Red shyness

di _Divergent
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter one ***
Capitolo 3: *** Chapter three ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

“La felictà odia i timidi”
Eugene O’Neill

 

 
 
 
“ Bene direi che possiamo iniziare. Ciao a tutti io sono il professor Robins e come sapete questo è il corso di teatro…”
Le parole del professor Robins svanivano nella mia mente ed erano sostituite da una serie di domande: Chi me l’ha fatto fare? Per quale assurdo motivo ho deciso di iscrivermi a questo corso? Okay mi servivano crediti per la scuola e l’unico modo per trovarli era partecipare a un qualche corso pomeridiano ma perché la recitazione? Come mi è saltato in mente? Insomma avrei potuta fare il corso per  cheer leaders, il corso di atletica, il corso di chimica, il corso… chi voglio prendere in giro? Se la recitazione non fa per me, essere una cheer leaders non è da meno: tutto il tempo ad ondeggiare fare spaccate di qua e spaccata di là e a scuotere quegli assurdi pon-pon; okay negli sport me la cavo ma per una persona introversa come me correre per cento metri da sola con tutti gli occhi puntati addosso sarebbe stato uno sforzo troppo grande; il corso di chimica? Se amassi veramente la chimica ora non mi ritroverei qui.
Credo che questa sia fra tutte la possibilità che potrei definire “meno peggio”. Con questo non intendo dire che sia certo la migliore, ho vergogna ad esporre le mie ricerche davanti a tutta la classe, balbetto quando qualcuno che non conosco mi fa una domanda, ho vergogna ad indossare il costume quando andiamo in piscina per la lezione di nuoto e solitamente quando un ragazzo mi pone una domanda rimango talmente paralizzata dalla vergogna per così tanto tempo che di solito se ne va via prima che possa averli dato un risposta, oppure tutto il volto mi diventa talmente rosso che il giovane in questione corre ad avvertire qualcuno in infermeria per paura che abbia una qualche crisi o malattia contagiosa: “Lawrence questa sera do una festa a casa mia se ti va di venire..” “Oh si..ecco” inizia quello stupido balbettio “Io..una festa.. questa sera” la respirazione accelera “Ecco.. bello..” il viso si arrossa “Ehm…okay…si insomma..” lui allora con un espressione un po’ incerta fra il dubbioso e lo spaventato trova la prima scusa che gli salta in mente per dileguarsi “Senti io ora ho un impegno con un amico e sono già in ritardo, ci vediamo” e sperando che questo possibilmente non accada troppo presto se ne va. Lasciandomi da sola a interrogarmi su quanto possa mai essere difficile formulare una frase completa: soggetto, predicato e complemento. In mia difesa posso dire che  la donna dai capelli rossi che mi insegnava italiano alle elementari era incline a tutto meno che all’insegnamento.
Credo sia abbastanza evidente che io non sia proprio la persona più adatta per la recitazione, che comporta salire su un palco davanti a centinai di persone, improvvisare, non diventare color pomodoro ogni volta che si apre la bocca e soprattutto riuscire a formulare una frase formata da più di tre parole in meno di dieci minuti.

“Allora ragazzi ora che vi ho spiegato cosa comporta la recitazione, siccome ho visto che per molti di voi questa è la prima volta che partecipate a questo corso iniziamo con presentazioni, non siate timidi…” Questo professor Robins è lo stesso che insegna filosofia e per qualche oscuro motivo cerca sempre di farmi parlare, sembra convinto che la sua sia un opera di bene per farmi aprire di più, per aiutarmi a sconfiggere quelle che sono le mie paure e insicurezze; pover’uomo.
“Dovete semplicemente dire il vostro nome e cognome e descrivervi con poche parole, coraggio allora…Vediamo chi avrà l’onore di iniziare…”Oh cristo no! Sta guardando nella mia direzione, ti prego fa che non mi chiami, ti prego, ti prego, ti prego. “Signor Payne che ne dice di iniziare lei?” La tensione sparì dal mio volto e tirai un sospiro di sollievo. “Certo professore” “Poi sarà il turno della signorina Lawrence” Il mio cuore saltò un battito, lo dicevo che io che quell’uomo ce l’aveva con me.
 

