Apocalypse,please! di Stregatta (/viewuser.php?uid=26340)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is the end of the world ***
Capitolo 2: *** It's not so easily ***
Capitolo 3: *** Don't close the door on what you adore ***
Capitolo 4: *** This is the last time I'll abandon you ***
Capitolo 5: *** Who's returned from the dead? ***
Capitolo 1 *** This is the end of the world ***
- This is the end of the world -
DISCLAIMER:Mai come in questa occasione sono stata felice di dichiarare che tutto ciò che leggerete è STRAFALSO e non ha alcun legame con la realtà dei protagonisti,che io (sob ç____ç) non ho mai nemmeno visto da lontano...Esattamente come non ho mai visto dei soldi per aver scritto 'sta roba qua XD!Adesso che la mia coscienza è più leggera...Accomodatevi ^_^!
Capitolo 1
This is the end of the world
- Mhm,questi no…. Questi assolutamente no…. Mhm,su questi
qui ci si potrebbe fare un pensierino… Tu che ne dici,Matt?-
Mi riscossi a fatica dal flusso dei miei pensieri per mormorare un distratto : - Eh ? Oh,sì…-
Dom evidentemente notò il mio disinteresse (non che avessi fatto
qualcosa per nasconderlo…) e mi guardò
interrogativamente,stringendo ancora in mano un aberrante paio di
pantaloni color fucsia.
- Qualcosa non va,Bells?- mi chiese,lasciandoli cadere sul letto,
già occupato da un arcobaleno psichedelico di altri suoi jeans.
Mi sforzai di rispondere il più allegramente possibile,per
evitare altre domande sul mio stato d’animo di quella sera,e dei
giorni precedenti ad essa.
- Tranquillo…Sono solo un po’ stanco…-
risposi,passandomi una mano fra i capelli,per poi ritrarla di scatto
ricordando che non potevo certo rovinarmi la pettinatura prima del
concerto.
- Cominci a sentire la stanchezza di un anno e mezzo di tour in giro
per il mondo,eh?- sorrise Dom,un lampo di denti bianchissimi e
perfetti,che da quando lo conoscevo non avevo potuto fare a meno di
invidiargli,anche se solo un po’.
Si avvicinò per mollarmi un’energica pacca sulla spalla.-
Dai,vecchio mio,che questa è l’ultima data!E
domani… Si torna a casa!-
Tornò a dedicarsi alla scelta dei vestiti da indossare sul
palco,canticchiando un motivetto stonato che voleva essere
l’ultimo singolo di Rihanna.
Lo osservai,sogghignando involontariamente.
Persino in quel frangente quel benedetto ragazzo riusciva a strapparmi una risata.
Appena entrai nella mia camera il cellulare vibrò nella tasca dei miei jeans.
Il nome sul display era quello di Gaia.
Sospirai un “Tempismo impeccabile,amore…” prima di rispondere alla chiamata.
- Pronto?- la mia voce uscì più fiacca di quanto mi aspettassi.
- Tesoro… Va tutto bene?- sentii il suo tono preoccupato filtrare attraverso l’apparecchio.
Dio,ma perché tutti quanti mi facevano la stessa domanda?
E ogni volta quel “No,è tutto a posto,è solo un
po’ di stanchezza” era più pesante,più
difficile da pronunciare.
E più falso.
Fui costretto a ripeterlo ancora una volta,prima che Gaia mi
trasportasse in una nuvola rosa e vaporosa come zucchero filato fatta
di “mi manchi,Matty (solo lei poteva permettersi di chiamarmi in
quel modo)” e “al tuo ritorno ti preparo qualcosa di
veramente speciale per pranzo…Dai che lo sai di cosa
parlo!”,seguiti dalla sua risata zampillante come una sorgente
d’acqua pura e fresca,da bere tutta d’un fiato.
Quel suono aveva il potere di riappacificarmi col mondo,di solito,e
anche stavolta ci riuscì,anche se per un solo istante…
Fino a quando non pronunciò timidamente : - Matt…-
Automaticamente drizzai le antenne,fiutando il pericolo nascosto dietro quella minuscola parola.
- Dimmi,amore…- esclamai con tono falsamente disinvolto,nel
tentativo di alleggerire la tensione formatasi improvvisamente.
- Hai parlato ai ragazzi di… Ecco…Lo sai….-
Cercando di mantenere un po’ di controllo sulla mia voce e
obbligarla a restare ferma e limpida,risposi:- Pensavo di farlo dopo il
concerto… Non vorrei che scoppiasse un casino e la serata
andasse a p…- trattenni la parolaccia a fatica.
- A puttane?- rise Gaia.- Puoi dirlo,sai?-
- Bè,vorrei imparare a moderare il
linguaggio,perché… Bè,dannazione,dovrei cominciare
ad essere un po’ più morigerato,adesso,non credi anche tu?-
- Mhm…E chi ti dice che io ti voglia più morigerato,mio bel Bells?- scherzò di nuovo,maliziosamente.
- Comunque in bocca al lupo per il concerto…E per il dopo…-
Mugolai qualcosa di incomprensibile persino per me,e riattaccai.
L’allusione al fantomatico “dopo” mi aveva
innervosito,ma perlomeno non mi aveva sfinito con i suoi soliti
“Ma ne sei sicuro?Lo vuoi davvero?” come faceva da un mese
a questa parte.
Doveva essersi rassegnata al fatto che non avrei cambiato idea.
Comunque,dovevo prepararmi.
Prima del “dopo” c’era un intero concerto da vivere e assaporare.
L’ultimo boccone di un dolce durato per un anno e mezzo…E molto di più.
Quella serata fu magica.
Il pubblico era meraviglioso,caldo e appassionato.
