I Love You More Than I Can Ever Scream

di PrimPrime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ci trasferiamo ***
Capitolo 2: *** Los Angeles ***
Capitolo 3: *** Black Veil Brides ***
Capitolo 4: *** Scuola ***
Capitolo 5: *** Sorpresa inaspettata ***
Capitolo 6: *** Nuove amicizie ***
Capitolo 7: *** Emily ***
Capitolo 8: *** Festa ***
Capitolo 9: *** Una serata indimenticabile ***
Capitolo 10: *** Cena in famiglia ***
Capitolo 11: *** Tra felicità e disperazione ***
Capitolo 12: *** Piano di fuga ***



Capitolo 1
*** Ci trasferiamo ***


Sono una ragazza di nome Mia, ho 16 anni e vivo in America.  Frequento la seconda superiore in una scuola di Seattle, ma non ci resterò per molto..  mia madre è un’interprete, ed è stata chiamata per un lavoro a Los Angeles, quindi ci trasferiamo.. di nuovo..  ci siamo trasferiti un sacco di volte per via del suo lavoro, e ogni volta è sempre più dura lasciare la città dove viviamo, città che ormai conosciamo bene, che chiamiamo casa, di cui conosciamo gli abitanti.. ed è proprio per questo che negli ultimi anni, ogni volta che ci siamo trasferiti, non ho cercato di farmi degli amici nella nuova città.. è dura trasferirsi ogni volta in un posto nuovo, e sapere sin dal primo giorno che non ci resterai per molto, che di lì a poco tua madre sarà chiamata per un altro lavoro e dovrete trasferirvi di nuovo.. quindi sono diventata una persona che molti chiamano “asociale”, che non parla con nessuno, che si tiene alla larga da ogni rapporto con gli altri che non sia strettamente necessario, che cerca di non apparire simpatica a nessuno per paura di farsi degli amici che in poco tempo dovrà lasciare, e non potrà più rivedere.. solitamente passo le giornate chiusa in casa, a studiare il minimo indispensabile, e ogni tanto sento qualche amica su facebook, ma loro non hanno molto tempo per chattare con me, che ormai sono uscita dalla loro vita.. insomma, non ho amici, ma non mi interessa molto.
E così, sono qui che preparo le valige, cercando di non dimenticare nulla, poi do un ultimo saluto alla mia stanza, a cui mi ero affezionata, e mi dirigo in salotto, dove mio padre sta facendo l’inventario delle cose e mia madre è al telefono per accertarsi che sia tutto a posto per la vendita della casa.
"hai preso tutto?" mi domanda mio padre
"certo" gli rispondo, cercando di non far trasparire la solita ansia che mi sento addosso quando dobbiamo trasferirci
"bene, dov’è tuo fratello? Corri a chiamarlo, per favore. Il nostro aereo parte fra un ora e non dobbiamo perderlo!"
 Salgo le scale, entro in camera di mio fratello e mi accorgo che non ha ancora preparato le valigie: i suoi vestiti sono sparsi in giro per tutta la stanza, le scarpe buttate una qua e una là, e lui è sdraiato sul letto a fissare il soffitto, pensando a chissà cosa.
Si chiama Lucas, è di 3 anni più grande di me e siamo praticamente l’opposto: è un ragazzo molto socievole, bravo in tutto, si fa sempre tanti amici con cui riesce a rimanere in contatto, se ne frega di quello che dicono i nostri genitori ed è la pecora nera della famiglia, ma è anche la persona più vicina ad un amico che io abbia, infatti quando ho bisogno c’è sempre, e con me è sempre gentile e disponibile.
"ehi!" gli urlo, dopo di che si alza di colpo e mi guarda stupito:  "che cosa succede?"
"ma lo sai che ore sono? Non hai fatto ancora le valigie!" rispondo
con un espressione addormentata si porta il braccio destro vicino al viso e guarda l’orologio
"oddio!" esclama accorgendosi dell’ora; così inizia a prendere la sua roba e a buttarla a caso nella valigia, e io lo aiuto. Con un po’ di fatica, riusciamo a metterci tutto e a chiuderla, poi corriamo in salotto e indossiamo le nostre giacche. I nostri genitori stanno caricando le valigie nel taxi, li raggiungiamo e portiamo loro quelle di Lucas.
"cosa diavolo c’è qui dentro?" chiede mio padre, notando che la cerniera di una delle valigie non si chiude del tutto. "non ti preoccupare" gli risponde Lucas con fare menefreghista e sale sul taxi.
 Arriviamo in poco tempo e saliamo sull’aereo appena in tempo. Io mi siedo accanto a Lucas, e per tutto il viaggio non facciamo altro che stare in silenzio mentre ascoltiamo musica sui nostri mp3 e lui ogni tanto tira fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e manda qualche sms ai suoi amici.
 Ormai manca poco all’arrivo a Los Angeles, già si riesce a vedere la città dal finestrino dell'aereo, e io non riesco a fare a meno di pensare a come sarà vivere lì, come sarà la nostra nuova casa, e dentro di me sento che questa volta non sarà come tutte le altre volte che ci siamo trasferiti.. sento che accadrà qualcosa di speciale..
"tutto bene? – mi chiede Lucas – ti vedo strana.."
"si.. tutto ok" gli rispondo, ma continua a fissarmi con sguardo interrogativo.
"se lo dici tu" questa è la sua risposta, ma credo abbia capito che gli ho mentito.
Una voce ci annuncia che stiamo per atterrare, quindi ci allacciamo le cinture e aspettiamo con ansia di vedere come sarà la città.

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Capitolo 2
*** Los Angeles ***