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Capitolo 2
*** Chapter one ***


Chapter one
 
 

"Metà della popolazione mondiale è composta
 da persone che hanno qualcosa da dire
ma non possono.
L'altra metà da persone che non hanno niente da dire
e continuano a parlare."
Frost

 

 
 
 
 
 
 
“Prego Payne”“ Ciao a tutti sono Liam, frequento il quarto anno e partecipo già da due anni al corso di teatro, mi ha sempre attratto molto la recitazione, mi piace come sul palco ci si possa trasformare in nuovi personaggi in continuazione, all’inizio ho fatto un po’ fatica ad imparare a stare sul palco ma ho capito che bisogna solo lasciarsi andare, ora non vedo l’ora di iniziare a preparare un nuovo spettacolo” Aveva un viso raggiante. Gli altri accennarono un leggero applauso. Lo fissavo a bocca aperta, aveva fatto quel discorso con una scioltezza e una serenità  alle quali io non mi sarei mai potuta avvicinare: faccio fatica a dire il mio nome senza interruzioni, figuriamoci a parlare per due minuti di fila. No dai,non è impossibile; ditemi che se l’era preparato a casa. Sono sempre più sicura che recitare non faccia per me, come cavolo farò a parlare davanti a un pubblico se faccio fatica a descrivermi in due parole davanti a solo una trentina di persone?
Vidi il ragazzo castano ritornare a sedersi accanto a me, lo fissai per qualche secondo e poi mi girai verso il resto della classe, tutti gli occhi dei ragazzi presenti si spostarono dal castano a me, sembrava aspettassero qualcosa, diventai istantaneamente color porpora. Ero stata talmente impegnata ad elogiare la parlantina di quel ragazzo e a disprezzarne la sua totale assenza in me che mi ero dimenticata  che dopo di lui sarebbe toccato a me alzarmi per descrivermi davanti a tutta la classe. E adesso? Ero stata così stupida da non sfruttare i pochi minuti a mia disposizione per prepararmi qualcosa da dire e ora sono come un soldato che deve combattere in prima linea e completamente in balia delle mie emozioni. È il caso di dirlo: merda.
 “Signorina Lawrence ora tocca a lei” Mi incitò Robins vista la mancanza di una reazione da parte mia. Risvegliata dai miei pensieri mi alzai di scatto dalla sedia; avrei potuto far invidia a un leopardo, purtroppo però la mia grazie nel farlo non avrebbe potuto competere neanche con quella di un elefante. Rovesciai con un tonfo la sedia sulla quale ero seduta. Iniziarono subito alcune risate silenziose, il professore alzò gli occhi al cielo e sono sicura di aver sentito dire al ragazzo riccio in fondo alla classe ““Questa ha scambiato il corso di teatro per quello del circo?”. Non sapevo cosa fare, ero paralizzata. Il ragazzo castano che aveva parlato prima si alzò, rialzò la sedia  “Tranquilla stanno ridendo gli hai già conquistati” mi sussurrò ad un orecchio prima di tornare al suo posto. Sbarrai gli occhi, cercai di mantenere un minimo di dignità dopo quello che avevo appena combinato; pronta Audrey? Prendi un respiro profondo: si parte.
“Mi chiamo Audrey Lawrence”  cercai di imitare il più possibile il discorso del ragazzo che mi aveva preceduto “frequento  il terzo anno, partecipo a questo corso in modo da avere più crediti per il prossimo semestre, avete appena avuto una prova della mia inesperienza nel campo teatrale e anche della mia goffaggine, non amo particolarmente stare al centro dell’attenzione quindi se non vi dispiace ora tornerei al mio posto” “Faccia pure” rispose Robins. Voglio proprio vedere come sarebbe comunque riuscito ad’ impedirmelo. “Styles che ne dice di proseguire lei, almeno sono sicuro che non si emozionerà come la nostra Audrey” Colpo basso Proffesor Robins, molto basso.
