TWEET HEARTS

di safeoned
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 1 ***
Capitolo 3: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 2 ***
Capitolo 4: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 3 ***
Capitolo 5: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 4 ***
Capitolo 6: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 5 ***
Capitolo 7: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 6 ***
Capitolo 8: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 7 ***
Capitolo 9: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 8 ***
Capitolo 10: *** TWEET HEARTS - CHAPTER 9 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO - TWEET HEARTS


Era un giorno iniziato come tutti gli altri, a dire il vero. Non c’era niente che suggerisse che la vita sarebbe cambiata, a parte forse il meteo che era previsto come caldo e soleggiato. Quella era l’unica ragione per la quale, quando Louis scrisse un tweet a Harry Styles, famoso membro dei One Direction, non pensava a niente di tutto ciò.
Qualcuno lo fa quando tweetta ad una celebrità?

***

“Svegliati, principessa!” L’urlo scellerato dell’irlandese compagno di stanza di Louis, tagliò la sua consapevolezza, trascinandolo via dal sonno. Borbottando incoerentemente una risposta, il ragazzo più grande si girò, nel tentativo di soffocare il suo insopportabile amico. Davvero, a volte si chiedeva come fossero riusciti a vivere insieme per tutto quel tempo senza farsi fuori a vicenda e finire morti in un fosso.

“Oh non fare così, piccolo, oggi dobbiamo lavorare e se anche so che odi alzarti, tu puoi trovare conforto nel fatto che io odi svegliarti,” disse Niall cantando, aspettandosi una sorta di commento insolente dal ragazzo ancora avvolto nel suo piumino. Quando la risposta non arrivò, sospirò afferrando il cuscino che si era portato dietro in caso di emergenza. “Okay Lou, non avrei voluto farlo,” mormorò alzando il cuscino sulla sua testa cominciando poi a sbatterlo sulla testa del ragazzo che stava dormendo.

“Niaaaaaall!” Si lamentò Louis, alzando le mani, nel tentativo di proteggere il suo viso dagli attacchi del cuscino di piume. “Vai senza di meeeeeee!”

“Non posso, Lou! Mi hai fatto promettere di farti arrivare in tempo al lavoro da quando il capo ha detto che ti avrebbe licenziato al prossimo ritardo.” Louis poté sentire il sorriso sfacciato che si era inevitabilmente allungato sul viso di Niall. Onestamente, la paga del lavoro era davvero minima, quindi era sbagliato tutto quel mal di cuore. Non lo odiava, aveva solo maggiori speranze per la sua vita anziché lavorare nel reparto di intrattenimento di una libreria. Naturalmente lui non poteva aspettarsi molto avendo lasciato l’università. Se non fosse stato per Niall non avrebbe più un posto di lavoro da tempo. Certo, se non fosse stato per Niall, in primo luogo non avrebbe neanche avuto un lavoro.

“Va bene! Va bene, sono su di te stupido,” Mormorò senza una reale malizia. Come sentì i piedi del biondo scendere dal suo letto, abbracciò il cuscino. Louis si sedette appoggiandosi alla testata del letto, guardando il suo giovane compagno di stanza, notando che l’unico cambiamento da quando si erano conosciuti erano i suoi tratti da bambino scomparsi.

Era il secondo giorno del Duemila dieci, e Louis si era ritrovato in presidenza, ancora. Non era un combina guai, gli piaceva solo farsi delle risate, cosa che la maggior parte dei suoi insegnanti non condividevano. Certo, era presto per trovarsi già seduto fuori dall’ufficio del preside –era probabilmente un record per lui, ma aveva un pubblico adorante da intrattenere e non poteva deluderli. Aspettò, finché un ragazzo biondo che non aveva mai visto –cosa difficile dal momento che Louis si era imposto l’obiettivo di conoscere tutti- venne accompagnato dentro e gli venne detto bruscamente dalla sua scorta di sedersi accanto a Louis e di non muoversi. Erano rimasti seduti in silenzio per un totale di trentatré secondi fino a quando Louis non lo ruppe.

“Allora cosa ci fai qui?” Chiese allegramente, mostrando il sorriso più affascinante che aveva imparato ad usare con le persone che lo ignoravano. Il ragazzo lo guardò con aria interrogativa, insicuro di cosa avesse potuto pensare il suo vicino ficcanaso. Lo guardò per un totale di quindici secondi prima di rispondere, Louis lo sapeva perché li aveva contati.

“A quanto pare non è visto di buon occhio incitare una rivolta in classe su quale squadra sia meglio tra quella inglese o irlandese,” disse con un’alzata di spalle e un accento di uno spessore irlandese. Louis non riusciva a smettere di ridere, provocando uno guardo di disapprovazione nei loro confronti dal segretario che pochi secondi dopo tornò al suo computer. Fu in quel momento che capì che sarebbero stati migliori amici.

“Lou, se ti piace quello che vedi, tutto ciò che devi fare è dirlo.” La voce di Niall lo riportò al presente in tempo per vedere il suo amico sbattere le ciglia.

“Oh tesoro, sai di non essere il mio tipo,” tubò Louis canzonandolo.

“Ahimè, sono un tipo troppo biondo e molto meno famoso di quello che ti piace,” rise fino a quando non ricevette uno schiaffo dal suo aggressore. “Ma seriamente, Lou, ora ti alzi così puoi prepararmi la colazione e possiamo arrivare in tempo al lavoro!” Normalmente il ragazzo più grande si sarebbe lamentato gemendo e combattendo per non voler cucinare ancora una volta –in realtà si pensa che qualcuno che ami così tanto mangiare sappia come cucinare QUALCOSA- ma agli occhi blu che lo fissavano da dietro il cuscino non si poteva negare niente.

“Oh va bene, buco nero di un leprecauno. Ma solo perché ti amo.” Ridacchiò Louis, raggiungendolo per poi scompigliargli i capelli biondi, ricordandogli che fossero tinti. Lui probabilmente ci avrebbe creduto meglio se avesse visto Niall con i capelli bruni, ma si era rifiutato, essendo stato più tempo un biondo finto che un bruno naturale. Il suo sorriso era grande e smagliante, e Louis poteva dire onestamente che fosse un ragazzo attraente. Se non si fosse avvicinato a lui così tanto da considerarlo suo fratello, avrebbe tentato di uscirci insieme, ma il ragazzo più giovane aveva ragione. Lui era troppo biondo e molto meno famoso del ragazzo che piaceva a Lou. Con questo pensiero spinse il suo corpo fuori dal piumino stiracchiandosi, inarcando la schiena e godendosi lo scricchiolio delle sue articolazioni gommose. Lo sguardo disgustato di Niall lo fece rotolare pigramente fuori dal letto. “Bene, andiamo oltre, so che non vedi l’ora di guardare tutti i disastri che potrò combinare stamattina.” Rise Louis, offrendo la mano al suo migliore amico per aiutarlo ad alzarsi. Così erano le mattinate trascorse dall’anno in cui Niall si era diplomato alla Sixth Form e Louis aveva lasciato l’università, e onestamente, nessuno dei due volesse andasse in altro modo.

***

Il problema di Louis era che gli toccava sempre a cucinare perché le sue abilità di cuoco erano appena un gradino sopra Niall. Se l’irlandese inceneriva un toast, lui l’avrebbe solo abbrustolito. Avevano investito in un libro di cucina che avevano visto in vendita mentre lavoravano, nella speranza che i loro talenti nascosti da cuochi uscissero allo scoperto, ma ben presto scoprirono che neanche le istruzioni passo passo avrebbero potuto salvarli. Questo, e anche il fatto che il pozzo senza fondo irlandese non potesse sopportare l’idea di aggiungere una scaglia di burro su tutto –sul serio, questa signora Paula Deen aveva qualche problema. Ma, se c’era una cosa che Louis sapeva fare, erano le uova con il pane tostato, che aveva sempre pensato fossero abbastanza facili, ma dopo il piccolo incendio che Niall aveva causato nella loro cucina non ne era stato più così sicuro. In mattine in cui non dovevano correre terribilmente in ritardo (tipo il ritardo a causa dell’autobus che li costrinse a correre perché era più veloce), simili a questa, erano quelle a cui partecipavano di buon grado.

Dopo aver consumato il pane con le uova, Louis si fece una doccia veloce indossando la sua divisa da lavoro che consisteva in una camicia cachi con bottoni azzurri. Se non fosse stato per il fatto che lavorava con il suo migliore amico e che riceveva una paga che bastava per pagare affitto e cibo, avrebbe trovato indegno il codice di abbigliamento del lavoro. Era stato abbastanza difficile trovare qualcosa di adatto da indossare tra le sue magliette a righe ed i suoi pantaloni dai colori vivaci che aveva quasi smesso di indossare dal primo giorno di lavoro, credendo che non servisse comprare vestiti per guadagnare soldi. Fortunatamente per lui, aveva una madre che lo portava a fare shopping di continuo per incoraggiare i suoi sforzi, nonostante fosse ancora un po’ amaro per lei il fatto che avesse lasciato l’università. Ad essere onesti, aveva avuto una terribile idea. Era andato a scuola dai quindici ai diciannove anni ed era stato così vivace che non aveva imparato nulla di ciò che lo avrebbe portato dove avrebbe voluto essere davvero, ossia cantare difronte a migliaia di persone, e quando aveva sentito che neanche Niall sarebbe andato all’università, gli era sembrata la decisione giusta. Certo, sarebbe potuto tornare indietro, ma questo comprendeva ammettere la sconfitta, e lui era troppo orgoglioso per questo.
Mentre faceva la sua riflessione, si arrotolò le maniche della camicia, con un’espressione carina sul volto, decidendo che se fosse andato di male in peggio avrebbe chiesto a Niall di essere il suo protettore.

“Lou! Se non finisci la tua sega mattutina svegliandoti ti avrò svegliato per niente e arriveremmo comunque in ritardo!” La voce di Niall tuonò dall’altra parte della porta, impaziente.

“Si, si! Ho quasi finito, devo solo pulirmi sul tuo asciugamano!” Rispose Louis mordendosi le labbra, cercando di non esplodere in una risata.

“Cazzo.” Mormorò il biondo finché la porta non venne aperta.

“Giovane Niall, che linguaggio volgare, cosa direbbe tua madre?” Il bruno si finse sotto shock mentre si infilava le scarpe.

“Direbbe che sei una testa di cazzo per averci messo così tanto tempo.” Ribatté.

“Si, si, piccolo. Non ti preoccupare, sono pronto. Andiamo a sopportare un altro giorno di lavoro minimamente pagato da schiavo.” Louis acclamò il suo amico fuori dalla porta con sé.

***

Erano passate solo tre ore ed il ragazzo di Doncaster era annoiato fino alle lacrime. Infatti, se non si fosse sentito umiliato, si sarebbe messo a piangere solo per avere qualcosa da fare. La libreria era priva di vita a parte lui, Niall ed il loro direttore che stava cercando di catturarli per assegnargli altro lavoro. Sembrava l’inferno, piegato sulla ricerca di trovare qualche ragione per sparare a Lou, dopo l’incidente che poteva o non poteva aver coinvolto la nuova Audi del capo, ma per qualche ragione non riusciva a licenziare Niall, che aveva esplicitamente detto che se avesse licenziato Louis se ne sarebbe andato anche lui.

Da quando erano arrivati Louis non aveva più visto i capelli biondi del compagno di stanza, i due erano stati incaricati di fare l’inventario e riporre poi sugli scaffali assegnati la merce. Era giunto agli ultimi oggetti, una pila di DVD che sarebbero stati aggiunti al ripiano superiore, un crudele scherzo del destino, Louis non avrebbe mai potuto raggiungere quella zona. Era diventato una sorta di nemico, prendendosi gioco di lui essendo fuori dalla sua portata, ma il suo ego gli impediva di fermarsi e chinarsi per prendere uno sgabello. Ogni muscolo del suo corpo era teso mentre cercava di raggiungere un punto più alto stando in punta di piedi cercando di spingere il DVD nella sua mano nel posto vuoto che portava il suo nome. Con un rapido movimento delle dita, lo mise al suo posto. Sospirando di sollievo, si asciugò in modo melodrammatico la fronte. Uno in meno e diciannove da mettere al loro posto. Ne stava prendendo un altro quando sentì un fruscio dietro di lui. Si voltò rapidamente per vedere chi fosse il nuovo ospite nella stanza, ritrovandosi Niall raggiante con una rivista stretta al petto.

“Siccome ho finito la mia parte, e poiché credo che questo posto sia più morto di una città di fantasmi, ho pensato di fermarmi e venirti a leggere le ultime notizie sul nostro modo preferito per rifarci gli occhi.” Disse scherzando e tirando fuori da sotto il registratore di cassa uno sgabello. Louis buttò furtivamente un’occhiata alla copertina, respirandoci sopra. L’attuale band più famosa al mondo, One Direction, apparivano in copertina con una foto troppo bollente per una band che aveva come pubblico delle ragazzine di dieci-sedici anni. Il trio era stato modellato per assomigliare a delle rockstar, Liam Payne, quello ‘sensibile’ era stato trasformato in un cattivo ragazzo dai capelli arruffati e con uno sguardo fiammante bordato da eyeliner, un look che sembrava più adatto ad un motociclista, con il suo taglio basso, camicia bianca macchiata di grasso, giacca in pelle e jeans strappati, che ad una popstar. Zayn Malik, quello ‘misterioso’, aveva sicuramente già conquistato il titolo di cattivo ragazzo, sfoggiava un ciuffo che poteva competere con quello che indossava di solito, che raggiungeva il suo picco sotto un cappello di feltro. Anche lui aveva gli occhi bordati da eyeliner ed indossava un completo che sembrava un po’ più adatto a lui, la maglia bianca accostata ad una giacca nera, dei jeans neri strappati e dei grandiosi stivali che Louis avrebbe voluto tirare fuori. Certamente, non era stato quello a catturare la loro attenzione. No. C’era il più giovane del trio, Harry Styles. I suoi ricci erano stati lasciati in cima alla sua testa disordinatamente ed i suoi occhi verdi trafissero l’anima di Louis dalla copertina, circondati da eyeliner che li rendevano più luminosi. Era stato vestito per assomigliare a Mick Jagger, Lou era certo di come i suoi occhi fossero incatenati ai jeans stretti del ragazzo ed al gilet di pelle aperto che rivelava cose che assolutamente nessuno avrebbe avuto il permesso di mostrare in pubblico in quel modo. Nella foto, Harry stava tirando una sciarpa che era attorno al suo collo, guardando seducente verso la telecamera e mordendosi il labbro, la stessa cosa che facevano i suoi compagni di band, solamente con davanti vecchi microfoni. Se Louis fosse stato onesto, si sarebbe almeno dovuto scusare con se stesso prima di strappare la rivista dalle mani dell’irlandese e correre come un diavolo verso casa.

“Accidenti, pensi che La Profana Trinità possa essere più sexy?” Lo prese in giro Niall, facendo volare il suo sguardo fino al volto sotto shock di Louis prima di aprire la rivista, distraendosi cercando di far scomparire l’immagine. Nel tentativo di liberare la sua testa da pensieri veramente cattivi, il ragazzo più grande tornò al suo lavoro, mentre Niall cercava l’articolo nell’indice. Niall li aveva nominati ‘La Profana Trinità’ perché credeva che quei tre ragazzi fossero stati chiamati dal loro inferno personale. Scherzi a parte, non poteva credere che quei tre ragazzi potessero essere COSÌ attraenti ed irraggiungibili, aveva detto, e Louis era stato d’accordo con lui. Non era come una ragazzina o qualcosa di simile –Okay, stava scherzando, aveva un poster sul muro e questo era ben lontano da essere peggio delle sue sorelle.

“Allora, tipo, mi piacerebbe fare cose terribili a Zayn. E dopo sposerei Liam perché lui è la cosa più dolce.” Iniziò Niall ad inveire dopo aver trovato l’articolo e di conseguenza più foto della band, incurante della preoccupazione del suo amico. “Se questo fosse stato un ‘scopa, sposa e uccidi’ mi dispiace dire che il tuo ragazzo sarebbe stato ucciso.” Louis mugugnò distrattamente cercando di mettere i DVD al loro posto nello scaffale, cosa che gli sembrò molto più difficile da fare in quel momento rispetto a poco prima.

“Anziché ucciderlo, mandalo a me.” Con le dita tese per spingere la cassetta oltre il centimetro in più di cui aveva bisogno. Girò le sue dita come la prima volta, nella speranza che funzionasse come prima. Trattenendo il respiro lo guardò mantenere il suo posto e stare immobile. Ne mancavano solo diciotto. Dio, era annoiato.

“Niall, amore, sei venuto qui per farmi divertire con un articolo sui tre ragazzi più sexy che camminano sulla terra, quindi ti consiglio di iniziare a leggere prima che io faccia qualcosa di pazzo con questi DVD per compensare la mondanità delle nostre vite,” sottolineò, afferrando un altro DVD.

“Non c’è bisogno di scaldarsi, principessa” ridacchiò il biondo “Vediamo…” si fermò un attimo per schiarirsi la voce “Sono passati solo due anni e la band britannica One Direction ha già stravolto le classifiche facendo la storia della musica, senza mostrare alcuna nota di rallentamento…”

***

Il resto della giornata passò lentamente come era iniziata, e Louis rimase sorpreso nell’essere sopravvissuto. Segretamente credeva che l’unica ragione era quella rivista, che aveva comprato appena il suo turno era finito. Anche Niall l’aveva letto insieme a lui, con molto entusiasmo, finché non lo aveva interrotto con i suoi due centesimi, Louis voleva possedere e leggere l’articolo da sé. Aveva provato per tutto il giorno a tenere lontano dalla sua mente la copertina ed il servizio fotografico che la seguiva, ma ora che era di nuovo al sicuro nel loro appartamento, lasciò che la sua mente viaggiasse mentre le sue dita sfogliavano pigramente le prime pagine. Erano davvero ragazzi attraenti e altrettanto talentuosi, stava dicendo qualcosa sulla musica pop che c’era stata in quei giorni, che il più delle volte, andava oltre la musica stessa. Ma mentre apprezzava ognuno di loro a modo suo, Harry era sempre stato il suo preferito. Lo era sempre stato dai tempi di X-Factor. C’era qualcosa di lui in cui si identificava, ed i sentimenti crescevano ogni volta che imparava qualcosa di nuovo sul ragazzo del Cheshire.

Potremmo sicuramente stare bene insieme, pensò mentre leggeva i fatti di fuoco su Harry, notando che i gusti musicali della popstar coincidevano con i suoi. Mentre continuava a leggere, la musica che aveva fatto partire sul suo computer cambiò diventando rock con battute tipo giungla che gli fecero venire voglia di ballare. Amava quella canzone e chinò la testa e cantò le parole insieme agli strumenti, tanto che decise di scriverci un tweet. Era vero, lui era uno di quelli. Tirò il computer verso se stesso e cliccò velocemente su Twitter, il suo sito più visitato. Onestamente, se fosse stato in sé si sarebbe vergognato del numero di tweets che aveva tweettato nell’ultimo paio di mesi sul suo account. Non era salutare essere dipendente da un sito come lo era lui, soprattutto se i suoi tweet erano sulla più piccola delle cose. L’ultimo, che era stato sulla colazione che aveva fatto quel mattino per Niall, era all’inizio della sua pagina. Era un giorno in cui non aveva tweettato nemmeno quindici volte, il che significava che era stato al lavoro a lungo il che che gli aveva impedito di dare ai suoi venticinque followers qualcosa da leggere.

Scrisse alcuni dei suoi versi preferiti del brano -We walk into the fire and the flames are getting higher, you came and dropped the bomb that blew me away- e stava per premere invio quando sentì il bisogno di fare qualcosa di diverso. Evidenziò il testo, cancellandolo ed iniziando a scrivere ancora, trionfante, prima di premere invio. Sorrise tra sé e sé mentre rileggeva il tweet.

@Louis_Tomlinson: penso che @Harry_Styles apprezzerebbe “FIRE” dei Kids In Glass Houses #truefacts

Rimase sul sito un altro paio d’ore, senza aspettarsi davvero una risposta dal ragazzo famoso. Dopotutto, aveva quattro milioni di followers, che probabilmente gli tweettavano ogni secondo, non avrebbe avuto alcuna possibilità, giusto? Ma questo non lo fermò nel sentirsi un po’ deluso, finché non spense la luce ed il telefono si illuminò segnalando una nuova notifica di Twitter.

***

La mattina dopo, Louis si svegliò da solo, a causa di un sogno che gli era appena sfuggito di mente. Prese il telefono per controllare l’orario quando vide il tweet. Non era su di lui, ma il suo stomaco si capovolse, come se lo fosse stato.

@Harry_Styles: We walk into the fire and the flames are getting higher, you came and dropped the bomb that blew me away.






Salve ragazze! Ecco il prologo della fan fiction che ho iniziato a tradurre da un po' di tempo, premetto che l'autrice ne è a conoscenza e le ho chiesto personalmente il permesso.
I capitoli sono sedici, compresi prologo ed epilogo, per ora ne ho tradotti cinque e posso dire che non delude per niente.
Aggiornerò ogni venerdì, in modo regolare. Ho tradotto in italiano dall'inglese pari pari, e vi prego di non rubarla dal momento che ci ho speso tempo ed energie.
Insieme al capitolo posterò anche le canzoni presenti.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A venerdì,
Giulia.

canzone

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Capitolo 2
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 1 ***


TWEET HEARTS – CAPITOLO 1


Harry non sapeva perché stava guardando il tweet del ragazzo. Forse perché era il primo tweet che aveva notato e sembrava avere secondi fini. O magari perché il ragazzo era davvero attraente. In ogni modo, questo Louis Tomlinson aveva ragione. La canzone gli era davvero piaciuta. Così tanto che l’aveva messa a riproduzione per un’ora e mezza, memorizzando il testo e le note, lasciando che inondassero i suoi sensi lasciandolo libero dagli ostacoli della sua vita. Non pensate male, Harry amava il suo lavoro e le persone che ne facevano parte. A volte però gli mancava la sua libertà nel fare ciò che volesse e, magari, essere un ragazzo di diciotto anni. Mentre la canzone iniziava per l’ennesima volta, ascoltandola sempre con più attenzione, aspettando il pezzo che aveva conquistato il suo cuore. Quando arrivò, prese il suo cellulare scrivendo furiosamente prima di inviare il tweet con la vaga speranza che il ragazzo che gli aveva consigliato la canzone lo notasse. Come lo schermo si spense, Harry premette la freccia sinistra per farlo riaccendere. Un colpo tranquillo bussò alla sua porta dopo trenta secondi, facendo uscire dalle labbra di Harry un suono infastidito.

“Sì?” urlò senza preoccuparsi di abbassare il volume della canzone. La porta si aprì lentamente rivelando un terzo dei One Direction sul suo piano.

“Senti, Haz, non sono il tipo” Iniziò a dire Liam, “ ma se sento ancora una volta quella canzone sanguinante, sarò costretto a farti ingoiare quelle casse.” Harry guardò il ragazzo poco più grande che stava sulla porta, considerando la probabile serietà della sua minaccia. Studiando gli occhi marroni che lo facevano sembrare un cucciolo che non farebbe male ad una mosca, Harry non aveva nessun dubbio nella sua mente che la voce morbida del compagno di band potesse infatti fargli ingoiare le sue costose casse Beats.

“Si, Harry, ed io non farei niente per aiutarti!” Zayn, il ragazzo con l’accento di Bradford, si spostò dal soggiorno alla sua stanza, dove stava senza alcun dubbio guardando una puntata delle sue serie TV spazzatura.

“Non avrei comunque voluto il tuo aiuto, coglione!” Rispose Harry, ignorando Liam che alzava gli occhi mentre i due ragazzi iniziavano a litigare da stanze diverse.

“Allora forse dovresti ascoltare musica migliore!” Rispose il cosiddetto Bradford Bad Boy, facendosi beffa del più giovane.

“Magari tu dovresti imparare cosa sia la buona musica!” Un piccolo sorriso iniziò a tirare gli angoli della bocca di Harry e Liam sospirò drammaticamente, lasciandosi cadere sul suo letto.

“Oi! Tu non sapresti riconoscere la buona musica neanche se venisse a prenderti a calci in culo!” La voce di Zayn rideva, mentre il ragazzo del Cheshire immaginava il suo compagno stravaccato nella poltrona che condividevano, sorridendo tra sé e sé e aspettando il suo turno per poter ribattere.

“Non parlare del mio culo, Zayn Malik! A meno che tu non ne voglia una parte, in quel caso, tutto ciò che devi fare è dirlo!” Harry arrivò al punto di usare lo stesso tono di voce che sfruttava durante le interviste con donne più grandi per stuzzicarle. I ragazzi sapevano che aveva un’inclinazione nei confronti del genere femminile che aveva scoperto durante una festa un po’ turbolenta nella casa di X-Factor. Quella sera aveva chiesto di essere lasciato vivere, ma gli avevano ricordato costantemente che sarebbe stato piuttosto difficile ficcare la lingua nella gola di Zayn. Probabilmente ci sarebbe riuscito se non fosse stato per il gioco eccitante di Liam ‘Mantenere l’ubriaco lontano dal pomiciare con il suo compagno di band.’

“Ancora non mi sei saltato addosso, eh Styles?” La voce di Zayn lo distrasse dal suo viaggio nei ricordi mentre entrava nella stanza per unirsi a lui e a Liam.

“Ti piacerebbe,” roteò gli occhi, mostrandogli la lingua. Gliele avrebbe fatte vedere, pensò, mentre rovistava nel cassetto della scrivania per estrarne le cuffie, vagamente consapevole che la canzone stesse per finire. “Guardate, io metterò queste cuffie, così potete andarvene e lasciarmi in pace con i vostri tormenti, okay?” Rimarcò, senza malizia nella voce, puntando i suoi occhi verdi in direzione di Liam. Il ragazzo si alzò in piedi dal letto di Harry, tirando fuori il telefono e cliccando sulla casella rapida dei messaggi.

“Ci piacerebbe Harry, ma oggi abbiamo interviste per tutto il giorno. Ricordi?” Gli occhi di Liam incontrarono i suoi attraverso lo schermo del Blackberry. Lo sguardo di Harry perso nel vuoto rispose per lui, facendolo sospirare. “Bene, la macchina dovrebbe venire a prenderci da un momento all’altro, quindi ti consiglio di preparati se ancora non lo sei.” Fece più o meno il punto della situazione per Harry, permettendo al ragazzo più giovane di tornare in sé. Non se n’era dimenticato, si era solo distratto. Era infatti pronto quando si ricordò il tweet della notte precedente. Una cosa tira l’altra e presto si era trovato seduto alla scrivania, con i suoi jeans ed un calzetto. (Dove diavolo era l’altro calzetto?) Zayn alzò un sopracciglio prima di scuotere la testa.

“Mi piacerebbe prendessi in considerazione l’idea di prepararti. So che gli stilisti ci vestiranno a loro modo una volta arrivati lì, ma amico, ma non pensi che arrivare lì mezzo nudo sarebbe chiedergli troppo?” Lo prese in giro mentre si chinava a raccogliere una camicia a quadri da terra gettandola ad Harry prima di uscire, senza aspettare una risposta. La annusò, sperando non fosse troppo sporca, prima di indossarla. Dopotutto uno spruzzo di colonia non avrebbe risolto il problema. Liam rotolò giù dal letto con un piccolo grugnito, prima di seguire fuori dalla porta il suo compagno.

