Una “normale” coppia di omosessuali. -Storie di Uchiha, vendicatori, Buddisti, volpi e porcospini.-

di EuphemiaMorrigan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della convivenza più disastrosa del secolo. ***
Capitolo 2: *** Seguire il consiglio di un fesso, rende anche te fesso? ***
Capitolo 3: *** Rasengan! ***
Capitolo 4: *** Ti am... ***
Capitolo 5: *** I nuovi (Odiatissimi) vicini. ***
Capitolo 6: *** Poser vs Metallari. ***
Capitolo 7: *** Febbre. ***
Capitolo 8: *** Colpo di fulmine?! ***
Capitolo 9: *** Giorno uno, primo anno di missione: conosci il tuo obiettivo. ***
Capitolo 10: *** Terza settimana, primo anno: Iniziano i giochi. ***
Capitolo 11: *** Quarto mese, primo anno: Appuntamento. ***
Capitolo 12: *** Primo mese, secondo anno: Gelosia. ***
Capitolo 13: *** Quarto mese, terzo anno: Contatto. ***
Capitolo 14: *** Decimo mese, terzo anno: Stupidità. ***
Capitolo 15: *** Quando l'Inferno divenne di ghiaccio. ***
Capitolo 16: *** Dillo. ***
Capitolo 17: *** La gelosia di un Uzumaki è ben peggiore di quella degli Uchiha. ***
Capitolo 18: *** Maggese. ***
Capitolo 19: *** Grandi annunci: Stramaledetta famiglia Uchiha. ***
Capitolo 20: *** Ti presento i miei... ***
Capitolo 21: *** Felice anniversario?! ***
Capitolo 22: *** Il cuore di un bastardo... ***



Capitolo 1
*** L'inizio della convivenza più disastrosa del secolo. ***


 

Una “normale” coppia di omosessuali.

-Storie di Uchiha, vendicatori, Buddisti, volpi e porcospini-

  Capitolo uno: l'inizio della convivenza più disastrosa del secolo.

Note: Hola! Allora comincio con il dire le coppie che a volte vedremo insieme alla principale (MadaraxNaruto), almeno così vi preparate al crack: ShisuixItachi, SasukexKarin (Non lo metterò mai con Sakura), IzunaxTobirama (Per chi segue Gensaku-sha apparirà anche lì questa coppia), HidanxTayuya, FugakuxMikoto, KakashixObito. Gli Uchiha, non hanno nulla di normale su questa fic e... Non segue una trama lineare, sono Flash un po' comiche, demenziali e a volte romantiche su una delle coppie che mi piace di più. Bacio!

 

Madara Uchiha. Trenta cinque anni. Uomo di bella presenza, economicamente indipendente e affermato; era costretto ad assistere ad una mancanza di rispetto tale da fargli accapponare la pelle.

Naruto Uzumaki il suo, disgraziatamente e disgraziato, fidanzato. Venticinque anni, ma con il cervello di un bambino di cinque; gli era piombato in casa, senza permesso. Si era stravaccato sul SUO divano, senza permesso. Aveva acceso la SUA tv, senza permesso. Si stava ingozzando con i SUOI biscotti, senza permesso. Da ore.

Strozzati, dannazione. Oppure ti strozzo io... Pensò con furia, assottigliando le palpebre ed osservando quella feccia della società con cui divideva il letto.

«Madara? -Lo richiamò, puntando i suoi occhi azzurri su quelli neri dell'uomo- Sembri arrabbiato!» Concluse con uno sbadiglio, a bocca piena.

Lui lo osservò schifato e sibilò «E secondo te come mai sembro arrabbiato? Tesoro» Quel tesoro pareva più una velata minaccia di morte.

Uzumaki si posò un dito sulle labbra e pensò, poi addentò un altro biscotto «Problemi a lavoro?».

«No. Amore» Stesso tono di prima. Quando Madara si rivolgeva a lui con epiteti affettuosi non era mai una buona cosa. Peccato che Naruto fosse così scemo da non accorgersene.

«Problemi in famiglia?» Chiese di nuovo, grattandosi lo scalpo. Leggermente confuso.

«Nemmeno. Cucciolo» Negò acido, domandandosi quanto ci avrebbe messo a capire che il problema era lui. Probabilmente non l'avrebbe mai capito.

Il biondo gonfiò le guance «E allora che diavolo hai?» Parlò annoiato da quel botta e risposta. Era andato a casa sua per ricevere attenzioni e coccole, non per fare conversazione. Almeno poteva consolarsi con i biscotti, Madara era un ottimo cuoco.

L'uomo adulto gli si avvicinò, si chinò sulla sua faccia da ebete e, sorridendo sadico, urlò «PEZZO DI DEFICIENTE. GUARDA IL CASINO CHE HAI COMBINATO SUL MIO DIVANO» Indicò il “biscotticidio” che aveva causato ai suoi piedi. E pensare che aveva pulito proprio quel giorno. Ed in più quei dannati biscotti doveva mangiarli lui, non l'idiota.

Naruto si sturò le orecchie con le dita, lo guardò stralunato per qualche secondo, poi alzò le spalle fregandosene; circondò il suo collo con le mani, avvertendo le vene pulsare per la rabbia, e baciandolo cominciò a dire «Senti, pensavo...».

«Cosa assai rara» Lo interruppe scoccandogli un'occhiata carica d'odio, quel divano lo aveva pagato un occhio della testa.

Il più piccolo passò sopra all'insulto e, con un tenue sorrisino furbo, continuò «...E se venissi a vivere qui? In fondo sono già cinque anni che stiamo insieme» In realtà, secondo lui, erano molti di più. Naruto aveva cominciato a “stalkerizzarlo” dai suoi sedici anni; cioè da quando un giorno, andando a trovare il suo migliore amico (Sasuke -schizofrenia- Uchiha), non si era imbattuto in lui. Ma era riuscito a farlo cedere, per disperazione, solo dopo quattro lunghi anni.

Madara rimase scioccato, ancora piegato su quel ragazzino-idiota, con la bocca dischiusa e lo sguardo perso nel vuoto. Forse era riuscito ad ucciderlo. O forse no, ancora respirava.

Uzumaki a quella vista ghignò vittorioso, sgusciò da sotto di lui e correndo verso l'ingresso dichiarò «Chi tace acconsente. Vado a prendere le mie cose. Ti amo tanto» Finì con una risata cristallina.

L'Uchiha si fece cadere sul divano, portò una mano tra i lunghi capelli color ebano e sospirò avvilito.

Vorrà dire che mi libererò di lui uccidendolo nel sonno... Si disse contando le briciole sparpagliate a terra e tentando di ricordarsi doveva aveva poggiato la mannaia.

Perché si era messo con quel ragazzino? Ah, sì. Era bravo a letto!

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Capitolo 2
*** Seguire il consiglio di un fesso, rende anche te fesso? ***


 

-Seguire il consiglio di un fesso, rende anche te fesso?-

 

Note: °Commossa, piange felice°... Il MadaNaru diventerà Canon! No, ok a parte gli scherzi: grazie. Davvero, ho postato il primo capitolo convinta di... Non lo so... Venir uccisa per la strana coppia proposta; sono contenta che un po' piaccia. Grazie Kyuu per il sostegno alla coppia snobbata °Si commuove di nuovo° XD. Vabbé vi lascio alla flash... In cui Naruto non fa un piffero a parte sbavare su quel povero e martoriato divano! Hahahaha.

 

Quanti sinonimi può avere la parola noia?

In quel momento non ne trovava nessuno. Sapeva solo di starsi annoiando terribilmente e, se non fosse stato così innamorato di se stesso ed egocentrico, si sarebbe ammazzato con il coltello per il pesce.

Si guardò attorno portandosi l'ennesimo bicchiere di vino alle labbra e sbuffò internamente. Perché era lì? Come si era fatto convincere da quel demente di Hashirama? E soprattutto perché quel demente di Hashirama non era ancora morto per mano sua?.

Che palle... S'imprecò in testa, sorseggiando un altro po' di vino. Magari mi ubriaco e vado in coma etilico... Pensò posandosi un palmo aperto su una guancia.

Una mano si posò sulla sua spalla, la osservò per qualche secondo indeciso se prenderla o no a morsi, poi una voce parlò «Amico! Ti stai divertendo?» Chiese il possessore di tale arto, che presto non avrebbe più posseduto.

Madara alzò gli occhi sul volto sorridente di quello che si era auto-definito suo migliore amico, fece una smorfia schifata per la vicinanza e sputò fuori «Sì, come un malato terminale».

«Potevi portare Naruto -Affermò ilare, mettendosi le mani in tasca. Forse aveva fiutato il pericolo- Così non ti saresti annoiato» Continuò con un sorriso.

«E perché avrei dovuto trascinare qui il ragazzino-idiota?» Chiese con poca enfasi nella voce. Non gli interessava, in quel momento il suo unico problema era la noia e il mal di testa.

Hashirama scosse il capo, poi dichiarò in tono ovvio «Perché è una cena tra colleghi di lavoro, dove ognuno di noi poteva portare la sua compagna o compagno».

«Naruto non è il mio compagno» Esclamò con la solita aria di superiorità, voltando la testa dall'altra parte. Due secondi, aveva parlato con il fesso per due secondi e già stava progettando il suo omicidio. Come al solito.

L'altro scoppiò a ridere e si allontanò, ormai conosceva Madara fin troppo bene e sapeva quando era tempo di battere in ritirata. Con la vaga consapevolezza che l'amico, la prossima volta, non si sarebbe presentato da solo.

Uchiha passò le successive ore di quello strazio a borbottare contro lo sporco Senju e sbuffare come un bambino; ovviamente quando nessuno poteva notarlo. Una volta rimesso piede a casa l'unica cosa che desiderava fare era buttarsi nel suo letto e morire. No, magari morire no. Prima doveva uccidere Hashirama, poi sarebbe morto. Attraversò il salone buio slacciandosi la soffocante cravatta, si sfilò la giacca scura e la gettò in malo modo sul divano.

«Um...» Uno strano mugolio attirò la sua attenzione, si chinò per vedere cosa l'avesse provocato e per poco non sbarrò gli occhi, sorpreso. Naruto, l'imbecille, l'aveva aspettato in piedi. Beh... Non propriamente in piedi, visto che gli stava sbavando sul bracciolo del divano, russando come un trattore in agonia, ma il concetto era quello.

Sei proprio un cretino... Pensò, mentre lo issava delicatamente tra le braccia, trasportandolo in camera da letto.

La prossima volta me lo porto dietro, almeno Hashirama gioca con lui e lascia in pace me. In fondo, tra idioti ci si intende... Si disse deciso, sdraiandosi accanto al ragazzo e, circondandogli un fianco, lo attirò leggermente contro il suo petto.

Perché era freddo e Naruto-scemo superava la temperatura corporea di un vulcano. Solo per quello. Forse.

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Capitolo 3
*** Rasengan! ***


 

-Rasengan!-

 

Note: Hola! Ricordo che con i titoli faccio schifo, poca fantasia... Povero Ita-Nii facciamolo santo vi prego! Un bacione.

 

Mattina. Una calda domenica mattutina.

Itachi Uchiha era seduto al tavolo del salone e sfogliava pigramente un libro; non aveva voglia di fare nulla, a parte passare l'intera giornata a casa. In tranquillità.

«ITACHI» Un urlo spaventosamente forte lo fece sussultare, s'incamminò in direzione del bagno, da dove proveniva la voce, e spalancò la porta.

«Cosa c'è?» Chiese calmo al suo, purtroppo, fidanzato.

Shisui si fregò gli occhi con il pugno chiuso e chiese lamentandosi «Ma se mi va il sapone negli occhi divento cieco?».

All'altro per poco non cadde la mandibola dalla sorpresa, riacquistò lucidità e rispose «No. Sui non diventerai cieco per così poco».

Detto questo tornò sulla sua strada sbuffando internamente; si sedette nuovamente al tavolo e pregò di non venir nuovamente interrotto.

Speranza vana.

Poco più di mezz'ora dopo, quando finalmente era riuscito a rilassarsi, un nuovo richiamo gli spaccò i timpani «ITACHI. PRESTO VIENI QUI!».

Il ragazzo, con tutta la pazienza di cui disponeva, lo raggiunse in cucina osservandolo con un cipiglio sul viso «Ora cosa vuoi?» Domandò leggermente irritato.

Shisui mostrò il dito ferito, si era procurato un insignificante taglietto con il coltello, e disse tristemente «Mi verrà il tetano, vero?».

Kami. Dammi la forza... «No» Affermò monocorde.

«Allora morirò dissanguato!» Ribadì con le lacrime agli occhi.

«Sì, morirai dissanguato» Rispose seriamente Itachi incrociando le braccia al petto.

Shisui sbarrò le palpebre terrorizzato e balbettò «C-cosa?».

«Sui. -Cominciò lugubre- se non la smetti ti dissanguo io» Minacciò duro, lasciando il compagno alle sue scenate melodrammatiche, come ogni dannato giorno.

Come diavolo riusciva a sopportarlo?.

°*°

 

«RASENGAN» Gridò ridendo e buttandosi tra le braccia del fidanzato, si strusciò contro di lui come un gatto e lo strinse in una morsa ferrea.

Madara digrignò i denti «Uzumaki hai rotto le palle! Vai a giocare con Sasuke» Ordinò issandolo per i fianchi e gettandolo, come un sacco di patate, dall'altra parte del letto. Si voltò d'un lato e gli diede le spalle, sbuffando inacidito.

«Ma io voglio le coccole. -Affermò infantile- Non posso mica chiedere al teme» Anche perché rischierei di venir ucciso da lui e Karin... Continuò nella sua testa, posando la fronte sopra l'ampia schiena del compagno.

«Non sono un uomo geloso, vattene!» Esclamò scrollandosi le spalle per allontanarlo. Era stanco, era domenica mattina e voleva dormire, non giocare con il suo animale domestico. Un brutto animale domestico, stupido e spelacchiato. L'avrebbe portato al canile il giorno dopo.

Naruto arricciò il naso sentendo i capelli di Madara solleticargli il volto. Stupido metallaro... Si disse infilando le mani sotto la sua maglietta e sfiorandogli i pettorali «Madara -Sussurrò al suo orecchio- Che ne dici di un po' di sesso mattutino?» Chiese spostando le mani sopra il suo inguine.

Il più grande si voltò di scatto e lo schiacciò contro il suo corpo. Piccolo stronzo, quando mi stancherò di scoparti ti ammazzerò con le miei mani... Pensò incazzato, chinandosi sulle sue labbra e baciandolo in modo profondo.

Molto probabilmente non si sarebbe mai stancato di lui, ma non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.

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Capitolo 4
*** Ti am... ***


 

-Ti am...-

 

Note: Auguri! ^^'... Visto che è Pasqua addolciamo un po' (Pochissimo) quell'orso di Madara, che nella sua perenne stronzaggine, a volte, è umano! XD. Un bacione!

 

Naruto aprì le iridi chiare e sbadigliò sommessamente, con il pugno chiuso si sfregò gli occhi appannati dal sonno e strusciò il viso sul torace nudo e profumato che gli faceva da cuscino da anni, tutte le notti. Avvolse delicatamente i suoi fianchi e si strinse a lui, osservando il suo volto dormiente e sorridendo felice.

Da quando erano fidanzati, Uzumaki aveva preso una strana abitudine: svegliarsi mezz'ora prima del normale per coccolare il suo compagno.

Si sentiva un po' idiota alle volte, ma lui era sempre stato un ragazzo affettuoso, bisogno di avvertire un contatto, seppur minimo, da chi conosceva e perfino quel pezzo di ghiaccio di Sasuke a volte si lasciava abbracciare da lui.

Madara no, a parte durante il sesso e rari baci ogni tanto, odiava farsi toccare. Non solo con lui, era proprio restio al contatto fisico da cosciente e Naruto doveva approfittare dei pochi momenti in cui non lo era: addormentandosi dopo di lui per abbracciarlo e svegliandosi prima per accarezzarlo.

I primi tempi la cosa lo faceva star leggermente male, poi però aveva accettato quel lato della persona che amava, in fondo nessuno è perfetto e Madara aveva tanti di quei difetti che se avesse dovuto elencarli tutti ne avrebbe sicuramente dimenticati la metà.

Posò la fronte sul suo petto e baciò quel punto poi, con delicatezza, gli scostò i capelli lunghi che gli coprivano il viso, allungandosi e sfiorando la sua fronte con le labbra. Strusciò il volto nell'incavo del suo collo, udendo un mugolio di protesta e sbuffò leggermente intristito. Non si era mai sentito dire “ti amo”, mai...

«Naruto -La voce impastata dal sonno dell'altro lo richiamò- Ti am... -Oddio, perché non ho il registratore quando serve... Si disse felice come non era mai stato- ...Mazzo se non ti levi di dosso! Sei più appiccicoso della colla» Lo minacciò, biascicando su ogni parola.

E ti pareva... Pensò giù di morale, staccandosi da lui e voltandosi verso la sveglia, tra nemmeno quindici minuti sarebbe iniziata un'altra schifosa giornata. Peggiore delle altre.

Non te la prendere Naruto, lo sai com'è fatto... Si fece coraggio, mettendo un tenue broncio; non poteva di certo intristirsi per una cosa così, non era da lui.

Uchiha lo osservò di sottecchi, stupito, di solito quello scemo iniziava a rompere le palle da quando borbottava la prima lettera della mattinata. Era strano che non avesse riso come un deficiente cominciando a decantare il suo amore per lui, era preoccupante.

Gli sarà morto il gatto! No, non abbiamo un gatto. Non voglio animali, se ha comprato un gatto lo uccido... Delirò ancora poco cosciente, assottigliò le labbra e decise che era abbastanza rincoglionito per fare una cosa che non avrebbe MAI più fatto.

«Idiota ascolta -Chiamò sbadigliando e abbracciando il cuscino, voltandosi dall'altra parte- Sono... Ecco sì... Abbastanza felice di stare con te. Non sei così irritante quando stai in silenzio» Concluse chiudendo gli occhi, aveva altri quindici minuti di sonno da finire e nessuno gli avrebbe impedito di farlo. Almeno s'illudeva di questo.

Naruto sbarrò le palpebre scioccato, fece un enorme sorriso e gli saltò addosso contento «Madara anch'io ti amo tanto» Trillò euforico, chiudendo le labbra imbronciate in una smorfia con le proprie e soffocandolo tra le braccia. Era tornato di buon umore.

Cos'è un tentato omicidio?... Si domandò l'uomo, cercando in tutti i modi di liberarsi di quella piattola. Non avrebbe più parlato da semi-incosciente. Mai più.

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Capitolo 5
*** I nuovi (Odiatissimi) vicini. ***


  

-I nuovi (Odiatissimi) vicini-

 

Note: Hola! °Si sfrega le mani° Entriamo nel vivo del demenziale ed introduciamo Loro le due persone che Madara tenterà veramente di uccidere più di una volta in questa raccolta, ma non ci riuscirà mai 1) perché li amo troppo. 2) Perché se mi finisce in prigione poi Naruto ci rimane solo!

Bacioni e ripeto grazie °Inchino°.

 

«I don't want this moment. To ever end. Where every thing's nothing, without you».

In quel momento, Madara Uchiha era seduto al tavolo della cucina, i gomiti puntati su questo, le dita incrociate sotto al mento e fulminava le spalle del suo coinquilino/fidanzato/cane da passeggio/seccatura/chiappe decenti da fottere.

Il suo stato d'animo in quel momento andava oltre la furia, per due ragioni.

Uno: aveva fame ed il pranzo era ancora ben lontano dall'essere pronto e si chiedeva perché stesse cucinando quello scemo, quando lui era molto più bravo. In tutto.

Due: Naruto gli stava, letteralmente, rompendo i timpani (E qualcos'altro più in basso) con la sua sgradevole voce.

Poi Izuna si ostina a dire che sono io quello troppo indisponente... Pensò, maledicendo anche il fratello minore che, povero martire, nemmeno era là presente.

Naruto fischiettò contento ignorando il fatto che l'uomo che amava, in quel momento, stava progettando la sua tortura, omicidio e occultamento del cadavere. Ed aveva anche trovato un modo per non finire in prigione se mai avessero scovato il corpo: dare la colpa ad Obito!

Obito: Il capro espiatorio di ogni Uchiha della terra.

Il più grande si alzò da tavolo, posò le mani sui fianchi morbidi del ragazzo e cercò con lo sguardo il coltello più vicino; proprio mentre stava per afferrare l'oggetto e recidergli la carotide il campanello suonò.

«Madara? -Lo riportò in sé la voce fine e lieve di Naruto- Vai ad aprire, per favore» Disse allungandosi sulle punte e baciandogli una guancia. Quel giorno era così calmo, dolce e... Poco idiota da metterlo quasi in soggezione. Quasi.

L'altro sbuffò infantile, borbottò qualcosa d'insensato sui piani di omicidio andati a farsi fottere e si trascinò verso l'ingresso, pronto a sbranare il povero essere umano che l'aveva interrotto. Non che avesse davvero l'intenzione di uccidere Naruto, forse, più che altro il suo vero intento era farselo sopra il tavolo della cucina. Non era sicuro nemmeno lui.

Aprì l'uscio chiuso e inclinò la testa stupito «Sono satanista» Affermò, credendo di trovarsi di fronte a due testimoni di Geova e tentando di chiudere la porta.

L'altro uomo lo bloccò, intercettando i suoi pensieri «Testimoni di Geova un cazzo! Ateo di merda, noi siamo Jashinisti» Affermò offeso, .

«E siamo i vostri nuovi vicini di casa. -Informò la donna dai lunghi capelli rossicci- Ma porti la parrucca?» Domandò guardando schifata i folti capelli color ebano.

Ateo di merda... Parrucca... Nuovi vicini... Nemici... Morte... Si ripeté in testa Madara; inspirò profondamente, gonfiando il petto tentando di calmarsi «Voi. Pezzi di sterco, esseri immondi che respirate la mia stessa aria. Fuori. Da. Casa. MIA!» Sibilò quelle parole calcando su ognuna di esse. Al diavolo la calma.

«Stronzo. Ed io che avevo fatto anche una torta!» S'imbufalì la donna, lanciandogli direttamente il dolce in faccia.

«Ma guarda che vicinato di merda che ci siamo trovati. Andiamo Tayuya» Intervenne Hidan, prendendo sotto braccio la moglie e voltandosi per tornarsene a casa.

Madara, con ancora la torta spiaccicata in faccia, aveva leggermente perso la ragione.

A Naruto che, grazie al cielo, aveva raggiunto il compagno, per poco non prese un infarto secco. Velocemente chiuse la porta e posò le mani sulle spalle di Madara, oltre la panna e il cioccolato poteva scorgere i suoi occhi, stranamente rossicci, osservare con odio dietro le sue spalle.

Oddio no. Scatenerà un conflitto mondiale... Pensò, cercando una soluzione.

«Naruto. -Sussurrò con voce roca- Levati o uccido anche te» Per la prima volta in cinque anni il biondo credette a quelle parole.

Ok devo tentare di focalizzare la sua attenzione su altro. Qualcosa di più grave, di terribile... Si disse nel panico. Doveva cambiare argomento. Ma cosa?.

«Izuna è fidanzato con Tobirama da due anni!» Riferì rapido, forse non era stata una buona idea farlo incazzare ancora di più.

Uchiha si portò una mano in faccia, tolse lo strato di cioccolata e panna che lo stava soffocando e affermò minaccioso «Ora io mi lavo, poi ammazzo i bastardi, poi vado da Tobirama e ammazzo anche lui, prendo mio fratello e lo gonfio finché non acquista un minimo d'intelligenza, poi... Torno a casa e ti taglio la giugulare prima di costituirmi».

Uzumaki lo osservò marciare verso il bagno, si mordicchiò le unghie agitato non sapendo cosa fare... Poi decise!

Mi sacrificherò... Pensò con decisione, s'incamminò verso il bagno, respirò a fondo ed entrò.

«COSA CAZZO VUOI?» Urlò l'altro con cattiveria, mentre si insaponava i capelli rischiando quasi di staccarseli.

Naruto non disse nulla, si spogliò, lo raggiunse e parlò «Ti permetto di fottermi senza preparazione!» Porca troia, farà un male cane... Si lamentò, impaurito dalla prospettiva di dover camminare a gambe larghe per, minimo, due settimane.

Madara arcuò un sopracciglio, avvolse le gambe brune al suo torace e soffiò «Ok, ma dopo vi uccido lo stesso».

«NO! Madara, no. Aspetta... No... NON... CHE MALE!»

Poi però non li uccise più, affermava di essersi stancato troppo.

Ma i piani di omicidio verso i nuovi vicini continuarono in eterno!

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Capitolo 6
*** Poser vs Metallari. ***


 

-Poser vs Metallari-

 

Note: °Parte la sigla di super quark° Cos'è il poser? Una persona che finge di far parte di un certo movimento, per ulteriori informazioni: http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Poser ovviamente questo è il link di Nonciclopedia, non va preso sul serio! XD. Bacio!

Il perché di questo titolo? Izuna è un finto Buddista, per cui Poser! ^^'.

 

Seduti al tavolo della cucina, le mani intrecciate sotto al mento, le palpebre pericolosamente assottigliate e gli occhi lampeggianti di odio.

Si scrutavano.

Si davano battaglia, da ore.

In un pesante silenzio, l'uno di fronte all'altro.

Naruto li osservava sconvolto, spostando lo sguardo prima sul fidanzato poi sul nemico. Pareva una dannata gara di Ping-Pong:

Grugnito da parte dell'Uchiha.

Il Senju ribatte con uno sbuffo.

Uchiha digrigna i denti.

Senju riduce gli occhi a due fessure.

Così, all'infinito...

«Allora, chi vince?» Chiese sereno Izuna passando una tazza di tè caldo a quello che, ormai, era divenuto un ottimo amico e un compagno perfetto per il suo scorbutico Nii-san.

