The beginning

di Feux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Fic nata dal delirio della mia mente…sarà a capitoli, non so ancora quanti e quanto lunghi.

Questa storia potrebbe benissimo essere il prequel di “Toast and Bananas”, oppure essere un’altra storia. Decidete voi!

Voglio ringraziare chi ha recensito proprio “Toast and Bananas”. Grazie, soprattutto a te, Saki! ^^

Ed ora, signori e signore, ecco a voi il primo capitolo!

 

 

 

 

The beginning – Capitolo primo

 

 

 

 

 

Let's go back
Back to the beginning
Back to when the earth, the sun, the stars all aligned

(Come clean, Hilary Duff)

 

 

 

Entro nel dormitorio, così silenzioso e vuoto. Mi reco nella doccia, apro l’acqua bollente. Mi brucia la pelle, fa male, ma è così che deve essere. Devo pulirmi, lavarmi via questa impurità, questo difetto.

Ultimamente è diventata una mania, quella di lavarmi. Come se con una doccia io possa spazzare via quello che ho dentro, come se io possa dimenticare. Come se io possa sparire.

Dimenticare cosa?  

Se chiudo gli occhi, mi ritornano in mente tante immagini, veloci e scattanti, come fulmini.

Vedo lui, vedo lei. Li vedo assieme, avvinghiati sulla poltrona di velluto rosso, quella dove la sera io leggo, davanti al caminetto nel freddo dell’inverno.

Non mi siederò mia più lì. Sì, lo so, è una cosa infantile. Ma non posso dimenticare!  I ricordi mi bruciano dentro, come ora la mia pelle.

Esco finalmente dalla doccia, sento delle voci.

Che siano arrivate…?

Mi avvicino alla porta, ma non oso uscire. Non se c’é lei.

“Oh, Lavanda, come sei fortunata! Ron Weasley…ooh”

“Beh, Calì, io non so…lo sai, come stanno le cose! Io non…”

Sì, sono proprio loro. No, no uscirò di qui. Non per un po’.

“Io non…Io non cosa, Lavanda? Approfittane! Farai morire d’invidia quella secchiona della Granger!Pensaci!”

“Io credevo che fossi sua amica…Calì…”

“Io? Lavanda, non credevo fossi così ingenua. Ma quanto mi ricordo, tu e lei non andate d’accordo. Vero?Vi odiate, no?  Allora, approfittane!”

Calì. Me ne ero accorta già da un pezzo. Ma ho lasciato correre…

“Io…io non odio Hermione!”

“Ma non sei nemmeno sua amica, no?”

Perché ora nessuna delle due parla? Il silenzio è così opprimente. Quanto ci mette a rispondere, Lavanda?

“Io…io….no.”

“Bene. Allora, pensaci! Vieni, andiamo a cena…”

“Arrivo….fra un attimo.”

Nel silenzio di prima, io speravo. Ma la risposta…mi ha lasciato l’amaro in bocca. Sapevo, che era così. Che è così. Illusa.  Però, ho un dubbio. Perché quell’esitazione?

“Non so più che fare…”

È solo un sussurro, al di là della porta, ma taglia il silenzio e arriva netto alle mie orecchie.

Lavanda?

Sento i suoi passi, va via.

Posso uscire.

Non ho fame, ma di sotto so che Ginny mi aspetta. E Harry. E…Ron.

 

 

 

***

 

 

“Tu non mi mentiresti, vero, Lav?”

“Cosa intendi"?”

“Lo sai. Hai esitato. Era una bugia?”

“No.”

Nessuna esitazione, questa volta. Mi sbagliavo…?

Devo smetterla. Guardo nel piatto. Carne, pasta, uova…ma non ho fame.

“Noi non ci mentiamo mai, Lavanda. Parlami chiaro.”

Calì. Prima, non vedevo questo suo lato…cattivo? No. Dominante? Sì, su Lavanda.

“Ma, Calì! Perché dici così? Non ho mentito!”