Che spregevoli, pensò mentre cercava il calzino mancante. Lo diceva con amore, ovvio. Erano i suoi spregevoli. Onestamente non sapeva come avrebbe fatto senza di loro. Spesso pensava a come sarebbe stato se ce l’avesse fatta nello show come solista, e spesso realizzava che odiava lo scenario che aveva creato. Sarebbe stato un inferno molto più solitario e molto meno felice. Senza di loro, non avrebbe avuto nessuno con cui confidarsi, come quando era stato attaccato dal pubblico, e almeno fino ad ora, aveva bisogno di entrambi i ragazzi per non impazzire. Avevano lavorato duramente per farsi una reputazione come rubacuori, una reputazione che sarebbe potuta facilmente essere spazzata via se fosse stato lasciato a lui. Si, anche se spesso litigavano, Liam e Zayn erano la sua famiglia. La sua famiglia che lo aveva lasciato solo a cercare un calzino disperso, ma pur sempre la sua famiglia.

“Aha!” Urlò trionfante dopo aver trovato il subdolo stronzetto sul pavimento, mezzo nascosto dal piumino. Dopo  essersi alzato e aver indossato le sue converse, si fermò in bagno spruzzandosi della colonia prima di guardarsi allo specchio. I suoi capelli quel giorno avevano deciso di non stare al loro posto, ma era consapevole che gli stilisti avrebbero fatto di tutto per sistemarglieli con una marea di prodotti. Anche se non ci sarebbe stato nessun effetto. Sembravano essere molto indisciplinati quel mattino.
“Harry! La macchina è qui!” Lo chiamò la voce di Liam.
 
“Si stupido! Muoviti!” Aggiunse Zayn sfacciatamente.

“Sto arrivando! Resistete!” Gridò Harry di rimando, controllando che le sue collane fossero al sicuro attorno al suo collo. Dopo ultimo strattone ai capelli con la mano, lasciò la stanza, chiudendo dietro di sé la porta, dimenticandosi completamente il telefono sulla scrivania.
 
***
 
Louis era ancora sdraiato a letto, controllando il telefono ogni pochi minuti per assicurarsi che ci fosse davvero un tweet da Harry Styles che citava il testo della canzone che lui gli aveva inviato la notte prima. Non aveva mai fatto la ragazza o qualcosa di simile. Era pienamente consapevole che potesse essere una coincidenza, infatti si era convinto che fosse solo quella. Che possibilità c’era che il ragazzo potesse vedere il suo tweet tra tutti quelli caricati, non tenendo a mente solo la canzone, ma anche tweettandone il testo. No. Era solo una coincidenza consolidata dal fatto che Louis credesse che Harry avesse dei buoni gusti in fatto di musica. Ma c’era una piccola parte di lui –va bene, una parte piuttosto grande di lui- che credeva che il tweet fosse per lui.
 
Certo, c’era solo un modo per dimostrare se fosse vero o no. Certo, doveva solo tweettargli ancora, ma questo era esattamente ciò che lo portava a stare ancora nel letto, fissando tristemente il soffitto. Avrebbe dovuto scegliere la canzone perfetta per non perdere la possibilità di arrivare fino in fondo a questo mistero, che era un compito molto più arduo di quanto avesse pensato inizialmente. Aveva messo in riproduzione casuale il suo iTunes nella speranza che la canzone perfetta sarebbe arrivata a lui ancora una volta, solo che ad ogni canzone cambiava idea. Vedete, Louis era un rimuginatore. Più si soffermava su una cosa, più il problema diventava complicato, così come ora, era stata una guerra con se stesso e la sua testa trovare la canzone migliore da inviare al suo cotta-er, idolo. Non era una cotta, si rassicurò guardando il soffitto bianco, tracciando forme in dossi e crepe. Era più vittima del suo fascino. Sì, ecco, quello.
 
Prima che potesse rinunciare alla sua impresa, mettere la testa in cucina per iniziare a preparare la colazione e prima che Niall lo aggredisse, dalla sua playlist partì la canzone successiva. Era una band che aveva scoperto un paio di mesi prima e di cui si era completamente innamorato. Era il perfetto mix di indie ed elettro, ed era certo che chiunque apprezzasse la musica avrebbe apprezzato anche quella canzone. Con un piccolo sorriso sulle sue labbra, afferrò il telefono ed aprì la sua applicazione di Twitter.
 
Sapete cosa penso che @Harry_Styles possa apprezzare? SLEEPSONG dei Bastille. #ItsAmazing
 
Ci siamo, pensò a disagio con se stesso mentre passava sul pulsante di tweet. Sperò che avesse fatto la scelta giusta senza far divenire troppo altezzose le sue speranze. Forse lo era. Forse avrebbe dovuto ripensarci.
 
“BUONGIORNO, SPLENDORE!” Urlò Niall mentre si gettava nella stanza di Louis aprendo aperta, e riuscendo non solo a fargli venire un attacco di cuore, ma anche a farlo saltare, facendogli premere il pulsante ‘invia’. La tonalità del suo viso divenne scolorita mentre guardava il suo tweet aggiungersi alla sua bacheca. Bene, questo è quanto. “Oh, sei sveglio.” Disse l’irlandese, un po’ sconfitto, mentre abbassava il cuscino che aveva sollevato sopra la testa. “Beh, questo rende il tuo risveglio meno divertente. È il momento di andare, Lou.” Fece il broncio appoggiandosi allo stipite della porta. Louis fissò il suo telefono, sperando che si illuminasse dandogli una risposta, ignorando completamente il suo migliore amico, e facendo approfondire il broncio del ragazzo.
 
“E ora mi stai ignorando!” Gridò drammaticamente, camminando a piedi nudi nella stanza di Louis e buttandosi a faccia in giù sul suo letto. Il movimento repentino svegliò il ragazzo più grande dal momento di trance.
 
“Davvero, Nialler? Stai davvero facendo i capricci sul mio letto, ora?” Lo prese in giro, raggiungendo i suoi capelli e scompigliandoglieli, suscitando una risposta soffocata. “Non ti capisco, piccolo, quando parli con il letto.” La testa di Niall si tirò su fissando Louis.
 
“Sì, sì li sto facendo. E continuerò fino a che non mi nutrirai. Dopo, e solo dopo, ti perdonerò dall’avermi negato di battere il cuscino in modo senza senso sulla tua testa.” Disse con amarezza prima di far cadere la sua testa tra le lenzuola.
 
“Sei proprio la regina del dramma,” rise, guardando il telefono dietro di sé e nascondendo la delusione nel non aver scorto un nuovo messaggio. “Dai allora. Non posso avere una fonte di intrattenimento al lavoro arrabbiata con me, come faccio?”
 
***
 
Louis controllava il suo telefono ogni dieci minuti, quasi esattamente al secondo. In un primo momento, Niall lo trovò divertente. Sapeva che Louis era un po’ dipendente da Twitter, era uno dei suoi pochi followers dopo tutto. Non che gli costasse molta attenzione, ma lo era diventato sotto il costringimento dell’amico, ed era stato meglio diventare suo follower anziché litigare con lui per non esserlo, specialmente quando aveva in mente qualcosa. Ora era solo curioso. Non controllava il sito da una settimana, non aveva il bisogno di vedere cosa Louis tweettasse, avendo vissuto la maggior parte dei suoi tweet in prima persona. E anche se non lo era stato, riceveva la telecronaca da Louis appena rincasava, quindi in realtà, qual era l’obiettivo nel controllare il sito? Guardando il suo amico controllare il telefono per la millesima volta da quando erano arrivati a lavoro gli fece credere che magari si fosse perso qualcosa. Louis era così ansioso, ed iniziava ad essere nervoso, spostandosi a disagio sulla sedia e controllando il tempo. Avevano ancora trenta minuti prima che il loro turno finisse, ma non era sicuro che avrebbe aspettato così a lungo, specialmente se guardava la faccia delusa del suo migliore amico ogni volta che guardava lo schermo presumibilmente vuoto del suo telefono. Come vide Louis tornare al suo lavoro –al momento spolverare gli scaffali-  Niall tirò fuori il proprio telefono, sfogliando le varie pagine di app prima di trovare quella in cui risiedeva Twitter. Gettò un ultimo sguardo per assicurarsi che il suo amico stesse ancora lavorando ed il suo capo non fosse in giro, prima di aprire il sito. Gli ultimi tweets del suo migliore amico erano all’inizio della sua pagina così li lesse. E li lesse ancora.
 
Non era possibile che Louis tweettasse ad una celebrità. Una volta aveva detto a Niall che non capiva il senso e che non riusciva a capire come qualcuno potesse aspettarsi una risposta quando questo era solo uno dei tanti, ma gli ultimi suoi due tweet erano stati rivolti nientemeno che ad Harry Styles. Non solo erano rivolti al rubacuori, ma questi gli suggerivano canzoni, che non pensava sarebbero bastati per catturare l’attenzione del ragazzo. Dovrò andare a fondo in questa faccenda, pensò tra sé chiudendo l’applicazione e guardando ancora il suo amico, che ancora una volta aveva tirato fuori il telefono dalla sua tasca. Doveva assolutamente capire cosa fosse successo a Louis.
 
***
 
Harry era stato irritabile per tutto il giorno. Sapeva che non era giusto prendersela con la crew ed i suoi amici dal momento che era stato lui a lasciare il telefono nell’appartamento, ma tutto ciò che voleva vedere era se Louis Tomlinson gli avesse tweettato qualcos’altro. No, non gli sarebbe dovuto importare. Gli aveva solo consigliato una canzone, quindi per quale motivo avrebbe dovuto provare a rimettersi in contatto con lui. Era come se Harry lo conoscesse, e viceversa. Si sorprese a guardare l’ora ogni pochi minuti, il conto alla rovescia che segnava il momento in cui sarebbe potuto tornare a casa. Erano alla loro terza ed ultima intervista del giorno ed aveva quasi perso la pazienza.
 
“Quindi Harry, parlaci della nuova ragazza che fa parte della tua vita. Chi è?” Gli chiese la presentatrice radiofonica, sorridendo smagliante verso di lui. La domanda lo colse di sorpresa e cercò di pensare a chi fosse la ragazza con cui era stato visto. Il silenzio si fece imbarazzante, mentre Zayn e Liam lo guardavano in attesa di una spiegazione. Dio, qual era il suo nome.
 
“Uh, il suo nome era…” Strizzò gli occhi cercando di ricordarselo. “Em-” Liam gli diede un calcio al di sotto del tavolo, tagliandolo fuori. Non era Emma. La padrona di casa iniziò a guardarlo preoccupato mentre frustrato si passava una mano tra i capelli. Zayn iniziò a sussurrargli il nome della ragazza con una mano davanti alle labbra, in modo che la presentatrice non potesse vedere. Am… Ama…
 
“Amelie!” Disse finalmente, ricordando la data di qualche notte prima. Davvero, loro avevano appena iniziato a conoscersi. “Il suo nome è Amelie, ed è una ragazza adorabile.” Rispose, mostrando all’ospite un sorriso brillante. La tensione nella stanza sparì quasi subito quando Liam si appoggiò sollevato allo schienale e Zayn mascherò il suo ghigno con un colpo di tosse.
 
“E lei sa cosa sta facendo mettendosi con il rubacuori Styles?” Rise. Harry sussultò a quel soprannome. Non gli piaceva, ma non aveva il permesso di cancellarlo. Rapidamente si ricompose dandole una risposta sfacciata.
 
“Qualcuno sa cosa mi stia facendo?” Aggiunse con una strizzatina d’occhio a suo favore, facendola cadere in una crisi di risatine.
 
“Bene, eccoci qui ragazze,” annunciò “Il caro Harold ha avuto se stesso un’altra volta. Lo so, sto piagnucolando un po’ troppo,” fece un finto broncio al microfono. “Per oggi è finito il tempo con i One Direction, spero vi siate divertite e ringrazio i ragazzi per essere venuti.”
 
“È stato nostro il piacere,” rispose Liam semplicemente a nome del gruppo. Era stato quello nominato per parlare maggiormente avendo sempre una risposta pronta. Era stato così, a meno che la domanda non fosse rivolta a qualcun altro. Gli occhi di Harry guizzarono ancora all’orologio, cosa che Zayn notò. L’aveva fatto per tutto il giorno, ed era preoccupato del fatto che qualcosa andasse male per il membro più giovane.
 
“Ehy, amico, tutto a posto?” Gli chiese quando finalmente furono in macchina mentre Harry aveva cominciato ansiosamente a torturare i suoi braccialetti, gli occhi verdi si staccarono dal loro lavoro e Zayn alzò un sopracciglio.
 
“Si, perché me lo chiedi?” La sua voce era bassa e Zayn sapeva che stava nascondendo qualcosa, ma chi era lui per fargli leva. Con una scrollata di spalle lasciò cadere il discorso ed il ragazzo tornò ad occuparsi dei suoi braccialetti. Il viaggio in macchina era davvero lungo con l’ansia di Harry che si stava diffondendo in tutta la macchina.
 
“Davvero Harry, sembra che ti voglia buttare giù dalla macchina da un momento all’altro.” Disse finalmente Liam, innervosendosi a causa del battito del piede del giovane, che si fermò appena sentì le parole dell’amico.
 
“Ho dimenticato il mio telefono.” Si lamentò, sapendo che il suo compagno di band si sarebbe fatto una risata se quella fosse stata davvero la causa della sua ansia.
 
“Tutto qui?” Chiese Zayn. Harry scrollò le spalle in risposta.
 
“Tu sei stato tutto il giorno lontano dal mondo, dimmi come convivi con questo.” La risposta uscì più dura di quanto volesse, ma quando stava per scusarsi, arrivarono nella parte anteriore del loro edificio. Senza un momento di esitazione, Harry saltò fuori dalla macchina dirigendosi verso l’edificio e salendo nel loro appartamento. In effetti era abbastanza triste avere bisogno del proprio telefono per controllare Twitter, e onestamente si sarebbe giudicato se fosse stato qualcun altro. Fosse come fosse, si stava ancora giudicando mentre spingeva la porta aperta, senza fermarsi a guardare se i suoi compagni l’avessero seguito ed andando dritto nella sua stanza.
 
Con un respiro di sollievo, afferrò il dispositivo, notando che non c’erano chiamate perse o messaggi per lui, cliccando sull’app che era stata aperta per ultima, che era successo con Louis. No, lui non gli aveva risposto o qualcosa di simile. I suoi occhi si illuminarono quando videro il suo tweet tra i tweets recenti, trovandosi a sorridere stupidamente, con suo grande dispiacere.
 
Perché gli importava così tanto di uno sconosciuto che gli suggeriva canzoni?
 
***
 
“Okay Louis, hai qualcosa da dirmi?” Gli disse Niall una volta seduti a cena, mentre entrambi si godevano la loro tazza di cereali dal momento che Louis non aveva  avuto voglia di cucinare. Louis, che aveva mantenuto il broncio per tutta la durata della cena sembrava essere in competizione con il suo portafortuna, guardando con aria interrogativa il suo amico.
 
“No?” Sembrava più una domanda che una risposta.
 
“Sei sicuro? Perché sei stato strano tutto il giorno.” Lo pressò Niall, fissando lo sguardo blu su Louis, sapendo che si sarebbe sentito a disagio ed avrebbe parlato. Aveva imparato quel trucco tempo prima, quando voleva sapere da Louis quale fosse il suo regalo per Natale. Era la sua arma segreta e l’aveva salvato durante le occasioni speciali, e questa sembrava una di quelle. Louis cercò di sostenere lo sguardo, mordendosi il labbro con concentrazione prima di emettere un sospiro di sconfitta.
 
“Beh, vediamo…”  Il telefono di Louis si accese, provocando l’apertura della sua bocca ed il suo scatto per prendere il telefono sul tavolo. I suoi occhi cerulei erano luminosi e guizzavano sullo schermo, perdendosi nel tweet proveniente dal ragazzo famoso.
 
@Harry_Styles: Oh, you go to sleep on your own and you wake each day with your
thoughts and it scares you to be alone. It’s a last resort.
 
Il suo stomaco si capovolse mentre lasciava che le parole gli entrassero dentro. Non c’era nessuna possibilità che Harry avesse tweettato il testo delle due canzoni che lui gli aveva tweettato per pura coincidenza. Il che stava a significare che li aveva letti. Il che voleva dire che i suoi tweet erano per lui. Un grido femminile minacciò di sfuggire dalla sua bocca per l’emozione a livelli ormai incontrollabili. Mantieni la calma, pensò Tommo tra sé mentre fissava il suo telefono, contemplando cosa fare, quando il telefono sparì dalla sua presa.
 
“Oi!” Urlò cercando di riprendere il dispositivo che teneva Niall tra le mani, mantenendolo lontano dalla sua portata.
 
“Uh uh, principessa. Te lo ridarò quando mi dirai cosa succede” disse, agitando un dito nella sua direzione. Louis alzò gli occhi, provando a decidere se sarebbe riuscito a farla franca prendendolo a pugni e correndo fuori dalla stanza con il suo telefono. Le sue possibilità di successo erano davvero basse, Niall era sempre stato più veloce.
 
“Va bene, penso che Harry Styles mi abbia tweettato senza tweettarmi.” Disse finalmente. Ci fu una pausa di silenzio, prima che Niall scoppiasse a ridere. “Cosa?! Non è divertente, stupido! Ora dammi il telefono!” Strisciò verso il telefono, questa volta riuscendo a sottrarlo alla presa dell’irlandese che continuò a ridere a spese del suo amico.
 
“Sei stato così tutto il giorno perché aspettavi che Harry Styles, quell’Harry Styles, tweettasse?” Disse Niall incredulo. Beh, se la metti in questo modo, pensò Louis tra sé.
 
“Senti, non ha senso, davvero. Gli ho tweettato una canzone e lui ne ha tweettato il testo. Poi l’ho rifatto e guarda! Proprio qui. Il testo.” Spinse il telefono vicino al viso del biondo, facendogli incrociare gli occhi da quanto fosse vicino. Allontanandolo un po’, Niall riuscì a leggere il tweet.
 
“Va bene, così ha twettato una parte del testo. Non sai se è per te” disse, cercando di essere razionale, ma ad essere onesti, era davvero una coincidenza troppo grande.
 
“Ma quali sono le possibilità, Niall?! Due tweet di fila?” Louis non aveva bisogno d’aiuto per dubitare di sé stesso, e se c’era qualcuno che lo avrebbe aiutato, era Niall. Il giovane ragazzo guardò ancora il telefono.
 
“Tu sai cosa vuol dire, vero?” Gli chiese con un lampo malizioso negli occhi. E non era buono quando Niall faceva quello sguardo. Louis l’aveva visto molte volte prima che attuasse uno scherzo. L’aveva trovato divertente ed emozionante quando non era stato lui a riceverlo. Ora, non sapeva esattamente se gli piacesse il modo in cui Niall fissasse il suo telefono.
 
“Cosa significa?” Chiese nervosamente. Senza preavviso Niall prese il telefono e lo spinse lontano dal tavolo, rovesciando la sedia e correndo verso il bagno. Lo stomaco di Louis fece un balzo, quando capì cosa fosse appena successo.
 
“Niall! Ridammelo!” Piagnucolò, dirigendosi verso la porta chiusa e bussandoci sopra rumorosamente.
 
“Silenzio ora, piccolo, questo è per il tuo bene!” La voce dell’irlandese suonò da dietro la porta.
 
“Che bel bene! Dà. A. me. Il. Mio. Telefono.” Calciando ad ogni parola la porta per dare più enfasi, come aveva imparato dalle sorelle. Poteva solo immaginare le cose orribili che l’amico stava facendo con il suo telefono. Solo il pensiero lo portava ad attaccare la porta con più fervore. Non appena si fosse allontanato dal bagno, il biondo aprì la porta, passando il telefono a Louis.
 
“Calmati, ecco qui.” Fece una smorfia,  camminando come se non avesse appena causato all’amico un mini attacco di cuore.
 
“Sei un cretino, cosa hai fatto?” Disse Louis, sbloccando il suo telefono e facendosi un appunto mentale per cambiare la password del telefono in modo che la cosa non accadesse ancora.
 
“Niente, segaiolo. Ho solo tweettato al tuo ragazzo, è tutto.” Il suo sangue scorse freddo. Voleva bene a Niall, davvero, ma per lui era difficile farlo a volte. Aprì l’app di Twitter con esitazione, non essendo sicuro di voler vedere ciò che il suo amico aveva mandato. La curiosità ebbe la meglio su di lui e guardò il telefono, leggendo la parola ‘inviato’.
 
@Louis_Tomlinson: Hey @Harry_Styles apprezzeresti SWEET DISPOSITION dei Temper Trap ;)
 
Come se non avesse mai mandato una faccina con l’occhiolino, si sbeffeggiò. Certo, non gli avrebbe neanche mai mandato quella canzone, sapendo che a lui già piaceva quella canzone. (Wow, si sentiva strano a sapere quella informazione.) Grande, ora Niall era arrivato e aveva rovinato tutto. Ora certamente lui non avrebbe risposto. Tenendo il broncio, si diresse verso la sua stanza, volendo evitare il suo amico a tutti i costi evitando così di mettere in atto tutte le sue idee di vendetta. Con un sospiro, si sedette sul letto, tirando verso di sé il portatile e cercando da dove iniziare con la sua riproduzione casuale. Proprio mentre stava per iniziare la canzone, il suo telefono si illuminò.
 
@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson sembra che la terza volta non sia il caso. La conosco già. Provi ancora? :)
 
Tutti si fermò mentre leggeva le parole più e più volte. Gli aveva risposto. Non era come un riconoscimento, lo aveva letteralmente menzionato. Okay, respira, si disse. Non è un grosso problema. Il telefono si illuminò ancora.
 
@Harry_Styles ti sta seguendo.



Buongiorno! So che di aver detto che avrei aggiornato ogni venerdì, ma soprattutto REGOLARMENTE.
Il 'problema' è che domani sono a Milano e non mi sembrava giusto pubblicare il sabato mattina.
Posterò di giovedì anche la prossima settimana, perchè venerdì 5 partirò per la grande Londra!
Però, ora parliamo del capitolo. 
Penso di essere l'unica persona che fangirla mentre traduce fan fictions.
Cosa ne pensate? Cosa potrà succedere ancora tra Harry e Louis? Quale sarà il loro futuro con tanto di conseguenze? Ci sarà?
Buone vacanze di Pasqua!
A giovedì, 
Giulia

canzone canzone 

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Capitolo 3
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 2 ***


TWEET HEARTS – CAPITOLO 2


A Louis non piaceva pensare che il suono che aveva fatto fosse stato un urlo. Era stato più un urlo virile di gioia. Si, ecco cos’era. Contro chi lo stava prendendo in giro, lui continuò a strillare e strillò per un lungo lasso di tempo. Infatti, era preoccupato che Niall entrasse in camera sua per vedere se qualcuno l’avesse ucciso. Dopo aver aspettato qualche minuto per verificare che il suo amico irlandese non sarebbe entrato dalla porta, fece un balletto simile a quello che faceva Katherine Heigl in uno dei suoi numerosi film d’amore. In un giorno normale, probabilmente si sarebbe giudicato, ma questa era una circostanza estenuante.

Harry Styles si era accorto della sua esistenza, ora era il suo ventiseiesimo follower. Numero fortunato il ventisei. Okay, probabilmente non era un numero fortunato secondo gli standard di qualcun altro ma era il suo numero preferito e questo doveva essere un segno. Ovviamente loro erano destinati ad essere… Amici certo, perché non poteva comportarsi come una ragazza su questo. Cliccò sulla @ delle interazioni della sua applicazione Twitter, incominciando dai due tweet all’inizio, preoccupato che avesse frainteso il messaggio. No, era stato il vero Harry e quello era lui.

@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson sembra che la terza volta non sia il caso. La conosco già. Provi ancora? :)

Prova ancora, diceva. Provare ancora? Era stato già abbastanza difficile trovare qualcosa quando non era neppure sicuro che fosse stato notato, ma sapeva che nonostante il ragazzo fosse famoso, aspettava una sua risposta, mettendolo agli estremi. La vertigine iniziò a sfumare quando ancora teneva in mano il telefono. Questo era stato per colpa di Niall. Non era solo un amico terribile, per non parlare del fatto che si fingesse anche preoccupato del suo bene –seriamente, cosa sarebbe successo se avesse compiuto un omicidio?- ma se n’era andato rendendolo consapevole che Harry lo conoscesse. Era davvero troppa pressione. Certo, erano ormai passate un paio d’ore, quindi magari aveva lasciato perdere Louis come un caso mentale con poco o nessun riguardo verso il fatto che era stato menzionato da una star di fama mondiale. Magari non gli interessava più, stava perdendo interesse per chi fosse questo ragazzo?

Nessuno, era la risposta a quella domanda. Ma l’aveva seguito e l’aveva menzionato, e ovviamente Louis era abbastanza gentiluomo da rispondergli. Aveva rinnovato la sua libreria iTunes tempo prima, notando che aveva  risposte migliori di quante ne avesse mai avute, in arrivo a breve, e mentre le canzoni venivano sputate fuori non volle ammettere che conosceva poche cose su internet della sua celebrità-cotta. Er, idolo. Dannazione.

Voltò il cuscino, mettendo il braccio sopra i suoi occhi, ascoltando musica, sperando e pregando che qualcosa uscisse fuori in modo che potesse rispondere a quel dannato tweet e lanciare la palla dall’altro lato.

***

Era la serata dei film nell’appartamento dei One Direction, era una lunga tradizione. Certo, avevano fatto sold-out nelle arene e battuto diversi record in tutto il mondo, ma sarebbero stati dannati se si fossero dimenticati di guardare il film settimanale mangiando cibo che li faceva ingrassare e pretendendo film come Toy Story 3, che li faceva scoppiare a piangere.

Il film della settimana era un film d’azione con un sacco di cattivi ragazzi che si facevano prendere a calci in culo da Liam Neeson, soprattutto perché l’ultimo film li aveva ridotti come mocciosi in lacrime a causa dell’amicizia perduta tra una volpe ed un cane da caccia. (Per questo a Liam era stato proibito scegliere film.) Harry aveva prestato attenzione al film, davvero, l’aveva fatto, l’aveva fatto fino a quando @Louis_Tomlinson non aveva deciso di tweettargli venti minuti prima. Aveva cercato di nascondere il suo sorriso mentre ricaricava le sue interazioni per vedere se il ragazzo che gli consigliava canzoni gli avesse tweettato ancora. Il suo secondo consiglio era stato più incredibile del primo, trasmettendogli tutto ciò che avesse mai potuto sentire. Era simile a questo ragazzo –sperava non fosse un ragazzo perché sarebbe stato un po’ strano se fosse stato un internet-maniaco– e non aveva mai incontrato qualcuno che gli sapesse leggere la mente. Era pazzesco, certo, perché non pensava potesse mai incontrare qualcuno che gli riuscisse a leggere la mente tramite internet. Lui aveva scelto i testi perché anche se non l’aveva scritto potevano essergli piaciuti. Erano come una confessione e non appena glieli aveva inviati si era sentito libero dal peso all’altezza del petto, perché aveva sentito il bisogno di confessare qualcosa a questo sconosciuto, attraverso un tweet anonimo, al di là di lui. Si era sentito come se quel ragazzo di nome Louis lo capisse meglio di chiunque altro.

Quindi quando aveva visto il nome di una canzone che già conosceva, ed era certo che chiunque sapesse che lui la conosceva, si era sentito un po’ deluso. Aveva il testo della canzone tatuato, per amor di Dio, era ovvio che conoscesse già la canzone. Aveva apprezzato la faccina con l’occhiolino alla fine però. Sentì il suo sorriso allargarsi al pensiero che lo sconosciuto seduto all’altra estremità di Internet fosse sfacciato come lui. Anche se non gli aveva mai risposto direttamente, Harry schiacciò il pulsante di risposta, e fissò il messaggio vuoto, contemplando quali avrebbero dovuto essere le prime parole per Louis.

E io che pensavo mi conoscessi abbastanza da sapere che quella la conoscevo già Mr @Louis_Tomlinson.
Mordendosi le labbra, guardò il testo prima di scuotere la testa e cancellarlo selezionandolo velocemente. Troppo irriverente. Liam distolse lo sguardò dal televisore e guardò l’amico.

