Just one last time

di loveyasnokey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** L'invisibile ***
Capitolo 3: *** Oh my god! ***
Capitolo 4: *** Ricominciamo tutto da capo ***
Capitolo 5: *** Pivellina ***
Capitolo 6: *** piccole confessioni con grandi soddisfazioni ***
Capitolo 7: *** T.V.B. ***
Capitolo 8: *** Non ho mai amato così ***
Capitolo 9: *** Jealousy ***
Capitolo 10: *** Sorpresa! ***
Capitolo 11: *** Fall down ***
Capitolo 12: *** A kidnapped ***
Capitolo 13: *** Can we change the past ? ***
Capitolo 14: *** Revenge ***
Capitolo 15: *** With No Limits ***
Capitolo 16: *** Ogni azione ha una conseguenza ***
Capitolo 17: *** forse dal cielo piovono coltelli ***
Capitolo 18: *** siamo tutti un po' colpevoli tanto quanto vittime ***
Capitolo 19: *** The Truth ***
Capitolo 20: *** incontri dietro l'angolo ***
Capitolo 21: *** Promenade ***
Capitolo 22: *** Life is a surprise ***
Capitolo 23: *** Bad day ***
Capitolo 24: *** Reload ***
Capitolo 25: *** What's up ? ***
Capitolo 26: *** Turbolenze ***
Capitolo 27: *** Chances ***
Capitolo 28: *** Il bambù che si piega è più forte della quercia che resiste ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


Mi chiamo Greta Brontesi, ho sedici anni e vivo a Milano in un appartamento di periferia con mio padre. Molto probabilmente vi starete chiedendo il perchè vivo solo con uno dei miei genitori e la risposta è che mia madre ci ha lasciati otto anni fa per via di un gravissimo tumore al seno. Da quando è scomparsa la mia vita è cambiata radicalmente, ma grazie all'aiuto del mio unico genitore rimastomi e della mia migliore amica sono riuscita ad andare avanti e a evitare di scoraggiarmi. La mia amica del cuore si chiama Valentina e la reputo la mia unica salvezza, perchè quando sono praticamente entrata in depressione lei è stata sempre al mio fianco facendomi stare bene con la sua sola presenza. E' una ragazza solare e molto attraente, infatti con la sua cascata di capelli biondi e il suo viso armonioso fa invaghire parecchi ragazzi , i quali però finiscono sempre per andare in bianco perchè la mia amica è segretamente innamorata di un' altra persona di cui non vi svelo ancora il nome. Tornando a me posso affermare con certezza di essere sensibile e sognatrice, infatti non a caso spero che prima o poi qualcuno mi noti. Quel "qualcuno" si chiama Stefano Pagliari il fratello della mia migliore amica Valentina. E' il classico ragazzo alto, biondo con un fisico da far invidia e ovviamente altrettanto stronzo. Tutte e dico tutte le ragazze della mia scuola gli sbavano dietro provandoci continuamente e inventandosi ogni giorno nuove strategie di conquista rendendosi a parer mio ridicole. Per quanto mi riguarda posso affermare che sono anni che mi piace, ma lui non mi ha mai degnata di uno sguardo neanche quando dormivo a casa di Vale o quando ci incrociavamo per strada! Mai un solo "Ciao" o "Come stai ?". In principio ci rimanevo malissimo, ma poi col tempo ho compreso che lui di carattere, anche se non sembra, è molto riservato, ma non lo da a vedere e preferisce fingere portandosi appresso una maschera di pura strafottenza e arroganza. Ammetto che la mia cotta è tutt'ora permanente, ma mi basterebbe anche essergli solo amica e scambiare quattro chiacchere di tanto in tanto, ma a quanto pare questo non è possibile. Bando alle ciance... mi chiamo Greta Brontesi e vi racconto la mia storia.

 

 

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Capitolo 2
*** L'invisibile ***


Come ogni mattina la mia odiosissima sveglia prende a suonare interrompendo il mio sonno alle sette spaccate quindi cerco di spegnerla tastando sul comodino per tornare invano nel mondo dei sogni. Purtroppo quando il mio sonno viene interrotto ci vogliono delle ore prima che mi possa riaddormentare quindi sbuffando come un toro inferocito mi dirigo stizzita in cucina dove trovo un biglietto scritto da mio padre.
"Buon giorno tesoro, la colazione è sul tavolo e le focacicine per pranzo nel forno. Stassera ho una riunione quindi non aspettarmi perchè rincaserò tardi. Ti voglio bene. Papi"
Prendo una brioches e me la mangio guardando il panorama dalla finestra. Penso proprio che papà abbia fatto la scelta giusta comprando l'unico appartamento del quartiere con la vista che da su quasi tutto Milano. Ha sempre voluto il meglio e infatti ricordo quando discuteva con mia madre perchè i suoi calzini non erano perfettamente stirati a dovere, oppure per il semplice fatto che la sua giacca non fosse messa nello scomparto giusto nell'armadio, ma ora che mamma non c'è più non può lamentarsi con nessuno. Santa donna ! Mi scappa un sorriso al solo pensiero di quei due che litigano come dei bambinetti per delle cose così futili. Lancio un'occhiata all'orologio appeso al muro e scopro che se non mi sbrigo farò tardi ritardataria come sono.
Quando sono davanti al cancello della scuola mi guardo attorno in cerca di Valentina, ma nessuna traccia di lei che quasi sicuramente si sarà incantata a guardare qualche vestito esposto in vetrina o...
"Scusa il ritardo, ma stamattina la mia sveglia ha deciso di non suonare!" Mi spiega lei con il fiatone e le guance arrossate che contribuiscono a farla apparire ancora più carina di quanto non lo sia già.
"Non ti preoccupare."
"Oggi abbiamo anche la verifica di latino e io ho studiato poco e niente."
"Vale sei proprio incredibile! Sono settimane che la professoressa ci dice che la verifica era oggi"
"Lo so, ma tanto ho portato questo" Mi sventola il suo enorme dizionario davanti agli occhi.
"Wow un dizionario e allora ?"
"Si vede che non sei molto perspicace, perciò come al solito dovrò spiegarti tutto io." Odio quando fa la saputella o meglio la "finta saputella".
"Nel mio vocabolario ho inserito vari fogliettini che contengono alcune informazioni e quando la prof. girerà tra i banchi io prontamente farò finta di sfogliare le pagine."
"Che mente ingegnosa !"
"E' un metodo anti-sgamo un po' vecchio, ma sempre efficace. Tu non hai fatto i bigliettini ?'"
Guardo il mio dizionario e con fierezza faccio di no con la testa. Inavvertitamente vado a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno, cadendo rovinosamente a terra. Due occhi nocciola mi stanno scrutando con sufficienza e io devo dire che in questo preciso istante vorrei tanto dileguarmi nel nulla dal momento che Stefano e i suoi amici mi stanno fissando.
"Ma guarda chi abbiamo: l'invisibile!"
"Ehm... ". Non so nemmeno cosa rispondere alle parole di Stefano.
"Mi piacerebbe moltissimo aiutarti, ma ho di meglio da fare sai ?" Detto questo partono alcune risatine che mi fanno letteralmente morire di vergogna. Lorenzo, il ragazzo alla destra di Stefano, mi pone la sua mano che io afferro prontamente per rimettermi in piedi. Ho sempre pensato che lui fosse diverso dagli altri.
"Stai bene?" Mi chiede premuroso.
"Si grazie." Bofonchio.
"Anche io starei bene se ce ne andassimo." Stefano si intromette nel discorso e seguito dagli altri mi sorpassa con aria annoiata.
"Scusalo, ma diciamo che non ha una vera e propria percezione della gentilezza." Mi spiega Lorenzo.
"Ciao Lore." La mia amica che fino adesso ha taciuto standosene a guardare lo "spettacolino", solo adesso si degna di aprir bocca,.
"Ciao Vale." Hanno lo sguardo incatenato l'uno negli occhi dell'altro e sembrano quasi incantati. Ebbene si, il ragazzo misterioso di cui la mia amica è cotta è Lorenzo Sparvieri. Entrambi si conoscono da moltissimo tempo e fin da piccoli andavano daccordissimo,ma poi la loro amicizia ha avuto un leggero distacco alle medie quando Lorenzo ha cominciato a frequentare Stefano e gli altri, anche se sono convinta che tra loro ci sia una certa alchimia.
"Io ora devo scappare, ci si vede." Si congeda timidamente e raggiunge i suoi amici.
"Scusa se non sono intervenuta, ma..."
"Tranquilla non fa nulla." Vedendo il mio sorriso amaro Vale mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio cose tipo "Vedrai che prima o poi aprirà gli occhi" o "E' solo un coglione".
All'intervallo io e Vale ci mettiamo alla nostra solita postazione spostandoci nell'ampio cortile.
"Penso proprio che uno di questi giorni dovremmo andare a fare shopping perchè sono veramente a corto di vestiti."
"Ma se a momenti il tuo armadio straripa!"
"Sfottimi pure... comunque intendevo che mi serve un vestito adatto per la festa d'istituto."
"E' tra due mesi."
"Non è mai troppo presto e poi ne ho visto uno l'altro ieri con le spalline..."
Annuisco con la testa fingendo di ascoltarla, ma quando mi volto distrattamente la mia attenzione si sofferma su Stefano appoggiato al muro intento a fumarsi una sigaretta. I suoi capelli biondo cenere si intonano perfettamente con i suoi occhi marroni, ma soprattutto il fisico ben scolpito simile a quello di una statua greca farebbe andare in tilt qualsiasi ragazza. Ovviamente la sua bellezza influisce molto anche perchè quasi tutto il corpo studentesco femminile desidererebbe trascorrere una "serata" con lui, ma se devo essere sincera io preferirei andare al cinema o parlare per ore come due semplici amici. Ma conoscendolo non lo farebbe mai perchè lui ambisce alle ragazze.-gallina come le chiamo io, ovvero quelle ben piazzate di seno, truccatissime e molto altro.
"Mi stai ascoltando ?"
"Stavi parlando delle spalline" Colta in fallo.
"Ti sei persa metà del mio discorso!" Esordisce Vale incrociando le braccia al petto.
"Non è vero!"
"Si invece, anche se è comprensibile visto che stai mangiando con gli occhi mio fratello." Abbasso all'istante lo sguardo colpevole arrossendo e balbettando qualcosa di incomprensibile persino alle mie orecchie.
"Non concludi niente rimanendo qui."
"E cosa dovrei fare scusa? "
"Parlaci o attacca bottone !"
"Non hai visto come mi ha guardata stamattina in corridoio ? Mi detesta!" Avverto un leggero pizzichio agli occhi e capisco che sono in prossimità di un pianto.
"Stefano ha un pessimo carattere ed è un grandissimo stronzo, ma sono sicura che con te ..."
"Non darmi false speranze ti prego." Non appena Vale vede la mia espressione afflitta cambia immediatamente discorso e inizia a ciarlare su tutt'altro.

 

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Capitolo 3
*** Oh my god! ***


Quando finalmente torno a casa dopo una estenuante mattinata di scuola, vado subito in camera mia buttandomi a peso morto sul letto. Fisso dritto davanti a me e mi ritrovo a osservare un ragnetto appostato sulla parete. Penso proprio che lui sia veramente fortunato a essere di quelle dimensioni, infatti oggi quando mi sono scontrata con Stefano avrei voluto trasformarmi volentieri in un microscopico insetto. Scuoto la testa e per distrarmi accendo il mio pc portatile connettendomi a facebook. Decesso istantaneo. Un colpo al cuore. Un infarto. E' inspiegabile l'emozione che provo quando vedo questa scritta sullo schermo: Stefano Pagliari ti ha inviato la richiesta di amicizia. Non è umanamente possibile! Ok, devo stare calma, potrebbe anche non essere lui... Al diavolo! Come potrebbe non esserlo dopotutto? Ovviamente accetto la richiesta e vado a curiosare qualche sua foto per accertarmi della sua identità. A meno che non sia un sosia, è proprio lui bello come sempre, anche se si capisce che in alcune icone si è messo in posa. Quando arrivo alla foto che ritrae lui e Vale che si stanno abbracciando sulla spiaggia, mi si stringe il cuore. E' molto raro vederli mentre si scambiano affetto in pubblico, ma qui è evidente come si vogliano bene anche perchè sono così semplici e spontanei. Il mio stomaco inizia a reclamare mediante dei gorgoglii, così con mio disappunto vado in cucina a mangiare le focaccine farcite che il mio adorato paparino mi ha lasciato. Vado fuori in terrazza e inspiro l'aria fredda e secca di fine Ottobre. Chissà perchè mi ha aggiunta ai suoi amici.


"Comunque mi sembra strano che lo abbia fatto."
"Non dirlo a me, dire che ci sono rimasta di stucco è poco."
E' l'intervallo e con Vale stiamo commentando l'accaduto di ieri.
"Beh ora andiamo alle macchinette perchè ho voglia di mangiare qualche schifezza."
Entriamo nella stanzetta dei distributori di merendine e la mia amica ci si fionda per prima come farebbe una morta di fame. Quando è il mio turno inserisco le monetine e pigio i tre tasti per far scendere le schiacciatine. Aspetto invano per due minuti buoni, ma nessuna traccia delle mie schiacciatine. Toc toc. Chi è? La sfiga! Pff ti pareva che non dovesse succedere a me. Sbuffo e mi sposto nervosamente i capelli castani.
"Si è inceppata." La voce che parla alle mie spalle giunge fino alle mie orecchie facendomi sussultare sul posto quando mi accorgo che non è Vale che sta parlando. Mi volto e noto che due iridi nocciola fin troppo famigliari mi stanno scrutando. Il mio cuore decide di andare in ferie non appena Stefano mi sorride.
"Aspetta ti aiuto" Prosegue dando dei colpi al lato del distributore che dopo pochi attimi eroga finalmente il mio pacchetto di schiacciatine. Vedendo che non accenno a raccoglierla, Stefano la prende e me la porge facendo sfiorare accidentalmente le sue dita con le mie. Dei dolci fremiti mi percuotono tutto il corpo al contatto della sua pelle anche se molto lieve.
"Prego." Mi dice ironicamente sfoggiando un bellissimo sorriso.
"Ohh ... Ehm scusa, Grazie." Gli rispondo abbassando goffamente la testa.
Nel momento in cui mi volto vedo le due bocche di Vale e Lorenzo spalancate. Li guardo interrogativa, ma Stefano si para davanti alla mia visuale e mi da il resto che come al solito ho dimenticato. Mi rivolge un ultimo sorriso e poi si dirige all'uscita per andare, suppongo, al muretto dagli altri.
"Mio fratello è lunatico e imprevedibile, ma questo è troppo!" Annuncia Vale gesticolando con le mani.
"Ovvero?"
"Lui non aiuta nessuno all'infuori di se a meno che non sia per doppi fini, ma non credo che questo sia il caso.''
"Cosa stai cercando di dirmi ?"
"Che sta complottando qualcosa." Non riesco a trattenermi e le rido in faccia come un'emerita cretina.
"Scusa, ma ti rendi conto di quello che stai blaterando?"
"Sarà, ma secondo me è così."
"Mangi troppe schifezze che poi ti fanno rincitrullire il cervello."
" Ah. Ah. Che ridere."
L'ora successiva alla ricreazione è quella di fisica, la quale sembra non finire mai. Se solo il professore la smettesse di ciarlare sempre sullo stesso argomento noioso, sono sicura che farebbe un enorme favore a tutta la classe. Il vibrare del mio cellulare mi desta da questa lagna mortale così lo sblocco e visualizzo la notifica che mi è arrivata da facebook. Un messaggio ricevuto. Guardo Vale, ma sta praticamente dormendo a occhia aperti. Chi è che mi scrive allora?

"Buona la merendina?" Sono io che sto impazzendo o cosa? Prima mi manda la richiesta di amicizia, poi mi aiuta con il distributore e infine mi scrive anche ? Deglutisco e con mani tremanti gli rispondo.
"Si"
"Pensa che se non ci fossi stato io saresti morta di fame."
''Non esageriamo."
"Mi devi un favore."
Fatemi capire, non mi caga per anni e poi tutto d'un tratto gli devo un favore?
"Se lo dici tu."
"Si appunto lo dico io, comunque volevo anche chiederti scusa per come ti ho trattata ieri."
"Stai bene per caso?"
"Si tranquilla, lo so che è strano, ma ci tenevo solo a dirtelo."
"Oh ok."
"Allora ci si vede in giro.''
"Si... ciao."

Solo tre parole: OH MY GOD !

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Capitolo 4
*** Ricominciamo tutto da capo ***


Mio padre è proprio un mito in cucina! Non so il perchè non sia andato a fare il cuoco o qualcosa del genere, insomma questo profumo di biscotti di pasta frolla riesce perfino a rendere il mio risveglio meno traumatico.
"Buon giorno." Dico stropicciandomi gli occhi e beandomi della dolce fragranza che in questo momento sta invadendo le mie narici.
"Buon giorno tesoro." Mio padre si gira e mi da un lieve bacio sulla fronte.
"Gurda cosa ti ho appena sfornato." Così dicendo mi mostra i biscotti di forme diverse cosparsi di zucchero a velo. A questo punto la mia acquolina è alle stelle quindi faccio per prenderne uno, ma vengo bloccata.
''Hai dimenticato qualcosa non credi?" Ci guradiamo maliziosamente e vado a prendere la nutella nell'armadietto.
"Dimenticavo che con il cioccolato si ottiene un gusto paradisiaco." La spalmo per bene su ogni biscotto, ma quando alzo lo sguardo incrocio quello malinconico di mio padre.
"Ricordi quando la mamma smetteva di rivolgermi la parola per anche una settimana perchè ti davo troppa ciccolata e poi tu facevi indigestione?''
"Si, dicevi sempre che i suoi discorsi erano noiosi."
"Ora farei di tutto per riascoltarli." Mi risponde con voce tremante e lo sguardo rivolto verso il basso. Corro ad abbracciarlo e sento una lacrima traditrice scendermi lungo la guancia destra. Piango perchè anche a me manca moltissimo la mamma e nessuno può comprendere quello che noi stiamo realmente provando dopo una perdita del genere, ma non possiamo continuare a ritornare nel passato, anche se alcuni eventi hanno lasciato delle tracce indelebili.
"Cosa ne dici di assaggiare queste bontà?" Gli propongo sciogliendo l'abbraccio e cambiando discorso. Devo essere forte.

Mi sento così in armonia con queste delizie che non mi accorgo di aver perso di vista l'orario e ora sto correndo per i corridoi come una disperata. 
Quando entro in classe la prof. mi guarda in cagnesco.
"Brontesi sei in ritardo." Ma dai non lo sapevo!
"Mi scusi, ma ho avuto un contrattempo." Butto lì.
"Spero per te che non si ripeta più." Ho sempre saputo di starle perennemente sulle palle, questa ne la conferma, quindi per evitare di irritarla ulteriormente annuisco e vado al mio posto notando però il banco vuoto vicino al mio. Uffa Vale è anche assente. Che giornata del cavolo! Sbuffo e mi siedo, ma il mio telefono lampeggia.
" Ciao ritardataria."
"Come lo sai?"
Quel ragazzo riesce sempre in qualche modo a stupirmi.
"Me l'ha detto l'uccellino."
"Ah ok."
"Ma come siamo espansive! Comunque come stai?"
Me lo sta chiedendo realmente o in questo momento mi trovo in un mondo parallelo?
"Bene."
"Ripeto: ma come siamo espansive!"
"E' solo che mi sembra strano."
"Cosa ti sembra strano?"
Che dopo diciassette anni passati volutamente ad ignorarmi solo adesso mi scrivi! Ecco cosa avrei voluto rispondergli.
"E' da molto tempo che mi "conosci" e non mi hai mai rivolto la parola, l'ultima volta poi... Vabè hai capito."
"Mi sembra di averti già chiesto scusa."
"Mmm..."
"Ti fai desiderare eh? Allora ti propongo un accordo."
"Ovvero?''
"Proviamo a diventare amici."

Scettica, sorpresa, arrabbiata, felice, non so bene quale sto provando tra queste, ma di certo è molto forte dal momento che il mio battito cardiaco sta gradualmente aumentando e molto probabilmente il mio viso è sbiancato completamente. Insomma fino a poco tempo fa mi riteneva invisibile e ora vorrebbe avermi come amica Stefano Pagliari che tra l'altro è anche il più figo della scuola.
"Ok proviamoci."
"Bene allora oggi a ricreazione unisciti a noi in cortile."
"Al muretto?"
"Si,ora ti lascio perchè ho una verifica. A dopo."

Vale ci degna della sua presenza solo a metà mattina e quando le racconto della mia conversazione con Stefano è incredula.
"Deve essere per forza andato giù di testa, ma meglio così almeno posso approfittarne per passare più tempo con Lore."
"Quand'è che finalmente glielo dirai?"
"Cosa dovrei dirgli?"
"Che pensi a lui la maggior parte del tuo tempo, che ti piace da sempre, ma non hai il coraggio di dirglielo, che vorresti di più..."
"Ferma. Anche io potrei dire lo stesso di te!"
"Stiamo parlando di due situazioni completamente diverse."
"Si come no sono tutte scuse."
Al suono della campanella che preannuncia l'inizio dell'intervallo io e Vale non ci mettiamo alla nostra solita postazione ma bensì al muretto dei più popolari che solo all'idea mi fa venire voglia di darmela a gambe.
"Ti vuoi dare una calmata, mi fai venire l'ansia !"
"Non è così facile per me."
''E noi non stiamo andando a farci ammazzare perciò muovi le chiappette." Lei e la sua solita grazia sotto le scarpe.
Quando Stefano mi vede gli si stampa un bel sorriso da mozzare il fiato.
"Perchè stai sorridendo come un ebete?'' Chiede provocatoria Vale a suo fratello.
"E perchè tu non ti fai una montagna di cacchi tuoi?" Amore fraterno. Scoppiano alcune risatine che spezzano l'atmosfera tesa.
"Siediti pure tanto non ti mangio." Ammicca Stefano. Stranamente i suoi amici non mi stanno disprezzando come al solito, anzi oserei dire che mi stanno lanciando sguardi quasi amichevoli, al contario delle ragazze-gallina che in questo momento se potessero mi lincerebbero volentieri.
"Incantata?"
"Ehm..." Mi blocco non appena vedo che lui si trova ad una distanza mostruosamente ridotta.
"Hai veramente dei begli occhi." Riesco semplicemente a dire come ipnotizzata da quelle iridi profonde.
"Grazie anche i tuoi e poi sono chiari."
Detto questo ci sorridiamo a vicenda e penso proprio che in questo momento non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui.
"Perchè mi fissi?'' Gli chiedo.
"Anche tu lo stai facendo."
"Non rigirare la domanda."
"Non lo sto facendo."
"Invece si."
"Non è vero."
"Ti dico di no." Alzo gli occhi al cielo divertita.
"Dunque visto che siamo praticamente due estranei cominciamo da capo."
"Cioè?"
"Piacere Stefano Pagliari."E mi porge la mano che io stringo prontamente.
"Piacere Greta Brontesi."
"Ciao Greta. Ti andrebbe di andare a pranzo insieme dopo la scuola?"
"Penso che questa sia una magnifica idea."
"Mi sento stupido."
"Già anche io."
 Ci mettiamo a ridere e per la prima volta vedo che si sta realmente divertendo.

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Capitolo 5
*** Pivellina ***


Alla fine anche Vale e Lorenzo decidono di unirsi a me e Stefano così ora ci ritroviamo in una paninoteca poco distante dalla scuola. Dal momento che la mia migliore amica mi sta amorevolmente ignorando perchè troppo preoccupata a mangiarsi con gli occhi Lore, non mi resta altro da fare se non divorare il mio tramezzino che per di più è anche ottimo.
"Vedo che quel tramezzino è di tuo gusto."
Non sono ancora abituata a sentire Stefano che mi rivolge la parola, infatti sussulto sulla sedia.
"Già è buonissimo."
"Lo vedo, ma attenta altrimenti dovremo farti rotolare per farti uscire di qui."
"Ha-ha-ha. Ma che simpatico! Vorresti forse insinuare che sono grassa?"
Sta letteralmente trattenendosi per non ridermi in faccia, ma nonostante tutto prosegue. 
"Beh non per vantarmi della mia tartaruga..."
"Già la tua tartaruga che molto probabilmente è andata in letargo!"
"Ha- ha-ha. Ma che simpatica." 
"Lo so."
"Però non hai tutti i torti, ha un bell'aspetto il tuo panino."
"Ne vuoi un morso?" Gli chiedo.
"Come potrei rifiutare una proposta simile ?"
Rido e gli avvicino il tramezzino alla bocca, mentre lui ne stacca un pezzo con i denti. Sono quasi come ipnotizzata dal suo sguardo magnetico in grado di farmi sciogliere in un battibaleno. Rimaniamo in quella posizione per circa un minuto guardandoci negli occhi e senza dirci nemmeno una parola, quando poi per prima distolgo lo sguardo imbarazzata e con le guance leggermente arrossate. Ad un tratto Stefano mi sussurra all'orecchio :" Cosa ne dici di lasciare i due piccioncini da soli ?"
"V-va bene. Ragazzi noi andiamo."
"Come volete." Mi rispondono all'uninsono senza togliere gli occhi di dosso l'uno dall'altra.

Il freddo pungente di Ottobre sta iniziando a farsi sentire, infatti non appena usciamo all'aria aperta rabbrividisco all'istante mentre camminiamo in completo silenzio.
"Scommetto che quei due si metteranno insieme a breve." Esordisce Stefano rompendo quell'atmosfera scomoda che si era venuta a creare.     
"Lo credo anche io."
"Ho notato che Vale è proprio presa da lui e sono felice che Lore diventerà il mio cognatino."
"Gli vuoi molto bene vero?"
"Si a entrambi, sono legatissimo a loro."
"A volte però non sembra."
"Lo so ma non so come..." 
"Dimostrare il tuo affetto ?"
"Ecco proprio così. Io non sono il tipo da smancerie o cose simili in pubblico o uno di quelli che si accolla a tutti."
"Sei esattamente il mio opposto."
"Perchè?"
"Sono riservata e introversa, ma quando mi trovo bene con una persona finisco sempre per affezionarmi subito e troppo."
"E quindi che tipo di ragazza sei in poche parole?"
"La classica che aspetta il principe azzurro."
"E questo principe chi sarebbe ?"
"Eh chi lo sa."
"Misteriosa."
"Sempre."
Svoltiamo a destra e capitiamo in un sentiero che porta dritto a una gelateria. E' un posto veramente bello perchè intorno a noi ci sono gli alberi e un tappeto di foglie secche arancioni e gialle che contribuiscono a rendere il tutto ancora più magnifico.
"Vieni." Mi dice Stefano prendendomi per mano e conducendomi a passo sicuro dentro la gelateria, dove un uomo di mezza età ci accoglie con un sorriso.
"Guarda un po' chi si rivede."
"Ciao Giovanni."
"E' da tempo che non passavi, ma ora capisco il motivo." E detto questo ghigna allusivo nella mia direzione. 
"N-non stiamo insieme." Balbetta Ste.
"Ahm va bene... comunque vi  faccio il solito ragazzi ?"
"Certo." 
Vedo l'uomo preparare uno strato di smarties in due bicchieri diversi poi aggiunge del gelato alla fragola e al cioccolato e per finire ricopre il tutto con panna e granelli di cioccolato.
Ingrasso solo a guardare quelle delizie!
"Ecco a voi ragazzi, oggi offre la casa."
"Grazie mille. Ciao Giovanni."
"Prego e mi raccomando Stefano."
"Andiamo a sederci su quella panchina."

"Come hai fatto a scoprire questo posto ? Insomma qui a Milano è molto raro trovarne uno del genere."
"Un giorno di sei mesi fa ero giù di morale così volevo uscire per pensare all'aria aperta e tra una via e l'altra sono capitato qui e ho conosciuto Giovanni."
"Perchè eri triste quel giorno?"
"Ho avutoi una discussione con i miei genitori a causa di una grave insufficienza."
"Vai bene a scuola?"
"Alti e bassi, ma dopotutto mi trovo bene allo scientifico. Tu invece pivellina?"
"Pivellina a chi?"
"Beh io sono al quarto anno e tu solo al terzo."
"Che enorme differenza di età!" Sbotto sarcastica.
"Resta comunque il fatto che tu sei più piccola." 
Scoppiamo a ridere e nel frattempo una brezza di vento mi sfiora la pelle.
"Cos'hai?"
"Credo che mi sia finito qualcosa nell'occhio."
"Che furbona! Vuoi usare la vecchia tecnica  della briciolina nell'occhio ?"
"N-no ... Ma cosa dici !!"
"Tranquilla stavo solo scherzando vieni qui e fammi vedere."
Prima che possa anche solo aprir bocca il mio viso è tra le sue mani e i suoi pollici mi carezzano piano gli zigomi.
"Confermo: hai dei bellissimi occhi." Mi sussurra  sfregando il naso contro il mio e avvicinandosi sempre più , ma poi devia per lasciarmi un bacio umido sulla fronte. Ora capisco quella strana sensazione delle farfalle nello stomaco di cui sento parlare spesso. Rabbrividisco per la vicinanza di Stefano, ma lui sembra accorgersene.
"Hai freddo vero? Mettiti qui."
Mi alza di peso e mi pone sulle sue ginocchia avvolgendomi con un braccio.
"Che fai ?! Sono pesante e..."
"Shh." Mi zittisce e mi fa appoggiare la testa sul suo petto mentre gioca con i miei capelli. Se qualcunoi in questo momento ci vedesse, penserebbe quasi sicuramente che siamo una coppia viste le nostre posizioni. Sorrido tra me e me a quel pensiero e infilo la testa nell'incavo del collo di Ste inspirando il suo profumo.
 

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Capitolo 6
*** piccole confessioni con grandi soddisfazioni ***


"Stai proprio male ?"
Chiudo il portone di casa mentre parlo al telefono con Vale e mi incammino a passo spedito verso la scuola.
"Si, persino ieri sera ho rischiato di fare un volo giù dalle scale per un mancamento."
"Se tu mangiassi dei cibi energetici e salutari invece di ingozzarti sempre di quelle schifezze del distributore di merendine, molto probabilmente in questo momento ti sentiresti meglio.
"Forse hai ragione e poi sto mettendo chili su chili in questo periodo."
"Pff ma smettila!"
"Giuro! Se diventrerò una palla di lardo Lorenzo non mi filerà più."
"A proposito ieri come è andata alla fine?Che avete fatto?"
"Ehm... siamo andati a fare un giro e intanto parlavamo di tutto! Era come se tra noi fosse scoppiata una certa alchimia capisci ?"
"Sono felice per te !"
"IO DI PIU'!!" Comunque poi siamo venuti a cercarvi ... dove eravate finiti ?"
Guardo l'orologio. 7:58 ovvero la mia morte.
"Vale ora sono in ritardo, ma più tardi ti spiego... ciao e rimettiti mi raccomando!"
"A dopo e ti avviso che poi voglio sapere tutto nei minimi dettagli."
"Promesso." Riattacco e ripongo il cellulare nella tasca destra per poi mettermi a correre come una disperata nella speranza di non arrivare in ritardo, anche se dubito visto che mancano solo due minuti all'inizio della prima ora e la prof. sarà in classe come minimo da dieci minuti. Quella maniaca puntuale ! Il marciapiede intasato di persone, il traffico mattutino e i semafori non mi aiutano molto e infatti ci metto quasi il doppio del tempo accidenti! Alle otto e un quarto arrivo finalmente a destinazione con il fiatone e estremamente in ritardo. Sono indecisa se andare a scuola e beccarmi una bella nota di demerito oppure... oppure cosa ? Sbuffo furiosa e impreco ad alta voce.
"Ehi pivellina." Di nuovo quella voce paradisiaca capace di mandarmi in estasi ogni volta che giunge alle mie orecchie. Mi volto lentamente e mi ritrovo a dieci centimetri dal suo viso. 
"Ciao." Biascico imbarazzata. Le sue mani mi cingono i fianchi prendendo a carezzarmi con movimenti circolatori la schiena. L'unica cosa che posso fare è appoggiare le mani contro il suo petto.
"Buongiorno ritardataria." mi dice sorridendomi per poi spostare una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
"Che fai ancora qui ? Aspetta fammi indovinare sei in ritardo per l'ennesima volta vero?"
"Mi sono dimenticata di regolare la sveglia." 
"Beh pivellina hai mai trasgredito le regole?"
"Ovvero?"
"Marinare la scuola."
Mi allontano da lui bruscamente e faccio un passo indietro come scottata. No, Non posso. Se mio padre venisse a scoprirlo succederebbe l'apocalisse e inizierebbe a controllarmi o a darmi il tormento. E poi è assurdo, non l'ho mai fatto prima d'ora.
"Mi dispiace, ma non posso." Gli rispondo guardano da tutt'altra parte.
"Non puoi o non vuoi ?"
Stefano fa un passo verso di me e riprende il mio viso tra le sue mani.E' come se in questo momento ci fossimo solo io e lui, tutto il resto non conta.
"Vieni con me."
"N-non pos..."
"Ti fidi di me ?"
Bella domanda ! Non lo so nemmeno io.
"Prova a fidarti di me ok ?" 
Come si fa a dire di no a quelle due iridi tentatrici ? Semplice non si può!
"A patto che mi riporti a casa alle ... " Non finisco di parlare che mi trovo stretta alle sue braccia calde e rassicuranti.
"Voglio portarti in un posto."
"Dove si trova ?"
"Qui a Milano."
"L'uomo del mistero."
Mi soffia in faccia e mi schiocca un bacio sulla guancia, la quale prende fuoco. Prima o poi mi farà andare giù di testa questo ragazzo!
 
Dopo ben quindici minuti ci ritroviamo davanti a un vecchio edificio che sembra avere le sembianze di una fabbrica abbandonata. 
"Se intendi portarmi nella casa degli specchi posso pure tornarmene a scuola e subirmi una bellissima sfuriata."
"Certo che tu hai una fervida immaginazione ! Comunque non ho intenzione di portarti nella casa degli specchi."
Poi si pone dietro di me per oscuarmi la vista con le mani per poi sussurrarmi all'orecchio :" Non sbirciare."
Annuisco deglutendo e appoggiandomi a lui che mi conduce ancora non so dove. Questo posto deve essere molto pulito dato il profumo di disinfettante che aleggia nell'aria.
"Siamo arrivati."
Quando apro gli occhi una dozzina di cuccioli si avvicina a me scodinzolando e abbaiando allo stesso tempo.
"Ti piace ?"
"E' bellissimo!"
Di slancio lo abbraccio e lui prontamente mi prende in braccio sorridendomi. Si avvicina quasi con cautela e quando ci ritroviamo a una distanza minima, mi sposto per dire cose incoprensibili persino a me.
"Ehm... mi fai conoscere i tuoi amici ?"
"Si certo."
Non sembra per niente scoraggiato, anzi mi prende per mano e mi conduce verso tutte quelle palle di pelo adorabili.
"Lei è neve." Mi indica un piccolo batuffolo bianco a macchie nere che mi guarda dapprima spaventato, ma quando Stefano lo prende per poi posarlo sulle mie gambe sembra rilassarsi.
"Le condizioni di questo posto sono ottime, chi si occupa della manutenzione?" Chiedo intenta ad accarezzare Neve.
"Io."
"Tu?!"
"Si, faccio volontariato qui e do una mano appena possibile."
Sorrido. Non sapevo di quanto grande fosse il cuore di questo ragazzo, ma ero sicura che non avesse un'animo di ghiaccio.
"Lo sapevo."
"Cosa sapevi?"
"Tu non sei come vuoi far credere."
"Spiegati."
"Tu sei diverso e ti ostini a voler apparire duro e insensibile, ma da quel poco che ho conosciuto di te in questi giorni ho capito che sei un ragazzo speciale."
Glielo dico tutto d'un fiato a testa chinata e quando finisco di parlare ecco il silenzio che fa capolino. Mi limito ad accarezzare Neve che mi morde il dito giocosamente, ma nel frattempo Stefano si mette dietro di me con le spalle al muro e mi circonda la vita premendo le mani sulla pancia.
"Ti ignoravo perchè volevo tanto conoscerti, ma per orgoglio e mancanza di coraggio mi comportavo in quel modo."
"Ma mi prendevi anche in giro però."
"Lo so e mi dispiace, ma in compagnia di amici divento un'altra persona praticamente non sono io."
"E perchè fai questo? Essere se stessi è molto più semplice."
Mi sfiora il lobo dell'orecchio con le labbra e prosegue sempre più giù fino alla mandibola facendomi rabbrividire. Per la seconda volta gli sfuggo alzandomi di scatto e cercando di mascherare al meglio il mio nervosismo.
"Se siamo qui tanto vale iniziare a lavorare."
"Va bene." Mi dice questa volta lievemente deluso.
Trascorriamo la mattinata tra scope, detergenti e escrementi di cani. Detto così potrebbe sembrare disgustoso, ma in compagnia della persona giusta diventa tutto bello.
 