Lo dice con così tanta foga. Illusa…e delusa.

“È già la terza volta che litigano in questa settimana…”

“Cosa, Harry?”

“Eh?”

“Davvero?”

Non me ne ero accorta. Strano. No. Oramai scendo in Sala Grande una sera sì e due no. Mi sento così spossata…

“Ma cos’avete tutti? Ron è sempre sulle nuvole, Hermione, tu non vieni mai a cena, e Ginny…beh Ginny…non lo so!”

Oh no. Adesso no. Harry, ti prego, non farci la tua solita predica. Mi sembri…me. Dovrei rimproverarvi io…cosa mi succede, in questo periodo? Non sono più me stessa. Non so neanche io chi sono.

“Vedo che oggi nessuno mi ascolta! Bene, ci vediamo!”

Harry si alza di scatto. Ma non è l’unico…

“Calì! Potresti piantarla di indagare sempre su quello che faccio, quello che dico, dove sono? Ti ho detto che non ho mentito! Non mi puoi credere, per una volta??”

Tutta la sala si zittisce. Si sente solo il ridacchiare di qualche studente del primo anno. Lavanda…Lavanda ha gridato a Calì in mezzo alla sala. Ed ora, tutti la stanno fissando. La sua pelle rosea si colora lentamente di porpora.

Perché anche io mi sento così accaldata?

“Io…Scusa…scusatemi!”

 

 

'Cause perfect didn't feel so perfect
Trying to fit a square into a circle
Was no lie
I defy

(Come clean, Hilary Duff)

 

 

 

 

“Nemmeno i più perfetti sono veramente perfetti, Hermione. Te ne sei accorta, eh!”

Io…cosa?

“Cosa?”

“Sai, ho visto come guardavi Lavanda. Sai, lei che sembra la solita ragazza perfetta…e, beh, non capisco cosa ci trovi in lei Ron, ma comunque, ho visto il tuo sguardo.”

Adesso anche Ginny? Ma cosa vogliono tutti?

“Che sguardo? Non sono io che guardo LavLav…semmai è Ron!”

“Ho visto il tuo sguardo! Ho capito, sai.”

Ha capito? Ma…

“La squadravi. Per riuscire a cogliere una pecca in lei, vero? Sei gelosa, vero?”

Che cosa?

“Che cosa?”

“Ma siiì…sei innamorata di mio fratello….oh, che bello! Che bello!”

Mi sussurra nell’orecchio frasi di questo genere. Ma potrebbe anche urlare. Tanto Ron…Ron non è più su questo pianeta. Non sente. Non parla. Ma vede…

“Beh…Senti, Ginny…”

“Su, non essere timida! Beh, allora? Quando vuoi parlarne io ci sono, lo sai! Vado, ciao!”

Oh, mio Dio. Ginny, Ginny, Ginny. Che crede ancora che l’amore sia tutto una favola. Arriva il bel principe sul cavallo bianco, e ti porta via dalla guerra, dalla sofferenza, da questo mondo malato.

Ma non è così. Lo capirà, la piccola Ginny. E pensare ad Harry non è certo il modo migliore per…

“Hai deciso di non parlarmi più?”

Sussulto. Non ero più abituata alla voce di Ron. È da così tanto che non parla…no. Non è vero. È da così tanto tempo che il nostro “formidabile trio” si sta lentamente sfaldando. Harry, lui è troppo Harry.

Ron…dopo la storia con Lavanda, ho cercato di evitarlo. Le cose tra lui e lei non sembrano andare bene…o forse sono solo io. Comunque Ron ha altri pensieri per la testa, e io…

Io…

Io?

“No, Ron. Sei tu che non mi parli, non io! Vado in biblioteca a studiare, ci vediamo.”

La mia voce risuona così…acida. Come se la vecchia Hermione fosse tornata, almeno per un attimo.

Con lui, è sempre così.

“Ehi. Non è che hai visto Lavanda?”

Lo fulminerei con gli occhi, se potessi. Chiedere a me se ho visto Lavanda?

