Is love forever?

di ElenaMaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Camminavo. Mani in tasca. Zaino sulle spalle. 

Un' altra monotona giornata di scuola si preannunciava. Cominciavo a non poterne più della solita routine. Della solita scuola. Di Sidney. 
Il cielo era limpido. Come sempre. Faceva caldo nonostante fossi vestita molto leggermente, panta bianchi e canotta. 
Da lontano si intravedeva. La mia scuola. Dentro di me sarei voluta scappare. Correre lontano. 

“Phoooooooooooobe” 
Urlò la sua voce alle mie spalle. Ora mi cingeva la vita. 
Ma cosa pensate? No lei era la mia migliore amica. Una delle poche persone che mi sopportavano. Una delle più belle persone che mi erano veramente amiche. I suoi boccoli biondi le correvano lungo la schiena mentre il viso era illuminato dai suoi occhi verdi profondi. Le indirizzai un sorriso e insieme attraversammo i corridoi grigi.
“Sai” disse “ci credi ti per poco non ti riconoscevo? Si le vacanze estive ti hanno cambiata tantissimo Phobe”
“Ma Charlotte cosa dici?” La guardai stupita.

Quella prima mattina del primo giorno di scuola dopo le vacanze estive volò.

“Mamma vado a fare due passi” urlai
“Spiaggia?” disse mia madre
Anuii. In una attimo raggiunsi la spiaggia. Inutile dire che la spiaggia della mia città era affollatissima così mi rintanai in una piccola cavità rocciosa a ridosso del mare lontano dalla spiaggia. Da quando mi ero trasferita in Australia quello era diventato il mio nascondiglio preferito, un modo per scacciare i brutti pensieri che mi assillavano, per distrarmi. Era una sorta di piccola grotta di rocce, come un riparo naturale. Solo io ne ero a conoscenza. Così pensavo, perchè per arrivarci era necessario incamminarsi tra le rocce appuntite.


Mi drizzai improvvisamente. Non feci in tempo a levarmi gli occhiali che una voce si rivolse a me.
“Oddio” disse.
“Molto gentile” dissi.
Mi guardò. Io lo guardai. Ci guardammo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Era una ragazzo. In quel momento non riuscivo a staccare i miei occhi da lui. Mi si avvicinò lentamente guardandosi intorno e togliendosi gli occhiali. “Posso sedermi con te?” Annuii a quelle parole. Si sedette proprio davanti a me. Forse prima non mi ero soffermata così tanto sui particolari. Aveva i capelli biondi con qualche ricciolo e i suoi occhi... blu, blu come l'oceano e i delfini. Entrami non sapevamo cosa dire. Imbarazzante. Non riuscivo a spiaccicare una sola vocale davanti a lui. Temevo di poter dire qualcosa di sbagliato. La mia timidezza mi costringeva a limitarmi ad osservarlo. “Carino questo posto” disse “S... si. Ormai è la mia seconda casa” dissi io “Guarda si vedono i delfini” dissi indicando l'orizzonte davanti a noi. Seguì il mio dito. Sorrise. Aveva un sorriso stupendo. Un senso di vuoto mi invase. Cosa mi stava succedendo? “Sei australiana?” “No... si nota così tanto?” feci naturalmente riferimento al mio aspetto. Chi aveva mai visto un'australiana con i capelli color nero corvino e gli occhi color nocciola? Sorrise alle mie parole. Si alzò leggermente verso di me. Mi allungò la mano. “Piacere Cody” La strinsi. “Phobe” Rimanemmo insieme per un'ora. Ascoltammo la musica dal suo iPod e poi... poi mi cantò una canzone. Si, voleva farmi sentire come cantava. Aveva una voce bellissima. Mentre ancora cantava chiusi gli occhi. Era come se cercassi di chiudere ogni porta con l'esterno. Come se volessi tenere con me per sempre le emozioni che la canzone mi regalava. Ogni singola nota. Improvvisamente smise di cantare. Feci per aprire gli occhi. “Buuuuuuuuuuuuuuuuuu” Sobbalzai. Risi tantissimo. Era vicinissimo a me. Rideva anche lui. Quel momento era magico. Eravamo solo io, lui