I am the monster in your head

di RollingGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yeah, these are only memories, but they have a story inside! ***
Capitolo 2: *** Don't say goodbye! ***



Capitolo 1
*** Yeah, these are only memories, but they have a story inside! ***


 

Prologo: Buonsalve a tutti! Comincio col dire che i primi due capitoli, saranno 'ricordi' di un'infanzia perduta, prima di dare inizio alla storia 'vera e propria'. Ok, spiegazione contorta ma fa lo stesso.u.u Lo ammetto, questo primo capitolo non é il massimo, quindi perdonatemi se è scritto maluccio e tutto.. x3 
-TANAA!!! - lo sentii urlare. 
Mi diede un colpetto sulla schiena e corse via, verso la 'tana'.
 No, anche stavolta no, non poteva vincere di nuovo. Uscii dal mio anscondiglio e iniziai a correre, con la speranza di superarlo.
Era velocissimo, e infatti arrivò alla grossa quercia, alla quale diede una botta gridando in segno di vittoria - TANA! TANA! HO VINTO IO, DI NUOVO! -
Giunsi davanti all'albero, e sbuffando incrociai le braccia al petto. 
-Non vale!-
- Si che vale! -
- Hai barato, ti ho visto! Non hai vinto affatto! -
- Non ho barato, sei tu che non accetti la sconfitta! -
- Ma che dici! Tu imbrogli sempre, te lo credo che vinci! -
- Non ti senti un po' una schiappa? - ridacchiò - Non dico solo a nascondino, ma un po' in tutto ahahah ! Forza vai a contare, sempre se lo sai fare!  -
Quelle parole, non so perché, mi ferirono. Gli diedi uno spintone facendolo cadere col sedere per terra e corsi via.
- TI ODIO! - gli urlai dietro.
Mi nascosi dietro una grossa siepe, e iniziai a singhiozzare.
Chi era lui per potermi dire ciò ? Era solo uno stupido ragazzino dalla'aria strafottente, che a soli 7 anni si credeva già chissà chi.. Stupido, stupido, stupido!
- Io non sono una schiappa! - urlai tra le lacrime, alzandomi di botto in piedi.
Con un balzo tornai seduta e ripresi con il mio pianto.
Improvvisamente sentii un mano sopra la spalla. Mi girai, e tirando su con il naso incrociai il suo sguardo.
- Courtney.. -
- Che vuoi. - gli dissi secca, cercando di non far capire dalla voce che avevo pianto.
- Scusami, non volevo offenderti. -
Lo ignorai per qualche secondo, fino a quando lui riprese a parlarmi. Si sedette accanto a me, e con il palmo della mano mi asciugò il volto dalle lacrime.
- Non volevo farti piangere, ecco, scusa. -
Continuai il mio silenzio.
- Dai, so che vuoi perdonarmi, sono o non sono il tuo migliore amico ? -
- Sei il mio vicino di casa rompiscatole e stupido, non un mio amico, né tanto meno 'migliore'. -
- E allora perché giochi sempre con me ? -
Lo fulminai con lo sguardo. Aveva vinto di nuovo, era un moccioso prepotente si, ma la sua furbizia era infinita.
- Pace ? - allungò la mano, con sguardo fiducioso.
Il silenzio dominava in me, intanto qualche lacrimuccia continuava a scendere.
- Courtney dai smettila, sei brutta quando piangi! -
Mi uscì un lieve ringhio. Brutta non me l'ero mai fatto dire da nessuno.
- Duncan, anche se ti scusi, rimani sempre un cretino, puzzolente, brutto e.. -
- Pace ? - insistette lui. 
Mi  fece un sorriso. Non potevo essere arrabbiata per così poco,  non era la prima volta che si burlava di me, gli volevo bene dopotutto. Lo guardai ancora negli occhi azzurri.
Mi alzai, e accettai la sua stretta di mano, con un mezzo sorriso. 
- Pace! - esclamai.
- Sei una prepotente comunque! - aggiunse, e mi fece la linguaccia.
- Non è vero! -
- Si invece, vuoi sempre avere ragione e ti comporti da antipatica a volte! Lo dicono tutti! -
- E tu sei un vermiciattolo fastidioso e schifoso, sai solo disturbare la gente e fare casini, sei un criminale già a 7 anni! -
- Io almeno sarò qualcuno da grande! -
- Un criminale ?! -
- Esatto, meglio di niente! Courtney, tu che farai da grande? A parte la viziatona di sempre! -
- Io ? Beh, io sarò una principessa da grande! Regnerò su tutto e tutti e nessuno potrà darmi torto! Sarò la principessa più bella e ricca del mondo, e tutti dovranno obbedirmi! -
dissi questo chiudendo gli occhi, immaginandomi in ciò che avevo appena descritto.
Duncan scoppiò a ridere.
- Una principessa ahahahahahahahah -
- Beh, cosa c'è ? -
- Le principesse sono buone e gentili, non cattive e capricciose come te! -
Gli diedi un'altra spinta, ma stavolta non cadde.
- Io sono buona e gentile! -
- Piuttosto, ' Principessa', ce l'avrai un principe o governerai il tuo regno da sola ? Eh ? -
- Un principe ? -
- Sì, il principe è d'obbligo! Che Principessa sarai senza il tuo Principe! -
- Non ci avevo pensato.. -
- Bene, non solo cattiva e prepotente, anche stupida sarà la futura Principessa! -
- Duncan! Sei odioso! -
- Posso essere io il tuo principe ? -
- I principi sono gentili, mica dei cattivoni buoni solo a fare a botte e a prendere in giro come te, quindi è no! -
- I Principi cattivi sono i più forti e belli! -
- Tu non sarai il mio Principe, sarai solo il mio schiavetto! -
- Il contrario, io governerò su tutto, e tu sarai la serva! -
- No, mai! Questo è da vedere! -
- Allora facciamo così, chi perde quest'ultima partita a nascondino sarà lo schiavo, e chi vince il Principe! -
- O Principessa! -
- è uguale! -
- CONTI TU! - gridammo all'unisono.
--
Angolo dell'autrice: Bbbene, eccoci alla fine di questo primo e schifossissimo capitolo! Vedrò di fare di meglio nel secondo. 

