A strange relationship

di xingchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hikari ***
Capitolo 2: *** Dinner ***
Capitolo 3: *** Morning ***
Capitolo 4: *** Date ***
Capitolo 5: *** Promise ***
Capitolo 6: *** Rage ***
Capitolo 7: *** What?! ***
Capitolo 8: *** An happy ending?! ***



Capitolo 1
*** Hikari ***


 

Erano le ore tre di una bellissima giornata di sole. L'aria, indubbiamente primaverile, donava una leggera brezza, mentre gli studenti del Furinkan si accingevano a lasciare l'edificio scolastico, così come Ranma e Akane.

Stranamente quella mattina non avevano litigato, grazie alla puntualità del ragazzo con il codino dovuta all'esuberanza di Happosai. Il vecchio maestro lo aveva innaffiato per costringerlo a indossare uno dei suoi zuccherini e da quel momento in avanti il giovane non era più riuscito a prendere sonno.

Poco male, si disse. Almeno non avrebbe subìto una strigliata dalla sua fidanzata e per una volta non avrebbe passato la prima ora di lezione in compagnia sua e dei loro immancabili secchi pieni d'acqua. In classe aveva faticato parecchio a rimanere vigile, e si ripromise che, una volta arrivato a casa, si sarebbe rintanato in camera sua a ronfare. E quel pensiero lo accompagnò per tutte le ore scolastiche confortandolo a dovere.

Infatti, non appena uscì dal cancello, emise un sonoro sbadiglio che preoccupò Akane. -Mi dispiace che Happosai ti abbia svegliato a quell'ora...-.

-Il vecchiaccio la deve piantare!- replicò Ranma più seccato che arrabbiato. -Un giorno di questi giuro che lo impacchetto e lo spedisco in Alaska!-.

La giovane Tendo ridacchiò di gusto, e mentre proseguivano il loro cammino silenziosamente, da lontano videro un nuvolone grigio alzarsi dal terreno.

-Ma che diavolo...??- iniziò a chiedersi Ranma.

Chi era quel pazzo scatenato che si stava avvicinando sempre di più a loro? Man mano che correva però, riuscirono a riconoscere la figura di Ryoga che avanzava disperato per poi fermarsi non appena vide la sua dolce Akane.

-Ma... Ryoga...- esordì Ranma spaesato. -Si può sapere che hai da svignartela tanto?- chiese, mentre l'altro, una volta fermatosi, riprendeva fiato.

-RANMAAAAAAA!!- lo nominò in preda all'angoscia inginocchiandosi davanti a lui e afferrandogli la camicia.

-Che ti è successo, Ryoga?- intervenne Akane. -Sei così sconvolto...-.

Ma Ryoga era senza fiato, per di più piangeva come una ragazza, e troppo impacciato per rispondere e spiegarle ciò che gli era appena accaduto. I minuti passavano, ma il maialino non si decideva ad esternare il suo problema.

-Che situazione! Non ci capirò niente se questo idiota continua a frignare!-. Il ragazzo con il codino lo incitò ad aprir bocca. -Vuoi parlare, sì o no? Guarda, Akane si sta preoccupando!- disse urlando per convincerlo.

Per un attimo gli occhi dei due giovani s’incrociarono, e il ragazzo con la bandana posò subito dopo i suoi occhi sul viso della ragazza con il caschetto.

Già, era davvero in ansia di conoscere il motivo di tutta quella frenesia.

Che ragazza altruista e comprensiva!

-Ah, ehm...- balbettò Ryoga rossissimo in faccia. Più per l'imbarazzo che per la corsa. -Da ieri sera una ragazzina mi sta importunando con dei discorsi sconci! Si proclama come mia fidanzata e...-. La sua voce, dapprima alta, si disperdeva fino a diventare un lieve sussurro.

-E...?-.

-Io gli ho detto che amo un'altra, Aka...- era sul punto di dire 'Akane', ma si trattenne, e al tempo stesso una colonna di fumo ondeggiante fuoriusciva dalla sua testa. -AKARI, ma lei vuole le prove!-.

La loro perplessità non fece altro che aumentare, e all'improvviso un boato squarciò la calma complessiva della zona. Dalla direzione da cui provenne il giovane maialino, qualcun altro stava creando la stessa coltre di polvere.

-RYOGAAAAAA?!-. Una voce cinguettante fece capolino in mezzo a loro, cogliendoli alla sprovvista e facendoli trasalire.

Una giovane dai capelli arancioni, comparve davanti a loro. Aveva una minigonna rossa e una maglietta bianca, con degli scarponcini marroni. I suoi erano più gridolini che emissioni di voce. -NON TI PIACCIO?-.

-TE L'HO GIà DETTO, MI SEMBRA! IO AMO UN'ALTRA DONNA, FINE DELLA STORIA!-.

-NOOOOOOOO!!! Non è possibile!- lo contraddisse lei. -Hai giurato davanti ai Kami di amare me, o te lo sei scordato?-.

-E quando l'avrei fatto, si può sapere?- sputò il ragazzo con la bandana esasperato.

-Quella sera, al chiaro di luna...- continuò, e il suo tono erano talmente sdolcinato che Ranma per poco non rigurgitava. -... e mi hai anche baciata! Se un'altra giovane t’infiamma l'anima, dillo e non ingannarmi!- sentenziò lei con gli occhi che le brillavano e le mani giunte.

-Ma come parla, questa?!- chiese il giovane con il codino stralunato.

-Sembra Shakespeare!- lo seguì a ruota Akane meravigliata.

Vedendo che la situazione stava degenerando, e per non lasciar intendere ad Akane che ciò che diceva la ragazzina fosse la verità, l'eterno disperso si frappose fra le due ragazze interrompendole, con gli occhi castani puntati sulla rossina che lo guardava con ammirazione.

Ma nello stesso tempo si accorse della luce diversa che assumevano le pupille di Ryoga nel momento in cui osservava quella graziosa ragazzina dai capelli scurissimi tagliati a caschetto.

-Senti, tu...!!- proferì.

-Mi chiamo Hikari- l'avvertì, ricordandosi di non essersi ancora presentata.

-Senti, Hikari...- continuò lui, sembrando imperturbabile e sicuro di sé. -Io amo...-. Ma la frase venne ancora tagliata dalla sua interlocutrice, che lo fece innervosire di molto.

-SO CHE PROBABILMENTE MI ABBANDONERAI!- disse Hikari. -Ma i tuoi amichetti non mi strapperanno via da te!- si rivolse a Ranma ed Akane.

Ma che diceva?! Loro erano lì per caso, e non stavano nemmeno opponendosi contro quella... relazione!

-Ma no, noi non...-.

-NO! NON PARLARE! Ho capito che il cuore di Ryoga Hibiki appartiene già a qualcun'altra!- esclamò quasi strillando la ragazzina strizzando gli occhi, agitando una mano davanti a se e scuotendo la testa. Ryoga, sentendo la verità, fumò dalla vergogna, mentre Ranma osservava Hikari come se fosse un'aliena. -E QUELLA RAGAZZA è LEI!- continuò, indicando un'Akane spaesata con l'indice.

-Però... è perspicace, la ragazza...- commentò il ragazzo con il codino, provocando la liquefazione dell'uomo maiale e la sua successiva ira.

Aveva insinuato ciò che provava per Akane proprio davanti a lei, e per questo doveva pagare!

Per zittirlo, gli diede un pugno che lo spiaccicò al suolo, mentre lui, ricomponendosi, sfoggiò un sorriso soddisfatto.

La piccola Tendo dal canto suo non sapeva davvero cosa fare. Si sentiva lo sguardo di Hikari e Ryoga addosso, e non sapeva come cavarsi fuori da quel problema.

-Sei tu la sua fidanzata?-.

Gettò un'occhiata ad un Ryoga che strabuzzava le orbite di continuo ed evidentemente desolato, come se per lui non ci fosse via d'uscita, per poi annuire non del tutto convinta.

Chissà, forse constatando l'impegno di Ryoga lo avrebbe lasciato in pace, ma non fu così, purtroppo.

La rimonta di Hikari non si fece attendere.

-Allora, se il mio Ryoga è il tuo ragazzo, chi è quello con il codino?- chiese, mentre Ranma si stava lentamente rialzando.

-Lui è...- disse Akane incerta. -Lui è... è mio fratello!- mentì.

Il giovane Saotome non poteva credere alle sue orecchie. Suo fratello?!

La sua faccia assunse un'espressione contrariata.

-Bene, se è così, vi terrò d'occhio per accertarmi della vostra relazione.- ringhiò sommessamente la fanciulla, a guisa di minaccia. -E fate in modo di convincermi!-.

 

 

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Capitolo 2
*** Dinner ***


 

Ranma era davvero irritato da quella situazione a dir poco assurda che si era creata. Non solo doveva fingersi il fratello di quella stupida davanti a quell'isterica apparsa dal nulla, ma ora a quel maiale di Ryoga era concesso fare di tutto con la sua Akane!

