Pray for me

di Lau_McKagan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


'Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome...'
Aveva iniziato quella preghiera come un rito, come faceva sempre da quando aveva memoria. Come sempre a quell'ora della sera, e prima di una delle sue uscite nascoste.
'Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, così in cielo come in terra...'
Angel non era così certa che ciò che stava per fare, che ciò che da un po' di tempo faceva, corrispondesse proprio alla volontà del Padre. Ma nell'incoscienza della sua età lo faceva lo stesso, pensando che alla fine non faceva nulla di male lei, e che al massimo avrebbe detto qualche rosario in più, per farsi perdonare. Il guaio era se veniva scoperta.
'Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debotori...'
Le carmelitane di Santa Caterina l'avevano trovata diciotto anni prima davanti alla porta del loro convento, esattamente sul retro della chiesa di San Francis in uno dei quartieri periferici di Los Angeles. Nessuna notizia sui genitori, nessuna lettera, nulla. L'avevano presa con loro, e cresciuta come una figlia, religiosa e devota al Signore. Si era fatta bella con gli anni, vestiva abiti umili e andava alla scuola cattolica delle novizie. Si perchè lei sarebbe diventata una suora, come tutte loro. Alla fine, era l'unica vita che conosceva. Erano brave persone, lige al lavoro e sempre in prima linea per aiutare la gente del quartiere. Si, anche lei sarebbe diventata una di loro. Era ciò che il Signore voleva da lei, giusto?
'E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male...'
E allora perchè faceva tutto quello? Forse perchè l'amore per la musica, unica cosa che probabilmente aveva ereditato da quei genitori di cui non sapeva nulla, era più forte di tutto il resto. E poi era curiosa, desiderosa di conoscere, e di sapere cosa c'era fuori da quelle mura. Usciva spesso di nascosto, fin da piccola, facendo disperare le Sorelle che non trovandola ogni volta andvano nel panico. E nei mercatini e nei negozi della città aveva ascoltato musica, letto libri, vagato con la mente in un mondo che le era totalmente estraneo, da cui però era inevitabilmente attratta. In fondo, cosa c'era di male? La musica serviva anche per lodare Dio, dopo tutto. Che poi quella musica fosse il rock, e che venisse considerato fuoriluogo in un contesto come quello in cui lei viveva bè, quella era tutta un'altra storia.
'Amen.'
Si fece velocemente il segno della croce, e come era abituata a fare aprì la finestra della sua umile stanza calandosi di sotto con l'aiuto di una grande quercia che spingeva i propri rami proprio fin sotto alla sua finestra. Una vera fortuna. C'era un grande casino in città quella sera, solitamente evitava di girare da sola di notte, ma quel concerto non voleva perderselo. Insomma, quei Guns N' Roses che aveva ascoltato per caso le piacevano così tanto... anche se ciò che cantavano, e la vita che professavano erano quasi inconcepibile per una come lei. Ma Angel era solo una giovane ragazza di diciotto anni, e come tutti i suoi coetanei, l'istinto di ribellione, la voglia di divertirsi e fare qualcosa di proibito, era forte, troppo forte per potervi resistere.
"Perdonami padre perchè ho peccato" disse tra sè, mentre spingeva la porta di quel locale, entrando in un mondo totamemte nuovo per lei, nuovo, proibito, e inevitabilmente attraente.



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Eccomi, di nuovo, si si.
Stavolta vediamo, ah si! E' tutta colpa del Dottor House, lo giuro èé
Sul serio eh, una puntata recente mi ha fato venire in mente sta cosa, e bhà, già che siamo in tema, Dio solo sa come andrà a finire XD al solito direi.
Ho trendordici fanfic tra l'altro che sto continuando per cui chiedo venia se non aggiornerò alla velocità della luce, ma tanto chi mi conosce lo sa u.u
Prima o poi finirò tutto, non dubitate!
Detto ciò, grazie a chi leggerà, a chi lascerà due righe e vabè... alla prossima!
Lau

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Capitolo 2
*** 2 ***


Una densa nuvola di fumo per pochi secondi le impedì quasi di respirare e di vedere. Si doveva abituare, a quanto pareva li dentro non facevano altro. Solo quando i suoi occhi riuscirono a non bruciare più per quella roba, vide bene il posto in cui era appena entrata. Era grande, e soprattutto stracolmo di gente. Gente di certo non da Chiese, come quelle che lei era abituata a frequentare. Spalancò la bocca in un segno di infantile stupore guardandosi attorno come un bambina, senza rendersi conto che così finiva solo con l’andare addosso alle altre persone addossate li attorno.
“Levati!”
“E guarda dove vai!”
“Spostati ragazzina, ma che cazzo ci fai qui dentro?”
“E questa da dove è uscita?”

Tanti e diversi erano i commenti che le giungevano alle orecchie, tante le persone che la spingevano e la strattonavano, facendola sentire ancora più a disagio. Alla fine si trovò in un angolino, attaccata alla parete, sentendosi addosso molti occhi, e udendo anche parecchie risate e prese in giro. Forse avrebbe dovuto scegliere un abbigliamento più consono. Lei era una bella ragazza, ma così vestita era davvero fuori luogo, con quella camicetta bianca allacciata fino al collo, e la gonna nera e austera sotto al ginocchio. Sbuffò… non era così figo come si aspettava dopotutto. Proprio in quell’istante le luci si abbassarono ulteriormente, e sul palco fece il suo ingresso quel gruppo… spalancò gli occhi fissandoli su di loro, sentendo la gente attorno a sè che urlava e gli incitava. Iniziarono subito a suonare, le note graffianti di una 'Welcome to the jungle' risuonarono nell’aria stantia del posto, riversando una carica pazzesca in tutti quei ragazzi. Erano magnetici… belli, duri, impossibile per una come lei… automaticamente si mosse in quella direzione, facendosi largo tra le ragazze scalpitanti e i ragazzi esaltati che davanti al palco creavano una coltre piuttosto fitta. La guardavano male e la insultavano per quei modi, ma lei nemmeno li sentiva… sentiva solo loro, vedeva solo loro… loro, che la spaventavano, ma allo stesso tempo la attraevano pericolosamente. Provò una sensazione strana, nuova per lei, trovandosi attaccata al palco sotto di loro, incollata con gli occhi su tutti… tutti, soprattutto uno… arrossì violentemente quando il biondo del gruppo incrociò il suo guardo sorridendole felino. Quell’occhiata la fece trasalire, che poi, era davvero rivolta a lei? Cioè… a lei?! Con tutte quelle belle ragazze sexy e svestite che le stavano attorno? Impossibile. Decisamente.
 
Duff, così si chiamava il biondo, dal canto suo aveva incrociato appena gli occhi di quella strana ragazza, tanto carina quanto fuoriluogo li in mezzo. Le aveva sorriso più per sentirsi figo che altro, anche se doveva ammettere che quelle iridi azzurre come il cielo lo aveva non poco incantato al momento.
 
E li se ne stava così imbambolata, in quel mondo che non le apparteneva, attaccata alla transenna che le stava segnando il petto tanto vi era contro. Quando all’ultima canzone la folla si invasò ancora di più, non riuscì a starsene li per molto, tutti facevano per spingersi in avanti e lei inevitabilmente si ritrovò sommersa da quella massa esaltata e senza ritegno. C’era una ragazza che si era levata persino il top, rimanendo con il seno in vista, urlando e scalpitando come un’ossessa… ‘Gesù, ma dove sono finita?!’ si chiese ingenuamente arretrando velocemente contro alla parete laterale, che le dava in un certo senso maggior sicurezza.
“Carini… un po’ demodè forse…” quella voce al suo fianco la fece trasalire. Era una ragazza, forse giovane quanto lei, ma decisamente più adatta a quel posto, ecco. Aveva un paio di calze a rete, dei pantaloncini in jeans molto corti, un bustino che le strizzava il già abbondane seno, e stava leccando un ciuapa ciupa. I capelli erano neri corvini e lunghi fino alle spalle, un caschetto retrò che le dava un’aria accattivante.
“C... cosa?”
“Dico, i tuoi vestiti… da dove li hai tirati fuori?” non sembrava esserci scherno nella sua voce, curiosità piuttosto.
“Oh… io… veramente…”
“Ok capito… non se una frequentatrice abituale di questi posti eh? Non fare caso a quelli” disse riferendosi a quelle persone che nel vederla ridevano e la indicavano “sono solo invidiosi perché tu sei carina, e loro no… certo, con qualcosa di più adatto lo saresti molto di più…”
Angel abbassò lo sguardo sui suoi abiti, lisciandosi la casta gonna con le mani “Sono così terribili?”
“Nulla a cui non si possa rimediare” fece la giovane guardandola con l’indice appoggiato sul mento come se stesse pensando a chissà cosa “vieni con me”
“Dove?! Aspetta!” ma lei l’aveva già presa per il polso e se la stava trascinando dietro tra la gente “dove mi stai portando?!”
“Oh ma ti calmi? Mica ti voglio rapire eh! Ecco…” aprì la porta del bagno e vi entrò andando davanti allo specchio.
L’odore rancido di quel posto le stava quasi facendo venire da vomitare ma si trattene “Perché mi hai portata qui?”
“Credo che tu abbia un problema con il look, e ti voglio dare una mano perché mi stai simpatica… vediamo…” le si mise davanti e la osservò, poi le levò la camicetta da dentro la gonna e glie la sbottonò. Angel sussultò, ma la lasciò fare, incuriosita. Glie la legò sotto al seno, abbottonandola appena in modo che si intravvedessero i seni sodi “Questa gonna è toppo lunga” si piegò su di lei, e tagliò con i denti un filo, poi la strappò levandole un bel pezzo e rendendola corta.
“Ma no, sei pazza?!”
“Lasciami fare dai! Ecco…” le levò l’elastico sciogliendole i capelli… era una ragazza bella, non capiva perchè se ne andasse in giro vestita da suora “perfetto! E questa…” mise una mano sulla piccola croce che portava al collo, ma Angel la bloccò.
“E’ Nostro Signore…”
Alzò un sopracciglio “Già… per il momento è meglio che non veda…” disse, girandole la croce contro al petto.

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Capitolo 3
*** 3 ***


“Dove andiamo?” chiese spaurita quando quella ragazza la trascinò fuori dal bagno.
“A divertirci! Hai lo stile giusto adesso, guarda! Nessuno ti sta trucidando con gli occhi”
In effetti non ci aveva fatto caso, si sentiva tremendamente a disagio così conciata, ma nessuno la stava più guardando come se fosse stata un’aliena. Tanto meglio, anche se quella non era certo lei.
La vide imboccare un corridoio che fiancheggiava il palco, sapeva di muffa, e di un misto di piscio e sbocco… le luci al neon erano malfunzionanti, una si accendeva e si spegneva di continuo dando a tutto un aspetto ancora più lugubre. Poi si fermò di fronte ad una porta pronta ad aprirla.
“Mi dici dove siamo per favore?!” domandò Angel stringendole la mano.
“Te l’ho detto… vuoi stare un po’ tranquilla, accidenti… a proposito, io mi chiamo Desi, tu?”
“Angel” rispose timidamente.
Desi sorrise “Angel eh? Bè… benvenuta all’inferno” e in quell’esatto momento aprì la porta.
 
Era una stanza piccola, con dei divanetti logori, un frigobar malandato, e un’altra porta che probabilmente serviva da cesso. C’era fumo, tanto fumo, le bruciavano di nuovo gli occhi… e un odore rancido di alcool andato a male. Per quanto piccolo fosse quel posto era pieno di gente, ragazzi e ragazze intenti a bere, pomiciare... e farsi... non aveva mai visto nulla del genere, mai. Nemmeno quando faceva con le sorelle il giro nei quartieri più malfamati, per portare da mangiare a quella gente. Strinse ancor di più la mano di Desi, che quasi dovette trascinarla a forza dietro di se. Riconobbe qualcuna di quelle facce. C’era un ragazzo mulatto con una folta chioma riccia che rideva scioccamente con un biondino basso con un gran sorriso. Intravide anche un ragazzo pallido dai capelli rossi… erano i ragazzi della band, erano i Guns N’ Roses. Uno strano moto di stomaco la fece sussultare.
“Izzy!!!” urlò Desi.
“Hey tesoro!” fece il moretto che stava alla chitarra. Era anche lui molto pallido, il petto magro, forse troppo, era imperlinato di sudore e sulla fronte gli ricadevano ciocche scombinate di capelli tagliati alla cazzo. Lo vide abbracciare la sua nuova pseudo-amica, e baciarla… in un modo che le provocò un inaspettato calore alla pancia. Le lasciò la mano, e in quel momento si sentì come persa, fuoriluogo… era come se stare attaccata a lei le infondesse sicurezza, ma adesso? Adesso che ci faceva lei li in mezzo? Poi lo vide, lui, lo spilungone biondo dai begli occhi felini che l’aveva guardata durante lo show. O almeno così le era sembrato. Stava a poca distanza da lei, e aveva una birra in mano. Solo in quel momento notò davvero quanto fosse bello. Le sorrise avvicinandosi “Io ti ho già vista prima, giù nel pubblico… solo sembri un po’ diversa…” eccome se lo era.
Desi si avvicino a loro e salutò Duff, che per qualche istante distolse lo sguardo da Angel per salutare l’amica “Ragazzi, vi presento la mia nuova amica An…” ma quando Desi, Duff e Izzy si voltarono, lei non c’era più. Sparita “Era qui poco fa, giuro!”
Duff era basito… si era distratto solo un attimo, e lei se ne era andata. Peccato. Alzò le spalle, diede una pacca sulla spalla dell’amico e decise che era giunto il momento della pausa-sigaretta. Non che non potesse fumare li dentro, ma cavolo, con tutto quel casino non riusciva mai a godersela sul serio… fumarsela in santa pace all’aria fresca della notte era tutta un’altra storia.
 
Aveva già smesso di pensare a quella strana ragazza, quando spalle al muro infilò tra le labbra la Marboro fregata a Slash. Tanto lui ancora ci lavorava per quelli, di sigarette ne aveva quante voleva. Tirò la prima boccata, e spinse fuori il fumo dalla bocca alzando leggermente il mento verso l’alto. Si era rimesso la maglietta, ma faceva comunque fruschino a quell’ora tanto che sulla sua pelle sudata apparvero dei piccoli brividi “Hey, vuoi roba?” gli chiese un tizio che passava li vicino.
“No, smamma” il fatto è che non aveva soldi quella sera, altrimenti non avrebbe rifiutato così facilmente. Pazienza, tanto una volta a casa, Izzy avrebbe trovato qualcosa di loro gradimento. L’amico moro era sempre pieno di sorprese in quel senso. Stava giusto dando il secondo tiro, quando un urlo e delle voci lo distrassero. Venivano da una vietta lungo la strada, una ragazza piangeva… qualcuno le stava facendo del male.
 
‘Padre nostro… che… ti prego, ti prego, aiutami!’faticava anche a pregare tanta era la paura “Lasciami!” urlò, ma l’unica risposta che ottenne fu un ghigno, mentre l’uomo ubriaco che la teneva stretta per le braccia spingeva il bacino contro di lei. Il suo alito puzzava, le stava facendo venire la nausea “Lasciami, per favore, lasciami!” urlò di nuovo cercando di divincolarsi.
“Voglio solo divertirmi un po’, avanti…”
Cercò di baciarla, ma voltò prontamente il viso, sentendo il freddo muro premere contro alla sua schiena fino a farle male. Strinse forte il crocifisso che teneva al collo ‘Ti prego, ti prego, ti prego…’continuava a ripetere, finchè quello glie lo strappò via, rompendo la catenina che lo teneva legato al suo collo e gettandolo  terra “No!”
“Tanto non ti servirà principessa, qui nessuno ti darà una mano! Avanti, vieni qui…” le strappò la camicetta sul davanti facendole saltare i bottoni, e si fiondò sul suo collo. Era spacciata… era la sua punizione per aver disobbedito alle regole, ed essere uscita di nascosto per andare in quel luogo di perdizione ‘Ti prego…’
“Ma che cazzo fai?!” urlò d’un tratto qualcuno, strappando l’aggressore dalla sua vittima.
“Non sono cazzi tuoi ragazzo, levati!”
“Scordatelo figlio di puttana, vattene!” cercò di sferrargli un pugno, ma bè… quello era almeno due volte più grosso di lui, e non fece troppa fatica a bloccargli il braccio e tirargli lui un sonoro cazzotto in pieno volto.
“E la prossima volta vedi di stare fuori da questioni che non ti riguardano… fanculo…” borbottò quello, guardò la ragazza, e si massaggiò il pugno con cui aveva colpito, allontanandosi per fortuna, borbottando e imprecando tra sé.
Bella figura, pensava Duff… aveva cercato di aiutare quella ragazza e fare il gradasso con quel tizio, l’unica cosa che aveva rimediato era un naso sanguinante e probabilmente un bel livido sullo zigomo. Se non altro se ne era andato. Alzò il viso ancora dolorante quando sentì singhiozzare… ah giusto, la ragazza. Per un attimo il dolore e il suo orgoglio di uomo ferito glie l’avevano fatta scordare “Stai bene?” chiese avvicinandosi, spalancando gli occhi sorpreso quando sotto alla fioca luce di un lampione poco distante, riconobbe lei “Sei tu…”
Angel tremaeva, e si stringeva le braccia al petto… piangeva, era terrorizzata… ma le sue preghiere erano state ascoltate, perché quel ragazzo era venuto a salvarla… in modo maldestro forse, ma era pur sempre arrivato. Alzò il viso verso di lui, stava sanguinando, si era rimediato un brutto pugno. Lo vide allungare una mano verso di lei, ma d’istinto si ritrasse, mormorando solo un timido grazie.
“Non ti tocco giuro… voglio solo vedere se stai bene, sul serio”
“S… sto bene…” in fin dei conti se l’era cavata solo con un gran spavento, grazie a lui “grazie” ripetè di nuovo.
Duff sorrise… oh, se era bello quel sorriso “Non potevo certo lasciarti in balia di quello stronzo, ti pare? Ti accompagno a casa”
“No!” rispose in preda al panico. Perché voleva accompagnarla, cosa voleva da lei?! Ma era questo il problema? O semplicemente non voleva che lui vedesse chi era veramente? Perché?
“Non ti lascio andare in giro da s… hey!” la vide correre via come un fulmine, non fece nemmeno in tempo a correrle dietro, che in un istante era già sparita tra le vie... era strana. Strana e carina, un brutto connubio, troppo goloso per uno come lui. Sbuffò e si toccò la guancia gemendo per il dolore “Ah cazzo…” alzò di nuovo lo sguardo nella direzione in cui si era dileguata. Nulla. Si chiese semmai un giorno l’avrebbe rivista, e se sarebbero mai riusciti a scambiare qualche parola in più. Sembrava aver paura di tutto, anche di lui! Si vedeva che era diversa, non ci azzeccava nulla con quell’ambiente. Desi poteva anche averle dato un aspetto migliore, ma non cambiava nulla. Quella ragazza… “Ah per Dio, no! Duff non incominciare cazzo!” sapeva già che sarebbe diventata il suo chiodo fisso. Stava per voltarsi e rientrare quando calpestò qualcosa. Un crocifisso attaccato ad una catenina rotta. Era il suo, glie l’aveva visto al collo quando era entrata nel backstage. Doveva averglielo strappato quel tizio. Lo prese in mano accarezzandolo con la punta della dita. Era bello… e sembrava anche d’oro. Che fosse ricca? In fondo si vedeva che era una ragazza per bene. Lo mise in tasca, doveva solo sperare di avere un’altra occasione per poterglielo restituire. E questa volta, non l’avrebbe lasciata scappare di nuovo.



