Tell me few story- Moments of carefree madness in Death City

di Rehara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #TAVOLO ***
Capitolo 2: *** #TELECAMERA ***
Capitolo 3: *** #TAZZA DI CIOCCOLATA CALDA ***



Capitolo 1
*** #TAVOLO ***


                                      Tell me few story- Moments of carefree madness in Death City.
#Tavolo

Soul era appena tornato a casa.
L’alloggio era buio , ma in cucina la tavola era imbandita con ogni genere di leccornia:
dal salato al dolce, dall’antipasto al dessert, non c’era qualcosa che mancava.
Da poco lui e Maka si erano trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro appartamento.
C’erano ancora scatoloni, valigie ,borse, mobili imballati e sacchetti ovunque.
A Kid sarebbero venute delle crisi isteriche se solo avesse messo piede qui dentro.
Al solo pensiero Soul rise. L’assimmetria e il disordine erano l’unico punto debole dello shinigami.
In quello stesso momento però un atroce dubbio l’assalì:
Dov’era la sua Maka? La sua adorata shokunin e compagna?
La casa era silenziosa e le luci erano spente.
Nell’appartamento non sembrava esserci quindi chiamò al telefono Tsubaki per chiederle se sapeva dove era andata Maka. Pessima mossa.
Tsubaki e Black*Star erano fuori ad un concerto di una band hard rock e non riusciva a capire niente di quello che la ragazza le stava dicendo.
Non tanto per la musica, ma per il gran chiasso che faceva Black*Star. Lo avrebbe ucciso in quel momento.
Terminata quella sottospecie di conversazione al cellulare decise di chiamare Liz.
Chiamare Kid sarebbe stato troppo pericoloso per la già bassa sanità mentale dello shinigami visto che si sarebbe sicuramente precipitato a casa sua e sicuramente  sarebbe stato in uno stato comatoso per un’intera settimana o più vedendo il caos che vi regnava.
Liz rispose subito dopo il primo trillo del telefono.
Non si stupiva.  Liz viveva praticamente attacca al cellulare.
Perché?
Il primo motivo era per chiamare il “118” quando Kid aveva i suoi soliti attacchi di shock e poi per  passare il tempo a parlare ore e ore con le sue amichette.
Soul era rimasto una buona mezz’ora al telefono con Liz senza però poter spiegarle la situazione in cui si trovava perché la Thompson si stava sfogando con lui dopo aver litigato con il suo fidanzato Kid perché non lo facevano simmetricamente.
Ora oltre a Black*Star avrebbe ucciso volentieri sia Kid che Liz.
Finalmente riuscì ad iniziare a parlare del suo problema e Liz rimase ad ascoltare attenta , ma neanche lei sapeva qualcosa.
Dopo quest’ultima telefonata Soul era disperato.
Cosa poteva essere accaduto alla sua fidanzata Maka?!
Si, finalmente l’aveva detto.
“Fidanzata”. Questa parola riecheggiava nella sua mente con un ritmo ben definito mentre si sdraiava sulla moquette.
Non aveva mai pianto, un fico come lui non poteva piangere.
Ormai l’agonia aveva preso il sopravvento sul suo atteggiamento di solito strafottente e si mise sdraiato di lato verso il tavolo della cucina a piangere.
Quando aprì gli occhi per asciugarsi le lacrime non poteva crederci:
Maka era sotto il tavolo , rannicchiata in posizione fetale che dormiva.
Aveva aspettato che arrivasse ,aveva preparato una cenetta coi fiocchi e appena fosse arrivato in cucina sarebbe sbucata da sotto il tavolo per fargli una sorpresa ... ma si era addormentata.
La prese fra le sue braccia e la portò a letto.
Maka, lo faceva letteralmente impazzire.

Angolo dell'autrice schizzata:
Questa flashfic è di 500 parole esatte e ci sono riuscita al primo colpo ù___ù
Non riuscivo però ad immaginare niente con la parola "tavolo" e questo è quello che è uscito fuori dalla mia mente malata....
Lasciate una recensione se volete perchè ,come ho detto prima , ho creato questa raccolta per migliorare quindi anche le critiche sono ben accette ;3
Alla prossima!
-Rehara.

