa. Però Heiji, per essere più cauto, chiese agli ospiti di ispezionare la stanza insieme a lui, per evitare qualche incidente. Gli ospiti ovviamente acconsentirono, e si scusarono con lui per averlo messo sotto pressione poco tempo prima, trovando scuse come “Avevo paura…” o “Pensavo che non ce l’avremmo fatta…”. Ora l’aria era tornata meno pesante, ma quel clima di benessere venne interrotto da Aaron, che tornò dagli altri col fiato sul collo.
-          HEIJI!!!!!!!!! YUNO… IO… PAURA… ICEBERG… PATATINE FRITTE… FAME… TITANIC… ???
-          Ehi… Aaron… Hai sbattuto la testa da qualche parte?
-          Scusa è che… Io… Non so… Yuno… Kazuha… Ricevimento… Sparizione… Patatine fritte… Titanic… Iceberg…
-          COSA!?!?!?!? SPIEGATI MEGLIO!!! COSA C’ENTRANO ADESSO LE PATATINE FRITTE, L’ICEBERG E IL TITANIC?!?!?! E COSA E’ SUCCESSO A KAZUHA E YUNO?!?!
-          Io… Cioè… Loro due… Non sono più nella stanza del ricevimento!!! L’ho cercate in quasi tutta la nave, ma non le ho trovate!!!
-          COSAAAAAAAAAAAA!?!?!?!?
-          AH!... E le patatine, l’iceberg e il Titanic non c’entrano nulla!!!
-          ADESSO QUESTA E’ LA COSA MENO IMPORTANTE RAZZA DI DEFICIENTE! KAZUHA E YUNO POSSONO ESSERE STATE RAPITE DA QUEL PAZZO BOMBARDIERE!
-          Lo so!!! Qui bisogna fare qualcosa!!!
-          E CHE ASPETTIAMO?!?!?! TORNIAMO NELLA SALA DEL RICEVIMENTO!!!
-          Ma se ti ho appena detto che NON CI SONO!!!
-          Sì, ma forse Kazuha o Yuno ci hanno lasciato qualche indizio!!!
-          Ehm… Garçons… Nous possiamo continuare qui… Vous potete andare…
-          AH! Grazie Celie!..
-          ALLORA!? CHE ASPETTI!? CORRI!!
-          ARRIVOOOOOOOOOOOOOOO!!!

.....................................................................

Uhuh! U.U Questo capitolo è un po' incasinato, vero? xD Personalmente, adoro Aaron versione imbranata! E' così carino!
Aaron: C...Carino?!
Io: Sì! Sei carino! Sei dolce! 
Aaron: ....
Io: Guarda che sono tutti complimenti! U.U Potresti almeno dire grazie dato che non ne riceverai più!
Aaron: NON SONO COMPLIMENTI! COSI' MI FAI SEMBRARE UN BAMBINO DI DUE ANNI!!!
Io: Sìsì... Mica sono io a voler le patatine fritte con un contorno di iceberg e Titanic...
Aaron: >///< QUESTA E' UNA COSA DIVERSA!
Io: Sìsì... Se lo dici tu... T.T
Aaron: Hey! Cos'è quella faccia?!
Io: Ora vi saluto! ^^ Spero a tutti che questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Aaron: Hey! Ma mi stai ascoltando!?
Io: E poi quale sarà il mistero dietro la scomparsa di Kazuha e Yuno!?
Aaron: HEY TU! TI HO FATTO UNA DOMANDA!!!...
Io: Secondo me, Heiji riuscirà a far breccia nel cuore di Kazuha...
Aaron: TI HO DETTO CHE... COSAAAA!?!?!? HEIJI E KAZUHA... INSIEME!? DEVO AFFRETTARMI AD ANDARE!!! *Corre via*
Io: Oh... E' andato... Beh, ora che me ne sono liberata, vi posso veramente salutare! :D Alla prossima!!! Un saluto dalla vostra Kazuha Takumi! :3

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Capitolo 11
*** Salvataggio! (Parte 1) ***


*Appare da dietro un muro* Salve ragazzi!... Scusa il ritardo nel pubblicare la fic... Tre settimane sono tante? *Coff Coff* Posso spiegarvi... L'avevo scritta tutta, bellina bellina, ma quando chiudo la pagina Word per caricarla, ECCO CHE MI CANCELLA TUTTO QUANTOOOO! L'ho dovuta riscrivere da capo, ma non mi piaceva e così l'ho dovuta cambiare minimo altre 2 volte, e alla fine è venuta quella che è!.. Cheido ancora umilmente scusa! ^^" *Torna dietro il muro*

Heiji e Aaron, con la faccia di chi aveva appena bevuto qualcosa di aspro, correvano a massima velocità per raggiungere la sala del ricevimento e, raggiunto l’ingresso, si fermarono per pochi secondi davanti al portone della stanza. Intorno c’era il silenzio assoluto. Heiji, con il terrore di ritrovare qualcosa di spiacevole nella stanza, aprì di poco la porta e con occhio semichiuso scrutò la stanza dalla piccola fessura. A quella vista, Heiji si buttò all’indietro con aria sorpresa.
-          Heiji!? Che hai fatto!?
-          M… Ma cosa è successo qui!? E’ un macello totale! Sarà impossibile trovare qualche indizio… Aspetta… Ma quelle per terra sono delle patatine e una cassetta del “Titanic”!?
-          Ah… Allora c’entravano qualcosa…
-          ORA NON E’ IL MOMENTO, AARON!!!
-          Sì sì… Comunque, vieni a vedere qui…
-          Eh? Cosa?
Sulla parete di sinistra erano incastrati dei piccoli aghetti che formavano la lettera “T”.
-          Credo che questo sia un indizio bello e buono… E’ stato facile trovarlo… Vero, mio caro Heiji?
-          Non prendermi per il culo…
-          Ok… Però, l’unico problema ora è che non possiamo essere sicuri che questo messaggio l’abbia scritto veramente una delle ragazze, o che l’abbia lasciato uno dei tirapiedi del “Boss” per ingannarci…
-          Aspetta… Ma questi aghetti non sono quelli che Yuno teneva sopra il comodino senza un valido motivo?! (Da notare che Heiji e Aaron non avevano avuto l’opportunità di vedere Yuno versione “tiratrice esperta di freccette”)
-          E’ vero!!! Quindi questo messaggio è stato lasciato da lei!
-          Aspetta… Ma che può significare la lettera “T”?
-          “Trappola”… “Tempo”… “Ti amo”…
-          E lei avrebbe usato quel poco tempo che aveva a disposizione per dirti “Ti amo”!?
-          Chi lo sa…
-          Che deficiente… Mangiati una patatina, va…
-          Aspetta… “T”… La “T” di… Titanic! Ecco perché quella cassetta è per terra!!! Quello è un altro indizio!
-          E dove l’avrebbe trovata?!
-          Guarda quello scaffale là! Da lì sono cadute moltissime cassette!!! Però l’unica caduta accidentalmente troppo lontano è quella della nave e dell’iceberg… Giusto?
-          Giusto… E per le patatine vale lo stesso ragionamento… Il tavolo è troppo lontano rispetto dove sono cadute!
-          E contale… Sono nove patatine, che sono esattamente lo stesso numero degli ospiti a bordo…
-          Quindi… Cosa possiamo dedur…
-          Ascoltami, Heiji.
-          Eh? Cos’è adesso questo sguardo serio?
-          Lo so che non è né il momento né la situazione giusta per parlarne, ma noi due abbiamo fatto una scommessa, ricordi?
-          Sì… E con questo?
-          Io non ho rinunciato a Kazuha, e per questo voglio ufficializzare la scommessa. Chi riuscirà a risolvere l’ultimo enigma, vincerà la sfida.
-          Ok. Ci sto. Ma ora pensiamo a trovare Kazuha e Yun…
-          State andando fuori pista.
La voce meccanica che proveniva dall’altoparlante improvvisamente fece il suo ingresso.
-          TU! BRUTTO O BRUTTA DEFICIENTE! DIMMI DOVE HAI MESSO YUNO E KAZUHA!
-          Heiji, calmati…
-          Ahahah!!! Quelle due mocciosette? Erano l’unica spina nel fianco del mio piano, data la loro forza e intelligenza, così l’ho portate con me!!! Avete qualcosa da dire, ragazze?
-          KYAAAAAA!!! AARON, HO PAURA!!! AAROOOOOOOON!!!
-          Ma questa… E’ la voce di Yuno! YUNOOOO! CHE LE HAI FATTO, STRONZO!
-          Ancora niente… Ma se non vi sbrigate a risolvere l’enigma che vi ho lasciato, moriremo tutti, me compreso.
-          M… Ma perché!? Perché vuoi morire anche tu, brutto bastardo?!
-          Ho i miei motivi. Se mi troverete, vi racconterò tutto. Ricordate che da salvare non ci sono solo le vostre ragazze, ma anche la signora Hashimoto!
-          Non l’abbiamo dimenticato. Salveremo lei, e anche tutti gli altri!
-          Oh… A proposito… Le patatine per terra e la cassetta del Titanic non l’hanno lasciate le vostre amiche, ma sono il mio ultimo e più importante indizio per risolvere l’enigma. Siete capaci a guidare una nave?
-          EH!?!? GUIDARE UNA NAVE?!?! NON CONFONDERCI, BRUTTO IDIO…
-          HEIJ! SONO KAZUHA!!!
-          K… Kazuha…
-          HEIJI! AIUTACI! TI PREGO! HEIJI!!!!!!!!!! KYAAAA!!!
-          K… KAZUHAAAA!!!
-          Heiji… Ti prego, aiutaci… Non voglio morire… TI DEVO ANCORA DIRE TANTE COSE!!!
-          Anch’io Kazuha…
-          DIMMELE! DIMMELE OR… *Bip*
-          Kazuha? KAZUHAAAA!
-          Heiji, calmati. Hanno chiuso il collegamento.
-          Grrr… Quell’idiota di un bombardiere… Riuscirò a mandare comunque il MIO messaggio a Kazuha!
Heiji corse fino alla porta e fece un lungo respiro:
-          TI AMO, KAZUHAAAAAAAAAAAA!!!