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Capitolo 4
*** 4 ***


"Duff?"
"Ma che ha?"
"E' in catalessi forse... hey Duff?!"
"Oh cazzo, non di nuovo!"
"Base terra chiama Duff, base terra chiama Duff"
"YUHUUUUUUUUUU COGLIONE CI SEI?!?!"
Solo la spinta di Slash lo risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto, facendogli quasi perdere l'equilibrio "Oh ma che rompi cazzo che siete, che accidente avete da urlare tanto?!"
"Che accidenti abbiamo noi?" Slash alzò il sopracciglio perplesso "Che accidenti hai TU! Cazzo, sembri un pesce lesso, ti chiamiamo da minuti interi e nemmeno hai sentito!"
"Dimmi che non è come penso Duff..." fece Axl, che aveva un brutto, bruttissimo presentimento.
"Cosa?!" sbottò il biondo.
"Ti sei innamorato? Di nuovo?"
Sbuffò, ma perchè ogni volta che lo vedevano strano dovevano rifilargli quell'ipotesi? "Ma vaffanculo..."
"Ah ecco... no perchè l'ultima volta eri intrattabile eh"
Scosse la testa ridendo, begli amici... per fortuna che c'era la birra. Fresca e frizzantina come piaceva a lui.
Faceva davvero caldo in quei giorni, e spesso si fermavano fuori dal bar di Joe per bere e fumare in santa pace. E da li potevano anche godere di una bella visuale, la strada offriva loro un bel passaggio in cui buttare l'occhio su quache bella 'pollastrella', come le chiamavano loro. Peccato che sebbene non fosse proprio innamorato, lui aveva altro per la testa. O meglio, un'altra... eh si, quella ragazza con il vizio di darsela a gambe l'aveva davvero colpito. E seuna lo colpiva, erano cazzi amari.
"Uhhhhhhh... che sventola!" venne distratto dalle parole di Steven, che stava seguendo con lo sguardo una ragazza che gli era passata davanti "culo, io dico 8... ma guardatelo!"
"8? Ma ci vedi? E' un 7, e pure scarso" precisò Slash.
"Io dico 7"
"Visto? E se lo dice anche Axl è un 7 pe forza! Izzy?"
Il moro abbassò i RayBan squadrando il posteriore della fanciulla in questione, che si stava nel frattempo allontanando "Non è il mio genere" proclamò, risoluto come al solito.
"Come cazzo fa a non essere il tuo genere?! E' un culo!" ovvia la rimostranza del riccio, a volte non lo capiva proprio Izzy "Un culo mica può essere il genere di qualcuno, al massimo lo puoi preferire più tondo, o magari più grosso, ma è pur sempre un culo diamine! Duff, almeno tu, dammi soddisfazione... Duff? Duff... DUFF!!! Ma dove cazzo è andato adesso?!"

Non che non gli interessassero le loro cazzate, anzi, solitamente partecipava attivamente a quel genere di 'votazioni', ma mentre i suoi amici discutevano su quel culo, il suo occhio si era posato da un'altra parte. Un gruppo di suore era passato li vicino. Erano all'incirca sei o sette, e tenevano dei sacchetti in mano, forse della spesa, mentre parlavano gioviali tra loro. Non aveva cambiato gusti, le suore mica gli interessavano! Ma la ragazza che aveva intravisto tra loro si... aveva preso un abbaglio forse, e ci aveva messo un po' a realizzare che quella figura intravista per caso tra le nere vesti di quei pinguini, assomigliava a lei. Si lei, la fuggitiva. Aveva chiesto a Desi chi fosse, ma nemmeno lei sapeva gran che, solo che si chiamava Angel... Angel... poteva un nome essere più divino? Comunque, o si era rincoglionito del tutto e iniziava ad avere le visioni, oppure quella giovane era proprio lei. Ci aveva messo un po' a formulare tali pensieri, tant'è che quando decise di partire all'inseguimento, quelle si erano già allontanate. Era scattato in piedi ed era corso via di tutta fretta, nella direzione in cui le aveva viste sparire. Si guardò in giro, sperando di non essersele perse. Non è che conoscesse bene quella zona. Poi rieccole di nuovo. Erano uscite da un negozio che vendeva fiori. Cercò di vederla, ma se ne stava li in mezzo, e tutto ciò che riuscì a scorgere fu un ciuffo di capelli e un lembo di gonna color blu. Si fiondò in mezzo alla strada senza nemmeno guardare, e per poco lo misero sotto "Imbecille, guarda dove cazzo vai!" gli urlò dietro un taxista, ma lui non si voltò nemmeno a guardalo... voleva solo raggiungerla. Le vide andare verso una chiesa, salire la scalinata e... entrare. Certo, erano suore... ma lei? Com'era possibile?! Si era rincoglionito del tutto forse... ma no, probabilmente era figlia di qualche devoto cristiano che frequentava la parrocchia, e magari aiutava le suore del convento nelle faccende... magari faceva volontariato, ecco. Si, doveva essere così. Attraversò anche quella strada, e salì la scalinata che portava all'ingresso. L'ultima volta che era stato in una chiesa, i suoi l'avevano praticamente costretto... non è che si sentisse proprio a suo agio, ma doveva levarsi il dubbio, o non ci avrebbe dormito per giorni interi. Così entrò, rabbrividendo nel sentire l'aria più fresca sfiorargli la pelle nuda delle braccia. Sembrava non esserci nessuno. Sbuffò guardandosi attorno circospetto, come una specie di vampiro che aspetta solo l'istante in cui verrà incenerito per aver messo piede in un luogo sacro... nemmeno riusciva a guardare l'enorme crocifisso appeso sopra l'altare in fondo alla navata, e non perchè temesse sul serio di prendere fuoco, ma perchè sentiva come una specie di senso di colpa e di disagio dinanzi all'imponente figura di quel Cristo. Lui era crescito in una famiglia cristiana, aveva ricevuto i sacramenti, era andato al catechismo e partecipava regolarmente alle funzioni della domenica. Ma poi, vuoi anche per quella sorta di ribellione giovanile che puntualmente arriva ad una certa età, aveva smesso di andarci, se non quando la madre lo obbligava facendolo vestire da finocchio - come diceva lui - e ce lo trascinava per un orecchio. Una volta arrivato a Los Angeles a caccia di sogni bè... Dio era stato l'ultimo dei suoi pensieri. Anzi, non ci aveva proprio più pensato. Forse per quello ora si sentiva così in difetto.
"Cerchi qualcosa, ragazzo?"
Quasi gli venne un colpo quando quella voce profonda riecheggiò in tutta la chiesa... che Dio gli stesse parlando? 'Ma che cazzo vai a pensare?!' si era fatto condizionare... era solo il prete. Un bonario tizio piuttosto in carne, con le guance paffute e il naso arrossato forse da qualche bicchierino di troppo. Aveva un'aria gioviale per essere un prete "Hemmm... ecco, no bè... io..."
"Ce la fai a formulare una frase di senso compiuto senza balbettare? E togliti quel capello, sei dinanzi al Signore" lo rimproverò, tirandogli uno schiaffetto dietro alla nuca che gli fece volare a terra il cappellino da baseball che indossava "levati anche gli occhiali, prima che ti faccia volare anche quelli" non proferì parola e nemmeno obiettò, facendo esattamente ciò che aveva detto. I preti lo intimorivano, e gli avevano sempre infuso una specie di sommesso rispetto. Insomma, non era da tutti riuscire a rinunciare ai piaceri della carne e non solo, in nome di una vita dedita a Dio e ai bisognosi "Allora, cosa cerchi?" ripetè.
"Una ragazza" rispose Duff, questa volta più convinto.
"Una ragazza?" rise, una risata gustosa "E la cerchi qui dentro? Hai sbagliato posto, questa è una chiesa, non un bordello"
"Che?! No, no! Guardi che ha capito male!"
"L'hai detto tu che cerchi una ragazza"
"Si ma mica quel genere di ragazza, andiamo, le pare?! Non sono così stupido da venire a cercarla qui! Cioè... non che di solito cerchi quel tipo di ragazza eh... comunque, ho visto una ragazza entrare qui dentro, cercavo lei..."
L'uomo aggrottò le sopracciglia pensieroso, poi sospirò "Lunghi capelli color miele e un modesto abito blu?"
"Si!"
"Ah... Angel!" esclamò l'uomo.
"Angel! Lei! E' lei..." si sentiva euforico "devo parlarci! La prego, mi dica dov'è!"
"Benedetta ragazza, prima o poi le farà impazzire! Non è possible figliolo, Angel vive con le Suore del Santa Caterina... tra pochi mesi diventerà novizia"
BAM! Quelle parole gli caddero addosso come una doccia gelida "N... non è possibile..." bel colpo, quella volta aveva superato se stesso... si era invaghito di una futura suora!

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Capitolo 5
*** 5 ***


Doveva essere rimasto li fermo con la faccia da triglia per un bel po’, perché d’un tratto il prete prese a sventolargli la mano davanti alla faccia per farlo riprendere “Sei vivo ragazzo? E’ un bello shock, lo immagino…” disse incamminandosi poi sulla navata verso l’altare.
Duff si ridestò, era davvero rimasto di stucco da quella rivelazione, anche se a pensarci bene spiegava parecchie cose. I suoi vestiti strani, il suo eccessivo timore, le sue sparizioni… ma tutte a lui dovevano capitare?! “Aspetti!” disse, forse un  po’ troppo forte perché la sua voce prese a riecheggiare per tutta la chiesa “Non se ne vada, io devo sapere!” abbassò la voce affiancandolo.
“Non c’è niente da sapere giovane, lasciala perdere”
“Oh no, non ci penso proprio! Sarà anche una futura novizia, ma questo non vuol dire che lo diventerà sul serio! Forse sono ancora in tempo a…” si bloccò notando che lui lo stava guardando con il sopracciglio alzato.
“In tempo a fare cosa, sentiamo? A circuirla? A traviarla? A portarla sulla via della perdizione?!”
“Bè… ecco…” accidenti, non è che voleva proprio dire quelle cose…
“Ma magaaari!” rispose l’uomo alzando le mani verso il cielo.
Sgranò gli occhi stupito… l’aveva detto sul serio? “Come?!”
“Oh guarda, quella ragazza! Io l’ho sempre detto che è uno spirito libero, non possono tenerla a vivere nella bambagia… vieni” lo prese per un braccio. La sua stretta era bella forte, tant’è che il biondo non riuscì nemmeno a ribellarsi. Lo fece sedere a forza su una panca… anzi, lo fece inginocchiare proprio, e lui si sedette di fianco “immaginavo che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno a chiedere di lei, e infatti eccoti… che crede, io lo so delle sue scappatelle in città”
“Non ci sto capendo niente! Potrebbe spiegarmi?!”
“mmm” si accarezzò il mento con le dita, pensieroso. Certo, poteva anche raccontargli come stavano le cose, ma come poteva fidarsi di lui? Insomma, doveva metterlo alla prova “Si, potrei anche spiegarti meglio… ma prima…” se fosse scappato a gambe levate avrebbe almeno saputo che non era il tipo che faceva per Angel “devi fare una cosa”
“Cosa?”
“Mani giunte… capo chino… avanti, confessati figliolo”
“Come?!” aveva capito bene? Voleva che si confessasse?
“Da quanto non ti confessi? Da tanto scommetto… avrai commesso tantissimi peccati da allora, e io non parlerò di Angel finchè non ti sarai riappacificato con Nostro Signore” conto alla rovescia… tre… due… uno… non era ancora scappato?
“E’ assurdo… ok, ok…” tombola! Aveva acconsentito, forse si poteva fidare sul serio di lui. Aveva dei begli occhi, limpidi e puliti… si capivano molte cose dagli occhi di una persona, e Padre Joe, così si chiamava, se ne intendeva di occhi.
“Coraggio, ti ascolto”
“Hemmm ecco…” non sapeva da dove incominciare, sembrava quasi essere tornato ragazzino “io… bè… non è che ho peccato, insomma, dipende da cosa si intende per peccato… alla fine non ho mai ucciso nessuno, e non ho mai rubato… a parte quella volta che avevamo una fame tremenda e ci siamo fregati delle barrette di Baby Ruth al market in fondo alla strada, e le sigarette a Slash, ma tanto lui ci lavora alla Malboro, glie le danno gratis perciò non vale… e non ho mai fregato le ragazze agli amici! Questo dovrà pur contare qualcosa no?”
“mmm… e dimmi… hai commesso atti impuri?”
Ecco… quello si che era un brutto affare… si sentì avvampare, era possibile arrossire davanti ad un prete? Oh si “A… atti impuri? Io…”
“Quante volte?”
“Non posso parlare di sesso con un prete, è imbarazzante!”
“Poche eh? mmm…”
“Non ho detto poche! Un discreto numero, ecco…”
“Certo, certo… che altro? Fumi? Bevi? Ti droghi?”
E adesso che cavolo poteva dirgli? Non poteva mentire in una chiesa “Si, si e… qualche volta”
Sospirò “Come ti chiami?”
“Duff”
“Duff?”
“Michael”
“Molto meglio… Michael… io sono padre Joe”
“Oh Joe, come il tizio del pub dove andiamo di solito”  
“Ma che onore!” rispose ironico “Michael, che fai nella vita, suoni?”
“Come l’ha capito?”
“Basta guardarti… con quei capelli…”
Istintivamente si portò una mano alla sua chioma “Che hanno i miei capelli?”
“Oh nulla… dimmi, per caso al buio diventano fosforescenti?” lo prese in giro “L’ho capito dalle tue dita comunque, basso o chitarra?”
“Ah… basso”
“Bene… ascoltami Michael Duff che suoni il basso e hai dei capelli osceni pure per un clown… io ti assolvo in nome di Dio dai tuoi peccati… mi devi dieci Ave Maria, ma le dirai dopo” lo prese di nuovo per il braccio, facendolo sedere più comodamente sulla panca “dobbiamo parlare di Angel”



***
Eccoci :'D
Devo dire tanti tanti grazie eh, perchè avete lasciato delle recensioni carine carine <3
E grazie anche a chi legge e basta, certo un parere è sempre ben accetto, ma alla fine se leggete già mi basta, si...
Cmq, Duff si è inguaiato per bene... ma forse in padre Joe troverà un buon alleato. Alla fine mi piaceva l'idea di un prete bonaccione e un po' atipico XD vedremo che gli racconterà!
Al prossimo!
Lau

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Capitolo 6
*** 6 ***


“Hey stai fermo con quella gamba!” lo intimò padre Joe bloccandogli quel frenetico movimento da isterico con una mano “Allora vediamo, da dove posso cominciare… ah si… ti va qualcosa da bere per caso?”
“No… Angel padre”
“Si si, Angel, giusto… vedi, lei abita con le sorelle da quando è nata praticamente”
“La madre di Angel era una di loro?!” esclamò già pronto a proclamare lo scandalo.
“Che scempiaggini! Le sorelle l’hanno trovata fuori dal convento, qualche povera disgraziata l’aveva abbandonata li  senza lasciare traccia”
“Oh…”
“Eh già, brutta storia… comunque, si sono prese cura di lei, l’hanno cresciuta e tenuta con loro. La superiora, Madre Jane l’ha allevata come una figlia. Ah quella donna!” si morse la mano in un gesto di stizza “torniamo a noi… Angel è una ragazza magnifica, dolce, educata, gentile con tutti… spesso aiuta i poveri della comunità, è timorata di Dio, e pensa di prendere i voti, seguendo l’esempio delle sue sorelle”
“Lo dice come se fosse una brutta cosa” il comportamento di padre Joe lo lasciava perplesso.
“Per l’amor del cielo giovane! Certo che non è una brutta cosa! O almeno, lo sarebbe se fosse una scelta spontanea e dettata da una vera vocazione, ma nel suo caso…”
“L’hanno obbligata?! Ma è orribile!”
“Ti vuoi stare zitto invece di trarre continuamente conclusioni affrettate?!”
“Ma lei non si spiega bene!”
“Se tu mi lasciassi finire… ah, lasciamo perdere. Dicevamo… nel suo caso credo sia più una cosa che lei ritenga normale, naturale, insomma, come se nella vita non potesse fare altro che quello, capisci?” la faccia da pesce lesso di Duff lo fece sbuffare “Lei conosce solo questa vita, non ha mai vissuto davvero! Non ha mai fatto altro che vivere con le suore, mangiare, dormire, studiare e lavorare con loro… per lei c’è solo quella strada, ma non è così, e dovrebbe capirlo accidenti!” si era infervorato, era diventato tutto paonazzo e aveva picchiato il pugno sulla panca. Duff era sempre più allibito “Per me Angel è come una figlia… quando la sgridavano o la mettevano in  castigo veniva qui, le davo del cioccolato, e la lasciavo giocare in sacrestia o nel mio orto… le voglio bene… non pensare che io voglia portarla su chissà quale cattiva strada. Sarei felice per lei se si facesse suora se ne avesse davvero la vocazione, ma non perché pensa sia l’unica scelta. Sono convinto che dovrebbe andarsene di qui per un po’, fare un viaggio, farsi le sue esperienze, avere degli amici come ogni ragazza della sua età. Magari sbagliando, facendo errori…  ma è solo così che può crescere davvero e capire ciò che vuole veramente essere nella sua vita”
Rimase a guardarlo cercando di assorbire tutto ciò che aveva detto “Mi sembra un discorso sensato”
“Ma certo che lo è!”
“Bè ma allora, che cose le impedisce di farlo? Voglio dire, perché deve uscire di nascosto e non può vivere normalmente?”
“E’ colpa sua! Ahhhhh diavolo di una donna!”
“Hemmm… immagino stia parlando della madre superiora…”
“Si!”
“E’ così terribile?”
“Oh no, è molto peggio! Mmm mi sto lasciando prendere dall’ira… Madre Jane è un brava donna, però le sta troppo addosso. Pensa di proteggerla dal mondo in questo modo, ma non capisce che così è solo peggio. Cosa potrebbe succedere se Angel prendesse i voti, e poi si rendesse conto di aver sbagliato? Non sono scelte da cui è facile tornare indietro… tanto vale che ci pensi bene prima, e che valuti tutte le alternative. Non ci sarebbe nulla di male a, che ne so, diventare medico magari, o a farsi una famiglia. Ma no! Lei non è d’accordo! E’ cocciuta e testarda, non la sopporto!”
“Ok, capito il concetto… è in tutto ciò, io che c’entro?”
“Come sarebbe? Tu c’entri eccome! Sei o non sei venuto per lei?”
“Si... però io non pensavo che lei era… insomma…”
“Quello che ti ho raccontato cambia qualcosa per te? Angel non ti piace più?”
“Oh no! Lei mi piace, mi piace eccome! Solo che mi sentirei un po’ a disagio, sapendo che chiederà i voti e….”
“Ahhhh ma allora sei duro!” disse dandogli un pugno in testa e nemmeno troppo delicato “è proprio questo il punto! Lei non deve per forza prendere quei dannati voti!” si fece subito il segno della croce come a chiedere persono per i toni che stava usando “Tu la puoi aiutare, sei l’unico che può farlo! O almeno, l’unico con cui io abbia mai avuto modo di parlare”
“E che dovrei fare scusi?! Traviarla sul serio?!”
“No, certo che no! Michel… basterebbe che tu la frequentassi, sempre se la convincerai a farlo, naturalmente… per favore, fai quest’opera di bene”
“Non sono così sicuro che sia un’opera di bene, però… ci posso provare…”
“Tzè… come se adesso uscire con lei ti dispiacesse, ma fammi il piacere!” disse dandogli una spinta che quasi lo fece volare fuori dalla panca.
“Hey,potrebbe evitare di uccidermi entro sera?!” obiettò massaggiandosi la spalla “Comunque… bè, è strano insomma… non ho mai conosciuto un prete come lei.. è forte, davvero”
“Vedi Michael io non sono sempre stato così… c’era un tempo in cui ero un ragazzo normale, come te, come tutti voi. Avevo i miei amici, i miei divertimenti, le mie ragazze” ridacchiò “e che ragazze… insomma, mi sono divertito parecchio nella mia vita, e ho fatto tanti errori. Alcuni dei quali mi sono costati cari, molto cari… non so perché il Signore ha scelto me, ma lo ringrazio ogni giorno per avermi dato la possibilità di diventare una persona migliore. Per questo non voglio che Angel si butti in una cosa così grande senza prima aver capito che è davvero ciò che è stata chiamata a fare… e sono propenso a credere che tu l’aiuterai”
“Si hemmm… ci sarebbe una cosa che non ha considerato in tutto ciò”
“Davvero? Oibò… non è possibile…”
“Si invece”
“E sarebbe?”
“Bè ecco… me!”
“Mi hai detto che l’avresti fatto, che Angel ti piace e…”
“Si si infatti, non è questo il punto… è che se… se io mi dovessi affezionare a lei, intendo, affezionare sul serio… e poi lei finisse con il capire che farsi suora è ciò che vuole davvero… alla fine ci starei di merda cazzo!” sbottò, rendendosi subito conto che aveva usato termini poco consoni “Ops…”
“Lasciamo correre per questa volta… sei uno dall’innamoramento facile eh?”
“Non è vero!”
“Io credo di si, e comunque è un rischio… sei disposto a correrlo?”
“Ho scelta?”
“No, se non vuoi che ti leghi nel confessionale a dire rosari in ginocchio finchè non ti viene la ricrescita” rispose nella sua ‘infinita’ magnanimità.
“Ahhh ecco… ok…”