 

Prologo: Buonsalve a tutti! Comincio col dire che i primi due capitoli, saranno 'ricordi' di un'infanzia perduta, prima di dare inizio alla storia 'vera e propria'. Ok, spiegazione contorta ma fa lo stesso.u.u Lo ammetto, questo primo capitolo non é il massimo, quindi perdonatemi se è scritto maluccio e tutto.. x3 

 

I am the monster in your head~

 

 

--

 

 

-TANAA!!! - lo sentii urlare. 

Mi diede un colpetto sulla schiena e corse via, verso la 'tana'.

No, anche stavolta no, non poteva vincere di nuovo. Uscii dal mio nascondiglio e iniziai a correre, con la speranza di superarlo.

Era velocissimo, e infatti arrivò alla grossa quercia, alla quale diede una botta gridando in segno di vittoria - TANA! TANA! HO VINTO IO, DI NUOVO! -

Giunsi davanti all'albero, e sbuffando incrociai le braccia al petto. 

-Non vale!-

- Si che vale! -

- Hai barato, ti ho visto! Non hai vinto affatto! -

- Non ho barato, sei tu che non accetti la sconfitta! -

- Ma che dici! Tu imbrogli sempre, te lo credo che vinci! -

- Non ti senti un po' una schiappa? - ridacchiò - Non dico solo a nascondino, ma un po' in tutto ahahah ! Forza vai a contare adesso, sempre se lo sai fare!  - e rise più forte.

Quelle parole, non so perché, mi ferirono. Gli diedi uno spintone facendolo cadere col sedere per terra e corsi via.

- TI ODIO! - gli urlai dietro.

Mi nascosi dietro una grossa siepe, e iniziai a singhiozzare.

Chi era lui per potermi dire ciò ? Era solo uno stupido ragazzino dalla'aria strafottente, che a soli 7 anni si credeva già chissà chi..

Stupido, stupido, stupido!

- Io non sono una schiappa! - urlai tra le lacrime, alzandomi di botto in piedi.

Con un balzo tornai seduta e ripresi con il mio pianto. Il mio vestito rosa ormai era tutto sporco di terra, ma poco me ne importava, neanche mi piaceva così tanto. 

Improvvisamente sentii un mano sopra la spalla. Mi girai, e tirando su con il naso incrociai il suo sguardo.

- Courtney.. -

- Che vuoi. - gli dissi secca, cercando di non far capire dalla voce che avevo pianto.

- Scusami, non volevo offenderti. -

Lo ignorai per qualche secondo, fino a quando lui riprese a parlarmi. Si sedette accanto a me, e con il palmo della mano mi asciugò il volto dalle lacrime.

- Non volevo farti piangere, ecco, scusa. -

Continuai il mio silenzio.

- Dai, so che vuoi perdonarmi, sono o non sono il tuo migliore amico ? -

- Sei il mio vicino di casa rompiscatole e stupido, non un mio amico, né tanto meno 'migliore'. -

- E allora perché giochi sempre con me ? -

Lo fulminai con lo sguardo. Aveva vinto di nuovo, era un moccioso prepotente si, ma la sua furbizia era infinita.

- Pace ? - allungò la mano, con sguardo fiducioso.

Il silenzio dominava in me, intanto qualche lacrimuccia continuava a scendere.

- Courtney dai smettila, sei brutta quando piangi! -

Mi uscì un lieve ringhio. Brutta non me l'ero mai fatto dire da nessuno.

- Duncan, anche se ti scusi, rimani sempre un cretino, puzzolente, brutto e.. -

- Pace ? - insistette lui. 

Mi  fece un sorriso. Non potevo essere arrabbiata per così poco,  non era la prima volta che si burlava di me, gli volevo bene dopotutto. Lo guardai ancora negli occhi azzurri.

Mi alzai, e accettai la sua stretta di mano, con un mezzo sorriso. 

- Pace! - esclamai.

- Sei una prepotente comunque! - aggiunse, e mi fece la linguaccia.

- Non è vero! -

- Si invece, vuoi sempre avere ragione e ti comporti da antipatica a volte! Lo dicono tutti! -

- E tu sei un vermiciattolo fastidioso e schifoso, sai solo disturbare la gente e fare casini, sei un criminale già a 7 anni! -

- Io almeno sarò qualcuno da grande! -

- Un criminale ?! -

- Esatto, meglio di niente! -

- Sei pazzo! -

- Courtney, tu che farai da grande? Cosa sarai ? A parte la viziatona di sempre! -

- Io ? Beh, io sarò una principessa da grande! Regnerò su tutto e tutti e nessuno potrà darmi torto! Sarò la principessa più bella e ricca del mondo, e tutti dovranno obbedirmi! - dissi questo chiudendo gli occhi, immaginandomi in ciò che avevo appena descritto.

Duncan scoppiò a ridere.

- Una principessa ahahahahahahahah -

- Beh, cosa c'è ? -

- Le principesse sono buone e gentili, non cattive e capricciose come te! -

Gli diedi un'altra spinta, ma stavolta non cadde, sfortuna!

- Io sono buona e gentile! -

- Poi che Principessa vorresti essere, guarda solo come hai il vestito! Le principesse sono sempre pulite ed ordinate! -

In effetti il mio vestito era mezzo sudicio, già, che razza di principessa andrebbe in giro conciata così ? Sudata, con gli abiti sporchi e i capelli spettinati ? Il mio regno non gradirebbe di certo una suddita in queste condizioni!

Sbuffai, e passai più volte le mani sul vestito, cercando di mandare via la polvere e la terra che vi si era come appiccicata.