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Uhuh! Ecco la confessione di Heiji! :3 Non ero sicura di metterla qui, ma alla fine mi sono detta "Tanto prima o poi dovevo farglielo dire!" ed ecco fatto! Non scrivo altro perché voglio lasciarvi la sensazione di suspense nel cuore, quindi me ne vado... *Sparisce nella nebbia*

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Capitolo 12
*** Salvataggio! (Parte 2) ***


Salve a tutti, miei cari!!! ^^ Allora... Dove posso inziare? Beh... Inizio con il scusarmi, perché vi anticipo già che questo è un racconto molto breve... ^^" Ma posso dirvi che siamo quasi (e ripeto QUASI) arrivati alla fine...! Onestamente, mi dispiace molto, perché mi ero affezzionata molto a questa fic... Forse, perché era la mia prima fic... Ma, se come idea piace, con questi personaggi creerò una serie!!! >///< Beh... Ora basta parlare del futuro!... Godiamoci il presente!!! E con ciò, vi lascio alla lettura!!! Ci vediamo in fondo alla pagina!!! :3

Heiji crollò al suolo. Non riusciva a credere a quello che aveva detto. Quel “Ti amo”… Già, proprio quello, gli era letteralmente scappato dalla bocca. E se Kazuha l’avesse sentito? Come si sarebbe comportato, quando l’avrebbe rivista? Beh, rimuginarci sopra non avrebbe portato a niente: la priorità al momento era quella di salvare le ragazze e sì, anche quella di battere Aaron nella sfida.  Il bel ragazzo di Osaka, dopo aver cercato di ricomporsi, si alzò in piedi, ancora un po’ tremolante, e si voltò verso Aaron, il suo attuale rivale in amore. Lo guardava con uno sguardo perso, e lo fissò in quella maniera per del tempo. Per essere precisi, lo fissò finché all’improvviso non gli si illuminarono gli occhi. E con quel gesto, iniziò a sorridere come un bambino che ha scoperto dove la mamma tiene le caramelle.
-          Aaron, credo di avere una pista. Però, non sono sicuro che sia quella giusta.
-          C… Cosa?! Hai già una pista!?
-          Sì… Ma non posso dirti niente. In fondo noi, al momento, siamo rivali, giusto?
Heiji fece una smorfia divertita e, per colpa di quella, Aaron andò su tutte le furie.
-          NON MI FARO’ LASCIARE INDIETRO DA UNO COME TE!!!
E, detto ciò, volò via come un aquilone impazzito. Heiji, più divertito che mai, si prestò a raccogliere la cassetta del Titanic e aprire la custodia. All’interno, stranamente, c’era un libro.
-          Come pensavo…
Heiji iniziò a sfogliarlo. Il titolo sulla copertina era “Novecento” e dal riassunto Heiji capì che era il libro in cui si parlava del leggendario transatlantico chiamato “Virginian”. Sul libro, c’era scritto questo:
La storia, raccontata dal trombettista Tim Tooney, narra la vita di Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, un pianista che non è mai sceso dal “Virginian”. Infatti, lui era stato abbandonato sulla nave appena nato e, quando un operaio che lavorava sulla nave lo vide, decise di prenderlo con sé. Però, dopo la morte del padre adottivo, il capitano della nave volle far scendere Novecento dalla nave e lui, venuto a sapere di ciò, sparisce. Si fece vedere di nuovo solo dopo alcuni mesi, in cui era sempre rimasto sulla nave e dove aveva imparato a suonare il pianoforte. Egli incontra il narratore, anche lui musicista, all'età di ventisette anni. Questo fu l'inizio di una sincera e duratura amicizia, la quale non finì nemmeno con l'abbandono della nave da parte del narratore. Infatti, durante la seconda guerra mondiale, la nave venne usata per trasportare i feriti che venivano riportati in guerra e, ormai demolita, decidono di farla saltare in aria. Novecento intanto, che non era mai sceso da quel transatlantico, prende la decisione drastica di esplodere insieme alla nave.”
-          Aspetta… “Esplodere insieme alla nave”..? “ESPLODERE”..!? Non mi dire che..?! No… Aspetta… In questo caso il “Titanic” non avrebbe significato!.. E allora, che vuol dire?!
Heiji iniziò a grattarsi la testa violentemente. Non riusciva a connettere tutti quegli indizi insieme. Se il bombardiere avrebbe seguito gli avvenimenti del Titanic, sarebbero dovuti schiantarsi contro un iceberg… Ma secondo la storia di Novecento, sarebbero dovuti saltare in aria per via di alcune bombe… Come collegare quei due elementi insieme?! Beh… Non lo sapeva, ma, nonostante tutto, era su una buona strada. Per avere maggiori informazioni sul libro, si mise a sedere su una poltrona strappata della sala per leggerlo. Era intenzionato a leggerlo tutto, fino alla fine, perché solo in quel modo sarebbe riuscito a salvare Kazuha e a vincere contro Aaron. Diversamente da quello che fa trasparire il suo carattere, era diventato serissimo. Però, quella serietà non durò molto: infatti, non appena si mise a sedere sulla poltrona, sentì qualcosa pungere il suo sedere.
-          AHIA!!! MA CHE CA…
Heiji si voltò immediatamente per vedere chi gli avesse tirato quel… colpo basso. Appena il suo sguardo si posò sul divanetto, i suoi occhi si illuminarono per la seconda volta.
-          Yuno… A quanto pare un indizio me lo hai lasciato, e anche molto chiaro…
Sulla poltrona, infatti, con dei piccoli aghetti di ferro, c’era letteralmente incisa la frase: “Vai sulla prua”. Heiji non fece nemmeno in tempo a finire di leggerla che già era partito ad una velocità mostruosa in direzione del posto indicato. Durante il lungo tragitto, pensava a cosa potesse esserci sulla prua, quando all’improvviso si ricordò di quel giorno in cui lui e Kazuha andarono a vedere insieme il film “Titanic”. Sulla prua, avvenne quella scena che cambiò la storia del film: i due innamorati avevano assistito alla collisione della nave contro un iceberg. Ma… Tutto ciò che c’entrava con il libro “Novecento”? E poi… In quelle acque potevano esserci iceberg? Beh, c’era un unico modo per rispondere a quelle domande: andare là. Ma la visione che si aprì davanti agli occhi di Heiji aprendo la porta che portava alla prua era più terrificante di quello che mai avrebbe immaginato: davanti a lui, un’immensa scogliera, alta circa dieci metri, ricoperta interamente di bombe, che portava la firma di entrambe le opere.

