piccoli intoppi

di Maga_gegenes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un nuovo colpo ***
Capitolo 2: *** il piano ***
Capitolo 3: *** il Dottor X ***
Capitolo 4: *** Una mattina movimentata ***
Capitolo 5: *** Abilità riemerse ***
Capitolo 6: *** Un incontro speciale ***
Capitolo 7: *** Riunione di famiglia ***



Capitolo 1
*** un nuovo colpo ***


Dopo l’ennesimo colpo andato male e l’ennesimo tradimento di Fujiko, Lupin, Jigen e Goemon si ritrovarono insieme al covo vicino al mare.

“ Basta! Sono stufo dei suoi continui tradimenti!” disse Jigen accendendo l’ennesima sigaretta.

“ Do ragione a Jigen non possiamo continuare cosi!” disse Goemon con la sua solita calma.

“ Suvvia amici! Non è cosi grave in fondo è fatta cosi, non ci posso fare niente.” Disse Lupin cercando di giustificare la ragazza.

In quel preciso momento entrò una sorridente Fujiko che salutò felice i ragazzi “ Buongiorno! Ho un favore da chiedervi, potete…” non finì la frase che un sonoro - no – parti da Jigen, che uscì sbattendo la porta.

“ Ma cosa gli prende! Gli è andato di traverso il pranzo per caso?” disse Fujiko un pochino scioccata. Jigen camminava scrutando il mare pensieroso, quando la raggiunse Lupin, i due si sedettero sulla spiaggia e iniziarono a parlare:

“Senti Jigen, Fujigo ci ha proposto di derubare una famosa banca e di dividerci la refurtiva, che ne pensi?”

“Non lo so, non mi fido di lei”

“Jigen ci servi, e poi senza di te e della tua bravura la maggior parte dei colpi li avremo falliti e inoltre sei un buon amico! E noi ci fidiamo di te!”

“ Si lo so, anche io mi fido di voi, ma è di lei che non mi fido!”

A quel punto intervenne  Goemon:

“Jigen nemmeno io mi fido di lei, ma ho deciso di partecipare in nome dell’amicizia che mi lega con Lupin, fallo anche tu!”

Jigen si rassegno, in fondo era vero non gli andava di abbandonare Lupin nell’ora del bisogno solo per quella traditrice:

“ Ok, lo faccio solo per voi amici mie”.

 

 

Nel frattempo in un luogo lontano…

 

“ Dottore la pozione è pronta e anche l’antidoto”

Un uomo nascosto nell’ombra rise di gusto “ Perfetto il mio piano può iniziare”.

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Capitolo 2
*** il piano ***


CAPITOLO 2

Passarono diversi minuti e finalmente i tre si decisero a rientrare ma se ne pentirono subito. Appena entrati trovarono una Fujko arrabbiata:
“MA COME VI PERMETTETE DI LASCIARE UNA RAGAZZA SOLA SOLETTA E IGORARLA!!!!!”
I tre ragazzi si ritrovarono con un bernoccolo in testa a ciascuno, Lupin intervenne per difendersi:
“Mon cherì, non ti arrabbiare eravamo fuori per convincere quel cociutone di Jigen!”
Jigen non ci vide più e Lupin si ritrovo con due bernoccoli.
“Se lo dici un’altra volta non partecipo più al furto!”
“ok, ok scusa! Non mi va di rifare tutto da capo!”
Arrivò la sera e dopo tanti litigi, prese in giro, risate e un’abbondante cena la banda si riunì per preparare il piano per la sera successiva.
“Allora facciamo il punto della situazione. La banca e piena di telecamere interne ed esterne, forniti di sensori  infrarossi e pavimento ultrasensibile”
Fujiko e Goemon ascoltavano interessati, Jigen era l’unico che non prestava attenzione alle parole di Lupin. Fujiko gli si avvicino e gli diete un bel pugno in testa, e fu il suo secondo bernoccolo in un giorno.
“ Perché lo hai fatto? Non c’era bisogno!!”
“ Cosi impari a distrarti! Guai a te se farai fallire il colpo, mi servono quei soldi!”
 “ Per cosa? Per rifarti il guardaroba?”
“ NO ZUCCONE PER SDEBITARMI!”
“ E quanto mai non hai debiti tu!”
“ Adesso basta voi due! Mi avete stufato, mai una volta che andate d’accordo! Adesso statemi ad ascoltare, chiaro?”
Lupin era rosso di rabbia non c’è la faceva più, quei due erano cocciuti come muli quanto lo volevano.
“ Allora continuiamo, il piano e questo, tu…” indico Jigen “ Toglierai di mezzo le guardie del primo piano, naturalmente senza ucciderli, cosi non ci daranno fastidio. Io entrerò dalla finestra del secondo piano e aspetterò che voi due…” indico Goemon e Fujiko “dovrete disattivare gli allarmi nell’ufficio del direttore. Il piano e semplice e facile non fallirà!”
“ Tutto qui! Mi aspettavo di più da te!” Disse un deluso Jigen.
“ ok tutti a nanna domani sera si entra in azione!”