“No, Ronald. È la tua ragazza, non la mia! Se non te ne sei accorto, prima stava fuggendo dalla sala, piangente.”

Anche adesso, la mia voce è aspra, come se avessi mangiato un limone. È lui, lo so.

Ma io voglio che la vecchia Hermione torni?

Io voglio che tutto sia come prima?

Io lo voglio?

 

 

***

 

 

Troppo domande, nessuna risposta. Neanche la biblioteca mi può aiutare, ora.

Una volta, era il mio rifugio. Mi nascondevo dai miei sentimenti, in un infinito gioco infantile.

Ma ora…ora loro mi hanno trovata. Impossibile nascondersi per l’eternità. Forse, è stato un bene.

Forse ho smesso di scappare. Forse l’ho fatto perché sono stanca. Forse l’ho fatto e basta.

Troppi forse, troppa insicurezza. Non come una volta.

Dove sono le risposte?

Dov’è il buon senso?

Dov’è la sicurezza?

Dov’è Hermione?

“Hermione?”

Chissà, magari è la mia coscienza che mi cerca. Forse, è l’amore. Quello vero…? Addirittura, potrebbero essere le risposte che voglio.

Oppure, non lo so.

Quindi, ora mi giro, e guardo.

“Lavanda??”

Lavanda? Lavanda Brown in biblioteca?

La vecchia me se ne è andata, ma ho ancora tanti pregiudizi…devo iniziare a nascondermi da loro.

“Cosa ci fai qui? Nel senso, tu non…non ti ho mai-“

“Sì, lo so, non sembro la classica ragazza studiosa, vero? Non sono una so-tutto-io come te, Hermione. Ma mi piace leggere! È forse un crimine?”

Hermione? Da quando mi chiama Hermione?

“Io….scusa.”

Uno sguardo afflitto, abbattuto. Non l’avevo mai vista così.

“Oddio…scusami tu, davvero!”

No. Ti pregotiprego fa che non si metta a piangere. La nuova Hermione non riesce a sopportare le lacrime…forse perché ne vorrebbe versare tante anche lei, su una spalla amica. Ma fugge anche da loro, e non ha una spalla amica.

“No, fa niente. Fa niente. È perché hai litigato con Calì?”

“Calì?”

Perché sembra così sorpresa?

“Sì, Calì. Beh, voi non avete…?”

Esitazione da parte sua. Ancora. Allora non sono io. Non questa volta. Era una bugia?

“Oh. Oh, sì. Ecco…sì è per Calì! Ora…devo andare.”

E così, come mi è comparsa davanti, scompare. Puff. Veloce sulle sue gambe lunghe, i passi leggeri, il corpo che ondeggia…

 

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


 

The beginningCapitolo secondo

 

 

 

 

 

 

 

Let the rain fall down
And wake my dreams
Let it wash away
My sanity

(Come clean, Hilary Duff)

 

 

 

 

Piove. Piove e piove, come grosse lacrime dal cielo. È tutto il giorno che piove, ed è da tutto il giorno che non smetto di guardare fuori.

Forse per non volgere lo sguardo altrove.

La mia poltrona. Lui e lei, ancora. Sempre.

E di fuori, la pioggia.

Adesso lui e lei sono solo un ricordo sfuocato della mia mente. Un ricordo che, come una macchia nella mia memoria, viene lavato dalla pioggia.

Di notte, sotto la pioggia. Ecco dove sono. La vecchia Hermione non lo avrebbe mai fatto. La vecchia Hermione aveva buon senso. Io no.

La vecchia Hermione qui, la vecchia Hermione là…basta!

La vecchia Hermione è scomparsa. Svanita. Scivolata via dal mio corpo, dal mio cuore, dalla mia mente, con la pioggia.

Pioggia benefica, sembra bagnarmi di lacrime anche il cuore.

 

***

 

 

Hermione…?”