SUA?!

Da quando in qua pensava che lei fosse sua?

Doveva essere stato tutto quello scompiglio a rovinargli il cervello, ne era più che sicuro! Senza contare che ora il sonno lo aveva completamente perso. E anche se avesse voluto, non avrebbe dormito granchè con quell'ossessa di Hikari e con Ryoga in casa che senza ombra di dubbio, avrebbe cominciato a ronzare intorno ad Akane, essendo oramai il suo fantomatico fidanzato.

Ma probabilemente, ciò che più lo infastidiva era proprio l'atteggiamento e la decisione a dir poco avventata di Akane. Non sapeva se si sentisse arrabbiato o ferito, la cosa certa era che non avrebbe retto a lungo se il suo amico/nemico avesse cominciato a spingersi più in là del consentito.

Già non gli andava a genio che quel porco senza freni camminasse fra lui ed Akane e che fosse costretto ad affiancarsi a quella sconosciuta, e che per giunta quella santa altruista di un maschiaccio li abbia invitati entrambi per cena.

Forse per Ryoga sarebbe stato scontato, ma per Hikari...

Varcando la soglia del dojo, i quattro ragazzi furono accolti da Kasumi che, dopo aver salutato i nuovi arrivati, riferì al giovane con i codino che sua madre si sarebbe fermata lì per trascorrere la serata con lui e la famiglia Tendo.

Per un attimo si sentì così bene che dovette essere richiamato da Akane per ridiscendere sulla Terra ed affrontare la triste realtà, quella di sorbirsi quella che si prevedeva essere una lunga recita dove era proprio la minore delle Tendo ad avere la parte peggiore.

Sicuramente per lei, essendo una ragazza riservata in campo amoroso, e soprattutto per se stesso, vedendosi costretto a fare da spettatore di una serie di scenette per niente desiderate.

-Forza, Ranma...- lo riprese Kasumi dai suoi pensieri. -Fra poco arriverà tua madre, va a prepararti!-.

Aveva così tanti impicci che proprio non aveva voglia di ricevere sua madre, anche se il fatto che non la vedeva da molte settimane lo fece ricredere.

Ma prima di eseguire il dolce ordine della maggiore delle sorelle Tendo aveva un'ultima cosa da fare.

Parlare con Akane.

Hikari e Ryoga entrarono in salotto, e, approfittando della loro distrazione, Ranma prese Akane per un braccio premendole la mano libera sulla bocca e la trascinò in un angolo della casa, lontano da occhi indiscreti.

La ragazza nel frattempo tentava di protestare, rimanendo comunque impossibilitata a parlare. Il ragazzo la addossò alla parete bruscamente stando attento però a non farla urtare. La lasciò andare, ma rimase inchiodato davanti a lei tanto da farle capire che non aveva alternativa che discutere con lui.

-MA CHE FAI? SEI IMPAZZITO?!-.

La invitò a tacere e ad abbassare la voce. Senza però modificare il suo atteggiamento.

-Cos'è questa storia del 'fratello', eh?!- chiese ancora alterato ma sussurrando.

-Non lo so... Dovevo pur inventarmi qualcosa! Non potevo lasciare Ryoga in balìa di quella ragazza. Lui è nostro amico ed è nostro dovere aiutarlo nelle difficoltà!- affermò risoluta.

-Ho capito, ma...- accorgendosi che aveva alzato il tono, si fermò un attimo, per controllare che nessuno origliasse, per poi riprendere bisbigliando -Ma non fino a spingerti a proclamarti come sua fidanzata!-.

Osservando le sue sopracciglia increspate, Akane abbozzò un sorriso sincero e un po' imbarazzato, cosa che fece cambiare espressione anche a Ranma, un misto fra l'interdetto e l'incantato. -Perchè non ti va a genio tutto questo?- gli chiese lei. -Non è che per caso ti da fastidio che qualcun altro che non sia tu sia il mio fidanzato?-.

Doveva averlo irritato parecchio, perchè l'altro strinse i pugni e le sue gote si colorarono di un bel rosso acceso. -IO NON SONO GELOSO DI UNA RACCHIA COME TE!-.

Akane si accigliò e rispose a tono. -Ah, sì?! Allora finiscila di importunarmi, Ranma, e sta buono! Prova a fare l'idiota anche per un solo secondo e te la vedrai con me!-.

Da dietro l'angolo sbucò Nabiki, sorprendendoli mentre litigavano. E per infistidirli ancora di più esordì dicendo: -Che fate qui, soli soletti?-. Lo disse con malizia, che entrambi i ragazzi colsero, non stando al gioco, naturalmente.

Scambiandosi occhiate furiose, si allontanarono l'uno dall'altra omettendo di dare una minima spiegazione alla mezzana.

***

A tavola, Ryoga si posizionò fra Akane e Ranma, mentre la ragazzina dai capelli rossi aveva preso posto accanto il giovane con il codino. Di fronte a loro, Kasumi, Nabiki, Genma, Soun e Nodoka li guardavano chiedendosi come mai il ragazzo con la bandana faceva l'altezzoso sembrando estremamente inorgoglito, Ranma che gli dava continue gomitate con il preciso intento di fargli male e Akane che osservava il tutto vergognandosi oltre ogni dire.

L'unica che assisteva serenamente alla scena era Hikari, che si portava i bocconi in bocca con una tale delicatezza che era sul punto di battere Nodoka in fatto di educazione.

Si limitava a tenere la situazione sott'occhio, e più studiava il giovane con la bandana, tanto più si rendeva conto che doveva essere davvero innamorato perso di Akane, senza contare che lei era davvero una bella ragazza, perchè non aveva il coraggio di rispondere decentemente ad una richiesta della salsa di soia da parte sua.

Balbettava e sorrideva come un ebete, un imbambolato in piena regola.

Da quel che poteva dedurre Hikari, Akane non l'aveva mai nemmeno sfiorata. Ryoga risultava così impacciato con lei che gli sembrò un pesce lesso a tutti gli effetti.

Si domandò se erano soliti scambiarsi effusioni in pubblico. Certamente no, a giudicare dai fulmini che letteralmente partivano dagli occhioni blu cobalto del ragazzo al suo fianco, il fratello di Akane. Gettava continue sbirciate alla piccola Tendo, per poi rivolgere lo sguardo verso Ryoga, quasi volesse ammazzarlo con le sue stesse mani lì suo posto, senza il minimo cenno di esitazione.

Una bomba ad orologeria.

Sarebbe esploso da un momento all'altro, ne era più che sicura.

-Allora, Hikari!- esordì Soun per saperne di più. -Da dove vieni?-.

-Dalla Cina, Tendo-sama...- gli fu risposto.

La prima sensazione che ebbe l'uomo con i baffi fu un immediato e pungente disagio. Non era abituato a tutta quella riverenza che ora quella giovane gli stava riservando.

-E dimmi, Hikari...- intervenne Nabiki poggiando il mento sul palmo della sua mano -che ci fai qui in Giappone?-.

-Questa è la mia patria!- replicò l'altra ovviamente. -E poi, sono venuta per riprendermi il mio amato.-

-E chi sarebbe il tuo amato? Non dirmi che è Ranma!- ridacchiò la volpe ammiccando verso di lui.

-No, affatto. Il mio amore porta il nome di Ryoga Hibiki!-.

 

 

 

 

 

Finalmente ho aggiornato, dopo mooolti ripensamenti su questo capitolo. Scusate gli errori.

Buona Pasqua!!!!!!! :)

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Capitolo 3
*** Morning ***


 

La notte passò abbastanza tranquilla. Kasumi aveva offerto gentilmente ad Hikari di trascorrere la notte nella sua stanza essendo molto più spaziosa.

L'unico che proprio non riusciva a chiudere occhio era Ranma, letteralmente circondato da quel buzzurro di suo padre e da quel porco innato di Ryoga.

Il suo stomaco si era attorcigliato fino a stringersi contro se stesso da quando aveva udito le parole della bambinetta da tragicommedia poco prima della fine della serata, già storta di suo.

Quando decisero di andare tutti a dormire, Hikari aveva gracchiato qualcosa del tipo: -Come mai non condividete lo stesso letto, siccome siete fidanzati?-.

Akane per fortuna si era giustificata affermando che non stava bene che due ragazzi di sesso opposto rimanessero nella stessa camera di notte, e che lei avrebbe voluto tanto rispettare la giusta condotta, così come suo padre.

Quella risposta era piuttosto esauriente, e di questo il giovane Saotome era soddisfatto. Già si immaginava come avrebbe replicato lui, sentendo il sangue che gli ribolliva salirgli alla testa; ma dopo le parole di Akane si sentiva come se si fosse liberato del peso di dover fare una scenata di gelosia, o peggio, di sradicare tutto il dojo dalla rabbia.

E, oltretutto, era silenziosamente grato ad Akane per aver avuto la battuta pronta.

-AKANE! AMORE MIO, BACIAMI...-.

