Dearly Beloved

di VapaastiUnelma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


DEARLY BELOVED





Mai avrei pensato di poter provare un amore diverso da quello per la musica e per la mia fisarmonica.



Avevo appena 16 anni quando entrai a far parte della band. Dio, come passa il tempo! Non mi sembra vero che siano già trascorsi 4 anni da quel giorno in cui mi squillò il telefono e dopo nemmeno una settimana mi ritrovai catapultata in tour tra concerti e festival estivi, ed in seguito, dovetti anche abbandonare la scuola per poter seguire il gruppo.


-Netta! Aiutami ad allacciare il manicotto di pelle, per favore. Da solo non ce la faccio. –

La voce di Mathias mi fece sussultare destandomi dai miei pensieri e facendomi tornare al presente.

-Certo. – replicai avvicinandomi a lui per aiutarlo.

Mathias mi guardò

-Tu sei pronta? –

-Si, devo solo farmi le due strisce sulla guancia. Tu invece sei in ritardo, vedo. -

-Già, devo ancora truccarmi, accidenti! -

-Vuoi una mano? -

-No, faccio da solo, grazie! -

Appena finii di allacciargli entrambi i manicotti Mathias schizzò fuori dalla stanza per correre in quella adiacente e realizzare la sua warpaint. Eravamo in ritardo di 15 minuti ma, d’altro canto, non potevamo iniziare lo show se non eravamo tutti perfettamente pronti.


Anch’io, in effetti, avrei dovuto andare di là per completare il mio outfit da scena con le due consuete strisce rosse e nere sulla guancia destra, ma quel giorno preferii aspettare ancora un po’, sedendomi in quella solitaria stanzetta del backstage a perdermi nuovamente nei miei pensieri.


Sono cambiate molte cose dal mio esordio nella band: gli outfit di scena, le warpaint (fortunatamente Mathias era convenuto con me nel dire che la warpaint dei ragazzi non mi donava affatto, da lì ho cominciato a truccarmi solamente con le striscette rosse e nere, grazie a Dio!), il sound, il rapporto con i ragazzi…e Mathias.
Già, Mathias. E’ grazie a lui se ora mi trovo qua. Fu lui, infatti, a chiamarmi quella mattina di maggio dicendomi che avevano appena perso il loro fisarmonicista e che avevano il disperato bisogno di un sostituto per la stagione estiva dei festival che sarebbe iniziata a breve. Ovviamente accettai, pur sapendo che ero solo una sostituta, ma alla fine della stagione Mathias ed i ragazzi mi dissero che ero diventata membro ufficiale del gruppo: non potevo crederci!

 
Tutt’oggi mi ritrovo a sorridere involontariamente pensando a questi ricordi, e successe anche quella volta, non mi accorsi che Olli era entrato nella stanza e mi stava chiamando.

Alla fine fui costretta ad interrompere il mio “momento riflessioni e ricordi” e correre a farmi quelle benedette strisce sulla guancia. Mathias era quasi pronto.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Il live andò bene, non eravamo headliner ma stregammo comunque l’intero pubblico del Ruisrock, quel giorno la voce di Mathias era più potente che mai e anche noi eravamo pieni d’energia.

Ma Mathias era strano. A dire il vero, era un po’ di tempo che non si comportava normalmente durante i live. Non che giù dal palco si comportasse in modo migliore. Era distaccato, non era il Mathias che conoscevo io. Quel suo strano comportamento andava avanti ormai da più di una settimana e quel che era più strano era che lo teneva soltanto con me. Era come se stesse costruendo una specie di barriera. Eravamo sempre stati buoni amici: ridevamo, scherzavamo…ma in quel periodo, raramente mi rivolgeva la parola se non per chiedermi qualche favore o per dirmi qualcosa riguardante la band.