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Capitolo 7
*** 7 ***


Non capiva proprio del tutto il motivo per cui padre Joe avesse così tanto insistito per farlo andare da lei. O meglio, capiva le ragioni che lo spingevano a farlo, ma perchè proprio lui? Insomma ok, aveva dimostrato interesse per Angel e aveva persino accettato di farsi confessare, ma questo bastava sul serio per ispirargli fiducia? Gli aveva anche detto che beveva e che faceva uso di droghe. Tutto considerato non era tra le persone più affidabili del pianeta. Cosa ci vedesse in lui proprio non lo capiva, ma se quella era l'unica occasione che aveva per arrivare a lei, tanto valeva aprofittarne. L'aveva accompagnato fino al giardino del convento, era grande, e ci si poteva accedere facilmente scavalcando un muro. Sulla facciata posteriore c'era la finestra della sua stanza, al terzo piano. C'era una quercia li davanti, caso del destino forse, fatto sta che ci si poteva salire e scedere piuttosto agiatamente.
"Mi raccomando, non spaccarti l'osso del collo, non spaventarla, se aprofitti di lei dovrai fare i conti con me... e la finestra da parte alla sua, è la stanza di sorella Suzette, occhio a non sbagliare... era campionessa di lotta greco romana prima di prendere i voti, se entri per sbaglio li nemmeno il Signore ti potrà salvare" Duff guardò bene le due finestre e deglutì, sperando di non scordarsi mai quella giusta, visto che entrambe erano facilmente accessibili grazie all'albero che protendeva fin li i suoi rami "Vai su!"
"O... ok..."
"Tatto ragazzo, mi raccomando... e ricorda che se..."
"Se faccio cazzate mi uccide con le sue mani, si si, ho capito!"
"Oh bè, uccidere, che parola grossa... magari ti prendo a frustate con il Rosario di legno"
"Mi rincuora, grazie..."
"Su basta ciarlare a vanvera, vai! Dovrebbe essere tornata dalla cena a quest'ora"
"Ma sono appena le otto"
"Loro mangiano presto, vanno a dormire presto e si svegliano presto, ma che importa poi! Muoviti!" lo esortò dandogli una spinta.
"E va bene, vado accidenti! Ma guarda..." borbottò il biondo andando furtivo verso l'albero. Per fortuna non era illuminato quel giardino o chissà, avrebbero anche potuto vederlo. E allora sarebbero stati guai. Un ragazzo che si infiltra in un convento di suore... sarebbe stata bella da raccontare! Di tanto in tanto si voltava verso dove aveva lasciato Padre Joe, che gli faceva segni con le mani per farlo muovere. Prese ad arrampicarsi, sperando sul serio di non cadere, chiedendosi se non stesse per fare una cazzata epocale... oh si che la stava facendo. Ma ormai... Arrivato al ramo più vicino alla finestra di quella che doveva essere la stanza di Angel guardò giù... era un bel volo da farsi... voltò lo sguardo un ultima volta verso Padre Joe, che gli fece l'ok con le dita, prima di ridacchiare e sgattaiolare verso la Canonica. Sospirò "Ci siamo" si disse avvicinandosi ancora un po', e guardando dentro. La luce era accesa, seppure fioca. Poteva vedere quanto quella stanzetta fosse piccola e arredata in modo semplice e sobrio. Sembrava non esserci nessuno però, finchè da una porta sul lato, probabilmente il bagno, la vide uscire. Indossava ancora quel semplice abitino blu, e si stava spazzolando i capelli con aria sognante. Suora lei? Sarebbe stato un vero spreco... rimase per un po' a fissarla come un ebete, senza rendersi conto che appena si fosse voltata l'avrebbe beccato in pieno. E inffatti... i loro occhi si incrociarono, da prima la vide spalancarli e poi aprire la bocca per tirare probabilemnte un urlo. Sarebbe stato un casino! "No no no ti prego, per favore non urlare!" si era gettata contro al muro di schiena e per lo spavento si era portata automatcamente una mano davanti alla bocca cercando con l'altra di girare la chiave e aprire la porta, ma per fortuna non aveva urlato "Sono io, ti ricordi di me?! Sono quello che ti ha salvata, da brava non urlare ok? Non voglio farti niente, giuro, guarda... me ne rimango qui a distanza!" disse a voce bassa tutto d'un fiato sperando di convincerla a non scappare via avvisando le suore.
Angel si era presa un bello spavento, ma ti pare che uno si presenta così alla tua finestra come se nulla fosse? Che poi li per li nella penombra non l'aveva nemmeno riconosciuto... aveva il cuore che le batteva a mille, ma quando lo sentì parlare e lo riconobbe si fermò. L'istinto di uscire dalla stanza e scappare venne sostituito da altro. Curiosità forse. O era felice di rivederlo? "Che cosa ci fai tu qui?!" bisbigliò ancora attaccata al muro.
"Me lo chiedo anche io... hemmm... volevo... volevo vederti" ma perchè in certe situazioni si rincoglioniva in quel modo?! Si odiava a volte, sembrava un deficente!
Lo vide arrossire leggermente, sembrava in imbarazzo, e le scappò un leggero sorriso che però sparì subito. Quindi sapeva chi era "Come hai fatto a trovarmi?"
"Ti ho vista in città oggi e ti ho seguita fino alla chiesa... padre Joe mi ha detto dove stavi e..."
"Padre Joe?!" fece stupita. Non se lo aspettava che le mandasse qualcuno di nascosto! Perchè poi?! "Gli hai raccontato dell'altra sera?! Accidenti, sono nei pasticci!"
"No, veramente lui sa delle tue fughe... ti ha visto, ma stai tranquilla, non dirà nulla... credo le approvi sai? E' strano, ma è una brava persona"
"Come sarebbe che sa e approva, non è possibile!"
"Calmati ok?! Vuole solo che tu faccia quello che ti senti di fare, sa che non stai facendo niente di male! Credo che dovresti parlare un po' con lui"
Angel non capiva, era confusa! Perchè lui era li? E perchè padre Joe glie lo aveva permesso?! E perchè la stava coprendo? Si, forse avrebbe dovuto parlare con lui "Volevo ridarti questo, credo sia tuo" disse Duff tirando fuori dalla tasca dei jeans il suo crocifisso. L'aveva tenuto con se casomai l'avesse rivista.
Angel portò automaticamente le mani al collo. Aveva cercato di nascondere quella perdita in tutti quei giorni, e per fortuna ci era riuscita "L'hai trovato!"
"Ti era caduto"
Si avvicinò cauta alla finestra, e piano glie lo prese dalle mani, infilandoselo subito al collo "Grazie"
Duff sorrise "Allora... che programmi hai per questa sera?"
"Cosa?"
"Non scappi?"
"Sono giorni che non esco più... da quella sera"
"Hai paura?" la vide abbassare lo sguardo "Vieni con me, ti prometto che non ti succederà nulla di male"
"Se mi scoprono..."
"L'hai sempre fatto, perchè dovrebbero scoprirti adesso? Avanti... e poi padre Joe ti copre, ricordi?" disse con un sorriso sincero e confortante, le tese la mano per incoraggiarla, sperando con tutto se stesso che accettasse quell'invito. Ora che l'aveva rivista era sempre più convinto di quello che stava facendo. E non perchè glie lo aveva chiesto padre Joe, ma perchè lo voleva lui.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Andare… non andare… che doveva fare? Ah, questo era un bel dilemma… le mancava la città, la vita vera… però andare con lui poteva essere rischioso. Fissò per qualche secondo la sua mano tesa verso di lei, pensando e ripensando “Sento le rotelline del tuo cervello muoversi freneticamente” rise il biondo guardandola con quell’espressione assorta che aveva sul volto “per favore… una sera sola, non ti chiedo altro” la vide spostare lo sguardo dalla mano ai suoi occhi.
Angel pensò che aveva degli occhi stupendi. L’aveva pensato fin dalla prima volta che lo aveva visto. Avevano uno strano colore grigio verde, e quel taglio felino così particolare. E poi erano limpidi, sinceri. Si ritrovò a sorridere istintivamente. Pensò che si poteva fidare di lui, se padre Joe si era così tanto fidato da svelargli dove poteva trovarla “Va bene… aspetta”
Duff sorrise felice, e ritirò la mano aspettandola. Aveva accettato, fantastico! Allora forse una chance ce l’aveva. La vide sistemarsi il vestito e i capelli, poi davanti ad un’immagine di Cristo appesa al muro, fece il segno della croce e mormorò qualcosa, una preghiera forse. Poi andò verso il suo letto, scompose le coperte e sistemò il cuscino sotto in modo che sembrasse un corpo “Così se dovessero sbirciare dentro penseranno che sto dormendo” spiegò. Vecchio trucco.
“Non ti chiudi a chiave?”
“Si ma ne tengono sempre delle copie per ogni stanza, in caso di necessità… eccomi” uscì dalla finestra sistemando sul ramo davanti a lui, voltandosi per chiudere dall’esterno con cura il vetro. Aveva fatto una specie di cordicina con cui poteva socchiuderlo, così che poi lo poteva rialzare per entrare con facilità “Non rimarremo appollaiati qui tutta la sera vero?” fece a Duff che era rimasto immobile a guardarla.
“Eh? Ah no! Certo che no… vuoi una mano per…” non fece in tempo a finire la frase che la vide scendere di sotto agilmente “scendere…” concluse, scuotendo la testa. Certo, era una cosa che lei faceva spesso.
“Vieni” la seguì per il giardino fino in fondo alla cinta, in un angolo nascosto alla vista di tutti, con delle piante e cespugli davanti. La scavalcò con facilità e Duff  non fu da meno, nonostante con la sua altezza fosse decisamente avvantaggiato. Distolse lo sguardo quando nel scavalcarla la gonna del suo vestito risalì la coscia un po’ troppo, lei non ci fece caso, ma lui si… non guardò solo perché gli sembrava irrispettoso. Era sciocco, cavolo, era sempre stato un dongiovanni con le ragazze, e adesso nemmeno osava guardare una coscia. Provava una sorta di rispetto nei suoi confronti, forse perché sapeva cosa poteva diventare.
Una volta fuori da li e abbastanza lontano dal convento, Angie si fermò e si voltò verso di lui “Non so neanche come ti chiami” disse con naturalezza.
“Duff… Michael a dire il vero, ma chiamai Duff”
“Ok… Duff…cosa facciamo adesso?” chiese stringendosi le mani attorno al corpo, guardandosi in giro.
“Tu cosa vorresti fare? Voglio dire, c’è qualcosa che vorresti fare e che non hai mai fatto? Non so… qualche posto che vorresti vedere, o robe del genere”
Angel pensò a quella domanda, e il suo volto assunse un’espressione un po’ triste, malinconica “Ci sarebbero tante cose…”
“Ad esempio?” rimase muta, e le guance le si colorirono di un leggero rosso che la rendeva ancora più graziosa “Avanti, spara”
“Mi vergogno… sono sciocchezze”
“No che non lo sono, coraggio”
“Prometti che non mi prenderai in giro”
Duff sorrise dolce “Non lo farò, promesso”
Sospirò mordendosi un labbro imbarazzata di dover fare proprio a lui quelle confessioni “Bè sai, ci sono molte cose che non ho mai fatto” iniziò “per esempio, mangiare un gelato… non di recente almeno. L’ultima volta credo di ever avuto quattro anni”
“Non ti permettono di mangiare gelato?”
“Non è una necessità… cercano sempre di evitare inutili vizi”
“Wooo sarei un pessimo esempio allora per loro!” cercò di scherzare, riuscendo almeno a farla sorridere. Ottimo “Poi?”
“Ecco…” niente, la vedeva che era proprio in difficoltà.
‘Pensa Duff, pensa!’ci doveva pur essere un modo per farla sentire più a suo agio “Aspetta un secondo, mi è venuta un idea!” disse d’un tratto allontanandosi “Stai qui, torno subito!”
“Duff! Dove vai?!” ma lui era già schizzato via… sbuffò guardandosi attorno torturandosi le dita nell’attesa… poi eccolo “Dove sei andato?”
“Tieni” lo guardò stupita quando le porse una penna e un foglio strappato da chissà dove “ho pensato che se non ti va di dirmelo, potresti scriverlo. Fai una lista, la lista di Angel!”
“Una lista?”
“Si… con tutto ciò che non hai mai fatto e che vorresti fare. Poi me la dai, e io farò in modo di realizzare ogni tuo desiderio” quella frase aveva un non so che di ambiguo ora che ci pensava… la vide arrossire “bè solo quello che vorrai che sia io a realizzare naturalmente!” si affrettò ad aggiungere impacciato, scompigliandosi la chioma ossigenata.
Angel ci pensò, era una cosa carina, e forse poteva anche essere divertente. Divertente… da quanto non si divertiva sul serio? Una vita! Forse mai “Ok, ci sto” si sedette su una panchina pensando ad ogni singola cosa che avrebbe voluto fare e scrivendola punto per punto “ecco fatto”
Disse dopo qualche minuto porgendo il foglio al biondo “hai promesso di non ridere”
“Non lo faro” Duff lesse attentamente ogni punto… erano per lo più cose banalissime, era incredibile pensare che non ne avesse mai fatta una, e anche un po’ triste considerando la sua giovane età. Quante cose si era persa? “Fumare una sigaretta?! Scherzi!”
“Hai promesso!”
“Non ti sto prendendo in giro solo… sei sicura di volerlo fare?”
Alzò le spalle “Me l’hai detto tu di scrivere tutto…”
“Ok, ok… allora… intanto questa la tengo io” piegò il foglio e se lo infilò nella tasca dei jeans, poi estrasse il pacchetto di sigarette e se ne accese una, sbuffando una prima boccata di fumo e porgendola poi ad Angel “non aspirare troppo, e butta subito fuori”
La giovane guardò un po’ scettica la sigaretta che Duff le stava porgendo. Non sapeva come fare. Ma vabè, ci riuscivano tutti, perché lei non avrebbe dovuto? La prese tra le dita cercando di fare come aveva fatto lui, e se la portò alla bocca guardandolo, come a vedere se stava facendo giusto… le faceva un po’ strano tenere tra le labbra una cosa che pochi secondi prima era stata tra le sue… diede un bel respiro e… prese a tossire ripetutamente. Le bruciavano gli occhi e la gola sembrava che stesse prendendo fuoco. Duff le levò subito la sigaretta e le battè delicatamente la mano sulla schiena “Respira!”
“Oh cielo! No… f… fumare non è proprio una cosa c… che mi piace!”
“Almeno ci hai provato”
“Sono un disastro”
“Era solo la prima volta! Ok… passiamo ad altro” tirò fuori la lista e tracciò una line a su ‘fumare una sigaretta’ cosa che avrebbe assolutamente evitato di farle rifare, poi scrutò attentamente ogni possibile alternativa per quella serata “Trovato” rimise via tutto di nuovo e la prese per mano trascinandosela dietro.
“Dove andiamo?”
“Tra poco lo vedrai!”