Quando finalmente abbiamo finito Stefano mi riaccompagna a casa e ora siamo davanti al mio portone.
"Bene devo dire che sei stato bravo a mantenere la promessa, siamo in orario."
"Ricorda che io ho sempre ragione."
"Mr.  modestia."
Ridiamo insieme e dopo pochi istanti le sue labbra mi baciano ripetutamente la guancia. Non so il perchè, ma avvolgo le mie mani al suo collo e lo attiro a me. Dopo un tempo che a me sembra magico, si stacca da me e mi guarda negli occhi come per leggermi nel pensiero. Mi da un ultimo bacio a stampo sulla bocca e poi se ne va lasciandomi incredula.

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Capitolo 7
*** T.V.B. ***


"Ciao tesoro, come mai così allegra e soprattutto a quest'ora del mattino?" Mi chiede mio papà sbigottito.
"Non lo so , oggi mi sento bene." 
"Questo lo vedo e mi fa piacere. Ora devo proprio scappare, ci vediamo stasera." Mi bacia la fronte e fa per uscire.
"Mi raccomando papi conquistale tutte!" 
"Non ti preoccupare le donne non mi mancano."
"Ma sentitelo !"
"Ti voglio bene."
"Io di più."
Mi guarda divertito per mandarmi un bacio con la mano e dileguarsi verso l'uscita. Sinceramente se mai dovesse trovare una donna in grado di farlo felice lo accetterei, anche perchè dopo tutto quello che ha passato se lo merita. Pensandoci è un uomo affascinante, insomma occhi grigi, capelli corvini e una pelle perennemente abbronzata. Non che si faccia le lampade ogni tre per due, però non so come anche d'inverno la sua carnagione è scura, al contrario di me che dopo l'estate perdo subito l'abbronzatura. Spero che un giorno trovi la donna giusta per lui. 
 
Non appena arrivo a scuola Valentina mi salta addosso rischiando di farci cadere entrambe nel bel mezzo del cortile.
"Gretaaa!! Non ci crederai mai!"
"Se tu mi spiegassi cosa è succ..."
"Si è dichiarato." 
In un primo momento rimango sorpresa, ma poi tiro un sospiro di sollievo. Finalmente dopo tanto tempo sprecato a rincorrersi, quei due si sono chiariti.
"E' una notizia meravigliosa! Sono felice per te." Esclamo mentre l'abbraccio forte.
"Quando ieri sera è venuto a casa mia per dirmelo non ci credevo, erano anni che lo aspettavo!"
"L'importante è che adesso stiate insieme."
"Devo essere geloso?" Dice Lorenzo sbucato da chissà dove in compagnia di Stefano.
Vale scioglie l'abbraccio per andare da lui e posare un casto bacio sulla guancia.
"A quanto pare Greta sa già la notizia."
"Si Lore e sono contenta per voi."
Stefano che fin'ora era stato muto prende la parola.
"Lorenzo tieni presente che se ..."
"Sì lo so , se la faccio anche solamente soffrire una volta non arriverò ai diciotto anni . Me lo hai ripetuto una ventina di volte ormai."
Ci mettiamo a ridere come quattro malati di mente. La giornata comincia bene. Stefano nel frattempo ne approfitta per mettere la sua mano destra sul mio fianco e mi bacia delicatamente la fronte.
"Ti accompagno in classe."
Salutiamo gli altri e ci rechiamo, sempre in quella posizione, al secondo piano. Per tutto il breve tragitto tutti, in particolare le femmine, ci guardano allibiti lanciandoci, anzi lanciandomi degli  sguardi di puro odio. In effetti vedere Greta Brontesi L'INVISIBILE e Stefano Pagliari  IL FIGO che si aggirano insieme nei corridoi è piuttosto insolito.
"Mi stanno fissando tutti." Do voce ai miei pensieri.
"E' una buona cosa, vuol dire che sei importante."
"Ma mi guardano con delle facce strane."
"Pensa che potrebbero diventare ancora più strane le loro facce."
"E come ?"
Si ferma di colpo e mi bacia lì davanti a tutti senza alcuna esitazione. Per pochi secondi rimango spaesata, ma quando la sua lingua si insinua nella mia bocca, ricambio il bacio con trasporto facendo diventare quel bacio così casto in uno passionale. Allaccio le mie braccia al suo collo, mentre lui mi circonda la schiena avvicinandomi sempre di più per approfondire il bacio. Ci stacchiamo con mio disappunto e le labbra gonfie e rosse. Ci guardiamo come a volerci ringraziare per quello che è appena successo, ma non resisto e mi riavvicino per baciarlo nuovamente.
"Ora guarda le loro facce. Adesso si che possiamo dire che sono strane."
Mi giro e tutti, ma proprio tutti hanno interrotto quello che stavano facendo per guardarci a bocca spalancata senza provare nemmeno a mascherare la propria incredulità.
"Saremo lo scoop dell'anno."  Mi informa Ste accarezzandomi la guancia con il dorso della sua mano. Il suono della campanella interrompe l'atmosfera di suspense, così entriamo tutti in classe.
"Ci vediamo oggi pomeriggio." 
"Non credo, devo studiare."
"Passo a prenderti alle quattro in punto."
Dico mucca e lui capisce contadino!
 
Arriva in perfetto orario sotto casa mia incredibile!
"D'ora in poi dovrò sempre prenderti in parola."
"Dubitavi che ti venissi a prendere?"
E mi attira a lui baciandomi a fior di labbra. E' bello risentire il suo sapore.
"Ci speravo." Mi sorride e mi bacia di nuovo , ma questa volta più velocemente. E' un bacio a dir poco fantastico.
"Sono poche ore che non ci vediamo e già ti manco?" Gli chiedo divertita appena ci stacchiamo.
"Può darsi. Forse si, forse no, chi lo sa!"
"Ahh giusto, dimenticavo che tu sei l'uomo del mistero."
"Già. Dove vuoi andare oggi pivellina?"
"Mi piacerebbe ritornare da Giovanni. Ho voglia di gelato."
"Bene allora andiamo al nostro posto." Mi prende per mano e insieme ci allontaniamo da casa mia.
 
"Ciao ragazzi! Che piacere rivedervi." Giovanni ci saluta cordialmente come sempre.
"Ciao Gio"
"Salve." dico io allegramente.
"Cosa vi porto oggi?"
"Solito!" Rispondiamo all'uninsono io e Ste.
Giovanni esegue il suo solito rituale, ovvero smarties, gelato e tanta panna con le scaglie di cioccolato. Ce li mette sul bancone e poi ci guarda soddisfatto della sua opera. Tiro fuori il mio borsellino, ma Stefano mi blocca la mano.
"Non ci provare." Mi intima.
"Stefano devo solo pagare."
"Non ci provare ."Mi ripete parentorio.
"Smettila e non fare lo stupido."
"Non farò mai pagare una donna."
"Lascia che mi paghi almeno la mia parte."
"Non se ne parla!"
Lo ignoro e chiedo il conto a Giovanni, ma Stefano mi ruba il borsellino infilandoselo nella tasca interna del suo giubbino.
Poi tira fuori il suo portafogli e paga anche per me. Prende i due gelati e saluta Giovanni.
Quando siamo fuori ci sediamo sulla panchina e Ste mi porge il mio gelato. Incrocio le braccia e guardo dritto davanti a me facendo finta di non averlo visto.
"Adesso fai anche l'offesa ?" Mi chiede infastidito.
Sento che mi sta montando la rabbia, ma non apro bocca per  evitare di rispondergli male.
"Ti ho offerto persino il gelato, che vuoi di più !?"
"Il punto è che NESSUNO te lo ha chiesto!"
"E quindi tu ne stai facendo una tragedia solo perchè ti ho offerto qualcosa?"
"Mi hai fatto fare una figuraccia!"
"Sei troppo paranoica."
"Ahh si ?! Bene, felice di esserlo allora!"
"Sei anche permalosa!"
"SMETTILA!" Dico alzandomi stizzita. Si alza anche lui ed è evidente la sua incazzatura.
"No invece! Smettila tu. Ti offro il gelato e tu mi urli contro diamine!"
"Non fare la vittima adesso." Scommetto che adesso sono paonazza dalla rabbia.
"Ah si senti chi parla! Quella che per anni si nascondeva e poi mi rinfaccia di non averla mai cagata!" 
Alle sue parole mi sento male, come colpita da un qualcosa di appuntito. Lo guardo fisso per esprimergli tutto il dolore che ho dovuto patire in quegli anni, ma quando sento che le lacrime stanno per scendere abbasso lo sguardo e faccio per andarmene, ma sento le sue braccia che mi prendono e mi stringono forte. Lascio andare le lacrime e mi aggrappo a lui bagnandogli la maglietta. 
"Scusami, non volevo dire quelle cose. Giuro che non lo farò più. Scusami ti prego." Mi conforta lui baciandomi le tempie e andando su e giu con le mani sulla mia schiena.
Mi fa sedere sulle sue ginocchia e mi sussurra paroline dolci all'orecchio affinchè mi calmi. Quando finisco tutte le lacrime, rimangono solo i singhiozzi.
"Scusami."
"Ti perdono." Gli dico abbozzando un sorrisino timido.
Mi abbraccia di nuovo e poi prende il gelato imboccandomi.
"Allora come è andata oggi a scuola?" Cambia discorso lui.
"Normale tu?"
"Ho preso una nota."
"Come mai?"
"Ero sempre distratto."
"A cosa pensavi?"
" A te." Mi risponde imbarazzato e lievemente rosso in faccia. Questa volta prendo io l'iniziativa e lo bacio con foga, ma allo stesso tempo con  dolcezza assaporando ogni parte della sua bocca. 
"Il nostro bacio sa di cioccolato ." Mi dice per poi rituffarsi sulla mia bocca. 
Ci stacchiamo ansanti, ma felici.
"Stefano?"
"Dimmi."
"Ti voglio bene."

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Capitolo 8
*** Non ho mai amato così ***


"Allora ci vediamo domani." Dico a Stefano.
"Non vieni con me a cena?" Mi chiede lui speranzoso.
"Ora non posso."
"Però un giorno di questi ci conto."
Gli poso un bacio sulla guancia e poi percorro il giardino per salire in casa. Ah che bellissima giornata. Era da tantissimo tempo che non mi sentivo così felice, è come se fossi rinata, meglio di un massaggio benessere alle terme o di una seduta rilassante di yoga. Insomma come può una persona farmi questo?! Penso proprio di stare per innamorarmi di lui. Però è un po' assurdo, ci frequentiamo a malapena da una settimana! Apro la porta di casa e sento delle voci provenire dalla cucina. Mi affaccio alla porta e vedo mio padre in compagnia di una donna mora molto bella e elegante. Nonostante il suo abbigliamento formale non sembra per niente una di quelle antipatiche che se la tirano, anzi sembra ancora una ragazzina dall'aria sbarazzina e innocente. Mi sta già simpatica.
Da come si guardano sembrano attratti tanto quanto lo sono Lore e Vale. Sembra che da un momento all'altro possano saltarsi addosso! Alla fine decido di non disturbarli e esco di casa correndo per raggiungere Ste. 
"Stefano aspetta!" 
"Ei che ci fai qui? E' successo qualcosa?"
"No, ma è ancora valido il tuo invito a cena?"
"Certo!" 
"Aspetta un minuto che riprendo fiato. " Detto così mi appoggio al muro con il fiatone e Ste si avvicina a me riempiendomi di baci a stampo su tutta la faccia. Io ricambio e ci ritroviamo a giocare e a baciarci a vicenda.
"Andiamo dai." Mi prende la mano e mi conduce verso il MC Donald's più vicino.
"Non è il posto più romantico del mondo, ma si mangia bene." Mi dice mortificato.
"Va bene lo stesso."
"Quindi questo è un appuntamento?"
"Credo di si, tu vuoi che lo sia?"
"Si! Però a patto che non fai storie su chi deve pagare." 
Sbuffo, ma non mi resta che accettare dal momento che anche se non avessi approvato avrebbe pagato lui comunque.
Ordiniamo i nostri hamburger e ci sediamo nei primi posti disponibili.
"Come mai hai deciso di uscire con me?" Mi chiede dubbioso.
"Non te la prendere, ma sono uscita per lasciare solo mio padre e una donna."
"Tuo padre sta frequentando un'altra ?"
"Già." Improvvisamente mi assale una certa malinconia. Ste sembra averlo capito, infatti si alza e mi abbraccia.
"Tranquilla ci sono io va bene?"
"E' morta per un cancro e tutti mi dicevano che presto sarebbe guarita. Alla fine non era vero!"
"Lo so, ma eri piccola e scommetto che tua madre non vorrebbe vederti così in questo momento."
"Hai ragione. Mangiamo o altrimenti si raffredda." Dico con calma e stranamente senza una lacrima. Ste mi guarda ancora preoccupato, ma lo rassicuro con un sorriso. Forse l'ho superata e mia madre per quanto possa valere, rimarrà per sempre il mio ricordo più bello. 

Prendo il telefono e mando un messaggio a mio padre dicendogli che non torno per cena.
"Adesso c'è il dolce."
"Ma io sono piena."
"Fai un ultimo sforzo." E così dicendo mi avvicina il cucchiaino di budino al cioccolato alla bocca.
La serata continua magnificamente e tra risate e baci rubati e alle undici di sera giro la toppa di casa.
"Ciao papi!"
"Amore dove sei stato fino a quest'ora?"
"In giro e tu che hai fatto?"
"Greta tesoro siediti. Ti devo dire una cosa."
"Papà lo so già e va bene così. Lo accetto."
"Sai di rossella?"
"Si. Vi ho visti prima, è per questo che sono uscita."
"Ma non dovevi! Io voglio molto bene a Rossella e amo te più della mia vita, ma se tu non..."
"Papà è tutto a posto. Puoi portare qui Rossella tutte le volte che vuoi, anzi devi farmela conoscere uno di questi giorni."
"Grazie Greta, non sai quanto significhi per me questo." Mi abbraccia e mi bacia affettuosamente la cute.
"Però se dovete fare 'certe cose' avvertimi."
Mio padre sbianca e io mi metto a ridere per la sua buffa espressione. Scappo in camera prima che mi faccia mille discorsi imbarazzanti sui rapporti sessuali e mi butto a peso morto sul letto rivivendo gli ultimi giorni con un sorriso enorme. Non ho mai amato così tanto la mia vita come in questo momento.

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Capitolo 9
*** Jealousy ***


Oggi mi sento in pace con me stessa. Sarà che sono in anticipo di circa un quarto d'ora e non devo fare le corse per arrivare in orario a scuola. Cammino lungo il marciapiede e osservo le varie persone che mi passano accanto. Bambini con gli zaini in spalla, uomini in giacca e cravatta, gli operai che riparano le fognature... Ognuno di loro anche oggi deve affrontare la propria giornata in modo diverso, per poi rincasare alla sera. Attraverso la strada e proseguo finchè un gruppo di moto attira la mia attenzione. I proprietari sono giovani, anzi direi che sono poco più grandi di me. Hanno il tipico abbigliamento da motociclista: giacca in pelle nera, stivali e vari orecchini. Tra tutti uno mi incuriosisce, infatti ha l'aria di essere il boss data la sua postura e il modo in cui tutti lo ascoltano. Lo scruto meglio e si direbbe che sia un bel ragazzo; Moro e alto, anche se non riesco a definire il colore esatto dei suoi occhi. Il diretto interessato si accorge del mio sguardo indagatore, così mi guarda di rimando facendo voltare anche gli altri.
"Cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola?"
La sfacciataggine con cui me lo dice mi irrita e non poco, quindi mi limito a non rispondergli continuando a camminare. A mio malgrado però lui si allontana dagli altri ostacolandomi il passaggio.
"Dove vai così di fretta?"
"Dove mi pare percui levati."
"Uh aggressiva!"  Mi guarda con un ghigno e avanza nuovamente facendomi indietreggiare.
"Cosa ne dici di venire a fare un giro?"
"Con te ? Neanche se mi dovessero pagare!" 
"Dai Luca lasciala perdere!" Grida un suo amico .
"Già, non ho tempo da perdere io." 
La volpe e l'uva !
Riprendo a camminare e finalmente respiro. Per un attimo ho temuto che volesse uccidermi a mani nude. Ci mancava solo un maniaco motociclista diamine! 
 
 
"Ma quindi cosa c'è tra te e mio fratello?"
"A dire la verità non lo so nemmeno io."
"Beh, ma se vi siete baciati vuol dire che siete più che amici."
"Non mi ha fatto nessuna proposta fin'ora e inoltre ci conosciamo da pochissimo tempo."
"Oh ma per favore vi conoscete eccome!"
"Brontesi fai silenzio o ti sbatto fuori dall'aula!"
"Mi scusi prof." 
Ah e ti pareva che sgridasse solo me quella vecchiaccia insopportabile. 
"E poi fareste una bella coppia insieme, cioè è una vita che aspetti questo momento e adesso che ce l'hai non vuoi approfittarne?"
"Beh, io..."
"Ora Brontesi mi hai proprio stufato. Fuori dalla classe e restaci fino alla fine dell'ora."
Mi alzo e esco dall'aula sbattendo la porta. Pessimo inizio di giornata. Vado in bagno per sciacquarmi la faccia e quando entro è deserto. Inorridisco a vedere la mia faccia. Sono pallidissima e potrei benissimo essere scambiata per una mozzarella che cammina! 
"Fai bene a disperarti, fossi in te lo farei anche io." Nello specchio vedo riflessa una bionda tinta stangona che mi guarda quasi con ribrezzo.
"Come scusa?"
"Ho detto che se io avessi il tuo aspetto mi deprimerei." E questa chi si crede di essere?!
"Scusami, ma non credo di conoscerti e..."
"Poche chiacchere, sono qui per un motivo ben preciso."
"Che sarebbe?"
"Stai lontana da Stefano."
"E tu chi saresti la sua guardia del corpo?" 
Le rispondo divertita, ma lei non sembra affatto contenta e infatti avanza verso di me con aria intimidatoria.
"Sei solo un'illusa a pensare che lui ti voglia come fidanzata.Forse non hai capito che le nullità come te non hanno nemmeno il diritto di guardare uno come lui, perciò te lo ripeto: stai lontana da lui!"
Con le sue lunghe unghie mi arpionano il braccio facendo pressione sulla mia pelle.
"Mi fai male!" Dopo pochi minuti mi lascia finalmente il polso per poi rivolgermi un sorrisetto compiaciuto.
"Ciao orrore."
Ancheggia fino all'uscita per poi chiudersi la porta alle spalle e  quando il mio sguardo si posa sul braccio scopro dei segni rossastri e un po' di sangue. Maledetta strega, che bisogno c'era di farmi questo! Le lacrime cominciano a scendermi, ma non per le ferite. Io sono Greta la nullità e tale rimarrò, quindi è inutile continuare a fingere di essere qualcuno perchè sono solo un'illusa.
 
All'intervallo cerco di evitare Vale e Lore, ma soprattutto Stefano. Credo che stare lontani per un po' potrebbe aiutarmi a riflettere su quello che sta accadendo.
"Hei ciao!" Ste fa per avvicinarsi, ma io sgattaiolo via e mi mischio nella folla. Percorro vari corridoi finchè non vedo delle scale e le salgo il più velocemente possibile. Arrivo davanti ad una porta e mi ci appoggio contro. 
"Si può sapere perchè sei scappata in quel modo?" 
"Ma come ..."
"Sono più veloce di te e poi non mi hai ancora risposto. Che ti succede?" Mi chiede lui avanzando sempre più. 
"N-niente, sai ora devo proprio andare, Vale prima mi cercava e..."
"Tu non vai da nessuna parte finchè non mi spieghi."
"Ma non c'è niente da spiegare." Pronuncio queste parole con più naturalezza possibile, ma dentro sto per morire.
"Non me la dai a bere. Tu hai qualcosa, ma non me lo vuoi dire."
"Scusa, ma si sta facendo tardi." Cerco di andare verso le scale, ma vengo bloccata e spinta contro il muro.
"Dimmi cosa è successo!" Stefano mi prende i polsi e me li stringe facendomi gemere di dolore. Se ne accorge e me li guarda rimanendo bloccato.
"Chi è stato?"
Mi volto e osservo con attenzione un punto non ben definito alle sue spalle.
"E' stato un maschio ? Perchè altrimenti io..."
"E' stata una ragazza questa mattina. Ero in bagno e mi ha  minacciata di starti alla larga."
Sento che non ce la faccio più, così mi lascio andare in un pianto liberatorio, mentre Stefano mi stringe forte a se.
"I-io s-sono solo u-una n-nullità... vattene via, non d-devi neanche toccarmi..."
"Ascoltami la nullità qui è solo quella grandissima stronza che ti ha detto e fatto queste cose va bene? Tu sei una ragazza speciale e non devi mai e dico mai dare retta a quello che gli altri pensano di te !" Mi alza il viso per poi baciarmi sulla bocca. E' un bacio tenero che sa di salato, ma la dolcezza che ci mette è immensa. Poi mi sorride e mi dice la sua solita frase.
"Pivellina."
 

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Capitolo 10
*** Sorpresa! ***


Cammino abbracciata a Stefano e quando arriviamo sotto casa gli propongo di salire dal momento che papà è al lavoro.
"Sicura che non disturbo?"
"No che non disturbi." 
Gli stampo un bacio sulla guancia e ci dirigiamo nell'appartamento.
"Vieni in cucina così mangiamo qualcosa."
Prima che possa fare anche un qualsiasi passo mi acchiappa e mi bacia con foga insinuando già da subito la sua lingua alla ricerca della mia. Continuiamo così per un po' di tempo, finchè smettiamo per mancanza di ossigeno e lo guardo interrogativa.
"Oggi non mi avevi ancora baciato e quindi ho rimediato."
Gli sorrido e felice per quelle parole e mi butto addosso a lui per riempirlo di baci. 
 
Dopo aver pranzato ci sdraiamo sul divano e iniziamo a guardare un film qualunque. Sto per posare nuovamente le mie labbra sulle sue, quando il mio cellulare squilla. Sbuffo e mi alzo per andare a rispondere in terrazza.
"Posso sapere che diavolo hai ?"
"Io?"
"Si tu! Stamattina dopo che sei uscita dalla classe eri strana."
"Ho fatto un brutto incontro."
"Chi hai incontrato?"
"Non ho ben presente come si chiami, ma è una ragazza alta e bionda."
"E' tinta, vanitosa e con un trucco impeccabile ?"
"Esatto."
"Elisa Bodini, quarto anno al liceo scientifico."
"E' in classe con Stefano?"
"No lei è in B. Comunque non farti intimidire e soprattutto non ascoltare ciò che dice, perchè sono tutte stronzate."
"..."
"Non dirmi che le hai dato retta veramente !"
"Ha detto che sono una nullità e che devo stare alla larga da tuo fratello."
"Io quella la disintegro ! Tu non devi minimamente dare importanza a quello che ha detto mi hai sentito? Lei era la ex di Stefano, ma poi si sono lasciati e ora gli da il tormento."
"Però..."
"Niente però! Quella è un'arpia capace di tutto quindi non devi cedere a tutti gli ultimatum!" Non ho mai visto Vale agitarsi in quel modo, le da veramente fastidio.
"Cercherò di tenerlo a mente. Ora vado da tuo fratello prima che mi dia per dispersa."
"Divertitevi."
Metto giù e ritorno da Stefano.
"Dove eri finita?"
"Al telefono con tua sorella."
Mi sdraio e appoggio la testa sulle sue ginocchia. Ci baciamo ancora e ancora fino a quando Stefano mi alza la maglietta facendomi rabbrividire. Me la sfila del tutto e mi bacia la pancia lentamente lasciando delle scie di fuoco ovunque passi. Sento la toppa della porta girarsi e delle voci provenire da fuori.
"Cacchio!" Mi rimetto la maglietta in un nano secondo e mi siedo tutta rossa accanto a Ste dandomi contegno.
"Ciao Greta."
"Hei papà. Che ci fai qui a quest'ora?"
"Volevo presentarti una persona."
La donna che il giorno prima avevo visto seduta in cucina, sbuca da dietro la porta sorridendomi in modo cordiale.
"Ciao Greta piacere di conoscerti."
Mi alzo dal divano e le stringo la mano.
"Oh Stefano ci sei anche tu che sorpresa!"
Esclama mio padre. Ste un po' impacciato si presenta a Rossella e saluta mio padre.
 
 
"Non mi resta che invitarvi tutti a cena." Propongo io.
A tavola tutto fila a gonfie vele e più Rossella parla di se e più mi piace come donna. Inoltre sembra che papà abbia preso bene la presenza di Stefano. Quando è il momento di andare accompagno Ste alla porta. 
"Ci vediamo domani a scuola." Lui mi prende per la vita e mi bacia di nuovo e di nuovo dolcemente per poi mordermi il labbro.
"Buona notte pivellina."
"La smetterai mai con questo nomignolo?"
"No."
Alzo gli occhi al cielo divertita e lo saluto un'ultima volta e dopo aver dato la buona notte a mio padre e Rossella me ne vado dritta a letto
 
 
 
 
 
Il giorno dopo. Ore 15:30
Messaggio da : Stefano
Devo farti una sorpresa. A casa mia alle 4.
 
L'avevo detto io che quel ragazzo era pazzo! Però se è una sorpresa non devo farmi trovare come una barbona o altrimenti mi riderà in faccia.
Corro in bagno e mi passo un po' di mascara, la matita e un velo di ombretto. Poi passo ai capelli e li piastro tutti facendoli diventare spaghetti. Come vestiti indosso un paio di jeans chiari con abbinato un cardigan blu e delle semplici all star. Mi gurdo allo specchio e sorrido alla mia immagine riflessa. Per una volta non mi sento orribile.
 
Per strada penso a tutte le possibili sorprese che potrebbe mai farmi Stefano, ma dal momento che potrebbero essere infinite mi rassegno e cerco di arrivare il più veloce possibile. Quando sono davanti alla porta di casa faccio tre respiri prima di citofonare. Ho il cuore che batte all'impazzata per l'emozione.
Stefano viene ad aprirmi in pantaloncini e canottiera e mi sorride. Ad un tratto vedo la ragazza che avevo incontrato in bagno, Elisa, sbucare dietro di lui.
"E lei che ci fa qui?"
"Niente era solo uno stupido passatempo." Gli risponde Stefano divertito.
CRACK. il suono del mio cuore nell'udire quelle parole.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Piaciuta la sorpresa??! HAHAHAHAHA Stefano è veramente un grandissim o stronzo!!!! E Greta poverina ci è rimasta malissimooo. Chissà se lo perdonerà mai ù.ù
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno inserito la mia storia nei seguiti e nei preferiti (Vi adorooooooo)
E come sempre vi prego di lasciare un qualche commento pleas! Alla prossima :)
Anna 

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Capitolo 11
*** Fall down ***


Arrabbiata. Infuriata. Adirata. O meglio delusa. Ho sempre saputo che nella vita ci sono alti e bassi, ma nella mia ci sono più ricadute, le quali ogni volta lasciano sempre una cicatrice quasi indelebile che non viene mai scalfita dal tempo. Inoltre il fatto che io sia una di quelle tipiche ragazze ingenue grava la mia posizione dal momento che tutte le volte quella a rimetterci sono sempre e comunque io. 
Alzo gli occhi e guardo fuori dalla finestra. Da poco ha iniziato a piovere e il paesaggio mette tristezza, quasi più di quanta ne provi io in questo momento. Ricordo che quando mia madre era malata e a stento riusciva a reggersi in piedi mi diceva di non preoccuparmi perchè prima o poi tutto sarebbe andato per il verso giusto. Bugie! Solo delle fottutissime bugie che contribuiscono a illudermi il doppio. Lei mi ha abbandonata quando diceva di star meglio, a scuola tutti mi prendevano in giro, la mia autostima via via col tempo è scesa fin sotto le scarpe e per di più quando finalmente credo che l'agoniato momento di felicità fosse arrivato, ecco l'ennesima delusione far capolino. E' vero che tutte le cose belle dura no prima o poi dovranno finire, ma durano così poco ? O forse sono io che non sono destinata ad avere un angolino di felicità? 
Sorrido malinconica rispondendomi da sola e mentre lo faccio mi passano per la mente le immagini di questo pomeriggio. 
Lei mezza nuda  sullo stipite della porta. Quel suo sorriso così vittorioso e derisorio. Ed infine quelle parole.  UNO STUPIDO PASSATEMPO.
Ecco cosa potevo con considerarmi: uno stupidissimo e noiosissimo passatempo.  Un giocattolo troppo brutto per essere persino usato. Un niente alla fin dei conti.
Ero certa del suo cambiamento. Ma a quanto pare come al solito ho sbagliato a dare la mia fiducia ad un individuo che a stento mi salutava per strada nonostante ci conoscessimo. Eppure non ci voleva un genio per capire che mi stesse prendendo in giro, ma io da brava credulona ci sono cascata con tutte le scarpe. Maledico il giorno in cui ho accettato di diventargli amica senza pensare alle conseguenze. Però nessuno mi ha avvertita o quanto meno fermata. Nemmeno Valentina. Ora tutto mi ritorna più chiaro. Lei è stata la prima a spingermi tra le braccia di Stefano e sempre lei mi incoraggiava quando molto probabilmente si era messa daccordo con il fratello. Traditrice! 
Uno scatto di rabbia mi pervade così inizio a scaraventare qiualsiasi cosa presente nella mia stanza. Prendo la sedia e la butto sul pavimento dove susseguono i poster e le cose che sono posizionate sulla scrivania. Poi mi concentro sul letto e mi sfogo contro i cuscini riempiendoli di pugni e immaginando le facce di tutte le persone che mi hanno fatta soffrire in tutti questi fottuttissimi anni.
Continuo ininterrottamente per all'incirca dieci minuti filati e quando arrivo al limite della stanchezza crollo sul letto, ma stranamente non piango, questo perchè le mie lacrime non possono descrivere il dolore che provo in questo momento, ma soprattutto non voglio darla vinta a quegli stronzi.


Delle carezze mi sfiorano dolcemente la nuca facendomi sorridere leggermente. Ma poi ritorno alla realtà e il sorriso mi scompare all'istante. Apro gli occhi e incontro quelli grigi di mio padre.
"Dì un po', ma è passato un uragano che ha colpito solo la tua stanza oppure..."
"Non è successo niente." Rispondo secca alzandomi dal letto per dirigermi in bagno.
"Beh a giudicare dall'aspetto della tua camera non sembra essere successo niente." Insiste.
"Ho detto che non è successo niente! Posso lavarmi in santa pace ?!" Urlo quasi sbraitando dal fastidio. Odio ferirlo, ma è consapevole del fatto che quando ho la luna storta vedo tutto nero perciò non contesta e si defila silenziosamente.
Tiro un sospiro di sollievo e guardo il mio riflesso nello specchio. Sono in condizioni penose, per non parlare delle orrende occhiaie che mi circondano gli occhi. Ma io sono forte e non ho assolutamente intenzione di mostrarmi debole a quei grandissimi str... Non vale la pena. 
Dopo essermi truccata al meglio per coprire tutti quei segni violacei presenti sulla mia faccia, mi fiondo fuori dalla porta di casa per evitare altre domande scomode di mio padre.
Prendo un lungo respiro e varco la soglia del grande cancello con un bellissimo sorriso stampato in faccia il quale però muore subito sul nascere a causa della visione che mi si presenta.
Praticamente tutta la scuola si volta dalla mia parte e c'è chi sorride, le ragazze-gallina che ridono istericamente puntando lo sguardo su di me, chi parla all'amico vicino nel tentativo di no farsi sentire e poi c'è lui. Nel momento in cui i nostri occhi si incrociano il colpo al cuore è inevitabile. Tutto scompare eccetto io lui e la delusione che provo nell'anima. E' appoggiato al solito muretto con la sua cerchia di amici e mi sorride come se non fosse successo niente. A questo punto le opzioni sono due : torno indietro e faccio la figura della codarda oppure continuo a testa alta. La mia ragione mi suggerisce la prima opzione, ma il mio orgoglio mi urla di andare avanti ed affrontarlo, dopotutto sono sempre Greta Brontesi!
" Amore stai bene ? Oggi ti vedo particolarmente pallida sei sicura di stare bene?" La sua voce mi fa sussultare e quando alzo la testa cerco il più possibile di mascherare il dolore che mi attanaglia dentro, ma ora è il momento di dimostrare che non sono ancora fuorigioco.
"Puoi anche smetterla di fingere anche perchè vorrei ricordarti che ieri ho assistito al tuo magnifico spettacolino da quattro soldi!" 
"Buona tigre! Chissà come saresti stata a letto però... mi spiace questa volta ti è andata male." Sputa velenoso Stefano facendo ridere i suoi amici cretini. Solo Lorenzo reagisce diversamente, infatti si limita ad abbassare la testa e a gurdare con insistenza le sue scarpe.
Ah bene un altro individuo da aggiungere alla mia lista di traditori!
Non li degno nemmeno di una risposta e rigo dritto in classe ignorando tutte le risatine in corridoio. Mi siedo al mio noiosissimo banco e inizio a tirar fuori l'occorrente per la lezione di storia.
"Buongiorno!" 
Questo è realmente il colmo! Dopo tutto quello che è successo osa pure salutarmi!
"Che vuoi?"
"Ehi calma volevo solo ..."
"Non me ne può fregare di meno di quello che volevi fare. Tu non devi nemmeno rivolgermi la parola!"
"Ma che ti ho fatto?!" Mi chiede Valentina incredula.
"Semmai cosa tu e quel coglione di tuo fratello avete fatto e poi non guardarmi con quella faccia da pesce lesso, perchè ci sono già cascata una volta."
"Ma io non capisco, io..."
"Tu tu tu , sempre e solo tu! Oltre che a essere falsa sei persino egocentrica!"
"Ma non so di cosa tu stia parlando!" Scoppia lei agitandosi sulla sedia.
"Ah no? Quindi non sai che ieri tuo fratello mi ha fatta venire fino a casa vostra per poi farsi trovare di proposito mezzo nudo sullo stipite della porta con un grandissima zoccola da quattro soldi ? E tu ovviamente non ne saprai niente giusto?"
"Ti giuro che non ne sapevo niente!"
"Già e io ti credo!" Dico ironica.
"Ma tu davvero credio che io possa averti fatto questo? Io che sono la tua migliore amica e che ti ho dato anima e corpo anche nelle situazioni più critiche ?! Guardami e dimmi in faccia che mi credi colpevole!"
Dopo questa sua uscita, mi trovo spiazzata perchè insomma dopo tutto è vero che lei è stata l'unica a starmi vicina in tutte le occassioni ed è sempre stato il mio braccio destro, ma le prove sono schiaccianti e tutto combacia.
"I-io... si credo che tu sia colpevole." Dico attorcigliando le mani in uno scatto di nervosismo.
Quando incontro i suoi occhi, vedo delusione, tristezza e rabbia, soprattutto quest'ultima.
"Bene allora non abbiamo proprio più niente da dirci." Valentina, raccatta tutte le sue cose e si sposta di qualche banco davanti al suo. Mi ci vuole una enormissima forza di volontà per ricacciare indietro le lacrime ed evitare di scoppiare qui davanti a tutti ed infine tiro su col naso per poi cercare di darmi un contegno, quando la professoressa fa la sua entrata. 

Al termine di tutte le lezioni mi dirigo a passo spedito verso l'uscita e mi infilo le cuffie del mio i pod, quando le note di  "Just one last time " mi fanno fremere . http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=xyqQ4iT4IeU

This is the end station                                      Questo è il capolinea
But I can’t move away from you                   Ma non riesco ad allontanarmi da te
This is the edge of patience                           Questo è il limite della pazienza
But you’ll prove yourself to me                    Ma ti rivelerai a me
Still you drain my soul                                      Continui ancora a prosciugarmi l’anima
Even though it hurts I can’t slow down      Anche se fa male non riesco a rallentare 
Walls are closing in and I hit the ground    I muri si stringono intorno a me e io cado a terra
Whispers of tomorrow echo in my mind    sussurri di domani risuonano nella mia testa
Just one last time                                                 Solo un'ultima volta

E così piango e mi metto a pensare a tutte le cose belle che ho passato con lui, a tutti gli attimi di felicità che mi hanno fatta sorridere per almeno dieci secondi, alle risate, ma anche alle lacrime versate che poi venivano subito spazzate via da un bacio. Dopotutto come dice la canzone , Questo è il capolinea, ma io non riesco ad allontanarmi da te !
      