Uzumaki scosse la testa scioccato e non rispose. Come diavolo fa a rimanere calmo? Sembrano pronti a saltarsi al collo da un momento all'altro... Pensò deglutendo a vuoto.

«Amore, avete finito?» Li interruppe tranquillamente il minore dei fratelli Uchiha.

I due si voltarono di scatto nella sua direzione:

Madara perché il suo innocente e puro (Nei suoi sogni) Otouto aveva chiamato un uomo “Amore”, anzi non un uomo un Senju. Tobirama. Che non era un uomo, ma il Diavolo sceso in terra per tormentarlo.

Tobirama, invece, si chiedeva come il suo fidanzato potesse apparire così calmo e appagato in una situazione del genere, ma soprattutto si domandava perché non gli avesse ancora permesso di staccare la testa a Madara, imbalsamarlo e farne un grazioso oggetto ornamentale per il suo studio. Ogni Uchiha doveva morire.

Tutti, tranne il suo fottibilis... Amato fidanzato.

E non perché ci andava a letto. No. No. No. Ma perché Izuna era una brava persona e aveva un bel culo... Ma soprattutto perché aveva un bel cu... Brava persona. Brava persona!

Madara si alzò dalla sua seduta, puntò un indice verso il viso del fratello e sibilò «Ti proibisco di...».

L'altro non lo fece nemmeno finire, sorrise, gli poggiò una mano sulla spalla e dichiarò leggero «Fratello, gli uomini sono creature libere».

Si droga. Che cazzo significa adesso questa frase? Padre. Madre. Vi chiedo perdono, ho cercato di badare ad Otouto, ma frequenta brutte compagnie ed io sono pur sempre un uomo solo. Non posso fermare il suo declino... Vorrei... Ma...

«Ma si rende conto di star parlando da solo?» Domandò Tobirama, osservando l'odiato cognato straparlare tre sé e sé con gli occhi rivolti al cielo.

Uzumaki rise isterico e, prendendo sotto braccia il fidanzato, disse «Bene, noi togliamo il disturbo. Ciao» Velocemente lo trascinò fuori dalla loro casa, mentre Uchiha stava ancora borbottando frasi senza senso.

...Non credevo che Otouto fosse gay. Madre, padre, so che è un disonore...

«Madara anche tu sei gay!» Lo riprese acido.

L'uomo si bloccò di colpo, lo guardò sconvolto ed esclamò «Mi leggi nel pensiero!».

Perfetto me lo sono giocato, maledetto Izuna non poteva mettersi con qualcun altro?...

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Capitolo 7
*** Febbre. ***


 

 

-Febbre-

 

Note: Hola! Ringrazio MrsFeDiNa per il suggerimento!

Beh... Povero Naruto (?) No, non così tanto... Diciamo che Madara come al solito è schizofrenico; prima decide una cosa... Poi un'altra... Poi un'altra ancora! Bacio ^^'

 

 

Aveva caldo.

Quella stanza pareva un forno crematorio.

Sudava e si lamentava contorcendosi nel letto, tossiva senza sosta sentendo male ai polmoni e le lenzuola si stavano attaccando alla sua carne umida e bollente; le guance erano rosse, i capelli incollati alla fronte, le labbra gonfie e secche.

Non era mai stato così male prima di quel giorno.

«Madara... Ho sete» Gracchiò a fatica, allungano una mano verso il fidanzato, supplicandolo, con la gola che stava per andargli a fuoco.

Questo, seduto su una sedia con le gambe accavallate, alzò un sopracciglio e domandò «E quindi?».

«P-portami un bicchiere d'acqua» Balbettò tossendo rumorosamente e posandosi una mano sullo sterno; tutto il suo corpo era dolorante, ogni singolo osso o muscolo.

Uchiha sbuffò, ma non si mosse; si grattò il collo e chiese ancora «Perché dovrei farti da cameriere?».

Uzumaki sbarrò gli occhi liquidi e grandi, il labbro inferiore tremò e andò a coprire il superiore, mentre il respiro si faceva sempre più veloce «Perché sto male».

L'uomo dai capelli corvini assottigliò le iridi scrure, si rimise in piedi e, senza proferire parola, s'incamminò verso la cucina; prese un panno e lo inumidì leggermente sotto il lavabo, tornò nella camera che divideva con il fidanzato-scemo e si sedette accanto a lui ghignando sadico.

Si chinò e lo baciò casto sulle labbra rosee, poi passò la pezza su queste, rinfrescandole; spostò il panno bagnato sulla sua fronte sfregandolo fino al collo brunito. Lentamente, con movimenti continui fece questa operazione più di una volta.

Naruto sorrise, appagato da tutte quelle premure, e si lasciò andare contro il materasso mugolando contento; a volte Madara non era così bastardo.

L'uomo più grande decise di smetterla di fare la crocerossina e cominciò a lambire la pelle umida del collo, mordendola con gusto.

L'altro sussultò, sbarrò gli occhi precedentemente serrati e ansimò «Che fai?».

«Ti curo» Parlò perentorio sovrastandolo con il suo corpo e infilando le mani gelide nella maglia del pigiama, sfregando un capezzolo con i polpastrelli e passando i palmi sui pettorali ancor più ardenti del normale.

«No... Madara... Non mi sento bene...» Affannò delirante, socchiudendo le palpebre stanche e cercando in ogni modo di allontanarlo da sopra di lui; senza risultati.

Uchiha lo guardò infuriato dal suo rifiuto e decise che... Se ne sarebbe fregato.

Lui aveva voglia di fare sesso? Si faceva sesso.

Un po' di febbre (Trentanove e mezzo) non era nulla di grave o allarmante; secondo lui.

Lo scrutò ancora: sudato; sofferente; caldo; il respiro spezzato e rapido, le guance rosse e le occhiaie per la notte passata in bianco a causa della febbre alta...

...Fece una smorfia, si tolse da sopra di lui e sbatté la porta della stanza con violenza.

Se faccio l'amore... SESSO... Con lui c'è il rischio che mi ammali anche io! Tutto qui, non lo faccio per l'idiota, ma per me... Si disse, buttandosi sul povero divano, memore di tante disavventure dei suoi “padroni”, ed accese la tv: incazzato con se stesso, con il mondo, con il postino, con il cane dei vicini (Ancora tentava di ucciderli), con Obito (Era sempre colpa di Obito), con chiunque conoscesse e non conoscesse.

Si stava rammollendo, quel ragazzino lo stava rincoglionendo e non andava bene.

Per niente!

Naruto si soffiò il naso con un fazzoletto di carta, avvolse il suo corpo nella pesante coperta e strusciò i piedi fino al salone; guardò il fidanzato per un secondo poi si sedette accanto a lui; posò la testa sul suo sterno e pigolò «Madara... Ho un po' fame...».

«Che vuoi?» Domandò continuando ad osservare lo schermo.

«Brodo...?» Rispose con un colpo di tosse, pareva più una domanda.

Uchiha si alzò rigido dal divano e s'incamminò verso la cucina con le labbra serrate in una smorfia.

Dannazione! Non va bene per niente. Forse... Forse potrei avvelenargli il brodo?... Pensò speranzoso, cercando di ricordarsi dove aveva visto l'ultima volta il veleno per i topi.

Propositi di Uchiha Madara per gli anni futuri: Uccidere Naruto.

Tentare di uccidere Naruto.

Arrendersi all'evidenza: non avrebbe mai ucciso Naruto.

Stupidi sentimenti umani!

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Capitolo 8
*** Colpo di fulmine?! ***


 

-Colpo di fulmine?!-

 

Note: Hola! Ovviamente sono flash senza senso, ricordo. Che non hanno un filo logico.

Bene, parliamo del passato e di come Naruto si è invaghito di Madara. Naruto, l'unico essere sulla terra che s'innamora in uno schiocco di dita e Sasuke il migliore amico martire che fa tutto ciò che gli dice! Povero 'Suke! Bacio, buona lettura.

 

Era davanti alla porta principale di villa Uchiha: svogliato e stanco.

Il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere l'ennesima verifica di matematica e, come al solito, non aveva studiato nulla, per questo motivò supplicò fino alle lacrime, rigorosamente finte, il suo migliore amico: Sasuke -Vendetta, schizofrenia, apatia- Uchiha.

Un incrocio tra una papera e un bastardo che, purtroppo, conosceva dai tempi dell'asilo.

Con uno sbadiglio inserì la chiave nella serratura ed entrò, erano così legati che Naruto poteva permettersi di entrare in casa sua senza nemmeno annunciarsi; Mikoto e Fugaku l'avevano praticamente adottato, per questo non si preoccupò di bussare.

«No!» D'un tratto una voce dura e piccata attirò la sua attenzione.

Uzumaki, da sempre un ragazzino curioso, senza farsi sentire sbirciò all'interno del salone dove suo “zio” stava discutendo con un altro uomo: un Uchiha dai lunghi e folti capelli neri che gli dava le spalle; immensamente alto e muscoloso. Una cosa da niente aveva già conosciuto quasi tutti gli Uchiha esistenti a Konoha, eppure... Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.

«Madara, hai ventisei anni cosa stai aspettando ancora?» Gli inveì contro l'uomo.

Il ragazzo sbuffò pesantemente e rispose acre «Te lo ripeto per l'ennesima volta: non è mia intenzione divenire un cazzo di poliziotto. Me ne fotto che tutto il clan fa questo stramaledetto mestiere!».

«E come ti manterrai? Come manterrai tuo fratello?» Chiese Fugaku assottigliando gli occhi scuri, da quando i genitori dei due erano morti si era sempre occupato lui del loro mantenimento e pretendeva che Madara facesse ciò che gli ordinava.

Il minore degli Uchiha là presenti si voltò dirigendosi verso la porta e la spalancò, fulminando Naruto con gli occhi «Sono problemi miei -Rispose al maggiore, poi si chinò verso il biondo e sussurrò pericoloso ad un centimetro dal suo viso- Levati dalle palle poppante».

Uzumaki arrossì fin alle punte dei capelli, abbassò lo sguardo e gli fece spazio, avvertendo il suo profumo muschiato allontanarsi da lui; senza dire una singola parola si fiondò in camera di Sasuke gettandosi sul letto e facendo prendere un semi infarto al ragazzo.

«Dobe, ma sei cretino? Stavo per morire. -Ringhiò irritato l'amico, aggrottando le sopracciglia e vedendo lo stupido biondo lottare con il suo cuscino- Io lì ci dormirei, potresti fare il pazzo da un'altra parte? Magari in camera di Itachi».

«Sas'kè. -Biascicò tirando su la testa ed osservando con occhi grandi e lucidi- Mi sa che ho fatto una stronzata!».

Uchiha, seduto alla scrivania, accavallò le gambe e chiese atono «Che stronzata?».

«Mi piace una persona» Confessò sempre più rosso, tornando a sotterrare la testa nel cuscino.

L'altro fece una smorfia schifata, si alzò e gli diede un pugno in testa «Smettila! Sto per vomitare, sembri una ragazzina mestruata».

Naruto si tirò su, tentò di strangolarlo ed inciampò tra le lenzuola; cadendo sul pavimento, di sedere. Si massaggiò la parte lesa e pigolò «'Suke, non so cosa fare. È un uomo, è un Uchiha ed è un amore impossibile» Confessò mettendosi le mani tra i capelli.

L'altro quasi non si strozzò con la sua stessa saliva, si allontanò di qualche passò e disse «Io non sono gay eh. E poi sto con Karin, non ti azzardare...».

«Ma chi cazzo se ne frega di con chi stai o non stai... -Lo bloccò mettendo il broncio-...Non sei tu, che schifo!» Finì storcendo le labbra.

Sasuke gli diede un calcio non troppo forte su un fianco e lo insultò «Mi hai fatto prendere un colpo, pezzo di merda».

«Il mondo non gira intorno a te, schizofrenico» Rimbeccò alzandosi in piedi e puntandogli un dito contro.

Il ragazzo dai capelli corvini si avvicinò al suo viso e sibilò «Uzumaki un'altra parola e ti rompo il culo... Non in quel senso, cazzo!» S'affettò a dire, allontanandosi nuovamente.

Il biondo sospirò e tentò di ragionare «Perché stiamo litigando?».

«Non lo so -Rispose confuso, incrociando le braccia al petto. Poi ebbe l'illuminazione- Oddio no, è Itachi vero? Non ci provare, uccido te e uccido lui».

«Non è Itachi... È... È... Ecco... Un certo Madara» Balbettò tornando in imbarazzo e martoriandosi le labbra tra i denti.

Madara? L'uomo più pericoloso dell'intero clan. L'essere più meschino, violento e stronzo che esisteva sulla faccia della terra. Sasuke per poco a quella confessione non svenne, cercò di tornare in sé e sussurrò «Ti consiglio di dimenticartelo».

«Perché?» Domandò Naruto sbattendo le ciglia confuso.

«Perché è... La persona meno adatta all'amore o a qualsiasi altro sentimento umano che esista» Riferì serio.

Questo è un problema, un immenso problema...

 

Intanto Madara Uchiha, chiuso nella sua camera da letto, si chiedeva senza troppo interesse chi diavolo fosse quel marmocchio che aveva quasi investito uscendo dalla casa di Fugaku.

Tzs... Nessuno di importante... Però, aveva due bei oc... Ma vaffanculo, che cazzo sto pensando?... Si disse incazzato, decretando quell'incontro come una scocciatura in più e nulla di importante.

Illuso, quando Naruto Uzumaki si mette in testa qualcosa nessuno può farlo desistere.

 

«Teme?» Lo richiamò con un sorriso furbo.

«Cosa?» Domandò scrutandolo preoccupato.

Naruto si avvicinò a lui, gli mise una mano sulla spalla e soffiò sicuro «Da oggi inizia la nostra personale missione: conquistare Uchiha Madara!».

NOSTRA?!... Sì urlò in testa Sasuke. Quello non era un problema, ma una catastrofe.

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Capitolo 9
*** Giorno uno, primo anno di missione: conosci il tuo obiettivo. ***


 

-Giorno uno, primo anno di missione: conosci il tuo obiettivo-

 

Note: Hola! Dopo la lettura del 628, non potevo non correggere questo capitolo. Kishimoto mi ha fatto innamorare di Madara ancora di più... Cioè quella faccia era... Era... *.*... Meglio chiudere. Bacio! Oh, sì è più lungo del solito!

 

Semplicemente, il piano era pedinarlo.

Il problema?

Il soggetto X non era così fesso come i due che aveva alle calcagna.

Tre.

Disgraziatamente tre.

 

Erano passati: quattro giorni. Cinque ore. Dodici minuti e ventisei secondi da quando aveva visto per la prima volta Madara Uchiha, non che li stesse contando, ed ancora non era riuscito a capire come avvicinarsi a lui.

Anche perché Sasuke non stava aiutando per niente.

«Teme! Ti ordino di dirmi dove abita» Sbraitò per l'ennesima volta Naruto, rincorrendo il suo migliore amico durante la pausa pranzo ed attirando l'attenzione di tutto l'Istituto.

Uchiha, leggermente affannato dalla corsa, schivò uno degli studenti dell'ultimo anno e rispose «Neanche morto. Quello è un pazzo, non voglio averci nulla a che fare».

Uzumaki fece leva sulle gambe e corse ancora più forte, lo acciuffò per il colletto della camicia e sibilò serpentino ad un centimetro dal suo viso, scandendo ogni parola «Sas'kè. Dimmi. Dove. Abita».

«Dobe! Non è gay, va bene? È fidanzato» Con queste esatte parole Sasuke Uchiha, alias Uomo-Papera/Bastardus, uccise il suo “peggiore” amico: Naruto Uzumaki, alias Uomo-Ramen/Idiotus.

Il biondo sgranò le iridi chiare, lasciò andare la presa e si accasciò a terra «Non è giusto. Aveva ragione Gaara: l'amore fa male! Tanto male».

«Dobe. -Lo insultò- Ma se nemmeno lo conosci» Dichiarò osservando i suoi occhi puntati al terreno, pareva realmente triste per ciò che lui reputava una stronzata colossale; forse la cotta nei confronti di Madara era molto più forte di quello che credeva.

L'altro si alzò da terra, scrollò le spalle e mormorò «Già, tanto nemmeno lo conosco. Lasciamo perdere, Teme» Così dicendo s'allontanò da lui, dirigendosi mogio verso la loro classe.

Tzs... E no! Va bene tutto, ma un Naruto depresso finirà per rovinarmi le giornate...

Il giovane Uchiha estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni e... Si condannò a morte: “Karin, mi serve una mano: il Dobe si è innamorato (Che schifo), di un uomo (Che schifo. Che schifo. Che schifo); il problema? Quell'uomo è mio... Cugino? Zio? Non lo so nemmeno io. Ha dieci anni di più ed è bastardo, terribilmente bastardo. Ed anche fidanzato! Tu, che in teoria sei una donna, puoi darci una mano?” Inviò il messaggio consapevole che quel “In teoria sei una donna” gli sarebbe costato i più coloriti insulti che avesse mai sentito, ma in fondo stava con Karin proprio perché era l'unica che gli avesse mai risposto per le rime.

Neanche un minuto dopo giunse la sua risposta “Stronzo. Egocentrico. Bastardo. Sì, vi darò una mano, ci vediamo dopo scuola. Ti amo, ma la pagherai cara!” Si era, stranamente, trattenuta.

Sì, sì. Idem. Ciao”. Perfetto... Si disse con un ghignò. Ah, se non ci fossi io, il fesso mi deve un favore. Un grande favore...

 

Come? Come? Come mi sono fatto coinvolgere in tutto questo?... Si domandava senza sosta, guardando perplesso e preoccupato il suo ex migliore amico e la sua ex ragazza. Sì, perché sarebbe fuggito il più lontano possibile da loro. Appostati accanto a lui, dietro un muretto ad aspettare l'uscita di Madara Uchiha dalla sua abitazione.

«Mi ripetete a che diavolo serve pedinarlo?» Chiese acido.

Karin gli mollò un ceffone dietro la nuca per farlo stare zitto e bisbigliò cospiratoria «Prima bisogna conoscere il soggetto: cosa gli piace, cosa non gli piace, i suoi Hobby, i suoi pensieri. Tutto. E dopo attaccare. Io con te ho fatto così».

«Come?» Esclamò leggermente spaventato dalla sua espressione.

«Oh, 'Suke ti prego! Io odio i pomodori, mi stanno sulle palle i videogiochi e, cavolo, non entrerei in un museo nemmeno pagata» Riferì puntando nuovamente il binocolo verso la porta di casa dell'Uchiha maggiore.

«Ma se al primo appuntamento mi hai trascinato al museo di storia naturale?!» Parlò sempre più scioccato da quelle rivelazioni, con la voglia di bruciare vivi entrambi.

«Teme! Falla finita siamo in missione, smettila di fare la donnetta isterica!» Lo riprese Naruto, mordendosi le unghie fin alla pelle quando vide una donna dai lunghi e folti capelli rossi suonare al campanello.

«E quella chi è?» Domandò Karin aguzzando la vista.

«La fidanzata, credo si chiami Mei, o qualcosa del genere» Li informò Sasuke atono, ancora basito dai discorsi precedenti.

Karin storse le labbra in una smorfia, mentre Madara apriva la porta e la faceva accomodare, poi sorrise ed esclamò «Perfetto!».

«Perfetto cosa? Non ho speranze contro quella» Si lamentò Naruto, piombando nuovamente in depressione.

«Beh, quella è una gran bella donna, mentre t... Ahio!» Squittì l'Uchiha, avvertendo un gran dolore alla testa; proprio nel punto in cui la sua ragazza l'aveva colpito con l'ennesimo pugno della giornata.

«Zitto, che tu di donne non capisci nulla! -Appunto per questo sto con te... Avrebbe voluto rispondere il ragazzo.- …Comunque: avete notato la smorfia schifata? Non è la solita degli Uchiha, quella: “Faccio finta che mi fai schifo, però ti amo e non te lo dico”. No, no, era proprio da conati di vomito. Fidati Naruto: quei due, non stanno insieme!» Lo informò con convinzione, sorridendo sorniona.

«Dici?» Pigolò speranzoso il biondo.

Karin lo osservò dall'alto in basso ed esclamò «Chi di noi due sta da anni con un Uchiha?».

«Tu...» Affermò leggermente spaesato da quella domanda.

Lei alzò un dito al cielo e rimbeccò «Chi di noi due si è fatta dire ti a... Ahio! SASUKE» Lo sgridò, quando si sentì pizzicare mortalmente un fianco.

«Fate silenzio o ci scopre!» Li ammonì scoccandogli un'occhiataccia, leggermente rosato sulle guance, tentando di non farlo notare. Perché quell'arpia doveva dirlo a tutti?.

 

In quel momento, Madara stava cercando in tutti i modi di non sbattere fuori di casa quella piattola di Mei, che si era auto-invitata nel suo appartamento per discutere di... Non lo sapeva e non gli interessava; aveva passato quella mezz'ora di chiacchiere ad osservare fuori dalla finestra e ghignare sadicamente in direzione di quei tre ragazzini che SAPEVA essere appostati lì. Non era mai stato un tipo curioso, non gli importava di cosa facesse o pensasse il suo prossimo, però si chiedeva il motivo. Forse era solo uno dei tanti giochi adolescenziali? Ma perché proprio lui. Sbuffò avvertendo il fastidioso rumore della voce di Mei farsi sempre più acuto e posò una mano al vetro della finestra: il moccioso biondo si era messo in piedi di scatto e stava urlando contro i suoi compari.

Senza volerlo, senza nemmeno rendersene conto, un leggero sorriso increspò le sue labbra.

«Madara? Ma stai davvero sorridendo?» Domandò scioccata la donna, avvicinandosi a lui e allungando le dita della mano per sfiorargli le labbra.

L'uomo per poco, molto poco, non le morse «Fuori da casa mia. Mi hai fatto venire mal di testa» Sibilò scuro in volto e minaccioso.

«Ma...» Tentò di dire lei.

Madara la fulminò con un'occhiata carica di disgusto ed ordinò «Ho detto fuori».

Mentre Mei sbraitava per la sua poca ospitalità e si dirigeva verso l'uscita, l'uomo si passò i polpastrelli ai lati della bocca: sconvolto scosse la testa e buttò un occhio fuori dalla finestra.

Chiunque tu sia, già non ti sopporto... Pensò, vedendo il biondo seguire con lo sguardo la figura di Mei e sorridere sornione, battendosi un cinque con l'altra tizia che aveva a fianco.

Naruto Uzumaki 1 – Madara Uchiha 0.

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Capitolo 10
*** Terza settimana, primo anno: Iniziano i giochi. ***


  

 

Terza settimana, primo anno: Iniziano i giochi.

 

Note: Avete presente quando non capite nulla di ciò che vi si dice? Scritto od orale che sia. Bene, sono in quel periodo, da molte settimane e negli ultimi tempi la “Dobe-Sindrome” si è aggravata, molto e mi sento il cervello colare dalle orecchie. Quindi mi dispiace se le risposte sono state, saranno, molto confuse... Troppo confuse. Per questo non aggiorno Gensaku-sha, perché non ci riesco proprio a scrivere qualcosa di lungo più di così... Per fortuna su questa ancora riesco a mettere mano! Bene, vi lascio. Un bacio, buona lettura!

 

Da quanti giorni, ore, minuti, secondi sono composte tre settimane?

Da quanti giorni, ore, minuti, secondi Madara Uchiha stava dando fondo a tutta la sua pazienza?

Una pazienza che non aveva mai avuto e non voleva avere.

Quei maledetti ragazzini del liceo lo seguivano ovunque andasse: al lavoro, al supermercato, al parco, quelle rare volte in cui usciva con un suo conoscente, dal barbiere... In ogni luogo.

Non lo lasciavano in pace un secondo, solo la mattina.

In cui, ovviamente, i mocciosi avevano scuola.

Aveva sviluppato perfino una sorta di fobia: ogni volta che si faceva la doccia era timoroso, lui: Madara Uchiha TIMOROSO, di ritrovarseli appostati sotto la finestra del bagno.

Cosa che non era del tutto improbabile.

Dopo ventuno giorni era giunto il tempo di affrontare quella situazione da uomo adulto e maturo.

Uccidendoli.

Scuoiandoli vivi.

Strappando le loro budella a morsi e dando i resti in pasto ad i cani del fidanzato di Obito. Non ricordava il nome di quel tizio strambo, sapeva solo che aveva parecchi cani e ciò era più che sufficiente.

Rientrò in casa, dopo una lunghissima ed asfissiante giornata passata con l'unica persona che lo sopportasse più di mezz'ora: Hashirama. Si sedette sul divano e sospirò, distrutto da tutto quello stress che lo stava lentamente uccidendo; si legò i lunghi capelli neri con un elastico ed incrociò le gambe sulla superficie in pelle.

Inspirò e attese un lasso di tempo abbastanza accettabile per convincere i tre mocciosi irritanti di essere al sicuro; si alzò, stirò le braccia verso l'alto ed uscì dalla porta sul retro, quella che non usava mai, camminò lentamente in loro direzione, ormai sapeva perfettamente dove si nascondevano, e ghignò sadico osservando le loro schiene, senza curarsi di cosa stessero confabulando.

Strinse le mani a pugno dinanzi al viso e scrocchiò le dita, un secondo dopo afferrò per il colletto della camicia il biondo, non capiva perché ma era quello che più gli stava sullo stomaco, e, provocandogli un mezzo infarto, sussurrò minaccioso ad un centimetro dal suo viso «Ora tu mi spieghi cosa cazzo volete da me!».

«Io... Io...» Dal canto suo Naruto non riusciva a dire neanche una singola parola di senso compiuto, sapeva solo di essere lì, ad un millimetro dalle labbra fine e rosee dell'uomo di cui si era follemente innamorato e sentiva il suo profumo avvolgerlo e stordirlo.

Cazzo, visto da vicino è ancora più bello... Delirò in panico.

Sasuke e Karin... Se la diedero a gambe, dicendosi che la scelta migliore era lasciarli soli nel loro momento d'intimità.