***
Duffone è un pozzo di idee... si si.
Cmq, avete mai visto il film "Non è mai tgroppo tardi"? E' stupendo... se non l'avete mai visto ve lo consiglio. L'idea della lista l'ho ripresa da li, anche se i protagonisti la facevano per un motivo diverso in realtà... ad ogni modo oh... anche io ho una "Laura's list" u.u cosa c'è scritto? Bè... diciamo che alcuno punti  hanno proprio il biondone per protagonista ç______ç perciò la mia lista è irrealizzabile al 90%
Eniuei, un grazie a tutte le fanciulle che leggono sta roba, e la recensiscono pure... in particolare a Foxygiu che non si perde un capitolo e che ho avuto il piacere di 'conoscere' su FB!
Ciaaaaaaaaaao ^^

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Capitolo 9
*** 9 ***


“Un Luna Park!” esclamò Angel sorridendo a trentadue denti, incantandosi nel vedere tutte quelle luci colorate, la musica e il dolce profumo di zucchero filato che impregnava l’aria.
“Punto numero due”
“Non ci posso credere!”
“Credici… andiamo”
Entrarono, e lei non faceva altro che saltare da una parte all’altra guardandosi in giro con lo stupore infantile di una bambina. Duff sorrise, era felice di vederla felice, ecco. Anche se era strano vedere qualcuno entusiasmarsi così tanto per così poco.
“La ruota! E le montagne russe! Guarda, c’è anche il tiro a segno!”
“Ok, con calma piccola, una cosa alla volta!” disse bloccandola per un braccio “Cosa vuoi fare per primo?”
“Non lo so, vediamo… mmm…” ci doveva pensare bene eh “la ruota! Voglio vedere la città da lassù”
“E ruota sia” Duff si morse il labbro mentre di avvicinavano alla fila per salire. Lui mica era così tanto ricco da andare in giro con il portafoglio pieno di soldi. Non poteva permettersi di pagare tutte le giostre e il resto, ma nemmeno voleva che pagasse lei, anche perché sospettava che ovviamente se ne andasse in giro senza un centesimo “vieni”
“Ma la fila è qui”
“Ma noi la saltiamo, dai vieni” la portò sul retro della giostra, dove nessuno poteva vedere, e cauto, saltò al volo dentro la prima carrozza libera che gli passò davanti, facendo entrare anche lei “visto? Niente fila”
“Non abbiamo pagato, non è giusto”
Sospirò “Si hemmm… lo so che secondo la tua morale questo equivale a rubare o qualcosa del genere, ma sai, ho lasciato a casa la mia carta di credito” rispose ironico “e comunque salire a scrocco su una giostra non lo hai mai fatto, un’altra cosa nuova”
Decise di non menargliela troppo, l’aveva fatto per lei dopo tutto “Ok” sorrise, concentrandosi sul panorama che la ruota gli permetteva di vedere “guarda! E’ bellissimo! Si vede la collina di Holliwood! E la Sunset Boulevard illuminata!” urlò indicando davanti a sé quelle cose, sporgendosi oltre il bordo.
Duff la afferrò per la vita tirandola indientro “Hey attenta, mi fai venire un colpo così!”
“Ma io non cado! Guarda!” fece di nuovo tornando al bordo con uno scatto che fece ondeggiare tutto.
“Cazzo! Stai ferma, per favore!”
“Hai paura? Non può cadere”
“Non ho paura, ma stai seduta buona, dai…” la pregò ancora prendendola per un braccio e facendola sedere.
“E va bene…” ridacchiò “hai paura”
“No”
“Si invece”
“Ti dico di no”
“Si”
“No!”
“Guarda, si sta staccando una vite!” disse fingendosi spaventata, indicando il braccio in alto che reggeva la loro carrozza.
“COSA?!” urlò lui in preda al terrore… ma poi la vide scoppiare a ridere, e capì che lo stava solo prendendo in giro “Ahahah molto divertente!”
“Perdonami, non ho saputo resistere!” rise di nuovo e quella risata era così bella e cristallina, che lo stesso ragazzo non potè fare a meno di seguirla. Stava ridendo così tanto che le vennero addirittura le lacrime agli occhi e si teneva la pancia “Non ho mai riso così tanto!”
“Mi fa piacere essere il tuo giullare, no ma davvero!”
“Lo sai che hai realizzato un altro desiderio anche senza volerlo?”
“E cosa?”
“La lista”
Duff la tirò fuori curioso e rilesse i vari punti “Ridere fino al pianto”
“Fatto” affermò sorridendogli grata.
Lui rispose a quel sorriso e tirò fuori la penna cancellando i due punti che avevano appena realizzato “Due in uno wow… di questo passo la finiremo in fretta”
“Non possiamo fare tutte quelle cose questa sera, e poi tra non molto dovrò rientrare”
“Non ho nessuna intenzione di bruciarle tutte oggi… voglio rivederti di nuovo, e questa lista è il mio lasciapassare”
Saltarono dalla ruota alle montagne russe, alla giostra dei cavalli, al tiro a segno. Duff riuscì a vincere un orsacchiotto che le regalò, e per coronare al meglio la serata le comprò lo zucchero filato. Per lui una birra, ovvio. Certo che la serata passò in fretta, un po’ troppo per i suoi gusti, perché lei non poteva stare in giro per tutta la notte, e a lui scocciava sul serio privarsi della sua compagnia. Era piacevole, diversa da quelle a cui era abituato di solito.

“Non dovevi uscire con i tuoi amici?” gli domandò mentre stavano tornando piano verso il convento, camminando nella notte.
“No”
“Sul serio? Immagino… che vi divertiate insieme, con… con le vostre ragazze” ricordava quando quella sera era entrata con Desi nel loro camerino, c’erano un sacco di belle ragazze seminude e sexy attorno a loro.
Duff la guardò arrossire “Bè mi ringrazieranno di averle lasciate per una sera tutte a loro, di solito sono quello che cuca di più e loro rimangono a bocca asciutta” scherzò… quello che cuccava di più era Axl, non c’era un cazzo da fare con lui.
Fortuna che Angel capì la battuta e non lo prese troppo sul serio “Allora ti sarà dispiaciuto perdere il tuo tempo con una noia come me”
“Noia tu?! Maddai! Non mi divertivo così da una vita! Non entravo in un Luna Park da quando avevo dieci anni!”
“Non scherzare” sapeva che stava scherzando, non poteva a aver sul serio preferito quel genere di divertimento a quello a cui era abituato di solito. Era ingenua si, ma non stupida, E sapeva che con quelle ragazze e i suoi amici non organizzava di certo tornei di scacchi.
“Non sto scherzando” erano arrivati intanto di fronte al muro che avevano scavalcato per uscire da li, e Duff la prese per mano facendola voltare verso di sé “mi sono divertito sul serio”
Angel sorrise nel vedere che era sincero“Anche io, grazie Duff” istintivamente sollevò le punte dei piedi e si aggrappò alle sue braccia, arrivando al suo volto e dandogli un leggero bacio sulla guancia. Non aveva mai baciato un ragazzo nemmeno in quel modo “Tornerai? O questa storia della lista era solo una farsa?” se prima era incerta ora non aveva dubbi, sarebbe uscita con lui ogni volta che glie lo avesse chiesto. Sempre se glie lo avesse chiesto di nuovo.
“Una promessa è una promessa… ci vediamo domani sera”
“Ti aspetto”
“Si ecco, qui… ok? Non voglio farmi beccare dalla tua vicina lottatrice!”
 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Aveva dormito davvero bene quella notte. Appena aveva toccato il letto era crollato, eppure non aveva nemmeno bevuto un goccio. Era la prima sera da chissà quanto che non beveva. E si sentiva bene. Di solito si alzava rincoglionito, con la testa pesante e gli occhi che gli bruciavano. E magari con un bel mal di stomaco. Invece quel giorno stava da Dio. Si stiracchio sbadigliando pigramente, e diede un occhio alla sveglia. Erano le dieci, più presto del solito. Prima di mezzogiorno era raro vederlo uscire dalla sua stanza. Si alzò e si guardò allo specchio malconcio appeso alla parete. Si guardò il viso rilassato, si aprì le palpebre osservandosi gli occhi, e spalancò la bocca guardandosi la lingua. Era una strana routine quella, lo faceva sempre in cerca di qualcosa che non andasse. Di solito scovava occhiaie peste, lingua patinata dall’alcool e qualche ruga dovuta alla stanchezza. Niente di tutto ciò. Era davvero figo quel giorno, doveva ammetterlo. Si sistemò i boxer e si diede la ravanata di rito, prima di uscire dalla stanza per pisciare. Poi se ne andò in cucina, aprì gli armadietti a caccia di qualcosa di commestibile, cosa assai difficile. Sbuffò quando dovette constatare che più di un succo di frutta aperto da giorni e dei biscotti rinsecchiti. Ma aveva fame, e non aveva soldi per uscire e comprare qualcosa fuori. O meglio, qualche spicciolo ce lo aveva, ma voleva conservarlo per qualcosa di meglio. La lista di Angel era lunga.
“Ma guarda un po’ chi si vede!” la profonda e impastata voce di Slash lo fece quasi ingozzare mentre beveva “Non morire per me, eh Duff”
“Fottiti! Mi hai fatto venire un colpo!”
“Tzè…” grugnì sedendosi al tavolo e impossessandosi del pacchetto di biscotti che con tanta fatica il biondo era riuscito a trovare.
“Hey, erano miei quelli”
“Troppo tardi… oh, ciao Axl”
Il rosso rispose con un verso gutturale, la mattina era intrattabile, si svegliava sempre con i coglioni inversi e non gli andava di vedere, parlare o ascoltare anima viva.
“Allora, di grazia McKagan, si può sapere che fine hai fatto?” chiese Slash passando i biscotti anche ad Axl, che li prese con riluttanza, ma si sa… piuttosto che niente…
“Come sarebbe che fine ho fatto? Sono qui, non mi vedi?!”
“Uhhh non far finta di non capire bello… sei sparito, e senza nemmeno finire la tua birra! E’ grave! Stavamo li tutti insieme e poi tu puff… sei sparito… e non ti sei fatto vedere per tutta la sera”
“E allora?! Ma che sei scusa, mia madre?”
“Se lo fosse avresti già preso un calcio in culo!”
“Puoi darglielo lo stesso, nessuno te lo vieta” Axl non parlava quasi mai la mattina, ma quando lo faceva la diceva giusta.
“Grazie Axl!” ribatti Duff seccato “Ma che volete, mica sono obbligato ad informarvi di ogni mio movimento!”
“Tu ci nascondi qualcosa”
“Chi nasconde cosa a chi?” ecco Steven fare il suo ingresso nella stanza, seguito a ruota da Izzy. Duff si chiese chi dei due avesse i capelli più osceni la mattina, era una bella lotta.
“Lui!” Slash puntò l’indice verso il biondo “Non ci vuole dire che fine ha fatto ieri”
“C’è di mezzo una ragazza” sentenziò Izzy.
“Ma per favore!” sbuffò Duff. Possibile che con loro non poteva mai nascondere nulla? Da quando vivevano insieme non aveva più una vita privata! Però… erano suoi amici, alla fine.
“Negalo”
Sbuffò di nuovo “Non sono cazzi vostri”
“Allora è un si”
“E’ così brutta che non ce lo vuoi dire Duff?” lo provocò Axl.
“Più brutta dell’ultima che si è fatto? Impossibile cazzo!” fece Steven beccandosi una sberla sulla nuca.
“Finitela ok?! Mi state facendo innervosire!”
“Tu parla, e non la finiremo… avanti”
“Sputa il rospo Duff, non farti pregare”
Li guardò, tutti li seduti o in piedi, chi con un biscotto tra i denti, chi con un bicchiere in mano… tutti li a fissarlo nell’attesa di chissà quale confessione. Non aveva scampo “Ok.. ok, si è vero… si tratta di una ragazza”
“Visto? Mi dovete 5 dollari a testa” disse Izzy trionfante.
“Fanculo, ha sempre ragione lui!”
“Io non li ho 5 dollari…”
“Ma fatemi capire, avete scommesso sul motivo per cui me ne sono andato?! Ma vaffanculo!”
“Io ho scommesso che c’entrava una ragazza” spiegò il moro “Slash che hai avuto un attacco di cagarella, Steven che ti avesse punto qualcosa e Axl che ti fossi reso conto che non potrai mai essere un cantante migliore di lui e che per la vergogna te la sei data a gambe”
Subito guardò il rosso che sorrideva tronfio “Maddai… solo perché suono il basso, se no sarei diventato un cantate migliore di te!”
“Sogna”
“E voglio cantare in uno dei prossimi pezzi cazzo, sia chiaro!”
“Certo… potresti darci il ritmo all’inizio di Patienceone, two, three, four… questo forse te lo posso concedere”
“Fottiti, testa di cazzo!”
“Hey buoni” intervenne Izzy “Non perdiamo di vista l’argomento principale di oggi” tutti lo guardarono “la ragazza di Duff!” ma che, possibile che già se ne erano scordati?!
“Ahhh giusto! La ragazza di Duff… avanti biondo, com’è? Figa?”
“Cessa di sicuro… aio!” Steven si beccò di nuovo uno schiaffo. La mano di Duff non era molto leggera.
“Si è bella, molto... ma è diversa dalle solite”
“E’ lesbica?”
“No!”
“Oh avanti cazzo, dobbiamo tirati fuori le parole di bocca?!” insistette il riccio.
Duff li guardò di nuovo. Forse avrebbe dovuto tenerselo per se. Non era così sicuro che fosse una buona idea parlarne con loro. Ma appunto, erano i suoi amici… fratelli quasi, gli unici con cui condivideva tutto… sicchè… “Ve lo dico, però non iniziate a fare i coglioni e a prendermi per il culo”
“Uhhhh allora deve essere proprio un roito!”
“Steven!” lo ammonì severo trucidandolo con lo sguardo.
“Sto zitto”
“Non è un cesso ok? Io non mi sono mai fatto cessi!” le risatine dei quattro lo irritarono un po’, ma decise di non darci peso “Dicevo, è bella… e a dire il vero, l’avete anche già vista”
“Davvero? E chi è?”
“Ricordate l’ultimo concerto? Nel camerino Desi si è portata dietro una ragazza, che se l’è filata subito”
“mmm… io non me la ricordo”
“Ah certo, eravate tutti impegnati… comunque, lei è… è…” e come glie lo diceva adesso? “è diversa…”
“Ce l’hai già detto… continua”
“Non è abituata a quel tipo di ambiente, ci è finita per caso diciamo… lei è…” deglutì “una futura suora” ok, era fatta. Sospirò come se avesse confessato uno dei peggiori crimini, ma quel silenzio che si era venuto a creare non prometteva nulla di buono “Ah cazzo, lo sapevo, lo spevo!” urlò quando nell’aria si alzò un coro di risate “Andate a farvi fottere, siete degli stronzi pezzi di merda! Begli amici!” si voltò e fece per andarsene, quando però la mano di Axl lo fermò per un braccio.
“Dai ok, la smettiamo, giuro… ragazzi basta!” tutti si zittirono, cercando di trattenere altre risate “Avanti, racconta”
“No, fotettevi”
“Dai Duff, devi ammettere che è una rivelazione esilarante! Non biasimarci… ma ti ascoltiamo ok? Avanti amico”
Tutti annuirono, e seppur un po’ reticente, Duff raccontò loro tutta la storia. Si aspettava altre risate e invece l’avevano ascoltato sul serio, e anche piuttosto interessati.
“Cavolo…” fece Steven, che se ne stava con i gomiti appoggiati al tavolo e il mento sulle mani, guardandolo con occhioni sognanti “è una storia romanticissima”
“Frocio” lo appuntò Slash, guardando poi l’amico biondo “questa volta ti sei superato, eh Duff… mai una cosa facile tu”
“Hai sul serio intenzione di uscire con una suora?” chiese Axl scettico.
“Non è una suora, non mi hai ascoltato! Non lo è ancora…”
“E hai deciso di farle cambiare idea…”
“Questa è grossa, 50 dollari che non ce la farà!” se ne uscì Steven.
“Ma si, nemmeno per me ce la fa, dico 50 anche io” si unì Slash “Axl?”
“mmm… negativo, non le alzerà le sottane, 50 anche per me”
“No hey, smettetela, non potete scommettere su questa cosa!” li bloccò Duff, per poi guardarli “Che poi nessuno scommette a mio favore?! Che stronzi!”
“Io dico che ce la fa”
“Oh ma grazie per la fiducia Iz!” fece ironico, non sapeva se essere più infastidito della scommessa in se o del fatto che nessuno pensava che lui potesse piacerle.
“Non c’è di che... e vedi di non farmi perdere”
“Guardate che io non voglio farle cambiare idea entrando nel suo letto!”
“Ah no?”
“No! Anzi, non voglio proprio farle cambiare idea, vorrei solo che capisse di avere delle scelte! Cazzo… lei è… ah ma che potete capire, siete delle bestie senza cuore, pensate solo a scopare!” sbottò irritato lasciando la stanza e rifugiandosi in camera sua. Poteva capire che per loro non fosse così facile capire il motivo per cui stava facendo tutto quello. Non lo capiva nemmeno lui forse! Ma non gli andava proprio che pensassero ad Angel come l’ennesima preda da conquistare, perché non lo era affatto. Le aveva fatto una promessa e l’avrebbe mantenuta, punto. Alla fine della lista lei avrebbe imparato a vedere il mondo con occhi diversi, e avrebbe potuto scegliere cosa fare della sua vita in maniera più sensata e ragionevole. Ecco cosa voleva fare. Che ridessero pure quelli, che lo prendessero pure in giro, e che facessero le loro scommesse.
 

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Capitolo 11
*** 11 ***


Non pensava che sgattaiolare ogni sera di nascosto dentro le mura di un convento fosse una cosa così eccitante. Ci stava prendendo gusto ormai, ma forse non era tanto la bravata in sè a farlo gasare, quanto lo scopo finale. Il pensiero di rivederla ogni volta, e di farle conoscere quel pazzo mondo fuori dalla sua stanza, lo faceva sentire stranamente euforico. 
La procedura era sempre la stessa... ore 21 appuntamento fuori dalla cinta del convento. La tentazione di entrare e andarla a prendere direttamente dalla sua finesra era troppo forte però, così nonostante le continue ammonizioni di lei, Duff non aspettava di certo buono sul marciapiede il suo arrivo. Fino alle 23 potevano fare ciò che volevano, o meglio, ciò che Angel voleva, in base alla sua lista. Dopo di che doveva rientrare.
Solo in rare occasione avevano tirato la mezzanotte. E mai lui era rimasto nella sua stanza, mai vi aveva msso piede, se non rimanndo appollaiato sul suo davanzale come una sorta di colombo in amore.
Dopo averla riaccompgnata ed essersi assicurato che tutto era filato liscio, il biondo ricercava un'insolita compagnia per un tipo come lui. Padre Joe era diventato un buon confidente, un amico quasi, strano a dirlo. Andava da lui a raccontargli ciò che era accaduto, cosa avevano fatto, e le sue impressioni. E cosa non trascurabile, aveva sempre del cibo e un buon bicchiere di vino o di wiskie invecchiato da offrirgli. Era uno che sapeva trattarsi bene dopotutto. E incredibilmente era appassionato di musica. Aveva una vasta collezione di vinili nascosti in una cassa di legno ben chiusa nella sua stanza. Quell'uomo era una continua scoperta. Così spesso rimaneva fino a tarda notte a parlare del più e del meno, di Angel, di musica, della vita, sorseggiando magari un ottimo Porto d'annata. Ovviamente tutto ciò rimaneva segreto, se gli altri lo fossero venuti a sapere, sarebbe stata la sua fine. Intrattenersi con un vecchio prete ubriacone? Sia mai! Al massimo l'avrebbero scusato solo per il fatto che poteva scroccargli cibo e vino, ecco. Ma il punto è che a lui quell'insolita compagnia piaceva sul serio.

Con il passare delle settimane intanto, il suo strano raporto con Angel iniziava a rinforzarsi sempre di più. La giovane aveva imparato a fidarsi, dopo che il biondo non aveva mostrato doppi fini alle loro uscite. Era piacevole passare del tempo con lui, e davvero aveva fatto e scoperto cose che non credeva sarebbe mai riuscita a fare. Andare al cinema, mangiare una pizza, un hot-dog o un gelato gigantesco con la panna montata, andare allo zoo, salire su un cavallo, camminare fino in cima alla collina di Hollywood, camminare lungo la Walk of fame, andare da Starbucks, fare l'autostop, pattinare sul lungomare e tante altre cose che ogni ragazza normale della sua età faceva regolarmente. La lista si era accorciata di parecchio. E Duff aveva anche dato fondo alle sue tasche per dirla tutta. Fortuna che aveva un discreto senso del risparmio. La cosa assurda era che non aveva nemmeno più speso un centesimo per coca, sigarette e alcolici, per poterne avere da spendere per lei. Assurdo, si, decisamente... non che avesse smesso, semplicemnte li scroccava dagli altri, quando ovviamente non si incazzavano mandandolo a quel paese.