Sono in enormissimissimissimo ritardo, ma che dire la scuola è peggio di quel ci si possa apettare D: !
Come sempre vi invito a recensire il capitolo che anche se è molto molto e molto deprimente ha ha ha ... comunque mi farebbe piacere una piccola recensioncina please! :)

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Capitolo 12
*** A kidnapped ***


Decido di non filare dritta a casa anche perchè mi deprimerei soltanto e non concluderei un bel niente, perciò cammino per le strade di Milano senza una meta ben precisa. Mi guardo attorno e mi dirigo su una panchina non molto distante da un parchetto. Appena mi siedo, un brivido mi percuote la schiena facendomi gelare fin sotto le ossa così mi raggomitolo meglio nel mio cappotto. Punto lo sguardo davanti a me e cerco di non pensare a tutto ciò che occupa la mia mente da due giorni ormai  anche se faccio molta fatica a distrarmi. Lo scricchiolio dei sassi mi desta dai miei pensieri e mi volto per scoprire a chi appartengono i passi. 
"Salve bellezza, come mai tutta sola?"
Pff, e come se non bastasse ecco che il maniaco di qualche giorno fa il suo magnifico ritorno! 
"Ancora tu ! Ma si può sapere che diamine vuoi ?!" Gli chiedo parecchio irritata.
"Conoscerti, sai mi intrighi parecchio."
 Detto questo il ragazzo prende posto vicino a me e mi guarda con due stupendi occhi verdi da mozzare il fiato.
"Che c'è? Ti sei incanatata bellezza?" Mi chiede divertito. 
"I-io n-non ... ovviamente no e poi devi smetterla di chiamarmi bellezza !"
"Furbetta non cambiare discorso solo perchè ora ti senti in imbarazzo." 
 A quell'affermazione arrossisco fino all'apice dell'orecchio e dopo poco sento un suo risolino.
"Ma tu fai così con ogni persona che trovi seduta pacificamente su una panchina?"
"No, in realtà solo con le ragazze molto carine come te." Eh no. Una volta mi basta ed avanza e io non ho intenzione di cascarci come una pera cotta e di rispondere alle avances di questo tipo.
"Chiariamo una cosa : tu non mi conosci e non sai nemmeno chi io sia, ho già abbastanza problemi per conto mio quindi se ora tu mi lasciassi in santa pace mi faresti un enorme favore."
"E se io non ti volessi lasciare in pace ?"
"In questo caso me ne vado io" Detto questo mi alzo , ma la sua mano mi blocca all'istante.
" Lasciami!"
"Solo se vieni con me." Mi dice a pochi centimetri dalla bocca.
"Tu sei completamente pazzo!"
"Probabile, ma non ti mollo finchè non mi rispondi di si."
"Se non vuoi che mi metta ad urlare lasciami subito!"
Mi arpiona i fianchi e in un nano secondo le sue labbra si tuffano sulle mie che a primo impatto si rifiutano di schiudersi. Mi dimeno scalciando e cercando di allontanarlo il più possibile da me, ma dopo poco sono costretta ad arrendermi al suo volere. Non è nemmeno paragonarlo ai baci di Stefano così passionali, questo perlopiù è solamente voglioso, dato tanto per togliersi lo sfizio. Dopo nemmeno due minuti ci stacchiamo un po' ansanti e quando torno in me stessa ricomincio a sbraitare.
"Come ti sei permesso eh ?! Avevo proprio ragione a darti del maniaco!"
"Come siamo acide! Cos'è sei in fase pre-mestruale oppure hai solo paura che il tuo fidanzato ci abbia visti?"
"Non sono in fase pre-mestruale e non ho un cavolo di fidanzato." 
A quell'affermazione i suoi occhi sembrano illuminarsi e le pagliuzze verdi attorno alle sue iridi  prendono a vivacizzarsi.
"Molto bene allora vieni con me."
"Tu sei fuori come un balcone, io non vengo da nessuna parte con te !"
Non sembra nemmeno ascoltarmi perchè in un battibaleno mi prende un polso e mi trascina non so dove. 
"Lasciami o mi metto ad urlare!"
"Bene accomodati pure." Mi risponde col suo sorriso sghembo. Sbatto i piedi per terra e continuo a sbufffare per suscitargli qualche reazione, ma niente lui continua imperterrito verso la meta a me sconosciuta. 

Dieci minuti dopo ci troviamo davanti ad un locale di cui non sono a conoscenza anche se dall'esterno mette un po' di inquietudine.
"Prima cosa : io in quella topaia non metto piede; secondo: lasciami subito andare diamine!"
"Magari se tu facessi meno storie sarebbe tutto più facile non credi?" A quel punto sto per perdere le staffe, quando vengo trascinata nella cosiddetta topaia . Roba da matti !
Come volevasi dimostrare questo è il locale più squallido che abbia mai visto in vita mia! La luce è oscurata e l'atmosfera sa di muffa, sudore e di fumo di sigaretta; non so come facciano a respirare le persone che frequentano questo posto. La musica è abbastanza assordante e se le mie orecchie non mi ingannano deduco che sia di genere rock o forse qualcos'altro, ma sicuramente è molto intensa e inudibile per chi possiede un udito così sensibile come la sottoscritta. Ci sono alcuni divani dall'aria trasandata e dei tavolini trascurati dove sono poggiate alcune birre e qualche bicchiere ed infine nelle vicinanze c'è un bancone che deduca sia il bar. La folla di gente, questo posto disgustoso e l'odore dell'alcool costituiscono per me un mix micidiale per la mia salute che ormai chiede pietà! Quando quel cretino si ferma ci troviamo davanti a uno di quei tanti divanetti (sempre se posso chiamarli tali) dove sono sistemati più o meno una dozzina di ragazzi. Sono tutti vestiti di nero con stivali in pelle, cinture borchiate e piercing e tatuaggi a volontà. Allibita mi volto a guardare il ragazzo con cui sono venuta, il quale mi sembra di ricordare che si chiami Luca, ma noto che anche lui è praticamente uguale a loro.
MA DOVE DIAVOLO SONO FINITA ?! 
Penso tra me e me guardandomi intorno per scovare una possibile via di uscita, ma c'è talmente tanta gente che mi risulta praticamente impossibile.
"Allora ce l'hai fatta amico!" Nonostante il frastuona riesco a sentire quello che uno di loro dice a Luca.
"Eh già anche se ha fatto mille storie." Risponde il cretino facendomi uscire ilfumo dalle orecchie.
"In questo posto squallido esiste almeno un bagno?"
"Così potrai scappare a gambe levate? No scordatelo."
"Ma..."
"La accompagno io." Esclama una ragazza dai capelli corvini e gli occhi da cerbiatta. Mi sorride e mi prende pure lei per un polso facendomi zigzagare tra la gente quando finalmente arriviamo davanti ad una porta bianca entrandovi dentro.
Mi guardo allo specchio e vedo che i miei occhi sono arrossati e il mio viso è impallidito.
"Vieni che  ti do io una sistemata ." Senza nemmeno aspettare un minimo di consenso da parte mia tira fuori da chissà dove un mascare e delle matite nere di varie tonalità cominciando ad applicarmele sul viso.
"Come mai una ragazza così acqua e sapone come te frequenta questi postacci?" Mi chiede lei sorridendo.
"Non sono qui di mia volontà, Luca mi ci ha portata."
"Lo so. Hai presente quando Luca qualche giono fa ti ha abbordata?"
Annuisco ricordando quel momento.
"Beh diciamo che si è un po' invaghito di te e sis sa che quando lui aspira a qualcosa fa di tutto per ottenerla."
Mi allontano come scottata da quella rivelazione.
"Chiariamo un punto : IO NON APPARTENGO A NESSUNO!"
"Ehi calma! Io non ho fatto nulla, solo che sei caduta involontariamente nel suo mirino."
"Vuoi dire che d'ora in poi verrò pedinata e portata a vita in questa fabbrica di matti solo per un capriccio di quel maniaco ?!" Mi agito sul posto muovendo ritmicamente le mani e gesticolando quando vedo la ragazza di fronte a me che mi ride in faccia.
"Che hai da ridere?"
"Niente è solo che... beh se finissi di truccarti staresti meglio." Alzo gli occhi al cielo e lei riprende a truccarmi. dopo qualche istante mi volto allo specchio e rimango a bocca aperta. I miei occhi sono contornati di un nero scurissimo e i miei occhi che credevo fossero inutili sembrano essere rinati. Inoltre le mie labbra colorate da un rossetto nero sembrano più gonfie e non più due linee orizzontali piatte. Questo non è esattamente il look che mi si addice, ma non è nemmeno poi così male.
"Ti piace?"
"Ehm s-si... grazie..."
"Martina."
"Oh io sono Greta."
"Piacere mio. Comunque i tuoi vestiti stonano parecchio con il tuo nuovo trucco."
Guardo i miei jeans chiari e la il mio giubbotto, ma non ci trovo niente di così orribile.
"Domani ti porto a fare acquisti. Fatti trovare davanti al parcheggio qui vicino domani alle tre in punto. Ora è meglio che torniamo di là prima che ci diano per scomparse."
La seguo senza più fare storie e torniamo dagli altri.
"Io ho voglia di divertirmi andiamo  ballare!" Esclama qualcuno. 
Dopo nemmeno trenta secondi mi ritrovo in pista dove un ammasso di gente si muove con movimenti assurdi. 
"Balla bellezza!" Mi suggerisce Luca afferrandomi per i fianchi e facendomi strusciare a lui.
In un primo momento mi infastidisco parecchio ma poi mi vengono in mente alcuni pensieri.


Sei solo un'illusa a pensare che lui ti voglia...

Forse non hai capito che le nullità come te non hanno nemmeno il diritto di guardare neglio ochhi uno come Stefano...
Uno stupidissimo passatempo...

Un impulso di rabbia e rancore mi pervade il corpo e così decido di lasciarmi andare alla musica strusciandomi più sensualmente a Luca.
"Così piccola!" Mi sussurra lui baciandomi il collo fino a giungere alle mie labbra come a volerle mordere. Lo bacio con trasporto ponendo le mani sul suo viso e quando ci stacchiamo lo vedo sorridere soddisfatto. Sorrido anche io di rimando pensando solo ad una cosa : ecco la nuova me.






BUONA SERA! :) 
Oggi sono perlomeno non così tanto in ritardo! Hahahaha bando alle ciance... allora come vi è sembrata Greta ? E come avete visto anche il misterioso Luca che avevo citato pochi capitoli  fa è ritornato e sarà parte integrante della storia. Ora vado a letto e come sempre vi invito a lasciarmi una piccolissima recensioncina anche piccolina ;)
Notte <3
P.S. Alle persone che hanno inserito questa storia nelle preferite, seguite e ricordate VI AMO !! 
BACI, ANNA 

 

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Capitolo 13
*** Can we change the past ? ***


Infilo la chiave nella toppa e apro la porta di casa trovandomi di fronte a mio papà.
"Mi dici dove diavolo sei stata fino a quest'ora ?! Sono ore che cerco di chiamarti, ma mi risponde sempre la segreteria telefonica !" Sbraita lui guardandomi malissimo.
"Ero in giro."
"Cosa significa che eri in giro? Che risposta è mai questa!"
"Beh tu mi hai fatto una domanda e io ti ho semplicemente risposto e ora devo andare ..."
"Tu non vai da nessuna parte fino a che non mi dici dove sei stata e soprattutto con chi sei stata. Eri con Stefano?" 
Quando quel nome giunge alle mie orecchie non posso far altro che irrigidirmi all'istante.
"Papà, io ho la bellezza di diciassette anni quindi anche se tardi di qualche ora non è la fine del modo chiaro?"
A questo punto tutti e due ci stiamo scaldando e la tensione aleggia nell'aria.
"Ascoltami bene, io sono pur sempre tuo padre quindi esigo sapere..."
"Tu vuoi sempre sapere cosa faccio, dove vado, con chi vado, ma mai cosa voglio diamine!"
"E allora dimmelo tu! Cosa vuoi ?"
"Voglio che tu, anzi che tutti mi lasciate in pace e che vi rendiate conto che anche io ho una vita e posso farne ciò che mi pare!"
Dopo questa affermazione constato il danno appena fatto e di come mio padre ci sia rimasto male diventando inquieto.
"Stai cambiando e la cosa non mi piace. Per caso Stefano..."
"Per la milionesima volta LASCIAMI IN PACE! Sono stufa delle tue domande, delle tue finte premure e soprattutto di te! Mi opprimi l'aria e le tue innumerevoli ed assillanti domande mi soffocano! Smettila di voler sapere tutto e di controllarmi dannazione!" 
Sulla faccia dell'uomo che mi sta davanti vedo rabbia, compassione, ma soprattutto pura delusione. Ci guardiamo per qualche istante, ma poi mi affretto a dirigermi in camera mia per evitare di creare altrettanti danni e mi butto a peso morto sul mio caldo ed accogliente letto. Non volevo dirgli quelle cose, ma quando ha nominato quello stronzo non ci ho più visto e mi sono sfogata sull'unica persona di cui realmente mi potevo fidare e soprattutto l'unico componente della mia famiglia.
Una lacrima solitaria scende lungo la mia guancia destra facendomi pensare che alla fine per colpa di un idiota ho rovinato i rapporti con le persone più care che avevo al mondo. Per tutto quello che ho detto e fatto in queste ultime ore dovrei semplicemente darmi della stuida immatura, ma non ho assolutamente intenzione di arrendermi e di apparire debole davanti a quel cretino. Come ho già detto ora entra in scena la nuova Greta e questa volta non garderà in faccia nessuno se non se stessa!
Mi faccio una doccia veloce e decido di filare subito a letto per non incontrare di nuovo mio padre.


La mattina seguente ...



Mentre sto per chiudere il portone con lo zaino in spalla, sento qualcuno che parla.
"Buongiorno!"
Mi volto e vedo Luca. E' appoggiato alla sua moto, vestito come al solito di nero e con la sua aria da figo che ammalierebbe qualunque ragazza. I capelli sono più spettinati del giorno prima e un accenno di barba fa capolino sul suo mento.
"Come fai a sapere dove abito?
"So come informarmi."
"Sei uno stalker per caso?"
"Forse, dai sali che andiamo a fare un giro."
"Non per dire, ma io dovrei andare a scuola."
"E che problema c'è? Ti giustificherai dicendo che non ti sentivi bene."
"Meglio di no."
"Lascia che ti accompagni allora." 
A questo punto un ragazzo qualunque farebbe gli occhioni dolci per impietosirmi, ma lui assume subito un'espressione furba e decisa , come se fosse certo che io gli risponda di si.
"E se io non volessi?"
"Ti ho trascinata dove volevo ieri e non mi costerà tanta fatica farlo un'altra volta perciò se non vuoi che ti metta sulla moto di peso, sali." 
 Il tono con cui lo dice è strafottente, ma quel sorrisino stampato in faccia comincia ad infastidrmi, anche se devo ammettere che lo rende più sexy. Sbuffo roteando gli occhi e dopo essermi infilata il casco che mi porge, mi posiziono dietro a lui.
"Tieniti forte bellezza."
"Ti ho già detto di non chiam... "
Non faccio in tempo a finire la frase, che lui sgomma come un tir della strada imboccando le varie vie. Lo stringo forte e gli intimo di rallentare, ma come risposta mi arrivano i suoi risolini divertiti. Dopo dieci minuti mi accorgo che quella che stiamo percorrendo non è la strada per andare a scuola anzi stiamo andando da tutt'altra parte.
"Avevi detto che mi accompagnavi a scuola!" Gli urlo sia dalla rabbia che dal frastuono.
"OPS!"
"STRONZO!"

La seguente mezz'ora la passo a imprecare e a sbraitargli di andare almeno un po' più piano, ma come al solito mi ignora bellamente. Imbocchiamo una stradina sterrata per poi capitare in uno spiazzo popolato da parecchie moto e ragazzi poco più grandi di me. Luca parcheggia li vicino e poi mi fa cenno di seguirlo. 
"Dove siamo?"
"Ti ho mai detto che fai troppe domande." Mi risponde lui sorridendo.
"Dimmi subit..."
"Greta che piacere!"
Mi volto e una Martina allegra mi viene in contro abbracciandomi. Anche lei mantiene il suo solito look da dark, ma se devo dir la verità non le si addice molto perchè sono sicura che senza tutto quel trucco e l'abbigliamento insolito c'è una ragazza acqua e sapone tutta d'un pezzo; una normale adolescente insomma.
"Oh Martina almeno una person a normale !"
Esclamo beccandomi un pizzicotto da parte di Luca il quale si in tromette nella nostra conversazione.
"Martina te la affido per pochi istanti perchè devo andare a sistemare alcune carte prima dell'inizio."
Detto questo si dirige verso un gruppetto di ragazzi, insnuando in me un  infinità di dubbi.
"Cosa intendeva dire con quella frase?" Chiedo perplessa a Martina.
"In sintesi Luca gareggia partecipando a gare clandestine di moto."
"COSA!? Ma  impazzito per caso."
"Non credo proprio." Mi risponde pacata.
"Come fai ad essere così calma davanti ad una cosa del genere?"
"Luca è un esperto in questo campo perciò non di che preoccuparsi."
Mi passo nervosamente la mano nei capelli e ripenso agli avvenimenti degli ultimi giorni. Non ho mai visssuto niente di simile prima d'ora, ma forse è realmente giunto il momento di dire addio alla vecchia Greta? 

...Solo uno stupido passatempo...

Si è giunto.
Sorrido sornione a Martina chiedendole informazioni su queste gare clandestine e scopro che il percorso è di due kilometri circa e si distende su degli spiazzi e delle stradine sterrate che spesso possono essere pericolose per via dei sassi che potrebbero far perdere il controllo della moto. Il primo che raggiunge l'arrivo vince un mucchio di soldi anche se la somma mi rimane ignota.
"Poi ci sono anche altri dettagli come le grupie."
"Ovvero?"
"Sono le ragazze che si posizionano dietro al motociclista e hanno il compito di coprire la targa nel caso in cui gli sbirri ci trovassero o di fare supporto."
"E chi è la grupie di Luca?"
"Solitamente sono io, ma oggi finalmente starò dietro a qualcun altro." 
Mi informa spostando lo sguardo su un ragazzo non molto distante da noi che si intrattiene a parlare con altri suoi compari. E' alto e biondo e da quel poco che posso vedere deduco che abbia pure un bel fisico.
"Ti piace quel tipo laggiù ?"
Martina abbassa la testa arrossendo e apparendo ai miei occhi ancora più dolce di quanto non lo sia già.
"S-si c-cioè un pochino."
"Se fosse che ti piacesse solo un pochino non reagiresti in questo modo." Le dico sorridendole.
"Tutti ai propri posti !" Sento urlare un ragazzo dietro di noi e dopo poco scorgo Luca venirci incontro. 
"So che ti costa tanto, ma potresti andare tu al posto mio la grupie di Luca?"
Le sto per dire di no, quando i suoi occhi nocciola mi implorano di accettare.
"Mi devi un favore." 
"Allora siamo pronti ?" Chiede Luca.
"Si, ma c'è un cambio di programma e Greta sarà la tua grupie. Detto questo io vado ... che vinca il migliore."
Il ragazzo davanti a me scrolla le spalle e mi conduce alla sua moto facendomi accomodare.
Ci avviciniamo agli altri veicoli e quando lo starter da il via partiamo sgommando a tutto gas.
All'inizio non siamo messi tanto bene, ma poi improvvisamente sfrecciamo a più non posso sorpassando e schivando parecchia gente. Le emozioni che provo sono indescrivibili e l'adrenalina scorre nelle mie vene facendomi cimentare in sensazioni che mi sembrano persino irreali. Alla fine arriviamo primi e al traguardo una folla di ragazzi assalgono Luca per congratularsi. Scendo dalla moto e mi allontano di poco per evitare di venire schiacciata.


"Greta complimenti!" Squittisce Martina.
"E' stato ... STUPENDO!!"
"Che ti avevo detto io!" 
"E avevi ragione1 Cavolo non mi sono mmai sentita in questo moodo!"
Una mano mi agguanta un fianco stringendomi ad un corpo familiare.
"Non vuoi festeggiare assieme al vincitore?" Mi chiede Luca per poi baciarmi con foga sulle labbra. Questa volta mi lascio andare fin da subito e rispondo con altrettanta foga al suo bacio incastrando le nostre lingue e avvicinandolo sempre più a me. Ci stacchiamo ansanti e lo guardo estasiata dalla sua bellezza.

"Vedi che quando non parli va meglio ?!" 
Scoppiamo a ridere tutti e tre, ma nel frattempo una parte remota della mia coscienza mi dice che forse non sto facendo la cosa giusta. La ignoro e cerco di divertirmi per tutto il resto della giornata senza pensieri.

Buona sera ! :D
Hoi aggiornato in tempo !! Hhahahaha dopo i vari tentativi ce l'ho fatta e scrivere questo capitolo dal momento che l'ho riscritto almeno tre volte! :3
Allora come vi sembra la nuova Greta? E' cambiata, ma sotto sotto è ancora la stessa anche se si ostina a voler dimostrare il contrario. Per quanto riguarda Stefano vi dico che non è scomparso, anzi tra poco si farà vivo pure lui. 
Ora devo proprio scappare quindi me la lasciate una recensione :)? 
Alla prossima. :D


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Capitolo 14
*** Revenge ***


"Allora ti è sembrata così noiosa la mattinata trascorsa con me?" Mi chiede Luca una volta arrivati sotto casa.
"Beh se magari se tu mi avessi chiesto gentilmente di venire con te sarebbe stato meglio."
"Se l'avessi fatto non saresti venuta con me, quindi è sempre m eglio passare al piano B." Mi risponde lui prendendomi per i fianchi e facendo sfiorare i nostri bacini.
"E quale sarebbe questo piano B ?"
"Trascinarti, ignorare le tue pallose proteste e poi..."
Lascia la frase in sospeso e si fionda sulle mie labbra lasciandomi abbastanza interdetta, ma poi pochissimi secondi dopo mi ritrovo a rispondere calorosamente. La sua lingua si intreccia alla mia e da li a parecchi minuti non ci separiamo più succhiando e leccando ogni parte della nostra bocca. Ad un certo punto la sua mano dai fianchi scende più giù fino a sfiorarmi le natiche, ma a tale contatto mi irrigidisco e lo fermo subito.
"Ehi latin lover calma!"
Luca sbuffa roteando gli occhi e poi torna a guardarmi con quel suo solito insopportabile, ma figo, ghigno. Prima che possa anche dire qualcosa, monta in moto per poi salutarmi alla sua maniera.
"A domani bellezza."
Non faccio nemmeno in tempo a replicare che il frastuono del rombo sovrasta le mie parole. 
Però il nomignolo bellezza non è poi male.



Alle tre in punto mi trovo davanti a quella topaia dove mi aveva portata per la prima volta Luca, aspettando pazientemente Martina per andare in giro per i negozi a comprarmi qualche vestito.
Nel frattempo tiro fuori lo specchietto e ammiro il mio riflesso. Vedo una normale sedicenne con delle occhiaie e pochissimo trucco. Ha delle ciocche di capelli che non sono al proprio posto, ma ispira semplicità. Questa ragazza sembra sciupata, ma sorride ed è questo che mi fa gioire nell'animo, il fatto che nonostante tutto io stia ancora sorridendo. Insomma ho chiuso con Stefano, ma ho incontrato Luca; ho litigato con Vale, ma di conseguenza ora ho Martina, anche se Valentina rimmarrà sempre unica per me ed infine ho litigato con mio padre. A proposito di lui non potrò mai sostituirlo con nessun'altro, ma spero in un imminente riappacificazione.
"Ciao!" 
Due braccia flebili mi abbracciano stampandomi un bacio sulla bocca.
"Sei esattamente in ritardo di cinque minuti." Le annuncio ricambiando l'abbraccio.
"Scusami, ma ho avuto un contrattempo."
Nel dirlo abbassa la testa e arrossisce violentemente.
"Intendi dire che eri in compagnia del ragazzo di stamattina ?"
"S-si... vedi ... lui dopo la  gara mi ha invitata a mangiare e siamo stati insieme per un po' di tempo."
"Raccontami tutto!" Le dico prendendola sotto braccio e dirigendoci verso il centro di Milano.
"Beh, mi ha portata a fare un giro in moto poco distante da casa sua e ci siamo seduti su una panchina iniziando a conoscerci. Poi lui mi ha spiazzata perchè mi ha detto che era da un po' che gli interessavo e così mi sono imbarazzata tantissimo e ..."
Smetto di seguire le parole di Martina quando camminando sul marciapiedeb scorgo Valentina mano nella mano con Lorenzo intenti ad osservare una vetrina. Quando tutti e due si voltano incrociando il mio sguardo rimangono impietriti e allo stesso tempo sorpresi dal vedermi. Poi vedo Vale che concentra lo sguardo su Martrina e si indurisce di colpo, mentre Lorenzo gli stringe la mano come a volerla calmare.
"Andiamo via da qui perchè certi individui non li sopporto!" La mia ex-migliore amica sorpassandoci. Rimango parecchio colpita da quelle parole che covavano rancore e rammarico, ma che allo stesso tempo avevano il potere di farmi sentire vuota dentro anche se mi ostinavo a trovare qualsiasi pretesto per consolarmi. Martina deve essersene accorta, perchè ha smesso di parlare e mi guarda insistentemente.
"Chi è quella ragazza e soprattutto perchè ha detto quella frase?"
"Era la mia migliore amica."
"Perchè parli di le al passato?"
"Perchè ormai lei fa parte del mio passato."
"Che è successo? Con me ne puoi parlare ok?!"
"Io n-non s-so se... posso..."
Martina mi ferma e mi costringe a gardare quelle due pozze nocciola.
"Ti puoi fidare."
A quelle parole sento un grande bisogno di sfogarmi con qualcuno senza aver paura di essere in qualche modo giudicata o presa in giro. Le racconto quindi tutto quello che mi è successo nelle ultime settimane, descrivendole per filo e per segno ogni dettaglio. Alla fine del mio lunghissimo monologo Martina mi guarda compassionevole e con estrema dolcezza mi abbraccia per la seconda volta in quel pomeriggio infondendomi per qualche istante un po' della sua sicurezza. 
"Greta, tu sei ancora innamorata di quel ragazzo e anche se hai incontrato Luca..."
"NO! Io ormai non sono più innamorata di lui e mai più lo sarò!"
"Non serve a nulla convincerti del contrario quando sai benissimo che..."
"Martina ti prego non voglio parlarne." Le dico in un livissimo sussuro con le lacrime pronte a scendere copiose sul mio viso.
"Siamo amiche da pochissimo tempo, ma già ti voglio bene proprio per questo rispetto la tua decisione, ma promettimi che prima di agire o fare chissà che cosa pensarai bene alle tue scelte."
"Lo prometto."
"Giura."
"Giuro."
"Giurin giurello."
"Smettila di prendermi in giro!" Le dico indispettita, ma allo stesso momento anche sollevata.
"Dai ora andiamo in quel negozio cpsì ti provi qualcosina." Cambia lei discorso facendomi pernsare che dopottutto almeno di lei posso fidarmi o lo spero.

... DUE ORE DOPO A CASA DI GRETA...

Quando finalmente sono a casa porto tutte le buste contenenti i miei acquisti nelle mia stanza quando di colpo la porta di camera mia si spalanca.
"Potresti smetterla di uscire senza avvertirmi? Oddio! Ma che hai fatto ai tuoi capelli sono blu !"
"Papà ne abbiamo già parlato!"
Poco dopo una donna dai capelli mori tendenti al rossiccio fa la sua comparsa.
"Greta come stai ? E' da un sacco di tempo che non ci vediamo!"
"Rossella ciao! Ma che piacere vederti." Le dico andando a posarle un bacio sulla guancia in segno di salulto.
"Riccardo, cosa ne dici di andare a preparare la cena così io finisco di salutare Greta?" Propone innocentemente Rossella cacciando praticamente mio padre che prima di uscire mi lancia uno sguardo che dice : NON FINISCE QUI.
"Abbiamo poco tempo quindi sbrigati." La guardo allibita cercando di capire a cosa si sta riferendo.
"Di cosa dobbiamo parlare esattamente?"
"Non fare la finta tonta con me, puoi darla a bere a chiunque, ma non alla sottoscritta quindi spiegami che ti è successo."
"Niente..."
"Cosa è seuccesso tra te e Stefano?"
"Come fai a saperlo?" Le chiedo incredula.
"Ho intuito un pochino prima e poi tuo padre mi ha accennato qualcosa."
"E cosa ti avrebbe accennato!"
"Non ha importaznza, ora dimmi cosa ti è successo."
Abbasso lo sguardo e inizio a parlare per la seconda volta ad una persona diversa di quello che è successo.
"In poche parole lui mi ha tirato un colpo basso facendosi trovare con un'altra ragazza di proposito e rivelandomi che la nostra mezza relazione, sempre se poddo chiamarla tale, era solamente una farsa."
"So come ti senti, perchè devi sapere che anche io prima di tuo padre sono stata insieme ad un'altro uomo."
"Tu sei ..."
"Divorziata da tre anni e la cosa non mi dispiace affatto. E' iniziato tutto quando ho deciso di spposare il mio attuale ex-marito, che allora reputavo un uomo serio e leale, ma che alla fine si è rivelato esattamente il contrario di quello che mi aspettavo. Lui lavorava in banca mentre io facevo la commessa qua e là in vari negozi. Ci sposammo e dopo poco avevamo deciso di mettere da parte qualche soldo e di trasferire tutti i nostri risparmi nella banca in cui lavorava lui. Dopo due anni decidemmo di andare a ritirare tutto quel denaro, ma risultò che non era rimasta nulla. Per mesi mi riflò la scusa di un possibile errore della banca e che molto probabilmente ci avrebbero reso tutti quei soldi, ma poi una sera rientra presto dal lavoro e lo sorpresi sul nostro letto con un'altra donna. In seguito scoprì anche che tutti i nostri risparmi li aveva prosciugati lui prelevando soldi a volontà facendo in modo che non me ne accorgessi e li investiva in regali costosi da regalare alla sua amante."
Rimasi in silenzio fino alla fine del racconto rimanendo basita dalla tranquillità con cui mi spiegava l'accaduto.
"Ma tu non hai fatto niente dopo avere scoperto questo suo tradimento e per non parlare dei soldi!"
"Ho divorziato da lui e volevo persino assumere un avvocato per fargli causa, ma allora non avevo tutti quei soldi quindi mi trasferì e inizia a lavorare qui a Milano diventando la collega di tuo padre. Poi beh... il resto lo sai."
"Perchè mi hai raccontato la tua storia?"
"Perchè voglio che tu sappia che anche se nella vita le peresone su cui contavi ti hanno delusa non devi assolutamente abbatterti o cercare di cambiarti perchè tu sei tu e se gli altri non ti accettano allora significa che non hai bisogno di loro."
Detto questo Rossella esce dalla mia stanza e raggiunge mio padre lasciandomi dubbi su dubbi.

... IL GIORNO DOPO... 

P.O.V. Stefano

Io e la mia banda siamo appoggiati al solito muretto in attesa del suono della campanella, quando Matteo, un componente del gruppo, inizia a parlare.
"Ragazzi che facciamo Sabato sera ?"
"So che Marianna della 4° E organizza una festa a tema!" Esordisce eccitato come una capra in calora quel cerebroleso di Lorenzo.
"E il tema sarebbe?"
"Novelli sposi." 
Dopo quella affermazione mi metto a ridere sguaiuatamente pensando al nome ridicolo del tema. E' semplicemente assurdo e soprattutto da femminucce.
"Che hai da ridere idota?" Mi chiede irritato Lore.
"Sai mi sembra un po' sciocco come tema, non trovi?" Gli rispondo cercando di non scoppiargli di nuovo a ridergli in faccia. Mi volto verso un trio di ragazze che ormai mi stanno fissando da mezz'ora e mi scompiglio i capelli ammiccando nella loro direzione.
"No, non trovo e  tu ovviamente verrai con me e Vale."
Divento improvvisamente serio e lo guardo di traverso.
"Non se ne parla nemmeno! Io non parteciperò a quella cazzo di festa scordatelo."
"Devi farlo dal momento che mi devi parecchi favori." 
Respiro nervosamente consapevole del fatto che sono nella merda. 

*Inizio flashback*
Sto parlando animatamente con due tipe carine del quinto anno, quando un Lorenzo tutto incazzato mi si avvicina portandomi in un posto più+ appartato. 
"Ehi amico, io sono etero!"
"Non me ne fotte un cazzo se sei etero! Quel che è certo è che tu sei un coglione!"
Non avevo mmai visto il mio migliore amico così arrabbiato e infatti iniziai ad avere un pizzico di paura.
"Ma che ho fatto?"
"E me lo chiedi?! Forse non lo sai, ma la ragazza che hai preso per il culo  si da il caso che sia la migliore amica della mia fidanzata e che quest'ultima crede che io sia coinvolto in questa tua grandissima stronzata!" Mi sbraiata come un forsennato.
" Le chiedi scusa e ..."
"Credi che non l'abbia già fatto? Sono ore che provo a chiamarla ma non mi risponde e io giuro che se Valentina e io ci dovessimo lasciare a causa tua potresti anche reputarti un uomo morto!"
Sgranai gli occhi e solo dopo pochi secondi realizzai che il mio migliore amico mi stava minacciando.
"Posso fare qualcosa?"
"Tu devi fare qualcosa hai capito ?! Io amo tua sorella più della mia vita e differenza tua io non la uso per prenderla in giro e per di più per una stupidissima scommessa!" 
"Va bene faccio quello che vuoi, ma calmati per favore."
"Tu mi devi tanti favori !" Esclama Lore quasi allo stremo.
"Si lo so e d'ora in poi se avrai anche una sola richeista se mi sarà possibile cercherò di accontentarti."
*Fine flashback*

" E va bene... ragazzi sabato andiamo tutti alla festa di questa tizia!" 
Tutti mi guardano sconcertati, come se volessero capire come mai Stefano Pagliari il ragazzo più orgoglioso del pianeta si facesse comandare da una persona al di fuori di se stesso. 
Un rombo ci fa voltare automaticamente e quando vedo una ragazza dalle forme ben definite scendere da dietro il ragazzo che guida la moto, mi interesso ancora di più. Si toglie il casco lasciando che la sua chioma folta di ricci ribelli venga liberata. Fin da subito cerco di scoprire chi sia quel gran pezzo di ragazza, ma non appena si volta scopro la sua identità. Greta. 
Non può essere lei, insomma è vestita con dei jeans neri attillati, una giacca in pelle anch'essa nera e truccata in modo pesante, ma allo stesso tempo provocante. Per non parlare poi delle ciocche blu che la rendono più come dire... strana ? Mi volto verso i miei amici e li vedo tutti, ma proprio tutti intenti ad ammirarla in tutto il suo splendore. Una fitta allo stomaco mi attanaglia e così li guardo in cagnesco, ma il mio tentativo risulta vano dato che per smuoverli servirebbe un carro attrezzi!
Rivolgo lo sguardo nuovamente a lei e la vedo intenta a chiacchierare con il tipo sulla moto che le si attacca come un  polipo e posa la sua mano un po' troppo vicino al suo sedere. Poi li vedo baciarsi avidamente e mentre lui ne approffitta per dare altre palpatine, lei gli arpiona i capelli tirandoglieli leggermente. Stringo i pugni e per un'attimo mi passa per la mente l'idea di andare a spaccare la faccia a quel coglione che la sta baciando.
"Ma dico vogliono girare un porno ?! Diamine siamo a scuola!" Esordisco alzando il tono di voce e destando i miei amici.
"Zitto che tu ne hai fatte di peggiori. O forse sei geloso?" Mi canzona Matteo.
"NON sono geloso!"
"La gelosia è una brutta bestia sai?"
Tutti scoppiano a ridere e nel frattempo Greta si congeda dal coglione che sgomma a tutta velocità e si avvia all'entrata il che vuol dire che deve per forza passarci vicino.
Quando incontro il suo sguardo noto che c'è qualcsa di strano in lei è come se fosse cambiata.
" Ma come sei trasgressiva!" 
La punzecchio quando è abbastanza vicina da potermi udire. Ora vi faccio vedere io!
"Oh ciao scusami, ma non ti avevo nemmeno calcolato che sbadata." 
Si poggia una mano sulla fronte e si  stampa un finto sorrisino malefico  in faccia.  Da quando mi risponde in questo modo ?! Decido di ignorare la sua risposta e continuo a parlare.
"Beh conoscendoti dovresti essere a letto in  lutto piangere e a guardare film strappalacrime per consolarti."
Intanto quasi tutto l'istituto sta assistendo alla piccola scenetta.
"E tu dovresti essere assieme a quell'oca in una discoteca di spogliarellisti dal momento che l'ultima volta che vi ho visti eravate entrambi con il culo all'aria e inoltre avevate fatto una performance niente male." 
Mi risponde lei con quel suo tono da finta tonta alludendo alla volta in cui mi sono trovato mezzo nudo sullo stipite della porta. Rimango quasi con la bocca che tocca a terra per la risposta appena ricevuta. Insomma  non me lo sarei mai aspettato da Greta!
Cerco di salvarmi dalla figura di merda che mi sta facendo fare sviando il discorso.
"E dimmi come mai hai un nuovo look?"
"Beh semplicemente mi sono stufata di essere uno stupido passatempo."
"A dire la verità lo anche se cambi look." Le rispondo con nonchalanche per vedere la sua prossima mossa.
"ISarò pure come mi definisci, ma almeno io ho una personalità e non passo da un letto all'altro per puro divertimento anche perchè alla fine dei conti lo stupido passatempo sarei io non credi?" 
Il suo ragionamento non fa una piega e parecchia gente inizia a fischiare e ad emettere dei gridolini, segno che sto nettamente perdendo terreno. Poi, notando il mio silenzio, Greta riparte alla grande dandomi il colpo finale.
"Stefano caro, scendi dal piedistallo perchè alla fine dei conti tu sei solo una persona in mezzo ad altre persone quindi non sei il Dio in terra e per di più vorrei informarti che a questo punto del gioco il "passatempo " più noioso sei solo tu!"
BOOM ! Colpito e affondato.



