Maka si svegliò nel cuore della notte, scossa da brividi
e coperta di sudori freddi.
Erano ormai quattro anni che rivedeva in sogno quel giorno ogni volta che
chiudeva gli occhi.
Rivedeva chiaramente il Kishin che calava su Death City coi suoi clown, distruggendo
qualsiasi cosa incrociava il suo cammino.
Fu una battaglia disperata, che aveva segnato il destino di tutti: lei e Soul.,
assieme a tutti i maestri d’armi chiamati a raccolta da Lord Shinigami per
fronteggiare Ashura e il suo folle esercito. Il cielo era scarlatto, solcato da
lampi di follia e potere, e dalle vie si alzavano le urla di paura, dolore e
sgomento della popolazione e dei combattenti, mischiate alle risate dei clown
in una cacofonia splendida e terribile.
Tutti davano il massimo, perfino Spirit e sua madre, Kami, combattevano di
nuovo insieme, ma stavano comunque per essere schiacciati: Ashura era diventato
troppo potente in quegli anni passati libero.
Il vero orrore però venne quando kid compì l’impensabile: uccise suo padre a
tradimento e ne inghiottì l’anima per completare definitivamente il suo
risveglio.
Divenne Dio.
E abbattè il suo giudizio divino sul Kishin senza alcuna remora.
Ma i poteri che scatenò su Ahura esplosero trascinando nell’esplosione i suoi
clown, gran parte di Death City e tutti i maestri d’armi, spegnendoli in
un’accecante colonna dorata.
Morirono tutti quanti, senza nemmeno lasciare l’anima.
L’aveva uccisa: Kid aveva ucciso sua madre, forse suo padre, e Tsubaki, Black
Star, Liz e Patty solo per eliminare il nemico di Shinigami.
La luce di quell’esplosione aveva spezzato qualcosa dentro di lei, qualcosa che
non si sarebbe più potuto riparare.
Ancora ora, a pensarci, gli occhi le si riempivano di lacrime calde e una
fiamma di cupa rabbia le bruciava in petto. Non lo avrebbe più perdonato, mai
più.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri ancora una
volta. No, cacciare anime umane era il solo modo per ottenere il potere
necessario, anche se il prezzo fosse stato Quello..
Svegliò Soul con uno scossone.
Il ragazzo si alzò a sedere di soprassalto con gli occhi sbarrati e
stringendosi con forza la cicatrice sul petto.
-Soul, è ora.. Si esce a caccia- gli disse la ragazza, non senza sentirsi
colpevole di trascinare il suo più grande amico negli abissi della follia.
-Va.. Va bene, Maka, andiamo.. – Borbottò soul fissando il vuoto con una certa
paura riconoscibile nel profondo degli occhi sbarrati.
Un largo sorriso folle gli tirò le labbra – Adoro la caccia agli umani.. - .
Il ragazzo-falce si alzò meccanicamente in piedi, spolverandosi il completo
nero e guardò Maka leccandosi le labbra.
La ragazza stese il braccio destro e mise a tacere la coscienza: il suo senso
morale andava sgretolandosi un poco di più a ogni innocente che trucidavano.
Abbassò lo sguardo sulla lama di Soul: era più aguzza ora, e i colori erano
diventati cupi; anche il disegno sulla lama era più inquietante di prima..
Stava davvero facendo la cosa giusta?
- Soul.. -
Uscì dal vicolo nascondendo l’inquietudine dietro una maschera fredda e decisa.
Silenziosa si mosse di ombra in ombra, incitata dalla voce di Soul, che le
sussurrava alla mente la sua fame di anime fresche.
Individuò la prima vittima della notte, un impiegato che tornava a casa
barcollante per una leggera ubriacatura. Sarebbe stato facile.
Gli sgusciò alle spalle, le braccia alzate e la lama della falce che pendeva
sulla sua testa. Trattenne il respiro, forse più forte di quanto pensava.
L’impiegato si girò e sbarrò gli occhi per la paura quando vide l’arma
impugnata dalla ragazza calare su di lui. Urlò.
Il rumore viscido e agghiacciante della carne e delle ossa che si spaccavano
riempì la viuzza quando venivano attraversate dalla lama di Soul; poi il
silenzio tornò sovrano.