In realtà non volevano rimetterci la pelle. Come biasimarli, l'avrebbe fatto chiunque.

Uchiha fece una smorfia, sbuffò e domandò sempre più infuriato «Allora? Non ho tutto il giorno. Per quale motivo mi seguite?».

«Scusa... -Mormorò Uzumaki abbassando lo sguardo a terra- ...Volevo solo conoscerti» Confessò insicuro ed imbarazzato.

L'uomo mollò la presa lasciandolo libero, fece una smorfia e scosse il capo «Senti, le tue crisi adolescenziali non mi interessano. Per stavolta non ti ammazzo, ritieniti fortunato» Affermò atono, voltando le spalle ed incamminandosi verso casa, si stava annoiando di discutere con un ragazzino.

Naruto sbatté le palpebre confuso, si mise dritto sulle gambe e, con un atto di coraggio che non pensava di avere, lo raggiunse bloccandolo per un polso.

Ok, diglielo!... Pensò deglutendo sonoramente.

Madara gli scoccò un'occhiata così carica d'odio da poter raggelare perfino un Iceberg; quella piattola bionda lo stava facendo innervosire, se lo scrollò di dosso una seconda volta, ma proprio in quel momento Naruto parlò «Mi sono innamorato di te».

Uchiha inclinò la testa d'un lato, si morse le labbra per non scoppiargli a ridere in faccia ed affermò velenoso «Il giorno in cui uno come te riuscirà a farsi... -Si arrestò, schifato dalla parola che stava per dire- …Amare da me... Beh, quel giorno l'Inferno verrà sommerso dai ghiacci» Lo sfotté incrociando le braccia al petto ed udendo distintamente il rumore del suo cuore spezzato. Una parte di lui però non ne era pienamente soddisfatta, c'era qualcosa che non andava in quella situazione. Che stonava, ma non capiva cosa.

Naruto inspirò a fondo, strinse i pugni lungo i fianchi, poi alzò il volto e sorrise «Lucifero ti citerà per danni» Rispose sicuro di sé.

Il più grande sollevò un angolo della bocca in un ghigno e domandò «Come ti chiami?».

«Uzumaki Naruto» Riferì perentorio.

«Bene, Naru-chan... -Sputò fuori come un insulto- ...Scommettiamo?» Chiese pericoloso, mortale come una belva feroce.

Il biondo allungò una mano verso di lui e stringendo quella del più grande replicò «Scommettiamo!».

 

Non sono gay. Non mi innamoro. È un ragazzino idiota e mi fa schifo... Mentì su tutto, tranne che sull'idiota. Quella scommessa era persa in partenza.

Naruto Uzumaki 1- Madara Uchiha 1.

In fondo, anche se non lo dava a vedere, il cuore era riuscito davvero a spezzarglielo.

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Capitolo 11
*** Quarto mese, primo anno: Appuntamento. ***


Quarto mese, primo anno: Appuntamento.

 

Note: Hola! 'Sta storia dei Flashback mi piace, troppo. Ed in più Izuna è adorabilmente una volpe, c'è da dire che Madara qui è abbastanza un fessacchiotto, ma... Beh... Dai un po' fesso lo è anche nel manga! Avevo detto che il tema sarebbe stato la gelosia, lo sarà nel prossimo... Tanto li ho scritti tutti i flashback ^^'

 

Quattro mesi.

Da quattro terribili mesi quell'idiota dell'Uzumaki lo aspettava, alla stessa ora, fuori dal suo ufficio; tenendo le braccia incrociate al petto, la cartella con i libri su una spalla e lo sguardo serio e concentrato.

Pareva una sua fottuta riproduzione: bionda, bassa, stupida, testarda e rompi coglioni!

Si ostinava a percorrere la strada verso la sua dimora accanto a lui, in silenzio e, ogni dannata volta che inseriva le chiavi nella serratura, domandava speranzoso, con la faccia simile a quella di un cucciolo di foca abbandonato dai genitori, una foca che Madara avrebbe volentieri preso a martellate sulle gengive, «Oggi esci con me?».

Uchiha si limitava a guardarlo dall'alto in basso e sbattergli la porta in faccia con un sonoro «Vaffanculo, ebete!».

I giorni si susseguivano tutti uguali, tanto che il più grande si era costretto a chiedere consiglio al fratello minore.

«Izuna. -Lo richiamò serio un giorno qualsiasi- Dimmi come liberarmi di lui» Pregò quasi, portato alla completa esasperazione; non si riconosceva più.

Izuna, un tipo calmo e sempre pronto a dare buoni consigli, disse, con un leggero sorriso «Accetta il suo invito».

«Otouto. -Sospirò massaggiandosi le tempie dolenti- Devo liberarmi di lui, non diventare il suo fidanzatino mensile» Esclamò schifato ed infastidito dalle sue stesse parole.

«Appunto. -Riferì sicuro- Nii-san, io ti voglio bene, ma lasciatelo dire: sei uno psicopatico, guerrafondaio e pieno di te. Dopo mezz'ora in tua compagnia chiunque ti odia e vorrebbe ucciderti; gli unici che ti sopportano siamo io e Hashirama. -Oddio, adesso ricomincia la rottura di palle... Si sbuffò in testa il più grande- Ti ripeto che per me dovresti cambiare il tuo modo di vedere il mondo che ti circonda e smetterla di chiuderti nel tuo guscio protet...».

«Izuna, entro oggi» Arrestò il suo fiume di parole senza senso, battendo ritmicamente un piede a terra e fulminandolo con gli occhi.

Il minore scosse la testa e sospirò annuendo sicuro, mentre s'avviava verso la cucina per il suo tè pomeridiano, «Esci insieme a lui e ti mollerà dopo cinque minuti».

Un finto buddista, che si comporta come un Inglese, un mezzo hippy dai capelli lunghi sempre pronto a sparare perle inutili di filosofia di vita... Mamma. Papà: dove cavolo ho sbagliato?... Domandò alla foto dei loro genitori, udendo il fischiettare felice del fratello minore.

 

Izuna, ti odio... Pensò Madara Uchiha, seduto su una scomoda sedia da Teuchi, accanto ad un Naruto fin troppo felice, che parlava senza sosta e sorrideva in sua direzione ogni cinque secondi.

Nulla.

Non era servito a nulla essere odioso (Se stesso) con quel ragazzino: ogni parola intrisa di cattiveria, sguardo carico d'odio, ringhio soffocato od altro... Veniva ricambiando con un sorriso carico di amore incondizionato. Quell'imbecille si era veramente innamorato di lui e la cosa peggiore era che... Non gli dava così fastidio come pensava.

Scrollò la testa a quel pensiero, si posò il palmo aperto sotto una guancia e sbuffò acido: quella era la peggior giornata della sua vita.

Avvertì la mano di Naruto scostargli delicatamente una ciocca di capelli dal viso e si voltò verso di lui, completamente scioccato «Che diavolo fai?».

«Scusa. -Eccolo, quel sorriso che tanto odiava- Sai che... Cioè... -Le guance paffute si colorarono di un leggero rosso- ...Sei bello, molto» Confessò abbassando lo sguardo, imbarazzato come mai prima di allora.

Uchiha aggrottò le sopracciglia ed affermò «Tu hai degli squilibri mentali».

Il biondo scoppiò a ridere cristallino, sollevò il volto e puntò le iridi chiare sui suoi occhi scuri e impenetrabili, avvicinandosi leggermente al suo viso «Vorrei baciarti» soffiò piano.

Madara ghignò, si sporse verso le labbra di Naruto, gli mise una mano dietro la nuca e... Sbatté la sua faccia dentro la ciotola di Ramen ancora piena «Fottiti. Io me ne vado!» Riferì acidamente allontanandosi da quel ragazzino.

Stavo per baciarlo veramente... Si disse stupito ed irritato con se stesso.

Non avrebbe mai ceduto, mai.

 

Intanto Izuna, sotto la doccia, si insaponava i capelli e canticchiava allegramente.

Chissà se Nii-san ha capito che in realtà io sto dalla parte di Naruto? No, è troppo fesso per capirlo... Pensò, curioso di sapere come era andato il loro primo appuntamento. Dopo avrebbe chiamato l'Uzumaki, in fondo si erano alleati qualche settimana prima.

 

Izuna Uchiha 56 – Madara Uchiha 0.

Vinceva sempre il fratello minore. Sempre.

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Capitolo 12
*** Primo mese, secondo anno: Gelosia. ***


Primo mese, secondo anno: Gelosia.

 

Note: Hola! Scommetto che non è come ve lo immaginate? Lo so :3. Ma non mi andava di scrivere la solita scena di: o uno qualsiasi che ci provava con Naruto, oppure lo stesso Naruto che s'inventava qualcosa per far ingelosire Madara. Meglio la schizofrenia dell'Uchiha. XD. Bacio!

Visto che sono scritte, credo aggiorneò una volta al giorno (Salvo imprevisti), tanto ne mancano tre o quattro (non ricordo) per la fine dei flashback.

 

Era passato più di un anno ma, nonostante l'impegno e la testardaggine, non era riuscito ad avvicinarsi a Madara, né a scalfire quell'impenetrabile corazza d'indifferenza che lo avvolgeva.

Continuava a seguirlo, tentava di intavolare una conversazione di qualsiasi tipo e, rare volte, lo convinceva, tra mille suppliche, ad un uscire con lui.

Ma non era abbastanza.

Ogni volta riceveva in cambio occhiate cariche di disprezzo, battutine sarcastiche e sbuffi spazientiti.

Nessun contatto, nulla di fisico.

Gli sarebbe andato bene perfino un pugno in faccia, ma voleva... Desiderava toccarlo.

Almeno una volta, avvertire il calore della sua pelle, respirare da vicino il suo profumo...

...Bramava Madara come non era mai successo prima di allora, con nessun altro.

Era distrutto e così, quel giorno, decise di passare parte del suo pomeriggio al parco: seduto a gambe incrociate sull'erba appena tagliata a godersi il caldo di fine Maggio, cercando una soluzione ai suoi problemi d'amore.

Problemi d'amore?!... Si ripeté in testa... Mi sento una ragazzina alla sua prima cotta... S'imbronciò sdraiandosi completamente a terra; flesse le gambe, divaricandole leggermente, e posò le braccia dietro la nuca scrutando il cielo limpido, capendo per quale motivo il suo amico Shikamaru passasse intere ore ad osservare le nuvole.

Pareva avessero il potere di portarsi via ogni preoccupazione.

Abbassò le palpebre, indeciso su cosa fare... Una piccola parte di lui voleva arrendersi, non perché non fosse sicuro di sé, ma... Se davvero la persona che amava non lo voleva, non poteva auto-imporsi nella sua vita, renderlo infelice.

Un'ultima volta, ci proverò ancora un'ultima volta...

 

Quel giorno il lavoro l'aveva distrutto, si stava dirigendo lentamente verso la sua dimora, in silenzio, sentendosi stranamente solo.

Crucciò le labbra in una smorfia e guardò al suo fianco: nessuno!

Nessun nanerottolo biondo che gli saltellava attorno contento, che tentava di arpionarsi al suo braccio e strepitava al mondo il suo amore incondizionato per lui.

Tenendogli compagnia.

Il suo volto si scurì, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e continuò ad avanzare per la sua strada, ripetendosi che non gli importava.

Forse si è trovato qualcun altro... Pensò con irritazione, si morse l'interno di una guancia e scosse la testa tentando di tornare lucido; non ci riuscì.

Tzs...Gli amori adolescenziali, l'avevo detto io che era solo una stupida infatuazione; meglio così, me ne sono finalmente liberato... Strinse i pugni dentro le tasche, bloccando il tremore delle sue mani.

In quel momento, chiunque incrociasse il suo cammino si scostava da lui rapidamente; non pareva un essere umano, ma un demone dell'Inferno pronto ad uccidere il primo malcapitato che avesse incrociato.

Magari quel qualcun altro potrebbe morire, così giusto per far pagare al nano un intero anno di sopportazione... Macchinò, posandosi una mano sul collo e gemendo dolorante; quel giorno la sua pazienza e la sua salute fisica e mentale erano sull'orlo del declino e, la cosa peggiore era che, nemmeno se ne rendeva conto.

D'un tratto qualcosa gli si arpionò al braccio «Mi sono addormentato al parco! Scusa, com'è andata al lavoro?» Domandò Naruto, stringendosi sempre di più contro di lui e pregando internamente che non lo scostasse; quel giorno Madara pareva più furioso del solito.

Uchiha lo scrutò fingendosi disinteressato, avvolse il suo fianco con un braccio e affermò duro «Renditi utile moccioso, sono stanco fammi appoggiare».

Naruto sgranò gli occhi, gli circondò la schiena e posò la testa sulla sua spalla; rivolgendogli il più bello, intenso e caldo sorriso che avesse mai fatto in vita sua, bloccandosi dal dirgli per l'ennesima volta che lo amava immensamente.

Sapeva, dalla rigidità delle spalle dell'altro, che una sola parola sbagliata avrebbe messo fine a quel momento perfetto.

Il più grande avvertì il corpo del ragazzo scottare, modellarsi contro il suo fianco; sotto le dita percepiva la morbidezza della sua anca e, senza volerlo, ricercò un contatto con la pelle, alzando leggermente l'orlo della maglia e affondando le falangi in quel punto.

Naruto gemette stupito, sollevò il capo verso il profilo austero dell'uomo e, alzandosi sulle punte, posò delicatamente le labbra sul suo collo, inebriandosi con il suo profumo; non si erano nemmeno resi conto di essersi fermati, per fortuna di Madara quel tratto di strada era sempre deserto, altrimenti, quando fosse tornato lucido, avrebbe ucciso ogni testimone della sua prima disfatta.

«Madara... -Sussurrò- ...Per favore, baciami» Soffiò sulle sue labbra, notando il lieve chinarsi dell'altro, si aggrappò al suo collo, pronto a ricevere finalmente il primo bacio che tanto desiderava.

Sentì distintamente il labbro inferiore dell'uomo sfiorare il suo, un brivido lo colpì dietro la schiena, serrò gli occhi appagato e...

«Ma... Amico quando avevi intenzione di presentarmi il tuo ragazzo?» Li interruppe una voce sconosciuta a Naruto, ma fin troppo famigliare all'Uchiha; si staccò violentemente dal ragazzo, tornando in sé e spostando il viso verso chi li aveva interrotti «Hashirama... -Sibilò velenoso, tornò a scrutare Naruto e disse- Tu, moccioso, non hai vinto e non vincerai mai. -Si avvicinò all'altro uomo e, scoccandogli un'occhiata carica d'odio, parlò ancora- Tu, invece, levati dalle palle!» Gli diede una spallata e si allontanò, ancor più furioso di prima.

Vaffanculo! Senju demente, idiota di un'Uzumaki... Scommetto che insieme star... Bloccò i suoi pensieri, tornò indietro e strattonò Naruto per un gomito, trascinandolo lontano da Hashirama; che proprio in quel momento si stava presentando con un sorriso cordiale sul viso.

«Ti proibisco di parlare con lo sporco Senju. Sei già abbastanza stupido per conto tuo, potrebbe infettarti» Ordinò perentorio, mentre la risata giocosa del suo peggior amico gli stava rompendo i timpani.

 

Allora esiste al mondo qualcuno in grado di amare Madara, oltre a me e Izuna?... Pesò felice l'uomo dai lunghi capelli neri, osservando divertito quel ragazzino tentare in tutti i modi di abbracciare il suo amico, che lo scostava con stizza e gli ringhiava contro rabbioso.

Hashirama Senju 528 – Madara Uchiha 689.

L'unico contro cui vinceva.

Perché lo faceva vincere!

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Capitolo 13
*** Quarto mese, terzo anno: Contatto. ***


  

Quarto mese, terzo anno: Contatto.

 

Note: Hola! °Distribuisce i coriandoli°... Non ha ancora perso °Bugia°... Cioè sì ha miseramente perso, ma Naruto non lo sa, e fin quando Naruto non lo sa un minimo di dignità... No, la dignità Madara non l'ha mai avuta! E poi ancora non si sono baciati (Hanno quasi fatto altro, ma il bacio vero no) Più che una flash, questa è una One-shot, ma meno lunga non mi veniva... L'avevo divisa in due eh, poi però mi sono detta che era illogico farlo!

Vabbè, un bacio!

 

Uscivano insieme e questo era innegabile.

Ogni giorno Naruto, durante la pausa pranzo, sgattaiolava fuori da scuola e la passava con chi, per lui, era ufficialmente il suo fidanzato.

Aveva superato la fase conoscente, amico, ragazzo fisso ed era direttamente passato al fidanzamento; fosse stato per lui si sarebbe stabilito in pianta stabile a casa sua, l'avrebbe sposato, messo inc... Magari quello no, ma ci aveva pensato.

Decretandolo impossibile per tre motivi:

  1. Non avevano ancora fatto sesso.

  2. Madara era un uomo.

  3. Non sarebbe mai stato sotto, aveva questa strana sensazione.

Non che gli dispiacesse poi molto averlo sopra di lui, era quello che desiderava dalla prima volta che l'aveva visto; anche perché se non l'avesse attratto fisicamente, all'inizio, dubitava si fosse preso la briga di conoscerlo anche caratterialmente.

Un carattere da far schifo, ma che non riusciva a non amare.

Se qualcuno gli avesse chiesto: “Cos'è che ti piace di Madara Uchiha?”.

Uzumaki avrebbe candidamente risposto: “Tutto”.

Ed era così, amava le sue occhiaie, quella strana capigliatura che gli incorniciava il volto austero, le labbra fine contratte costantemente in un ghigno di superiorità, le sue mani grandi e, aveva scoperto, dannatamente bollenti, le sue braccia muscolose, fosse stato per lui ci avrebbe vissuto tra quelle braccia, le gambe lunghe, la schiena larga, il cu... Gli occhi profondi e neri.

Amava la sua testardaggine, l'orgoglio, la superiorità innata che mostrava, quel gelo che lo circondava che, in verità, aveva solo bisogno di un minimo di calore per sciogliersi, adorava i suoi scatti d'ira, perché lo rendevano umano e quei rari momenti in cui gli concedeva un minimo contatto.

Sasuke, quando gli aveva esposto i suoi pensieri, censurando la parte del matrimonio e dei figli, gli aveva candidamente detto: “In poche parole sei la falena attratta dalla fiamma. Buona morte, amico”.

Naruto la pensava in modo leggermente diverso, più che falena si sentiva un misero omuncolo a cospetto di un Dio, la sua personale Divinità; non che la cosa fosse migliore.

Sospirò pesantemente, scacciò via quei pensieri e suonò il campanello; quel giorno Madara non lavorava, per cui aveva deciso, di sua spontanea volontà, di passare a casa sua.

La porta si aprì e un sorridente Izuna lo accolse «Naruto, come mai qui?» Chiese cordiale, anche se sapeva già la risposta.

«Beh... Ecco... -Balbettò lievemente imbarazzato, ancora non si era abituato a quell'uomo. Era strano, diverso da ogni altro Uchiha. Era... Gentile- Sono venuto a trovare Madara» Concluse osservandolo di sottecchi.

L'uomo inclinò la testa d'un lato, sorrise ancora e lo fece accomodare «Ora è sotto la doccia, aspettalo qui; io devo uscire!» Riferì indicandogli il divano.

«Emm... Ah sì?» Chiese, completamente imbambolato dopo aver sentito la frase “È sotto la doccia”.

Quindi si sta lavando e per lavarsi bisogna essere nudi, quindi è nudo, a pochi passi da me. Nudo. Dentro questa stessa casa. Nudo... Delirò, arrossendo fin alla punta delle orecchie.

«Sì, è nudo!» Interruppe i suoi sproloqui mentali, Izuna, come se gli avesse letto nel pensiero; sorrise sornione, lasciando Uzumaki fermo come uno stoccafisso nel salone, ed uscì ghignante da casa.

Nii-san, almeno per una volta non fare il cretino... Pensò, sperando che suo fratello facesse qualcosa di buono quel giorno.

Naruto inspirò ed espirò due o tre volte, si sedette rigido sul divano e accavallò le gambe, venti secondi più tardi era di nuovo in piedi, camminando senza sosta avanti e indietro, un minuto dopo si sedette di nuovo, poi si rialzò... Continuò così per i successivi quindici minuti, chiedendosi se non ci fosse caduto nella doccia.

Forse si è sentito male, ed ora sta morendo ed io sono qui a non fare nulla. Dovrei controllare, ma se poi è vivo mi ammazza, però morirei dopo averlo visto nudo, per cui sarebbe una morte felice... Delirò ancora, ricercando il bagno; avrebbe dovuto chiedere ad Izuna dove, praticamente, si stava lavando.

All'improvviso la porta alla sua destra si aprì ed uno scocciato e basito Madara, con solo un asciugamano in vita, fece la sua comparsa «Tu che diavolo ci fai qui?».

«P-passavo» Biascicò seguendo con gli occhi le gocce d'acqua che, dal collo, percorrevano il suo torace fino a perdersi nella stoffa, sul suo inguine. Istintivamente avrebbe voluto seguire quello stesso percorso con la lingua, magari senza l'asciugamano che era solo d'impiccio.

I suoi ormoni adolescenziali lo stavano logorando e, visto che era innamorato di Madara da quando aveva sedici anni, alla veneranda età di diciotto anni, quasi diciannove, era ancora vergine.

L'uomo arcuò un sopracciglio, gli diede un pugno in testa per farlo riprendere e disse acido «Falla finita di scoparmi con gli occhi, metti più soggezione tu che un maniaco sessuale».

«Io non stavo...» Tentò di dire mortalmente imbarazzato.

Madara lo bloccò «Non me ne frega un cazzo, vai in sala e aspettami. Devo cambiarmi».

Naruto sbuffò, mordendosi la lingua per non dire “Potrei assistere?” e girò i tacchi allontanandosi dalla sua fonte di schizofrenia giornaliera.

Di ogni giorno, da quando era passato da: lo amo e vorrei stare con lui.

A: lo amo, vorrei stare con lui e vorrei anche che mi scopasse.

 

Uchiha, chiuso nella sua camera, si chiedeva per quale diavolo di motivo quel ragazzino non facesse altro che tormentarlo.

Magari se lo tratto da puttana me ne libero... Ghignò sadico, rendendosi conto che del fratello minore non c'era traccia e avrebbe potuto fare ciò che voleva senza scocciatori.

Lasciò perdere il rivestirsi e lo raggiunge, incrociando le braccia al petto e poggiandosi allo stipite della porta «Quindi, Uzumaki, hai scoperto il magico mondo dell'autoerotismo?» Domandò d'improvviso.

Il biondo sussultò preso di sorpresa «Pazzo! Mi hai fatto venire un...» Si bloccò quando se lo ritrovò ancora mezzo nudo e con un sorriso poco raccomandabile sul viso, un sorriso che non gli aveva mai visto da quando lo conosceva.

«Ti ho fatto venire -Calcò quella parola, lasciandosela scivolare esplicitamente sulla lingua- cosa, Naru-chan?» Eccolo, quando lo chiamava “Naru-chan” significava che aveva in mente qualcosa di perfido e mortale.

«Sei uno stronzo!» Affermò tristemente, domandandosi perché dovesse tormentarlo in quel modo; non gli bastava ferirlo ogni giorno?

Perché lo feriva, anche se non lo dava a vedere: ogni rifiuto era una scheggia spessa che gli si piantava nel petto. Non credeva che l'amore potesse fare così male.

Uchiha gli si avvicinò lentamente, posò i palmi sui suoi fianchi e si chinò sul suo collo, dandogli una lieve lappata fin all'orecchio «Mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo».

Mentiva.

E come mentiva male in quel momento, pareva sull'orlo di scoppiargli a ridere sadicamente in faccia; era pericoloso. Molto più di qualsiasi altro giorno.

...La falena attratta dalla fiamma”.

Mai parole furono più vere, si stava ustionando; lo stava bruciando senza pietà alcuna, godendo delle sue espressioni sofferenti.

Il più grande infilò le mani sotto la sua camicia, sfiorando lo sterno magro e stuzzicando i capezzoli tumidi, strusciò lievemente il bacino verso la stoffa dei suoi pantaloni e ghignò ancora sopra la pelle bollente del collo «Visto che ti ostini a dichiararti innamorato di me, renditi utile e fatti scopare, ho voglia!» Parlò gelido, con malvagità.

Mosse i palmi verso il cavallo dei suoi pantaloni, slacciandoli e lasciandoli scivolare sulle gambe sode, fino alle caviglie; strofinò la mano sulla sua nascente erezione, da sopra la stoffa dei boxer, ed udì un gemito strozzato.

Naruto aveva lasciato le braccia inerti lungo fianchi, trasformandosi quasi in una bambola di pezza tra le mani dell'uomo che amava; sapeva... Sapeva che lo stava facendo con cattiveria, lo avvertiva da ogni gesto, tocco, bacio o morso che gli rivolgeva.

L'unico motivo per cui lo stava finalmente toccando era fargli del male, lo conosceva abbastanza da capirlo e non credeva che lo odiasse così tanto.

Questa consapevolezza lo distrusse, soffocò le lacrime, lasciandole scivolare sulle guance in silenzio, mentre l'uomo dinanzi a lui continuava a giocare con il suo corpo.

Madara lo strinse nuovamente per le anche e decise di buttarlo sul divano, quando alzò il viso la sua espressione soddisfatta si congelò, per poi tramutarsi in qualcos'altro che non aveva mai provato: dispiacere e senso di colpa.

Cosa stava facendo?

Come aveva potuto perdere la sua secolare lucidità a causa di un ragazzino di diciotto anni?

Gli carezzò le cosce tese, salendo fin al suo viso e, con i polpastrelli, asciugò le stille salate che gli rigavano il volto tondo ed ancora infantile «Rivestiti e vai, non sono dell'umore adatto per stare con te oggi» Lo informò, gli sfiorò la fronte con le labbra e si allontanò da lui, senza dire altro.