BUONA SERA! :D
La rivincita di Greta come vi èsembrata? Hahahahaha a me personalmente è piaciuta tantissimoooooooo!!! Stefano se l'è cercata! E poi cosa ne pensate del suo nuovo look o del carettere che ha dimostrato nello scontro verbale con Stefano? E Luca srà il ragazzo ideale per Greta o sperate in un riallaccio con Stefano? E la misteriosa scommessa di Stefano??? 
HAHAHAHAHAH vi sto tartassando di domande XD , Comunque ci tenevo a dirvi che il prossimo capitolo lo pubblòicherò verso la fine della settimana perchè sono occupatissima! 
Me la lasciate una recensione ?? Grazie in  anticipo! <3 <3 
BUONA NOTTE :D
anna.

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Capitolo 15
*** With No Limits ***


Dolce vendetta!
Quel grandissimo idiota pensava che me ne stessi zitta alle sue provocazioni? Illuso!
Come se il mondo girassse sempre attorno ad un totale coglione che altro non ha da fare se non prendere per i fondelli tutte le persone che gli stanno vicino. 
Sorrido sornione e mentre  attraverso il corridoio a testa alta, mezzo liceo mi guarda come se fossi una creatura sconosciuta proveniente da chi sa dove. Persino le ragazze-gallina sembrano sorprese dal mio comportamento infatti non tendono più a lanciarmi sguardi sprezzanti e a parlare fitto fitto tra di loro facendo dei commenti stupidi sul mio conto, ma bensì si limitano a fare delle espressioni da pesci lessi. Questo contribuisce solo ad aumentare il mio sorriso e la mia autostima che in questo momento è alle stelle. 
Voglio proprio vedere chi mi proverà a mettermi i piedi in testa ora!
Quando entro in classe si ripete la stessa scena di poco prima in corridoio, ma la cosa che cattura di più la mia attenzione è la disposizione dei banchi i quali ora sono staccati e non più uniti. Questo significa solo una cosa : verifica.
Cazzo, mi era proprio sfuggito di mente ! Mi guardo attorno allarmata cercando di trovare una soluzione e la prima cosa che mi salta in mente è quella di scappare dalla scuola, ma mi bloccherebbero quelle cavolo di bidelle tartassandomi di domande e mandando tutto a rotoli. Sospiro e faccio quello che non ho mai fatto in vita mia : copiare.
Corro al mio banco, apro il libro e su vari fogliettini scrivo le informazioni più importanti. 
Dopo poco tempo rileggo tutto e guardo soddisfatta i miei bigliettini. Non me lo sarei aspettata da me stessa dato che la vecchia Greta non se lo sarebbe mai sognato, ma dal momento che la vecchia Greta è morta e sepolta sotto un grandissimo masso costituito da rabbia e rancore posso permettermelo.
 
Quando la prof. ci distribuisce il foglio apparentemente mi sembra abbastanza difficile, perciò mi guardo circospetta e non appena vedo l'insegnate voltarsi estraggo i miei amatissimi bigliettini cominciando a scopiazzare.
"Brontesi!"
Mi irrigidisco sulla sedia e nascondo cautamente il foglietto che avevo in mano.
"E' inutile che lo nascondi ti ho vista."
Alzo lo sguardo e vedo la professoressa di chimica venirmi incontro con un'aria arrabbiata e sorpresa. Si avvicina al mio banco e preleva il bigliettino posto sotto il mio test.
"E questo ? Sai non me lo sarei mai aspettata da te Brontesi!"
"Cosa dice di mettermi un quattro senza troppe cerimonie ?" Avrò pur copiato, ma non mi sembra di aver ammazzato qualcuno. A questa mia affermazione vedo la professoressa diventare quasi viola dalla rabbia.
"No tranquilla il quattro non te lo do, ti metto direttamente 2."
Non è assolutamente possibile io non ho mai preso un due in vita mia !! 
Rimango sopresa se non scioccata dalla notizia, ma non posso e non voglio assolutamente dargliela vinta perchè come ho già detto, che io sia nel torto o meno non mi farò mettere i piedi in testa mai più da nessuno.
"Ottima scelta." Le rispondo.
"Brontesi, ma come ti permetti ?!"
"Di fare cosa scusi ?"
"Di prendermi in giro! Anzi facciamo che tu ora vai dritta a raccontare al predise cosa sia successo ?" Mi risponde la vipera incrociando le braccia al petto vittoriosa.
"Non sa da quanto aspettavo questa proprosta!" Detto questo mi alzo ed esco sotto lo sguardo attonito di tutta la classe dirigendomi in bagno. Pff quella megera credeva realmente che sarei andata dal preside.
Sbuffo e mi risciaquo la faccia mentre mille dubbi abusano della mia mente.
E' stata forse la scelta giusta quella di cambiare o dovevo rimanere la vecchia ed insignificante Greta Brontesi l'invisibile e lo stupido passatempo?
"Tu non dovresti essere qui." Una voce mi desta dai pensieri e quando mi giro mi trovo di fronte la mia ex-migliore amica.
"E tu dovresti farti una montagna di cavoli tuoi." Rispondo seccata.
"Da quando ti metti a copiare nelle verifiche? Se non sbaglio eri tu la secchiona tra le due." Vale pronuncia le ultime parole con tristezza la quale viene oscurata dal suo fottuto orgoglio.
"hai detto bene ''ero'', ma ora sono cambiata."
Vale si mette a ridere, ma la sua risata non sa di divertita.
"Scusa il mio scetticismo, ma tu non sei cambiata. Tu vuoi far credere agli altri di esserlo, ma non lo sei!"
"Come fai a dirlo tu..." 
"Io ti conosco da sempre e per me sei trasparente quindi potrei prevedere le tue mosse ad occhi chiusi anche se hai sbalordito persino me stamattina con quello scontro con mio fratello."
"Ti sei sbalordita forse perchè tu e quel cerebroleso quando avevate pianificato tutto non avevate previsto questo contrattempo?" Le sbatto in faccia velenosa.
"Per l'ennesima volta : IO NON HO FATTO NULLA!"
"E' inutile che ti agiti tanto si sa che le bugie hanno le gambe corte perciò l'unica cosa che devi fare è starmi alla larga."
A questo punto Valentina si avvicina e mi prende le mani mutando da un'espressione furiosa ad una nostalgica.
"Greta tu non puoi andare avanti così insomma guardati hai marinato la scuola, e non dire il contrario perchè ti hanno vista, frequenti gente non raccomandabile, rispondi male alla professoressa e copi nelle verifiche. Insomma stai deludendo.." Non le faccio finire il discorso perchè l'ultima parola da lei pronunciata mi manda in bestia.
"Io non sto deludendo proprio nessuno! Sono sempre Greta Brontesi, ma con l'aggiunta extra di un nuovo carattere meno passivo e più libero punto. Fine. Stop."
"Questa cosa andrà a finire male e prima te ne accorgerai e meglio sarà per tutti."
Detto questo si fionda subito fuori dalla porta regalandomi il doppio dei dubbi che avevo in precedenza. E' mai possibile che ogni attimo di felicità duri così poco ?!

All'uscita della scuola mi guardo attorno alla ricerca di un individuo ben definito e dopo nemmeno mezzo secondo mi ritrovo a sorridere come una cretina.
"Ciao splendore." 
"Da "bellezza" siamo passati a  " splendore" ?" Domando divertita sia della situazione che degli sguardi curiosi delle ragazze che ci stanno fissando assiduatamente. Non so il perchè, ma decido di fare qualcosa che lo possa sorprendere. Mi avvicino velocemente a lui e annullo le distanze ancorando le braccia attorno al suo collo e tuffandomi sulle sue calde ed invitanti labbra. Luca dapprima sembra sorpreso, ma poi si riprende appoggiando le mani con fare possessivo sui miei fianchi e facendo scontrare i nostri bacini. Anche se sembriamo i protagonisti di un film pornografico, continuo a rispondere a questi bacio che mi stanno facendo totalmente impazzire.
"Non ti credevo così audace." Ammicca Luca spingendosi un po' più in là con la mano fino a sfiorarmi il fondoschiena.
"Ti ho sbalordito per caso? Sai oggi non saresti l'unico."
"Pff... Ovviamente no. Oggi piccola ti porto in un posto."
"Ovvero?" Mentre lo chiedo mi volto per vedere come quelle oche l'hanno presa e devo dire che la soddisfazione che ne segue è immensa. Per la seconda volta in un giorno sono riuscita a farle fremere dalla gelosia e loro non sembrano nemmeno nasconderla dal momento che c'è chi sbuffa indignata, chi rimane a fissarmi inebetita e poi c'è chi mi guarda con uno sguardo quasi furente serrando i pugni. Stefano. 
Gli sorrido sornione e mi aggrappo più forte a Luca che non capendo il mio gesto continua nel suo monologo.
"Andiamo."
"Dove mi porti oggi?" 
"Ti faccio conoscere un po' di gente piccola." Sfrega un altro po' le labbra sulla mia guancia e poi mi passa il casco e insieme sfrecciamo sotto lo sguardo furioso di LUI. Devo ammettere che una parte di me sarebbe corsa da Stefano a braccia aperte e lo avrebbe perdonato seduta stante, ma ora è il passato e Luca è il mio presente. FORSE.



Un quarto d'ora dopo ci troviamo in un parcheggio pieno zeppo di moto sportive di ogni tipo e con ragazzi che su e giù avranno massimo venticinque anni. Più o meno hanno tutti uno stesso stile ovvero vestiti in nero con scarpe nere e giacche in pelle scura. Luca mi sorride e prendendomi per mano mi conduce verso un gruppetto che credo sia formato dai suoi amici. 
"Ti credevamo morto amico!" Esclama un tizio alto, moro e mingherlino. 
"Beh mi sembra giusto, insomma guarda che sventola che mi porto a spasso." Gli risponde Luca che prende a palparmio il fondoschiena sotto lo sguardo divertito degli altri.
Le parole che poco prima ha pronunciato e il gesto appena compiuto mi irritano parecchio infatti gli lancio uno sguardo di fuoco, ma in tutta risposta me ne ritorna uno strafottente e devertito. Ma che cosa diamine gli prende ?
"Ragazzi che ne dite di entrare a fare casino ?" Propone uno dei sei ragazzi che ho davanti.
Non so cosa intenda con " fare casino", ma la cosa mi inquieta un po' dal momento che chiunque guardasse uno per uno tutti questi individui non potrebbe fare a meno che allarmarsi. Prendo un grosso respiro e con ancora la mano di Luca sul sedere ci addentriamo nel locale. 
Appena metto piede in quel posto la solita puzza di fumo, l'alcool e la musica a palla mi pervadono stordendomi un po'. La mano di Luca mi trascina in quella che dovrebbe essere la pista da ballo e così iniziamo a ballare anche se le sue mani continuano a toccarmi ovunque. La cosa sta iniziando a darmi su i nervi e non ce la faccio più a sentirmi palpata! 
"Potresti smetterla di abusare del mio corpo?!" Gli urlo stizzita.
"Come sei noiosa." Sbuffa facendo una faccia pareccchio scocciata. 
Mi blocco all'improvviso.Noiosa significa inutile, quasi come uno stupido passatempo. Il  mio cuore si ferma all'udire di quelle parole  e sento che le lacrime stanno per scendere quindi scappo tra la folla alla ricerca di un bagno. Appena lo trovo mi ci chiudo dentro e mi abbandono al dolore che credevo di aver superato. Che stupida! Credevo realmente di dimenticare tutto cambiando il mio aspetto esteriore? Bene ora so che non sarò mai la ragazza forte che voglio apparire e che per quanto mi riguarda potrei benssimo affondare nella mia angoscia per tutto il resto della mia vita. 
Improvvisamente la porto si spalanca facendomi sussultare.
"Che ci fai qui?"
Mi fiondo tra le sue braccia e la stringo forte.
"Martina!"
"Tranquilla Greta ora ti calmi poi mi racconti tutto quanto va bene?"
Annuisco ancora e la stringo a me cercando conforto almeno da lei che nel frattempo chiude la porta per ottenere più privacy e meno frastuono.
"Ti ascolto."
"Non credo di aver realmente superato tutto e anzi non credo di aver superato lui!" Dico disperata e mettendomi le mani tra i capelli.
"Lo so, o perlomeno lo avevo già intuito, ma questo non implica che tu debba deprimerti per un coglione."
"Ma a me quel coglione piaceva e non poco !"
"Perchè non provi a guardare oltre?!"
"Intendi Luca ?" 
"Anche, ma per oltre intendo e di divertirti e di staccare almeno per un secondo il cervello da tutto quello che riguarda ciò che ti rende così triste."
"Ci ho già provato, ma torno sempre al punto di pòartenza."
"Beh si ci hai provato, ma non sei partita con il presupposto di farcela, riprovaci !"
Martina mi guarda compassionevole e mi sorride in tutta la sua bellezza cercando di infondermi il più coraggio possibile.
"Va bene ci provo." Le sorrido di rimando e mi do un'occhiata allo specchio scoprendomi con il trucco colato.
"Sembro un  panda!"
"Si esatto sembri un panda, ma gira voce che io faccia miracoli con il make-up."
Così dicendo Martina mi sorride e estrae dalla sua mega borsa quella che deve essere la sua trousse. Si avviccina a me e inizia a impiastricciarmi con alcune polveri e altri trucchi.
Dopo dieci minuti buoni il mio collo chide pietà, ma per mia fortuna abbiamo finito. Martina si allontana lievemente e con un sorriso altissimo mi mostra il suo lavoro.
Appena mi volto vedo una Greta con un viso non più tanto pallido, ma leggermente abbronzato per via del fondotinta; gli occhi cleggermente contornati di nero sembrano più vivi del solito per non parlare delle mie labbra che colorate di un rosso non troppo acceso risultano più carnose.
"Ma come hai fatto?" Chiedo entusiasta.
"Beh il merito va alla tua bellezza." 
"Non credo proprio anche perchè sono parecchio scettica su questo punto."
"Invece dovresti ricrederti dal momento che se noti le dosi che ho usato sono minime."
Mi guardo meglio e in effetti ha ragione perchè dopo tutto non mi ha messo un quintale di quella roba.
"TRu sei una ragazza bellissima, ma il tuo problema è l'insicurezza." 
La abbraccio fortissimo e inizio a ringraziarla non solo per il trucco, ma anche per tutto l'appoggio che in un lasso di breve tempo ha saputo offrirmi.
"Bene ora ti consiglio di andare fuori a riprenderti Luca perchè lui non è molto paziente." 
Ci guardiamo un istante e in men che non si dica esco dal bagno soddisfatta e più forte che mai. Ora si che si gioca.
Avvisto una biondina strusciarsi contro Luca e tutto d'un tratto la gioia che provavo si trasforma in un istinto omicida.
La sposto malamente e mi fiondo su Luca arpionando il suo labbro e immergendomi in un bacio che di casto non ha proprio nulla. La ragazza indignata si volta facendo sorgere un bellissimo ghigno sul mio viso.
"Vedo che ti sei ripresa."
"Esatto, cos'è non ti piaccio per caso?" Gli chiedo con una faccia da finta ingenua.
"A dire il vero la tua versione stronza mi eccita parecchio sai?" Detto questo appoggia le sue mani sul mio fondoschiena stritolandolo e facendomi gemere sulle sue labbra. 
Cerco di avvicinare le sue labbra alle sue, ma per ben due volte riesce a sfuggirmi. 
"Voglio sentirtelo dire." Ah quindi vuole giocare ? Bene che vinca il migliore!
"No."
"Dimmelo."
"No." 
I suoi occhi si illuminano cogliendo la sfida e catturando i miei e facendomi quasi annegare in quel mare verde. 
Mi conduce non so dove, ma poi deduca che mi abbia sbattuta contro la parete del muro a giudicare dalla superficie fredda che percepisco dietro la schiena.
Appoggia il suo peso su di me e comincia a stuzzicarmi il collo martoriando e succhiando ogni lembo di pelle scoperta che trova. Che stronzo! Ha capito che il mio punto debole è lì. Continua imperterrito nella sua dolce tortura facendomi sospirare dal piacere e poco dopo fa scontrare i nostri bacini dimostrandomi la sua eccitazione prorompente che a quanto pare si rivela stretta nei pantaloni. Nessuno dei due è disposto a cedere, ma poi fa qualcosa di inaspettato che mi fa letteralmente perdere il controllo di me stessa. Infila entrambe le mani sotto la maglietta e stuzzica prima con delicatezza e poi con più forza i miei seni, trovando così il mio secondo punto di vulnerabilità. Li massaggia per due minuti contati poi risale al bordo del pizzo fino a scovare i capezzoli turgidi dall'eccitazione. Li tira a suo piacimento facendoli passare da un dito all'altro e nel frattempo avverto delle fitte nel basso ventre che mi fanno appoggiare la testa sulla sua spalla sinistra.
"Dimmelo."
"Baciami!" 
A questa affermazione il bacio tanto agoniato arriva impetuoso e lussurioso dove le lingue combattono tra di loro cercandosi e scontrandosi il più possibile. Infilo le mani nei suoi capelli e li tiro nella foga facendo sfuggire a Luca alcuni gemiti che nonostante la musica ad alto volume riesco a percepire. Continuiamo in quel modo fino a che l'ossigeno viene a mancare e le labbra pulsano stanche e arrossate.
"Vedo che impari alla svelta e la cosa mi piace. Ora vieni con me."
Ansante non ho nemmeno la forza di oppormi così lo seguo fino a quello che dovrebbe essere il bancone e mentre Luca ordina da bere io mi volto notando Martina che mi mostra i pollici all'insù. Le sorrido soddisfatta e mi volto verso Luca che  mi tende un contenuto giallastro. 
"Brindiamo al tuo cambiamento." 
In un primno momento sono titubante all'idea, ma come ho detto in precedenza ora devo dedicarmi solo ed esclusivamente a me stessa per cui butto giù tutto in un sorso.
Un capogiro quasi mi stordisce facendomi perdere l'equilibrio, ma due mani mi afferrano prontamente.
"Bellezza vacci piano con questa roba."
Nonostante il bruciore alla gola il sapore dell'alcol inizia a piacermi così sfilo di mano quello di Luca e lo bevo allo stesso modo del primo. Una scarica di adrernalina mi pervade per tutto il corpo e anche la più piccola parte del mio cervello in grado di ragionare sembra avermi abbandonata. Mi butto in pista trascinando con me Luca che riprende a baciarmi il collo e la bocca.
Niente più Stefano. Niente più Valentina. Niente più passatempi. Semplicemente me.


"E' incredibile!"
"Calmati ora!"
"Come faccio?! Io non capisco, non la capisco!"
"Può capitare e..."
"Non a lei!"
Mi muovo a fatica sul divano nel quale mi trovo, ma un dolore lancinante alla testa mi fa rimettere alla postazione iniziale. 
"Io non so cosa le succeda!"
"E' normale!"
"No che non lo è !! Guarda come è conciata, ti sembra normale?!"
Di nuovo quegli urli giungono alle mie orecchie, ma questa volta riesco a  identificare le persone che stanno parlando. Papà e Rossella.
Apro gli occhi all'istante e trovo quelli preoccupati di Rossella, ma quelli duri di mio padre. Mi guardo attorno e mi scopro distesa a peso morto ancora vestita sul divano del salotto.
"Ma sei impazzita?!"
"Tesoro.." 
"Tu taci! E tu Greta ora mi spieghi cosa diavolo ti sta succedendo!"
Non spiaccico una parola e mio padre sembra innervosirsi ancora più del dovuto.
"Sto aspettando una risposta!"
"I-io ... non so."
"Ah e quindi non sai nemmeno della gravissima insufficienza di oggi, di quando hai marinato la scuola pochi gioni fa e per non parlare della sbornia di questa notte!"
A quelle parole un forte senso di colpa che mi costringe ad abbassare la testa e a sussurrare un lievissimo "scusa". Per alcuni istanti non sento una mosca volare e quando alzo la testa vedo mio padre arrabbiato e deluso per la seconda volta. I suoi occhi mi scrutano per una frazione di secondo, ma poi deviano la traiettoria posandosi su qualcos'altro.  Esce dalla sala seguito  da Rossella che invano cerca di salvare la situazione, ma sappiamo tutti che il danno ormai è fatto e il rimedio non sarà molto facile da raggiungere.


**SPAZIO AUTRICE**
UCCIDETEMI SE LO RITENETE NECESSARIO NON MI OPPONGO!
Hahahaahah vi chiedo infinitamente scusaaaaaaaa!!!!
Allora il fatto è che la scuola ruba praticamente i 3/4 del mio tempo mentre il rimanente 1/4 lo impiego nel letto per riprendere le energie! Mi dispiace e spero che nonostante questo ritardo continuiate a seguire la mia storia :)


Per quanto riguarda il capitolo, beh devo dire che Greta questa volta ha alzato un po' il gomito e oltrepassato i limiti. ma daltronde questo fa parte del suo cambiamento. Voi cosa ne pensate? Me la lasciate una recensione anche infamatoria ? (hahahah)
Bene ora torno a studiare Seneca e al mio amatissimo latino con le sue amatissime declinazioni (Salvatemiiii!)

Bacissimi, Anna.

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Capitolo 16
*** Ogni azione ha una conseguenza ***


Mi butto sul letto ancora indolenzita e puzzolente di alcol. Bleah chissà quanto devo aver bevuto e a giudicare dalla puzza e del perenne giramento di testa direi tanto.
"Volevo informarti che da domani tu non uscirai più di casa se non per andare a scuola." Grida mio papà da dietro la porta.
"Cosa significa questo?!"
"Che non uscirai più fino a che non lo dico io."
"M-ma devo uscire con... ehm... Vale." 
"Credi che io non sappia che Vale non è più tua amica? Quando oggi l'ho chiamata per sapere dove fossi e mi ha risposto secca che non vi parlavate da giorni e che quindi non ne sapeva nulla. E ora scusami, ma devo andare ad accompagnare Rossella a casa e spero di ritrovarti in casa al mio rientro."
Scoperta, sgridata e trattata come una delinquente! Ho sempre cercato di soddisfare gli altri  trascurandomi e riducendomi ad una povera sfigata mentre invece ora che mi sento a mio agio e in sintonia con me stessa gli altri rompono? 
Affondo la testa nel cuscino per la frustrazione e inizio ad urlare come una forsennata.
Stupida vita del cavolo! 

Per calmarmi vado in bagno e inizio a spogliarmi per poientrare nel box della doccia lasciando che l'acqua calda porti via con se tutti i problemi.
Dopo essermi lavata e profumata con sette chili di shampoo per togliermi di dosso quel tanfo assurdo mi guardo allo specchio. Resto sbigottita nel vedere i molteplici segni rossi sul collo e sul seno. Ma cosa ho fatto ?!
Dunque: Dalle cinque del pomeriggio fino alle sette circa ricordo di essere stata al locale, ma dalle sette in poi non ricordo più nulla e dire che ora sono le dieci passate.
Scruto meglio quelle macroscopiche macchie rosse e subito mi viene in mente... Luca!
Corro in camera e prendo in mano il cellulare scoprendo un messaggio da un numero sconosciuto.
DA NUMERO SCONOSCIUTO:
"FOCOSA LA MIA MICIA."

DA GRETA:
"Sei uno stronzo maniaco del cavolo ! Potevi anche fare a meno di lasciarmi quei segni sul collo. Mi spieghi come faccio a toglierli ora ?!"

DA NUMERO SCONOSCIUTO:

"Esiste il fondotinta bellezza e poi non mi sembravi così tanto dispiaciuta quando te li facevo ;) In ogni caso buona notte."

Guardo l'ultimo messaggio e divento rossa dalla vergogna. Ma che cavolo ho fatto ?!
POMERIGGIO DEL GIORNO SEGUENTE...
POV. Stefano
E' vero che prima o poi lo prendiamo tutti nel culo, ma cavolo non credevo così presto! Insomma quella sfigata ambulante mi ha fatto fare una grandissima figura di merda davanti a mezza scuola! E poi cos'è questa nuova moda di nutrire ammirazione nei coglioni come Luca Amianti? Vi starete chiedendo come faccia a sapere il nome di quel coso mezzo emo su una moto e io vi rispondo che lo conosco da quando tre anni fa lui con la sua banda di vandali hanno imbrattato il mio motorino che era parcheggiato sotto casa. Ricordo che se non fosse stato per mio padre gli avrei volentieri rotto l'osso del collo. Era da un po' che non lo sentivo nominare infatti me ne ero quasi dimenticato, ma quando l'ho visto baciare Greta non ci ho più visto e i miei istinti omicidi sono riemersi tanto che ero pronto ad entrare in azione, ma Lorenzo mi pose una domanda che mi spossò.
"Sei sicuro di volerlo fare? Ormai non è più tua."
Mi bloccai all'istante e lo guardai con uno sguardo quasi sofferente.
Dopotutto aveva ragione, ma...ma...cosa? Questa volta ho realmente vinto io o è solo una mia convinzione ?
Per distrarmi dai miei pensieri mi preparo per andare al campetto poco distante da casa mia e nel giro di cinque minuti raggiungo gli altri mentre sono intenti a passarsi la palla.
"Ma guarda chi si fa rivedere! Credevo che dopo quella grandissima smerdata da parte di quella neo-sventola di Greta non ti saresti fatto più vivo!" Esclama quel coglione di Marco.
"Dimmi Marco, lo vuoi un destro dritto in faccia?"Gli rispondo io con apparente calma.
"Ehi ragazzi calma!" Interviene Lore ponendosi tr di noi.
"Hai ragione. Dai giochiamo."

Dopo aver fatto ben due ore filate passate a correre e a calciare sono sfinito per cui mi congedo e mi dirigo verso casa. Una volta siul marciapiede mi sento chiamare da dietro.
"Stef aspetta! Vengo con te." Mi dice Lore aumentado il passo per raggiungermi.
"Dimmi."
"Come stai?"
"Direi bene."
"Spiacente, ma non ti credo. Come stai ?"
"Non lo so."
"Io penso che tu lo sappia, ma non vuoi ammetterlo a te stesso."
"Lore io non sto pensando a Greta."
"Come mai ti è venuta in mente subito lei ?" Un ghigno furbo compare sul suo viso facendomi arrossire lievemente.
"E' la prima che mi è venuta in mente."
"Ah quindi pensi spesso a lei."
"Lore io non..."
"Si invece!"
"Come fai a dirlo?!"
"Ora ti spiego quello che ti succede. Tu ti sei invaghito di una ragazza al fine di usarla per i tuoi anonimi scopi che tutt'ora a me sono sconosciuti. L'hai illusa e l'hai ridicolizzata davanti a tutta la scuola sapendo quanto lei fosse sensibile e ti morisse dietro da anni. Poi la piccola Greta nel giro di poco tempo si è trasformata e soprattutto ha un nuovo ragazzo che non sei tu e questo ti da parecchio fastidio dal momento che ti sei reso conto che in fondo lei ti piaceva realmente, ma hai preferito seguire il tuo orgoglio lasciandotela sfuggire e adesso ti penti e sei ridotto in questo stato."
Arresto il passo e lo sguardo sbalordito. 
"Ma come...?"
"Come lo so? Beh io ti osservavo quando eri in sua compagnia e se non avessi saputo i tuoi piani avrei scommesso che tu fossi perso di lei, anche se forse sotto sotto non tutto è perduto."
"Che vuoi dire?"
"Con Greta intendo." A quelle parole il mio scetticismo aumenta.
"Quella mi odia e hai visto anche tu come mi considera."
"In effetti ha ragione dal momento che ti si compartato da vero idiota, ma io sono sicuro che riusciresti a rimediare se lo volessi."
"Scordatelo io non le chiederò mai scusa!" 
Se c'è una cosa che non sopporto è chiedere scusa!"
"Se non abbandoni il tuo orgoglio non otterrai mai niente."
Arriviamo sotto casa e mentre stò per ribattere una Valentina in lacrime ci raggiunge.
"Che succede Vale?" Chied Lorenzo abbracciandola.
"G-greta..."
Al suono di quel nome raddrizzo subito le antenne.
"Vale calmati e spiegci quello che è successo."
"Questa mattina mi ha chiamata il padre di Greta chiedendomi dove fosse, ma a scuola non c'era. Sono le sei del pomeriggio e non si hanno tutt'ora sue notizie e il suo telefono risulta irraggiungibile."
"Potrebbe essere con quel Luca." Ipotizzo irrigidendomi sul posto e righiando quasi.
"Infatti al telefono ho detto al papà di Greta che l'avevo vista con quel tipo e non so come si è scoperto che fa parte di un brutto giro."
"Quindi Greta è con un gruppo di maniaci drogati?!" 
"S-si." Sussurra Vale scoppiando in un pianto disperato nascondendo il viso nel giubbino di Lore che a sua volta mi guarda e mi dice:
"Sai cosa devi fare."
Non me lo faccio ripetere due volte e inizio a correre il più veloce possibile. Non posso più aspettare.


POV. GRETA
Io e Luca ci stiamo baciando da ormai mezz'ora in uno di quei squallidissimi locali che frequentano lui e la sua banda. 
"Ma non è il caso che io chiami mio padre ?"
"E per quale motivo ?"
"Perchè sono le sette di sera ed è da stamattina che sono con te."
"Eh beh hai fatto una assenza a scuola quindi niente problema." Cerca di baciarmi di nuovo,ma lo allontano ottenendo un suo sbuffo.
"Ieri quando sono tornata a casa sbronzo mio padre si è arrabbiato parecchio e mi ha anche vietato di uscire se non per andare a scuola quindi portami a casa!" Urlo talmente tanto che tutti gli amici di Luca si girano a guardarmi. Quest'ultimo si alza innervosito e mi trascina fuori dal locale stringendomi il braccio.
"Mi sspieghi cosa cazzo ti prende?!"
"Portami a casa !" 
"A casa ci vai quando lo dico io è chiaro?" Mi urla rabbioso e quasi fuori di sè. E' la prima volta che si rovolge a me in questo modo e tra l'altro mi sta anche spaventando.
"Togliele le mani di dosso !" 
Entrambi ci giriamo e con mia sorpresa mi vedo Stefano davanti. 
"Pagliari, chi si rivede! Come mai non ti fai i cazzi tuoi ?" Chiede retoricamente Luca innervosito ancora di più.
"Toglile le mani di dosso subito !" Ripete uno Stefano abbastanza adirato.
"O altrimenti che fai? "
Intercetto subito l'avanzata di Stefano e lo precedo mettendomi in mezzo a loro posando le mani sul suo petto stabilendo un contatto visivoche però dura solo per pochi secondi.
"Si può sapere che diavolo ci fai qui?!" Nonostante io gli stia sbraitando contro lui continua imperterrito a guardare in cagnesco Luca.
"Noi due dobbiamo parlare." Mi prende per un braccio e mi porta lontano dalla portata uditiva di orecchie indiscrete.
"Lasciami subito !" 
"Non fino a che non mi dici cosa cazzo ti prende!" 
"Si può sapere che vuoi?"
"Cosa voglio?! Greta, ma ti rendi conto che è da stamattina che ti cercano perchè sei sparita all'improvviso con quell'idiota patentato!"
"E a te che importa? Tanto io sono solo UNO STUPIDO PASSATEMPO COSA TI IMPORTA SE SPARISCO EH?" A questo punto mi metto a spingerlo e a dargli dei pugni sul petto.
"Ascoltami bene ora tu vieni subito con me e ..."
"NO! Io non vengo da nessuna parte specialmente con te!" Urlo in lacrime mentre il dolore riemerge assiduamente.
"Questi ragazzi tra poco faranno una delle loro gare illegali e io ti sto dando la possibilità di salvarti Greta."
"Perchè con te sarei al sicuro?! Non farmi ridere !" Queste parole sembrano colpirlo tantissimo dato che si incupisce e contrae la mascella.
"Bene allora divertiti a fare una brutta fine con tutti loro!" Detto questo si dirige a passo svelto verso una meta a me sconosciuta scomparendo dalla mia visuale.
Covo così tanto dolore che non riesco nemmeno a piangere e l'unica cosa che mi rimane da fare è andare dall'unica persona che mi rimane.

"Ti sei ripresa o preferisci andare con quello?" Mi domanda Luca non appena mi vede.
"Sono qui per cui niente domande."
"Come vuoi, comunque la gara inizia tra pochi minuti quindi sali."
Senza fiatare monto in moto e velocemente raggiungiamo gli altri partecipanti.
SEI ANCORA IN TEMPO.
"UNO!" Grida quello che dovrebbe essere lo starter.
SEI ANCORA IN TEMPO.
"DUE!"
SEI ANCORA IN TEMPO.
"TRE!"
La moto parte e come al solito Luca cerca in tutti i modi di fare manovre agevolanti, ma scomode per me anche perchè dopo tutto ci troviamo su una stradina sterrata dove il rischio di inciampare in qualche sasso è molto frequente.
Seminiamo una decina di moto e a quanto pare l'unico concorrente rimasto è determinato a vincere tanto quanto Luca dal momento che tenta di metterci i bastoni tra le ruote in ogni momento. Ad un certo punto lo vedo avvicinare la sua moto alla nostra nel tentativo di farci deviare e malgrado i tentativi di Luca di fermarlo ci troviamo fuori strada a più di cento chilometri orari. La moto perde il controllo e poco distante da noi è posizionato un albero destinato a scontrarsi con noi. E' la fine. 
Tutto quello che penso è rivolto a Stefano. 
Mi dispiace moltissimo.





Kill me now! HAHAHAHAA come sempre sono in ritardo (machestrano) e infatti vi do piena ragione quindi scusatemi per l'ennesima volta.
Allora cosa ne pensate del capitolo ? Stefano non è così stronzo sotto sotto mmm? E il finale ?

Vi lascio subitissimo perchè ho allenamento. Al prossimo capitoloooo :) :) :)

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Capitolo 17
*** forse dal cielo piovono coltelli ***


Buio.
Ecco tutto ciò che vedo. 
Da piccola ero terrorizzata da una stanza buia oppure della notte stessa. Tutto questo è dato dal fatto che il buio per me rappresenta tutt'ora non vedere quello che mi sta attorno e dover affrontare tutto da sola lottando per trovare un filo di luce. 
Ricordo perfettamente che per un lungo periodo mi rifiutavo di andare a dormire e cercavo ogni metodo per non addormentarmi, ma si sa che quando quello che succede nella testa di un bambino non si potrà mai sapere per certo e così era lo stesso per i miei genitori. Non comprendevano il motivo e tutte le volte che me lo chiedevano la risposta era sempre la stessa. NON VOGLIO ESSERE ABBANDONATA. 
A questa affermazione entrambi mi sommergevano di abbracci promettendomi di non lasciarmi mai per nessun  motivo al mondo. 
Quando mia madre morì iniziai ad odiarla perchè non aveva mantenuto fede alla promessa, ma ben presto mi accorsi che alla fine mi mancava parecchio e che il risentimento che provavo verso di lei non era che una scusa per imascherare il mio dolore.
Ora non vorrei altro che qualcuno in grado di farmi vedere un filo di luce perchè tutto questo buio mi opprime.
"Greta."
Sento una voce ovattata , ma non so da dove proviene.
"Greta."
Chi mi sta chiamando ? 
"Greta !"
A questo punto apro debolmente un occhio sbattento le ciglia ripetutamente per abituarmi alla luce che suppongo sia a neon data l'opacatezza.
Subito delle figure abastanza sfocate entrano nella mia visuale. 
"Greta sei in ospedale, hai avuto un incidente."
Il medico che sta parlando mi accarezza la fronte, proprio come faceva mamma per calmarmi. Inizio a piangere e lascio libero sfogo a tutte le emozioni contrastanti che in questo momento mi stanno invadendo. Non saprei nemmeno io come definire il mio stato d'animo.
Ad un tratto sento gli occhi pesanti e così li chiudo lasciandomi andare.

