I can lend you broken parts

di SummerRestlessness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cursed ***
Capitolo 2: *** Solo ***
Capitolo 3: *** Rescue her ***



Capitolo 1
*** Cursed ***


1. Cursed

 

Said i’d never leave her
‘cause her hands fit like my tshirt,
Tongue tied over three words,
cursed.

 

Lo perde di vista un attimo, Liam. Sadie si gira verso destra perchè pensa di aver sentito un rumore, come un scricchiolio di passi leggero. Lui è davanti a lei, un po' spostato sulla sinistra, mentre gli altri seguono dietro di loro. Formano un piccolo gruppo di persone abbastanza compatto, che cammina nella semioscurità in perfetto silenzio e con circospezione. Sono in un supermercato che dovrebbe essere deserto, ma la prudenza non è mai troppa quando si parla dei Nemici.

Lo perde di vista giusto un attimo, quindi, ma è abbastanza. Subito si sente tirare indietro da qualcosa di saldo che l'afferra e si accorge di tutto troppo tardi per ribellarsi o per guardare meglio il punto in cui, pochi secondi prima, c’era Liam. Viene strattonata e in un attimo si trova in un buio ancora più denso di quello all'esterno, in uno spazio angusto schiacciata contro forse uno scaffale, con un paio di occhi davanti ai suoi, a pochi centimetri.

Occhi scuri e luminosi, spalancati e atterriti, ma comunque pronti e sicuri.

Zayn.

Prima che lei possa dire qualsiasi cosa, lui le preme una mano sulla bocca e con l’indice dell'altra sulla sua le fa segno di stare in silenzio. Fa in tempo solo a capire tutto questo, sarà passato un secondo in tutto, quando sente un rumore alle loro spalle, come uno sparo e poi il rumore sordo di qualcosa di piuttosto pesante che viene trascinato via. Non si tratta di casse di cibo. Le loro voci le riconosce subito, aspre e acute, e il pensiero che non ci sia nessun altra voce la allarma, anche se sul momento non capisce bene perchè. La sua mente ancora brancola in una sorta di nebbia, ha avuto poco tempo per rielaborare le informazioni, è successo tutto troppo in fretta. Sadie mette insieme i pezzi solo quando vede il dolore negli occhi di Zayn e il suo sguardo abbassarsi all’udire quei suoni; allora realizza tutto in un secondo e in quel secondo vorrebbe solo urlare un nome, ma per fortuna la mano di Zayn è ancora ben premuta sulla sua bocca. Un solo pensiero le riempie la testa che minaccia di esplodere se non lo farà uscire in qualche modo.

Liam.

E una seconda parola che racchiude tutto il resto, tutti i suoi pensieri in quel momento, e che stavolta sussurra sul palmo di Zayn: «No».

Una lacrima scivola leggera e solitaria sulla sua guancia, fino a bagnare anche la mano del ragazzo, che annuisce piano, finalmente lasciando la presa. Il secondo istinto di Sadie, a distanza di qualche millesimo di secondo, è l’impulso rabbioso di andare da lui. Di trovare Liam e riportarlo indietro. Fa una sorta di scatto da un lato, ma Zayn è più veloce di lei e intuisce subito cosa vuole fare, forse perchè anche i suoi pensieri hanno seguito lo stesso percorso. Fa in tempo a trattenerla per un fianco con una presa decisa, poi la guarda dritta negli occhi e sussurra: «È finita, lo sai anche tu. Non c'è più niente da fare». Le sue parole sono dure, fredde, ma lo sguardo al contrario è dolce e addolorato. E lei lo sa, capisce che la sta solo proteggendo, che lo fa per il suo bene, ma in quel momento vorrebbe solo prenderlo a schiaffi e scappare, inseguire quei mostri e... Solo a quel punto, seguendo il filo dei suoi pensieri, se ne rende conto davvero. Non c'è più niente che possa fare. Niente riporterà Liam indietro. Anche se li seguisse, anche se li trovasse, non c'è più niente da fare. E quel pensiero le fa cedere le ginocchia; d'un tratto il buio la inghiotte e mentre scivola verso il basso le sembra di sentire, lontano da qualche parte sopra di lei, un imprecazione sussurrata da una voce familiare.