Certo,quel reggiseno con numero di telefono incorporato che mi aveva
colpito in pieno volto durante Soldier’s Poem e il cartellone con
scritto “Matthew Bellamy + Brian Molko = Love” (ma
dico,siete tutte pazze??) se lo sarebbero potuto risparmiare,ma
pazienza.
E alla fine,dopo tre bis concessi,dopo aver cantato e suonato fino a
sentire la gola dolorante e i polpastrelli indolenziti,potevo
finalmente riposarmi e dedicarmi a schiacciare il tarlo che
perseguitava il mio cervello da un mese circa.
Insistei per riunirci tutti e tre nella stanza di Chris prima di
festeggiare con gli altri il gran finale di una tourneè che ci
aveva sfinito ma anche regalato tantissime soddisfazioni.
Comodamente seduto in una delle due poltrone osservai affettuosamente i
miei amici nei loro atteggiamenti tipici:Dom,con quella sigaretta
appesa con noncuranza fra indice e medio e una gamba distesa sul
bracciolo del divano,mentre rideva con Chris,munito della sua adorata
bottiglia di Heineken,ricordando l’episodio del reggiseno e
comparandolo a quello della parrucca rosa di Firenze.
- Te lo ricordi,Matt?- domandò Chris,quasi soffocando fra le risa e la birra.
- E come scordarlo?- risposi.- In effetti quel punto di rosa stava
benissimo con la tua carnagione,Dommy…- scherzai con voce
civettuola.
- …mai quanto stava bene su di te quel punto di rosso sangue sul
mento quella sera ad Atlanta…Così impari a fare il
cretino mentre suoni!- ribattè Dom,con finta altezzosità.
- Carogna…- sibilai,divertito.- Non ricordarmi quel concerto di merda!-
- Comunque non ti ha insegnato davvero niente
quell’esperienza,Bells… Sei sempre il solito
esibizionista!- esclamò Chris,portandosi la bottiglia alle
labbra per gustare l’ultimo sorso di birra rimasto.
- Bè,sai,nella vita c’è chi può
permetterselo e chi non può… E modestamente io
può!- declamai con orgoglio simulato ma non troppo,facendoli
ridere con quella battuta sciocca.
Ero così allegro che quasi mi ero scordato di ciò di cui dovevo metterli a parte.
-Ragazzi,a parte gli scherzi…Devo dirvi una cosa…Anzi,due.-
Notarono subito dal mutamento del mio tono e dal fatto che mi fossi alzato in piedi che parlavo seriamente.
- Di cosa si tratta,vecchio mio?- chiese Dom,schiacciando ciò che rimaneva della sua sigaretta nel posacenere.
- Qualcosa di serio?- si informò Chris.
- Bè,direi di sì…E’ qualcosa che riguarda la
mia vita,un…Un cambiamento che coinvolge me,ma non
solo…Riguarda anche - e soprattutto – Gaia….-
I ragazzi pendevano dalle mie labbra.
- Vedete….Gaia ed io aspettiamo un bambino.-
Per pochi secondi mi sembrò di galleggiare nel vuoto,tanto il silenzio nella stanza si era fatto denso e pesante…
Poi Dom mormorò,scioccato : - Gesù…Un…Un
Mini-Bells…- e Chris lo seguì a ruota esclamando : -
Matthew,è…E’ meraviglioso!- con un sorriso a
trentadue denti.
Sorrisi anch’io,mio malgrado. Sorrisi e istantaneamente pensai all’altra cosa da annunciare.
- Però aspettate,perché c’è
dell’altro…Strettamente correlato a questo evento,ma credo
molto meno piacevole per voi due….-
Le loro espressioni tornarono serissime,molto più di prima.
- Ti ascoltiamo.- dissero quasi in coro.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani attorcigliate nervosamente,sentendole appiccicose e fredde.
Pronunciai ogni singola parola avvertendo quasi una sensazione di
dolore fisico,come se un dentista sadico stesse cavandomi i denti con
la sua tenaglia,ma senza anestesia.
- Io…Io….-
Ma perché deve essere così dannatamente difficile?
- Non so per quanto tempo,se per sempre o solo per un periodo…-
Dai,cazzo,dillo !
- Io…Lascio i Muse,ragazzi. Non posso più essere il vostro cantante.-
Note dell'autrice (aggiunte un po'in ritardo,ma vabbè...Perdonatela XD!): Ecco.Ho materializzato l'Incubo Supremo di ogni fan dei Muse (quindi anche il mio!) XD!Spero che nessuno sia morto nel leggere l'ultima frase (non voglio cadaveri sulla coscienza!)e che vogliate seguire gli sviluppi della faccenda...Grazie a chi ha recensito e a chi lo farà ^_^!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** It's not so easily ***
It's not so easily
Capitolo 2
It’s not so easily
Mi spogliai svogliatamente e mi infilai nella cabina della doccia.
Ruotai la manopola del rubinetto e accolsi il getto di acqua tiepida
con riconoscenza,lasciando che lavasse via sudore,gel,stanchezza…
…e sarebbe stato bello se avesse potuto sciacquare via anche i ricordi di quella serata.
Se avesse potuto liberarmi dei sorrisi finti come quelli di una bambola
che avevo propinato agli invitati del party,costringendomi a stipare
dentro il mio animo il carico della decisione che avevo preso per non
rovinare l’atmosfera gioiosa della festa.
Se avesse potuto cancellare il ricordo delle facce attonite dei miei
due amici al pensiero che la nostra avventura era giunta al termine.
Se avesse potuto trascinare lontano le urla furiose di Dom che ancora mi echeggiavano crudelmente nelle orecchie.