"Come stai Greta?"
E' da poco che mi sono svegliata, e dopo vari controlli finalmente il medico che credo mi abbia parlato l'ultima volta entra nella mia stanza di ospedale.
"Un po' indolenzita." Gli rispondo sorridendo appena.
"E' normale dopo il trauma che hai subito."
Mi sorride lievemente facendo intravedere i denti bianchissimi. Devo ammettere che è molto giovane per essere dottore e se non fossi in questa situazione mi azzarderei a dire che è persino un bell'uomo.
"Tu ... sai cosa è successo o perlomeno te lo ricordi?"
Questa domanda mi prend alla sprovvista costringendomi ad abbassare la testa.
"Ricordo che ero sulla moto con il mio fid... amico, guidava molto veloce e poi..."
Non riesco a continuare la frase perchè un 'ondata di tristezza mi pervade. L'uomo davanti a me si avvicina e mi pone una mano sulla schiena.
"C-cosa è s-successo d-dopo?" Gli chiedo implorante.
Lo vedo sospirare e passarsi una mano tra i capelli corvini.
"Andavate ad una velocità che superava il limite e il tuo amico è andato fuori strada schiantandosi contro un albero, ma fortunatamente non lo avete centrato in pieno, ma solo una parte che molto probabilmento vi ha fatto cadere dalla vettura su cui viaggiavate. In un secondo momento una coppia di coniugi che stava facendo una passeggiata nei dintorni ti ha trovata e poi sei arrivata qui."
"Hanno trovato solo me?"
"Eh...si. Dicevo...ti hanno portata qui e avevi riportato una frattura alla gamba alcuni graffi e una botta al cranio che credevamo fosse davvero grave, ma poi si è rivelata..."
"Mi dica dove si trova ora il ragazzo che che era con me!" 
"Greta..."  Si apprestò ad accarezzarmi la nuca, ma mi spostai di scatto come scottata.
"Me lo dica diamine!" 
Si passa un'altra volta la mano nei capelli e i suoi occhi azzurri mi fissano con intensità.
"Lui ... credo che si scappato, non abbiamo avuto più sue notizie."
Quel senso di abbandono che anni fa si era creato alla morte della mia genitrice, sta riaffiorando pian piano distruggendo tutta la difesa che avevo costruito con fatica.
"D'ora in poi non voglio che qualcuno venga a farmi visita." 
Rispondo secca e fredda provando a mettermi più comoda su quel letto freddo e bianco, ma non appena mi muovo accuso un dolore forte alla testa fasciata da bende sterili. 
Il medico accorre subito, ma lo allontano intimandogli di lasciarmi sola. Mi rivolge l'ennesimo sguardo dispiaciuto, ma mi giro dalla parte opposta sentendo la porta chiudersi. 
A Luca non importava nulla di me e invece di aiutarmi nel momento del bisogno ha preferito fuggire a gambe levate per poi scomparire come fanno tutti!
Frustrata inizio a scuotere la testa lievemente pensando se vale la pena vivere in questo modo. Penso a mio padre e se lui potesse trovarsi in una ipotetica sala di attesa in questo ospedale o se sia a casa fottendosene di me e i miei fottuti problemi. 
Vale molto probbilmente non saprà nemmeno in che condizioni mi trovo e anche se lo sapesse non farebbe nulla da come l'ho trattata. 
E chissà cosa starà facendo ora Stefano. Lui mi aveva avvertita e aveva cercato di fermarmi, ma nulla è servito dal momento che ero totalmente ammaliata da Luca e dal dolore.    
Se lui non mi avesse ferita io non avrei iniziato a frequentare Luca, non avrei litigato con la mia migliore amica e infine dovrei sopportare tutto questo! 
Lo odio per tutto quello che mi ha fatto !

Sono ormai due giorni che  sono ricoverata qui dentro e oltre alle infermiere ultra sessantessi scorbutiche e al mio medico preferito,che ho scoperto si chiamasse Marco, a causa dell'ordine che avevo precedentemente impartito non ho ricevuto nessuna visita. 
Devo ammettere che Marco si è rivelato un ottimo ascoltatore e che nonostante il  mio brutto carattere n questi giorni mi ha sopportata pazientemente cercando di farmi vedere la questione da un'altro punto di vista. Diciamo che potrebbe essere stato l'unica ancora di salvezza di questi due giorni anche se quesllo che è successo mi ha scossa parecchio.
Guardo nauseata la brodaglia che mi ha servito l'infermiera e schifata poso il piatto sul comodino sdraiandomi mglio sul letto.
Ma ad un tratto la porta si apre facendomi intravedere la figura di mio padre. Ha l'aria stanca, una barbetta incolta e gli occhi leggermente rossi cerchiati da delle occhiaie ben calcate.    
Mi pietrifico all'istante mentre un tremolio mi attraversa le manie gli occhi mi si inumidiscono.
"P-papà io..."
Il suo sguardo si posa sul mio a fatica, ma quando i nostri occhi si scontrano vorrei non aveli mai incontrati. E' arrabbiato, confuso, ma allo stesso tempo deluso. UN'ALTRA VOLTA.
"Io sono qui fuori, se ti serve qualcosa chiamami. Volevo solo dirti questo." Mi dice freddamente, come se stesse parlando con una perfetta estranea. Lo guardo allontanarsi, ma non voglio che se ne vada. Non voglio rimanere sola.
"Papà aspetta io..."
"Non. Chiamarmi. Papà." Detto questo si chiude la porta dietro di se sbatendola.
Non può averlo detto sul serio, insomma io sono sua figlia! 
Le lacrime che in questi giorni avevo soppresso iniziano a sgorgare e sento il mio cuore in mille pezzi. Non può succedere ora, non a me!
Inizio a emettere dei piccoli urletti di disperazione e cerco di mettere un piede furi dal letto per raggiungere mio padre e per 10 secondi riesco a stare in piedi, ma dopo poco non reggo lo sforzo e mi appoggio al comodino, ma la mano umida scivola facendomi cadere a terra.
Una porta si spalanca e da quel poco che riesco a vedere qualcuno sta correndo nella mia direzione. Mi sento sollevare da due braccia forti che mi raccolgono dal pavimento e subito una sensazione di protezione mi avvolge.
"Papà." La mia voce deve essere uscita quasi come un sussurro mentre le fiorze stanno per abbandonarmi. 
"Non sono papà." 




Okkkkkkkkk sono imperdonabilmente imperdonabile, ma solo ora quel traditore del mio pc si è deciso a funzionare ! Allora questo capitolo è orrendo lo so, ma è di passaggio, il secondo sarà molto più impegnativo. Tornando alla storia, come abbiamo visto Luca si è comportato da vero codardo e non si è preoccupato minimamente delle condizioni di Greta che nonostante tutto non erano gravissime. Poi c'è Marco il dottore di reta che a quanto pare mostra interesse verso le sue condizioni(mmmm meglio tenerlo d'occhio ;)    )   Infine c'è l'ultima parte. Devo ammettere che il padre di Greta le ha dato il colpo di grazia e chissà se si riprenderà velocemnte e se i vecchi legami riaffioreranno.  CHE NE PENSATE ? Mi farebbe piacere un  vostro parere :) 
BACI, ANNA <3

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Capitolo 18
*** siamo tutti un po' colpevoli tanto quanto vittime ***





ATTENZIONE!--->     questo è il secondo capitolo che posto questa settimana quindi controllate se non lo avete già letto prima di questo c'è quello che si chiama "forse dal cielo cadono coltelli." 
Controllate bene per evitare di saltarlo. Ci vediamo in fondo =D








"Non sono papà."
Questa frase vortica nella mia testa quasi come una trottola che gira ripetutamente su se stessa, anche se ormai i miei pensieri sono rivolti solo ed unicamente a mio padre anche se a sua disputa non dovrò più chiamarlo tale. Il solo pensiero mi fa star male e la sola cosa che posso fare è reagire o perlomeno proteggermi da tutto quello che sta accadendo e che accadrà. 
"S-se n-non s-sei m-mio p-padr... "
Tengo tutt'ora gli occhi chiusi come per tentare di non aprire gli occhi e realizzare che tutto questo sia la realtà. 
Tiro indietro la testa, ma mi scontro con il petto dello sconosciuto che prende a carezzarmi la nuca con gesti decisi ma totalmente leggeri e confortanti. A quel punto non ce la faccio più e mi abbandono completamente a quel corpo a cui non so ancora dare un'identità, sfogando tutto il dolore che ormai ostacola ogni mia mossa e che attanaglia la mia anima.
"Piangi pure piccola. Non pensare a nulla." 
La voce di questo individuo mi fa sentire a mio agio e la dolcezza che ha usato alleggerisce il tutto facendomi rilassare. 
"S-sono stanca. N-non ce la f-faccio più."       
"Lo so piccola. Lo so." 
Dopo quest'ultima affermazione sento che il mio corpo non può più reggere alcuno sforzo perciò sono costretta a farmi cullare nelle braccia di morfeo cercando invano di dimenticare tutto questo schifo.


Non appena apro gli occhi mi sento come un vero straccio; è come se fossi stata schiacciata da un masso dalle dimensioni spropositate. A malapena riesco a muovermi eccetto i pollici, i quali muovo ripetuatamente dal momento che per ora riesco a mettere in moto solo quelli.
Sento una mano avvolgere la mia e solo a quel punto giro la testa in modo però un po' troppo brusco, tanto da provocarmi un dolore allucinante alla testa. Ma quello che si presente ai miei occhi mi stupisce.
"Tu che cosa ci fai qui ?!" Urlo fuori di me agitandomi e facendomi male ulteriormente al braccio ingessato.
"Fai piano o rieschierai di farti del male."
Stefano si alza e mi sposta la testa sul cuscino per farmi stare più comoda presumo, per poi ritornare a prendere posto sulla sedia posta vicino al mio letto.
Lo scruto per bene e anche lui come mio padre sembra stanco e dispiaciuto al tempo stesso. Ormai i suoi occhi sono vitrei e non più di quel verde-azzurro vivace, sembrano quasi spenti e tristi. Se in questo momento lo incontrerei per strada stenterei a riconoscerlo da quanto è ridotto. Ma la vera domanda è : si è ridotto in questo stato per me ?
"Che cosa ci fai qui?" Gli domando questa volta con un tono di voce più moderato.
"Come stai ?" Devia la mia domanda ponendomene un'altra.
"Perchè me lo chiedi quando potrebbe non fregartene nulla della mia risposta?" 
A questo punto si alza di scatto facendo cadere per terra la sedia e spaventandomi. Si avvicina con aria furiosa al mio giaciglio e poggia violentemente le mani sul letto.
"Sono giorni che sono seduto su quella cazzo di sedia in quella stupidissima sala di attesa! Sono giorni che passo la notte qui quando potrei benissimo stare a casa a bearmi nel cazzeggio totale! Sono giorni che assieme a tuo padre e a tutte le persone che ti vogliono bene preghiamo per la tua salute, ma tu ti rifuti di vederci! E per rispondere alla tua domanda io sono venuto qui perchè non ce la facevo più, ma quando sono entrato in questa stanza ti ho vista lì accasciata quasi a terra sono rimasto qui per un paio di ore nel caso ti svegliassi! Ora dimmi... TI SEMBRA CHE A ME NON FREGHI UN CAZZO DI TE ?!" 
"Quindi vorresti un applauso? Dopo tutto quello che mi hai fatto hai pure il coraggio di venire qui a fare l'eroe?" Grido anche io a mia volta.
"Sai solo pensare a te stessa e non ti rendi conto delle cose che valgono e ti soffermi solo su quelle futili." 
"Ah e tu varresti qualcosa ? E' solamente colpa tua,tutta colpa tua se sono qui ! Se tu non mi avessi presa in giro io non avrei conosciuto Luca e a quest'ora non sarei qui!" Ormai entrambi abbiamo la faccia penso che sia paonazza dal nervosismo.
"Quindi stai dando la colpa a me perchè sei andata a divertirti con quell'emerito coglione finendo all'ospedale nonostante io ti abbia avvertito! Ma ti senti quando parli cazzo?!"
"Come ti ho già detto non venire a fare l'eroe adesso !"
A questa mia affermazione si irriggidisce e stringe i pugni facendo diventare le nocche bianche.
"Cosa vuoi sentirti dire allora? Scusami se hai deciso di andare con totale coglione e se vi siete schiantati contro un albero oh... e che lui sia scappato lasciandoti da sola in quel cazzo di bosco !" Stefano conclude mettendo su un sorriso maligno. 
Questa volta sono davvero colpita e le lacrime stanno per uscire, ma sono stanca di piangere; in questi giorni non ho fatto altro. 
Stefano sembra accorgersi del mio stato d'animo e si appresta a catturare la mia mano, ma mi scanso con tutta la forza che mi rimane.
"Esci fuori da qui."
"Affronta il problema per una volta, non puoi sempre ..."
"ESCI SUBITO!" Con lo sguardo cerco il pulsante per chiamare l'infermiera e quando lo trovo lo premo con insistenza. In un batter d'occhio il "mio" dottore spalanca la porta chiedendo cosa sia successo e guardando male Stefano che non ha ancora smesso di guradarmi con uno sguardo indecifrabile.
"Avevo detto di non voler vedere nessuno." Spiego lapidaria.
"Questo ragazzo ti sta importunando?" 
Dal mio silenzio il dottore intuisce la mia risposta e chiede cortesemente a uno Stefano rassegnato e shockato di uscire, ma non prima di un fugace sguardo.
Riprendo a respirare solo quamdo la porta si richiude, ma noto che Marco è rimasto dentro la stanza e mi sta scrutando attentamente.
"Stai bene ?"
"Ti sembra che io stia bene?" Gli domando di rimando con tono aggressivo e nervoso.
"Mi spieghi perchè tu debba sempre trattare male chiunque per poi affogare nelle tue lagne ?"
"Come cavolo ti permetti tu ?! Non mi conosci, sei un medico e il tuo compito è solo quello di visitarmi o qualcosa di simile quindi per quanto riguarda la mia vita privata stanne fuori!"
"Hai ragione non ti conosco, ma sei talmente immatura che non mi ci vuole molto per capire come sei fatta. Ora, come hai detto tu, vado a svolgere il mio compito buona giornata."
Subito dopo la porta si chiude e non so se in questo momento sto provando rabbia, nervoso o quant'altro.

La giornata passa lenta e tra un'infermiera e l'altra si fanno le cinque del pomeriggio. 
Se non sbaglio questa dovrebbe essere l'ora delle visite.
SEI TALMENTE IMMATURA CHE NON CI VUOLE MOLTO PER CAPIRE COME SEI FATTA.
Le parole di quel medico invadente mi vorticano ancora nelle mante stuzzicando il mio orgoglio ferito. So di aver fatto una cazzata e di essere quasi morta, ma lui non è nessuno per me quindi non vedo il senso delle sue accuse. 
Non so il perchè, ma dopo ci que secondi il mio dito si poggia nuovamente sul pulsante accanto al letto e senza esitazione lo premo decisa. 
Una infermiera paffuta si catapulta nella stanza chiedendomi cosa sia successo.
"Vorrei sapere se c'è qualche visita per me. " 
Dalla mia faccia direi che si è accorta di quanto io sia nervosa e timorosa della sua risposta, ma il suo sorriso comprensivo mi rassicura facendomi ritornare a respirare.
"Attendi qualche minuto."
Esce dalla mia visuale lasciandomi un'ansia incomprensibile. Insomma io non so chi ci sia là fuori e ho tanta paura. 
La porta si apre e una chioma rossa si muove nella mia direzione.
"Greta!" Mi dice Rossella abbracciandomi, anzi stritolandomi.
"Rossella." 
"Come ti senti? Oddio scusa ti sto facendo male." Si mette a sedere non lasciando la mia mano.
"Mi sento molto indolenzita, ma respiro ancora."
"Eravamo così in pensiero."
Rossella è talmente preoccupata che se un estraneo ci guardasse in questo momento ci scambierebbe per madre e figlia. E la cosa mi fa piacere dal momento che nessuna donna dopo mia madre si era mai comportata in questo modo.
"Io non voglio rimproverarti nulla perchè penso che ormai tu abbia imparato dai tuoi errori, quindi volevo dirti che per qualunque problema io e tuo padre ci siamo e ..."
"Lui non vuole avere a che fare con me. L'ha detto lui."
Rossella sospira posandomi una mano sulla fronte calda.
"E' ancora sconvolto. Devi sapere che quando hai fatto l'incidente gli è quasi venuto un infarto, ma nonostante tutto ha cercato di tener duro. Quando ha saputo quello che la coppia di coniugi ha dichiarato ci è rimasto malissimo e l'univa cosa che in quel momento è stato capace di dimostrarti attraverso quello che ti ha detto è soltanto il dolore che ha provato in questi giorni. Lui ti vuole un bene dell'anima ed è consapevole che non riuscirebbe a reggerre anche la tua perdita oltre a quella di tua madre."
"Ma tu non hai visto il suo sguardo quando me l'ha detto."
"Ci vuole tempo, ma ti assicura che lui ti ama più della sua stessa vita per te."
Le sue parole mi emozionano, ma cerco di non piangere.
"L'ho convinto a tornare a casa per darsi una rinfrescata e gli ho promesso di avvertirlo nel caso succedesse qualcosa."
"Grazie mille Rossella. Grazie di tutto." Ci stringiamo in un abbraccio forte anche se dopo pochi minuti sono costretta a scioglierlo a causa degli acuti dolori.
"Sai che oltre a me e a tuo padre è rimasto parecchio tempo anche quel tuo amico che credo si chiami Stefano."
Sul mio viso spunta un sorrisino, il prima dopo tante lacrime.
"Lo so, me l'ha detto."
"Quindi voi.."
"No. Non esiste un noi e non credo che mai ci sarà."
"A me è sembrato tutt'altro."
"Te lo assicuro."
"Ho intuito che in tutta questa storia anche luiha la sua parte, ma qualunque cosa abbia fatto ricordati che è un umano e gli umani sbagliano e a volte si pentono." 
Detto questo mi strizza l'occhio baciandomi un'ultima volta la fronte per poi salutarmi e uscire. 
Ma dopo nemmeno due minuti la porta, che se fosse un essere umano imprecherebbe da quante volte è stata aperta oggi, si apre.
"Hai dimenticato qualcosa Rossella?" Chiedo spontaneamente, ma quando mi giro scopro che la donna a cui mi riferivo non c'è.
"Che cosa ci fai qui?"
"Io e te dobbiamo parlare."

**spazio autrice**
Ehilà bella gente!
Dai questa volta sono stata brava e non ho fatto la ritardataria! hahahah due capitoli in meno di una settimana (miracolo!)
Bene, bene, bene. Allora in questo capitolo abbiamo scoperto che lo sconosciuto che Greta credeva fosse suo padre in realtà è Stefano, anche se non l'ha presa alla leggera visti i risultati. Inoltre c'è una new entry : Mrco, il dottore che a detta di Greta è invadente. Mmmm ... teniamolo d'occhio ù.ù 
Poi c'è Rossella che dimostra di tenere a Greta come se fosse sua figlia. 
E poi c'è la parte misteriosa del capitolo... chi sarà lo sconosciuto ? Avete qualche idea ??
Me lo lasciate una recensioncina per dirmi che ne pensate ?? 
Baci e buone feste <3 
Anna 
 

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Capitolo 19
*** The Truth ***


"Che cosa ci fai qui?"
"Io e te dobbiamo parlare."
"Fino a prova contraria questo è un ospedale e tu sei tenuto solo a curarmi e non a..."
"Stai zitta per una volta!" Marco sembra adirato, ma la cosa che più mi colpisce è la ferita che ha sulla fronte.
"Che hai combinato?"
"Niente che ti riguardi in ogni caso sono venuto qui per parlarti e non me ne andrò fino a che non avrai compreso appieno tutto ciò che ho da dirti."
Si avvicina al mio letto e con aria seria inizia a parlare.
"Come sai hai avuto un incidente stradale che ti costringe a stare qui in ospedale, inoltre hai fatto delle brutte scoperte che non sto qui a ripeterti, ma cosa più grave stai allontanando chiunque ti venga incontro con la scusa del vittimismo!"
"Tu come diamine ti permetti di ..."
"Sai che tuo padre ha avuto un mancamento pochi giorni fa dopo la vostra ultima conversazione?"
"C-cosa..?"
"Esatto era talmente esausto che le forze l'hanno abbandonato."
"E con questo vorresti addossarmi la colpa di tutto?" Ora mi sto agitando pure io.
"Sto solamente cercando di farti capire che mentre tu continui a fare la povera vittima lesa altre persone subiscono le conseguenze della tua immaturità!"
Detto questo Marco si gira e se ne va lasciandomi ancora più confusione nella testa.
Forse è realmente l'ora di crescere.
I giorni seguenti li passo a fare visite soprattutto alle ossa rotte che mi provocano dei dolori molto forti nei movimenti. Il ''mio'' dottore si rifiuta di parlarmi o se lo fa è per chiedermi cose riguardanti la mia salute, ma nulla di più. Non lo capisco! Insomma lui è un dipendente di questo ospedale e tra di noi non potrebbe nascere nulla se a parte un bel rapporto tra dottore e paziente, ma assolutamente nulla di più! Inoltre lui è l'ultima persona a cui dovrei fornire delle spiegazioni.
Ad un certo punto sento bussare alla porta.
"Avanti." 
Una Rossella un po' più in forma dell'ultima visita avanza verso il mio giaciglio.
"Allora come andiamo ?" Mi dice sorridente scoccandomi un bacio sulla guancia.
"Meglio, ma a quanto pare non sono l'unica!"
"Da quando ti sei svegliata siamo tutti un po' più rilassati."
"Lui come sta?"
Rossella abbassa lo sguardo per una frazione di secondo e nei suoi occhi vedo un lampo di tristezza.
"Meglio, ma... come va con le ferite." Mi risponde cambiando discorso.
"Bene, fortunatamente me la sono cavata con qualche frattura."
"Tranquilla e sopporta ancora per un po', vedrai che ti rimetterai in sesto."
"Lo spero."
Qualcuno bussa alla porta e un ragazzo di mia conoscenza entra nella stanza lasciandomi basita.
"Io vado e forse tornerò domani se mi sarà possibile." Rossella si congeda lasciandomi sola con Stefano che nel frattempo si è avvicinato a me.
"Ciao." Comicia lui.
"Ciao."
"Le tue condizioni migliorano vedo."
"Così sembra."
Il nostro dialogo è parecchio freddo e Stefano sembra teso, ma soprattutto ho la netta convinzione che abbia altro di importante da dirmi dato che si tortura ostinatamente le dita.
"Forse dovremmo chiarire." Sbotta infine prendendo le mie mani che prontamente ritiro quesi come scottata al solo contatto. 
"Sono daccordo." Il mio sguardo è distante, anche se dentro di me percepisco un fuoco che mi pervade tutto il corpo.
" Io... ti devo delle spiegazioni riguardo a quello che è successo tra noi."
"Ne abbiamo già parlato se non sbaglio e poi sappiamo tutti come è veramente andata quindi non vedo il motivo di riprendere il discorso; mi hai  presa in giro ed è risaputo ormai." 
Alle mie parole velenose noto che il suo corpo si irrigidisce e che i suoi occhi assumono un colore più spento sembra quasi infuriato.
"Non sono venuto qui per discutere ma semplicemente per spiegare e chiarire civilmente qundi evita di fare questi commenti."
Stefano tira l'ennesimo respiro rumoroso come per darsi forza e poi riposa gli occhi su di me.

** INIZIO FLASHBACK**
Pov Stefano

E' l'intervallo e con tutta la compagnia di amici ci posizioniamo al solito muretto.
Mi guardo attorno e noto che un gruppetto di ragazze mi stanno mangiando con gli occhi quindi ammicco nella loro direzione per poi girarmi da tutt'altra parte e tirare fuori una sigaretta dalla tasca.
"Alex dammi il tuo accendino."
"Non esiste ! E' nuovo e l'ho pagato  non poco."
"E' un comune accendino e poi non me lo mangerei."
"Ovviamente, ma come minimo dovrei comprarmene un'altro dal momento che non me li restituisci MAI!"
Lo guardo innocentemente, ma lui non desiste. Mi avvicino e velocemente gli sfilo l'accendino accendendo la mia bramata sigaretta.
"Sei un coglione!" Mi rimprovera Alex abbastanza imbronciato. Rido di gusto cercando di coinvolgere anche Lore che però è alquanto occupato a guardare altrove più precisamente qualcuno.
"Sai Lorenzo dovresti evitare di continuare a guardare mia sorella in quel modo, sei completamente inquietante!"
Il diretto interessato mi rivolge uno sguardo di fuoco facendomi sorridere.
"Diciamo che io a differenza tua ambisco a una ragazza in particolare e vorrei arrivare ad averla senza trucchetti particolari, ma guadagnando fiducia.''
"Chi ha detto che io non mi guadagni quello a cui tengo?" 
"Oh già non ricordavo che tu ti ''impegni'' quella mezz'ora con una ragazza ben messa fisicamente e poi inizi ad ignorarla per chissà quanto."
"Sei simpatico come una spina conficcata nel posteriore e per quanto riguarda Vale potresti semplicemente farti avanti."
"Facile a dirsi per uno come te."
"Vedi io sono sempre preciso infatti chiarisco fin dall'inizio che non voglio una relazione o cose simili, la sola idea mi fa ribrezzo, insomma che senso ha stare agli ordini e alle pretese di una ragazza quando ne puoi avere altre cento a disposizione che non rompono le palle dalla mattina alla sera?"
"Stef sei sempre il solito morto di figa!" Mi ripetono quasi in coro i miei amici tranne Lore che si limita a squotere la testa rassegnato, ma ad un certo punto noto che Alex mi guarda divertito con aria di sfida.
"Quindi tu sei convinto di poter ottenere qualsiasi ragazza?"
"Modestamente se sono guardabili credo proprio di si." Affermo con così tanta presunzione da poter provocare stizza persino al più apatico degli apatici.
"Io non ne sarei così sicuro se fossi in te."
"Ci metterei la mano sul fuoco."
Il sorriso di Alex si allarga ancora di più anche se non riesco a acapire il senso di tutto ciò.
"Scommettiamo?"
"Quello che vuoi." Ribatto con estrema determinazione.
"Bene allora se vinco io mi restituisci TUTTI i miei accendini,  ma se vinci tu allora puoi tenerteli tutti e te ne ricomprerò il doppio."
"Sei spacciato Alex."
"Io non direi."
"Quale bella donzella impossibile hai scelto per me?"
Segue un attimo di suspense dove tutti sono ormai concentrati nella nostra conversazione e pio la grande rivelazione.
"Greta Brontesi."
Al suono di quelle tredici lettere il sorriso mi muore in viso.
"Non è valido!"
"La Brontesi non è una brutta ragazza e rientra nella categoria prescelta."
"Ma... ma con tutte le ragazze fighe che ci sono proprio lei?"
"Hai detto impossibile giusto? E inoltre dovrai conquistarla e starci insieme."
"La scadenza quando è prevista?"
"Minimo una settimana sempre se ci riesci." Alex mi ha veramente sorpreso insomma tutto ma non  la ragazza invisibile! Ma una sfida è una sfida e ovviamente io non ho intenzione di abbandonarla.
"Stefano non mi sembra una buona idea, sai che Greta è abbastanza fragile e..." Lorenzo si intromette invano, ma ormai ho deciso.
"Ci sto."
**FINE FLASHBACK**
Alla fine del suo racconto mi faccio piccola piccola sul letto cercando di non scoppiare a piangere, ancora.
"E quindi mi hai usata per un cazzo di accendino?"
"All'inizio forse, ma poi ti ho conosciuta meglio e ho notato subito che avrei potuto provare qualcosa che potesse andare oltre l'amicizia quindi mi sono ''difeso'' da te  e mi sono comportato in quel modo per allontanarti cercando di fregarmi di quello che realmente provavo. Quando ti ho vista sulla con ... quello non ci ho più visto e ti ho provocata con le mie battutine idiote consapevole del fatto che ti avrei irritata, ma tu mi hai spiazzato e hai iniziato a non calcolarmi. Credevo che mi avessi dimenticato."
"Quindi è solo questione di orgoglio!" Affermo agitandomi.
"No! Per quanto mi costi ammetterlo tu mi piaci Greta e nonostante tutto io provavo e provo qualcosa per te. Quando Valentina mi ha chiamato per dirmi dell'incidente mi è caduto il mondo addosso perchè temevo di averti persa definitivamente e mi sono precipitato qui. Sono stati giorni infernali e il colpo di grazia è arrivato l'ultima volta che ci siamo parlati.
Non credere che non mi importi perchè non è assolutamente così ti prego perdonami Greta."
Dopo il suo discorso lo vedo con gli occhi lucidissimi e sembra che sia in procinto di piangere. Vedo il pentimento nei suoi occhi e per la prima volta mi rendo conto del  dolore che sta provando colui che reputavo come l'artefice di tutto. Io non ho mai smesso di tenere a lui nemmeno quando l'ho visto sulla porta con quella ragazza.
D'istinto mi lancio addosso a lui e lo abbraccio, quasi subito Stefano ricambia e mi sussurra tutte le scuse immaginabili.
"Io ho sempre tenuto a te e sono disposta a perdonarti."
"Grazie, grazie, grazie... io..."
"Ho detto che sono disposta a perdonarti, ma non so quando."








BUONJOUR! hahahahahaha
Allora dal momento che sono stata in Francia non ho potuto aggiornare la storia, ma ho fatto la brava e l'ho aggiornata subito dopo essere tornata :D (APPLAUSI)
In ogni caso scusatemi !
Allora finalmente abbiamo capito come mai Stefano si sia comportato così male con Greta. Cosa dite noi almeno lo perdoniamo subito???????????? Io si!!
Greta non è della stessa idea però tutto può accadere ù.ù . 
Cosa ne pensate ??? Da brava rompipalle vi invito a lasciarmi una recensione e ovviamente sono ammesse anche le critiche. 
Ora vado a recuperare le altre materie :((((((((((((((((((((((( 
Au revoir! <3 <3
Baci     Anna.

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Capitolo 20
*** incontri dietro l'angolo ***


"Ho detto che sono disposta a perdonarti, ma non so quando."
Queste sono le misere parole che sono in grado di pronunciare.
La voglia di rispondere che ormai quello che era successo poteva essere archiviato lasciando posto alla serenità è tanta, ma un qualcosa che nemmeno la mia anima riesce ad identificare mi blocca rendendomi quasi apatica.
Stefano mi guarda con quella vena di tristezza che in questo ultimo periodo gli ho letto troppe volte, ma da bravo orgolioso maschera la sua delusione con un sorrisino che nonostante tutto mi riscalda il cuore e mi induce a sorridergli di rimando.
"Dammi la possibilità di rimediare alle mie colpe, voglio dimostrarti che posso essere migliore di come appaio! Non importa quando, ma lasciami tentare e poi sarai libera di evitarmi quanto il più possibile.
Istintivamente gli prendo il viso tra le mani e lo guardo intensamente negli occhi come se fosse la mia unica fonte di salvezza. Stiamo in questa posizione per parecchi attimi che vorrei non giungessero mai al termine, ma quando le braccia di Stefano si legano attorno alla mia vita stringendomi mi lascio andare totalmente a quel contatto che tanto mi era mancato in quei mesi di totale buio. Di rimando pongo le mie braccia attorno al suo collo annusando que profumo maschile marcato, ma non troppo forte. 
Quando la sua stretta si fa più forte mugolo dal dolore a causa delle fratture riportate dopo l'incidente. Stefano si scansa immediatamente guardandomi preoccupato.
"Scusami non volevo." 
Lo sgurdo da cucciolo che mi rivolge mi fa sorridere così per smorzare la tensione attacco bottone.
"Ti stai scusando troppe volte noin sarà che stai perdendo la tua indole di maschio-so-tutto-io?" 
"Pff pivellina dovresti portare rispetto ai più anziani!"
"Ma guarda che amico impertinente che ho."
Il sorriso del ragazzo si fa poiù ampio e subito mi chiede:
"Quindi siamo amici?"
"Beh s-si... insomma solo se vuoi ... io ..."
"Si è un buon inizio."
"Ottimo." 
"Già."
"Bene."
"Allora ci vediamo domani."
"Vuoi venire pure domani?!" Dire che sono felice è troppo poco.
"Se non hai nulla in contrario vorrei venire dopo scuola."
"Si!" 
Stefano si alza e si riveste guardandomi con una pace ritrovata che non gli avevo mai visto in viso. Mi si avvicina pericolosamente tanto che ho quasi paura che mi voglio baciare, ma stupendomi devia e mi bacia la fronte soffermandosi più del dovuto e facendomi chiudere gli occhi. 
"Ci vediamo domani pivellina." 
Detto questo esce dalla stanza lasciandomi in balia di delle migliori sensazioni del mondo.


POV STEFANO 
Sono del parere che il sorriso da mega deficiente che ho stampato in viso non potrebbe togliermelo nessuno. MI HA PERDONATO ! Anche se parzialmente lo ha fatto. Ora sta a me trovare il modo di conquistarla e sono convinto che se tutto andrà bene ne sarò all'altezza. 
Chi l'avrebbe mai detto che mi sare ridotto a chiedere perdono ad una ragazza? Io che consideravo le persone inferiori a me e per di più sono la persona più orgogliosa della terra ? Quella ragazza mi ha fatto il lavaggio del cervello e nonostante tutto la cosa non mi da il minimo fastidio.
Sono ancora nel corridoio dell'ospedale quando una voce alle mie spalle troppo irritante per i miei gusti mi fa arrestare il passo.
"Vedo che il porimo avvertimento non le è stato molto utile. La signorina Brontesi non deve essere disturbata."
"Da individui come lei dottore?" Rimango ancora girato di spalle per evitare di saltargli  addosso, ma mi balenano in mente i ricordi di quando ero andato a cercare di rimettere a posto le cose con Greta, ma lei mi aveva respinto e il dottore  qui presente mi aveva intimato di uscire.
"Sono felice di informarla che io e la signorina Brontesi siamo AMICI e fino a prova contraria la mia presenza non la infastidisce quindi il problema è praticamente nullo."
Dentro di me il mio ego applaude e si congratula per le mie parole.
"Dubito fortemente dal momento che l'ultima volta l'ho dovuta allontanare."
A quell'affermazione il sangue inizia a ribollirmi nelle vene facendomi arretrare dalla paura di saltargli realmente addosso e non rispondere più delle mie azioni; però mi costringo a rimanere calmo e a mostrare il sorriso più finto e bastardo che abbia mai sfoggiato in tuta la mia vita. 
"Le cose sono a cambiate e persino la signorina Brontesi potrà confermarglielo. Ma mi permetta una domanda dottore, ha qualche sassolino nella scarpa e vuole dirmi qualcosa? Oppure le da fastidio il fatto che la sua cara paziente non la ritega solo un comune medico?!
A questo punto della conversazione vedo che anche il mio interlocutore si sta innervosendo a giudicare da come sta stritolando la cartella clinica.
"Non mi sembra di avere mai detto questo."
Mi avvicino a quel dottorino da strapazzo e lo guardo minacciosamente.
"Ho visto come l'ha guardata quella volta e sappi che lei non è un pezzo fondamentale della sua vita! Quello che serve a lei in questo momento non è di certo lei e..."
"E quindi gli serviresti tu ragazzino? Tu che l'hai quasi ditrutta? "
"La cosa non la riguarda. Stia Lontano da lei."
Detto questo mi incammino cercando di ignorare quella sensazione di irritazione che mi sta rodendo da quando sto parlando con quel tizio. Se pensa di potermi soffiare Greta la guerra per me può anche iniziare qui.


**spazio autrice**
Ehilà c'è ancora qualche anima pia che nonostante tutto mi vuole ancora bene ??? hahahahahahahaha  :D
EXCUSEZ MOI! D': 
Allora è una stupidata di capitolo quindi potete tranquillamente ignorarlo e passare ad altro lo capirei. Ho notato che le visualizzazioni stanno calando, ma è più che comprensibile dal momento che non sono abbastanza puntuale. Mi dispiace molto, ma spero che quelle che rimangono possano seguire la mia storia. 
Beh allora vi lascio carta bianca ovviamente e se volete lasciatemi u8na recensione ;) 
Baci, Anna.

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Capitolo 21
*** Promenade ***


Leggete qui per favore:
sono stata sorpresa dei numerosi messaggi e alcune recensioni che sono state fatte quando avevo deciso di smettere di scrivere questa storia anche perchè non pensavo che foste in così tanti !
Ringrazio soprattutto stella_cometa_37stella_cometa_37,_lalla27, cardie9980,ceccia_96,francylopper,  Love_Renesmee_Jacob, le quali mi hanno sostenuta con la storia! Grazie di cuore <3 <3
Bene ora vi lascio il prossimo capitolo, ci vediamo sotto :D


 

"No! Per quanto mi costi ammetterlo tu mi piaci Greta e nonostante tutto io provavo e provo qualcosa per te. Quando Valentina mi ha chiamato per dirmi dell'incidente mi è caduto il mondo addosso perchè temevo di averti persa definitivamente e mi sono precipitato qui. Sono stati giorni infernali e il colpo di grazia è arrivato l'ultima volta che ci siamo parlati.
Non credere che non mi importi perchè non è assolutamente così ti prego perdonami Greta."