Quel dannato prosciutto stava parlando nel sonno, e non si limitava solo a farfugliare. Protendeva le braccia verso l'altro ragazzo,e sporgeva le labbra in modo così ributtante e ridicolo che Ranma lo spinse via con tutta la forza che aveva, facendolo svegliare di soprassalto.

Ryoga si alzò a sedere mezzo intontito dal sonno, e altrettanto poco cosciente che il suo risveglio era stato causato proprio da lui. Ci diede poco peso e ritornò sotto le coperte come se nulla fosse successo, continuando a fantasticare sulla minore delle Tendo.

E continuando a sogghignare nel sonno.

Non avendo alternativa, il ragazzo con il codino circondò la propria testa con il cuscino, cercando di schermare le sue orecchie da quell'insopportabile fastidio, per poi coprirsi completamente per ovattare meglio la voce dell'amico.

Ieri con Happosai, oggi con Hikari e Ryoga. Il giorno dopo qualcun altro gli avrebbe impedito il sonno. Ne era sicuro.

***

Il mattino fu decisamente molto più leggero del pomeriggio precedente per Akane.

Si alzò di buon'ora e aveva cominciato a fare jogging appena fuori da casa. Mentre tentava di prepararsi a mente ciò che avrebbe potuto dire o fare in caso di un attacco verbale di Hikari.

In fin dei conti quella ragazza non era così male! Era molto a modo, eccetto per la brutta abitudine di ficcare il naso proprio in faccende in cui non avrebbe dovuto, e si adattava molto velocemente ai nuovi ambienti. Sicuramente saranno stati tutti quei viaggi in giro per l'Asia a modellare i suoi usi ed il suo carattere.

Chissà, magari con il passare del tempo sarebbero diventate addirittura amiche.

Corse di sopra a destare Ranma, lasciando Ryoga nel mondo dei sogni per l'invidia del fratello.

-Non hai dormito nemmeno stanotte?- appurò lei, scendendo le scale.

-No...- disse soltanto. Non voleva dire che aveva passato una notte da incubo con quel maiale patentato che starnazzava come solitamente facevano Shan Pu e compagnia.

L'altra lo osservò per un po' pensierosa prima di suggerirgli: -Se non riesci a dormire, dopo potremmo passare dal dottor Tofu e...-.

Qualcuno però non le diede il tempo di finire. Il ragazzo con la bandana si era catapultato davanti alla ragazza, sorridendole amorevolmente, e per poco non faceva cadere dalle scale il suo rivale che prontamente si era aggrappato al muro appena dietro Akane.

-Buongiorno, mia dolce fidanzatina!- esordì felice, marcando l'ultima parola come se stesse affilando una spada. Era sul punto di prenderle le mani e stringerle nelle proprie, ma la giovane non glielo permise, ritirandole entrambe lungo i fianchi e disegnandosi un sorriso, chiedendo mentalmente a Ryoga di comprenderla.

Cosa che successe, perchè lui ci rinunciò subito e la invitò ad un appuntamento dopo le lezioni, con non poca difficoltà. Lei non aveva altra scelta se non acconsentire, e le parve di sentire Ranma ringhiare come un lupo.

Hikari aveva visto tutto, nascosta dietro l'architrave della cucina.

Quel ragazzo dai capelli scurissimi legati in una treccia diventava intrattabile quando c'era di mezzo sua sorella, e cosa ancora più evidente, fremeva di collera vedendo un individuo di genere maschile che le sbavava dietro. E a quanto pare non importava che fosse un fidanzato o meno.

Quanto le sarebbe piaciuto avere un fratellone così premuroso ed apprensivo! Se solo ne avesse avuto uno...

***

Lì, in bilico sulla solita ringhiera di ferro, Ranma seguiva con lo sguardo Akane, che camminava placidamente un paio di metri più avanti. Non lo aveva degnato di un'occhiata da quando si erano avviati, o meglio, da quando quell'approfittatore si era preso la libertà di invitarla fuori.

Bastava solo questo pensiero fisso a farlo andare in bestia.

Quel veleno prima o poi doveva sputarlo. Altrimenti, sarebbe stato lui ad essere consumato da esso.

-E così, più tardi esci con il porco...- constatò seccato Ranma.

-Non si chiama 'porco', ma Ryoga. Ebbene sì, esco con lui, essendo l'unico che conosca che abbia un minimo di decenza...- rispose lei con fare provocatorio.

-Ma non dovevi venire con me dal dottore?-.

-Te l'ho già spiegato, mi sembra. Dobbiamo far sì che Hikari lo lasci in pace, e per fare questo, dobbiamo dare l'impressione che sia fidanzato con me.-.

-Perchè non chiamiamo Akari? In fondo, con lei nessuno dovrà fingere niente!-.

-Ormai Hikari pensa che sia io la sua ragazza. Sono sicura che si ricrederà e se ne andrà prima della fine della settimana.- appurò Akane serenamente. -E poi, ci controlla soltanto quando siamo... ehm... insieme. Nello stesso luogo, intendo. Non credo sospetti nulla, dato che per lei noi due siamo fratelli!- concluse ridacchiando.

Ecco, ancora quella parola.

Non era per niente facile digerirla. Non solo perchè il suo avversario avrebbe guadagnato dei punti in più con Akane, ma soprattutto perchè erano passati tre anni dal loro prima incontro, e quello che una volta era considerata una forzatura, ora era diventata una sorta di silezioso accordo reciproco, e perchè no, anche qualcosa di più intenso.

Non era un sentimento di fratellanza quello che lo faceva arrossire, ingelosire e palpitare il cuore quando aveva Akane vicino o quando semplicemente pensava a lei.

Su questo ormai non aveva dubbi. Ed era proprio per questo che non poteva tollerare il suono di quelle sillabe utilizzate per dare una definizione, seppur fittizia, al suo rapporto con Akane. Sebbene fosse burrascoso, pieno di incertezze, quello era probabilmente il legame più importante che lui avesse mai avuto.

E non voleva che fosse inteso diversamente, anche se lui stesso si ostinava a far credere che non contasse niente per lui.

Improvvisamente, con atteggiamento saccente, accellerò il passo oltrepassando la ragazza che, non riuscendo a capire il suo comportamento, cercò di chiamarlo da lontano tentando di raggiungerlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, dopo questo capitolo potete considerarmi una vera demente! La scena notturna è davvero da ricovero! XD

Ringrazio Super_fan00, Melinda2606, Lallywhite, Julius CX, Stellina_chan, Debina, Spirit99 e Zonami84 per i due precedenti capitoli! :) Anche se Melinda è stata quasi costretta! XD

Per Zonami: 'Maybe' sarà aggiornata entro la settimana, spero! -.-'

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Capitolo 4
*** Date ***


 

A volte i nostri piani non sempre vanno in porto.

Il giovane Saotome aveva deciso di pedinarli, mentre era in classe. Si era piacevolmente addormentato sul banco, non avendone avuta l'occasione durante le due notti precedenti, e Akane dovette svegliarlo non appena il professore uscì dall'aula per una convocazione.

Era ormai l'ora di uscita, e già si preparava a una grandiosa missione semi-impossibile. Peccato che fu fermato dalla capoclasse che gli ricordò che in quel pomeriggio sarebbe toccato a lui fare le pulizie settimanali.

-CHE COSA?!-.

-HAI AFFERRATO, A QUANTO SEMBRA!- replicò la compagna sarcastica. -Su, vedi di pulire per bene, e soprattutto di non fare finta come l'ultima volta!-.

Quella strega gli aveva scombinato i progetti!

E come se non fosse abbastanza, gli porse anche lo spazzolone e il secchio. Ranma li prese con poco garbo e cominciò a strofinare l'estremità in spugna contro il pavimento con rabbia. Quella scema di Akane si era volatilizzata in meno di un secondo. Sicuramente si era già fiondata da quel maiale per il loro appuntamento galante.

Le grida gioiose dei ragazzi in cortile erano così forti che Ranma si sentì un po' escluso. Si sporse a una finestra che si affacciava proprio in direzione degli alberi che circondavano la recinzione. I giovani erano divisi in gruppi, molti dei quali erano composti o solo da ragazzi o solo da ragazze. Il giovane con il codino si soffermò su quello delle ragazze, come se per caso riuscisse a vederci anche Akane.

Era proprio lì, in compagnia delle sue amiche.

Doveva aver finito di scambiare battute con le altre, perché subito si avviò verso il cancello, dove c'era Ryoga. La stava aspettando con un grosso mazzo di rose rosse in mano. A breve gliele avrebbe consegnate goffamente, prima di allontanarsi con lei, sorridente.

***
-Che... Che ne dici se andiamo in qualche locale?-.

Impaperandosi una marea di volte, il ragazzo maiale faceva di tutto pur di apparire gentile e predisposto agli occhi della ragazza con il caschetto.

