Due cuori e tante diversità da superare... insieme

di milly92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le sorelle Granger ***
Capitolo 2: *** Ballo e conoscenze... ***
Capitolo 3: *** La verità viene sempre a galla ***
Capitolo 4: *** La speranza svanisce ***
Capitolo 5: *** Grazie, Harry!!!! ***
Capitolo 6: *** Chi bacia a Capodanno bacia tutto l'anno ***
Capitolo 7: *** Bufere sentimentali.. e non solo ***
Capitolo 8: *** L'orchidea appena sbocciata ***
Capitolo 9: *** Le prime difficoltà ***
Capitolo 10: *** Like Romeo&Juliet ***



Capitolo 1
*** Le sorelle Granger ***


le sorelle granger

Prima che leggiate, volevo scusarmi in anticipo per alcune coppie che ho deciso di mettere, poi capirete, ma vi prego, non ammazzatemi!!! ^^ Buona lettura!

Due cuori e tante diversità da superare… insieme

Capitolo uno- Le sorelle Granger

Nel lontano 26 dicembre 1984, una ragazza guardava il paesaggio innevato che le si presentava fuori dalla finestra della sua camera con sguardo sognante.

Come adorava l’inverno! La neve, i maglioni caldi, ma soprattutto il Natale e le successive feste.

Un ricciolo ribelle le ricadde sopra la spalla, lei lo riportò dietro l’orecchio e continuò a fissare quel paesaggio.

Le andava proprio di fare due passi, e non vedeva l’ora che arrivassero le otto, ora in cui sarebbe uscita con la sua migliore amica da ormai sei anni, Ginevra, che tutti chiamavano Ginny.

Ad Hermione Granger di solito piaceva rimanere in casa nei periodi festivi, vedendo la tv o assaporando le squisitezze che preparava sua madre insieme alle sue sorelle, ma quell’anno ci sarebbe stato qualcosa di diverso: i suoi genitori erano partiti per la Scozia, per fare visita ai genitori di suo padre, perchè ormai ritenevano le loro tre figlie abbastanza grandi da potersela cavare da sole.

La prima figlia era Lavanda, una ragazza di venti anni molto estroversa e amante dei vestiti, era sempre circondata da amiche e lavorava in un negozio di alta moda al centro di Londra. Da otto mesi era fidanzata con Ronald Weasley, fratello di Ginevra,  che aveva conosciuto appunto grazie a lei; la seconda era appunto lei, Hermione, di diciassette anni.

Andava al penultimo anno di liceo, era abbastanza brava in tutte le materie, tranne in matematica, che odiava ritenendola noiosa ed inutile. Oltre a Ginny, aveva anche Luna come cara amica e le sue compagne di classe. Ma Hermione a scuola non era molto conosciuta, infatti subiva spesso il suo confronto con Lavanda, che al contrario ai tempi del liceo gironzolava sempre tra i corridoi ed era anche la beniamina di qualche professore, nonostante non fosse poi così brillante. Ma la cosa che accumunava Hermione e Lavanda era la passione per la moda, infatti ogni sabato, giorno libero sia dalla scuola che dal lavoro, si recavano in piccoli negozi alla ricerca di qualche nuovo capo simile a quello portato da qualche cantante o attrice che particolarmente adoravano.

L’ultima sorella era Calì, una quindicenne molto diversa dalle sorelle: non amava vestirsi e truccarsi, ma era una vera e propria punk, portava sempre pantaloni neri, accessori strambi e fumava. Aveva il suo piccolo gruppo di amiche punk come lei, con cui usciva tutti i giorni. Al liceo erano temute per i loro atti vandalici e, nonostante fossero solo al secondo anno, erano rispettate come quelli del quinto. Non studiava, e circolava la voce che i professori la promuovessero solo per togliersela dai piedi il prima possibile. Calì era la disperazione dei signori Granger, che ogni giorno si chiedevano dove avessero sbagliato con lei.

Così quell’anno le sorelle Granger rimasero da sole durante le feste, senza la compagnia dei loro genitori, ma tutti sappiamo come ciò può diventare una gioia per tre ragazze…

“Herm, Ginny al telefono!” disse la voce squillante di Lavanda.

Curiosa, Hermione uscì dalla sua stanza e andò nel salotto, prendendo in mano la cornetta.

“Ginny! Dimmi!”

“Ciao Herm… Etciù! Scusa… No volevo… dirti che sto influenzata…”

“Eh, si sente!”

“Quindi non posso uscire… Poi vengono pure i miei zii da Oxford a casa, quindi…”

Hermione rimase zitta per un po’, poi si lasciò sfuggire un piccolo sbuffo.

“Ok, ok!”

“Scusami ancora Herm… Ora vado… Anzi aspetta, c’è Ron che vuole parlare con Lavanda”

“Si, ora la chiamo”

Hermione chiamò la sorella per poi buttarsi sul letto, sconfortata.

Quella sera di sicuro Lavanda sarebbe uscita con Ron, e quelle tossiche delle amiche di Calì sarebbero venute a casa. Cosa avrebbe fatto lei? Luna era dai suoi nonni, le altre compagne di classe sarebbero uscite con i loro ragazzi o sarebbero andate a qualche festa…

Guardò l’orologio. Erano le sei e venti.

Ancora distesa sul letto, squadrò ben bene il soffitto pesca della sua stanza, come cercando di invocare qualche santo per aiutarla. Sbuffò e si sedette sul letto, e si ritrovò a fissare il poster della mitica Olivia Newton John, il suo idolo da  quando l’aveva vista in “Grease”. Aveva solo undici anni, ed era andata al cinema con le sue ex compagne ed alcuni ragazzi che conosceva da poco, tra cui uno che le piaceva, Viktor. Era più grande, aveva quattordici anni, ed era conteso da tutte le sue amiche.

Ma chissà perché, sembrava attratto solo da Hermione, la più timida del gruppo. Le si sedette vicino e a metà film le aveva stretto la mano per qualche minuto,dicendole: “Sai, sei identica a Sandy. Ma anche più bella di lei”. In quel momento sarebbe voluta scoppiare e pregò che le sue amiche non lo notassero, per evitare un litigio a causa della loro gelosia, ma nonostante il buio, una di loro, Angelina, l’aveva notato e poco dopo alla fine del film, lo disse a tutte le altre, che si infuriarono. A salvarla era stata Ginny, che intervenne rapidamente in quella discussione, perché una delle ragazze, Millicent, sembrava sul punto di mollare un ceffone ad Hermione.

Ginny era intervenuta e le aveva zittite, intimando loro di andarsene. Da quel momento Hermione e Ginny divennero grandi amiche, e riguardo Viktor le cose cambiarono.

Quando Hermione aveva quattordici anni si misero insieme, ma sei mesi dopo il ragazzo fu costretto a trasferirsi con la sua famiglia, quindi si dovettero lasciare.

Ma Hermione, dopo i primi momenti di tristezza, decise di ricominciare da capo, trovare un nuovo amore, anche perché Viktor nella sua ultima lettera le disse che stava uscendo con un’altra ragazza.

Da quel momento non aveva incontrato più nessuno, però. E così, a sedici anni, aveva deciso di smettere la ricerca del principe azzurro, perché sarebbe stato lui a trovarla… O almeno così sperava.

Così, vedere quel poster di Olivia Newton John, le ricordava tutta quella situazione che ricordava con un sorriso, dopotutto era solo una ragazzina… L’amore per Viktor era passato, ma almeno l’ammirazione verso quell’attrice no!

“Herm, Herm, notizia favolosa in arrivo!” Trillò Lavanda, risvegliandola dai suoi pensieri.

Hermione si voltò verso di lei, che sorrideva come una matta sulla soglia della porta.

“Cosa c’è?”

“Oh, Ron mi ha appena detto che siamo stati tutti invitati alla festa di Harry Potter…”

“Harry Potter?”

“Si, Herm! Sai quello super popolare ai tempi in cui andavo al liceo…”

Lavanda stava parlando come se i suoi tempi del liceo fossero remoti. Hermione l’ascoltò e cercò di focalizzare, ma non ci riuscì. Poi, però, ricordo la prima parte dell’esclamazione della sorella.

“Quindi siamo state invitate ad una festa?” chiese, entusiasta, e alzandosi dal letto.

“Si! Cioè, siamo stati invitai io e Ron” puntualizzò la ragazza, con un po’ di aria di superiorità, “Ma Harry ha detto che possiamo portare ospiti… Quindi perché non dirti di venire, dato che Ginny ti ha dato buca?”

Hermione sorrise disgustata dalla precisazione della sorella.

“Ok, sorellona! Viene anche Calì? Non penso sia una buona idea lasciarla qui da sola con quelle pazze…”

Lavanda ci pensò.

“Non credo che verrà! Comunque, inizia a vedere cosa devi indossare perché alle otto e mezza dobbiamo essere lì!” continuò, chiudendo la porta.

Hermione, colta da un dubbio, la riaprì e si affacciò sul corridoio.

“Lavanda?”

“Si?”

“Possibile che ora si fanno anche le feste di Santo Stefano?”

“Perché no? Se si festeggia l’anniversario del giorno in cui la prof di latino è andata in pensione non vedo perché non si dovrebbe festeggiare Santo Stefano…” rispose la sorella maggiore dalla sua stanza, in cui si era parata davanti all’armadio per scegliere con quale capo ammaliare il suo Ron quella sera.

Hermione rise appena, per poi chiudersi in bagno per farsi una rapida doccia.

Che bello, sarebbe uscita! E di sicuro si sarebbe divertita, ne era sicura. Anche se doveva essere una di quelle festa della “generazione” di Lavanda, tutti ventenni laureati o cose simili.

Le sembrava strano che Ron avesse acconsentito nel portarsela dietro, insomma, di solito cercava sempre di starsene in pace con sua sorella… Boh…

Dopo tante indecisioni, decise di indossare un miniabito nero a collo alto con dei decolté dal tacco abbastanza alto. Alzò la sua capigliatura castana e riccia in uno chignon da cui ricadevano dei boccoli, si truccò e si disse molto carina.

Quando uscì dalla sua stanza credette veramente di aver assistito ad un miracolo: sua sorella Calì era seduta sul divano del salotto iper imbronciata, con… Con indosso un abito nero simile al suo. Un abito elegante. Sotto portava delle converse rattoppate, ok, ma… già di per sé era un miracolo. Era truccata! Non portava la solita matita nera e smalto nero, no, aveva un ombretto carne, lucidalabbra… e smalto color carne.

Hermione cercò di astenersi dal ridere, ma un sorriso non potè non incresparle il volto.

“Che cavolo ti ridi?” le chiese aspramente Calì, lanciandole uno sguardo infuocato.

Hermione si voltò e fece per uscire per impedire di farle capire che stava continuando a sorridere, per non dire iniziare a ridere, dicendo: “Niente, niente”, ma si trovò davanti la sorella maggiore.

“Herm, hai visto quanto è bella Calì così? Sembra per davvero una ragazza!” commentò entusiasta, mentre si stava aggiustando gli orecchini. Portava un abito marrone con dei ricami dorati sul bordo e i lunghi capelli biondi erano stati arricciati.

“Che ne dite?” chiese entusiasta, facendo una piccola giravolta.

“Stai bene” commentò Hermione, mentre Calì sbuffò e disse: “Sembri la brutta copia della nonna!” e uscì dalla stanza.

Lavanda la guardò disgustata e fece spallucce.

“Non le dare retta. Ma, dimmi, come l’hai convinta a venire?” chiese curiosa Hermione, per adottare quel metodo quando le sarebbe stato più utile.

“Le ho promesso che le darò i soldi per le sigarette tutto il mese, con tanto di anticipo” rispose Lavanda, tra il soddisfatto e lo scocciato.

Hermione stava per rispondere quando suonò il campanello.

“E’ Ron!” esclamò Lavanda e corse ad aprire.

Ron, un ragazzo di venti anni dai capelli rossi e la stazza di un giocatore da football entrò in quella stanza pochi secondi dopo.

“Ciao Hermione!”

“Ciao, Ron”

“Ti trovo bene… Scommetto che farai colpo stasera!” disse il ragazzo facendo l’occhiolino.

Hermione fece un verso scettico, per poi andare a sistemarsi il trucco nella sua camera.

Pochi minuti dopo lei e Calì sedevano nel sedile posteriore della macchina di Ron.

La sorella minore stava ancora protestando sottovoce mentre Ron parlava allegramente.

“Hermione, sai, dovresti conoscere Harry, è davvero un bravo ragazzo, è entrato da poco alla facoltà di medicina…”

“Si” confermò Lavanda, “E’ uno studente modello, e poi viene da un’ottima famiglia, si dice che suo nonno era un duca…”

Hermione fece due più due: l’avevano portata a quella festa per farla mettere con lo scapolone di turno.

“Scusate, ma se pensate che io stasera starò dietro a questo Harry vi sbagliate…” disse, decisa.

“Ma come fai a dirlo? Non lo conosci nemmeno…”

“Infatti, Ron ha ragione! E poi Harry è il suo migliore amico…”

“Tanto piacere!”

Questa conversazione ebbe fine solo quando arrivarono alla villa dei Potter, cioè dieci minuti dopo.

Appena varcarono la soglia, nell’ingresso arredato molto elegantemente,furono accolti da Harry in persona, un giovane dai capelli corvini ribelli, un po’ più basso di Ron, e dai brillanti occhi verdi, che li salutò con calore.

“Harry, è lei la ragazza di cui ti abbiamo parlato, mia sorella Hermione” disse Lavanda, spingendola in avanti e guadagnandosi un’occhiataccia.

Harry la squadrò e sorrise, rivelando una dentatura perfetta.

“Piacere di conoscerti Hermione. Sono Harry”

“Piacere” rispose pigramente lei, per poi subito aggiungere: “Scusate” ed andarsene con Calì.

Varcò la soglia del salone dove si stava svolgendo la festa, mentre Calì borbottava qualcosa, e si guardò intorno in cerca di qualche conoscente.

Era un po’ delusa da sua sorella, insomma, cercarle un ragazzo così, come se fosse una vecchia zitella! E poi Harry non le piaceva nemmeno, questa era stata l’impressione che aveva avuto quando lo aveva visto. Non le aveva provocato nessuna reazione, era fatta così: credeva nei colpi di fulmine.

Gliene avrebbe dette quattro a tutt’e due quando sarebbero tornati a casa, di sicuro! Portarsela dietro solo per farla conoscere ad un ventenne single…

“Ehi, io vado a prendere qualcosa da bere” disse Calì, e lei la seguì.

Erano vicino al tavolo del buffet quando Hermione si girò. Rimase pietrificata da quello sguardo dal colore glaciale che si era posato su di lei.

Un ragazzo dai capelli biondo platino, un viso perfetto e dallo stile particolare, jeans scuri e giacca nera, posizionato presso la postazione del dj la stava guardando.

Lei ricambiò lo sguardo, ancora pietrificata, e lui si voltò.

Rimase ancora a fissarlo mentre il ragazzo faceva girare qualche disco molto abilmente vicino la console.

Era stato come ricevere un pugno nel bel mezzo dello stomaco, il battito del cuore le si era accelerato e senza rendersene conto aveva fatto cadere il bicchiere di aperitivo che le aveva dato sua sorella, facendo girare tutti.

“Oh, oh, s-scusate” fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare, mentre si abbassava per riparare il guaio fatto.

Ma appena allungò la mano, una più veloce della sua, un po’ pallida e dalla lunghe dita sottili, raccolse cautamente quei pezzi di vetro. Hermione alzò lo sguardo e rimase ancora più sbalordita quando incrociò di nuovo quello sguardo glaciale, ma questa volta da vicino. Si sentiva svenire.

“G-grazie” disse, con la gola stranamente secca.

Il ragazzo le sorrise.

“Figurati, capita a tutti” le rispose lui gentilmente, per poi aggiungere: “Ti sei tagliata?”

“Oh, no, no”

“Bene… Allora buon proseguimento di serata” si congedò lui, e dopo aver sistemato tutto ritornò alla console  e mise un nuovo pezzo.

Hermione si sedette su un divano lì vicino, sicura di svenire da un momento all’altro. Le sue guance erano terribilmente arrossate, le gambe le tremavano.. E non di certo per la figuraccia del bicchiere infranto. Nella sua mente qualcosa le diceva che quello era il colpo di fulmine tanto atteso, mentre quel ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome le regalava un altro sguardo.  

Continua…

 

Salve! Ecco l’ennesimo un inizio di una fic, il secondo in questi giorni… Non so perché, ma mi sento come un vulcano di idee e non riesco a fare a meno di scriverle. Non so come mai abbia deciso di fare una AU e soprattutto ambientata negli anni ’80… A proposito, non sono molto preparata sull’argomento, quindi vi chiedo se gentilmente potreste dirmi qualche cantante e attore famoso di questo decennio, ve ne sarei grata… Beh, allora, cosa ne pensate? Aspetto qualche vostro commento, è molto importante per me sapere i vostri giudizi…. Grazie, ve ne sono grata in anticipo! ^^ la vostra milly92.