Oh. Mi sveglio d’improvviso. Ho fatto uno strano sogno. Stavo fuori, nell’immenso parco di Hogwarts, e la pioggia mi irrorava un senso di benessere. Era tutto così bello…

Hermione?”

Lavanda. È lei che mi ha svegliata?

“…Sì…?”

Oh, merlino. La mia voce suona così…roca! La gola mi fa male, non riesco quasi a parlare. Oh no, mi sto ammalando! Ma come…ieri stavo bene.

“Ehm, scusa se ti ho svegliata ma…ecco è un po’ tardi. Forse dovresti alzarti.”

“Oh, oh. Sì, certo.”

“Cosa?”

“Ho detto che…-“

Perché adesso ha fatto quella faccia? Ho qualcosa che non va?

“Oh, Hermione. Sei così pallida! Sicura di stare bene?”

No che non sto bene! Non se tu sei qui, a così pochi centimetri da me, così vicina che posso sentire il tuo profumo…

“Io…non lo so.

Oh.

Cosa fa, adesso?

“Sì, credo che tu abbia la febbre.”

Mi ha messo una mano sulla fronte? Per sentire se ho la febbre? Lavanda Brown?

“Oh. Davvero?”

Oh. Davvero?! Questo è tutto ciò che riesco a dire? Oh. Davvero?

“Meglio che vada a chiamare madame Chips.

No! Non sono malata, non sono malata! E poi oggi ho Artimanzia

“No, tranquilla! Sto bene, sto bene.”

E ora? Cos’è quell’espressione? Oh, devo andare in biblioteca. Ci deve essere un libro che spieghi come interpretare le espressioni facciali, il linguaggio del corpo…

“Che cosa? No, tu non stai bene! Devi almeno andare in infermeria!”

Oh. Ma come faccio a dire di no? Sono così sfiancata. Va bene.

“Va bene. Ci vado dopo.”

“Ci vieni adesso. Dai, ti accompagno io.”

Mi alzo dal letto. Ma…perché ho i piedi sporchi di terra? Anche le lenzuola, sono piene di fango e erba.

Ma cosa…?

“Aspetta. Vado…in bagno.”

 

 

***

 

Mi sdraio per terra, la faccia schiacciata sulle fredde piastrelle del pavimento.

Sto impazzendo. C’è qualcosa che non va, in me.

Com’è possibile….mi sono svegliata ed sono malata, malgrado io sia rimasta dentro il castello per tutti i giorni scorsi. E il fango. I miei piedi, sporchi.

Devo lavarmi.

Questa volta l’acqua è gelida. Perché deve essere così, deve essere ghiacciata, deve congelarmi il cuore e i sentimenti.

Hermione Granger esci subito di lì!”

No. Non esco. È così bello. È come nel mio sogno. Potevo sentire nelle narici l’odore del bagnato, della terra, dell’erba. Lo sento ancora adesso…

“Ti ho detto di uscire. Adesso!”

Qualcuno mi strattona fuori dalla doccia. Mi accorgo di essere ancora vestita. Indosso la mia camicia da notte, bianca. Ora è fradicia e aderisce perfettamente al mio corpo.

Una figura, apparentemente furiosa, mi avvolge in un asciugamano violetto. Poi…diventa tutto nero.

 

 

***

 

 

“Ah! No, la piovra gigante no!”

No! Oh. Era solo un sogno, era solo un incubo. Per fortuna…

Ma dove sono?  Qualcuno… qualcuno mi sta tenendo la mano. Che sia…

Ron? Cosa ci fa Ron nel mio dormitorio?

“…Ron?..”

Non mi sente. Sta dormendo, con la testa appoggia al mio letto, in una piega strana.

Mi guardo in giro. Ma cosa…cosa ci faccio in infermeria?

Ron?”

La mia voce è solo un sussurro, ma questa volta si sveglia.

Hermione! Finalmente ti sei svegliata! Come stai? Devo chiamare madama Chips?”

Perché si sta preoccupando così per me? Perché sono in infermeria? E, soprattutto, perché Ron mi tiene ancora la mano?