ed il suono delle nostre risate. Forse non era in equilibri in quella posizione. Forse era troppo alto per riuscire a chinarsi fino a me che ero seduta davanti a lui. Inciampò. Si, mi cadde addosso. Finimmo entrambi uno sull'altro. Ora era molto più vicino a me di quanto lo fosse prima. Riuscivo a sentire il suo respiro sul viso. L'unica cosa che vedevo erano i suoi occhi blu, un colore bellissimo, ci si poteva perdere. Sulle sue labbra comparve un sorriso. Un sorriso dolce. Un sorriso intenso. Ci guardammo. Fu un minuto che durò all'infinito. Si chinò verso di me. Si bloccò per qualche istante osservandomi. Ci guardammo negli occhi, sorridenti. Mi morsi le labbra. Finalmente si avvicinò al mio viso... per abbracciarmi. I suoi ricci biondi caddero sulle mie guance. Ricambiai l'abbraccio. Era calato il silenzio. Nessuno dei due voleva rovinare quel momento. “Scusami” mi sussurrò all'orecchio. A quelle parole rabbrividii. Mi diede un bacio. Si, una bacio. Sulla guancia. Fu leggero. Sentii solo le sue labbra calde sfiorare la mia pelle per poi allontanarsi con lui. Era scappato. Non era più li con me. Mi rialzai, pensando ancora a quello che era successo. Non riuscivo a spiegarmi i sensi di vuoto e tutti quegli arcobaleni di emozioni che solo quel pomeriggio avevano infestato il mio stomaco. Tornai a casa. Mi chiusi in camera e mi riaddormentai pensando a lui. Al suo abbraccio. Alle sue parole. “Finalmente la bella addormentata scende per la colazione” “Ah mamma simpatica questa mattina” dissi stiracchiandomi. Mangiai velocemente per poi salire fare una doccia velocemente. Dopodichè mi infilai il mio costume. Sarei tornata in spiaggia. Il mio cuore sperava di riincontrarlo, anche solo rivederlo per un attimo, quell'attimo che mi aveva regalato tanta felicità. Ma la mia mente mi diceva che molto probabilmente avrei dovuto dimenticare. Come ogni giorno la spiaggia era animata da moltissima gente. Come ogni sabato d'altronde Mi diressi quasi correndo verso il mio rifugio. Il sole picchiava fortissimo sulla mia testa così fui costretta a correre più velocemente. Feci per entrare all'interno di quella piccola grotta. Rimasi immobile.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


I nostri sguardi si unirono. Un senso di vuoto mi assalì. Dalla prima volta che l'avevo incontrato quello era sempre stato l'effetto che il suo sguardo aveva su di me. Come una cosa magica. Una cosa che solo lui sapeva regalarmi. Era amore? Gli sorrisi. Mi sorrise. “Mi mancavi” A quelle parole gli corsi incontro. Lo abbracciai. Ci ritrovammo un'altra volta ad un palmo di distanza l'uno dall'altra. Ridevamo. Era uno dei tanti momenti in cui le risate prendevano il posto delle parole. Uno dei tanti momenti in cui riuscivo a sentirmi veramente felice. Come se con lui avessi ritrovato me stessa. “Che ti va di fare oggi Phobe?” “Andiamo a fare un giro in città?” “Agli ordini principessa” Passeggiavamo mano nella mano per le vie di Sidney. Parlavamo mano nella mano per le vie di Sidney. Ridevamo e parlavamo mano nella mano per le vie di Sidney. Non c'è nulla di male in questo. Allora perchè tutti ci guardano? Non hanno mai visto dei quindicenni innamorati? “Non capisco il perchè la gente si volti quando passiamo” “Forse è una tua impressione” Si, forse era veramente una mia impressione. Strano. Si fermò. Si fermò proprio davanti a me. Si fermò a guardarmi. “Sei bellissima” “Cody...” mi interruppe. Intrecciò la sua mano con la mia. L'unica cosa che guardavo erano i suoi occhi. Il suo viso perfetto. Quei lineamenti australiani. Ma soprattutto ero certa di una cosa. L'amavo. Amavo ogni cosa di lui. Com'è possibile innamorarsi di una persona che si conosce da