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Capitolo 2
*** Ballo e conoscenze... ***


ballo e conoscenze

Capitolo due- Ballo e conoscenze…

Hermione rimase sul divano per una buona mezzoretta, a pensare, per quanto le riusciva.

Quel ragazzo sembrava aver risvegliato in lei quelle sensazioni che da troppo tempo non provava, un moto di imbarazzo, ansia e agitazione.

Si domandava come fosse possibile che Dio avesse creato un essere di simile bellezza, così rara e magnifica.

Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, per fortuna egli sembrava tutto preso dalla console per notarla.

Ma non era la sola a guardarlo, si disse: tante ragazze lo circondavano, con la scusa di chiedere qualche particolare canzone e cose del genere.

Beh, non sono mica sceme! Si disse, pensierosa e all’improvviso già gelosa.

Ma cosa le prendeva? Gelosa di un ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome!

Intanto, qualche minuto dopo il ragazzo stava parlando con un gruppo di ragazzi di sicuro figli di papà, vestiti con giacca e cravatta ed orologi costosi, poco distante da lei.

A questo gruppo si unirono anche Lavanda e Ron, che sorridevano e chiacchieravano allegramente.

Quindi Lavanda lo conosce! Forse stava anche lui al liceo… Ma lo avrei notato! Non è un tipo che passa inosservato!

E sembrava che Lavanda lo conoscesse bene, per il modo con cui ci scherzava. Cosa fare? Di sicuro non glielo avrebbe presentato, ostinata com’era per la storia di Harry…

Accanto a lei le si sedette Calì, che emanava una vaga puzza di fumo mista ad alcool.

“Ti stai dando già da fare, eh?” le chiese con voce severa, ma non più di tanto poiché era indaffarata con la situazione del biondino.

“Ma vaffanculo!” le rispose Calì di rimando, alzandosi di sbotta e andandosene.

Ormai Hermione ci era abituata, e non si sconvolse più di tanto.

Una ragazza si sedette sullo stesso divano, e da come si toccò ripetutamente le caviglie con una smorfia di dolore, Hermione capì che era indolenzita a causa dei tacchi vertiginosi delle sue scarpe.

“Mannaggia a me che mi metto sempre queste scarpe scomodissime!” disse ad alta voce, con i lunghi capelli ebano che le ricadevano davanti agli occhi.

“Fanno male, eh?” chiese Hermione comprensiva, decisa a fare qualche conoscenza tra tutte quelle persone.

La ragazza la guardò come se la notasse per la prima volta e parve sorpresa.

“Oh, scusa, che maleducata, non ti avevo proprio notato! Scusa se mi sono seduta...”

“Non ti preoccupare, il divano mica è di mia proprietà!” sorrise Hermione, cordiale.

La ragazza ricambiò il sorriso.

“Comunque, piacere di conoscerti, mi chiamo Cho”

“Piacere, mi chiamo Hermione!”

“Ti ha invitata Harry?” chiese Cho, lanciandole un’occhiata penetrante.

“Oh, no, cioè, ha invitato mia sorella Lavanda e il suo ragazzo Ron, e ha detto di portare invitati, così…”

“Ah, no invece ha invitato me e il mio ragazzo Cedric” rispose.

Si guardarono, poi Cho sorrise nuovamente.

“Quanti anni hai?” chiese

“Diciassette, tu?”

“Venti. Vai al liceo Webster?” continuò a domandare, curiosa.

“Si, al quarto anno. Mi sa che sono una delle più piccole qui in mezzo…” rispose Hermione, lasciandosi prendere dalla preoccupazione per la conferma di essere tra persone più grandi di lei e con interessi superiori ai suoi.

“Ma che! Su, Hermione, a parte che sembri più grande, si vede che sei abile a socializzare, mi sei già simpatica! E poi, di che ti lamenti? Vorrei andarci io al liceo, invece che all’università….” Dichiarò pensierosa Cho, con una piccola nota di invidia nella voce.

Hermione parve rincuorata dall’affermazione di Cho.

“Grazie, Cho. Ma a che università vai?”

“Secondo anno di psicologia, una vera rottura! Ma mio padre ha voluto così, e quindi…” rispose con una nota di amarezza,  questa volta più accentuata.

Hermione era imbarazzata e decise di cambiare discorso.

“E… Quindi, sei venuta qui con il tuo ragazzo?” chiese, con una voce allegra.

“Si, con il mio Ced. Stiamo insieme da quasi un anno!” rispose, questa volta raggiante. Doveva proprio esserne innamorata!

“Ma dimmi” continuò, “Hai detto che sei la sorella di Lavanda?”

“Si”

Cho la squadrò nuovamente.

“Onestamente, devo dire che non ci avrei mai giurato. Conosco Lavanda, stavamo allo stesso anno alla Webster, e non siamo mai state grandi amiche. Invece devo dire che tu sei diversa, non le assomigli per niente, tranne che per il portamento, mi sembri migliore di lei”

Hermione arrossì: miracolo, miracolo, miracolo! Qualcuno che la considerava migliore di Lavanda!

“Dai, Cho, sei troppo gentile!” esclamò, arrossendo lievemente.

“Sono sincera, io le persone le capisco al volo” rivelò, facendo l’occhiolino.

“Oh, guarda, Ced è quello!” aggiunse, indicando un ragazzo poco lontano da loro con l’indice della mano destra.

Hermione si girò, seguì il dito e… Il ragazzo indicatole da Cho ora stava parlando con quel ragazzo biondo, insieme a Lavanda e Ron.

Fortuna? Destino?

Cosa fare? Se avesse rivelato a Cho…? No, no.

“Vieni, te lo presento!” esclamò poi, afferrandola per un braccio e alzandola di peso, dimenticando del tutto il dolore causato dalle scarpe.

Piano piano lo raggiunsero, e Cedric le fece segno di unirsi a loro.

“Ced, ti volevo presentare una mia nuova amica, Hermione” disse Cho, facendo avanzare Hermione, la quale strinse la mano del ragazzo e non potè evitare di arrossire a causa del ragazzo biondo.

“Piacere di conoscerti, Hermione, mi chiamo Cedric”

“Piacere!” 

“Oooh, Cho, carissima, devi assolutamente dirmi dove hai preso  quella gonna!” trillò Lavanda.

Cho parve sorridere falsamente.

“Carissima Lavanda, l’ho presa proprio nel negozio dove lavori tu… Conosci bene i capi che vendi, a quanto vedo!” rispose sarcastica, senza nascondere un sorriso di soddisfazione.

Lavanda divenne di tutti i colori.

Non rispose, ma anche Ron e gli altri sembravano sul punto di scoppiare a ridere per la figuraccia.

Poi il dj che aveva sostituito il ragazzo biondo mise un lento. Lavanda ne approfittò per svignarsela dopo la figuraccia e Cedric invitò Cho, ma non prima di dire al ragazzo: “ Ehi, sii gentiluomo per una volta. Invita a ballare la cognata di Ron” e se ne andò, mano nella mano con Cho.

Il ragazzo sorrise e fece un piccolo inchino ad Hermione, che avrebbe pagato oro per poter svenire, e questa volta sul serio.

“Se mi vuole concedere l’onore di questo ballo, Madame” dichiarò gentilmente e porgendole la mano.

Hermione la strinse più che potè e si lasciò condurre al centro della pista, dove erano riunite tutte le coppiette.

Abilmente, il ragazzo le cinse i fianchi con le mani e iniziò a farla ondeggiare lievemente seguendo il ritmo lento della canzone, “Only you”. 

Hermione non credeva a ciò che le stava succedendo, e con le mani tremanti appoggiò le braccia attorno al collo del ragazzo.

Possibile che la fortuna per una volta era dalla sua parte?

Mentre la canzone continuava a diffondersi per la sala, i due continuarono a ballare. La ragazza avrebbe tanto voluto sapere qualcosa di più su di lui… Ma come? Sembrava deciso a non proferire parola!

Quasi verso la fine della canzone, però, egli disse un piccolo: “Fa caldo”, con quella sua voce dolce e sensuale allo stesso tempo.

“Si, infatti…?”

“Eric, mi chiamo Eric Flind” rispose garbatamente lui.

Eric Flind… Eric Flind… Quel nome non le era nuovo.

Ma almeno lo aveva conosciuto!

“Io sono Hermione Granger” rispose lei con la voce un po’ tremante per l’emozione.

Il suo stomaco si attorcigliava sempre di più.

Avrebbe voluto continuare a conversare, ma Eric sembrava deciso a concentrarsi sul lento.

La teneva sulle spine!

Alla fine della canzone, Eric sorrise nuovamente e le baciò la mano in modo elegante, provocando in Hermione il pensiero di andare in chiesa più spesso, perché aveva appena avuto la conferma che Dio esisteva! Impossibile ma vero, ce l’aveva fatta, lo aveva conosciuto!

Strano quanto una serata può diventare speciale grazie a degli occhi magnifici e quel sorriso conquistatore…

Eric le fece cenno di seguirla, e si sedettero a bere qualcosa su un tavolino lì vicino.

“Attenzione a non far cadere di nuovo il bicchiere, mi raccomando!” disse lui con un sorriso ironico, facendola ridere.

“Non è una novità il fatto che sono imbranata… Ma, Eric, conosci mia sorella Lavanda?”   chiese Hermione, cercando di sapere il più possibile su di lui.

Eric bevve un sorso di birra e rispose: “Si, ci siamo conosciuti al corso di scuola guida l’anno scorso”, ma dal suo tono Hermione capì che la cosa per lui non aveva tanta importanza.

Annuì e bevve lentamente un po’ di coca-cola.

Non sapeva cos’altro dire.

Avrebbe tanto voluto ritornare a ballare con lui fino alla fine della serata e avere la certezza di rivederlo, perché davvero un solo suo sguardo le regalava emozioni che non aveva mai provato prima, nemmeno ai tempi di Viktor.

Ma per sua fortuna Eric sembrava interessato, perché chiese: “Quanti anni hai?”

Lei fece finta di essere offesa, perché rispose: “Lo sai che è maleducato…”

“Chiedere l’età alle signore, si ,lo so… Ma tu sei una signorina a quanto pare, no?” l’interruppe lui, con un’aria furba.

“Ok, ok! Ne ho diciassette” rispose, timorosa della sua reazione. L’avrebbe continuata a conoscere una volta saputo che era un semplice liceale?

“Ah, sembri più grande… Io ne ho diciannove” disse, rispondendo alla sua domanda inespressa.

E così aveva diciannove anni… Ma il solo fatto che aveva detto che dimostrava di più la faceva sentire meglio.

Stava per aggiungere qualcosa quando la voce di Lavanda li raggiunse.

“Hermione, Hermione!” urlò quasi, correndo come una pazza.

Si girò, spaventata per il modo in cui era stata chiamata. L’espressione della sorella era agitatissima.

“Vieni, muoviti, Calì sta male, ha vomitato, dobbiamo andare a casa!” esclamò allarmata, facendole cenno di muoversi.

Riluttante, ma anche preoccupata, Hermione annuì.

Si voltò verso Eric per salutarlo, ma lui disse solo: “C’è una festa per Capodanno… Verrai?”

“Non so… In tal caso ci vediamo lì!Ciao, Eric, è stato un piacere conoscerti” disse riluttante, mentre la sorella le passava la pelliccia da indossare.

Dopo quella parole, Eric se ne andò vicino ad un gruppo di amici, mentre Lavanda tirava Hermione per il braccio, incitandola a muoversi.

Sconfortata, la riccia guardò per quella che di sicuro temeva essere l’unica ed ultima volta Eric. La sua fortuna si era mutata in sfiga.

Una volta in macchina, tornarono a casa senza parlare, mentre Calì era semi addormentata e respirava affannosamente.

“Lo dicevo io che non dovevamo portarcela, me lo sentivo! Non è servito a niente!” disse accalorata Lavanda, una volta che furono a casa e Calì fu messa a dormire, dopo aver vomitato nuovamente tutto ciò che aveva nello stomaco e aver preso la medicina giusta.

“In che senso non è servito a niente? Il fatto che la tua sorella single e sfigata non abbia deciso di morire appresso ad Harry Potter?” chiese arrabbiata Hermione, che di certo aveva più motivi si sua sorella per essere imbronciata.

“Herm, è per il tuo bene… “

“No, tu hai agito solo perché vuoi toglierti Harry dalle scatole, dato che non ha una ragazza e vuole uscire sempre con Ron, da buon migliore amico!” urlò inviperita e andandosene nella sua camera, cercando di non piangere.

Aveva sfogato la sua rabbia per non essere potuta rimanere alla festa con Eric sul fatto di Harry, anche se ciò non la preoccupava tanto, dato che sapeva farsi valere quando voleva.

Sentì Lavanda borbottare: “Pazza sfigata”, ma non le importava.

Quello che contava al momento era rintracciare Eric ed andare a quella festa di Capodanno, dove nessuna sorella ubriacona le avrebbe rovinato la serata…

Continua…

 

Hola! Ecco il secondo cap… Cosa ve ne sembra? Hermione finalmente conosce “Eric”, ma Calì sta male ed è costretta a tornarsene a casa… Si rincontreranno? Spero di aver fatto comprendere bene i suoi sentimenti, fatemi sapere. Vi prego, recensite, consigli sono bene accetti! Ringrazio 8marta8, laretta e Shavanna per aver recensito, grazie davvero, fatemi sapere cosa ne pensate di questo! E grazie a Christina Malfoy per averla inserita tra i preferiti (tesoro, spero mi farai sapere cosa ne pensi… ^^ Grazie!). Inoltre grazie a chi legge, anche se uno sforzo potreste farlo, dai, vi prego! Al prossimo cap… E recensiteeeeee!!!! La vostra milly92.

P.s. Se vi va di leggere un’altra Draco/Herm c’è anche l’altra mia ff, “100 giorni per vincere- Mean Witches” è solo al primo cap ma più in là se ne vedranno delle belle… Grazie!

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Capitolo 3
*** La verità viene sempre a galla ***


3 la verità viene sempre a galla

Capitolo tre- La verità viene sempre a galla

“Uff…”

Al suono della sveglia, Hermione aprì gli occhi con riluttanza, sperando di rivivere il sogno da cui si era appena ridestata. Era andata ad una festa dove aveva conosciuto un ragazzo stupendo, che si chiamava Eric, avevano ballato insieme ma poi sua sorella Calì non si era sentita bene ed era stata costretta ad andarsene a casa… Aveva anche litigato con Lavanda… Quanto avrebbe voluto riaddormentarsi!

Sbadigliando, si mise a sedere e sentì un groppo sullo stomaco quando vide l’abito nero che indossava nel sogno appoggiato sulla sedia vicino la scrivania.

Fu pervasa da un colpo di lucidità: era tutto vero! Non aveva sognato! Cioè aveva sognato, ma era un altro sogno.

Correva su dei prati, rincorrendo Eric, il cui viso era coperto da una maschera bianca.

E subito si rammendò di dover raccontare tutto a Ginny.

Sbadigliò una seconda volta quando bussarono alla porta ed apparve il volto di Lavanda contratto in un sorriso. Indossava un grembiule a ricami rosa ed aveva in mano un vassoio con cornetti, brioches e caffè.

Hermione la guardò torva, ancora memore della litigata della sera prima, e Lavanda parve capire.

“Colazione a letto!” esclamò, continuando a sorridere peggio di quelle ragazze che partecipano ad un concorso di bellezza, adagiò il vassoio sulle gambe della sorella e le si sedette vicino.

“Grazie” borbottò Hermione, prima di bere un sorso di caffè.

“Herm, lo so che sei arrabbiata con me, piccolina…”

“Non-chiamarmi-piccolina!” scandì la sorella minore arrabbiata e scocciata allo stesso tempo, guardandola ancora pi torva.

Lavanda si parò una mano davanti.

“Ok, ok! Comunque resta il fatto che mi dispiace…” disse, facendo una faccia dispiaciuta. Hermione era ancora troppo insonnata per valutare se fosse sincera o meno.

“Alleluia! E comunque resta il fatto che me la sono presa…”

“E comunque resta il fatto che ti ho detto che mi dispiace…”

“E comunque resta il fatto che ti ho detto già due volte che me la sono presa…” ghignò Hermione, sapendo che così stava facendo arrabbiare la sorella.

Infatti quest’ultima disse: “Basta! Ho capito! Ho capito! Ma io ho agito per te…”

Hermione la guardò sprezzante. “Si, si, come no…”

“E’ vero! Harry ha le caratteristiche ideali per essere il tuo principe azzurro!” cercò di convincerla Lavanda, togliendosi una ciocca bionda da sopra la spalla e facendo la faccia seria.

“Allora perché non te lo prendi tu se è così perfetto?!”

Si guardarono con aria diabolica, poi la sorella maggiore decise di farla finita.

“Ok, fa come vuoi Herm, la vita è tua. Buona colazione” e così dicendo se ne andò.