Non sono così meschino... Pensò, mentre si rivestiva in silenzio per poi sdraiarsi stancamente sul materasso ed inspirare una lunga boccata d'aria.

Avvertiva ancora il sapore della sua pelle, tanto che dovette succhiarsi la lingua per ricercare un minimo di sollievo; il calore del suo corpo, la morbidezza di questo sotto alle sue dita; l'odore, quel profumo che non aveva mai sentito prima di allora, così intenso da fargli girare la testa...

Ha vinto!... Ammise a se stesso, mentre la porta della sua stanza si apriva e Naruto gli si buttava tra le braccia; scusandosi senza motivo e stringendolo forte contro di lui.

Uchiha sospirò e lo lasciò fare, scrutando il soffitto sopra di lui.

Era finita.

L'unica cosa che poteva fare era... Ammetterlo anche con l'idiota, senza perdere la faccia, senza nessuna dichiarazione inutile, senza trasformarsi in un vomitevole essere umano.

Avrebbe lasciato che il tempo decidesse per lui.

Sentì Naruto strusciarsi nell'incavo del suo collo, baciarlo in quel punto e, mano a mano che i minuti trascorrevano, regolarizzare il respiro fin ad addormentarsi beato tra le sue braccia.

Lui, che odiava il contatto fisico, stava tenendo un ragazzino petulante tra le braccia e, la cosa peggiore, era che... Non ne era infastidito, non più di tanto.

Lascerò che lo comprenda da solo...

Ecco perché passò quasi un altro anno: mai lasciare ad un cretino il compito di capire qualcosa.

 

Naruto Uzumaki: Vincitore inconsapevole.

Madara Uchiha: Futuro omicida del suo, purtroppo, futuro fidanzato.

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Capitolo 14
*** Decimo mese, terzo anno: Stupidità. ***


  

Decimo mese, terzo anno: Stupidità.

 

Note: Hola! Che Naruto sia fesso è innegabile, ma così fesso -.-''. Che Izuna è un povero Santo lo sapevamo, ma è pur sempre un Uchiha. Madara... Non mi spreco nemmeno, lo sappiamo che è matto e Hashirama, povera anima innocente, lo deve sopportare e aiutare... 'Sti due per mettersi insieme stanno mobilitando un esercito -.-''. Dementi!

Un bacio, buona lettura.

 

Madara Uchiha era cambiato.

Ed Izuna, che non era stupido, aveva perfettamente compreso cosa era successo al fratello maggiore: si era innamorato!

Da un lato ne era felice, dall'altro un po' meno... Un Madara innamorato non si comportava, o agiva, come una persona normale.

Perché non aveva nulla di normale.

S'inferociva spesso e volentieri, sbraitava contro chiunque gli facesse saltare la pazienza ed i suoi attacchi omicidi erano aumentati a dismisura.

Il minore ringraziava ogni Kami per essere nato negli anni duemila; se fossero vissuti all'epoca Edo, come minimo, si sarebbe ritrovato il fratello maggiore circondato dalle teste mozzate dei suoi nemici: sporcandogli la tappezzeria ed il pavimento.

E quello non era un bene, visto che puliva lui.

Ma, per fortuna, il problema non sussisteva. Per il momento.

La sua condizione, però, portava anche cose positive:

In tutta la sua vita, Izuna non aveva mai visto Madara in panico, ora lo era minimo una volta al giorno; non che si vedesse, nessun estraneo l'avrebbe percepito, ma lui sì.

Notava come si imbambolava un decimo di secondo ad osservare Uzumaki, oppure quando scrutava con occhi vacui il bicchiere di vetro, indeciso se bere o romperlo e suicidarsi.

L'amore, i sentimenti umani, non erano adatti al suo Nii-San; aveva vissuto una vita da solo in mezzo alla gente, accartocciato e chiuso all'interno del suo spesso ed infrangibile guscio d'indifferenza.

Era così abituato a non curarsi di chi aveva intorno che non sapeva cosa dire o fare.

Tutto questo, ovviamente, l'aveva dedotto Izuna osservandolo attentamente ogni giorno, sapeva che Madara non avrebbe mai, nemmeno sotto tortura, ammesso con altri, o a se stesso, che era completamente ed irrazionalmente innamorato di qualcuno.

La cosa peggiore di tutto questo era che, Naruto, nella sua ingenuità, credeva di essere passato dall'indifferenza all'odio.

Cosa abbastanza normale per chiunque, quando l'uomo che ami passa dal menefreghismo ed il gelo, alla cattiveria più pura e gratuita in nemmeno una giornata.

Se prima Uchiha si limitava ad un'occhiataccia od uno sbuffo acido, da mesi non faceva altro che insultarlo e tentare di strangolarlo, in ogni momento disponibile.

Se Naruto non fosse stato completamente demente, si sarebbe reso conto del tono vagamente divertito ogni qual volta lo insultava, del fatto che le sue dita, prima di stringersi sul collo, lo sfioravano delicatamente e del suo ricercare, a volte, un minimo di contatto fisico.

Ma Naruto ERA completamente demente.

Per questo, Izuna, dopo mesi in cui non aveva notato nessun miglioramento; dall'alto del suo ruolo di: perfetto ed intelligente fratello minore. Decise d'intervenire.

Mostrando a Naruto chi fosse la persona con la quale Madara si comportava allo stesso modo, ma a cui voleva bene come un secondo fratello: Hashirama.

Ovviamente anche in quel caso non l'avrebbe mai ammesso.

Per questo si trovava di fronte casa del biondo, sorridente, e con una missione da portare a termine.

«Izuna? -Domandò sorpreso aprendo la porta- Come mai sei qui?» Continuò, notando qualcosa di strano nella sua espressione.

Il più grande lo scrutò, tranquillizzandosi dal fatto che era vestito e non avrebbero perso tempo, lo strattonò per un polso e disse «Su, muoviti. Abbiamo da fare!».

«Ma...» Tentò di opporsi Uzumaki, mentre veniva trascinato chissà dove da lui.

«Niente “ma”. -Lo interruppe l'altro- Ho convinto Hashirama a farmi un piacere, a farti un piacere -Si corresse- e mi è costato molto, visto che non amo particolarmente i Senju».

«Cosa? Di cosa stai parlando?» Domandò, sempre più confuso, il ragazzo.

Uchiha alzò un sopracciglio, poi gli sorrise un'altra volta «Lascia stare, storia vecchia. E poi ammetto che Hashirama non è così stronzo, anzi, il problema è Tobirama, lui è quello venuto male della famiglia, ma povero Diavolo, mica tutti siamo perfetti; sai cosa credo? La scelta migliore sarebbe sopprimerlo e smettere di farlo soffrire» Riferì perdendosi nei suoi sproloqui personali, mentre continuavano a camminare.

«Emm... Chi sono Hashirama e Tobirama?... Cioè il cognome mi pare di averlo sentito una volta» Biascicò grattandosi lo scalpo e tentando di farsi venire in mente dove e da chi l'avesse sentito, aveva un vago ricordo di un incazzato Madara che gli imponeva di non parlare con “lo sporco Senju”...

«Hashirama è il migliore amico di Madara -Lo informò, prendendolo di sorpresa e facendogli sgranare gli occhi- ...Tobirama... -Fece una smorfia schifata- Purtroppo esiste e dobbiamo tenercelo, ma di lui fregatene, tanto non lo incontriamo. Almeno spero, non vorrei mostrarti la parte peggiore di me» Inclinò la testa e sorrise sadico, in una perfetta riproduzione del ghigno del fratello maggiore, forse anche più spaventoso.

Naruto si limitò a deglutire e non dire nulla; l'odio che leggeva negli occhi di chi aveva definito “Calmo e paziente” gli bastava per cambiare la sua idea al riguardo.

Dopo una buona mezz'ora di cammino arrivarono al delimitare di Konoha. Lì, su una piccola collinetta immersa nel verde, da dove si poteva scorgere l'intera città con un solo sguardo.

Prima che Uzumaki potesse solo pensare di aprire bocca, questa venne tappata da una mano del suo accompagnatore; che si chinò sul suo orecchio e sussurrò «Fai silenzio, osserva attentamente e usa il poco cervello che hai».

Il più piccolo gemete frustato a quelle parole, tentò di voltarsi per fulminarlo con lo sguardo, poi si azzittì; notando la schiena curva di Madara.

 

«Perché siamo qui?» Domandò con uno sbuffò il maggiore degli Uchiha, lanciando un'occhiata carica d'odio verso lo sporco Senju; colpevole di averlo costretto ad uscire nel suo unico giorno di riposo settimanale.

Missione d'amore... Si sogghignò in testa il suo amico, poi rispose con un sorriso «Non vedi quant'è bello il panorama da qui?».

«La tua brutta faccia distoglie i miei pensieri da altro che non sia spaccarla» Affermò gelido, con uno schiocco di lingua, sentendo uno strano prurito all'altezza della nuca.

Hashirama piombò in depressione a quelle parole, abbassò il capo e si trattenne dall'accucciarsi a terra e cominciare a fare cerchi concentrici sotto di lui.

«TI VUOI RIALZARE, STUPIDO SENJU» L'aveva fatto davvero.

L'altro si mise in piedi, scoppiò in una fragorosa risata e tentò, con vani risultati, di circondare con un braccio le spalle del suo migliore amico «Madara... Ma perché per una volta non fai l'essere umano?» Domandò intristendosi nuovamente.

Uchiha si trattene dal gettarlo sotto al dirupo poco distante e, irritato fino alla morte, si posò le dita sulle tempie cominciando a massaggiarle per calmarsi «La tua schizofrenia mi ucciderà, fatti dare qualche medicina da Mito!».

È il momento... Si disse Hashirama che, tornando a sorridere, riferì «Lo sai che Mito è un'Uzumaki».

Le spalle di Madara s'irrigidirono a quel cognome, le scrollò e calciando un sasso rispose «Non mi interessa!».

«Non è il cognome del tuo fidanzato?» Bomba sganciata, in quel momento il Senju stava facendo testamento; morirò avendo aiutato un caro amico... Pensò con le lacrime agli occhi, alzando i pugni ed aspettando di venir colpito.

Uchiha scrutò il paesaggio dinanzi a lui, si massaggiò il collo che aveva cominciato a far male, come ogni volta che si tratteneva dal compiere un omicidio, e rispose con distacco «Sì».

Per poco ad Hashirama non cadde la mascella per quanto aveva spalancato la bocca e, da dietro le rocce circostanti, venne un suono strozzato; vagamente rassomigliante ad un urlo di giubilo trattenuto.

«Cosa è stato?» Domandò Madara guardandosi intorno.

«U-un animale» Balbetto il Senju, che ancora non si era ripreso del tutto da quella semplice risposta. Sì, lo sapeva, ma non credeva che... Che l'avesse ammesso così docilmente.

«Vogliamo andarcene?» Chiese ancora, sempre con il solito tono freddo ed indifferente. Quello non cambiava mai, nonostante gli anni.

L'uomo annuì poi, seriamente, si arrischiò un'altra volta «Senti... Sono felice per te».

«Fottiti» Esclamò già lontano dalla sua visuale.

Ma come ha fatto ad allontanarsi così velocemente?!... Si domandò inebetito, mettendosi le mani in tasca e seguendolo; nuovamente depresso dall'insulto appena ricevuto.

 

Naruto, con occhi sgranati, osservava un punto fisso di quel luogo, senza trovare il coraggio di dire una singola parola.

Non credevo che l'avrebbe ammesso... «Direi che è andata meglio del previsto» Parlò Izuna, posandosi le mani ai fianchi e respirando una lunga boccata d'aria.

«Lui... Ha detto... Lui... Ha...» Balbettò, puntando il dito dove prima c'erano i due uomini e guardando il viso dell'altro con occhi allucinati.

Ma perché si è scelto uno più pazzo di lui?... «Sì, l'ha detto» Confermò con un sospiro stanco, quella storia lo stava facendo invecchiare.

Naruto si sedette a terra, portò le ginocchia al petto e poggiò il viso su queste, rimanendo in silenzio.

«Non vai da lui?» Domandò Uchiha, sorpreso dal fatto che non si fosse già messo a correre per raggiungere il fratello e mettere fine, finalmente, a quel tira e molla che durava da anni.

Naruto arricciò il naso e scosse la testa «Se lo faccio mi odierà davvero, è così orgoglioso che, se mai venisse a sapere una cosa del genere, tutti i passi avanti di questi anni diverrebbero nulli. Aspetterò, in fondo ho aspettato tanto».

Ho a che fare con due idioti... Si gemette in testa Izuna.

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Capitolo 15
*** Quando l'Inferno divenne di ghiaccio. ***


Quando l'Inferno divenne di ghiaccio.

 Note: Hola! Allora, le cose importanti: Auguri a Giacos che ieri ha compiuto un anno su EFP °Abbraccia e coccola°. La lemon è arancione, spero lo sia ^^'. E... Tra qualche settimana (Tempo di mettermi in “pari” con la vita privata e le altre storie) inizierò una raccolta parallela a questa su Tobirama e Izuna :). Questa è l'ultima flash sul passato, poi si torna al tempo principale (?). Bacioni.

 

 

Camminava veloce, con lunghe falcate ed un, immaginaria, nuvola nera che lo circondava; l'espressione furioso non sarebbe stata abbastanza per descrivere ciò che provava in quel momento.

«Spero sia morto!» Ringhiò contro il minore dei figli di Fugaku, incrociando le braccia allo sterno e sondando la sua figura.

Il giovane lo osservò di sottecchi, poi rispose «Non si muore per percosse, di solito».

«Gli avranno insultato il ramen, io me ne vado» Annunciò perentorio, in tono freddo e distaccato come suo solito. Era inutile rimanesse lì, c'era già il suo sudicio migliore amico, non era necessaria la sua presenza.

«Erano in cinque! -Lo bloccò Sasuke- E no, non ha fatto a pugni per il ramen» Lo informò, accavallando le gambe, comodamente seduto in sala d'attesa.

Madara assottigliò le palpebre e disse «L'avranno ridotto ad una poltiglia».

Udì Sasuke scoppiare a ridere e scuotere la testa «In realtà è il contrario, Naruto non è mica una donzella indifesa. Picchia e, se serve, picchia duro» Affermò, con tono vagamente fiero e leggermente piccato.

Ma perché quando c'è da divertirsi io non ci sono mai?... Si chiese, maledicendo Karin ed i suoi stupidi appuntamenti, si era perso l'occasione adatta per muovere le mani e sfogarsi un po'.

Il maggiore si sedette accanto a lui e, con il solito tono tagliente, domandò «Come mai quella testa calda si è preso a pugni con cinque sconosciuti?».

«L'hanno insultato. -Si bloccò per un attimo poi, serio ed inacidito, continuò- Perché è gay».

L'uomo dai capelli lunghi strinse impercettibilmente i pugni, fece una smorfia seccata e non disse nulla. In realtà la sua mente stava progettando l'omicidio, il vero omicidio non uno dei suoi soliti attacchi d'ira, verso quei cinque sconosciuti.

L'unica cosa che doveva fare era scoprire chi fossero, poi li avrebbe scuoiati vivi o sciolti nell'acido... Non importava come li avesse uccisi, l'importante era sentire le loro urla di dolore.

«Lascia perdere» Parlò improvvisamente il giovane a fianco a lui.

Madara si voltò e chiese stizzito «Cosa hai detto?».

«Lascia. Perdere. -Scandì quelle parole- Ci ha pensato da solo, si è difeso ed è finita così; lui è un po' dolorante, loro hanno qualcosa di rotto. Te l'ho detto: Naruto non è una donzella impaurita, non deve essere salvato» Concluse tranquillo.

«Lo conosci bene» Sputò fuori con irritazione; non gli piaceva, non lo sopportava. La supponenza di quel ragazzino lo infastidiva fin all'inverosimile e la cosa che più lo urtava era quel tono di voce: dolce, fiero e amorevole quando parlava del nano biondo.

Sasuke si voltò verso di lui, sorrise, ed enunciò «È il mio migliore amico dai tempi dell'asilo, credo di conoscerlo meglio io che sua madre!».

Madara digrignò i denti e scostò lo sguardo, mentre il sorriso dell'altro diveniva un ghigno di supponenza e vittoria.

Ora mi devi due favori, Dobe... Si canticchiò in testa, decidendo di chiedere al cretino di pagargli il pranzo per i successivi quattro anni; in fondo per tal tempo aveva dovuto sopportare lui e le sue lamentele sul fatto che l'uomo che amava non si decidesse a baciarlo; provocandogli i maggiori conati di vomito che avesse mai avuto in vita sua.

 

«Ahio... Fa male!» Si lamentò Uzumaki strizzando un occhio, mentre Madara, con la grazia e la gentilezza di un elefante in una cristalleria, gli applicava, per l'ennesima volta, un cerotto sul sopracciglio spaccato.

«Ragazzina!» Lo insultò, completando il suo lavoro e passandogli distrattamente una mano tra il groviglio di capelli biondi che aveva in testa.

Il più piccolo inclinò il capo, sbatté le ciglia osservando la sua espressione pensierosa e chiese «Qualcosa non va?».

«In teoria non dovrei chiederlo io?» Rimbeccò, facendo scorrere la mano sul suo collo, fin ad insinuarla sotto la maglia, sfiorandogli la pelle calda della spalla destra. Naruto era sempre, costantemente, caldo ed era liscio, morbido, pareva quasi stesse toccando pura seta.

«Beh... Io sto bene...» Affermò, lievemente imbarazzato, percependo le dita dell'uomo stringere la sua carne e affondare in essa con forza.

Madara lo guardò negli occhi poi, senza nemmeno dargli il tempo di pensare, si chinò verso di lui: coprendo le sue labbra con le proprie, rafforzando la presa sulla sua spalla e tirandoselo contro, mentre con la mano rimasta libera avvolgeva la sua schiena magra.

Naruto sgranò le iridi chiare, il cuore cominciò a pompare impazzito contro il suo sterno e le gambe tremarono, trasformandosi in gelatina. Ringraziò interiormente di essere semi-disteso sulla brandina ospedaliera, altrimenti sarebbe caduto a terra come un idiota. Lo abbracciò con tutte le sue forze e ricambiò con passione quel bacio tanto agognato, lasciando che la lingua dell'altro esplorasse con foga la sua cavità, intrecciandola alla sua, lambendola e succhiandola con desiderio.

Naruto gemette nel bacio, insinuando le mani sotto la maglia di Madara e sfiorando con i polpastrelli la schiena ampia e forte, affondò le falangi nella morbida carne quando il bacio divenne ancora più profondo; si lasciò distendere completamente sulla scomoda brandina, mentre l'altro lo sovrastava con il suo peso, posizionandosi tra le gambe leggermente divaricate per fargli spazio.

Oddio. Ci siamo... Pensò, miagolando quando le mani dell'Uchiha gli afferrarono le natiche sode, palpandole e tirandoselo contro, facendo fondere i loro corpi ancora di più.

Naruto si staccò dalla sua bocca, tentando di immettere aria nei polmoni poi, respirando affannato, la chiuse in un altro bacio, arrivando con le sue mani fino alle spalle ed aggrappandosi a lui con desiderio.

Entrambi avevano il vago ricordo di essere in un Ospedale, in una stanza, grazie al cielo, vuota, ma poco importava.

Uchiha insinuò i palmi all'interno della sua maglia, sfilandola lentamente e passando circolarmente le dita sui suoi capezzoli, interruppe il bacio buttandosi sul collo profumato: succhiandolo e mordendolo avidamente, mentre avvertiva il ragazzo sotto di lui cercare di spogliarlo con mani tremanti.

Si staccò, rimanendo a cavalcioni sul suo inguine e disse «Se non vuoi farlo...».

L'altro lo bloccò scuotendo la testa con forza «Spogliati. Spogliami. Ti prego, ti voglio» Supplicò con voce roca, afferrando i lembi della sua maglia e liberando il torace chiaro e muscoloso.

«Come vuoi» Ghignò Madara, posando le mani sulla patta dei suoi pantaloni, lo stuzzicò leggermente da sopra la stoffa, poi decise che era solo d'ostacolo al suo vero scopo. Lo spogliò e si spogliò in fretta, stanco di tutti quegli anni passati a fare... Nulla.

Perché non me lo sono scopato subito?... Si chiese, osservando il corpo ambrato sotto di lui con gli occhi di un predatore e tuffandosi, di nuovo, sulle labbra.

Il più piccolo squittì sulla bocca dell'altro, percependo i loro bacini frizionarsi e sfiorarsi con foga, cominciò a respirare a fatica mentre allargava le gambe ed andava incontro al membro teso del compagno.

D'un tratto Madara si stacco ed imprecò «Cazzo!».

«Cosa?» Domandò nel panico, credendo che avesse cambiato idea.

«Non abbiamo il lubrificante» Lo informò atono, continuando a far vagare i suoi occhi scuri, velati di passione, sul suo corpo.

Naruto gli avvolse le braccia al collo e lo riportò sopra di lui «Fa nulla. -Mormorò succhiandogli il lobo dell'orecchio- ...Basta che... Mi prepari bene, ok? Ti prego, voglio fare l'amore con te. Ora» Concluse, circondando i suoi fianchi con gambe tremanti e ricercando il calore del suo membro con il proprio inguine.

L'uomo affondò le dita nelle sue anche, fin al sedere tondo e sodo «Guarda che quello che ci rimette sei tu» Esclamò, quasi con premura, passando un dito tra lo spacco delle natiche e sfiorando il suo orifizio asciutto. Troppo asciutto.

«No, non credo» Sorrise, sfregandogli l'erezione grossa e dura; si morse il labbro inferiore e trattenne un gemito al pensiero che da li a poco l'avrebbe avuto dentro di sé.

Madara soffiò sulla carne bollente del collo, lappando al di sopra della vena pulsante, vezzeggiò con le dita della mano destra le sue labbra gonfie e martoriate da tutti i gemiti trattenuti e lo invitò a succhiarle ed inumidirle; mentre con la mano sinistra sfiorava dolcemente la sua virilità inappagata.

Uzumaki s'inarcò sotto di lui, succhiando velocemente le falangi piantate nella sua bocca, muovendo in modo confusionario i fianchi e chiedendo di più; quando le dita furono abbastanza umide le sentì percorrere il suo corpo, insinuandosi tra le sue gambe, e prepararlo con parsimonia e maestria.

«N-non è la prima v-volta che fai s-sesso...» Balbettò, allargando le cosce sudate e spingendosi contro le dita piantate in lui.

Uchiha le ruotò all'interno di quell'antro caldo e stretto e rispose «Con un uomo sì».

«Ah... -Gemette Naruto, percependo i movimenti farsi più violenti e rapidi- Q-quante?... Ah... Quante donne?» Domandò, non riuscendo a mascherare il tono possessivo nella sua voce.

L'altro liberò le dita, lo afferrò per la piega delle ginocchia e si portò le gambe alle spalle, divaricandole il più possibile, «Mmm... Otto o nove» Rispose, posizionandosi meglio tra le sue cosce e spingendo la punta del membro tra le sue natiche.

Naruto sbarrò gli occhi a quell'intrusione dolorosa «TROPPE!» Ululò geloso e sofferente, allacciando nuovamente le braccia al suo collo e mordendolo su una spalla con furia.

«Geloso?» Domandò Uchiha con un ghigno, rimanendo immobile al suo interno e scostandogli dalla fronte sudata una ciocca di capelli biondi.

Il più piccolo affannò in cerca d'aria, rintanò il volto nel incavo della sua spalla e si lamentò «Sì, cazzo...».

Madara sorrise, gli baciò il padiglione auricolare ed iniziò lentamente ad entrare ed uscire da lui; non era propriamente una posizione comoda la loro, ma Naruto si ostinava ad abbracciarlo, quasi avesse il terrore che qualcuno provasse a portarglielo via.

«Naruto... -Il suo nome, l'aveva veramente chiamato per nome?- ...Naruto, se non ti sposti un po' non riesco a fare nulla» Disse, massaggiandogli la schiena e trattenendosi dal buttarlo sulla brandina con la forza, un altro minuto rinchiuso tra quelle pareti ardenti e non potersi muovere come voleva l'avrebbe fatto impazzire.

Uzumaki sospirò, con riluttanza si lasciò stendere completamente e divaricò le gambe ancor di più; lo sentiva muoversi lentamente sopra di lui, uscire e poi sprofondare di nuovo dentro al suo corpo, con lentezza quasi estenuante. Ansimò pesantemente, carezzando con il polpastrelli il suo torace solcato da piccole gocce di sudore, si spostò verso i suoi fianchi tirandoselo contro e pregandolo di andare più veloce.

Il più grande lo accontentò, imprimendo più forza alle sue penetrazioni e sovrastandolo con tutto il suo peso; sorpreso da quanto fosse... Bello fare sesso con quel ragazzino, sentirlo agitare e contorcersi sotto lui, le mani vagare sul suo corpo, mentre i sospiri e gli ansimi di piacere gli riempivano le orecchie. L'unica cosa che vedeva, toccava, sentiva era Naruto; tutto il resto appariva come un contorno sfocato, nulla di più.

Ad un colpo più forte Uzumaki si inarcò, buttò il collo all'indietro e aprì la bocca, spalancando gli occhi azzurri velati di desiderio; sentì Madara posare una mano sulla guancia arrossata e carezzarlo dolcemente, fin al collo, i pettorali, il ventre piatto; le dita stuzzicarono il contorno del suo ombelico, per poi circondare la sua virilità tesa, ansiosa di liberarsi da tutto il suo carico.

«Ti amo... -Squittì Naruto- ...Ti amo...» Ripeté acuto venendo tra i loro corpi e macchiando con il suo seme caldo il torace contratto e candido dell'uomo.

Uchiha penetrò ancora più a fondo, immergendosi con violenza dentro di lui, con un lungo e gaudente sospiro lo marchiò nelle profondità del suo corpo, chiudendogli le labbra arrossate in un nuovo bisognoso bacio.