poco. È possibile. Ci si innamorare anche delle più piccole cose. Dei più piccoli gesti. Ci si innamora dei sorrisi. Della voce. Quella voce bellissima capace di farti volare. Ci si innamora dei crampi allo stomaco improvvisi. Ci si innamora. E alla fine è tutto bellissimo. È tutto un sogno. “Phobe io... tu...” “Cody io ti amo” Parlai io. Fu la mia timidezza a parlare. Fu la mia voglia matta di riaverlo tra le mie braccia a parlare. “Anch'io. Dalla prima volta che ti ho vista” Si chinò verso di me. Mi cinse per i fianchi. Come nei film. Uguale. Magico. Ormai tutto ciò che vivevo con lui era magico. Mi rubò un bacio. Uno di quei baci che si sognano fin da bambine. Un bacio da favola. Con il mio principe. “Vieni andiamo, ti riaccompagno a casa” disse accarezzando il mio viso e prendendomi la mano. “Grazie per oggi Phobe” “G....grazie a te” “Non so se riuscirò a starti lontano fino a domani” “Cerca di farcela” dissi, allontanandolo da me. Come speravo. Rispose. Come speravo. Ci baciammo. Ancora. Ogni volta era una sensazione diversa. Lo guardai allontanarsi per poi entrare in casa. “Mamma sono a casa” urlai. Nessuna risposta. Mi chiusi in camera accendendo la TV. “La star del momento, l'idolo delle ragazzine” Sgranai gli occhi. Cosa ci faceva lì?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Un groviglio di pensieri si impadronì della mia mente. Troppi pensieri. Nessuna conclusione. Eppure era lui. Era Cody. Era in televisione. Mi limitai ad ascoltare quella voce che mi aveva rivelato ogni cosa. Il motivo per cui tutti ci guardavano era quello. Era la sua popolarità. No, non era popolarità. Era fama. “La star del momento si trova in Australia. Si è preso una pausa dal duro lavoro di cantante...” Se l'avessi riconosciuto prima sarei sicuramente diventata una sua fan. Una fan di quella voce meravigliosa capace di incantare. Perchè mi aveva mentito? Mi coricai. Quella era stata la giornata più bella della mia vita...non doveva finire così... con una bugia. Una lacrima mi rigò il viso. Forse era tutta una messa in scena. Come può una persona famosa innamorarsi della più comunque delle persone? Osservai l'orologio. Mezzanotte. Mi avviai a piedi scalzi verso la finestra dalla quale provenivano strani rumori. L'aprii. Era lui. Il cuore batteva all'impazzata. Come se l'avessi aspettato per non so quanto tempo. Ci guardammo. Era sotto la mia finestra. Era lì per me? Forse. Sicuramente. “Mi mancavi principessa” Forse la rabbia? Forse. Socchiusi la finestra lasciandolo sotto di me. Ad aspettare. “Tanto posso benissimo arrampicarmi sai?” Mi voltai verso quella voce. Era lì. Bello come sempre. Davanti a me. Nella mia camera. Mi alzai. “Cody Simpson eh?” Mi guardò. Un'espressione triste gli si disegnò in viso. Si avvicinò a me. Riuscì solo a sfiorare la mia mano prima che la potessi allontanare dalla sua. “Perchè non me l'hai detto subito? Perchè lasciare che lo scoprissi da sola?” Si avvicinò a me. Ancora una volta, nonostante la rabbia, riuscii a perdermi nei suoi occhi. “Perchè sarebbe cambiato tutto tra di noi. Ogni cosa” “No” “Invece si. Ho sempre avuto a che fare con gente alla quale interessava solo la mia popolarità, non i miei sentimenti. Gente falsa. Gente che non apprezza nulla. Gente che non c'era mai. Capisci? Gente che se ne fregava se soffrivi.” “Ma io non mi sono innamorata di Cody Simpson la star. Mi sono innamorata di quel ragazzo di nome Cody con un sorriso stupendo, quello stesso ragazzo che è arrampicato fino alla mia finestra per tenermi in piedi tutta la notte. Quello stesso stesso ragazzo che sperava di tenermi nascosta la sua vera vita temendo che potessi innamorarmi di quella quando invece il mio cuore apparteneva