- Piuttosto, ' Principessa', ce l'avrai un principe o governerai il tuo regno da sola ? Eh ? -

- Un principe ? -

- Sì, il principe è d'obbligo! Che Principessa sarai senza il tuo Principe! -

- Non ci avevo pensato.. -

- Bene, non solo cattiva e prepotente, anche stupida sarà la futura Principessa! -

- Duncan! Sei odioso! -

- Posso essere io il tuo principe ? -

- I principi sono gentili, mica dei cattivoni buoni solo a fare a botte e a prendere in giro come te, quindi è no! -

- I Principi cattivi sono i più forti e belli! -

- Tu non sarai il mio Principe, sarai solo il mio schiavetto! -

- Il contrario, io governerò su tutto, e tu sarai la serva! -

- No, mai! Questo è da vedere! -

- Allora facciamo così, chi perde quest'ultima partita a nascondino sarà lo schiavo, e chi vince il Principe! -

- O Principessa! -

- è uguale! -

- CONTI TU! - gridammo all'unisono.


--

Angolo dell'autrice: Bbbene, eccoci alla fine di questo primo e schifossissimo capitolo! Vedrò di fare di meglio nel secondo, spero solo di non avervi annoiato o schifato con 'sta roba. Ero insicura anche io se postarla la storia, sono sincera. Spero vi piaccia intanto ^^

Commentate ehh ;33

RollingGirl ~ 

 

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Capitolo 2
*** Don't say goodbye! ***


 