Avevano fatto l'amore. Naruto, con ancora il corpo di Madara steso su di lui, non credeva possibile che avessero realmente fatto l'amore... Ed era stato... Era stato meglio di quanto avesse mai immaginato, era la cosa più bella che gli fosse successa in venti anni di vita; ciò che desiderava da un tempo così lungo che credeva non potesse mai capitare «Ti amo» Disse ancora, affondando le dita nei lunghi capelli corvini e massaggiandogli dolcemente la cute, fosse stato un gatto avrebbe cominciato a fare le fusa e non gli sarebbe dispiaciuto per niente esserlo; si limitò ad avvinghiarsi sul suo corpo e strusciarsi contro di lui, carezzandolo in ogni punto disponibile.

Era lì, era suo e non l'avrebbe più lasciato andare; finalmente poteva toccarlo, amarlo, baciarlo come voleva... Era suo. Solo ed unicamente suo.

«Uzumaki dovrei alzarmi!» Esclamò roco, con una voce così profonda da fargli drizzare i peli delle braccia.

«No...» Miagolò ancora una volta, sporgendosi verso il suo corpo nudo, trasformando le proprie membra in tenero burro tra le mani dell'amate.

Madara sbuffò, gli morse il collo ed uscì da lui alzandosi dalla brandina; si osservò lo sterno macchiato di liquido bianco e cercò qualcosa per darsi una pulita.

Il biondo gemette frustrato avvertendo la sua pelle tornare fredda, si mise seduto e fece una smorfia quando una fitta di dolore lo colpì alla schiena.

«Ti ho fatto male?» Chiese l'uomo, mostrandosi indifferente, mentre si rivestiva con lentezza e osserva di sottecchi i lividi violacei far bella mostra sul corpo ambrato. La voglia di ammazzare quei luridi vermi che avevano osato sfiorarlo tornò prepotentemente ad invaderlo.

Naruto si infilò i boxer e la maglia, tentando di scoprire dove fossero finiti i suoi pantaloni; poi rispose «No, ero solo un po' scomodo» Abbassò lo sguardo e non disse altro.

Ora cos'erano? Sarebbe tornato tutto come prima oppure... Oppure, finalmente, Madara gli avrebbe detto che lo amava? No, quello era impossibile. Lo sapeva, però... Sperava in qualcosa. Qualsiasi cosa!

«Ok, mettiamo in chiaro alcune cose. -Parlò d'improvviso l'Uchiha- Uno: accontentati di questo, non ti dirò mai paroline dolci. Due: -Sospirò pesantemente- Stiamo insieme. Tre: se mi tradisci o mi lasci prima che mi stufi io, la morte sarà l'ultimo dei tuoi problemi. Quattro: Odio le persone appiccicose!» Concluse incrociando le braccia al petto ed aspettando che l'altro assimilasse le sue parole.

L'unica cosa che aveva capito Naruto era il punto due “Stiamo insieme”, si alzò in piedi di scatto e, dimenticandosi del dolore al fondo schiena e in ogni altro osso del corpo, si fiondò tra le sue braccia, sollevandosi sulle punte e baciandolo nuovamente, rischiando quasi di soffocarlo.

E mentre Madara gli circondava la schiena e si chinava per approfondire il contatto con la sua bocca, Naruto non poté fare a meno di pensare che era tutto, dannatamente, perfetto.

 

Naruto quasi camminava ad un metro da terra, era così felice che qualsiasi cosa gli appariva bellissima, perfino Sasuke sembrava più sopportabile del solito.

«Allora: com'è?» Chiese Karin con curiosità, mentre il suo fidanzato sbuffava accanto a lei e borbottava frasi senza senso su “I migliori amici perduti per sempre, l'amore rincoglionisce le persone, non voglio immaginarmelo mentre fa sesso con un uomo...”

«Beh... -Iniziò Uzumaki- È un po' stronzo, violento, bastardo, indisponente, pecca di superiorità, è freddo come un Iceberg, a volte odioso... Però ha anche dei lati positivi».

«E quali?» Domandò di nuovo la ragazza.

Naruto sogghignò, si mise le mani nelle tasche e, stringendo le spalle, affermò «Diciannove».

Karin strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca fino all'inverosimile.

Sasuke contrasse la mascella, si allontanò da quei due perverti e bestemmiò, cercando di non rimettere il pranzo. Non ce l'avrebbe mai fatta, Naruto e la sua vita sessuale l'avrebbero ucciso prima di arrivare alla mezza età.

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Capitolo 16
*** Dillo. ***


 

-Dillo-

 

Note: Hola! Per far dire le paroline magiche a Madara Uchiha bisogna ricorrere al vecchio trucco “Tu dì, che lui ti risponde senza dirle”... Perché a mettergli in bocca il vero e proprio ti amo non ce la faccio. Però meglio di nulla è! In realtà doveva essere su Obito, ma ho cambiato idea e ho corretto questa! Bacio, buona lettura!

 

Naruto era steso sul divano, con la testa poggiata sulle gambe di Sasuke e tentava, con vano sforzo, di fregargli i pop-corn dalle mani «Teme! Sii generoso».

«No! E smettila di muoverti come un epilettico, non riesco a seguire la trama» Lo sgridò tirandogli una ciocca di capelli e continuando a guardare lo schermo.

L'altro si lamentò leggermente e rimbeccò «Come se i film horror avessero una trama. Sangue, sventramenti e sangue. Non è così difficile, sai?».

«Vaffanculo!» Esclamò irritato, dandogli un leggero pugno sullo stomaco ed imponendogli di rimanere in silenzio.

Una volta alla settimana, da quando avevano quindici anni, si ritrovavano a casa dell'uno o dell'altro per la loro serata film; in realtà del film non importava nulla, visto che non riuscivano a ricordarsi nemmeno una scena, era semplicemente il loro modo per stare insieme.

Nonostante Sasuke fosse uno stronzo, tronfio e bastardo, teneva a Naruto: il suo migliore ed unico amico, il fratello che si era scelto ed, in un modo tutto suo fatto d'insulti, lotte e prese in giro, gli voleva bene. Come ne voleva alla sua famiglia.

Tanto che, così come ne era di Itachi, si ritrovò ad essere geloso anche di Naruto.

Sapeva che l'attenzione del suo migliore amico sarebbe diminuita drasticamente se fosse riuscito a conquistare Madara e questo gli aveva dato, ai tempi, un immenso fastidio.

Ma così non era stato, anzi.

Uzumaki era divenuto ancor più appiccicoso di un tempo, sfogando con i suoi amici, soprattutto con Sasuke, tutti i gesti d'affetto che non poteva ricevere da Madara Uchiha.

Stare con un tipo freddo come lui, infatti, significava dimenticarsi i normali comportamenti di una coppia di fidanzati: niente abbracci, niente coccole...

Il giovane Uchiha l'aveva trovato accoccolato su Karin un milione di volte in quei cinque anni, l'aveva visto abbracciare Gaara e Neji, prendere a braccetto Choji quasi ogni giorno...

Naruto amava il contatto fisico e quella freddezza, per quanto non lo mostrasse, gli faceva male.

«Mi annoio» Disse in modo infantile il biondo, mettendo il broncio e buttando le braccia al collo dell'altro, abbracciandolo come se fosse stato un pupazzo.

«Kami, sei una zecca» Sbuffò, tentando di non far cadere la ciotola di pop-corn a terra e avvolgendogli la schiena.

Naruto sghignazzò, posò la testa sulla sua spalla e chiese «Che ore sono?».

«Credo mezzanotte passata. -Rispose disinteressato, sapeva il motivo di quella domanda- Madara quando torna?» Domandò seguendo le ultime battute del film, come al solito ci aveva capito poco e nulla.

«Non lo so. Quando cena da Izuna fa sempre tardi» Riferì sbuffando sonoramente.

Uchiha se lo staccò di dosso, si alzò e spense la tv estraendo il DVD che avevano affittato «Perché non sei andato con lui?» Domandò inserendo il disco nella custodia.

«Perché mi sentirei d'impiccio... -Mormorò posando il capo sulle ginocchia e stringendole al petto- ...Sono fratelli ed hanno un rapporto tutto loro, io sarei di troppo!» Concluse.

«Anch'io e Itachi siamo fratelli, disgraziatamente, e non mi pare che tu sia d'impiccio» Affermò acido.

A volte non sopportava Madara. Sapeva che era innamorato di Naruto, non fosse stato così avrebbe preso seri provvedimenti, cioè l'avrebbe gonfiato di botte fin quando non fosse stramazzato al suolo per aver osato toccare suo fratello, ma certi comportamenti, gesti e ragionamenti dell'Uchiha più grande non gli andavano giù. Per niente.

«È diverso. Loro sono cresciuti da soli e Madara gli ha praticamente fatto da padre, madre, amico e poi fratello maggiore! Quando sono insieme mi sento un estraneo, è giusto che passino il tempo da soli ogni tanto. Perfino Tobirama la pensa come me» Parlò ancora, abbassando lo sguardo e stringendosi un po' di più le spalle.

Rimarrà sempre un bambino... Pensò infilandosi le mani nelle tasche «Vuoi che rimanga ancora un po'?».

«No, ora vado a dormire! Non preoccuparti -Rispose con un leggero sorriso, si alzò dal divano e gli fece strada fin alla porta di casa- Se è sveglia salutami Karin».

«Starà già sbavando sul cuscino» Affermò Sasuke con un sorriso di scherno che ne nascondeva uno carico di dolcezza, vide Naruto scoppiare a ridere e lo salutò con un gesto della mano, sospirando e dirigendosi verso la sua abitazione.

Naruto decise di mettere in sesto il salone, non voleva sentire Madara sgridarlo per il suo disordine, ed osservò ancora una volta l'orologio: l'una di notte.

Odio quando fa tardi la sera... Si disse preoccupato che gli potesse essere successo qualcosa. In quel momento la porta di casa si aprì e l'uomo fece la sua comparsa nel salone «Che ci fai ancora in piedi?» Domandò atono, trattenendo uno sbadiglio.

«Pulivo» Rispose allo stesso tono Naruto, avviandosi in cucina e cominciando a lavare i bicchieri.

«Che hai? Litigato con quello li?» Chiese con una vena di disprezzo nella voce. Odiava Sasuke Uchiha e per quanto si sforzasse di non darlo a vedere a volte non ci riusciva.

Uzumaki scosse la testa ed affermò brusco «No, sono solo stanco!».

Madara si poggiò allo stipite della porta ed incrociò le braccia al petto «Sono giorni che rispondi in questo modo, la mia pazienza ha un limite!».

«Sono state brutte giornate» Disse perentorio, continuando a dargli le spalle.

«Qual è il tuo problema?» Domandò duramente, stanco di quell'atteggiamento infantile.

Naruto respirò profondamente e sussurrò «Tu».

Uchiha sospirò, si avvicinò a lui e gli circondò i fianchi con le braccia «Non mi pare di averti mai detto che non sarei stato un problema» Borbottò, posando il mento sulla sua spalla ed ascoltando il suo lieve respiro.

«Lo so! Infatti è colpa mia, è solo... Un brutto periodo, non far caso a me» Affermò mordendosi le labbra e poggiando le mani al lavabo.

L'uomo gli voltò il viso e lo baciò, lo fece girare completamente e lo strinse contro di lui, chinandosi per approfondire il contatto, poi lo lasciò andare e disse a fatica «Mi dispiace. Sono troppo vecchio e testardo per modificare il mio comportamento».

«Non sei così vecchio» Gli sorrise Naruto, posando una mano a coppa sulla sua guancia e carezzandogli il viso con il pollice.

Madara insinuò le mani sotto la sua maglia e sfiorò la schiena bollente «Dici?» Ghignò baciandogli il collo e mordendolo.

Il più piccolo sospirò e si azzardò a dire «Vorrei solo sentirmi dire che mi ami, mi basterebbe una sola volta in tutta la vita» Erano anni che si teneva dentro quelle parole, anni che cercava di non pensarci dandosi dell'idiota ogni volta che il pensiero lo sfiorava, ma lo desiderava davvero: un piccolo “Ti amo” nulla di più.

Lo sapeva che era così, lo vedeva e capiva da ogni gesto che faceva l'altro, anche in quel momento lo aveva dimostrato, ma non bastava più.

L'uomo dai capelli corvini lo strinse di nuovo contro di lui, poi mormorò «Perché?».

Era stupito, sconvolto, si aspettava un insulto ed uno sbuffò seccato, non quella domanda, non quel tono sinceramente curioso di capire il motivo.

Circondò la sua ampia schiena e rispose «Perché a volte... Non riesco a capire il motivo che ti spinge a stare con me. Non sono una donna, non voglio una lista della spesa con i miei pregi, voglio solo sentirmelo dire. Scusami» Finì nascondendo il volto sul suo petto e respirando il suo profumo, gli era mancato. Nonostante le poche ore, gli era terribilmente mancato.

Uchiha posò il mento sul suo capo ed osservò con occhi vacui dinanzi a sé, accentuò la presa e disse «Dimmelo prima tu».

«Come?» Domandò confuso Naruto.

«Dillo e basta» Ripeté perentorio l'altro.

Il biondo si staccò, sbatté le palpebre ed inclinò il capo osservandolo attentamente, poi sussurrò abbassando gli occhi al pavimento «Ti amo».

Madara rimase in silenzio come al solito, deglutì e rispose «Idem» Non sarebbe mai riuscito, nemmeno tra un milione di anni, a dirgli “Ti amo”... Però poteva ovviare al problema almeno rispondendogli.

Naruto scosse la testa e sorrise, si asciugò le lacrime che avevano iniziato a rigargli il viso e biascicò «Grazie».

«Bene, ora che mi hai costretto a fare la ragazzina idiota sei felice?» Chiese con stizza, allontanandosi da lui ed incamminandosi verso la loro camera.

Uzumaki lo seguì gli saltò addosso e, facendolo cadere sul letto, scoppiò a ridere contento «S-scusa -Balbettò preda delle risate, notando la sua faccia furente; gli sfiorò il labbro inferiore con il proprio e lo morse piano- Ti amo, Madara» Soffiò sulla sua bocca, leccando il contorno delle sue labbra e carezzandogli il petto da sopra la camicia.

Il più grande gli circondò i fianchi con le gambe ed affermò roco «Anch'io».

Il giorno dopo avrebbe dovuto comprarsi un dizionario di sinonimi e contrari per studiarsi i diversi modi di dire: idem, anch'io, anche io, è lo stesso eccetera... eccetera...

Per il momento però si sarebbe goduto le attenzioni del suo fidanzato-scemo e la sua lingua sul proprio corpo.

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Capitolo 17
*** La gelosia di un Uzumaki è ben peggiore di quella degli Uchiha. ***


  -La gelosia di un Uzumaki è ben peggiore di quella degli Uchiha-

 

Note: Hola! Grazie Ljn, per il cianuro, visto che Google non ha collaborato ad appianare la mia amnesia linguistica ^^'... Oh, sì... So che è un po' impossibile che il piatto diventi verde, ma è tutto molto esagerato in questa Flash... Povero Madara ç.ç. Bacio, buona lettura!

*JAXA: È l'Agenzia Spaziale Giapponese. http://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_Spaziale_Giapponese

 

Uzumaki Naruto oramai era un uomo adulto che, da più di due anni, lavorava ufficialmente per il quotidiano di Konoha come giornalista.

Però quel giorno decise di prendersi, a detta sua, delle meritate vacanze.

La casa era libera.

Completamente a sua disposizione, visto che Madara sarebbe ritornato in serata, per questo si spaparanzò felicemente sul divano, con ancora il pigiama indosso.

Si grattò la nuca ed i capelli scompigliati, accese la televisione ed iniziò a fare zapping da un canale altro, mentre frugava nella scatola di cereali al cioccolato che aveva tra le gambe e se ne portava una manciata alla bocca sgranocchiandoli sonoramente.

Nessuno era lì per dirgli di vestirsi, lavarsi o che il suo modo di mangiare somigliava a quello dei maiali.

Era la giornata perfetta e nulla l'avrebbe rovinata.

D'un tratto lo squillo del telefono interruppe quell'idillio. Naruto sbuffò, gonfiò le guance e decise che se ne sarebbe occupata la segreteria.

Non aveva voglia di alzarsi.

 

Bip.

 

"Madara? Ciao sono Mei. Forse sei a lavoro a quest'ora... Lasciamo stare, passerò da te!".

 

Il ragazzo per poco non si strozzò, tossì convulsamente e si rialzò dal divano, scrutando con odio l'oggetto malefico da cui era uscita la voce di quella infida strega.

A passo di carica si diresse nella loro camera da letto e, superando ogni record mondiale di velocità: si lavò, vestì ed uscì di casa. Fumando di rabbia.

La uccido! Come ha osato quell'arpia, stronza, strega, troi... Bloccò i suoi pensieri quando nella foga rischiò di sbattere la faccia contro un palo della luce e continuò il suo cammino, circondato da un'aura oscura e minacciosa.

Naruto, dopo quasi nove anni, ormai lo conoscevano tutti nell'azienda dove lavorava Madara.

Un avvocato.

Uno dei diecimila (Tanto per esagerare come solo Naruto può) avvocati che popolavano quel luogo asettico, dall'aria pomposa e superiore. Storse il naso dicendosi che era il posto perfetto per il fidanzato e varcò la soglia dell'entrata principale con un Diavolo per capello.

Batté ritmicamente un piede a terra mentre attendeva l'ascensore poi, troppo imbufalito per aspettare oltre, decise di fare le scale. Salì i gradini a due a due e, quando incontrò Hashirama nel corridoio del quinto piano, lo scansò in malo modo senza degnarsi nemmeno di salutarlo.

Non aveva tempo, doveva uccidere quella bestia dagli orribili capelli rossi che sapeva essere lì, lo sentiva nell'aria il suo stucchevole profumo.

Povero Madara. Povero amico mio... Pensò il Senju con tristezza, per poi tornare sui suoi passi ed alzare le spalle incurante. Non ci teneva a morire ancora così giovane, per mano di Naruto.

Uzumaki raggiunse l'ufficio di Madara, respirò profondamente e quasi non scardinò la porta per aprirla con furia.

«Ma... Che ci fai qui?» Domandò Uchiha, compostamente seduto alla sua scrivania, con qualcuno accomodato dinanzi a lui.

Un qualcuno di sesso femminile, con lunghi capelli rossi che le cadevano sulla schiena.

Naruto strabuzzò le palpebre vedendola e, sbattendosi con violenza la porta alle spalle, sbraitò andandosene da quel luogo «Traditore! Ti lascio».

L'altro uomo inclinò la testa, incrociò le braccia al petto e si rivolse alla donna «È in menopausa! -La informò atono. Si chinò leggermente, puntò un dito su un foglio e continuò con tono professionale- Devi firmare qui. Poi me ne occuperò io».

«Sì, grazie... -Rispose lei imbarazzata da ciò che era accaduto- ...Senti... Se vuoi seguirlo, io torno un'altra volta».

Lui alzò una mano in sua direzione e dichiarò tranquillamente «È un cretino, ci penserò dopo!».

*°*

Naruto quella sera lo aspettò sempre più inacidito, tanto che gli avvelenò perfino la cena.

«Sei esagerato!» Costatò Madara una volta rientrato e aver scoperto il suo riso pieno di cianuro.

La domanda non era il perché di quell'assurdità, ma dove cavolo avesse trovato il cianuro.

«Che ci faceva lei nel tuo ufficiò?» Indagò il biondo, poggiato sul piano cottura con le braccia incrociate allo sterno e gli occhi ridotti a due fessure.

Il più grande stuzzicò con le bacchette quel piatto mortale, indeciso se scoppiare a ridere per l'impegno che ci aveva messo il suo scemo per farlo o sgozzarlo per aver realmente tentato di ucciderlo «Le serviva un avvocato» Rispose pensieroso. Devo farmi dire dove tiene il cianuro, magari posso usarlo per avvelenare Tobirama...

Da Naruto venne un grugnito carico di disprezzo «Perché ha chiesto proprio a te?» Stesso tono di prima, pareva un interrogatorio, mancava solo la luce puntata sul suo volto.

No, c'era anche quella. Il riso sta diventando fluorescente? Ma che cazzo ci ha messo, la Kryptonite?...

«Perché mi conosce» Disse ancora, storcendo le labbra in una smorfia vedendo il suo pasto diventare sempre più verde evidenziatore, come poteva diventare verde? Che cavolo ci aveva messo dentro oltre il cianuro?.

«Perché vuole portati a letto!» Gracchiò il biondo, che si stava progressivamente trasformando in una belva assetata di sangue e, se si osservavano bene i denti digrignati, si poteva notare un leggero allungamento dei canini.

Madara se ne fregò ed esclamò sarcastico «Già fatto. Dieci anni fa!».

«COSA???» Urlò mulinando le mani in aria e affondandosi le unghie nei palmi per la rabbia e la gelosia crescenti.

«Non urlare, mi sfondi i timpani» Lo riprese facendo una smorfia di dolore.

Naruto si avvicinò di qualche passo, gli puntò un dito contro e lo accusò «Mi hai tradito!».

«Ma se dieci anni fa nemmeno sapevo della tua esistenza» Constatò ovvio e leggermente scocciato da quel discorso stupido e senza senso.

«Stai lavorando per la tua ex» Parlò con tono isterico.

Madara sbatté le mani sul tavolo, facendo oscillare pericolosamente la ciotola di riso che ormai aveva quasi preso vita, visto gli strani bagliori che emetteva, si mise in piedi e disse acre «Una scopata non la rende la mia ex».

«Invece sì» Esclamò Naruto reggendo il suo sguardo.

«È sposata» Affermò portato all'esasperazione da quel ragazzino.

Uzumaki scoppiò a ridere cupo, poi constatò «Sai quante donne sposate hanno l'amante al giorno d'oggi...».

Uchiha si passò una mano tra i capelli, avrebbe tanto voluto fargli mangiare quella sostanza mortale che aveva nel piatto, e rispose con un sospiro rassegnato «Ha un figlio».

Ormai se l'era scelto e doveva tenerselo cretino com'era.

«Questo non cambia le cose» Ribadì nuovamente.

La vena sul collo del maggiore cominciò a pompare sangue copiosamente, le mani prudevano e gli avrebbe volentieri spaccato la faccia a suon di pugni, ma disgraziatamente lo amava e non sarebbe mai stato in grado di farlo e se mai l'avesse fatto si sarebbe ucciso lui stesso per il rimorso di averlo solo sfiorato con un dito.

Però poteva almeno sognare di trovarsi con Naruto accanto in un lago di sangue che implorava pietà, a questa immagine si rilassò un poco «Sto con te, sei un uomo. Non mi interessano le donne, né nessun altro» Gli disse calmo, avvicinandosi e posandogli le mani sulle spalle con delicatezza.

«Però ci sei andato a letto» Lo accusò ancora una volta.

Si fotta il rimorso, lo strangolo... Pensò spostando i palmi sul suo collo, poi si bloccò, carezzò la pelle bollente del suo amante e disse «Dieci anni fa, Naruto. Dieci maledetti anni fa!» Perché è così scemo?!

Uzumaki gli passò una mano tra i capelli e la posò nel retro della sua nuca, massaggiando e grattando gentilmente quel punto dietro il suo orecchio destro «Ma ci sei andato a letto!» Dichiarò un'altra volta, inclinando il viso d'un lato e guardandolo con malcelato disprezzo.

«Sì, ci sono andato a letto» Si arrese il più grande, abbassando il capo sfinito da tutta quella esagerazione, gli era venuto un gran mal di testa per discutere con quel deficiente.

«Bene. -Si staccò da lui Naruto- Volevo solo che lo ammettessi, ti perdono!».

Uchiha sbarrò gli occhi a quelle parole, il respirò accelerò e stava quasi per saltargli addosso e sbranarlo.

Perdonare? Ammettere? Cosa Diavolo doveva farsi perdonare se nemmeno lo conosceva? Perché avrebbe dovuto nuovamente ammettere una cosa che gli aveva detto più di mezz'ora prima? Che cazzo stava succedendo?

Prima che potesse anche solo pensare di parlare, Naruto gli ordinò lugubre e spietato «Affidala ad un tuo collega».

«Sì» Annuì Madara, distrutto mentalmente e fisicamente da quella discussione senza alcun fondamento logico.

Naruto gli sorrise con amore, lo baciò sulle labbra contratte e trotterellò contento fin in camera da letto. Ora doveva solo uccidere Mei, dando la colpa ad Obito, e poi si sarebbe potuto rilassare e godere le sue meritate vacanze.

Intanto Madara si chiedeva se fosse colpa sua quello strano modo di comportarsi di Naruto. Forse l'ho contagiato... Pensò avvicinandosi alla ciotola di riso ...Dovrei spedirla alla JAXA*... Continuò sempre più scioccato e leggermente intimorito da quella strana sostanza. Anche perché somigliava pericolosamente a qualcosa di extra-terrestre.

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Maggese. ***


-Maggese-

 

Note: Hola! Ah, non lo so il perché di questo titolo, colpa dell'omonima canzone. La trama invece è colpa del mio bisogno di zuccheri. Non credo ci sia altro da dire, a parte che forse causerà il crollo della mascella di molte lettrici! Ma era pure ora che Madara... Emmm... Quello! Bacio.

 

 

Passò il polpastrello dell'indice destro sulla superficie scheggiata della cornice, inspirò a pieni polmoni una lunga boccata d'aria e socchiuse fiaccamente le iridi scure. Si chinò ancor di più in direzione della mensola e, con garbo, afferrò la fotografia ingiallita dal tempo. Tenendo questa fra le mani s'accomodò dinanzi al camino acceso, scrutando attentamente il fuoco scoppiettare tra le legna ardenti.

Successivamente spostò di nuovo lo sguardo verso quella foto, avvertendo la solita sensazione: quella di star guardando in uno specchio!

I suoi genitori, in piedi davanti al portone della loro vecchia casa, ricambiavano le sue occhiate in due modi completamente differenti. Gli occhi del padre parevano ancor più profondi e duri in quella foto di quanto non fossero stati in vita, mentre la madre avvolgeva il fianco del marito con un braccio e sorrideva lieve.