Nel frattempo in un luogo impreciso…

“ Dottore, abbiamo saputo che Lupin ha intenzione di derubare la banca domani sera!”
“ Perfetto, preparate la pozione agiremo domani sera!” Una risata perfida uscì da quel dottore misterioso.

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Capitolo 3
*** il Dottor X ***


Arrivò la sera e la banda si ritrovò davanti alla banca, era una notte umida e faceva freddo. Jigen era pronto ad agire e aspettava il segnale di Lupin, che nel frattempo si preparò ad entrare dalla finestra. Fujiko e Goemon intanto erano entrati nella stanza del direttore ed erano riusciti, dopo un bel po’ di tempo e di dubbi, ad disattivare gli allarmi a quel punto avvertirono Lupin del via libera che di conseguenza avverti Jigen di entrare in azione. Jigen fu piuttosto veloce a far addormentare le tre guardie con i sonniferi a quel punto comunico a Lupin via libera, dopo di che usci lasciando agli altri il resto. Si avviò verso la macchina e non si accorse dell’uomo che lo pedinava, dopo un minuto lo strano uomo colpi Jigen alla testa che svenne. Lupin e company stavano tornando con la refurtiva – Adesso glie né dirò quattro al quel pigrone, ci poteva dare una mano con i sacchi. Uffa quanto pesano! – pensò un Lupin piuttosto irritato. Arrivati alla macchina rimasero scioccati da quella visione: sul sedile posteriore c’era un groviglio di vestiti che doveva essere di Jigen ma di lui non c’era traccia, tra i vestiti giaceva addormentato un piccolo angioletto, un bambino sui sei anni, capelli neri, lunghi fino al collo, lisci, di una magrezza impressionante e la carnagione pallida. Vicino al piccolo c’era una lettera Lupin la prese e la lesse ad alta voce: “ Caro Arsenico detto Lupin, quello che hai davanti è il tuo amico Jigen non ti sforzare a chiedergli cosa e successo, oltre ad essere ritornato bambino ha anche perso la memoria, l’unico antidoto e in mio possesso tra pochi giorni ti arriverà una lettera in cui ti verrà fornite più informazioni, nel frattempo buona fortuna! Firmato il Dottor X. Mmh… chi sarà?”
“E adesso cosa facciamo?” chiese Fujiko gurdando il bambino alias Jigen.
“ Dobbiamo aspettare la lettera del caro Dottor X. Mi sembra abbastanza ovvio, no?”
In quel momento intervenne Goemon che fino ad allora era rimasto fermo in fase contemplativa.
“ Adesso Jigen ha bisogno di una figura materna come tutti i bambini, quindi Fujiko sarai tu ad occuparti di lui, io e Lupin aspetteremo la lettera e scopriremo chi è questo Dottor X: chiaro?”
Lupin era d’accordo, inoltre vedere una Fujiko in versione mamma lo stuzzicava parecchio. Fujiko non sapeva che fare, fare la mamma o, diciamo maglio, la babysitter non era il suo forte oltre tutto lo doveva fare a Jigen e tra loro due non correva buon sangue “ No, non posso fare da babysitter, o mamma come dici tu, a Jigen e fuori discussione!”
In quel momento si sentirono le sirene della polizia e la solita voce fastidiosa di Zazà “ Lupin!!! Lupin!!! Sei in arresto, stavolta non mi sfuggirai!!”.
Mentre loro discutevano, infatti, una guardia si era risvegliata e aveva dato l’allarme.
“ ok ragazzi, discuteremo al covo adesso gambe in spalla!” detto questo salirono in macchina   e cominciò la fuga.