Durante quel live non mi degnò di uno sguardo. Gli show dei Turisas sono sempre stati caratterizzati, oltre che dalla forte presenza scenica, dal modo in cui i membri interagiscono tra di loro e con il pubblico, di fatti, si trovava sempre il modo e il tempo di scherzare anche mentre ci esibivamo. Per esempio, quando qualcuno aveva un pezzo solista particolarmente importante, Mathias era solito andargli vicino ed incitare il pubblico, e con gli altri lo faceva. Ero io quella che ignorava ed erano già parecchie volte che, anche durante l’intro di Sahti-Waari o di Rasputin, in cui la mia fisarmonica era indispensabile insieme al violino di Olli, lui sembrava interagire solamente con il violinista, per non parlare poi del resto del concerto.

Mi dava fastidio. Non lo volevo ammettere, ma mi dava parecchio fastidio. Perché poi si comportava così?

Finito lo show, nel backstage, continuava ad ignorarmi. Non ce la facevo più, non poteva trattarmi in base a come gli girava la luna quel giorno!
Stava scherzando con Jussi, così mi avvicinai.
-Mathias, è tutto okay? – chiesi a bassa voce, quasi timidamente, nella speranza di non essere sentita da Jussi.
-Certo! – rispose lui convinto.
-Ah…no perché è un po’ di tempo che mi sembri strano… - alzai lo sguardo per guardarlo in faccia e scoprii di star parlando da sola come un’idiota, lui si era allontanato e si stava scolando una birra tutto tranquillo mentre rideva delle cretinate di Tude.
-Ma che stronzo! – esclamai, quasi senza accorgermene.
-Che vuoi farci, è così. – mi rispose Jussi.
Jussi! Mi ero dimenticata che fosse lì.
-Comunque Netta, non farci caso. –
-A cosa, Jussi? –
-Al comportamento del nostro caro Warlord. Lo conosco da una vita ed è sempre stato così, va a periodi. Vedrai che gli passerà. – mi diede una pacca sulla spalla e raggiunse gli altri.

-Io la penso diversamente, invece. – quella voce mi fece sobbalzare e girare di scatto.
-Olli! Ma che fai?! Origli le conversazioni degli altri?! – gli dissi stizzita, ancora con il cuore in gola per lo spavento che mi aveva fatto prendere. Lui scoppiò a ridere.
-Non origlio affatto! Mi stavo struccando qua dietro quindi era inevitabile che sentissi tutto. -
Alzai un sopracciglio e lo guardai di sbieco, come se non gli credessi.
-Te lo giuro! – mi disse, trovando la disapprovazione nel mio sguardo.
-Certo, certo…comunque, come la penseresti tu? – ormai aveva sentito quindi tanto valeva tornare sul discorso. -Allora ti interessa! – rise lui.
-Eddai Olli! Smettila una buona volta di fare lo scemo! –
Olli è simpaticissimo, una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, ma quando ci si mette riesce davvero ad essere insopportabile.
-Okay, okay. – si arrese e smise di ridere.
-Sai, ho notato anch’io il comportamento strano di Mathias nei tuoi confronti, e non mi è nuovo. – continuò
-Cioè? – chiesi incuriosita.
-Cioè, l’ho già visto assumere quell’atteggiamento in passato…e sempre con delle ragazze. –
-Che vorresti dire? – cominciai a diventare nervosa ed impaziente che Olli venisse al sodo, perché cavolo doveva sempre fare mille giri di parole?!
-Niente. Semplicemente che io penso che usi quel comportamento come “difesa”. –
-Come “difesa”? - il discorso cominciava a farsi complicato. Olli, dannazione!
-Già. Ogni volta che gli chiedevo come andava con quella ragazza lui rispondeva “Ragazza? Olli, non ho tempo per queste cose, devo pensare alla band!” Era come se, assumendo quel determinato comportamento di indifferenza, volesse allontanare la ragazza da sé per evitare che…bhò. Succedesse qualcosa? Si, penso di si. Ed avere così tutto il tempo necessario da dedicare alla band. –
-Olli, che significa tutto questo? Cos’ha a che fare con me? –
-Bhè, fatti due domande! – mi fece l’occhiolino, com’era solito fare, e raggiunse gli altri lasciandomi lì da sola in mezzo alla stanza, immobile come un manichino. Ero scioccata. Le parole di Olli mi avevano confuso. Raggiunsi anch’io il resto della band con lo sguardo perso nel vuoto.

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