Non aveva ereditato nulla da lei.

Era Izuna quello con il carattere calmo, buono e gentile della loro mamma. Lui, invece, era freddo e austero come l'uomo che vedeva in quella foto. Forse anche di più.

Uno dei pochi ricordi felici che aveva del padre era lo scintillio nei suoi occhi quando osservava la moglie, null'altro.

Sospirò e poggiò la cornice sopra le gambe giunte.

Non era da lui svegliarsi in piena notte preda della nostalgia, pensare a chi non c'era più e rimpiangerlo. La vita, lo scorrere del tempo, non si fermava di certo per i morti di un singolo individuo e mai l'avrebbe fatto. Allora perché non riusciva ad andare avanti? Per quale motivo il suo pensiero era fossilizzato sui ricordi di un passato lontano, ma ancora troppo recente per riuscire ad essere dimenticato?

Si rifiutava di comprendere quanto gli mancassero i suoi genitori. Quanto, nonostante l'età adulta, li avrebbe voluti accanto a sé. Cercava in tutti i modi di scacciare la tristezza e la sensazione di essere debole. Troppo umano e sentimentale.

Qualcuno gli avvolse il collo con le braccia, ed un mento leggermente appuntito trovò appoggio sulla sua spalla. «Perché sei ancora sveglio?» Domandò assonato il compagno, sopprimendo uno sbadiglio.

«Non ho sonno» Rispose lui incolore, aprendo nuovamente gli occhi e scrutando le fiamme scarlatte danzare all'interno del focolare.

Naruto strusciò una gota sulla pelle scoperta del collo e sussurrò «Ti somiglia... Tuo padre! Per un istante, la prima volta che ho visto questa foto, ho creduto fossi tu».

«Mmh...» Mugolò senza dire nulla, troppo stanco e pensieroso per obiettare alla frase dell'altro. Anche perché non c'era nulla da obiettare vista la verità nelle sue parole.

Il biondo gli baciò dolcemente una guancia e sorrise lieve «Però... Poi ho visto tua madre e mi sono dato del cretino!».

«Cosa?» Chiese confuso voltandosi leggermente verso di lui.

«Sei bello come lei. Hai il suo fascino, la sua eleganza... E... Raramente anche il suo sorriso. È un peccato che tu non sorrida spesso, sai?» Informò titubante e leggermente imbarazzato.

«Naruto... -Soffiò scuotendo la testa- ...Non sono una donna. Non mi importa essere bello, brutto od avere un orecchio in più sulla fronte» Concluse duro.

L'altro rise di quelle parole. Con delicatezza ed attenzione prese la cornice, riportandola al suo posto. Tornò verso Madara con le mani giunte dietro la schiena, si chinò fin al suo viso e sussurrò, sfiorandogli il labbro inferiore, «Ti amerei in ogni caso. Quindi se vuoi possiamo farti trapiantare un orecchio in più».

Uchiha lo afferrò per i fianchi e se lo tirò contro, portandoselo in braccio «Ci sento bene con due. Baka».

Naruto affondò le dita nei suoi capelli e lo baciò in modo profondo. Posò una mano sul retro del suo collo avvicinandolo a sé e continuò a far scontrare le loro bocche mentre lo svestiva, carezzando la pelle bollente del torace.

Uchiha lo fece sdraiare sul pavimento freddo, sovrastandolo con il suo corpo. Sfiorò le anche tonde con i polpastrelli e rimirò la sua carne ambrata, dove la luce che proveniva dal camino acceso provocava strane ombre. Deglutì a vuoto mentre lo preparava e quando fu pronto lo penetrò, osservando la sua bocca schiudersi in un urlo muto. Morse la pelle scoperta della spalla spingendosi con forza dentro di lui, beandosi del calore che lo comprimeva ad ogni affondo.

«Madara... -Sussurrò il biondo, passando i palmi aperti sulla sua ampia schiena- ...Non ti lascerò mai» Dichiarò con un profondo gemito.

L'altro aggrottò le sopracciglia e chiese sarcastico «Vuol dire che dovrò sopportarti anche dopo morto?».

«Sì» Affermò il più giovane cercando di sorridergli, con gli occhi lucidi di passione e desiderio.

«Praticamente la dannazione eterna!» Esclamò spostando lo sguardo verso le fiamme vive del camino in un gesto istintivo.

Naruto gli circondò i fianchi con le cosce sudate e si mosse verso l'alto seguendo le sue spinte «Per me sarebbe il Paradiso».

«Peccato che io ami il fuoco, Naruto» Rispose sorridendo lievemente ed aumentando la velocità delle sue penetrazioni.

Il più piccolo buttò indietro la testa, gli avvolse il collo con le mani aggrappandosi a lui e, mordendosi il labbro inferiore per non urlare, ansimò «Basto io per riscaldarti».

Madara baciò i suoi pettorali, lasciando scie umide sui capezzoli turgidi; arpionò le sue natiche divaricandole ancora di più e disse rauco «Sì, basti tu».

 

Quando quel momento di passione finì si ritrovavano ancora intrecciati l'uno a l'altro, con il respiro pesante e le membra bollenti, riscaldate dal fuoco a pochi passi da loro «Abbiamo fatto sesso davanti alla foto dei miei genitori» Disse atono e leggermente irritato da questo.

«Hai iniziato tu!» Lo accusò Naruto con un ansimo spezzato, avvertendo il membro dell'altro ancora piantato dentro di lui.

«Sei tu che ti strusciavi addosso a me come una biscia» Lo riprese Madara, uscendo delicatamente da lui e accasciandosi contro il suo torace, troppo stanco per fare altro.

Uzumaki mugolò infastidito dal suo peso e, divaricando ancora una volta le gambe, cercò di trovare una posizione comoda nonostante sentisse la schiena dolorante cozzare contro il pavimento duro «Sei stato tu ad infilarmi le mani dentro i pantaloni».

Madara s'irrigidì, poi sbuffò seccato «C'era una macchia. Volevo toglierteli per portarli in lavanderia, ma tu sei un pervertito».

«Alle tre di notte?» Domandò scettico, iniziando a giocare con i lunghi capelli color ebano ed intrecciandoseli tra le dita.

«'Fanculo, Uzumaki» Borbottò il più grande.

«Stronzo!» Esclamò Naruto tirando una ciocca corvina.

Madara gli pizzicò un fianco e rimbeccò «Cerebroleso».

«Ahio... -Squittì il più piccolo contorcendosi dal dolore, poi scoppiò a ridere cristallino- Ti amo» Disse di nuovo avvolgendolo con le gambe e le braccia, tenendolo stretto contro di lui.

«Appiccicoso... -Soffiò acido- ...Io ti odio!» Dichiarò mordicchiandogli il lobo dell'orecchio.

«No, tu mi adori» Canticchiò Uzumaki, godendosi tutte quelle coccole post-sesso che di solito gli vietava.

Madara posò nuovamente le mani sulle sue natiche ed affermò mentre le massaggiava con lentezza «Adorerei vederti morto».

«Così poi ti suicideresti dal dolore» Lo sfotté l'altro, tracciando un percorso immaginario con le dita sulla sua schiena e sospirando appagato da tutte quelle attenzioni.

«Non credo proprio» Rispose sicuro, sopprimendo uno sbadiglio sulla spalla brunita e mordicchiando quel punto.

Naruto inspirò il suo profumo e, affondando il viso nei suoi capelli, disse «Invece sì».

«No» Ribadì testardo.

«Sì, sì» Rimbeccò ancora una volta, leggermente inacidito.

«Ho detto no, deficiente» Disse Madara con un sciocco di lingua.

Uzumaki gonfiò le guance stizzito «Bastardo! Perché devi sempre insultarmi?».

«Perché meriti di essere insultato» Lo informò calmo, socchiudendo la palpebre divenute pesanti.

«Ti odio, Madara» Buttò fuori arrabbiato, mettendo un broncio e chiudendo anche egli gli occhi. Sicuro che il discorso fosse ormai concluso e che, per quella notte, avrebbero dormito sul pavimento del salone.

«Ragazzino... -Soffiò Madara riaprendo le iridi scure, si alzò leggermente per guardarlo in faccia e gli sfiorò la fronte sudata con la labbra- ...Io ti amo» Dichiarò tornando a posare il viso sulla sua spalla.

Naruto spalancò gli occhi cerulei di colpo, boccheggiò cercando di tornare a respirare normalmente e sentì il suono del suo cuore sfondargli i timpani e stordirlo. Pareva quasi che gli stesse per venire un infarto.

«Stai per morire?» Domandò Uchiha in tono piatto.

«N... N... N-no... Io... Io...» Balbettò incoerente, sentendo la gola secca e il respiro mozzato.

«Peccato!» Rispose sarcastico l'altro, regolarizzando il suo respiro ed addormentandosi qualche secondo dopo.

Naruto osservò il soffitto sopra di sé con sguardo vacuo, mentre avvertiva il torace di Madara alzarsi ed abbassarsi lentamente contro il proprio, arricciò le labbra in un sorriso e chiuse nuovamente gli occhi.

Ho veramente vinto!... Si disse ricordandosi la loro scommessa di anni prima.

Quando uno come te riuscirà a farsi amare da me, l'Inferno verrà sommerso dai ghiacci!”

Non credo di poter chiedere altro dalla vita... Pensò felice come non si era mai sentito prima di allora.

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Capitolo 19
*** Grandi annunci: Stramaledetta famiglia Uchiha. ***


Grandi annunci: Stramaledetta famiglia Uchiha.

 

Note: Hola! I piani di sterminio di Madara sono sempre più adorabili. E qui capiamo che le cose non cambieranno mai per Madara e Naruto, che nonostante intorno a loro tutti vadano avanti, loro due stanno bene così e non hanno bisogno di nient'altro. Buona lettura ^^'.

 

Li odiava.

Oh, se li odiava!

Fosse stato per Madara avrebbe sterminato tutta la sua famiglia, fuggendo poi il più lontano possibile e spacciandosi per morto. Solo Obito si sarebbe salvato dalla sua furia omicida.

Aveva già uno splendido piano, erano anni che lo collaudava nella sua mente: avrebbe drogato il suddetto Obito, poi nel modo più doloroso che conosceva avrebbe ucciso tutti. Tutti. Donne, bambini, anziani, i cani di Kakashi, il gatto di Shisui, le piante di Mikoto.

Ed infine avrebbe impiccato Sasuke all'entrata del quartiere ed inciso sul suo petto nudo “Benvenuti”.

Obito si sarebbe auto-incolpato del massacro. E lui, assieme a Naruto, opportunamente messo K.O. per non sentirlo sbraitare, sarebbe fuggito verso la Siberia.

Sì, la Siberia era un bel posto in cui vivere. Di certo avrebbe sofferto il freddo, ma la solitudine era ciò che più gli interessava, e se Naruto si fosse ribellato avrebbe ucciso anche lui: affogandolo da qualche parte ed impagliando il suo corpo, per poi poggiarlo sopra al camino assieme alle foto di famiglia.

Era un piano perfetto!

Fenomenale, come solo lui poteva architettarlo.

«Nii-san... -Lo riportò in sé la voce di Izuna- ...Stai organizzando uno sterminio di massa?».

Madara si voltò verso di lui con un cipiglio sul viso e scosse la testa, senza proferire parola. Come faceva Izuna a capire sempre cosa aveva in mente?

Vide Itachi Uchiha avvicinarsi a loro e salutarli con un leggero cenno del capo «Madara, qualcosa non va? Hai una faccia da serial killer e le persone che ti passano di fianco fuggono spaventate... -Sorrise sornione e continuò indicando un punto alle sue spalle- ...Guarda Obito, sembra terrorizzato!».

Infatti il giovane moro lo scrutava da lontano con gli occhi sgranati, stringendo un braccio al fidanzato. Kakashi ricambiava l'abbraccio ed ogni tanto si chinava verso il suo collo, labbra, fronte... Baciandolo in ogni punto possibile.

Madara, in tutti quegli anni, non li aveva mai visti staccati. Hatake era una specie di piattola vivente, sembrava quasi soffrisse di mancanze d'affetto: se lo abbracciava costantemente, come se Obito fosse stato un enorme peluche, lo coccolava in ogni secondo disponibile e la cosa peggiore era che Obito gradiva certe melense dimostrazioni d'amore.

Ma perché conosco tutti pazzi?... Sì domandò, non prestando attenzione ed Itachi e Izuna che si erano messi a discutere di cose che non gli interessavano minimamente.

Madara si guardò attorno, notando gli altri membri della sua famiglia comportarsi da squinternati:

Naruto cercava di convincere Shisui che no, il pesce cucinato da Mikoto non lo avrebbe avvelenato; questi scuoteva la testa rispondendo che si era portato il pranzo da casa e che quelle pietanze erano piene di germi.

Fugaku era seduto sul divano con sguardo vacuo ed ogni tanto sobbalzava venendo richiamato all'ordine dalla moglie; lei chiacchierava felice con l'unica donna presente: Karin, che annuiva rassegnata dall'essere stata rapita dalla suocera.

Sasuke si era dato alla macchia, molto probabilmente si era nascosto da una Karin eccessivamente violenta nei suoi confronti quel giorno. Sicuramente avevano litigato, ma a Madara poco importava, anzi, sperava che lo uccidesse.

D'un tratto scese il silenzio, un colpo di tosse annunciò che qualcuno doveva parlare e l'uomo si osservò ancora intorno per capire chi era stato.

«Io e Obito dobbiamo dirvi una cosa... -Iniziò Kakashi, stringendo la mano del fidanzato- ...Ci sposiamo» Concluse con quello che pareva un sorriso, visto che il suo volto era nascosto dalla solita mascherina.

Cazzo, dovrò fargli un regalo... Pensò e, mentre tutti gli altri si complimentavano con loro, Madara sbuffò e si sedette in un angolo poco incline ai festeggiamenti.

«Bene... -Vide Itachi tirarsi contro un imbarazzato Shisui e sorridergli- ...Non siete i soli, anche io e Sui abbiamo deciso di sposarci» Nuovi festeggiamenti, pacche sulle spalle e Fugaku che sorrideva al figlio maggiore.

«Spero che non decidiate di sposarvi mentre io e Mikoto siamo in vacanza» Disse il capofamiglia abbracciando un riluttante Shisui, quel ragazzo si faceva toccare solo da Itachi.

«E dove andate di bello?» S'intromise Karin, che si era trascinata un supplicante Sasuke accanto a lei, la osservava come se volesse pregarla di non dire nulla.

«Al mare, dicono che Suna abbia le più belle spiagge del Paese... -Rispose Mikoto, poi scrutò il figlio minore ed indagò- ...Sasuke, cos'hai? Sembri più pallido del solito».

«Diglielo» Ordinò la donna dai capelli rossi, dandogli una gomitata sulle costole.

Lui la osservò con tanto d'occhi ed incespicò «Ecco... Karin... Io... Siamo incinti... Cioè lei è incinta...».

«Teme, ma allora anche tu fai sesso!» Rise Naruto abbracciandolo, per poi lasciarlo stritolare dalle braccia della madre e del fratello maggiore, mentre Fugaku baciava sulle guance Karin.

E siamo a tre regali, che palle... Si disse Madara, sorseggiando il bicchiere di vino che si era versato e sbuffando sonoramente per tutti quegli schiamazzi inutili.

«Ok, ok... -Intervenne Izuna, trascinandosi dietro un Tobirama sempre più incline all'omicidio/suicidio per essere stato costretto a passare un'intera giornata in compagnia dei tanto odiati Uchiha- ...Visto che stanno tutti annunciando qualche novità, tocca a noi. Abbiamo deciso di andare a vivere insieme, nel mio appartamento ovviamente» A quell'ultima frase il Senju per poco non lo fulminò con lo sguardo.

Madara semplicemente si accasciò ancora di più sulla sedia, mugolando di dolore. Se avesse osato fare una scenata il “calmo” e “gentile” Izuna l'avrebbe appeso per le palle e fustigato con un gatto a nove code. Si sarebbe sfogato una volta giunto a casa, magari dando fuoco all'appartamento del fratello.

Serrò gli occhi sentendoli ancora schiamazzare felici ed avvertì un peso sulle sue ginocchia, li riaprì per trovarsi di fronte il viso sorridente di Naruto, che si era posizionato a cavalcioni su di lui «Sei arrabbiato?».

«Mmh..» Grugnì. Più che arrabbiato era furioso, voleva uccidere Tobirama con le sue mani.

«Non puoi ammazzare il fidanzato di tuo fratello, Madara» Parlò comprensivo.

«Tzs...» Certo che poteva. Lui aveva cresciuto Izuna, quindi lui aveva il diritto di decidere della sua vita. E la sua vita non comprendeva stare con lo sporco Senju.

Naruto gli circondò il viso con le mani e soffiò «Sei solo geloso del tuo Otouto».

Madara gli scoccò un'occhiataccia. No, non lo era.

«Sì, invece lo sei. Ed è normale, non vuoi che soffra» Ribadì dandogli un leggero bacio a stampo e continuando a sorridere.

In quel momento il più grande ebbe una rivelazione scioccante. Come aveva fatto? Lui non aveva parlato, si era limitato a grugnire e fare suoni senza alcun senso, insieme ad espressioni truci. Come aveva fatto a capirlo? A rispondere ed obiettare ad ogni sua frase? Leggeva davvero nel pensiero?

«No... -Scosse la testa Naruto, carezzandogli una guancia pallida- ...Ti conosco meglio di me stesso e riesco a decifrarti».

Uchiha lo guardò attentamente, perdendosi nei suoi profondi occhi azzurri e sentendo il corpo del più piccolo aderire al suo alla perfezione, quasi fossero stati fatti per stare insieme. Si diede dello stupido per non averci mai fatto caso: Naruto, togliendo l'idiozia, il sorriso cretino e la voce stridula ed acuta, era... Bello. Immensamente bello. Sotto quelle tute troppo larghe si nascondeva un corpo quasi efebico, eppure maschile. Piccolo in confronto al suo, visto la stazza imponente, la pelle liscia, calda e morbida al tatto. E quei fottuti occhi liquidi e grandi che lo rincretinivano «Naruto...» Mormorò sporgendosi verso le sue labbra gonfie, si era completamente dimenticato di essere in presenza di tutta la sua famiglia, od almeno la parte di famiglia che più gli interessava, anche se non lo dava a vedere.

«E voi?» Una voce fastidiosa ruppe quell'idilliaco momento, Naruto si staccò dal fidanzato completamente paonazzo in viso. Madara, invece, si voltò infastidito verso quella schiera di decerebrati che li osservavano con un sorrisino simile sul volto.

«Noi cosa?» Ringhiò con astio l'uomo.

Mikoto incrociò le braccia al petto e disse «State insieme da un secolo ormai, convivete e sembrate quasi una coppietta spostata. -Altro ringhio di Madara e arrossamento di Naruto- Quando vi deciderete a fare qualcosa di concreto?».

«Mamma ha ragione... -S'intromise Itachi- ...Non vorrete davvero rimanere così per sempre?».

«Potreste sposarvi ed adottare qualche marmocchio» Parlò Izuna, ghignando in direzione del fratello e prendendosi la sua piccola vendetta per l'astio che nutriva nei confronti dell'uomo che amava.

«Io ce lo vedo Madara come padre!» Sghignazzò Kakashi, quella famiglia gli appariva sempre più divertente e folle. Sopratutto quando si schieravano tutti contro Madara e Naruto.

«Sì, ma il dobe no. Quel povero bambino morirebbe di stenti!» Rimbeccò Sasuke, stringendo un fianco di Karin.

Prima che qualcun altro potesse parlare, Madara afferrò il polso del fidanzato ed uscì dall'abitazione di Fugaku e Mikoto bestemmiando sonoramente.

Li odiava.

Oh, se li odiava.

E prima o poi avrebbe portato a termine il suo piano di sterminio.

 

Era ancora steso sul corpo del compagno, le gambe brune divaricate e flesse e le proprie in mezzo a queste mentre lo baciava con foga, rischiando di schiacciarlo contro il materasso.

«M-madara... -Biascicò, scostando il volto e respirando a fatica- ...Così mi soffochi».

Il più grande lo osservò ancora, quella volta non aveva fatto altro che guardarlo mentre facevano l'amore. Ogni sua espressione, gemito, urlo od ansimo; ogni goccia di sudore, ed ogni volta che si mordeva le labbra per non gridare più forte. I suoi occhi e le sue orecchie non si erano persi nulla. Quel giorno aveva acquistato una nuova consapevolezza: non ne poteva fare a meno. Pur odiando questo fatto, si era costretto a confessarsi che era divenuto completamente dipendente dal corpo di Naruto, da Naruto stesso in tutto il suo essere. Sospirò e chiese con un sussurro «Ti va davvero bene?».

«Cosa?» Domandò il biondo nello stesso tono.

«Questo. Me. Non cambiare nulla nel nostro rapporto» Affermò, puntellando le braccia ai lati del suo viso per non pesare eccessivamente su di lui.

Naruto si allungò un poco e sfiorò le sue labbra contratte con le proprie, si stese nuovamente contro il materasso e sorrise «Non voglio nient'altro».

Nemmeno io... Pensò l'Uchiha, abbracciandolo in vita e sporgendosi ancora una volta verso il suo viso.

A Madara e Naruto non servivano un matrimonio, né un figlio e neanche plateali dichiarazioni d'amore. Andava bene così, sarebbe andato bene per sempre.

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Capitolo 20
*** Ti presento i miei... ***


Ti presento i miei...

 

Note: Ciao care... Questo capitolo è ambientato all'inizio della relazione tra Naruto e Madara, per cui quest'ultimo è... Un bastardo, in parte... È l'inizio della sua "umanizzazione" (???)! Bacio, buona lettura.

 

 

«No».

«Sì».

«Ho detto di no».

«Madara...».

«Piuttosto mi ammazzo».

«Ti ordino di venire a conoscere i miei genitori, oppure non mi farò più scopare da te per il resto delle nostre esistenze».

Dopo più di due ore di discussione l'unica frase completa che riuscì a ringhiare Naruto, convinse il suo “fidanzato” ad accettare quella che per il suddetto era un'enorme seccatura.

Per questo motivo, alle otto precise di Sabato sera, si trovava lì: dinanzi il portone d'ingesso di casa Uzumaki-Namikaze, con un espressione truce ed assassina.

Il nano biondo gli aveva praticamente ordinato di vestirsi in modo decente e lui... Ovviamente non lo aveva ascoltato. Si era infilato la prima felpa, probabilmente pulita (Non ne era sicuro), che aveva trovato in casa; un paio di jeans neri, vecchi di qualche anno; delle scarpe da ginnastica del medesimo colore. Ed i capelli, al solito, erano stati lasciati sciolti.

Pareva in lutto. E forse, un po', lo era veramente.

Mai, in tutta la sua vita, era stato costretto ad incontrare la famiglia di quelli che si portava a letto. E fino ad allora aveva avuto solo donne, che, si sa', di solito sono più attaccate alle tradizioni.

Maledetto nano biondo, stupido ed irritante... Pensò, indeciso se tornarsene a casa sua o suonare al campanello e fare una strage... Optò per la strage!

La porta si aprì pochi secondi dopo, mostrando una giovane donna dai lunghi capelli rossi ed il sorriso gentile, che mutò in una smorfia sorpresa quando sondò la figura che aveva davanti «Mi dispiace signore, di solito non diamo soldi ai barboni».

«Sono Madara Uchiha» Si annunciò lui atono, inspirando profondamente una lunga boccata d'aria. Non era il caso di uccidere la madre dell'idiota, almeno non in quel momento. Gli altri due sarebbero potuti scappare sentendo le urla e non li avrebbe più raggiunti.

«Ah... -Lei rimase per un secondo a bocca aperta, lo guardò attentamente, poi scoppiò in una risata cristallina, la stessa del figlio, e lo abbracciò- ...Tesoro -Non ucciderla, non ucciderla, non ucciderla, non ucciderla.- scusami, ti sarò sembrata una snob con la puzza sotto il naso, ma ero così ansiosa di conoscerti che non pensavo ad altro. -Lo strinse ancora più forte e Madara contrasse la mascella infastidito- Naruto non fa altro che parlare di te: di quanto sei bello, quanto ti ama, quanto sei dolce, quanto sei fantastico...» Lo spupazzò ancora di più, mentre l'Uchiha stava andando in iperventilazione a causa della rabbia repressa ed aveva sbarrato le palpebre a quel discorso. Per due motivi:

Uno. Era una macchinetta che parlava sempre, ecco da dove proveniva la logorrea di Naruto.

Due. Chi, o cosa, gli aveva descritto quello stupido di suo figlio? Il suo amante?

Poco male, se davvero aveva un amante... Gli avrebbe tagliato le palle, così tanto per fare qualcosa. Non perché fosse geloso di Uzumaki.

«Madara!» Cinguettò la sua personale disgrazia, liberandolo dall'abbraccio della madre per... Stritolarlo tra le proprie di braccia, si sollevò sulle punte dei piedi e gli diede un leggero bacio sulle labbra contratte, per poi afferrarlo per un polso e farlo entrare in casa.

Madara stava per staccargli la mano a morsi, ma Naruto parlò ancora, rivolto alla donna, «Mamma, che ti avevo detto? Non è carino?».

Carino? Cosa sono: un cane?...

«Sì... -Concordò lei- ...È veramente un bel ragazzo».

Perché a me?... Si chiese mentre lo trascinavano in sala da pranzo, confabulando tra di loro con due identici sorrisi disegnati sul volto.

Lì, di fronte al lungo tavolo in legno, iniziò il vero strazio.

Seduto a capotavola, con le mani intrecciate tra loro e puntellate sotto al mento, la copia adulta di Naruto gli lanciava lampi d'odio dagli occhi. Come se sperasse di ucciderlo con uno sguardo. Come se stesse osservando il suo peggior nemico, un nemico da abbattere, a cui strappare la testa a morsi ed appendere al lampadario, per poi punzecchiare i resti del suo corpo con uno spiedo infuocato.