L’aereo aveva appena toccato terra e correva sempre più lentamente sulla pista. Ora ci stanno facendo scendere, e io sono davvero felice di poter finalmente vedere la mia nuova città, il posto che avrei chiamato casa. Guardo Lucas per comunicargli il mio entusiasmo, lui ricambia sorridendo ma non sembra che mi abbia capito, più che altro sembra che sia perso nei suoi pensieri, come se stesse vivendo in un altro mondo e la situazione non gli facesse alcun effetto.
Scendiamo dall’aereo e vediamo l’aeroporto di Los Angeles: è come tutti gli altri, senza niente di particolare. Quella che si fa notare più di tutto è la temperatura, il clima è più caldo di quello si Seattle, dovrò comprarmi dei vestiti più leggeri. Dopo aver recuperato le nostre valigie, saliamo su un taxi che ci porta in un quartiere abbastanza lontano dall’aeroporto; è lì che si trova la nostra nuova casa. Una volta arrivati vi entriamo e notiamo subito che è più grande di quella precedente: a Seattle era  a due piani, all’ingresso c’era il salotto, sulla destra la cucina e al piano di sopra le camere da letto e i bagni; era una casa abbastanza vecchia, con i pavimenti in parquet e le pareti rosa in tutte le stanze, le quali erano piccole e accoglienti. Qui invece le stanze sono molto ampie, la cucina e il salotto non sono due stanze separate: la cucina si trova sulla destra, ha mobili in marmo e un’isola, anch’essa in marmo, mentre il salotto si trova sulla sinistra, con 3 divani bianchi e una televisione al plasma.  Avanti c’è un corridoio che conduce alle camere da letto, le quali sono quattro stanze abbastanza grandi, e ognuna ha un bagno. Le pareti bianche delle stanze e le grandi finestre presenti in ognuna di essa rendono tutto più luminoso. Lucas vede la tv al plasma, si siede su un divano e dice “io di qui non mi alzo più”, mia madre lo guarda storto, mentre mio padre ammira la cucina, immaginando già tutte le cose che potrà cucinarci. Io mi dirigo al corridoio e do un’occhiata alle camere: sono tutte uguali, in ognuna c’è un letto matrimoniale con un copriletto grigio, dietro di esso una grande finestra, a destra una scrivania in legno scuro, a sinistra un armadio e una porta che conduce al bagno. Mi scelgo una stanza e inizio a sistemare le mie cose.
Quando ho finito ormai è ora di cena, anche i miei genitori hanno passato il pomeriggio a sistemare, al contrario penso che Lucas si sia limitato a portare le valigie in camera, o forse non aveva fatto nemmeno quello.
“venite, è arrivata la pizza!” ci chiama mio padre
“pizza? Abbiamo una cucina fantastica, non ha senso ordinarla” io gli rispondo
“non ho avuto tempo di cucinare, ma vedrete che domani vi preparerò qualcosa che sarà meglio” la sua risposta
“meglio della pizza? Buona fortuna!” Lucas si intromette, esternando il suo infinito amore per essa, che mangerebbe ogni giorno, anche a colazione.
Mangiamo e andiamo subito a dormire, dato che siamo stanchi per il lungo viaggio. Mi sdraio sul mio letto e mi accorgo che è davvero comodo, mi infilo sotto le coperte e mi addormento subito.
Mi sveglio, è già mattina. Sono le 7 e anche se non ho scuola decido di alzarmi e preparare la colazione a tutti, e intanto ascolto un po’ di musica a basso volume per non svegliare la mia famiglia.
Quando si svegliano facciamo colazione, poi mi vesto e decido di uscire per esplorare il mio quartiere: è un posto molto carino, con tanti negozi ai lati delle strade, le quali non sono molto trafficate. Resto incantata a guardare le vetrine dei negozi, progettando di tornare il giorno dopo portando con me più soldi di quanti ne ho portati adesso, per comprarmi qualcosa di nuovo. Continuo a camminare, quando improvvisamente un ragazzo mi viene addosso: “oh, scusami!” esclama.
è un ragazzo molto strano:  ha i capelli corti rasati da una parte e dei tatuaggi sulle braccia e sul collo, che si vedono spuntare dalla maglietta, che è nera con disegnata una croce. Resto un attimo a fissarlo e poi gli rispondo “non preoccuparti, non mi hai fatto niente”. Il ragazzo sorride e mi guarda negli occhi, allora noto che i suoi sono di un bellissimo azzurro.
“io mi chiamo Andy, e non ti ho mai vista da queste parti, vivi qui?”
“si, mi sono trasferita ieri.. mi chiamo Mia” gli rispondo, e non riesco a fare a meno di arrossire.
“io vivo qui vicino – aggiunge Andy – adesso scusami ma devo andare, ci vediamo in giro, ok?”
“c..certo..”  gli rispondo imbarazzata, mentre si allontana. Continuo a guardarlo di nascosto e vedo che si avvicina ad un gruppo di ragazzi, poi si fermano a parlare tra di loro e io mi dirigo verso casa, sperando che non si girino a guardarmi. Mentre cammino continuo a pensare a lui.
“Lo incontrerò ancora?” mi domando tra me e me, e poi mi viene un forte senso di angoscia al pensiero che potrei non rivederlo più. “basta pensarci, lo rivedrò di sicuro!” cerco di tranquillizzarmi.

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Capitolo 3
*** Black Veil Brides ***


Arrivo a casa.
Trovo mio padre intento a cucinare, mia madre al telefono come sempre, e mio fratello che sta per uscire.
“stai uscendo?” gli chiedo
“si, vado a fare un giro, vieni con me?”
“va bene” rispondo
Usciamo e iniziamo a parlare
“dove sei stata prima?” mi chiede
“a fare un giro” rispondo, mentre un sorriso mi si dipinge sul viso
“ok”  la sua risposta secca, che mi fa rimanere confusa. Di solito in situazioni come queste si dimostra sempre curioso e non smette di fare domande, ma ora sembra disinteressato. Tanto meglio, non mi va di raccontare.
“sai.. - mi dice – sono stanco di trasferirmi”
“anche io, ma cosa ci possiamo fare? Nostra madre deve spostarsi per lavoro, e noi con lei”
“si ma.. io pensavo di andare a vivere da solo” conclude, e io mi prendo un colpo.
“da solo? E mi abbandoni così? Quindi tu ti trovi un bel posto dove vivere mentre io continuerò a trasferirmi e non ci vedremo più! È questo che vuoi?”
“no, certo che no! Tu sei importante per me, non voglio dirti addio sorellina!”
Resto in silenzio, mentre un forte senso di tristezza mi avvolge.
“adesso non pensiamoci, piuttosto pensiamo a dove andare a mangiare, sto morendo di fame” dice questo, e rimaniamo in silenzio, senza più dirci niente. Lui è mio fratello, il mio unico amico, non voglio perderlo..
Passano i minuti, vediamo un posto carino ed entriamo. Entrambi ordiniamo da mangiare, ma non ci diciamo più niente, mangiamo in silenzio.
Dopo poco le luci del locale si abbassano e un faretto si accende ad illuminare un piccolo palco che si trova alle mie spalle, abbastanza lontano dal nostro tavolo. Do un occhiata veloce per capire cosa succede, sembra proprio che stia per arrivare qualcuno a cantare, suonare o che so io. Mi rigiro e continuo a mangiare, cercando di non incrociare lo sguardo si Lucas, che intanto sta fissando il palco.
Qualche secondo dopo si sente della musica, sembrerebbe che alle mie spalle stia suonando un gruppo, ma non ci faccio molto caso, ho altro a cui pensare. Ma la mia attenzione viene rapita dalla voce del cantante di quel gruppo, una voce bellissima che mi sembra familiare. Mi giro e.. “non è possibile!” il ragazzo che sta cantando è Andy!
“eh?” chiede Lucas
“il cantante lo conosco!” gli rispondo.
“wow, hai già trovato il ragazzo!” dice Lucas per prendermi in giro
“non è il mio ragazzo! Non siamo nemmeno amici!” cerco di farglielo capire, ma non vuole ascoltarmi e come risposta ricevo un suo “si, certo..”
Non mi va di continuare a insistere, sarebbe inutile, quindi mi limito ad ascoltare in silenzio la musica di Andy e degli altri quattro ragazzi che non conosco. Guardo Andy negli occhi, e noto che si è accorto di me, infatti mi guarda e sorride; io arrossisco, e continuo a guardarlo negli occhi, mentre lui guarda nei miei.
Dopo un po’ di canzoni le luci tornano normali e il faretto che illuminava il palco si spegne, i ragazzi prendono gli strumenti e scendono dal palco, aiutati da alcuni camerieri, o almeno credo che siano camerieri.
Io mi giro e mi affretto a finire di mangiare, per poi poter andare a salutare Andy.
“hai fretta di vedere il tuo ragazzo?” Mi dice Lucas scherzando
“non è..” non riesco a finire la frase perché ho la bocca piena.
“arrivo subito, resta qui” dico a Lucas mentre mi alzo e mi dirigo verso il palco.
Eccolo, Andy è lì, cosa gli devo dire? Come mi devo comportare? Mentre mi pongo queste domande lui si gira e mi vede: “ehi ciao!”
“..ciao - rispondo timidamente - le vostre canzoni sono bellissime e piene di significato,..” vorrei aggiungere altro ma non riesco, perché sono interrotta da un suo “grazie! Peccato che siamo ancora poco conosciuti. Vieni, ti presento i ragazzi”
Gli altri quattro ragazzi stanno parlando tra di loro e quando ci avviciniamo iniziano a fissarmi
“una fan! Vuoi un autografo?” mi chiede uno di loro
“no Christian, è una mia amica e volevo presentarvela” risponde Andy sorridendo
“sono Mia, piacere di conoscervi” trovo il coraggio di parlare
“Io sono Christian, loro sono Ashley, Jake e Jinxx”
Non faccio in tempo ad aggiungere qualcosa che vedo un braccio spuntare da dietro di me e che va a stringere la mano di Andy: “Io sono Lucas, il fratello di Mia”
Mi giro di colpo e lo guardo male, come per comunicargli telepaticamente che doveva starsene seduto ad aspettarmi, ma lui mi guarda sorridendo e noto nei suoi occhi verdi una grande felicità, come mai avevo avuto l’occasione di vedere.
“ci siamo trasferiti da poco, e noto con piacere che Mia si è già trovata degli amici! Di solito sta da sola e non parla mai con nessuno!” Aggiunge Lucas ridendo, e mi mette in imbarazzo davanti a loro.
“piacere di conoscerti, Lucas!” gli risponde Andy, porgendogli un volantino dove sono segnati i giorni in cui si esibiscono in quel locale, come per invitarci a tornare a vederli”
“Adesso dobbiamo andare” aggiunge Jake. Mi salutano e si allontanano.
Ce ne andiamo anche noi, e durante il percorso Lucas continua a farmi domande su di loro, a cui però io non voglio rispondere. “questo tienilo tu” mi porge il volantino che gli ha dato Andy; lo guardo, davanti c’è una loro foto e c’è scritto il nome della loro band: Black Veil Brides.
 