Poi, il nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.D.Summer

Oddio, cos’ho scritto? Boh. E pensare che è solo l’inizio. Ebbene sì, c’è un capitolo due, è più lungo e spiega molte più cose. Non so più cosa pensare, non so più ciò che dico, né tantomeno ciò che scrivo. Sogno cose e le scrivo. È solo che mi serve e quindi va be’, qualunque cosa esca io la pubblico, doh. Per ora, be’, Sadie e Liam stavano insieme e ora Liam è sparito, forse rapito dai simpatici alieni. Si capiva, no? :S

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Capitolo 2
*** Solo ***


2. Solo

 

Now she’s feeling solo,

Hole in the middle of my heart like a polo

 

Sono passati forse dieci giorni, quando Zayn torna a casa ferito. Ed è ancora troppo presto, ma Sadie non ci puó fare niente. La sua, di ferita, non si è ancora rimarginata, e forse non lo farà tanto presto.

In quei dieci giorni Zayn non le ha permesso di andare in missione a cercare cibo e si è occupato di lei per tutto il tempo. Le ha fatto cadere in grembo casualmente piccoli lavori che la tenessero impegnata, ha fatto in modo che avesse sempre compagnia, che fosse Harry con le sue carezze dolci o Louis con le sue battute per tirarla su di morale, o Niall con i suoi sorrisi. E i primi giorni, quando tutto ció che lei voleva fare era starsene a letto a piangere, le aveva portato da mangiare e da bere. Ha lasciato che si isolasse dal mondo, che piangesse, perchè sapeva che era così che doveva andare, che lei doveva tirare fuori il dolore per non permettergli di rovinarle la vita. Che doveva piangere Liam per poterlo lasciar andare. Liam, che era stato tutto il suo mondo, anche prima dell'Avvento.

Lui e Sadie si erano conosciuti a una festa come un'altra, che in realtà si era rivelata per lei la più importante di tutte. Le era subito piaciuto quel ragazzo umile, genuino e generoso, sempre gentile con tutti. I suoi occhi profondi e sinceri, il suo sorriso rassicurante, la sua risata stupida, il modo in cui tutti, soprattutto i suoi amici, sembravano sempre ruotare intorno a lui, orbitare attorno alla sua figura, attirati dalla sua forza di gravità. Si erano conosciuti quella sera, erano usciti la sera successiva e da allora si erano visti ogni giorno. Harry li aveva soprannominati “2in1” e faceva un mare di smorfie ogni volta che i due si abbracciavano, si baciavano, si dividevano un frappè alla fragola o semplicemente si isolavano dal mondo, persi l’uno negli occhi dell’altra. In fondo però le voleva bene, tutti gliene volevano, anche se qualcuno, come Zayn, glielo dimostrava meno. Semplicemente per il momento era la prima ragazza entrata a far parte del loro gruppo di amici, per cui gli altri facevano un po’ fatica ad accettarla. Ma si vedeva che tutti, compreso Zayn, anzi soprattutto Zayn, che era il più legato a Liam, erano felici del fatto che lo rendesse felice.