Quando finì di mangiare Hermione si buttò di nuovo sul letto. Tipico di Lavanda, venire a scusarsi per poi tentare di rifilargli quelle sciocchezze e le sue ragioni per farle cambiare idea.

Ma voleva capire che lei era capace di vedersela da sola? Aveva diciassette anni, diamine! E combinava la metà dei pasticci che combinava lei alla sua età…

Con questi pensieri andò in bagno per sistemarsi e prepararsi ad affrontare una nuova giornata, in cui doveva andare a trovare Ginny e raccontarle assolutamente di Eric, fare qualche giro per negozi alla ricerca di alcuni orecchini e terminare i compiti per le vacanze di biologia.

Chiamò Ginny e le disse che sarebbe andata a trovarla verso le dieci e mezzo per dirle delle novità.

Così dopo andò nella sua stanza e accese la radio, mentre decideva cosa indossare davanti all’armadio.

Sintonizzò su Radio Londra, il suo canale preferito.

Cosa indossare? Andare sul classico o l’elegante?

Buongiorno, cari cittadini d’Inghilterra! Come butta il vento? Stamattina ci sono 15 C°, il sole splende ed i Duran Duran hanno da poco pubblicato il loro ultimo singolo, Wild Boys! Cosa ne dite di ascoltarla? Bene, a tra poco!

Le note della canzone si espansero per la casa, mentre Hermione decise di indossare i nuovi jeans strettissimi con una camicetta fuxia, quella con le maniche con all’interno le spalline simili a quelle di Madonna e delle comode scarpe da ginnastica.

Quella canzone le infondeva un po’ di buonumore, e ogni tanto faceva qualche giravolta o piccolo passo di danza sul posto, sentendosi decisamente meglio.

Rieccoci, gente! Come sempre qui è il vostro Eric Flind che vi parla!

Hermione si immobilizzò nell’atto di prendere il rossetto.

Di certo non aveva sentito bene…

Si diede mentalmente della stupida, eppure, se ci pensava, la voce era quella!

Come avete passato il giorno di Santo Stefano? Devo dire che mi sono divertito ad una festa, dove c’erano i migliori cd degli ultimi anni… Si sa che una festa con Dj Eric è sempre unica! E non per farmi propaganda, ma se volete che la vostra festa sia unica chiamatemi al 5678 876 234 e prenotate… Non ve ne pentirete!

No, doveva esserci qualche spiegazione! Doveva! Forse quel ragazzo non si chiamava così ma le aveva mentito, cercando di farsi bello, si si… Avrebbe tanto voluto prendere il numero e chiamare! Se solo lo avesse ripetuto!

Ok, ora vi lascio a dei pezzi un po’ più classici… Cosa ne dite di Only you? La dedico alla ragazza con cui ieri ho ballato questo lento, questa è per te bella! E complimenti per il tuo sorriso…

Se qualcuno avesse visto la nostra riccia in quel momento, avesse pensato che stesse per morire a causa della mancanza di fiato.

Era lui! O forse lo aveva ballato con qualche altra prima o dopo di lei? Troppe coincidenze!

Doveva scoprire la verità…

A mali estremi, estremi rimedi. Velocemente finì di truccarsi e corse in cucina, dove Lavanda stava scrivendo una lettera seduta dietro il tavolo.

“Lav, mi devi dire una cosa…” disse, ancora respirando a fatica.

Lavanda alzò gli occhi verso di lei.

“Ehi, ma cos’hai? Sembra che hai visto un fantasma…”

“Non fare la sciocca! Mi devi dire una cosa!” disse, cercando di conoscere al più presto la situazione.

Lavanda sembrava curiosa. “Spara”

“Ieri, quel ragazzo biondo con cui stavo parlando… Eric…”

Lavanda la guardò con lo sguardo perso.

“Eric? Ma chi è?” chiese

Hermione parve spazientita.

“Come chi è! Ci stavi parlando anche tu, con Ron e Cedric…”

“Io ieri non ho parlato con nessun Eric!” ribattè convinta, facendo disperare la ragazza.

“Come! Quello che mi ha invitato a ballare…”

“Ah!” disse Lavanda, annuendo, facendole capire che aveva capito. “Ma non si chiama Eric! Si chiama Draco!”  esclamò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Hermione la guardò stralunata: certo che sua sorella stava male…

“Ma come Lavanda, a me ha detto che si chiamava Eric Flind…” disse sconcertata, cercando di capirci qualcosa in quella situazione. “Forse non hai capito chi è, ha fatto la scuola guida con te!” precisò, cercando di farle capire bene di chi stava parlando.

Lavanda annuì. “Ho capito! E’ lui, Draco! Draco Malfoy!” Poi scoppiò a ridere. “Ma che scema, Eric Flind è il suo nome da speaker a Radio Londra…”

Come? Quel ragazzo, Draco, quindi le aveva mentito, presentandosi con il suo nome da speaker a Radio Londra?

Un attimo… Quindi… Quindi… Era davvero lui lo speaker che aveva parlato a Radio Londra!

Lavanda parve accorgersi della reazione della sorella, perché chiese: “Tutto ok?” abbastanza sconcertata.

Hermione a stento l’ascoltò, disse: “Si, certo, bene… Vado da Ginny!” e fece per uscire quando la bionda la fermò.

“Aspetta,ma perché mi hai fatto quella domanda?”

“Niente, volevo appunto chiederti se lavorava come speaker tutto qui” disse, mentre correva nella sua stanza a prendere il portafogli e il giubbino, per poi uscire frettolosamente.

Ginny doveva sapere!

Insomma, quindi Eric in realtà si chiamava Draco Malfoy! Perché le aveva mentito? Se iniziava così…

Iniziare cosa, Hermione? Ti stai già facendo film in testa riguardo una vostra futura uscita o cose del genere?

Scosse la testa decisa, mentre attraversava Blenden Street a passo veloce.

Non riusciva a pensarci che le avesse dedicato una canzone! E le aveva detto che aveva un bellissimo sorriso… Sentì il viso arderle mentre pensava ciò, nonostante il freddo e la neve.

Ora non le restava altro che rivederlo, magari proprio alla festa di Capodanno!

Tra tutti questi pensieri, era arrivata a casa Weasley.

Ad aprirla fu proprio Ron, che  lei salutò con un freddo “Ciao” prima di salutare Molly, sua madre, e si avviò in camera di Ginny.

“Ginny! Ginny!” esclamò, mentre chiudeva la porta della stanza dietro di sé.

Ginny era seduta su una poltrona e stava leggendo una rivista, le sorrise, con il naso arrossato dal raffreddore e i lunghi capelli rosi legati in una coda.

“Herm, ciao!” la salutò, mentre quest’ultima l’abbracciava. “Scusami ancora per ieri…”

Hermione scosse il capo, e aggiunse: “E’ proprio di questo che ti volevo parlare! Non sai cos’è successo…”

Ginny si sistemò meglio sulla poltrona, incuriosita.

Fece quell’espressione che solo lei sapeva eguagliare, come se già fiutasse qualcosa.

“Cosa hai combinato?” chiese maliziosa.

“Io? Niente, cosa avrei dovuto combinare?! Piuttosto, è quell’idiota di Calì….”

“Calma, una cosa per volta!” l’ammoni Ginny, per poi starnutire.

Hermione pensò da dove cominciare, e ciò le risultò difficile poiché aveva in testa una gran confusione.

“Allora, praticamente tuo fratello e Lavanda hanno portato me e Calì alla festa di un certo Harry Potter…”

A quelle parole, Ginny per un po’ non cadde dalla poltrona. Hermione la guardò.

“Cos’hai?” chiese.

“No, no… Niente, niente, un piccolo crampo allo stomaco! Dimmi, continua, allora, siete andati a questa festa e… Quindi?” chiese, come se la cosa avesse poca importanza.

Hermione non notò questa anomalia, presa com’era dal suon racconto.

“E lì ho visto un ragazzo… Mio Dio, Ginny, mi sciolgo ancora se lo penso, era così bello, stupendo, perfetto…”

“Ah, magnifico!” disse la rossa, anche s era ancora presa dalla notizia precedente. “E l’hai conosciuto?”

“Aspetta, fammi parlare! Dicevo, l’ho visto e i nostri sguardi si sono incrociati ed ho fatto cadere un bicchiere a terra per l’emozione… E lui è accorso a raccoglierlo!”  disse entusiasta Hermione, quasi saltellando da sopra la poltrona su cui si era seduta, di fronte a Ginny.

Continuò il racconto con precisi particolari e pause.

“Quindi in realtà si chiama Draco Malfoy ed è lo speaker di Radio Londra, dove si spaccia per Eric Flind?” chiese infine Ginny, concentrata a causa di quell’intrigo.

“Si!”

“E ti ha dedicato “Only you” dicendo che avevi un bellissimo sorriso!”

“Si!!!”

Ginny le sorrise. “Beh, Herm, mi sa che è arrivato il tuo momento” concluse, tossendo.

Hermione arrossì. “Magari! L’unica speranza che ho di ritrovarlo è andare alla festa di quell’Harry a Capodanno” aggiunse.

Le pupille di Ginny si dilatarono. “Lui farà un’altra festa a Capodanno?”

“Si… Ginny ma mi dici perché ogni volta che lo nomino per un po’ non ti rotoli a terra? Anche quando ti ho detto che tuo fratello e mia sorella volevano farmi mettere con lui…”

“Cosa? Ma cosa dici! Nooo, solo che vorrei andarci a questa festa, tutto qui…” inventò abilmente.

Hermione annuì. “Infatti! Dai, dì a Ron se ti fa venire, così ci andiamo insieme, ti presento Cho, è simpaticissima!”

Ginny sorrise, entusiasta.

“Si, spero proprio di guarire! Che bello, che bello!” esclamò battendo le mani, dopodiché lei ed Hermione scoppiarono a ridere come due sceme.

Quella sera Hermione andò a letto un po’ soddisfatta, dopotutto aveva l’appoggio di Ginny, ma soprattutto aveva il bel pensiero della dedica di Draco. A parte che glielo doveva rinfacciare il fatto di averle mentito, doveva farle capire con chi aveva a anche fare!

Prima di andare a letto si fissò nello specchio. Il volto struccato presentava qualche minuscolo brufolo, le ciocche dei suoi capelli pendevano flosce sulle sue spalle, ma tutto sommato non era da buttare. L’avrebbe accettata se fosse successo qualcosa? Era alta quasi un metro e settanta, il suo fisico era abbastanza asciutto, solo il seno era un po’ piccolo ma dopotutto… Nessuno è perfetto, si disse. Anzi, no. Lui si che era perfetto.

E con questo pensiero si addormentò beata e con il sorriso sulle labbra.

Continua…

 

Salve, gente! A quanto ho capito la storia vi sta piacendo, che sollievo! E il bello deve ancora venire… Così ora sappiamo che quel ragazzo era Draco, solo che si era presentato con il suo nome da speaker a Radio Londra… Avete visto, vi ho dato anche il suo numero… XD Chiamate, chiamate!!! Per fortuna ho potuto aggiornare subito dato che a scuola non siamo entrati, ma non vi ci abituate…!  Sorvolando, vi ringrazio una ad una:

Laretta: Beh, si, Eric! ^^ Ed ora conosci il perché, eh eh! Spero che questo cap ti sia piaciuto, fammi sapere, e grazie mille!

8marta8: Ora sai perché ha detto di chiamarsi Eric… Furbastro come sempre il nostro Draco! Cosa ne pensi di questo cap? Spero continuerai a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensi! J

Christina Malfoy: Tesoro, scusa sembra che ti ho obbligata a recensire, ma in realtà l’ho fatto solo perché l’avevi inserita tra i preferiti, scusa! Beh, dai, hai visto il nostro Draco in realtà è uno speaker/dj… Ed ho anche scritto il suo num, che ne dici, lo chiamiamo? ;-) Spero che questo ti sia piaciuto, fammi sapere!!! Un kissone.

Gemellina Dolly: Ciao da quanto! Beh, non preoccuparti per il ritardo! ^^ Nessuno sa se diventeranno amici, bisognerà aspettare, eh eh! Draco è già comparso! Spero ti sia piaciuto questo cap, aspetto un tuo commento! Grazie mille per averla inserita tra i preferiti! E voglio notizie da Samanthaaaa!!! =)

Shavanna: Si si, Eric… Ora sappiamo perché, come ho già detto! ^^ Infatti, Lavanda è davvero fusa e non so se si è capito che io non la sopporto, e sto cercando di fare il meglio per farla sembrare un po’ meno sciocca, ma senza risultati… Spero che ti sia piaciuto questo cap, fammi sapere!

 

Inoltre grazie a Alexiel Mihawk e coffee14 per averla inseriti tra i preferiti, me lo lasciate anche voi un commentino, please? Ve ne sarei grata, grazieee! E grazie a chi legge soltanto (stesso discorso, un minuscolo commentino… ^^)

A presto, milly92.

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Capitolo 4
*** La speranza svanisce ***


la speranza svanisce

Capitolo quattro- La speranza svanisce

Le vacanze di Natale sembravano trascorrere apparentemente tranquille, ed il 28 dicembre Calì prese un treno che l’avrebbe condotta in Scozia dai genitori, perché Lavanda li aveva informati dell’accaduto alla festa e si erano arrabbiati a morte, e ci era voluto davvero poco che non decidessero di ritornare! Per fortuna Lavanda, con le sue facoltà persuasive, li convinse, e alla fine accondiscesero a far venire la figlia da loro.

Intanto Hermione passava le ore chiusa in camera sua ad ascoltare Radio Londra, ma solo nell’orario in cui lavorava Draco, cioè dalle dieci a mezzogiorno e dalle quattro alle sette. Fortunatamente Lavanda non si accorse di nulla, dato che aveva la casa quasi tutta per sé e non aveva più la responsabilità della sorella minore e ne approfittava per far venire Ron a casa.

Hermione non poteva farci niente, Radio Londra era l’unico contatto che aveva con quel ragazzo, e la sua voce la portava in paradiso, così unica… Ed associata al suo viso, la cosa non poteva far altro che migliorare!

Ma spesso si chiedeva com’era realmente: quali erano i suoi interessi oltre alla musica, le sue passioni, cosa faceva nella vita… E se era fidanzato.

Beh, se lo fosse stato di certo non avrebbe ballato con lei e dedicarle quella canzone davanti a tutta l’Inghilterra! Così aveva quella piccola speranza, e sperava che prima o poi si sarebbe trasformata in certezza.

La festa a casa Potter ci sarebbe stata il 31 dicembre, e lei si stava già organizzando: aveva già deciso cosa indossare e soprattutto cercava di far guarire Ginny. Restava da lei quando sua madre usciva, le preparava il pranzo o la cena, andava in farmacia a prenderle le medicine… E per fortuna ciò sortì i suoi effetti: il 30 dicembre, Ginny si sentiva benissimo, la tosse era sparita e si sentiva solo un po’ accaldata.

Tra le due non si sapeva chi fosse la più entusiasta, ed Hermione si chiedeva davvero il perché, insomma, lei aveva un motivo valido per essere così ansiosa, ma Ginny? Oltre al fatto che era ansiosa di conoscere Draco e andare ad una festa, non conosceva altri validi motivi che la potessero condurre a questa felicità irrefrenabile.

Così, quel giorno Hermione rimase a casa Weasley per accettarsi delle condizioni dell’amica e a malavoglia rimasero a casa, per evitare di far imbattere la rossa in una ricaduta.

“Sai, Herm, è da un po’ che ho un’idea…” disse Ginny mentre pescava con il cucchiaino nel vasetto di yogurt, seduta vicino al camino del salone.

Hermione, appoggiata vicino al davanzale della finestra, si voltò e la guardò curiosa, anch’ella mangiando uno yogurt: “Che idea?”

“Beh… Insomma, Draco ha quasi l’età di mio fratello ed erano alla stessa festa… E se fossero amici? Di sicuro Ron avrà qualche foto di qualche occasione particolare in cui c’era anche lui…” disse, pensierosa.

Le pupille di Hermione si dilatarono. Il solo pensiero di rivederlo, anche solo in foto, la illuminò.

“Sei un genio, Gin!”

Pochi secondi dopo erano in camera di Ron, che fortunatamente era uscito con Lavanda, e frugavano nel suo cassetto.

C’erano tante foto, tra cui anche una di Lavanda in costume.

“Hai capito a tua sorella…” mormorò Ginny, super maliziosa.

“Hai capito a tuo fratello, che di sicuro se la squadra per ore intere!” ribattè perfida Hermione, per poi scoppiare a ridere all’unisono.

Cercarono per quasi un’ora, ma invano. Ron sembrava quasi pieno di foto esclusive sue, di Lavanda, di Harry, Cedric e Cho e qualcun altro.

Hermione disse: “E’ questa Cho!”, additando una foto particolare, in cui c’erano Ron ed una ragazza bruna e Cho ed Harry… Abbracciati. Ma erano ancora adolescenti, potevano avere al massimo diciassette anni.