-Certo! Perchè no?!- gli rispose cordialmente. Aveva già in mente di recarsi con lui nel bar nel quale solitamente andava con Ranma.

Già, Ranma. Gli veniva da sorridere, ricordando quella reazione che ebbe non appena ritornarono a casa, l'altro giorno.

Era evidente che era geloso, e magari anche Hikari se n'era accorta. Fortuna che lo aveva presentato come fratello, altrimenti chissà cosa avrebbe pensato!

Ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno se lo avesse minacciato con una montagna di gatti sotto il naso.

Tanto lui, dopo le pulizie di turno, sarebbe stato invaso dalle sue gatte morte, e non avrebbe avuto tempo per lei, sempre che lui lo volesse.

Ma che cosa gliene importava di quel baka senza cervello?

Se voleva rimanere con le sue ochette starnazzanti era affar suo! Non doveva essere lei quella gelosa, quella che si infiammava alla vista delle sue dolci compagnie.

E poi con Ryoga e con quella stramba situazione che si era creata lei aveva una possibilità di rivalsa nei confronti del ragazzo con il codino, un particolare che inizialmente aveva completamente ignorato. Di certo non gli avrebbe permesso di interferire in quello stratagemma votato a liberare Ryoga da quell'assurda ragazzina caduta dal cielo.

A proposito di Hikari...

Era sicurissima che in un modo o nell'altro li stesse spiando, magari appostata appena dietro l'angolo.

In caso contrario, chi aveva accompagnato Ryoga a scuola?

Il suo flusso di pensieri fu interrotto dal giovane con la bandana, che impacciato le prese la mano e la pregò di seguirlo. Cominciarono a correre, non riuscendo a capire cosa passasse per la testa al ragazzo.

Come per prevenirla, Ryoga le spiegò che percepiva il chi di Hikari nelle vicinanze. -Non si è nemmeno presa la briga di abbassarlo!- commentò rallentando.

Dopo di che si voltò verso di lei con uno sguardo determinato, deciso, e per un attimo Akane ebbe la sensazione di avvertirne un altro, di chi. Acuendo i sensi, però, dovette riporre quelle sue supposizioni nel dimenticatoio.

-Akane, io... devo dirti una cosa che per me è molto importante.-. Era serissimo, quasi dovesse recitare una poesia a memoria sforzandosi di ricordare le parole.

La sua interlocutrice annuì curiosamente, forse intuendo ciò che Ryoga volesse dirle. A quel pensiero arrossì.

-I miei viaggi mi hanno costretto ad una vita completamente solitaria, lontano da qualsiasi contatto umano. Poi ho conosciuto te, e la mia vita ha finalmente trovato un sens...aaaaaaaaaahhhhhhhhh!!-.

Dall'alto piombò il ragazzo con il codino che atterrò proprio sul capo del malcapitato Ryoga. -Ehilà, porco!- disse divertito. -Dove stavi scappando? O meglio, da chi?-.

-Ranma!- lo riprese la giovane Tendo arrabbiandosi. -Togliti subito da lì!-.

-E perchè dovrei? Guarda, lui non ha niente da ridire!-.

-Ci credo, è svenuto!- osservò, spingendo via Ranma facendolo ruzzolare per terra. Poi, soccorrendo Ryoga, lo aiutò a riprendersi dandogli dei colpetti sul volto e chiamandolo ripetutamente, mentre l'altro rimase a terra rimuginando sul comportamento che aveva assunto Akane.

Seriamente in ansia per il maiale.

A momenti gli veniva la carie a sentire quei lamenti svenevoli che gli stava rivolgendo.

Nel frattempo, il giovane Hibiki aprì piano gli occhi, sollevando l'umore alla ragazza. Stava esultando di felicità, quando dal nulla sbucò Shan Pu con la sua immancabile bicicletta. La gettò alla sua destra, al contrario la cinesina si buttò sul corpo di Ranma aderendosi completamente al suo torace e cominciando a strusciarsi sensualmente, non ascoltando ovviamente il giovane Saotome che le intimava di levarsi di mezzo.

Uno spettacolo davvero irritante per Akane che, rossa come una furia, afferrò malamente il braccio di Ryoga e corse verso la direzione opposta dalla quale era arrivata la ragazza/gattina.

-Maledizione, Shan Pu! Proprio ora dovevi venire a rompere le scatole?!- protestò il ragazzo sotto di lei.

-Ma amole! Non sei contento di vedelmi?-.

-NO! Sparisci da qui!- proseguiva lui.

-Ah, la metti così?- chiese la ragazzina, prima di versarsi addosso un secchio d’acqua anch’esso venuto dal nulla, trasformando lei e Ranma e appigliandosi ai suoi capelli, mentre lui, disperato, scappava a destra e a manca urlando con la sua voce femminile.

 

 

 

 

 

 

Poco più di mille parole, di più non sono riuscita a fare! :P

Mi dispiace davvero per il ritardo, ma la poca ispirazione di questo periodo mi induce a leggere, più che a scrivere. XD

Ringrazio tutti tutti per i complimenti, sempre carinissimi!! :)

 

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Capitolo 5
*** Promise ***


  
 
Avevano camminato per lungo tempo finchè non decisero di fermarsi in un parco, sicuri che nè Ranma nè Hikari potessero raggiungerli. La minore delle Tendo aveva addirittura rischiato di perdersi per cercare di far perdere le sue tracce al ragazzo con il codino.
 
Ma non erano di certo soli. Hikari aveva assistito a tutta la scena, compresa la trasformazione di Ranma. Non se ne stupì più del necessario, essendo a conoscenza della leggenda di Jusenkyo, perciò aveva continuato a seguire Ryoga e Akane. Dapprima ebbe l'intenzione di aiutare il fratellone della ragazza, però non poteva perdere di vista il giovane Hibiki.
 
Inoltre, non doveva assolutamente occuparsi di un altro uomo. Sarebbe stato come un tradimento nei confronti del giovane con la bandana.
 
In quel momento Ranma era ancora una ragazza. Shan Pu non accennava a scostarsi dalla sua faccia e Ranma-chan aveva smesso di agitarsi, essendo sul punto di gattizzarsi. Ma per mero caso, verso il quale il giovane Saotome non sapeva se provare puro odio o una sorta di riconoscenza, qualcuno gli strappò la gattina dal viso appena in tempo.
 
"Dolcissima ragazza con il codino! Il tuo è un tempismo perfetto!". La sua voce aveva fin troppi indizi di familiarità, e, riconoscendolo, la rossina assunse una maschera di terrore. Tatewaki stava per prenderla in braccio, ne era convinta.
 
E, come previsto, ciò avvenne.
 
La stritolò con tutta la forza che possedeva, riducendola per poco a gelatina. Tanto che Ranma-chan avvertì alcune ossa che s'incrinavano, sperando che fosse solo una sua impressione. Dopo qualche minuto passato in quello stato, si accorse che Kuno stava piangendo. In un ultimo disperato tentativo di dimenarsi, la giovane con la treccia con un calcio lo mandò pochi metri più in là, cercando di capire per quale ragione stesse frignando.
 
"Ehi, Kuno! Kuno?!" lo chiamò non ricevendo inizialmente alcun tipo di risposta. "Ma che cavolo hai?" proseguì avvicinandosi.
 
L'altro intanto aveva il volto riverso a terra e versava un fiume di lacrime che a momenti sarebbe diventato un lago. Se non fosse stato per un calcio di Ranma-chan che lo ribaltò da capo a piedi, probabilmente si sarebbe addirittura addormentato, come un bambino sfinito dopo una serie interminabile di strilli causati dai capricci. Prese a guardare il cielo, con le lacrime che ancora gli rigavano le gote. "Quel fiore gentile di Akane Tendo è in compagnia di un plebeo peggiore di Saotome! Non posso tollerare una simile onta!" concluse, ma lei non riuscì a replicare perchè Kuno le si avventò nuovamente addosso dicendo: "Ma non ho nulla di cui preoccuparmi se sono con te, amore della mia vita!!".
 
"AAAAAAAAHHH!!!"
 
Altre grida si levarono al cielo, seguite da tonfi che facevano pensare ad un continuo susseguirsi di calci e pugni talmente violenti da stendere un elefante, figuriamoci l'imbattibile Tatewaki Kuno!
 
"Non ho tempo da perdere con te, idiota!".
 
***
 
"Cosa volevi dirmi, Ryoga?".
 
La vocina della più piccola delle sorelle Tendo pareva come centinaia di campane in festa per il giovane maialino. Premurosamente, lo aveva incitato a proseguire ciò che quell'imbecille di Ranma un'ora prima aveva interrotto.
 
Ormai una mezza conferma della sua gelosia ce l'aveva, nonostante lui lo volesse negare fino alla fine. Non si spiegava invece la sua assoluta deficienza riguardo al fatto che avevano un impegno da mantenere con il loro amico. O forse aveva anche quella spiegazione. Ed era sempre la stessa.
 
"Io... Io...", ripeteva il ragazzo davanti a lei, ma non riusciva ad emettere un suono diverso da quello.
 