"Mangiamo da McDonald stasera e... shopping" disse Duff mentre stavano seduti su una panchina a decidere il programma della serata.
"Shopping?"
"E' nella lista" 
"Ma a quest'ora?"
"Tesoro siamo a Los Angeles..."
"Ok, lo so, mi ci dovrei essere abituata ormai ma... bè, non credo che mi ci abituerò mai sul serio"
"Lo farai se..."
"Se? Avanti..."
Cavolo, ogni volta che si sentiva quegli occhioni puntati addosso si bloccava "S... se... se deciderai di non... bè, insomma hai capito"
Angel sospirò e sorrise. Duff era tanto dolce a volte. Aveva capito cosa intendeva "Non ho ancora preso una decisione... sono confusa"
"Ah ma questo è un bene, vuol dire che almeno hai capito che puoi scegliere... quando o cosa lo vedremo, dai adesso muoviamoci che ho una fame tremenda!" si alzò prendendola per mano com'era ormai solito fare, camminando a passo spedito verso il primo McDonald che avrebbero trovato. Era felice che la certezza di quella che per lui era una scelta assurda avesse vacillato. Si, proprio felice.
Il fastfood era abbastanza pieno, ma riuscirono comunque a trovare posto a sedere. Si divertiva a vedere come ogni volta si trovasse in difficoltà a scegliere anche le cose più banali, come ad esempio cosa mangiare. Se ne stava in fissa interi secondi con l'indice tra e labbra come una bambina, a fissare il cartello del menù indecisa su tutto, cambiando di continuo idea. Alla fine avevano preso due cose diverse, così che lei potesse assaggiare entrambe. 
"E' fantastico! Mi chiedo come ho fatto a vivere senza McChicken fino ad ora!" disse entusiasta con la bocca ancora semipiena.
Duff rise "Hey non prenderci troppo gusto, questa roba è ipercalorica, non vorrei avere sulla coscenza il tuo bel fisico" disse passandole il pollice all'angolo delle labbra, per levarle la maionese di troppo.
Angel avvampò... un po' per quel leggero contatto a cui non era abituata, e poi... così lui pensava che lei avesse un bel fisico? Oddio... non si era mai preoccupata di quello, a dire il vero non pensava nemmeno di poter essere carina per qualcuno. Un lieve rossore colorì le sue guance.
Una volta finito di mangiare Duff la trascinò in una delle vie più incasinate di Los Angeles. Era piena di luci, bar, insegne colorate e negozi. C'era una mare di gente "Qui ci sono tutti i negozi che vuoi"
"Io... io non so nemmeno cosa voglio!" Duff si bloccò e si voltò a guardarla, sorridendo furbo "Perchè ridi in quel modo? Non mi piace quando ridi in quel modo..." aveva un brutto presentimento.
"Lascia fare a me!"
La trascinò in molti negozi, solo a vedere certe cose si vergognava da morire! Come pretendeva che lei, proprio lei, mettesse certa roba?!
Forse stava esagerando... forse Angel non avrebbe mai indossato minigonne giropasera, pantaloni in pelle fascianti, tubini aderentissimi e calze a rete... no, si vedeva da come ogni volta scuoteva la testa alle sue proposte, e diventava rossa in viso come un pomodoro. Doveva cambiare tattica, e puntare a qualcosa di più... decente. Solo che lui quello conosceva, non è che avesse chissà quale cultura in moda e stile, e poi era palese che lei si vergognasse da morire a cambiarsi e provare vestiti di fronte a lui! "Mi è venuta un'idea"
"Cosa?"
"Desi! Lei può aiutarci!"
"Desi?"
"Si, è un amica... quella che ti ha accompagnato da noi quella sera, ricordi?"
La ricordava quella ragazza, era stata gentile con lei "Si me la ricordo"
"Ecco, credo che per alcuni punti della tua lista lei sia più adatta di me... sai, trucchi, parrucchiere e comprare vestiti... io non ci capisco un cazzo di questa roba" disse grattandosi pensieroso la testa.
Bè, forse a pensarci era meglio... con una ragazza si sarebbe sentita più a suo agio, e poi l'idea di avere una possibile amica non le dispiaceva per niente. Senza contare che anche Duff si sentiva un po' a disagio in quella situazione "Ok, se credi che lei accetterà..."
"Ma certo, Desi è una favola, vedrai! Ti piacerà" 
A quelle parole sentì qualcosa dentro di sè, uno strano moto che mai prima di allora aveva provato. Non gli diede molta importanza perchè ancora non sapeva che quello che aveva appena sentito era gelosia bella e buona.
Ora rimaneva solo da decidere cosa fare, visto che il programma della serata era sfumato in quel modo.

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Capitolo 12
*** 12 ***


"Camminare a piedi nudi sulla spiaggia?"
"Bè si ecco... lo so che sembra sciocco..."
"No, no... non lo è, solo mi sembra così strano che tu possa non aver mai fatto certe cose... insomma, da bambina sarai pur stata al mare almeno una volta no?"
"Una sola volta, mi ci portò sorella Mary... non me lo ricordo quasi più, è passato così tanto tempo"
Duff la guardò, senza capire come potesse aver vissuto fino ad allora in quel modo "C'è anche 'fare il bagno di notte' mmm... potrebbe essere una cosa abbastanza sexy" scherzò.
"Duff!" doveva essere diventata rossissima in viso, perchè le guance le si erano fatte davvero bollenti.
Il biondo ridacchiò, prendendole la mano "Andiamo, dai scherzavo!"

Quel tratto di spiaggia era quasi deserto, solo qualche persona in lontananza faceva loro compagnia. Qualche coppia probabilmente in cerca di un posto tranquillo "Dai levati le carpe" la incitò facendo lo stesso con i suoi stivali, abbandonandoli sulla sabbia. Si chinò arrotolandosi un po' l'orlo dei jeans e la guardò mentre felice si levava le ballerine e immergeva i piedi nella sabbia fresca.
"Questa sensazione la ricordo... è così piacevole"
"Facciamo una passeggiata?"
"Si" si trovò di nuovo mano nella mano con lui, in silenzio sulla riva. Di tanto in tanto quache onda bagnava i loro piedi, l'acqua era fresca ma no le dava alcun fastidio. Stava così bene. Oh, cosa si era persa... solo non sapeva se era davvero tutto così bello là fuori, o era la presenza di Duff a rendere tutto più colorito. Strinse di riflesso la presa sulla sua mano, arrossendo leggermente quando un pensiero le corse nella testa... aveva un buon profumo Duff, chissà se aveva anche un buon sapore. Chissà se le sue labbra erano morbide e invitanti come le erano sembrate guardandole... stava davvero pensando alle labbra di Duff?!
"Tutto ok? Sei diventata tutta rossa" accidenti, se ne era accorto!
"Cosa?! No! No va tutto bene, ho solo... caldo!" certo non poteva trovare scusa peggiore...
"Caldo?" con quella leggera brezza e in riva al mare? "Non avrai la febbre?" chiese un po' preoccupato, fermandosi davanti a lei e chinandosi per poggiarle le labbra sulla fronte. Quel tocco innocente la fece trasalire, e qualcosa dentro di lei tremò... giù in fondo alla sua pancia, c'era qualcosa che si era mosso "No... strano, non fa così tanto caldo"
Angel era davvero stanita dalle reazioni del suo corpo, cosa stava succedendo? Tornò a camminare senza riprendergli la mano, stringendosi le braccia attorno al busto lasciando il ragazzo indietro.
"Hey aspetta.. Angel, sei sicura di star bene?"
"Si, sto bene Duff" rispose secca, sbuffando subito dopo quando lo vide alzare perplesso le sopracciglia "solo mi sento così strana quando sto con te" si morse subito il labbro a quella rivelazione, forse non doveva esprimere i suoi sentimenti in quel modo diretto. Non stava bene.
"Definisci 'strana'..." la provocò lui.
"Strana è... strana! Strana e basta, ok?!" fece lei voltandosi, allargando le braccia. Lo vide ridacchiare "Non prenderti gioco di me Duff" disse seria.
Il biondo scosse la testa avvicinandosi e prendendole cauto le mani "Non lo fare mai Angel..." mormorò tirandola appena verso di sè, lasciandola subito dopo. Prese la lista dalla sua tasca e la guardò "Un'altra cosa in meno... è presto, potremmo eliminare anche quacos'altro"
"Cosa?" chiese temendo già la risposta. Lo vide tracciare un'altra linea con la matita che si portava sempre dietro "Cos'hai cancellato Duff?"
Il ragazzo non rispose, rimise tutto in tasca e con un leggero sorriso che gli inarcava le sottili labbra 'Le sue labbra...' si levò la giacca e la maglietta gettandole a terra. 
"Cosa stai facendo?!"
"Quello che dovresti fare anche tu" lo vide sbottonarsi i jeans e sfilarsli, si coprì il viso con le mani credendo che di li a poco un fulmine l'avrebbe incenerita. Lo sentì ridere, e poi il rumore dell'acqua che si increspava. Divaricò le dita e ci guardò attraverso. Era entrato in acqua... "Allora? Vieni!" le urlò.
"No!"
"Sei tu quella che non hai mai fatto un bagno al mare di notte, forza!"
"No! Non fa nulla, questo punto possiamo anche saltarlo!"
"Angel guarda che se non entri tu vengo a prenderti io!"
"Non oseresti!"
"Oh si invece!" e non scherzava! Lo vide correre verso la riva e uscire dall'acqua diretto vero di lei... grazie al cielo si era tenuto i boxer!
"No aspetta, ok! Fermo.. ok, vengo da sola, ma tu entra e allontanati!"
Duff si fermò "Non è che appena mi allontano tu te la dai a gambe?"
"Sarebbe un'idea..." lo vide fare di nuovo un passo verso di lei "Scherzavo! Entrerò, promesso.. ma..." forse poteva entrare con i vestiti addosso... si, e poi cosa si metteva? Non aveva un cambio, e non poteva tornarsene con i vestiti fradici addosso.
"Angel, nella tua lista dovevi anche mettere 'fare qualcosa d'impulso senza pensarci troppo'... avanti, è solo un bagno in mare, e credimi, di ragazze in costume, in intimo o nude ne ho già viste, non mi scandalizzerò!" di nuovo il fuoco le colorì le gote. Era lei che si scandalizzava semmai... lei un ragazzo così non lo aveva mai visto, e nemmeno qualcuno aveva visto lei. Lui invece... si chiese quante ragazze avesse già avuto, eppure era giovane... e tanto bello... un'altra volta, come quando Duff aveva parlato di Desi, sentì quella strana morsa attanagliarle le viscere. Perchè le dava così fastidio pensarlo con qualcun'altra? "Allora? Guarda che non abbiamo tutta la notte"
Prese un profondo respiro "Girati... per favore" lo vide obbedire e darle le spalle, andando maggiormente al largo... osservò i suoi muscoli tendersi, e la sua pelle bagnata dall'acqua... ancora quella sensazione al basso ventre, ma che diavolo stava succedendo?! Scosse la testa, e piano, guardandosi attentamente in giro temendo di essere vista, si levò la camicetta e la gonna, lasciando tutto di fianco ai vestiti del biondo. Si vergognò un po' di quel completo intimo austero che indossava, bianco, liscio, con nessuna parvenza sexy nemmeno in lontananza. Sexy! 'Oh cielo, Signore perdonami!' perchè aveva pensato di dover essere sexy per lui?! Iniziava a preoccuparsi sul serio... fece qualche passo incerta verso l'acqua, tenendosi le braccia strette attoro al corpo. Rabbrividì. L'acqua era fresca, ma non in modo esagerato, così riuscì ad immergersi abbastanza velocemente, scoprendo che sotto al pelo dell'acqua si stava anche meglio. Non sapeva nuotare, così avanzò piano verso il ragazzo che ancora le dava le spalle più in là, finchè il livello dell'acqua era abbastanza da coprire il corpo fin sopra al seno "Puoi girati adesso"
Duff si voltò trovandosela inaspettatamente più vicino del dovuto. Non vedeva nulla se non le clavicole e le spalle nude, eppure si sentiva già eccitato all'idea di averla li accanto solo con l'intimo addosso. Possibile che non si accorgesse di quanto fosse bella? Allungò una mano scostandole dall'orecchio una ciocca, e la sentì irrigidirsi "Lasciati andare, non pensare a niente Angel" mormorò dolcemente scendendo con la mano ad accarezzarle il braccio, fino a raggiungere la sua mano stringendola "vieni, andiamo più al largo"
"Non so nuotare"
"Ti porto io" non le diede il tempo di ribattere, le circondò la vita con un braccio tirandosla contro, facendola aggrappare a se. 
Istintivamente lei allacciò le braccia attorno al suo collo, sentendo di nuovo quel caldo e quella sensazione sotto di sè quando si trovò a contatto con il suo corpo, pelle a pelle. Avrebbe voluto morire all'istante. Si vergognava da morire, così nascose il viso nel suo collo, cercando di non badare a tutti quei segnali che il suo corpo le stava mandando. Quando Duff iniziò a muoversi si sentì scivolare, e l'istinto le fece stringere le gambe sul fianco di lui, e la cosa peggiorò solo la sua situazione. Perchè si era lasciata convincere, non avrebbe dovuto farlo. Non avrebbe dovuto essere così vicino a lui, e non avrebbe dovuto provare ciò che invece stava provando. Chiuse gli occhi stringendoli, e si mise a pregare... per cosa di preciso non lo sapeva. Voleva solo fare la cosa giusta, ma non sapeva quale fosse. Dopo un po' si fermarono. Duff doveva ancora toccare, l'acqua gli arrivava sopra alle spalle, e lei aveva la testa fuori solo perchè lui la reggeva, altrimenti sarebbe finita sotto "Puoi staccarti adesso... sempre che tu lo voglia" disse Duff con uno strano tono. Era stato furbo, forse aveva un po' giocato sporco approfittando della situazione... quel suo desiderio di fare un bagno era stato troppo allettante per lui, e altrettanto invitante era lei, dall'esatto momento in cui gli aveva detto che lui la rendeva strana la sua testa aveva iniziato a ragionare diversamente.
Angel alzò la testa trovandosi a pochi centimetri dal suo volto. Non aveva davvero voglia di staccarsi da lui. Stava bene così, tra i loro corpi si era creato un certo confortante tepore. Se solo quella specie di fastidio sotto di lei fosse cessato... "N... non lasciarmi" balbettò.
"Ti tengo" rispose con un sorriso, diminuendo ancora la distanza tra i loro volti.
Sentiva il cuore su di giri, e continuava a fissare quelle labbra così vicine alle sue... "Ci sono delle cose, che non ho scritto sulla lista" mormorò.
"Ah, non vale... quali cose Angel?"
"Non credo di potertele dire"
"Perchè?"
"Sarebbe sconveniente Duff"
"Sconveniente?" oh si, sperava proprio che fosero cose sconvenienti
"Si bè..."
"E non vuoi proprio dirmi di che si tratta?"
Non voleva? Non dirglielo avrebbe anche voluto dire non completare mai realmente la sua lista... forse una cosa, una sola... "C'è una cosa..."
"Dimmi cosa" la sua voce era così suadente. Duff avvicinò la bocca al suo orccchio, così vicino che poteva percepire il suo respiro "Angel, dimmelo" la ivitò di nuovo.
Automaticamente la sua stretta attorno al collo del biondo si fece più salda. Deglutì nervosamente, e tornò a guardarlo "Io non ho... non ho mai..." stava per dirlo, accidenti, non era così certa di poterlo fare sul serio "non ho mai baciato nessuno" detto... adesso lui si sarebbe messo a ridere sul serio, e lei poteva anche affogare all'istante. 
Ma la risata non arrivò "Sono qui per esaudire le tue richieste... dunque presumo che se vuoi, puoi baciare me" dentro di lui si sentì esultare, doveva baciarlo, lo volevano entrambi! Possibile che lei non lo capiva?
"Oh no! Non posso!"
"Perchè?"
"Duff no!"
"Non ci sarebbe niente di male"
"Ma io non..." Duff le tolse ogni possibilità di ribattere attaccando le labbra alle sue, rimanendo immobile. Sentì il suo cuore galoppare tanto che temette potesse uscirle dal petto. L'aveva baciata... quelle labbra ora stavano sulle sue... ed erano morbide e dolci proprio come se le era immaginate. 
Dopo qualche secondo si staccò da lei, rimanendole comunque vicino e alzando gli occhi sopra di loro "mmm... visto? Nessuno ci ha fulminati... Angel non c'è niente di male, rilassati" disse sentendola così tesa contro di sè. Si avvicinò di nuovo senza smettere di guardare i suoi occhi lucidi, e osò di nuovo cercando quel contatto,questa volta con maggior decisione. Non la sentì opporsi, anzi, si rilassò tra le sue braccia e lui la tirò meglio contro di sè, accarezzandole le labbra con la punta della lingua quasi a chiederle il permesso si approfondire quel bacio. Lei non sapeva nulla di tutto ciò, era una cosa del tutto nuova, e le emozioni che provava in quel momento la stavano stordendo. Dischiuse appena le labbra e sentì la lingua leggermente ruvida del biondo cercare la sua e accarezzarla, mentre le sue labbra continuavano a stare sulle sue. Cosa doveva fare? Si sentiva così sciocca. Ma Duff era così bravo a guidarla, che non le ci volle poi molto a capire. Scivolò davanti a lui, stretta al suo petto con le gambe allacciate ai suoi fianchi. Quella sensazione sotto di lei si era acutizzata fin quasi a farle male. Infilò le dita nei suoi capelli, e con stupore si sentì gemere quando le mani di lui scesero sulla sua schiena, fermandosi appena sopra il bordo degli slip. 
Solo allora Angel si staccò ansimante, con gli occhioni spalancati, guardandolo impaurita, desiderosa "Tempo scaduto dolcezza, si torna a casa" mormorò lui sfiorando appena il naso con quello di lei, e tenendosela stretta a sè, tornando a riva.
La mise a terra, e si sforzò di non guardarla sapendo di provocarle imbarazzo. Si voltò e si infilò i vestiti, aspettando in silenzio che lei facesse lo stesso. Come avrebbe voluto baciarla ancora, e non solo... ma doveva andarci cauto, per come stavano le cose lei poteva benissimo rifiutarlo. E poi non voleva approfittare della sua fiducia in quel modo. 

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Capitolo 13
*** 13 ***


"Allora?"
"Cosa?"
"Allora... allora?! Eh?!"
"Ma cosa, che vuoi! Cazzo Slash, fatti capire!" sbottò il biondo dando una spinta all'amico, che da quando era rientrato quella sera non aveva fatto altro che riempirlo di domande.
"Ahhhhhh... ma sei tonto cazzo! Allora... te l'ha data o no?!"
Ecco dove voleva arrivare... il biondo sbuffò "No"
"Ok, ragazzi ho vinto!"
"No, scusa cosa? ma che cazzo, finitela di farci su scommesse!"
"Giusto Slash, la partita è ancora aperta" fece Izzy mettendo un braccio attorno alle spalle dl biondo "non hai intenzione di farmi perdere la socmmessa vero?" mormorò poi tra i denti.
Duff si levò il suo braccio di dosso alzandosi "Siete proprio insensibili!" sbottò.
Rimasero tutti in silenzio per brevi istanti, dopo di che un coro di 'vaffanculo' e spintarelle si levò dalla stanza. 
E pensare che era la stesa domanda che gli aveva fatto padre Joe quella sera... non proprio in quei termini ovviamente, si era limitato ad un elegante 'avete consumato', e lui era diventato rosso in faccia come non gli succedeva da quando era bambino. Era convinto che se avesse conosciuto i ragazzi, padre Joe si sarebbe messo a fare scommesse insieme a loro!
 