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Capitolo 4
*** Scuola ***


È passato un giorno da quando ho visto esibirsi i ragazzi in quel locale. Per fortuna Lucas non ha raccontato nulla ai nostri genitori dell’accaduto: quando nostro padre gli ha chiesto dove siamo stati e come è stata la serata, lui si è limitato a dire di essere troppo stanco per raccontare, e non ha voluto aggiungere altro.
Ora sono le sette di sera, oggi pomeriggio non sono uscita di casa: mia madre mi ha comunicato di avermi iscritto ad una scuola, a cui devo andare già domani.. quando l’ho saputo ho sentito su di me una grande stanchezza e pigrizia che mi hanno portato a restare chiusa in casa, depressa, tutto il giorno..
Scuola.. fantastico.. e lo vengo a sapere solo il giorno prima di andarci.. ma che bello..
Mangio, e dopo cena vado subito a dormire, immagino che domani farò una gran fatica ad alzarmi.

Suona la sveglia, sono le sei e mezza. Mi alzo, mi preparo, faccio colazione ed esco. Mi dirigo alla fermata del pullman, lo prendo e arrivo a scuola. All’esterno si presenta come un edificio grigio che trasmette subito una gran tristezza, all’interno i muri sono verdi, bianchi e arancioni, e i corridoi ricordano molto quelli di un ospedale. Arrivo davanti a quella che sarà la mia classe e prima di entrare ho un attimo di esitazione.. un forte desiderio di fuggire mi invade, ma ormai sono qui e non me ne posso andare.
Busso e apro la porta. Appena entro noto che la classe è abbastanza grande, gli studenti saranno si e no 30, alla mia destra si trova la cattedra e una professoressa bassa con i capelli raccolti in uno chignon sta scrivendo alla lavagna. Mi ritrovo subito gli occhi di tutti puntati addosso.
“Lei deve essere la nuova studentessa, Mia Stark, giusto?” mi domanda la professoressa avvicinandosi e invitandomi ad entrare. “..si” le rispondo con un po’ di esitazione.
“bene, presentati ai compagni”
Mi giro verso i miei nuovi compagni e li guardo: c’è chi scrive messaggi con il cellulare, chi ascolta musica, chi dorme con la testa appoggiata sul banco,..
“Salve.. mi chiamo Mia, vengo da Seattle..” poi sto zitta non sapendo cos altro aggiungere, e la professoressa mi indica un banco vuoto in terza fila: “siediti pure lì”. Io obbedisco.
Pochi minuti dopo capisco che la professoressa insegna storia e che le sue lezioni sono noiosissime, infatti desidero con tutta me stessa di scappare per tornare a dormire nel mio letto caldo.
Le prime tre ore sembrano interminabili, ma finalmente suona la campana dell’intervallo. Esco dalla classe e mi appoggio al muro, in un angolo. Per i miei compagni è come se io non esistessi, nessuno mi rivolge la parola e se qualcuno ogni tanto mi fissa, non lo fa certo in modo amichevole.
L’ora successiva un professore mi comunica che il giorno dopo ci sarà un test di matematica, e io dovrò farlo così come tutti gli altri.. ok, sono fregata.. non ci capisco niente di matematica.

Finalmente si esce da scuola, e mentre torno a casa non faccio atro che pensare alla verifica di domani, che andrà sicuramente malissimo. Di solito non mi interessa molto delle verifiche, ma ci tenevo a fare un minimo di buona impressione ai professori, almeno questa volta.
“chi si rivede” esclama qualcuno alle mie spalle
Mi giro, è Andy! “ehi” lo saluto.
“ci incontriamo sempre così, senza preavviso” mi dice
“già” rispondo
“ti va di venire a fare un giro con me?” il mio cuore si riempie di felicità, ma dopo pochi secondi mi ritorna in mente la verifica, e penso che sarebbe meglio passare la giornata sui libri..
“a dire il vero non posso.. domani ho una verifica di matematica e non ci capisco niente.. quindi pensavo di passare il pomeriggio a studiare..” sospiro
“capisco.. se vuoi ti posso aiutare”
Non immaginavo che avrebbe mai  potuto dirmi una cosa simile e non ora non so cosa rispondere.
“ehm.. va bene” gli rispondo, e lui mi sorride
“sei bravo in matematica?” gli chiedo
“no, ma forse in due ci capiamo qualcosa”. Questa sua risposta mi fa venir da ridere, ma cerco di trattenermi. Ci rechiamo insieme a casa mia, e una volta arrivati spero che nessuno si accorga che sono entrata, così che io non debba presentare Andy alla mia famiglia.
Stiamo entrando nella mia stanza quando Lucas ci vede e ci saluta.
“ehi, ciao! Che fate qui tutti e due?”
“Andy mi aiuta a studiare matematica” rispondo, cercando di fargli capire che è meglio se se ne va e ci lascia stare.
“adesso ti interessa studiare? Stai diventando strana, sorellina!”. Dopo questa risposta ho la prova certa che quella sorta di capacità di comunicare con il pensiero che ci univa è totalmente sparita.
Dato che non so più cosa dire, me ne sto in silenzio e lo fisso, ma lui sta lì fermo aspettando una risposta.
“bè, credo che ora sia meglio che iniziamo a studiare..” cerco di chiudere il discorso. Lucas finalmente capisce e va in camera sua, lasciandoci soli.
Entriamo nella mia stanza, ci sediamo e io inizio a tirare fuori i libri dalla cartella, prendo quello di matematica e lo appoggio sulla scrivania. Andy lo afferra e inizia a sfogliarlo: “cosa dobbiamo studiare?”
“i radicali” gli rispondo. Trovata la pagina, riappoggia il libro sulla scrivania in modo che entrambi potessimo vedere.
“Mia!” una voce mi chiama da fuori dalla porta. Essa si apre e dall’altra parte c’è mia madre, che stranamente non è al telefono. “Non si saluta?” esclama “ah.. sei in compagnia, non mi presenti il tuo amico?” .
Lui si alza e va a stringerle la mano “salve signora, mi chiamo Andy e sono qui per aiutare Mia a studiare”
“oh, bene. Vi lascio allo studio allora.” Dice, mentre porta il telefono all’orecchio ed esce dalla stanza.
Andy mi guarda in silenzio. “ehm.. ecco.. lei è mia madre.. è sempre al telefono, non farci caso..”
“oh.. va bene” mi risponde, e iniziamo a studiare.