Vedendo il mio sguardo, che va dalle nostre mani intrecchiate al suo viso, diventa rosso e toglie immediatamente la mano.

“Ehm…”

Credo che abbia capito, dalla mi espressione, che io non ho la minima idea di come sono finita qui. Quindi, ecco un flusso di parole uscire dalla sua bocca.

“Oh. Non ti ricordi, vero? Beh, io non c’ero, ma Lavanda mi ha detto che l’altro ieri mattina, quando ti sei svegliata, non stavi molto bene. Poi, ha detto che hai iniziato a comportarti in modo strano…”

Adesso mi ritorna in mente. Sprazzi, immagini confuse, io che sto sotto la doccia, Lavanda che mi sveglia, mi mette la mano sulla fronte, di nuovo io nella doccia, i piedi sporchi di fango…

Istintivamente alzo le coperte e mi guardo i piedi. Sono puliti.

“Beh, poi dice che sei svenuta. Ti hanno portata in infermeria. Avevi la febbre molto alta, dicevi frasi strane. Comunque, hai dormito per circa un giorno e mezzo.

Che cosa? Un giorno e mezzo? Mi sono persa un giorno e mezzo della mia vita? Devo subito recuperare! Chissà cos’hanno fatto ad Artimanzia

“Ehi, ehi. Dove stai andando?”

Beh, che domanda. Ehi. Ma poi da quando è che io e lui ci parliamo?

“Sto andando a recuperare un giorno e mezzo della mia vita, che domande.

Fa un faccia stralunata. Uff. Quel libro sulle espressioni facciali mi serve veramente. Che vuole adesso?

“No. Madame Chips ha detto che saresti dovuta rimanere ha letto almeno per un'altra giornata.

Ah. Ma chi si crede di essere?

“E tu chi sei, per dirmi di rimanere a letto? Ah, e per la cronaca, da quando tu sei così gentile con me? Da dopo l’incidente con i canarini ci siamo scambiati si e no dieci parole. Mi sembravi piuttosto arrabbiato.”

La vecchia Hermione alla riscossa. Wow. Iniziavo a dimenticarmi com’era litigare con Ron.

“Ehi. Ma…cioè…ehm. MADAMA CHI-“

“Ah! Ma che fai, sconsiderato?”

Gli ho dovuto mettere la mano sulla bocca, sennò la carceriera sarebbe arrivata a corsa.

Mhppf, mmh, mhpff?”

“Che cosa? Non ho capito!”

In fondo, forse, potrei anche perdonare Ron. Non posso permettere che il nostro trio si allontani. Non ora.

Ron? Ron, sei qui?”

Ma chi…?

Lavanda? Oh.

Quando si accorge della mia mano sulla bocca di Ron, delle suo occhiaie che dicono tutto, i suoi occhi hanno come un guizzo. Non capisco, però.

Mi affretto a togliere la mano dalla sua bocca.

“Oh. Lavanda. Ciao.”

Non sembra molto contento. Ma nemmeno lei. Ora mi sento così a disagio. È come se il mio malessere torni, all’improvviso.

“Ciao, Ron. Ehm, Hermione…”

È la seconda volta che vedo Lavanda arrossire. No, cosa dico. Le sue guance si colorano solo di un tenue rosa, nulla più. Ron invece, diventa boredeux. Io? Sento il calore avvampare alle guance.

“Oh. Ron, ti aspetto fuori.”

Oh. Forse è meglio che io vada fuori.

“No. No, no. Rimani pure. Io ora…posso andare. Sto bene.”

Mi alzo di scatto dal letto. Le lenzuola scivolano via leggere dal mio corpo…e mi accorgo di indossare solo una leggera camicia da notte.

È come se potessi sentire la tensione crescere, nella stanza.

Mi vesto più in fretta che posso, dietro un paravento.

“Ciao Ron, Lavanda.”

Lavanda è ancora in piedi, sulla porta. Ron invece è vicino al mio letto.