già a lui. Indipendentemente da chi fosse. Ed io ci sarò sempre per lui.” Sorrise. Sorrisi anch'io. “Ti amo” Altro che farfalle nello stomaco. Nel mio c'era un covo di vespe. Mi cinse i fianchi. Si avvicinava. Chiusi gli occhi. Mi baciò. Era tutto così perfetto. Tutto aveva un senso. Lui aveva ridato un senso alla mia vita. Lui era la mia vita. Ci staccammo, unendoci nuovamente in un abbraccio. Riuscivo a sentire il suo cuore. Batteva. Veloce. Alzai il viso ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso perfetto. “Se è un sogno svegliami” le mie parole uscivano come un sospiro “Beh allora siamo in due a sognare” Mi alzai. Indossavo ancora i vestiti della notte precedente. Cody. Era sparito. Mi preparai velocemente e corsi a scuola. “Ehi com' è che in questi giorni non ti sei mai fatta sentire?” Quanto mi era mancata? Quanto mi erano mancate le nostre risate? L'abbracciai fortissimo. “Non ci crederai ma ho conosciuto un ragazzo...” Ci avviammo verso la nostra classe. “Beh racconta” “Penso di essermi innamorata” “Chi è?” “Cody Simpson. Si nemmeno io ci credo, ci siamo conosciuti per caso. Ma è proprio grazie al caso che mi ha rapito il cuore.” Si bloccò. Mi guardò sguardo interrogativo. “Phobe, state insieme?” “No per ora no ma...” non mi fece finire la frase. Purtroppo. “... È fidanzato!” ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ciao ragazze innanzi tutto grazie mille per seguire questa storia. Secondo, so che vi starete domandando 'Ma che diavolo ci fa Cody nella storia?' Ecco, ho deciso che i ragazzi faranno il loro ingresso più tardi... come per farvi una sorpresa! Per ora mi limito a scrivervi il nome della mia pagina Facebook per chi volesse scrivermi: 'Al diavolo il Sole sei tu che mi illumini la giornata' Bacii

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Un'altra bugia? Un'altra presa in giro? Un'altra montatura? “Tu non puoi saperlo” queste furono le uniche parole che uscivano fuori dalla mia bocca tra i singhiozzi. Piangevo? Le lacrime mi rigavano il viso. “È una star Phobe. Lo sanno tutti. Tutti i giornali lo dicono. È un super montato. Non sa nemmeno cosa sia l'amore.” Quelle parole, affilate come lame, ferirono il mio cuore. I miei sentimenti. Scappai. Non importava più nulla. Il vento mi accarezzava i capelli. I brividi mi percorrevano la schiena. Mi sedetti sulla sabbia. Lontano si sentivano gli schiamazzi dei gabbiani. Erano solo le otto. Le otto del mattino. Il Sole era già sorto da un pezzo, forse si era dimenticato di illuminare la mia vita, visto che ogni cosa stava prendendo la piega sbagliata. Troppi errori. Troppe illusioni. Mi sdraiai. Come aveva potuto? Come avevo potuto? Maledizione a tutto. Le lacrime scendevano sul mio viso e con loro ogni speranza. Gli occhi bruciavano. Ma davvero pensavo di essere felice? Si, lo pensavo veramente. Forse perchè stare con lui era un premio. Lui era il mio premio. Come se non avessi bisogno di nient'altro al di fuori di lui, delle sue risate, della sua compagnia. “Sapevo che ti avrei trovato qui” Mi voltai di scatto. La sua voce. Sorrideva. Dopo quello che aveva fatto. Perchè stavo così male? Non risposi. Si avvicinò. Si sedette con me sulla sabbia. “Non ero mai stato qui di prima mattina... sembra tutto così tranquillo” “Sai l'apparenza inganna” dissi acida. Mi voltai verso di lui. Cercando ancora una volta di non affogare nei suoi occhi. Mi guardò attentamente. Sentivo il suo sguardo addosso. Lui guardava me. Io lui. I suoi capelli biondi. Il suo viso perfetto. Lo amavo. Nonostante tutto. “Hai pianto. Perchè?” Si alzò con me. Insieme. “Te lo chiedi anche?” “Non capisco...” “Non c'è molto da capire” “Phobe...” “Tu non mi ami, tu... sei...fidanzato” riuscii