Si alzò il ragazzo riccio in fondo all’aula che mi sembrava aver sentito parlare prima. Mi stava già antipatico ancor prima che iniziasse a parlare con quell’aria spavalda e quel sorriso sornione stampato in faccia. “Ciao a tutti, mi chiamo Harry ma molti di voi dovrebbero già saperlo, frequento il quarto anno e questa è la quarta volta che partecipo al corso di recitazione. Ho sempre interpretato il principale ruolo maschile, quindi credo che la mia capacità artistica non possa essere messa in discussione”“ Partirono gli applausi e alcune urla di incitamento.  Io lo fissavo ammutolita. Come può tanta sicurezza e tanta spavalderia essere racchiusa nel corpo di un solo ragazzo? Che gran esaltato.
Uno a uno i ragazzi e la ragazze della classe si presentarono tutti. “Bene direi che la prima lezione del nostro corso può terminare, la prossima volta vi spiegherò la trama dello spettacolo che ho intenzione di mettere in scena e assegnerò i ruoli. Ci vediamo dopo domani ragazzi!” ci alzammo tutti e ci dirigemmo verso i corridoi. “Ehi a vedere la tua faccia pensavo ti sarebbe venuto un attacco di panico” Ero già bordeaux prima di girarmi per capire chi aveva pronunciato quelle parole: era il ragazzo castano di prima. Mi sono scordata il suo nome, com’è che si chiamava? Lio? Lance? Lewis?. “Ti ringrazio per la fiducia” “Però per essere la tua prima volta davanti a un piccolo pubblico non te la sei cavata male”. Come mai che questo ragazzo era sempre così solare? “Piacere Liam” Ecco come si chiamava!
Continua a fissarmi, forse dovrei dire qualcosa “Ehm io..” “Ehi calma, non sei più davanti a tutta quella gente, rilassati” Più facile a dirsi che a farsi bello mio.  “Io sono Audrey” Ragazzi stappate chapagne, facciamo festa: Audrey Lawrence è riuscita a dire una “quasi frase” di senso compiuto senza balbettii o terribili figure. Lui scoppiò a ridere. “Questo lo so già Audrey,  a differenza tua mi ricordo il tuo nome da quando ti sei presentata prima” Allora forse la mia dimenticanza si era notata  “Giusto”.
 “Payne” ci girammo entrambi di scatto, il riccio sfrontato di prima era  dietro di noi e aveva ancora quel ghigno spavaldo stampato sul volto. “Pronto a recitare il ruolo dell’antagonista anche quest’anno? Oppure ti dai già sconfitto in partenza e ti impegni a interpretare al meglio la parte dell’albero a fondo palco?” Liam  alzò gli occhi al cielo. “E tu sarai mai pronto a smettere di pavoneggiarti come se nessuno potesse fare meglio di te?” Il riccio scoppiò a ridere sonoramente “Liam io sono il migliore della classe di teatro, pavoneggiarmi è lecito!” Ma chi ti credi di essere? Il papa? “La spavalderia sicuramente non ti manca” solo dopo aver pensato quelle parole realizzai di averle pronunciate ad alta voce, le guancie si tinsero di rosso. Il riccio si voltò sorpreso verso di me, evidentemente o era talmente impegnato ad esaltare le proprie capacità da non essersi accorto di me o mi credeva un’ameba incapace di parlare. Ancora quel sorriso a metà via fra il malizioso e l’arrogante. “Dimmi occhi blu, tu sei diventata masochista tutto ad un tratto oppure ti piace semplicemente autoumiliarti?” Fece una pausa più scenica che altro prima di ricominciare “ Quest’anno promette bene, lo spettacolo sarà un portento con tutte queste persone che lavoreranno dietro le quinte”. Strabuzzai gli occhi, quel ragazzo era un pozzo di tracotanza; ci diede le spalle e se ne andò salutandoci con un cenno della mano. “Lascialo perdere, comunque tranquilla per lo spettacolo devi solo pensare a divertirti” “Oh grazie…” “Non sei di molte parole vero Audrey? Va bene ci vediamo dopo domani!” Lo salutai scuotendo la mia piccola mano.
La superbia di quel riccio mi aveva messa di cattivo umore, era insopportabile, il suo ghigno era insopportabile, la sua spavalderia era insopportabile.