Il ragazzo albino tornò all’aspetto umano e osservò compiaciuto
l’orrore che avevano creato. Si bagnò le dita nella pozza di sangue, che ancora
zampillava dall’uomo, nel prenderne l’anima. La ingoiò rumorosamente e si leccò
le labbra, scoprendo i denti aguzzi e candidi. Guardò Maka, rivolgendole un
sorriso crudele.
-Andiamo Maka, ho bisogno di ancora più potere..- fece per un momento
un’espressione dubbiosa, poi tornò a sorridere in quel modo inquietante – Amo
questo potere.- disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Maka si strinse nelle braccia, osservando freddamente il macabro spettacolo del
cadavere dilaniato dell’uomo, la cui vita era andata a riversarsi attorno alle
sue viscere e sull’asfalto, tingendolo di rosso scuro.
- Sì, andiamo Soul.. – mormorò lei in risposta con un tono assente, come in trance.
riprese Soul, in forma di falce, e si diresse verso la zona dove si concentrava
la vita notturna della città di Washington, alla ricerca di nuove vite da dare
in pasto alla sua arma. Mieteva sempre cinquanta anime a notte, non una di
più,non una di meno, prima di cambiare città.
Ne mancavano quarantanove.
Maka si lasciò trascinare dal flusso di follia che le scorreva dentro
alimentata dalla sua rabbia.
. Kid deve morire, per mano mia.- sentenziò prima di gettarsi sulla folla in un
turbinio di schizzi di sangue, riflessi metallici e tulle nero svolazzante.
finì tutto dopo una manciata di minuti, in un misto grottesco di urla, terrore,
sangue e pezzi di corpi macellati.
Ne mancavano trentasette, la caccia doveva continuare.
Dopo la quindicesima anima non riuscì più a ricordare
nulla di concreto di quella notte; solo frammenti sparsi e agghiaccianti, come
spezzoni di incubi.
Erano solo immagini distorte di gente che urlava o piangeva, di ombre ai lati
del campo visivo e di una risata onnipresente, inquietante e disumana.
Ricordò un sogno strano quando si svegliò il mattino dopo nel loro rifugio
sotto la città:
si stava muovendo nel buio,stringendosi nel soprabito nero che usava quando era
una studentessa della Shibusen.
Dall’eco dei suoi passi doveva trovarsi in una stanza buia ed enorme; in
lontananza c’era una luce.
Si diresse istintivamente in quella direzione, scoprendo
che quella luce rossastra, simile a una ferita nel buio, apparteneva in realtà
a un’altra stanza più piccola e con la porta socchiusa.
dalla stanza provenivano le note di un jazz lento, ballabile e storpiato da un
giradischi con la puntina che continuava a saltare. Maka ricordava quelle note,
anche se le aveva ballate una volta sola, nella Black Room..
- Soul? – chiamò la ragazza, con la voce resa flebile dal timore.
Dalla stanza venne una risata felice e inequivocabilmente femminile,
accompagnata dalla voce che riconobbe come quella di Soul, anche se le parole
le risultarono indecifrabili.
Si accigliò e spalancò la porta con decisione, salvo trovarsi di fronte a una
scena che per lei non era concepibile. Nella stanza stavano ballando lei e
Soul, sì, ma lei non era Lei: aveva i capelli neri, era pallida e gli occhi
erano rosso sangue; mentre Soul…
Soul sembrava la copia di Ashura, con i capelli neri marchiati dagli occhi
bianchi verticali, segno proprio del Kishine il terzo occhio fisso sul viso
della sua copia.
La falsa Lei si voltò a guardarla e sorrise, mostrando un interesse crudele. –
Guarda caro.. Alla fine è arrivata.. – mormorò poi con tono mellifluo,
accarezzando il viso del ragazzo.
Soul si voltò, squadrandola da capo a piedi, l’occhio sulla sua fronte che
restava fisso sul suo viso: sembrava volerle sondare l’anima.
- S- Soul..? Sei.. tu? – balbettò Maka, impietrita dall’aura di follia che
veniva irradiata dal ragazzo. Era profonda e cupa come un abisso di pece, ma
non metteva paura come quella di Ashura, ma invitava ad abbandonarsi al suo
abbraccio, ad avvolgerti in lei.