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Capitolo 2
*** #TELECAMERA ***


                                         Tell me few story- Moments of carefree madness in Death City.
#TELECAMERA 
Kid e Liz erano da soli a casa.
Non erano mai rimasti soli visto che Patty di solito era sempre in giro per l’appartamento.
Ma anche la ragazza viveva là, quindi era normale. Con lei tutto sembrava più allegro anche se quasi sempre combinava qualche guaio.
Quella sera però disse ai due che doveva uscire insieme ad un ragazzo e così se ne andò senza dare il tempo ai suoi poveri compagni di stanza di elaborare ciò che aveva detto.
Kid e Liz erano preoccupati.
Erano seduti uno davanti all’altro a tavola con i piatti fumanti ancora neanche sfiorati.
Sembravano due genitori che aspettavano la loro figliola ritornare a casa.
Ma non era solo quello che li turbava così tanto: erano anche imbarazzati.
Non sapevano il motivo ma ogni volta che alzavano gli occhi dal proprio piatto i loro sguardi si incrociavano.
Si fissavano per qualche secondo e poi lo riposavano sul loro piatto, dando ogni tanto qualche sbirciatina ai tratti del loro visi. Quei tratti unici che li distinguevano.
Kid aveva degli occhi rassicuranti color oro e delle buffe strisce bianche in un lato della sua acconciatura e Liz aveva dei meravigliosi e profondi occhi blu.
Perché si guardavano in quel modo?
Quella sera ,che ormai era diventata notte, era stata  fino a quel momento un insieme di nuove esperienze che sicuramente in futuro si sarebbero ripetute.
Era strano. Con una sola occhiata riuscivano a capire le emozioni e i pensieri dell’altro.
Si sentivano a disagio, lo sapevano. Ma come potevano far scomparire questa loro momentanea difficoltà?
La cena ormai era fredda e Liz quindi si alzò, prese il cibo e lo mise a riscaldare nel microonde.
Pensava che così avrebbe sentito meno l’imbarazzo che la perseguitava, ma non aveva fatto altro che peggiorare le cose.
Ora Kid la fissava. La squadrava dalla testa ai piedi, era interessato alla sua simmetria.
Molte volte le aveva detto che era “simmetrica”, ma lei l’aveva sempre presa solo come un’offesa.
Ora però in un certo senso si sentiva lusingata di ricevere dell’interesse da parte di quel ragazzo dall’aria di solito impassibile.
Il timer del forno suonò , così Liz riprese le fette di carne ora di nuovo calde e le rimise sui piatti.
Erano di nuovo faccia a faccia.
Per diminuire il disagio Kid iniziò a mangiare e di seguito Liz lo copiò.
In effetti distrarsi era un ottimo metodo contro questo loro disturbo.
Finita la cena però tutto ritornò come all’inizio:
l’imbarazzo regnava indiscusso su di loro.
Liz per sbaglio sfiorò il piede di Kid con il suo. Arrossirono.
A quel punto Kid prese la mano di Liz e la strinse forte. Le loro gote erano rossissime.
Lo shinigami si alzò dalla sedia e si avvicinò gradualmente al volto della weapon.
Sempre di più, sempre di più, sempre di più, sempre di più. Ormai la distanza era quasi nulla.
La porta si aprì lasciando entrare un’infantile Patty con una telecamera in mano.
“Questo video va su You Tube” disse sorridente la ragazzina.

Angolo dell'autrice schizzata:
Me la sono sognata questa scena xD
Patty che ha fatto finta di uscire con un ragazzo per filmare la scena e coglierli in flagrante :'33
Spero che anche a voi sia piaciuta ^o^
Alla prossima ;3
-Rehara.

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Capitolo 3
*** #TAZZA DI CIOCCOLATA CALDA ***


                                          Tell me few story- Moments of carefree madness in Death City.