- Questa volta hai barato tu! -
- Non è vero! -
- Si invece, ti dava fastidio il fatto di essere una schiappetta e hai barato! Barato! Tu che segui sempre le regole! -
- Io non ho barato, ho giocato secondo le regole e ho vinto! -
- Seh, seh, voi femmine siete tutte buone a inventarvi stupidaggini! -
- Voi maschi dite cose peggiori, Duncan! No, tu sei il primo! -
- A proposito di dire e dire, come dirai a tua madre del vestitino ? - mi disse ridacchiando e sputacchiando allo stesso tempo. 
Posai gli occhi sul mio abitino rosa.. che adesso non si poteva più chiamare abitino, né tanto meno rosa. Dovevo dire che quelle chiazze di marrone sul leggero tessuto avevano il loro fascino però.
Ringhiai mentre provavo a sgrullare via la terra con le mani - è tutta colpa tua! -
- Senti, Principessa dei fanghi, non è colpa mia se non hai classe e ti impiastri ovunque e in ogni modo, eh! -
I miei occhi si ridussero a due piccole fessure, sbattei un piede per terra provocando un minuscolo polverone di terra. Il mio vestito si macchiò ulteriolmente, ma mi rodeva, e agire così mi sembrò il minimo.
Tutta colpa della sua sfacciataggine, e anche mia, perché giocavo sempre con lui, nonostante non ci sopportassimo a vicenda.
Beh, che dire, iniziai a rincorrrerlo per tutto il parco, fino alla strada e fino a casa.
Eravamo entrambi sudati e puzzavamo anche, ovvio, dopo tutte le rotolate nella terra e le cadute sull'asfalto.
Ecco, avevo anche una ferita sul gomito, e mi ero nuovamente sbucciata il ginocchio.
Bene bene, non solo ero sudicia dappertutto, ma ero anche mezza sanguinante.
Parevo una zingarella, piuttosto che una normale ragazzina.
Mi immaginavo solamente la faccia di mia madre una volta che mi avrebbe vista conciata così.
Urla e di sicuro qualche botta. Ah, e la punizione.
Duncan mi diede una pacca sulla spalla. 
- Buona fortuna con tua madre!  Salutamela anche! -
Gli mandai un'occhiataccia e gli risposi a tono.
- Buona fortuna anche a te, mio caro servetto! -
- Buona fortuna un bel niente, a mia madre non glie ne frega niente se torno conciato come un barbone! -
- Ci credo poco. -
- E credici quanto ti pare, intanto a me non dirà nulla, né mi beccherò la punizione! - e mi fece la linguaccia.
- Bugiardo! - 
Senza rispondermi, Duncan con un saltello citofonò a mia madre, che mi scattò il cancello.
- Ciao Principessa dei fanghi, a domani, stessa ora! - mi disse sorridente mentre correva via 
- Ciao.. - replicai senza espressioni.
Non appena varcai la soglia di casa, tutte le mie previsioni si avverarono:mia madre cominciò con le sue grida e la sua ramanzina-quaresima, si può dire che mi spintonò nella vasca da bagno e continuò a gridare più forte di prima.
Poi, pian piano si calmò, e riprese con il suo tono abituale.
- Mamma, scusami per.. il vestito. - feci con la faccia più innocente che mi riusciva.
- Fa niente, tanto devo fare la lavatrice fra un po'.. Stacci attenta però! Ti piace così tanto buttarti nella terra ? -
- Scusa.. - continuai. Mi dispiaceva davvero, era un così bel vestito dopotutto..
Trasse un sospiro.
- Eri con Duncan, vero ? -
- Si. -
Ci fu un ulteriore sospiro da parte sua.
 Iniziò a strofinarmi la testa più forte di prima. Forse era solamente un po' nervosa, pensai.
- Courtney, non voglio che giochi con quel bambino, non mi piace. -
Mi girai fissandola. Beh, non era la prima volta che dalla sua bocca usciva questa frase.
Continuò a parlare, sempre con quella sua aria preoccupata.
- Non mi piace. E non è la prima volta che te lo dico, gradirei che smettessi di passare il tempo con lui, potrebbe portarti sulla cattiva strada. -
- Ma.. -
Evidentemente pensava che era per colpa sua se mi ero ferita e avevo sporcato tutto il mio indumento. 
Cercai di spiegargli che Duncan non centrava più di tanto, e in effetti era vero, e che poi, alla fine ero stata in un parco, andiamo, chi non si zozza in un parco ?
- Non mi interessa se è stato o non è stato lui, ma tu da domani non ci giochi più assieme. Piuttosto preferisco che inviti Clarissa e Layla a casa e mettete tutto a soqquadro, ma tesoro, con Duncan no, è un bambino cattivo! -
Continuai il mio bagno in silenzio. Duncan era insopportabile, petulante e un gran cattivone, ma.. era anche uno dei pochi bambini che mi sopportava.
I suoi giochi, sebbene pericolosi e fuori dal comune, avevano un qualcosa di divertente, anzi, proprio lo stare con una persona così diversa era strano e divertente insieme.
I miei pensieri furono interrotti dall'aprirsi della porta e l'affacciarsi del faccione sorridente di mio padre.
- Paperotta bella! - scattò lui, venendo a darmi un grosso bacio sulla testa.
Paperotta. Ma perché ?
- Ho delle grandi notizie! - continuò lui felice.
- Hanno detto di sì ? - chiese mamma.
- Esatto! Esatto! Una settimana, unica e sola! -
- Ma è fantastico! - e smise di lavarmi i capelli per andare a baciarlo.
Girai la testa disgustata da tale scena. 
Che senso aveva baciarsi in bocca ? Tutti i grandi lo facevano ? Sarebbe toccato anche a me alla loro età ? E se così fosse stato, con chi ?
Rabbrividii.
- Una settimana per che cosa ? -  continuavo a chiedermi.
Provai ad aprire bocca, e papa aveva già intuito tutto.
- A cena ne parleremo meglio, tesoro, sarai felicissima di questa notizia! -
Feci spallucce e continuai il mio bagno. 
Forse era un regalo, o magari sarebbe venuto qualcuno o c'era una sorta di evento importante in vista... Cosa sarebbe potuto accadere dic osì importante ed elettrizzante in una settimana ?
..
Una volta terminata la cena e sparecchiata la tavola, papà  fece sedere me e mamma attorno a lui, e ci prese entrambe le nostre mani stringendole forte.
- Chi si sposa ? - chiesi ingenuamente.
Pensai che di sicuro si trattasse  di un matrimonio di un qualche parente di cui non ricordavo neanche l'esistenza.
Papà  non capendo la mia domanda, fece una risatina e si schiarì la voce.
- Courtney, vorresti una bella casetta più grande, con una camera più spaziosa e un giardino molto molto più bello di questo ? -
Annuii lentamente. Voleva forse fare dei lavori qui in casa ? Non sarebbe stata una cattiva idea.
- Magari potremmo anche comprare il cagnolino che vuoi tanto, se avessimo un giardino più grande.. -
Annuii di nuovo ma non capivo. A cosa voleva arrivare ? Era necessario tutto questo mistero e serie di domande per dire ' Vuoi un cane ' ?
- Dai, diglielo! - insistette la mamma.
- E va bene, e va bene! - si schiarì un altro po' la voce - Indovina ? Ci trasferiamo! -
Quelle parole mi arrivarono dritte nel cervello. Ci trasferiamo. Trasferirsi. Via da qui. Per sempre.
Rimasi immobile per qualche secondo. 
Ero incredula, speravo con tutto il cuore si trattasse di uno scherzo.
- Hai capito, cara ? - mi domandò mamma vedendomi sconvolta.
Non volevo capire. Mi rifiutavo di accettare la realtà, e assieme ad essa anche questa notizia.
- Ma.. ci trasferiamo nel.. nel s-senso.. andiamo a vivere in una casa più grande.. sempre qui in z-zona ? - balbettai sperando in un ' Sì ' come risposta.
Papà rise. - Nono, andiamo proprio via da questa città! Il lavoro mi ha offerto il posto in una città molto lontana e anche molto più bella, avremo una casa più grande e di sicuro anche meglio di questa! -
Si alzò dalla sedia e mi sgrullò per le spalle. - Non sei felice ? -
Avevo gli occhi sgranati. Andare via significava perdere e dire addio a tutto e tutti. 
La scuola, gli amici.. tutto.