Mi incammino verso la porta e Lavanda si sposta, per farmi passare. Ma questo non impedisce ai nostri bracci di sfiorarsi e, durante quel lieve contatto, sussurro due parole che mai, mai avrei immaginato di dire.

“Grazie, Lavanda.”

Appena un sibilo, la mia voce. Ma so che ha sentito. Ora, meglio che li lasci soli.

 

 

***

 

 

La biblioteca, ancora una volta. Ma ora che sono immersa in questo mondo, che una volta reputavo fantastico, mi accorgo che non è più il mio posto. Qualcosa l’ha inquinato. O forse, sono solo io.

Prendo un libro a caso, lo apro ad una pagina qualsiasi. Come per trovare un risposta, giro pagine e pagine. Scricchiolano, come foglie secche calpestate da un uomo ( una donna?) e anche il mio cuore sembra sia stato premuto.

“Ehi, scusa.”

Qualcuno mi a picchiettato sulla spalla. Non riesco a capire chi sia, non dalla voce. Anche questa volta, mi tocca girarmi.

“Si?”

Mh. Un ragazzo alto, riccioluto, ben piazzato. Grifondoro, ne sono certa. Ma chi?

“Beh, non è quando hai finito di leggere quel libro, me lo potresti dare?”

Credo che il mio sguardo sia molto interrogativo. Infatti…

“Ah scusa. Tu sei Hermione Granger, no? Bene. Io sono Cormac McLaggen.”

McLaggen? Mi dice qualcosa. Ma cosa? Ah, sì. Il portiere mancato? Ma certo! Quello che ho, ehm, confuso. Certo.

“Ah, sì. Piacere.”

Sì, come no.

“Allora…quando lo finisci, il libro?”

Strano, non mi sembra un tipo da biblioteca. Ma nemmeno Lavanda…

Perché mi fissa?

Ah, il libro.

Certo. Lo chiudo, usando un dito per tenere il posto. “100 anni di Quidditch. Storia e antologia del quidditch nel900.” Ops.

“Oh. Certo. Te lo do subito, se vuoi.”

Sguardo perplesso. Perché?

“Ma…non lo vuoi finire? Beh, so che ti piace leggere e credevo che…”

Oh, Morgana. Ma come fa questo qui a conoscermi?

“Oh. Beh, ora ho da fare. Quindi…tienitelo pure!”

Ma certo che se lo deve tenere! Un libro sul Quidditch

“Grazie mille, Hermione! Ci vediamo in giro, eh.

“Sì, certo. Ciao.”

Sì, certo. Come no!

Adesso, esco dalla biblioteca. Non ho trovato risposte, solo più domande.

Non sono più pura. Non sono più degna di stare qui.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Buongiorno a tutti!

Sono di nuovo io…e voglio ringraziare tantissimo SakiJune…graccieeee!

Spero che questo capitolo ti piaccia…forse è un po’ corto, e non succede quasi nulla…ma si fa quel che si può!

Baci

 

Fe^^

 

The beginning – Capitolo terzo  

 

 

 

 

'Cause I wanna feel the thunder
I wanna scream
Let the rain fall down
I'm comimg clean, I'm coming clean

(Come clean, Hilary Duff)

 

 

 

Cammino per la scuola. Nei corridoi, una marea di facce sconosciute.

A volte mi chiedo cosa ne sarebbe stato di me se non avessi conosciuto Harry e Ron. Quel giorno, sul treno, avrei potuto entrare in un altro scompartimento. Chissà chi…

No! Harry e Ron sono importanti, per me. Ma li sto perdendo. O loro stanno perdendo me?

“Ahi!”

Oh. Immersa nei miei pensieri, non mi sono neanche accorta di essere andata addosso a qualcuno.

“Scusa…”

“Stai più attenta la prossima volta, Granger!”

Calì. Certo, la sua voce acida potrebbe battere la mia, in questo momento. Ed io, potrei tornare quella di prima, per un attimo soltanto.

Ma…no.

“Scusa, non ti avevo vista. Mi dispiace.”