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Capitolo 3
*** Chapter three ***


Chapter three

Quelli che chiamate uomini
talvolta sono soltanto bambini alti.
 
- Geppi Cucciari.

 
 
Avevo un po’ paura di quello che il professor Robins avrebbe deciso di mettere in scena, era noto per le sue stravaganze e per i suoi spettacoli sempre studiati nei minimi dettagli, era riconosciuto da tutti come un grande regista all’interno della scuola e pretendeva sempre molto dai suoi attori: quelli non ritenuti all’altezza svolgevano ruoli piccolissimi che si limitavano a una o due battute oppure facevano semplicemente le comparse. Come dargli torto se si voleva recitare in uno spettacolo del suo calibro bisognava esserne all’altezza.
Questo è il punto: io non ne sono all’altezza.
Raggiunto il salone dove avremmo provato mi sedetti in uno dei posti rimasti liberi. “Allora ragazzi siete curiosi?” Una  ragazzo bionda alzò la mano “Ci dica che faremo Romeo e Giuliette, la prego!” “ Mi dispiace deluderti Ashley ma penso sia un opera teatrale ormai scontata, io voglio mettere in scena qualcosa di nuovo! La storia e il copione l’ho scritto io personalmente: parla di Elizabeth, una giovane donna del seicento troppo timida e pudica, ancora incosciente di cosa significhi dare e ricevere amore. Nonostante la sua grande bellezza  non ha mai avuto una relazione: la sua timidezza l’ha sempre frenata. Questo finche non arriva nella sua vita Gabriel, ragazzo di rara bellezza che lui sfrutta per far cadere tute le giovani ai suoi piedi: un don Giovanni insomma. Quando incontra la timida Elizabeth scommette con un amico di riuscire non solo a conquistarla e farla innamorare di lui per poi lasciarla come tutte le sue altre conquiste ma anche di insegnarle l’arte della seduzione. Di trasformarla in una nuova donna.
Elizabeth  lo respinge, il ragazzo riuscirà però pian piano a conquistarla con i suoi gesti, le sue carezze e la sua esperienza ed ad aprirle le porte di un altro mondo fatto di passione. Sfortunatamente per lui Elizabeth scopre della sua scommessa e sorprendentemente decide allora che ora tocca a lei riuscire a sedurlo per poi lasciarlo come lui avrebbe fatto con lei. Gabriel l’ha istruita troppo bene, Elizabeth sa essere ormai un femme fatale. Ciò che ognuno dei due non sa è che questa situazione porterà solo a far nascere l’amore fra due animi così diversi.”
 