“Tutto bene, amico?” Gli chiese preoccupato. Harry era stato strano tutto il giorno, e ora stava scuotendo la testa davanti al suo telefono, il che era ancora più strano dal momento che due delle tre persone con cui messaggiava erano sedute sul divano con lui. Gli occhi verdi di Harry si sollevarono dal telefono per  guardarlo.

“Si. Sto bene” Sorrise ampiamente. “Sto solo… guardando dei tweets.” Liam annuì tornando a rivolgere la sua attenzione alla  televisione dove nel grandioso film Liam stava battendo alcuni cattivi ragazzi.

“Dai Liam! Hanno tua figlia!” Applaudì Zayn, imitando le movenze di un pugile e scuotendo l’intero divano. Harry ridacchiò dei suoi compagni mentre sedevano coinvolti al massimo dal film e tornò al telefono.

@Louis_Tomlinson Boo, la conoscevo già :(

Arricciò il naso, cancellando rapidamente il messaggio, non piacendogli come il messaggio suonasse da cretino lamentoso. Cosa poteva dire al suo ragazzo che non aveva mai incontrato? Doveva essere qualcosa di buono. Sarebbe stato il primo vero contatto, facendogli capire che i testi erano per lui.

@Louis_Tomlinson sembra che la terza volta non sia il caso. La conosco già. Provi ancora? :)

Questo suonava bene. Bastava scrivere in tono scherzoso e sarebbe suonato abbastanza cordiale. Almeno così sperava. Prima che potesse cambiare idea, spinse il bottone d’invio. Non si poteva tornare indietro ora. Già che sono qui potrei anche seguirlo, pensò, cliccando sul profilo del ragazzo dalle magliette a righe, cliccando poi sul bottone di follow. Ora gli sarebbe arrivata una notifica se avesse avuto una qualche risposta. Con questo in mente, il ragazzo del Cheshire gettò il telefono sul tavolino in modo che potesse vederlo, ma non senza la tentazione di controllarlo ogni pochi istanti. Dopo tutto, voleva vedere un po’ di Liam Neeson che faceva il boss.

Verso la fine del film, Harry guardava verso il basso ogni pochi secondi lo schermo vuoto del telefono. Ancora non era arrivata una risposta ed aveva paura che non avesse scelto le giuste parole dopotutto. E se lo sconosciuto fosse stato fuori di testa? Oh Dio, cosa sarebbe successo se fosse stato davvero un maniaco? Cosa se fosse riuscito stranamente a trovare un maniaco tramite internet? Cominciò a mordicchiare un angolo dell’unghia del suo pollice, non fingendo neppure di guardare il film mantenendo lo sguardo fisso sull’oggetto inanimato, sperando che si illuminasse.

“Ooooh! Fagli vedere chi è che comanda!” Sia Liam che Zayn urlarono verso la scena finale che era appena iniziata. Il suono di ossa che si rompevano, pugni e spari riempì le sue orecchie, mentre il telefono restava buio. Forse era solo patetico e non poteva nemmeno pretendere che un ragazzo a caso di Twitter parlasse con lui. Non gli sarebbe importato comunque. Non conosceva nemmeno il ragazzo. Bene, non voleva una risposta in ogni caso. Proprio mentre tornava a concentrarsi sul film che si era perso nei suoi tentativi di ricevere una risposta da Louis, il suo telefono si illuminò. Con un profondo respiro, prese il telefono. Okay, magari una risposta la voleva.

***

Louis era stato sul punto di rinunciare a trovare una canzone per Harry. Era tardi, era stanco ed aveva lavorato al mattino. Inoltre, si era convinto che il ragazzo lo aveva deriso e non gli poteva importare di una possibile risposta. Aveva impostato la sveglia e si era rannicchiato sotto le coperte quando la canzone arrivò. Non era solamente una buona canzone, ma la canzone era vicina alla perfezione che qualsiasi band potrebbe raggiungere. Era un miracolo che non gliel’avesse consigliata prima. Afferrò il telefono, cercando di sopprimere il suo sorriso trionfante, iniziando a scrivere il tweet successivo.

@Harry_Styles chiamiamola come una momentanea perdita di giudizio. Prova I WANT TO SAVE YOU dei Something Corporate. #theyreperfection

Prendi questa, Mr. Styles, pensò tra sé mentre schiacciava il pulsante d’invio con più entusiasmo di quanto fosse necessario. Posò il telefono sul comodino vicino al suo letto, arricciandosi come una palla rivolto verso il cellulare. Harry non gli avrebbe risposto subito ugualmente. I suoi occhi iniziarono ad andare alla deriva mentre il calore della coperta iniziava a infiltrare nelle sue ossa, quando sentì il ronzio tranquillo del telefono. Senza pensarci due volte, afferrò di nuovo il telefono. Non che pensasse necessariamente fosse Harry. Poteva essere un messaggio importante dopotutto.

@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson “Standing on the edge of morning scent of sex and new found glory playing” parli a tutti i ragazzi in questo modo? :P

Il respiro di Louis rimase sospeso mentre rileggeva per due volte il tweet, per assicurarsi che la sua mente insonnolita non gli avesse fatto leggere scorrettamente. Ora si facevano battute? Poteva morire e andare in paradiso. Era anche uno sfacciato bastardo. Louis aveva sempre saputo che sarebbero potuti essere amici nella vita reale. Ridacchiando tra sé, scrisse una risposta veloce e gliela inviò prima che si soffermasse su ciò che aveva scritto e cambiasse idea.

@Harry_Styles Nah, solo a quelli carini e famosi.

L’adrenalina scorreva nelle vene, mentre era sdraiato nella camera buia, aspettando una risposta. Non dovette aspettare molto prima che il telefono vibrasse sul suo petto.

@Harry_Styles: Louis_Tomlinson usarmi per fama. Questo fa male. E io che pensavo potessimo essere amici.

Amici. Amici?! Harry Styles voleva che fossero amici?! Aveva dovuto soffocare il suo entusiasmo, consapevole che Niall fosse in fondo al corridoio e che probabilmente non gradiva essere svegliato da  applausi, intontito all’idea che potesse essere amico di Harry.

@Harry_Styles Ma possiamo essere amici!

Non aveva neppure appoggiato il telefono, troppo eccitato dal vedere la risposta del cantante. Non appena lo schermo si scurì, si riaccese.

@Harry_Styles: Louis_Tomlinson No, no. Ora è troppo tardi! Sono ferito! Dovrai conquistarmi con un’altra canzone! ;)

Come fece per rispondere, un altro messaggio apparì sullo schermo.

@Harry_Styles: Louis_Tomlinson Nel caso non si fosse capito dal mio ultimo tweet, penso che questa canzone sia incredibile. #TheyAREPerfection #ButYoureStillInTheDogHouse.

Louis sorrise allo schermo, sentendo il suo cuore battere. Pensò che fosse una delle sue band preferite e che fossero perfetti. Proprio come aveva detto. Non solo quella, lui li ascoltava. Dovunque egli fosse, Harry Styles stava ascoltando una delle band preferite di Louis perché lui gliel’aveva consigliato. Un basso, profondo sbadiglio rotolò attraverso il suo corpo facendogli gettare uno sguardo all’orologio. Merda, pensò tra sé, quando si rese conto che Niall sarebbe entrato in camera sua, cuscino in mano, quattro ore più tardi per poter andare al suo turno di apertura. Un piccolo –tipo piccolo, piccolo, veramente piccolo atomo di piccole dimensioni– gli stava dicendo che sarebbe dovuto andare a dormire. Cosa sarebbe successo se si fosse svegliato realizzando che fosse stato tutto un sogno? O peggio, se si fosse svegliato, avesse scoperto che era vero, e che Harry si fosse stancato di lui? E allora? Un altro sbadiglio forzò la strada fino alla sua gola. Magari quella piccola parte di sé stesso non era così piccola. Inoltre, pensò, iniziando a scrivere una risposta, doveva essere stanco, vero?

Bene, Mr @Harry_Styles è tardi ed ho bisogno del mio sonno di bellezza, probabilmente tu non sai neppure di cosa si tratti :P

La risposta fu così istantanea che non ebbe neanche il tempo di affievolirsi prima che la risposta spuntò sul suo schermo.

@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson Penso che neanche tu sappia di cosa si tratti. Ma ti lascerò dormire. Buonanotte! #IExpectASongTomorrow

Un piccolo, sorriso contenuto si fece spazio sulle labbra del ragazzo di Doncaster e mentre il ragazzo leggeva il complimento il battito del suo cuore tornò. Non avrebbe ammesso che il suo cuore stesse svolazzando. Era più una palpitazione o qualcosa del genere. Si.

@Harry_Styles Buonanotte anche a te :) #IllMakeItAGoodSong

E con questo, Louis mise il telefono sul comodino accoccolandosi più in basso tra le lenzuola, con un sorriso insonnolito sulle sue labbra. Avrebbe potuto farne a meno, ma ritrovandosi a fantasticare per addormentarsi, immaginò che da qualche parte, Harry stesse facendo lo stesso.





Buon pomeriggio!
Come avevo promesso, ecco qui il secondo capitolo.
Le cose procedono per gradi, e io fangirlo come una scema ogni volta che traduco.
Come avete passato la Pasqua?
Io mi ero ripromessa di tradurre ma le vancanze le ho passate ad oziare elegantemente sul divano.
Domani parto per la grande Londra ed ancora non ho realizzato, sono eccitatissima.
Il prossimo capitolo arriverà venerdì prossimo e devo dire che sarà un CAPITOLONE. 
Niente spoilers ma sappiatelo: FANGIRLERETE SO HARD.
Un bacio e alla prossima,
Giuli.

canzone

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Capitolo 4
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 3 ***


 TWEET HEARTS – CAPITOLO 3


Avevano parlato per una settimana, aggiornandosi tramite le menzioni ed i messaggi diretti. Louis non era orgoglioso della sua reazione quando riceveva messaggi da dieci caratteri, sia ben chiaro. Voleva davvero far finta di non aver urlato e saltato mentre stava accovacciato smistando CD scervellandosi sulla sezione che lo sovrastava. Niall, certo, era in disaccordo. Non passò neppure un’ora senza che il biondo facesse qualche osservazione intelligente alludendo a Louis ed alla sua infatuazione evidente nei confronti della celebrità.

“Non ho una cotta, cretino!” Aveva urlato Louis dopo che Niall gli aveva mandato un messaggio dall’altra parte del negozio. La risata abbaiata del ragazzo risuonò per tutto il negozio vuoto mentre si voltava di nuovo verso il portariviste, lodandosi silenziosamente mentre impilava l’ennesima rivista di bellezza sullo scaffale.

“Il primo passo è il rifiuto, Lou!” Lo richiamò con un tono canzonante. Louis immaginò il sorriso mangia merda che si doveva essere dipinto sul viso del suo compagno di stanza mentre apriva un’altra scatola di DVD.

“Il primo passo è picchiare il mio insopportabile compagno di stanza perché non riesce a stare zitto!” Urlò Louis, felice che il negozio fosse vuoto un’altra volta e che il loro capo fosse in pausa pranzo. Forse era la sua occasione per uccidere l’irlandese. Non c’erano testimoni. Dopo aver lottato con il nastro per qualche secondo, finalmente riuscì a strapparlo, e la scatola si aprì. I suoi occhi incontrarono quelli fotografati verdi di nientemeno che del suo nuovo amico, che adornavano la copertina del nuovo concerto della band in DVD. Era quasi surreale sapere che Harry fosse una persona reale e non solo una faccia su una rivista, libro o tv. Almeno,  lui poteva solo sperare che fosse reale e non stesse parlando con tipo un computer o qualcosa del genere. Certo, poteva essere benissimo una possibilità, ora che ci pensava. Harry era troppo perfetto per essere una persona in carne ed ossa. I suoi occhi rimasero fissati sul ragazzo che sorrideva largamente verso la folla come i suoi compagni di band al suo fianco, facendo sorrisi altrettanto abbaglianti. Doveva essere una sensazione meravigliosa, pensò tra sé, immaginando come sarebbe stato stare difronte ad una folla mentre questa gridava piangendo i tuoi testi.

“Oh, oh Lou. Tu hai capito male quando stai per farti una sega sopra questo DVD.” Disse la voce di Niall dietro di lui, facendolo indietreggiare e facendogli cadere l’oggetto che aveva preso tra le mani senza rendersene conto.

“Giuro su qualunque forza ci possa essere, cretino di un irlandese, che se dici un’altra cosa su di lui” minacciò Louis, girandosi per lanciare al suo amico un’occhiataccia sperando che potesse bruciare come i fuochi di Mordor. Lui indietreggiò leggermente, con le mani in alto in segno di resa.

“Metti via l’impertinenza, principessa” parlò strascicando le parole, mentre i suoi luminosi occhi azzurri  guardavano il ragazzo più grande. Aprì la bocca per continuare ciò che voleva dire, ma venne interrotto dalla suoneria di ricezione messaggio del telefono di Louis. Il sorriso di un gatto attraversò i suoi lineamenti tesi quando vide l’eccitazione che balenò negli occhi del coinquilino. “È lui, non è vero?” Chiese, conoscendo già la risposta.

“No” Disse Lou caparbio, rifiutandosi di dare a Niall ulteriori munizioni per rendere la sua vita un inferno. Doveva seriamente riconsiderare il motivo per cui fin dall’inizio gli era piaciuto l’irlandese. Il ragazzo più giovane alzò gli occhi e sospirò.

“Rifiuto” Fu tutto quello che disse.

“Non è un rifiuto!” Replicò Louis, voltandosi verso la scatola dei DVD in modo che Niall non potesse guardarlo negli occhi. Era il modo migliore. Era sempre stato in grado di riconoscere quando Louis stava mentendo. Lo capiva quando si creava una linea tra le sopracciglia o qualcosa del genere. Non importa, piccolo leprecauno telepatico, pensò amaramente.

“E allora perché non me lo dimostri?” Lo mise sotto pressione la voce dell’irlandese mentre tirava fuori più cassette di quelli che avrebbe potuto tenere tra le mani.

“Non posso. Ho le mani piene.” Sorrise da sopra la spalla, agitando i DVD per farli vedere a Niall e iniziando a camminare.

“Lascia che ti aiuti in questo” replicò, infilando una mano nella tasca posteriore di Lou prima che questo potesse capire ciò che aveva detto veramente.

“Niall!” La voce di Louis si alzò di tre ottave mentre lasciava cadere i DVD per prendere il suo telefono. Sembrava non stessero parlando di niente di male. Al contrario, stavano parlando dell’ultima canzone che Louis gli aveva mandato via Twitter, ma non era quello il punto. Louis voleva essere la prima persona a vedere qualsiasi cosa la popstar gli dicesse, e se per farlo avesse dovuto strappare la mano a Niall, l’avrebbe fatto. Il ragazzo lasciò facilmente il telefono, facendo cadere gli occhi in una smorfia di delusione.

“Oi, non è niente di interessante comunque. Nuovi followers e robe simili” sospirò con sconfitta. La porta principale del negozio si aprì, avvisandoli del rientro del capo. Guardandolo come un cucciolo bastonato, Niall tornò al portariviste per completare l’ordine da mandare alla spedizione riviste. Louis sorrise e salutò con la mano il suo capo, cercando di sembrare come uno che non avesse commesso nulla di sbagliato, che in realtà, non aveva fatto. Ma conoscendo il suo manager, avrebbe potuto salvare un bambino da un palazzo in fiamme ma avrebbe continuato a pensare che Louis avesse in mente qualcosa. Dopo aver pedinato l’angolo del suo ufficio, Louis guardò il telefono ora tornato al sicuro tra le sue mani.

Hai 37 nuovi followers

I suoi followers erano aumentati da quando Harry aveva incominciato a seguirlo e a parlare con lui. Infatti, Twitter lo avvertiva continuamente dei suoi nuovi followers, tutti avevano qualche forma del nome di Harry o il nome della band come username. Ma chi sono io per giudicare, pensò tra sé mentre scorreva la lista dei nuovi followers. La settimana precedente aveva guadagnato oltre settecento followers, mentre la conversazione tra i due ragazzi continuava. Louis sapeva che il motivo non era l’interesse per lui, ma piuttosto volevano vedere cosa divertisse tanto il loro Harry nel parlare con questo ragazzo. Un ragazzo può sognare però. Come raggiunse il fondo della lista, un tweet spuntò sullo schermo. Parli del diavolo.

@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson oggi non mi hai ancora mandato la canzone ed io mi sento trascurato.

Un piccolo sbuffo sfuggì dalla bocca di Louis mentre leggeva il tweet. Perfetto piccolo idiota, pensò tra sé mentre immaginava il ragazzo sentirsi solo senza il suo consiglio musicale giornaliero.

@Harry_Styles ti presto felicemente attenzione, ma sono al lavoro sistemando i tuoi DVD #SoManyDVDsWithYourFace

Ridacchiò tra sé e sé mentre rimetteva il telefono nella tasca posteriore, ignaro dello sguardo vigile di Niall. Non aveva mai visto il suo migliore amico così felice come quando riceveva qualsiasi tipo di riscontro da Harry, il che era  preoccupante dal momento che non aveva mai incontrato il ragazzo. Anche se prendeva continuamente in giro il ragazzo più grande, Niall era davvero preoccupato per il suo amico. Loro erano stati amici per quasi metà della sua vita e sicuramente nessuno aveva mai fatto illuminare i suoi occhi nel modo in cui succedeva quando il suo telefono vibrava. Che Dio l’avesse aiutato se Harry lo avesse ferito, pensò tra sé, guardando Louis fare un sorriso smagliante al telefono, leggendo un altro messaggio, perché se l’avesse fatto, l’inferno non ha ira come un irlandese disprezzato.

***
Non mi hai ancora inviato una canzone

Inviò il messaggio Harry mentre giaceva sul letto, fissando il soffitto. Gli avevano concesso un giorno libero ed invece che unirsi a Liam e Zayn in una gita per prendere del curry, aveva optato per stare a casa e scrivere al ragazzo di Twitter. Era consapevole degli sguardi preoccupati che i suoi amici si erano scambiati quando gli aveva detto di andare senza di lui, erano stati con lui tutta la settimana mentre cresceva ancora e ancora attaccato al suo telefono. Era consapevole del fatto che loro avevano potuto vedere ogni tweet postato durante la settimana trascorsa –la stragrande maggioranza per Louis– ed erano rimasti incuriositi da chi potesse essere questo misterioso ragazzo. E loro non erano gli unici. Le fans avevano iniziato ad analizzare i messaggi inviati avanti e indietro, cominciando persino a seguire l’altro ragazzo. Avevano iniziato a dare un nome alla loro coppia che fece girare molte voci e non rese felice nessuno del loro management. Non che ad Harry importasse. Dopo averlo chiamato per un incontro su ‘questo tizio di nome Louis Tomlinson’, aveva fatto in modo di ottenere in DM il suo numero. Non gli doveva per forza piacere che fossero amici, comunque, pensò tra sé mentre canticchiava l’ultima canzone che aveva ricevuto e aspettava per una risposta. Il dispositivo vibrò leggermente sul suo petto.

Non so cosa inviarti, ad essere onesti. Sto avendo un blocco della canzone D:

Ridacchiò tra sé modesto, immaginandosi lo sconosciuto in difficoltà come implicava il capitolo del colonnello D.

Calmati piccolo. Non è la fine del mondo.

Aspettando una risposta, la sua mente si chiese come fosse il ragazzo. Onestamente non sapeva perché gli piaceva così tanto parlarci. Certo, si sentiva bene mentre parlava con qualcuno che non conosceva, ma era più di questo. Si sentiva come se lo sconosciuto potesse capirlo. Davvero, capirlo davvero. Non come tutti quelli a cui Harry era stato presentato.

Magari non per te, ma io sono quello di minore importanza in quest’amicizia. Ti disconnetti e sei quello famoso mentre io ti fornisco ottime marmellate. Non ho niente da offrirti se non il mio ottimo gusto musicale!

“Non è vero” parlò ad alta voce al telefono. Aveva tanto da dargli, presumendo che non stesse mentendo sulla sua vera identità. Da quello che aveva raccolto, non era solo un ragazzo dalla brillante libreria di iTunes, ma gli sarebbe piaciuto diventare un ottimo cantante, cosa che Harry aveva potuto confermare era che la sua voce era decente almeno la metà. Aveva un bell’aspetto, questo era sicuro, pensò tra sé mentre ripescava l’icon di Louis di Twitter. Era parecchio abbronzato per qualcuno che viveva in Inghilterra, ed i suoi denti brillavano vivaci attraverso il sorriso dell’immagine. Tuttavia, erano stati i suoi occhi luminosi a catturarlo mentre guardava la foto di Twitter del ragazzo più grande. Sembravano brillare attraverso la foto, trasmettendo una luce che la maggior parte delle persone non riuscivano a emanare nella vita reale, figuriamoci in un’immagine di settecento kilobyte. Mentre digitava una risposta in cui negava che fosse lui la parte migliore in quell’amicizia, la sua voce tremò tra le sue mani.

Cosa ci fai a casa il venerdì sera? Non dovresti essere a qualche party?

Tecnicamente, Harry era sicuro che ci fosse una festa, se davvero ci fosse voluto andare. L’unico problema era che lui non ci voleva andare. Non era qualcuno che voleva lì Harry, ma qualcuno che voleva lì Harry Styles dei One Direction. No, era molto meglio stare qui, sdraiato sul suo letto, messaggiando con un ragazzo che non aveva mai incontrato. Almeno sembrava voler parlare davvero con lui per lui.

Che tu ci creda o no Mr. Tomlinson, non ho amici così intimi.

Rispose onestamente. A parte i ragazzi, aveva sempre e solo mandato messaggi a sua madre quotidianamente. Ed era un bene, era piuttosto usato. Non era stato impopolare neppure al liceo, ma non significava avere molti amici. Onestamente, preferiva quel modo, avere una piccola quantità di buoni amici anziché una grande quantità di conoscenze che non sapevano nulla di te. Ciò non stava a significare che si sentiva spesso solo.

:( perché no? Penso tu sia fantastico

Il calore si diffuse sulle sue guance mentre leggeva il complimento.

Non lo so. Ma non è un grosso problema. Davvero.

Magari non avrebbe dovuto farlo.

Ma tutti hanno bisogno di almeno un amico stretto.

Harry cominciò a mordersi il labbro inferiore, non volendo entrare in una conversazione troppo profonda. Non ancora almeno. Magari Louis sapeva che la maggior parte delle persone non riuscivano a vedere oltre la reputazione che aveva ottenuto, neanche lui sarebbe stato in grado di farlo, e questo non poteva sopportarlo.

Ho degli amici stretti. Liam e Zayn :P

Tentò di alleggerire l’atmosfera con uno smile. Passarono dieci minuti prima che Louis rispondesse ed Harry si era iniziato a preoccupare di aver detto qualcosa che potesse averlo offeso. Magari avrebbe dovuto aggiungerlo alla lista. Se doveva essere onesto, considerava davvero il ragazzo di Doncaster come un amico intimo, solo che non poteva ammetterlo a lui. Chi direbbe a uno sconosciuto che lo considera come un amico stretto? Lo avrebbe fatto apparire più strano di quando già fosse. Il suo cuore affondò leggendo il testo del messaggio.

Bene Harry andrò a letto perché è stato una lunga giornata. Ma parleremo domani, va bene?

Era una brusca buonanotte. Nelle ultime notti erano stati svegli fino a tardi per scriversi, ed ora Louis andava a dormire alle 10? Harry guardò il suo telefono tristemente.

Oh… Okay… Buonanotte Louis

Con un profondo sospiro, appoggiò il telefono al suo petto, lasciando che il silenzio dell’appartamento lo soffocasse mentre fissava il soffitto lasciando che la sua vista prendesse e perdesse fuoco. Era di nuovo solo, i suoi due compagni di stanza erano fuori per uno spuntino di tarda notte ed il ragazzo con cui voleva veramente parlare probabilmente era da qualche parte ad eliminare il suo numero ripromettendosi di non parlargli ancora. Il picchiettare del suo telefono lo fece sobbalzare.

@ Louis_Tomlinson: Oh, comunque @Harry_Styles penso tu debba ascoltare HEY LONELY dei Moonlight Social #Goodnight

Un piccolo sorriso giocò sulle sue labbra mentre leggeva il tweet. Magari era solo stanco dopotutto. Spinse se stesso fuori dal letto, sedendosi alla scrivania e aprendo il browser di internet sul suo portatile. La canzone fu difficile da trovare tra tutte le altre, ed era sul punto di lasciar perdere quando inciampò in un collegamento nascosto. Cliccandoci, si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi, ascoltando con attenzione la canzone che era appena iniziata.

“Please believe me, I would give it all to heal your heart. Just maybe where you need to be is where you are” cantò la canzone, facendo stringere il cuore di Harry “Hey lonely, you are so much more than they deserve. ” In generale, non gli piacevano le canzoni country, ma questa fece centro dentro di lui. Il testo si infilò sotto la sua pelle trovandolo a riascoltare la canzone, immaginando il ragazzo più grande che sceglieva la canzone per trasmettergli un messaggio. O magari era solo un pio desiderio. In entrambi i casi, sapeva che quella notte la canzone l’avrebbe fatto addormentare.

***
Louis si svegliò di soprassalto, confuso su ciò che l’avrebbe potuto svegliare dal suo sonno profondo. Anche se aveva detto ad Harry di essere andato a letto presto, in realtà era solo stato spaventato nel vedere il parere che il ragazzo famoso avrebbe potuto dare del suo ultimo suggerimento. Era più personale delle altre perché aveva detto tutto ciò che lui avrebbe voluto dirgli, ma sapeva di non poterlo fare. Louis non era stupido. Conosceva la reputazione di Harry, e Louis sapeva che era parecchie spanne lontano dall’essere la celebrità che voleva essere. Il  fatto non fermò il suo cuore dal sentirsi sofferente leggendo le parole che il ragazzo gli aveva detto scrivendo di non aver molti amici stretti. Per lui non aveva senso. Per quanto ne sapeva, era una delle persone al mondo con meno possibilità di parlare con lui, il che era strano dal momento che era un ragazzo con tanto talento per finire in quel modo. La canzone era di una band poco conosciuta nella quale era inciampato, sperò che Harry non avesse troppo tempo da sprecare per trovarla.
Tirandosi una manata sul viso, cercando di spazzare via il sonno, rivolese la sua attenzione all’orologio a lato del letto. Provò irritazione notando che fossero le sette e mezza del mattino del suo giorno libero. Perché diavolo si era alzato? I suoi occhi si trascinarono verso il cellulare. Bene, era sveglio ora, tanto valeva controllare. Tenendo il braccio sotto le lenzuola, afferrò il telefono e premette il pulsante di sblocco, portando lo schermo alla vita.

Cosa fai oggi?

Ecco perché era sveglio. L’irritazione svanì quasi istantaneamente mentre rileggeva il messaggio di Harry ancora, lasciando che il suo cervello ancora assonnato lo raggiungesse.

Niente è il mio giorno libero perché?

La risposta fu quasi istantanea

Qual è stato l’ultimo concerto a cui sei andato?

Louis era certo che se anche fosse stato completamente sveglio non avrebbe capito dove sarebbe andata a parare la conversazione. Le sue sopracciglia si aggrottarono cercando di ricordare quale fosse l’ultimo concerto a cui aveva assistito. Era passato un tempo imbarazzatamente lungo.

Troppo tempo fa. È imbarazzante. Perché?

 Mentre aspettava, i suoi occhi cominciarono a chiudersi tornando alla deriva. Harry poteva aspettare fino ad un orario decente, pensò tra sé, mentre tornava in un beato coma. Proprio mentre stava per addormentarsi completamente, il suo telefono vibrò ancora.

Stasera è il nostro ultimo spettacolo per un po’. Vuoi venire?