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Capitolo 5
*** Sorpresa inaspettata ***


Ormai sono le 18, dopo una giornata di studio penso finalmente di aver capito i radicali.
“grazie, mi sei stato molto di aiuto” sorrido a Andy, che ricambia il sorriso
“ne sono felice. Oggi era il tuo primo giorno di scuola?”
“si..” risposi. “che ne dici se domani ci vediamo appena dopo scuola?” mi chiede, e io accetto.
Inizio a mettere via i libri, mentre Andy continua a sfogliarne uno, quando mi avvicino a lui per prendere anche quel libro, i nostri sguardi si incrociano e le nostre bocche restano vicine per un istante, istante in cui il tempo sembra fermarsi. Andy si avvicina ancora di più a me e mi bacia. Io chiudo gli occhi e porto le mani intorno al suo collo. Il bacio dura pochi secondi, perché siamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta della mia stanza: è mio padre, mia madre gli ha detto che sono con un amico e vuole conoscerlo.
Ci allontaniamo velocemente l’uno dall’altra mentre mio padre apre la porta.
“quindi sei tu il nuovo amico di Mia? Io sono Klaus, suo padre”
con un attimo di esitazione Andy, colto alla sprovvista, si presenta e gli stringe la mano, poi lui esce dalla stanza lasciandoci nuovamente soli.
Andy scoppia a ridere: “certo che in questa casa non si può avere un attimo di privacy”
“è vero” rido anche io.
“adesso è meglio che io vada, si è fatto tardi” mi dice
“allora ci vediamo domani” lo accompagno alla porta e lo saluto.

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Capitolo 6
*** Nuove amicizie ***


Quella sera sono andata a dormire senza cenare perché mi si era chiuso lo stomaco e anche perché se fossi rimasta a tavola con i miei mi avrebbero riempito di domande.
Si fece mattina, mi preparai per la scuola e uscii di casa. Alla prima ora avevo la verifica di matematica, e penso che sia andata bene.
Durante l’intervallo, mentre me ne stavo da sola nel solito angolino in corridoio, due ragazze mi si avvicinarono: erano entrambe alte, una aveva i capelli lisci marrone scuro,corti e rasati da una parte, e portava gli occhiali, l’altra aveva i capelli ricci/mossi marrone chiaro.
“ciao” mi salutò una di loro, amichevolmente.
“io sono Alis, e lei è Mirianne” si presentarono
“io sono Mia” mi presentai anch’io a mia volta.
Passammo l’intervallo a chiacchierare, e l’ora successiva si sedettero nei banchi accanto al mio.
Non ci potevo credere, finalmente avevo delle amiche con cui avrei potuto parlare di tutto, e anche se io ero molto diversa da loro, mi accettavano per come sono.
Si, eravamo molto diverse: Io ero pigra e non facevo nessuno sport, inoltre da quando ho conosciuto Andy ho iniziato a vestirmi solo di nero e ad ascoltare musica rock;
Alis faceva danza moderna, Mirianne hip-hop, e si vestivano sempre bene e in modo colorato.
Quindi passai la mattinata con loro e dopo scuola le salutai e andai dai ragazzi, che mi aspettavano seduti su una panchina nel parco di fronte a scuola.
“eilà!” li salutai mentre mi avvicinavo
“ciao Mia” mi salutarono
“da quanto tempo è che mi aspettate qui?” chiesi
“più o meno un’ora, mancava il professore di chimica e ci hanno fatti uscire prima” mi disse Andy.
Detto questo si alzarono dalla panchina, presero le loro cose e insieme ci incamminammo verso il centro città, dove c’erano i negozi, così passammo la giornata a ridere, scherzare e conoscerci meglio.
“domani diamo una festa, vuoi venire?” mi chiese Jinxx quando ormai era ora che io tornassi a casa.
“certo, ma non so dove abitate” dissi io sorridendo, felice che mi avessero invitato
“non ti preoccupare, passo a prenderti io” mi disse Andy
“bene, per che ora?” chiesi
“alle 19 sono da te” mi rispose.
“se vuoi portare qualche amica..” mi disse Ashley sfoggiando un gran sorriso e alzando le sopracciglia.
Li salutai e mi incamminai verso casa. Intanto telefonai ad Alis e Mirianne per chieder loro se volevano venire alla festa e accettarono, così le invitai a casa mia il giorno dopo, per passare il pomeriggio insieme prima della festa.
Arrivata a casa, la cena era già pronta quindi mi sedetti subito a tavola.
“dove sei stata dopo scuola?” mi chiese mia madre
“in giro con degli amici” risposi mentre mangiavo
“i Black Veil Brides?” si intromise Lucas
“chi?” chiese ancora mia madre
“il ragazzo di ieri e alcuni suoi amici” gli rispose
insomma, adesso il dialogo era tra mia madre e Lucas, io non ero nemmeno interpellata
“ah..” face mia madre
“sentite, domani ho invitato delle amiche e alle 19 vado con loro ad una festa” dissi. Prima o poi avrei dovuto dirglielo.
“amiche? festa?” chiese mio padre
“si.. ho conosciuto due ragazze simpatiche.. e si, vado con loro ad una festa” risposi
“domani volevamo andare a cena dai vicini, i signori Clark, li abbiamo conosciuti ieri”
“e non potete andarci senza di me?”
“e senza di me” si intromise di nuovo Lucas
“tu che devi fare?”
“esco con degli amici” rispose
“e chi sarebbero questi amici?”
“non sono fatti tuoi” rispose mio fratello
i miei genitori lo guardarono male per un attimo
“per una volta che mi trovo degli amici!” dissi, quasi urlando loro contro
si guardarono negli occhi e poi dissero che mi permettevano di stare con le mie nuove amiche.
“ma devi tornare a casa prima di mezza notte”
“e questo vale anche per te” disse mia madre rivolgendosi a Lucas
“come ti pare” rispose
dato che ormai avevo finito di mangiare, mi alzai e sparecchiai, poi andai in camera mia e mi misi subito a dormire.

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Capitolo 7
*** Emily ***


La mattina dopo mi svegliai presto anche se era sabato e non c’era scuola.
Andai in cucina a fare colazione e ci trovai Lucas, mezzo addormentato, con la testa appoggiata sul tavolo.
Preparai del caffè per tutti e due, poi gli appoggiai la sua tazza davanti e iniziai a scrollarlo un po’, per svegliarlo. Lui alzò la testa pian piano e mi guardò con un occhio chiuso e l’altro aperto, penso perché la luce del giorno lo accecava. “buon giorno” gli dissi, e iniziai a bere il mio caffè
Lui mi guardò ancora per un istante e poi riappoggiò la testa sul tavolo, senza rispondere.
“eddai, ti ho fatto il caffè, bevilo così ti svegli un po’!”
Lucas afferrò la tazza e ne bevve un sorso. “non ho dormito sta notte” mi disse, continuando a guardare la sua tazza. “ah, mi dispiace.. come mai?” gli chiesi. In realtà non mi interessava sapere perché, avevo solo voglia di parlare e lui era lì. “non so” rispose.
“ok.. che fai oggi?” gli chiesi, ripensando alla discussione di ieri sera a tavola.
“esco con una mia amica”. Dalla sua voce sembrava che fosse ancora mezzo addormentato, e che non avesse piena coscienza di ciò che diceva, quindi colsi l’occasione per fargli un po’ di domande, a cui avrebbe per forza risposto in modo sincero: “uh, la tua ragazza?”
Lucas mi sorrise e tornò ad appoggiare la testa sul tavolo.
“lo prendo per un si..”
“no.. ma cosa stai dicendo” si degnò di rispondermi “è una tipa che ho conosciuto in giro”.
Poi alzò la testa e bevve tutto d’un fiato il caffè rimasto nella sua tazza.
“e com’è? È carina?”
“si è carina” mi rispose “ok, ignora quello che ti ho appena detto”
Ora sembrava che non fosse più mezzo addormentato, si alzò in piedi e mi disse: “vieni con me a prendere una brioche?”
“certo!” mi alzai anche io e presi la giacca. Penso che lo abbia detto solo per cambiare discorso, ma una brioche non si rifiuta mai.
“bene, anche tu ti sei fatto degli amici” gli dissi
“si, ma io mi faccio sempre degli amici” mi sorrise come per prendermi in giro, e io gli feci una linguaccia.
Dopo aver preso le nostre brioche, camminammo in giro guardando le vetrine dei negozi.
“guarda questo vestito, penso che ti starebbe bene” mi disse. Strano che mio fratello mi parlasse di vestiti.
Bè, devo dire che era un vestito davvero bello: nero, corto, con le spalline.
“carino.. ma costa un po’ troppo” gli risposi scoraggiata, dopo aver visto il prezzo.
“entriamo, voglio farti un regalo”. Ok, oggi non è proprio normale.. non so perché fa così, ma potrei anche abituar mici.
Dopo mezz’ora tornammo a casa, e i nostri genitori non si erano ancora svegliati; si alzarono alle 11.
Perché so che erano le undici? Perché vidi mio padre che, ancora in pigiama, correva in cucina urlando: “sono le 11! È tardi! Devo cucinare!”
Alle 16 loro uscirono per andare dai vicini, così io e Lucas rimanemmo di nuovo soli a casa. Morivo dalla voglia di fargli domande sulla sua nuova “amica” ma non gliele feci, non trovai il tempo:
suonò il campanello, alla porta c’era una ragazza che cercava mio fratello. “Lucas!” lo chiamai.
Lui venne subito alla porta. “Mia, lei è Emily; Emily, lei è mia sorella Mia” ci presentò.
La ragazza aveva i capelli lunghi, mossi e biondi, indossava una gonna a pieghe bianca, corta e una maglietta rosa chiaro. Insomma, sembrava una brava ragazza.
Lucas la fece entrare e si sedettero insieme sul divano. Lei gli stava molto attaccata, sembrava proprio che fosse la sua ragazza. Andai un attimo in camera mia a prendere il cellulare e mentre tornavo li vidi scambiarsi un bacio. Penso che non si fossero accorti di me, sennò non lo avrebbero mai fatto.
Ero contenta per lui, anche se lei non sembrava proprio il suo tipo: Lei sembrava una ragazza timida, gentile, che cura molto l’aspetto, lui invece non si interessava del suo aspetto, infatti indossava sempre la prima cosa che capitava, aveva i capelli lunghi fino alle spalle(ma non li pettinava mai), lisci e marroni chiaro, era un ragazzo che dice le cose in faccia senza pensare alle conseguenze, e non si preoccupa di rispondere gentilmente. Ma forse con lei era diverso.
 Arrivai pian piano, fingendo di non aver visto niente, mi sedetti sul divano accanto a quello dove erano seduti loro e iniziai a cazzeggiare con il telefono, così, tanto per fare qualcosa; poi, quando il mio sguardo e quello di Lucas si incrociarono, gli feci un grosso sorriso e lui arrossì. È già Lucas, vi ho visti.