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Lo so... Il finale è molto... O.o Sì, diciamo che questa faccina descrive mooooolte cose..! ^^" Non voglio anticiparvi niente, perché io so già come andrà a finire, ma io vorrei sentire anche dei vostri pareri!.. :3 Recensite questo capitolo scrivendo, secondo voi, come andrà a finire!.. Sono curiosa di vedere quali cavolate sparerete... Ihihih!.. xD (Ovviamente, scherzo! :3)
Kazuha Takumi <3

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Capitolo 13
*** Salvataggio! (Parte 3) ***


Hola!!! ^^ Sono sempre io, il vostro amato Heij... *Boom!!!*
Io: Heiji, questo è lo spazio dell'autrice, capito? DELL'AUTRICE!!! Ehm... Hola!!! ^^ Sono sempre io, la vostra amata Kazuha!!!
Heiji: Ehi! Mi stai rubando la battuta e anche il nome della ragazza!!!
Io: Uno: non ti ho rubato la battuta, ma sei stato tu a leggermi nel pensiero e dirla prima che lo potessi fare io, secondo: Kazuha non è la tua ragazza! U_U
Heiji: Ma quello che dici non...
Io: Bene!!! In questo capitolo diciamo che si approfondisce la "rivalità" tra Heiji e Aaron!!! ^^ 
Heiji: Ehi!!! Autrice!!! Vorrei ricordarti che qui stiamo per morire, non c'è tempo per queste cose...
Io: Taci! U_U
Heiji: D: Ok...
Io: E quello che vi ho detto prima è l'unica cosa che vi posso anticipare! ^3^ Ci vediamo a fine pagina! :*



Heiji, di fronte a quella visione mostruosa, si vide come una piccola formica di fronte all’enorme piede di un uomo. In poche parole, era terrorizzato. E poi, come se tutto ciò non fosse già abbastanza, la scogliera, che era ricoperta di bombe, non era poi così distante dalla nave. Cosa avrebbe potuto fare, in quel poco tempo che gli rimaneva? Non lo sapeva, il terrore l’aveva immobilizzato. Ma la paura che Kazuha potesse morire era maggiore. E fu proprio quella paura a far smuovere il culo di Heiji dalla prua. Scrollò la testa violentemente nell’intensione di riprendersi, ma non fece nemmeno in tempo a rialzarsi che andò subito a sbattere contro Aaron che, nel frattempo, aveva setacciato tutta la nave, eccetto la prua.
-          A… Aaron!
-          H… He… Heiji… Cos… Cos’è questa… roba..?
-          Ah… Intendi la scogliera?
-          NON DIRE “Ah… Intendi la scogliera?” COME SE NIENTE FOSSE!!!
-          E CHE DOVREI DIRE!!! “OH! GUARDA CHE BELLA SCOGLIERA?”!!
-          No… Non intendevo questo, ma… INSOMMA, NON TI RENDI CONTO IN CHE SITUAZIONE CI TROVIAMO!?
-          CERTO! MA DEVO RESTARE CALMO! E TU NON LO SEI AFFATTO! E’ QUELLO CHE KAZUHA CI DICE SEMPRE CON I SUOI CAZZOTTI, NO?!
-          SI’, MA IO PURTROPPO NON HO MAI AVUTO L’ONORE DI RICEVERLI!!!
*Boom!!!* Ed ecco come Heiji accontentò Aaron, anche se lui non era proprio la persona da cui voleva ricevere il pugno… Ma, per la gioia di chi legge, la scazzottata non finì qui.  Infatti Heiji, con la sua “delicatezza”, lanciò Aaron verso la parete e, correndo verso la sua sagoma malridotta, iniziò a prenderlo a pugni, piangendo:
-          Ecco quello che si prova! ECCO!!! BRUTTO IDIOTA!!! PERCHE’ MI FAI COSI’ TANTO SALTARE I NERVI?!?! QUI C’E’ IN GIOCO LA VITA DELLA RAGAZZA CHE AMI, GIUSTO?! DI KAZUHA!!! ALLORA TIRA FUORI LE PALLE, SCEMO!!! E NON VENIRMI A FARE LA RAMANZINA, ALMENO PER ORA!!!
-          Hattori… Ma che ti è preso..? Non ti ho mai visto così… Stai… Piangendo?
Heiji si paralizzò all’improvviso, lasciando il povero ragazzo venuto dall’Australia sanguinante. Lacrime amare solcarono il viso abbronzato del detective di Osaka, e per non farsi vedere in quelle condizioni dal nemico, si coprì il volto con le mani doloranti. Aaron, che aveva capito cos’era successo, scansò le mani di Heiji dal suo volto e gli diede una pacca su una spalla.
-          Ehi, amico…
-          C… Chi ti ha mai detto che… noi siamo… amici???
-          Adesso basta scherzare. So che hai i nervi a fior di pelle, e qualunque cosa ti si dica tu potresti staccarmi la testa, ma ora ti devi veramente tranquillizzare. Non cercare di fingere di essere calmo, è da quando ti sei separato da Kazuha che alterni attimi di freddezza con attimi di esaurimento. Così, mio caro, finirai con l’impazzire, e nessuno dei due vuole che succeda… Ora, devi pensare solamente a salvare la ragazza che ami. E non pensare ad altro. Ricordati che i detective ragionano sempre a sangue freddo. E adesso, il tuo sangue, è tutt’altro che “freddo”…
-          Ah ah ah… Spiritoso…
-          Visto? Non era poi così difficile riprendersi dallo shock…
-          Avevi ragione… Grazie, ehm… “Amico”…
Heiji, nel pronunciare l’ultima parola, fece una piccola smorfia in segno di disgusto, ma era ovvio che era grato all’australiano per averlo fatto tornare in sé. In seguito, detto quello che si doveva dire, Aaron si alzò, porgendo una mano ad Heiji, che però si alzò senza afferrarla.
-          Non ho più bisogno del tuo aiuto… E’ già umiliante che io mi sia fatto aiutare da te per riprendermi!
-          Ahahah!!! Ora sei tornato veramente in te! Antipatico e sbruffone!
Ad Heiji scappò un piccolo sorriso: se non fosse stato per Aaron, non avrebbe concluso niente.
-          A proposito, Aaron!
-          E adesso cosa vuoi, Hattori?
-          Da quando in qua mi chiami per cognome?
-          Beh… Non ne ho idea. E’ che chiamare il proprio rivale per nome non è da… rivali!
-          Quello che dici non ha senso…
-          Pensala come ti pare, ma vorrei ricordarti che stiamo per schiantarci su una scogliera piena di bombe…
-          Ah! Intendi quello? Ho già un’idea di come evitare la collisione!
-          Cosa? Non lasciarmi indietro, Hattori!
-          Mi dispiace, ma sei troppo lento, Smith!!! Ahahah!!!
-          E dimmi, come vorresti fermare la nave?
-          Beh, qui entri in gioco tu.
-          Hm? E cosa dovrei fare?
-          Ora ti spiego. Ricordi quella stanza in cui abbiamo trovato la prima bomba? Quella in cui Yuno appena afferrato il pupazzo e stretto a sé ha iniziato, come diceva lei, a fare “tic tac”?
-          Beh… Sì, mi ricordo! E con ciò?
-          Fatti un esame! Nella stanza ci saranno stati più di un centinaio di pupazzi, e secondo te noi siamo stati così fortunati da prendere subito quello con la bomba dentro?!
-          Guarda che fino a lì ci arrivo anch’io! Lo so che in ognuno dei pupazzi c’è una bomba e che, in caso di forte contatto, questa si attiva, ma non capisco a cosa ci possano servire un centinaio di bombe!
-          In realtà, ce ne serve solo una. Sai dov’è la sala macchine, vero?
-          Ovviamente!!! Vengo dall’Australia, lì le barche e il surf sono le cose che uno conosce meglio!
-          Perfetto!!! Devi prendere una bomba, correre fino alla sala macchine, farla esplodere e così la nave si fermerà di sicuro!
Aaron guardò per un periodo non breve il volto fiero di Heiji che, soddisfatto di sé stesso per esser giunto a quella conclusione, stava aspettando una risposta dall’australiano.
-          MA TI SEI COMPLETAMENTE FUSO IL CERVELLO?! IN QUESTA MANIERA, LA NAVE IMBARCHERA’ ACQUA E AFFONDEREMO!!!
-          Non essere sciocco! Credi che non ci abbia pensato??? Quando Kazuha ha lanciato la prima bomba in aria, questa è esplosa a circa una ventina di metri sopra le nostre teste, ma la sua potenza non era poi così forte. Se ne metterai una simile nella sala comandi, sicuramente non danneggerà in modo così rischioso la nave!!! E poi, hai altre idee che possano funzionare in meno di dieci minuti?!
-          … E va bene!!! Andrò io a rischiare la mia vita per salvare il culo a voialtri!!!
-          Finalmente l’hai capita!!! Ahahah!!! Ah! E già che ci sei, chiama gli altri ospiti qui, se non mi sbaglio devono essere nella stanza 666.
-          Come dice lei, signore!
Aaron si portò la mano destra in fronte, per poi lasciarla cadere, come un militare che saluta il suo comandante. Subito dopo, si voltò verso la porta che riportava dentro la nave e iniziò a correre in quella direzione, ma venne fermato per l’ultima volta dalla voce di Heiji.
-          Amico.
-          Sì?
-          Mi raccomando, non morire.
-          E lasciare Kazuha a te? Mai!
E detto ciò, partì per la sua missione. 