Uscivano da un mese circa, quando era successo il Finimondo. Non si sapeva da dove fossero arrivate quelle creature, se dallo spazio o, come qualcuno diceva, dal sottosuolo. Erano creature simili agli umani, ma più grandi e dotate di una specie di corazza più dura della pelle umana, che emanava una specie di aura bianca. Probabilmente, si erano organizzate, rubando e costruendo armi potenti e al momento opportuno ne avevano approfittato per scatenare quello che ora veniva chiamato l’Apocalisse o il Finimondo. Avevano invaso nello stesso momento tutti gli angoli della terra, distrutto tutti i sistemi di comunicazione umani, catturato e ucciso la maggiorparte della popolazione. Li chiamavano semplicemente Nemici, proprio perché non sapevano da dove venissero, né chi fossero. Liam e Sadie al momento dell’Apocalisse si trovavano con gli altri al Simon’s Cafè, loro luogo di ritrovo, e si stavano appunto dividendo un frappè alla fragola, con grande disgusto di Harry. Erano bastati pochi secondi e tutto era crollato intorno a loro; potevano osservare dalle vetrate del negozio il loro mondo andare in pezzi solo l’attacco dei Nemici, impotenti, mentre quel cafè sembrava essere un baluardo della civiltà umana ed era rimasto intatto, proteggendoli. Non sapendo cosa pensare, cosa fare, avevano aspettato che la situazione si calmasse e quando erano finalmente usciti in strada la città era praticamente stata rasa al suolo. In qualche giorno, dopo aver realizzato la situazione, si erano organizzati insieme a tutti i superstiti del Simon’s Cafè e avevano iniziato a creare una comunità e a riportare un po’ di normalità nelle loro vite, nonostante fossero costantemente accerchiati dai Nemici. Avevano trasformato il locale in una casa accogliente e per un po’ le provviste erano bastate; poi però avevano dovuto avventurarsi a cercare altro cibo, altra acqua e altre beni necessari, come vestiti e sapone. A poco a poco avevano conquistato gli appartamenti di fianco al cafè, spesso anche combattendo contro i Nemici. Non sapevano niente delle proprie famiglie, né delle condizioni del resto del mondo: non era stato affatto facile, soprattutto all’inizio, ma in qualche mese erano riusciti a creare una vita che avesse qualche parvenza di normalità.

 

In quei mesi il legame tra Liam e Sadie era maturato e si era fatto più intenso. Lei non avrebbe mai pensato che potesse succedere, eppure l'aveva amato ancora di più. Aveva scoperto che era un leader nato e, anche se non sorrideva più spesso come prima, cercava sempre di tenere il morale alto a tutti. Prendeva decisioni difficili e combatteva coraggiosamente quando era necessario; ma era anche generoso e premuroso con i più deboli. Al suo fianco, lei qualche volta si sentiva fragile e incapace, nonostante fosse molto fiera di lui. Allora si dava ancora di più da fare: era una delle poche ragazze che partecipavano alle spedizioni per cercare cibo, cucinava, aiutava a tenere a bada i più piccoli, partecipava alle riunioni su decisioni importanti. Lui la rendeva migliore: le faceva venir voglia di fare di più e meglio, di cambiare le cose. Le dava speranza: lui era sempre ottimista, o almeno sapeva che mostrarsi ottimisti davanti agli altri era la cosa giusta da fare per non farli cadere nella disperazione. Sapeva benissimo che la situazione era tragica, ma sapeva anche che piangersi addosso era inutile. Lei invece era più pessimista: a volte si faceva prendere dallo sconforto talmente tanto che sbottava in frasi come "tanto è tutto inutile", guadagnandosi le occhiatacce di lui. Ma non era arrabbiato davvero: le prendeva la mano e gliela stringeva forte e quel semplice gesto bastava a ridarle un po' di fiducia e di coraggio. Lui era la sua colonna di marmo.

E ora che gliel'hanno portato via, Sadie è crollata miseramente. Zayn l'ha accudita in tutto per una settimana circa, poi finalmente lei si è decisa a uscire dalla sua nuova stanza. Non ha più voluto dormire in quella che divideva con Liam, non l'avrebbe sopportato. Zayn per dieci giorni non è nemmeno andato in missione, per non lasciarla. Sadie non si è nemmeno chiesta perché lo facesse: era il migliore amico di Liam, era ovvio che si sentisse in dovere nei suoi confronti. Il decimo giorno, peró, ha dovuto necessariamente andare con gli altri, complice un'influenza che ha messo ko Louis e Harry, cioè quasi metà degli Esploratori.