L’espressione di Ginny la tradì per la prima volta. Rimase pietrificata per quasi un minuto prima di riprendersi.

“Cos’hai?” le chiese Hermione.

“Io…  io… Niente, niente, guardavo… la ragazza vicino a Ron, ci… Ci litigai tanto tempo fa” inventò, sentendosi ancora il cuore battere forte.

Hermione non parve convinta.

“Ginny, sei sicura? Sai che a me puoi dire tutto…”

“Certo, Herm, è quella cretina dell’amica di Ron, tutto qui. Mi… mi piaceva suo fratello ma… ma gli impedì di vedermi perché poi lei e Ron… litigarono, si, e così….” Disse ciò quasi balbettando, poi posò la foto nel cassetto insieme alle altre ed aggiunse: “E’ meglio se posiamo tutto, Ron potrebbe sempre tornare da un momento all’altro” .

Ancora perplessa, Hermione ubbidì, dopodiché andarono nella camera di Ginny a vedere un po’ di tv.

Quando quella sera Hermione tornò a casa, vi trovò una Lavanda incollata alla cornetta del telefono, seduta sul divano insieme a Ron.

“… Certo, carissima, quindi vi aspettiamo il 31 da me… Si, verso le otto… Ok, allora ciao, e mi raccomando porta più gente che puoi!” stava dicendo.

Terminò la telefonata e notò la presenza della sorella.

“Herm, sei tornata! Ho una notizia favolosa: il 31 festeggiamo Capodanno a casa nostra con tutti i nostri amici! Daremo una festa! Sei contenta, vero?” disse eccitata Lavanda, quasi saltellando.

Hermione era sicura di non aver udito bene.

“C-cosa? E… la festa da Harry?” chiese, scioccata.

“Oh, quella! Beh, è saltata, i signori Potter volevano la casa libera per festeggiare con i loro amici, così ne organizziamo una noi! Ma Harry verrà, tranquilla!” Aggiunse Lavanda, che aveva confuso l’ansia della sorella per la prima fase della cotta da lei tanto sperata.

“Si, infatti, potrete conoscervi meglio stesso, non ti preoccupare!” aggiunse Ron subito e con aria speranzosa.

“Ma cosa state dicendo, avete frainteso!” disse sulla difensiva, per poi ritornarsene in camera sua a piagnucolare.

Ecco a voi miss sfigata 1984!

Possibile che la fortuna l’avesse sfiorata solo per qualche secondo, per poi abbandonarla crudelmente nemmeno pochi minuti dopo? Cosa aveva fatto di male?

Di sicuro Draco non sarebbe stato invitato. Insomma, non era amico di Ron e nemmeno una conoscenza poi così stretta di Lavanda, semplici ex compagni di scuola guida.

Aveva perso tutte le sue speranze. L’unica cosa che le restava da fare era passeggiare per Londra alla sua ricerca.

Proprio come una vera e propria sfigata.

Insomma, ormai già lo faceva, camminava sperando di ritrovarsi quel viso perfetto davanti agli occhi, ma era brutto vederla come ultima risorsa!

Come fare?

La voce di Lavanda la raggiunse.

“Hermione, tesoro, noi andiamo un attimo a casa di alcuni amici che ci hanno invitato a giocare a tombola (non penso che in Inghilterra ci giochino, però… ^^ Nda), torneremo minimo verso mezzanotte!”

“Ok, stai tranquilla” rispose di rimando, mentre sentiva la porta dell’entrata principale sbattere.

Doveva subito avvertire Ginny dell’imminente catastrofe!

Andò vicino al telefono, dove poco prima c’era sua sorella, e fece per comporre il numero quando un foglio di carta catturò la sua attenzione.

Era una specie di lista… Infatti!

Dovevano essere i nomi degli invitati da chiamare! Subito prese a scorrere velocemente i nomi, cercando quello tanto desiderato.

Ely, James, Annah, Seamus, Sarah, Dean, Cormac, Ernie…

Arrivò alla fine della lista e… niente. Niente di niente.

Draco non era stato invitato.

Sbuffò, e compose il numero di Ginny rapidamente. Doveva sfogarsi.

Chissà, famoso com’era di sicuro sarebbe andato ad una di quelle festa da sballo con tutte le oche che gli gironzolavano intorno! Il solo pensiero la fece arrabbiare ancora di più.

Possibile che la suo occasione fosse svanita così com’era venuta?!

Continua…

… E fu così che Herm e Draco non si incontrarono più…. Scherzo! Bene allora cosa ne pensate di questo? La festa da Harry viene annullata e Hermione perde tutte le speranze… Ed è sempre più evidente che Ginny nasconde qualcosa… Spero vi sia piaciuto! Passo ai ringraziamenti:

Christina Malfoy: Tesoro, grazie per tutti i tuoi complimenti! Ma sappi che anche io sono una tua fan, e ricordati che se pubblichi una nuova fic ed io per sbaglio non la vedo sei OBBLIGATA a dirmelo in modo che commento, perché di sicuro mi piacerà!!! Ok?! =) Comunque io l’ho chiamato a Draco, mi ha risp lui in persona e verrà alla festa di un mio amico il 24 a fare da dj, sei invitata, facciamo l’assalto alla console…!!! Scherzo (magari fosse vero!)!!! Spero che questo cap ti sia piaciuto, fammi sapere se ti va!!! E ti prego, aggiorna l’altra Draco/Ginny al più presto, sono curiosissima! Bacioni, tvbttt! ^^

8marta8: Ciao, mi fa piacere che ti sia piaciuto… Festa di Capodanno? Ehm… Beh la festa ci sarà, anche se non da Harry, ma il problema è che lui non ci sarà…! Staremo a vedere… Fammi sapere cosa ne pensi di questo se vuoi! Un bacio.

Laretta: Che sollievo sapere che ti piace, grazie. E questo cap? Cosa ne pensi? Fammi sapere, aspetto un giudizio! Kiss

Shavanna: Eh, si, Ginny ci nasconde qualcosa… Ma cosa…? Beh, lo scopriremo tra un po’… Ti è piaciuto questo capitolo? Spero di si, aspetto un tuo commento se ti va! Baci.

Alexiel Mihawk: Ciao, grazie per aver commentato! ^^ Beh anche io ho seri problemi a vedere Calì versione rock/punk ma ho inserito questa anomalia per rendere le cose un po’ più movimentate, tra un po’ ce ne farà vedere delle belle…! Aspetto un tuo commentino su questo cap, e ancora grazie di cuore! Bacioni.

Coffee14: Ciao! Grazie anche a te per aver recensito! Grazie mille per i tuoi complimenti, spero che questo cap ti piaccia, fammi sapere cosa ne pensi se ti va! Kiss.

Cosa aggiungere? Al prossimo cap, in cui assisteremo alla festa di Capodanno organizzata da Lavanda e Ron… E recensiteeee!  A presto, milly92.

 

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Capitolo 5
*** Grazie, Harry!!!! ***


grazie, harry!

Capitolo cinque-  Grazie, Harry!!!

La voce degli Eagles si scatenava nella solita quiete di casa Granger,in un cd di circa dieci anni prima, mentre la “padrona” di casa riceveva gli elogi dai suoi conoscenti per la bellissima e movimentata festa organizzata in meno di un giorno.

Invece una ragazza dai capelli ribelli se ne stava seduta svogliatamente su una sedia, con le gambe incrociate, la schiena lievemente incurvata e un bicchiere di coca cola stretto nella mano destra, quasi come se volesse frantumarlo. Sbuffò, mentre ogni volta che suonava il campanello correva verso l’entrata per vedere chi era, impaziente della venuta della sua migliore amica, o, nei suoi sogni, di quel ragazzo biondo che tanto le faceva battere il cuore.

Ormai, dopo un’ora di corse affrettate, decise di starsene al suo posto, continuando ad odiare la sua mancanza di fortuna in tutto, e chiedendosi per cosa viveva a fare, quale scopo avesse raggiunto in quegli inutili diciassette anni. Era una persona estremamente pessimista quando ci si metteva.

In più si sentiva decisamente stupida con quel vestito argento a paillettes che Lavanda le aveva imposto di indossare. “E’ la vigilia di Capodanno! Non un funerale!” aveva detto, criticando il vestito nero e grigio che la sorella minore voleva indossare.

Così ora si sentiva una vera sciocca con indosso quel vestito cortissimo e scollatissimo argento, con le paillettes del medesimo colore sul decolté. In più le aveva consigliato, cioè obbligato, di lisciarsi i capelli, e il suo trucco era estremamente appariscente, tutto brillantini e lucidalabbra. Stava bene, ma si sentiva troppo osservata.

Insomma, sembrava la copia di Lavanda! E il fatto che Ron fosse rimasto di stucco appena l’aveva vista non aveva fatto altro che peggiorare le cose. 

“Ciao Hermione”.

Hermione alzò lo sguardo, riconoscendone a stento il proprietario. Si trovò davanti a sé un Harry sorridente, con indosso uno dei soliti vestiti eleganti e il solito orologio costosissimo.

Non ricambiò affatto il sorriso, limitandosi a dire semplicemente: “Ciao”.

Ma Harry non aveva l’intenzione di mollare, perché le si avvicinò ancora di più e disse: “Potrei parlarti un attimo in privato?”.

Hermione annuì, lui le fece senno di seguirla e la prese per un braccio, conducendola nella camera di Calì, ormai vuota da qualche giorno, come se lui fosse il padrone di casa.

Hermione si sedette sul letto della sorella, continuando a guardarlo, sperando che si muovesse, perché l’ultimo dei suoi desideri era trovarsi sua sorella e Ron davanti, tutti illuminati dal fatto che si fosse appartata col loro amato scapolo.

“Senti, Hermione… Io non ti conosco, ci saremo a stento detti cinque parole da quando ci conosciamo, ma già so che non sei il mio tipo…. Mi dispiace….!”

Hermione ascoltò quelle parole immobile. Se qualcuno che non conosceva i suoi veri sentimenti l’avesse vista, avrebbe subito pensato che ci era rimasta male per quel diretto rifiuto.

“Ma, Harry, nemmeno tu mi piaci…!” disse, cercando di far risuonare la sua voce un po’ dispiaciuta.

Harry la guardò come se fosse pazza, poi sorrise e si sedette sul letto vicino a lei.

“Dai, non sei obbligata a mentire! Non ti preoccupare, farò finta di non sapere niente! Promesso!”

“Harry, sapere cosa?! Tu non mi piaci, davvero, non so chi ti abbia rifilato questa sciocchezza…!” disse Hermione, cercando di essere convincente.

“Me lo ha detto Lavanda! Ha detto che hai fatto una scenata quando hai saputo che la mia festa era stata annullata….” Rispose lui.

Hermione sbuffò, prendendo mentalmente nota di ammazzare la sorella. Insomma, ma cosa le era preso? Dire una bugia del genere?

“Harry, mia sorella è una cretina, so io il perché ti ha detto una cavolata del genere…”

“Perché?”

“Non posso parlare…!”

Harry le mise le mani sulle spalle, come per convincerla.

“Hermione, in questo modo potresti vendicarti per la sciocchezza che mi ha detto” esclamò, centrando in pieno. A quelle parole Hermione ragionò e capì che poteva parlare dopo tutto l’operato di Lavanda.

Harry comprese la sua espressione, perché sorrise.

“Ok, ma… E’ un segreto! Insomma, vogliono che tu ti trovi disperatamente una ragazza per far si che lasci perdere un po’ Ron, in modo da rimanergli del tempo in più da trascorrere con Lavanda” disse la ragazza tutto d’un fiato, come se dirlo velocemente potesse alleviare il peccato che aveva commesso.

L’espressione di Harry si irrigidì un po’, poi disse:” Ok, grazie, Hermione. Già lo sospettavo, ma me ne hai dato la conferma. Ti devo un favore”.

Hermione scrollò le spalle.

“Oh, non ti preoccupare…”

Poi un’idea le venne all’improvviso. Insomma, dai, di Harry poteva fidarsi, sembrava abbastanza discreto…

“Ok, ma ricordati che io ci sono se ti serve qualcosa” rispose lui, ancora rabbuiato per la conferma appena ricevuta.

Fece per uscire quando, questa volta, fu Hermione a trattenerlo, per poi risedersi sul letto.

“Harry, ora che ci penso… Potresti farmi un favore, ma… Dovresti tenere la bocca chiusa” disse, con gli occhi un po’ lucidi.

“Certo, calma…” rispose Harry, sorridendole come comprendendo la sua ansia.

Hermione arrossì al solo pensiero di dire quelle parole che tanto avrebbe voluto urlare a tutta l’Inghilterra da cinque maledetti giorni…

“Senti, non ci girerò intorno” disse decisa. “Insomma, alla tua festa ho visto un ragazzo e ne sono rimasta colpita… Per questo ci sono rimasta male quando ho saputo che era stata annullata, volevo rivederlo! E volevo chiederti, visto che di sicuro è un tuo amico, se potevi dirmi come contattarlo, rincontrarlo causalmente…”

Harry annuì. “E chi è?”

“Draco Malfoy” rispose, arrossendo furiosamente.

Ad un primo momento, Harry sembrava stesse per scoppiare a ridere, poi si trattenne.

“Cosa c’è?” chiese Hermione infastidita. Di certo non aveva raccontato una barzelletta!

“No, Hermione, vedi… E’ che… No, niente, lascia perdere! Comunque, beh, se vuoi rincontrarlo, non ci sono problemi, lui sta per venire!”

Presa dall’ultima affermazione, Hermione dimenticò la prima parte della frase, e per la gioia, iniziò a saltare sul letto, per poi buttare inconsapevolmente le braccia al collo di Harry.

Si sentiva al settimo cielo! Lo avrebbe rivisto! Che bello, avrebbe rincontrato il suo sguardo, forse gli avrebbe parlato…

“Oh, Harry, grazie per avermelo detto! Solo che non c’era sulla lista e…”

Ma s’interruppe, ancora abbracciata al ragazzo, perché la porta si era aperta ed era apparsa Ginny, che subito divenne scarlatta, e contemporaneamente un’espressione incredula e ferita apparve sul suo viso, per poi dire velocemente: “Oh, scusate” ed andarsene, sbattendo la porta, mentre Harry aveva appena finito di dire: “Ciao, Ginny!”.

Hermione, un po’ scossa, si allontanò.

“Tu conosci Ginny?”

“Beh, si”

“Non me lo aveva mai detto, anche se sei il migliore amico di suo fratello!”

A quelle parole fu il turno di Harry arrossire, per poi dire: “Beh, penso sia meglio che tu vada da lei, no? E poi Draco starà per venire!”

A quelle parole la felicità ritornò sul volto di Hermione.

“Giusto! Oh, grazie Harry! Mi raccomando, però, acqua in bocca… E se ti parla di me fammi sapere!” furono le sue parole prima di ritornare nel bel mezzo della festa, traboccante di felicità.

Harry annuì debolmente per poi rimanere lì, sedersi sul letto e mettersi il capo fra le mani, dicendosi mentalmente:”Stupido, stupido!”.

Continua….

Scusate, scusate, lo so che il cap è cortino, ma doveva finire così… La prossima volta sarà più lungo, anche perché ne devono succedere di cose!!! Avete visto, il mistero tra Ginny ed Harry sembra infittirsi, e Draco sembra stia per andare a quella festa!!!

Comunque, passo ai ringraziamenti:

Shavanna: Ciao! Beh, mi sa che anche Harry nasconde qualcosa, no?? Tra un po’ si saprà il perché… Ed ora sembra che Draco stia per venire! Beh, spero ti sia piaciuto questo cap, fammi sapere!

Coffee14: Grazie, mi fa piacere che la storia ti piaccia!!! Beh, dai, hai visto, le cose sembrano migliorare…!!! Spero ti sia piaciuto questo cap, ciao, un bacio.

8marta8: Ciao! Beh, la lista non la può truccare, ma hai visto, Draco sta per venire, o almeno così spero!!! Fammi sapere se questo ti piace, un bacione.

Christina Malfoy : Ciao tesoro!!! Ma come, non sei venuta alla festaaaaa???? Ti sei dimenticata, lo sapevo! Draco ha pianto!!! Ho cercato di consolarlo (eh eh!) ma niente, voleva te!!!! XD Comunque, ancora grazie per i complimenti, spero davvero che questo ti sia piaciuto, hai visto, forse si incontreranno,e scusa se è un po’  cortino!!! Fammi sapere se ti va, un kissone tvbtttttt!!!

Gemellina Dolly: Ciao! Beh, Herm è tontarella, ma alle stranezze di Ginny ora  si unisce anche Harry… Cosa sarà mai? Beh, per il momento Herm ed Harry sembrano amici, poi chissà… Spero ti piaccia questo cap, fammi sapere se vuoi!

 

Inoltre ringrazio chi legge soltanto e ha inserito questa fic tra i preferiti, anche se vorrei che mi faceste sapere cosa ne pensate! Grazie!