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Ariciao!! :D Che ne dite di questo capitolo??? ^^ A me, onestamente, piace molto!!! Non so, ma il fatto che Heiji e Aaron finalmente "vanno d'accordo", è un sollievo per me!!! xD E poi, finalmente ho di nuovo introdotto il mio fantastico *Boom!!*!!! L'unica differenza è che la scazzottata l'ha fatta Heiji... ._. Vabhé! Dettagli! xD Un'altra cosa!!! Purtroppo, siamo veramente arrivati alla fine... Ormai ci saranno più al massimo 3/4 capitoli, e dopodichè la storia finirà, come tante altre... :'( E un'ultima cosa... PESCE D'APRILE! (?) Ok, non è il primo d'aprile, ma non sapevo come dirvi che scherzavo!!! ^^ L'autrice in persona (cioè io! xD) ha deciso di fare con questi personaggi una serie!!! xDDD Buon per voi, o meglio dire, per me!!!! Ahahahahahahah!!! xDDD Ci vediamo al prossimo capitolo: Salvataggio! (Parte finale!) *O forse no! xD* Saluti!!!
Kazuha Takumi <3 

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Capitolo 14
*** Il momento in cui la verità venne a galla. ***


Salve salvino! :3
Sono, per vostra graaaande fortuna (o non), tornata con voi! <3 Scusate il ritardo, ma di questo capitolo ho scritto due versione ed ero indecisa quale postare... Ed ecco il vincitoreee!!! xD 
Voglio fare un ringraziamento improvviso a tutti coloro che mi seguono dall'inizio e, per i lettori silenziosi, fatevi avanti e commentate! Mi piacciono le recensioni! ^^ 
E, infine, vorrei dirvi che finalmente in questo capitolo si scopre chi è il piromane... Quindi siamo arrivati alla fine... Ci sarà un capitolo con le spiegazioni e un'altro dove metterò l'epilogo... <3 Ma ci sarà la serie! Quindi non è finita affatto! :3 Vi aspetto alla fine della storia..! Sayoonara! ;)



Gli ospiti, scortati dall’australiano Aaron Smith, erano rimasti sconvolti dopo aver sentito dall’accompagnatore il modo in cui il pazzo detective di Osaka aveva intenzione di far fermare la nave, ma data la situazione erano costretti a collaborare, anche se non approvavano minimamente l’idea di Heiji. Aaron lì guidò velocemente fino alla prua, dove li attendeva colui che avevano definito pazzo, ed era immediatamente corso in direzione della stiva, intento in tutto e per tutto a ridurre a fuoco e fiamme la sala comandi. Intanto, Heiji non se la passava tanto meglio: come previsto, non riuscì a evitare una sclerata dai ricconi con la puzza sotto il naso e, dopo aver cercato di difendersi nel modo migliore possibile, riuscì a tranquillizzarsi solo grazie all’immagine degli ospiti che si prostravano ai suoi piedi intenti a ringraziarlo per avergli salvato la vita. Infatti, ancora non avevano notato l’immensa scogliera che si innalzava dominante dinnanzi ai loro occhi, impegnati a rimproverare il giovane, ma dopo che Heiji gliela fece notare, la scena che aveva appena immaginato prese magicamente vita. Però il detective non poté godere di quella vista ancora per lungo perché Aaron, con la potenza di cento elefanti imbestialiti, arrivò sfondando la porta della stiva urlando come un pazzo.
-          TUTTI A TERRAAAAAAAA!!!
L’urlo fu seguito immediatamente da un forte rumore e subito dopo da un piccola scossa che fece tremare l’intera nave. Tutte le luci e i comandi si spensero all’improvviso, e solo i caldi raggi del sole che si nascondevano dietro l’insormontabile scogliera illuminavano l’imbarcazione. A quanto pare, la sala comandi era saltata in aria come previsto. E Aaron si era salvato la pelle giusto in tempo. L’australiano, dopo essere caduto a terra inciampando per l’eccesso di velocità, si rialzò in piedi imbarazzato per la patetica caduta e si avviò verso gli altri come se non fosse successo niente. Heiji ovviamente rise come un idiota che non si rende conto della situazione in cui si trova, ma riprese il controllo di sé quando notò gli occhietti malefici degli ospiti guardarlo con delusione. Si portò il pugno alla bocca e si schiarì la voce per poi riportare la mano nella tasca dei jeans, intento a richiamare l’attenzione di tutti. E quando tutti si voltarono verso di lui, Heiji si diresse sicuro di sé verso Aaron.
-          Te l’ho fatta, mio caro detective venuto dall’Australia.
Aaron guardò Heiji con l’aria di chi non aveva capito quello che gli si era detto, e infatti era così. Il detective di Osaka, deluso che l’amico non l’avesse capito, si portò la mano alla fronte rassegnato e, dopo aver preso un lungo respiro, riprese il discorso.
-          Significa che ho capito chi è il piromane e, di conseguenza, che ho vinto la sfida.
Con quelle parole, Heiji è come se avesse pugnalato Aaron al petto. Tra gli ospiti si elevò un rumorio di voci confuse che davano a intendere il compiacimento della gente e, intanto, l’australiano ancora doveva riprendersi dallo shock. Non poteva credere che quell’essere avesse veramente risolto un caso, e soprattutto che l’avesse battuto. Heiji guardò soddisfatto la reazione del rivale e, tra il mormorio formato dalle tante voci, l’australiano, per non dimostrarsi inferiore, riprese subito la compostezza che lo caratterizza. Così, cercando di essere il più naturale possibile, iniziò a parlare.
-          Tu avresti capito chi è il piromane? E allora parla, dai! Sono curioso di scoprire!
-          Davvero a te non è venuto in mente chi può essere?! Eppure è la cosa più ovvia del mondo!!!
-          Allora diccelo! Siamo tutti qui per questo!
-          No no, non è così semplice… Ora ti do tutti gli indizi che ho raccolto e provi ad arrivarci pure tu!
Si vedeva che Heiji stava soltanto schernendo Aaron, e questo al detective australiano dava incredibilmente fastidio. Ma voleva stare al gioco. Voleva anche lui arrivare alla soluzione.
-          Allora dimmi: quale sarebbe il primo indizio???
-          Eh!.. Chissà…
-          DIMMELO E BASTA, DETECTIVE DA QUATTRO SOLDI!
-          Chi sarebbe il detective da quattro soldi? Quello che ha risolto il caso? Non penso!!!
Aaron non riusciva veramente a mantenere la sua compostezza, con quel cretino che lo prendeva solo per il culo. Se il suo buon senso non l’avesse fermato, a quest’ora Heiji sarebbe stato nell’altro mondo. Ma, dato che non era un violento o, per lo meno, pensava di non esserlo, rilassò i pugni e decise di risolvere la questione a parole.
-          Ok… Fammi pensare… Anch’io ho raccolto degli indizi durante il “gioco”, se si può definire così… Ma da questi non ho ricavato nulla, quindi PER PIACERE potresti dirmi i tuoi di indizi?
-          Se me lo chiedi più gentilmente…
-          HEIJI?!
Lo sguardo di Aron si fece inquietante.
-          Ok. Ok. Però stai calmo, capito?
-          … Ok.
-          Pensaci: chi potrebbe permettersi così tanti esplosivi?
-          Hm…
-          E poi, chi è che avuto tutto il tempo per mettere le bombe, prima della partenza?
-          Hm…
-          E, ultimo ma non meno importante, ti ricordi che prima di partire il piromane ci aveva già avvertiti, ma una certa persona è voluta partire comunque?
-          Hm… Aspetta… Non mi dire che..!
-          Ahahah! Sì, mio caro, è proprio così!
Heiji sorrise divertito. Quando mai aveva riso così tanto?! Non lo sapeva nemmeno lui. Se solo Kazuha fosse stata con lui, sarebbe stato tutto più divertente. Ma sapeva comunque che era in buone mani, dato che il piromane non era altro che una dolce signora. E questa donna, sentendo parlare di lei, entrò in scena con la sua camminata che solo due volte Heiji e Aaron avevano avuto occasione di vedere e, accanto a loro, legate da una corda, c’erano Kazuha e Yuno.
-          Salve, signorina Hashimoto Sakura.