La nuova arrivata nel frattempo li spiava da dietro una pianta, tentando di confondersi con lei. Non avendo nessunissima intenzione di essere scoperta, provò a cercarsi un nascondiglio che le avrebbe permesso di farsi notare il meno possibile. Anche se muovendosi, quelle foglie potevano destare sospetti.
 
"Credo di sapere cosa..." lo anticipò Akane sorridendo. Dapprima pensò che le avrebbe fatto una dichiarazione fittizia a causa di Hikari, ma poi, sapendo che Ryoga sotto sotto un debole per lei l'aveva, credette davvero che facesse sul serio. E si sentì completamente fuori luogo ed estremamente imbarazzata.
 
“Non… Non lo so, ma lo… lo sia quanto tengo a te…”. In un disperato mantenimento di autocontrollo, Ryoga impulsivamente l’abbracciò, incurante della primissima reazione dell’altra, che aveva indietreggiato di due passi appena.
 
Akane rimase immobile, senza rispondere a sua volta, mentre da tutt’altra parte Hikari emise un piccolo gemito di sorpresa, constatando così che l’amore, almeno da parte del ragazzo, c’era davvero, anche se la giovane con il caschetto era del tutto spaesata. Si poteva dire quasi che non fosse abituata a gesti simili, man che meno con un ragazzo. Magari non aveva abbracciato mai nemmeno suo fratello.
 
Dopo essersi risvegliata da quella che sembrava una sorta di trance, Akane cercò di richiamare Ryoga, in modo da interrompere quel contatto per liberarsi.
 
“Va bene così!” gli disse lei mormorando. “Non c’è bisogno di spingersi oltre. Hikari avrà già frainteso a tuo vantaggio!”.
 
“No,” la fermo lui “non l’ho fatto solo per sbarazzarmi di quella pazza!”. Fortunatamente, l’oggetto di conversazione non comprese tutto il dialogo fra di loro.
 
Il ragazzo maiale prese fiato e continuò: “Un giorno, non importa quando, riuscirò a sconfiggere Ranma e rendermi degno di te!”.
 
Cosa poteva rispondere una persona di fronte a quella promessa?
 

Una persona che, ora lo sapeva, era praticamente contesa fra due uomini? Di sicuro Ranma non avrebbe fatto finta di niente se avesse sentito quelle parole. Anche se avesse ripetuto quel suo componimento tutt’altro che poetico, non l’avrebbe fatta passare liscia a Ryoga.
 
***
Di tutte le cose che Nabiki normalmente sospettava, non se lo sarebbe mai immaginato un finto fidanzamento. Quella notizia le avrebbe donato una cifra molto più ingente di quelle a cui era abituata. Peccato che qualcuno ne era già a conoscenza.
 
Per esempio, già lo sapeva quel bambinetto viziato di Kuno. Fu proprio da lui che le venne la notizia. Se ne andava frignando per le strade più deserte di Nerima a lagnarsi come un cervo ferito.
 
Per carità, nulla da togliere e da paragonare Tatewaki ad un cervo, ma le cosiddette corna ricevute dalla sua cara sorellina, o almeno, era quello che lui lamentava seppur con frasettine diverse, dovevano essere ben più gravi degli affondi che gli regalava il suo futuro cognatino ogni mattina.
 
Certo, con una nuova del genere, che riguardava per di più il fidanzamento di Akane, avrebbe fatto soldi direttamente dalle tasche di suo padre, ansioso com’era di far accoppiare quei due che magari nemmeno sapevano cosa volesse dire l’enunciato ‘fare sesso’.
 
Forse doveva farsi i fatti suoi e lasciare che Ranma e Akane aiutassero quel povero ragazzo da quell’oca giuliva che si era piazzata in casa loro e che non faceva altro che sbavargli dietro, manco fosse un attore cinematografico bello da far paura o un cantante splendido, con una voce magnifica ma incompreso.
 
Ma probabilmente qualcuno di sua conoscenza avrebbe davvero sborsato una cifra esorbitante…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono costernata. Ci ho messo molto più tempo di quanto ne avessi previsto. Così tanto che ho cambiato le modalità dei dialoghi. Da ora userò le virgolette al posto dei trattini. XD
Inoltre, è da un po’ che non leggo il manga, perciò, anche se questa storia dovrebbe essere IC, sicuramente mi perderò. Confido di non andare oltre il limite, ma… boh… o.O
Spero che la stiate seguendo ancora… :P
 
 

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Capitolo 6
*** Rage ***


 

 

In quel momento non aveva pensieri se non quello di ritornare normale. Quello stupidissimo corpo di donna lo imbarazzava oltre ogni dire, anche se talvolta se ne serviva per i suoi scopi personali. Ranma-chan si stava ancora chiedendo dove potesse riprendere le sue sembianze naturali senza tornare a casa e soprattuto senza dare nell'occhio, quando, bighellonando per le vie del distretto, si rese conto di essere nelle vicinanze dello studio Ono. Sicuramente il buon dottore non gli avrebbe negato una teiera di acqua calda, perciò prese la rincorsa verso la clinica.

"Buongiorno, è permesso?" chiese entrando dalla porta. Si accorse di essere solo, e che non c'era anima viva in sala d'aspetto. Dall'interno, sentì la voce di Tofu che lo riconobbe subito.

"Sono di qui, Ranma!" rispose l'altro, attraversando il corridoio per poterlo raggiungere. Vedendolo in quelle condizioni, non potè fare a meno di sorridere amichevolmente.

"Dottore, mi servirebbe..."

"Dell'acqua calda!" finì Tofu. "Vieni, ti offro anche una tazza di thè!"

L'uomo con gli occhiali si guardò intorno, domandandosi come mai Akane non fosse con lui; il ragazzo, ritrasformandosi, sapeva che prima o poi gli avrebbe chiesto di Akane, ma fece finta di niente.

"Ma Akane-chan non è con te?" disse, porgendogli una tazza e invitandolo a sedersi con lui.

"E io che ne so? Non sono la sua guardia del corpo!" ribattè, borbottando aspramente, trasmettendo un certo astio indirizzato alla ragazza.

Ma era scontato che il dottore non si sarebbe limitato a ricevere quella risposta evasiva e oltretutto carica di rabbia e tristezza. Il volto dell'uomo si oscurò, deciso di indagare a fondo e convinto che qualche informazione l'avrebbe estrapolata. "Cosa è successo?".

Per quei minuti che seguirono, Tofu non interruppe il giovane Saotome nemmeno per un attimo, ascoltando sempre più perplesso la storia inverosimile. Da quel che ne pensava lui, sia Ranma che Akane avevano ragione e torto insieme: da un lato non potevano lasciare un amico in situazioni difficili, ma non potevano nemmeno continuare in questo modo.

Come sarebbe andata a finire se le redini della situazione gli fossero sfuggite di mano?

Era abbondantemente rinomato l'interesse eccessivo che Ryoga nutriva per la più piccola delle sorelle Tendo, aggiunto a quel tocco di romanticismo tanto caro anche alle ragazze più difficili e che Ranma purtroppo non possedeva.

"Perchè non provate a dire la verità ad Hikari?".

"Quella cretina di Akane mi ha chiaramente detto di lasciar fare a lei."

Tofu ipotizzò: "Beh, comunque tu fa quel che ti dice. Ma ti consiglio di tenerla d'occhio. Non dico che non mi fido di lei, anzi. Credo tu sia consapevole di quello che prova Ryoga per lei. Se trovasse il coraggio per dichiararsi, tu..."

"Non mi importa granchè di quel maschiaccio... Se vuole sbrigarsela a modo tutto suo, o addirittura fidanzarsi con quel maiale, faccia come vuole." sbottò con la voce quasi spezzata, per poi alzarsi di scatto e, senza dar tempo al dottore di protestare, se ne andò.

***

Forse balbettare non era una maniera adatta per replicare ad una confessione di quel tipo, ma Akane non riusciva a tirar fuori nient'altro che una serie di "ma", "vedi", "ecco", interrompendosi qua e là non appena incontrava lo sguardo sorprendentemente lucido di quel ragazzo che definiva soltanto un amico. Non poteva certo dirsi felice se Ryoga avesse sfidato Ranma e quest'ultimo ne sarebbe rimasto sconfitto.

Insomma, Ranma è stato l'unico ragazzo sul quale Akane aveva sempre immaginato un futuro, benchè fosse il più strafottente in zona, e non riusciva ad ideare qualcosa di concreto con qualcun altro.

Ryoga era tutto il contrario di Ranma, ma non poteva di certo sostituirlo.

E poi, chissà se sarebbe stato il caso di dirlo proprio a lui.

"Non... Non posso darti una risposta..."

"A causa di Ranma, non è vero? Ma quando lo sconfiggerò, non avremo ostacoli!" ribattè l'altro.