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Capitolo 8
*** Festa ***


Mi alzai dal divano e andai in cucina, telefonai a Mirianne che era insieme ad Alis, e mi dissero che stavano arrivando.
Dopo una decina di minuti erano arrivate, le feci entrare e le presentai a Lucas, poi andammo nella mia stanza per stare un po’ da sole. Alis indossava un vestito blu, corto e con una spallina sola, Mirianne un vestito argento, anch’esso corto, con le spalline e uno scollo a V. Io non ero ancora pronta, mi sarei cambiata dopo.
“allora, dopo dove si va?” mi chiese Mirianne
“la festa è a casa di alcuni miei amici” risposi
Così iniziammo a parlare, prima della festa e poi di altro, e il tempo passò velocemente.
Ormai erano le 18, io decisi di prepararmi e iniziai a cercare qualcosa da mettere. Scelsi il vestito che mi aveva appena regalato Lucas; lo indossai perché mi piaceva molto, ma anche perché non avevo molti vestiti e quelli che avevo non mi piacevano più. Insomma, se Lucas non mi avesse regalato quel vestito io non avrei saputo cosa mettere. Io e le mie amiche andammo in salotto ad attendere l’arrivo di Andy.
Suonò il campanello. Lucas andò ad aprire, era Andy: Indossava dei Jeans neri  strappati e una giacca di pelle. “ciao Andy” lo salutò Lucas. “ciao Lucas, ciao Mia” ci salutò
“loro sono Alis e Mirianne, le mie nuove amiche.”
Si presentarono e salimmo in macchina con lui; dopo una decina di minuti eravamo arrivati.
I ragazzi avevano tutti 18 anni e vivevano insieme, la loro casa era molto grande: al piano terra c’era il salotto, con la cucina e un bagno, al primo piano le camere da letto e un altro bagno. Poi c’era un piano “sotto terra”, una specie di cantina molto spaziosa, arredata come un salotto. Era lì che c’era la festa.
La stanza era piena di gente che non conoscevo, erano tutti (o quasi) tipi alternativi e c’era musica di ogni genere. La luce era bassa e c’erano dei faretti colorati che ogni tanto si accendevano e illuminavano in giro, e su un tavolo si trovavano un sacco di cose da mangiare e da bere.
Io e le ragazze entrammo accompagnate da Andy, che subito chiamò Ash, Jinxx, Jake e Christian.
I ragazzi erano più o meno vestiti come lui, e ci vennero incontro felici che fossimo venute:
“ehi ciao!” ci salutò Jake, seguito dagli altri.
“loro sono Mirianne e Alis, e loro sono Jake, Jinxx, Ashley e Christian” feci io le presentazioni.
Durante la serata Ash cercò un sacco di volte di provarci con le mie amiche, ma non erano interessate a lui:
Mirianne continuava a dirmi che Ashley somigliava a uno dei fratelli Jonas, e Alis aveva occhi solo per Christian, ma era troppo timida per farsi avanti; così, passarono un po’ di tempo con me, poi Andy venne da me e ci lasciarono soli.

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Capitolo 9
*** Una serata indimenticabile ***


Io e Andy restammo insieme per il resto della serata. Ci sedemmo su un divano rimanendo abbracciati, senza dirci niente. Non era un silenzio imbarazzante, ma un silenzio piacevole.
Dopo un po’ la festa si fece troppo chiassosa, così Andy mi invitò ad andare in giardino con lui, per prendere una boccata d’aria. Salimmo al piano superiore, dove non c’era praticamente nessuno, e uscimmo dalla porta a vetri che dava sul retro. Il giardino che circondava la casa era bellissimo: c’era un sentiero in mezzo all’erba a lato del quale c’erano delle lanterne che davano a tutto un aspetto romantico. Era bellissimo stare lì con lui, sembrava di essere fuori dal mondo, come se il tempo si fosse fermato per donarci un momento infinito da passare insieme. Sopra di noi le stelle brillavano qua e là, rischiarando il cielo.
Seguimmo il sentiero e raggiungemmo un albero, dove Andy prese la mia mano e l’appoggiò sulla sua guancia, sempre continuando a guardarmi con i suoi bellissimi occhi dal colore del mare.
Si avvicinò a me e mi diede un lieve bacio, un bacio diverso da quello dell’altra volta, che era stato veloce e fuggitivo.
Io portai le mie mani intorno al suo collo e lo strinsi a me, sperando che quel momento durasse per sempre.
Andy allontanò la sua bocca dalla mia e mi sorrise, io arrossii e iniziai a guardare per terra, imbarazzata.
“vorrei stare con te per sempre” mi disse
Anche io avrei voluto restare con lui per sempre. Lui mi piaceva davvero, e credevo di amarlo.
“anch’io” gli risposi
Ci sdraiammo sull’erba e restammo a guardare le stelle, mano nella mano.
“Andy” gli dissi
Lui tornò a guardarmi negli occhi
“..credo di amarti” gli dissi con esitazione, mentre diventavo rossa dall’imbarazzo.
‘ok.. l’ho detto.. spero di non aver rovinato tutto..’ pensai, e girai la testa nella direzione opposta a dove si trovava lui, per paura della sua reazione.
Lui restò un attimo in silenzio, poi mise le sue mani sui miei fianchi e si sdraiò sopra di me, dandomi un altro lungo bacio.
Penso che quello fu il momento più bello della mia vita.
Ero in questa nuova città che mi piaceva molto, avevo un ragazzo che mi amava, delle amiche che mi volevano bene, il mio rapporto con Lucas era cambiato in meglio, lui si era messo con una brava ragazza, e persino la scuola andava bene. Poi la mia casa era molto più bella di qualsiasi altra casa in cui mi ero trasferita.
Insomma, tutto andava per il verso giusto e la mia vita era davvero perfetta.