a stento a terminare la frase annegando ogni parola tra i singhiozzi “Tu hai visto...” “Ho sentito Cody. Io mi ero anche innamorata di te. Evidentemente sei come gli altri.” Chinò il capo. “Sei arrabbiata?” “No. Non sono arrabbiata con te. Ma con me. Come posso essere stata così stupida? Come mi posso essere innamorata di te? Dopo tutto mi stai facendo soffrire. Io lo sapevo. Una parte di me l'ha sempre saputo. Ma ho voluto provare. Provare ad essere felice. Perchè con te potevo esserla” Mi voltai. Cercai di scappare ma la sua mano mi bloccò. Mi tirò a se. Ancora una volta. Ancora una volta eravamo vicinissimi. Riuscivo a sentire il suo cuore. Riuscivo a sentire il suo respiro sul mio viso. Una lacrima rigò il suo viso. Piangeva. Avevo spento il suo sorriso. “È così complicato Phobe. La mia vita è complicata” “Me ne sono accorta” “Ascoltami ti prego” Tornammo a sederci. “Si è vero, tutto il mondo pensa che io sono fidanzato. Ma non è così...” “Non capisco...” “Il mio manager. Lui credeva che fingendo una relazione con una modella sarei riuscito a vendere più dischi. È tutta pubblicità. Ma tutto ha una fine. Tra due giorni il contratto dovrebbe scadere. Tra due giorni sono libero. Non devo più fingere.” “Quindi noi non potremmo stare insieme?” Mi abbracciò. Mi strinse forte a lui. Ancora una volta le farfalle popolarono il mio stomaco. “Ti amo Phobe. Da quando ti ho conosciuta ogni cosa è cambiata. Sei sempre nella mia testa. I tuoi bellissimi occhi, i tuo sorriso, la tua insicurezza... ogni cosa amo di te” “Ma tutto ciò cosa significa?” “Che dovremo avere pazienza. Dobbiamo aspettare. Dovremo sostenerci a vicenda. Perdonami. Avresti dovuto sapere tutto fin da subito. Fino a quando il contratto non è ufficialmente chiuso la nostra storia deve rimanere segreta” “Non lo so Cody. Sta succedendo tutto troppo velocemente. Io ti amo ma non era questo quello che mi aspettavo” Si chinò verso di me. Percorse il profilo del mio viso con la mano. Delicatamente. Una carezza. Sorrideva, chinando il capo. Mi prese le mani. Alzò il viso. Mi guardò negli occhi. Riuscivo a vedermi riflessa nei suoi occhi. “Proviamoci Phobe. Ti prego”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Annuii. Sentii le sue braccia sui miei fianchi. Fu tutto come nei miei sogni. Forse perchè lui era il mio sogno. Mi bastò sollevare il capo per ritrovarmi ad un soffio dalle sue labbra. Ad un soffio dalla perfezione. Ci coricammo sulla sabbia. Vicini. Uniti. Quei pochi centimetri che ci dividevano scomparvero. Sentii le sue labbra premere sulle mie. Dolcemente. Come se in quel momento tutto aveva ritrovato un senso. Il mio cuore batteva all'impazzata. Ci staccammo. Riuscii a perdermi ancora una volta nei suoi occhi. Avrei voluto fermare il tempo. Sarei voluta rimanere lì per sempre. Al sicuro. Tra le sue braccia. Vicino a lui. Con lui. Le sue mani scorrevano tra i miei capelli. “È tutto più bello con te” Sorrisi a quelle parole. Forse perchè la stessa cosa valeva per me. Non risposi. Mi avvicinai di più a lui fino ad appoggiare il capo sul suo petto. Mi baciò la fronte. Quanto poteva essere dolce? “Non pensavo potesse essere tutto così...” “Così come?” “...Magico Phobe. Magico” “Ma non siamo troppo giovani?” “Troppo giovani?” “Si. Tutti dicono che il nostro sia un'amore passeggero. Perchè sono così le storie tra adolescenti. Ma io non lo voglio...” “E come si può rinnegare tutto questo? Come posso rinnegare tutto quello che provo per te? Non mi importa se sono giovane. L'unica cosa che mi importa è starti vicino, tenerti tra le mie braccia, abbracciarti.” “E se tutto questo dovesse finire?” “Faremo in modo che tutto ciò non possa finire mai.” Abbandonammo