Pensai subito alle mie amiche con cui ero solita passare interi pomeriggi a giocare a madre e figlia o con le bambole... e a Duncan anche.
L'ultimo nome mi rimbombò in mente più volte. 
Come l'avrebbe presa ? Ci saremmo mai più rivisti ? 
Il solo pensiero della fine di un' amicizia mi provocò un senso di vuoto e tristezza.
- NO! - urlai, e corsi via in camera mia, sbattendo forte la porta.
Iniziai a singhiozzare lentamente, nascosta sotto le coperte. 
- Non voglio trasferirmi, non voglio! - strillai tra le lacrime.
Poco dopo entrò la mamma a parlarmi, ma le sue parole non mi scacciarono neanche minimamente tutta quella tristezza che avevo in me in quel momento.
- Do..dobbiamo proprio ? - chiesi speranzosa tra un singhiozzo e l'altro.
Annuì in silenzio, con lo sguardo triste.
- Ma io non voglio! - insistetti.
- Nemmeno io sono così tanto contenta, ma vedi, è una grande opportunità per papà, e non possiamo fargli perdere tutto per un tu..nostro capriccio! -
- Lui però fa perdere tutto a noi! - gridai in risposta.
- Non dire così, non ti stai perdendo niente.. -
Smisi per un attimo di piangere e tirai su con il naso.
- Troverai amici più simpatici, delle maestre più brave e.. -
Sbuffai, prevedevo una nuova crisi di pianto a breve. Non avevo voglia di parlare con la mamma, almeno non di questo. La 'cacciai' dalla mia stanza, in poche parole
 - Voglio dormire ora, ciao. -
Potevo almeno piagnucolare da sola e in santa pace ?
Mamma mi diede il suo rituale bacio della buonanotte e uscì chiudendosi dietro la porta. Sentii i miei occhi già inumidirsi. Un'altra volta.
...
Mancavano solamente due giorni. Due giorni e poi sarei andatata via, via per sempre.
Avevo ancora una faccenda da compiere: parlare con Duncan.
Il pomeriggio stesso mi diressi al parco di nascosto, non potevo di certo dire a mia madre dove andavo veramente, avrebbe  capito che sarei stata a giocare con Duncan e non mi avrebbe lasciata uscire.
Ero sicurissima di trovarlo al parco, in fondo quel luogo per lui era come una seconda casa.
E infatti lo trovai a infastidire con un bastone un nido di uccelli su un albero.
Lo chiamai, e non appena mi intravide, corse verso di me.
- Sono giorni che non stai venendo più, punizione, eh ? -
- Ma quale punizione scemo!  è che.. è che... -
Mi guardava perplesso.
- Che c'è ? -
- Beh.. vedi.. -
- Ho capito, ho capito, inizio io a contare stavolta! Ma dopo scelgo io a cosa giocare, va bene ? -
- No, non volevo dire questo. -
- E allora cosa? -
- Senti, non posso restare a giocare oggi. -
- E perché ? -
Iniziai a respirare con fatica e sentii lievi gocce di sudore scendere sulla mia fronte, e non centrava niente l'afoso caldo estivo.
- De-devo a-a-aiutare i miei genitori a.. -
Continuava a non capire.
- A mettere via la roba... perché.. -
- Che roba ? In che senso mettere via ? -
- Perché.. vedi.. noi.. -
- Noi... - ripeté.
- No.. noi.. -
- Hai 20 secondi per nasconderti! - e corse verso l'albero-tana.
Lo dovevo aver stufato con tutto quel balbettare.
- DUNCAN, MI TRASFERISCO! - urlai, con gli occhi chiusi.
Sentii i suoi passi avvicinarsi verso di me, aprii gli occhi e me lo ritrovai con l'espressione più incredula di sempre.
- Cosa ? -
- Mi trasferisco. -
Abbassò lo sguardo, strinse i pugni.
- Perché ? -
- Il lavoro di mio padre ha.. -
Neanche mi diede il tempo di concludere la mia risposta che mi interruppe.
- Quando te ne vai ? -
- Dopodomani. -
Non si mosse né parlò per svariati secondi.
- E me lo dici solo ora ? -
- Volevo dirtelo.. ma.. non sapevo come.. - ammisi timidamente.
- Sei un'egoista! Ti importa solo di te stessa! -
- Questo che centra ? Mica è colpa mia se me ne vado, idiota! -
-Sei un'egoista comunque! Non hai pensato a noi ? A noi, si, noi, ci lasci tutti quanti qui ? -
- Ma se neanche vi importa di me, mi escludete sempre! -
- Perché ti piazzi sempre come un'antipaticona! -
- Perché stai dicendo questo ? -
- Non sei una principessa, sei una strega! - mi urlò queste parole praticamente in faccia, per poi correre subito via.
- E tu sei un mostro! - gli urlai dietro, e fuggii anch'io.
...
Il mio sguardo era rivolto verso papà che sbraitava cercando di infilare nel portabagaglio più valige di quante mai avrebbero potuto starcene, mentre la mamma  parlava con dei signori alquanto panciuti e barbuti riguardo ai mobili che ci avrebbero dovuto portare alla casa nuova, tutti avevano un gran da fare, esclusa me.
Pensavo ancora alla scenata di Duncan.
Perché aveva reagito così ? Perché mi aveva detto tutte quelle brutte cose ? Perché questo stupido trasloco! Tutta colpa del lavoro di papà! tanti impiegati che ci sono, perché proprio lui dovevano scegliere ? E uffa!
Sentii di nuovo delle leggere lacrime rigarmi il volto, ma le trattenni.
Piangere era proprio l'ultima delle cose da fare in quel momento.
- Courtney sali, è ora di andare. - mi chiamò mia madre.
Mi alzai lentamente dallo scalino del portone di casa sul quale mi stavo praticamente appisolando e feci per andare verso lo sportello della macchina, quando udii una voce familiare chiamare il mio nome.
Era Duncan.
Mi si piazzò praticamente davanti, incrociai le braccia.
- Che vuoi. - gli dissi con un tono poco cordiale.
- Ero.. ve..venuto a salutarti e.. -
- Bene, ciao. - e gli passai praticamente davanti, ignorandolo.
- No, aspetta! -
Mi voltai di nuovo verso di lui. 
- Courtney, dai! Becchiamo il traffico così! - mi urlò papà da dentro l'auto.
Notai la mamma guardare in cagnesco Duncan, ma non ci badai. 
- Un attimo! - risposi, poi mi rivolsi di nuovo a lui. - Veloce, che ti serve ? -
- Ti volevo chiedere scusa, per le cose che ti ho detto.. non le pensavo veramente.. ecco. -
Duncan, il bambino più temuto da tutti, che si scusava, per giunta con una bambina.
Non potei non rimanere scioccata. 
Sorrisi, in fondo eravamo due bambini, era normali dirsi certe 'diavolerie' a quell'età.
- Perdonato. - 
- Beh..allora cia.. no, ferma, tieni! - mi prese una mano, la girò  e vi ci poggiò sopra  un piccolo fiorellino rosa, addirittura lo teneva sui i palmi  per paura di rovinarlo.
Era la giornata delle grandi sorprese o cosa ?
- Non dire niente! - continuò lui facendomi il segno di stare zitta - Soprattutto guai se lo dici in giro! -
- E chi li rivedrà più! - dissi riferendomi ai bambini cui eravamo soliti passare le nostre giornate.
Gli sorrisi ancora per qualche istante, prima di prendere di nuovo parola.
- Grazie, è bellissimo! -
- Fa buon viaggio, e non fare l'antipatica come sempre con i tuoi nuovi compagni! -
- Sì, e tu non farti sbattere in prigione prima del tempo! -
Scoppiammo entrambi a ridere, e ci abbracciammo. 
Ma fu un abbraccio cortissimo, tre secondi, massimo quattro.
- Ciao Duncan! - 
Lo salutai  con la mano, allora corsi in macchina dato che i miei genitori iniziavano ad impazientirsi.
- Non ti scorderò mai, Principessa! - urlò, quasi vicino alle lacrime.
Quelle parole, assieme a quel suo urlo improvviso, mi rimasero scolpite nella mente. 
Non avevo mai immaginato che.. Duncan, Duncan il bambino che picchiava bambini e maestre, avesse mai potuto dire parole più belle. 
Chissà se le pensava veramente ma.. non aveva importanza.
Papà mise in moto e la macchina iniziò a muoversi lentamente.
Dal finestrino, lo notai restare immobile, a guardare il fumo nero della nostra auto che si allontanava per poi sparire in fondo alla strada.
Montò in sella alla sua bici e andò via, dirigendosi chissà dove.. forse al parco, alla nostra quercia.