In tanto nell’ormai famoso luogo lontano…

“Dottore la pozione ha funzionato e la lettera e stata cognata!”
“perfetto!” Detto questo rise perfido.

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Capitolo 4
*** Una mattina movimentata ***


“ Lupin, Lupin! Fatti arrestare, non hai scampo! Fermati!” urlò Zenigata sporgendosi un po’ troppo dal finestrino, rischiando quasi di cadere. Lupin premeva l’acceleratore al massimo, prendeva scorciatoie su scorciatoie per cercare di seminare la polizia, ma erano appiccicosi peggio delle sanguisughe. Fujiko reggeva i sacchi dei soldi e si teneva stretto il povero bambino ancora addormentato, Goemon era in posizione meditativa, di colpo aprì gli occhi saltò giù dalla macchina e aspettò le volanti, quando furono abbastanza vicini, sguainò la spada e con un’agilità impressionante tagliò a pezzi le macchine che esplosero in un boato. Lupin nel frattempo si era fermato con la macchina in una stradina poco lontana e aspettava il ritorno di Goemon, quando tornò, Lupin fece un sorriso a 32 denti “ Però, ci hai messo di tempo a intervenire.” Detto questo ripartì, intanto vicino alle macchine in fiamme, un malconcio Zazà urlò furioso “ Questo non me lo dovevi fare, me la pagherai Lupin!” Ritornati al covo fecero un sospiro di sollievo, Lupin e Goemon portarono dentro i sacchi di soldi mentre Fujiko portava in braccio il bambino addormentato.
“Jigen dorme come un ghiro.” Disse Fujiko intenerita da quell’angioletto.
“Eh già! Però e l’ora che anche noi andiamo a nanna.”
Detto questo si avviò in camera seguito da Goemon, Fujiko invece andò a infilare il piccolo Jigen nel suo letto, aveva ancora addosso i sui vecchi vestiti che gli copriva tutto il corpo, guardandolo pensò –evviva! Domani si fa shopping- tutta eccitata andò a letto. Il mattino successivo fu molto movimentato, Lupin dormiva beatamente e non si accorse di una figura che si avvicinò al suo letto. Aprì leggermente gli occhi quanto si senti qualcosa sullo stomaco, ma si svegliò completamente quanto un sonoro “sveglia” seguito da una fragorosa risata lo fece saltare giù dal letto per lo spavento. Quando si girò vide il piccolo Jigen allungato sul suo letto tenendosi la pancia con le mani dal troppo ridere.
“Piccola peste, aspetta che ti prendo…”
“Allora provaci!” L’apostrofò Jigen facendogli la linguaccia. Lupin cerco di prenderlo ma il bambino fu più veloce di lui e iniziarono cosi a rincorrersi per tutta la casa ridento e ogni tanto prendendosi in giro, Jigen ritrovò in un vicolo ceco si girò sperando di non trovarci Lupin, così da poter cambiare strada, invece era lì che lo guardava minaccioso:
“ahahah! Sei in trappola piccolo diavoletto, non mi sfuggirai sta volta!” in quel momento sembrava proprio Zenigata, Jigen sorrise si stava proprio divertendo. Lupin fece un salto nel tentativo di prenderlo, ma con sua grande sorpresa Jigen gli scivolò sotto le gambe, facendolo finire contro il muro, il bambino scoppiò a ridere, Lupin gli stava troppo simpatico. In quel momento entrarono Fujiko e Goemon con delle buste in mano, Lupin, vedendoli li andò incontro:
“Come ti sei fatto quel bernoccolo?” domandò Goemon sorpreso.
“Chiedilo a lui, è un diavoletto, non si sta un minuto fermo.”
Goemon si avvicino a Jigen si abbasso alla sua altezza e, con grande stupore di Lupin, gli arrufò i capelli e gli disse:
“Bravo, hai fatto un attimo lavoro, ecco la tua ricompensa!” gli disse porgendogli il suo cappello preferito.
“wow, è stupendo!” disse prendendolo e mettendoselo in testa felice.
“Mi spiegate cose sta succedendo?” Chiese Lupin ancora più confuso di prima, a quel punto intervenne Fujiko:
“Mentre tu dormivi, io e Goemon abbiamo spiegato a Jigen chi è e ci siamo anche presentati. Poi siamo usciti per comprargli dei vestiti ma prima gli abbiamo chiesto se poteva svegliarti e lui, a quanto pare lo ha fatto in maniera perfetta! A proposito Jigen ecco i tuoi nuovi vestiti vai a metterli e ti abbiamo comprato anche l’intimo.”
“E le altre buste?” chiese il bambino incuriosito, indicando le centinaia di buste posate a terra.
“Roba mia! ” rispose abbastanza seccata.
“I soldi chi te li ha dati?” Chiese Lupin.
“Ho usato una parte della rapina.”
“Ma non ti servivano per sdebitarti?”
“Infatti ho usato la tua parte.”
“COSA? Chi ti ha dato il permesso”
“Lui” disse indicando Goemon.
“Ma perché?” chiese stavolta a Goemon.
“Per i vestiti del bambino, ma si è allargata troppo.” Disse il samurai in sua difesa.
Lupin, esasperato, si andò a cambiare. Quando tornò disse:
“Fujiko cara, io e Goemon usciamo, occupati tu della peste, ok?”
“NO!” urlò Fujiko, ma ormai era troppo tardi, se n’erano gia andati via.            