Al prossimo cap,

la vostra milly92.

 

P.s. Mi farebbe molto piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate della mia nuova draco/Herm “Every me and every you”. Grazie! Ki$$

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Capitolo 6
*** Chi bacia a Capodanno bacia tutto l'anno ***


6 capodanno

Capitolo sei- Chi bacia a Capodanno bacia tutto l’anno

“Ginny, Ginny! Non potresti mai indovinare…!” esclamò Hermione, mentre correva per il corridoio che conduceva al salone. Ginny era appoggiata al muro che conduceva alla stanza di Lavanda, di fronte al salone. Aveva in mano un bicchiere di qualcosa sicuramente alcolico, lo sguardo vago e la fronte aggrottata. Non si girò nemmeno alle parole di Hermione.

“Ehi, Gin, ma che è successo?”

“Cosa diavolo c’è tra te ed Harry?” sbottò la rossa, agitando cos’ forte il braccio che un po’ del liquido presente nel bicchiere cadde per terra e per un colpo non colpì l’amica.

Queste parole fecero rimanere di sasso Hermione.

“Ginny, niente! Ma cosa ti frulla in testa? E poi cos’è quest’interessamento per Harry?!”  chiese, mettendosi una mano sul fianco e guardandola intensamente.

Ginny sbuffò.

“Niente? Le stavi così avvinghiata…” disse, con un sopracciglio levato.

“Perché mi ha detto che Draco verrà alla festa, sciocchina!” le rivelò Hermione, sorridendo nel solo pronunciare quelle parole, “Ti stavo dicendo appunto questo…”

Ma la mirabile notizia non sollevò il morale di Ginny, che si limitò a scrollare le spalle. Spazientita, Hermione la prese per un braccio e la trascinò in camera sua.

Doveva muoversi, se voleva intercettare Draco nel momento in cui sarebbe arrivato!

Una volta nella sua stanza, chiuse la porta dietro di sé e invitò Ginny a sedersi sul letto.

“Spiegami cos’è tutto questo caos tra te ed Harry, quando lo nomino diventi di fuoco, se lo vedi ancora peggio, poi tutta questa gelolsia… Insomma, devo dedurre che c’è qualcosa tra voi…” disse Hermione seria, osservandola come una psicanalista osserva una sua paziente grave.

Ginny abbassò lo sguardo, mentre il suo viso come al solito assumeva lo stesso colore dei suoi capelli.

“Non posso parlare, Herm!”

Hermione le si sedette vicino, guardandola comprensiva.

“Come vuoi. Ma io ci sono. Sono la tua migliore amica. Pensaci.” Così dicendo si avviò verso la porta.

Che strano, Ginny era totalmente diversa negli ultimi tempi!

“No, aspetta”.

Ginny pronunciò queste parole in un sussurro, con la fronte bassa e con il respiro affannato.

Hermione si voltò.

“Dimmi”.

Ginny inghiottì la saliva, come se stesse andando incontro ad un supplizio e iniziò a spiegare, la fronte corrugata e l’espressione nascosta dalla frangetta.

“Ricordi quel ragazzo del mare… Quello a cui diedi il mio primo bacio tre anni fa… Quello di cui ti ho parlato fino a tre mesi fa?” disse, con un filo di voce.

Hermione annuì senza capire.  “Si, il tizio di cui non mi hai mai fatto vedere una foto! Si! E… allora…?” chiese esitante.

“E’ Harry”

Queste parole fecero quasi sobbalzare Hermione, che la guardò incredula.

“Cosaaaa? Harry? Ma… no, insomma… Come può…” rimase zitta, in preda alla confusione totale.

Ginny annuì. “Si, è lui. Solo che non potei spiegarti perché era rischioso, avevo giurato di non dire nulla… Se Ron lo avesse saputo…” rabbrividì al solo pensiero, ricordando la gelosia del fratello.

Hermione le si sedette vicino, sconvolta.

“Quindi, l’essere per cui sei stata male è… Harry? Io lo ammazzo! Insomma, lasciarti così, senza un motivo…”

“Il motivo c’era” la corresse Ginny, che ormai aveva preso gusto a raccontare. “Sempre lo stesso: Ron. Ora, sai com’è geloso, poi lui ed Harry litigarono… E così… Harry lasciò perdere lui e di conseguenza anche me… E si mise con Cho…”

Sentendo ciò, Hermione collegò l’espressione dell’amica quando, pochi giorni prima,avevano visto Harry e Cho nella foto.

Ginny proseguì. “Solo che poi hanno fatto pace… Io ed Harry così ci ritrovammo faccia a faccia, e ci ignoravamo, ma alla fine di settembre rimanemmo da soli a casa mia, perché Ron uscì a fare una commissione urgente, i miei erano fuori e chiarimmo… E lì ci ribaciammo, come ai vecchi temi. E da allora ci vediamo di nascosto”.

Tutta questa confusione di notizie Hermione la apprese  silenziosamente, collegando tutto ciò con le stranezze nel comportamento dell’amica negli ultimi mesi. Ecco dove andava la domenica pomeriggio! Altro che riunione extra delle cheerleader!

Rimase in silenzio, annuendo.

“Ma se ci tenete così tanto l’uno all’altra… Perché non uscite allo scoperto?” chiese.

Ginny si rattristì ancora di più. “Questo è il motivo per cui abbiamo discusso pochi giorni fa. Sai, la sua famiglia è ricca, e si aspetta da lui che si frequenti con una signorina d’alta società… Poi ci si aggiunge Ron che impazzirebbe solo a saperlo… Ma Ron ormai non è poi un vero ostacolo, lo è di più la famiglia di Harry” spiegò.

Come prima, l’amica annuì, poi sussultò sentendo il campanello suonare. Per un istante aveva dimenticato tutto, la festa, Draco… Sussultò, mentre il cuore iniziò a battere all’impazzata.

“Oh, Ginny! Sarà lui, ne sono sicura! Senti, tu và da Harry e chiarisciti, ok?” disse in fretta e furia, mentre si aggiustava i capelli davanti allo specchio.

Vedendola così felice, Ginny annuì, contenta per lei, e disse un piccolo: “In bocca al lupo!”

“Crepi!”

Eccitata, Hermione uscì dalla stanza, cercando di vedere chi fosse arrivato, ma trovò l’ingresso pieno zeppo di sconosciuti, e di Draco non trovò nemmeno l’ombra.

Rassegnata, si avviò verso il salotto, ed era già in direzione del divano quando una voce le soffiò all’orecchio: “Guarda chi c’è! La padrona di casa!”

Si girò di scatto,mentre sentiva ancora la pelle d’oca per aver sentito quella voce, e si ritrovò davanti il protagonista dei suoi sogni, bello, con indosso una camicia bianca e una cravatta nera allacciata con un nodo largo. Le sorrideva, quasi con aria di sfida, mentre reggeva già in mano un calice di chissà cosa.

Hermione si sentì la voce mancare, ma riuscì comunque a dire: “Oh! Il signor Draco Malfoy si è degnato di venire!”

Sentendo ciò, Draco ghignò. “Benissimo! Sei così interessata a me che già chiedi a destra e manca informazioni sul mio conto!”

La ragazza arrossì furiosamente, e rispose: “E tu sei così interessato a me da dedicarmi una canzone nemmeno dodici ore dopo avermi conosciuta!”

Questa volta toccò a Draco diventare roseo, eppure ribattè: “Chi ti dice che eri tu la ragazza a cui avevo dedicato la canzone?”

“Il fatto che tu ora ricordi con precisione a quale dedica mi riferisco!” esclamò trionfante, non sapendo da dove fuoriuscisse tutto quel ragionamento, dato che i suoi neuroni sembravano essere partiti chissà per dove, concentrandosi solo sulla figura che le si ergeva davanti.

Draco dal canto suo alzò le mani, per poi bere un sorso dal su calice.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi il ragazzo decise di farla finita.

“Ok, ho mentito! Scusa, ma ormai la gente mi conosce più come Eric che come Draco…” pronunciando queste parole rimase di stucco: non aveva mai chiesto scusa ad una ragazza!

Hermione scrollò le spalle.

Draco le sorrise, e, dopo aver posato il bicchiere sul tavolo più vicino, attorcigliò un braccio attorno alle sue spalle e la condusse al centro della pista, iniziando a ballare senza nemmeno averle chiesto il consenso.

Ballarono stretti un paio di canzoni, poi si sedettero su un divano.

Draco non lo avrebbe mai ammesso, ma quella ragazza gli faceva uno strano effetto…

Ma, all’improvviso, una ragazza dall’appariscente chioma scura apparve come dal nulla ed esclamò: “Draco! Draco! Su, vieni a ballare!” e se lo trascinò via, portandolo chissà dove e lasciando Hermione da sola, in preda allo sconforto più totale.

Insomma! Tutti io me li scelgo! Draco è troppo ambito dalle ragazze, non posso farcela…

Presa da tutto questo sconforto, si alzò e si diresse fuori alla terrazza. Faceva un freddo pungente, eppure lei non lo sentiva, presa com’era dall’ira incandescente che le inondava il corpo.

Non si era nemmeno degnato di chiederle scusa!

Poi venne una coppietta, che riconobbe essere Cho e Cedric, così se ne ritornò dentro.

Notò che Draco era impegnato in un rock’n’roll scatenato con una ragazza bionda dal vestito microscopico, e la sua gelosia non fece altro che aumentare.

Stanca, stava per avviarsi verso la sua stanza quando un ragazzo sconosciuto le si avvicinò, sorridente.

“Ti va di ballare?” le chiese, cercando di essere cortese.

Hermione lo squadrò, aveva un maglione a collo alto azzurro con dei jeans chiari, i suoi capelli erano scuri e ricci e i suoi occhi erano castani chiaro.

Stava già per rifiutare quando decise di prendersi la sua vendetta.

“Ok” rispose, facendo fuoriuscire dalle sue labbra un sorriso falso, e si avviò con lui verso la pista, dove continuava il rock’n’roll.

Non era tanto brava, in realtà, ma decise di metterci del suo meglio.

Volteggiò, tenendosi per mano con il ragazzo, fece qualche piroetta, per poi stringersi a lui…

Poco distante, Draco si voltò e la vide, rischiando per un pelo di far cadere la sua partner.

La musica cambiò, e si passò ad un dolce lento.

“Io sono Cormac” disse il ragazzo, mentre la stringeva per i fianchi e lei appoggiava le sue braccia sulle spalle del ragazzo.  

“Io sono Hermione” rispose lei.

“Lo so… Ti conosco da quattro anni, da quando sei arrivata alla Webster. Io sto all’ultimo anno” dichiarò, sorridendole.

Hermione era così presa da Draco, che si stava avvicinando, che rispose con un vago: “Ah”.

Infatti, qualche secondo dopo Draco e la sua compagna ballavano a pochi centimetri da loro due, e le soffiò nell’orecchio: “Mi hai tradita”.

Hermione rimase scossa da quelle parole… Da una arte erano assurde, ma dall’altra lasciavano intendere che, almeno in minima parte, lui ci tenesse a lei!

Per ripicca rimase fino alla mezzanotte insieme a Cormac, poi però, si avvicinò alla sorella per il brindisi.

Vide anche Harry e Ginny, guardarsi sguardi complici da lontano.

Poi domani mi racconta tutto…

La casa, quando scoccò la mezzanotte, si riempì di “Auguri! Auguri! Buon anno! Buon 1985!” e lei brindò con tutti, ricambiando gli auguri.

Ormai, la casa iniziò a svuotarsi, perché la maggior parte degli invitati aveva intenzione di andare in qualche locale, ma Draco rimase lì, ignorandola.

Parlava con Lavanda e Ron, scherzava con Cedric, ma niente di più; in realtà, se non parlava con nessuno, si rabbuiava per qualche secondo, rimanendo lo sguardo immobile verso il vuoto.

Erano ormai le tre e mezza quando si decise ad andarsene, anche se gli invitati più affezionati erano ancora in cucina a giocare a carte e alla tombola.

Incrociò Hermione nel corridoio, la prese per il braccio senza una parola e la condusse nella prima stanza vuota che trovò, chiudendo la porta.

“Allora? Ti sei divertita senza di me?” chiese beffardo, ma soprattutto allusivo.

“Certo! Anche perché tu non sei nessuno per me! Insomma, mi sembra che sia stato tu a scegliere con chi trascorrere la serata, io mi sono solo adeg…”

“Vedi, già dipendi da me” la interruppe lui, soave.

“Non dire scemenze” mentì lei,cercando di liberarsi dalla sua stretta, e comprendendo che quell’apparente angelo aveva un difetto: essere troppo possessivo.

Ma Draco non cedette, e prima che lei potesse fare qualcosa, la zittì catturando le sue labbra in un veloce ma intenso bacio.

Quando si separò da lei rimase vicinissimo al suo volto, sentendo il respiro affannoso della ragazza. La guardò intensamente negli occhi.

“Ci vediamo, Hermione. Buon anno” si congedò, all’improvviso più dolce, educato.

Hermione fece un cenno in sua direzione, ma non potette aggiungere altro,tanto che era scossa.

L’aveva baciata! Insomma, ok, era stato un rapido bacio a stampo, ma… Chi se ne fregava! L’aveva baciata, quindi voleva dire che qualcosa per lei lo provava…

Con il cuore che batteva a mille, gioì e sorrise, comprendendo che l’anno era iniziato davvero nel migliore dei modi, nonostante la precedente bastardaggine del biondino.

Chi bacia a Capodanno bacia tutto l’anno!

E, quasi saltellando, si avviò dagli altri ospiti, giocando spensieratamente, o quasi, con loro.

 

Poco distante, Draco era in macchina, intento nel guidare, ma soprattutto per non pensare all’accaduto di poco prima: diamine, non si era controllato! Non aveva potuto resistere al fascino di quella ragazza!

Possibile che un semplice bacio lo mandasse così in tilt? Ma mai quanto vederla vista tra le braccia di un altro…

Aveva cercato di fare il duro, di mostrarsi disinteressato, ma non era servito a nulla, quegli occhi dorati gli rimbombavano davanti agli occhi…

E non sapeva che la ricerca della ragazza della sua vita era terminata. O, semplicemente, faceva finta di non saperlo.

Continua…

Ciao! Lo so, non aggiorno questa fic da più di due mesi, scusatemi! Ma, un po’ perché mi sono messa nei guai iniziando altre fic, un po’ per lo studio… Va bene, dai, almeno ho aggiornato il giorno di Capodanno, proprio il giorno in cui si svolge questo cap! XD

Sono le 4.13 del mattino, sono tornata da poco a casa e, non avendo sonno… Cosa c’è di meglio che aggiornare? Sono pazza, lo so! XD

Non so perché ho deciso di far stabilire questo rapporto di odio-amore tra Herm e Draco, eppure  mi sembra che così la cosa sia un po’ più intrigante! Poi ora conosciamo l’arcano motivo delle stranezze tra Harry e Ginny…

Comunque, ringrazio di cuore: coffee14,Christina Malfoy, Shavanna, Alexiel  Mihawk e 8marta8 per le loro recensioni. Grazie mille, spero che anche questo cap vi sia piaciuto, fatemi sapere! E spero mi avrete perdonata per il ritardo… Anche perché li ho fatti baciare, dai!!!! XD

Tantissimissimi auguri di un Felice Anno Nuovo a tutti voi!

A presto, la vostra milly92.

 

 

 

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Capitolo 7
*** Bufere sentimentali.. e non solo ***


bufera

Capitolo sette- Bufere sentimentali… e non solo

Per tutta la notte non sognò altro che piccole luci confuse argento ed oro, e la mattina dopo sembrava non avesse dormito affatto. Era andata a dormire alle cinque del mattino e alle otto era già all’impiedi, terribilmente assonnata, sì, ma piena di gioia ed euforia che la facevano sentire la diciassettenne più fortunata del mondo. Si alzò dal letto, iniziando a canticchiare una canzone, e rimase per quelle che le parvero ore ad osservare quel paesaggio innevato fuori la finestra. E pensare che, meno di una settimana prima, aveva compiuto la stessa azione, ma non con la stessa gioia. Alle nove meno un quarto si decise di mettersi un po’ più ordine, così andò in bagno, continuando a cantare sotto la doccia.

Ripensandoci non era successo niente di che, eppure quel semplice bacio l’aveva mandata in extasy, facendole dimenticare l’irritazione provata per il comportamento di Draco solo poche ore prima. 

Si guardò allo specchio, con i capelli bagnati che le incorniciavano il viso, e le sembrò di vedere un’altra Hermione allo specchio, un’Hermione innamorata.

Innamorata, si, che bella parola.

Eppure, il ragazzo aveva dimostrato di essere un bel po’ possessivo…

E chi se ne frega!

Si asciugò i capelli, con una calma quasi irritante, e indossò i suoi amati jeans a vita alta con un maglione azzurro.