La sua espressione facciale parlava chiaramente: “Ti odio, ti odierò sempre. Non mi importa se sei una specie di filantropo; se porti, a piedi, da mangiare ai bimbi Africani; fai beneficenza; ti occupi degli animaletti abbandonati; ami mio figlio e lo sposerai prima di farci l'amore. Ti odio e sei praticamente morto!”.

Beh... Per fortuna Madara non aveva nessuno di quei, da lui definiti, difetti.

«Papà, lui è Madara!» Lo presentò Naruto, che evidentemente non aveva notato tutto quell'astio.

«Ciao, Madara» Per quale motivo il suo nome pareva più che altro un insulto?

«Buona sera, Signor Uzumaki» Pronunciò, senza degnarsi nemmeno di inchinarsi, con voce profondamente annoiata.

«Namikaze!» Ringhiò l'uomo più grande assottigliando gli occhi cerulei.

«Sì, Namikaze» Sbuffò l'altro.

Piombò uno strano silenzio, interrotto da Kushina, che li invitò a sedersi al tavolo e conoscersi meglio mentre lei sarebbe andata a controllare la cena.

Naruto si accomodò alla destra del padre e Madara, cercando di non staccare una gamba del tavolo e spaccargliela sulla schiena, si sedette vicino a lui. Incrociando le braccia al petto e sentendosi completamente umiliato.

«No... -Parlò improvvisamente Minato- ...Madara vai all'altro capotavola, così possiamo parlare meglio» Ordinò con un sorriso falsissimo.

L'uomo eseguì ciò che gli era stato detto e si ritrovò ad osservare Minato con la testa inclinata e lo sguardo dannatamente annoiato e apatico. Sperava con tutto se stesso che quella commedia finisse presto, odiava stare a contatto con troppe persone.

Intanto Kushina aveva servito la prima portata e, per smorzare la tensione, chiese gioviale «Allora, caro, che lavoro fai?».

«Avvocato» Rispose freddo ed atono.

«Odio gli avvocati, tutte carogne!» Sibilò Minato, facendo strozzare il figlio con il cibo per quella frase.

Madara scrollò le spalle incurante «Problemi suoi».

«Infatti... -Sorrise glaciale- ...E quanti anni hai?» Incalzò, nessuno dei due aveva ancora toccato cibo.

«Quasi trentuno».

«E non ti reputi un po' troppo anziano per fare coppia fissa con un ragazzino?» Domandò nello stesso tono di prima.

Uchiha Sogghignò e mosse le labbra per rispondere a tono, ma Kushina intervenne per prima «Minato, farai amicizia dopo con il caro Madara. Adesso mangia!» per un attimo la vide digrignare i denti e scoccare al marito un'occhiata raggelante.

«Sì, papà. Altrimenti si fredda... -Concordò Naruto, poi si voltò verso il fidanzato e disse scontroso- …Mangia anche tu».

Madara avrebbe tanto voluto recidergli la giugulare con un coltello affilato, ma si limitò a fare come gli era stato detto, per il momento. Si guardò distrattamente attorno e notò che Kushina, caratterialmente, era la copia al femminile di Naruto; entrambi euforici, chiacchieroni, con il sorriso costantemente stampato in faccia.

Minato, invece, ancora gli scoccava sguardi carichi di disprezzo.

Ma poco gli interessava, di certo non si doveva sposare il cretino. Forse non sarebbero durati nemmeno un anno, troppo diversi. Per questo non si preoccupava di fare una buona impressione sui suoi “suoceri”, non aveva intenzione di sopportare l'esuberanza di Naruto più del tempo necessario per togliersi lo sfizio di scoparselo in ogni posizione.

Quelle stupide sensazioni che provava quando stavano assieme non erano amore, ma attrazione fisica. Nulla di più.

Almeno lo credeva.

Le sue certezze stavano iniziando a vacillare giorno dopo giorno, soprattutto in quel momento. Non si sentiva infastidito dal comportamento di Minato Namikaze nei suoi confronti, lo era perché aveva intravisto l'espressione delusa di Naruto. E questo non era un bene per il suo precario equilibrio mentale.

Sospirò impercettibilmente e si portò alle labbra un sorso d'acqua, senza più volgere i suoi occhi sul padre del ragazzo.

«Basta... -Disse, dopo qualche minuto, Kushina- ...Minato, smettila di comportarti da cretino e sii gentile con il nostro ospite!» Lo ammonì severa ed autoritaria.

«Io non volevo neanche conoscerlo, lo sai».

Era davvero un tono infantile quello che aveva udito Madara? Veramente Minato Namikaze aveva disegnato in viso un broncio fin troppo simile a quello di Naruto?

Impossibile, mi sarò ubriacato con l'acqua... Si disse sbattendo le palpebre e tentando di mettere a fuoco il viso dell'uomo più grande.

«Avevi promesso che ti saresti comportato bene» Rimbeccò Naruto duramente.

«No! Quello ti porterà via dalla tua famiglia» Asserì nuovamente in un tono leggermente infantile, assottigliando le labbra come per trattenersi dal gonfiare le guance e sbuffare.

Ah, e dove dovrei portarlo? Mmh, avrà capito che voglio ucciderlo e nascondere il cadavere in una discarica? No, improbabile... Si disse gustandosi quella litigata famigliare che stava smorzando di poco la noia che provava.

«Smettila! Ti stai comportando da ragazzino» Affermò il giovane dai capelli biondi, scrutando seriamente il padre.

«Ti ha irretito quando avevi sedici anni!» Esclamò l'adulto.

Kushina scosse la testa e gli posò una mano sul avambraccio «Minato... Non discutere con nostro figlio per una cosa così stupida. Stai facendo il padre geloso, lo sai».

L'uomo si voltò verso la moglie, poi sospirò ed annuì piano «Perché lui?... -Domandò a Naruto- ...Perché questo metallaro troppo cresciuto?... -Madara scoccò la lingua, offeso- ...Ci sono così tanti uomini e donne, persone normali. Mi sarebbe andato bene anche un Lama Tibetano al posto di questo... -Si trattenne dallo spingersi troppo oltre- ...Di una persona così fredda» Un bastardo, stronzo, sadico, meschino, senza sentimenti, odioso, vecchio, pedofilo, stupratore di bimbi innocenti... Finì nella sua mente.

«Lo amo» Dichiarò atono Naruto.

Minato puntò il gomito sul tavolo di legno, posò il pugno chiuso sotto una guancia e si rivolse alla persona che tanto detestava «E tu? Lo ami?».

Madara ghignò pronto a pronunciare un secco e deciso no, ma il ragazzo lo batté sul tempo «No! O almeno: si strapperebbe le vene a morsi piuttosto che dire una cosa del genere».

«Non è questo l'importante... -Esclamò la madre lievemente più rilassata- ...La cosa veramente importante è che facciano sesso sicuro».

A quella frase Minato si strozzò con la sua stessa saliva, Naruto avvampò completamente imbarazzato e Madara... Si accasciò sulla sedia sbadigliando e rispondendo «Ovviamente...» No... Finì all'interno di lui.

«Fanno sesso...» Ripeté completamente scioccato il maggiore, mentre suo figlio stava seriamente pensando al suicidio; rischiando l'autocombustione.

«Ormai è grande abbastanza!» Disse decisa lei.

Folli... Pensò l'ospite, senza più rivolgere parola a quei tre. Non era un uomo dalla conversazione facile, ed in più mal sopportava Minato Namikaze.

Il suddetto Namikaze si riprese, fece una smorfia e borbottò «Bene... Vorrà dire che lo sposerà!».

«Facciamo domani? Ma non troppo presto, la Domenica vorrei riposarmi» Concordò tranquillamente Madara, senza neanche alzare lo sguardo verso di loro. Il matrimonio non era di certo un problema per un cinico come lui. Tanto, sposati o non, l'avrebbe lasciato comunque in futuro.

«C-come?» Ansimò Kushina, mentre la mascella di Minato aveva quasi toccato terra e Naruto, che in fondo lo conosceva, stava pregando con tutto se stesso che non dicesse nulla di bastardo e cattivo.

Speranza vana.

L'uomo si alzò, s'inchinò in modo strafottente verso i presenti e, con un espressione che avrebbe fatto paura ad un demone dell'Inferno, parlò in tono profondo «Non mi interessa Naruto, un matrimonio, o piacere a voi. Non rimarrò con lui per sempre, non sono innamorato e non lo sarò mai. Posso essere sincero? Per ora me lo scopo. Quando mi annoierò lo lascerò, cosa che accadrà presto! Perché del suo cuore spezzato non me ne frega un cazzo e Naruto lo sa, ma gli va bene così. Ed ora addio, non è stato un piacere» Concluse, voltandosi ed andandosene senza aggiungere altro.

Guadagnandosi così anche l'odio di Kushina.

 

Una volta ritornato nella sua abitazione si svestì, mise un vecchio pantalone di un pigiama e, rimanendo a petto nudo, s'accasciò sul divano.

Naruto non lo aveva né seguito, né chiamato per insultarlo.

Tanto meglio. Domani lo contatterò e metterò in chiaro che in questa specie di relazione decido io cosa fare o non fare. E che per ora ancora mi diverto a fotterlo... Si disse accavallando le gambe sulla superficie di pelle, sentendosi stranamente infastidito dai suoi stessi pensieri.

Prima che potesse capire il perché udì il suono del campanello, sbuffò e, immaginando fosse Naruto, aprì la porta aspettandosi ogni genere d'insulto.

«Quello che hai detto ai miei genitori è vero?» S'informò tutto d'un fiato il ragazzo, non attendendo neanche di vedere l'uscio del tutto spalancato.

Uchiha inclinò il capo, ci pensò qualche secondo, poi rispose serenamente «Sì, è vero!» In quel preciso istante vide il viso di Naruto rabbuiarsi ed abbassarsi verso il terreno. Notò le lacrime cominciare a scorrere su questo e le spalle tremare in modo impercettibile. Tutto in un surreale e pesante silenzio. Quel ragazzino non frignava mai, si limitava a far bagnare il suo volto dal pianto senza emettere alcun suono, senza cercare di impietosire chi aveva di fronte.

Naruto deglutì, si piantò le unghie nei palmi e disse «Allora è meglio che vada» Concluse a fatica.

Madara lo afferrò per un polso e, con due dita della mano, gli alzò il viso «Perché?... -Soffiò imprigionandolo tra le sue braccia per non farlo scappare- ...Per qual motivo ti sei innamorato di me? Perché io? Non sono un uomo facilmente gestibile, lo sai. Non sono dolce, né romantico. Sono cinico, bastardo, incattivito dal mio passato e ti farò sempre del male. Quindi: perché, Uzumaki? Cosa ti ha fatto innamorare di me, il tuo masochismo?».

Naruto smise di piangere a quelle parole «Qui... -Disse tristemente sfiorandogli una palpebra socchiusa- ...Infondo all'iride c'è una piccola luce, piccolissima, ma c'è. Ogni volta che mi guardi la vedo crescere, brillare sempre più forte. Qui, invece... -Ripeté carezzandogli il petto nudo e posando la mano all'altezza del cuore- ...Lo sento battere. Sempre più forte ogni volta che facciamo l'amore, lo fa così velocemente che, a volte, è come se si volesse tendere per raggiungere il mio... -Madara fece una smorfia con le labbra e Naruto disegnò il contorno di queste con i polpastrelli- ...E qui riesco a vedere il tuo sorriso trattenuto. Non un ghigno, un vero sorriso. Madara... Io ti vedo! Ti vedo così nitidamente che mi stupisce il fatto di essere l'unico, od uno dei pochi, a riuscirci» Concluse abbassando di nuovo lo sguardo e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

«Tu, così come Izuna e Hashirama, avete visto qualcosa che non esiste. Per quale motivo vi siete fissati con me? Cosa credete di riuscire a cambiare? Ho trentanni, Naruto... -Affermò duramente staccandosi da lui e allontanandosi di qualche passo- ...Non cambierò, non diventerò mai l'uomo che vuoi» Concluse glaciale.

Il giovane agitò la testa in un gesto di diniego «L'uomo che voglio sei tu, con tutti i tuoi difetti».

L'altro, d'istinto, lo abbracciò di nuovo, affondò il viso sulla nuca bionda e respirò il suo profumo «Un sadico e un masochista non dovrebbero stare insieme, Naruto».

Questi scrollò le spalle e rispose flebile «E chi lo dice?».

«Il buon gusto, la società, la razionalità di ogni individuo» Affermò accentuando la presa, fin quasi a soffocarlo tra le sue braccia.

Naruto boccheggiò, si sollevò sulle punte e gli scoccò un bacio sul collo «Ti amo! Ti amerò in eterno, è inutile scappare. Puoi ferirmi, distruggermi, picchiarmi, insultarmi, prendermi con violenza, trattarmi da puttana. Non cambierà mai, qualsiasi cosa farai per tentare di farti odiare, con me non funzionerà».

«E quindi, secondo te, cosa dovrei fare?» Domandò Madara con un lieve sussurro.

Il più piccolo posò i palmi sulle sue guance incorniciandogli il volto, sfiorò delicatamente le sue labbra con le proprie e rispose «Fatti amare da me. Non voglio altro».

Uchiha annuì distrattamente e approfondì il contatto. Ancora non aveva compreso quanto sarebbe realmente cambiato in futuro, quanto la sola presenza di Naruto lo stava progressivamente trasformando nell'uomo che, inconsciamente, avrebbe sempre voluto essere. Seppur Madara Uchiha sarebbe rimasto il solito stronzo, tronfio, bastardo ed egocentrico... Con Naruto, forse, lo sarebbe stato un po' meno.

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Capitolo 21
*** Felice anniversario?! ***


Felice anniversario?!

 

Note: Salve! Oooh, è quasi finita. Questo è il penultimo capitolo °Già inizia a piangere°... Mmmh, forse è un po' sottotono rispetto alle altre, ma... In questi giorni sto avendo qualche piccolo problema e il comico non mi viene bene, però ci tenevo ad aggiornarla. Perdonatemi (?) XD... Vi lascio alla lettura °Inchino°.

Oh sì, scusate anche se ci saranno parecchi errori (Spero di no), ma sono sottotono questi giorni (?)...

 

Naruto era euforico.

Quella mattina s'era svegliato alle sette precise, cercando di provocare il minor rumore possibile aveva contattato il suo datore di lavoro e quello di Madara, chiedendo loro un giorno di riposo per “problemi famigliari”...

...Un giorno o l'altro avrebbe fatto licenziare entrambi, ma poco gli importava.

Dovevano festeggiare!

Insieme. Da soli. Come una vera coppia di innamorati.

Mmh... Forse il terzo punto sarebbe stato un poco difficoltoso da far avverare.

Decise di smetterla di preoccuparsi e, fischiettando sottovoce, s'incamminò in direzione della cucina e, ad una velocità folle, sapendo che da lì a poco il compagno avrebbe fatto il primo grugnito scocciato della giornata, preparò la più memorabile colazione a letto mai vista prima. Almeno, questo era il suo personalissimo parere.

Ci aveva infilato qualsiasi ricetta conoscesse, o non conoscesse: un po' Americana. Giapponese. Europea. Extra-terrestre...

Sperando di non inciampare nei suoi stessi piedi, cosa che stava per avvenire inzuppando inesorabilmente l'uovo con il caffè, s'avviò in camera da letto. Pronto a ricevere attenzioni, baci, coccole e sesso mattutino... Tutto quello che un normale essere umano avrebbe fatto in quella situazione.

Appunto: un normale essere umano! Non Madara Uchiha.

Alle volte si dimenticava con chi avesse a che fare.

Le palpebre del più grande tremarono quando sentì l'odore di uovo marcio, caffè bruciato e toast, molto probabilmente, carbonizzati. Avvertiva anche uno strano odore di zolfo, come se fosse finito all'Inferno «Mmmh... Se mandi... A... Fuoco... -Sbadigliò, incespicando in ogni parola. Poi proseguì- ...La cucina... Ti faccio... Ah... Una nuova presa d'aria sulla gola!» Il buon giorno più bello del mondo!

Naruto sbuffò, posò il vassoio sul comodino e si sporse sulle sue labbra, tornando a sorridere «Auguri» Cinguettò gioioso. Quasi risplendeva per la felicità.

Uchiha si mise in una posizione semi seduta, se lo scrollò di dosso con stizza, cercando di togliersi da dinanzi al viso i capelli lunghi e scapigliati. Pareva quasi Samara Morgan appena alzato, leggermente più pericoloso «Non è il mio compleanno».

«Madara, non puoi essertene dimenticato!... -Trillò con voce più alta del normale, saltellando sul letto con le ginocchia- ...Indovina. Indovina che giorno è oggi?» Chiese sempre più elettrizzato.

L'altro percepiva l'odio e la voglia di strangolarlo crescere sempre di più, oppure sbranarlo e sentire il suo sangue invadergli la gola. Quell'idiota non poteva permettersi di svegliarlo in quella maniera «Spero sia il giorno della tua morte» Rispose acre.

Uzumaki gonfiò le guance e lo colpì con un leggero buffetto sul viso, carezzandolo con amore in quel punto «No, scemo. Riprova!».

Ho capito: si vuole suicidare... Pensò Madara con gli occhi sbarrati, scioccato da quelle parole e da quei gesti. Quale parte della regola d'oro: “Di mattina non: parlarmi, toccarmi, baciarmi, irritarmi”non aveva compreso il suo fidanzato-scemo? Eppure credeva che in tutti quegli anni lo avesse capito «Naruto... -Iniziò mantenendosi calmo e paziente- ...Ti pregherei di non istigarmi alla violenza e di farmi alzare, devo andare in ufficio».

«Ho chiamato il tuo capo, informandolo che oggi non puoi lavorare» Riferì in tono genuinamente innocente, continuando a sorridere come un ebete.

Il più grande si alzò di scatto, mostrandosi completamente nudo. Come ogni giorno. Si era detto che sarebbe stato del tutto inutile mettersi qualsiasi capo d'abbigliamento per dormire, visto che ogni notte Naruto si accoccolava su di lui per... Provocarlo a fare altro.

«Tu... Che diavolo hai osato fare?» Sbraitò incattivito, puntandogli un dito contro.

Il biondo gli circondò i fianchi con le mani e se lo tirò contro, facendolo stendere sopra il suo corpo «Voglio il mio regalo, Mada-chan!» Esclamò, sviando il discorso.

A quelle parole “Mada-chan” si trasformò in un mostro. Gli pizzicò mortalmente una natica, fasciata solo dai boxer, e poi avvolse il suo collo con i palmi delle mani. Stringendolo con forza «Mentecatto. Non vedrai un'altra alba sorgere».

Naruto annaspò e gli scoccò uno sguardo languido, posando una mano sulla sua guancia e biascicando a fatica «L-lasciami... S-sch...erzav-o».

«Parla!... -Ordinò, diminuendo lievemente la presa quando lo udì tossire- ...A cosa devo questo tormento, oggi?» Indagò, posizionandosi meglio sopra il suo bacino e stringendo i suoi fianchi con le cosce. Una parte di lui gli sta suggerendo di fare “altro” anziché ucciderlo.

«V-volevo festeggiare» Disse rauco, deglutendo e tentando di tornare a respirare normalmente.

«E cosa volevi festeggiare?» Rimbeccò lasciando la presa sulla sua gola ed incrociando le braccia al petto, scoccandogli un'occhiataccia raggelante come ammonimento. Se avesse detto una stronzata sarebbe morto in un istante, dopo essere stato scopato a sangue.

Naruto socchiuse gli occhi, sfiorando con le dita i suoi avambracci, ed iniziò piano «Oggi... Sono dieci anni che stiamo insieme, ufficialmente. Lo so che odi gli anniversari, ma... Guardaci... -Disse scoppiando a ridere cristallino- ...Nessuno avrebbe scommesso su di noi e invece...» Concluse lasciando cadere il discorso e accasciandosi contro il materasso, mostrandosi completamente abbandonato a lui.

Madara assottigliò le labbra e scostò lo sguardo. In verità sapeva benissimo che quel giorno era il loro anniversario, se ne ricordava ogni anno anche se non mostrava alcuna differenza. A volte si limitava a trattare il compagno leggermente meglio, senza fargli capire nulla. Cosa abbastanza semplice visto che Uzumaki era un cretino.

Però... Dieci anni. Ci aveva riflettuto tutta la notte, poteva davvero comportarsi come sempre quella volta? O forse doveva smussare ancora un poco i suoi spigoli?

Spostò le iridi scure sul volto sorridente dell'altro e decise, in fondo... Non l'avrebbe mai saputo nessuno, no? E se così non fosse stato si sarebbe macchiato le mani con il sangue del suo nemico e... Scrollò la testa tornando in sé, niente piani d'omicidio per quel giorno!

«E cosa vuoi fare per festeggiare?» Chiese atono, quasi annoiato dal quel discorso.

Naruto sgranò gli occhi cerulei, sorpreso e assurdamente felice di quella frase. Fece velocemente lavorare il poco cervello che aveva ed espose «Vorrei un vero appuntamento. Potremmo andare a fare compere, poi pranziamo da Teuchi, poi andiamo al cinema o dove vuoi tu e ceniamo in un bel ristorante. Ti prego, Madara. Per favore!...- Lo supplicò letteralmente, congiungendo le mani in preghiera e notandolo continuare a fare smorfie schifate ad ogni parola. Uchiha non era un tipo sociale, odiava stare a contatto con altre persone e quella giornata, così descritta, sarebbe stata un'immensa tortura. Naruto sospirò rendendosi conto dell'impossibilità della cosa e aggiunse- ...Oppure, potrei accontentarmi di un regalo».

«Non ti ho comprato nessun regalo!» Esclamò duramente l'altro uomo.

Il più giovane avvolse la sua schiena con le mani e se lo tirò ancor più vicino, gli baciò le labbra contratte in una smorfia e sussurrò malizioso «Potresti permettermi di stare sopr...».

Nemmeno il tempo di conclude la frase che Madara Uchiha si era fiondando in bagno sbraitando «Vestiti, rincoglionito!».

Lo conosco fin troppo bene... Si disse ilare, mettendosi seduto sul letto e complimentandosi per il piano geniale che aveva avuto quel giorno. Perché in fondo, Naruto Uzumaki, era perfettamente cosciente che il fidanzato avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non fare il passivo.

E così fu che l'impossibile divenne possibile... Pensò ancora alzando il pugno verso un immaginario tramonto e sghignazzando tra sé e sé.

Intanto, Madara, si lasciò scivolare le gocce d'acqua calda sulla schiena. Sospirò, portando indietro la nuca e serrando gli occhi scuri. Poggiò il palmo sulle piastrelle della doccia e, abbassando nuovamente il capo, si lasciò andare ad un lieve sorriso.

Stupido. Adorabile. Moccioso...

Grazie ad ogni Kami esistente o non esistente nessuno era in grado di leggergli nel pensiero, altrimenti avrebbe realmente dovuto fare una strage.

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Capitolo 22
*** Il cuore di un bastardo... ***


-Il cuore di un bastardo...-

 

Ringrazio narutina 90, perché l'ispirazione per questo capitolo (Scritto molto tempo fa) mi è stata data da i suoi commenti precedenti!

Note dell'autrice: Prima di tutto: Grazie! A chi ha sempre seguito la storia, a chi si è appassionato alla coppia, e a chi mi ha fatto sorridere con le sue recensioni. °S'inchina°... È finita, ma tutto finisce (?)... E poi, Madara e Naruto torneranno. Non dico che siano diventati la mia OTP (Quella è, e sarà sempre, il SasuNaru), ma mi piacciono insieme e di idee ce ne sono due o tre su di loro!

Il capitolo che leggerete non è comico, ma non è nemmeno così tragico. Non finirà male, diciamo che si è riso sempre, qui di meno! Madara è.. Beh.. Un po' OOC, ma guardate ho sputato sangue per non farlo più di tanto OOC, non potevo muovermi in altro modo!

Spero, in futuro, di leggere altre MadaNaru. E vorrei, appena posso, far inserire la Madara/Naruto come scelta delle coppie... Devo informarmi su come fare ^^'... Oh, a proposito se lo sapete, potete dirmelo? Non ci capisco nulla di queste cose!

Io, Madara, Naruto e tutti gli altri pazzi vi salutiamo e vi mandiamo un bacio (Madara no, è troppo Uchiha per farlo. Sasuke è stato costretto da Karin). Buona lettura, grazie ancora! Mi mancherete °Abbraccia tutte forte-forte e sparisce in una nuvola di fumo°

NB: Volevo inserire una bella immagine MadaNaru per chiudere in bellezza, ma... Non c'è ne sono ç.ç. La mia coppietta è così snobbata che non c'è ne sono °Piange ancora e sparisce definitivamente°.

 

Quando passi anni della tua vita assieme alla stessa persona...

...Non riesci più a farne a meno!

 

Dieci anni...

Sono molti.

Dieci anni...

Era quasi spaventoso pensarlo.

E, se ci rifletteva accuratamente, erano anche di più.

Quattordici anni...

Da quando aveva visto per la prima volta Naruto, ingolfato nella sua divisa scolastica, i capelli perennemente scompigliati di quel giallo così simile ad un immenso campo di grano, e gli occhi, di un azzurro da mozzare il fiato, spalancati sul mondo.

Un adolescente.

Un ragazzino con grandi sogni per il futuro.

Un sogno: Madara!

Lo aveva sempre desiderato, ogni giorno.

E, alla fine, lo aveva avuto.

Da sempre, per sempre, fino alla conclusione della sua vita mortale... Ed oltre.

Oh, sì, Uzumaki non si sarebbe mai sognato di lasciarlo andare nemmeno da morto.

Erano legati da qualcosa che li spingeva sempre più vicini, più uniti... In ogni attimo sentiva crescere il suo amore per lui.