Quando lo portano dentro, lei sta contando le scatole di fagioli che sono rimaste nella dispensa. Vede subito che Zayn non riesce a stare in piedi da solo, ma rifiuta l'aiuto di Niall che vorrebbe sorreggerlo. Allora corre verso di lui e lo fa sedere sul divano del salotto.

«Cos'è successo?» gli chiede preoccupata.

Lui sorride ma non riesce del tutto a nascondere una smorfia di dolore: «Non è niente...»

Sadie scuote la testa: non può credere che anche in quel momento lui stia tentando di proteggerla e di essere forte e strafottente. Non riesce neanche a stare in piedi!

«Fa vedere» gli intima e senza dargli il tempo di ribattere inizia a togliere i pezzi di jeans sbrindellati e coperti di sangue all'altezza del suo ginocchio sinistro. C'è una ferita piuttosto profonda che taglia la carne in orizzontale, proprio sotto la rotula. Lei esamina la ferita in fretta: «Per fortuna non è arrivato ai legamenti…»

«Già» fa lui, ma la sua voce è così flebile che la costringe a spostare lo sguardo sul suo viso. È pallidissimo e ha delle occhiaie piuttosto marcate.

«Forse dovresti sdraiarti, potresti avere anche tu l'infl...» inizia a dirgli.

«Sto benissimo» ribatte lui testardo. Lei alza gli occhi al cielo e per qualche strano motivo le viene da sorridere. «Il solito» mormora mentre si alza per andare a prendere la cassetta del pronto soccorso, non prima di avergli intimato «Non ti muovere».

 

«Quanto ci metterà Zayn a guarire?»

Niall sta seduto vicino al camino acceso della casa in cui ora dormono loro cinque e le rivolge questa domanda dal nulla, mentre passa diretta al bagno.

«Non ne ho idea, non sono un medico, Niall» gli sorride, temendo di essere stata troppo dura. Niall è l’ultima persona al mondo che meriterebbe di essere trattato male. «Vedremo» continua poi «Credo che abbia preso anche lui l'influenza…»

Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle proprie mani e annuisce piano. Poi, dal nulla, dice: «Era distratto… Per questo è successo. È stato stupido, è scivolato e si è tagliato con una lattina» ridacchia amaro «Con tutti i pericoli che ci sono, lui si va a tagliare con una lattina. Si vedeva proprio che aveva la testa altrove...» conclude, alzando gli occhi azzurrissimi su di lei. Per un attimo le sembra che abbia un tono allusivo. Che le stia dando la colpa di qualcosa. Certo, è preoccupato per Zayn, ma… Cosa puó voler dire? Da cosa è distratto Zayn? Niall si alza e se ne va, lasciandola immobile in mezzo alla stanza con la testa che turbina di pensieri.

 

Quando finalmente torna in salotto, Zayn è sprofondato al suo posto sul divano, ancora tenacemente seduto in qualche modo, e ha gli occhi quasi chiusi. Gli si siede di fianco con attenzione e in silenzio e inizia a medicare la ferita. Non appena versa l’alcol sulla ferita sente una specie di lamento tra i denti dietro di sé e con la coda dell' occhio vede che il ragazzo si è tirato su a sedere un po' più composto ed è più vicino a lei.

«Mi spiace di non aver fatto niente» le dice dopo qualche secondo, quasi in un sussurro.

«In che senso?» risponde lei senza capire. Probabilmente è la febbre che lo fa straparlare. Lei non c’era nemmeno quando si è ferito.

«Dieci giorni fa. Con... Liam».

Lei ha un piccolo sussulto. Loro due non hanno mai più parlato di quello che è successo quel giorno. Lei dava per scontato che non ci fosse niente di cui parlare e che farlo avrebbe solo peggiorato le cose. Invece lui si sentiva in colpa. Si è sentito in colpa per tutto quel tempo.

«Potevo fermarli. Potevo seguirli. Potevo... non so, fare qualcosa. E invece non ho fatto niente».