- Come sarebbe a dire “non posso più essere il vostro
cantante”? Vuoi dire….Vuoi dire che… è
finita?? E lo dici così,come se la cosa non ti….Non ci
riguardasse??Ti sei bevuto il cervello,razza di idiota?? -
“Idiota” era stato decisamente l’epiteto più
carino della lunga serie che mi aveva dedicato,quella sera.
Non l’avevo mai visto così arrabbiato. E ferito.
Avevo cercato di non cedere alla tentazione infantile di rannicchiarmi
e nascondere la testa fra le ginocchia e le braccia,balbettando
“Scusascusascusa!” e lo avevo affrontato con una
flemma gelida che quasi mi aveva stupito.
- E perché sarei un idiota,Dominic? Sto solo facendo ciò
che ritengo più giusto per me e la mia famiglia –
perché fra qualche mese io e Gaia non saremo più solo una
coppia,ma una famiglia – non puoi biasimarmi per questo…-
Mi aveva piantato addosso due occhi colmi di un dolore cupo,sordo e il cuore mi si era rimpicciolito all’istante.
- Io so solo che stai gettando alle ortiche un decennio di
fatica,lavoro e impegno. Stai rinnegando te stesso,Matt….
Possibile che non lo capisci?-
La mia flemma era andata in frantumi di fronte a quello sfogo e avevo
trovato solo la forza per racimolarne qualche coccio e pronunciare un
misero e inutile : - Mi dispiace….- a capo chino.
Non mi ero girato a guardarlo mentre usciva dalla stanza,superandomi
come un tornado impazzito,né avevo dato a vedere di aver notato
lo sguardo silenziosamente accusatorio di Chris indirizzato verso di me
mentre si lanciava al suo inseguimento,lasciandomi solo,in piedi in
mezzo a quella camera che era diventata ormai la scenografia di un
disastro totale.
Non ci eravamo più incrociati,né al party,né in albergo.
Rimasi a mollo fino a quando non sentii i polpastrelli raggrinzirsi per l’azione dell’acqua.
Uscii dal bagno avvolgendomi strettamente nell’accappatoio… E sobbalzai,sorpreso.
- Non si entra senza prima bussare o avvisare in qualche modo,sai?-
mormorai in tono neutro,rivolto a Chris sdraiato tranquillamente sul
mio letto.
- Se non vuoi visite inaspettate o sgradite non hai che da chiudere la
porta,cretino…- rispose con un mezzo sorriso
ironico,stiracchiandosi pigramente e sbadigliando con ostentazione.
- Non mi ero accorto di aver lasciato la porta aperta…. Sono
proprio svalvolato,stasera…- scherzai in maniera lievemente
forzata,per contrastare la sensazione di disagio che
aleggiava,impalpabile ma presente senza ombra di dubbio.
- E ne hai tutti i motivi…- sussurrò,fissandomi senza sarcasmo o cattiveria nello sguardo.
Silenzio.
- Dov’è Dom?- chiesi dopo qualche istante ,senza mascherare la mia preoccupazione.
- In camera sua…Da solo. E credo che questo basti a darti la
misura di quanto sia sconvolto in questo momento! – rise,una
risata tranquilla,gioviale.
Sorrisi involontariamente . – In effetti….- dissi
timidamente,cominciando a sentirmi più tranquillo al pensiero
che forse la faccenda non era così grave come sembrava,se Chris
trovava modo di scherzarci su in maniera così serena,e che tutto
si sarebbe sistemato prima o poi e anche Dom…
- Matt.-
Ah,rieccoci al “Matt.”…
- …non farlo. Non abbandonare tutto quello che abbiamo costruito
insieme in tutti questi anni…Non lo dico solo per me e per
Dominic,ma anche per te stesso…Non farlo.-
Giocherellai con il laccio che assicurava l’accappatoio attorno
alla mia vita,mormorando con un mezzo sorriso amaro :- Fra tutti
quanti,Chris,pensavo che almeno tu mi avresti capito… Che
avresti compreso le mie ragioni….-
Sollevò il busto per guardarmi dritto in volto,la testa
inclinata da un lato e una larva di sorriso ancora presente sulle
labbra.
- E infatti ti capisco in pieno.- rispose sommessamente.- In un certo
senso hai preso una decisione molto matura e responsabile… -
- In un certo senso…?- ripetei,non afferrando il senso di quell’espressione.
- Bè,sì… Voglio dire,hai deciso di dedicarti
totalmente alla felicità della tua compagna e del tuo futuro
figlio… E’ un gesto nobile.- mi spiegò Chris.-
…hai fatto ciò che non ho avuto le palle di fare io.-
concluse con tono asciutto.
Davanti a quell’ultimo pensiero mi sentii in dovere di rispondere
: - Non credere che sia così facile… Non dico che tutto
questo – e indicai con un ampio gesto del mio braccio la camera
d’albergo come se potesse essere in qualche modo esplicativo
riguardo a ciò di cui parlavo – non mi
mancherà… Ma sinceramente non me la sento di continuare a
girare per il mondo,”donandomi” a centinaia di migliaia di
estranei,mentre a casa ci sono la donna che amo e mio figlio che si
accontentano solo di una telefonata o di vedermi in TV… Non lo
trovo giusto. –
Mi affrettai ad aggiungere,per mitigare l’accusa implicita ma
involontaria di egoismo che sembravo avergli mosso : - Ma è solo
una mia opinione…-
Una precisazione stupida e inutile,ma non volevo ferirlo…Più di quanto avessi fatto in precedenza,ovvio.
Tacque per qualche istante,come se stesse riflettendo sul contenuto del mio discorso.
Alla fine rispose lentamente,come se stesse soppesando ogni singola
sillaba molto attentamente: - Hai ragione. Non puoi nemmeno immaginare
quante volte mi sono sentito in colpa a trovarmi su un palco,lontano
dalle persone che avrebbero più bisogno di me,a suonare per un
pubblico di sconosciuti…..-
Si alzò dal materasso,che cigolò piano.