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Capitolo 5
*** Abilità riemerse ***


Fujiko rimase a fissare la macchina che si allontanava all’orizzonte, ancora stordita, quando si senti tirare la maglietta. Si girò e fissò con rabbia il piccolo Jigen:
“piccolo demonio, perché ti sei fatto rimpicciolire?”  Jigen la guardò confuso e spaventato, quella ragazza gli faceva paura, alla fine prese coraggio e disse:
“Dove vanno Lupin e Goemon? Non voglio stare solo con una strega come te!” disse tutto d’un fiato quasi urlando.
“Allora, primo non mi devi chiamare strega sennò giuro che ti butto in mare aperto! Secondo, non so nemmeno io dove sono andati! E terzo, credi che io sia contenta di stare con te, piccola peste? Vai a cambiarti, veloce!” Jigen si avviò in camera ubbidente, apri la porta, ma prima di entrare si girò gli fece la e gli disse:
“Ok… STREGA!” Disse chiudendosi subito la porta alle spalle per paura di essere incenerito all’istante. Fujiko diventò rossa come un pomodoro, quel colore avrebbe fatto invidia a satana in persona, sembrava stesse per scoppiare:
“NON MI CHIAMARE STREGA, CHIARO?” nella stanza Jigen aveva sentito quell’urlo infernale che gli gelò il sangue dalla paura, come poteva un bambino rimanere solo con una ragazza del genere. Prese i panni e se li mise: una felpa nera con un teschio bianco, dei jeans con dei graffi finti sulle ginocchia e delle scarpe nere con le suole e i lacci bianchi. Si avvicinò al comodino e prese il suo adorato cappello e lo indosso, gli piaceva tantissimo, incuriosito aprì il primo cassetto e quello che trovò lo lasciò a bocca aperta. Intanto nel salotto Fujiko andava avanti e dietro innervosita:
-Quel piccolo demonio, me la pagherà cara! Ma perché ci mette cosi tanto! Ok adesso lo chiamo e vediamo di chiarirci una volta per tutte!-
Pensato questo si avviò verso la porta e bussò ma non rispondeva, bussò 4 o 5 volte ma non si sentiva anima viva. Preoccupata tirò un forte calcio alla porta e la sfondò, trovò la stanza vuota, la finestra e il cassetto del comò. Si avvicinò a quest’ultimo e lo trovò vuoto, purtroppo sapeva bene cosa c’era in quel cassetto. Andò in salotto prese il cellulare e chiamò Lupin:
“Lupin torna a casa subito! Abbiamo un problema, Jigen e sparito e anche la sua pistola!”
“Era compito tuo tenerlo d’occhio, e adesso tu lo ritrovi! Mi dispiace ma siamo alquanto impegnati, torneremo tra un’oretta, ok? Adesso vado ciao!”
“NO!” Troppo tardi aveva già riattaccato.
“Jigen quanto ti ritrovo ti uccido!” Detto questo usci e si mise a cercare.
 