***
Niall cadde dal letto con un tonfo, a causa di un lamento che era un misto tra un gatto calpestato e una sirena nell’appartamento. La sua testa pulsò finché non si alzò dal pavimento. Che diavolo era stato quello, penso tra sé e sé, cercando di riacquistare il suo orientamento. L’adrenalina si precipitò nelle vene mentre la visione di Louis assassinato nella sua stanza si fece spazio nella sua mente.

“Non ti preoccupare, Lou! Sto arrivando!” Gridò, correndo nella sua stanza. Gli sarebbe venuto un accidente se qualcuno avesse ucciso il suo migliore amico sotto la sua vista. Con la testa che ancora girava, fece un piccolo viaggio fino alla stanza di Louis, vagamente consapevole che se il suo compagno di stanza fosse stato veramente nei guai, non avrebbe saputo come difendersi. Aprendo con uno scatto la porta, cercò di non sembrare deluso quando trovò il ragazzo più grande seduto sul letto, con gli occhi spalancati e fissi sul suo telefono. “Tu mi hai svegliato per un messaggio dal tuo futuro fidanzato?!” Non poté impedire alla sua voce di alzarsi di qualche decibel al di sopra del necessario, ma come poteva incolparlo? Aveva intenzione di dormire, dopotutto. Louis lo guardò, con ancora spalancati e luminosi in cerca di qualcosa da dire “Forza, colpiscimi con il tuo miglior colpo, perché davvero, principessa, ho un sacco di aggressività repressa in questo momento” disse l’irlandese, diventando sempre più arrabbiato mentre il suo amico lo fissava, con la bocca aperta e gli occhi azzurri spalancati. Niall vide la sua bocca muoversi, ma non udì nessun suono.

“Che cos’era quello Louis? Non riesco a sentirti sopra al ronzio nelle mie orecchie dopo il tuo urlo da femminuccia” attraversò la stanza sedendosi ai piedi del letto di Louis, rischiando di cadere addormentato, quando finalmente il ragazzo più grande si decise far uscire le parole.

“Siamo stati appena invitati ad incontrare i One Direction.”



Come promesso ecco qui il CAPITOLONE!
E tutto deve ancora succedere.
Sarò sbrigativa perchè devo andare in palestra con mio fratello.
Londra è stupenda, anche se ho avuto solo qualche giorno per visitarla, è tutta una scoperta.
Inutile dire che sia praticamente l'ipposto dell'Italia: strade pulite, organizzazione.
Che dite, ci andranno al concerto quei due?
Al prossimo venerdì,
Giulia

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Capitolo 5
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 4 ***


TWEET HEARTS - CAPITOLO 4


La vera autrice vi consiglia di leggere il capitolo con
questa canzone

 


“Non capisco perché tu sia così preoccupato, piccolo” sorrise maliziosamente Zayn ad Harry da dove era appoggiato allo stipite della porta. “Ti ho visto al peggio e ancora un po’ ti voglio bene, quindi non c’è bisogno che tu cerchi di impressionare. A meno che, ovviamente, tu voglia sostituirmi.” La sua voce era compiaciuta mentre alzava le sue sopracciglia verso il compagno di band. Harry alzò gli occhi al cielo, mantenendo lo sguardo sul guardaroba, ignorando le battute. Non era in vena di sostenere una conversazione come questa. Al contrario, era favorevole a far uscire dalla stanza il suo odioso amico in modo che potesse trovare dei vestiti carini da indossare. Non che stesse cercando di apparire carino per lo sconosciuto o qualcosa di simile. Era importante per lui avere un aspetto gradevole quando usciva. Ecco, era per questo che era preoccupato. Un sussulto scioccato riempì la stanza in risposta al suo silenzio.

“Oh mio dio, Liam, l’ha fatto! Mi ha sostituito! Chi è questo!” Chiese insistente la voce di Zayn.

“Scommetto che è quel tipo con cui parla su Twitter” Strascicò Liam pigramente, le mani dietro la testa mentre fissava il soffitto giacendo sul letto di Harry. Era lì con il pretesto di aiutarlo a scegliere qualcosa di decente da indossare, ma si era ritrovato assonnato sul letto felpato dopo la sua nottata fuori insieme a Zayn. Era proprio di grosso aiuto.

“È sbagliato voler essere carino?” Ringhiò Harry in risposta, afferrando la sua camicia a quadri blu valutandola. Girato di schiena, si perse il colpo che alzando le sopracciglia, Zayn sferrò a Liam, quest’ultimo in risposta si strinse nelle spalle.

“Nah, amico, ma non te ne è mai importato così particolarmente prima” Disse Zayn, mentre Harry metteva nuovamente la camicia nell’armadio sbuffando irritato. Fosse facendo finta che non ci fossero, sarebbero andati via. “Voglio dire, solitamente ti basta indossare una camicia, mettere un berretto e sei fuori dalla porta” Il silenzio riempì la stanza mentre il ragazzo più giovane dei tre cercava di riservargli il più assoluto silenzio. Probabilmente si sentiva un po’ infantile, ma hey, essere il più giovane aveva i suoi vantaggi, e in  cosa consisteva se non poteva usare il silenzio in suo favore.

“Oh, andiamo, Haz, non fare così” Sospirò Liam, tirandosi su e fissando il ragazzo in piedi che gli stava ancora rivolgendo la schiena, ignorando al meglio i suoi occhi da cucciolo di cane. “Dì a papà Payne cosa succede” Mise il broncio, un finto broncio.

“Prima di tutto, che cazzo è, amico, papà Payne?” Sbuffò Harry, afferrando il colletto a v. “Tu sei solo un anno più grande di me. Secondo, non c’è niente che non va a parte i miei due cretini compagni di stanza che stanno psicoanalizzando il mio desiderio di sembrare carino” Scrutò la camicia per poi guardare in basso verso i suoi jeans neri. Pensava di poter uscire nero su nero. Era cool, vero?

“Ancora più vecchio di te” Mormorò Liam, guardando Harry che finalmente si decise sullo scollo a v nero.

“E tu sai che si comporta come un vecchio” Replicò Zayn, lanciando un sorriso beffardo verso Liam, che giustamente gli mostrò la lingua, sapete, molto maturo. “Ma seriamente, il ragazzo di Twitter farà la sua apparsa?” Non avrebbero mai rinunciato, pensò Harry, mentre si toglieva la camicia che indossava sostituendola con quella nera.

“Louis” Disse attraverso il tessuto della camicia.                                                         

“Hm?” Il suono confuso provenne da Liam che lo guardava divertito mentre guardava Harry cercare di tirare fuori la testa dalla camicia.

“Il suo nome è Louis” Fu tutto quello che disse, facendo saltare fuori dall’apertura della maglietta la testa, liberando il suo groviglio di ricci che erano ormai ancora più in disordine dopo la lotta.

“Bene, cosa succederà se Louis sarà a questo spettacolo?” Si corresse Zayn, incrociando le braccia al petto. Harry si girò finalmente verso di lui, rendendosi conto che nonostante il lasso di tempo per il quale avrebbe ignorato il ragazzo, lui non l’avrebbe lasciato in pace. No, era troppo testardo per farlo.

“Va bene. Si, l’ho invitato io” Mormorò, notando quanto il ciuffo di Zayn fosse impeccabile e i suoi vestiti fossero eleganti come avrebbe voluto averli lui. Onestamente, non era giusto che il
ragazzo poco più grande di lui fosse sempre in grado di avere un look da rivista senza neppure provarci. Stupido Zayn con il suo fantastico stile ed i suoi fantastici zigomi.

“Invitato, eh?” Tubò. “Potrebbe essere amore” ridacchiò.

“Oh, non rompere i coglioni” brontolò Harry, sentendo le guance bruciare mentre si allontanava ancora dal suo amico per cercare un paio di calzini. Come poteva innamorarsi di uno che aveva conosciuto su internet, pensò amaramente tra sé, sentendo due occhi bruciare dentro di lui mentre lo guardavano avviarsi verso il cassetto dei calzini.

“Hai detto al management di questo?” il tono preoccupato di Liam tagliò il silenzio finché Harry trovò trionfante due paia di calzini uguali.

“No” dichiarò, vagamente consapevole  del fatto che suonasse come un bambino testardo. Con la coda dell’occhio vide Liam scuotere la testa e Zayn aprirsi in un sorriso.

“A loro non piace che tu inviti qualcuno senza dirglielo” la voce autorevole di Liam era in completo svolgimento mentre valutava Harry, cercando di tirare fuori dalla sua mente tutto ciò che era successo.

“Buona cosa il fatto che non lo sapranno finché non sarà troppo tardi” rispose. “Inoltre” puntò i duri occhi verdi in quelli dell’amico “Ho il consenso a portare amici agli spettacoli, vero?”

“Si” sospirò Liam sconfitto, spingendosi giù dal letto, sapendo che la conversazione fosse ormai finita. Harry lo guardò mentre lasciava la stanza, sfiorando Zayn, che continuava a rimanere lì, guardando pensierosamente Harry.

“Cosa, Zayn?” Chiese, usando un tono più duro di quanto avesse previsto. Apprezzava che si preoccupassero per lui così tanto, ma onestamente, Louis era solo un amico che aveva invitato allo spettacolo. E non era come se non avessero amici che li venissero a vedere.

“Niente” si strinse nelle spalle, spingendosi lontano dalla porta e voltando la testa verso il corridoio. Emise un sospiro di sollievo sapendo che Zayn l’avesse lasciato stare senza combattere, ben sapendo che ci sarebbero state un milione di cose da dire. Sapeva che a volte Harry aveva bisogno di essere lasciato solo.

“Sono solo eccitato all’idea di poter incontrare il tuo potenziale  amico cazzuto, è tutto qui!” la voce di Zayn risuonò in tutto il corridoio e nella stanza di Harry, facendolo gemere e cadere all’indietro sul suo letto. A quanto pareva non era una di quelle volte.

***

Dall’altra parte della città, Louis stava difronte al suo meno impressionante armadio per quella che sembrava la centesima volta, mentre cercava di scegliere dei vestiti. Sfortunatamente, ogni volta che ne stabiliva uno, ci trovava sempre qualcosa che non andasse. Niall era seduto sul bordo del suo letto, già vestito e già pronto per andare. Onestamente, si potrebbe pensare che Louis avesse dei ‘Vestiti in caso di incontro con celebrità hot’ previsti per momenti come questi, pensò tra sé. Lo guardò attentamente mentre la mano di Louis si allungava per quella che sembrava la centesima volta.

“Ecco” mormorò umile, ripetendolo al suo amico. “Ancora un po’, puoi farcela Lou!” Louis si fermo, spostando la mano dal collo blu a v, facendo gemere ad alta voce l’irlandese “Lou-eeeeeeeeh,” si lamentò ad alta voce, “Scegli qualcosa, per l’amor di Dio.”

“Non puoi far fretta alla perfezione, Nialler,” Disse Louis pensieroso mentre fissava il suo armadio. Con la quantità di compere che aveva fatto, era sicuro ci fosse qualcosa che potesse indossare. A quanto pareva prima non aveva programmato che un giorno avrebbe voluto far colpo su un prodigo Harry Styles diciottenne ed i suoi compagni altrettanto interessanti. Non che mostrandosi vestito bene avrebbe sviato Harry dalle sue avventure femminili facendolo correre tra le sue braccia, ma sarebbe dovuto essere pronto a tutto. Inoltre, non voleva che questo accadesse comunque. Amici. Loro erano amici.

“Seriamente, principessa, alla fine avrai l’età delle donne che piacciono al tuo ragazzo” La voce di Niall interruppe il suo monologo interiore.

“Prenditi questo!” Urlò, girandosi verso il suo migliore amico, che alzò le mani.

“Posso anche rimangiarmelo, ma sai che è vero.”

“Non può essere vero se sono solo voci,” replicò Louis umilmente, girandosi verso l’armadio ed afferrando una maglietta a righe che i suoi occhi sembravano osservare da un estremo all’altro.

“Cosa ne pensi?” Chiese, alzando la maglietta sul suo petto cercando di cambiare discorso. Gli occhi di Niall si illuminarono nella prospettiva di far prendere a Louis una decisione.

“Aw, tesoro, sai che ti amo con le righe” fece le fusa, mostrandogli un occhiolino.

“Oh, piantala,” rise Louis, alzando gli occhi verso il suo compagno di stanza, che si limitò a sorridergli largamente.

“Lo ami,” lo accusò, tirando un pugno sul braccio del ragazzo più grande e mancandolo completamente. L’aveva fatto davvero, ma questo non doveva dirglielo.

“Si, più o meno quanto amo l’apicectomia” lo schernì Louis mentre cercava i suoi pantaloni nel cassetto.

“Non hai mai subito l’apicectomia, cretino” Ribatté Niall senza malizia, facendolo ridere.

“Beh no, ma posso immaginare che non sia piacevole.” Fece un piccolo suonò di trionfo, prendendo i suoi pantaloni dal cassetto. “Ora, potresti uscire che così mi cambio?” L’irlandese sospirò drammaticamente, facendo il broncio verso il suo amico.

“Come se non avessi visto tutto, Lou,” lo prese in giro mentre si alzava dal punto in cui era seduto.

“Sei il peggiore. Leprecauno vattene!” lo cacciò Louis, sbattendo la porta dietro il suo migliore amico. Sorrise verso i vestiti che erano sul letto. Dio, non poteva credere che stava per incontrare Harry.

***

Non doveva essere nervoso. Davvero, non doveva. Dopo aver scelto i suoi vestiti, non era stato altro che una palla di energia, che rimbalza da una stanza all’altra, mentre sollecita il tempo ad andare più veloce. Ma ora, mentre stava difronte all’arena, i suoi occhi spalancati mentre fissava l’edificio, si sentiva come se avesse dovuto vomitare. Non era la prima volta che entrava in quella sede, ma era la prima volta durante la quale avrebbe dovuto chiamare la persona che si stava per esibire al suo arrivo. Cosa sarebbe successo se non gli fosse piaciuto? Cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato così incredibile come sembrava. Qual erano le parole della canzone? ‘SEI MEGLIO FAMOSO’? Una coppia di ragazze che indossavano camicette fatte a mano gli passarono accanto, ridendo eccitate e stringendo il cartellone che avevano portato.

“Oi, lo vuoi chiamare?” Niall tirò una gomitata nelle costole a Louis, facendolo saltare. “Per quanto mi piaccia stare fuori, muoio dalla voglia di vedere tutte le facce quando due tizi entreranno prima di loro.” Anche se Niall non lo dava a vedere, segretamente non stava più nella pelle. Aveva visto Louis agitarsi per tutto il giorno, quindi sapeva che almeno uno dei due doveva restare calmo, ma dannazione, non era mai stato così agitato per qualcosa come la prima volta in cui era andato da Nando’s. E questo era a dodici livelli da quel pollo delizioso. Non era mai stato nel backstage di un concerto prima, per non parlare del concerto della Profana Trinità, ma poteva immaginare che sarebbe stato fantastico. Immaginò anche che dopo il concerto avrebbero fatto una grande festa e si sarebbe svegliato accanto a Zayn o a Liam. Certo, poteva  solo tenere le dita incrociate per quello. I miracoli possono succedere. Guardò Louis mentre fissava a disagio il suo telefono. “C’è qualcosa che non va?” il ragazzo più grande fece un respiro.

“Cosa succede se non gli piace chi sono davvero, ma solo chi sono su internet?” Chiese, guardandolo con preoccupazione negli occhi. Bene, gli sembrava la più grande cavolata mai detta.

“Louis Tomlinson, ascoltami e ascoltami bene” disse più forte di quanto avesse voluto. Con gli occhi puntati sul suo amico, non notò il piccolo gruppo di ragazze che gli avevano rivolto la loro attenzione. Specialmente non notarono quando una di loro gli scattò velocemente una foto con il telefono. “Dietro quella tastiera ci sei tu perciò chiama quel ragazzo e facci entrare.” Ci fu una breve pausa.

“Ma Niaaaall,” piagnucolò Louis.

“Oh, per l’amore di mia madre” Disse Niall esasperato strappando il telefono dalle mani di Louis. Cliccò sull’ultimo messaggio, ben sapendo da chi provenisse, e chiamando il numero. “Ora non vorresti che io tenga questo telefono quando risponderà,” fu tutto ciò che disse mentre passava l’apparecchio a Louis, le sopracciglia sollevate mentre lo metteva alla prova. Louis afferrò il telefono lanciando uno sguardo truce alla testa bionda, sperando che non ci fossero troppe orecchie giovani intorno. L’avrebbe riportato a casa per questo.

“Pronto?” il timbro profondo risuonò attraverso il telefono, facendogli perdere il fiato. Certo, aveva sentito Harry parlare durante interviste e cose del genere, ma la sua voce suonava molto più profonda al telefono. “Pronto? Louis?” Merda, doveva probabilmente rispondere.

“Ciao.” Ciao? Che il cielo l’aiuti. Si schiaffeggiò mentalmente mentre Niall rideva per lo sgomento. Coglione. La popstar ridacchiò dall’altra parte.

“Presumo tu ci sia allora” il suo tono era luminoso ed eccitato. O magari Louis stava proiettando i suoi sentimenti. Si, doveva essere così.

“Uh, sì. Ci siamo” replicò lentamente, cercando di respirare. Caro signore, Harry probabilmente stava pensando che fosse mongoloide.

“Bene,” esclamò il ragazzo più giovane. “Andate all’entrata e aspettate lì, va bene?” gli diede istruzioni.

“Certo, certo. Va bene.” Wow la speranza di Louis per le sue abilità nel parlare tornò in tempo per essere faccia a faccia con il ragazzo perfetto.

“Ci vediamo tra poco,” disse brillantemente Harry prima che la comunicazione si interrompesse. Allontanò il telefono dal suo orecchio fissandolo esterrefatto, quasi come se volesse scomparire.

“Quindi…” Niall blandì. “Siamo a posto?”

“Uh… si. Ha detto di aspettare all’entrata,” Rispose Louis lentamente, ancora realizzando che in pochi minuti avrebbe incontrato non solo i One Direction, ma Harry Pazzamente Perfetto Styles. Okay, Tommo, pensò tra sé, cresci.

“Bene, andiamo!” Niall afferrò la sua mano, tirandolo verso dove una fila composta da migliaia di adolescenti aveva origine. Molte di loro li guardarono confusamente mentre si trascinavano verso le porte, non sapendo cosa fare mentre aspettavano. Un’anima coraggiosa camminò verso di loro, guardando Louis negli occhi, facendolo sentire a disagio.

“Hai un aspetto familiare,” disse “Ci conosciamo?” Lo guardò intensamente. Beh, quello era strano. Nessuno gliel’aveva mai chiesto prima.

“Uhm, no. Sono abbastanza sicuro di no.” Ridacchiò.

“A meno che tu non abbia fatto acquisti a Foyles, in questo caso, molto probabilmente hai visto il suo brutto muso” Entrò nella conversazione Niall. Le sopracciglia della ragazza si congiunsero. Aprì la bocca per dire qualsiasi cosa quando le porte dietro di loro si aprirono, scatenando le urla assordanti della fila.

“Louis Tomlinson?” Chiese il signore corpulento con l’auricolare, tenendogli aperta la porta. I suoi occhi si spalancarono per il riconoscimento, il che era a dir poco strano. Louis le stava per chiedere cosa non andasse quando sentì Niall tirarlo dentro l’edificio.

“Oh! Stai-” La porta si chiuse, tagliandola fuori.

***

Anche se aveva pensato che avrebbe visto Harry non appena l’avessero lasciato, si stava dolorosamente sbagliando. A quanto pareva la band aveva cose da fare. Come un soundcheck e una signing prima di prepararsi per il concerto. La guardia della sicurezza che era stata mandata a prenderli aveva informato entrambi che anche se Harry aveva invitato lui e Niall, non avevano in realtà il permesso di vederli dopo dal momento che non avevano cancellato il management. Onestamente, Louis pensava ci fosse stato un grande accordo. Questo diede a lui e Niall più tempo per prepararsi mentalmente ad incontrare la band e magari avrebbero avuto meno possibilità di rendersi ridicoli. Tuttavia, con il passare delle ore stando seduti in un camerino inutilizzato, Louis sentì la sua ansia iniziare a salire alle stelle mentre considerava tutte le cose che sarebbero potute andare male.
Era solo un ventenne che aveva lasciato l’università e lavorava in una libreria in un reparto che non aveva nemmeno a che fare con i libri, onestamente non pensava ci fosse una valida ragione per la quale la giovane celebrità avesse voluto incontrarlo per invitare lui ed il suo migliore amico al suo ultimo concerto del tour. La situazione peggiorò quando la guardia della sicurezza tornò nella stanza, informandoli del fatto che lo show stesse per cominciare e per scortarli al lato del palco in modo che potessero assistere da lì. Andò così male, era certo di aver iniziato ad iperventilare. Niall guardò il suo amico, notando il pallore sulla carnagione solitamente abbronzata. Non poteva essere un bene. Il loro piccolo trio si fermò a lato del palco mentre le luci si affievolivano.  Niall gettò le braccia velocemente attorno al suo amico.

“Rilassati, Lou. Goditi lo show,” gli sussurrò nell’orecchio mentre la band iniziava a suonare all’apertura. Lo spostò mentre lo schermo video prendeva vita mentre partiva il conto alla rovescia da sessanta secondi mostrando fatti riguardanti la band, mentre la folla esplodeva in urla e luci lampeggianti. Louis lo vide distrattamente mentre guardava verso il pubblico da dove si trovava sentendosi in soggezione. Piccoli brividi corsero sulle sue braccia mentre il conto alla rovescia iniziava insieme al video. È questo ciò che gli era successo per ogni notte, pensò tra sé, mentre il conto alla rovescia raggiungeva lo zero. Le acclamazioni raggiunsero la soglia del dolore mentre i tre membri della band corsero fuori dall’altra parte del palco. Un forte urlo lo fece saltare strappando lo sguardo dalla folla e spostandolo su Niall, che gli sorrise luminoso prima di scrollare le spalle.

“Diverti!” Urlò sopra la musica prima di iniziare a ballare scioccamente. Si iniziava finalmente a sentire meglio e, infine, diede una sbirciatina ad Harry. Cantava la sua parte guardando verso il mare di persone, ma le sopracciglia erano unite come se fosse infastidito. Anche in quel momento gli sembrò perfetto come la sua voce si fondeva con quella di Zayn e Liam, che saltavano per il palco incoraggiando la folla ad applaudire più forte. Mentre Louis guardava il più giovane del trio, il ragazzo si voltò verso di loro, girandosi verso un altro punto sul palco quando i suoi occhi luminosi guizzarono fino ad incontrare il suo sguardo. Louis si sentì succhiare il respiro mente il comportamento del ragazzo cambiava completamente. Il fastidio dei suoi occhi scomparve istantaneamente ed un sorriso si distese sul suo viso. Lentamente, alzò la mano muovendola verso di lui prima di tornare al pubblico. Era successo questo. Questo doveva essere il paradiso.

***

Il resto dello spettacolo proseguì velocemente come si era aperto. La folla non aveva smesso una volta di urlare. Infatti, Louis era certo che avessero fatto in modo di essere più rumorosi in modo che lo show andasse avanti. Non che potesse dargli torto. Spesso lui e Niall si erano trovati ad aggiungere applausi e danze dal lato del palco. Era quasi certo di aver visto Harry guardarli e ridere delle loro buffonate un paio di volte, il che che lo fece solo sentire frivolo. Anche Liam e Zayn sembravano essersi goduti il paio dei due sconosciuti che ballavano fuori scena. Naturalmente, sarebbe potuto essere un pio desiderio, ma nessuno doveva saperlo. Finalmente il concerto si concluse, i ragazzi fecero i loro discorsi di ringraziamento e si esibirono con la loro ultima canzone, che a lui sembrò più un inferno che il caos. Saltarono giù dal palco e andarono nel pubblico, raggiungendo quanti più fans potessero prima che la sicurezza potesse riprenderli e farli tornare sul palco. Louis sapeva che gli piacevano per un motivo. Il trio era ora al centro del palco inchinandosi prima di correre via dal palco, proprio verso la loro direzione. Sembrava fosse a rallentatore mentre i ragazzi famosi si avvicinavano, ed il panico iniziava a circolare ancora nelle vene di Louis.

“Ohmiodio Niall non ce la faccio,” squittì. Prima che la testa bionda potesse rispondere che avrebbe solo dovuto crescere un po’, il trio fu difronte a lui. Più importante, Harry fu difronte a lui. Se Louis aveva pensato che fosse perfetto in giornali e interviste, si sbagliava. Si sbagliava senza dubbio. Il filmato non aveva potuto catturare lo splendore dei suoi occhi mentre scintillavano di adrenalina a causa dello spettacolo che aveva appena concluso. Inoltre, non era certamente in grado di catturare il rossore delle sue guance mentre tratteneva il respiro, gli occhi fissi sull’infame ragazzo di Twitter con cui aveva continuato a parlare. Stettero entrambi in silenzio, gli occhi fissi, ignorando completamente la confusione attorno a loro mentre la band usciva dal palco ed il pubblico se ne andava.

“Ragazzo con la maglia a righe, huh?” Disse finalmente Harry, rompendo lo spessore di tensione che aveva riempito l’aria intorno a loro.

“Cosa?” Chiese Louis confusamente. Onestamente, si sentiva così lento.

“La tua maglia,” accennò verso il completo di Louis. “Il ragazzo dalla maglietta a righe” citò come recitava la descrizione del profilo Twitter del ragazzo dagli occhi blu. Sentì il calore sul suo viso mentre realizzava che Harry gli aveva prestato molta attenzione.

“Uh, si,” ridacchiò nervosamente. “Davvero, non l’avevo neanche notato. Mi piace semplicemente la maglietta” Non era una bugia. Era la sua preferita, perciò non capì davvero perché si sentì così stupido dicendolo. Probabilmente perché era lì con Harry e stavano parlando di vestiti. Wow, bella conversazione, Lou.

“Anche a me,” Harry fu d’accordo, osservando la maglietta e facendo arrossire di più Louis. Allungò la mano all’improvviso. “Piacere di incontrarti finalmente, Louis.” Oh mio Dio, pensò tra sé e sé, mentre fissava la mano di Harry, che voleva stringere.

“Piacere di conoscerti,” riuscì a dire, mentre prendeva la mano della popstar. Una scossa elettrica percosse il braccio a contatto, prendendo fiato mentre tirava via la mano.

“Mi hai dato la scossa,” lo accusò Harry, guardandosi incredulo la mano, quasi per accertarsi che non sarebbe caduta.

“No, sono piuttosto sicuro che me l’abbia data tu la scossa,” rispose infantilmente, incrociando le braccia e guardando il ragazzo più giovane con tono accusatorio. Si tenevano per sguardi, come se chi dei due avesse distolto per primo lo sguardo avrebbe dato la prova di aver dato la scossa che era corsa lungo i loro corpi. (Mentre questi erano in una piccola competizione, Niall, Liam e Zayn li guardavano, facendo scommesse su quanto ci sarebbe voluto prima che si saltassero uno addosso all’altro strappandosi le ossa.)

Fu Louis a distogliere lo sguardo per primo.

“È stato divertente,” rise Louis, guardando il pavimento, a corto di fiato mentre cercava qualcosa da dire al ragazzo famoso non riuscendo ancora a credere fosse vero. “L’ultimo concerto che ho visto è stato in questo posto.” Una delle sopracciglia di Harry si sollevò interrogativa.

“Oh davvero?” disse, tirando leggermente l’angolo della bocca verso l’alto. “E che concerto era?” Louis sentì il cuore battere velocemente. Gesù, calma, non è un interrogatorio, comandò alle sue palpitazioni. Lui e Niall avevano fatto un patto prima di lasciare l’appartamento ossia che nessuno dei due si sarebbe comportato diversamente dal normale, in modo che si sarebbe sentito dannato se fosse svenuto.

“Ho visto i The Script. Sono piuttosto bravi dal vivo,” rispose in tono pratico. Le labbra di Harry si incresparono in un sorriso, scatenando tutta la sua semplice forza su Louis, che dovette contare fino a dieci per mantenere il sangue freddo.