#TAZZA DI CIOCCOLATA CALDA

Freddo. Anche se era Primavera a Death City c’era freddo.
Di solito in questa stramba città regnava il caldo più assoluto in ogni giorno dell’anno:
da Natale a Ferragosto, da Capodanno alla Giornata dell’Indipendenza.
Non c’era mai stata pace, tranne all’equinozio di Primavera.
Stava nevicando. Com’era possibile? Non era contro ogni legge scientifica?
Ma a madre natura non si comanda.
Maka era seduta accanto al termosifone situato davanti alla finestra che leggeva un libro mentre sorseggiava una tazza di cioccolata calda.
Soul invece era appena ritornato a casa dopo aver passato metà della giornata a sciare con Black Star, Liz, Patty e Kid.
Tsubaki e Maka non erano venute perché non sapevano praticare gli sci.
“Almeno potevi provarci!...” si lamentò Soul mentre si stava levando gli scarponi ricoperti di neve.
“No” si sistemo un ciuffo di capelli che le era finito in faccia “da piccola ho provato a farlo  e sono ruzzolata giù per il pendio senza controllo, quell’esperienza basta e avanza come prova.” spiegò Maka senza distogliere lo sguardo dal suo amato volume.
“Mpf” tirò lo scarpone vicino al termosifone dove si trovava la bionda e quasi non prendeva la ragazza sul fianco “fifona!..” continuò a dire l’albino.
“Disse colui che fino all’anno scorso non sapeva nuotare e aveva paura di entrare in acqua” ribatté la ragazza prima di bere un altro po’ di cioccolata calda dalla sua tazza.
“Uff…” Soul si sedette davanti a Maka sul pavimento “sicura di non volerci neanche provare? Chissà quando riusciremo a vedere di nuovo la neve a Death City!”.
“A me basta osservarla.” girò una pagina del suo grande tomo.
Sbuffò, guardò Maka con sguardo inquisitorio e poi si alzò.
“Punizione” le prese la cioccolata calda dalle mani.
“Hei! Ridammela” gridò imbronciata la meister.
“No, fino a quando non andrai a sciare con noi ,pivella!” disse il ragazzo che impediva la riuscita dei tentativi della shokunin di riprendersi la tazza fumante.
“Stupido di un Soul!.. Ridammela subito se non vuoi che ti dia una librata in testa!”
A quell’avvertimento Soul rabbrividì.
Per sfuggire all’imminente condanna che il ragazzo tra un momento all’altro poteva subire, prese il braccio della ragazza e la bloccò.
Maka era appoggiata alla finestra e lui era proprio davanti alla ragazza, quasi attaccato.
Erano completamente rossi in viso.
Soul si avvicinò sempre di più al volto della sua maestra d’armi.
Cosa gli passava per la testa? Quella era la sua violenta shokunin senzatette?!
Ma in quel momento non gli importava. Ormai la distanza fra loro era quasi nulla, non poteva e non voleva fermarsi.
Maka aprì la finestra, prese la cioccolata calda dalle mani di Soul e lo scaraventò fuori dall’infisso.
Soul era caduto sulla neve gelida e imprecò contro la bionda che stava ridendo a crepa pelle.
“Soul sei veramente facile da ingannare!” disse la bionda con le lacrime agli occhi per le risate con la tazza fumante in mano..
Soul si rialzò dalla neve.
“Maka… ora ti ammazzo!” gridò Soul che già la stava rincorrendo.

Angolo dell'autrice schizzata:
Era da tanto che non scrivevo in questa raccolta, quindi ho pensato... non c'è niente di meglio del mio adorato SoMa per riprendera la pubblicazione :'D
Lo so, la mia testa pensa solo e soltanto a questo xDD
Ringrazio per aver recensito le scorse storie luna moontzutzu, Elsa Maria e shinigamiLOL ^o^
Alla prossima allora! Spero in qualche vostra recensione ;3
-Rehara.
 

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