Stava per recarsi in cucina quando, passando dinanzi la camera della sorella, vide qualcosa che non quadrava. La porta era semi aperta, quando di solito era sempre aperta, e da un piccolo spazio si vedeva una piccola zazzera rossa tra le candide lenzuola e vicino la chioma bionda della sorella sparsa sui cuscini.

Cavoli! Lavanda e Ron hanno… Insomma…

Non riuscì a formulare il pensiero, arrossendo al posto della sorella, e pensò che avrebbe potuto immortalarli per ricattare la sorella al ritorno dei genitori, ma la sua parte buona ebbe il sopravvento ed andò in cucina, facendo colazione con una dose abbondante di toast e marmellata.

Si sentiva troppo bene, ed aveva paura che questa sensazione l’avesse abbandonata al più presto…

Eppure, poteva ammetterlo: era stracotta e il suo principe azzurro sembrava essere arrivato… Bastava solo non lasciarselo sfuggire!

 

****

Guardò l’orologio, e vide che ormai erano le nove passate. Che senso aveva restare lì, in quel locale, per ancora tanto tempo? Aveva ragionato fin troppo bene, ci aveva riflettuto ed era giunto ad un’unica conclusione.

Pagò i quattro caffè che aveva consumato, non rispose al sorriso smagliante della cameriera che lo aveva adocchiato a partire dalle quattro e mezza di quella notte, il che la diceva lunga, e uscì, nell’aria fredda dell’anno appena iniziato. Il gelo si imbatté contro di lui come un’ondata, eppure parve non sentirlo a causa di quel torpore che lo invadeva da quella notte, quel bacio affollava ancora la sua mente.

Ed un solo nome sembrava degno di essere ascoltato…

Hermione, Hermione,Hermione…

Continuò a vagabondare per le strade di Londra, dove tutto sembrava silenzioso a causa della nottata insonne passata a giocare e sparare fuochi d’artificio, quando presso la piazzetta principale della città  una voce familiare lo chiamò.

“Ehi, Draco!”

Si voltò, e vide dinanzi a sé Harry Potter, abbastanza sorridente.

“Oh, Harry” lo salutò.

“Anche tu in giro, eh?”

“Beh, si” rispose Draco, che non aveva alcuna voglia di conversare, ma Harry parve comprenderlo, anzi, sembrò ricordarsi di qualcosa.

“A proposito” disse, serio ”Ieri ho parlato con una ragazza, credo tu la conosca, si chiama Hermione…”

Udendo quel nome, Draco arrossì di botto e sentì il cuore scoppiargli.  Harry se ne accorse, e sorrise. I suoi dubbi erano stati confermati.

“E allora?” chiese Draco, fingendosi duro.

“Draco, sei pur sempre un umano!” lo scimmiottò il ragazzo, ridendo. “Non è un crimine se provi qualcosa per lei! Specialmente dopo che ha parlato con il sottoscritto di te…”

Udendo ciò, Draco sorrise involontariamente, ed un’espressione ebete le si dipinse in volto. Non riuscì a levarsela di dosso.

“E cosa ti ha detto?” chiese subito, come implorandolo.

Harry continuò a sorridere, sereno. Già la sera prima stava dicendo ad Hermione che c’erano vaghe probabilità che il ragazzo fosse interessato a lei, dopo che arrossiva e sembrava assente quando si parlava della festa di S. Stefano…

“Che tu le piaci da matti” rispose senza giri di parole. “E credimi, Draco, è una ragazza d’oro, l’opposto di Lavanda! Timida, dolce, responsabile, matura… Lo dicono tutti”

Draco annuì, sollevato, e all’improvviso avvertì il bisogno di sfogarsi.

“Si” iniziò, “Lo immaginavo! Sai, Harry, ieri l’ho baciata…”

Harry sgranò gli occhi, incredulo. “Cosa?!”

“Si, non so cosa mi è preso! Non è stato niente di che, ma non posso far altro che pensarla e desiderare di incontrarla...” La sua espressione era ancora raddolcita e serena, ed Harry poté comprenderlo alla perfezione. Anche lui provava quelle emozioni, ora che si era chiarito con Ginny e le aveva detto che non gli importava il giudizio di Ron e della sua famiglia, l’avrebbe amata comunque. Stavano di nuovo insieme, ed a breve l’avrebbe rivista, uscendo per la prima volta allo scoperto dinanzi al mondo. E, questo pensiero, gli fece venire un’idea. “Draco, scusami un secondo, devo fare una telefonata!” disse.

Draco annuì e lo vide allontanarsi verso la cabina telefonica più vicina, peccato che non poté vedere il sorriso da Cupido che increspava le labbra del ragazzo.

 

****

“Ma che, Ginny, non se ne parla proprio!”.

Hermione era nella sua stanza, con la sua migliore amica dinanzi a lei, vestita con un elegante vestito bianco che risaltava i capelli fiammeggianti. Lavanda e Ron si erano svegliati da poco, facendo allegramente colazione come se non fossero stati scoperti sul luogo del delitto da una minorenne.

“Ma perché, Herm?”

“Perchè non mi va di mantenere la cosiddetta candela!”

“Ma che, dai, ci saranno anche Luna e Demelza! Dai, senza di te non posso uscire, Ron si insospettisce…. Ricambierò il favore al più presto!”

Hermione sembrò fare un’enorme lotta contro sé stessa. Non le andava di uscire, specialmente dopo che lei e Ginny avevano già parlato, raccontandosi a vicenda gli avvenimenti della sera prima, ma se serviva per aiutare Ginny…

“Ok” sospirò, alzandosi “Ma mi devi un enorme favore!”

“Certo! Certo!” rispose smagliante Ginny.

Il favore lo sto facendo io a te…

Rapidamente, Hermione indossò una gonna nera fino al ginocchio, con uno spacco laterale, una camicetta azzurra di raso con le spalline e sopra una giacca, con dei decolté neri. Rimase i capelli sciolti, dopo averli resi meno crespi con la spuma, e si truccò lievemente. Era così felice, anche se con la prospettiva di un’imminente scocciatura, che le andava di vestirsi e sembrare bella il più possibile.

“Che dici, ho esagerato?” chiese, affacciandosi in salotto dove la stava aspettando l’amica.

Ginny sorrise. “Ma sei bellissima!” esclamò, convinta. Si, sembrava davvero una principessina.

Hermione sorrise, salutò la sorella e Ron, dicendo che sarebbe uscita con Ginny e uscì di casa, canticchiando di nuovo, questa volta con l’accompagnamento dell’amica.

****

Draco ed Harry erano ancora nella piazzetta, continuando a parlare come due vecchi compari. Non erano mai stati grandi amici, ed ora l’amore li stava unendo… Che strano! Ogni tanto il moro guardava furtivamente l’orologio, mentre conversavano. Gli aveva spiegato della difficile relazione tra lui e Ginny, dei loro problemi, di come tutto si fosse risolto con il tempo.

Poi, alle dieci e mezzo, ecco che vide in lontananza la sua ragazza ed Hermione. Draco non vide nulla poiché era di spalle, e, quando ormai mancavano pochi metri, si girò notando che Harry si stava astenendo dal ridere.

Rimase fermo, convinto che le sue gambe gli avrebbero ceduto da un momento all’altro come una femminuccia quando incontrò lo sguardo di Hermione, che, come lui, sembrava in presa ad uno shock. Di nuovo oro ed argento, ghiaccio e fuoco…

Ginny si girò, ridendo brevemente, prima di salutare Harry con un bacio, mentre la sua migliore amica era ancora immobile come una cretina a guardarsi davanti.

 “Beh, ora tocca a voi!” disse allegramente Harry, e senza aggiungere niente  se ne andò, abbracciato a Ginny, lasciandoli lì come due cretini.

Allora questo era il loro scopo! Farli incontrare! Eppure Hermione non era ancora pronta nel rivederlo dopo quel momento un pò imbarazzante, e si sentiva a disagio.

Intorno a loro, la piazzetta innevata si ergeva nella sua semplicità, stranamente deserta.

“Ehm, ti va di sederti?” chiese infine Draco, cercando di non far trapelare la sua emozione.

Hermione lo osservò, grata. “Oh, certo!” rispose, e si avviarono verso la panchina meno bagnata dal gelo e dalla neve.

Si sedettero, come due bambini alle prese con la prima cotta, e i loro sguardi si incontrarono di nuovo. Si sorrisero, e per entrambi il mondo sembrava essere scomparso, il rumore delle auto si era dissolto, il cinguettio degli uccelli remoto… C’erano solo loro due.

Era un momento troppo bello per essere vero per Hermione, che avrebbe tanto voluto stringersi a lui e risentire il sapore delle sue labbra, e aspettò che lui facesse qualche mossa, rimanendo però delusa.

Vorrei tanto baciarla, ma cosa penserà di me? Che sono uno che ci prova subito… In effetti è vero, ma con lei sarà diverso! Deve essere diverso!

“Andiamo a fare un giro?” chiese Draco.

Hermione annuì, alzandosi dalla panchina gelida, e si avviarono insieme verso chissà quale meta, ma fu sorpresa quando Draco la condusse verso la sua auto nera. La guardò, titubante, prima di salire.

“Dove ti piacerebbe andare?” le chiese gentilmente, mettendo in moto l’auto.

Hermione scosse le spalle. “E’ lo stesso!”

“Ok, allora, ho già in mente un posto!” esclamò il ragazzo, mentre l’auto sfrecciava per le strade ora un po’ più affollate di Londra, e la radio mandava i pezzi del momento, accompagnata dalla voce di un certo dj Zeno.

“Tsk!” lo scimmiottò Draco, rompendo il silenzio, “Dj Zeno! Se li inventano tutti!”

“Lo conosci?” chiese Hermione, specchiandosi nel vetro del finestrino.

“No, ma ne ho sentito parlare” rispose il biondo, “E non è poi così bravo come si crede di essere”.

Hermione si lasciò sfuggire una risata leggera. “Dai, dici così solo perché ti fa concorrenza!” dichiarò, mentre il paesaggio dinanzi a loro cambiava; i negozi erano scomparsi, lasciando il posto ad un’enorme distesa bianca di neve ed alberi.

“Concorrenza? A me?” Draco sembrava indignato. “Non ho bisogno dei suoi fan, sono già così occupato…”

“Ok, ok!” esclamò Hermione, “Ho capito! Non parliamo di lavoro e nemmeno di scuola…”

“E di cosa?” chiese Draco, facendo una curva.

“Non so! Ma dove stiamo andando?”

“Vedrai…”

Poco dopo, però, ricominciò a nevicare, sempre più insistentemente, dato che non nevicava da due giorni. Andare avanti, ormai, era impossibile, la neve riempiva i vetri ogni due secondi e i tergicristalli non riuscivano a toglierla che già si era ricomposta.

Dopo un quarto d’ora sembrava fosse iniziata una vera e propria bufera, e Draco fu costretto ad accostare su una stradina deserta.

“Oh Dio!” esclamò spaventata Hermione, quando un albero di fronte a loro sembrava stesse per cadere a causa della forza del vento mischiata alla neve.

“Calma, Hermione” tentò di rasserenarla Draco, cercando di non farle comprendere che era spaventato quanto lei.

Faceva molto freddo, e anche se erano in auto la temperatura si era notevolmente abbassata.

“Come faremo ora?” esclamò Hermione iper terrorizzata, tremando e notando che, nonostante fossero solo le dodici meno venti, sembrasse di colpo pomeriggio inoltrato. 

“Non è niente, non è niente” disse Draco, mettendole una mano sulla spalla. “Massimo mezz’ora e sarà tutto finito”

Ma Hermione continuava a tremare a causa del freddo, e lui parve capire. Si sguardo dietro e con un sospiro di sollievo notò una coperta blu e bianca che portava spesso con sé in quel periodo, specialmente quando a bordo vi era la sua nipotina, d’inverno.

“Vieni” le disse.

Due minuti dopo, entrambi erano dietro, seduti sul sedile posteriore, avvolti in quella soffice coperta. Hermione teneva il capo contro la spalla del ragazzo, che la stringeva a sé con tutta la sua forza, sperando segretamente che quel momento durasse a lungo. Paura, sentimento… C’era di tutto in quel gesto.

“Draco…” mormorò lei, sognante, sentendosi all’improvviso al sicuro. Attorcigliò le braccia attorno al suo collo, rimanendo così.

“Si?”

“Non mi sembra di essere nel bel mezzo di una bufera, grazie a te” rivelò, mandando all’aria ogni cautela. Chi se ne importava se scopriva per davvero cosa provava per lei? Non ci voleva un indovino, poi…

Lui le baciò lentamente una guancia, cercando di resistere alla tentazione di baciarla per l’ennesima volta.

“Quei due ci hanno davvero incastrato” commentò poi la ragazza, ancora stretta a Draco.

 “Ti dispiace?” chiese lui, sorridendo.

Hermione arrossì, abbassando lo sguardo.  “Decisamente… no”

“Nemmeno a me,anzi, mi hanno fatto un bel regalo, altrimenti non avrei potuto  vederti”.

Dicendo ciò, sentì l’impulso di darsi mentalmente dello stupido, sembrava uno di quei film sentimentali che guardava sua madre in tv!

“Beh, avresti potuto” lo contraddisse Hermione.

“Come?”

“Facendoti trovare sotto casa mia! Tanto sai dove abito!” rispose, continuando a rispondere alla stretta.

Si sentiva particolarmente coraggiosa, come se una forza invisibile le desse il coraggio, e li comprese che era davvero innamorata, anche se sapeva poco o niente di quel ragazzo. E la bufera per un istante scomparve dai suoi pensieri.

“Va bene, allora farò così quando avrò voglia di vederti” rispose Draco, accarezzandole i capelli e le guancie arrossate.

“E quando sarà, più o meno?”

“Appena quest’uscita finirà e tu te ne ritornerai a casa”. 

 

Continua…

Carissimi lettori! Come va? È inutile che mi scuso per il notevole ritardo, ormai sapete i vari motivi… L

Cosa ve ne sembra? A me questo cap è piaciuto particolarmente da scrivere, la situazione si modifica un po’ in effetti… Fatemi sapere!

Ringrazio di cuore Coffee14, Gemellina Dolly e Christina Malfoy per le loro preziosissime recensioni ^^ ma invito anche chi legge a lasciarmi un commentino, così mi spronate ad aggiornare prima! Vi prego! *me fa gli occhi da cucciolo indifeso e piagnucolante*

A presto!

La vostra milly92.

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Capitolo 8
*** L'orchidea appena sbocciata ***


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“Va bene, allora farò così quando avrò voglia di vederti” rispose Draco, accarezzandole i capelli e le guancie arrossate.

“E quando sarà, più o meno?”

“Appena quest’uscita finirà e tu te ne ritornerai a casa”. 

Fine 7° capitolo

 

Capitolo otto- L’orchidea appena sbocciata

Hermione sentì il cuore sprofondare a causa di quelle parole. Di certo non era la prima volta che gli capitava quando era con lui, ma fu particolare, comprese che davvero gli interessava…

Mano a mano, la bufera terminò e all’una riuscirono a tornare a casa. Draco l’accompagnò malvolentieri, e non potè fare a meno di sentirsi triste quando Hermione raggiunse Ginny, che non poteva ancora farsi vedere con Harry da Ron, salutandolo imbarazzata e scappando via senza nemmeno dargli un minimo segno di saluto “Affettuoso”.

Draco, idiota, che ti eri aspettato? Che ti saltasse addosso?

E comprese che l’amore era davvero strano…

******

I giorni trascorsero lentamente per entrambi, mentre le bufere di neve erano all’ordine del giorno ed era quasi impossibile uscire.

Hermione aveva raccontato tutto a Ginny, la quale, con gran sorpresa, aveva addirittura conosciuto i genitori del suo ragazzo.

I signori Granger e Calì ritornarono a casa il sei gennaio, infreddoliti ed entusiasti per la breve vacanza.

Ovviamente Calì salutò le sorelle con un grugnito prima di rinchiudersi nella sua stanza senza una parola.

Eppure, il giorno dopo, mentre Hermione si stava pettinando per andare a scuola e Calì la stava aspettando da dieci minuti buoni, la osservò critica prima di dire: “Sei strana, sorella” .

Hermione posò la spazzola e prese il nastro rosa con cui avrebbe legato la chioma ribelle. Era davvero di pessimo umore, dopo tutto quello che era successo Draco non si era più fatto sentire… per giorni e giorni aveva sempre risposto al telefono, sperando che fosse lui, o si era affacciata alla finestra, sperando di vederlo lì fuori. Invece, con la sua famiglia era ritornata anche la solita vita.

“Cosa vuoi dire, Calì?” chiese.

“Sei strana, hai una strana luce negli occhi!” rispose quella, prima di andare a prendere la giacca dato che la ragazza aveva fatto.

Hermione scosse il capo e si guardò allo specchio: eh si, era davvero diversa… L’Hermione di un mese prima non avrebbe mai permesso che qualche ragazzo le avrebbe rovinato la mattinata!