“Lo so,” rise il ragazzo più giovane, “Ero a quel concerto.”

***

Non era passato molto dopo la rivelazione che i due ragazzi si sarebbero potuti benissimo incontrare prima che il management del famoso trio li venisse a prendere, per dirgli che era ora di andare. Si scambiarono tutti dei veloci saluti e piacere di conoscerti prima di prendere direzioni separate. Anche se l’incontro non era nemmeno lontanamente vicino a ciò che avevano sperato, Louis e Niall ancora con le vertigini si diressero verso la loro automobile, con l’eccitazione che ronzava nelle loro vene. (Solamente incontrarli era stato abbastanza bello comunque.) Da parte di Louis, il suo sorriso probabilmente non sarebbe scomparso presto. (Aveva finalmente incontrato Harry nella vita reale e non aveva pensato fosse uno scherzo e che probabilmente sarebbero usciti ancora.) Niall, a mancata conoscenza di Louis, sorrideva grazie al numero che bruciava nella sua tasca. Avrebbe dovuto dirgli che Liam aveva aggiunto il suo numero al telefono, ma voleva che il suo amico fosse felice di aver incontrato Harry, perché ciao. Avrebbe aspettato per sempre ora. Non fu fino a quando arrivarono a casa e capirono di essere esausti e nemmeno quando erano entrambi nascosti nei loro letti che il telefono di Louis si illuminò.

@Harry_Styles: @Louis_Tomlinson ora è il mio turno per suggerirti una canzone. Prova START A FIRE di Ryan Star ;) #NiceToMeetYouFinally #YouDefShockedMe

Un piccolo sorriso si tirò sulle sue labbra prima di addormentarsi, ripromettendosi di ascoltare la canzone appena si fosse svegliato.





 

In ritardo, here I am!
A parte i problemi di efp che non mi hanno fatta pubblicare stamattina ero già in ritardo di mio.
Niente, sono di poche parole perchè devo uscire, spero vi piaccia e fangirliate come ho fatto io mentre traducevo.
A venerdì,
Giulia

canzone

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Capitolo 6
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 5 ***


TWEET HEARTS – CAPITOLO 5

Canzone consigliata 

Harry si sedette al tavolo, appoggiandosi ad una delle tante sedie dell’ufficio con i piedi stesi sul lungo tavolo da riunioni, girandosi i pollici oziosamente mentre aspettava che Simon entrasse. Non era mai stato un buon segno quando l’uomo chiamava qualcuno per un incontro faccia a faccia, soprattutto se era lui. Il ricordo del loro ultimo incontro privato balenò nella sua testa mentre sedeva lì, contando le piastrelle del soffitto. Simon lo aveva implorato di bloccare la comunicazione con Louis, che aveva causato una battaglia ancora più grande. Non era che ad Harry l’uomo non piacesse o qualcosa del genere, e capiva tutto ciò che faceva, lo faceva perché voleva aiutare a proteggere la band, ma sarebbe stato dannato se avesse controllato anche di chi fosse amico. L’argomento raggiunse il punto quando Harry si precipitò fuori dalla stanza, sbattendo la porta dietro di lui e lasciando un meno divertito Simon sulla sua scia. Da allora si era rifiutato di parlare con l’uomo, scegliendo di ricevere i suoi messaggi tramite Zayn o Liam, ma ora che era solo nella stanza, non aveva altra scelta se non guardarlo in faccia. Davvero, probabilmente non ci sarebbe dovuto andare. Era come se non avesse saputo che invitare Louis al loro concerto senza dirlo a nessuno avrebbe causato problemi. Un sacco di problemi in realtà. Aveva dovuto combattere con Paul fino a quando questo non gli aveva detto che avrebbe potuto vedere il ragazzo più grande alla fine dello show perché se non fosse stato chiaro era lì per ‘ragioni di sicurezza’. Tuttavia, quando cercava di richiamarlo su cavolate, lui gli ricordava che era stato fortunato se avevano lasciato il ragazzo misterioso ed il suo amico assistere al concerto, il che fece tacere Harry, ma era sicuro che l’inferno non era finito lì ed Harry non poteva pretendere che Harry fosse d’accordo. E non lo era. Il resto del pomeriggio lo aveva speso dando a tutto il team del management i suoi migliori sguardi, parlando tramite frasi brevi. Guardando al passato, avrebbe potuto ammettere di essere stato infantile, ma aveva aspettato così tanto per incontrare il ragazzo di internet ed era stato così vicino a farlo, eppure così lontano. Era stato davvero preoccupato di non riuscire ad esibirsi a causa del suo umore ad essere onesti. Non era mai stato così agitato da sentirsi eccitato mentre guardava verso il pubblico, ma c’era una prima volta per tutto, giusto? Ma poi aveva visto che Louis era davvero a lato del palco, dove gli aveva promesso che sarebbe stato. Un piccolo sorriso tirò l’angolo delle sue labbra mentre mentalmente raffigurava il ragazzo in piedi con un sorriso sciocco inciso sul suo volto ed una maglietta stretta a righe. E non aveva neppure iniziato a pensare a quei pantaloni…

La porta della sala riunioni si aprì all’improvviso, sbattendo contro il muro come se fosse stata spinta e facendolo saltare e risedersi sulla sedia. I suoi occhi verdi saettarono su Simon, che stava sulla soglia con uno sguardo di disapprovazione mentre i suoi occhi si posarono sui i piedi appoggiati di Harry. Si arrampicò velocemente per spostarli prima di ricordare che era ancora arrabbiato con Simon e pertanto si sarebbe dovuto comportare come un normale diciottenne o come una qualsiasi figura autorevole. Dannazione, pensò tra sé, mentre riceveva un cenno d’approvazione dall’uomo che si chiuse delicatamente la porta dietro di sé.

“Harry, dobbiamo parlare,” disse serioso mentre attraversava la stanza sedendosi difronte a lui. Bene, no merda.

“Senza offesa, ma avevo già capito quando mi è arrivato il tuo messaggio dicendomi di venire dentro,” disse Harry con aria di sfida. Simon gli lanciò uno sguardo di avvertimento, che gli scivolò addosso. Non voleva ascoltare ciò che il management aveva in serbo per lui, e non voleva sprecassero tempo per dirgli cose che già sapeva. Basta sputare, pensò tra sé.

“Sembra che essendo giovane tu non possa mostrare segni di perdita di memoria, ma ti chiedo di ricordare la conversazione della settimana scorsa” anticipò, guardando il ragazzo vicino.

“Sfortunatamente” replicò Harry bruscamente, mantenendo lo sguardo su Simon. Probabilmente in questo caso non lo stava aiutando molto, un pensiero si solidificò mentre lo sguardo negli occhi del più anziano si induriva.

“Allora trovo sia sicuro che tu ascolti i miei avvertimenti e la smetta di parlare con il ragazzo” sottolineò le ultime due parole facendole sembrare più dure. Ad Harry non piacque il modo in cui sputò quelle parole.

“Louis” Lo corresse. “È più che il ragazzo ” tentò di imitare il tono di Simon, “ha un nome.”

“Sia come sia, Harry, tu non hai ancora smesso di parlare con lui” la sua voce era tutto un affare. Harry conosceva bene quella voce. Onestamente, gli mancavano quei giorni in cui poteva avere una conversazione con Simon senza dover sentire quella voce.

“Ti ho detto che non l’avrei fatto. Non abbiamo parlato così tanto su Twitter però, quindi ti prego,” rispose, cadendo finalmente agli occhi del suo capo.

“Non avresti dovuto incoraggiare le fans che si stanno convincendo sul fatto che tu potresti non essere così coinvolto da tutte quelle belle ragazze come può sembrare.”

“Non l’ho fatto” fu tutto quello che Harry disse, con gli occhi ancora abbassati.


“Davvero?” la voce di Simon fu improvvisamente incredula. “E questo cos’è?” gli chiese, mantenendo il blackberry. Un tweet spuntava sullo schermo.

@Gabby1D_93: Oh mio dio ragazzi @Louis_Tomlinson è qui per vedere @Harry_Styles! #LarryIsReal

La foto mostrava Louis, con gli occhi spalancati per quello che Harry poteva solo immaginare fosse panico. Il suo amico biondo –Niall, com’era?- sembrava fosse davvero coinvolto da ciò che diceva, indicando verso il basso nelle mani dell’altro ragazzo quello che doveva essere un telefono. Se non si sbagliava, sembrava che Louis fosse stato piuttosto nervoso, un’idea che gli causò l’erutto di farfalle nel suo basso ventre. (Farfalle? Che diavolo era quello?)  Gli fu un po’ difficile mantenere sulle sue labbra un sorriso contenuto, sapendo che avrebbe solo peggiorato le cose.

“Hai la minima idea di quanti retweets e mi piace abbia?” Gli chiese Simon, non aspettandosi una risposta.

“Non ne ho idea,” rispose onestamente. Non aveva avuto la possibilità di controllare le sue menzioni tra il ritorno a casa della sera prima ed essere chiamato lì la mattina. Aveva comunque visto i ‘Larry Shippers’. E gli erano piaciuti abbastanza se doveva essere sincero, anche se non l’avrebbe mai detto a Simon, che era sicuro gli avrebbe causato un infarto. Veramente, ora che ci pensava…

“Molti più di quanti dovrebbero essere,” sottolineò, con la voce ancora morta. “E hai bisogno che ti ricordi i tweets di ieri sera?” In realtà non doveva, ma Harry era curioso di vedere ciò che aveva da dire a proposito. Prendendo il silenzio come un incoraggiamento a parlare, Simon si fermò su un altro schermo del suo telefono e si schiarì la gola.

“Is this love or, just sexual desire? We’re gonna start a fire,” lesse. Oh certo, aveva dimenticato che c’erano I testi. Okay, no, non l’aveva fatto, ma se qualcuno gliel’avesse chiesto, li aveva inviati perché il ragazzo dagli occhi blu aveva praticamente messo il suo braccio sul fuoco con quella scossa. E di certo non era perché stesse flirtando con lui o altro.

“Guarda, non gli ho inviato niente che centrasse con quello. Mi ha dato la scossa quanto ci siamo stretti la mano e volevo trovare una canzone che fosse adatta a quello,” si strinse nelle spalle, comportandosi da duro. Se voleva uscire da lì, doveva attaccarlo in un modo diverso.

“Ma queste fans ‘Larry’ pensano ci sia qualcosa. Che cosa succede se il ragazzo pensa ci sia qualcosa a causa di questo!” Simon lasciò cadere la sua farsa d’affari, mostrando finalmente la preoccupazione nella sua voce, facendo sospirare Harry.

“Louis” lo corresse ancora. “E fidati di me, Zio Simon,” usò il nomignolo che i ragazzi gli avevano dato durante X Factor, sapendo che l’avrebbe ammorbidito un po’, “Quelle non le controlla neanche.” Non mentiva su quello. Harry una volta aveva chiesto a Louis se controllava le sue menzioni, specialmente ora che aveva ottenuto così tanti followers. (Se ricordava bene, ne aveva ricevuti in torno ai 7000 nell’ultima settimana?) Solo una volta, aveva detto, e dopo aver visto che la maggior parte di queste erano solo risposte per Harry nelle quali avevano dimenticato di cancellare il suo nickname Twitter, non aveva trovato motivo per continuare a leggerle. Inoltre, aveva detto, che se qualcuno di importante gli tweettava questi arrivavano dritti al suo telefono.

“Come fai a saperlo?” Replicò Simon,  alleviato un po’ dal nomignolo che aveva fatto il suo effetto.

“Perché lui ha detto così.” L’uomo gli lanciò uno sguardo scettico “Cosa?!”

“Le persone mentono, Harry” Disse gentilmente. Harry alzò gli occhi al cielo, tirando fuori il telefono dalla tasca.

“Posso chiamarlo ora e provarti che non lo stava facendo,” disse sfidandolo. Non gli piaceva l’idea di Louis che gli mentiva, e non gli piaceva nemmeno l’idea che Simon pensasse lo facesse. Il suo capo si fermò un momento a pensare.

“Bene,” sospirò. “Fagli uno squillo.”

***

Louis fissò la pagina con il testo della canzone che gli aveva inviato. Lo aveva guardato perché davvero, era sicuramente certo che aveva sentito le parole sbagliate. Ma erano in bianco e nero –o meglio, pervinca e nero. Grazie AZ lyrics.

Just lose control and let your body give in,

To the beat,

Of your heart as my hand touches your skin

La canzone squillò fuori dai suoi altoparlanti mentre rileggeva per la centesima volta. Se Louis non fosse stato sicuro che Harry fosse eterosessuale come una freccia, avrebbe pensato che il ragazzo famoso stesse flirtando con lui. Buona cosa che lo conoscesse meglio. Va bene, nonostante sapesse che erano solo frecciatine sfacciate per lui, sentiva ancora lo scatenarsi di un fiume di farfalle nel suo stomaco il che era assolutamente nauseante. Poteva fingere, giusto? Finché non si fosse lasciato trasportare, non c’era nessuna ragione per la quale non potesse fingere che la canzone fosse inviata da Harry per flirtare con lui tramite un social network. La canzone iniziò ad essere vicina al termine. Questo non va bene, pensò tra sé mentre prendeva la sua libreria di iTunes per farla ripartire. Era davvero una bella canzone. Flirt fittizi a parte, era una canzone dal ritmo veloce che gli entrava sotto pelle, gli faceva venire voglia di muoversi e la voce dell’uomo era fantastica. Iniziò a cercare altre sue canzoni quando il suo telefono iniziò a suonare. Senza guardare chi fosse il mittente, rispose. Era probabilmente Niall che chiamava per confermare che tipo di cereali Louis volesse. Faceva così ogni volta che andava a fare la spesa.

“Prendo sempre lo stesso tipo di cereali, cretino. Non dovresti saperlo oramai?” Gli chiese, tenendo in equilibrio il telefono tra l’orecchio e la spalla mentre scriveva il nome del cantante su Google. Una risata profonda non fu ciò che si aspettava di sentire.

“No, non penso abbiamo mai discusso di cereali preferiti ancora,” la voce di Harry rispose con leggerezza, facendogli quasi cadere il telefono.

“Ohmiodio,” squittì, prendendo appena il telefono. “Harry! Scusami! Niall è fuori a fare la spesa e mi chiama sempre, anche se sono sicuro lo faccia solo per dispetto perché chi non sa che prendo sempre lo stesso tipo di cereali, voglio dire, siamo amici da sempre e-” si interruppe da solo. Oh Dio, stava farneticando. Questa poteva non essere la loro conversazione telefonica che era sempre stata destinata ad essere. “Uh, voglio dire. Hey. Come va?” Harry rise ancora prima che qualcuno schiarendosi la gola lo interrompesse. Questo non suonava troppo bene.

“Oh, non molto, volevo solo sapere se avevi il tuo ‘non leggo le menzioni’ ancora in corso,” disse con nonchalance. Harry gli aveva chiesto se controllasse le menzioni prima, trovandolo un po’ strano. Non l’aveva fatto perché nessuno di loro sembrava interessarsi a lui più di tanto. Non che gli importasse. Non così tanto. Il numero dei suoi followers erano esplosi durante la scorsa settimana e avrebbe scommesso un’oscena somma di denaro che nessuno di loro fosse davvero interessato alla sua vita quotidiana. (Non che questo significasse che non avesse cercato di farli divertire con divertenti storie, lunghe 140 caratteri sulla sua giornata.) Ma immaginava non ci sarebbe stato motivo per il quale Harry glielo chiedesse ancora. A meno che non ci fosse stato qualcosa che lui non dovesse vedere, nel qual caso avrebbe dovuto assolutamente controllare. Appoggiò il telefono sulla sua spalla.

“Certo, perché dovrei voler leggere le mie menzioni? L’unica volta in cui l’ho fatto, erano comunque tutto risposte per te,” sottolineò mentre cliccava Twitter sul suo browser. Onestamente, dicendogli di non guardarci era come dire ad un bambino di non premere un pulsante. Se Harry fosse stata madre di Louis o Niall, avrebbe dovuto saperlo. Sfortunatamente per lui, non lo era.

“Vedi, sei contento?” Sibilò Harry con un tono di voce misterioso.

“Con chi stai parlando?” Chiese Louis, ascoltandolo solo a metà mentre i suoi occhi esaminavano i messaggi che avevano invaso la sua sezione menzioni. Uno in particolare catturò i suoi occhi.

“Oh, nessuno. Uh, devo andare ora. Cose importanti della band e tutto il resto,” disse il ragazzo più giovane bruscamente. Se Louis avesse prestato più attenzione, si sarebbe preoccupato di aver detto qualcosa di sbagliato. Sia come sia, aveva letto il tweet.

@OneThingRachel: Ommioddio ho appena visto una foto di @Louis_Tomlinson andare a vedere @Harry_Styles all’ultimo show dei @onedirection. #LarryIsReal

“Certo, uh huh, okay,” mormorò mentre cliccava sull’hashtag. Che diavolo era il ‘’Larry’’?

“Uhm, ci sentiamo più tardi?” Harry suonò incerto, attirando tutta l’attenzione di Louis su di sé. Perchè avrebbe avuto un motivo per suonare incerto?

“Certo Harry! Ci sentiamo più tardi,” sorrise anche se sapeva che il ragazzo più giovane ovviamente non poteva vederlo. La comunicazione si interruppe e gettò il telefono sul divano accanto a lui. Molti dei tweets con l’hashtag erano retweets di una foto sua e di Niall fuori dall’edificio, che era strana. Perché le persone gli facevano foto? Fece scorrere verso il basso, fermandosi solo quando vide qualcosa che non era uguale alle altre, era una foto piuttosto imbarazzante di lui durante un attacco di panico. Nessuno dei tweets, però, lo informò di  cosa fosse il ‘’Larry’’, anche se poteva solo supporre che fosse un mash up dei loro nomi. Aveva letto abbastanza siti di gossip per sapere che mischiare insieme i nomi delle persone era la cosa che era stata fatta. L’icona di uno dei siti di gossip catturò i suoi occhi e lui si fermò per leggere il tweet, facendo cadere leggermente la mascella.

@sugarscape: Chiamateci dei romanticoni, ma speriamo che il giovane Hazza stia con questo tizio di nome Louis. Ci piace molto il suo sedere. #MakeItSoHazza #LarryIsReal

Aspetta. Le persone volevano che stessero insieme? I suoi occhi viaggiarono verso la fine della pagina.

@1D_Girl_: Avete visto la canzone che @Harry_Styles ha inviato a @Louis_Tomlinson? Ovviamente vuole entrare nei suoi pantaloni. #ToldYouHeLikedPeen #LarryIsReal

***

Niall scattò in cima alle scale con cinque buste di spesa appese ad ogni braccio. Poteva farcela in un solo viaggio, dannazione. Odiava quando era il suo turno per fare la spesa. Certo, amava mangiare cibo, ma era sicuro che non amasse comprarlo. C’erano così tante opzioni e come potevano pensare che lui riuscisse a scegliere? Era finito nei casini diverse volte per aver speso più di quello che avesse dovuto in marche diverse dello stesso prodotto solo perché non riusciva a decidere quale fosse meglio. Dovevano essere tutti deliziosi, vero? Questa era più o meno la ragione per la quale chiamava Louis ogni volta che usciva. Non perché dimenticava che cereali avessero sempre avuto –pronto, era il suo migliore amico dopo tutto, doveva dargli un po’ di credito- ma perché poteva sempre contare su Louis per dargli un consiglio amichevole su che marca prendere. Ma mentre era sul punto di chiamare il suo amico (era difronte ad uno scaffale di patatine che lo chiamavano per essere comprate, e chi era lui per negarglielo?) quando il suo telefonò vibrò, segnalando un nuovo messaggio.

Così è lecito che tu non mi voglia parlare dopo tutto?

Un piccolo squittio sfuggi dalla sua gola quando lesse LIAM FOTTUTO PAYNE come contatto. Ohmiodio, pensò mentre fissava lo schermo. Non pensava che il ragazzo facesse sul serio quando gli aveva detto di scrivergli. Pensava che era stato carino perché era Liam Payne ed essere carino era una sua caratteristica. Senza alzare gli occhi dal suo telefono, afferrò una confezione dallo scaffale e la gettò nel carrello. Digitando la risposta che era comunque più importante.

Noooo, lo faccio! Sto facendo la spesa, quindi ero preoccupato, tutto qui

Il resto dell’escursione di compere continuò in quella maniera. Niall aveva tenuto il naso sepolto sul suo telefono per tutto il tempo, solo vagamente consapevole di ciò che stava prendendo e lanciando nel suo carrello. Magari Liam era la risposta ai suoi problemi di compere.
Niall sorrise tra sé quando sentì il telefono vibrare nella tasca con l’ultima risposta di Liam quando mancò l’ultimo gradino ed inciampò, facendo cadere quasi tutte le buste.

“Cazzo merda tette!” Urlò, fermandosi prima che potesse fare qualcosa come cadere dalle scale. Sarebbe stato difficile scrivere a Liam dalla sua tomba dopotutto. Fortunatamente, il suo appartamento era a pochi passi da dov’era ora, ed era certo che la spesa poteva arrivarci senza troppi incidenti. Mentre si avvicinava alla porta, volendo disperatamente liberarsi del suo carico per rispondere, udì il suono di una canzone provenire dalla loro porta. Oh no, pensò Niall mentre riconosceva la canzone. Dopo aver lottato per trovare le chiavi dalla sua tasca posteriore, finalmente aprì la porta e fu subito colpito sul viso dalla voce di Louis mischiarsi a quella di Annie Lennox.

“God, it makes me be so blue, every time I think about you. All of the heat of my desire, smokin’ like some crazy fire,” cantò Louis a voce alta, dando la schiena alla porta mentre cantava in cima al divano. Niall conosceva bene quella canzone. Era l’inno di Louis per quando si innamorava di qualcuno, trasformandolo in una diva completa. Niall chiuse tranquillamente la porta, cercando di non disturbare il suo compagno di stanza, godendosi lo spettacolo. “Come on here, look at me, where I stand. Can’t you see my heart burnin’ in my hands?” Niall ridacchiò del suo amico mentre iniziava a ballare con la musica. Almeno, se si potesse considerare ballare. Louis iniziò a sfilare sul divano, come se fosse su un palco, e indicando il suo ‘’pubblico’’. “Do you want me? Do you not? Does it feel cold, baby? Does it feel hot?” Mentre lo guardava, Niall si chiese se il suo amico non fosse in grado di intraprendere una carriera musicale. Amava la voce di Lou. Era diversa. C’era quello stridore comune a poche persone ed a lui piaceva davvero ascoltare il suo migliore amico cantare. E non era di parte su questo, perché gli avrebbe detto di tacere se non gli fosse piaciuto. Le sue dita iniziarono a protestare mentre il suo flusso di sangue iniziava a fermarsi a causa delle borse.

“Oi, principessa!” Gli gridò, facendo squittire Louis e facendolo cadere dal divano ed atterrare vicino al tavolino del caffe. “È stata una bellissima esibizione, davvero, lo era, ma se ora non mi aiuti, il tuo unico membro del pubblico sarà senza dita.” Il suo compagno di stanza si alzò dal lato del divano e lo fissò.

“Da quanto sei lì?!” Urlò.

“Abbastanza da sapere che tu sei ufficialmente innamorato di Harry,” ribattè “E non lo negare!” Interruppe Louis ancor prima che potesse aprir bocca. “Era un nove e mezzo sulla scala delle esibizioni. Non devi limitarti a ballare e cantare per chiunque, Lou.” Lo prese in giro. Beh solo per metà. Mentre il ragazzo più grande si alzava per afferrare alcune borse dal pavimento, Niall lo guardò. Non ricordava davvero il momento in cui l’aveva potuto vedere così felice. Era praticamente incandescente e c’erano una scintilla nei suoi occhi ed era assolutamente contagiosa. Si ritrovò a sorridere mentre camminava verso la cucina per mettere a posto le cose. Amava vedere il suo compagno di stanza in quel modo, sempre un po’ preoccupato dalla velocità con cui si era affezionato al ragazzo famoso. Doveva chiedere a Liam di Harry, decise. Gli sarebbe piaciuto conoscere un po’ di più sulla ragione per la quale avrebbe ottenuto molti altri spettacoli da parte di Louis.          
 


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Capitolo 7
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 6 ***


TWEET HEARTS – CHAPTER 6


Liam ed Harry erano seduti pigramente sul divano, il primo cambiando i canali alla ricerca di tutto ciò che poteva essere classificato come TV spazzatura ed il secondo fissando intensamente il suo telefono, lo spettro di un sorriso sulle sue labbra. I piedi di Harry erano appoggiati sulle ginocchia di Liam mentre il suo lungo corpo era disteso sulla pelle felpata del sofà. Quella era la posizione che solitamente usavano quando erano da soli, soprattutto perché Harry era un moccioso e non accettava un no come risposta. Dopo aver sostenuto il suo mal di schiena e il ‘puoi sederti sulla sedia reclinabile allora, Liam,’’ si era finalmente arreso, permettendo al ragazzo più giovane di mettergli i piedi in grembo. Certo, si sarebbe potuto sedere nella reclinabile, ma quello era l’unico punto da cui non si vedeva la TV –oltre ad essere anche il più comodo, sul quale aveva richiamato il diritto di proprietà- e non aveva intenzione di lasciare che i piedi di Harry gli impedissero di sedersi lì. Dopo essersi sistemati su un canale che trasmetteva l’ultimo episodio di X Factor, mise il telecomando sul tavolino e osservò con la coda dell’occhio la posizione di Harry. Il ragazzo aveva ancora gli occhi puntati sul suo telefono, masticandosi il labbro con un lampo malizioso negli occhi. Era passato una settimana da quando aveva incontrato il misterioso Louis ed il suo rumoroso amico irlandese Niall, e sembrava che Harry fosse ancora più inseparabile dal suo telefono, se questo fosse stato possibile. Non che Liam potesse dire molto. Aveva messaggiato con Niall ogni giorno da quando gli aveva dato il suo numero allo show, ma non era questo il punto. Ogni conversazione sua e di Niall si concludeva con il biondo che gli chiedeva dei sentimenti di Harry per Louis. Da come sembrava Louis appariva piuttosto cotto del ragazzo dai capelli ricci, e l’irlandese si stava preoccupando per il suo amico, ma onestamente, ogni volta che Liam chiedeva ad Harry, questo trovava un modo per cambiare discorso. Arrivato a quel punto non ci aveva nemmeno provato dicendo a Niall che non ne sapeva niente in modo che potessero tornare ai loro normali sms. Difficilmente avevano funzionato i piani che spesso trovava per far confessare Harry. Non approvava nessuno dei metodi, soprattutto quello di colpire il suo amico da una calza con dentro del burro fino a non farlo confessare. Davvero, Niall non era così carino, probabilmente l’avrebbe trasformato in un essere psicotico. Woah. Carino, da dove gli è venuto?

“Tutto bene lì?” La voce profonda di Harry interruppe i suoi pensieri, facendolo tornare la presente.

“Huh?” Disse stordito, guardando completamente Harry che si strinse nelle spalle.

“Sembrava avessi avuto una lotta interna piuttosto ardua, tutto qui,” disse prepotente, guardando Liam dallo schermo del suo telefono. Il sorriso di un gatto si distese sul suo viso. “O è questo, o hai fatto una scoreggia piuttosto puzzolente.” Alzò gli occhi al cielo, Liam schiaffeggiò la parte superiore del piede di Harry, facendo guaire il ragazzo più giovane.


“Stavo pensando,” rispose dopo un momento, morsicandosi l’interno della guancia. Avrebbe dovuto chiedere ad Harry di Louis. Non per Niall, ma perché era suo amico ed è quello che gli amici fanno. (Okay, magari un po’ per Niall. Poteva solo immaginare quanto sarebbe stato felice una volta avuta la sua risposta. Non che importasse se Niall fosse o non fosse felice.)