E questa volta a sentire il bisogno dei saggi consigli di padre Joe, fu anche Angel. Andò a letto quella sera parecchio turbata da quelle sensazioni che aveva provato per la prima volta quella sera con Duff. Non sapeva cosa fosse quel fastidio sotto di lei, e perchè il suo cuore aveva iniziato a battere così forte anche solo al contatto con la sua pelle. Non aveva dormito gran che... i suoi sogni erano audaci e peccaminosi, e più volte si svegliò sudata e ansimante. La mattina dopo, dopo la colazione e la consueta preghiera con le sorelle, corse dal vecchio padre.
"Oh Angel! Ma guarda, sembri diversa!" ah, la sapeva lunga lui.
"Padre Joe, devo confessarmi!"
"Adesso?" alzò un sopracciglio perplesso. Per correre da lui in quel modo chiedendo una confessione chissà mai cosa era accaduto! 
"Si si, adesso! La prego, ne ho bisogno!"
"Oh cielo... chissà quale malvagità hai commesso per richiederla con tanto fervore" ironizzò prendendola in giro, sedendosi su una panca e facendole cenno di mettersi li di fianco a lui "Allora, dimmi tutto"
Le piaceva farsi confessare da lui, perchè quelle sembravano più chiacchierate con un amico piuttosto che una solenne confessione di un sacerdote. Prese un profondo respiro "Ho baciato un ragazzo" sputò fuori tutto d'un fiato, congiungendo subito le mani e chiudendo forte gli occhi, temendo chissà quale rimprovero. Ma quando aprì gli occhi, sorpresa dal non aver sentito nulla, quello che vide la stupì non poco. Padre Joe la guardava con il sorriso sulle labbra, e lo sguardo tutt'altro che da rimprovero "Ha... ha capito quello che le ho detto?"
Annuì "Ho capito benissimo, e con ciò?"
"Come... come sarebbe?!" esclamò sbattendo le palpebre più volte "Ho detto che ho baciato un ragazzo, e che mi sentivo tutta strana e... e avevo caldo! Si, e poi stanotte ho fatto certi sogni... oddio padre!" confessò coprendosi il viso con le mani, rossa di vergogna.
Padre Joe sorrise di nuovo, scoprendole il viso, e prendendole le mani nelle sue "Perchè credi di doverti confessare per questo Angel?"
"Perchè... bè, è peccato... ho fatto pensieri impuri e..."
"Oh questa è bella!" rispose lui scuotendo la testa "Ascolta Angel, sei una ragazza, e in quanto tale mi sarei preoccupato del contrario! Non è normale alla tua età non pensare a certe cose, anche solo una volta! Credi che Madre Jane non abbia mai pensato a certe cose quando era ragazza? Ah! Figuriamoci... e scommetto che ha anche baciato ben più di un ragazzo!"
"Ma padre Joe, cosa dice!"
"La verità bambina mia! Io stesso prima di diventare quello che sono, ero un ragazzo come tanti, con tutte le debolezze della carne e credimi, la mia carne era parecchio debole..."
"Non... non ho peccato allora?"
L'uomo le accarezzò il viso con fare paterno "No Angel... vivi la vita adesso che puoi, devi fare le tue esperienze! E sai una cosa? Sono proprio felice che tu le stia finalmente facendo, quel ragazzo sta facendo un ottimo lavoro con te, non mi deluderà"
"Duff? Perchè ha insistito tanto con lui perchè mi portasse fuori? Gli ha persino detto dov'era la mia stanza!"
"Perchè dici? Bè... tesoro, la vita è troppo breve per sprecarla con scelte sbagliate. Se ne fanno già così tante... vorrei proprio che tu conoscessi quello che c'è la fuori, e che valutassi ogni possibilità prima di infilarti per sempre una tonaca e giurare fedeltà eterna alle nostre regole... da li sarà difficile tornare indietro. Esci, divertiti, sbaglia e rincomincia da capo... vivi Angel... solo allora potrai fare una scelta sensata"
"Non credo che Madre Jane approverebbe" sorrise al pensiero della Superiora. Se solo avesse saputo...
"E proprio per questo che non glie lo diremo" disse lui facendole l'occhiolino "Ora vai, lo studio ti aspetta... e salutami Duff"
"S... si, ok... grazie" era sconvolta da quella conversazione, lei pensava di aver fatto chissà quale peccato mortale, e invece... si sentì stranamente sollevata, e si trovò a sorridere tra sè. Portò le dita sulle sue labbra, ricordando quella sensazione non appena le labbra di Duff si posarono sulle sue... ed ecco, di nuovo quel fastidio al basso ventre "Oh Gesù, ma che cosa mi succede!" sussurrò alzandosi e correndo a scuola, così avrebbe avuto altro a cui pensare, piuttosto che alle labbra del ragazzo. Quella sera l'avrebbe portata da Desi, una serata tra ragazze l'aveva definita Duff.



***
Ok, posso dirlo? ... PADRE JOE RULEZ!!!
Ciao a tutte, e grazie ;)


 

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Capitolo 14
*** 14 ***


La stanza di Desi era un vero casino. Anzi, tutta quella minuscola casa lo era. Persino lei che era abituata ad una stanzetta minuscola, si sentiva un topo in gabbia li dentro. Certo, gli spazi del convento al di là delle stanze, erano decisamente più grandi e ariosi. Ma li c'era così tanta roba accumulata in ogni dove, che lo spazio sembrava essere ridotto al minimo vivibile.
"Lo sai che sono proprio contenta che Duff ti abbia portato qui? Mi sei stata simpatica da subito quella sera, anche se sembravi strana forte..." Desi la guardò con l'indice appoggiato alle labbra, come se la stesse studiando "anzi, sei davvero strana forte..." constatò.
"Sono una..."
"Quasi suora, si si, me lo ha detto... ah! Che spreco, ma come fai?! Io non ce la farei proprio a vivere in quel modo... vieni" la prese per mano trascinandola nella sua stanza. C'erano vestiti ovunque, e l'armadio era così pieno che sembrava stesse scoppiando. Si sedette sul letto facendo cenno a Angel di seguirla "Allora, se vogliamo essere amiche dobbiamo prima conoscerci un po', e quindi mi devi raccontare un po' di cose"
"Un po' di cose? Bè io..."
"Oh non sulla tua vita eh, so già tutto" Duff doveva davvero averla informata, si accigliò un po' per questo "voglio sapere... come va con il biondino? Dai avanti, spara!"
"Cosa?!"
"Oh hai capito Angel, sarai anche vissuta fin ora che delle suore caste e pure, ma sei pur sempre una ragazza! E come tuttte le ragazze i tuoi ormoni non possono staresene buoni buoni e indifferenti quando hai Duff McKagan di fianco... confessa!"
Arrossì fino alla punta dei capelli, e non tanto per quella affermazione, ma perchè si sentiva come una ladra colta sul fatto... quello che Desi aveva detto era vero, Duff non le era per nulla indifferente, anzi "Io... io..."
"Ti piace?"
Apprezzava la schiettezza di quella ragazza, anche se la metteva un po' in imbarazzo. Abbassò lo sguardo "S... si... credo..." mormorò a bassa voce.
"Eh??? Alza la voce!"
"Ho detto... credo di si" ripetè più cionvinta.
"Credi? mmm... ok, ti piace! Ahhh ti piace!!!" Desi battè le mani, sembrava davvero felice per lei, e automaticamente ad Angel venne da sorridere "Vi siete già baciati?! Voglio sapere tutto!"
"Non c'è niente da sapere!" avvampò di nuovo al ricordo della sera precedente.
"A davvero? E allora perchè sei tutta rossa? Andiamo Angel... guarda che con me puoi parlare... e posso darti qualche consiglio" si fece più vicina, prendendole la mano quasi per darle sicurezza "ti puoi fidare di me"
Angel la guardò negli occhi. Era una ragazza strana, ma vitale e sincera... aveva una specie di dono per riconoscere quel tipo di persone, come se sapesse leggere dentro ai loro animi. Era facile fidarsi di lei. Sorrise "Mi fido"
Desi rispose con un'altro sorriso "E allora raccontami tutto"
E così Angel fece. Arrossì più volte durante quel breve racconto, e sentì caldo a ricordare quei momenti... caldo, e ancora quella strana sensazione in fondo alla pancia "Ecco, non è successo nulla alla fine..."
"Nulla?! Il tuo primo bacio! E' così romantico!" Desi sembrava davvero entusiasta "Angel, ti è piaciuto? Ah ma certo che ti è piaciuto, accidenti... che intenzioni hai?! Voglio dire... come ti senti, cioè, cosa farai?"
Quante domande tutte insieme... la ragazza sbattè gli occhi, non aveva mai pensato a cosa avrebbe dovuto fare "Io non lo so Desi... è che mi sento così strana... forse... non lo so, forse ho qualcosa che non va" espletò i suoi dubbi, mettendosi automaticamente le mani sul ventre, proprio li dove sentiva quel formicolio fastidioso.
"Strana? Qualcosa che non va?! Tesoro, avresti qualcosa che non va se non sentissi nulla!"
"Ma è che... sento... qualcosa... là sotto" disse vergognandosi da morire a fare certe confessioni. Ma Desi sembrava capirci di quelle cose, sicuramente l'avrebbe aiutata.
"Là sotto... proprio lì?" fece alzando un sopracciglio. Angel annuì "Ah! Ma lo sai cosa vuol dire?!"
"Oddio... no, che vuol dire?!" da come era saltata Desi sembrava una cosa orribile!
"Ah cazzo! Angel, vuol dire che lo desideri, che sei sessualmente attratta da lui, che quel bacio non ti basta, che vorresti di più, che vorresti sentirlo, che ti baciasse ovunque e che..."
"Ok, ok, basta ti prego!" urlò mettendosi le mani sulle orecchie. Voleva sul serio dire tutte quelle cose?! 
Desi le levò dolcemente le mani dalle orecchie e le sorrise "Non te ne vergognare, è una cosa normalissima"
"Ma io non posso!"
"Oh si che puoi!"
"Non so nemmeno come si fa!"
"Questo non è un problema! Ci sono io! Ti insegnerò tutto, Duff dovrà ringraziarmi!"
Angel sospirò mordendosi il labbro. Aveva paura che fosse sbagliato e peccaminoso tutto quello, ma allo stesso tempo era curiosa di sentire ciò che Desi voleva insegnarle... inoltre infondo al suo cuore, sperava che quelle lezioni improvvisate le sarebbero servite. Solo a parlare del biondo lo stomaco le si torceva, e proprio li tra le sue gambe pareva divampare un incendio. Se tutto ciò era normale come Desi aveva detto allora si, Duff le piaceva, e una parte di lei lo desiderava seppur l'altra parte le diceva che non era giusto.

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Capitolo 15
*** 15 ***


La sera successiva Duff aveva deciso di portarla di nuovo al cinema. Ma non uno qualsiasi... un drive in! Era una cosa nuova per lei, e a Duff piaceva moltissimo. Per di più davano un nuovo film, Ritorno al futuro, o qualcosa del genere.
La vedeva stranamente silenziosa e impacciata più del solito. Non era sicuro ma credeva che c'entrasse qualcosa la serata precedente passata con Desi. Chissà che cavolo le aveva detto... ovviamente non lo seppe mai, perchè nessuna delle due aveva intenzione di raccontare qualcosa, nonostante le sue continue insistenze. Alla fine ci aveva rinunciato... cosa da donne, aveva detto Desi con un sorrisetto sul viso che l'aveva lasciato piuttosto inquieto.
"Non ti sembra strano?" chiese lui mentre camminavano verso il cinema all'aperto.
"Cosa?"
"Stiamo andando al drive in... tecnicamente dovremmo andarci in macchina... ma io non ho una macchina"
"Ah... si... bè, non credo che faccia molta differenza"
"Non ci faranno entrare"
"E allora perchè mi ci vuoi portare?"
"Perchè so come vederci quel film senza macchina, e soprattutto gratis... lo faccio spesso con i ragazzi... vieni" disse prendendole la mano e tirandola verso una specie di parco isolato poco illuminato... un posto da maniaci insomma.
"Ma dove scusa?!" domandò preoccupata.
"Non ti preoccupare, dai!" la tirò per obbligarla a seguirlo, e alla fine dopo qualche minuto, arrivarono in cima ad una collinetta nascosta da cespugli fitti e alberi. Probabilmente gli unici ad andare li erano loro, e magari qualche drogato, e qualche coppietta in cerca di privacy... credeva che si sarebbe trovata di fronte ad una perfetta scena del crimine, e invece si stupì... davanti a lei si vedeva perfettamente il grande schermo del cinema non lontano sotto di loro. L'erba era soffice e verde, e il cielo sopra di loro pieno di stelle. Non era poi così male. Sorrise "Era qui che volevi portarmi"
"Già... e guarda... popcorn!" tirò fuori da uno zaino sgualcito un pacco di popcorn e due lattine di coca cola.
"Hai pensato proprio a tutto"
"Ovviamente... siediti qui, tra poco inizia" si sedette a terra e allargò le gambe, facendole cenno di sedersi li nel mezzo. La vide fissarlo imbambolata "è solo perchè così appoggi la schiena a me... sarai più comoda"
"Non fa nulla!" si affrettò a rispondere lei sedendosi al suo fianco con le ginocchia al petto "qui starò comodissima" sorrise tirata. L'idea di starsene li tra le sue gambe appoggiata al suo petto era allettante, le metteva quasi l'acquolina in bocca. Ma un contatto così intimo per lei era sconveniente! Più che altro perchè già stava andando a fuoco così... e poi continuava a pensare a ciò che Desi le aveva detto e suggerito di fare. Ne sarebbe stata capace?! Improvvisamente arrossì.
"Stai bene? Sei strana stasera"
"Si! Sto bene... uh guarda, inizia!" lo zittì puntando lo sguardo fisso allo schermo.
La stessa cosa fece il biondo... certo che era proprio strana Angel quella sera.
Il film era iniziato da mezz'ora ormai. Angel aveva seguito poco nulla... a Duff pareva piacere, perchè lo guardava assorto, e rideva di gusto alle battute dei protagonisti. Mangiava popcorn, beveva coca cola... di tanto in tanto fumava una sigaretta. E lei... lei non pensava ad altro che a cosa avrebbe fatto, a come avrebbe reagito. Deglutì... allora, se ricordava bene Desi le aveva detto che a Duff piaceva un sacco essere baciato sul collo. Che poi come facesse lei a saperlo non glie lo aveva nemmeno chiesto. Si fece più vicina, cercando il caldo contatto del suo braccio, facendo comunque finta di nulla. Vide Duff voltarsi appena per guardarla, ma si girò subito vedendola apparentemente tranquilla. Prese un profondo respiro, e voltò piano il viso verso di lui. E... SMACK! Così repentinamente e di punto in bianco gli schioccò un bacio sul collo che più che dolce e sexy sembrava quello dato ad un bambino di due anni. Si rivoltò subito.
Duff si girò di scatto sorpreso da quel contatto. Stava per chiederle perchè l'avesse fatto, ma Angel sembrava essere tornata a godersi il film... scosse appena la testa e di nuovo si girò, lasciando perdere. Ma poi ecco di nuovo un'altro bacio "Ma che stai facendo?!" le chiese bisbigliando.
Ecco... che figura da stupida! Non solo l'aveva ovviamente beccata, ma non gli era nemmeno piaciuto! Era proprio una frana in quel genere di cose "Niente! Scusa io... è che... lascia perdere ok?! fai finta che non abbia fatto nulla!" disse stringendosi le ginocchia al petto e immergendoci il viso.
Il biondo era basito... ma forse qualcosa aveva capito... ecco cosa voleva nascondergli Desi. Sorrise dolce, e le accarezzò i capelli "Dai non è successo niente... ma Desi deve impegnarsi molto di più se vuole essere la tua insegnante" scherzò.
Angel avvampò di nuovo, sia per quell'affermazione, sia per la sua mano che giocava con i suoi capelli "Desi non c'entram sono io che non sono capace! Vedi?! Non sono cose per me queste!"
Duff ridacchiò "Guarda che nessuno è nato esperto... Angel..." la chiamò, ma niente. Allora le prese il viso tra le mani obbligandola ad alzarlo e guardarlo "perchè non cerchi di seguire il tuo istinto invece di preoccuparti di cosa fare o come fare? So che lo stai facendo, da tutta la sera... lasciati andare una buona volta e basta, ok?"
Si perse in quegli occhi, sentendo a mala pena ciò che aveva detto... sentì un caldo insopportabile all'inguine... sotto di lei sembrava esserci un incendio. Era quello il desiderio di cui Desi le aveva parlato... si, ora lo sapeva. E spinta da un coraggio che nemmeno lei sapeva da dove arrivava, allungò il volto verso di lui, cercando le sue labbra, e trovandole... un bacio, lieve, inesperto, fresco e dolce... 
Aprì gli occhi quando si staccò da lui "Stai... ti stai perdendo tutto il film..." mormorò con un filo di voce.
"Vorrà dire che torneremo di nuovo qui a vederlo" rispose lui, tornando subito su quelle labbra che aveva desiderato fin dal primo momento. La spinse sull'erba fino a farla stendere e si mise al suo fianco, senza interrompere quel contatto. Non ci volle molto per far crescere in entrambi l'eccitazione. Duff la desiderava, lei non era come le ragazze che si faceva di solito. Era ingenua, pura, e l'idea che non fosse mai stata con nessuno lo allettava come il miele con un ape. Angel d'altra parte si stava facendo avvolgere e trascinare da tutta quella serie di sensazioni ed emozioni a lei nuove, così travolgenti e piacevoli. Chiuse gli occhi assaporando quei momenti. Sentiva la bocca del biondo vagare sul suo collo... oh, ecco come avrebbe dovuto fare... baci leggeri, delicati, piccole leccate, succhiare piano... era meraviglioso. Le sue mani erano strette ai suoi fianchi, e piano presero a risalire, passando appena sotto al bordo della camicia che indossva, sfiorando la pelle liscia del suo ventre. Rabbrividì. E sotto di lei peggiorò la situazione. Si sentiva... bagnata. Si. Come le aveva detto Desi. Sentì ancora le sue mani risalire, e sospirò quando una di esse si chiuse sul suo seno 'Perdonami padre... perdonami...' continuava a ripetere... 
"Angel..." mormorò Duff in preda all'eccitazione.
Spalancò gli occhi... il cielo sopra di loro si era fatto cupo, e densi nuvoloni si erano formati nascondendo alla sua vista la luna e le stelle "Duff... Duff no... aspetta!" fece spingendolo via con le mani al suo petto. Si mise a sedere, aveva il fiato corto, le gote arrossate, gli occhi lucidi e i capelli leggermente spettinati... era una visione.
"Scusa... non avrei dovuto" disse lui tirandosi indietro i capelli. Era frustrante! Sapeva di non poter saltarle addosso in quel modo, ma non aveva proprio resistito! Sarebbe impazzito di quel passo... tanto più che ora aveva anche un'erezione allucinante e dolorosa che adesso si sarebbe dovuto far passare in qualche modo!
"No io... scusa tu... ho iniziato io"
"Ah lascia perdere... hey... è tutto ok" cercò di tranquillizzarla vedendola così preoccupata. Il film era anche finito "mmm... senti, facciamo finta che non sia successo nulla... domani sera faremo qualcos'altro e non ci pensiamo più, d'accordo?" disse alzandosi cercando in qualche modo di non attirare troppo l'attenzione sulle sue povere parti basse.
"D'accordo..." rispose lei a bassa voce, alzandosi a sua volta... domani, domani... come avrebbe fatto a resistere fino al giorno dopo? Era confusa... e stupita delle reazioni del suo corpo. Era deliziata da ciò che Duff stava per farle, da ciò che per poco le aveva fatto... decise che il pomeriggio seguente sarebbe andata di nuovo a trovare Desi... si, doveva parlare con un'amica.