Nel frattempo in un boschetto vicino alla spiaggia un bambino correva, ridendo da una parte all’altra con la magnum in mano. Di colpo si fermò a fissare un albero, era perfetto per vedere se era bravo come gli aveva raccontato Goemon, prese il foglio dove era disegnato un bersaglio e lo attaccò sull’albero. Dopo aver visto quella pistola gli era venuta una grande voglia di provarla e cosi era scappato dalla finestra. Si posizionò davanti all’albero tolse la sicura alla pistola e sparò. Quando andò a controllare rimase stupito di se stesso, aveva preso in pieno il bersaglio, si allontanò ancora di più e lo centro ancora.
-Wow, sto andando benissimo, non pensavo di essere cosi bravo- pensò orgoglioso, ad un certo punto senti un fruscio dietro di se, si girò puntando la pistola, ma lo abbasso subito, perché davanti a lui c’era una bambina.   

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Capitolo 6
*** Un incontro speciale ***


Scusate il ritardo ^_^!!! Ci tengo a ringraziare le mie commentatrici abituali e anche solo chi legge ^_^!!!!!
 
 
Jigen rimase a bocca aperta, quella bambina era stupenda: aveva la sua stessa età, capelli neri mossi e lunghi, non era ne troppo magra ne troppo robusta, era abbastanza alta, indossava una maglia rosa a maniche corte, dei jeans attillati che gli arrivava alle ginocchia e delle scarpe rosse con le suole bianche.
Jigen era convinto che davanti  lui ci fosse un angelo che ha perso le ali, la bambina si avvicinò ancora di più e Jigen indietreggiò inciampando ad una roccia e cadendo per terra seduto, la bambina scoppiò a ridere, Jigen rimase incantato da quella risata chiara e cristallina:
“Sei buffo sai?” disse la bambina asciugandosi una lacrima e tenendosi la pancia dal troppo ridere. Jigen rosso dalla vergogna gli disse:
“Ma…ma tu c-chi sei?” la bambina smise di ridere lo guardò con un sorriso e gli disse:
“Scusa che maleducata! Mi chiamo Francesca Burton, e tu?” Jigen si alzò spolverandosi i vestiti e, con grande imbarazzo, gli tese la mano, presentandosi:
“Piacere! Mi chiamo Jigen Daisuke” Francesca gli strinse la mano diventando un po’ rossa in viso.
“Cosa ci fai tu qui?” chiese Jigen curioso.
“Be, vedi io abito in un paesino qui vicino e adoro passeggiare in questo bosco, ho sentito degli spari ed eccomi qui! Ma non sei troppo piccolo per sparare?”
“In effetti…si lo sono!” disse sfoggiando un sorriso alla Lupin.
“Posso provare?”
“Certo! Però stai attenta!” la bambina prese la pistola la puntò al bersaglio e sparò. Il rinculo le fece perdere l’equilibrio, stava per cadere ma Jigen la prese in tempo. Francesca si ritrovò tra le braccia di Jigen, il tempo per loro sembrava fermarsi. Sentivano una sensazione mai provato prima, era come avere delle farfalle nello stomaco, si staccarono fissandosi e arrossendo. Poi Jigen guardò il bersaglio e sorrise:
“Niente male…per una novellina!” lei si girò sperando di averlo colpito in pieno, ma con grande delusione si accorse di averlo colpito a mala pena. Si senti salire le lacrime agli occhi, aveva fatto brutta figura con quel bambino. Jigen tentò di consolarla:
“Guarda che dico sul serio! Sei stata brava pur essendo una bambina e non avendo mai sparato!”
“Perché tu non sei un bambino? Chi ti ha insegnato a sparare?”
“Be si in effetti! Mi ha insegnato il mio fratellone!”
Francesca diventò ancora più triste, Jigen se ne accorse e gli fece la fatidica domanda:
“C’è l’hai un fratello o una sorella?”
“Veramente sono orfana e figlia unica.” Disse sfoggiando un sorriso amareggiato. A Daisuke gli venne in mente l’immagine di un bambino che piangeva vicino al corpo di un uomo inerme ricoperto di sangue. Una lacrima gli bagnò la guancia destra, non sapeva perché ma si sentiva più triste che mai, non era riuscito a vedere bene ne il bambino ne l’uomo ma sentiva di conoscerli. Ritornò a guardare Francesca che aveva il viso rigato dalle lacrime:
“Mi dispiace! Se vuoi puoi venire a vivere da me, se vivi da sola!”
“Tu con chi vivi?”
“Io vivo con mia madre Fujiko, mio padre Goemon e il mio fratellone Lupin!” per lui quello che aveva detto non era del tutto una bugia, perché in fondo era così che li considerava. Francesca ci riflette un minutino e poi accettò molto volentieri, tanto in quel paesello non aveva nessun legame affettivo.
“Ok! Allora vado a racimolare le poche cose che ho! Ci ritroveremo qui dopo mangiato ok?” non aspettò nemmeno la risposta di Jigen che si avviò al paese. Il piccolo Daisuke era rimasto a fissare Francesca che si allontanava, quanto sentì la voce di Fujiko che lo chiamava. Gli venne un dubbio atroce:
-Adesso come faccio a spiegarlo a Lupin?-        