la spiaggia. Ormai era ora di pranzo. Passeggiavamo per le vie di Sidney. Mano nella mano. Lui indossava i suoi Ryban neri. Sorridevo. Ero realmente felice. Il sole splendeva nel cielo. Si fermò improvvisamente. “C'è caldo” Risi a quell'affermazione. Era lì. Davanti a me. Intento a farsi aria con la mano. Mi guardò. I suoi occhi blu erano come incantati. Si chinava. Lentamente. Sapevo le sue intenzioni. Ed ero a conoscenza dei rischi che avremmo incontrato. Lo bloccai. Mi guardò con sguardo interrogativo. “Non possiamo” “Hai ragione. Scusa” Eravamo ancora vicini. Troppo vicini. Tutto accadde così velocemente... Ci voltammo verso la direzione dalla quale proveniva quello stano rumore. Così vicino. Come di una macchina fotografica. Come temevamo. Davanti a noi un uomo con una macchina in mano ci osservava ridacchiando. “Scappa” suonò come un sussurro la sua voce. Mi prese la mano. Io lo seguivo. “Cosa succederà Cody?” Si voltò verso di me. Leggevo nei suoi occhi preoccupazione....

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


“Ti prego fermati, non ce la faccio più” Ci sedemmo su di una panchina. Ormai eravamo riusciti a seminare quel fotografo. Nonostante cercassi delle risposte alle mie domande non ne trovai. Lo guardavo. Non sembrava stanco dopo quella corsa, no, al contrario, era solo seccato. Guardava dritto davanti a se. Non una parola. “Parla Cody, non sopporto la tua indifferenza... cos'è successo? Perchè siamo scappati?” Si voltò verso di me. Le sue mani si intrecciarono con le mie. I suoi occhi fissavano i miei. “Non dovevo cercare di baciarti, almeno non lì, non davanti a così tanta gente, non davanti a quel fotografo...” “Quindi questo ci ha scattato una foto, e allora?” Si fece serio. “Era l'ultima cosa che volevo: che finissi sotto i riflettori anche tu. Che anche la tua vita finisse sotto gli occhi di tutti...” “Quindi quella foto...” “Quella foto sarà su tutti i giornali di Gossip domani... scusami” Cosa significava quella frase? Come avrei spiegato tutto ai miei genitori? E a scuola? Cosa avrebbero pensato gli altri di me? Tornai a guardarlo. “Tanto vale provare scusa. Non mi interessa quello che succederà, non ha importanza. Smettiamola di nasconderci Cody. Noi stiamo bene insieme...” “No Phobe, questa vita fa schifo. Non sai a quali rischi andiamo incontro e soprattutto tu... significa finire sui giornali ed essere perseguitati dalla stampa. E tutto questo perchè? Perchè si è la fidanzata di una star? Io... io...” Una lacrima mi rigò il viso. Perchè? “...Io preferisco che nessuno sappia di noi” Mi alzai in piedi . “Ovviamente ti interessa che tutto il mondo sappia che tu sei fidanzato con una modella quando è tutta una montatura e non ti interessa che il mondo mi conosca....” Ormai le lacrime avevano segnato il mio volto. Lo guardai. “Lo faccio per te...” queste furono le ultime parole che riuscii a sentire. Scappai. Volevo lasciarmi tutto alle spalle. Volevo smettere di soffrire. Volevo sentirmi felice. Felice senza nulla che mi impedisca di esserlo. Mi coricai sul letto della mia camera. Non riuscivo a staccare gli occhi dal soffitto. Non riuscivo a non pensare a lui. A Cody. Nessun messaggio. Nessuna chiamata. Forse non gli interessava sapere come stavo. Forse non gli era mai importato. Sono io l'illusa tra i due. Sono io quella che soffre tra i due. Perchè mi stava facendo questo? Perchè non rivelare la nostra storia? In fondo se eravamo felici perchè non urlarlo a tutti? Perchè non far sapere a tutti che anche due sedicenni possono conoscere l'amore, quello vero. Quella mattina il cortile della scuola era gremito di gente. Con lo sguardo cercavo Charlotte tra tutti. Mi sentii in imbarazzo. Essendo