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Allora, che ne dite??? Ve l'aspettavate??? La signorina Esselunga c'era arrivata, e vorrei farle i complimenti! ^^ Congratulationnn!!! xDDD Nel prossimo capitolo spiegherò il perché dei gesti della signorina Hashimoto, e dopo... Chissà!!! xD Voglio (come ormai succede spesso) lasciarvi con l'effetto suspense, quindi mi dileguo. *Sparisce in una fitta nuvola di nebbia*
Kazuha Takumi <3

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Capitolo 15
*** Tutto è bene, ciò che finisce bene. ***


Ciao gentaccia! :3 Allooora... Vi avverto già che questo capitolo è molto ricco e che quindi dovrete leggerlo con molta calma e molto attentamente... Vi prego, se non vi piace, non mi uccidete! <3
PS: Sarete sconvolti da una certa notizia... Ihihih! 



-          Salve, signorina Hashimoto Sakura.
La donna si portò in avanti e si inchinò dinanzi ad Heiji con il suo far da signora ben educata per poi rialzarsi poco dopo fissando il ragazzo dritto negli occhi. Stranamente, la signorina Sakura non guardò il ragazzo con un aria maligna, bensì con uno sguardo sereno, come se desiderasse sin dall’inizio che Heiji la fermasse. E il ragazzo, vedendo i suoi occhi, capì tante cose.
-          Complimenti, signor Hattori. Ha vinto il mio gioco.
-          O… Ok… Adesso può restituirmi Kazuha???
-          Ancora un secondo, per favore.
La signora prese gentilmente le due ragazze per i polsi e, con un colpo secco, le liberò dalle corde che le legavano. Le ragazze fecero per andare dai loro amici, ma vennero bloccate dalla signorina, che ancora le stringeva per i polsi.
-          Per favore… Non andate ancora.
Lo sguardo della donna si fece triste. Non caddero lacrime dai suoi occhi, ma si vedeva che le stava trattenendo a stento. Anche la sua voce, spezzata da singhiozzi impercettibili, confermava cha a momenti avrebbe ceduto al pianto:
-          Certo signora. Le staremo vicino fino a che non si sarà ripresa…
Fu Kazuha a rispondere. Heiji, incredulo, fece per parlare, ma non riusciva a emettere suono. Quindi, in qualità di compagno, fu Aaron a intervenire.
-          A… Aspetta… LEI VI HA RAPITE E HAI ANCORA IL CORAGGIO DI STARLE ACCANTO!?
*Boom!!!* Qualcosa di molto, molto pesante colpì in pieno Aaron. La povera vittima cadde a terra sanguinante e rimase distesa a terra per alcuni secondi. Si rialzò soltanto con l’aiuto di Heiji.
-          Che dolore!.. Ehi, Kazuha! Perché l’hai fatto???
-          Perché ancora non hai avuto modo di ascoltare la storia della signora!!!
-          Qualunque scusa sia, non sarà mai abbastanza commuovente per farsi perdonare!.. Insomma Kazuha, lei ti ha rapita!.. E mi è parso sentire dalla conversazione di poco fa che non vi abbia trattato così bene!..
Heiji, a quelle parole, ricordò gli avvenimenti di poco tempo prima. Lui e Aaron, tornati nella sala del ricevimento per vedere dove fossero finite Kazuha e Yuno, avevano avuto un’interessante conversazione con il rapitore, e fu proprio in quel momento che poterono udire le urla delle due ragazze. Ed Heiji, non avendo avuto l’opportunità di confessare a Kazuha i suoi veri sentimenti, li aveva urlati per tutta la nave. Quel “Ti amo”… Sarà per caso arrivato alla ragazza? Al pensiero, le gote dell’interessato iniziarono a surriscaldarsi, e uno strano senso di disagio gli impedì di guardare negli occhi la sua amata. Kazuha se ne accorse ma, fortunatamente per Heiji, non capì il motivo del suo gesto. A quanto pare, alle orecchie della ragazza non era giunto nessun “Ti amo”.
-          Lascia rispondere me, Kazuha.
Yuno intervenne, rompendo quel silenzio creatosi tra le persone presenti sulla prua.
-          Lo so che da quello che tu ed Heiji avete avuto modo di sentire poteva sembrare che io e Kazuha fossimo in pericolo, ma le urla e le richieste d’aiuto che vi abbiamo mandato non erano altro che reazioni naturali causate dalla paura. La signora Hashimoto e i suoi complici non ci hanno torto nemmeno un capello. Difatti, durante la nostra piccola battaglia nella sala del ricevimento, quelli che potevano sembrare i tirapiedi della signorina Hashimoto non solo non ci hanno attaccato, ma, dopo averci fatto inalare del gas soporifero per portarci via, ci hanno prestato anche il dovuto soccorso.
-          Più semplice, Yuno, PIU’ SEMPLICE!
Aaron non aveva capito molto del discorso di Yuno, però, quando quella ragazza parlava strano, inspiegabilmente provava una specie di piacere nell’ascoltarla, e un caldo tepore gli riscaldava il petto. Ma quello non era il momento di pensare a certe cose. Avrebbe dovuto pensare soltanto alla sua Kazuha.
-          Detta più semplice, la signorina Hashimoto non ha mai voluto far del male a nessuno!!!
E fu di nuovo Kazuha a intervenire. La rivelazione scioccante della ragazza sorprese tutti i presenti, che iniziarono a confabulare tra loro delle possibili spiegazioni, ma solo uno di loro aveva capito quale fosse veramente quella giusta. Heiji, che per tutto quel tempo era rimasto con il volto rivolto verso il pavimento, alzò la testa di scatto, mostrando un sorriso soddisfatto. Quell’annuncio confermò tutte le sue idee.
-          Allora, è come pensavo… Signorina Hashimoto, lei è la vera vittima di tutta questa storia.
-          CHE COSA?! LA SIGNORINA HASHIMOTO SAREBBE LA VITTIMA?! MA NON ERA LA COLPEVOLE?!
-          Oh, Aaron… La signora non è la colpevole, ma soltanto colei che ha preparato tutto.
-          Scusa, ma non vedo la differenza…
-          Sai, nemmeno io prima vedevo questa differenza, ma, dopo averci pensato su, sono arrivato a questa conclusione. Come ho detto prima, tutti gli indizi da me raccolti indicavano che fosse la signorina Hashimoto la colpevole, ma mi mancava qualcosa di molto importante: il movente. Già. Perché questa graziosa donna la cui azienda va a gonfie vele avrebbe dovuto uccidere tutte queste persone con cui non ha legami particolari? Questo, veramente, non me lo spiegavo. Avevo pensato a non so quanti motivi, ma nessuno di questi reggeva. Così ho sorvolato sul dettaglio del “movente”, e avevo intenzione di chiedere il perché del gesto alla signorina in persona. Ma, quando lei mi ha mostrato quell’espressione così felice e malinconica allo stesso tempo, ho capito. La signorina qui presente è stata obbligata da qualcuno più potente di lei a mettere su questo gioco mortale.