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Capitolo 7
*** Riunione di famiglia ***


Mi scuso tantissimo per il ritardone problemi di scuola come sempre meno male che è finita ^_^ !! Come sempre ringrazio chi commenta e anche solo chi legge! Spero vi piaccia ^_^!!
 
Jigen si sistemò il cappello e raccolse la pistola posata dalla bambina sulla roccia vicino all’albero. Riprovò a sparare altre tre volte finché la pistola non si scaricò. Era soddisfatto e felice, non gli importava se la strega lo sgridava, ma poteva far vedere a Lupin che era capace di sparare. Si avviò verso la casetta ma venne afferrato per il braccio, il piccolo si spaventò a morte, iniziò a sudare freddo, già sapeva chi era ma non aveva il coraggio di girarsi:
“Eccoti finalmente! Ma dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto!”
Fujiko era molto arrabbiata, non voleva ammetterlo ma si era preoccupata.
“Scusa non lo faccio più te lo prometto!”
“Dammi quella pistola, e troppo pericolosa per un bambino.”
“Non è vero so sparare!”
“Questo lo vedremo quando torna Lupin, adesso torniamo a casa.”
Fujiko gli prese la pistola e vedendolo un po’ stanco lo prese in braccio. Jigen si strinse al petto della donna e chiuse gli occhi  ormai stanchi.
-Certo che da bambino è proprio un angioletto! Ma solo quando dorme!-
Pensò sorridendo:
“OH PORCA! È tardissimo! Lupin e Goemon stanno per tornare e non ha ancora preparato il pranzo, tutto per colpa tua piccolo demonietto!”
Disse Fujiko iniziando a correre verso la casetta. Entrata in casa posò, con la delicatezza di un elefante, Jigen sul divano e si avviò a preparare il pranzo. Jigen si svegliò di soprassalto e, ancora assonnato, si avviò verso la cucina dove Fujiko era indaffarata:
“Fujiko sai quanto torna Lupin?”
“Tra poco arriva.”
Jigen si avvicinò a Fujiko con lo stesso sguardo deciso che aveva da grande:
“Strega posso chiederti una cosa?”
“Si chiedi pure demonietto!”
“Posso tenere la pistola e continuare a sparare? Vorrei aiutare Lupin con i colpi!”
Fujiko si bloccò sul posto e divenne scura in volto. Sapeva che Jigen era bravo a sparare anzi era il migliore, ma adesso che era diventato bambino non poteva difendersi bene in caso di pericolo.
“Adesso basta! Non voglio più sentirti dire certe cose! Tu non farai alcun colpo, intesi?”
Fujiko non voleva ammetterlo, ma si era affezionata a Jigen e non gli andava che rischiasse la vita per un colpo andato a male. Jigen dal suo canto ci rimase male:
“Ma io…”
Non riuscì a finire la frase che una frenata brusca davanti casa gli fece girare verso la porta che si stava aprendo.
“Siamo tornati!”
Disse un sorridente Lupin seguito da un serioso Goemon.
“LUPIN!!”
Gridò Jigen abbracciandolo alle gambe.