 Calò il silenzio per alcuni secondi.
Penso che una storia del genere non sia mai stata messa in scena. Insomma parliamo di scene spinte, difficili da scrivere ma ancora più difficili da interpretare. “Vi informo inoltre che a differenza degli altri anni quest’anno non reciteremo solo per gli alunni di questa scuola, ma andremo in un vero teatro e tutti potranno venire a vederci”
 Il silenzio che calò questa volta  mostrava tutto il nostro stupore. Insomma un conto è recitare davanti ad amici e genitori ( a me solo questo pensiero mi manda in tachicardia)  un altro è recitare davanti a centinai di sconosciuti ( qui avrebbero fatto prima a seppellirmi direttamente) , poi cavolo era una cosa seria.
“Lei professore è un grande” disse uno dei ragazzi del corso, partirono subito gli applausi.
“Bene, ora passerei all’assegnazione delle parti, il ruolo di Gabriel sarà interpretato dal nostro Harry, trascurando le tue doti recitative credo che tu ti possa adattare molto bene a questo personaggio” Mi girai verso il riccio, quello sbruffone l’aveva avuta ancora vinta “Mi dispiace Liam ritenta l’anno prossimo” ma quel ragazzo un minimo di pudore non ce l’aveva? Mi girai verso Liam, non sembrava triste “Tranquillo ci sarò”. “Liam non preoccuparti nella nostra storia ci sarà anche un altro personaggio che metterà i bastoni fra le ruote a Gabriel quando cercherà di conquistare Elizabeth, avrai anche tu un personaggio importante!” “La ringrazio professore” Liam guardò Harry e gli fece l’occhiolino, povero riccio non se l’aspettava.
“Il ruolo femminile principale, quello di Elizabeth sarà invece interpretato da…” L’unica cosa positiva in tutto questo era che quel ruolo non sarebbe mai potuto essere mio, vista l’importanza che aveva assunto questo spettacolo solo un pazzo avrebbe potuto assegnarmi la parte di Elizabeth, non avevo mai recitato prima, non ero sicuramente la persona adatta al tipo di scene che avrebbero realizzato, la mia goffaggine si era già manifestata in tutto il suo splendore e “… Audrey!” la mia timidezza era un continuo freno, poi a me quel Harry stava antipatico e poi.. un attimo! Fissai stupita il professore. Ditemi che ho sentito male, ditemi che mi è calato l’udito. Quell’uomo è un pazzo vuole rovinare il suo spettacolo. Questa era la prova, bisognava internarlo il più presto possibile. “Scusi?”la mia voce uscì più acuta del dovuto. “Ha capito bene Audrey, sarà lei a interpretare la parte della nostra Elizabeth, nonostante debba ammettere che non ha alcuna esperienza in questo campo- bravo professore, oltre al danno la beffa – credo che fra tutte le ragazze del corso lei sia la più indicata. Il suo carattere è quello che si avvicina di più al personaggio di Elizabeth e questo per me è importante. Voglio che una attore si possa immedesimare completamente nel personaggio che interpreta e credo che lei, vista sua personalità, possa riuscirci”. Cos’era questa una presa in giro? Sto sognando? Adesso vedrò una lucina luminosa infondo a una nebbia bianca e mi risveglierò? Io non posso recitare quella parte! Io non posso recitare e basta! Perché non mi può mettere dietro le quinte come tutti quelli incapaci come me? Perché?
“Ma come professore? Ci sono molte altre ragazze più brave di me, io non sono in grado di recitare un parte del genere” “Sono d’accordo con lei che in questo corso ci siano ragazze con maggior esperienza ma come le ho già detto lei è l’unica con un carattere molto simile a quello della nostra protagonista, poi questa esperienza la aiuterà ad aprirsi di più, a diventare più estroversa e a lasciarsi andare” Ah eccolo il punto della questione, quest’uomo l’ha fatto apposta. Si crede un paladino della giustizia, un salvatore, un eroe che riuscirà a cancellare la mia timidezza.
Io l’avevo detto che ce l’aveva con me vero?
“Ma professore…” “Niente ma Audrey ormai ho deciso, ho assegnato le parti e non ho intenzione di cambiarle. Ti consiglio di iniziare a provare con Harry voglio che quando sarete sul palco si percepisca l’attrazione che uno prova nei confronto dell’altro.” “Provare con lui? Da sola? Sta scherzando?” “Suvvia Lawrence hai sentito il professore, smettila di fare la rompi scatole” Ma come si permetteva? Io avevo appena scoperto di che morta sarei dovuta morire e questo riccio mi accusava di essere una rompi scatole?
“Bene ragazzi per oggi questo è tutto, dalla prossima volta inizieremo a provare, quindi studiatevi le prime scene del copione”. Tutti si alzarono, chi deluso per non aver ricevuto la parte che desiderava, chi felice per averne avuta una.
 “Ehy Audrey ho visto che all’inizio del copione dovremo recitare una scena insieme che ne dici se ci troviamo oggi al bar della scuola?” Come facesse Liam ad essere sempre sorridente rimaneva un segreto. “Allora ti va?” Al bar? Io e lui? “Ehm ecco io, non lo so…” “Mi dispiace Liam ma la signorina Lawrence sarà impegnata con le nostre prove, non ho intenzione di non ricevere i crediti per il prossimo semestre a causa della sua inesperienza e timidezza ancora molto evidente” Concluse facendomi un occhiolino. Alzai gli occhi al cielo. Spirito santo scendi su di me e aiutami a sopportarlo. “Prima o poi dovrai cedermela caro Gabriel, la nostra Elizabeth recita con me parti di una particolar importanza. Ci vediamo Audrey!”
“Senti… ecco…” perché non riuscivo a parlare! “Non ti sforzare troppo Audrey, passo da te alle otto, qual’è il numero della tua stanza?” “trecentotrentatre” “Perfetto”.
Si girà e se ne va. Neanche un saluto, un cenno della mano, niente. Viva la buona educazione.
 