Lei non si gira verso di lui per non permettergli di vedere che ha gli occhi inondati di lacrime: «No, avevi ragione tu. Non avremmo potuto fare niente».

«Eppure…» continua lui con voce roca, come se stesse lottando contro qualcosa «Ci deve essere stato qualcosa che avremmo potuto...»

«Devi lasciarlo andare, Zayn» replica lei, finalmente voltandosi verso di lui e trovandosi il suo viso vicino a quello di lui «Io l'ho fatto e ora è tutto molto più facile».Gli mente guardandolo negli occhi, perchè sa che è di questo che lui ha bisogno. Lui rimane a bocca aperta per qualche secondo, ma non abbassa lo sguardo.

«Sei così bella» dice dopo un po' e la semplicità di quell'affermazione la fa sussultare.

«L’ho sempre pensato e lo penso tuttora, anche senza trucco, anche sporca, anche senza bei vestiti... ma non avevo mai notato quanto fossi bella anche dentro.»

Quelle frasi sono molto più di quanto il cuore di Sadie possa reggere in quel momento e quello che lui aggiunge poco dopo, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio con le dita, le dà il colpo di grazia: «Non ho mai invidiato Liam per niente, gli volevo troppo bene… se non per te».

Si avvicina a lei, le sue labbra ormai vicinissime e per un momento lei è immobilizzata e non riesce, non vuole, muoversi. Sa cosa sta per succedere e non si sposta. Poi la campanella d'allarme risuona per tutta la casa, per tutto il quartiere, e loro si allontanano in fretta. Non c'è tempo nemmeno per uno sguardo smarrito o di scuse, perchè tutti iniziano a sciamare da una stanza all'altra e presto il caos li assorbe, facendo dimenticare loro qualsiasi cosa che non sia la guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.D.Summer

Mah.

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Capitolo 3
*** Rescue her ***


3. Rescue her

Would you lay down in my arms

and rescue me?

 

Zayn e Niall sono a capo della spedizione per cercare cibo. Zayn è fin troppo conscio del fatto che l’ultima volta che è stato in missione, esattamente dieci giorni prima, Liam è stato catturato. Non ha il coraggio nemmeno di pensare alla parola “ucciso”, per ora, nonostante nella sua mente sia praticamente sicuro che sia così. Da allora l’unico suo pensiero è stato quello di accertarsi che gli altri che erano con lui quel giorno stessero bene. Gli amici più cari di Liam, cioè Harry, Louis e Niall, sono tutti diventati più silenziosi da allora. A Zayn sembra di non aver più visto Niall sorridere, mentre Louis è diventato ancora più scontroso del solito; ma se prima lo faceva con ironia, ora sembra solo amareggiato. Harry ha passato una giornata, la seconda, in camera di Sadie e ne è uscito ancora più distrutto di prima, con gli occhi arrossati e gonfi e quasi senza reggersi in piedi. Louis l’ha abbracciato forte quando l’ha visto ridotto in quel modo e a Zayn è sembrato di vedergli versare una lacrima, anche se lui nascondeva il viso nella camicia di flanella logora dell’altro.

Zayn non ha pianto. Ha stretto forte la coperta tra i pugni, quella notte e ha morso il cuscino per non urlare. Ma non ha versato nemmeno una lacrima. È stato sveglio tutta la notte ad ascoltare nel buio, cercando di carpire qualche rumore che arrivasse dalla stanza di Sadie. Mille volte quella notte ha pensato di alzarsi dal letto e di entrare in quella stanza, ma non l’ha mai fatto. Ha messo Sadie a dormire nella stanza di fianco alla sua per poterla controllare meglio, ma nessuno sa che è quello il motivo: ha semplicemente implicato che quella fosse la soluzione più comoda, visto che Sadie di sicuro non avrebbe voluto dormire nella stanza che divideva con Liam, e gli altri gli hanno dato ragione.