“Non mi lasciare mai più da solo con quella strega!”
“Ihihihih!! Fujiko fai questo effetto con tutti i bambini?”
“No, è solo lui che mi fa arrabbiare!”
Disse Fujiko in sua difesa. Jigen si staccò dalle gambe di Lupin e si avvicinò a Goemon e, con lo sguardo da cucciolo indifeso, gli disse:
“Perché sei serio? È successo qualcosa?”
“Ne parleremo dopo mangiato, ok?”
Disse Goemon accarezzandogli delicatamente la testa, poi lo prese in braccio e si avviarono verso la tavola già apparecchiata da Fujiko. Dopo mangiato si accomodarono sulla poltrona in salotto, Jigen li fissò uno ad uno. Fujiko era impegnata a mettersi la smalto verde fosforescente che si intonava alla sua maglietta verde scollatissima e ai suoi pantaloncini di jeans, Lupin invece si fumava beato una sigaretta mentre vagava con la mente pensando chi sa a che cosa, Goemon invece si lucidava la sua adorata spada e lui era li che si annoiava a morte fissando l’orologio. Era indeciso su come dare la notizia, sicuramente l’avrebbero presa molto male, sono ladri professionisti e non possono badare a due bambini, anche se lui si può badare benissimo anche da solo. Decise che avrebbe iniziato a parlare della faccenda “pistola” e poi la faccenda “Francesca”. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da Lupin che iniziò a dare colpi di tosse per attirare l’attenzione:
“Allora facciamo il punto della situazione. Jigen e tornato bambino per colpa di un certo dottor X, che adesso ci dovrebbe mandare una lettera per dirci cosa vuole in cambio dell’antidoto per far tornare Jigen adulto. Io e Goemon stamattina ci siamo intrufolati con grande maestria…”
“Vai subito al dunque!” Disse Fujiko sapendo già che Lupin si sarebbe vantato fino alla nausea. Il ladro mise il broncio facendo l’offeso mentre Jigen iniziò a ridacchiare trovandoli buffi.
“Stavo dicendo che ci siamo intrufolati dentro la centrale di polizia locale e abbiamo controllato nel database, scoprendo che il dottor X era un inventore che lavorava per la mafia internazionale poi ha iniziato a lavorare per conto suo iniziando a compiere furti famosi con le sue straordinarie invenzioni!”
“Sembra che tu stia parlando di te stesso!” L’apostrofò Fujiko.
“Modestamente non credo sia più bravo di me.”
“Tornando alle cose serie!” iniziò Goemon “Jigen, stamattina sei uscito senza permesso appropriandoti della pistola senza dire niente e andato a sparare senza precauzione rischiando di finire male. Cosa hai da dire in tua discolpa.”
“Ho invitato un’orfana a stare da noi!” Disse facendo un sorriso a 360°.
 
È finito anche questo capitolo, spero vi sia piaciuto ^_^!! Fatemi sapere cosa ne pensate ciaoooooo ^_^!!! 

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