-          CHE COSA?!?!
Un urlo di stupore si alzò tra la folla che pendeva dalla bocca di Heiji. Non c’era niente da dire: questa volta aveva fatto centro. Aaron, ancora stupito dalla rivelazione, doveva ammettere la sconfitta, e trascinato dalla curiosità fece ad Heiji un’ultima domanda:
-          Scusami, signorino “Sotuttoio”, allora chi sarebbe il vero colpevole?
-          Aaron… Mio caro, stupido, amico Aaron… Questo non lo so nemmeno io, lo sa solo la nostra qui presente ereditaria della “Hashimoto Company”.
La signorina Hashimoto fece un passo avanti, come se fosse stata chiamata durante l’appello. Ringraziò Heiji della ottima spiegazione, e dopo iniziò a parlare:
-          Lo so che sono stata crudele nei vostri confronti, e giuro che questo non era nei miei scopi, ma sono stata costretta a farvi partecipare a questo stupido gioco. Non posso dirvi chi è questo qualcuno, perché onestamente non l’ho mai visto in faccia, ma vi basta sapere solo che ha rapito la mia famiglia e che mi ha dato ordini su come svolgere questo attentato. In realtà, il suo unico scopo era quello di uccidere un’unica persona tra voi tutte e, per non far riscontrare il suo nome tra i sospettati per la sua morte, ha deciso di allestire questa farsa. Ma perché, vi starete chiedendo? Semplice. Tra tutte le figure importanti presenti nella lista dei morti, il nome della vera vittima sarebbe stato invisibile, solo un nome fra tanti. Questo individuo è insensibile… Non prova nessun rimorso nel coinvolgere persone innocenti in un incidente di proporzioni stratosferiche. Ma fortunatamente, i miei uomini sono riusciti ad arrestarlo in tempo; hanno trovato il suo nascondiglio e le prove necessarie per mandarlo in prigione. Così, io sono potuta uscire allo scoperto…
La signora incominciò a singhiozzare.
-          Scusate… Ma… Non… Non c…ce la… faccio…
 A quel punto, Sakura non riuscì più a trattenere le lacrime. Quei giorni erano stati i più stressanti della sua vita. Il trucco le calò sulle gote leggermente arrossate e si accasciò lentamente a terra, passandosi violentemente le mani tra i capelli. Kazuha e Yuno si  catapultarono verso di lei, aiutandola a rialzarsi, e iniziarono a parlarle dolcemente per tranquillizzarla. Aaron e Heiji avevano assistito alla scena in silenzio, lasciando che la signorina si potesse sfogare: per fortuna, era tutto finito. Ma c’era una domanda che tormentava Heiji: chi era la persona che quell’uomo senza cuore voleva uccidere? La signorina si era dimenticata di dirlo. Così Heiji, sempre con discrezione, si avvicinò dolcemente a Sakura e, mettendogli la mano sulla spalla, le chiese:
-          Signorina Hashimoto, si è dimenticata di dirci chi era la persona in pericolo tra di noi.
-          Oh!.. Giusto!.. Perdonatemi… La persona che questo criminale stava cercando di uccidere… E’ lei, Yuno Nakano.
-          EH!?!? YUNO???
Aaron saltò in aria come un razzo. Non poteva credere che fosse proprio Yuno la persona che volevano uccidere… Ma.. Perché? Insomma, quella ragazza che sembrava così innocente, in realtà aveva un passato che la legava con un criminale..?
-          Lo immaginavo.
Yuno si limitò a dire solo quello. La stanchezza iniziava a farsi sentire, così la dolce ragazza con i capelli dorati si mise a sedere.
-          Vi prego di potermi perdonare. E’ solo colpa mia se avete rischiato le vostre vite.
-          Ma no… Non è colpa tua…
-          Kazuha, il tuo tentativo di farmi stare meglio è pessimo.
-          S… Scusami…
Tutti volevano chiedere a Yuno perché qualcuno volesse ucciderla, ma sarebbe stato troppo doloroso da spiegare anche per una insensibile come lei. Così, decisero di accantonare il discorso. Però, nonostante tutto, il pesante senso si disagio aumentava di secondo in secondo sulla prua di quella nave. Nessuno riusciva a proferire parola.  Solo Aaron, dopo un lungo minuto di silenzio, tentò di risollevare il morale iniziando a urlare come un ubriacone…
-          ANDIAMOOO! NON DEPRIMIAMOCI FINO A QUESTO PUNTO!!! IN FONDO, L’IMPORTANTE E’ CHE NESSUNO CI ABBIA RIMESSO LA VITA! INSOMMA, TUTTO E’ BENE, QUEL CHE FINISCE BENE!!!
Una risata collettiva echeggiò per tutta l’imbarcazione.
-          Che c’è..? Che ho detto..?
-          Ahahah! Niente, idiota…
-          Ehi! Heiji! Ricominci a insultarmi???
-          Perché no? Mi rilassa!..
-          Ehm ehm… Qualcuno si è dimenticato di noi?
Una voce femminile attirò l’attenzione dei due detective. A chiamarli era stata Kazuha, che se ne stava in piedi accanto a Yuno. Heiji non riuscì a nascondere un dolce sorriso e sarebbe subito corso verso la sua amata, se non fosse stato per la mano di Aaron che lo bloccò all’improvviso. L’istinto fece voltare Heiji verso il rivale, che diretto gli chiese:
-          Adesso che il gioco è finito, che hai intenzione di fare con Kazuha?
-          Perché lo vuoi sapere? A te cosa interessa!
-          Mi interessa e come, dato che anch’io la amo!
-          Ehi ehi! Non urlare! Ci potrebbe sentire!
-          Perché ti preoccupi che ci possa sentire?! Tanto se hai intenzione di confessarti…
-          Io non mi confesserò.
-          COSA?!
-          Parla piano!!! Ti ho detto che non mi confesserò!
-          Perché?!
-          Perché né io né lei siamo ancora pronti. E poi, siamo appena sfuggiti da una catastrofe, non credo che questa sia l’atmosfera giusta per una confessione…
Heiji si voltò verso Kazuha, sorridendole.
-          Ora arrivo, Kazuha!
-          Ehi!.. Stavi parlando con me!..
-          Non mi interessa!.. In questa vacanza, noi due siamo stati troppo vicini… Ho bisogno di staccarmi un po’ da te!.. A forza di starti attaccato, rischio di prendere qualche tua brutta malattia, come la stupidaggine..!
-          Grrr… BRUTTO IDIOTAAAAA!!!
-          AHAHAHAHAHAHAH!..