"Non è una questione di ostacoli!" riprese Akane in tono lamentoso. "Io...". Parlare con Ranma era la possibilità seppure remota che desiderava di più in quel momento, per sapere cosa ne pensasse davvero, senza le sue risposte fugaci e rudi. Ma d'altro canto, Akane sapeva che non avrebbe ricevuto nulla se non una marea di offese, accompagnate da tanti incoraggiamenti fasulli, dettati più dalla rabbia che da altro, a sposare Ryoga. Non credeva che tutta quella storia facesse tutta quello scompiglio nell'arco di poche ore; inoltre, il suo rapporto con il giovane con il codino sarebbe peggiorato ogni secondo di più.

"Tu gli vuoi bene, lo so. Ma ti aiuterò a dimenticarlo, Akane...".

Intanto, Hikari non capiva. Avvicinandosi, aveva trovato un punto in cui origliare senza essere disturbata e scoperta.

Non pensava che quel ragazzo fosse così fastidioso per Ryoga ed Akane! Insomma, era più di un fratello per lei se metteva loro i bastoni fra le ruote. Se solo qualcuno le spiegasse come stavano realmente le cose...

Con questi dubbi in testa e con una nota di delusione in viso, la ragazzina corse al dojo Tendo.

***

Nabiki aveva già le idee chiare sull'enorme cifra da proporre quando, all'entrata del locale di Ukyo, si buttò letteralmente su uno degli sgabelli davanti alla piastra rovente.

Nel giro di qualche attimo aveva già informato, dietro un già lauto compenso e di fronte ad un'okonomiyaki offerta dalla casa, la cuoca degli ultimi avvenimenti in casa Tendo, omettendo alcuni dettagli, come l'infiammazione istantanea di Ranma al minimo cenno affettivo fra Akane e Ryoga.

Avrebbe sfruttato l'illusione della poveretta facendole credere che quell'incivile di un Saotome fosse interessato seriamente a lei, così da guadagnare davvero quella che comunemente veniva definita l'ira dei Kami e raggiungere così il suo scopo principale, oltre che divertirsi come una matta. Poco dopo vide arrivare colui intorno al quale tutta Nerima ruotava, un po' come un sole.

Solo che in quel frangente il sole stava collassando esageratamente. A Ranma fischiavano ancora le orecchie, da quello che Nabiki ed Ukyo potevano vedere.

"Ahah, vedo che sei ancora su di giri, caro mio!" lo punzecchiò quella volpe di una Tendo, destando il ragazzo dal suo flusso angoscioso di pensieri e farlo ringhiare.

Era furibondo perchè la situazione non era delle migliori, a quanto pareva.

Altro che libro aperto; la sua faccia era praticamente come libro illustrato. Si poteva cogliere la minima sfaccettatura della sua apocalisse personale.

Ma Nabiki Tendo avrebbe indagato più a fondo.

"Lasciami in pace, Nabiki. Non sono in vena, oggi...". Si riversò sul bancone di Ukyo a peso morto, e, con una voce apparentemente atona, ordinò una focaccia.

"So che è successo, Ran-chan..." disse d'un tratto la cuoca con finta solidarietà. "Ci sarò sempre io con te, non preoccuparti! Ryoga ha sempre avuto una cotta da liceale per Akane. Vedrai che si troveranno bene insieme, fratellino".

Doveva aver alluso a quella stratosferica cavolata del fratello premuroso e apprensivo, perchè la ragazza aveva tutta l'aria di sapere goni cosa nel più piccolo particolare, e Ranma era già a conoscenza di chi aveva spifferato tutta la storiella alla sua amica d'infanzia e quest'ultima ne ha approfittato per farlo avvicinare a lei.

"Basta! Ukyo, anche tu!" tuonò il giovane con il codino. E poi rivolto alla mezzana: "Ho capito cosa hai fatto!"

Si alzò bruscamente ed uscì dal locale.

Vipera! Aveva venduto la notizia ad Ukyo, e se l'avesse saputo anche Shan Pu e Kodachi sarebbe stata la fine.

L'unico posto che in quel momento poteva davvero concedergli una tregua era proprio il tetto del dojo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stavolta ci ho messo di meno!! :) Non ho riletto il capitolo, quindi potrebbero esserci degli errori di qualsivoglia genere! XD

Un enorme ringraziamento a Julius CX, comefareisenzamanga, caia, Melinda2606, Zonami84, Lallywhite, Stellina_chan, Super_fan00, Alile, Debina, e Spirit99.

 

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Capitolo 7
*** What?! ***


 

NB: Il titolo di questo capitolo lo capirete solo alla fine della pagina. Grazie della pazienza! XD

 

 

Prendendo slancio, e issandosi con l'ausilio del cornicione della casa, Ranma si accomodò fra quelle tegole che tante volte lo avevano visto sovrappensiero, un po' come in quel momento. Era raro per lui fermarsi a riflettere, e quelle poche volte che era seriamente intenzionato a farlo, si nascondeva lassù per essere lasciato in pace da tutti.

A volte spuntava Akane dalla scaletta all'angolo del tetto, ma era talmente raro che il ragazzo non ci dava più peso. Soprattutto ora che lei era impegnata nel ruolo di fidanzatina di un porco che prima o poi avrebbe approfittato di tutto quella rocambolesca messinscena.

"Bella serata. Eh, fratellone?".

Quella voce per poco non lo fece sobbalzare. Non si era accorto che lì c'era qualcun altro.

Quella Hikari. L'artefice di tutti i suoi guai. La personificazione della seccatura più assoluta.

"Sì, ma... Che ci fai qui?" replicò il giovane con il codino. Era stato sorpreso, perciò ci mise qualche secondo per focalizzare meglio la situazione. La bambinetta patita di versi era accovacciata contro le proprie gambe e, osservandola un po' più attentamente, ci si sarebbe resi conto che aveva pianto. Ma tentava di non darlo a vedere.

"Sono una stupida." si accusò senza fornire a Ranma una risposta. "Una stupida senza alcun tipo di speranza. Sentimentale, troppo sentimentale. Ecco quel che sono."

L'altro strabuzzò gli occhi, facendoli poi roteare non appena realizzò che con quelle parole avrebbe cominciato il suo melodramma che avrebbe visto la fine solo dopo aver raggiunto l'apice della follia.

"Ho capito perchè sei così geloso di tua sorella." pigolò Hikari, reclinando la testa e guardandosi insistentemente al di sotto della struttura.

Esitando ancora, Ranma stava per rispondere per le rime, prima di essere bloccato da un gridolino che preannunciava il principio di un ennesimo pianto. A momenti quella giovane stava per diventare peggio di Soun Tendo! "Si amano, e né io né tu non possiamo farci nulla!" strillò fra le lacrime.

"Come... Si amano...? Spiegati meglio!!" la incitò a proseguire Ranma, sempre più impaziente, protendendosi verso di lei. Era intenzionato a scrollarla per farla parlare, ma quella là sembrava farlo apposta a permettere a qualche secondo di scorrere in silenzio. Come se stesse pensando fra sé e al tempo stesso testasse di persona quanto Ranma ci tenesse ad Akane. Non era minimamente sopportabile, per un tipo come lui.

Hikari si sforzò finalmente di calmarsi per poter parlare ed essere compresa dal ragazzo con il codino, quando sembrò correggersi da sola. "Ryoga è completamente perso quando ce l'ha davanti, e si vede. Akane invece non so come definirla... Sembra del tutto soggiogata dalla tua ombra; le sue scelte dipendono da te! Questa è l'impressione che mi ha dato..."

"Cos..."

"Non dirmi che non te ne sei accorto!" sbraitò Hikari all'improvviso, destando l'altro dall'intento di chiedere oltre. "Sei suo fratello e non ti rendi conto che senza il tuo permesso, lei non abbraccerebbe nemmeno il suo ragazzo?". Non potè continuare, perchè entrambi sentirono le voci degli oggetti della loro discussione farsi avanti nel giardino del dojo. Ryoga e Akane stavano rientrando: lei con lo sguardo rivolto verso terra ed evidentemente pensierosa, il ragazzo con la bandana altrettanto, anche se c'era una nota più risoluta nel suo volto, cosa che a Ranma non piacque per niente. Balzò a terra ed afferrò la maglietta del ragazzo maiale, facendolo volatilizzare nel nulla secondo gli occhi di Akane, la quale iniziò a chiamarlo pensando si fosse perso.

Nel frattempo, il povero Hibiki era immobilizzato dal braccio destro del giovane Saotome, e con l'altro arto gli teneva la bocca chiusa.

"RANMA! Mi soffochi!!" si lamentò Ryoga, annaspando.

"Che diavolo hai combinato con Akane?" disse furente il suo interlocutore. "L'hai abbracciata, non è vero?! Dì la verità!" inveì ancora, stringendolo sempre di più ad ogni inizio di frase.

Ryoga si liberò, lo spinse via, e si affrettò a ribattere, usando quante più provocazioni ricordava.