 

 

- Questa volta hai barato tu! -

- Non è vero! -

- Si invece, ti dava fastidio il fatto di essere una schiappetta e hai barato! Barato! Tu che segui sempre le regole! -

- Io non ho barato, ho giocato secondo le regole e ho vinto! -

- Seh, seh, voi femmine siete tutte buone a inventarvi stupidaggini! -

- Voi maschi dite cose peggiori, Duncan! No, tu sei il primo! -

- A proposito di dire e dire, come dirai a tua madre del vestitino ? - mi disse ridacchiando e sputacchiando allo stesso tempo. 

Posai gli occhi sul mio abitino rosa.. che adesso non si poteva più chiamare abitino, né tanto meno rosa. Dovevo dire che quelle chiazze di marrone sul leggero tessuto avevano il loro fascino però.

Ringhiai mentre provavo a sgrullare via la terra con le mani - è tutta colpa tua! -

- Senti, Principessa dei fanghi, non è colpa mia se non hai classe e ti impiastri ovunque e in ogni modo, eh! -

I miei occhi si ridussero a due piccole fessure, sbattei un piede per terra provocando un minuscolo polverone di terra. Il mio vestito si macchiò ulteriolmente, ma mi rodeva, e agire così mi sembrò il minimo.

Tutta colpa della sua sfacciataggine, e anche mia, perché giocavo sempre con lui, nonostante non ci sopportassimo a vicenda.

Beh, che dire, iniziai a rincorrrerlo per tutto il parco, fino alla strada e fino a casa.

Eravamo entrambi sudati e puzzavamo anche, ovvio, dopo tutte le rotolate nella terra e le cadute sull'asfalto.

Ecco, avevo anche una ferita sul gomito, e mi ero nuovamente sbucciata il ginocchio.

Bene bene, non solo ero sudicia dappertutto, ma ero anche mezza sanguinante.

Parevo una zingarella, piuttosto che una normale ragazzina.

Mi immaginavo solamente la faccia di mia madre una volta che mi avrebbe vista conciata così.

Urla e di sicuro qualche botta. Ah, e la punizione.

Duncan mi diede una pacca sulla spalla. 

- Buona fortuna con tua madre!  Salutamela anche! -

Gli mandai un'occhiataccia e gli risposi a tono.

- Buona fortuna anche a te, mio caro servetto! -

- Buona fortuna un bel niente, a mia madre non glie ne frega niente se torno conciato come un barbone! -

- Ci credo poco. -

- E credici quanto ti pare, intanto a me non dirà nulla, né mi beccherò la punizione! - e mi fece la linguaccia.

- Bugiardo! - 

Senza rispondermi, Duncan con un saltello citofonò a mia madre, che mi scattò il cancello.

- Ciao Principessa dei fanghi, a domani, stessa ora! - mi disse sorridente mentre correva via 

- Ciao.. - replicai senza espressioni.

Non appena varcai la soglia di casa, tutte le mie previsioni si avverarono:mia madre cominciò con le sue grida e la sua ramanzina-quaresima, si può dire che mi spintonò nella vasca da bagno e continuò a gridare più forte di prima.

Poi, pian piano si calmò, e riprese con il suo tono abituale.

- Mamma, scusami per.. il vestito. - feci con la faccia più innocente che mi riusciva.

- Fa niente, tanto devo fare la lavatrice fra un po'.. Stacci attenta però! Ti piace così tanto buttarti nella terra ? -

- Scusa.. - continuai. Mi dispiaceva davvero, era un così bel vestito dopotutto..

Trasse un sospiro.

- Eri con Duncan, vero ? -

- Si. -

Ci fu un ulteriore sospiro da parte sua.

 Iniziò a strofinarmi la testa più forte di prima. Forse era solamente un po' nervosa, pensai.

- Courtney, non voglio che giochi con quel bambino, non mi piace. -

Mi girai fissandola. Beh, non era la prima volta che dalla sua bocca usciva questa frase.

Continuò a parlare, sempre con quella sua aria preoccupata.

- Non mi piace. E non è la prima volta che te lo dico, gradirei che smettessi di passare il tempo con lui, potrebbe portarti sulla cattiva strada. -

- Ma.. -

Evidentemente pensava che era per colpa sua se mi ero ferita e avevo sporcato tutto il mio indumento. 

Cercai di spiegargli che Duncan non centrava più di tanto, e in effetti era vero, e che poi, alla fine ero stata in un parco, andiamo, chi non si zozza in un parco ?

- Non mi interessa se è stato o non è stato lui, ma tu da domani non ci giochi più assieme. Piuttosto preferisco che inviti Clarissa e Layla a casa e mettete tutto a soqquadro, ma tesoro, con Duncan no, è un bambino cattivo! -

Continuai il mio bagno in silenzio. Duncan era insopportabile, petulante e un gran cattivone, ma.. era anche uno dei pochi bambini che mi sopportava.

I suoi giochi, sebbene pericolosi e fuori dal comune, avevano un qualcosa di divertente, anzi, proprio lo stare con una persona così diversa era strano e divertente insieme.

I miei pensieri furono interrotti dall'aprirsi della porta e l'affacciarsi del faccione sorridente di mio padre.

- Paperotta bella! - scattò lui, venendo a darmi un grosso bacio sulla testa.

Paperotta. Ma perché ?

- Ho delle grandi notizie! - continuò lui felice.

- Hanno detto di sì ? - chiese mamma.

- Esatto! Esatto! Una settimana, unica e sola! -

- Ma è fantastico! - e smise di lavarmi i capelli per andare a baciarlo.

Girai la testa disgustata da tale scena. 

Che senso aveva baciarsi in bocca ? Tutti i grandi lo facevano ? Sarebbe toccato anche a me alla loro età ? E se così fosse stato, con chi ?

Rabbrividii.