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Lo so... Ho tagliato il capitolo in una maniera a dir poco orribile... Ma se continuavo a scrivere, avrei rischiato di mettere l'epilogo su questo capitolo!.. ç_ç E dopo la storia sarebbe finita prima... COSA CHE IO NON VOGLIO! xD Comunque, spero che vi sia piaciuto! ^^ E' scritto molto alla svelta, soprattutto alla fine, ma c'è un motivo!.. Volevo far scoprire chi e quale fosse il nome del vero artefice della strage nella prossima storia della SERIE, e con l'identità dell'uomo volevo spiegare anche perché voleva uccidere la mia amata Yuno... D: Quindi, ho fatto un po' di casino! ^^" Spero che possiate perdonarmi! Ci risentiamo nell'ultimo capitolo... L'epilogo... *Depressione* Ma ci sarà la SERIEEEE!!! *Felicità ai massimi livelli* Saluti,
Kazuha Takumi <3
PPS: Lo so che non ho fatto confessare Heiji... Ma c'è un motivo! Non posso dirvi però qual è questo motivo... Quindi evitate di uccidermi! <3

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Capitolo 16
*** Perché non c'è mai una vera fine. ***


*Appare da dietro un muro armata di elmetto e scudo* Ehm ehm... Perdonatemi per l'abnorme ritardo... Ma questi due mesi sono stati movimentatissimi e non ho avuto tempo di scrivere entrambe le mie storie! >.< E' consapevole se avete dimenticato la mia storia... Ma spero enormemente di no! xD Come già saprete, ci sarà la serie, e sto già elaborando il racconto! Ma mi ci vorrà un altro pochino per delineare in modo più preciso la trama! Il primo capitolo sarà pronto sì e no tra un mese! *Spara coriandoli dappertutto* YAHOOOO! *^* Cooomunque forse è meglio se vi lascio al capitolo, ora... Ma vi avverto! Se vi fa cagare, perndetevela con Heiji! U.U
Heiji: Ma...
Io: TACI! LASCIA LEGGERE I LETTORI!
Heiji: Ma...
Io: Ho detto... TACI! U.U
Heiji: Ma...
Io: Guarda che chiamo Kazuha e cambio il finale! U.U
Heiji: O... ok... Buona lettura dal vostro detective preferito! U.U
Io: No, non lo sei... =_=
Heiji: Ma...
Io: TACIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!
[...]