- Sì Maka, sono io- Le rispose il ragazzo, stringendo con un braccio il fianco
della falsa Lei. Maka notò solo ora che indossavano gli abiti della Black Room.
- Avanti caro, torniamo a danzare.. Lei non è come noi, non è importante.. –
mormorò languida l’altra lei, appoggiandosi a soul con un sorriso languido.
Soul le rivolse un sorriso affascinante e la mise a tacere posandole un indice
sule labbra.
Maka fissò il suo doppio con rabbia.
- Chi è Lei? – chiese a Soul con un tono asciutto e seccato.
-Sei tu, ma non sei tu.. Non fare resistenza Maka, questa stanza è troppo
grande per me da solo.. -
-Resistenza..? – mormorò lei sospettosa.
Soul sbuffò seccato e fece un passo verso di lei.
La spinse fuori dalla stanza con un espressione fredda e sdegnata sul viso.
Maka cadde nel buio e l’ultima cosa che vide furono quei due che tornavano a
ballare sulle note del Jazz Nero …
Spirit non stava bene: il suo vecchio mondo era stato cancellato in una
manciata di secondi dal figlio di Shinigami, un dio che per lui era quasi un
amico.
Da quel momento il mondo e la sua vita erano precipitati in un tunnel senza
fine: kami era morta, Stein anche e Marie e Maka erano scomparse; peggio di
così non poteva andare...
Aveva iniziato a bere e a fumare.
Aveva anche perso la voglia di andare a donne; si sentiva distrutto dentro e
sapeva che non sarebbe passato un altro mese prima che lui impazzisse a sua
volta. Cercava anche di tenere d’occhio la linea di governo di Death the Kid,
ora proclamatosi Death Secondo, ma gli piaceva sempre meno la piega che tutto
aveva preso: da quando si era risvegliato, il ragazzo era totalmente cambiato e
ora non esitava un momento a reprimere nel sangue qualsiasi minaccia al suo
ordine.
Spesso Spirit aveva temuto che Kid si abbandonasse alla Follia, ma mai avrebbe
pensato a un esito del genere: uccidere il suo stesso padre..
Si riempì un secondo bicchiere di whiskey, abbandonandosi sul divano.
Metà della bottiglia se ne era già andata quando
suonarono al campanello. Non voleva vedere nessuno, ne tantomeno farsi vedere
da nessuno in quello stato pietoso, tuttavia in qualche modo riuscì ad
arrancare fino alla porta e a sbraitare uno strascicato “Chi schè?” al
citofono. La risposta sgarbata che ricevette e la voce che riconobbe si rifiutò
di collegarle: da quando Marie era diventata così aggressiva?
Si affrettò ad aprire e sbatté più volte le palpebre per cercare di dissipare i
fumi dell’alcool.. Sì, non aveva più alcun dubbio, era Marie, ma sembrava
un’altra.
La bionda, infatti, portava una bandana nera e lo fissava irritata tenendo le
braccia conserte sul seno prosperoso.
Notò distrattamente i pantaloni in mimetica lunghi e la T-Shirt nera e gialla,
ricucita nello stile di Stein.
Si accorse di più che non portava la solita benda sull occhio sinistro e poi di
una strana fascietta nera al braccio destro, su cui era stampato il simbolo di
shinigami attraversato in diagonale da una banda rossa.
Fu comunque l’occhio sinistro a catturare la sua attenzione: lo vide per la
prima volta da quando si conoscevano e ne restò stupito. Era un grande occhio
viola e spettrale; con lei c’era un ragazzo che gli sembrava un miscuglio di vecchi
ricordi.
Il ragazzo assomigliava decisamete a Franken da giovane; Spirit si disse che
doveva avere circa quindici anni. Aveva lo stesso taglio del dottore, ma con i
capelli color sabbia e gli occhi di un colore simile al nocciola dorato di
marie. No, un, quello sinistro, era verde chiaro, lo stesso di Stein..
Stava fissando Spirit con uno sguardo critico.
- Maestra, sei sicura che quest’ uomo può ancora aiutarci? – domandò con una
certa dose sarcasmo nella voce.