***
Ahhhhhhhh c'erano quasi!!! E ma d'altra parte Angel non è mica una che cede facilmente... anche se... non so voi, ma io mica avrei resistito!!! La carne è debbbbbole quando si tratta di Duff ;)

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Capitolo 16
*** 16 ***


"C'era una volta un Duffone innamorato..." canticchiò il riccio con voce stridula, osservando Duff che da interi minuti lucidava il suo basso nello stesso esatto punto "che dalla suorina venne rifiutato..." ma a quanto pare nemmeno prenderlo per il culo serviva a distrarlo "OH!" urlò allora, spingendolo.
A Duff quasi venne un colpo "Ma sei scemo?!"
"Io?! E tu che stai facendo il solco li a furia di pulirlo? Ma che cazzo ti piglia?"
"Niente! Stavo solo pensando"
"Ah certo... tu che pensi, che battuta!"
"Simpatico..."
"Eddai Duff... che cazzo hai, dimmelo! Siamo amici no? A che servono gli amici?"
"A scroccare le sigarette Slash" scherzò.
"Ahah... molto divertente McKagan, davvero"
"Dai stavo scherzando" sospirò "è lei Slash, non riesco a levarmela dalla testa" ammise tornando a dedicare le sue attenzioni al suo bel basso bianco.
"L'avevo capito... allora, a che punto siete? Te l'ha data?" chiese diretto.
"Ovvio che no, è una quasi suora! Credi che sia così facile? E poi... non voglio quello accidenti!"
"Cazzate, figurati se non te la vuoi fare!"
"Non ho detto che non me la vorrei fare, ma non voglio forzare le cose! Lei è diversa accidenti"
"Oh si, lo è"
"E' che ieri sera c'eravamo quasi"
"Davvero?!" Slash si mise a sedere più vicino, molto interessato per la verità "Voglio i dettagli!"
"Nessun dettaglio" sospirò il biondo "Non è successo niente, si è fermata... e forse è meglio così"
"Ah... che iella"
"Eppure non mi sembrava che non volesse, anzi... credo che abbia paura, e che non sappia esattamente come fare, capito?"
"Non sa scopare?"
Duff alzò gli occhi al cielo "Mettila come ti pare, ma si... non aveva mai nemmeno baciato qualcuno, figurati..."
"E il primo che ha baciato saresti tu?! Che rogna, ma va che cazzo di brutta esperienza!"
"Fottiti!" risero "Sul serio... non so, forse Desi dovrà darle ancora qualche consiglio"
"Stai messo male eh?"
"Già... mi piace davvero Slash"
"Te lo sento dire ogni volta"
"Questa volta è diverso!"
"Blablabla..."
"Dico sul serio!"
"Si ok, ok... ma fammi capire, pensi davvero che chiederà di nuovo consiglio a Desi?"
Il biondo alzò le spalle "Bè, si... cioè, non lo so, però ci spero... si è sciolta parecchio dopo aver parlato con lei, era impacciata ovvio, ma cazzo, giuro che era arrapante anche così! Si è tirata indietro solo perchè ha paura"
"Spero proprio che si sblocchi allora, o giuro faccio una riunione di gruppo per cambiare bassista!"
"E perchè scusa?!"
"Mi stai altamente sui coglioni quando fai la checca innamorata Duff" concluse saggiamente il riccio.
 
Per la verità a Slash quella cosa non andava proprio giù. Insomma, Duff era davvero insopportabile per lui quando stava in quelle condizioni. pensava e ripensava alla ragazza in questione, dimenticandosi a volte persino di lavarsi. Il che non era una bella cosa. Certo la questione quella volta era più delicata, Angel mica era una ragazza qualiasi. Lo diceva anche il nome, ironia della sorte. Si sentiva in dovere di fare qualcosa. Poco importava che avrebbe perso la sua scommessa, era deciso a dare una mano al suo amico. A sua insaputa, ovviamente. E quale modo migliore di aiutarlo se non elargendo i suoi saggi consigli? Per farla breve... secondo lui Desi non era la persona adatta a consigliarle come comportarsi con Duff. Nessuno conosceva il biondo meglio di lui, e poi lui si che sapeva cosa si doveva fare per fare impazzire un uomo! Angel avrebbe avuto l'onore di una sua lezioncina privata. Dopo di quella bè... Duff lo avrebbe dovuto ringraziare. 



***
Oh cielo, eccomi anche qui finalmente :'D
Pian piano le aggiorno tutte eh... un po' di patience fanciulle.
Ecco allora, entra in scena Slash... ci sta dopotutto, e poi non mi piace lasciarlo troppo in disparte. Combinerà casini? Non credo... ma di sicuro non so se Angel sarà così propensa a partecipare al suo 'corso di seduzione' XD
Ad ogni modo, al prossimo capitolo, e grazie a tutte!
Lau

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Capitolo 17
*** 17 ***


A furia di pensare e ripensare gli si sarebbe fuso il cervello, almeno più di quello che già era. Eppure doveva eserci un modo per avvicinarla ed istruirla senza essere arrestato per molestie. Alla fine il riccioo concluse che l'unica mossa intelligente da fare, era seguirla, braccarla, e convincerla ad ascoltarlo. In tal caso il peggior rischio che correva, era quello di trovarsi le sue cinque dita ben stampate sulla faccia. Ci poteva stare. Per il bene di Duff poteva anche correrlo quel rischio.
Così quel giorno decise di appostarsi nei pressi della scuola che frequentava Angel, lo sapeva perchè era stato Duff a dirglielo in uno dei suoi vaneggiamenti. Si appogggiò al muro, fumandosi una sigaretta nell'attesa di vederla passare da li. Pochi minuti dopo dalla scuola iniziarono ad uscire ragazze in divisa che subito attirarono la sua attenzione. Non male... alcune erano cesse forti, ma altre erano proprio carine! Sorrise, forse quella non era stata per nulla una cattiva idea... oh, almeno poteva buttare un po' l'occhio e rifarsi la vista. Ma non era li per quello.
Ci mise qualche minuto prima di uscire, ma alla fine eccola. Angel stava uscendo, i libri stretti tra le braccia, mentre parlava sorridente con un'altra ragazza più paffuta. Doveva solo aspettare che si allontanasse. O forse poteva tentare un approccio diretto. Con un testimone se non altro nessuno avrebbe potuto accusarlo di molestie. Così si fece avanti, aspettando prima che un po' di folla si diradasse, e si avvicinò alle due, da dietro le spalle di Angel. 
L'altra ragazza quando lo vide sgranò gli occhi "A... Angel... c'è un tipo strano che ci sta fissando" la sentì dire. 
Lui? Tipo strano? Si voltò quasi a controllare che non stesse parlando di qualcun'altro.
"Io ti ho già visto" sentì dire da Angel.
La guardò, ok, stavano parlando proprio di lui "Hemmm.. si, certo... certo che mi hai già visto, sono..."
"Angel, non parlarci! Ha la faccia da malfattore! Magari è un maniaco!"
"Ma con chi cavolo credi di avere a che fare, ragazzina! Sono uno per bene io!" ribattè piccato.
"Sei un amico di Michael?" chiese Angel.
"Michael? E chi cazzo è M... ahhhhhh Michael! Vuoi dire Duff!"
"Michael è il suo nome"
"Si, si hai ragione, è che ormai sono così abituato a chiamarlo Duff che me ne dimentico... comunque si, suoniamo insieme"
"Angy..."
"Tranquilla Susy, non è un  manico"
"Certo che no!" sbuffò.
"Tu conosci questo tizio?"
"Più o meno... perchè sei qui?" chiese poi voltandosi verso di lui. Che fosse successo qualcosa a Duff?
"Oh così, passavo..." mentì "Ti ho vista e mi è venuta in mente una cosa... che dovrei dirti..." disse facendole con la testa cenno di seguirlo.
"Non puoi andare con lui!"
Angel era indecisa. Non era consigliabile andare con uno sconosciuto, ma lui era amico di Duff, e poi non sembrava tanto cattivo "Non preoccuparti, farò in fretta. Solo per favore, non dire a nessuno che sono andata via con lui, se lo scopre la Madre Superiora finisco nei guai"
"D'accordo, ma..."
"Hai sentito? Sgomma! Angel è al sicuro con me"
Angel sorrise a quella affermazione "Si Susy, vai adesso... e mi raccomando, acqua in bocca!"
L'amica la guardò andare via un po' perplessa, nonostante le sue rassicurazioni.
Slash si allontanò rapidamente, mandando occhiatacce a quella ragazza malfidata. Per fortuna non aveva dovuto mettersi a pregarla di seguirlo o robe del genere "Simpatica la tua amica"
"Voleva solo proteggermi"
"Da me?! La prendo come un offesa!"
"Bè, non ti conosce... e se è per questo nemmeno io, potresti dirmi cosa vuoi adesso? Devo tornare a casa"
"In convento vorrai dire"
"E' una casa per me" non si stupì che lui sapesse la verità sul suo conto, probabilmente Duff gli aveva parlato di lei. Si chiese però fino a che punto gli aveva raccontato.
"Facciamo un giro, che ne dici?" adesso perchè voleva fare un giro con lei? Che Susy avesse ragione? Si guardò in giro dubbiosa, e Slash doveva averlo notato, perchè subito si affrettò ad aggiungere "Non voglio farti nulla giuro... voglio solo parlare con te, di Duff" forse questo sarebbe servito a convincerla.
"Duff? E'... è successo qualcosa?"
"No, ma succederà se adesso non mi starai a sentire"
"Cosa devi dirmi?"
"Non qui, vieni" la prese per un polso trascinandosela dietro.
"No aspetta! Dove stiamo andando?!"
"Tranquilla!"
E come poteva stare tranquilla mentre un semi sconosciuto la stava trascinando chissà dove? "Mi metto a urlare!"
"No eh, per l'amore del cielo!" fece lui fermandosi "Ti prego, ti prego, ti prego! Vieni con me, giuro che sono innocuo, e giuro anche che non te ne pentirai! Ti pregoooooo!!!" fece ancora giungendo le mani di fronte alla sua faccia.
Era buffo... troppo buffo per essere un delinquente. Le venne persino da ridere "E va bene... però facciamo in fretta, di solito torno al convento dopo la scuola, non voglio che le sorelle si preoccupino per me"
"Sarò rapido e indolore bambina!" disse prendendole di nuovo la mano sotto al suo sguardo accigliato "Scherzavo!"
 
Dopo qualche minuto arrivarono ad una casa, una casa che lei conosceva "Desi! esclamò "Perchè siamo qui?"
"Tra poco piccola, tra poco" disse entrando come se nulla fosse, aprendo con le chiavi.
"Perchè hai le chiavi di casa sua?"
"Perchè di tanto in tanto ci permette di stare qui"
"Perchè?" si stupì della sua stessa curiosità.
"Quante domande..."
"Scusa"
"Non fa niente... sai quando qualcuno di noi litiga con gli altri, o ha voglia di compagnia e robe del genere viene qui. Ma le chiavi le ho solo io, sono il suo preferito" si vantò.
"Non c'è Desi?"
"No, a quest'ora lavora"
Il fatto di trovarsi sola in una casa con lui non la faceva stare comunque tranquilla. Ma cercò di non darlo a vedere. Si sedette sul divano del piccolo salotto, guardandosi in giro nervosa "Allora?"
"Si ecco... non posso venire subito al dunque, fammici girare un po' intorno" disse sedendosi di fronte a lei sul tavolino. E non poteva certo dirle che voleva che il suo amico scopasse per la sua sanità mentale, e che voleva insegnarle come fare per dargli piacere e farlo godere per bene. Come minimo sarebbe svenuta. Lo sguardo di lei da preoccupato divenne curioso. Prese un sospiro e si sfregò le mani "Dunque... devi sapere che ci sono delle cose che ragazzi e ragazze fanno tra di loro. Non è una cosa che si può evitare, ne hanno proprio bisogno. Come hai bisogno di mangiare, dormire... capito? E' fisiologico... cioè, lo puoi anche evitare eh, ma sarebbe da pazzi, perchè ti perderesti il meglio del meglio, e sarebbe davvero un peccato" a quelle parole Angel divenne perplessa... ma cosa diavolo stava dicendo "Per farla breve, credo che Duff si sia preso una bella cotta per te, e come al solito è diventato tutto scemo" disse facendo segno con l'indice alla tempia "Persino a suonare fa schifo, sta sempre con la testa tra le nuvole e a volte nemmeno si lava perchè passa ore ed ore sdraiato sul letto a sospirare, e ti assicuro che non è un bello spettacolo" certo, stava ingigantendo un po' i fatti, ma lo faceva per rendere meglio il concetto.
Angel lo ascoltò incuriosita, e poi sempre più interessata e anche stupita. Duff... aveva sul serio una cotta per lei? Arrossì a quella possibilità "E... e quindi io cosa dovrei fare?" chiese intimidita.
"Te l'ho detto, ci sono delle cose che ragazzi e rag..."
"Lo so! Ho capito!" fece diventando paonazza per l'imbarazzo. Era già stato difficile parlare di certe cose con Desi, figuriamoci con lui "vieni al punto per favore"
Slash capì che si stava vergognando da morire, così sorrise sperando di tranquillizzarla "Hey non devi essere in imbarazzo con  me ok? Guarda che è normale... comunque sono qui per aiutarti, anzi, per aiutare entrambi... perchè vedi, se non vi decidete a fare quello che tutti e due chiaramente volete fare, quello mi va fuori di testa! Si comporta da gentiluomo con te, ma quando torna a casa è frustrato e si chiude in bagno a... bè i dettagli te li risparmio che è meglio"
Aveva pienamente capito ciò che Slash voleva dire. E si sentiva in colpa in un certo senso "Lo so... è che io... io non so cosa fare... Desi mi ha detto delle cose, ma sono stata una frana quando ho provato a farle..." confessò coprendosi il viso con le mani.
"Hey baby, io sono qui per questo! Hai davanti un maestro nell'arte amatoria!"
Angel alzò il viso guardandolo. faceva ridere per la verità, tutto tronfio e gasato... non voleva smontarlo, ma che pensava di fare? "Non prenderò lezioni pratiche da te"
E li il suo ego un po' si sgonfiò... ovvio, l'aveva fatta troppo facile "Ma certo, non voglio certo portati a letto con la scusa di insegnarti a fare sesso, ma guarda cosa mi tocca sentire!" sbuffò fingendosi irritato. In realtà per un attimo ci aveva sperato "Ma posso sempre darti consigli e farti vedere qualcosina, sempre stando in certi limiti, si intende"
"Non lo so..."
"Ricorda, Duff è frustrato, non mangia, non si lava, continua a sospirare e mi irrita un casino..."
"Ok, ho capito... d'accordo"
"Bene, stai tranquilla, ti farò diventare un'esperta!" la vide avvampare di nuovo "oh su, vedrai che piacerà anche a te!"

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Capitolo 18
*** 18 ***


Per tutto il giorno aveva pensato a ciò che Slash le aveva detto, e insegnato. Era stato un pomeriggio assurdo per lei, non pensava nemmeno lontanamente che si potessero fare certe cose. Più volte era arrossita, nascondendo il viso tra i cuscini del divano di Desi dopo i racconti di Slash, che ovviamente come ‘dimostrazioni’ aveva portato ogni sua sorta di avventura, alcune così bizzarre che Angel faticava sul serio a credere che fossero vere. Quel tipo tutto ricci in fondo le dava l’impressione di uno che ingigantiva molto le cose, ma d’altra parte era anche vero che se ne intendeva di quel genere di cose, e anche molto. Le aveva spiegato cosa sente un uomo, cosa vuole, i desideri più profondi e le fantasie più bislacche, senza peli sulla lingua. Si era divertito a disegnare, mimare, e ovviamente anche a provarci, tentato goffamente, e inutilmente, di convincerla a fare delle prove pratiche, giusto per sicurezza. Alla fine di tutto le aveva fatto persino una specie di quiz per vedere se aveva afferrato i concetti base, e per concludere, le aveva pifferato ciò che piaceva a Duff. In poco tempo aveva assorbito un’enorme quantità di informazioni, cose a lei del tutto sconosciute che però le avevano davvero aperto un mondo. Davvero le ragazze della sua età facevano quelle cose? Se per lei prima erano impensabili, ora le trovava stranamente allettanti, e il pensiero che dall’altra parte ci fosse Duff la scaldava come mai le era accaduto prima. In conclusione di tutto Slash le aveva semplicemente detto di fare ciò che si sentiva, di sciogliersi, rilassarsi, e di affidarsi a lui. Perché si, lui l’aveva capito che intenzioni aveva, aveva capito la portata del suo desiderio, ed era convinto che quella volta lei non si sarebbe tirata indietro.

 

Era rientrata più tardi del solito, e si era dovuta sorbire la ramanzina e le mille domande della Superiora. Aveva come l’impressione che sospettasse qualcosa, l’aveva tenuta nel suo studio per più di un ora. Si sentiva n colpa nei suoi confronti. Era stata una madre per lei, ed ora si trovava a mentirle molto più di quanto avesse mai fatto in precedenza per le sue misere scappatelle notturne. Sapeva che voleva proteggerla, e sapeva anche che la stava deludendo molto. Ma come poteva lasciar perdere? Forse Duff aveva ragione. Forse era stato affrettato decidere di dover farsi suora solo perché quella era l’unica vita che conosceva. C’era altro da sapere, altro da conoscere e altro da fare, prima di prendere una decisione così importante. E lui la stava aiutando a capire…

Quando entrò nella piccola Chiesa, padre Joe stava come al solito in sacrestia, a sistemare libri e manoscritti, con la radio impostata su un canale che passava vecchia musica blues, e un bicchiere con del liquido ambrato che di certo non era te.

Bussò allo stipite, e solo allora si accorse della sua presenza “Angel! Bambina, vieni” la invitò.

Quel posto la tranquillizzava. Poteva dire di averci passato l’infanzia, a giocare li a terra mentre lui sulla poltrona le leggeva fiabe e racconti… come un padre. Strana famiglia che era la sua. Ma era l’unica che aveva, l’unica che avesse mai conosciuto. Si sedette sulla vecchia poltrona, raccogliendo le ginocchia al petto “Cosa stavi facendo?”

“Oh nulla, sistemavo vecchie scartoffie impolverate”

“In compagnia di musica e un goccio di Wisky invecchiato?” disse sorridendo.

Il vecchio Sacerdote diventò paonazzo, e prese il bicchiere semivuoto, sostandolo “Vecchi vizi che conservo dai tempi passati… ma tu piuttosto, sei venuta a farmi visita per un motivo particolare?”

“Nessun motivo particolare” mentì.

Padre Joe sorrise, sedendosi li davanti con lo sguardo di chi la sapeva lunga “Ieri è venuto il tuo amico a farmi visita”

“Michael?” chiese con un po’ troppo entusiasmo.

“Proprio lui… mi ha detto…”

A quelle parole la ragazza andò nel panico. Diventò paonazza e giunse le mani al petto "Oh cielo Padre, lo so! Devo chiedere perdono, è solo che... io non lo so cosa mi sia preso, ma era tutto così perfetto! Il cielo, il bosco..." e lui, lui mi piace! Non è una cosa per una ragazza come me, ma..."