È andato da lei solo il terzo giorno: il giorno dopo la scomparsa di Liam ha pensato di lasciarle il suo spazio per piangerlo da sola, mentre il secondo ha semplicemente avuto paura di andare da lei, quindi ha chiesto a Harry di andare a farle un po’ di compagnia. È andata a finire che Harry è rimasto sepolto in quella stanza buia con lei tutto il giorno e Zayn ha passato quelle ventiquattr’ore a mangiarsi le unghie. Quando finalmente è ricomparso non ha avuto il cuore di chiedergli come stava lei, anche se dalle condizioni pietose di lui era abbastanza ovvio. Perciò si è fatto forza, il terzo giorno; prima si è dato dello stupido, del fifone, del buono a nulla e poi finalmente ha bussato a quella porta, con la scusa di portarle il pranzo. Da quel momento in poi è diventato il responsabile unico dei suoi pasti: quella prima volta non l’ha nemmeno guardata negli occhi, ma ha semplicemente appoggiato il vassoio sulla scrivania della stanza e le ha detto «Dovrai pur mangiare qualcosa». Quando è tornato quella sera con la cena e ha visto che lei non aveva toccato il cibo nel vassoio, l’ha finalmente guardata. Gli si è stretto lo stomaco a vederla così, con i capelli più arruffati del solito e gli occhi lucidi gonfi di pianto, seduta sul bordo del letto con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo perso. È andato a sedersi di fianco a lei e quando le ha passato una mano sulla guancia per asciugarla lei gli si è gettata tra le braccia, stringendolo forte. Zayn si è sentito come se avesse ricominciato a respirare dopo giorni di apnea. E allora non ha potuto fare altro che tenerla stretta e tornare più spesso da lei, ancora e ancora.

Non è successo subito, ma dopo qualche giorno Sadie ha smesso di piangere continuamente e nei suoi occhi è riapparsa una parvenza di luce, seppure flebile. Ha  ripreso a mangiare, a fare piccole mansioni in casa, a parlare con qualcuno. Zayn non ha avuto il cuore di lasciarla, ma poi Louis e Harry si sono ammalati e lui ha dovuto uscire in missione con Niall e altri due ragazzi un po’ più inesperti.

Per qualche motivo, però, non riesce a concentrarsi. Per qualche motivo, anche ora che dovrebbe prestare attenzione perché è all'esterno e quindi continuamente esposto al rischio di incontrare dei Nemici, continua a ripercorrere con la mente gli avvenimenti di dieci giorni prima, tutto tranne il momento preciso in cui Liam è stato rapito, che non riesce a ricordare con precisione. Che forse non vuole ricordare. Ma tutto quello che è successo poco dopo, lo vede davanti ai suoi occhi come se fosse oggi.

Dieci giorni prima

Zayn impreca sottovoce un “Maledizione” mentre Sadie si accascia ai suoi piedi. La afferra appena prima che tocchi il suolo. Non sa se essere più preoccupato per il rumore, che potrebbe attirare qualche Nemico ancora lì nei paraggi, o se per lei. Tende l’orecchio ma non sente niente. In tutto questo quasi non si è quasi accorto che ha Sadie tra le braccia. Proprio Sadie. La ragazza di Liam, ricorda a sé stesso. Inspira forte. Ok, ce la può fare. Deve farlo per lei, per Liam e soprattutto per se stesso. Le mani gli tremano quando pensa che non avrebbe mai immaginato di poterla stringere così. Deve riscuotersi un attimo per ricordare che Sadie è svenuta e quando lo fa si accorge che è calda, forse troppo, e leggera, anche questo forse troppo. Zayn ha notato, non che la osservi spesso, che da qualche tempo lei non mangia più molto, e non per la scarsità di cibo - di quello ultimamente ne hanno abbastanza, avendo scovato proprio quel supermercato non troppo lontano dal Simon’s Cafè. Forse è perché ha perso tutta la sua famiglia, un po’ come tutti loro, forse è perché sta perdendo la speranza di ritrovare qualcuno sano e salvo. Chiunque. O forse sta semplicemente perdendo la speranza in qualsiasi cosa che non sia la vita che stanno facendo ora, che può a malapena definirsi “vita”. Cosa farà adesso che ha perso anche Liam? Il ricordo di quello che è successo solo qualche secondo prima lo fa trasalire e un rivolo di sangue gli scorre in gola: si accorge solo allora che si stava mordendo le labbra con troppa forza. Deglutisce e spera che insieme al sapore metallico sul palato se ne vada anche il pensiero di Liam, ma non succede. Il suo migliore amico non c’è più. Prima che gli occhi gli si inondino di lacrime, cosa a cui non è affatto abituato, si costringe a ricordare che non è il momento di pensare a chi non c’è. Soprattutto, bisogna sempre pensare prima a chi è rimasto. E in quel momento, con Sadie svenuta tra le braccia, proprio lei, la ragazza del suo migliore amico, non può fare altro che pensare a lei.