Ero meravigliata perchè nonostante fossero passate solo ventiquattro ore, quelle parole continuavano a eccheggiare rumorosamente nella mia debole mente. Potrebbe sembrare una cosa contorta, ma tutti quei pensieri mi sollevavano da quel dolore perenne che mi attangliava ormai da settimane. Ho apprezzato il suo gesto più di ogni altra cosa anche perchè non me lo aspettavo assolutamente da un tipo come Stefano il quale fino ad ora si era solamente preso gioco di me. Ricordo ancora come se fosse ieri, i momenti felici, ma brevi che abbiamo passato insieme come l'esperienza al canile, il gelato da Giovanni, quando si è presentato a casa mia...
Sospiro affranta e mi muovo quel tanto che basta per non farmi male alla schiena e nel frattempo mi volto verso quel panorama monotono e quasi triste dominato da una leggerissima pioggia.
Sento bussare e d'istinto do il consenso di entrare.
"Buon pomeriggio."
Gli occhi mi si illuminano non appena la figura di Stefano si fa avanti chiudendosi la porta alle spalle.
"Ciao."
"Spero non ti dispiaccia..."
"Cosa?"
"Il fatto che io sia venuto qui in questo momento, ma..." Lo vedo abbassare quasi timidamente lo sguardo per cercare di nascondere un'ipotetica vergogna.
"Ma?"
"M-mi mancavi."
L'ennesimo colpo al cuore! Questo ragazzo mi farà impazzire se non la smette con queste sue uscite a sorpresa!
"Oggi sto meglio, anche se il dolore alle costole non è ancora scomparso. " Devio così da perfetta codarda quale sono.
"Ah, sono contento per te, così quando ti rimetterai in forma potremo riprendere ad uscire."
Ora è il mio turno di abbassare la testa, mentre sento la ferita che si riapre.
"Stefano, ne abbiamo già parlato e non credo che sia una buona idea."
Il sorriso che fino a pochi secondi prima aveva dominato sul suo viso ora si spegne tutto in un colpo lasciando i suoi occhi vuoti.
"Capisco, ma almeno concedimi un'uscita qui fuori."
Mi chiede speranzoso come se la sua vita dipendesse dalla mia risposta.
Frustrata guardo nuovamente la finestra e noto che ormai ha smesso di piovere e che quindi non ho più una scusa valida per rifiutare l'invito.
"Solo per pochi minuti."
Come un fulmine si dirige a prendere la sedia a rotelle e la porta accanto a me.
"Ora devi cercare di spostare il peso sulle gambe evitando di fare movimenti bruschi quindi attaccati a me."
Mi faccio forza e mi sporgo verso di lui seguendo le sue indicazioni, ma dopo poco un dolore troppo acuto mi costringe a cedere e a cadere rovinosamente addosso a ragazzo accanto a me. Mi viene spontanea una smorfia di dolore alle costole, ma la situazione peggiora quando alzo la testa e mi ritrovo il viso di Stefano a cinque centimetri scarsi dal mio. I suoi occhi sono inchiodati ai miei che attratti lo fissano repentini. Ci avviciniamo contemporaneamente, ma come scottata passo oltre accomodandomi con non poca fatica sulla sedia a rotelle.
"Possiamo andare." Dico io con il cuore che batte a mille.


"Allora pivellina vuoi sapere qualche gossip?"
"Non chiamarmi pivellina!"
"Ok pivellina. Quindi vuoi sapere o no?"
"Dimmi."
"Lo sapevo, comunque hai presente michela di 3C ? Beh è stata scoperta nei bagni mentre travasava della vodka in una bottiglietta d'acqua. Dovevi vedere la sua faccia quando il preside le ha dato la sospensione! Poi anche Francesco di 4E è stato quasi espulso per aver dato fuoco al suo banco. Scena epica!
Uh... pensa che quello sfigato di Martinelli si è fidanzato con la Berneri. Pff non avrà vita facile..."
"Non ti credevo così pettegolo."
"Un po' di gossip non fa mai male."
Si alza una folata di vento e freddolosa come sono rabbrividisco accomodandomi meglio sulla sedia a rotelle.
"Hai freddo?" Mi chiede premuroso Stefano.
"Un po'."
Arresta immediatamente il passo e si para davanti a me abbassandosi fino alla mia altezza.
"Ti riscaldo io." Dette queste parole allunga le sue braccia e mi circonda la vita in una stretta calda che mi fa sentire al sicuro. Appoggio il mio mento sulla sua spalla e sorrido come una scema.
"Sai quando ti ho detto di avere freddo mi aspettavo che mi riportassi dentro non ..."
"Non mi sembra che a te dia fastidio." Scommetto che ora si stia divertendo un sacco a punzecchiarmi.
"Cosa te lo fa pensare scusa?!"
"Beh se non fosse così ti saresti già spostata."
"Ah si? Bene vorrà dire che mi spoosterò allora." Faccio per allontanarmi, ma puntualmente le sue braccia stringono ancora di più il mio busto, poi però si accosta al mio orecchio.
"Tu non vai da nessuna parte pivellina." Mi sussurra e lo sento posare le sue labbra un po' screpolate all'angolo della mia bocca.
Mi lascio completamente andare a quel contatto rigorosamente intimo che mi provoca solamente dei brividi che non sono causati dal freddo. Arrossisco e come mio solito cerco di deviare l'attenzione di Stefano accentrando il discorso su qualcos'altro.
"Raccontami qualche altro gossip." Il mio intento sembra essere riuscito dal momento che riprende a parlare distanziandosi un pochettino da me.
"Se ti può interessare la tua amichetta del cuore si è fidanzata ufficialmente con Lorenzo e pensa che sono così..."
Un moto di tristezza mi pervade facendomi rabbuiare. Stefano se ne accorge e arresta subito il passo parandosi davanti a me.
" Ehi che c'è?"
"Noi non siamo più amiche."
Non fa domande e si limita a poggiare il suo mento sui miei capelli. Mi lascio andare di nuovo a quel contatto cercando di non pensarci troppo, ma una lacrima traditrice mi bagna la guancia. Stefano si stacca lievemente e mi bacia la fronte mentre chiudo gli occhi e assaporo il gusto di quell'attimo.
Nel momento in cui mi sto per avvicinare per la seconda volta a lui il suono di una voce familiare ci costringe ad allontanarci.
"Signorina Brontesi non credo che sia salutare per lei stare fuori all'aria aperta in queste condizioni."
Marco, nonchè il dottore che tutt'ora continua a medicarmi, ci interrompe bruscamente quasi con aria irritata. Noto che Stefano stringe le nocche facendole sbiancare ,ma la cosa che più mi preoccupa è il suo sguardo furioso. Insomma non può essere così incacchiato solo perchè ci ha interrotti mentre ...ehm ... si insomma non può!
"Mi scusi, ha ragione solo che non ce la facevo più a stare rinchiusa in quelle quattro mura." Cerco di salvare la situazione visto che l'aria è tesissima.
"Lei è sotto la responsabiliotà di questo ospedale e inoltre questa non è nemmeno l'ora delle visite."Dice rivolto a Stefano che interviene.
"Non credo che sia salutare costringere una paziente a letto dalla mattina alla sera come se fosse un'automa in stato vegetativo!"
"Si calmi e porti più rispetto!"
"A un individuo come lei no di certo!"
Li vedo avvicinarsi rabbiosi l'un l'altro mentre ormai i muscoli di Stefano sono tesi e pronti a un eventuale movimento.
"Perlomeno io non reco morte e guai alle persone che mi stanno attorno!"
A questa frase Ste scatta in avanti prendendo bruscamente il dottore per il colletto del camice, il quale si strappa leggermente.
La situazione è ormai degenerata e non sapendo cosa fare mi alzo dimenticandomi delle fratture che mi causano un dolore così forte che svengo dal male.
"Greta attenta !"
Queste sono le ultime parole che sento.







Buon giorno!
Allora sono in Francia ancora !!!! Hahahahahah è il periodo delle gite e mi sto godendo la Provenza muahahahahahahah.
Ho appena trovato il tempo di scrivere il capitolo e spero che vi piaccia :D
In collaborazione con la Greta reale !!! (sapete questa è la sua storia :D )
Allora come vi sembra il capitolo?! Annoiate ?
Come sempre vi invito a lasciarmi una recensioncina a cui sarò felice di rispondere :)
P.S. stella_cometa_37 grazie di tutto !!! <3 <3 <3

Au revoir <3
Baci, Anna.

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Capitolo 22
*** Life is a surprise ***


POV Stefano

Ora quel dottorino da strapazzo mi ha letteralmente fatto incazzare! 
Mi avvento su di lui prendendogli il colletto e guardandolo con ribrezzo da quando le sue parole sono giunte alle mie orecchie. 
 Perchè diamine si permette di dirmi certe cose quando non mi conosce e non sa nemmeno come stanno realmente le cose !
Mi volto distrattamente verso Greta, ma la vedo che pian piano si sta accasciando a terra.
"Greta attenta !" Grido a squarciagola mollando subito la presa sull'idiota.
Corro subito nella direzione della ragazza, che fortunatamente respira ancora, e la sollevo marciando verso la struttura per cercare soccorso.
Dopo nemmeno due passi sento una mano stringere la mia spalla.
"Se non le dispiace me ne occupo io." Quella faccia da schiaffi osa ancora intromettersi nonostante due minuti fa lo stessi per prendere a calci!
"Si mi dispiace." Con uno strattone lo scanso e quasi correndo entro all'interno dell'ospedale che considerando l'ora è affollatissimo. Guardo a destra e a manca come un disperato, alla ricerca di una misera infermiera e salgo al piano superiore dove con mia immensa felicità trovo una donna sulla cinquantina con l'aria saccente e da perfetta dottoressa vissuta.
"Aiuto la prego mi deve aiutare! "
La signora preoccupata si avvicina e esamina per bene la mia piccola Greta.
"Da quanto è svenuta?"
"Più o meno da dieci minuti."
"Non è grave, ma è meglio se la visito meglio. Ora dovrebbe liberarsi questo ambulatorio, si consideri fortunato, mentre io vado a prendere la mia cartella clinica. "
Annuisco, ma l'infermiera mi si avvicina e mi accarezza la guancia in un gesto materno.
"Non ti preoccupare."
 Dopo un quarto d'ora di accertamenti finalmente Greta si sveglia anche se un po' dolorante e confusa.
"Vi lascio soli." Ci comunica l'infermiera che guardo con enorme riconoscienza.
"Greta..."
"Sei impazzito per caso?! Volevi riempire di botte il mio medico ?!"
"Oh adesso è anche IL TUO medico? Non sapevo di tutta questa confidenza!"
"Primo : anche se ci fosse non ti dovrebbe interessare e secondo non sono io quella con i problemi a controllare la rabbia!"
Mi sbraita contro muovendosi ripetutamente.
"Eh beh certo infatti in questo momento sono io quello che si sta dimenando e urlando come un'oca!"
La vedo diventare rossa dal nervoso e gonfiare le gote. Bruttissimo segno.
"Puoi accomodarti fuori." Mi ordina freddamente. 
"Felice di accontentarti." Non la guardo nemmeno e mi chiudo la porta alle spalle sbattendola violentemente tanto che alcuni pazienti mi guardano stralunati.
Mi siedo sulla prima sedia che capita e mi prendo la testa tra le mani dandomi del coglione. Sono un completo disastro! Sono arrivato con le più buone intenzioni per poi concludere in questo modo. Sono stanco di tutta questione, la pena, il dolore, Greta e tutto il resto basta!
Sapevo di essere nel torto marcio, ma quando Greta ha difeso quel... mi è montata la rabbia in corpo e la voglia di spezzargli l'osso del collo era al culmine diamine! 
Non mi pento assolutamente di avere fatto quasi una rissa con il dottorino, ma la cosa che mi mette più angoscia è il fatto che ho aggredito Greta ingiustamente. 
"Sei un deficiente!" Urlo a me stesso.
Non ne combino una giusta e tutte le volte che cerco di rimediare finisco per moltiplicare i miei problemi.
"Ragazzo dovresti andarci piano con le auto-offese." 
Alzo subito la testa e lo sguardo mi ricade su un uomo dall'aria familiare.
"Sei in un momento di riflessione per caso?" 
"No...cioè... si accomodi che è meglio." Il padre di Greta si posiziona accanto a me e subito noto che ha un'aria un po' scura ed è anche dimagrito di qualche chilo.
"Immagino che tu sia venuto qui per Greta." 
"Ecco lei... ha avuto un mancamento poco fa mentre eravamo fuori a fare un giretto quindi l' ho portato in questo ambulatorio."
"Non è grave?!"
"Non si preoccupi sta bene."
Vedo Riccardo appoggiare la testa allo schienale della poltroncina e sospirare frustrato.
"Io non capisco cosa abbia sbagliato con lei. Le ho fatto sia da padre che da madre e ho sempre cercato di non farle mai pesare la cosa. Io non so proprio il perchè si comporti in questo momento."
A queste parole abbasso la testa colpevole ed inizio a raccontare a Riccardo del perchè di questo cambiamento. Ovviamente tralasciando certi punti.
"Quindi fammi capire lei si comporta così perchè tu l'hai presa in giro?!"
Lo vedo alterarsi e titubante mando giù quella poca saliva che mi è rimasta.
"All'inizio era così, ma poi mi sono accorto troppo tardi di provare dei sentimenti verso sua figlia." Seguono alcuni minuti di selenzio.
"Non ti spezzo le ossa solo perchè ti ho guardato negli occhi."
"Negli occhi?
"Sai sembra di vedere me quando guardo Rossella e fidati che io a differenza di qualcuno le donne le rispetto a dal principio."
"Questa esperienza mi ha fatto capire che io tengo molto a Greta anche se non so come farmi perdonare."
"Io posso solo dire che con un po' di impegno e pazienza le cose si possono aggiustare. In ogni caso ora vado a vedere se quella disgraziata di mia figlia sta meglio." Mi strizza l'occhio e con aria quasi più rilassata si dirige verso l'ambulatorio, ma lo fermo.
"Non sia troppo duro con lei e provi a perdonarla."
Sembra colpito dalle mie parole, ma nonostante tutto annuisce riprendendo a camminare.

POV Greta
E' mai possibile che tutte le volte che inizio qualcosa di buono debba sempre andare tutto a rotoli?! 
Mi stringo forte il viso con le mani continuando a sbuffare come un toro inferocito.
"Posso entrare?"
La voce di mio padre risuona nella stanza facendomi voltare all'istante dalla sorpresa.
Mi pietrifico non appena riconosco quegli occhi quasi simili ai miei e per ben dieci secondi ci guardiamo fermi ed immobili. Gli occhi mi si inumidiscono, ma faccio di tutto per evitare di piangere e scoppiare davanti all'uomo che mi aveva intimato di non chiamarlo più tale.
"C-ciao." Balbetto ancora spossata.
"Mi hanno detto che hai avuto uno svenimento."
 La sua faccia assume subito una maschera di pura indifferenza, ma lo conosco da talmente tanto tempo che non m i è difficile dedurre che dietro a tutta quella durezza lascia trapelare la preoccupazione.
"S-si  ma ora sto meglio. Grazie."
"Prego."
Abbasso la testa e lo guardo sofferente.
"I-io n-non sto b-bene..."
"Vuoi che ti chiami un'infermiere?"
"No! Io rivoglio il mio papà! So di avere sbagliato e che il mio cambiamento radicale ti ha deluso, ma io sono pronta a prendermi tutte le conseguenze possibili anzi le sto già subendo rimanendo qui con le ossa rotte, quindi puniscimi, sgridami tutto quello che vuoi, ma non lasciarmi anche tu come ha fatto la mamma perchè ho bisogno di un padre."
Per dei secondi interminabili lo fisso insistentemente aspettando che l'uomo di fronte a me mi risponda.
"Non farlo mai più!" 
Dette queste parole si avvicina a me e mi stritola in un abbraccio che bramavo da troppo tempo. Rispondo all'abbraccio e mi lascio andare in quelle braccia grandi e confortanti che per tutti questi anni mi hanno accolta senza alcuna pretesa e un sacco di amore. 
"Hai capito? Non devi farlo mai più!" 
A questo punto scoppio in un pianto di felicità che coinvolge persino il mio papà e annuisco impercettibilmente soridendo come una gran deficiente.
Mi accarezza il viso, ma poi si sofferma sulle ciocche dei miei capelli.
"Dal momento che a breve uscirai da questo posto ovviamente queste punte blu devono sparire tassativamente."
"Dai papi sono così belle."
"Non esiste! Andrai con Rossella e te le farai togliere anche a costo di tagliarti l'ultimo capello rimasto."
A questo punto sbianco e mi tocco protettivamente i miei capelli.
"E sia, ma non voglio radermi a zero."
Mi attira a se e mi bacia la fronte.
"Ti voglio bene."
"Anche io papà."

ALCUNE ORE DOPO...

Sono nella mia stanza d'ospedale contenta e finalmente soddisfatta di avere concluso qualcosa di buono senza l'aiuto di nessuno. Certo ho litigato con Stefano, ma penso che con il tempo riusciremo a diventare ... amici ?
"Vedo che non sei poi così messa male."
Una persona che nemmeno ho sentito entrare sta parlando e non appena la riconosco la felicità è incontenibile anche se poi il sorriso mi muore in viso.










Ehilà bella gente! 
Lo so capitolo palloso, ma la parte su cui bisogna incentrarsi è ovviamente l'ultima. Chi sarà il personaggio tabù?? Avete già qualche idea? 
Per quanto riguarda il resto beh il dottorino mi sta alquanto antipatico e sinceramente ho amato Stefano quando gliele stava quasi per suonare, ma come sempre succede qualcosa che interrompe il tutto. Finalmente Greta si è riconciliata col padre e ha ammesso i suoi errori, ma ha litigato con Stefano. Stupidi orgogliosi! :)
Beh ora vi lascio e a proposito buona Pasquetta anche se in ritardo hahahaha. 
Vi inviton a lasciarmi una recensione e con questo buona serata ...
Bye Bye <3 
Anna 


 

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Capitolo 23
*** Bad day ***


"Vedo che non sei poi così messa male."
Una persona che nemmeno ho sentito entrare sta parlando e non appena la riconosco la felicità è incontenibile anche se poi il sorriso mi muore in viso.
Una ragazza dai capelli corvini e gli occhi da cerbiatta si avvicina al mio giaciglio rimanendo ferma ed immobile in attesa di qualche mio segnale, che ovviamente non tarda ad arrivare dal momento che mi butto letteralmente addosso a lei facendola quasi cadere.
"Martina! Da quanto tempo?"
"Lo so, ma finalmente sono riuscita a trovare l'ospedale in cui sei stata ricoverata."
Non ci posso credere! Martina, l'unica ragazza alla quale mi sono legata durante il periodo in cui frequentavo Luca è qui davanti a me !
"Ho saputo quello che ti è successo, ma solo ora ho trovato il coraggio di venire a trovarti perchè credevo che tu fossi arrabbiata con me."
"Non dirlo mai più!Io ho deciso di fare quella gara e sempre io ho deciso di fidarmi di Luca !"
Il solo ricordo mi fa stare male considerando che io di quel ragazzo mi fidavo realmente.
"Lui come sta?" Riprendo cercando di guardarla senza scoppiare a piangere.
"Greta non credo che sia il caso di ..."
"Ti prego."
A quelle mie suppliche la vedo sospirare e prendere un bel respiro come a darsi forza.
"Dopo il vostro incidente è riuscito a raggiungere il punto di ritrovo della gara e ci ha avvertiti di quello che era accaduto facendo scappare tutti dal terrore di essere coinvolti. Io stessa volevo soccorrerti, ma Daniele mi ha costretta a salire in moto. Il giorno dopo era come se niente fosse accaduto e nessuno ha più parlato dell'accaduto. Per quanto riguarda Luca, ha continuato con la sua vita tra alcol, ragazze, rave..."
"Quindi... mi ha dimenticata presto quello stronzo."
La mia voce non è più strozzata, ma piena di risentimento e durezza.
Non dico di essermene innamorata, ma diciamo che, dopo Stefano, lui era rimasto l'unica figura maschile con cui avevo provato altre cose totalmente fuori dalle righe. Era persino grazie a lui che stavo cambiando o che avevo risposto malissimo a Stefano, alla mia professoressa nel momento in cui ero stata beccata a copiare o a mio padre. 
Già, sono stata una grandissima stupida a fidarmi di quel pezzente che mi ha lasciata quasi crepare in mezzo al nulla per poi darsi alla fuga come un emerito codardo, ma ora basta! Non dico che dimenticherò tutto ciò che è successo, ma sono convinta che con molta forza di volontà potrei superarlo e col tempo definirlo solo come ''un brutto ricordo''.
"Non parliamone più." Sorrido a Martina, nonostante una vena di tristezza sia presente nei miei occhi, ma decido di ignorarla e continuare la mia vita.
Il respiro mi si blocca non appena noto i segni violacei e le linee rosse presenti sulle braccia della mia amica.
"Cosa sono quelli?"
"Niente."
"Martina tu non me la racconti giusta. Quelli sono dei segni evidenti che qualcuno ti ha..."
"Non insistere!"
Mi intima facendomi quasi spaventare. Intanto il suo naso prende a sanguinare macchiando il pavimento.
Estraggo un panno dal mio cassetto e mi avvicino a lei con l'intento di pulirla, ma lei mi allontana bruscamente guardandomi terrorizzata.
"Fermati potresti contrarre pure tu!"
"Contrarre cosa Martina?"
"Ho una malattia venerea Greta e non so se i medici saranno in grado di guarirmi."
L'unica cosa che riesco a fare è quella di rimanere ferma con il panno a mezz'aria.
"L'ho scoperto poco tempo fa." Mi informa con le lacrime che ormai le rigano il volto.
"C-come è potuto succedere?"
"io alcune volte faccio uso di sostanze stupefacenti ai rave. ma solamente quando Daniele  ha voglia. Solitamente le siringhe vengono fatte passare per risparmiare e comprare più roba quindi anche quelle volte non era stata fatta eccezione. Io e Daniele siamo stati insieme anche a letto, ma a quanto pare solo io risulto siero positiva.  Quando è venuto a saperlo mi ha riempita di botte urlandomi che non voleva essere infettato da una puttana come me."
Alla fine del racconto entrambe scoppiamo in un pianto prorompente che rimbomba in tutta la stanza. Cerco di avvicinarmi nuovamente a lei, ma vengo respinta ancora. So che lo fa solo per il mio bene, ma sono ferita comunque.
Perchè proprio a Martina!
Per dei minuti interi non ci guardiamo in faccia ed entrambe versiamo lacrime silenziose che esprimono tutto il dolore di questa brutta notizia.
"Hei non voglio che tu ci stia male e soprattutto in questo momento !"
"Lo so, ma..."
"Ma nulla! Su raccontami qualcosa di buono."
Ecco perchè invidio tanto Martina: sa essere poritiva anche in situazioni del genere.
"Beh... ci sarebbe Stefano."
"Che ha fatto? Su su sono curiosa!"
"Lui... Lui si è rifatto vivo chiedendomi perdono proprio qui in questa stanza e mi ha persino chiesto di perdonarlo e ricominciare tutto dall'inizio.  Poi però stava quasi per fare rissa con il mio medico, anche se non so bene il perchè quei due si odino così tanto."
"Magari perchè entrambi sono attratti da te e sono consapevoli che tu sei una sola e puoi appartenere a solo uno di loro?" Mi chiede retoricamente con lo sguardo furbo di chi la sa lunga.
"Non credo di poter piacere ad un medico che mi conosce da forse una settimana."
"Allora come lo spieghi il fatto che a momenti si picchiavano davanti a te?"
"Odio reciproco?"
"GIà odio reciproco causato da una bellissima ragazza che ha fatto breccia nel cuore di entrambi!"
Le lancio il  cuscino addosso, cercando di non colpirla sul naso, e inizio ad intimarle di smetterla nonostante le mie risate.
Ad un certo punto il mio medico entra nella stanza rimanendo un po' sconcertato.
"Questo non è l'orario delle visite quindi mi spiace farla uscire."
 Dice Marco rivolto a Martina.
Quest'ultima lo guarda male a causa della sgarbatezza mal celata del dottore e si avvicina a me abbracciandomi, sempre con la massima attenzione, e sussurrando: " Se questo è il dottore di cui mi parlavi, io ti consiglio di scegliere Stefano. Pff mi sta sulle palle."
Mentre la abbraccio la mi metto a ridere e cerco di assaporare il più possibile questo attimo dal momento che non so quando ci rivedremo.
"Promettimi che ci sentiremo per telefono."
"Te lo prometto, ma tu devi promettermi che proverai a risolvere le cose con Stefano."
Mi sorride un'ultima volta e senza aspettare la mia risposta si incammina verso l'uscita.


"Il tuo svenimento è stato anche il risultato di una scarsa alimentazione quindi ti consiglio di mangiare di più."
 Marco va subito al sodo e cerca di trafiggermi con lo sguardo.
"Cercherò di seguire il suo consiglio."
"Oh... Non dimenticarti  di evitare un qualsiasi sforzo e soprattutto degli stress qualunque."
"Con questo cosa intende dire."
"Che dovresti stare a riposo senza eventuali rotture intorno."
"Lei è solo il mio medico e tale deve rimanere per cui le sue ripicche verso il mio fid... Amico può tenersele per lei ! Si limiti a fare il suo lavoro senza infastidirmi !"
Come diavolo si permette di insultare una persona a cui voglio estremamente bene ?! 
"La ragione per la quale sono qui non è questa quindi ti informo che già da subito puoi fare i bagagli perchè non sei più obbligata al ricovero."
"Ottimo." Gli rispondo fumante di rabbia.
"Buon proseguimento di giornata."
Detto questo Marco esce dalla mia stanza e spero anche dalla mia vita. 

E' passata una settimana da quando sono stata dimessa e oggi è il giorno tanto temuto: Il mio ritorno a scuola.
"Se rimani incantata ancora per un po' finirai per arrivare in ritardo per cui muoviti!"
Mi volto verso mio padre,che come sempre è intento a scolarsi la sua tazza di caffè, e lo guardo preoccupata. 
"So che può essere difficile dover riaffrontare tutto e tutti in un solo giorno, ma puoi sempre contare anche sull'aiuto di altre persone come Valentina oppure anche di suo fratello Stefano."
"Papà, io e Valentina non ci parliamo da circa un mese e con Stefano ci ho litigato proprio ieri quindi non vedo come io possa ricevere conforto da qualcuno."
Si alza e mi si avvicina stringendomi in un abbraccio in cui mi rilasso per un poco cercando di far riaffiorare anche quel misero granellino di speranza che mi  è rimasto nell'anima.
"Ce la puoi fare."

"Ce la puoi fare Greta, Ce la puoi fare."
Continuo a ripetermi mentre sono nel giardino della scuola colmo di alunni.
...E' quella strana...
...Uh è resuscitata...
...Ma il ragazzo così carino in moto che fine ha fatto?
...E' una sfigata e tale rimarrà...

Come previsto alcuni gruppi di studenti si voltano a fissarmi, alcuni silenziosamente ed altri parlottando tra di loro.
"Buon giorno."
Sto per voltarmi quando sento due braccia che mi circondano la vita.
Sorrido non appena riconosco il suo profumo, ma quando i ricordi mi giungono alla mente, mi risulta quasi spontaneo ritirarmi da Stefano.
"Buon giorno." 
Il suo sguardo da felice e dolce si traforma subito in arrabbiato, ma soprattutto orgoglioso.
"Se la metti così allora buona giornata."
Si incammina velocemente nell'edificio sotto lo sguardo interdetto di quei guardoni che hanno assistito alla scena e quello a dir poco furioso della sottoscritta.
Crede realmente che dopo la lite di una settimana fa bastino dei gesti affettuosi ed un buon giorno?! E poi perchè durante questa settimana non mi ha nemmeno cercata? Bel modo di farsi perdonare!
Sbuffo sonoramente e mi avvio pestando pesantemente i pidi in classe, dove mi ritrovo ad affrontare un'altro membro della famiglia Pagliari.
Proprio come tempo fa ci ritroviamo faccia a faccia io e quella che potevo chiamare la mia migliore amica.
 Ci scrutiamo per un istante che mi sembra quasi infinito considerando che ho le mani umide e sto sudando freddo in attesa di qualche cosa che smuova la situazione tesa che si è venuta a creare.
"Ciao." 
"Ciao Valentina."
"Vedo che ti sei rimessa."
"Già." 
Mi scruta con occhi che non trasmettono nulla e questo è ciò che inquieta dal momento che in tutti questi anni non avevo mai sperimentato questo suo lato.
"Vale io... Vorrei scusarmi per..."
"Non serve."
La guardo sorpresa, ma allo stesso tempo felice del fatto che ci abbia già messo una pietra sopra o almeno a giudicare dal sorriso appena spuntato sul suo viso sembra così.
"Non serve perchè  ho capito che la persona che credevo che fosse la mia migliore amica ha preferito credere a delle supposizioni infondate piuttosto che alla persona con cui ha condiviso praticamente tutta la vita."
Il sorriso scompare dal volto di entrambe e persino una lacrima minaccia di uscire dal mio occhio destro.
"Allora perchè hai tentato di fermarmi quando avevi notato il mio cambiamento, perchè hai chiamato Stefano per mandarlo a tirarmi fuori dai guai e perchè ti sei preoccupata quando ero all'ospedale quando avresti potuto benissimo fottertene?!"
Tutta la classe si volta a fissarci incuriosità, ma nessuna delle due ci bada molto.
"Perchè ti volevo e ti voglio bene, ma ciò non implica che io te siamo di nuovo come prima. Non mi hai creduto una volta e nessuno mi può assicurare che non lo rifaresti una seconda."
Dopo queste parole sento il cuore sanguinare dal colpo che ho ricevuto e per la consapevolezza che mi attanaglia la mente.
Ho perso la mia migliore amica.
A gambe levate mi defilo dalla classe cercando invano di non essere vista e corro lungo il corridoio alla ricerca di un posto tranquillo dove potermi sfogare.
Decido di andare nello spogliatoio quando sento una voce squillante e femminile ed una maschile.
"Mi manchi sai ? Quella povera stupida e sfigatella della Brontesi era una spina nel fianco per noi."
La scena che mi si presenta davanti è la prova che non molto è cambiato rispetto a un mese fa.
Stefano e la stessa ragazza dell'altra volta sono avvinghiati contro al muro mentre si stanno baciando.

***SPAZIO AUTRICE***
EHI BELLA GENTE !!!!
Comment allez vous?
Ahhhhhh io amo la Francia e ve la super consiglio!*_*
In ogni caso torniamo a cose serie. Allora come vedete sono ritornati tre personaggi della storia che avevo lasciato un po' in sospeso:
-Martina: la ragazza che ha accompagnato Greta nella sua folle e mini-avventura con Luca;
-Valentina: a quanto pare ex migliore amica di Greta ancora offesa dal comportamento di quest'ultima;
-La biondina (si chiama Elisa se vi ricordate) che è la stessa che si era fatta trovare mezza nuda sullo stipite della porta con Stefano.
Questi tre personaggi sono da tenere d'occhio mi raccomando ;)
E ora arriviamo ai nostri due personaggi principali che orgogliosi come sono non hanno il coraggio di chiarirsi, anche se forse Stefano ha già dato sfogo alla sua rabbia con la biondina.
Al prossimo capitolo ( il quale ho già scritto, ma che devo ancora revisionare).
Baci, Anna <3.

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Capitolo 24
*** Reload ***


POV Stefano

Appoggio una mano sulla fronte imperlata di sudore ed inizio a pensare alla risposta parecchio scazzata di Greta.
Pff io le ragazze non le capisco! 
Sto cercando di farni perdonare, ma a quanto pare la fortuna non è dalla mia parte considerando che Greta poco fa si è praticamente irritata per il semplice fatto che io l'abbia abbracciata e dato il buongiorno. Insomma qualunque ragazza sognerebbe di essere salutata in questo modo da un ragazzo.
Ma forse è questo ciò che la caratterizza dal momento che lei non è una qualunque ragazza, ma è la MIA Greta. 
Esatto la MIA e di nessun altro ! Può sembrare possessivo, ma da quando ho rischiato di perderla nutro un fortissimo senso di protezione e molto probabilmente anche qualcosa di più dal momento che lei è l'unica ragazza che è cambiata e ha saputo tenermi testa quando un'altra al suo posto sarebbe passata oltre cercando di ignorarmi, l'unica alla quale mi sono mostrato debole e a cui ho chiesto scusa, l'unica per la quale ho trascorso notti di agonia nel terrore che non potesse farcela e l'unica a cui tengo realmente.
Non so bene cosa provi per lei in questo momento, ma sono certo che è qualcosa di forte e che non mi sarà facile trascurarlo.
"Pagliari potresti ripetere ciò che ho appena spiegato?" 
Quella strega dai capelli col diarrea mi ha sgamato un'altra volta e come minimo mi manda in presidenza se non le rispondo. Merda.
"Stava parlando del coefficiente stechiometrico di una particella di cloruro di sodio e degli elementi che la compongono."
A giudicare dal suo sorriso credo di averci azzeccato.
"Ottimo, questo lo stavo spiegando esattamente un quarto d'ora fa ed ora, se non ti dispiace, puoi accomodarti fuori dall'aula fino alla fine dell'ora."
"Vecchia megera dai capelli color sterco!"
Penso ridacchiando sotto i baffi e sbattendo con cautela la porta mi dirigo negli spogliatoi deserti della palestra per fumarmi tranquillamente una sigaretta anche perchè a occhio e croce saranno circa due settimane che non fumo.
Non faccio in tempo ad estrarre l'accendino, che due mani con le unghie smaltate di un rosa acceso mi circondano la vita da dietro.
In un primo momento i miei pensieri vanno tutti a Greta ed un sorriso spontaneo si dipinge sul mio volto, ma quando un profumo forte mi invade le narici, dei conati di vomito attanagliano il mio povero stomaco.
"E' da un po' che io e te non ci divertiamo."
Constata petulante la ragazza dietro di me.
"Elisa."
"Già la tua Elisa che hai mandato in bianco! Ma so bene come recuperare."
Mi volto di scatto e la butto con le spalle al muro quando sento quel TUA che mi fa venire solo ribrezzo verso così tanto squallore.
"Non osare toccarmi."
La vedo spiazzata e per un attimo boccheggia in cerca di qualcosa da ribattere e infatti dopo pochi secondi torna all'attacco con quel suo sguardo da gatta morta.
"Mi manchi sai ? Quella povera stupida e sfigatella della Brontesi era una spina nel fianco per noi."
Non faccio in tempo a risponderle che le sue braccia mi attirano verso di lei e le sue labbra si uniscono alle mie cercando invano la mia lingua. Cerco di scrollarmela in ogni modo, ma più mi allontano e più le sue unghie si conficcano nelle mie spalle facendomi mugolare dal bruciore.
"Che bravi! Ma la performance della porta e della puttana mezza nuda non la fate più?"
Di scatto entrambi ci giriamo verso la voce che ci sta parlando e sbiancando, constato che sono capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
"Greta non è come pensi io..."
"Taci! Tu non sei cambiato e mai cambierai, ma non ho assolutamente intenzione di passare ciò che ho già provato quindi divertiti pure con questa e non cercarmi mai più! "
Prima di scappare, vedo che nel suo sguardo c'è uno strano luccichio che sembra essere una lacrima che troppo orgogliosa non vuole scendere e di questo ne sono certo perchè la MIA Greta la conosco abbastanza e questo mi fa sentire ancora più confuso e rabbioso nei confronti di colei che ha violato la mia bocca dieci secondi fa.
Imprevedibilmente mi avvento su di lei lasciando che le fuoriesca un urletto eccitato. Povera idiota , pensa sul serio che ora mi metta a fare sesso con lei!
"Sai Elisa avevi proprio ragione sul fatto che è da un po' che non mi diverto."
"Lo sapevo che ..."
"Ascoltami bene perchè non te lo ripeterò una seconda volta. 
Tu hai già rovinato tempo fa il rapporto tra me e Greta, ma non te ne farò mai una colpa perchè io ero tuo complice. Ora le cose sono cambiate e tu puoi anche chiudere quel vortice risucchia-cazzi che ti ritrovi in mezzo alle gambe perchè io non sarò mai tuo e l'idea di venire ancora a letto con te mi disgusta. Mi odio per quello che ho fatto a Greta, ma mi odio ancora di più per il semplice fatto di averlo fatto con una persona così squallida come te e per inciso non ti permetterò di mettermi i bastoni tra le ruote perchè tengo troppo alla ragazza che tu chiami sfigatella. Anzi sai che ti dico? Io sono perso di quella sfigatella e sarà solo la MIA sfigatella quindi azzardati a dirle qualcosa di falso oppure a torcerle un capello e io ti giuro che di te rimarranno solo le unghie e il silicone di quelle tette rifatte del cazzo!"
Poi la lascio lì come una povera scema piagnucolante, mantre mi dirigo il più lontano possibile da questo schifo che mi circonda.