all'oscuro del motivo. Perchè tutta la scuola, ogni ragazza, ogni ragazzo mi guardavano? Mi sentivo i loro sguardi addosso. “Ma cosa hai fatto?” La sua voce mi riportò alla realtà. L'avevo aspettata tanto. L'avevo cercata. Risposi con un fil di voce. “Vorrei saperlo anch'io”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mi voltai verso di lei. Mi guardava. Era arrabbiata. Non avrebbe avuto tutti i torti. Nell'ultimo periodo i giorni passati a piangere, ridere e pensare a Cody mi avevano impedito di chiamarla. “Non puoi stare a scuola Phobe, io sono la tua migliore amica ma tutto questo non ha un senso. Io te l'avevo detto. Ti avevo detto di lasciarlo perdere...” Un tuffo al cuore. Solo il suo nome mi faceva quest'effetto. “Io.... non capisco....” Non mi fece terminare la frase. Il mio sguardo cadde sulla copertina del giornale che teneva in mano. Un altro tutto al cuore. Le lacrime mi inumidivano la pelle. I pensieri si affollavano nella testa. Un senso di vuoto mi invase. Glielo strappai dalle mani. Lessi lentamente. “La nuova fiamma della star Cody Simpson, Phobe Thompson” Il mio nome. Come conoscevano il mio nome? La nostra foto. Alzai lo sguardo. Come previsto. La nostra foto. Io e lui. Vicini. Mano nella mano. Si notava la differenza di altezza. Sorrisi. Il mio viso si intravedeva appena, nascosto per metà dai capelli. Quasi sussurrai. “Cosa mi succederà adesso?” Anche lei era preoccupata. Improvvisamente mi abbracciò. Forte. Come solo lei sa fare. “Non puoi stare a scuola. Non in questo stato. Ti copro io. Torna a casa.” disse accarezzandomi il viso. “Dimmi, cosa succederà ora? Io non lo volevo tutto questo...” Non rispose. Chinò il capo. Mi guardavo intorno. Tutti mi salutavano. Tutti sorridevano. Tutti ridevano. Qualche ragazza passando mi squadrava. Tutti ormai sapevano. Corsi di nuovo via. Mi fermò una ragazza appena fuori dal cancello. Non l'avevo mai vista. Mi sorrise. Forse faceva le medie. Era piccola con un cespuglio rosso in testa. Mi prese la mano. “Tu sei la ragazza di Cody? Ormai non si parla d'altro...” “Si sono io” sussurrai. Non riuscivo a parlare. La gola mi bruciava. Avevo pianto troppo. “Perchè piangi? Ridi sei una ragazza fortunatissima...” “C'è scritto così sul giornale che hai letto?” La osservai e corsi a casa. “Lasciatemi stare non ho niente da dire” quasi urlai. “Ma signorina Thompson, tutto il mondo ne parla... cosa c'è tra voi?” Mi coprivo il viso con le mani per evitare ai flash di catturarmi. Come aveva fatto l'amore. Un tempo. “Spiegami Phobe cosa sta succedendo perchè non ci capisco niente” “Mamma...” Mi buttai sul divano, esausta. “Spiegami... cosa ci facevano dieci fotografi davanti a casa nostra. E soprattutto cosa significa questo...” Mi basto sollevare il capo per rivederlo. Un'altra volta. Quella maledetta copertina. Quella maledetta foto. “Mamma mi sono innamorata. Si. Ma guarda cos'è successo...” “Sei troppo giovane. Guarda cos'è successo! Pensavi di essere felice...” La guardai mentre correvo verso la mia camera. Chiusi la porta a chiave. Raggiunsi lo specchio. La mia immagine. Io. Ero diversa. Non ero abituata a vedermi così. Con il mascara colato che era sceso fino alle guancie. Gli occhi erano rossi. Il mio sorriso era sparito. Dimenticare. L'unica parola che mi passava per la mente. Ma come? Come potevo farlo io? E come avrebbero potuto farlo gli altri? Per tutti ero la ragazza di Cody. Per tutti ero quello che per lui non ero mai stata. Scorsi la lista dei messaggi. Erano 400. Tutti chiedevano spiegazioni. Persino quella scontrosa di Meredith, il capitano della squadra delle cheerleadrs si era ricordata di scrivermi. Un messaggio. Cody. CODY. Perchè mi chiedeva scusa?