Heiji era sdraiato sul letto della sua camera con aria assente e fissava inconsciamente il soffitto immerso nei suoi pensieri. Erano passate solo poche ore dallo sbarco dal Virginian, e tutte le cose accadute in quei giorni avevano illuminato il detective. Ora sapeva ciò che voleva, sapeva quale sarebbe stato il suo futuro. E per far diventare i suoi sogni realtà, doveva fare quella cosa una volta per tutte. Non voleva rischiare di perdere Kazuha ancora, e l’unico modo per tenerla per sempre al suo fianco era di dirglielo. Sì, eccome se doveva. Lui doveva confessarsi e dirle che l’amava, perché, in fondo, lui l’aveva sempre amata. L’amava in ogni piccolo gesto che faceva, l’amava quando gli donava quei sorrisi pieni di affetto, l’amava quando lei non sapeva star lontano da lui. Ma l’amava anche quando non rispettava le sue decisioni, l’amava anche nei suoi detestabili e insopportabili difetti, l’amava anche quando la odiava. Semplicemente, l’amava in tutto. E non poteva più nasconderlo, né a lui, né a nessun’altro. Dopo averci pensato sin troppo, Heiji si alzò dal letto convito delle sue idee e, con un sorriso sulle labbra, uscì di casa diretto chissà dove.
“Non ho voluto rivelarle i miei sentimenti sulla nave perché eravamo appena scampati ad un attentato di dimensioni immense, ma domani farò la mia mossa. O la va, o la spacca!!!”
Nel frattempo, Kazuha se ne stava affacciata alla finestra della sua camera, mentre, come Heiji, pensava a quello che era successo poco tempo prima. Si rigirò tra le dite un ciuffo di capelli e subito dopo sospirò rumorosamente. Si sentiva confusa, ma felice. Aveva la sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa di bello, ma non riusciva ad immaginarsi cosa.
“Sesto senso femminile?” Pensò “… No! Sono solo stupidaggini!”
Dopo aver finito di parlare con se stessa, si voltò verso il suo letto e, piano piano, ci scivolò dentro. In fondo, domani doveva tornare a scuola, e non le sarebbero bastate poche ore di sonno dopo quello che le era appena accaduto. Ma, a differenza sua, c’era qualcuno che non aveva pensato a questo. Infatti, questo qualcuno, sfrecciava per le vie di Osaka insieme al suo inseparabile cappellino della “Sax”, mentre le luci della notte illuminavano la sua pelle olivastra. Chissà cosa poteva cercare così affannatamente a quell’ora? Beh, sicuramente qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui.
***
Il giorno seguente arrivò in fretta, e Aaron era già appostato davanti al cancello principale della scuola. Sembrava stesse aspettando qualcuno e, quando Heiji lo vide, pensò immediatamente che si dovesse trattare di Kazuha.
  • Tu, lurido verme..!
  • Ehi! Buongiorno Hatt…
Il povero australiano non fece in tempo a finire la frase che gli arrivò un destro dritto in faccia. Di tutta risposta, Aaron si voltò verso il moro confuso e, tenendosi la guancia dolorante, iniziò a sbraitare come un pazzo in preda a una crisi isterica.
  • MA SEI FUORI! E ADESSO CHE CAVOLO AVREI FATTO PER MERITARMI QUESTO?!
  • Dì la verità stupido deficiente! Stavi aspettando Kazuha per confessarti anche quando sono stato IO a risolvere il caso, VERO???
  • MA SEI FUORI!? NO!!! STO ASPETTANDO YUN…
L’australiano si tappò la bocca prima di finire la frase. Ormai era stato fregato, e il sorrisetto non poco raccomandabile di Heiji lo confermava.
  • Chi stavi aspettando? Yun cosa? Cosa cosa COOOOSA???
  • Smettila idiota…
  • Yunsang, Yuna, Yunermi…
  • AAARGH!!! HO DETTO SMETTILA! E’ YUNO, OK? QUALCHE PROBLEMA!?!?!?
  • No, affatto! Anzi, spero che voi siate una coppia felice come lo saremo io e Kazuha..!
  • Senzacervello, noi non siamo una coppia… Solo che probabilmente si trasferirà qui e così mi ha chiesto di fargli fare il giro della scuola!..
  • Oh… Davvero? Yuno… Verrà in questa scuola?..
  • Sì! Problemi? Se ce l’hai, curati!
  • Nono! Nessun problema! Anzi, sono felicissimo! Così potrà tenerti lontano da Kazuha!
  • Ah ah ah… Tanto ormai ho perso, quindi non le girerò più intorno come un moscone arrapato… Tranquillo.
  • Guarda che mi fido!
  • Fidati, fidati. Ma ora vai, che non voglio che la gente pensi che sono tuo amico.
  • Ok, me ne vado..! Anche perché devo fare una cosa… Allora ci vediamo dopo, amico.
Heiji porse il pugno ad Aaron e lui lo ribatté con fintissima noia. L’australiano non poteva immaginare cosa aveva in mente quel pazzo di detective, ma sicuramente pensava che sarebbe stato qualcosa che non si poteva tassativamente perdere. E aveva ragione. Infatti, cinque minuti dopo, si ritrovò l’amico sul tetto della scuola, con un megafono in mano e una borsa sulle spalle. Sul volto aveva dipinto uno sguardo fiero e felice, e sembrava quasi che nemmeno l’imminente figuraccia potesse mutare il suo umore. Difatti, c’era solo una cosa che poteva fargli cadere il mondo addosso, e quella cosa era Kazuha. Già, proprio lei, quella stessa ragazza che in quel momento stava valicando l’ingresso della scuola, ignara di quello che stava per accadere.
“Heiji, l’avevi già detto… O la va, o la spacca”
Il moro fece un respiro profondo e chiuse per un secondo gli occhi. Immaginò la scena, se la gustò tutta, e, quando si sentì pronto per cominciare, riaprì le iridi e portò il megafono alla bocca.
  • KAZUHAAAAA!!!
L’urlo si diffuse per tutta la scuola e catturò l’attenzione di tutti gli studenti. La diretta interessata, quando si voltò per vedere chi la chiamasse, spalancò gli occhi e si portò le mani alla bocca. Non riusciva a crederci… Cosa ci faceva quel deficiente sul tetto della scuola?!
  • KAZUHAAAAA!!! SONO IO!!! SCUSA SE TI HO FATTO SOFFRIRE, SCUSA SE L’HO CAPITO SOLO QUANDO TI STAVO PER PERDERE! KAZUHA, KAZUHA… NON SONO BRAVO CON I DISCORSI QUINDI TE LO DICO E BASTA! IO… IO… IO TI AMO, KAZUHAAAAAAAAAAAA!!!
La ragazza non poteva crederci. Stava sognando, o stava realmente succedendo? Non sapeva dirlo, non poteva dirlo. Succedeva sempre nei suoi sogni, ma questa volta era così reale… Così vero… Così bello. Il suo viso venne rigato da lacrime calde che sgorgavano dai suoi occhi come un rubinetto lasciato aperto e, lentamente, si sentiva mancare. La sua anima rimbombò, e si sentì leggera come non mai. Tutto questo solo per una sua parola, ma non era un semplice “ciao” o “come stai”… Lui le aveva detto che l’amava. Aveva aspettato così tanto questo momento che stava per perdere le speranze… Ma alla fine il suo desiderio più grande si era avverato. Il suo unico amore la ricambiava. Senza pensarci un secondo di più, tra un singhiozzo e l’altro, riuscì anche lei a trovare il coraggio che le mancava, quel coraggio che lui le aveva dato, e urlò quello che pensava non avrebbe detto mai.
  • A… A… ANCH’IO TI AMO HEIJI!!!!!
Ed ecco che quella faccia da ebete che il detective di Osaka si ritrovava sin da quella stessa mattina divenne, se possibile, ancora più ebete. Con un gesto folle, il ragazzo iniziò a correre verso il precipizio davanti a lui e, trascinato dall’amore, saltò giù dal tetto per raggiungere la sua amata. Inutile dire che a Kazuha venne un infarto quando vide il suo unico amore cadere dal tetto, ma subito dopo un istinto omicida le pervase le membra. Infatti, all’improvviso, dietro di Heiji, si aprì un paracadute non molto professionale e, grazie a questo, riuscì ad avere un morbido atterraggio. Quel deficiente l’aveva fatta preoccupare, di nuovo. Ma ora non poteva arrabbiarsi con lui: questo era il loro momento, non doveva rovinarlo. Kazuha, con passi piano piano sempre più veloci, corse senza sosta fino ad Heiji e, quando gli fu davanti, prese il suo viso tra le mani e posò le sue labbra rosee su quelle del ragazzo. Non fu un bacio passionale, ma un semplice bacio a fior di labbra, tuttavia fece provare a entrambi la più grande emozione di sempre. Le labbra di lei sapevano inspiegabilmente di ciliegia, il frutto preferito di Heiji, e quelle di lui semplicemente di dolce, e Kazuha amava i dolci. Quando i due si staccarono dal bacio quei sapori ormai avevano impregnato le loro bocche e, quando incontrarono l’uno gli occhi dell’altro, un calore inspiegabile si diffuse per il loro corpo. Sorrisero.
  • Idiota. Idiota idiota idiota idiota…
  • Perché mi dai dell’idiota? Mi dovresti chiamare amore…
  • Non fare l’idiota!.. Mi hai fatto prendere un colpo quando sei saltato da di lì!
  • Beh, volevo fare qualcosa di speciale… Come questo.
Heiji si inchinò davanti a Kazuha e le porse una scatolina.
  • Aprila.
La ragazza guardò la custodia con occhi luccicanti e dopo l’aprì. Due piccoli anelli di fidanzamento erano posti sul morbido cuscinetto della scatola e le lacrime tornarono a prendere il sopravvento.
  • Que… Questi sono…
  • Anelli di fidanzamento. Vorrei che diventassi la mia ragazza.
Kazuha saltò letteralmente addosso al ragazzo e iniziò a scoccargli baci sulle guance. Lui la teneva stretta in un abbraccio e, quando i due furono abbastanza distanti da guardarsi negli occhi, Heiji continuò a parlare.
  • Lo prendo per un sì?
  • Certo che sì!
  • Ahahah! Non puoi sapere come sono contento!
  • Invece lo so! Credi che tu sia l’unico ad essere innamorato?
  • Beh… Spero di no!
  • Ahahah!! Ehm… Heiji… Posso chiederti una cosa?
  • Dimmi!
  • Se io ti avessi rifiutato, cosa avresti fatto?
  • Mi sarei buttato. Senza paracadute.
  • C… COSA?! SARESTI MORTO, IDIOTA!
  • Sì, ma tu sei la mia vita! Come avrei fatto a vivere se la mia anima apparteneva a una che nemmeno mi ricambiava?!
  • T… TU SEI MATTO!
Kazuha arrossì vistosamente e si buttò di nuovo tra le braccia di Heiji. I due continuarono a giocare tra loro per lungo tempo, senza calcolare gli sguardi di tutta la scuola su di loro, e, quando la campanella suonò, tutti rientrarono in classe, tranne loro.
  • Cosa facciamo ora, Heiji?
  • Beh, mi pare ovvio.
Il detective si alzò in piedi e porse la mano alla sua ragazza. Sì, ora poteva definitivamente chiamarla “la sua ragazza”.
  • Ora andremo in classe.
  • COOOSA??? Ci siamo appena messi insieme, prendi un po’ d’iniziativa!
  • Ok… Ci proverò… Allora… L’hai mai fatto in palestra?
  • I… I… I… … … IDIOTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
*Boom!!!* Anche se erano diventati una coppia, nulla impediva a Kazuha di picchiare Heiji. Quello, in fondo, era il suo passatempo preferito.
  • AHIAAA! MA CHE SEI, SCEMA?!
  • TU SEI L’IDIOTA!
  • PRIMA MI DICI DI PRENDERE L’INIZIATIVA, E DOPO MI PICCHI?!
  • Non intendevo in quel senso…
  • Ah… La mia stupida Kazuha… Posso dirti una cosa?
  • D… Dimmi.
  • Ti amo.
E fu così che alla fine i due passarono l’intera giornata a baciarsi e coccolarsi, rendendo quel giorno indimenticabile.


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Salve salvino, gente! ^^ Ebbene, questo era l'ultimo capitolo... Sono stata contenta di aver conosciuto persone come voi, e vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto!!! ^^ Siete stati gentilissimi! :') Ma non c'è niente di cui preoccuparsi! Per vostra (s)fortuna ci sarà la serieeee! Eheheheh!.. E succederanno alcune cosucce... :3 Beh, vorrei trattenermi ancora, ma purtroppo non posso! ^^" Se non vado a dormire, mia madre mi fucila! xD Spero di risentirvi nelle recensioni, e spero pure che non vi siate dimenticati di Kazuha-chan! :') Alla prossima, (spero sia il più presto possibile..! xD)
Sempre vostra,
Kazuha Takumi <3

Heiji: E anche dal vostro Heiji un saluto! Verrò a interrompere l'angolo d'autrice di Kazuha ancora! U.U
[...]

Thank you!!! <3

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