Pov Greta
"Che succede?"
"Ho scoperto Stefano con la stessa ragazza dell'altra volta mentre si baciavano animatamente in uno degli spogliatoi della scuola."
La bocca di Martina prende una forma ovale a causa della sua incredulità.
"Vuoi dire che..."
"Esattamente. Mi ha preso in giro per la seconda volta, ma non ho intenzione di deprimermi per un coglione del genere."
"Greta, ma tu ne sei proprio certa che Stefano lo abbia fatto di proposito? Ricordo che poco tempo fa mi avevi detto che lui fosse intenzionato a farsi perdonare da te e non credo che questo sia il modo."
Tiro un lieve calcio al sasso davanti a me e penso a ciò la mia amica mi ha appena detto.
Secondo la logica non le si potrebbe dare torto, ma se si considera che anche la scorsa volta mi aveva fatto credere di interessarsi a me, nessuno mi assicura che non possa farlo una seconda.
"C'è una cosa che non ti ho detto però."
"Ti ascolto."
"Stamattina mentre stavamo entrando in classe abbiamo litigato il che potrebbe averlo portato a volermi fare una ripicca."
In un primo momento vedo Martina alquanto spiazzata dalla mia affermazione, ma dopo pochi minuti si riprende.
"Sarebbe plausibile, ma lui non poteva sapere che in quel momento stesso tu ti saresti materializzata sorprendendoli e poi se avesse voluto farti una ripicca non credi che si sarebbe fatto vedere in pubblico dove tutti avrebbero potuto vederlo e non in uno spogliatoio semideserto?"
"Non ci capisco più nulla!"
Esclamo buttandomi tra le sue braccia che prontamente mi stringono in un abbraccio confortante e pieno di dolcezza.
Certe volte penso che se Martina non ci fosse stata in questo periodo, molto probabilmente a quest'ora sarei un'anima in pena caduta nei baratri della sua malinconia.
"Comunque non è per questo che ti ho chiamata!"
Le riferisco sorridendole.
"Sai queste punte blu non mi piacciono più."
"Ehi, ma le avevi fatte con me !" Mi rammenda Martina fintamente offesa.
"Lo so, ma preferisco tornare al mio vecchio stile."
" Hai ragione, sei troppo buona per fare la dark." 
"Già. Poi questa sera c'è la festa d'istituto a cui parteciperà un sacco di gente quindi dovrei anche procurarmi un vestito giusto per non avere le sembianze di una barbona."
"Ma perchè non me l'hai detto prima ?! E' tardissimo e abbiamo poco tempo su !"
Martina entusiasta della notizia mi trascina subito dal parrucchiere annunciandomi che questo sarà un pomeriggio mooolto intenso.

Esattamente quattro ore dopo mi ritrovo davanti al portone di casa mia con un paio di buste contenenti accessori, lingerie e il vestito per stasera per il quale stravedo. E' blu notte più lungo davanti e con alcune rifiniture argentate in pizzo. Devo dire che Martina potrebe fare la stilista quando ci si mette di impegno ! Insomma è riuscita a trovare un vestito persino a colei che li odia, nonchè la sottoscritta.
"Quello chignon ti sta da Dio e poi non parliamo del trucco FAVOLOSO!"
Grida euforica Martina.
"Tutto merito tuo."
"Ovviamente."
Scoppiamo a ridere entrambe per un paio di minuti, ma poi il suo volto si incupisce sempre di più.
"Che hai ora? Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"N-no ! Solo che queste poche ore con te mi hanno fatto dimenticare che ... che... io..."
Appoggio le borse sul cemento e la abbraccio fortissimo sussurrandole di stare tranquilla perchè io non la abbandonerò mai e che di me potrà sempre contare senza esitare mai. "Non piangere o si rovinerà il trucco!"
Sussulto a quella frase e faccio un lieve sorriso mentre a tutte e due scappa qualche lacrima biricchina che necessita di uscire dagli occhi.
"Divertiti e domani esigo sapere tutti i ragazzi che ti accalappierai."
"Martinaaaa!"
Ridacchiando mi rivolge un ultimo sguardo malinconico e poi se ne va sparendo tra il traffico milanese.
Grazie di tutto Martina.


"Ti voglio davanti a questo cancello in orario preferibilmente."
"Si papà non ti preoccupare."
"Niente alcol, fumo, ciocche verdi o blu o di qualsiasi colore e niente sbandatelle è chiaro?"
Annuisco impercettibilmente e gli dono un bacio sulla guancia per poi uscire dallla macchina ed entrare nella discoteca.
Ovviamente questa è una delle discoteche più in vista di Milano quindi il locale è ampio e le luci ad intermittenza contribuiscono a donare un non so che di magico.
Mi guardo intorno alla ricerca di facce conosciute, ma ovviamente la quantità di gente è spropositata e le luci soffuse non aiutano per nulla, così decido di avviarmi verso il bar per ordinare un drink analcolico.
Chissà se Stefano è qui e soprattutto in compagni di chi? No! non devo assolutamente pensare alle persone che mi prendono costantemente in giro.
"Ehi!"
Mi giro dalla parte di colui che ha parlato ed un ragazzo biondo e gli occhi verdi si presenta davanti a me.
"Ciao."
"Io sono Matteo e tu sei molto bella quindi vorresti venire a ballare?"
Il modo superficiale con cui me lo dice mi fa ribollire il sangue nelle vene, ma poi penso che dopo tutto sono ad una festa e che il principio è il divertimento quindi acconsento iniziando a ballarci insieme sulle note di Feel so close di Calvin Harris muvendomi  e dimenandomi a ritmo di musica per più di quindici minuti. 
Dopo poco altri ragazzi mi accerchiano e a turno ballo con non so quante persone ridendo e urlando allo stesso momento.
Quando sento  le mani di qualcuno che prendono a muoversi sui miei fianchi mi irrigidisco e cerco di scrollarmelo, ma la sua presa diventa sempre più insistente e più audace così lo colpisco in mezzo alle gambe e gli mollo pure uno schiaffo.
"Maiale!"
Esclamo indignata tornando al bar per ordinare un secondo drink.
"Ma guarda chi si rivede! La MIA micetta allora è più che viva."
Sussulto nell'udire quella voce così familiare e tanto sensuale da farmi cadere al suolo.
Quel brutto farabutto che per poco non mi lasciava morire in mezzo a quel bosco è ritornato inaspettatamente presentandosi qui con una faccia che prenderei volentieri a pugni e lo sguardo fiero.
Inizio a tremare ed a sudare freddo, ma non so se è per la paura di non farcela o semplicemente per tutto il risentimento che nutro nei suoi confronti.
"Luca." Constato con lo sguardo più duro del mondo.
"Oh andiamo non sarai ancora arrabbiata con me vero? E' stato solo un piccolo incidente. Succede micetta."
Si tocca i capelli corvini per poi sfiorarmi l'avambraccio.
"Non toccarmi lurido bastardo! Mi hai quasi lasciata morire !"
Urlo fuori di me cercando di scansarmi senza successo dal momento che prontamente la sua presa si fa più forte e quindi mi risulta impossibile persino muovermi.
"Non vorrai dare spettacolo proprio qui. Io conosco un posto dove potremmo chiarirci...A modo mio si intende"
Dopo avermi sussurrato queste sue ultime parole mi trascina nel retro poco distante dal bar sbattendo malamente la porta. Ora si che sono nei guai!
Sono sola e le speranze che qualcuno mi senta sono minime, però se giocassi d'astuzia potrei riuscire a salvarmi.
"Hai ragione Luca, sai l'incidente è stato solo un caso e poi non mi sembra il caso di rimuginarci sopra."
Mi avvicIno pericolosamente alle sue labbra, ma al momento giusto i miei denti le morsicano il più possibile facendole sanguinare.
"Brutta cagna!" 
Si lamenta Luca sbattendomi al muro ferocemente e sbraitando insulti di tutti i tipi. Tutto ad un tratto si ferma e mi fissa sorridente con un sorriso inquietante.
"Ora però ti devo restutuire anche io il favore che mi hai appena fatto ed oltre al dolore forse ti farò sanguinare il doppio di quello che hai fatto tu micetta."
Sgrano gli occhi quando mi rendo conto di ciò che sta per fare, ma la sua mano è già sotto al mio vestito pronta a violarmi.
Alcune lacrime salate solcano le mie gote, ma questo non sembra turbare minimamente il mio aggressore, segno quindi della sua insensibilità.
Quando Luca sposta il suo peso premendo il suo membro già eccitato contro il mio pube, caccio un urlo che risuona in tutto lo spazio circostante e strizzo forte gli occhi per il semplice motivo che se devo essere violata non voglio vedere l'espressione vittoriosa di questo animale di fronte a me.
Poi succede tutto in fretta, talmente tanto che mi ritrovo incredula.



**** SPAZIO AUTRICE****
Oilà bella gente! 
Ho pochissimo tempo quindi vi dico due parole.
Allora per prima cosa Stefano si è ritrovato coinvolta in qualcosa che nemmeno aveva architettato poverino :(
Elisa è proprio una P****** -.-''
E Greta poverina ?? Chissà cose le sarà successo !
Alla prossima lettrici!!!!
Baci ANNA.



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Capitolo 25
*** What's up ? ***


Quando Luca sposta il suo peso premendo il suo membro già eccitato contro il mio pube, caccio un urlo che risuona in tutto lo spazio circostante e strizzo forte gli occhi per il semplice motivo che se devo essere violata non voglio vedere l'espressione vittoriosa di questo animale di fronte a me.
Poi succede tutto in fretta, talmente tanto che mi ritrovo incredula.

Non so se per lo shock o perchè realmente questo mostro ha deciso di lasciarmi andare , ma non sento più le mani di quel verme addosso e nemmeno il suo respiro così apro gli occhi pieni di lacrime.
"Brutto pezzo di merda come cazzo hai osato toccarla?!"
La scena che mi si presenta davanti mi sembra a dir poco irreale.
Stefano è a cavalcioni su di Luca che invano cerca di sfugire ai vari pugni che l'altro gli sta dando. 
"Stefano così lo uccidi!" Gli grido tra lecrime e con tutta la voce che mi resta.
Questo si volta a guardarmi per un nano secondo e Luca ne approffitta per capovolgere la situazione e iniziare anche lui con la sua buona dose di pugni.
E' il momento di agire e non posso permettere che quei due si ammazzino, anche a costo di doverle prendere io stessa!
Mi avvicino ai due e cerco invano di afferrare il braccio di Stefano, ma uno spintone che mi fa rantolare a terra arriva da parte di Luca.
"Stanne fuori puttana!"
Prima che io possa anche dire una parola Stefano si avventa nuovamente sul secondo picchiando più violentemente e macchiandosi la camicia azzurra.
"Tu non puoi darle della puttana hai capito lurido verme ?! " 
Dopo questa domanda retorica lo vedo alzarsi e riempire Luca di calci ben assestati sullo stomaco.
Corro subito nella sua direzione e con tutta la forza che mi resta in corpo lo strattono verso la sola porta che mette in comunicazione il retro con la discoteca.
"Non avvicinarti mai più a lei perchè io giuro che ti ammazzo hai capito?!"
Grida Stefano mentre Luca striscia verso un angolino tossendo continuatamente e sputando sangue. Fortunatamente Stefano se l'è cavata con taglio sopra il sopracciglio destro e una ferita sul labbro.
Dopo queste parole riesco a trascinarlo fuori da questa discoteca, luogo ormai di una pessima serata, e lo costringo a sedersi nel primo taxi libero che trovo.
Do le indicazioni al conducente e poi salgo anche io a bordo della vettura senza dire più una parola.
Quando finalmente siamo sotto la porta della casa di Stefano, vedo quest'ultimo estrarre le chiavi e farmi entrare mentre sempre in religioso silenzio, mi dirigo verso il bagno per prendere alcune garze e del disinfettante per poi tornare nuovamente verso in cucina dove trovo quell'emerito cretino seduto sullo sgabello con lo sguardo basso.
"VOLEVI UCCIDERLO?! " 
Sbatto violentemente il contenitore che ho in mano sul piano della cucina.
"Che cosa diamine speravi di concludere ammazzandolo di botte eh? "
"Volevi che ti stuprasse?" Ulrla lui a sua volta fulminandomi.
"Non è il modo di risolvere le cose questo ! Sai che ora Luca può sporgere denuncia? Lo sai questo?"
"Quello è un delinquente e non è così stiupido da andare a consegnarsi alla polizia maledizione ti voleva violentare!"
A quelle parole prendo a disinfettare la ferita sugli occhi.
"Come facevi a sapere dove fossi mi hai seguita?"
"Era tutta la sera che ti guardavo e quando ho visto che uscivi con quel verme ti ho seguita. Sei stata una stupida a cascarci un'altra volta!"
"Non ci sono cascata è lui che mi ha presa di forza. E poi tu non sei nella posizione per darmi della stupida visti i tuoi precedenti e non mi riferisco solo a Luca."
Lo vedo sospirare e puntare i suoi occhi meravigliosi nei miei.
"Non è come pensi, tu sei solo arrivata al momento sbagliato. Avevamo litigato ed io ero arrabbiato quindi sono andato a fumare in palestra quando Elisa è sbucata fuori da non so dove e mi ha provocato e ..."
"E tu ci sei cascato."
Mi prende per le spalle all'improvviso facendomi scivolare il cotone e rimanendo a dieci centimetri scarsi dalla mia bocca.
"Non ci sono cascato e sai perchè? Perchè è stata lei a baciarmi e io l'ho allontanata perchè ho già commesso questo errore una volta e non voglio ripeterlo e rischiare di perderti. Lo capisci quanto mi ha fatto male vedere ancora una volta il dolore nei tuoi occhi a causa mia ?! Lo capisci questo!"
Mi dice Stefano scuotendomi senza farmi del male.
"I-io.. non so più cosa fare con te. Prima mi fai stare bene per poi farmi passare le pene dell'inferno ..."
"Mi sono innamorato di te ." 
Quella frase magica che ogni ragazza vuole sentirsi dire, quella  che ti fa stare sveglia tutta la notte e che vortica nella mente anche nei  momenti più impensabili, quella che ti colpisce il cuore.
"Ti ho sempre trattata con indifferenza, poi ti ho usata e perfino fatta stare male e per questo non me lo perdonerò mai abbastanza. Non ti sto mentendo se questo è ciò che pensi, anzi ti sto parlando con tutta la sincerità di questo mondo e spero solo che questa volta tu mi possa realmente perdonare per tutto quello che è successo. Non sarà facile ed io sono disposto ad aspettare tutto il tempo necessario perchè io sono convinto che seppur minuscolo, ho un posticino qui."
La sua mano si posa sul mio cuore che ora sta battendo incontrollato.
"Sto continuando a parlare per nascondere l'imbarazzo, ma la cosa che vorrei dirti ogni volta che ti guardo è semplicemente ti amo Greta Brontesi ! "
Questo discorso l'avevo sognato e risognato più volte ed in diverse versioni illudendomi che in un giorno futuro Stefano me le avrebbe potute dire e finalmente è arrivato.
Le lacrime mi rigano le gote arrossate ed il trucco si sbava creando due grandi macchie nere attorno agli occhi.
"N-non guardarmi s-sembro un p-panda!"
"Già, il mio panda."
Detto questo mi prende il viso baciandomi impetuosamente come se quel contatto di labbra gli servisse per sopravvivere. Dapprima mi irrigidisco cercando di allontanarmi, ma Stefano mi cinge la schiena facendo combaciare il suo corpo al mio e regalandomi mille scosse piacevoli che si espandono per tutto il corpo.
"Ti amo Greta."
Questa volta però abbasso la testa per non incrociare il suo sguardo e faccio un passo indietro.
"Io sono innamorata di te da parecchi anni come avrai notato, ma sono già stata ferita e non voglio rischiare. Mi dispiace."
Faccio per correre verso l'uscita, ma le sue mani mi acchiappano un'altra volta e mi stringono forte il busto.
"Ti prego fidati di me."
"Non posso."
"Fidati di me."
"Non posso."
"Guardami."
Mi volto verso di lui e faccio come dice trovandomi due iridi indifese, cosa del tutto insolita dal momento che sono sempre state forti e determinate.
"Questo è il vero Stefano che ti sta parlando e ti posso assicurare che non ti sta mentendo e che nonostante si comporti da coglione è riuscito ad innamorarsi di una ragazza splendida."
Tutte le mie difese si annullano automaticamente e mi getto su di lui facendo combaciare le mie labbra alle sue che iniziano una danza dapprima lenta e impacciata, ma poi più veloce e passionale rendendo tutto più magico.
Stefano mi prende per mano e e frettolosamente ci adagiamo entrambi sul letto con lui sopra di me. Cominciamo e baciarci freneticamente lasciando che la passione abbia il sopravvento su di noi e piano piano sento la sua mano che mi accarezza dolcemente la pancia fino raggiungere il reggiseno.
Con un gesto secco mi sfila definitivamente l'abito e quando ha una completa visuale del mio seno coperto solo dal reggiseno si ferma per dei secondi interi a contemplare il mio corpo, talmente tanto che riesco a percepire il rossore delle mie gote.
"Non hai nulla di cui vergognarti perchè sei bellissima."
Mi sussurra sensualmente in un orecchio mentre lentamente prende a lasciare dei piccoli baci che partono dal collo fino ad arrivare al petto che in men che non si dica viene liberato da quel pezzo di stoffa ormai ingombrante. Quando la sua lingua inizia a giocare con il mio capezzolo mi risulta impossibile non gemere mentre una fitta si dilunga nel mio basso ventre.
La sua lunga tortura continua non appena le sue dita si muovono svelte verso i miei slip e iniziano a giocare con il bordo della stoffa in attesa del mio permesso.
"Fidati di me."
"Mi fido di te."
Ci guardiamo per un momento e mentre le sue labbra si legano alle mie, un suo dito entra in me facendomi sussultare leggermente per la sorpresa. Per alcuni istanti il dito fa alcuni movimenti concentrici sempre più lesti che mi fanno gemere continuatamente sulla sua spalla.
Nel momento in cui sto per arrivare al culmine lo vedo staccarsi da me e spogliarsi eccetto i boxer.
Appena vedo quel bellissimo addome ricoperto di muscoli, istintivamente mi metto a cavalcioni su di lui e bacio ogni lembo della sua pelle disponibile su quegli addominali scolpiti.     
Questa volta tocca a lui  gemere e sospirare ogni tanto, ma in particolare quando gli sfioro il collo con naso ed inizio a lasciare dei piccoli baci umidi sul quell'anfratto di pelle, percepisco subito il rigofiamento premere sulla mia coscia.
Con un colpo di reni Stefano ribalta nuovamente le posizioni sfilandosi velocemente i boxer e accomodandosi sopra di me senza pesarmi mi guarda intensamente facendomi accellerare il battito cardiaco.
"Non voglio costringerti a fare nulla, lo sai questo?"
Mi chiede accarezzandomi lentamente il viso.
"Tengo troppo a te e non vorrei mai farti fare una cosa per cui potresti pentirti in  futuro quindi se tu vuoi che io mi fermi in questo esatto istante io..."
"Mi fido di te." Lo interrompo allacciando le braccia al suo collo. 
"Greta, io ho più paura di te. E' la prima volta che faccio l'amore con una ragazza."
Amore. Già, amore e non sesso! Per me questo vale tantissimo dal momento che questo significa che non mi considera più un passatempo.
Dopo poco lo sento entrare in me provocandomi un dolore lancinante che mi costringe a boccheggiare ed a muovere freneticamente le braccia, ma quando Stefano da una spinta secca non riesco più a trattenere un urlo che però viene subito soffocato da un paio di labbra che prontamente si uniscono alle mie tranquillizzandomi un pochino.
Pian piano i movimenti da lenti e cadenzati diventano sempre più veloci e il dolore iniziale scema via via che un piacere sconosciuto si impossessa del mio corpo.
Per avvertirlo meglio avvicino il mio bacino al suo e seguo i suoi movimenti facendo gemere entrambi dal piacere.
Dopo un tempo che vorrei fosse infinito entrambi raggiungiamo il culmine gemendo e annaspando freneticamente.
"Ti amo Greta."
"Potrei abituarmici a questa cosa del ti amo lo sai?"
Scherzo io mentre mi accoccolo al petto sudato del mio ... ragazzo?
"Le pivelline non scherzano col fuoco."
"Non chiamarmi così."
"Pivellina."
"Babbeo."
"Cretina."
"Coglione.
Detto questo mi volto dalla parte opposta voltandogli le spalle.
"Non te la sarai presa per così poco?"
"No." Gli rispondo freddamente guardando l'orologio che segna mezzanotte in punto.
"PAPA' !!!"
Grido saltando giù dal letto e correndo verso la cucina per recuperare il mio cellulare e comporre il numero di mio padre che fortunatamente risponde al terzo squillo.
"Greta sto partendo ora da casa e arrivero lì tra dieci minuti."
"Papà non venire! Cioè...
Stefano si è sentito male quindi l'ho dovuto portare a casa e non mi fido a lasciarlo qui da solo." Mento spudoratamente arrossendo.
"Quindi ora tu e Steano siete da soli in casa?"
"Si, ma... Valentina arriverà a momenti."
"Forse è meglio che venga a prenderti."
"Non ti proccupare tra poco arriverà Valentina e domani mattina tornerò a casa sana e salva."
Alla fine,anche se poco convinto, mio padre acconsente a lasciarmi dormire fuori casa con ovviamente mille raccomandazioni.
"Ma che bel culetto."
Quando abbasso lo sguardo mi accorgo di essere ancora nuda.
"Pervertito cosa guardi!"
Esclamo scandalizzata cercando invano di coprirmi i seni.
"Nulla che non abbia già visto."
Stefano si avvicina con passo felpato cingendomi la vita in una presa salda.
"Anche tu hai un bel culetto."
Affermo scherzosamente dando un'occhiata al suo fondo schiena privo di indumenti.
"Chi è la pervertita adesso?"
Entrambi scoppiamo a ridere e dopo poco sento la sua mano stringermi una natica.
"Ehi che fai?!"
"Beh non capita tutti i giorni che la mia ragazza giochi a fare la nudista in giro per casa mia."
"Sei un ..."
"Un ragazzo follemente innamorato che vorrebbe fare l'amore con la sua fidanzata in questo momento."
Lo guardo  felice per via della frase appena detta e gli salto in braccio stile koala fiondandomi sulla sua bocca peccaminosa che tutte le volte mi attrae come una calamita.
"Signorina Brontesi è pronta per il secondo round ?"
"Non vedo l'ora."
Insieme ci dirigiamo nella sua camera diventata ormai il teatro della nostra passione.

*****spazio autrice****

AHHHHH e finalmente dopo 24 capitoli queste due teste calde si sono decise a dichiararsi eh ?! :D
Hahaha la cosa che più mi piace è il fatto che Stefano ha dato una mano di botte a Luca finalmente.
E Greta si lascerà andare d'ora in poi ?
Ormai siamo agli sgoccioli e dal momento che ho finito la scuola ed i corsi di recupero avrò più tempo per aggiornare.
Ditemi cosa ne pensate <3
Baci Anna.

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Capitolo 26
*** Turbolenze ***


E' lecita un po' di felicità dopo averla agoniata per anni interi?
Mi volto verso la persona che dorme al mio fianco e osservo la piccola smorfia apparsa sul suo viso ancora addormentato, quei capelli biondo cenere che solo Dio sa quante volte ho tirato questa notte e le labbra carnose ormai arrossate per via di tutti i baci che ci siamo scambiati. Penso proprio che la felicità sia la cosa più bella che si possa avere dalla vita.
Muovo le dita verso di esse e le premo delicatamente per evitare di svegliarlo, ma...
"Ragazza mattiniera eh?"
Ritiro subito la mano avvampando e balbettando frasi sconnesse a tal punto da portare Stefano a tapparmi la bocca con un bacio dolce e più che casto.
"Buongiorno pivellina."
Mi sussurra attirandomi a se e depositandomi dei piccoli ed umidi baci sul collo che mi fanno fremere.
"Hai freddo?"
"Sei tu che mi fai questo effetto."
"Vorrei stare così per sempre Greta."
"Così come?"
"Qui con te e la certezza di poterti avere tutta per me per sempre."
Mentre pronuncia questa frase, vedo gli occhi del mio finalmente fidanzato farsi liquidi, segno che sta dicendo la verità.
"Sono qui e non vado da nessuna parte."
"Promettilo. Dimmi che sei disposta ad amarmi tanto quanto io amo te Greta. Non ti posso assicurare che sarà tutto rose e fiori tra noi, ma ti giuro che ce la metterò tutta per far funzionare le cose tra di noi."
Prendo le mani enormi di Stefano nelle mie e lo guardo intensamente negli occhi avorio.
"Te lo prometto."
Mi fiondo sulle sue labbra e continuo a baciarlo fino a quando stremata appoggio la mia testa al suo petto caldo ed accogliente.
 
 
Verso mezzogiorno ci alziamo dal letto per mangiare un boccone così, mentre Stefano è sotto la doccia, decido di mettermi ai fornelli canticchiando allegramente.
Ad un tratto una voce femminile mi distrae dai fornelli così volto la testa per scoprire chi sia.
"Tu che ci fai qui?"
"Ciao Valentina." Dico felice di vederla anche se non si può dire lo stesso di lei considerando la freddezza con cui mi risponde.
"Non mi hai risposto. Che cosa diamine ci fai in casa mia?"
"I-io ... ho dormito qui."
"Cosa significa questo?" Mi guarda sospettosa.
"Io e Stefano stiamo insieme." Avrei preferito dirglielo in un altro modo, ma non mi resta altra scelta.
"Ottimo."
Detto questo si volta e va verso la sua camera, ma la raggiungo trattenendola per un braccio.
"Dobbiamo parlare."
Scosta malamente il braccio e risponde.
"Noi non abbiamo proprio nulla da dirci."
"Io si invece ! Senti mi dispiace ok?! Ammetto di essermi comportata da immatura, ma in quel periodo ero confusa e mi sentivo sola."
"Potevi dirmelo e chiedere spiegazioni civilmente invece di azzannarmi ed accusarmi di qualcosa che non ho mai fatto."
"Lo so e ti chiedo scusa, ma ora mi manca qualcuno con cui sfogarmi quando ho bisogno, che mi presti il suo mascara quando lo finisco, qualcuno a cui passare i bigliettini durante l'ora di lezione, qualcuno con cui litigare anche quando non serve, ma soprattutto mi manca la mia migliore amica."
Alla fine di questo mio breve discorsetto vedo un sorrisino spuntare sulle labbra di Vale.
"Hai dimenticato che ti manca qualcuno da abbracciare."
Come un fulmine corro subito ad allacciare le braccia al suo collo e la stritolo in una morsa fortissima.
"Mi sei mancata !"
Le urlo mentre insieme oscilliamo come due emerite coglione.
"Potreste spiegarmi cosa state facendo?"
Uno Stefano gocciolante e coperto solo da un asciugamano stretto in vita fa capolino dalla porta guardandoci divertito.
"Ci stiamo abbracciando problemi?" Chiede Valentina.
"Abbastanza, si da il caso che ora Greta sia la MIA ragazza.."
Sogghignando mi avvicino al mio fidanzato e gli tiro dolcemente le guance come le nonne fanno ai propri nipotini.
"Che gelosone pulcioso!"
Dopo queste parole Stefano mi volta verso Valentina e abbracciandomi mi bacia dolcemente il collo.
"Ehi ragazzi vorrei informarvi della mia attuale presenza quindi niente cose scabrose di fronte a me please!"
"Non ti preoccupare sorellina ci abbiamo già pensato questa notte, non è vero Greta?"
Vale non si trattiene più dal ridere, Stefano anche mentre io mi limito a sbuffare come un toro infervorato.
"Soffocati!" Urlo al mio ragazzo prima di entrare in camera sua e iniziare a vestirmi imprecando. Vale sarà pur sempre la mia migliore amica, ma caspita per certe cose bisogna avere tatto diamine!
"Che fai?" Mi chiede Stefano ancora sorridente.
"Mi vesto e gradirei che tu uscissi dal momento che poi potresti sempre andare a spiattellare in giro la misura delle mie tette!" 
L'idiota fa un'espressione buffa sul viso, quasi a volersi trattenere dal ridere, ma dopo il mio sguardo omicida non si premette neppure di battere ciglio.
"Vuoi che ti chieda scusa?"
"Esatto." Lo guardo compiaciuta mentre attendo di sentire quella parolina magica.
"Ottimo non lo farò." Dire che ci sono rimasta male è un eufemismo!
"Cosa significa che non lo farai?! Hai gridato ai quattro venti che noi l'abbiamo fatto e quindi chi mi dice che non lo farai anche quando sarai con Lorenzo oppure con quei grandissimi coglioni dei tuoi amici? Dimmi se ti sembra il caso di ..."
Non faccio in tempo a finire la frase che la sua mano si posa sul mio fianco destro.
Guardo le sue iridi nocciola e dopo nemmeno mezzo secondo mi tuffo sule sue labbra lasciando libero accesso alla sua lingua. Lo attiro di più a me fino a che non ci scontriamo al muro e le mie mani vanno a posarsi su quei capelli così umidi e setosi al tempo stesso.
"E' più efficace chiedere scusa in questo modo non credi?" 
"Sei proprio un approfittatore." Sorrido e gli rubo dei piccoli baci a stampo.
Il resto della mattinata lo trascorriamo insieme a Vale che si unisce a pranzo con noi, ma che poi si deve subito congedare per andare a raggiungere Lorenzo, santo ragazzo.
 
Alle tre e mezza mi trovo sotto il portone di casa, ma a quanto pare non riesco a metterci piede cosiderando che Stefano a deciso di non mollarmi più.
"Piantala devo tornare a casa."
Gli dico scherzosamente mentre cerco di schivare tutti i baci che mi sta dando.
"Ancora due minuti." Sussurra lui mentre nasconde il capo nei miei capelli.
"Lo hai detto anche prima e fino a prova contraria sono passati già quindici minuti."
Lo informo quando finalmente riesco a mettere una distanza tra noi due.
"Vuoi già dartela a gambe?" Mi chide Stefano facendo il finto offeso.
"No tontolone, solo che mio padre inizierebbe a tartassarmi di domande se non mi vede rientrare."
"Dai stiamo ancora un po' insieme?"
Mi guarda supplichevole mentre mi prende la testa tra le mani.
"Facciamo che vieni da me e rimani  a cena così passiamo insieme il pomeriggio."
"Davvero?"
"Si, però voglio le coccole."
Mi solleva in aria e mi fa fare qualche giravolta mentre dei piccoli urletti mi fuori escono dalla bocca.
"Ci stanno guardando tutti dai!!"
In effetti una coppia di anziani ci stava fissando allibita mentre quello scemo del mio fidanzato mi palpava liberamente il culo!
"Non fare la melodrammatica! Su andiamo prima che ci diano per dispersi."
Lo trascino in casa e non appena mettiamo piede in cucina mi si presenta una scena piuttosto insolita: mio padre sta massaggiando la pancia piatta  di Rossella.
"Ben arrivati." Ci accoglie Rossella che come sempre è sorridente, ma mentre Stefano risponde io mi limito a studiare attentamente la mano di mio padre appoggiato sul ventre di Rossella.
"Greta che hai?" Mi sussurra Stefano all'orecchio, ma lo ignoro e mi rivolgo a mio padre.
"C'è qualcosa che dovete dirmi per caso?" 
Mio padre prende la mano alla donna che gli sta accanto e mi guarda con gli occhi lucidi.
"Io e Rossella aspettiamo un bambino e abbiamo deciso di sposarci tra due mesi e..."
Non lo lascio nemmeno finire di parlare che mi dirigo spedita verso la mia stanza sbattendo la porta.
"Greta non fare così!"
Mi grida mio papà tentando di farmi ragionare.
"Non hai il diritto di farmi questo ok? Quella donna la conosci appena e già vuoi mettere su famiglia?!"
"Io quella donna la amo va bene? So che è troppo presto, ma è successo !"
"Già hai ragione, è successo che ti sei portato a letto la prima che hai trovato vero papà?"
Cinque dita colpiscono la mia guancia che da bianca pallida si tinge di un rosso acceso. 
Il bruciore che sento non è nulla in confronto a quello che provo in questo momento.
"Non ti permetto di parlarmi così e se vuoi vivere in questa casa voglio che tu porti rispetto a me e a Rossella. Se proprio vuoi fare di testa tua puoi anche accomodarti fuori da quella porta è chiaro?!"
I suoi occhi chiari mi stanno trafiggendo, ma oltre alla rabbia noto che persiste anche una certa nota di dispiacere che mi lascia ancora più di stucco.
"Quindi preferisci lei al posto di tua figlia giusto?"
A questo punto lo sguardo di mio padre si addolcisce e cerca di avvicinare la mia mano al punto leso, ma lo sposto bruscamente.
"Greta non ho mai detto questo volevo solo farti capire che ..."
"Non me ne può fregare, ho già capito quello che vuoi dire e sinceramente per quanto mi riguarda posso anche andarmene seduta stante. Voi andate avanti a giocare a fare la bella famigliola felice, io me ne posso anche andare."
Detto questo mi alzo velocemente dal mio letto e sotto lo sguardo preoccupato di Stefano e Rossella esco da casa mia, anche se purtroppo non posso più chiamarla tale.
Cammino fino al parco dietro casa mia, ma due braccia forti mi fermano.
"Lasciami!" Grido e allo stesso tempo mi dimeno sferrando calci e pugni a destra e a manca invano. Ad un tratto le labbra di Stefano si posano sul mio orecchio sussurrandomi:
"Calmati ora. Ci sono io qui con te va bene?"
Quando sento la sua voce riesco a calmarmi un pochino e ansante appoggio la testa al suo petto coperto dalla giacca.
"Andiamo a casa."
"Io non ho più una casa !"Lo guardo con gli occhi pieni di lacrime.
"Allora verrai da me."
Mi volto verso di lui e gli allaccio le braccia al collo in una stretta fortissima che dopo poco viene ricambiata.
Dopo essere giunti a casa di Stefano, ci buttiamo entrambi nel suo letto abbracciati.
"Mi spieghi perchè hai reagito in quel modo?" Mi chiede dolcemente il mio ragazzo mentre muove lentamente la mano sulla mia pancia.
"E' complicato."
"Ti ascolto."
Prendo il respiro e mi volto verso di lui che mi guarda attentamente.
"Tu sai che mia mamma è deceduta da anni ormai, ma io ero sicura che mio padre la amasse ancora e che non l'avrebbe mai rimpiazzata con una donna che conosce appena da mesi. Non ho nella contro Rossella perchè è una donna straordinaria e non penso che voglia far soffrire mio padre, ma non sono ancora pronta per farle prendere il posto di mia madre." 
"Ma nessuno ha mai detto che Rossella avrebbe preso il posto di tua madre e mai lo prenderà. Tuo padre ha diritto alla sua felicità e dopo anni passati a prendersi cura di te io penso che sia giusto che anche lui possa essere in pace con se stesso."
"Stefano, ma lui e Rossella avranno un bambino tra poco! Come lo giustifichi questo? Insomma se questo bambino dovesse essere più importante della famiglia ?"
Abbasso gli occhi lucidi sulla sua spalla. Il solo pensiero mi fa stare male.
"Quindi tu hai paura che ti trascurino e che ti taglino fuori dalla loro vita?"
Stringo forte il suo braccio e annuisco debolmente, ma le sue mani mi costringono ad alzare il viso verso il suo.
"Non devi preoccuparti di questo perchè non accadrà mai."
"Come puoi dirlo con così tanta certezza."
"Ho visto come tuo papà ti guardava e sono sicurissimo ci sia rimasto male per ciò che è successo, per cui non agitarti e fai calmare un po' le acque prima di chiarire. Con la rabbia non vai da nessuna parte."
Sentendo quelle parole rincuoranti sorrido tra le lacrime.
"Perchè ridi pivellina?" Mi chiede Stefano divertito.
"Beh signor Pagliari lei mi ha proprio stupito con le sue perle di saggezza."
"Modestamente sono il migliore in questo campo e non posso di certo essere comparato ad una pivellina come lei."
Detto questo mi butta sotto il suo corpo e prende a baciarmi freneticamente la bocca succhiandomi il labbro inferiore e facendomi sospirare sulle sue labbra.
Faccio scorrere le mani sul suo petto e percorro un sentiero immaginario con la punta delle dita mentre sento la sua pelle fremere al mio tocco.
"Se no-non la s-smettiamo subito non s-saprò come fermarmi."
"Allora non farlo." Lo guardo maliziosa e faccio scontrare la mia intimità contro la sua erezione già evidente.
Come un forsennato mi sfila la maglietta e si avventa sui miei seni che sono ancora fasciati da quello stupido pezzo di stoffa futile. 
Comincia a darmi dei piccoli bacini sul petto e alza il reggiseno ottenendo così una visuale completa e avendo la possibilità di stuzzicare e succhiare avidamente i miei capezzoli turgidi.
Inarco la schiena non appena la sua lingua lambisce la mia pelle e muovo timidamente la mano verso la sua erezione pulsante, ma lo vedo irrigidirsi.
"Ho fatto qualcosa che non va?"Gli chiedo speranzosa.
"No, solo che non voglio tu ti senta costretta a farlo."
Lo sguardo che mi riserva è pieno di amore e dolcezza che mi portano a baciarlo con foga e ardore, segno quindi di una risposta positiva.
Mi faccio coraggio e poso nuovamente la mia mano sulla patta dei pantaloni abbassandoli con non poca fatica, ma fortunatamente Stefano mi aiuta a liberarsi dei jeans e l'intimo.
"Ora devi andare su e giù, poi piano piano aumenta la velocità."
Prendo il suo membro nella meno destra e faccio proprio come ha detto lui anche se sono imbarazzatissima e le mie guance stanno andando a fuoco.
Progressivamente i suoi sospiri si trasformano in gemiti e quando sente di star per venire toglie sposta la sua mano e si avvicina a baciarmi lussuriosamente mentre sfrega il membro contro le mie cosce.
"Non ce la faccio più Greta, ti voglio."
Gli dono un bacio a fior di labbra in segno di assenso e poi lo vedo allontanarsi per prendere una bustina argentata e posizionarsi su di me.
"Dimmi quando vuoi fermarti."
Con un colpo di reni entra in me e anche se dapprima un lieve bruciore si fa sentire dopo baci ardenti, gemiti e nomi urlati Stefano riesce a farmi toccare il cielo con un dito.
"Ti amo Stefano."
Sussurro esausta mentre appoggio la testa al suo petto sudato e ansante.
"Anche io amore mio, ma ora dormi un po'."
Detto ciò ci infiliamo nelle coperte con le gambe intrecciate nudi e felici.
 