Padre Joe a braccia conserte si stava divertendo nel vedere la ragazza arraffare le scuse più strambe per un qualcosa di cui lui non era a conoscenza. Si perchè Duff mica gli aveva detto cos'era sccesso tra loro, era solo passato per un goccio di quel buon Wisky e per invitarlo al concerto che la sua band avrebbe tenuto la sera seguente. Rise, e Angel si bloccò "Veramente mi chiedeva se onoravo lui e la sua bnad di debosciati andando al loro concrto domani sera, sai, vorranno la mia benedizione" disse trattenendosi dal ridere oltre.

Angel arrossì ancora di più... lui non sapeva nulla, e invece ora lei aveva sul serio confessato tutto... o quasi. Si coprì il viso con le mani "Non è giusto, non mi prendere in giro!"

"Figlia mia, qualsiasi cosa voi abbiate fatto non avrà il mio rimprovero" la rassicurò.

"Ma non abbiamo fatto niente..." ammise, ed era la verità. Qualche bacio e piccole effusioni non volevano dire gran che forse, se non per lei.

"E la cosa ti rattrista?"

Sollevò lo sguardo guardandolo, stringendosi maggiormente le gambe al petto "Vorrei... vorrei... stargli più vicino ecco... ma non so se è la cosa giusta da fare, per una..."

"Per una ragazza com te? Ancora questa storia Angel? Quando capirai che sei una ragazza come tutte le altre, con lo stesso bisogno di crescere e fare esperienze, provare, sbagliare... non hai niente di diverso da quelle ragazze la fuori o dalle tue compagne di classe. Crescere con dei vecchi pinguini e un vecchio ubriacone non fa la differenza, non deve... devi scegliere la tua vita, solo tu puoi farlo, e nessuno potrà mai dirti come viverla... capito?" disse prendendole il viso tra le mani, come un vero padre.

Ed era questo che era per lei. Non sapeva cosa voleva dire avere una vera famiglia. Duff le aveva raccontato della sua un giorno, diceva di avere sette fratelli, di essere cresciuto con i nonni, di avere una madre fantastica e amorevole, e un padre con le sue debolezze, dedito alla bottiglia che aveva tradito la moglie per una ragazza più giovane. Cose belle, altre brutte... ma tutte vere. Una famiglia vera, che lei non aveva. Si era immaginata nei suoi racconti, seduta ad un grande tavolo a colazione litigando con un ipotetico fratello per la scatola dei cereali. Oppure abbracciata ad una madre che la consolava per una bambola rotta e un ginocchio sbucciato. O anche chiusa in stanza pregando che al piano di sotto la finissero di litigare. Tutte cose che lei non aveva conosciuto, se non grazie ai racconti del biondo. E come poteva mancarle una cosa che non aveva mai conosciuto? Eppure le mancava... Madre Jane era stata una tutrice piuttosto rigida e fredda nei suoi confronti. L'unico caldo amore che le era stato dato, veniva talvolta da qualche Sorella più dolce, e da Padre Joe. 

Annuì alle sue parole, sentendosi forse più forte di quello che credeva di essere.

"Lo vedrai questa sera? Per il votro appuntamento segreto quotidiano?"

"Credo... credo di si..."

"Non avere paura di ciò che provi Angel, sono convinto che farai la cosa giusta" lefece l'occhiolino e le passò in un bicchiere un goccio d'alcool "ti aiuterà a scioglierti, ma non farne un'abitudine eh"

Angel lo prese rigirandoselo tra le mani... lei non aveva mai bevuto, ma al diavolo, forse quella volta gli ci voleva sul serio. Mandò giù quelle poche gocce tutto d'un fiato sentendo la gola in fiamme "Come fa a bere questa roba?!"

Padre Joe rise di nuovo "Hai mangiato?"

"Non ancora"

"Allora dovresti andare, hai bisogno di energie"

"Padre!"

"Suvvia... corri, se arrivi in ritardo Sorella Mary Jane si arrabbierà"

La giovane si alzò e fece per andarsene, ma si bloccò guardandolo un'ultima volta "Come faccio a sapere se sto facendo la osa giusta?"

Lui sorrise gentile "Lo saprai... e se non sarà quella giusta pazienza, non avere paura di sbagliare. Vai ora"

Anche la bocca di lei si aprì in un grato sorriso "Grazie"

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Capitolo 19
*** 19 ***


Stava fumando una sigaretta scroccata a Slash prima di uscire, appoggiato al muro come al solito mentre la aspettava. Ormai quella storia si ripeteva da settimane. tutte le sera abbandonava i suoi amici, se non in rare occasioni, per andare da lei. All'inizio i ragazzi lo tempestavano di domande, ma da quando avevano capito lo lasciavano perdere, anche se a volte non resistevano proprio a prenderlo un po in giro. D'altrone Duff che faceva il filo ad una quasi suora che nemmeno glie la dava era troppo esilarante per lasciar correre. Ma il biondo aveva imparato a non prendersela, e a ridere di quelle stesse beffe. Perchè alla fine avevano anche ragione. Ci aveva provato con lei, era arrivato aanche vicino a quel qualcosa in più che desiderava, ma si era ovviamente tirata indietro. Eppure sentiva che anche lei era attratta da lui, in che cosa stava sbagliando allora? Forse era solo combattuta e intimidita. Forse si sentiva inadeguata. Bhà... non sarebbe mai riuscito a capire le donne, di qualsiasi genere esse fossero.
Stava pensando a tutte queste cose quando lei arrivo calandosi dal muro del convento come era solita fare "Ciao!"
Non si era accorto di lei, tanto che sussultò "Hey... mi hai spaventato!"
"Io?"
"Si, quando sei lassù tirami un sassolino prima di scendere così all'improvviso" scherzò mettendole il braccio attorno alle spalle.
Angel trasalì, sentendo un brivido correrle lungo le membra anche solo a quel gesto innocente.
"Allora vediamo, la lista è praticamente finita, però ci sono ancora cose che non hai fatto anche se non le hai scritte" disse Duff camminando con lei in quella calda sera d'estate "il bowling ad esempio... non hai mai nemmeno fumato una canna e non ti sei mai ubriacata, bisogna prendersi una sbronza seria almeno una volta nella vita"
"Duff..."
"mmm?"
"Io..." aveva ragione, c'erano tante altre cose che non aveva mai fatto, e che non erano presenti in quella lista. E anche qualcuna che sempre grazie a lui aveva fatto, come ad esempio innamorarsi. Già. E quella sera aveva tutte le intenzioni di cancellare nella vera lista che aveva nella testa un'altra cosa "vorrei... torneresti su quella collina, dove si vede il cinema?" chiese con un filo di voce abbassando lo sguardo, arrossendo pensando che lui potesse immaginare il motivo del suo desiderio di tornare in quel posto.
"Oh, il drive-in gratuito? Si può fare, ma non ho idea di che film passino" aveva intuito che aveva in mente qualcosa, ma da galantuomo che era non fece domande per non metterla in imbarazzo "hai una coperta?"
Angel annuì mostrando lo zaino che aveva sulle spalle. Lui glie lo prese, sgravandola da quel seppur irrilevante peso, e la prese per mano "Andiamo"
Quella sera era persino più bella dell'altra. O almeno così le sembrava. C'era un cielo bellissimo, pieno di stelle, e si stava bene tra gli alberi, dove una leggera brezza dava sollievo dal caldo. Stesero la coperta e ci si sedettero sopra guardando lo schermo davanti a loro che stava trasmettendo la consueta pubblicità pre-film "spero non facciano robe drammatiche o eccessivamente romantiche!"
"Non importa" sentì lo sguardo interrogativo di Duff su di se, e non riuscì nemmeno a guardarlo. Ma ormai aveva deciso, doveva farlo, voleva farlo. Così prese un respiro profondo e voltandosi fece unire le loro labbra. All'inizio rimasero fermi entrambi, lei intimidita e impacciata, lui troppo sorpreso per fare qualcosa. Ma poi man mano che i secondi passavano, le loro labbra presero a muoversi delicatamente le une sulle altre, sfiorandosi e accarezzandosi dolcemnte, finchè il biondo prese in mano la situazione e trasformò quel lieve contatto in un bacio vero e proprio, profondo e sensuale. Mise una mano sul suo viso avvicinandosi a lei, e cercò la sua lingiua, intrecciandola alla sua, accarezzandola e assaporandola finchè senza fiato si dovette staccare. La guardò, desideroso, accaldato... e interrogativo. Cosa voleva dire quel gesto? "Perchè l'hai fatto?" domandò senza levare la mano dalla sua guancia che si era fatta bollente.
Vide i suoi occhi illuminarsi, e la sentì tremare "Voglio restare con te... questa notte" mormorò lei, in un impeto di coraggio. Deglutì nervosamente sentendo dire quella frase dalla propria bocca. L'aveva detto sul serio. Voleva stare con lui, voleva farsi stringere, voleva sentirlo, voleva che la prendesse. Come Desi e Slash le avevano detto nei loro differenti racconti, voleva che lui le facesse provare ciò che mai in vita sua aveva provato.
Il biondo dal canto suo non aspettava altro. Sentir dire da lei che lo desierava l'aveva fatto eccitare quasi all'istante. Eppure non si mosse, guardandola per interminabili secondi "Sei sicura?" le chiese incerto, temendo che poi se ne sarebbe pentita.
"Si, sono sicura" assentì, sottolineando meglio il concetto con un altro bacio, questa volta subito bagnanto e profondo. Sentì le mani del biundo avvolgerle la vita, le sue braccia stringerla e tirarla contro di se. La fece stendere e sentì il suo corpo contro al suo, sentì la sua eccitazione premerle contro da sotto gli abiti, e le sue mani che gentilmente vagavano sul suo corpo caute, ma bruciando ogni singolo centimentro di pelle che incontravano "Solo... fai piano" lo bloccò sussurrando, quando sentì le sue dita che si infilavano sotto alla sua camicetta.
Duff sorrise e annuì slacciandole piano i bottoni, e scoprendole il petto "Te lo prometto... Ma ora rilassati, e se faccio qualcosa che non ti va fermami" la rassicurò, tornando a lambire la sua pelle con le labbra, scendendo sul suo collo, sul petto, accarezzandole il seno e infilando le mani dietro alla sua schiena, sganciando il gancetto del reggiseno che indossava. La vide voltare lo sguardo di lato quando glie lo levò, come se si vergognasse. Lo fece sorridere qualla pudicità a cui non era proprio abituato. Ma era bello finalmente provare qualcosa di nuovo, di diverso. Era elettrizzante. Si liberò anche della sua maglietta e si tolse i jeans rimanendo con i boxer. Le aprì le gambe sfilandole la gonna, lasciandola sotto di lui solo con gli slip. Prese a baciarla di nuovo, per farle sentire meno l'imbarazzo che di certo provava in quel momento.
Si sentiva vulnerabile, nessuno l'aveva mai vista così. Eppure quelle carezze e quei baci la facevano sentire molto più al sicuro di come mai si fosse sentita prima di allora. Sentì la mano del ragazzo risalire lentamente la sua coscia fino a fermarsi tra le gambe. Si aggrappò istintivamente alle sue braccia quando le abbassò gli slip, accarezzando la sua inviolata intimità con un dito. Fremette, e un gemito le scappò dalle labbra.
Non volelva farle male, così la preparò prima, anche se era già notevolemte umida. La accarezzò e piano spinse un dito in lei, sentendola irrigidirsi, e tentando di rilassarla con numerosi piccoli e dolci baci sul viso. Le sorrise. Angel stava voltando di nuovo il viso per evitare il suo sguardo, ma glie lo impedì "Guardami... non nasconderti..." susurrò "sei bellissima"
Nessuno glie lo aveva mai detto. Sapeva di essere carina, ma addirittuta bellissima... forse Duff stava esagerando, forse lo faceva solo per compiacerla e rendergli più gradito ciò che le stava facendo, anche se non ce ne era proprio bisogno. I movimenti delle sue dita erano lenti, mai troppo profondi. Era una sensazione strana. Le venne istintivo divaricare le gambe offrendogli un maggior spazio. Invitandolo. E Duff ci si mise in mezzo, e levò le dita da lei. Lo guardò cercando di capire cosa stesse facendo. Poi lo vide alzarsi appena e sfilarsi l'ultimo indumento che lo copriva. Non aveva mai visto un uomo nudo. Certo sapeva com'erano fatti, ma era diverso vederlo sui libri di scenze. Avvampò. Era bello, asciutto, la pelle candida e il suo fallo eretto. I battiti accellerarono all'improvviso quando Duff le prese la mano accompagnandola su di se. Non sapeva come fare, non aveva idea di come funzionassero quel genere di cose. Però Slash le aveva detto qualcosa... ma i consigli del riccio erano decisamente troppo spinti per lei. Desi era stata indubbiamente più appropriata. Osò stringere piano il suo membro nella mano, lo sentì liscio e duro nella sua stretta e lentamente iniziò ad accarezzarlo sentendo Duff ansimare. Forse stava facendo la cosa giusta... Si morse un labbro, sentendosi molto più calda. Guardava Duff mentre chiudeva gli occhi e muoveva con lei la mano sul suo mebro. E poi guardava le loro mani intrecciate mentre gli davano piacere. Quando lo sentì più duro Duff staccò le loro mani e tornò a sistemarsi tra le sue gambe stendendosi sopra di lei. La baciò ancora, indirizzando la sua erezione contro l'intimità della giovane, che non appena sentì la punta entrarle, sussultò spalancando gli occhi e aggrappandosi a lui "Tranquilla..." mormorò baciandogli la fronte, spingendo piano, con piccoli movimenti per farle il meno male possibile, reggendosi con un braccio per evitare di pesarle troppo addosso. Angel tirò un leggero urlo quando entrò del tutto, sentì le sue mani avvinghiate alla sua schiena, e le unghie che gli graffiavano leggermente la pelle. Era così stretta... non gli era mai capitato di farlo con una vergine. A  dire il vero era una cosa che non l'aveva mai attratto. Pensava che sverginare una ragazza portasse solo complicazioni sentimentali che lui si voleva evitare. Ma quello era diverso. Lei lo era. Quando le fu dentro rimase fermo cercando di farla abituare alla sua presenza, baciandola e sorridendo sulle sue stesse labbra, vedendola man mano tranquillizzarsi "E' ok?" le chiese.
"Ok" rispose lei con un filo di voce, rispondendo al suo sorriso.
Solo allora iniziò a  muoversi, piano e dolcemente, sentendo i muscoli di lei distendersi, e l'espressione del suo volto farsi più rilassata. Quando fu sicuro di non farle più alcun male le sue spinte si fecero più audaci, più profonde e veloci, facendola fremere e sospirare. Sapeva che non sarebbe durato a lungo. Era troppo eccitato, e lei era davvero stretta. Così si levò da lei dopo poco, masturbandosi velocemente fino a venire nell'arba accanto a loro. Non era stata una gran cosa, ma non usando precauzioni doveva pur fare in qualche modo. Si lasciò cadere sulla coperta al suo fianco, ansimando dopo l'orgasmo, e le circondò la vita con un braccio tirandosela contro e appoggiando la fronte alla sua tempia "Stai bene?"
"Si, sto bene" e stava davvero bene, un bene che non aveva mai provato. Aveva perso la sua verginità nel modo più bello che poteva aspettarsi, anche se fino a qualche settimana prima non si sarebbe proprio mai aspetta di doverla perdere. E anche se per lei non era arrivato quell'orgasmo di cui tutti parlavano, era stato bellissimo. Non aveva sentito molto dolore, solo un po' all'inizio. Ma Duff era stato bravo, e aveva fatto piano come le aveva promesso. Voltò il viso verso di lui, e lo vide sorriderle e baciarle la punta del naso "Di solito dura tutto molto più di qualche minuto" ridacchiò "ma non sono riuscito a trattenermi"
"Va bene così, davvero" disse lasciandosi sfuggire una piccola lacrima lungo la guancia "scusa non è per te, è che... insomma..."
Aveva sentito spesso dire che le ragazze dopo aver perso la loro verginità piangevano. Credeva fosse una cosa normale. Insomma, era una cosa importante dopo tutto, segnava un momento importante nella vita di una ragazza, e per Angel doveva anche significare molto di più. Sapeva che quella scelta le era costata moto, e che ora doveva fare i conti con quello che sarebbe stato il suo futuro. Così la abbracciò tenendola stretta, lasciando che si calmasse, coprendole il corpo ancora nudo con un lembo della coperta per non farle prendere freddo.
Dopo un po' di tempo si scostò da lui. Le piaceva molto più di quel che pensasse stare contro al suo corpo, sentire la pelle a contatto con la sua. E poi aveva un buon profumo. Si rivestirono, e rimasero per parecchio tempo stretti a guardare il cielo, e a parlare del più e del meno. Avrebbe tanto voluto restare con lui molto più a lungo. Ma non poteva. Di li a poco il sole sarebbe sorto, e lei doveva farsi trovare al convento.
"Dobbiamo andare adesso, si è fatto tardi" disse Duff dando voce ai suoi pensieri.
E a malincuore ripercorsero la starda che avevano fatto ore prima, fino al muro del convento "Verrai anche domani?" gli chiese Angele prima di lasciarlo, quasi col timore che dopo quella notte sarebbe sparito.
Duff si chinò e le diede un casto bacio sulle labbra "Mi vorrai anche domani?" chiese in tutta risposta abozzando un sorriso.
"Si"
"Allora ci sarò" questa volta la baciò sul serio, stando attaccato alle sue labbra per qualche secondo prima di staccarsi e guardarla mentre agilmente scavalcava la cinta, salutandolo e sorridendogli dall'altro prima di sparire.

Corse nel giardino euforica, si sentiva bene, si sentiva viva. Era stato bellissimo, tutto quanto. Quella serata, Duff, e quello che avevano fatto. Avrebbe voluto urlare, ridere, dare finalemente sfogo a tutte quelle emozioni che con lui aveva evitato di far trapelare. Era felice, per la prima vota in vita sua era davvero felice. Il cuore le martellava nel petto, e il solo pensiero che il giorno seguente l'avrebbe rivisto, avvrebbe avuto di nuovo i suoi baci, sentito le sue mani sul suo corpo, la riempiva di gioia.
Risalì il grande albero canticchiando, aprendo la finestra della sua stanza ed entrandoci dentro, come sempre.
Ma quando si voltò, raggelò. Lo schiaffò la colpì in pieno viso. Si portò una mano alla guancia, guardando con le lacrime agli occhi il viso di Madre Jane. La cosa che le fece più male era vedere l'espressione delusa della donna che l'aveva cresciuta e accudita come se fosse sua figlia "Io... io...." balbettò incapace di dire altro. Non c'era nulla da dire a dire il vero.
Madre Jane non si scompose, non disse nulla. Rimase a guardarla impassibile come sempre, senza lasciar trapelare alcuna emozione, anche se dentro di se stava ribollendo. Era la prima volta che le dava uno schiaffo. E la sua bruciava molto più della guancia di Angel. Lasciò la sua stanza chiudendo la porta e andandosene, senza dire niente. Solo quando fu sola nella sua stanza pianese, e pregò per lei. Per quella figlia che le era stata donata per caso, e che lei aveva accolto e cresciuto nel migliori dei modi, e che ora, l'aveva tradita, mentendole e peccando.

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