Io e Andy decidemmo di tornare dentro per vedere cosa succedeva, e notammo che l’atmosfera si era alquanto riscaldata: Ashley e Jake stavano su un divano con due ragazze che non conoscevo, Alis e Christian si stavano baciando, così come Mirianne e Jinxx.
“penso sia ora che ci porti a casa” dissi guardando le mie amiche ubriache
“si, credo che sia meglio” mi rispose Andy
Mi avvicinai a loro, le presi per un braccio e con la forza le portai al piano di sopra, le feci salire in macchina con Andy che le accompagnò a casa. Mi chiedevo se il giorno dopo sarebbero state arrabbiate con me perché le avevo lasciate sole e si erano ubriacate, e soprattutto speravo che i loro genitori non si accorgessero che fossero ubriache, dato che avrebbero potuto impedir loro di vedermi ancora.
Poi Andy mi portò a casa mia. Desideravo con tutta me stessa che lui entrasse, ma non potevo invitarlo dato che probabilmente c’erano i miei genitori ad aspettarmi.
Lui scese dall’auto e mi accompagnò alla porta, mi diede un bacio e mi salutò.
Io gli augurai buona notte ed entrai.

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Capitolo 10
*** Cena in famiglia ***


La mattina dopo restai a dormire fino alle 11, poi mi alzai e mi vestii. Arrivai in salotto quando ormai mancava poco alle 12 e il pranzo era quasi pronto.
“dormito bene?” mi salutò scherzosamente Lucas.
“certo” gli risposi
Ci sedemmo a tavola tutti assieme, in attesa che mio padre ci servisse il pasto. Ci aveva preparato della frittata, con insalata e patatine fritte; solitamente sono felice di mangiarle, ma al momento avrei preferito una tazza di latte con dei cereali, quindi mi limitai ad assaggiare un po’ di frittata e a giocherellare con il resto del cibo che mi trovavo nel piatto.
“ieri come avete passato la serata?” chiesi ai miei genitori, per distogliere la loro attenzione dal mio pranzo, che avevo a mala pena assaggiato.
“bene, i vicini sono davvero delle persone squisite, la prossima volta verrete anche voi, dovete conoscerli assolutamente, vero Lorelei?” disse mio padre entusiasta
“certo, persone squisite, si” gli rispose mia madre distrattamente, mentre componeva un numero sul cellulare.
“e la vostra serata come è stata?” ci chiese mio padre
“al quanto noiosa..” rispose Lucas
“cof, Lucas ha la ragazza, cof” dissi tra un colpo di tosse e l’altro
Lui mi fulminò con lo sguardo
“oh, sono felice di saperlo, vorrei conoscerla”. Mio padre sapeva che a Lucas l’idea di presentargli la sua ragazza non sarebbe piaciuta, ma ci teneva davvero a far parte della sua vita, quindi parlò lo stesso.
“anche Mia ha il ragazzo!” mi urlò contro Lucas alzandosi in piedi
“non hai prove per dire questo!” gli urlai alzandomi anch’io e puntandogli un dito contro.
“è vero, ma prima o poi le avrò, puoi starne certa!” mi rispose guardandomi male
“basta, basta! Sto cercando di fare una telefonata!” si intromise mia madre.
Esatto, non è mai stata molto partecipe della nostra vita, sembrerebbe che l’unica cosa importante per lei sia il lavoro.
“tornate a sedervi e finite di mangiare” disse mio padre, non volendo assistere ad una litigata
Ci sedemmo e tornammo a mangiare o almeno, loro tornarono a mangiare, io tornai a fissare il mio piatto ancora pieno, senza la minima voglia di svuotarlo.
“voglio conoscere la tua ragazza e il tuo ragazzo, quindi li inviterete per cena, tutto chiaro?” ci ordinò mio padre.
“per cena? E ce lo dici ora? Magari ha da fare e non può venire” gli rispose Lucas, cercando una scusa per non far conoscere Emily ai nostri genitori
“tu la inviterai comunque e farai di tutto per farla venire” gli ordinò di nuovo mio padre
“ho 19 anni! Lasciami vivere la mia vita!” gli urlò contro alzandosi da tavola, dopodiché andò in camera sua.
Io non dissi niente, sapevo che stava per dir qualcosa anche a me, quindi attesi
“anche tu farai in modo che lui venga, capito?”
“certo..” risposi senza esitare. Già si sarebbe arrabbiato perché non volevo mangiare, figuriamoci se mi mettevo a urlargli contro; e poi non avrebbe avuto senso, Andy già lo conoscono, non sarebbe successo niente se lo invitavo a cena una volta”.
Presi il mio piatto e lo appoggiai di fianco al lavandino, poi mi buttai sul divano e presi il cellulare dalla tasca. Chiamai Andy: prima lo invitavo meglio era.
“Pronto?”
“ehi, sono Mia”
“ciao Mia! Come va?”
“benissimo.. senti.. ti andrebbe di venire a cena sta sera? I miei genitori hanno deciso di invitare la ragazza di Lucas e hanno colto l’occasione di invitare anche te.” gli spiegai
“va bene, ci vediamo sta sera”
“a dopo” riattaccai.
feci appena in tempo ad appoggiare il telefono che ricevetti un’altra chiamata: era Alis
“ehi, ma che è successo ieri sera? Non mi ricordo proprio niente”
Mi alzai e andai nella mia stanza, così che mio padre non potesse origliare quello che dicevo
“ehm.. è un po’ lunga da spiegare.. ricordi il ragazzo che ti piaceva? Ti sei ubriacata e vi siete baciati per tutto il tempo”
“cosa??” mi rispose urlando, sorpresa e un po’ arrabbiata
“e perché tu non mi hai impedito di fare tutto ciò?” continuò
“non lo sapevo! Ero in giardino con Andy..” cercai di spiegarle
“capisco.. quindi tu hai passato la serata con il rubacuori e hai lasciato noi con i suoi amici”
“più o meno è andata così.. sei arrabbiata?” le chiesi
“naah, ti va se ci vediamo oggi, io te e Mirianne, così ci racconti bene tutti i particolari?”
sembrava proprio che avesse dimenticato tutto quello che le avevo detto prima
“oki, a dopo” riattaccai
Guardai l’ora: tra una telefonata e l’altra si erano già fatte le 14, quindi lanciai il cellulare sul letto e iniziai a prepararmi per uscire.

Erano le 15; io, Alis e Mirianne stavamo passeggiando per la città guardando le vetrine dei negozi.
“allora, cosa è successo ieri?” mi richiese Alis
“ma come.. te l’ho già detto al telefono” le risposi, non capendo cosa volesse dire
“no, non quello: cosa è successo con Andy!”
“bè.. niente di che.. siamo stati insieme.. ci siamo baciati..” risposi
“hehe” mi fece Mirianne
“ma ‘hehe’ cosa??” le dissi ridendo.
Tra un racconto e l’altro, ridendo e scherzando, si fece tardi e io tornai a casa.
Quando arrivai, cercai qualcosa di carino da mettermi e poi bussai alla porta della stanza di Lucas, per vedere se anche lui era pronto.
“entra pure” mi urlò da dietro la porta
io entrai e rimasi meravigliata per quello che vedevo: la stanza era pulita, non c’erano vestiti in giro, il letto era rifatto e ogni cosa era al suo posto.
“che c’è?” mi disse, accorgendosi del mio stupore
“niente niente.. hai sistemato la tua stanza, eh?” dissi, continuando a guardare in giro meravigliata
“si” la sua risposta secca “nel caso in cui dovessi, ehm.. insomma.. portare qui Emily per.. qualche motivo” continuò, abbastanza imbarazzato
“ok” gli dissi “sei pronto?”
“ma si”. Indossava una maglietta a maniche corte marrone chiaro e dei Jeans blu; era vestito come sempre.
Andammo in salotto dove mio padre stava finendo di cucinare e mia madre apparecchiava, tenendo con una mano il cellulare all’orecchio.
Poco dopo suonò il campanello, era arrivata Emily. Lucas aprì e la presentò ai nostri genitori, che furono entusiasti nel vedere che sembrava proprio una brava ragazza. Conoscendo Lucas e i suoi soliti amici, non avrebbero mai pensato di trovare una ragazza del genere a casa nostra quella sera.
Dopo di lei arrivò anche Andy e mio padre fu meravigliato che il mio ragazzo fosse proprio l’amico che aveva da poco conosciuto.