“Anche a me, Granger! Comunque, se per caso stai cercando Ron, prima era in giro con Lavanda. Mi pareva che si stessero divertendo….”

Sbaglio o sta cercando, sottilmente, di vedere se sono gelosa di Ron? Ah, sì. Non sottilmente.

Calì è diventata acida, come il latte andato a male. Invidia. Ecco cos’é.

“Bene, ne sono contenta! Ci vediamo eh, Calì.”

Oh, sono stufa di tutte queste facce sbigottite.

Ma, in verità, non ne sono contenta. Questo sentimento sta prendendo il sopravvento su di me.

Tutti i sentimenti mi hanno trovata, ormai. Nascondersi non è servito a nulla. Meglio così, forse.

Le emozioni si sono posate su di me, come le api su un fiore. E, come le api succhiano il polline, da me hanno estratto la vecchia Hermione. Ma non del tutto.

Le emozioni non sono ancora molto forti, ma cresceranno, lo so.

Ma la domanda ora è una sola: Io voglio essere la nuova Hermione? O forse sento nostalgia di quella vecchia? Non lo so.

Non credo che la scelta sia solo mia, in fondo. Non si cambia da soli. Sono gli altri, che ci fanno cambiare.

“Hermione!”

Una voce che conosco, un viso che conosco.

Harry.

“Ciao, Harry.”

“Ehi! Ero passato in infermeria, a vedere come stavi… Ieri eri ancora nel mondo dei sogni…ma non c’eri!”

Ah, allora ho ancora degli amici che si preoccupano per me. Perfetto!       

“Oh sì, ehm. Stavo bene, così me ne sono andata. Ecco…Ron non era ancora lì?”

“Chi? Ron? No..non l’ho visto. Perché?”

“No, così, solo per sapere. Ehm…dove stai andando?”

Mentre parliamo andiamo avanti, tra gli studenti e i professori che arrancano per i corridoi.

“Oh, sai, sto vagabondando. No, va bene. Ho un scopo!”

Lo sapevo, Harry non va in giro a vagabondare. Forse, dopotutto, mi sbagliavo. Non ci stiamo separando. Ci sono solo dei momenti in cui volgiamo stare soli, ognuno per conto proprio…

“Bene. E quale sarebbe questo scopo?”

“Trovare un’accompagnatrice per la festa di Lumacorno.”

La festa…?

“La festa?”

“Sì! La festa di natale… insomma, non te lo ricordi più?”

Oh. Sì…avevo invitato Ron. Ma non credo sia il caso…

“Oh, sì.”

“Tu con chi ci vai?”

Ehm. Buona domanda. Magari potremmo andarci io e lui….nessuno dei due ha ancora trovato con chi…. No. Non sarebbe una buona idea!

“Ehm…”

“Hermione…ehi, Hermione!”

Un’altra voce, che mi chiama. Questa voce l’ho già sentita…oh, no! McLaggen no!

“Ehm ciao Cormac…”

“Ehi che coincidenza, ci incontriamo di nuovo!”

Sì, come no. Che coincidenza…

Harry mi lancia un sorriso e uno sguardo interrogativo. Con gli occhi, gli faccio capire che saprà tutto, dopo.

“Herm, io vado! Ho il mio scopo, no? A dopo…McLaggen…”

No! Non può lasciarmi qui, con questo…coso.

“Ehm…”

Ehm…ecco tutto ciò che ho da dire! Ehm.

“Strano che sia fuggito via così, no? Dico, Harry…”

Aha. Avrà visto il mio sguardo vacuo?

“Ah, ehm. Ecco…aveva il suo scopo!”

Chiaro, no?

“Buon per lui. Uhm, senti, posso farti una domanda?”

Oh, beh. Almeno non ha chiesto che scopo- Non che sia niente di segreto o, che so, importante. Solo, non mi piacciono le persone troppo curiose!

Aspetta.

Che domanda vuole farmi?

Aiuto…

“Uhu. Che domanda?”