"Sei geloso, non è vero?" sorrise in modo furbo Ryoga.

"Neanche un po'!".

"E invece sei geloso marcio, Ranma! Non puoi negarlo anche davanti all'evidenza! Sei furibondo per questa mia nuova condizione, ammettilo!" continuava a stuzzicarlo il giovane con la bandana.

Ranma non riuscì a resistere oltre a quelle insinuazioni. Sentì una rabbia incontrollabile crescergli dentro; tremolava tanto da sembrare che sotto di lui si scatenasse un uragano. Ringhiò sommessamente, come per avvertirlo, e gli prese ancora bavero della maglia, facendolo indietreggiare fino ad addossarlo alla parete, mentre sibilò il suo nome e sbuffava come un toro pronto alla carica.

Lo mise praticamente con le spalle al muro, e si avvicinò quel che bastava per ammonirlo. Quasi gli toccava il naso. "Ti avverto, Ryoga: non provare nemmeno a pensare di approfittare della situazione o ti ammazzo con queste stesse mani!".

L'altro era piuttosto turbato da tutta quella veemenza da parte del suo amico/nemico.

Non ne era spaventato nel vero senso della parola, ma l'accanimento del giovane con il codino era molto accentuato e non potè far altro che rimanere immobile e zitto. Che Ranma in fondo fosse gelosissimo per Akane ormai lo sapeva di più che la strada verso casa, ergo un'eruzione vulcanica come quella prima o poi avrebbe avuto luogo.

"RANMA! Che stai facendo?" s'udì una voce accanto a loro, quella di Akane. "Lascialo subito!" ordinò, mentre cercava di strattonarlo via dall'altro prendendolo per le braccia. Per tutta quella furia che aveva un impellente bisogno di esternarsi a tutti i costi, si voltò bruscamente anche verso di lei. "Che diavolo vuoi, tu?".

"STUPIDO! Non fare il bambino offeso! Ryoga è nostro amico ed ora ha bisogno del nostro aiuto! Tu vedi di collaborare, altrimenti te la dovrai vedere con me, chiaro?".

"Hai ragione! HAI PERFETTAMENTE RAGIONE! Per quel che me ne importa... Puoi fare quel che ti pare, cretina che non sei altro!"

Ne aveva abbastanza di farsi vedere in quelle condizioni. Preferì ignorare tutto e tutti e fuggire via, inseguito a ruota da Akane, che lo invocava disperata.

Purtroppo, non riceveva alcun tipo di replica dall'altro che correva una decina di metri davanti a lei. Forse non avrebbe dovuto difendere Ryoga in quella maniera. Quello scemo di Ranma sicuramente aveva tratto le conclusioni sbagliate, credendo addirittura il peggio.

"ASPETTA!" ripetè per la centesima volta. Stavano per arrivare al confine del distretto, là dove cominciavano le autostrade. Le corsie ospitavano due lunghe file non proprio fitte di macchine. Un parco al di là delle code interrompeva quella monotonia.

Akane era sfinita. Non lo avrebbe raggiunto se avesse continuato a correre così. Si lasciò cadere al riparo sul bordo della strada, portandosi le mani sul viso. Ranma era andato chissà dove, preda delle sue stesse supposizioni, ed ora lei che avrebbe fatto?

Doveva spiegare ogni singola cosa al padre e alle sue sorelle, e magari l'uomo con i baffi avrebbe sicuramente cercato un altro ragazzo simile a lui per perpetuare la tradizione di famiglia, il contrario di quello che in realtà voleva lei.

Però non poteva certo rimanere lì a piangersi addosso. Andare avanti, anche senza quell'idiota, era la sua prerogativa, ora. Si asciugò di fretta le lacrime, ma non appena levò le dita dagli occhi, vide un grosso camion che la stava per investire.

Sentì delle urla che pronunciavano il suo nome; ma era certa che non appartenevano a Ranma, ed altre erano sicuramente frutto della sua immaginazione.

Strizzò forte gli occhi e si preparò all'impatto.

Che però non ci fu.

Qualcuno l'aveva presa in braccio e trasportata ad almeno un isolato da lì. Titubante, Akane aprì lentamente le palpebre, certa di trovarsi a faccia a faccia con il ragazzo con la bandana che per qualche caso l'aveva trovata e portata via. Vedendo che era in sé, lo sconosciuto si era fermato e l'aveva fatta scendere. Le gambe di Akane non ressero per lo spavento cadendo a sedere e l'altro accorse a reggerla, avvolgendola con le proprie braccia.

"AKANE, SEI IMPAZZITA?".

Il cioccolato delle sue iridi brillò al suono di quelle invettive, che in quel frangente erano confortanti per le sue orecchie.

"RANMA?"

"E CHI CREDEVI CHE FOSSE?" proseguì il ragazzo con il codino urlando. Era terrorizzato per ciò che stava per accadere, glielo leggeva negli occhi. Quel contatto visivo durò ancora per molto, prima che Ranma riprendesse a rimproverarla severamente. "Perchè sei rimasta là in mezzo senza scostarti? Sei stupida sul serio!" terminò, e lei lo strinse con una foga tale che Ranma non resistette e contraccambiò con lo stesso impeto.

D'improvviso non se la sentì più di incolparla, e tutti i loro problemi svanirono di colpo. L'unica cosa che valeva la pena di sentire per Ranma era l'odore della ragazza che arrivava così caldo e denso, provocandogli dei sospiri molto più prolungati e facendo avvertire dei piacevolissimi brividi alla piccola Tendo. Non resistette all'impulso di darle un lieve e morbido bacio nell'incavo del collo.

Si allontanarono per guardarsi ancora, e un sorriso spuntò dalle labbra di Akane, vedendolo incapace di formulare una scusa valida per giustificarsi. Ma fu sufficiente per fargli capire che era tutto dimenticato. Lei avvicinò il viso a quello di lui per ricambiare quel gesto di affetto con un bacio sulla guancia, ma Ranma la prevenì.

Akane si accorse che spostava le sue pupille dalle labbra agli occhi e viceversa.

"Posso?" sussurrò piano, e Akane annuì dolcemente.

Stavano per sfiorarsi, quando udirono degli strilli che, senza dubbio, erano di Hikari. Accanto a lei c'era Ryoga, che impotente guardava senza avere il coraggio di intervenire.

"MA... MA..." balbettava Hikari, non capacitandosi per ciò che stava assistendo. "VOI... AVETE UNA RELAZIONE INCESTUOSA!" disse tutto d'un fiato con orrore nella voce.

Non potevano umanamente credere a quello che avevano sentito. Più assurdo delle dis-avventure che fino a quel momento avevano subìto, più irreale e insensato delle loro stesse maledizioni.

"MA QUALE INCESTO, DEPRAVATA! NOI DUE SIAMO FIDANZATI!" si lasciò scappare Ranma rosso come un semaforo, mentre Akane si portò una mano alla bocca su punto di rigurgitare. Ma che si era messa in testa, adesso?

"AAAAAHHH!! SIETE FRATELLI FIDANZATI!".

"NOOOOO! NON SIAMO CONSANGUINEI, è STATO TUTTO UN MALINTESO... SIAMO SOLTANTO FIDANZATI UFFICIALMENTE!" le spiegò meglio il giovane Saotome, ormai esasperato.

"Ecco il perchè di tutta quella gelosia! Ora è tutto chiaro...".

 

 

 

 

 

 

Ok, finiamola qui. Credo sia già troppo, per ora. XD

Inizialmente ero consapevole dell'azzardo che avrebbe comportato una scena del genere, ma per me era divertente e soprattutto surreale! Sono assolutamente contro l'incesto. Pensavo solo che l'unica parte su cui andare a parare fosse questa! XD

Naturalmente non è finita qui! :P

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** An happy ending?! ***


 

"Tutto come prima?"

"Tutto come prima..."

Erano tornati a casa Tendo ognuno con un'espressione diversa: Ranma visibilmente imbarazzato, non credendo ancora alla sua proclamata attrazione verso la ragazza con il caschetto; Akane lo stesso, tranne che per un sorrisetto che le ornava piacevolmente il viso. La loro nuova amica turbata per aver frainteso ed intralciato ciò che naturalmente doveva fare il suo corso e Ryoga che non la smetteva di evitare lo sguardo degli altri, sollevato di essersi liberato da una tipa così irritante come quella là ed al contempo disperato per aver perso ogni speranza con la piccola Tendo.

Peccato che quella calma relativa fu spezzata da una battuta poco felice di Ranma mormorata al povero ragazzo con la bandana.

"Ora, se non la smetti di intrufolarti nel letto di Akane le racconterò tutto, mio caro P-chan!"

"CHE COSA?" rispose l'altro sobbalzando.

"Hai capito, Ryoga! Non osare più dormire con lei o giuro che stavolta ti faccio allo spiedo!"

Ryoga rispose con un calcio a vuoto, evitato agilmente dal giovane Saotome, che non fu però in grado di evitare un pugno che gli arrivò dritto in faccia, provocandogli una piccola fuoriuscita di sangue.