Durante la cena i miei genitori fecero un sacco di domande ai nostri ospiti, e ogni tanto Lucas si intrometteva facendo una delle sue solite osservazioni poco simpatiche; io mi limitai a stare in silenzio, a meno che non mi venisse chiesto di parlare
“c’eri anche tu alla festa di ieri sera?” chiese mia madre ad Andy
In quel momento un boccone mi andò di traverso, e io iniziai a tossire.
“a dire il vero la festa era a casa mia” rispose gentilmente.
Ecco, questo a loro non lo avevo detto per paura che non mi avrebbero lasciato uscire, quindi al momento ero abbastanza preoccupata delle altre domande che avrebbero potuto fargli sulla festa.
Sentita la sua risposta, mia madre mi guardò come per dire ‘dovevi dirmelo’.
Andy si accorse della sua reazione: “ma non si preoccupi, è stata una festa tranquilla”
mia madre tornò a fissarlo e io tirai un sospiro di sollievo
“oh bene.. e cosa avete fatto durante questa ‘festa tranquilla’?” chiese, facendo risaltare le parole ‘festa tranquilla’
“niente di che, abbiamo parlato, ascoltato musica.. le solite cose, giusto per stare un po’ in compagnia”
Mia madre sembrava soddisfatta della risposta, così si zittì e lasciò spazio a mio padre, che iniziò a fare un sacco di domande a Emily. Andy mi aveva proprio salvato il culo.
A fine serata Emily fu la prima ad andare, dicendo che il giorno dopo si sarebbe dovuta alzare presto per uscire con la famiglia, e quindi aveva bisogno di andare a dormire.
Così Lucas, dopo averla accompagnata fuori, si sedette pigramente su un divano e sbuffò, annoiato.
Io e Andy ci sedemmo di fianco a Lucas.
“bella serata?” chiesi a Andy
“insomma” mi rispose Lucas, mettendomi una mano sulla spalla
“guarda che non chiedevo a te” gli dissi ridendo
“sentivo comunque il bisogno di rispondere” continuò
Lo ignorai e provai di nuovo a parlare con Andy: “grazie di aver mentito sulla festa di ieri sera..” gli dissi sotto voce, per non farmi sentire da mio padre
“ah, vi siete dati alla pazza gioia alla festa.. ci avrei scommesso!” si intromise di nuovo Lucas
“non ti puoi fare i fatti tuoi?” gli dissi, sempre sottovoce
“ecco! Ho ragione allora! Hehe furbacchioni, non potete mentire al vecchio Lucas”
mi venne da ridere, ma non aggiunsi nient’altro, o la discussione sarebbe durata secoli.

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Capitolo 11
*** Tra felicità e disperazione ***


Il film era finito e Lucas spense la tv
“davvero, ma che è successo l’altra sera?” mi chiese all’improvviso
“niente.. che vuoi che sia successo..” risposi
“non ti vedo convinta, qualcosa è successo, me lo sento” continuò
Mi venne da sorridere. No, non potevo raccontarglielo, era mio fratello.
“avete fatto..”
“ma no!” lo interruppi subito
“tu non me la racconti giusta..” mi disse
“va bene, buona notte” mi alzai, e andai in camera mai.

Di mattina mi svegliai presto, feci colazione velocemente e uscii: volevo vedere Andy.
Andai a casa sua e suonai al campanello. Non lo avevo avvisato del mio arrivo, ma non importava.
Ad aprirmi la porta fu Ashley, che era in boxer e maglietta: “ehi Mia, che sorpresa” mi disse, invitandomi ad entrare. Non mi aspettavo di trovarlo così, ma da come si comportava sembrava che per lui fosse normale farsi vedere così dalle ragazze.
Andai in cucina, dove trovai Jinxx, Jake e Christian seduti a tavola che facevano colazione.
Mi salutarono e mi offrirono qualcosa, ma rifiutai dicendo che avevo già mangiato.
“sei qui per Andy?”mi chiese Jinxx
“si” risposi
“sta ancora dormendo” mi disse Ashley, spuntandomi alle spalle.
guardai l’orologio, ormai erano le 10. “vuoi andare a svegliarlo?” mi chiese
“oh, va bene”
Salii al piano di sopra. La stanza di Andy era l’ultima in fondo a un corridoio, la più vicina al bagno.
Bussai, ma non ricevetti risposta, quindi aprii la porta pian piano ed entrai.
La sua stanza non era certo ordinata. Sulla scrivania c’erano un sacco di libri, l’armadio era aperto e alcuni vestiti erano in terra lì davanti e sul comodino c’era un bicchiere di coca cola come quelli che si prendono al McDonalds.
Mi avvicinai e sedetti sul letto accanto a lui. Restai a guardarlo per un po’: dormiva come un angioletto.
Poi aprì gli occhi “ehi..” mi salutò ancora assonnato “che ci fai qui?”
“volevo vederti” gli risposi, mentre continuavo a guardarlo.
Si stiracchiò e si mise seduto accanto a me. “non far caso al disordine” mi disse, mentre guardava in giro imbarazzato.
“haha, ok” mi venne da ridere, dato che era troppo tardi, al disordine ci avevo già fatto caso.
Ora però non mi importava di quanto fosse disordinata la sua stanza, la mia attenzione era attirata da altro: Andy era lì, accanto a me, ed era senza maglietta.
Appoggiai una mano sul suo petto. Era caldo, e la mia mano era fredda. Lui mi prese le mani e le tenne strette nelle sue, per scaldarmele. “non mi va di alzarmi, vorrei dormire ancora” mi disse, tornando a sdraiarsi, sempre tenendomi le mani.
“capisco, allora io ti aspetto giù..” gli risposi.
“non ti va di restare?” mi chiese
“restare..?”
“si.. e dormire con me”
Così mi infilai sotto le coperte insieme a lui.

Quando tornammo al piano di sotto era mezzo giorno. Guardai il cellulare e vidi un sacco di chiamate perse da mia madre. La richiamai per scusarmi dell’ora e dirle che stavo arrivando.
“l’utente da lei chiamato è occupato” mi rispose la voce registrata.
“ah, dovevo immaginarlo!” esclamai mentre componevo il numero di Lucas.
“se vuoi puoi pranzare con noi” mi disse Andy
“oh, grazie dell’invito.. se non disturbo”
“tu non disturbi mai”
“benissimo, avviso a casa”
Il telefono di mio fratello suonava ma lui non se ne accorgeva, non so cosa stesse facendo. Mia madre sarebbe stata al telefono ancora per molto e mio padre teneva sempre spento il suo, quindi non avevo altra possibilità che aspettare una risposta da mio fratello.
“pronto” finalmente mi rispose, dopo una ventina di squilli.
“ehi Lucas, io pranzo a casa di Andy.. dillo a papà”
“mmh, va bene.. ma torna a casa presto, hanno detto di aver una notizia importante da darci”
“ricevuto!”
Riattaccai e mi sedetti a tavola con i ragazzi.