“Ecco…sai, mi chiedevo…tu ci vai con Ro-, cioè con Weasley, alla festa di Natale?”

Eh? Ma come…? Nel senso…come fa a saperlo? Oddio. E ora che dico? No che non vado con lui! Cioè…non posso!

“Oh, ehm, no.”

“No?”

“No.”

Ma cosa vuole, questo?

Oh, oh. No, ti prego…fa che non mi chieda di andare al ballo con lui, ti prego, ti prego, ti prego!

“Senti, non è che ci verresti con me?”

L’ha detto? Ti supplico, fa che ho sentito male! Certo, non è possibile. No no! Tanto so già cosa risponderei…è chiaro…

“Oh, ok. Sì.”

Oh, Merlino e Morgana. Ma cosa mi è saltato in mente? Cosa?!

“Dici sul serio?”

Certo che no, idiota!

“Certo, sì.”

Va bene, lo ammetto. Ho detto di sì solo per non dover andare da sola a quella festa…

Maledetto Lumacorno! Ma che idea, una festa. Oh, sì, che bello! Mettiamo in crisi tutti i ragazzi di Hogwarts…perché ognuno deve andarci con qualcuno!

“Ma ne sei sicura?”

Cosa? Ma questo coso è davvero stupido. Ho detto di sì, mi pare.

Aspetta. E se lui non volesse venirci con me?

In fondo sono solo io, Hermione Granger, la secchiona, la so tutto io…quelle cose lì, insomma. Forse me l’ha chiesto solo perché gli faccio pena.

Tanto nemmeno io voglio andarci con lui…

“Tu ne sei sicuro?”

“Beh, sì. Solo che…”

Che?

“Che?”

“Ti ho chiesto di venire alla festa con me solo per…fraingelosireunapersona.”

Cosa?

“Scusa, puoi ripetere?”

“Ti ho chiesto di venire con me, ma solo per….fare…ingelosire una persona.”

Ah, ci voleva tanto a dirlo!

Aspetta. Vuol dire che non ci vuole veramente venire con me. Ma perché?

Perché?

La vecchia Hermione avrebbe capito.

Io no.

“Ah, io…allora…ehm…”

Lui non mi piace, non siamo neanche amici. Ma allora, come mai mi sento…ferita…dal fatto che a lui non piaccio?

Perché…perché sono una ragazza. Perché ora ho anche io i sentimenti. Ecco perché.

“Ma chi è questa…persona?”

È arrossito. Uhm, una persona che li piace. Una ragazza…ma chi?

“Oh, io…ehm. Non è che poi glielo vai a dire?”

Oh. Qualcuno che conosco, forse.

“Io…no, tranquillo. Ma non devi dirmelo, se vuoi.”

Sono curiosa, sono curiosa, sono molto curiosa.

“Ma io voglio dirlo a qualcuno. È così…opprimente, a volte. Mi pesa, sul cuore. Tu…sei una ragazza in gamba. Mi voglio fidare di te.”

Eccolo. Questo Cormac mi piace, non è il solito bamboccio. Forse è cambiato, anche lui. O forse è sempre stato così. Non ho mai avuto modo di conoscerlo.

“Grazie.”

“Per cosa?”

“Grazie di fidarti di me.”

“Ron Weasley.”

Cosa centra, ora? Non farà come tutti gli altri, convinti che io e lui siamo pazzamente innamorati? Troppo timidi per confessare il nostro amore…falso!

“Io e lui non siamo innamorati.”

“Io…non intendevo questo. Ecco, io…davvero? Non siete innamorati? Beh, lui sta con Lavanda Brown…”

È arrossito, balbetta…ma cos’ha, adesso?

“Mh. Non capisco allora cosa centri Ron…”

Quello sguardo, negli occhi… . Oh. Ma… Ron? È Ron quella persona?

“Quella persona è Ron? È per questo che mi hai chiesto di andare alla festa con te? Pensavi che io gli piacessi?”

“Sì.”

 

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