- Ma vedi,Matt…- mormorò avvicinandosi fino a
sovrastarmi,facendomi sentire ancora più piccolo e basso del
solito.
-… se sono rimasto ci sarà un motivo.-
Non disse altro. Mi abbracciò energicamente,un abbraccio
caldo,rassicurante,che per un attimo mi fece sentire leggero,protetto
dalle mie decisioni e dalle conseguenze che avrebbero comportato.
Come l’abbraccio di un padre,in pratica.
Quando uscì dalla camera,infatti,mi sentii davvero orfano.
Rimasto da solo,mi distesi sul letto,fissando il soffitto senza vederlo,e rimasi così per parecchio.
Forse avrei dovuto andare a controllare come stava Dom,ma il pensiero
di trovarmi solo con lui senza qualcuno che potesse difendermi in caso
avesse voluto passare direttamente alle mani mi sembrò davvero
poco invitante.
Mi rialzai solo per asciugarmi in fretta i capelli e infilarmi
distrattamente il pigiama,tornando con la mente alle ultime,singolari
parole di Chris.
“Se sono rimasto ci sarà un motivo.”
Ci sarà pure stato,pensai,ma intanto non me l’ha rivelato…
.
Note dell'autrice:Oh,eccoci qua,al secondo capitolo ^_^!Che dire...Prima di tutto vorrei scusarmi in particolare con DoMaddicted per averle procurato un infarto (eh eh XD...)e con Memuzz per aver quasi provocato la sua morte (lo sapevo che sarebbe successo XD!)...La Lisachan invece era preparata,perchè ha già letto tutto in anteprima,visto che è la mia cavia da fic XD....Un bacio a tutti coloro che hanno letto la storia :* !
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Don't close the door on what you adore ***
Don't close....
Capitolo 3
Don’t close the door on what you adore
Sapevo di stare sognando.
Stavo esplorando una landa desolata,un deserto di sabbia color rame,un
colore talmente bizzarro da farmi fiorire in mente un pensiero
altrettanto stravagante :- Sembra di stare su Marte…-.
Mi accorsi allora di indossare una tuta da astronauta,e girandomi di
scatto notai dietro di me una struttura simile al modulo utilizzato
dagli uomini che per primi avevano messo piede sulla Luna.
Abbracciai il paesaggio con un’unica occhiata,assaporandone le
asperità,la solitudine,le differenze rispetto a qualsiasi
ambiente terrestre,e mi sentii….In pace con me stesso,libero.
Talmente libero che la voce di Gaia che mi chiamava dolcemente dal mondo reale mi diede un fastidio terribile.
- Matty,ho preparato la colazione…-
Aprii gli occhi a fatica,richiudendoli subito dopo per via della luce
del sole che spadroneggiava nella stanza,spietata ed abbagliante.
La mia compagna era seduta sul letto accanto a me,ad aspettare che mi
alzassi,con un atteggiamento da madre affettuosa che mi atterriva.
Mi rintanai sotto le lenzuola come un bambino capriccioso.
- Dai,pigrone,che il caffè si raffredda! – esclamò
allegramente,dandomi una scherzosa pacca sul sedere. Ne approfittai per
sgusciare fuori dal mio rifugio di cotone,afferrarla per un polso e
farla ricadere su di me.
- Lascialo raffreddare…- mormorai con la voce ancora impastata
di sonno,e rotolai su di lei invertendo le nostre posizioni,tappandole
la bocca con un bacio.
Il caffè di quel giorno fu il più gelido di tutta la mia vita.
- Cosa hai intenzione di fare,stamattina?- mi chiese,sistemandosi la
sottile sciarpa di lino davanti allo specchio del corridoio prima di
uscire.
- Mhm…Pensavo di fare la solita passeggiata sulla collina,e poi…Boh,cazzeggiare come al solito!- risi.
- Sta diventando davvero pigro,signor Bellamy… Le sue uniche
occupazioni sono cazzeggiare e mangiucchiare… E i risultati si
notano!- sogghignò lei,gettandomi un’occhiata fugace.
- Come si permette??- mi finsi indignato,andando ad abbracciarla da
dietro,trovando uno scampolo di pelle lasciato esposto dalla sciarpa e
baciandolo teneramente.
- Smettila…- la sentii mormorare,gli occhi chiusi e la testa
reclinata all’indietro,in un gesto di languido abbandono.
- E’ stata lei ad accusarmi di essere troppo
pigro,signorina…Sto cercando solo di dimostrarle che non
è affatto vero…- dissi innocentemente,mordicchiandole il
lobo dell’orecchio.
Mi respinse un po’ controvoglia,notai soddisfatto.
- Dio,sei davvero insaziabile…- sospirò,scuotendo il capo,con le labbra gentilmente incurvate in un lieve sorriso.
- Ora vado…Ci vediamo per pranzo…Stallone!-
esclamò ironicamente,prima di uscire di casa,lasciando dietro di
sé una scia sottile di profumo fruttato.
Rimasto solo,mi resi conto di non avere affatto voglia di affrontare
l’abituale scarpinata lungo i sentieri montani,e accesi la TV in
soggiorno,per poi spegnerla dopo nemmeno cinque minuti.
Che palle i programmi del mattino.
Meditai di infilarmi di nuovo a letto.
No,ormai il sonno era definitivamente evaporato.
Pensai al computer nello studio,che non usavo quasi mai,ma che in quel momento mi pareva un ottimo diversivo alla noia.
Decisi di dare un’occhiata al mio MySpace,che avevo dimenticato di chiudere dopo aver lasciato il gruppo.