Le loro voci divennero sempre più concitate e la lotta improvvisata ancora più violenta, tanto che attirarono l'attenzione di Akane. "Ancora?" disse stizzosa.

A quella domanda, i due amici/nemici se ne andarono dirigendosi ognuno in direzione opposta. Ma nel momento in cui Ranma si voltò per dirigersi verso la sua stanza, la ragazza con il caschetto si rese conto che il suo fidanzato era ferito.

Chiamandolo, si avvicinò frettolosamente informandolo sulla sua situazione ed invitandolo a seguirla. Ma Ryoga non aveva nessuna intenzione di finirla lì. Dal fondo del corridoio cominciò ad inveire contro il rivale, non accettando naturalmente la minaccia rivoltagli.

"Provaci, mezz'uomo, e ti spedisco in Russia in meno di due secondi!"

"Tu, piuttosto! Vedi di seguire il mio consiglio, o puoi dire addio al tuo muso da porco idiota!" replicò il giovane con il codino, trattenuto a stento dalla fidanzata.

"Ranma, smettila. Per favore." gli intimò Akane, cercando di tirarlo verso la parte opposta.

"Sei tu che dovresti guardarti allo specchio!" ribattè furiosamente il ragazzo maiale.

"Tu non avresti il coraggio di farlo!" sbottò Ranma.

"FINITELA! Mi sono stancata delle vostre liti! Ryoga, dacci un taglio!" intervenne la giovane Tendo con tutto il fiato che aveva in gola, prendendo poi il ragazzo per un braccio e portandolo nella sala da bagno, dove si trovava l'occorrente per medicazioni.

"Ma perchè dovete continuare a bisticciare, voi due?" gli chiese la giovane una volta dentro.

 

Se sapesse come stavano realmente le cose! Ma il ragazzo non disse nulla, limitandosi a rimanere in silenzio e cercando di tamponarsi il naso. Dei gesti che fecero ricordare ad Akane il motivo per cui si era chiusa in bagno insieme a lui.

"Siediti," ordinò indicando lo sgabellino che solitamente utilizzavano per farsi il bagno "prendo il disinfettante." proseguì aprendo il piccolo armadietto posto all'ingresso. E mai si convinse fermamente come in quel momento che non avrebbe permesso a nessuno di toccarla.

La sua era solo un'intimidazione. Perchè tradire era l'ultima cosa che avrebbe fatto, specie con Ryoga. Ma come è ovvio, non riusciva a sopportare la consapevolezza che la sua ragazza dormisse con un suino come lui.

Già... Ora che lo aveva ammesso a se stesso, era come se si fosse liberato da un peso, ed anche di più sapendo che Akane non lo aveva respinto nel loro quasi - bacio. Nel ripensare a ciò, un lieve e sincero sorriso spuntò inaspettatamente dalle sue labbra, e la ragazza, voltatasi, se ne accorse.

"Perchè ridi?"

Colto alla sprovvista, Ranma ridiventò serio in un batter d'occhio. "Che? Ora hai le allucinazioni, per caso?"

E mentre la giovane si scervellava per rivalutare la situazione di poco prima, chiedendosi se davvero aveva visto male, si avvicinò a lui per soccorrere la ferita che oramai non sanguinava più.

"Ecco, va meglio." fece lei quando terminò. "Sta attento a non urtare niente. Senti," riprese poi protendendosi verso di lui "riusciresti a non litigare con Ryoga almeno per stasera?"

Come previsto, Ranma si accigliò. "Ma perchè credi che sia sempre io che comincio?"

"Beh, prima hai sussurrato qualcosa nelle sue orecchie per farlo arrabbiare. Non è così?" insinuò lei. "Che gli hai detto?"

Spesato, il ragazzo con il codino non sapeva davvero che ribattere. "Lascia perdere, sono cose da uomini. Non capiresti..." disse con tono evasivo, mentre usciva per rintanarsi in camera sua.

"Stai dicendo che sono stupida?" gridò Akane, raggiungendolo. "Sei un'idiota!" continuò, dandogli un pugno dietro la testa per poi andarsene furiosa.

Hikari venne accolta da Kasumi, Genma e Soun in cucina. La ragazzina aveva mantenuto la delusione che le si era dipinta in viso qualche ora prima, indirizzata per lo più verso se stessa e sulla sua sensibilità.

"Ho preparato l'oden!" cinguettò la maggiore delle Tendo alla loro ospite. "Ieri mi hai detto che era il tuo piatto preferito." si giustificò sorridendo.

Quel calore le fece sollevare il morale e la incitò a rispondere con più gentilezza possibile. "Già! Grazie per avermelo preparato prima della mia partenza!"

"Te ne vai?" intervenne il capofamiglia Tendo domandandosi perchè avesse tanta fretta di andare via.

"Sì," disse quella "ormai non c'è più bisogno che resti!" replicò imbarazzata.

MA CHE è SUCCESSO?

Il cartello del panda spuntò all'improvviso, facendo impallidire la ragazza. Non poteva di certo dire che era stata protagonista insieme ai loro figli di un madornale equivoco e che ora che si era tutto chiarito poteva finalmente tornare da dove era venuta.

"Questa è una lunga storia!" biascicò in risposta, dileguandosi per non essere bombardata da altre questioni.

Quella notte fu decisamente più serena per Ranma. Tutto si era risolto nel verso giusto: avevano chiarito con Hikari, il maiale per una volta aveva fatto la persona decente e lui aveva dimostrato ad Akane che provava molto di più che semplice amicizia. Certo, non gliel'aveva ancora detto chiaro e tondo, ma si convinse che quella mezza dichiarazione poteva bastare per il momento, anche perchè non avrebbe avuto il coraggio per sbatterglielo in faccia come si dovrebbe. Almeno per ora.

L'unica che aveva tratto meno profitti di quel che si aspettava inizialmente fu quella vecchia volpe di Nabiki che, sconvolta dalla celerità degli eventi così pazzamente surreali, era riuscita a raccapezzare qualche yen di troppo dalla cuoca di okonomiyaki. Punto. Non aveva recato danni a nessuno tranne che per metà dei risparmi di una vita di Ukyo.

Le stava bene, per Ranma. Sempre ad approfittare delle disgrazie altrui, mettendolo in ridicolo e addirittura a guadagnare alle sue spalle. Senza contare che la sua amica d'infanzia non la finiva un attimo di sbavargli dietro, nemmeno quando sapeva che il suo Ranchan si recava da lei solo per mangiare e nient'altro.

Ryoga alla fine le ammise di amare sia Akane che Akari apertamente, mostrando inoltre una foto dell'allevatrice di maiali ad Hikari, la quale aveva sospirato affranta che non avrebbe dovuto ronzare attorno a uomini che lei definiva con il cuore già rubato da qualcun'altra.

***

"Se vuoi, puoi tornare." disse Akane per invitare Hikari a trascorrere del tempo con loro. Alla fine, le era risultata così simpatica, sebbene fosse un po' strana. Ma Ranma non era della stessa opinione. Aveva cominciato a mimare un dissenso alle spalle della ragazza, che ignara, continuava a spronare Hikari a ritornare.

"Non so se ne avrò il tempo. Ma vedremo." asserì titubante. Era ancora scossa da tutto quello che era successo, perciò non aveva nessuna voglia di rimettere piede nuovamente a Nerima.

"Potremmo accompagnarti alla stazione!" si offrì la giovane con il caschetto esultando.

"Ok, ma vorrei che venisse anche Ryoga!"

Sentendo di essere stato interpellato, il giovane maialino si agitò come un forsennato. "Io? Che cosa io?"

"Vieni con noi" precisò Akane.

Giunti davanti alla stazione, Ranma, Akane, Hikari e Ryoga sospirarono di felicità. Le ragazze erano ancora tristi per doversi separare, ma si ripromisero che presto si sarebbero almeno sentite.

Si stavano scmbiando un abbraccio di commiato quando, nel momento in cui Akane e Hikari si staccarono, Tatewaki Kuno passò da quelle parti. Il cuore della nostra protagonista prese a sussultare. Chi era quello straordinario ragazzo con il ciuffo?

"Quel cretino di Kuno" commentò Ranma.

"Kuno?". Gli occhi di Hikari comniciarono a brillare. "Nome soave che riecheggia nell'aria!"

"Ma che sta dicendo? Non dirmi che..."

"SI è INNAMORATA DI KUNO???"

 

 

 

 

 



 

 

NDA

Scusate! T-T Sono Imperdonabile! Soprattutto per il brutto finale che per il ritardo di quasi un mese! Comunque sono felice che abbiate seguito con interesse questa scemata! XD

Vi ringrazio tutti, davvero!

Per ora la mia avventura su questo fandom è conclusa: vale a dire che non ho altre idee. Ma continuerò a leggere le storie ispirate a Ranma 1/2 che sto seguendo! :)

Sayounara!!

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