Zayn rimane in ascolto ancora qualche minuto, sistemandosi Sadie in braccio in modo da poterla trasportare, sempre cercando di fare meno rumore possibile. Gli altri devono essersi allontanati subito quando sono apparsi i Nemici… chissà se qualcuno avrà visto quello che è successo. Lui era appena dietro Sadie e stava guardando nella sua direzione perché lei sembrava aver sentito qualcosa, quando Liam è stato catturato. Ha agito d’istinto, l’ha portata in salvo senza quasi accorgersene. Si sporge un poco tra gli scaffali e si guarda intorno, da ogni lato: nient’altro che buio e silenzio. Esce piano dal suo nascondiglio e inizia a camminare circospetto, ma prima incrocia le dita di entrambe le mani, non perché sia supersizioso ma perché glielo ha insegnato Sadie e gli sembra giusto così. Gli viene quasi da sorridere, ma poi vede il suo volto pallido e senza sensi appoggiato alla sua spalla e sente di nuovo quella stretta al cuore. Liam non c’è più. E allora si mette a camminare un po’ più velocemente.

Quando arriva alla base tutti già sanno di Liam, a giudicare dal frastuono che lo accoglie. Sembra siano tutti riuniti nel cafè e tutti parlano ad alta voce; vede Louis, che evidentemente è tornato prima di lui dalla spedizione, al centro della sala circondato da tutti gli altri che parla piano e gesticola come per mimare degli avvenimenti, a tratti guardando verso una finestra, preoccupato. Niall gli sta vicino e ogni tanto gli dà una pacca sulla spalla e si copre la bocca con una mano. Zayn cerca con gli occhi l’ultimo dei suoi amici e non gli ci vuole molto a scovarlo, seguendo la direzione delle occhiate di Louis: Harry è seduto in disparte sul davanzale di una finestra e guarda fuori con lo sguardo vuoto, asciugandosi di tanto in tanto una lacrima con la manica logora del maglione. Nessuno fa caso a Zayn per un po', fino a quando Niall si accorge per caso della sua presenza e di Sadie tra le sue braccia. Quando tutti si girano verso di lui, è come se fosse diventato sordo e se i suoi riflessi fossero rallentati. Vede i volti delle persone con cui vive da mesi, li vede aprire la bocca e fare mille domande al rallentatore, vede Niall prendere Sadie dalle sue braccia dicendogli qualcosa che non capisce e dirigersi verso il loro appartamento, appena sopra il cafè, vede la sua espressione preoccupata, ma non sente niente. È come se osservasse la scena al di fuori del suo corpo e non può muoversi, parlare o respirare. Poi Sadie apre gli occhi per un istante e le sue labbra formano una parola che pronuncia con voce flebile mentre viene portata via da lui: «Zayn». È solo allora che si riscuote e, incurante del frastuono che lo assale, corre al fianco di Niall e le prende una mano fredda, sussurrandole «Sono qui, Sad. Sono qui». E non importa nient’altro.

È arrivato a questo punto dei suoi pensieri Zayn, quando inciampa su qualcosa e un dolore acuto alla gamba lo riporta alla realtà.

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