Il sito ufficiale ancora esisteva,anche se molti membri lo avevano
abbandonato dopo che due settimane prima avevo pubblicato un lungo
messaggio su di esso per comunicare che non avrei più fatto
parte dei Muse.
E che di conseguenza i Muse stessi erano arrivati al capolinea.
Ventimila cento ventitre messaggi sul MySpace. Wow.
Ne lessi solo alcuni;la maggior parte erano totalmente disperati e mi
imploravano di tornare indietro sui miei passi,alcuni pragmaticamente
mi auguravano “buona vita e auguri per il bimbo”,altri
ancora mi davano del “figlio di puttana
egoista”,addirittura.
Tutti erano concordi nell’affermare che “comunque è
un vero peccato”,chi lo diceva in modo più civile e chi
meno.
Un messaggio mi colpì per la sua brevità e sobrietà.
“Mi dispiace davvero che sia finita. Mi dispiace per me ma
soprattutto per te,Matthew. Perchè questo poteva essere il
periodo più felice della tua vita,ma tu,parafrasando proprio un
verso di una tua canzone,hai chiuso la porta in faccia a ciò che
adori. E non credo che sarà qualcosa che ti scivolerà
addosso tanto facilmente. Buona fortuna,comunque.”
Non ne capii immediatamente il perché,ma quelle parole mi procurarono una sensazione sfocata e indefinibile di fastidio.
E questo sentimento uggioso e inafferrabile non tardò a
trasformarsi in un’irritazione sorda,fino a sfociare in
un’incazzatura davvero nera.
Chiusi il MySpace e spensi il computer rabbiosamente.
Ma cosa cazzo ne sanno loro della mia vita??
“Non sarà qualcosa che ti scivolerà addosso tanto facilmente.”
Ma certo,perché mi conosci abbastanza da sputare inutili sentenze sui miei sentimenti,giusto?
“Hai chiuso la porta in faccia a ciò che adori.”
Lo ammetto. Ho preso una decisione drastica,ma l’ho fatto
perché…Perché Gaia ha bisogno della mia totale
attenzione,del mio amore,e ne avrà bisogno pure mio figlio
quando nascerà - Dio,mi dà i brividi anche solo pensarlo.
Sono loro ciò che più amo. I miei beni più
preziosi. Più importanti di un concerto,di un album in cima alle
classifiche di vendita o di un premio per la migliore band
dell’anno X.
E…Bè,sì,più importanti dei fans.
Quest’ultimo concetto mi fece sentire un po’ in colpa.
Non se lo meritavano,certo. Ma neanch’io meritavo di essere definito un figlio di puttana,no?
Per una strana analogia improvvisa,quell’allusione alla
“porta chiusa” mi rimandò col pensiero alla
mia sala da musica,la stanza della casa dove tenevo le mie chitarre,gli
amplificatori,il pianoforte…
Da due settimane non vi ero più entrato;fra uscite con
Gaia,gitarelle al lago,visite ai suoi parenti,cene e pranzi con amici
comuni non avevo avuto né tempo né modo di pensare ad
alcun tipo di attività concernenti il suonare o il cantare.
Non avevo sentito il minimo bisogno di dedicarmi a due attività
che nel corso degli anni mi avevano non solo fatto diventare più
ricco e famoso di quanto osassi sperare in gioventù,ma mi
avevano aiutato ad esorcizzare i miei demoni interiori,mi avevano
impedito di uscire di senno inseguendo le mie fobie,le mie paranoie
talvolta insensate ma non per questo più gestibili.
Senza pensarci troppo su,scattai in piedi e mi diressi a passi decisi verso la stanza tanto trascurata.
La mia mano esitò per qualche secondo sulla maniglia,spinta da qualcosa che somigliava sgradevolmente a della…
…paura?
E di cosa?
Ingoiai a vuoto,come cercando con quel movimento di ricacciare quella
sensazione in fondo,dove non avrebbe potuto nuocere a nessuno.
Entrai.
Le mie Manson occhieggiavano dai loro cavalletti,brillando nella
sfolgorante luce mattutina che accentuava i loro bagliori
cangianti,glitterati,argentati come specchi…
Il pianoforte a coda nero giaceva in un angolo,e sempre quel riverbero di sole sembrava donargli un’anima.
Qualche tempo fa ero io che lo facevo.
Le mie dita formicolarono quasi di anticipazione quando mi sedetti
sullo sgabello lucido d’ebano e le poggiai cautamente sui tasti
candidi.
Non pensai razionalmente a cosa suonare,le mie mani si mossero da sé a riprodurre la mia Piano Thing.
Dapprima ero incerto,timido nel riprendere una relazione interrotta
bruscamente qualche settimana prima con quello strumento,ma poi i miei
movimenti si fecero più sicuri,tornando precisi e disinvolti
come ai concerti.
E più mi addentravo nella melodia più mi tornavano in
mente immagini di mani,centinaia di mani stese contro il cielo,il
silenzio brulicante di bisbigli durante i miei assoli alla tastiera,io
che semplicemente mi smarrivo fra le note,quasi perdendo ogni contatto
con la realtà circostante…
Interruppi la sinfonia a metà di un accordo,sentendomi sopraffatto da quel fiume di ricordi.
Ma non potei lo stesso impedirmi di alzarmi,afferrare una chitarra a
caso,attaccare spine e cavi,accenderla con uno scatto famelico.
Suonai con ferocia per ore,forse,o secondi,o secoli.
Passavo da New Born a Bliss,da Stockholm Syndrome a Hysteria,in un parossismo impossibile da placare.
Perché adesso sì che ricordavo tutto.