Insieme si avviarono verso il liceo Webster, dove il cortile, ancora innevato, era gremito di studenti che protestavano per le vacanze già terminate o si raccontavano particolari avvenimenti.

Calì andò dalle sue amiche “pazzoidi” , come le definiva Hermione, la quale notò con un nodo alla gola che Ginny stava abbracciata ad Harry fuori al cancello. Di sicuro era venuto lì fuori per salutarla. Gli stava sussurrando qualcosa nell’orecchio, e non potè far altro che sentirsi un po’ gelosa. Li salutò da lontano e si guardò intorno, quando, stranamente, vide una macchina nera ferma lì davanti, una macchina nera simile a quella di Draco. Anzi, identica.

Sbatté le palpebre, fece per osservare meglio ma una voce la chiamò.

Era Ginny, che correva felice verso di lei. Harry evidentemente se ne era andato.

“Ciao tesoro!”

“Ciao” la salutò senza entusiasmo, dato che la macchina era sparita.

“Allora, si ricomincia! Hai studiato?” chiese Ginny. Era troppo sorridente, troppo.

“Si, si… Tu?”

Ginny annuì, ma la campanella suonò, interrompendo i discorsi di molti ragazzi che si apprestarono ad entrare, scocciati.

La rossa la salutò ridente e si avviò verso la sua classe, la 3°A, mentre Hermione andò nella sua, la 4°A.

Salì le scale quasi senza forza, e non notò nemmeno le sue amiche che la salutavano entusiaste.

Vedere la sua aula le portò un’enorme tristezza, e all’improvviso vide dinanzi a lei Draco che la stringeva a sé, le diceva quelle parole dolci…

Varcò la soglia senza entusiasmo, e raggiunse il suo banco che si trovava all’ultimo banco della fila centrale dove vi era già seduta la sua compagna Susan Bones.

Quasi non notò il mazzo di fiori che c’era sopra.

“Herm, ciao! Guarda, sono per te!” disse Susan emozionata, con lo sguardo brillante.

“Eh?”

Le ci volle qualche secondo per connettere. Prese il mazzo e lo squadrò, tremante: erano orchidee bianche e gelsomini. Vicino, vi era un biglietto.

Spero di essermi fatto perdonare per la mia assenza, sappi che ti ho pensata, anzi, fin troppo.

Draco

Le mani continuavano a vacillare, non si capacitava che quei fiori fossero per lei da parte sua. Non aveva mai ricevuto fiori in tutta la sua vita… Era perfetto, c’era solo un’orchidea che non si era ancora schiusa.

E in cuor suo lo perdonò, anche se sapeva di non essersela mai presa.

Quasi non udì la professoressa di letteratura inglese che entrò, sbattendo la porta. Sospirò e nascose i fiori sotto il banco, con la mente decisamente altrove.

La prima ora passò lentamente, e la seconda ancora peggio. Eppure, alle dieci e mezzo entrò la bidella, una signorona dallo chignon nero ed un sorriso coinvolgente.

“Professoressa, scusate, qui ho un permesso di uscita anticipata per Hermione Granger” disse, posando un foglietto sulla cattedra.

La professoressa Wortman si infilò gli occhiali e lo prese, leggendo.

“E’ autorizzata da suo cognato Ronald Weasley?” chiese la donna.

“Si, ha detto che è una cosa urgente, affari familiari” disse, come se bastasse a spiegare tutto. “Ma dice di non portare la sorella” aggiunse decisa.

Preoccupata, Hermione subito si preparò, indossando la giacca e prendendo la cartella, ma ricordandosi dei fiori per prima cosa. Cosa era mai successo? Qualcosa a Lavanda? Alla madre?

Non rispose nemmeno all’insegnante che le chiese dei fiori, e corse al piano inferiore, scendendo le scale a tre alla volta. La bidella era rimasta indietro, sghignazzante.

Hermione attraversò il corridoio, arrivò all’uscita della scuola e si guardò intorno, cercando Ron con lo sguardo.

“Eccoti principessa” disse una voce familiare, nascosta lì vicino.

La ragazza si voltò, e il suo volto pallido si colorì.

“Draco!” esclamò, senza capire. “Cosa…?”

“Calma, ho parlato anche con Ron, è tutto ok. Lui ha parlato con la bidella, facendogli vedere i documenti, poi se ne è andato”. Spiegò, prendendo gentilmente la sua borsa e posandola in macchina, invitandola a salire.

“Ma… perché sei venuto? Non posso saltare le lezioni!” disse la ragazza mentre saliva e lui faceva lo stesso.

Lui sorrise beffardo mentre metteva in moto. “Beh, volevo trascorrere un po’ di tempo con te, almeno di chiederti il tuo numero per poterti chiamare…”

Hermione sorrise, mentre la città sfrecciava davanti a loro. “Allora eri la tua macchina quella fuori la scuola! Non mi sono sbagliata!” disse, ricollegando gli avvenimenti.

“Beh, si, mi ha aiutato Harry che si è fatto dire dove stavi seduta da Ginny… Volevo fosse una cosa romantica” spiegò, osservando i fiori.

“Grazie” disse lei, dopo averli posati sul cruscotto. “Non dovevi”

“Dovevo eccome” ribatté lui, mentre faceva una curva. “Non mi sono fatto sentire! In realtà cercavo di non essere assillante, se fosse stato per me non avresti avuto pace” disse sfacciato, voltandosi a guardarla, serio.

Era una dichiarazione?

Per quei sei giorni aveva cercato di non pensarla, ma invano. Era stato più facile mangiare lo stufato di sua nonna…

La condusse in un semplice parco innevato, dove c’erano alcune altalene e scivoli per bambini.

“Draco, mia mamma potrebbe vedermi! Dovrei essere a scuola!” disse Hermione preoccupata, guardandosi intorno.

Protestava tanto per fare, in realtà non le dispiaceva affatto!

“Tranquilla, Ron mi ha detto che tua madre è a lavoro oggi, come tutti i martedì” le spiegò Draco, prendendola improvvisamente per mano e poi lasciarla stare due secondi dopo, imbarazzato.

Hermione però, chissà con quale coraggio, la riprese, stringendola forte. “Ho freddo, la tua è calda” spiegò arrossendo quando lui si voltò a guardarla.

Draco le sorrise, avvicinandosi. “Grazie” disse, anche se non aveva nemmeno senso ciò che aveva detto.

Il parco era deserto, non c’era nemmeno un bambino.

Hermione, adrenalinica, si avviò verso un’altalena. Salì sopra, iniziando a dondolare sempre più forte.

Lui rise vedendola, e la raggiunse senza aggiungere altro.

Hermione si alzò e si avviò verso lo scivolo. “Ci vieni con me?” chiese, con un’aria da fare invidia alla bambina più dolce del mondo.

“Se me lo chiedi così…” asserì lui. “Eppure ho diciannove anni, anzi, quasi venti!” esclamò, mentre scivolavano entrambi su quella giostra troppo piccola per loro, apparenti bambini avidi di divertimento.

Scoppiarono a ridere, e Draco la aiutò a rialzarsi.

“Uh, la corda su cui ci si arrampica!”

“No, Hermione, no!”

“Perché?”

“Soffro di vertigini!” dichiarò disperato il biondo, rincorrendola.

“E allora prendermi” rispose lei continuando a correre.

“No, dai Herm…”

“Non mi prendi non mi… AAAH!” urlò la ragazza, scivolando su una lastra ghiacciata che si era formata vicino una giostra, facendolo cadere di conseguenza addosso a lei.

Arrossirono, trovandosi in quella buffa posizione, poi Draco l’aiutò ad alzarsi cercando di non riscivolare.

“Sono imbranata come sempre!” si lamentò la riccia. Ah ah! Ti giuro che però mi sto divertendo da matti” esclamò mezz’ora dopo, mentre erano seduti su una panchina.

“Si, anche se io non ti ho portata qui per andare sulle giostre” precisò il ragazzo, accarezzandole poi la guancia.

“E perché allora?”

“Perché… Uffa, Herm, ci sei o ci fai?” chiese, tra il disperato e l’imbarazzato.

Hermione abbassò lo sguardo. “Io… No, cioè, so… Ma… Ho paura di illudermi” spiegò, sentendo il freddo scomparire attorno a sé.

“Non ho intenzione di illuderti, e se un giorno lo farò sarà perché avrò trovato qualcuna migliore di te… E sarà un miracolo, Herm, perché so che non ce ne sono” disse, rosso quanto di lei.

Ma l’imbarazzo iniziale sembrò scomparire, era un momento troppo unico, romantico, per poterlo lasciar andare via da un fattore idiota come l’imbarazzo.

“Oh,Draco” esclamò Hermione, prima che intorno a sé tutto diventasse buio, che il ghiaccio davvero diventasse fuoco, l’imbarazzo passione…

Sentì le labbra del ragazzo sulle sue e le sue mani tra i capelli, le braccia intorno alla vita. Si lasciò stringere e ricambiò, mentre, dopo l’iniziale impatto, schiuse le labbra e permise alla lingua del ragazzo di entrare nella sua bocca, attorcigliarsi con la sua in un’intricata danza dell’amore…

Nessuno aveva intenzione di separarsi dall’altro, mentre la neve iniziava a scendere di nuovo, con piccoli fiocchi.

Quando si separarono per mancanza di fiato lui riprese le sue mani tra le sue e le baciò, guardandola negli occhi. Di nuovo, come durante il loro rimo incontro, ghiaccio ed oro si fusero in un’unica sostanza, un unico colore.

“Scusami, ma non sono riuscito a trattenermi” disse lui, stringendola a sé.

“Non ti avrei mai perdonato se ti fossi trattenuto” rispose la ragazza serena, lasciandosi stringere e sentendosi al sicuro tra le sue braccia forti.

Poco distante, nell’auto di Draco, l’orchidea ancora sbocciata si stava schiudendo, simbolo di quell’amore appena fiorito.

Continua…

Ciao! Cosa ve ne sembra? Finalmente i due piccioncino si sono baciati! Spero mi farete sapere cosa ne pensate!

Se vi interessano le fic dopo hp7, vi consiglio di leggere la mia long fic sulla nuova generazione: “Sono solo…. Triangoli amorosi!”

Grazie di cuore a:

Christina Malfoy

Ada

8marta8

Kassandra_black

Benny_bene

Coffee14

Per le loro recensioni e a chi legge soltanto e inserisce tra i preferiti.

Mi raccomando,  mi aspetto il vostro giudizio ora che inizieranno le… difficoltà!

A presto, baci

Milly92.

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Capitolo 9
*** Le prime difficoltà ***


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“Scusami, ma non sono riuscito a trattenermi” disse lui, stringendola a sé.

“Non ti avrei mai perdonato se ti fossi trattenuto” rispose la ragazza serena, lasciandosi stringere e sentendosi al sicuro tra le sue braccia forti.

Poco distante, nell’auto di Draco, l’orchidea ancora sbocciata si stava schiudendo, simbolo di quell’amore appena fiorito.

Fine 8° capitolo

 

Capitolo nove- Le prime difficoltà

La mattina dell’otto gennaio Hermione si svegliò prestissimo, super nervosa ma allo stesso tempo entusiasta e con la voglia di urlare al mondo la sua felicità.

Il fatto di dover fingere di star male le sembrò più leggero al solo pensiero di ciò che l’avrebbe aspettata a breve.

Doveva fingere…

“Herm, tesoro! Alzati, è tardi!” urlò sua madre dall’altra stanza.

Hermione chiuse gli occhi, implorando i suoi santi protettori.

Uno, due, tre… Su!

“Si mamma” mormorò debolmente, prima di tossire un paio di volte, sempre più forte.

Alla terza volta, sua madre entrò nella sua stanza, preoccupata. “Ma cos’hai?” chiese, mettendole una mano in fronte.

Lei, grande attrice, scosse il capo e si alzò. “Niente, mamma… Oh!” e così dicendo ricadde sul letto. “Mi gira la testa…” borbottò.

La donna subito si allarmò, mentre il rumore dei tacchi di Lavanda invadeva il corridoio. Ella non sapeva ancora nulla perché Ron aveva giurato di tenere il segreto per il momento.

“Mamma, dove hai messo…? Oh, ma cos’hai, Herm?” chiese, mentre si aggiustava i capelli.

“Sta male” concluse sua madre, bianca in volto.

Hermione scosse il capo. “Oh, mamma sto bene! Davvero, io… oh Dio!” ricadde sul letto, ritossendo molto forte e con la mano in fronte.

E sorrise ribelle un’ora dopo, mentre sua madre andava al lavoro, raccomandandosi di chiamarla nel caso fosse stata peggio.

*****

La redazione di radio Londra era stranamente silenziosa quella mattina. I vari collaboratori andavano avanti e indietro per i vari uffici immersi nei propri pensieri.

Un giovano dalla pelle scuro e gli occhi blu cobalto sbuffò sonoramente davanti una tazzona di caffè.

“Che c’è, Blaise?” chiese un ragazzone alto e cicciottello, dall’aria assonnata.

Il ragazzo appoggiò il capo alle braccia. “Il capo vuole l’idea per il nuovo programma entro domani e non ho niente in mente” spiegò. “E Draco non c’è nemmeno stamattina!” aggiunse, come se bastasse come spiegazione.

“E cosa doveva fare?”

“Bah, mi ha detto che non sta bene e che andava dal medico, Gregory. Anche ieri se ne è andato presto, se ricordi” spiegò. “E mi ha dato anche una commissione da fare per la sua ragazza!” disse, ancora più scocciato.

“Perché, ha una ragazza?” chiese Gregory curioso.

“Si, una dea da quel che dice lui” dichiarò Blaise, un po’ invidioso.

Gregory annuì, silenzioso. Di certo a lui non veniva nessuna idea, tranne riguardo ad una pubblicità su quando fosse comodo il suo cuscino.

*****

Dlin dlon.

Hermione corse verso la porta d’entrata, con il cuore che le andava a mille e un sorriso non più infantile dipinto in volto.

Aprì la porta e si sentì senza fiato quando si trovò davanti Draco, che sembrava strano. Sorrideva fin troppo per i suoi gusti.

“Buongiorno” disse prima che lei gli facesse cenno di entrare.

Quando la porta si fu chiusa dietro le loro spalle lei lo guardò incerta prima di sporsi verso di lui e baciarlo lievemente sulle labbra.

“E’ tutto qui?” chiese lui imbronciato quando Hermione si staccò. “Ed io che mi aspettavo un saluto più caloroso!”.

Hermione rise. “E con quale autorità?” chiese, e non lo disse di certo a caso. Il fatto era che per tutta la mattina del giorno prima erano stati in giro abbracciati, comportandosi da veri e propri fidanzati, ma non si erano detti esplicitamente cosa erano.

“Beh, con l’autorità del tuo ragazzo” rispose lui disinvolto mentre raggiungeva la stanza della ragazza.

Udendo ciò Hermione si sentì improvvisamente leggera e sollevata. Si sedettero sul letto e, dopo aver annuito, prese il volto di Draco e lo baciò di nuovo, questa volta con più slancio e sicurezza, come il giorno prima.

Quando, molti minuti dopo, si decisero a separarsi e a rimanere stretti l’uno all’altra, Draco chiese: “Allora? Come è andata con tua madre?”

Hermione ghignò. “Ci è cascata in pieno” rispose, soddisfatta. Non aveva paura delle conseguenze, l’importante era stare con il suo amato Draco e godersi quella mattinata insieme…

“Oh, allora sei un’attrice nata! Non è che stai ingannando anche me, principessa?” chiese, accarezzandole i capelli e usando un tono fin troppo sarcastico.

Hermione annuì fragorosamente. “Oh, si, certo, tu sei solo una delle tante mie povere vittime!”  e scoppiarono a ridere all’unisono.

Rimasero così, zitti, con l’ombra del sorriso ancora visibile sui loro volti, guardandosi e perdendosi nello sguardo dell’altro per vari minuti.

“Ehi, sono le nove e mezzo!” esclamò improvvisamente Draco guardando la sveglia sul comodino. “Sta per iniziare il mio programma alla radio!” esclamò.

Hermione sbuffò. “E allora? Insomma, cosa te ne frega…” le dava fastidio che lui pensasse al suo lavoro anche in quel momento, quando lei aveva fato i salti mortali per non andare a scuola e passare quelle ore con lui.

Draco sembrò comprenderla, perché le accarezzò la guancia. “So cosa stai pensando amore. Voglio che ascoltiamo il programmo solo perché c’è una sorpresa… Fidati!”

Il solo sentirsi chiamare amore fece annuire la ragazza, che accese la radio e la sintonizzò su radio Londra. Qualche secondo dopo, un’allegra sigla ed una voce di ragazzo irruppe nella stanza.