Di solito, con il tempo, l'amore diminuisce fino a scemare. Non era così, non lo era mai stato. Perché un tornado e un vulcano si daranno forza in eterno se messi vicini.

Da quando Madara aveva iniziato a dimostrargli il suo affetto in modo meno contorto, da quando la sua umanità era quasi del tutto sfuggita alle spesse catene in cui l'aveva imprigionata, Naruto, secondo il maggiore, era divenuto ancor più petulante e insopportabile.

Da anni non faceva altro che sorridere come un ebete, in ogni secondo, minuto, ora della giornata. Provocando così un collasso nervoso al compagno.

Gli si avvicinava e lo abbracciava senza permesso, lo baciava e se lo coccolava quasi fosse stato un enorme peluche; e Madara lo minacciava di morte, in questo non era cambiato.

A parte il fatto che le sue minacce venivano succedute da un lieve stiramento di labbra. Aveva tentato più volte di scollarselo di dosso, ma non c'era nulla da fare; alla fine si era dovuto arrendere al fatto di dovercelo avere appiccicato come la carta moschicida.

Ne era innervosito, molto.

Per anni si era imposto come l'uomo che odiava il contatto fisico, ed invece, per colpa di quel moccioso si era reso conto che non gli provocava così fastidio come immaginava.

Ovviamente il cambiamento fu solo nei confronti del compagno, continuava disgustare quel contatto con qualsiasi altra persona sulla faccia della Terra.

E poco importava se il suo, dannato e maledetto, migliore amico gli si fiondasse addosso ridendo come un idiota qual era e ricercasse un abbraccio.

Come in quel momento.

«Madara... -Trillò euforico- ...Ti devo dire una cosa bellissima...» Continuò saltellandogli intorno come un cretino. Hashirama, alle volte, aveva la capacità cerebrale di un bambino di cinque anni.

«Sto lavorando» Grugnì per tutta risposta, stipando ordinatamente i fogli sulla scrivania e storcendo il naso all'eccessiva mole di lavoro di quei giorni.

«Ma è importantissimo!» Sorrise il Senju a trentadue denti, sedendosi dinanzi a lui e tamburellando i piedi, incapace di stare fermo per più di cinque secondi.

«Parla e basta, mi hai stancato» Ordinò, ancora deciso a non prestargli la benché minima attenzione. Avrebbe fatto finta di ascoltarlo ed annuito ogni tanto, come sempre.

Hashirama si alzò di nuovo in piedi ed annunciò «Diventerai zio! Oh, Madara non vedo l'ora che nasca. Sai le cose che gli insegnerò? Oppure le, Mito dice che è femmina, io invece penso sia un maschietto. Così non fosse comunque ne avremmo altri... Anche se due bambini sono un po' complicati da gestire... E poi lei ha trentasei anni, non è un po' anziana? Non dirle che le ho dato della vecchia... -Si premunì d'un tratto, poi ricominciò a straparlare- ...Però, Mito con le voglie è ancora più violenta! Non credo di poter sopportare una seconda gravidanza, ma voglio due figli. Mi piacciono i bambini. Magari sono gemelli! Sì, sarebbe fantastico. Sai che ho letto un libro? Dice che...».

Mentre il discorso di Hashirama continuava, spaziando da un argomento all'altro, Madara udiva un leggero e fastidioso fruscio che gli rimbombava in testa. Captando solo l'essenziale: “Mito è incinta, che bello!” Ecco tutto ciò che aveva compreso.

«Sì, congratulazioni».

«Sapevo che avresti accettato!» Cinguettò felice, superando quasi la barriera del suono.

Madara alzò gli occhi verso l'altro e indagò «Accettato cosa?».

«Ovviamente... -Prima di concludere la frase s'avvicinò alla porta- ...Sarai tu il padrino di mio figlio, o figlia, o figli» Concluse, uscendo velocemente dall'ufficio.

Uchiha spalancò le palpebre, afferrò dalla scrivania una pesante spillatrice e tentò di lanciargliela dietro la schiena. Peccato che lo sporco Senju si fosse già sbattuto la porta alle spalle e su questa, visto la potenza del lancio, si creò una profonda crepa.

«IDIOTA! NEANCHE MORTO!» Sbraitò scattando in piedi, poi sbuffò rassegnato e si passò una mano tra i lunghi capelli corvini.

 

Naruto stava tornando a casa dopo una lunga mattinata lavorativa e un abbondante pranzo da Teuchi. Era passato al Supermercato per fare una nuova scorta di Ramen e comprare altro cibo ordinatogli dal fidanzato e, in quel momento, trotterellava contento per le vie di Konoha.

Fosse stato per lui sarebbe volentieri passato a trovare Madara, ma il ricordo delle sue parole lo bloccava: “Prova ad entrare nel mio ufficio e ti sgozzo. Sono pieno di lavoro, non ho tempo da perdere con te!”... Peccato. Avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia nell'esatto momento in cui Hashirama lo informava che sarebbe stato costretto a divenire il padrino di suo figlio.

Sì, Naruto sapeva sempre in anticipo tutto ciò che riguardava il compagno, anche perché la sera il suo compito era ammansirlo abbastanza da farlo accettare qualsiasi cosa.

È un lavoraccio... Si disse sghignazzando allegramente.

Quei giorni si sentiva stranamente fortunato: il suo capo gli aveva fatto i complimenti per un articolo.

Sasuke aveva chiamato, ed era un evento raro, informandolo che la loro vecchia classe aveva organizzato una rimpatriata. Per cui avrebbe rivisto tutti i suoi vecchi amici.

Hidan e Tayuya, il pomeriggio precedente, gli avevano portato una torta, fortunatamente arrivata intatta in cucina, passando le successive ore a prendere in giro Madara. Non erano poi così male i suoi vicini, se separati dal compagno.

Izuna li aveva invitati a cena per festeggiare il compleanno di Tobirama, e stranamente il porcospino gigante aveva accettato.

E quella sera lo avrebbe convinto a dire sì anche ad Hashirama.

Tutto perfetto.

Peccato che quando tutto va fin troppo bene, ci sarà sempre qualcosa che andrà storto!

Forse avrebbe dovuto pensarci mentre attraversava quel tratto di strada, quando un ragazzino di massimo sedici anni, decisamente di corsa, lo travolse facendogli perdere l'equilibrio e cadere di mani le buste della spesa.

«Cazzo!» Imprecò lanciando uno sguardo al semaforo ancora verde, sbuffò notando che non c'erano macchine nelle vicinanze e si chinò a raccogliere ciò che era caduto. Maledicendo nel frattempo i ragazzini maleducati.

Si rimise nuovamente in una posizione eretta, scoccando un'altra occhiata al semaforo tornato rosso, mancavo circa cinque metri all'altro marciapiede. Ce la poteva fare, così accelerò il passo.

Stupido ragazzino, la prossim...

 

Madara sbatté la fronte sulla scrivania, incazzato. Sarebbe stato costretto a passare tutta la notte in quel buco d'ufficio, lo sapeva.

Sgranchì le gambe stendendole sotto il tavolo da lavoro e bestemmiò internamente al suono del cellulare. Pensò di non rispondere, ma vedendo il nome di Naruto si disse che la cosa migliore sarebbe stata farlo, visto che in caso contrario lo avrebbe stressato senza sosta per ore.

Ed in più poteva sfogarsi con lui, insultandolo un po'.

Cretino! Sono in ufficio, ti avevo detto di non chiamare”.

Sono Fugaku...”.

Il più giovane rimase perplesso per qualche secondo a quella risposta, allontanò il telefono dall'orecchio e controllò ancora una volta il nome sul display, poi chiese “Per quale motivo mi hai chiamato con il cellulare di Naruto?”

Il suo interlocutore tirò un pesante sospiro “Ascolta... Ho già contattato i suoi genitori e...”

Perché?” Lo interruppe a fatica, percependo una strana sensazione d'ansia crescere all'interno del suo petto. Provando a scacciarla senza riuscirci.

Ha avuto un incidente. Però non so dirti come sta, mi dispiace. Dovresti venire qui in Ospedale!” Lo informò, profondamente e sinceramente addolorato. In fondo Fugaku aveva sempre considerato il giovane Uzumaki come un altro figlio.

Chi ha avuto un incidente?” Domandò, il suo cervello si rifiutava di collegare le parole del parente. Perché sarebbe dovuto andare in Ospedale? Naruto era a casa, ad imbottirsi di Ramen davanti a qualche stupido show televisivo...

Madara... -Lo richiamò con tono grave- ...Naruto ha avuto un incidente” Specificò scandendo lentamente quelle parole.

No... -Dichiarò atono- ...Sicuramente hai sbagliato, sarà qualcuno con il suo stesso nome. Non preoccuparti succede” Biascicò confuso, ogni parte di lui stava rifiutando categoricamente una cosa del genere.

MADARA... -Sbottò il maggiore- …Ti sto chiamando dal suo cellulare, ti sto dicendo che devi venire qui. Muoviti!” Non sapeva cosa dire e come approcciarsi con quel Madara completamente diverso dal solito.

Il minore sorrise, poi disse calmo “Scusami zio, devo lavorare. Ci sentiamo” Attaccò la chiamata e spense il cellulare, cominciando ad osservarlo con sguardo vacuo per i successivi quindici minuti. Avvertiva la respirazione farsi mano a mano più pesante e le mani tremare senza sosta, ogni parte del suo corpo tremava. Ma non voleva capire il perché.

La porta del suo ufficio si aprì di scatto, mostrando un Hashirama pallido e terribilmente preoccupato. S'avvicino lentamente al suo amico e gli posò una mano sulla spalla con circospezione e affetto «Vieni, ti accompagno io».

«Dove?» Domandò flebile, abbassando il capo verso il terreno.

Hashirama lo conosceva fin troppo bene per non essere maledettamente ansioso di quelle reazioni, completamente fuori dal suo vero carattere. Madara Uchiha non era lì, quello che si ritrovava dinanzi era tutta un'altra persona, qualcuno di estremamente fragile, sconvolto e scioccato. Gli ricordava il Madara di quando morirono i suoi genitori.

La morte.

Ecco, qual era l'unica cosa che terrorizzava il suo amico.

La morte di chi amava.

«Ti va una birra?» Domandò con un sorriso, dirgli “Andiamo all'Ospedale” avrebbe solo causato una terribile lite e non era il caso, non in quel momento. Prima doveva riuscire almeno a trascinarlo fino alla macchina.

Uchiha fece una piccola smorfia, si alzò docilmente dalla sedia e raccattò le sue cose, seguendolo lentamente ed in silenzio, solo quando arrivarono alla vettura del Senju affermò gelido, nascondendo malamente un lieve tremore nel tono di voce, «Mi dispiace... Ho promesso a Naruto di tornare presto e... Poi lo sai che si arrabbia e comincia a fare il ragazzino e... E... Nulla, devo... Andare...».

Hashirama deglutì pesantemente a quella frase, che stonava in modo pauroso detta dalla stessa persona che conosceva da tutta una vita. Era molto più grave di ciò che pensava.

«Madara!... -Esclamò, strattonandolo per un polso e voltandolo verso di lui prima che si allontanasse, si bloccò per un attimo alla vista dei suoi occhi neri velati di ansia e dolore mal trattenuti, e gli circondò una spalla con un braccio- ...Vieni, vedrai che non è nulla di grave» Sussurrò gentilmente, costringendolo a salire in macchina.

«Non era in auto» Borbottò dopo qualche minuto di viaggio.

L'altro assottiglio le labbra e chiese «Come?».

«Non era in auto... -Ripeté, tornando al solito tono freddo e atono di sempre- ...Solo lui... Solo quel deficiente poteva avere un incidente pur non guidando!» Finì scoccando la lingua ed incrociando le braccia al petto.

Hashirama non rispose, lasciandolo sfogare.

Madara... Madara era così. Più una cosa gli faceva male, più si rinchiudeva all'interno della sua scorza dura e impenetrabile. Più appariva duro e freddo, più significava che il dolore lo stava dilaniando.

E in quel frangente non provava altro che puro, immenso, dolore.

 

Minato Namikaze si alzò per la centesima volta dalla scomoda sedia della sala d'attesa, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e camminò avanti e indietro per la stanza mentre sua moglie, con la schiena piegata, osservava senza vederlo realmente il pavimento sterile di quel luogo.

«Minato, Kushina!... -Li richiamò una voce, facendoli sobbalzare- ...Come sta?» Domandò Hashirama, posandogli una mano sull'avambraccio per bloccare il suo cammino.

«Non ci hanno ancora detto nulla!» Rispose duramente, staccandosi da lui e continuando a percorrere la stanza, non se la sentiva di parlare con nessuno.

Madara si sedette il più lontano possibile da chiunque di loro, udendo i flebili sussurri addolorati di Kushina Uzumaki e le rassicurazioni del suo migliore amico, che s'era accomodato vicino a lei... Per un attimo crebbe in lui un senso di irritazione per l'usurpazione di un ruolo che doveva essere suo e di nessun altro, ma poi si dimenticò ogni cosa, continuando a tenere gli occhi chiusi e il volto puntato a terra...

...Per la successiva mezz'ora non fece altro.

Quando il Medico li raggiunse nemmeno si alzò, fosse stato per lui sarebbe volentieri tornato a casa, rimanere rinchiuso nella sua abitazione per il resto della sua vita gli pareva d'un tratto l'idea migliore e appagante che avesse mai avuto.

Sentì le domande di un'ansiosa Kushina e la risposta dell'uomo... Ma non le capì... Tutti i suoni gli apparivano distanti e senza significato, come se avesse indossato un paio di tappi per le orecchie. Inconsciamente si sfiorò il padiglione auricolare con le dita, non avvertendo nulla di strano...

Minato sospirò di sollievo abbracciando la moglie, ed intravide la figura di Madara Uchiha, fermo nella stessa posizione, come se si fosse trasformato in una statua di marmo. Socchiuse gli occhi e lo raggiunse con lentezza, posandogli una mano sulla spalla «Sta bene, si rimetterà completamente».

L'altro uomo lo osservò per un secondo e annuì distrattamente.

«Tu non mi piacevi per niente!... -Riferì il Namikaze, accomodandosi accanto a lui e circondandogli le spalle con un braccio, gli puntò un dito in direzione del viso e continuò- ...Sei stronzo, amorale, bastardo e antipatico. Qualsiasi persona sulla faccia della Terra sarebbe migliore di te, e lo pensa anche Kushina... -Rise del fatto che lui e sua moglie fossero stranamente d'accordo su qualcosa- ...Però... Questa sera devo ammettere che ho un po' cambiato idea su di te» Concluse seriamente.

«Mmh... Perché?» Domandò disinteressato.

«Perché lo ami» Rispose aprendosi in un altro sorriso, alzandosi nuovamente e raggiungendo di nuovo Kushina, senza aggiungere altro.

Madara incrociò le braccia al petto e chiuse nuovamente gli occhi scuri. In un altro momento avrebbe ghignato di supponenza facendo una battuta che gli sarebbe costata il nuovo odio dell'uomo, facendogli cambiare idea in tempo record, ma non era in grado di pensare a nulla in quell'istante.

A nulla che non fosse Naruto.

Passarono altre due ore, fatte di chiacchiere tranquille tra Minato, Kushina e Hashirama, che più rilassato si congedò venendo ringraziato dai coniugi per la sua disponibilità. Non salutò Madara, lo conosceva abbastanza bene da capire che voleva rimanere solo, senza essere compatito da altri.

Nessun altro li raggiunse.

Né Sasuke, né Izuna.

Entrambi erano coscienti che un Uchiha preoccupato ed emozionalmente instabile bastava ed avanzava in quella situazione.

Soprattutto se quell'Uchiha era Madara.

Anche se, per convincere Sasuke a rimanere a casa, Karin dovette quasi ammazzarlo!

 

«Se i genitori vogliono entrare, si è appena risvegliato. Anche se non è molto vigile» Li informò il dottore con un sorriso, qualche ora dopo.

Kushina stava per raggiungere velocemente la stanza del suo bambino, se non che Minato la bloccò e, indicando Madara con un gesto del capo, mormorò «Facciamo andare prima lui, sta per morire di preoccupazione».

La donna si morse l'interno di una guancia ed annuì titubante «Senta... -Si rivolse al giovane medico- ...Può entrare prima il suo fidanzato?».

L'uomo rimase basito da quella frase e spostò lo sguardo verso la figura scura che, in quel momento, si era alzata e li stava raggiungendo lentamente «Beh... In realtà solo i famigliari potrebbero... Cioè... Sapete è la prassi...» Balbettò agitato, quel gigante dai lunghi capelli neri e gli occhi infossati a causa delle occhiaie ancora più marcate, lo impauriva.

Kushina per poco non gli staccò il collo a morsi e sibilò pericolosa «Lui è un famigliare».

«Certo... Io capisco. Va bene!» Si congedò rapido, decretando che... La signora Uzumaki era cento volte più pericolosa di quell'enorme becchino.

Madara seguì la scena con il collo inclinato d'un lato e successivamente, passando accanto ai due e mormorando un impercettibile “Grazie”, raggiunse la stanza di Naruto; scrutandolo attentamente: era pallido, una flebo attaccata al braccio destro ed il sinistro fasciato da delle garze. Una gamba ingessata fino alla coscia, un enorme cerotto gli copriva la guancia sinistra e l'occhio era socchiuso, incrostato di sangue.

Aveva l'irrefrenabile voglia di vomitare e poi uccidere chi aveva osato fargli del male.

«M-madara... -Sussurrò flebile- ...Non sono un bello spettacolo, vero?» Chiese respirando a fatica.

«Come?» Domandò atono.

Naruto aggrottò le sopracciglia e rimbeccò confuso e sfiancato «Come cosa?».

«Come è successo?» Ribadì rimanendo dinanzi la porta chiusa, non avendo la benché minima intenzione di avvicinarsi a lui. Anche perché, se lo avesse fatto, come minimo l'avrebbe pestato, vista tutta la rabbia trattenuta fino a quel momento.

«Ecco... Stavo attraversando e il semaforo era verde... Poi però un ragazzino mi ha spinto e mi è caduta la spesa e... -Inalò una boccata d'aria, parlare così a lungo gli procurava un acuto dolore allo sterno. Così come gliene procurava respirare.- ...E ci ho messo un po' di tempo per raccogliere tutto e... Una macchina è passata proprio quando avevo finito e...».

«La spesa!... -Lo interruppe glaciale- ...Tu sei quasi morto per la spesa!» Disse cupo. Stava per scoppiare, lo sapevano entrambi.

Naruto tentò di rassicurarlo con un sorriso e disse «Non sono morto, Madara».

Il corpo dell'Uchiha tremò a quelle parole, le labbra si assottigliarono sbiancando ancora di più e gli occhi divennero puro petrolio infuocato.

Era furioso.

Come non lo aveva mai visto prima di allora, faceva paura perfino a Naruto.

«PAZZO!... -Urlò a pieni polmoni, così forte che Uzumaki era certo che lo avessero sentito per tutto il reparto- ...POTEVI MORIRE. SARESTI MORTO PER UNA STRONZATA! ED OSI LAMENTARTI ED OFFENDERTI QUANDO TI INSULTO? IMBECILLE. CRETINO. DECEREBRATO. MA A TE CHE IMPORTA EH? COSA TI FREGA SE HO PASSATO TRE ORE DELLA MIA VITA TENTANDO DI TRATTENERMI DAL LASCIARMI ANDARE A CAUSA DELL'ANSIA? CHE TI IMPORTA SE MI È QUASI VENUTO UN INFARTO QUANDO MI HANNO DETTO CHE ERI IN OSPEDALE? FERITO! MORIBONDO!... -Il tono di voce si alzò ancora di più, non aveva smesso di urlare nemmeno un secondo, vomitandogli contro tutta la sua ansia- ...A TE CHE IMPORTA SE IO HO PASSATO LE ORE PEGGIORI DELLA MIA VITA A CAUSA TUA? NULLA» Concluse, voltandosi, pronto ad andarsene da quel luogo che lo stava soffocando.

Non voleva vederlo, non voleva sentirlo.

Lo odiava. Lo disprezzava.

Quel giorno aveva compreso che non poteva fare a meno di Naruto, ne sarebbe morto altrimenti. Le sue difese erano crollate in un attimo, trasformandolo in chi non desiderava essere.

Un essere umano.

Che soffriva e pregava!

Pregava. Madara Uchiha aveva pregato per tutte quelle ore un Dio a cui affermava di non credere, per lui. Solo per Naruto!

«M-mi dispiace... -Ansimò la causa di tutto con voce spezzata dal pianto- ...M-mi... D-dispiace» Ripeté a fatica, tendendo la mano fasciata verso di lui. Avrebbe voluto seguirlo, trattenerlo, abbracciarlo e chiedere ancora perdono, ma non poteva muoversi.

Non poteva fare nulla.

Madara, udendo un suo mugolio dolorante, si morse a sangue il labbro inferiore e si voltò nuovamente. Per un secondo il cuore gli si strinse in una morsa vedendolo piangere e tendersi con tutte le sue poche forze per raggiungerlo; stava avendo una crisi di panico. Cosa abbastanza normale, visto quello che gli era accaduto e l'incentivazione dello stress a causa delle sue urla. D'istinto, senza pensare, lo raggiunse, posandogli una mano sulla guancia sana ed asciugando le lacrime che la rigavano «Scusami, Naruto...» Sussurrò mentre i singhiozzi del biondo diminuivano leggermente.

S'abbassò su di lui e lambì le sue labbra gonfie con le proprie «Non farlo più... -Mormorò spostandosi a baciare la guancia e l'occhio sano con dolcezza- ...Non farlo più... -Ripeté sfiorando la fronte sudata- ...Promettimelo!» Ordinò duramente immergendo il viso nella chioma bionda.

«L-lo p-pro-prometto» Disse scosso ancora dai singhiozzi, cercando ancora una volta di muovere il braccio fasciato per abbracciarlo.

«Sta buono» Lo ammonì l'altro, si fece spazio accanto a lui e gli circondò la vita, facendo una smorfia di dolore per la posizione scomoda. La mole di Madara non era proprio l'ideale in quella situazione, dato che non poteva far spostare nemmeno di un centimetro il compagno.

«Il dottore ti sgriderà» Affermò piano Naruto, baciandogli la punta del naso e sorridendo felice, riprendendosi, gli era mancato in quelle ore.

Uchiha sbuffò ed esclamò irritato «Non gli conviene entrare in questa stanza... -Non dopo avermi quasi proibito di vederti... Concluse dentro di sé- ...Oh, ci sono i tuoi genitori» Si ricordò improvvisamente.

Il più piccolo assottigliò gli occhi ed indagò «Hai litigato con papà?».

«No!».

«Hai litigato con mamma?».

«Nemmeno» Rispose per l'ennesima volta, un poco infastidito dalla mancanza di fiducia che aveva l'altro nei suoi riguardi.

Uzumaki sospirò, rilassandosi completamente, poi chiese con tono imbarazzato «Madara... Vorrei... Sai... Lo so che non lo dici spesso ma io, ne ho bisogno ora e...».

«Ti amo» Dichiarò l'Uchiha, bloccando quel fiume di parole e sporgendosi ancora una volta verso le sue labbra.

«Anch'io» Pigolò Naruto quando si staccò da lui.

«Ora dormi» Parlò massaggiandogli un fianco con dolcezza.

Il più giovane si oppose, con poca enfasi nella voce, «Ma... Poi mamma e papà mi troveranno addormentato...».

«Non fa nulla. Riposati» Soffiò ancora sulle sue labbra, vedendolo chiudere l'occhio sano e trattenere uno sbadiglio.

 

«Vai a casa?» Gli domandò Minato, quando uscì dalla stanza di suo figlio.

L'uomo dai lunghi capelli neri annuì e lo informò «Devo prendere alcune cose per Naruto, torno tra poco... -Stava per allontanarsi definitivamente quando si ricordò una cosa- ...Ah, signor Namikaze?» Lo bloccò prima che potesse scomparire oltre la porta.

«Sì, dimmi» Rispose Minato con un sorriso. Aveva rivalutato Madara, era un brav'uomo, si vedeva che amava il suo bambino e...

«In realtà suo figlio me lo scopo e basta»

...Ed è un grandissimo figlio di puttana!

Madara ghignò udendo le urla furiose di Minato. Preferiva di gran lunga che i coniugi Uzumaki-Namikaze lo odiassero, sarebbe stato più divertente.

In quel momento si ricordò che doveva ancora finire di lavorare, cenare e... E soprattutto dire di no ad Hashirama!

Quando Naruto si riprenderà... L'ammazzerò io stesso per avermi rovinato la giornata... Si ripromise con un sorriso, perfettamente cosciente che non l'avrebbe mai fatto.

Madara e Naruto non era una normale coppia d'amanti, di fidanzati, compagni, o come volete chiamarli voi.

Madara non si sarebbe mai trasformato in un uomo buono e gentile e Naruto sarebbe sempre rimasto un idiota accecato dall'amore che provava per lui.

Avrebbero continuato, in eterno, a litigare per l'acqua calda che ogni mattina consumava il più giovane, per la colazione bruciata, per gli attacchi omicidi del più grande.

Uchiha, probabilmente, avrebbe tentanto di recidergli la carotide con un coltello e Naruto, invece, di avvelenarlo con l'onnipresente cianuro. Che il più grande ancora aveva intenzione di usare per liberarsi di Tobirama.

Madara odiava il contatto fisico, le frasi sdolcinate, i film romantici e stare in mezzo alla gente. Naruto amava tutte quelle cose.

Madara adorava vedere il terrore negli occhi di Obito, trascorrere le sue giornate a leggere e andare a correre nel parco completamente deserto la Domenica mattina. Naruto detestava i suoi hobby.

Eppure... Eppure, in un modo del tutto contorto, entrambi amavano l'altro.

In egual misura.

E Naruto avrebbe sempre, sempre, considerato questa come la sua vittoria più grande, perché... Beh... Trovate un altro uomo sulla Terra che è riuscito a farsi amare da Madara Uchiha!

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