L’adrenalina libera di scorrere nelle vene prima di salire sul
palco,i miei gesti teatrali rivolti verso un pubblico puntualmente in
delirio,i riff finali infiniti e tortuosi,lo sguardo dei miei due
compagni assorto ed eccitato speculare al mio,le risate e le sbornie
degli aftershow,le ragazze (e i ragazzi…) che tentavano di
rimorchiarci,la stanchezza che finite le nostre performances permeava
ogni più piccola fibra del nostro corpo ma che non ci aveva mai
impedito di pensare che,Dio,suonare era la migliore delle cose che
potevano esistere in questo fottuto mondo,e che mai,mai nella vita
avremmo potuto rinunciare ad essere un tutt’uno con la
musica,per niente e nessuno al mondo…
Di nuovo smisi repentinamente di suonare,mozzando senza pietà un assolo di non ricordo più quale canzone…
Non riuscivo più a distinguere le corde attraverso il velo di
lacrime che mi gonfiarono gli occhi crudelmente e inaspettatamente.
Mi lasciai andare a dei singhiozzi convulsi,amari,nascondendo il volto
fra le mie mani ammaccate,vergognandomi di quello sfogo inarrestabile e
patetico.
La porta era di nuovo aperta. E sapevo perfettamente che richiuderla sarebbe stato impossibile.
Note dell'autrice:Ah, non potete capire che gusto ci provo a scrivere queste due scemenzuole a fine capitolo ^_^....Ok,sappiate che "Don't close..." lo amo da morire,è il figliuolo prediletto,quello che ha scalciato più degli altri nella mia mente per uscirne fuori XD....Spero vi piaccia!E grazie delle recensioni e della lettura :****!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** This is the last time I'll abandon you ***
this is...
Capitolo 4
This is the last time I’ll abandon you
Quel giorno a tavola non proferii una parola degna di questo nome,solo
qualche occasionale mugugno di approvazione o negazione di fronte
all’allegro chiacchiericcio di Gaia.
E ogni tanto la guardavo in volto.
Guardavo quei suoi occhi brillanti,seguivo il suo gesto abituale di
riavviarsi i capelli dietro l’orecchio,scoprendo la fronte e le
guance appena rosate sugli zigomi.
La guardavo,cercando disperatamente di convincermi che lei era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Naturalmente tutta questa attenzione silenziosa da parte mia non potè sfuggirle a lungo.
- Matt…Ti senti bene?- mi fece la stessa domanda,con quello
stesso tono preoccupato,che mi aveva posto al telefono quella
sera,notai….
Ma era tutto diverso,stavolta.
- Sì,è solo che…- cominciai,ostentando una finta
disinvoltura che non avrebbe convinto nemmeno una donna più
ingenua di lei.
Mi interruppi.
Cosa potevo dirle?
Ho scoperto di essere un idiota,amore. Un idiota convinto di poter
tranquillamente uccidere una parte della propria personalità e
riuscire a farla franca seppellendone il cadavere sotto un cumulo di
nobili,buonissimi e sostanzialmente impraticabili propositi.
Gaia si alzò dal suo posto per venire a chinarsi su di me,con
uno sguardo affettuoso e comprensivo che sentivo di non meritare.
- Matt…- ripetè dolcemente,e in quel momento notò
le mie mani,che avevano qualche taglietto sparso e le unghie rovinate.
Le prese fra le sue,portandosele alle labbra gentilmente,baciando ogni singola ferita.
Poi alzò gli occhi per fissarli nei miei,e mi domandò semplicemente: - Hai suonato?-
- Sì.- risposi a testa bassa,sentendomi colto in flagrante come
un bambino dopo aver rotto un preziosissimo vaso della mamma.
Per un po’ non disse nulla,sempre coccolando lievemente le mie dita martoriate dalle corde della chitarra.
- Mi spiace dirlo,ma…Io te l’avevo detto,amore.- sussurrò alla fine.
- Lo so.- risposi con distacco,come se la cosa non mi riguardasse,o
come se quella scena appartenesse ad un film e non alla mia vita.
- Sei testardo. Devi sempre sbattere la faccia contro le cose,per capirle.-
Sorrisi ironicamente e dissi : - Dimmi qualcosa che non so…-
Sorrise anche lei.
- Ok,ci proverò… Vediamo…- mi cinse il collo,appoggiando la sua fronte contro la mia.
- Una delle cose che non sai è che tutto quello che hai fatto
per me è meraviglioso…Ma anche incredibilmente inutile.
Io non lo avrei mai preteso,perché so che senza la tua musica
sei finito,sei perso. E non sai che vederti su un palco,completamente a
tuo agio,come se si trattasse del tuo habitat naturale,mi rende
enormemente felice. Per me conta solo questo.-
Rimasi senza parole per lo stupore.
- Dì un po’…Cosa ci fa una come te accanto ad un
imbecille come me?- le mormorai,prima di baciarla delicatamente.
La sentii ridere sommessamente sulle mie labbra.
Chiarirmi con Gaia mi aveva aiutato a fare ordine fra i miei pensieri,e
mi aveva permesso di ammettere finalmente a me stesso cosa desideravo
veramente.
Avevo bisogno dei Muse.
Però…
Con che faccia mi sarei potuto ripresentare davanti a Chris e Dom?E
come avrei potuto giustificare il mio cambiamento d’idea?
Rimuginai sul concetto per tutto il giorno,scervellandomi sul modo
più giusto per riannodare ciò che avevo tagliato
bruscamente solo qualche settimana prima.
Non arrivai ad una conclusione netta,ma sentii solo una gran voglia di riprendere un qualsiasi contatto con i miei due amici.
Decisi di telefonare a Chris.
Sentire la sua voce mi diede un effetto strano,dopo tutti quei giorni senza esserci visti o parlati neanche una volta.