- Una settimana per che cosa ? -  continuavo a chiedermi.

Provai ad aprire bocca, e papa aveva già intuito tutto.

- A cena ne parleremo meglio, tesoro, sarai felicissima di questa notizia! -

Feci spallucce e continuai il mio bagno. 

Forse era un regalo, o magari sarebbe venuto qualcuno o c'era una sorta di evento importante in vista... Cosa sarebbe potuto accadere dic osì importante ed elettrizzante in una settimana ?

..

Una volta terminata la cena e sparecchiata la tavola, papà  fece sedere me e mamma attorno a lui, e ci prese entrambe le nostre mani stringendole forte.

- Chi si sposa ? - chiesi ingenuamente.

Pensai che di sicuro si trattasse  di un matrimonio di un qualche parente di cui non ricordavo neanche l'esistenza.

Papà  non capendo la mia domanda, fece una risatina e si schiarì la voce.

- Courtney, vorresti una bella casetta più grande, con una camera più spaziosa e un giardino molto molto più bello di questo ? -

Annuii lentamente. Voleva forse fare dei lavori qui in casa ? Non sarebbe stata una cattiva idea.

- Magari potremmo anche comprare il cagnolino che vuoi tanto, se avessimo un giardino più grande.. -

Annuii di nuovo ma non capivo. A cosa voleva arrivare ? Era necessario tutto questo mistero e serie di domande per dire ' Vuoi un cane ' ?

- Dai, diglielo! - insistette la mamma.

- E va bene, e va bene! - si schiarì un altro po' la voce - Indovina ? Ci trasferiamo! -

Quelle parole mi arrivarono dritte nel cervello. Ci trasferiamo. Trasferirsi. Via da qui. Per sempre.

Rimasi immobile per qualche secondo. 

Ero incredula, speravo con tutto il cuore si trattasse di uno scherzo.

- Hai capito, cara ? - mi domandò mamma vedendomi sconvolta.

Non volevo capire. Mi rifiutavo di accettare la realtà, e assieme ad essa anche questa notizia.

- Ma.. ci trasferiamo nel.. nel s-senso.. andiamo a vivere in una casa più grande.. sempre qui in z-zona ? - balbettai sperando in un ' Sì ' come risposta.

Papà rise. - Nono, andiamo proprio via da questa città! Il lavoro mi ha offerto il posto in una città molto lontana e anche molto più bella, avremo una casa più grande e di sicuro anche meglio di questa! -

Si alzò dalla sedia e mi sgrullò per le spalle. - Non sei felice ? -

Avevo gli occhi sgranati. Andare via significava perdere e dire addio a tutto e tutti. 

La scuola, gli amici.. tutto.

Pensai subito alle mie amiche con cui ero solita passare interi pomeriggi a giocare a madre e figlia o con le bambole... e a Duncan anche.

L'ultimo nome mi rimbombò in mente più volte. 

Come l'avrebbe presa ? Ci saremmo mai più rivisti ? 

Il solo pensiero della fine di un' amicizia mi provocò un senso di vuoto e tristezza.

- NO! - urlai, e corsi via in camera mia, sbattendo forte la porta.

Iniziai a singhiozzare lentamente, nascosta sotto le coperte. 

- Non voglio trasferirmi, non voglio! - strillai tra le lacrime.

Poco dopo entrò la mamma a parlarmi, ma le sue parole non mi scacciarono neanche minimamente tutta quella tristezza che avevo in me in quel momento.

- Do..dobbiamo proprio ? - chiesi speranzosa tra un singhiozzo e l'altro.

Annuì in silenzio, con lo sguardo triste.

- Ma io non voglio! - insistetti.

- Nemmeno io sono così tanto contenta, ma vedi, è una grande opportunità per papà, e non possiamo fargli perdere tutto per un tu..nostro capriccio! -

- Lui però fa perdere tutto a noi! - gridai in risposta.

- Non dire così, non ti stai perdendo niente.. -

Smisi per un attimo di piangere e tirai su con il naso.

- Troverai amici più simpatici, delle maestre più brave e.. -

Sbuffai, prevedevo una nuova crisi di pianto a breve. Non avevo voglia di parlare con la mamma, almeno non di questo. La 'cacciai' dalla mia stanza, in poche parole

 - Voglio dormire ora, ciao. -

Potevo almeno piagnucolare da sola e in santa pace ?

Mamma mi diede il suo rituale bacio della buonanotte e uscì chiudendosi dietro la porta. Sentii i miei occhi già inumidirsi. Un'altra volta.


...


Mancavano solamente due giorni. Due giorni e poi sarei andatata via, via per sempre.

Avevo ancora una faccenda da compiere: parlare con Duncan.

Il pomeriggio stesso mi diressi al parco di nascosto, non potevo di certo dire a mia madre dove andavo veramente, avrebbe  capito che sarei stata a giocare con Duncan e non mi avrebbe lasciata uscire.

Ero sicurissima di trovarlo al parco, in fondo quel luogo per lui era come una seconda casa.

E infatti lo trovai a infastidire con un bastone un nido di uccelli su un albero.

Lo chiamai, e non appena mi intravide, corse verso di me.

- Sono giorni che non stai venendo più, punizione, eh ? -

- Ma quale punizione scemo!  è che.. è che... -

Mi guardava perplesso.

- Che c'è ? -

- Beh.. vedi.. -

- Ho capito, ho capito, inizio io a contare stavolta! Ma dopo scelgo io a cosa giocare, va bene ? -

- No, non volevo dire questo. -

- E allora cosa? -

- Senti, non posso restare a giocare oggi. -

- E perché ? -

Iniziai a respirare con fatica e sentii lievi gocce di sudore scendere sulla mia fronte, e non centrava niente l'afoso caldo estivo.

- De-devo a-a-aiutare i miei genitori a.. -

Continuava a non capire.

- A mettere via la roba... perché.. -

- Che roba ? In che senso mettere via ? -

- Perché.. vedi.. noi.. -

- Noi... - ripeté.

- No.. noi.. -

- Hai 20 secondi per nasconderti! - e corse verso l'albero-tana.