“Salve, cari cittadini di Londra! Bene, mi dispiace dirvi che oggi il nostro speaker Draco non c’è, ma mi ha lasciato una commissione da fare prima del programma…” Si schiarì la voce mentre Hermione ascoltava curiosa, all’impiedi, e Draco la raggiungeva, abbracciandola da dietro. “Bene, ascolteremo una canzone dedicata ad Hermione, la sua ragazza. Hermione, chissà cosa hai combinato al nostro Draco, da dopo Natale non è più lui! E mi chiedo se sei una dottoressa, perché così si spiegherebbe il motivo del suo assenteismo!” Rise, per poi aggiungere: “Comunque… Godetevi la canzone, pubblico, perché poi ci aspetta la nuova canzone degli Scorpions!”

Lentamente, le note della canzone si sparsero nella stanza, forte e chiare nella loro dolcezza.

Only you.

La canzone del loro primo lento, quel vicino 26 dicembre… La loro canzone.

Hermione rimase stupita, commossa. Gli occhi le brillarono, mentre Draco le faceva chiaramente sapere che voleva ballare e le cingeva le mani ai fianchi, muovendosi sul posto.

“Già quella serata ho capito che eri speciale, amore mio” disse, fissandola.

“Io invece ti ho tenuto d’occhio fino a che non me ne sono andata… E non ho fatto altro che pensarti fino a Capodanno! Volevo morire quando seppi che non saresti venuto…” rivelò la riccia, con lo sguardo abbassato.

Draco le sorrise dolcemente. Si dissero più di mille parole in quel silenzio, prima di baciarsi dolcemente.

La canzone andava avanti, ad un volume molto alto, e sembrava che tutto intorno a loro si fermato.

Sembrava per davvero di essere in una favola, finché la porta si spalancò all’improvviso.

“Hermione sto suonando da… Hermione!”

Il signor Granger se ne stava immobile davanti a loro due, che si stavano ancora baciando quando era entrato. Era alto e possente, con i capelli neri-grigi e il pizzetto ben curato. Guardava incredulo la sua bambina stretta a quel ragazzo…

Il suo sguardo poi si raggelò ancora di più quando incontrò quello di Draco.

“Oh, papà, posso spiegarti…” iniziò Hermione, rossissima ed implorante. Cavoli, cosa ci faceva lì? Non doveva essere al lavoro? Il suo sguardo cadde sul calendario e comprese: il primo martedì del mese suo padre ritornava molto presto, doveva solo andare a firmare e spesso si incontrava al bar con qualche amico.

L’uomo scosse il capo. “Ma cosa credevi di fare! Mentire a tua madre per… Sono disgustato! E pensare che ero venuto qui per vedere come stavi! Ingrata!” era davvero furibondo, Hermione non ricordava di averlo mai visto così in diciassette anni.

“Mi scusi, è colpa mia…” Iniziò Draco, allontanandosi dalla ragazza, ma il signor Granger lo zittì.

“Sei un Malfoy, vero!?” ringhiò.

Draco sembrò impallidire. “Si” disse alla fine, mentre il padre della ragazza sembrava essersi fatto dieci volte più imponente.

Lo guardò disgustato.

“Fuori da casa mia! E faremo i conti anche con te, signorina!” esclamò, mentre Draco usciva imbarazzato ed Hermione fremeva, spaventata.

Continua…

 

Ciao! Ecco un nuovo cap… Eh si, per la coppietta sembra essere spuntata la prima difficoltà! A cosa è dovuto l’astio del signor Granger? Lo scoprirete nel prossimo cap!

Mi scuso se è molto breve, ma doveva finire qui….

Grazie di cuore a:

8marta8: Grazie mille! ^^ eh si, nemmeno ce lo vedo io Draco ad arrossire, ma la nostra Herm  ha poteri innati… XD Ancora grazie, spero ti sia piaciuto anche questo! Un bacione!

Benny_bene: Ho aggiornato più in fretta, va bene? XD Grazie mille, fammi sapere cosa ne pensi di questo! Un bacione.

Christina Malfoy: Ciao  tesoro! Come va? Ormai non ci sentiamo da secoli da seconli su msn, uffiii! Comunque anche a me è piaciuto molto scrivere quel cap, è davvero romanticissimo e la realtà non è mai così … Per questo ci sono le fic, ihih! Spero ti sia piaciuto anche questo! Un bacione!

Coffee14 : Ciao tesoro! Ti ringrazio, eh si p stato molto romantico, solo che ora iniziano i pasticci purtroppo… Herm è davvero fortunata, hai davvero ragione, magari avessi anche io un raga come Draco! Spero ti sia piaciuto anche questo, un bacio!

A presto, spero, cercherò di aggiornare più in fretta come ora (ma solo perché domani vado in visita guidata, sigh!)

Un bacione,

la vostra milly92.

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Capitolo 10
*** Like Romeo&Juliet ***


100

“Sei un Malfoy, vero!?” ringhiò.

Draco sembrò impallidire. “Si” disse alla fine, mentre il padre della ragazza sembrava essersi fatto dieci volte più imponente.

Lo guardò disgustato.

“Fuori da casa mia! E faremo i conti anche con te, signorina!” esclamò, mentre Draco usciva imbarazzato ed Hermione fremeva, spaventata.

Fine 9° cap

Capitolo dieci-  Like Romeo&Juliet

“Oh, Ginny!”

Hermione corse in direzione della sua migliore amica con aria disperata, attraversando il cortile della scuola con passo veloce. Ginny le corse incontro, preoccupata quanto lei.

“Herm! Piccola, ho saputo, ma devi spiegarmi per bene…” disse concitata, abbracciandola.

Hermione non resistette all’impulso di scoppiare in lacrime mentre iniziava a raccontare.

“Ginny, è una tragedia! Ricordi, ti avevo detto che Draco sarebbe venuto a casa mia ieri mattina, ma mentre eravamo in camera mia è venuto mio padre e ci ha trovati a baciarci , ma è sembrato ancora più infuriato quando ha visto che il ragazzo fosse Draco!” si fermò, cacciando un fazzoletto fuori dalla tasca e asciugandosi le lacrime, mentre Ginny ascoltava silenziosamente. In lontananza vide la sagoma di Harry venire  come tutte le mattine, accompagnato questa volta da un Draco preoccupato.

Hermione notò lo sguardo dell’amica e si voltò, cercando di calmarsi quando notò anche Draco.

I due le raggiunsero con aria grave, e Ginny ed Harry si fermarono a guardarli raddolciti quando si strinsero in un tenero abbraccio.

“Aspettate, però, andiamo in un luogo più appartato, Calì potrebbe vederti!” disse rivolta a Draco.

Quando si fermarono nel retro del cortile Hermione riprese a narrare, anche perché  per Draco ed Harry era sottinteso che stesse raccontando i disastrosi avvenimenti del giorno prima.

“E appena te ne sei andato mio padre era ancora più furioso  con me, ha chiamato mia madre e l’ha fatta tornare da lavoro, spiegandole tutto. Mia madre sentendo il tuo cognome è sbiancata… Mi hanno messo in punizione a tempo indeterminato, non posso usare il telefono, non posso uscire, non mi lasciano a casa da sola, e hanno lasciato a Lavanda il compito di sorvegliarmi in loro assenza. Quella poi!” aggiunse, rossa in viso per la rabbia, “Ha confessato tutto! Quell’idiota di tuo fratello le disse tutto, quando mi firmò il permesso per uscire prima da scuola! Ma guarda caso ha detto che sapeva che Draco era venuta a prendermi, non ha detto che è stato Ron!”

Tutti la guardavano attoniti.  L’odio che Ginny coltivava nei confronti di Lavanda aumentò a dismisura, e anche la rabbia nei confronti di Ron non fece che aumentare. Draco e Harry, che erano loro amici, rimasero impressionati dal loro comportamento.

Draco la strinse a sé, mentre singhiozzava senza fermarsi.  “Amore, calma, ci parlerò io con tuo padre…” disse il ragazzo, accarezzandole i capelli.

“Si, posso farlo anche io, mi conosce e…” aggiunse Harry, ma la riccia lo interruppe.

“Non capite?! È Draco il problema! Non so perché ce la tengono così tanto! Sono più arrabbiati perché è lui che per il fatto che io abbia mentito!” sbottò nervosamente Hermione, prendendo un fazzoletto pulito dal pacchetto e gettando all’aria quello sporco.

A quelle parole Draco esitò, sbiancando. Scosse subito il capo, cercando di riconcentrarsi.

“Oddio, mi sembra la storia di Romeo e Giulietta!” disse Ginny per sdrammatizzare,  ma si zittì quando Harry le lanciò un’occhiataccia.

Il suono della campanella costrinse le ragazze a salire in classe, nonostante Hermione fosse ancora più turbata dopo essersi sfogata.

“Amore, ti vengo a prendere all’uscita ok?” chiese Draco, baciandola lievemente.

Hermione scosse il capo. “No, verrà Lavanda… Cercherò di rintracciarti io, ok?” disse tristemente, con il cuore che le batteva a ripetizione mentre lo vedeva allontanarsi.

Ginny la prese sottobraccio e tentò di incoraggiarla. “Su, Herm, vedrai che è tutto un equivoco o roba simile… Quella Lavanda, grr ! Le strapperei quella parrucca bionda che ha al posto dei capelli!!” disse incoraggiante, riuscendole a malapena a strapparle un piccolo sorriso .

*****

“Su, muoviti , è tardi, devo andare a pranzo da Ron”.

La voce altezzosa di Lavanda mandò Hermione davvero in tilt, associata alla sua immagine da  falsa fotomodella. Aveva i lunghi capelli biondi legati in una coda, indossava un cappottino elegante e gli occhiali da sole le oscuravano lo sguardo evidentemente scocciato.

Intorno a loro i ragazzi del Liceo Webster  uscivano dalla scuola con l’aria di chi è sopravvissuto all’ennesima strage Hitleriana.

“Non m’importa, se avessi tenuto la tua boccaccia da vipera chiusa forse ora non dovresti farmi da balia” la zittì Hermione scocciata, mentre salutava Ginny che faceva una smorfia dietro la sorella maggiore.

Lavanda si irrigidì come un palo mentre apriva lo sportello della sua macchina rosso sgargiante, togliendosi gli occhiali da sole mentre Hermione si sedeva e lei si metteva alla guida.

“Zitta! Tu non sai un tubo! L’ho fatto per proteggerti!”

“Proteggermi? Da cosa, precisamente?! Oh, certo, dimenticavo, hai protetto anche il tuo Ronnino dall’ira di papà, dicendo che non è stato lui a farmi il permesso, vero?!” ribattè Hermione. Sfogare la sua ira su Lavanda era la cosa migliore da fare al momento.

“Senti, basta. Ok, avrò pure mentito su Ron, ma te la sei cercata! Metterti con un Malfoy!” sbottò, mentre intorno a loro Londra sfrecciava nel caos dell’una passata.

“Ancora! Non ho capito, è un Malfoy e allora?” chiese Hermione, decisa a saperne di più.

Lavanda indugiò un attimo, prima di togliersi una ciocca fastidiosa da davanti agli occhi e dire: “Niente, Herm. Ora scendi, su” dato che erano arrivate a casa. Hermione la guardò torva prima di prendere lo zaino a scendere dall’auto senza salutarla e premurandosi di sbattere lo sportello il più forte possibile.

Quando entrò in casa vi trovò sua madre intenta nel cucinare, così dopo aver salutato e aver ricevuto l’ennesimo sguardo di rimprovero e deluso si richiuse in camera sua , rifiutandosi di pranzare.

Si buttò sul letto, ricordando con triste malinconia le risate e gli sguardi che lei e Draco si erano scambiati solo un giorno prima , quando nessuna “catastrofe” non incombeva ancora su di loro.

Si disse non piangere ulteriormente, doveva essere forte, ma le riuscì difficile, mentre delle orribili scene prendevano forma davanti a lei e ai suoi occhi.

| FLASHBACK |

“Cosa è successo?”

Monica Granger guardava suo marito, preoccupata, mentre Hermione era seduta sul letto con le mani che le coprivano il volto, la radio ancora accesa.

“Tua figlia ha mentito! Non sta affatto male! Ha finto per poter far intrufolare il suo ragazzo in casa, un Malfoy!”

La donna si mise una mano sul cuore, sbiancando e divenendo bianca come un lenzuolo.

“Un… M-Malfoy?”

“Si, Monica!”

_____

“Lavanda, tu cosa sai della storia tra sua sorella e il suo ragazzo?”

“Il suo ragazzo?”

“Si! Draco Malfoy!”

“Papà… io…”

“Dì la verità o giuro che rinchiudo in casa anche te!”

Lavanda guardava indecisa tra Hermione, supplicante e rassegnata seduta sul divano del salotto, e suo padre all’impiedi vicino la tv spenta e con l’aria minacciosa.

Alla fine parve decidere, perché disse: “Beh, papà, so che si conoscono da S. Stefano… E… E lui ieri l’ha prelevata prima a scuola…”

Udendo ciò Hermione cercò invano di uscire, ma suo padre le si parò davanti, infuriato.

“Tu! Come hai osato! Stai prendendo la stessa strada di tua sorella minore! Non uscirai più di casa tranne che per andare a scuola! E tu, Lavanda, la dovrai controllare!”

_____

“L’hai combinata grossa, sorellona”

Calì la guardava, quasi come se fosse soddisfatta di non essere l’unica in famiglia a combinare guai.

“Taci, Calì”

“Perché? Quante volte tu mi rompi l’anima?”

“E’ per una giusta causa, Calì!”

Calì la guardava con uno strano cipiglio.

“E tu ti illudi che l’amore sia una giusta causa? Cambierai idea quando ti mollerà tra un po’, quando sarà stufo di essere il ragazzo di una tizia costretta a vivere murata in casa!”.

“Vattene!”

| FINE FLASHBACK |

Spostò lo sguardo sul comodino di fronte a lei, dove si ergeva il mazzo di gelsomini ed orchidee che Draco le aveva regalato due giorni prima. Erano sui punto di appassire, solo quell’orchidea sbocciata per ultima era ancora viva e rinvigorita.

Oh, Draco…

Il bussare prepotente alla porta la fece scattare all’impiedi, e qualche secondo dopo si trovò davanti suo padre , con fare ancora severo e di rimprovero.

“Vieni a pranzo, muoviti!” disse.

“No, non ho fame” s’impose, sedendosi sul letto.

Il padre le lanciò uno sguardo quasi disgustato, e quando notò i fiori di Draco s’immobilizzò, passandosi le mani sul pizzetto.

“Te li ha regalati lui?” chiese, avvicinandosi.

“S-Si”  rispose timorosa, allontanandosi il più possibile da lui.

Il padre fece un verso sprezzante. “Tsk. Tipico. I Malfoy, ne so tante su di loro… Prima ti abbindolano, poi ti distruggono” disse con l’aria di chi la saeva lunga.

“Basta papà! Ora mi spieghi tutto! Non ce la faccio più! I Malfoy di qua, i Malfoy di là… Ma cosa c’entrano con Draco? Cosa vi hanno fatto?” chiese, mandando ogni cautela alle ortiche, desiderosa di saperne di più.

L’uomo parve rifletterci un secondo.

“Ti chiedi a cosa io e tua madre abbiamo tutto questo disprezzo ed astio nei loro confronti, eh?” chiese, sedendosi vicino a lei, poi all’improvviso la sua espressione dura parve scomparire mentre si copriva il volto con le mani.

Hermione era confusa da quel cambio di atteggiamento.

“Beh, ti rispondo subito! Tanto Lavanda lo sa… perché tenerti all’oscuro?” si disse, cercando di convincere più se stesso che la figlia.  “Ricordi nonno Austin?” le chiese, quasi gentilmente.

“Vagamente, ero molto piccola quando lui morì” rispose, preoccupata da quella strana domanda.

Il padre annuì. “Si, infatti. E ringrazia la famiglia di Draco se non hai potuto conoscerlo! Il nonno di Draco, padre del mio compagno di scuola Lucius, lo uccise crudelmente quattordici anni fa…”

Si zittì, invaso dal dolore di quello spiacevole ricordo, mentre Hermione sbiancava all’improvviso e sentiva l’aria mancarle.

Continua…

Salve, cari lettori! Allora, cosa ne pensate? La situazione è davvero critica, specialmente la nostra Hermione non se la passa molto bene… Come reagirà ora che ha scoperto la verità? E Draco? Ne è  a conoscenza? Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere!

Ringrazio di cuore coloro che hanno recensito:exel sana, benny_bene, coffee14, 8marta8 e Christina Malfoy e chi legge soltanto e ha inserito questa fic tra i preferiti! Grazie mille come sempre, e scusate se non riesco  mai a ringraziarvi uno ad uno!

Come sempre cercherò di aggiornare il più presto possibile ma non i prometto niente, anche perché le mie vacanze di Pasqua saranno un disastro, devo studiare tantissimo perché appena ritornerò a scuola sarò sommersa da compiti ed interrogazioni…

Mi raccomando, commentate in molti! Ora vado, un bel capitolo di storia mi aspetta…

Un bacione, la vostra milly92.

 

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