 
Sono già le otto e dieci e quel riccio presuntuoso non si è ancora presentato. Bussano alla porta, deve essere lui. “Scusa il ritardo” Ancora nessun saluto, bene. “Senti facciamo la cosa nel modo più indolore e veloce possibile” “Audrey rilassati non dobbiamo partire per andare in guerra!” la fai facile tu riccio non devi avere a che fare con te. Oddio. “Si può sapere cosa stai facendo? Sei impazzito? Smettila subito!” “Che c’è mai visto un ragazzo in costume?” Mi misi le mani davanti agli occhi. “Questo cosa centra? Rivestiti subito!” Quello screanzato si stava spogliando davanti a me rimanendo solo con il costume che intelligentemente aveva pianificato di indossare a casa. “Sei troppa timida e pudica Audrey proprio come la nostra Elizabeth, ma se come lei dovrai innamorarti di me e provare a sedurmi non basterà provare a intenerirmi con il tuo balbettio, devi diventare più sicura. Coraggio dimmi, cosa ti piace fare?” “dobbiamo proprio parlare con te conciato così?” “Qual è il tuo cibo preferito?” Ora neanche mi ascoltava più? Come facevo a parlare con lui vestito così, o forse farei meglio a dire svestito così. Era uno screanzato, poco ma sicuro.Sono sicura che le più guance erano ormai di un rosso acceso le sentivo esplodere. Bisognava ammettere che era proprio un bel ragazzo, capelli scuri, occhi chiari e fisico che avrebbe potuto competere con quello di un modello, molte avrebbero volentieri fatto a cambio con me in questo momento. Solo che tutti questi particolari mi mettevano ancora di più in soggezione. “Audrey non ho la minima intenzione di venire a letto con te, non faccio questo per provarci con te ma solo perché anche a me servono quei crediti per il prossimo trimestre, coraggio” parlammo per circa quaranta cinque minuti in cui gli dissi quale cibo preferivo, quale era il mio libro preferito, il film più bello, la canzone che ascoltavo più spesso e lui sorprendentemente resto tutto il tempo ad ascoltarmi senza fiatare, tanto che a un certo un punto pensai si fosse addormentato ad occhi aperti. Ad un certo punto guardò l’ora sul cellulare, si alzò e si rivestì. “Audrey sono le dieci devo andare, domani stessa ora okay?” era praticamente fuori dalla mia stanza quando si girò ancora verso di me “Senti indossa un costume sotto i vestiti ve bene? Domani le cose le faremo alla pari" Ancora quel sorriso bastardo. Lui uscì. Io rimasi paralizzata davanti alla porta. In che cosa mi ero cacciata?
 

 

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