“A cosa?” Chiese Harry, già con l’attenzione sul telefono ed ascoltando la metà della risposta di Liam. Bene, ora o mai più.

“Tu e Louis,” fu tutto ciò che disse, mantenendo gli occhi su Harry per ottenere una sua risposta. Il ragazzo più giovane si bloccò, tendendo le spalle mentre i suoi occhi guizzarono fino a trovare i suoi lasciandosi sfuggire un sospiro.

“Cosa di me e Louis?” La sua voce era prudente mentre appoggiava il telefono per la prima volta dopo quelle che sembravano essere settimane. Ci fu un momento di silenzio mentre Liam sceglieva attentamente le sue prossime parole, sapendo che Harry avrebbe potuto ignorarlo se ne avesse avuto l’occasione. Era astuto. Si schiarì la gola per rompere la leggera tensione, e finalmente parlò.

“Voi parlate un sacco,” fu tutto ciò che disse, senza arrivare ad una conclusione. Harry sostenne il suo sguardo prima di sospirare ancora, questa volta sconfitto.

“Si, infatti.” I suoi occhi iniziarono a sfarfallare concentrandosi su qualcosa che non fosse Liam, che poteva notare il disagio del suo coinquilino. Sapeva che il management l’aveva chiamato un paio di volte da quando aveva iniziato a parlare con il ragazzo di Twitter, e poteva supporre si trattasse di questo, ma vedendo la sua reazione ora poteva considerarla come una conferma. Liam si sentì male, sapendo che non doveva essere piacevole nascondere chi era davvero. Accarezzò la parte superiore delle gambe di Harry con fare rassicurante.

“Va tutto bene, amico, sai che non ti giudicherei mai,” gli diede gentilmente una gomitata. Ci fu un altro silenzio di tensione prima che Harry finalmente rispondesse.

“Lui mi piace molto, Li,” confessò, i grandi occhi verdi cercarono un segno di conforto bloccati nei suoi. Non aveva mai visto Harry così vulnerabile. Nemmeno con Zayn, e anche se avevano giocato sul fatto che fosse una cotta, e Liam aveva ricevuto parecchie confessioni dal giovane ragazzo ubriaco sui suoi sentimenti nei confronti del compagno di band. Dal quel momento era diminuita evidentemente, ma non avrebbe mai dimenticato lo sguardo negli occhi di Harry ogni volta che parlava di Zayn. Era come se fosse stato moltiplicato per cento. Sarebbe stato carino se non avesse saputo in che casini sarebbe finito il suo amico se qualcuno l’avesse scoperto. “Cosa devo fare?” Gli chiese Harry tranquillo. Onestamente, non ne aveva idea. Dannazione, questa era tutta colpa di Niall. Avrebbe dovuto lasciarlo solo.

“Io-” si fermò, insicuro di cosa dire. “Tu gli piaci?” Gli chiese debolmente, anche se conosceva già la risposta. Harry gemette ad alta voce ritirando i piedi dalle gambe di Liam e tirando le ginocchia al petto.

“Non lo so, probabilmente pensa che io sia fottutamente strano e probabilmente non capisce perché sono così famoso,” mormorò prima di appoggiare il viso sulle parti superiori delle sue gambe. Un morbido sbuffo sfuggì dalla bocca di Liam a causa della leggera melodrammaticità di Harry.

“Ne dubito fortemente,” ridacchiò, precipitandosi vicino al ragazzo dai capelli ricci. Davvero, DAVVERO ne dubitava, pensò tra sé mentre ricordava la settimana passata quando Niall l’aveva chiamato per dirgli di Louis che camminava facendo una serenata difronte ad un pubblico immaginario con una canzone di Annie Lennox. Se doveva essere onesto, gli era già piaciuto il ragazzo e lo approvava totalmente, ma non poteva dirlo ad Harry. Nessuno sapeva che lui e Niall parlavano dopotutto. Era come se fossero sotto copertura.

“Sembra che tu lo sappia.” La voce di Harry trasudava un broncio, e poteva solo immaginare lo sguardo che si sarebbe scatenato su di lui se il ragazzo avesse alzato gli occhi. Liam ridacchiò ancora prima di gettare le braccia attorno al suo compagno di band.

“Va tutto bene, Haz. Sono sicuro che capisca quanto tu sia fantastico,” lo calmò, accarezzando la parte superiore dei ricci di Harry.

“Lo dici perché devi dirlo, sei pagato per tirarmi su,” la sua voce vibrò contro la camicia di Liam.

“Ad ogni modo, lui sarebbe stupido se non gli piacessi neanche un po’,” Liam lo strinse, lasciando che si estendesse con la sua voce. Se avesse potuto, avrebbe tirato fuori il ragazzo dalla sua infelicità. Certo, se avesse continuato ad andare così l’avrebbe fatto. Poteva occuparsi di questo Harry vulnerabile. A differenza di lui, il suo istinto di Daddy Direction lo stava prendendo a calci. Si allontanò mentre Harry iniziava a srotolarsi dalla sua palla.

“Lo pensi davvero?” Chiese, con una voce piccola ed occhi ancora spalancati, ma la tensione era finalmente evaporata dalle sue spalle. Liam gli sorrise ampiamente.

“Lo so,” annuì prima di tornare ancora al suo posto sul divano e accarezzare le sue gambe per far segno ad Harry di appoggiarci ancora i suoi piedi. Dopo aver scosso lentamente la testa, osservò.

“Bene, ora che abbiamo avuto quel cliche di conversazione fuori dal comune,” la voce possedeva il suo solito tono sfacciato mentre tirava fuori il suo telefono. Un silenzio confortante cadde nella stanza mentre Liam guardava il solo di un artista che cantava una canzone di Adele, mentre ascoltava il rumore ovattato delle dita di Harry che battevano tranquillamente sullo schermo touchscreen del telefono, digitando la sua risposta a Louis. Mentre stava seduto lì, con metà attenzione rivolta al compagno di band e l’altra metà alla TV, gli venne un’idea.

“Facciamo una festa,” disse bruscamente.

“Cosa.” Harry disse neutro, corrugando le sopracciglia. Sarebbe stato perfetto, si disse Liam, ignorando lo sguardo ricevuto da Harry. Louis sarebbe potuto venire, Harry sarebbe stato felice e Niall sarebbe venuto e sarebbe stato felice. Era davvero brillante.

“Si, una festa,” disse, più a se stesso che ad Harry.

“Sei sicuro di sentirti bene, Li?” Gli chiese Harry, guardando verso il ragazzo più grande con sincera preoccupazione. Questo era Liam ‘Sono Un Santo’ Payne. Non gli suggeriva feste.

“Certo, perché me lo chiedi?” Domandò, spostandosi a disagio quando notò gli occhi verdi di Harry scrutarlo attentamente.

“Non dici spesso che dovremmo dare una festa. In realtà, ti lamenti spesso e ci ricordi cosa è successo l’ultima volta che abbiamo dato una festa nel nostro appartamento.” E lo faceva giustamente. Era stato un casino. Era stato più o meno due mesi prima e potevano ancora trovare parti del pavimento che erano ancora leggermente appiccicose a causa dell’alcol versato. Mai più, aveva spiegato Liam da dove le sue mani e le sue ginocchia stavano sfregando su una mattonella della cucina.

“Oh, sai,” ridacchiò Liam, improvvisamente nervoso. Cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato d’accordo con lui? Se avesse insistito sulla questione? Non pensava di poter raccontare una bugia che lo tenesse a bada abbastanza a lungo. Continuò, sperando che Harry capisse il suo disagio “Ho solo pensato che fosse arrivato il momento e se non puoi batterlo ‘em, goditelo ‘em, giusto?” Gli occhi di Harry lo guardarono con diffidenza e confusamente. La situazione si era rigirata, e se doveva essere onesto, non era sicuro di ciò che stava succedendo. Ma se Liam stava suggerendo una festa, chi era lui per negarglielo. Zayn all’udire quelle parole ne sarebbe stato entusiasta, il che valeva a dire quando avrebbe alzato le sue pigre chiappe dal letto.

“E tu potresti invitare Louis!” Disse Liam allegramente. Harry si morse il labbro mentre chinava il volto verso il telefono. Invitare Louis al loro appartamento? Poteva farcela?

***

Niall si comportava in modo strano. Beh, più strano rispetto al solito. Louis fece finta di non notare il suo amico mentre il ragazzo guardava il suo telefono, Louis e di nuovo il telefono, con un largo sorriso che poteva significare solo guai. Conosceva quel sorriso fin troppo bene e poteva essere accompagnato solo da dolore. Per lui certo, non per Niall. Non era la prima volta che succedeva. In realtà, era successo da quando Niall aveva camminato sulla sua adorabile rappresentazione di ‘Wonderful’, che aveva ottenuto il ronzio dell’irlandese ogni volta che Louis si avvicinava. Piccolo cretino. Mentre le settimane passavano Niall diventava sempre più attaccato al suo telefono, guardando Louis prima di sorridere con quel sorriso e tornando a digitare qualche risposta a qualcuno che Louis non sapeva chi potesse essere. Ogni volta che cercava di raggiungere la spalla del compagno di stanza, riceveva uno schiaffo sulla testa prima che Niall corresse via, con il telefono ancora al sicuro nella sua stretta. Era molto grave e Louis non era abituato ad essere allontanato, specialmente da Niall. Certo, aveva sempre reagito, ma gliel’aveva data vinta la maggior parte delle volte. E così era sempre stato. Passavano un momento difficile ma non dicevano mai davvero no. Inoltre non aveva mai prestato l’attenzione che prestava al biondo verso qualcun altro, e avrebbe mentito se non avesse ammesso che il suo malumore era dovuto in parte alla gelosia mite che divampò quando vide Niall sorridere al dispositivo elettronico. Non avevano avuto molto tempo per parlare. Lui ed Harry avevano massaggiato senza mai fermarsi dallo show, occasionalmente telefonandosi, il che era un vero passo avanti per Louis che riusciva ora a comporre frasi coerenti. Ma non era questo il punto. Niall era il suo migliore amico, e se ne sarebbe fatto una colpa se non avesse scoperto con chi stava parlando. Guardò il ragazzo, che ovviamente stava digitando sul suo telefono, quel sorriso di merda sul volto. Magari se l’avesse fissato per un po’ sarebbe successo qualcosa. Magari Niall l’avrebbe notato vuotando poi il sacco. O magari la sua testa sarebbe esplosa. Davvero, Louis non stava diventando schizzinoso.

“Oi, Lou!” Gridò Niall, nonostante lui fosse proprio lì affianco, facendolo spaventare.

“Non c’è bisogno di urlare,” fece una smorfia strofinandosi l’orecchio. “Cosa vuoi?” Cercò di suonare aspro, nella speranza che il ragazzo più giovane l’avrebbe notato. Ma non lo fece.

“Cosa fai questo fine settimana?” Fu tutto ciò che gli chiese, senza alzare lo sguardo dal suo telefono. Che diavolo di domanda era quella, pensò Louis, la vera domanda era ‘Con chi diavolo stai parlando?’

“Niente, che io sappia,” rispose, senza nemmeno cercare di suonare come se non fosse stato imbronciato, cosa che l’irlandese non aveva ancora notato. Come se fosse stato un segnale, il telefono di Louis vibrò nella sua tasca. Aveva risposto una risposta da Harry per trenta minuti il che l’aveva tenuto sulle spine. Niente che avesse a che fare con la sua irritazione, perché chi se ne frega  se uno dei loro amici ci mette un po’ a rispondere.

Sabato. Festa. Da me. Vuoi venire?

Sentì i suoi occhi spalancarsi mentre rileggeva ancora il messaggio. (Davvero, aveva dovuto fermare i suoi strilli per riservarli a momenti come questi.) Mordendosi il labbro per evitare di mettere in imbarazzo se stesso –ancora- guardò il telefono e tornò su Niall, che si mordeva a sua volta le labbra guardando Louis. Sembrava si stesse trattenendo dal sorridere. Beh, questa non era una coincidenza.

“Prendetevi questa. Andiamo ad una festa.”


Buon pomeriggio!
Spero non ci siano errori -perchè francamente non ho voglia di ricontrollare-
nel caso ci siano, ditemelo che correggo.
Non so se riuscirò ad aggiornare il prossimo venerdì perchè proprio oggi ci hanno sommersi di compiti/interrogazioni e sono vicina al suicidio.
Ma per arrivare al giorno del concerto devo passare questo periodo, perciò: LET'S GO!
Alla prossima, un bacio,
Giulia


canzone

 

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Capitolo 8
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 7 ***


TWEET HEARTS – CAPITOLO 7


Il resto della settimana passò faticosamente lento. Così lentamente infatti, che Louis era certo di essere finito nella Twilight Zone. Perché non c’era altra spiegazione al fatto che un’ora passasse come dieci di queste. Stava diventando pazzo, ad essere onesti, ed era quasi sicuro che, a sua volta, stava facendo diventare matto anche Niall. Ma almeno aveva lasciato perdere  la persona con la quale Niall parlava sempre al telefono. Aveva cose più importanti di cui preoccuparsi, come cosa indossare.
Finalmente però arrivo il sabato e poterono recarsi all’appartamento dei One Direction. Seguendo il pensiero di Niall, avrebbe dovuto aspettato un altro paio d’ore.

“Niaaaaaall,” piagnucolò Louis, ben consapevole che suonasse come un bambino di cinque anni. “Ho aspettato così taaaaanto.” Il suo amico ridacchiò del suo capriccio da dove era seduto sulla poltrona, guardando uno dei tanti reality show registrati.

“Lou, qual è l’ultima volta che sei andato ad una festa?” Domandò Niall, girandosi a guardare Louis, accanto alla porta, giacca e scarpe pronto ad uscire.

“Non lo so,” erano passati un po’ di mesi in verità. “Dalla tua stessa ultima volta, tu che mi dici invece?” Ricambiò, mostrandogli la lingua. Sicuramente assomigliava ad un bambino di cinque anni. Niall scosse la testa verso l’amico.

“Beh, tesoro, non è cool presentarsi ad una festa quando inizia. Ti fa sembrare fanatico,” sottolineò tornando allo show.

“Sai almeno cosa vuol dire fanatico?” Gli chiese Louis, mettendo in discussione l’uso di quella parola.

“Sei un cretino, io lavoro con i libri, ricordatelo.” Louis trafisse la parte posteriore della testa di Niall, sapendo che aveva ragione, ma questo non doveva per forza piacergli. “Puoi abbagliare chi vuoi, principessa, ma sai che ho ragione.” Ugh, sembrava un sensitivo. Brontolando, Louis si avviò verso il divano lasciandosi cadere accanto al suo compagno di stanza. “Bravo ragazzo” Tubò Niall.

“Davvero, cosa sono due ore in più?” Chiese incredulo l’irlandese, senza distogliere lo sguardo dal televisore.


“Due ore sono un’infinità quando sei single ed il passaggio di un’ora corrisponde a quello di un giorno.” Wow, suonava come se fosse stato cretino.

“Non essere così drammatico, principessa. Vivrai,” lo rassicurò accarezzandogli il ginocchio, segnalando la fine della conversazione. Alzando gli occhi, Louis voltò la sua attenzione verso la TV, non prestandone troppa. Improvvisamente le immagini dell’ultima festa a cui era stato gli schizzarono attraverso gli occhi e la mente. Non era stato bello, e aveva coinvolto un sacco di alcool e da quello che aveva sentito, un’infernale danza su un tavolo.

“Niall?” Chiese timidamente.

“Sì?” Rispose il biondo esasperato, aspettandosi un altro contrasto sul perché sarebbero dovuti uscire in quel momento. Onestamente, probabilmente avrebbe ceduto. Voleva anche lui andare a quella festa. Era passato così tanto. Non a causa di Liam o qualcosa del genere.

“Possiamo promettere di non rivivere l’ultima volta?” Niall non potè far a meno di ridacchiare a causa del tono preoccupato dell’amico.

“Intendi il non lasciarti rivivere l’ultima volta?” Modificò. Era andata piuttosto male. Si sarebbe sempre ricordato di Louis che ballava sul tavolo insieme a lui. Lo riservava per i momenti più brutti, quando aveva bisogno di essere tirato su. Ma questo non gliel’avrebbe mai detto.

“Si,” il ragazzo più grande sospirò, “Non lasciare che riviva l’ultima volta.”

“Affare fatto” Niall mostrò il mignolo all’amico in modo che lo stringesse. “Ecco il nostro patto: non bere così tanto da ballare su un tavolo farci buttare fuori dal padrone di casa a causa delle nostre brutte movenze!” Esclamò mentre Louis stringeva il suo mignolo con quello dell’amico, suscitando un altro sospiro. Un silenzio cadde sulla coppia mentre entrami tornavano allo show televisivo. Ogni pochi secondi Louis fissava l’orologio, facendo crescere in sé l’ansia. L’aveva fatto per cinque minuti prima di voltarsi ancora verso Niall.

“Sei sicuro che non possiamo uscire ora?” Gemette. Niall rovesciò la testa mentre si lamentava rumorosamente. Sarebbero state due lunghe ore.

***

Harry avrebbe mentito dicendo che non era stato a guardare la porta da quando aveva inviato un messaggio a Louis dicendogli di entrare quando fossero stati lì. Era stata la cosa migliore, dopo tutto. Le possibilità che li sentisse bussare alla porta o suonare il campanello sopra il basso della playlist che aveva faticosamente messo insieme erano quasi zero. Così si era assicurato di mantenere attivo il suo metodo d’accoglienza, spostando lo sguardo sulla porta ogni pochi secondi, aspettando il momento in cui questa si fosse aperta ed il bellissimo ragazzo sarebbe stato dall’altra parte. Prima della festa, aveva deciso di mantenere la sua assunzione d’alcool al minimo, spaventato dal ripetere ‘L’incidente di Zayn’ con Louis, anche se erano passate due ore e di lui ancora non c’era segno e si era trovato con il desiderio di colpire più volte il tavolo. Con un ultimo sguardo lanciato verso la porta, che era rimasta ostinatamente chiusa, fece un cenno al gruppo con cui era stato segnalando la fine della sua parte nella conversazione dirigendosi verso il tavolo dove sapeva avrebbe trovato Zayn che probabilmente organizzava uno dei suoi giochi alcolici che avrebbero sicuramente mandato uno dei concorrenti al pronto soccorso per farsi una lavanda gastrica.

“’EY! ‘ARRY!” Zayn applaudì mentre entrava nel campo visivo del ragazzo di Bradford. “Sei in tempo per il prossimo round!” Velocemente inizio a mettere insieme ciò che doveva sembrare un mini Screwdriver*.

“Qual è il gioco a cui stiamo giocando esattamente?” Chiese Harry mentre Zayn gli passava il bicchiere strapieno, il liquido si rovesciò sopra i bordi e sulle sue dita. Zayn scosse la testa.

“No, amico!” Continuò ad urlare nonostante fosse accanto ad Harry. “Solo bicchierini! Il gioco inizia più tardi!” Okay allora, Harry pensò tra sé, non realizzando che avevano designato un momento di gioco.

“Al mio tre!” Zayn urlò al gruppo che circondava il loro tavolo da pranzo, facendogli segno di afferrare i loro bicchieri e portarli alle labbra. Harry obbedì, sentendo il leggero bruciore mentre l’alcool gli provocava un piccolo taglio nel labbro inferiore. “Tre, due-” Si fermò, cercando di causare un po’ di aria drammatizzata nella stanza. ‘UNO!’ Tutti buttarono la testa all’indietro, permettendo al liquido acido di bruciare lungo la strada verso la gola. Era bollente ed Harry sentì un piccolo sorriso iniziare a giocare sui suoi lineamenti facendogli schioccare le labbra. Dite ciò che volete su Zayn, ma di sicuro sa fare un bicchierino. All’improvviso la folla in saluto emise un muggito di saluto, facendo spostare l’attenzione di Harry verso la porta. Lì, in piedi sulla porta, c’era Louis insieme a Niall dietro di lui, gli occhi dell’irlandese scesero osservando l’appartamento in cui stava per entrare. Louis, dall’altra parte, si guardò intorno con attenzione, cercando la persona che gli interessava vedere. Finalmente i suoi occhi cerulei catturarono lo sguardo color giada di Harry sopra le teste dei partecipanti alla festa che li separavano, accendendo sul suo volto un sorriso accecante. Wow, Harry poteva innamorarsi di un sorriso come quello. Il brano finì venendo sostituito rapidamente da un altro.

“Ci sarà una festa stasera,” iniziò, suscitando una risatina da parte di Harry. Sicuramente ci sarebbe stata in quel momento.

***

Louis l’aveva individuato da quando era entrato dalla porta. Come non poteva averlo fatto? Anche dalla parte opposta della stanza poteva vedere la lucentezza dei suoi occhi verdi e impazzire su quanto fosse carino nella vita reale. Era stata colpa di Niall se lui se l’era perso per due ore. I suoi occhi s’incontrarono e lui fu sicuro che questo era quel tipo di momento di cui si parlava in tutti i film e romanzi romantici. In quel caso era la sua eroina –er, in quel caso eroe- con gli occhi fissati con l’interesse di amore dalla parte opposta della stanza buia e tutto sembrava a rallentatore in quanto entrambi ubriachi del momento, godendosi il sentimento di sapere che c’era qualcuno di cui potevano veramente innamorarsi. No, non ci aveva pensato più di tanto. In quel momento pensò, era certo che Harry sarebbe arrivato a parlare con lui, però, era stato lì per un’ora e ancora nessuna visita da parte del ragazzo ricciolo. Certo, probabilmente era fuori a fare quelle cose da padrone di casa, ma lui era un ospite, no? A peggiorare le cose, Niall era scomparso, dicendogli che sarebbe andato a prendere da bere per entrambi e che sarebbe tornato a breve. Onestamente, il suo primo pensiero fu che l’irlandese fosse stato colpito e probabilmente fosse sdraiato da qualche parte venendo calpestato da festaioli rauchi. Dopo si era ricordato che quello era Niall, e che probabilmente era stato invitato ad una sfida nel bere qualcuno sotto ad un tavolo. Sperava non fosse ancora svenuto. Si mosse a disagio sul divano, ben consapevole che probabilmente sembrava quella persona.

“Andiamo, Haz!” Sentì un urlo ubriaco, che identificò velocemente  provenire da Zayn. (Non perché avesse visto così tanto interviste o cose simili, sia chiaro. È perché aveva una voce particolare. Ovviamente.) Louis si voltò per vedere il ragazzo di Bradford trainare Harry verso un gruppo di ragazze molto belle, tutte riunite all’ingresso di un corridoio che Louis poteva solo sospettare potessero portare alle stanze del trio. Mentre li guardava, i due ragazzi si fermarono di fronte al branco di femmine ridacchiando, tutte in vestiti piuttosto succinti se doveva essere onesto. La ragazza dai mossi capelli biondi si chinò e gettò le braccia attorno a Zayn, sorridendo ampiamente prima di azzerare la distanza tra le loro bocche. Harry sorrise sfoderando il suo sorriso affascinante, e wow, Louis poteva utilizzarlo come bevanda. Alzandosi dal divano, passò attraverso le persone, consapevole che l’aria era improvvisamente diventata troppo calda e soffocante. Niente che un po’ di vodka non aiutasse a superare, pensò tra sé mentre trovava un tavolo circondato da persone e fornito pesantemente con tutto l’alcool di sua scelta.

***

Harry voleva davvero andare da Louis. Ma non pensava ci fosse davvero così tanto da chiedere. Ovviamente si sbagliava, perché le precedenti quattro ore, non importava quante volte aveva tentato di farsi strada verso il ragazzo dagli occhi blu che aveva rubato il suo respiro dall’altra parte della stanza, ma qualcuno l’aveva fermato ogni volta. Per primo, era stato Liam chiedendogli se avesse visto l’amico irlandese di Louis. Il perché Liam volesse trovare l’amico irlandese di Louis era proprio vicino a lui, ma non l’ha colto, ed onestamente lui sapeva solo dov’era Louis, così in definitiva rispose che non lo sapeva. Dopo alcuni ragazzi che era quasi sicuro di non conoscere –l’aveva pensato giudicandoli dal loro odore- lo spinsero da parte per parlare delle meraviglie dell’universo e come la razza umana potesse trovare la risposta alla vita. Harry l’aveva assecondato fino a quando non iniziò a proclamare la verità che stava dentro i capelli di Harry. Dopo di che aveva cercato ancora di andare da Louis, e quando era sul punto di raggiungere la sua destinazione, con il cuore palpitante a causa del ragazzo che oramai aspettava da quasi tre ore, Zayn lo afferrò per un braccio iniziando a trascinarlo verso la direzione opposta. Lui gemette forte tentando di liberarsi dalla stretta del ragazzo più grande,  ma fu sorprendentemente forte per permettergli di fuggire.

“Zayn lasciami andareeee,” piagnucolò, gli occhi fissi sulla parte posteriore della nuca di Louis. Così vicino eppure così lontano, fino a quel momento.

“Andiamo Haz!” Urlò lui senza cedere alle proteste di Harry mentre lo trascinava verso un gruppo di ragazze. Prima che potesse informare Zayn  del non voler trattare con il gruppo di ragazze che non avevano ottenuto il suo interesse, le quali stavano in piedi di fronte a loro. Harry distolse lo sguardo dalla bionda che gettava le braccia attorno al collo del compagno di band, trovando umorismo nel fatto che fosse già stato lì prima. I suoi occhi si posarono sulla ragazza più vicina a lui, che gli sorrise speranzosa e sapendo ciò che doveva fare per mantenere la farsa di cui era a conoscenza piuttosto bene. Sentì che il suo sorriso sembrava essere fatto dal “The Panty Dropper”. Avrebbe solo dovuto indulgere  con loro per qualche istante e dopo sarebbe potuto andare finalmente a trovare Louis.

***

Niall aveva davvero pianificato di tornare indietro con solo un drink per Lou, davvero, l’aveva fatto. E l’avrebbe anche fatto se non fosse dovuto incorrere contro Liam sulla strada del ritorno dalla cucina. Aveva gli occhi fissi sulla misteriosa poltiglia che aveva fatto per Lou cercando di impedire al liquido di cadere dai lati del bicchiere quando sentì la voce vicina alle sue orecchie.

“Hai bisogno di aiuto lì?” Fu tutto ciò che Liam disse, ma lo fece saltare e gli fece rovesciare il drink, versandolo tutto sul bel pavimento piastrellato.

“OhmioDio,” Disse osservando la pozza sul pavimento, metà in lutto per la perdita del buon alcool e del divertente Louis ubriaco che stava per portare in vita e metà terrificato per l’alcool che aveva versato sul pavimento della famosa band. “Mi dispiace così tanto,” Disse velocemente, chinandosi a raccogliere il bicchiere caduto, proprio come Liam, facendo sbattere le loro teste.

“È stata colpa mia,” disse, “per tutte e due le cose.”. Mentre entrambi stavano accovacciati in terra con le mani in bilico sopra il bicchiere, Niall notò quanto fossero belli i suoi occhi. Un bel marrone che sembrava non finire mai. Wow, erano davvero carini, pensò tra sé. Aspetta, cosa? Scuotendo la testa, afferrò il bicchiere e si tirò su, attento a non versare altro liquido dal bicchiere.

“Probabilmente dovremmo pulire, vero?” Chiese, un po’ a corto di fiato mentre Liam lo fissava confusamente da dove era ancora inginocchiato sul pavimento sopra la pozza di alcool. “Voglio dire, lì dentro ci ho messo un sacco di cose, probabilmente eroderà il pavimento se non lo facciamo in fretta.” E detto questo girò i tacchi tornando in cucina, sicuro che se avesse cercato abbastanza a lungo avrebbe finalmente trovato della carta per pulire quel casino. Qualsiasi cosa pur di scappare dal fatto che aveva appena fissato gli occhi di Liam Payne e probabilmente era sembrato un pazzo. Era il turno di Liam per scuotere la testa mentre si alzava seguendo l’irlandese in cucina.