-A.. Aiutarvi..? – domandò L’uomo fissando Marie come se si fosse appena
svegliato.
-Sì, mi devi un favore Spirit, ricordalo. Quindi ci sistemeremo qui per un po’-
Spirit tentò in ogni modo di dissuaderla, ma alla fine si trovò costretto a
cederle.
Il ragazzo annunciò che avrebbe sistemato i bagagli al piano di sopra, dando a
lui e a Marie occasione per parlare
-Dunque.. Tanner è tuo figlio?- esordì spirit, ripresosi
ormai del tutto dalla sbronza. Fissò mMarie negli occhi, non senza una certa
difficoltà.
Lei si appoggiò al muro, fissandolo accigliata.
-Se così si può dire.. -
-Se così si può dire? – Spirit inarcò un sopracciglio.
Il viso di marie si rabbuiò mentre lei si domandava se raccontargli il lato
oscuro della sua vita o no mentre si si tormentava il labbro inferiore; prese
un respiro.
-Sì, è mio figlio, ed è stato concepito durante la Nostra fuga da Death City-
Con “Nostra” Spirit capì che si trattava della caccia a Justin Law.
-E così avete trovato anche il tempo di divertirvi eh? -
ghignò Spirit, per essere subito zittito da un’occhiataccia furiosa della
Bionda. –Scusa- si affrettò a dire: per lei la perdita del Dottore doveva
essere stata ancora più tragica di quel che immaginava..
- Ne io ne lui pensavamo che fossi incinta, il pancione iniziò a crescere dopo
la battaglia sulla Luna, però.. – marie sospirò di nuovo. – Però il bambino
nacque morto-
-Ma allora..? – Spirit guardò verso le scale.
-Stein. Fece l’impossibile per portarlo in vita, perfino..-
-Rubare Brew.. – concluse l’uomo,con l’aria di chi aveva avuto un’illuminazione
improvvisa: il furto di Brew era avvenuto quasi quindici anni prima in
circostanze misteriose e senza che nessuno se ne accorse per parecchi giorni.
Le date coincidevano.
Marie annuì – Brew fece rinascere nostro figlio, ma lo cambiò. -
-Lo cambiò?- Spirit era davvero intrigato da quella storia, e certamente dal
coragio mostrato dal suo vecchio amico.
-Si fuse col corpo del neonato, modificandogli l’anima e il DNA… Tanner è una
bomba ad orologeria-
La donna si conficcò le unghie nelle braccia fino a lasciarsi dei segni molto
marcati sulla pelle.
- Marie..-
- Sto bene. Dicevo.. Il ragazzo è diventato uno shinigami.-
Spirit, che stava di nuovo bevendo dalla bottiglia di wiskey, quasi si strozzò.
–U.. Uno shinigami?!- tossicchiò.
Marie annuì – Già, e non solo, Tanner sembra anche essere un Grigori, a quanto
diceva Stein.. Era orgoglioso dei suoi progressi.. – un sorriso nostalgico le
increspò le labbra per qualche momento, ma quando incrociò di nuovo lo sguardo
di Spirit si spense subito.
- La verità è che io non essere come lui.. e mi spaventa il potere nascosto
dentro mio figlio.. -
Spirit si alzò dal divano e andò a cingerle le spalle con le braccia. – Ho capito..
Dovresti andare a riposare, sarà stato un viaggio lungo, da Roma a qui..-
Marie lo scansò con freddezza – Aiuta Tanner a capire quello che c’è dentro di
lui, invece di perdere tempo con me. – mormorò prima di prendere le scale per
il piano di sopra. Si fermò a metà del terzo scalino – Ah, Spirit..? -
-Dimmi..- lui la fissò preoccupato.
- Sto per dare il via a una rivoluzione; Kid ha passato il segno- Dichiarò lei
con decisione.
Spirit osservò l’amica con un sorriso triste – Sei proprio cambiata Marie. –
mormorò.
-Sono stanca di piangere e aspettare- gli rispose, prima di salire al piano di
sotto.
-Buonanotte- Le disse Spirit, tornando al liquore con la forte sensazione che
non sarebbe bastato per quella notte. “Il mondo sta davvero impazzendo...”
pensòguardando la luna purpurea nel cielo.
-Dove sei maka..? -