 
"Signorina Brontesi?"
"Si sono io." Gracchio ancora assonnata.
"Chiamo dall'ospedale per conto della signorina Martina Bianchi che ha espresso la sua presenza qui."
La mia sonnolenza svanisce completamente lasciando spazio alla preoccupazione.
"Cosa è successo sta bene?"Dal tono che ho usato persino Stefano si alza di scatto dal letto.
"Signorina non mi sembra il caso di dire queste cose per telef..."
"Mi dica solo se sta bene!" Sento che la donna dall'altra parte del telefono sospira e riprende a parlare.
"E' in fin di vita."
Lascio che il mio cellulare cada per terra e fisso inerme il muro davanti a me.
Martina.
 
 
 
 
 
*** SPAZIO AUTRICE****
Scuse, scuse, scuse, taaante scuse!!!
Ovviamente mi scuso con le mie lettrici per l'attesa, ma non avevo l'ispirazione giusta e quindi piuttosto di scrivere qualcosa che magari non avrebbe avuto senso ho preferito aspettare un po' per vedere se mi veniva qualcosa in mente.
Tornando alla storia... Mmm Stefano e Greta si amano e ormai non ci sono più ostacoli tra di loro, ma ora subentrano problemi con il papà di Greta e con Martina. Povera ragazza ricordavate che aveva contratto la malattia venerea no?
In ogni caso si vedrà. ù.ù
Lasciate qualche commento please :)
Baci, Anna

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Capitolo 27
*** Chances ***






Avete presente quando correte a tutta velocità perchè state perdendo l'autobus, la metropolitana o un appuntamento importante e fareste di tutto pur di arrivare in tempo?
Beh io in questo momento, oltre ai sensi di colpa, provo una sensazione di ansia mischiata a presentimenti negativi che influiscono sulla mia psiche e che mi inducono a correre il più forte possibile verso una persona che in poco tempo è riuscita ad appoggiarmi e a diventare persino importante per me.
Gli occhi iniziano a lacrimarmi violentemente mentre spasmi e singhiozzi fanno sussultare ritmicamente il mio torace.
Fortunatamente la mano di Stefano è stretta saldamente alla mia e oltre che da supporto fisico mi fa anche da supporto morale, mentre mi guida verso la stanza della mia amica indicataci dall'infermiera.
Non appena giungiamo davanti alla porta Stefano mi prende per le spalle e mi scruta attentamente come per accertarsi che io stia ancora bene nonstante lo shock.
"Non so chi sia questa Martina, ma visto il modo in cui hai reagito deduco che sia stata molto importante per te quindi ora io rimarrò qui fuori ad aspettarti e quando senti di non farcela chiamami subito va bene?"
Non ho nemmeno la forza di parlare, quindi annuisco semplicemente.
"Ce la puoi fare amore mio, lo so."
Mi sussurra Stefano infondendomi un minimo di coraggio.
Annuisco per la seconda volta come un automa e dopo un generoso respiro mi decido ad aprire la porta che mi separa dalla mia cara amica.
La stanza è semi buia anche se dei piccoli sprazzi di luce che escono dalle tapparelle si posano leggermente sul letto bianco asettico su cui si trova Martina.
La sua figura è smagrita e più mi avvicino, più scopro che la sua faccia è sempre più smunta e pallida, oserei definirla quasi irriconoscibile.
E dire che ci siamo viste pochissimo tempo fa, come diamine ho fatto a non accorgermi delle sue condizioni fisiche? Ma certo io ero troppo impegnata con i miei stupidi problemi di cuore!
Stringo i pugni fino a far sbiancare le nocche e sempre con le lacrime agli occhi mi dirigo verso il giaciglio.
Noto subito che Martina apre gli occhi ancora vispi, ma contorniati da occhiaie ben marcate e di un colore abbastanza scuro. Il viso è rugoso anch'esso pallido, per non parlare poi del fisico ossuto che sembra quasi mimetizzarsi con il materasso del letto da quanto è sottile, ma che nonostante tutto è collegato a vari fili che si collegano a marchingegni e flebo.
"Ehi alla fine sei venuta." Mi chiede flebile Martina, mentre il suo respiro è sempre più lento.
"Non dormi? Magari ti posso abbassare la tapparella così ti addormenti meglio e..."
"Non voglio dormire perchè tra poco ne avrò molto di tempo per riposare."
A questa frase sento la rabbia montarmi in corpo.
"Perchè dici così? Tu devi vivere perchè sei troppo bella, intelligente e importante per morire a questa età hai capito? Non permetterti di arrenderti perchè giuro che mi incazzo! Tu non puoi e non devi morire adesso !"
Mentre dico queste parole mi accascio lentamente sulla sua pancia scarna sentendo le sue mani che mi accarezzano dolcemente la cute.
"Io sono stata abbandonata dai miei genitori, sfruttata da Daniele e ho fatto delle cazzate solo per il semplice fatto che mi sentivo sola capisci ? Ho sempre dovuto dimostrare e talvolta anche sbagliare pur di ottenere un minimo di attenzione da parte delle persone che avevo intorno eppure solo ora su questo letto in condizioni pessime, mi rendo conto che a nulla è servito perchè nessuna delle persone per cui ho rischiato è qui in questo momento se non tu. Già chi l'avrebbe mai detto che una piccolo ragazzina ingenua incontrata per caso in un bagno di una lercia discoteca mi avrebbe sostenuta in punto di morte?"
Ora anche lei piange nonostante stia sorridendo debolmente.
"N-non dire così tu devi..."
"Vivere ? Non ne ho più la forza Greta, non ce la faccio più, ma posso dirti che sono stata una ragazza molto fortunata a incontrati perchè sei stata l'unica a farmi sentire veramente una ragazza comune che non deve fare nulla per comprarsi l'affetto di un'amica."
A questo punto del discorso noto che il suo respiro si fa sempre più affannoso e la sua mano smette di fare movimenti concentici sulla mia testa.
"Confido in te Greta e so che anche se a volte ti perdi tra i meandri delle tue debolezze sono certa che tu sia una ragazza forte e matura da poter continuare a vivere. Sbaglia più che puoi e soprattutto non temere di amare, perchè chi teme l'amore teme anche la vita e se hai paura di essa sei già morta per i tre quarti. Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere quindi non abbatterti perchè la vita è una sola e l'unico errore che non devi fare è quello di abbandonare te stessa. Promettimi che nonstante tutto tu lotterai sempre e comunque."
"S-si, i-io te l-lo prometto M-martina."
Scoppio in un pianto che non mi appartiene e penso solo che farò di tutto per mantenere la promessa appena fatta.
"TE LO PROMETTO !" Grido infine con un sorriso amaro e determinato insieme.
"Mi mancherai tanto Greta, ma voglio dirti solo arrivederci sperando che almeno lassù mi attenda qualcosa di migliore."
Ad un tratto il macchinario accanto al letto inizia a squillare furiosamente e le linee che in teoria dovrebbero formare delle montagnette continue si appiattiscono sempre di più fino a formare una linea retta infinita.
Grido allibita e chiamo subito aiuto mentre scuoto possentemente la mia amica, ma il suo corpo inerme non risponde a nessuno dei miei urti, ma rimane impassibile tra le mie braccia.
Poi tutto passa velocemente davanti ai miei occhi : Stefano che mi abbraccia, i medici che accorrono futilmente, Rossella e mio padre che mi vengono incontro e poi l'ora del decesso.

Martina ora non c'è più, ma spero che la sua anima ora possa riposare in pace in un mondo meno crudele e più onesto con lei.

MESI DOPO


" Tu sei completamente pazzo!"
"Probabile, ma questa città mi ha stufato quindi dal momento che siamo in pieno Agosto, fa un caldo da morire e io ho una casa al mare di cui potremmo tranquillamente usufruire senza alcun problema, non vedo il perchè non dovremmo farci una bella vacanzina io e te da soli." 
Le braccia di Stefano mi avvolgono la vita e piano piano il suo mento si sfrega contro la stoffa della mia canottiera.
"E' inutile che fai le fusa solo per ottenere qualcosa da me !" Lo rimprovero bonariamente mentre con le mani gli prendo il viso per farlo avvicinare al mio e legare le nostre labbra per dei minuti interi.
"Non mi hai ancora risposto sai? "
Allaccio le braccia al suo collo e lo guardo sorridendo.
"Accetto, ma solo ad una condizione."
"Che sarebbe?"
"Voglio che anche Valentina e Lorenzo vengano con noi."
Entrambi ci guardiamo consapevoli del fatto che in questo ultimo periodo non sono stata propriamente di buona compagnia, anzi dopo il funerale di Martina continuavo a litigare con chiunque si avvicinasse a me e cercasse di consolarmi dimenticandomi della promessa fatta alla mia amica. Lotterò per sempre.
Dopo mille discussioni, pianti e crolli frequenti sono riuscita a rialzarmi anche se certe volte ripensando a ciò che è accaduto la ferita mi brucia ancora. In questi casi però ho imparato a parlarne con le persone giuste e ad appoggiarmi al mio fidanzato meraviglioso, ma al contempo idiota patentato, a quella scema di sua sorella, nonchè la mia migliore amica e perchè no a volte anche con Lorenzo che si è dimostrato sempre disponibile e attento ad ogni parola che pronunciassi.
Sono grata a tutte queste persone e non smetterò mai di farlo, ma la mia vera salvatrice è solo colei che ora non c'è più, ma che come minimo ora starà facendo una tinta rosa shocking al diavolo o ne starà escogitando una delle sue pur di fare un po' di casino. 
Già, Martina mi ha proprio cambiato la vita.
" Li chiamo subito e chiedo se vogliono venire pure loro."
Do una pacca sul sedere sodo del mio fidanzato e mi vado a sedere sul mio fidatissimo divano assieme al cucciolo che Stefano mi ha regalato.
Già perchè da un paio di mesi io ci dedichiamo al volontariato al canile in cui Stefano mi aveva portata ancora mesi addietro e alla fine il mio cognolino preferito un giorno è tornato a casa con me contento e scondinzolante.
" CUCCIOLOOOO!" Lo poso sulle mie gambe e inizio ad accarezzarlo come una bambina mentre lui prende a mordermi giocosamente il pollice sotto lo sguardo allibito di Stefano.
"Certe volte penso che tu voglia più bene al cane che a me." 
"Non sarai geloso di Neve spero." 
"Io di un cane ? Non credo proprio."
"Allora non ti dispiacerà se vado nella mia stanza a giocare un po' con lui?" Gli chiedo mettendolo alla prova. Dio solo sa quanto mi diverto.
"Tu non vai da nessuna parte."
E detto questo posa accuratamente il mio cane sul tappeto e inizia a baciarmi freneticamente mentre insinua la sua mano sotto la mia canottiera.
"Gelosone."
"Di te sempre." 
Mi sussurra tra un bacio e l'altro.
"Ragazzi! Tempo di andare a fare la spesa e vi ritrovo accollati come delle piovre !"
Insieme sussultiamo all'udire della voce di mio padre e dalla risatina di Rossella che abbastanza affaticata si appoggia allo stipite della porta.
Oh dimenticavo! Tra poco avrò un fratellino che si chiamerà Matteo. 
Ricordate che Rossella era incinta e che all'inizio non l'avevo presa molto bene? Beh dopo alcuni chiarimenti sono giunta alla conclusione che non tutti i cambiamenti vengono per nuocere, ma bensì possono diventare qualcosa di inaspettato, ma gioioso per tante persone e la sottoscritta inclusa.
"Rossella, Papà, ma che ci fate qui?" Dico metre scanso velocemente Stefano che come un sacco di patate cade a terra facendo spaventare Neve.
"Si da il caso che questa sia ancora casa nostra o sbaglio ?" Chiede mio padre ad una Rossella che rotea gli occhi.
"Riccardo io ti amo, ma quando ti ci metti sei proprio uno scassa glorie ."
Tutti scoppiamo a ridere e come ogni venerdì sera che si rispetti, Stefano si ferma da noi per cena con tanto di rimproveri da parte di quel bisbetico di mio padre che nonostante tutto stravede per il mio fidanzato.

PARTENZA.

"Ed eccoci qua ragazzi. Le regole sono semplici, ma ferree. Non rompete nulla, non occupate troppo il bagno e soprattutto non distrubate. Per il resto godetevi la vacanza."
Mentre Stefano ci fa fare un giro turistico della casa col suo tono da finto padrone, mi guardo attorno e sorrido al solo pensiero di poter trascorrere qualche settimana con il mio fidanzato e i miei due migliori amici.
"Stefano bastaaa! Me lo hai già ripetuto centinaia di volte quindi smettila."
Grida esasperata Valentina mentre Lorenzo sghignazza sotto gli sguardi omicidi della sua fidanzata. Bisogna intervenire.
"Amore cosa dici di andare a fare il bagno ? Ho caldo."
"Greta devo ancora spiegare come accendere il condizionatore, collegare i vari elettrodomestici e fare la spesa quindi non..."
"Vedrai che Lorenzo e Valentina saranno felicissimi di farlo al posto tuo quindi ora andiamo."
Lo trascino letteralmente fuori di casa dove mi si presenta subito un tappeto di sabbia dorata seguito da un mare limpido e abbastanza mosso.
Dopo poco non sento più i piedi toccar terra e mi ritrovo magicamente tra le braccia di quello spericolato del mio fidanzato che corre come un malato di mente verso il mare nonostante i miei gridolini misti a risate sguaiate quando la mia pelle tocca l'acqua abbastanza freddina considerando che sono solo le dieci di mattina.
"Potevi almeno spogliarmi sai?"
"Così è più divertente pivellina."
Passiamo la mattinata a baciarci avidamente e a coccolarci sulla sabbia e penso a quanto la vita sia bella.
"Ragazzi venite a pranzo!" Ci avverte Valentina mentre io e Stefano finiamo di asciugarci per non sporcare la casa di sabbia e acqua.
"Ho cucinato personalmente quindi esigo che mangiate tutto."
"Sempre se non ci avveleni prima." Se ne esce Lorenzo facendo ridere anche quel coglioncello di Stefano.
"Potrei mandarti in bianco per delle settimane intere se non la pianti Lorenzo!" Ribatte la mia amica offesa mentre ci serve le sue lasagne un po' cadenti e non uniformi, ma dal profumo ottimo.
"Sorellina mi hai proprio sorpreso! Sono veramente buone. "
Si congratula Stefano dando un buffetto a Valentina che soddisfatta decide di auto proclamarsi cuoca  ufficiale della nostra vacanza.
Dopo una lunga chiaccherata e il brindisi ci mettiamo a pulire ogni minima traccia di sporco o residui del nostro pranzo su esplicita richiesta di Stefano che ovviamente fa fare il lavoro sporco a noi mentre lui è chissà dove.
"Ora basta! Quello ci fa sgobbare mentre ovviamente lui può permettersi di oziare quanto vuole, ma ora gliene canto quattro a quello scansa fatiche." Sbotta ad un certo punto una Valentina più che irritata dirigendosi verso la porta finestra che da sul balcone.

"Sai Lore che se vogliamo evitare inutili spargimenti di sangue io consiglierei di andare a controllare."
Detto questo raggiungiamo i fratelli Pagliari, sullo spazioso balcone con tanto di vista che da sul mare, e noto subito che entrambi parlano fitto tra loro.
"E quando vorresti dirglielo scusami?" 
"Non lo so Vale, ma il prima possibile." 
Lo sguardo abbastanza allarmato di Stefano mi fa presumere il peggio e mi costringe ad uscire allo scoperto.
"Dimmelo subito allora."
"Greta cosa ...?"
"Dimmi cosa succede Stefano!"
Gli urlo avvicinandomi a lui sempre più.
"Devo partire e per sei mesi starò lontano da casa."




*************spazio autrice*****************
Ohilà bella gente !
Bene bene bene... cominciamo con le mie futili scuse da ritardataria cronica che come sempre vi posta i capitoli in ritardo, ma in questo periodo non sto molto bene, fisicamente parlando, anche se non è una giustificazione valida vi chiedo perdono in ogni caso.
Allora torniamo alla storia: 
La povera Martina se ne è andata e vi giuro che mi stavo quasi per mettere a piangere quando ho riletto la parte in cui lei moriva, ma si sa che la vita è im prevedibile. La cosa bella e significativa è che ha permesso a Greta di maturare, nonostante ci siano voluti mesi.
E il nostro Stefano? Che ha combinato ancora? E soprattutto la coppia Greta-Stefano riuscirà a sormontare anche questo ostacolo oppure si lasceranno?
Il prossimo capitolo sarà l'epilogo quindi questa storia è quasi giunta al termine.
Come sempre ringrazio tutte le persone che nonstante tutto mi sono sempre fedeli e continuano a recensire e seguire la mia storia. Grazie di cuore <3 
Ora scappo a fare i compiti perchè ho cazzeggiato tutta l'estate e ora mi ritrovo con mille cose da fare. 
Baci, Anna.





















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Capitolo 28
*** Il bambù che si piega è più forte della quercia che resiste ***


So che avevo detto che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo, ma se avessi unito questo capitolo all'epilogo sarebbe diventato troppo pesante quindi ho preferito spezzarlo. Buona lettura.


"E quando vorresti dirglielo scusami?" 
"Non lo so Vale, ma il prima possibile." 
Lo sguardo abbastanza allarmato di Stefano mi fa presumere il peggio e mi costringe ad uscire allo scoperto.
"Dimmelo subito allora."
"Greta cosa ...?"
"Dimmi cosa succede Stefano!"
Gli urlo avvicinandomi a lui sempre più.
"Devo partire e per sei mesi starò lontano da casa."
A primo impatto ci rimango di sasso, ma cerco di non mettermi a piangere come sono solita fare in queste situazioni.

"Perchè non me lo hai detto?" Gli rispondo pacata mantenendo gli occhi fissi su di lui.
"Volevo farlo Greta! Solo che non sapevo come farlo e ho preferito aspettare."
"Aspettare fino al giorno della partenza forse ?"
"No ! Greta io...'' Cerca di avvicinarsi a me, ma lo respingo facendo un passo indietro.
"Ho bisogno di tempo per pensare e ora sono troppo arrabbiata per poterti parlare."
Torno in camera mia sdraiandomi sul letto con mille pensieri per la testa.
La cosa positiva è che ora non piango più.

"Svegliati!"
La voce di Valentina tuona in tutta la stanza da letto che da buia diventa improvvisamente luminosa dal momento che quel genio della mia migliore amica ha appena tirato su tutte le tapparelle che io avevo prettamente abbassato per riuscire a dormire meglio.
"Mi stai accecando!" Mugulo con la voce ancora impastata dal sonno.
"SE NON ESCI DI QUI OLTRE CHE ACCECARTI TI PRENDO A CALCI NEL CULO!"
Mi scappa un sorrisino mentre cerco di sgattaiolare in un angolino più fresco del letto.
"Sto facendo appello a tutta la mia forza di volontà per evitare di non strangolarti Greta Brontesi quindi ascoltami bene. Mio fratello è un coglione e questo è risaputo, ma è anche colui che ti ha difeso da Luca, si è quasi azzuffato con il tuo dottore ed ha completamente smerdato quella pu... Elisa!"
Alzo di scatto la testa e la guardo allibita.
"E tu come fai a sapere tutte queste  cose? E poi cosa vuol dire che ha smerdato Elisa?"
"Beh diciamo che quando Stefano è infastidito è facile estorcergli informazioni e quando l'ho visto così nervoso gli ho chiesto il motivo. A quanto pare Elisa l'ha abbordato e lui l'ha respinta dandogli della... mmm ... donna dai facili costumi."
Insieme scoppiamo a ridere, ma dopo nemmeno cinque secondi Vale ritorna seria, come se avesse improvvisamente ricordato il motivo per il quale fosse venuta qui. 
"Non cambiamo discorso! Dicevo che mio fratello non è sempre stato un ragazzo modello, ma bisogna ammettere che quando avevi bisogno c'è stato ed ha persino messo da parte il suo orgoglio per dichiararsi. Se sei arrabbiata per il fatto che non ti ha detto della sua partenza ricordati che il motivo eri solo e semplicemente tu e nessun'altro!
Non voleva recarti altro dolore con questa sorpresa in parte spiacevole, anche perchè persino lui non ne era al corrente!"
"Vale, ma io non capisco più nulla! Non so dove andrà e perchè se ne va, non so più nulla."
"Se solo lo avessi lasciato parlare avresti capito, ma come sempre sei sempre troppo prevenuta e non gli hai lasciato l'opportunità di spiegarti."
"E immagino che tu non mi voglia dare le informazioni che mi servono vero?"
Vale mi fa segno di no con la testa e sorride soddisfatta mentre si butta a peso morto su di me schiacciandomi col suo peso.
"Ah Greta! Ricordi quando io sbavavo dietro a Lorenzo e tu a Stefano, ma nessuno dei due ci filava? Beh il destino è stato molto clemente con noi e ci ha dato la possibilità di poter vivere dei momenti indimenticabili con loro due. Quindi perchè fare tanto le difficili e le preziose quando possiamo essere felici nel nostro piccolo? 
Pensaci bene Greta e ricorda che ti basta poco per essere in pace con te stessa e gli altri."
La abbraccio d'istinto e la stritolo con tutta la forza che ho in corpo per ringraziarla.
Dopo tutto ha ragione! Che senso ha stare male per qualcosa che non è stato spiegato e delineato nei suoi dettagli? Insomma tutta questa mia incazzatura è soltanto una crociata contro il vento anche perchè se è come ha detto Vale, allora basterà disciterne civilmente.
" Vorrei parlargli." Decreto infine.
"Non posso credere alle mie orecchie! Insomma solitamente eri tu la parte razionale del nostro duo e ora mi ritrovo a fare la psicologa di turno."
"Dio quanto sei scema!"
"Dio quanto sei brutta in questo stato! Hai delle occhiaie che a momenti ti arrivano sotto al mento e i tuoi capelli sembrano della lana disfatta quindi prima di andare da Stefano ti darò una bella ripulita."
"Grazie di tutto."

Dopo una ''ripulita'' di ben quaranta minuti contati, sono finalmente presentabile e pronta per andare in spiaggia da Lorenzo e Stefano.
Quando li raggiungiamo, i due sono intenti a giocare a palla, ma solo Lore mi nota perchè Ste è girato di spalle.
Lascio il mio pareo vicino all'ombrellone e corro in direzione del mio fidanzato saltandogli in groppa da dietro.
"Sorpresa!"
"Greta non ti aspettavo qui."
Scendo dalla sua schiena e mi posiziono davanti a lui allcciandogli le mani al collo, mentre lui sgrana sempre di più gli occhi.
"Mi sono perso qualcosa?"
Lo bacio appassionatamente immergendo le mani nei suoi capelli ancora più biondi a causa del sole.
" Ti amo anche se mi hai fatto incazzare."
Non gli lascio il tempo di rispondere perchè mi fiondo nuovamente sulla sua bocca ancorando le gambe alla sua vita e accarezzandogli il petto scolpito.
Prendo il suo viso a coppa e lo bacio impetuosamente approfondendo sempre il più il contatto. Lui d'altronde, rimane stupito e non risponde per i primi secondi, ma poi posa le sue mani possenti sul mio sedere per sostenermi e risponde al mio bacio sorridendomi.
Sentiamo degli applausi così ci stacchiamo a malincuore per voltarci verso Vale e Lorenzo che battono le mani come due completi imbecilli.
"Scena da film porno complimenti!"
Arrossisco fino alla punta dei capelli e cerco di nascondere la testa nell'incavo del collo del mio fidanzato che prontamente se la ride con quegli altri due idioti.
"Noi andiamo a fare il bagno." Esordisce Lorenzo trascinandosi dietro quell'uragano della sua fidanzata.
Nel frattempo Stefano si siede posizionandomi in mezzo alle sue gambe abbracciandomi da dietro.
"Ora che siamo soli vorrei parlarti seriamente."
"Ti ascolto e questa volta seriamente." Affermo mentre giocherello con la sabbia.
"Ogni anno il nostro liceo mette in palio delle borse di studio conseguibili all'estero, ma ovviamente per mancanza di fondi queste ultime sono limitate e vanno solo agli studenti più meritevoli. La mia media non è altissima, ma a quanto pare quanto basta per aver superato la selezione. All'inizio dell'anno ho compilato tutti i documenti di adesione anche perchè non avevo nulla da perdere e ormai ti vedevo già lontana  nonostante tu fossi sempre nei miei pensieri. L'ho fatto quasi per ripicca nei tuoi confronti anche se tu non mi guardavi nemmeno e mi hai snobbato davanti a tutta la scuola.
Poi sono successe troppe cose e questo viaggio è passato in secondo piano fino quando un mese fa ho ricevuto una chiamata dal presidente dell'associazione che ha organizzato questo stage all'estero per la conferma. Non te ne ho parlato perchè stavi passando un bruttissimo periodo e avevi bisogno di persone che ti stessero acccanto e non che se ne andassero."
"Capisco la tua preoccupazione e non ti mento sul fatto che avrei reagito malissimo infatti ti chiedo scusa per averti aggredito. Però voglio sapere se saresti mai disposto a rinunciare al tuo viaggio per me." Mi volto e lo guardo intensamente.
"Greta io ti amo e non smetterò mai di ripetertelo e per questo sono disposto a tutto per te quindi la mia risposta è che sono pronto a lasciar perdere questa borsa di studio per te."
Sorrido allegramente e lo bacio nuovamente.
"Ma quanto ti amo? Tanto e sempre di più amore mio!"
Gli sorrido e lo riempio di bacini il collo stringendolo sempre più a me per poi riprendere :"
 Tu non rinuncerai mai a questo viaggio per il semplice fatto che se non ci vai ti ci mando io a calci in culo! E' un'opportunità da prendere al volo e non permetteremo che tu la perda vero?"
Strofina il naso con il mio e annuisce lievemente.
"Andrò a Chicago e frequenterò i corsi per un mese, ma tornerò in tempo per la maturità e per te amore mio."
"Ma come siamo teneri oggi."
"Non ti ci abituare pivellina."
"Mi mancava questo soprannome sai ?"
E fu così che dopo carezze e baci infiniti ci decidiamo a raggiungere Valentina e Lorenzo che ovviamente non avevano perso tempo e si erano dati da fare come fa ogni coppia che si rispetti dandoci dentro con le effusioni.
Per ora penso solo a divertirmi e a godermi queste ultime settimane con Stefano.


"Che ne dici di farci un giro in centro?"
Mi propone Stefano mentre mi accarezza il ventre.
"Ottima idea. Magari facciamo anche qualche acquisto per il viaggio."
"Ma non ne ho assolutamente voglia!"
Ormai sono irremovibile così indosso il mio pareo e metto la mia canottiera; ovviamente tutto questo sotto lo sguardo allibito di Stefano che non si vuole alzare.
"Se non ci sbrighiamo qui facciamo notte quindi muoviti!"
Sbuffando come un bambino di sei anni si infila le infradito, ma prima di incamminarci unisce le nostre labbra dandomi una pacca sul sedere. 
"Sei un pervertito!"
Mi fa l'occhiolino e mi prende la mano per poi fare un cenno a Lore e Vale che sono ancora in mare.
Passeggiamo per le vie del centro storico e ogni tanto il mio fidanzato si ferma per riempirmi di baci o per abbracciarmi anche per dei minuti interi. 
A me non dispiace, ma sembra che ogni suo gesto mi voglia dire addio, anche perchè nei suoi occhi noto quasi sempre un sottile velo di tristezza che puntualmente mi fa pensare alla sua imminente partenza.
Mentre sono immersa nei miei pensieri noto che Stefano si è appena addentrato in un ristorante e sta parlando con l'uomo che presumo sia il proprietario, ma non appena mi vede scambia le ultime parole con il suo interlocutore e mi raggiunge sorridendomi.
"Con chi parlavi?"
"Con il direttore, avevo bisogno di alcune informazioni per questa sera."
"Perchè? Cosa succede questa sera?"
"Beh ti invito a cena mi sembra ovvio."
Mi prende per i fianchi e mi sposta una ciocca dietro all'orecchio.
"E me lo dici ora? Come faccio a preparami in così poco tempo?"
"Ho appena chiamato la mia amatissima sorellina e tra poco verrà a prenderti per aiutarti a prepararti per stasera. Nel frattempo io passerò un po' di tempo con Lore."
"Hai calcolato tutto per sabotare la nostra passeggiata in centro vero?"
"Mmm, può darsi." 
"Sei uno ..."
Non faccio in tempo a finire la frase che Vale, sbucata da chissà dove, mi prende per mano e mi trascina fino a casa blaterando sul trucco e l'abito da indossare.

Alle otto in punto sono pronta e come sempre Vale ha saputo fare del suo meglio.
Ho un abito blu notte molto semplice senza spalline ed una fascia nera sotto al seno, inoltre le scarpe col tacco e la pochette del medesimo colore sono la ciliegina sulla torta.
"Grazie mille di tutto !" Dico alla mia migliore amica.
"Prego, ma ora è giunto il momento di darti questa."
Così dicendo mi pone un biglietto scritto con una calligrafia abbastanza elegante.

SE VUOI CENARE CON ME 
SEGUI I PETALI DI ROSA E NON FARMI ASPETTARE TROPPO!


Guardo Valentina, la quale mi spinge frettolosamente verso l'inizio del sentiero formato da candele e petali rosa e bianchi.
Eccitata, ma anche ansiosa percorro tutto quel percorso che sembra quasi magico considerando il crepuscolo e il profumino che emanano le candele.
Dopo pochi minuti arrivo ad una parte della spiaggia ragggiungibile dal retro della casa, di cui non avevo mai fatto caso.
La scena che mi si presenta mi fa appannare gli occhi dal'emozione. 
Un tavolo preparato per due si trova accanto ad un mucchio di petali che compongono la scritta :

DOVUNQUE SAREMO TI AMERO' PER SEMPRE.

Due braccia mi avvolgono la vita e la testa di Stefano si appoggia sulla mia spalla sussurrandomi.
" Ti è piaciuto?"
"N-no guarda. F-fa davvero s-schifo!" Gli rispondo sorridendo e piangendo contemporaneamente.
"Dimmelo mentre mi guardi negli occhi." 
Mi fa voltare verso di lui e mi guarda intensamente.
"E' la sorpresa più bella che mi potessi fare."
Lo vedo sospirare e toccarsi i capelli ansiosamente.
"Ascoltami bene Greta perchè non credo di riuscire a fare un discorso così sensato in futuro."
Il suo sguardo si fa molto serio tant'è che mi preoccupa un po', ma lui mi prende le mani ed inzia a parlare.
"Inutile dire che mi sono comportato da vero coglione e che molto probabilmente tu meriteresti di più di uno stronzissimo, burbero, cinico, orgoglioso, spaccone ed esibizionista come me, ma se solo ci dovesse essere qualcuno che vorrebbe portarti via da me non esiterei a spezzargli le gambe perchè nonostante i miei difetti su una cosa sono sicurissimo Greta Brontesi : io ti amo, e non solo ora; ti ho amato quando mi hai fatto fare una brutta figura davanti a tutta la scuola perchè mi hai dimostrato di avere un carattere, ti ho amato quando ho visto quanto quel dottorino da quattro soldi ti ronzava intorno, ti ho amato quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta, ti ho amato quando ho aperto la lettera in cui mi informavano di aver vinto quella borsa di studio perchè non volevo lasciarti, probabilmente ti amerò per sempre, ma la cosa certa è che in questo momento ti amo con tutto me stesso.''
Fa una pausa pr poi riprendere.
" L'amore è il motivo per cui i miracoli non muoiono mai e quello come il nostro marcherà per sempre la nostra vita perchè anche se è nato tra i banchi di scuola e potrebbe essere considerato un non nulla in confronto ad altri, io so per certo che è e sarà più forte perchè il bambù che si piega è più forte della quercia che resiste.
Ti amo e non smetterò mai di ripetertelo."
Dopo questa dichiarazione le mie labbra si muovono da sole e vanno a baciare quel ragazzo che mi ha fatta piangere sia dal dolore che dall'emozione.
"Anche io amore mio. Ti aspetterò e ti amerò lo giuro.''

Una settimana dopo...

E' passata una una settimana dalla cena sulla spiaggia e nel frattempo la mia sorellina è nata. Era un piccolo fardello con gli occhi verdi e i capelli biondissimi.
Gli occhi di mio padre quando l'ha vista in braccio a Rossella erano grondanti di lacrime e finalmente dopo anni di buio ho rivisto quella felicità e quell'armonia che ormai credevo perduta. Inutile dire che alla valle di lacrime mi sono aggregata pure io che non riuscivo nemmeno a parlare dall'emozione, mentre ovviamente quel cretino del mio fidanzato mi sfotteva. 
Stefano. Mi viene in mente ancora quella cena sulla spiaggia.
Dopo esserci riempiti di promesse e coccole varie abbbiamo cenato con il frastuono delle onde come sottofondo. Per tutta la durata del pasto Stefano mi ha tenuto la mano e anche se non voleva darlo a vedere ho notato che aveva gli occhi lucidi. Allora è proprio vero che anche il ghiaccio si scioglie!
E' stato romantico ed emozionante. soprattutto la seconda parte della serata in cui ... beh abbiamo dato un po di spazio anche agli istinti fisici diciamo. Devo ammettere che fare l'amore sulla spiaggia è stato veramente bello, anche perchè non c'era pericolo che qualcuno ci vedesse dal momento che quella parte era privata.
Mentre penso a tutto ciò, io Stefano, sua sorella, Lore e i nostri genitori ci stiamo incamminando verso le scale mobili dell'aeroporto.
Mi sale una tristezza immensa quando penso che per parecchio tempo non vedrò la persona più importante della mia vita.
Quando arriviamo a destinazione iniziano gli addii e i pianti da parte di Vale e la madre di Stefano che lo abracciano forte. Poi è il turno di Lorenzo, mio padre e Rossella che gli augurano un buon viaggio ed infine rimango io che quasi mi nascondo dietro a Valentina che di proposito decide di far allontanare gli altri salutando il fratello con un ultimo cenno.
"Tu non mi saluti pivellina?"
"Non chiamarmi così."
"Vieni qui."
Le mi gambe si muovono da sole e in men che non si dica stritolo il mio fidanzato iniziando a singhiozzare.
"Shh, non piangere."
"Ho paura che tutto quello che abbiamo costruito possa frantumarsi perchè in un anno tutto può succedere e ...."
"Ricordi cosa ti ho detto quella sera? Il bambù che si piega è più resistente della quercia che resiste ed io e te rimarremo per sempre un bambù fortissimo che nonostante le difficoltà non morirà mai''.
Alzo lo sguardo e lo bacio come mai ho fatto in tutti questi mesi perchè sa di tristezza, amarezza, felicità, ma soprattutto sa di noi.
"Ti amo."
"Anche io amore mio e azzardati ad avvicinarti a qualche ragazzo e non esiterò a spezzargli il collo."
"Gelosone del mio cuore."
"Pivellina."
Detto questo mi molla una pacca sul sedere e si volta verso il gate, ma prima di scomparire del tutto mima con la bocca un TI AMO.

Con il trucco sbavato, ma un sorriso speranzoso mi dirigo verso gli altri ma ad un certo punto vado a sbattere contro qualcuno. 
"Greta?"
Non è possibile ! E lui cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere in ospedale a curare qualche sfortunatello?
"Marco." Rispondo stupita.
Non so il perchè, ma ho un brutto presentimento.



**** SPAZIO AUTRICE ( LA QUALE SI VORREBBE NASCONDERE DALLA VERGOGNA )****
Allora ragazzuole. 
Non ho aggiornato perchè la mia amatissima scuola mi ha tenuto via parecchio tempo e ho avuto anche alcuni problemi personali che mi hanno impedito di continuare a scrivere la storia, quindi mi scuso con voi.
Allora, Il nostro Stefano è veramente tenero non trovate? Pagherei per avere una cena del genere cavolo. 
La nostra Greta è sempre più innamorata, ma qualcuno dal passato è venuto a farle visita. Ricordate il dottorino Marco, quello che si era premurato di curarla in ospedale e che si è quasi azzuffato con Stefano? 
Il prossimo ed ultimo capitolo (lo giuro!) parlerà di ciò che accadrà in futuro. 
Greta manterrà fede alla sua promessa fatta a Stefano oppure verrà deviata da un nuovo interesse? 
Beh che dire io vi lascio e ci vediamo al prossimo capitolo che vorrei postare in settimana dal momento che i mesi di fuoco a scuola sono terminati. Detto ciò vado a dormire. 
Buona Pasquetta, baci Anna.

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