***

“HAIRCUUUUTS” La voce di Louis raggiunse tutto il piano, facendo distogliere sia Harry che Niall dalle loro conversazioni. Niall conosceva bene quella voce. Quello era la voce di Louis ‘Odierò Davvero Me Stesso Domani Mattina’, il che significava che probabilmente non avrebbe dovuto partecipare ad Haircuts. Harry, dall’altro lato, aveva sfruttato quel grido come biglietto per allontanarsi dal gruppo, annunciando di voler prendere parte ad Haircuts.

“Uh,” gli occhi di Niall guizzarono verso la sala da pranzo, facendo fermare Liam da qualsiasi cosa stesse dicendo e facendogli gettare uno sguardo oltre la sua spalla. “Ho bisogno di controllare Lou,” disse con tono di scuse. Liam capì fin troppo bene. Viveva con Harry e Zayn dopo tutto.

“Certo, si” cercò di non suonare troppo in disaccordo, “andiamo.” Entrambi i ragazzi arrivarono nella sala da pranzo giusto in tempo per vedere Louis seduto su una sedia, la testa inclinata all’indietro, mentre una bella mora a cavalcioni su di lui con un bicchierino di limone in una mano e un bicchierino di vodka nell’altra. Oh no, si disse Niall mentre lanciava furtivamente uno sguardo verso Harry. Il ragazzo dai capelli ricci sembrava avere uno strano luccichio negli occhi, che Niall non era in grado di identificare come gelosia, ma era sicuro come l’inferno che era almeno un po’ geloso di lui. Questo non era buono, che modo per dimenticare il patto di ‘noi non faremo nessuna figura di merda’ Lou,  pensò sospirando, voltando di nuovo lo sguardo allo spettacolo. Era piuttosto strano da guardare, doveva ammetterlo. Era stato il contatto più vicino che Louis avesse mai avuto da parecchio tempo se ricordava correttamente. Lentamente svuotò il succo di limone nella bocca del suo amico, seguito subito dalla vodka mentre faceva cadere atterra i bicchierini di plastica. Le mani di lei corsero verso il suo collo e tra i suoi capelli, sorridendo leggerment4e mentre scuoteva la testa, mescolando l’alcool nel succo. Altrettanto veloce come aveva iniziato, si fermò, lasciando cadere un bacio sulla bocca di Lou per segnalare che poteva inghiottire. Anche lui era piuttosto scioccato mentre guardava gli occhi di Louis alla deriva aprirsi e sorridere verso la ragazza. Se non avesse saputo meglio –cosa che totalmente sapeva- avrebbe pensato che Louis si era divertito abbastanza. Ma fortunatamente, Niall sapeva che era solo l’alcool a parlare. Lanciando uno sguardo in direzione di Harry, fu sorpreso nel vedere la famosa mascella del ragazzo indurirsi e gli occhi ardere su Louis mentre la ragazza scendeva e lui si alzava.

“Penso starà bene,” disse a Liam mentre Harry iniziava a farsi strada verso il suo amico. “Andiamo, uh, via di qui.” Il ragazzo dagli occhi di cerbiatto annuì, gli occhi ancora spalancati mentre guardava il suo compagno di band in direzione verso il ragazzo di Twitter con un fuoco negli occhi che non aveva mai visto prima.

“Hey,” fu tutto ciò che disse Harry dopo aver visto ciò che aveva fatto Louis, che lo guardava con gli occhi lucidi e un sorriso da arresto cardiaco.

“Ciao, Hazza,” replicò lentamente, le parole leggermente impastate alla fine prima di battere le mani sulla sua bocca. Anche se  non voleva ammetterlo, Harry lo trovava veramente adorabile. “Voglio dire,” si fermò per un secondo, “Harry.” Con un cenno del capo sorrise verso di lui.

“Vi state divertendo, vedo,” il giovane ragazzo ridacchiò mentre guardava Louis che tentava di restare concentrato su di lui.

“Ora sì,” rispose Louis seriamente, gli occhi striscianti verso la parte inferiore del corpo di Harry e tornando su, facendolo rabbrividire. Certo, probabilmente l’aveva fatto solo perché era ubriaco, pensò Harry, e lui stava ancora pensando a quella ragazza.

“Ci scommetto. Lo sarei anche io. È carina, huh?” Anche se aveva cercato di mascherare l’amarezza nella sua voce, si poteva ancora udire e sperava che Louis fosse abbastanza ubriaco da non accorgersene. Sfortunatamente per Harry, non era completamente ubriaco.

“Si, lo è,” rispose distrattamente, guardandola per sua risposta. Gli occhi del ragazzo più giovane si indurirono leggermente. “Ma lei non è esattamente il mio tipo,” concluse, guardando Harry dritto negli occhi. La corrente che avevano sentito la prima volta che si erano incontrati tornò a manifestarsi intorno a loro, mentre si fissavano. Harry aprì la bocca per dire qualcosa, quando qualcuno gli saltò sulla schiena.

“HARREH!” Una rumorosa voce urlò, che Louis identificò come appartenente a quell’ospite di Radio 1. “Stai ignorando tutte le bellissime ragazze che ho portato per noi! Vieni e fai il buon padrone di casa salutandole!” Harry non poté soffocare il gemito che si era fatto strada fino alla sua gola. Sembrava quasi che stesse venendo torturato, però, immaginava fosse così. Lui non riusciva a prendersi una pausa. Con occhi imploranti, guardò il ragazzo un po’ ubriaco che aveva faticato così tanto per raggiungere, sperando che dicesse no,, che non poteva andare. Cosa che Louis prese come una supplica per lasciarlo andare.

“Va’ da loro, sarò qui,” disse con meno entusiasmo, guardando già l’alcool sul tavolo. Con un sospiro di rassegnazione, Harry si lasciò condurre lontano da Louis. Ancora.

***

Quattro bicchierini e un bicchiere di misterioso punch dopo, Louis si trovò sulla pista da ballo, il suo corpo che si schiantava insieme ad altri corpi di persone che non conosceva, ma davvero, alla fine, non gli interessava. Tutto quello che avrebbe voluto fare era vedere Harry e guardare la sua bel, bel viso e parlargli ed essere felice perché era suo amico. Questo, e lui era davvero ubriaco. Poteva vagamente ricordare la promessa che lui e Niall avevano fatto per non bere troppo, ma lui ne aveva avuto bisogno. Quello era un party organizzato dall’attuale band più famosa, sperando solo di poter stare con Harry ed ogni volta che lo trovava era con un gruppo di ragazze che solidificava quanto la sua cotta fosse stupida. Si. Poteva ammetterlo ora, con l’alcool che scorreva nelle vene, che aveva un’enorme, enorme cotta per Harry eccentrico Styles. Era un mondo crudele, pensò mentre si muoveva insieme alla folla. Come la precedente canzone –una canzone piuttosto divertente che probabilmente gli ricordava di guardare verso l’alto- sbiadiva, un’altra che la sua mente riconobbe  vagamente iniziò. In normali circostanze, Louis non sarebbe stato influenzato dal testo orecchiabile della canzone, almeno, non in pubblico. Ma era ubriaco, e se c’era qualcosa che Louis da ubriaco faceva, era essere influenzato da canzoni orecchiabili.

“This is more than a typical kinda thing,” canto alla ragazza dietro di lui, che inizio a ridere al suo sorriso sfacciato. “Felt the joints in my bones when you were touching me” continuò a cantare alla ragazza dall’altra parte. Continuò a fare loro la serenata finchè non scorse Harry che lo guardava da fuori nella folla di corpi danzanti. La musica iniziò a salire mentre il coro iniziava a cantare, che, era davvero un tempismo perfetto. Sostenendo lo sguardo arrabbiato di Harry, cantò insieme alla canzone.

“See I’ve been waiting all day, for you to call me baby,” gli fece l’occhiolino, sapendo che stave peggiorando la situazione, ma hey. Era la vodka a parlare comunque. Gli occhi di Harry si scurirono, o almeno fu ciò che lui pensò mentre sperava fosse per sedurlo. “So let’s get up, let’s get on it, don’t you leave me brokenhearted tonight.” Louis guardò mentre Harry iniziava ad attraversare la folla, ed il suo cuore inizio a battere furiosamente. Non pensava sarebbe davvero venuto. Mentre guardava, sentì un forte dolore al piede come se qualcuno gliel’avesse pestato, costringendolo a rompere il contatto visivo.

“Scusa!” Una ragazza minuta urlò prima di spingere verso la folla. Quando Louis alzò lo sguardo, il ragazzo riccio se n’era andato. Un sospiro uscì dalle sue labbra mentre realizzava che si sbagliava sul fatto che Harry stesse venendo da lui. Aveva probabilmente appena fatto una cosa davvero imbarazzante. È ora di andare avanti, Lou, pensò tra sé. Il ronzio nelle sue vene sbiadì leggermente mentre la delusione ne prendeva il posto. Forse era arrivato il momento di andare a casa. Mentre stava iniziando a farsi strada verso la folla, sentì un corpo dietro di lui e due grandi mani sui suoi fianchi. Il calore si diffuse sulle sue guance, sentì le labbra sfiorare il suo orecchio mentre un timbro profondo iniziò a cantare la canzone nel suo orecchio.

“Honest, baby, I’ll do anything you want to,” il respiro di Harry ballò lungo il suo orecchio, facendogli venire la pelle d’oca a sfarfallio lungo gli avambracci. “So can we finish what we started, don’t you leave me brokenhearted tonight.” Lentamente, Louis voltò il viso verso l’alto ragazzo, non esattamente sicuro di quali fossero i suoi piani, ma sapendo che se non l’avesse guardato in viso proprio in quel momento, sarebbe probabilmente morto. Okay, quella era un’esagerazione, ma davvero, la vodka non aiutava. Fissò il famoso ragazzo, preoccupato con il labbro inferiore tra i denti e sentendo il sentimento di un piccolo moto di orgoglio, mentre guardava quegli occhi infinitamente verdi sfarfallare verso la sua bocca.

“Ciao,” respirò Harry.

“Ciao,” sorrise Louis. L’aria iniziò a riempirsi di quel ronzio elettrico ancora una volta e Louis era certo che stesse per perdere ogni facoltà di respirare. O per svenire, il che era davvero un cattivo tempismo. Ma, mentre Harry iniziava a chinarsi in avanti, respirare gli risultò sempre più difficile. I bordi della sua vista iniziarono a sfumare mentre Harry si fermò a toccarlo leggermente con il naso. I sensi di Louis vennero riempiti dal profumo di lui, che si mescolò con l’alcool nel suo alito. Dio, voleva solo che ponesse fine a quell’ultimo centimetro. Avvenne lentamente, Harry pose fine alla differenza tra le loro labbra, premendo una quantità di pressione su Louis, facendolo sussultare alla sensazione come se il mondo intorno a lui fosse esploso. E poi tutto fu nero.

***

La prima cosa che salutò Louis una volta iniziato a tornare alla terra dei viventi fu un martellante mal di testa. In realtà era certo che qualcuno lo stesse torturando cercando di spremergli il cervello fuori dalla testa. Quella era l’unica spiegazione al dolore nella sua testa. Si seppellì ulteriormente nelle lenzuola, premendosi ulteriormente contro il corpo accanto a lui, in cerca di calore. Aspetta. Cosa? Il suo cervello protestò mentre cercava di ricordare cosa fosse successo la notte precedente. L’ultima cosa che poteva ricordare era che la sua vita era stata cambiata da un bacio- oh Dio. Strinse gli occhi, sperando che fosse stato tutto un sogno. Un brutto sogno. Sperava davvero di essere stato così ubriaco da cancellare tutto, specialmente il party di Harry. Oh Dio. Louis considerò le possibilità di andarsene senza aprire gli occhi ed incontrare chi fosse esattamente nel letto accanto a lui. Anche se, onestamente, poteva solo supporre chi fosse. La persona accanto a lui emise un gemito, facendolo inspirare profondamente. Okay, come un cerotto, Lou, pensò tra sé. Basta farla finita. Inoltre, era davvero così male svegliarsi accanto ad Harry Styles? Lentamente, Louis aprì gli occhi, permettendo loro di adattarsi alla luminosità della stanza. La stanza era fin troppo familiare. La sua stanza. Che cosa? Perché era nella sua stanza? Un altro gemito gutturale risuonò dietro di lui. Con cautela, per non disturbare chi stava nel suo letto, si girò.

“ARGH!” Urlò saltando e spingendosi lontano dal suo letto, cadendone prontamente fuori. Non era per niente Harry. Era Niall
 
 
*Lo Screwdriver è un drink a base di vodka e succo d’arancia.


SCUSATE SCUSATE SCUSATE.
Avevo detto che non pubblicavo per una settimana e alla fine ne sono passate tipo quattro,
per questo appena ho finito di tradurre, cioè adesso, ho pubblicato.
Tra l'altro, l'autrice ha scritto che questo è il capitolo più lungo di tutti, e li mortacci sua, perchè mi è capitato nel momento peggiore.
Non so come son riuscita a sopravvivere a quell'incubo di settimane e anche indenne, no debiti!
Domani ho giusto l'ultima verifica di inglese e poi farò fuga giovedì per saltare giustamente quella di biologia.
In queste settimane sono stata -evento più importante di tutti- al concerto dei ragazzi. E' stata la notte più bella della mia vita.
Passeggiavo per Verona e incontravo ragazze come me e da quel giorno mi sento più sicura e confortata dal momento che siamo in TANTE. 
Veramente tante. 
Ho passato ore aspettando il loro autobus, che ho beccato -tiè-, dopodichè sono corsa davanti all'arena per vedere Niall e Liam che giocavano con noi fans.
Durante il concerto non ho smesso un minuto di cantare a squarciagola e il danno maggiore è stato quello alla gamba per i troppi salti e quello alle corde vocali.
Il giorno dopo il concerto mi sono fatta due ore sotto il sole cocente per entrare nello store e per questo arrivata a casa ero ARANCIONE.
Ma per un'esperienza così rifarei tutto da capo mille volte.
Il concerto è stato stupendo, dal vivo rendono molto di più, così tanto che anche mia madre se n'è innamorata.
Parliamo della storia. Devo inizare a tradurre l'altro e magari correggere tutti gli altri dall'inizio, perchè sono scritti da cane.
Niente, magari il prossimo venerdì riesco ad aggiornare puntale, ma chi lo sa.
Un bacio, e alla prossima!


canzone - canzone

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Capitolo 9
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 8 ***


 

 TWEET HEARTS – CAPITOLO 8


Aveva ragione sul fatto che fosse stato un brutto sogno. Un terribile, orribile sogno. Uno di quelli terribili, orribili sogni dove tu pensi di esserti svegliato solo che in realtà ti svegli un po’ più in ritardo. Non c’era altra spiegazione al perché il suo migliore amico fosse quello accoccolato a lui e non il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi che  solitamente aveva infestato i suoi sogni. (Non che lui l’avesse mai ammesso, sia chiaro.) Magari i suoi occhi gli stavano solo giocando brutti scherzi. Magari era ancora ubriaco. Questo aveva senso vero? Era così spaventato che dalla sua posizione a sedere cadde sul pavimento, confermando che Niall stesse ancora russando sommessamente e probabilmente sbavando su tutto il suo cuscino. Non importava quando si sforzasse di ricordare gli eventi della sera precedente, colpiva sempre quella parete vuota dopo che Harry si chinasse a baciarlo. Doveva essere stato un bacio infernale se mi ha causato un blackout, pensò Louis tra sé rifiutando di credere che avesse bevuto così tanto. Aveva fatto un patto con Niall, ricordate? Con un respiro profondo si sollevò lentamente da terra, lanciando i suoi occhi curiosi oltre il bordo del letto. Non ci si poteva sbagliare, il ciuffo di capelli biondi che spuntava sul cuscino era sicuramente di Niall. Come se il ragazzo più giovane potesse sentire su di sé lo sguardo attonito, si spostò leggermente, abbassando la coperta e fissando un mezzo occhio blu su Louis.

“’Giorno principessa,” disse. O almeno, questo fu ciò che pensò disse. Onestamente suonò più come “grrrrrrrrrrnssa.”  Finalmente capì che non aveva intenzione di svegliarsi.

“Ohmiodio Niall cosa ci fai nel mio letto?” La voce di Louis si alzò di un paio di ottave come se le parole fossero messe insieme. Il ragazzo metà comatoso emise uno strano suono gutturale prima di stiracchiarsi, permettendo alle lenzuola di cadere dal suo corpo, esponendo una parte del suo collo screziato di viola. Un suono strozzato lo soffocò, facendo ingrandire ancora di più i suoi occhi cerulei.

“NIALL DIMMI CHE QUEL SUCCHIOTTO NON L’HO FATTO IO!” Sembrò che il mondo avesse smesso di girare. No. No, no, no. Non era successo. Mentre aspettava una risposta –che sembrava richiedere ore- cercò il miglior modo per mettere fine alle sue sofferenze. Buttarmi giù dal letto sarebbe probabilmente il miglior trucco, pensò.

“Perché stai urlando?” Gracchiò Niall, strofinandosi gli occhi.

“Niall!” Cigolò Louis. Non diede tempo al suo amico per svegliarsi lentamente. Questa era una questione di vita o di morte. Niall sospirò e guardò il suo migliore amico negli occhi, prendendo coscienza di lui. I suoi occhi erano così grandi, era certo che gli occhi del più grande sarebbero potuti cadere. In realtà sarebbe stato uno spettacolo divertente. Una piccola risatina minacciò di sfuggire dalla sua gola. Combattendo per mantenere un’espressione seria, guardò Louis consapevolmente.

“No!” Louis rimase a bocca aperta, scandalizzato. Fu come se Niall avesse detto che il suo cane fosse morto. Infatti,  il povero ragazzo l’avrebbe probabilmente presa meglio. Era un colpo per la sua autostima.

“Ugh, no, non l’hai fatto,” Disse finalmente, magari un po’ amaramente. Onestamente, se fosse stata una persona crudele, avrebbe probabilmente aspettato ancora un po’ per vedere fino a che punto Louis ci avrebbe creduto. L’unico problema era che la sua mente era un po’ annebbiata e a giudicare dall’espressione sul viso del suo compagno di stanza, aveva forse bisogno di un altro parere se pensava che avessero davvero dormito insieme. Guardò le sopracciglia corrucciate confusamente del bruno mentre Niall si ricordò la domanda iniziale. “Non dovresti essere sbronzo?” Quello poteva essere un buon cambiamento di discorso. Se Louis fosse stato fedele alla forma, avrebbe smesso di preoccuparsene.

“Perché sei nel mio letto?” Insistette il ragazzo più grande, gli occhi ancora attratti da quel marchio scuro sulla sua gola. Era abbastanza inquietante. Lentamente, si spostò di nuovo sotto le coperte, tirandosele fino al mento, rotolando su un fianco in modo da poter continuare a fissarlo.

“Beh, se proprio vuoi saperlo, tesoro, tu non reggi il liquore e qualcuno doveva assicurarsi che non ti soffocassi con il tuo vomito nel sonno.” Non era una bugia. Era stato con Liam –fortunatamente avevano solo chiacchierato- quando Harry era entrato, guance scomposte e occhi selvaggi dicendo che sarebbe stato bene portare Louis a casa. A quanto pare era andato ed aveva bevuto abbastanza da svenire, era la prima volta, per quanto Niall ne sapesse. Con qualche sforzo, il trio leggermente inebriato era stato in grado di portare il ragazzo svenuto fuori dall’appartamento e metterlo nella macchina in modo che Liam potesse guidare verso casa loro. Seduto davanti a lui, Niall attraverso lo specchietto retrovisore aveva  guardato Harry mentre accarezzava distrattamente la nuca di Louis, che era adagiato sul suo grembo. Liam aveva menzionato il fatto che Harry amasse Louis, ma non pensava avrebbe significato così tanto. Ma mentre li guardava –il che lo faceva sentire un po’ inquietante- vide il ragazzo più giovane sorridere verso il ragazzo dormiente che gli si arricciava attorno ancora di più, strofinandogli la gamba e respirando una parola che suonava sospettosamente come ‘Hazza’. Dopo un piccolo sforzo in più, soprattutto verso Harry che era l’unico che portava il ragazzo ‘su per le scale’, riuscì finalmente a infilarsi nel letto. Se Niall non avesse saputo niente di migliore, avrebbe pensato che Harry stava per offrirsi nel rimanere e sorvegliare  il suo compagno di stanza. Infatti, era certo che era stato in programma finché Liam gli aveva assicurato che Niall poteva occuparsene, cosa che, poteva, ma non era quello il punto. Dopo che i due terzi dei One Direction tornarono a casa loro, restò sveglio finché ci riuscì, assicurandosi che non accadesse nulla di male al suo migliore amico. Avrebbe mentito se non avesse ammesso di essere un po’ preoccupato. Certo ora voleva che smettesse di parlare in modo che potesse dormire durante le ore rimanenti prima di dover andare a lavoro. Il gemito di Louis interruppe i suoi pensieri.

“Ti prego, dimmi che non ho vomitato difronte a loro,” disse debolmente, sdraiandosi sul letto e tirandosi su le coperte, sentendo sollievo e scoprendo per quale ragione il suo amico fosse lì.

“Niente affatto,” borbottò Niall lievemente, sentendo cadere le sue palpebre a contatto con il calore del letto.

“Questa è una buona cosa,” sbadigliò Louis, guardando il telefono e notando che mancasse solo un’ora prima che la sua sveglia suonasse. Ora che sapeva che non era accaduto nulla di male, riusciva a dormire ancora un po’. Un silenzio confortante riempì la stanza in quanto entrambi stessero per scivolare di nuovo nel sonno, quando improvvisamente si ricordò di una cosa. “Da dov’è venuto quell’amore?”

Ma in quel momento Niall era già ricaduto nel sonno. Proprio mentre stava per addormentarsi sentì il lontano ronzio del telefono, ma a quel punto era troppo tardi.
Harry avrebbe dovuto aspettare.

***

Harry aveva avuto un sonno difficile. Non era sicuro se fosse stato perché era così preoccupato per avere intossicato Louis di alcool o perché tutto ciò a cui riusciva a pensare era come le stelle sembravano allineate quando l’aveva baciato, ma comunque non riusciva a dormire. Davvero, era probabile una combinazione di entrambi.
Aveva passato una lunga nottata, e si era arrabbiato con tutti gli ostacoli che gli impedivano di vedere il ragazzo di Doncaster, optando quindi di osservarlo da lontano a causa di interventi divini che si sarebbero messi in moto se lui si fosse avvicinato più del dovuto. Pensò di aver fatto un buon lavoro nel tenersi furtivamente nascosto fino a quando il ragazzo ubriaco lo aveva avvistato, mantenendo su di lui lo sguardo e trascinandolo verso di sé con la sua voce. Da quando si era fermato, sembrava che Louis gli avesse solo mimato le parole della canzone, ma siccome era stato più vicino, aveva sentito che stava davvero cantando, ed era davvero bravo in quello. Infatti lo avrebbe potuto ascoltare cantare per sempre, ma questo suonava un po’ troppo sdolcinato, anche a lui. Mentre voltava il suo viso verso di lui, sentì una corrente d’aria soffocante che poté  riempire solo con la necessità di baciare il ragazzo più grande. Sapeva che non doveva, e aveva sentito la protesta del piccolo angelo sulla sua spalla, ma fissando quegli occhi luminosi e azzurri che lo guardavano notando il pennello rosa sulle guance, Harry non poteva non desiderare di baciarlo. In quel momento poteva giurare che Louis era la cosa più bella che avesse mai visto, e non gli interessava che qualcuno lo sapesse, voleva solo che lui lo sapesse. In quel momento il bacio sembrava una buona idea. Mentre appoggiava le sue labbra sulle sue sentì il gemito di Louis, costringendolo a baciarlo con più ardore, godendo del fatto che le loro labbra sembrarono fondersi perfettamente. Naturalmente fu di breve durata perché il ragazzo dagli occhi blu inciampò all’indietro, rompendo il contatto e urtando diverse persone intorno a lui. Harry fu in grado di sostenerlo prima che cadesse a terra, conducendolo poi verso il divano, più preoccupato che mai per questo ragazzo che aveva incontrato solo qualche settimana prima.

“Lou?” Aveva chiesto, picchiettando leggermente sulla sua guancia. Con suo grande sollievo rispose. Non fu coerente e non fu neppure sicuro di ciò che disse, ma Harry era riuscito a non ucciderlo. Poteva solo immaginare il titolo. “L’adolescente assassino baciatore.” Dopo l’arruolamento di Zayn per tenere d’occhio Louis, che comprendeva una breve escursione per trovare il suo amico, che era scomparso insieme a Liam in disparte. Era stato curioso nel sapere cosa stessero facendo prima che lui li trovasse. Non era stupido, ed aveva visto con abbastanza impressione il segno rosso sul collo del biondo, quando aveva detto loro di Louis. Naturalmente dopo il loro ritorno Liam era andato subito a letto, quindi non fu in grado di ottenere una risposta. Almeno, non ancora.
Sdraiato nella sua stanza, affondò ulteriormente nel suo cuscino, rotolando su un fianco e tirandosi la coperta fino al mento. Mantenne lo sguardo fisso nel buio, sforzandosi di addormentarsi, ma senza successo. La sua mente correva a mille miglia al minuto ripetendo le immagini di Louis rannicchiato vicino a lui in macchina e il sussurrare del suo nome nel sonno. Il tono basso, la sua voce piena di sonno gli aveva mandato un brivido lungo la spina dorsale e in quel momento Harry non poté più negarlo. Da Louis voleva molto più di un’amicizia. Voleva poter sentire Louis sussurrare il suo nome nel sonno mentre stava rannicchiato affianco a lui, non solo in una macchina che lo portava a casa. Voleva poter baciarlo ogni volta che voleva e molto più importante, voleva poter chiamare Louis ‘suo’. Aveva combattuto contro se stesso per lasciare il ragazzo più grande nell’appartamento e non restare. E onestamente non sarebbe stato in grado di farlo  senza Liam che insisteva per andarsene.

“Niall si prenderà cura di lui,” gli assicurò. “Inoltre, domattina dobbiamo essere in studio, ricordi?” Lui sospirò prima di estrarre il telefono per guardare l’orario. Erano da poco passate le sei, e lui ancora non stava dormendo. Si sarebbero dovuti alzare presto per essere pronti ad uscire, quindi sarebbe stato uno spreco di energie cercare di addormentarsi allora. Con un altro sospiro prese il telefono entrando su Twitter. Era passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che l’aveva usato, e gli era davvero mancato.

@Louis_Tomlinson spero che tu sia ancora vivo #SorryAboutTheInevitableHangover

Rilesse ancora una volta il messaggio prima di ridacchiare un po’ e premere il pulsante d’invio. Dopo aver guardato l’invio del messaggio, prese gli auricolari dal suo comodino, collegandole al telefono prima di premere ‘riproduzione casuale’. Solo perché non aveva abbastanza tempo per dormire non significava che voleva  alzarsi dal letto, dopotutto. La canzone iniziò con un assolo di chitarra, riempiendo i suoi sensi mentre veniva lentamente trascinato nella melodia. Era passato del tempo dall’ultima volta che l’aveva ascoltata dimenticando quanto gli piacesse. Mentre si riprendeva ed il coro iniziava a cantare, si rese conto che il testo della canzone, almeno in parte, era esattamente ciò che voleva dire. Rapidamente aprì Twitter digitando le parole. Sperando che Louis si svegli, lo veda e capisca.