- Pronto?-
- Ciao,Chris…- risposi,titubante. Non avevo la più
pallida idea di come avrebbe reagito nel risentirmi e ciò mi
rendeva teso.
- Matthew!Come stai,vecchio mio?E Gaia?- esclamò gioiosamente il mio amico.
Sospirai di sollievo,sentendomi più leggero.
Con Chris era sempre tutto così facile ed immediato.
- Stiamo benissimo tutti e due… Uhm,tre…- mi corressi.
-E tu,Kelly e i ragazzi come state?- chiesi.
- Alla grande!Ai piccoli non sembra vero di avermi in giro per
casa…Soprattutto la più piccina,mi guarda come fossi un
alieno!- rise sonoramente.
- Di solito la parte dell’alieno la recito io…-
scherzai,sentendomi a mio agio per via del suo tono informale e
rilassato.
- La reciti,Matt? Tu sei un extraterrestre!- mi prese in giro Chris,e
mi sembrò davvero di essere tornato indietro nel tempo,quando
battute e prese per i fondelli erano all’ordine del giorno fra
noi tre.
- Cambiando argomento… Hai più sentito Dominic?- domandai,curioso di sapere dove era andato a finire.
- Sì,ogni tanto mi telefona per sapere come sto e via
discorrendo… Però non ci siamo più
visti…E’ molto richiesto,sai?Diversi cantanti lo
vorrebbero nelle loro band ma non ha ancora deciso nulla al
riguardo… E a dire il vero pure io avrei ricevuto un paio di
proposte,sia come bassista che come batterista… D’altronde
siamo pur sempre fra i migliori che si trovano sul mercato!-
affermò,orgoglioso.
Io intanto mi sentivo rabbrividire.
Avrei dovuto immaginare che gli altri artisti se li sarebbero
contesi,ma sapere che se avessi tergiversato un altro po’ avrei
perso i miei compagni di band definitivamente mi diede uno scossone. E
così parlai.
- Chris,ti ho chiamato per un motivo preciso…- iniziai,sentendo la mia voce farsi più fievole e incerta.
- Ah,sì?E pensare che credevo fosse solo voglia di
risentirmi…- scherzò,tornando serio per domandarmi : - E
quale sarebbe questo motivo?-
La cornetta quasi mi sfuggì dalle mani,sudate e fredde.
Mi imposi di mantenere la calma,sputando queste parole bruscamente per
non sentire troppo il dolore del mio orgoglio ferito: - Ho
sbagliato,sono stato un coglione… Anzi,sono decisamente
l’imperatore dei coglioni,e sicuramente accanto alla parola
“coglione” nel vocabolario c’è la mia foto,e
se cerchi questa parola su Google ti comparirà la scritta
“Forse cercavi Matthew Bellamy”….-
- Ehm… Dunque… Il nocciolo della questione quale
sarebbe?- sentii Chris ridere sotto i baffi,visto il mio ridicolo
sfoggio di isteria.
Presi fiato,e cercai di pronunciare in maniera decente : - Se ti… Se vi va… Vorrei…-
- D’accordo.- disse con un tono tranquillissimo che contrastava con i miei patetici balbettamenti in maniera stridente.
- Tu… Hai capito cosa voglio dire…?- mormorai,stupito.
- Bells,amico mio,ci conosciamo da una vita… Ho imparato ad
interpretare ciò che dici facendo di necessita virtù,che
ti devo dire? E adesso chiama Dom… Anzi,no,lo chiamo io,tu devi
riprenderti dall’evidente attacco di tachicardia che stai avendo
in questo istante… Ora che hai deciso di mettere fine alla
follia di queste ultime settimane non mi puoi morire così! Ci
sentiamo!-
Riattaccai, completamente stordito dalla velocità con cui le cose sembravano essersi cominciate a riaggiustare.
Poi sorrisi proprio a causa di questo.
Note dell'autrice:...finalmente un po' di serenità,eh XD?Questo capitolo è stato facilissimo da scrivere,in pratica le parole uscivano da sole!Ah,Chris il Papone Affettuso *_*...A-hem,scusate il commento XD!Comunque spero che piaccia anche a voi,miei affezionati lettori (che razza di vanesia XD...),anche perchè...Eh,sì,ne manca solo uno...Baci :***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Who's returned from the dead? ***
CAP 5
Capitolo 5
Who’s returned from the dead?
Osservai il via vai di persone che si affannavano a sistemare gli
ultimi dettagli della scenografia del palco,i tecnici del suono e delle
luci che andavano e venivano,controllando che tutto fosse a posto.
Dal backstage si avvertiva il mormorio concitato del pubblico,risate
nervose mischiate a urla acute e coretti del tutto fuori tempo e
scoordinati.
Respirai a fondo quell’aria elettrica ed eccitante,inebriandomi
di quel gusto familiare ma sempre nuovo,sempre sorprendente.
Era tutto come prima,forse anche meglio.
Ogni tanto qualcuno veniva a salutarmi,a darmi una pacca sulla spalla
in segno di incoraggiamento,a scambiare due chiacchiere prima di
tornare al lavoro.
E più i minuti passavano,più mi accorgevo di quanto mi
era realmente mancato quel clima d’attesa,quella febbrile energia
che animava tutti quanti,prima dell’esibizione.
Quella sera,poi,c’era ancora più voglia di fare bella
figura,di entusiasmare gli astanti,perché si trattava del primo
concerto dei Muse dopo la loro separazione e successiva riconciliazione.
Eravamo tornati. Ero tornato.
Avvertii una mano posarsi amichevolmente sulla mia schiena.
- Allora,come ti senti?- mi chiese Dom,sorridendomi allegramente.