Tornai a casa verso le 14, felice come non mai.
I miei genitori e Lucas erano seduti a tavola e stranamente nessuno parlava.
“oh, eccoti finalmente” mi salutò mio padre
Mi sedetti e notai subito che mia madre non era al telefono, segno che avevano proprio una cosa importante da comunicarci. Guardai Lucas per capire se sapeva qualcosa e notai che era distratto e pensieroso, poi mi guardò con un’espressione cupa e piena di tristezza.
Restai con la bocca aperta, poiché non lo avevo mai visto così.
“che succede.. è morto qualcuno?” chiesi preoccupata.
“no, no, non ti preoccupare, non è successo niente di grave” mi rispose mia madre.
“questo lo dite voi!” Lucas si alzò in piedi e urlò loro contro
“calmati!” gli urlò mio padre
“ve lo potete scordare!” disse, e se ne andò nella sua stanza.
Ormai avevo capito cosa stavano per dirmi, ma dentro di me pregavo di sbagliarmi.
Mia madre prese un bel respiro e mi comunicò la notizia: “ci trasferiamo”
Sbiancai e mi sentii svenire. Io non potevo andarmene, avrei perso le mie amiche e avrei perso Andy.
“c..cosa?” mi fu istinto di dire
“hai capito bene, ci trasferiamo di nuovo.. non sarà poi così disastroso, ormai siete abituati” disse mio padre.
“no, io non voglio, finalmente ho trovato un posto dove sto bene!”
“dai su, non fare tante storie! Ti troverai bene anche a Parigi!” continuò mia madre.
Non potevo credere a quello che avevo sentito.. saremmo dovuti andare a Parigi.. così lontano..
“che? Parigi? Andiamo in Europa?”
“si, andiamo a Parigi”
“dai, inizia a fare le valigie e chiama i tuoi amici per salutarli, si parte domani”
Domani.. così presto.. avevo così poco tempo per salutare tutti.. Una lacrima mi solcò il viso.
Me ne andai a testa bassa, dirigendomi verso la mia stanza, ma quando fui sul punto di aprire la porta cambiai idea, mi voltai e entrai nella stanza di Lucas.
“..posso entrare” gli chiesi piangendo
“certo.. vieni” mi disse, aprendo le braccia.
Gli corsi incontro e lo abbracciai, poi iniziai a piangere senza più riuscire a fermarmi.
“su, dai, calmati..” cercò di calmarmi, ma non ci riuscì.
“Lucas, ti piace qui?” gli chiesi
“certo.. adoro questo posto.. e soprattutto amo Emily, e non voglio dirle addio”
Avevo già capito che lui desiderava restare lì, desiderava scappare per poter rimanere a Los Angeles, per poter rimanere con la ragazza che amava. Lui era maggiorenne.. non era obbligato a vivere con noi, avrebbe potuto trovarsi una casa tutta sua e dirci addio per sempre, quindi per lui era tutto più facile.
Io invece non avevo scelta.
“allora cosa pensi di fare?” dissi, piangendo ancora di più
“tu mi conosci.. sai già cosa voglio fare.. sai già cosa farò”

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Capitolo 12
*** Piano di fuga ***


Continuavo a piangere. Lucas aveva già capito che andarmene era l’ultima cosa che volevo.
“dai, adesso vengo in camera tua e ti aiuto con le valigie”
Ecco.. lui voleva restare e io me ne sarei dovuta andare per forza.
“no.. ti prego.. io non..”
“sssh..” mi fece, e mi portò nella mia stanza
Insieme iniziammo a prendere la roba e metterla in una valigia. Più andavo avanti, più sentivo che mi stavo allontanando da tutto ciò che amavo.
Sentii il cellulare che mi vibrava nella tasca dei pantaloni. Era un sms da Andy che mi invitava da lui a cena. Vedendolo tornai a piangere, pensando a quando gli avrei detto addio.
“non ci riesci, vero?” mi chiese Lucas
“e certo che non ci riesco, vorrei vedere te!” gli dissi, quasi urlando.
Lui mi prese il cellulare dalle mani e cercò il numero di Andy nella rubrica.
“no! Che fai!” non volevo assolutamente che fosse lui a dirglielo, ma non riuscii a fermarlo che lo stava già chiamando. Subito Andy rispose. “ehi Andy, ho una cosa importante da dirti.. Mia al momento non può parlare, e ha chiesto a me di chiamarti”
non so cosa gli rispose, ma lui continuò
“Mia potrebbe restare a casa tua per un po’? ha litigato con i nostri genitori e non sopporterebbe di passare la notte qui”
Non potevo crederci.. Lucas mi stava aiutando a restare!
“benissimo, a dopo”
Abbracciai Lucas e mi ripresi il telefono
“grazie.. ma non fare mai più una cosa del genere, mi hai fatto prendere un colpo!”

Decisi di restare a casa mia per cena, sarei uscita mentre i miei dormivano così che non si sarebbero accorti di niente.
Ormai le valigie erano pronte, controllai di aver preso tutto e prendendo carta e penna scrissi un breve biglietto ai miei genitori:

“Cari mamma e papà, lo sapete che vi voglio bene, ma non posso venire con voi a Parigi. Qui ho delle amiche che mi vogliono bene, e ho un ragazzo che mi ama. Esatto, Andy mi ama e io amo lui. Per favore, non opponetevi alla mia decisione.. Addio.”

Era un biglietto schifoso.. avrei potuto usare parole migliori per dir loro addio.. ma non riuscivo a trovarne.
Mentre lasciavo il biglietto sul tavolo in cucina, Lucas uscì dalla sua stanza e mi raggiunse.
“anche tu lasci un biglietto, eh?” mi disse, mostrandomi il suo, che diceva semplicemente “io da qui non me ne vado, addio”.
“vai da Emily?” gli chiesi
“si.. poi quando nostra madre fissa un prezzo per la casa la ricompro e torniamo a vivere qui”
Gli sorrisi; uscimmo insieme da casa.
Le strade erano deserte e buie, non sembrava certo sicuro andare in giro da soli.
“chiamami appena arrivi, ok?” mi disse
“certo, e tu fa lo stesso”
Ci salutammo, e percorsi velocemente la strada che conduceva alla casa dei ragazzi.

Quando entrai, mi chiesero che era successo e io raccontai loro tutto, poi chiamai Lucas che era appena arrivato a casa di Emily e me ne andai a dormire.

La mattina dopo, quando mi svegliai, accanto a me trovai Andy che era già sveglio.
Mi diede un bacio di buongiorno.
“che ore sono?” gli chiesi
“sono le 9, credo”
Le 9.. il nostro volo era alle 8, quindi i miei genitori erano già sull’aereo.
Presi il telefono e scrissi a mia madre un sms, così che quando fossero arrivati lo avrebbero letto.
Nell’sms dicevo semplicemente “chiamami appena hai tempo”, volevo salutarli e sapere come era andato il viaggio.
Ero libera.. non avrei mai più dovuto traslocare, sarei rimasta lì per sempre, sarei rimasta con Andy per sempre.

Verso le 13 ricevetti una telefonata: era mia madre
“pronto..” risposi
“Mia, noi siamo a Parigi” mi disse
“si, lo so.. siete arrabbiati?”
“un po’..”
“mi dispiace.. ma io non potevo andarmene da qui”
“si, lo capisco..”
“venite a trovarci qualche volta” dissi
“si, lo faremo”
Ci fu un momento di silenzio..
“la casa.. abbiamo deciso di non venderla, ora è vostra”
“ah, grazie, avviso Lucas”
“ok, salutacelo”
“certo, ciao” salutai
Poi chiamai Lucas e gli diedi la notizia.
“davvero? wow, non me lo sarei mai aspettato!”
“nemmeno io”
“allora.. se non ti dispiace chiedo ad Emily di trasferirsi da noi”
“no non mi dispiace, chiediglielo pure, io però voglio restare ancora un po’ da Andy”
“benissimo”
riattaccai.
I miei genitori avevano capito le mie ragioni.. Ancora non riuscivo a crederci..
 Ora si che tutto andava bene, per il verso giusto. Guardai Andy negli occhi e dopo qualche secondo gli dissi una cosa che desideravo dirgli da molto tempo: “ti amo più di quanto io possa urlare”

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