***

Non c’era alcuna possibilità che Louis si sentisse peggio della prima volta in cui si era svegliato. Certo, trovare Niall accoccolato a lui era meno sconvolgente da vedere la seconda volta, ma il suo mal di testa sembrava essersi duplicato. Non riusciva nemmeno ad aprire totalmente gli occhi. Alla cieca, frugò sul suo comodino, cercando di trovare il suo telefono in modo da poter fermare la forte sveglia prima che  potesse far esplodere la sua testa. Dopo diversi minuti riuscì a trovare l’odioso dispositivo. Con gli occhi mezzi chiusi, fece scivolare il pollice sullo schermo, facendo tacere il rumore. Attraverso il suo sguardo annebbiato, video due notifiche di Twitter, in attesa di essere lette.  Con lo strabismo causato dalla luce del telefono, lesse il primo messaggio.

@Louis_Tomlinson spero che tu sia ancora vivo #SorryAboutTheInevitableHangover

Ridacchiò assonato mentre lo leggeva. Aw, si preoccupava davvero, penso tra sé. Certo, glielo doveva visto che il suo mal di testa killer era causato da lui. Toccando il pulsante di replica digitò veloce una risposta.

@Harry_Styles sono ancora vivo. #Barely #IfIDoDieYouOweMe
Dopo aver premuto invio, rivolse la sua attenzione all’altro tweet che era stato ricevuto sul suo telefono.

@Harry_Styles: I’m sure and lonely. Another night, another dream wasted on you. Just be here now against me. You know the words, so sing along for me, baby

Louis perse il fiato leggendo le parole. Conosceva la canzone. Proveniva da uno dei suoi album preferiti. Non che Harry potesse saperlo. Ed era sicuro che Harry non volesse dire niente con quei tweet e quei testi, ma non poté far a meno di sentire un senso di déjà-vu leggendolo. Il ricordo del bacio si insinuò nella sua mente. Lo sguardo negli occhi di Harry mentre si sporgeva  balenò nella sua memoria. O forse, pensò tra sé mentre rileggeva i testi, lui voleva dire qualcosa dopotutto. 



canzone

   

     

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Capitolo 10
*** TWEET HEARTS - CHAPTER 9 ***


TWEET HEARTS – CAPITOLO 9

 
Louis avvicinò la coperta al suo viso mentre guardava la TV. Beh, non la stava realmente guardando perché la sua testa faceva così male da impedirgli di concentrarsi su cosa stessero trasmettendo. Tutto era offuscato in un turbinio di colori e suoni sommessi che gli fecero ripromettere silenziosamente di non bere mai più. (Beh magari non mai più, solo non così tanto) Era ormai sdraiato sul divano da un paio di ore, dopo aver inciampato nel corridoio che collocava il suo letto ed il salotto. Niall gli aveva lanciato uno sguardo, scuotendo poi la testa, costringendolo a sedersi sul divano per paura che il suo amico perdesse l’equilibrio ed il suo stesso cervello sul tavolino.

“Non andrai al lavoro oggi,” disse, usando un tono più materno del solito.

“Ma Niaaaaaall,” piagnucolò Lou, guardandolo con occhi imploranti. Beh almeno era ciò che pensava guardandolo. Al momento c’erano due Niall di fronte a lui, quindi c’era un 50% che fosse quello giusto. (Sfortunatamente per lui, non lo era.) “Sai che non posso mancare o sarò liceeeeenziatoo.” Non che a Louis importasse davvero essere licenziato o no. Non voleva stare a casa da solo  e sbronzo.

“Dirò al capo che hai l’influenza. Lui non vuole di certo che tu vomiti nel suo negozio,” replicò Niall, ignorando il broncio del suo amico ed estraendo il telefono dalla tasca prima di dirigersi verso la cucina.

“Ma che importa? Sarei comunque io a pulirlo!” Urlò al biondo, facendolo sussultare. Nota per se stesso, i rumori forti erano bannati, pensò prima di tirare un sospiro di sconfitta. Odiava stare a casa da solo, soprattutto quando era costretto sul divano, cosa che Niall gli avrebbe chiesto di promettere. Girandosi su un fianco, si sdraiò, cercando di far scomparire dalla sua vista il tavolino. Sussultò leggermente quando vide una bottiglia di Gatorade rosso ed un’aspirina apparire davanti alla sua vista.

“Bevi, principessa,” ordinò l’irlandese. “Non ti è permesso alzarti dal divano finché non vedrai bene.” Il ragazzo più grande sentì il labbro inferiore sporgere verso l’esterno, senza nemmeno curarsi di Niall.

“Ma Niall, non mi piace il Gatorade,” disse tristemente. Se Niall non ne fosse sicuro, avrebbe potuto pensare di aver appena preso a calci il cucciolo di Louis.

“Non fare l’idiota lamentoso,” sospirò, oltrepassando il corpo del suo compagno di stanza per afferrare la coperta che drappeggiava sul divano. “Non ti saresti dovuto preoccupare di questo se avessi rispettato il patto.” Aprendo il pile con cerchi blu lo tirò sul ragazzo sbronzo, che ancora manteneva il broncio a causa della bevanda e della medicina. Poteva solo immaginare cosa la povera Jay avesse dovuto sopportare. Grazie a Dio non era la madre di Louis.

“Perché sei così cattivo con me?” Gli domandò il bruno, facendolo apparire a Niall come un bambino di cinque anni. In verità con un bambino di cinque anni avrebbe sicuramente raggiunto un accordo più facilmente.

“Essere cattivo vuol dire sedermi su di te e costringerti ad ingoiare quell’aspirina. Tu non vuoi che io sia cattivo,” ribatté severamente, togliendo il tappo alla bottiglia e scuotendo due pillole nella mano, appoggiate accanto al liquido rosso. “Ti conviene prenderle, cretino.” Louis in modo molto maturo tirò fuori la lingua, prima di coprirsi con la coperta per proteggersi dalla versione giocosa del suo migliore amico. “Non vuoi fare il cattivo ragazzo, vero? È meglio tornare a casa tutto intero,” lo prese in giro prima di dirigersi verso la porta.

Erano passate due ore da quando Niall era uscito e le pillole erano ancora sul tavolino, anche se il Gatorade era sparito, sostituito da un bicchiere d’acqua che stava gocciolando e che avrebbe lasciato un anello d’acqua sul ripiano. Non che a Louis importasse. Aveva soppesato i pro ed i contro di dare ascolto al suo amico e prendere le pillole. Pro: il mal di testa sarebbe sparito e la sua vista sarebbe migliorata. E magari avrebbe sopportato l’idea di mangiare qualcosa. Contro: la gigante ammaccatura nel suo orgoglio. Ecco. Avrebbe sofferto nel dolore.
Un morbido brusio interruppe i suoi pensieri, costringendo a trascinare i suoi occhi cisposi sul dispositivo acceso ed a portata di mano sul tavolino. Era sicuramente Niall che gli chiedeva come stesse con una probabile discussione di vittoria nel caso avesse preso l’aspirina. Bello prendersi gioco di lui, pensò allungando il braccio sotto la coperta per trascinare il telefono dal tavolino.

Come ti senti?

Un piccolo sorriso svolazzò sui suoi lineamenti mentre leggeva l’sms di Harry. Si sarebbe dovuto spaventare dal fatto che gli piacesse così tanto il ragazzo famoso, specialmente da quando sapeva che non c’era modo che lui potesse ricambiare –persone ubriache baciano altre persone ubriache tutte le volte, dopotutto- ma lui non riusciva a badarci. E ancora il suo cuore eruttò in farfalle solo al pensiero che ad Harry importasse abbastanza da preoccuparsi di come stesse.

Starei meglio se Niall non mi avesse fatto stare a casa da lavoro.  Cretino

Rispose ed appoggiò il telefono nello spazio davanti al suo naso, riponendo il braccio sotto la coperta, aspettando per la risposta del ragazzo più giovane. Non dovette aspettare molto prima che lo schermò si illuminasse, accecando temporaneamente i suoi occhi già doloranti.

Ceeeeeerto. Costretto a stare a casa dal lavoro. Dare buca ci assomiglia molto :P

Con scherno, digitò la risposta con un solo dito fuori dalla coperta.

Si, mi ha costretto miserabile. Non è divertente rimanere a casa da soli :(

Prendi questo, pensò Louis, sorridendo a se stesso dopo aver premuto invio. Fammi vedere come mi prendi in giro. La risposta fu quasi istantanea, facendo allargare il suo sorriso.

Sei a casa da solo?

Si, si lo era e stava prendendo in considerazione il dire ad Harry che era il benvenuto e che poteva percorrere una certa strada con lui. (Certo tutto l’alcool non era ancora stato eliminato dal suo corpo.) Ma ciò che digitò davvero fu:

Già, qualcuno deve guadagnare i soldi per mettere la pancetta sul tavolo lol

Wow, sembrava stupido. Si potrebbe pensare che stesse cercando di capire come parlare con Harry senza morire di imbarazzo. Rimase un po’ deluso quando il telefono grigio non mostrò segni di risposta rapida. Non che Harry dovesse rispondere rapidamente, magari era occupato. Ma il telefono rimase scuro anche con il passare del tempo, cosa che lo fece imprecare tra sé. Dopo aver controllato che il messaggio fosse veramente inviato, Louis gemette forte, lanciandosi sulla schiena e portandosi il braccio sui suoi occhi ancora gommosi. Non poteva incolpare il famoso ragazzo per non aver risposto, probabilmente non l’avrebbe fatto neanche lui. Chi è che dice ancora ‘Mettere la pancetta sul tavolo’? Zoppi, ecco chi. Zoppi che non hanno possibilità con persone famose. Zoppi con mal di testa lancinanti. Iniziò a prendere in considerazione l’idea di prendere le aspirine sul tavolo, quando un colpo morbido bussò alla porta. Era così dolce che Louis pensò che provenisse dalla televisione. Poi suonò un po’ più forte.
Onestamente, non aveva idea di chi potesse essere. Non poteva essere Niall, aveva le chiavi ed aveva il turno di chiusura quel giorno ed era abbastanza sicuro che non fosse uno dei suoi vicini. Dalla Disastrosa Festa dei Vicini tutti tendevano ad evitare l’appartamento Tomlinson-Horan ( O l’appartamento Horan-Tomlinson se fosse stato Niall, il che suonava parecchio strano.). Si ricordò dove fosse, decidendo che avendo bussato alla porta più volte doveva essere abbastanza importante per lui da camminare traballando fino alla porte. Se così non fosse stato sarebbe potuto benissimo tornare al grande dibattito dell’aspirina. (Beh, aveva bisogno di avere un po’ di interazioni con le persone.) I secondi passarono e Louis si scosse, spostando la sua attenzione verso le piccole pillole bianche e la bottiglia che l’aspettava di fronte a lui. Allora il colpo si ripeté, questa volta molto più rumorosamente, colpendo il suo cervello. Ow, trasalì, alzandosi dal divano ed arrotolandosi la coperta attorno alle spalle dirigendosi lentamente verso la porta. Sarà meglio che ne valga la pena, pensò aggrappandosi allo stipite con una mano e aprendo la serratura con l’altra. Mentre apriva la porta, sentì un piccolo squittio sfuggire dalle sue labbra quando i suoi cisposi occhi cerulei incontrarono chiaramente quelli verdi di niente meno che l’altro ragazzo che lui stesso bramava.

***

Già, qualcuno deve guadagnare i soldi per mettere la pancetta sul tavolo lol

Ad Harry non piaceva l’idea che Louis fosse a casa da solo. Non perché credeva che non fosse in grado di prendersi cura di se stesso… si, okay, magari pensava che non fosse in grado di prendersi cura di se stesso. Era piuttosto ubriaco la notte scorse, e se sapeva qualcosa, era che Zayn aveva causato maggiori danni con i suoi shots.  Shots che era sicuro Louis avesse bevuto.

“’Ei Zayn!” Lo chiamò dal letto nella sua camera su cui giaceva, scorrendo la sua home Twitter e sorridendo a causa di alcune cose che scrivevano su lui e Louis. A quanto pare avevano scoperto della festa a cui era atteso. Onestamente i loro fans non avevano mai smesso di stupirlo riguardo a cosa riuscissero a scoprire quando si impegnavano. (Era abbastanza spaventoso. Avrebbero potuto benissimo dare una mano all’FBI in cambio di soldi.)

“Si tesoro?” La voce di Zayn lo raggiunse attraverso il corridoio, anticipandolo. Digitando sul suo schermo, alzò lo sguardo verso la porta dove il ragazzo stava appoggiato, sudato e senza maglia. Notò un livido scuro sulla clavicola, facendogli scuotere la testa. Cercò di indovinare cosa potesse essere successo a Zayn la notte precedente.

“Blondie?” Chiese incuriosito, facendo cenno al livido con la testa. Alzando il sopracciglio, il ragazzo più grande guardò a cosa si riferisse prima di scoppiare in una forte risata.

“Si, amico, è piuttosto carina,” rispose, sorridendo smagliante verso Harry. “Mi piace parecchio, in realtà.” Se gliel’avesse detto un anno prima ne sarebbe probabilmente stato geloso. In quel momento gli restituì il sorriso.

“Aw, il piccolo Zayn sta diventando dolce?” Tubò, spalancando gli occhi.

“Oh, tu stai zitto,” replicò Zayn, privo di reale malizia. “Cosa volevi? Non penso volessi controllarmi.” Gli fece un occhiolino, facendo alzare gli occhi ad Harry.

“Divertente. No, abbiamo qualcosa da fare oggi?” Guardò ancora il messaggio che appariva sullo schermo.

“Non penso,” rispose il ragazzo dai capelli scuri dopo un attimo di riflessione. “Sono quasi sicuro di no. Li è uscito, per comprare un libro o qualcosa del genere, e penso che ci avrebbe preso a calci nel sedere se avessimo avuto qualche programma.”

“Bene,” il sorriso di Harry si illuminò mentre si alzava dal letto, chiudendo il suo portatile.

“Perché?” Gli chiese il compagno di band, fissando i suoi occhi scuri sul ragazzo più giovane che stava afferrando un paio di jeans dal retro della sedia, dirigendosi poi verso il comò per prendere una camicia.

“Oh volevo solo uscire per un po’, tutto qui,” disse con disinvoltura, afferrando una maglietta bianca con scollo a V prima di chiuderlo. Un piccolo sorriso si tirò sulle labbra di Zayn mentre guardava Harry togliersi la felpa e rimpiazzarla con la camicia.

“Vai a trovare Louis, huh,” disse suonando più come un’affermazione anziché come una domanda. Il momento di esitazione fu tutto ciò che gli servì prima di scoppiare in una fragorosa risata che rimbombò lungo la sua gola.

“Sono così trasparente?” Chiese Harry, togliendosi i pantaloni del pigiama e tirando su i jeans fino a sostituirli.

“Piccolo, il vetro è più opaco di te,” replicò. “Ma è carino. Davvero Haz,” velocemente, il ragazzo più alto afferrò il cuscino dal letto, tirandolo poi addosso a Zayn, colpendolo in pieno petto.

“Non è carino, deficiente. Dovrei essere seducente. Non carino,” disse allungando le braccia e facendo un breve giretto su se stesso. “Sto bene?” Sfregandosi il petto e fingendo dolore, Zayn lo guardò con amarezza, toccando i vestiti che indossava.

“Certo che stai bene, come sempre. Ora vai e conquistalo, tigre,” fece le fusa, girando sui tacchi e correndo verso la sua camera prima che Harry potesse trovare qualcosa da tirargli.

***

Aveva deciso di camminare per raggiungere l’appartamento di Louis, cercando un po’ d’aria fresca per schiarirsi le idee. E poi, non era così lontano. L’aria pungente entrò nei polmoni, distraendolo dai pensieri sul ragazzo che era stato nella sua mente sin dal primo tweet. Onestamente non si era mai sentito così con nessuno, ed il solo pensiero lo spaventava, soprattutto perché non gli era permesso farlo sapere a nessuno, tantomeno a Louis. Fortunatamente, tutti alla festa –tranne Liam e Zayn- avevano interpretato il bacio come una cosa che si fa da ubriachi che non sarebbe potuta accadere se non per quella condizione, e se fosse stato sincero, Harry avrebbe dato tutto per un loro primo bacio che non coinvolgesse l’alcool. Voleva fosse reale. Almeno avrebbe saputo se Louis ricambiasse i suoi sentimenti. Aveva parlato a sua madre della situazioni, e lei aveva riso un po’ informandolo che probabilmente Louis immaginava Harry  come qualcosa appeso alle stelle del cielo. Ma era sua madre, doveva pensarlo. E del resto, non importava se lui avesse ricambiato i sentimenti, perché non poteva stare con lui. Alzò gli occhi al cielo immaginando cosa Simon gli avrebbe detto se avesse saputo del bacio e che ora stava andando a far visita a Louis. In realtà gli appariva divertente, e ridacchiò mentre girava l’angolo sulla via di Louis. Fanculo a loro, pensò tra sé giungendo alla porta del palazzo, spingendolo aperto e mancando la ragazza che dall’altra parte della strada stava per scattargli una foto. Salendo le scale su cui aveva camminato più o meno dodici ore prima, pensò a quanto fosse stato caldo Louis premuto contro il suo petto e a come l’avesse portato su per le scale. Aveva un’aria così pacifica, con il volto curvato verso di lui, ed Harry avrebbe dato di tutto per far diventare una cosa del genere una costante nella sua vita. Alzando gli occhi si ritrovò difronte alla porta di Louis. Con un piccolo respiro, bussò.

***

“Quindi, stavi cercando di decidere se il tuo orgoglio valesse la guarigione del mal di testa?” Domandò Harry, schioccando a Louis un’occhiata –definendolo pazzo- da sopra la sua spalla mentre cucinava ai fornelli. Era lì da circa un’ora quando Louis gli disse che non aveva mangiato per tutto il giorno, che era un concetto ridicolo per Harry. Tutti sapevano che la cura immediata per una sbronza era qualche cibo grasso. L’idea al ragazzo aveva fatto storcere il naso ma alla fine aveva ceduto alla richiesta di Harry di fargli cucinare qualcosa. Ora, mentre finiva la pancetta, Louis sedette sul bancone, ciondolando i piedi come fa un bambino mentre guarda sua madre preparare la cena.

“Tu ovviamente non capisci il dolore e la sofferenza che mi darebbe Niall se gli dicessi che gli ho dato retta,” rispose Louis, lo sguardo fisso sul piatto di uova e pancetta. Magari Harry aveva ragione su questa cosa del cibo, si sentiva già un po’ meglio solo sentendone l’odore. “Il mal di testa mi è già passato, quindi perché non saltare l’uomo medio?” Guardò il ragazzo famoso, che fece tutt’altro, gli prese il piatto, offrendogli una mano per aiutarlo a scendere dal bancone, facendogli svolazzare il cuore nel petto.

“Beh, te la cavi molto meglio di me con il mal di testa Lou, perché io avrei preso molto più di quelle due aspirine ora,” ridacchiò, continuando a tenere la mano del ragazzo più grande conducendolo verso il divano. Louis osservò le loro mani, chiedendosi se Harry si fosse reso conto di tenergli ancora la mano, ma non aveva intenzione di dire nulla. Una sensazione di calore si diffuse nel suo ventre mentre catturava con la mente quel momento, amando il mondo in cui la sua pelle abbronzata contrastasse quella pallida di Harry.

“Oh davvero?” Rispose distrattamente.

“Si, amico, i mal di testa sono la cosa peggiore,” il ragazzo più alto ridacchiò raggiungendo il divano, lasciando la presa sulla mano di Louis ed aspettando che il ragazzo sbronzo si sedesse. Quando lo fece, sentì la mancanza del calore della mano intorno alla sua, Harry gli mise il piatto in grembo. “Bon appetit!” Esclamò con un terribile accento francese. Anche se l’idea di mangiare gli aveva precedentemente rivoltato lo stomaco, ora questo ringhiava come una scavatrice, gli occhi nella sua mente rotearono da quando il cibo fosse buono.

“Oh mio dio, Harry, tu canti e sai cucinare, sei reale?” Disse prima di riuscire a trattenersi. Le sue guance divennero scarlatte quando si rese conto di aver dato voce ai suoi pensieri e velocemente si ficcò in bocca un’altra forchettata di uova, impedendosi di dire altro. Harry rise rumorosamente pensando prima di rispondere.

“Sono solo uova e pancetta, niente di che,” disse con modestia.

“Forse non per te, ma per chi brucia i toast ogni volta che li fa è piuttosto impressionante,” disse Louis, gli occhi puntati sul cibo che stava scomparendo rapidamente.

“Beh, devo solo cucinare più spesso per voi in modo da assicurarmi che non moriate di fame,” rispose con leggerezza, facendo perdere a Louis un battito. Seriamente, cos’era quello?

“Mi piacerebbe,” disse Lou lentamente, sorridendo ad Harry attraverso le ciglia. Un morbido silenzio cadde nella stanza quando finì il cibo. Harry studiò il ragazzo più grande quando pensava che non lo stesse guardando, cercando di imprimere nella sua mente ogni dettaglio del suo viso, notando che non trovava niente di sbagliato in lui. Dai suoi capelli leggeri ai suoi luminosi occhi blu al naso perfettamente scolpito e giù verso le labbra rosa, Louis era letteralmente la persona più bella che avesse mai visto, anche dopo aver trascorso la maggior parte della giornata sul divano, massacrato dalla sbornia.

“Quindi, avevi ragione Hazza,” la sua voce leggermente roca interruppe le sue fantasie, facendo accelerare il suo battito a causa del soprannome utilizzato. “Mi sento meglio, grazie.”

“Nessun problema Lou. Ho pensato di doverlo fare visto che sei ridotto così per colpa mia.” Rise Harry.

“Questo è vero. È tutta colpa tua,” disse Louis giocosamente. “Dovresti vendere i tuoi segreti per curare la sbornia però. Sai in caso la tua carriera da popstar non funzionasse. ”

“È un segreto, tesoro,” roteò gli occhi, sentendo la mancanza del modo in cui il respiro di Louis si sposasse bene con il vezzeggiativo. “Penso che tutti tranne te sappiano che il grasso e l’unico modo per dare alla sbornia un calcio nel culo. E poi, se questa cosa non funzionasse, tornerei all’università.” Concluse con una scrollata di spalle, guardando oltre il ragazzo che secondo i suoi gusti era parecchio lontano.

“Oh, l'università,”  sospirò Louis, mettendo il piatto sul tavolo di fronte a loro ed estraendo la coperta dietro di lui, coprendosi.

“Ci sei andato, vero?” Harry ricordò il riferimento precedente alla scuola, anche se brevemente.


“Si ma l’ho abbandonata. Mi sentivo come se stessi sprecando il mio tempo ed il mio denaro quando tutto ciò che volevo essere era il cantante, cosa che non sta accadendo. Ora sono solo uno che si è ritirato e che lavora in una libreria,” rispose, suonando distante. Non era uno dei suoi argomenti di conversazione preferiti, soprattutto con qualcuno che aveva ottenuto tutto ciò che aveva potuto volere. Harry osservò il cambiamento in Louis, e rimase tranquillo, non volendo dire niente di sbagliato. Entrambi i ragazzi diressero la loro attenzione al film che veniva trasmesso in televisione, senza guardarlo davvero. Lentamente gli occhi di Louis iniziarono a chiudersi ed il suo corpo si inclinò verso Harry, che riposava comodamente al suo fianco. La pressione esercitata sul fianco dell’altro ragazzo fece saltare un battito al suo cuore.

“È okay?” Chiese assonnato, cadendo vittima di un coma causato dal cibo. Se solo avesse potuto dire ad Harry quanto bene fosse per lui.

“Si, Lou, va tutto bene,” sorrise. Entrambi tacquero ancora, pensando a tutte le cose che si sarebbero voluti dire.

“Hai mai pensato di creare una casa discografica?” Chiese improvvisamente Harry, guardando il ragazzo più grande nascosto nel suo fianco. Gli occhi cristallini del ragazzo più grande lo guardarono confusamente, non sapendo esattamente da dove fosse arrivata quell’uscita. “Tu hai un debole per la ricerca di nuovi incredibili talenti, sai,” spiegò con una scrollata di spalle. “Penso saresti davvero bravo, tutto qui.” Onestamente, Louis non ci aveva mai pensato.

“Sarebbe bello” disse dopo aver pensato all’idea. “Non ci ho mai pensato molto, sai?” Spostò la testa verso il basso appoggiandosi al petto di Harry, mentre si rannicchiava su di lui, godendosi il calore.

“Beh dovresti” disse Harry con voce ansimante realizzando quanto fosse vicino il ragazzo che perseguitava i suoi pensieri.

“Lo farò, Haz,” replicò con voce pesante mentre il respiro di Harry iniziò a cullarlo. In quel momento, con la testa di Louis appoggiata al suo petto non desiderava altro che dirgli la verità.

“Sai, non sono come loro mi descrivono,” osservò Harry dal nulla.

“Hm?” Rispose, non seguendo esattamente il discorso con gli occhi chiusi “Loro chi?”

“I media” rispose il ragazzo più giovane, resistendo alla forte tentazione di passare le dita tra i capelli del ragazzo assonnato. “Io non sono così. Quello non sono io.” Guardò gli angoli delle labbra di Louis sollevarsi.

“Buono a sapersi” respirò. Dopo qualche minuto di silenzio, Harry abbassò lo sguardo sul ragazzo che pensò si fosse addormentato sul suo petto. Potrei innamorarmi di lui, pensò tra sé. Mentre lo osservava iniziò a cantare una canzone. Era una delle sue preferite ed in quel momento era perfetta.

“Cause I’ve been trying way too long to try and be the perfect song when our hearts are heavy burdens we shouldn’t have to bear alone,” Louis sentì il ragazzo cantare debolmente, le parole vibravano attraverso il suo petto. Conosceva la canzone, era una delle sue canzoni d’amore preferite e sentendola cantare da Harry fu come un sogno che si realizzava. “So goodnight moon and goodnight you when you’re all that I think about all that I dream about,” il ragazzo più giovane continuò come aveva iniziato a spazzolare alcune ciocche dalla fronte di Louis. Il ragazzo più grande si accoccolò a lui ulteriormente godendosi il tatto e la voce che lo stava spingendo nel buio.

Do you feel us falling? Cause I can feel us falling, echoed in his ears as he drifted off to sleep.

***

Anche se Niall odiava chiudere il negozio perché significava tornare a casa tardissimo –e voleva davvero dormire dopo la notte trascorsa- non era stato così male da quando Liam aveva deciso di fermarsi. In realtà era dovuto al fatto che avesse dovuto lavorare senza il suo migliore amico per tutta la giornata. Sorrise tra sé immaginandosi il bruno appoggiato al bancone mentre parlavano. Si, aveva sicuramente compensato. Estraendo le chiavi dalla tasca, aprì la porta, cercando di fare poco rumore nel caso Louis stesse dormendo, cosa che sperava stesse facendo. Non gli era apparso al meglio della forma quella mattina e sapeva che a Lou, non avendo preso nessuna medicina, avrebbe fatto bene dormire. Tirandosi via le scarpe sulla porta, entrò in punta di piedi nel soggiorno cercando il suo coinquilino. Mentre i suoi occhi si focalizzavano sulla figura riccia sul divano, strabuzzò. Harry stava dormendo sul loro divano, appoggiato all’angolo del divano con la testa piegata all’indietro e Louis stava rannicchiato al suo fianco con la testa appoggiata al petto del cantante. La mano di Harry posata tra i capelli di Louis, quasi come se si fosse addormentato passandoci le dita. Niall pensò che era così carino che avrebbe potuto vomitare. Sorrise mentre percorreva in punta di piedi il corridoio che conduceva alla sua stanza, spegnendo la luce passando. Estrasse il telefono dalla tasca posteriore, scegliendo il numero di Liam ed inviandogli un messaggio.

Harry si è addormentato qui con Lou. Non aspettarlo.



Mi dispiace per il ritardo, ci saranno sicuramente errori, 
ma prima di correggerli e rivisionarli tutti li voglio finire e postare.
La canzone che Harry canta a mio parere è stupenda, come lo è questo capitolo.
Un bacio,
Giulia

canzone

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