Lo dovevo aver stufato con tutto quel balbettare.

- DUNCAN, MI TRASFERISCO! - urlai, con gli occhi chiusi.

Sentii i suoi passi avvicinarsi verso di me, aprii gli occhi e me lo ritrovai con l'espressione più incredula di sempre.

- Cosa ? -

- Mi trasferisco. -

Abbassò lo sguardo, strinse i pugni.

- Perché ? -

- Il lavoro di mio padre ha.. -

Neanche mi diede il tempo di concludere la mia risposta che mi interruppe.

- Quando te ne vai ? -

- Dopodomani. -

Non si mosse né parlò per svariati secondi.

- E me lo dici solo ora ? -

- Volevo dirtelo.. ma.. non sapevo come.. - ammisi timidamente.

- Sei un'egoista! Ti importa solo di te stessa! -

- Questo che centra ? Mica è colpa mia se me ne vado, idiota! -

-Sei un'egoista comunque! Non hai pensato a noi ? A noi, si, noi, ci lasci tutti quanti qui ? -

- Ma se neanche vi importa di me, mi escludete sempre! -

- Perché ti piazzi sempre come un'antipaticona! -

- Perché stai dicendo questo ? -

- Non sei una principessa, sei una strega! - mi urlò queste parole praticamente in faccia, per poi correre subito via.

- E tu sei un mostro! - gli urlai dietro, e fuggii anch'io.


...


Il mio sguardo era rivolto verso papà che sbraitava cercando di infilare nel portabagaglio più valige di quante mai avrebbero potuto starcene, mentre la mamma  parlava con dei signori alquanto panciuti e barbuti riguardo ai mobili che ci avrebbero dovuto portare alla casa nuova, tutti avevano un gran da fare, esclusa me.

Pensavo ancora alla scenata di Duncan.

Perché aveva reagito così ? Perché mi aveva detto tutte quelle brutte cose ? Perché questo stupido trasloco! Tutta colpa del lavoro di papà! tanti impiegati che ci sono, perché proprio lui dovevano scegliere ? E uffa!

Sentii di nuovo delle leggere lacrime rigarmi il volto, ma le trattenni.

Piangere era proprio l'ultima delle cose da fare in quel momento.

- Courtney sali, è ora di andare. - mi chiamò mia madre.

Mi alzai lentamente dallo scalino del portone di casa sul quale mi stavo praticamente appisolando e feci per andare verso lo sportello della macchina, quando udii una voce familiare chiamare il mio nome.

Era Duncan.

Mi si piazzò praticamente davanti, incrociai le braccia.

- Che vuoi. - gli dissi con un tono poco cordiale.

- Ero.. ve..venuto a salutarti e.. -

- Bene, ciao. - e gli passai praticamente davanti, ignorandolo.

- No, aspetta! -

Mi voltai di nuovo verso di lui. 

- Courtney, dai! Becchiamo il traffico così! - mi urlò papà da dentro l'auto.

Notai la mamma guardare in cagnesco Duncan, ma non ci badai. 

- Un attimo! - risposi, poi mi rivolsi di nuovo a lui. - Veloce, che ti serve ? -

- Ti volevo chiedere scusa, per le cose che ti ho detto.. non le pensavo veramente.. ecco. -

Duncan, il bambino più temuto da tutti, che si scusava, per giunta con una bambina.

Non potei non rimanere scioccata. 

Sorrisi, in fondo eravamo due bambini, era normali dirsi certe 'diavolerie' a quell'età.

- Perdonato. - 

- Beh..allora cia.. no, ferma, tieni! - mi prese una mano, la girò  e vi ci poggiò sopra  un piccolo fiorellino rosa, addirittura lo teneva sui i palmi  per paura di rovinarlo.

Era la giornata delle grandi sorprese o cosa ?

- Non dire niente! - continuò lui facendomi il segno di stare zitta - Soprattutto guai se lo dici in giro! -

- E chi li rivedrà più! - dissi riferendomi ai bambini cui eravamo soliti passare le nostre giornate.

Gli sorrisi ancora per qualche istante, prima di prendere di nuovo parola.

- Grazie, è bellissimo! -

- Fa buon viaggio, e non fare l'antipatica come sempre con i tuoi nuovi compagni! -

- Sì, e tu non farti sbattere in prigione prima del tempo! -

Scoppiammo entrambi a ridere, e ci abbracciammo. 

Ma fu un abbraccio cortissimo, tre secondi, massimo quattro.

- Ciao Duncan! - 

Lo salutai  con la mano, allora corsi in macchina dato che i miei genitori iniziavano ad impazientirsi.

- Non ti scorderò mai, Principessa! - urlò, quasi vicino alle lacrime.

Quelle parole, assieme a quel suo urlo improvviso, mi rimasero scolpite nella mente. 

Non avevo mai immaginato che.. Duncan, Duncan il bambino che picchiava bambini e maestre, avesse mai potuto dire parole più belle. 

Chissà se le pensava veramente ma.. non aveva importanza.

Papà mise in moto e la macchina iniziò a muoversi lentamente.

Dal finestrino, lo notai restare immobile, a guardare il fumo nero della nostra auto che si allontanava per poi sparire in fondo alla strada.

Montò in sella alla sua bici e andò via, dirigendosi chissà dove.. forse al parco, alla nostra quercia.

 

~

 

 

Angolo dell'autrice: Beh, buonasera a tutti ^^ Adesso con la fine della scuola ho molto più tempo per scrivere, e come mio solito mi scuso per il ritardo, perdonatemi DD:

Ho dato il meglio di me anche in questo capitolo, non sono sicura sia venuto benissimo, ma ahimé, io ci ho provato! Forse, ho fatto Duncan un po' troppo smielato (?), ma suvvia, abbiamo tutti questo 'soft side' da bambini, chiudiamo un occhio va.. :') 

[Perdonate la lunghezza del chappy DD:]

Spero di non avervi annoiato con questo capitolo, beh, leggete e recensite ^--^


Besos, RollingGirl ~


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