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mi rigiravo il cellulare tra le mani. Era solo un semplice messaggio. Una semplice parola: Scusa. Perchè tante domande? Non c'era niente da perdonare. Osservai l'ora. Quasi le undici di mattina. Il Sole già splendeva alto nel cielo australiano. Tentai di chiamarlo. Nessuna risposta. Solo tanta tensione. Sapevo che sentire la sua voce mi avrebbe fato male. Cosa avrei dovuto rispondere? Come mi sarei dovuta comportare? Come affrontare tutto questo? Ormai ero...famosa...famosa? Ma io non volevo questo. Non l'avevo mai voluto. Mi ero innamorata di una star. Forse non sarebbe dovuto succedere. Non ero alla tua altezza. All'altezza della sua vita. Ed ora ne sto pagando le conseguenza. Lui no. Ero io quella che si era ritrovata sulle copertine dei giornali di tutto il mondo. Quella che che credeva nell'amore. Nel suo amore. Una chiamata. Charlotte. "Pront..." "Accendi la TV subito. Poi mi dici" "Non capisc..." Aveva riattaccato. Mi sedetti e accesi la televisione. Dopo aver fatto scorrere diversi canali mi bloccai. Un colpo al cuore. Un'altro. "Abbiamo l'onore di avere in studio Cody Simpson" Ascoltavo sorpresa quelle parole. Quel nome. Che tanto mi mancava. Ma che avrei dovuto dimenticare. Un po' come lui aveva fatto col mio. Eccolo. Entrava. Il cuore correva. Un senso di nostalgia avvolse il mio stomaco. Si sedette al fianco del presentatore. Maglione rosso. Jeans. Occhiali. Sempre sorridente. Quello che mi aveva fatto sentire come la ragazza più felice del mondo tra le sue braccia. Quello stesso sorriso che sempre era la causa del mio. "Allora Cody, tutto il mondo ne parla..." Oddio. Tornò serio. Chinò il capo e fece un respiro profondo. "Tra me e quella ragazza? Assolutamente nulla. Hanno frainteso" Il mondo aveva smesso di girare. Il respiro si faceva più denso. Le lacrime coloravano di nero le guance. Come aveva potuto l'amore farmi così male? Per tutta la notte piansi. Per tutta la notte lo cercai. Aspettavo. Un messaggio. Una chiamata. Nulla. Cos'era stata per lui la nostra storia? Forse niente. Me l'aveva promesso. Aveva detto che saremmo stati insieme per sempre. Che avrebbe fatto di tutto per impedire che ci separassimo. Per sempre. Io e lui. Ma alla fine non ha rispettato. Scesi le scale. La testa pulsava. La nausea invadeva il ventre. Evidentemente la felicità aveva fatto le valigie e si era trasferita. Aveva abbandonato la mia vita. Anche lei. "Phobe non sai come mi dispiace" "Mamma no" Le mani cercavano di cancellare dal viso i segni del pianto. Le maniche si tingevano di nero. Color mascara. "Ho bisogno di stare sola. Anche se già lo sono"

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