- Bè… Nervoso,felice,un po’ confuso… In
poche parole sono decisamente su di giri!- esclamai,ed entrambi
scoppiammo a ridere.
- Certo che per il tuo gran ritorno sulla scena musicale potevi anche
metterti qualcosa di diverso… Questo completo rosso non lo
sopporto più!- mi criticò,alzando gli occhi al cielo.
- Oh,e la tua camiciola leopardata,allora?Vogliamo davvero parlarne?- ribattei,piccato.
- Ehi,guarda che è un capo di alta sartoria,questo!- disse con
tono sostenuto,strattonandosi il colletto per rafforzare le sue parole.
Sogghignai.- Sai perfettamente che ti prenderò in giro in eterno per questa frase,vero?-
Sbuffò,ma la sua espressione era divertita quando sibilò: - Ti odio,Bells…-
- Oh,perché...Io ti amo cooosì tanto,Dommy…-
mormorai con un tono scherzosamente sdolcinato,arricciando le labbra
con aria burlescamente triste.
- Ok,dopo questa posso anche andarmene… Tanto ci vediamo fra
poco… Giusto?- mi domandò,con una stranissima punta di
timore nello sguardo,come se temesse di vedermi fuggire via da un
momento all’altro.
- Dio santo,Dom… Non vorrei essere in nessun altro posto al
mondo,tranquillo!- lo rassicurai,scuotendo la testa mentre si
allontanava,perdendosi tra la folla del personale dello staff.
Approfittai del fatto che ero rimasto di nuovo solo appartandomi in un angolo per telefonare a Gaia.
Il telefono squillò a lungo,prima che la sua voce un po’
affaticata rispondesse con un : – Tesoro! Come va? Tutto bene?-
- Sì,a me sì ,ma tu sembri esausta… E’ tutto a posto?- le chiesi,preoccupato.
- Amore,è normale sentirsi leggermente stanche quando si
è incinte di sette mesi e la propria pancia ospita due tremendi
gemelli che tirano calci come in un incontro di kick-boxe…-
mormorò ironicamente.
- Lo so,ma io sono ansioso di natura,sai com’è…- mi
giustificai,girandomi di scatto nel sentire una voce urlare : -
Ehi,dov’è Matt? Fra qualche minuto si comincia!-
- Mi cercano,devo andare… Ti richiamo finito il concerto,ok?-
Rise,rispondendo : - Tesoro,io adesso vado a dormire perché non
mi reggo più in piedi… Ci sentiamo domani! In bocca al
lupo!-
- Crepi!E… Gaia… - dissi,titubante,sussurrando subito dopo : - … ti amo.-
La sua voce assunse una sfumatura più dolce a sovrastare il tono
un po’ fiacco di prima : - Ti amo anch’io,Matty. Non sai
quanto.-
Riattaccai,notando solo allora che Chris si trovava nei
paraggi,brandendo anche lui il proprio cellulare e mugugnando degli
strani monosillabi infantili.
Sicuramente parlava con i suoi figli,forse con l’ultimogenita.
Aspettai che finisse la conversazione per avvicinarmi e apostrofarlo con un : - Ehilà,vecchio mio!-
- Oh,non ti avevo visto… Cristo,ancora questo vestito rosso??-
- Ma tu e Dom vi siete messi d’accordo,per caso?- risposi,sbuffando.
Si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni,osservandomi.
- Nervoso?- chiese con tono premuroso.
Scrollai le spalle. – Un po’.-
- Non ne hai motivo,lì fuori ti adorano tutti…E come al
solito li faremo divertire alla grande!- affermò,accennando col
capo in direzione della folla vociante.
Rimanemmo fermi e silenziosi,in ascolto della confusione che proveniva da dentro e fuori il backstage.
Ci guardammo,e un pensiero mi attraversò la mente in un lampo.
- Dì un po’,Chris…- dissi,osservandomi per un
momento le punte delle scarpe,prima di riportare lo sguardo su di lui.
- Ti ricordi che mi avevi parlato di un fantomatico motivo per cui non
avevi lasciato i Muse dopo la nascita dei tuoi bambini?- gli domandai.
- Mhm… Sì,sì,ricordo… Allora?-
- Qual è?-
Tacque,per poi sorridermi lievemente e replicare : - E’ lo stesso
per cui sei tornato,Matt. Lo stesso per cui qualche anno fa abbiamo
formato questa band. Lo stesso per cui non la lascerai mai più.-
Mi tornò in mente quella mattinata lontana nel tempo,passata a
suonare spasmodicamente fino a farmi del male,e mi sembrò di
aver afferrato pienamente il senso delle sue parole.
- Credo che tu abbia capito di cosa parlo…- continuò,infilandosi fra i miei ricordi e le mie riflessioni.
Mormorai semplicemente : - Sì.-
Ci ritrovammo tutti e tre davanti alla scaletta che portava sul palco.
Incontrai i loro occhi,colmi di eccitazione trattenuta,sapendo che dovevano essere molto simili ai miei.
- Andiamo?- disse Dom.
- Andiamo.- risposi,prima di avviarmi sui gradini ripidi.
Note dell’autrice:Questo è quanto. E’ più un
epilogo che non un capitolo vero e proprio,visto
che….Daaaaaaai,l’avrete intuito che tutto sarebbe tornato
nei ranghi,no XD? Ecco,ho voluto solo metterci un ultimo tocco di
Chris,il padre/amico che tutti desideriamo,e un pizzico di Dom e di
camicia maculata (che esiste,mannaggia a lui!) XD…. Per il
resto,siamo arrivati alla fine di questo primo tentativo da parte mia
di scrivere una fic a capitoli,ringrazio chi lo ha
seguito,commentato,preferito o anche solo sbirciato…. Stregatta
vi amaaaaaah XD!!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=171251
|