I can lend you broken parts di SummerRestlessness (/viewuser.php?uid=94316)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cursed ***
Capitolo 2: *** Solo ***
Capitolo 3: *** Rescue her ***
Capitolo 1 *** Cursed ***
1. Cursed
Said i’d never leave her
‘cause her hands fit like my tshirt,
Tongue tied over three words,
cursed.
Lo perde di vista un attimo, Liam. Sadie si gira verso
destra perchè pensa di aver sentito un rumore, come un scricchiolio di passi
leggero. Lui è davanti a lei, un po' spostato sulla sinistra, mentre gli altri
seguono dietro di loro. Formano un piccolo gruppo di persone abbastanza
compatto, che cammina nella semioscurità in perfetto silenzio e con
circospezione. Sono in un supermercato che dovrebbe essere deserto, ma la
prudenza non è mai troppa quando si parla dei Nemici.
Lo perde di vista giusto un attimo, quindi, ma è abbastanza.
Subito si sente tirare indietro da qualcosa di saldo che l'afferra e si accorge
di tutto troppo tardi per ribellarsi o per guardare meglio il punto in cui,
pochi secondi prima, c’era Liam. Viene strattonata e in un attimo si trova in
un buio ancora più denso di quello all'esterno, in uno spazio angusto
schiacciata contro forse uno scaffale, con un paio di occhi davanti ai suoi, a
pochi centimetri.
Occhi scuri e luminosi, spalancati e atterriti, ma comunque
pronti e sicuri.
Zayn.
Prima che lei possa dire qualsiasi cosa, lui le preme una
mano sulla bocca e con l’indice dell'altra sulla sua le fa segno di stare in
silenzio. Fa in tempo solo a capire tutto questo, sarà passato un secondo in
tutto, quando sente un rumore alle loro spalle, come uno sparo e poi il rumore sordo
di qualcosa di piuttosto pesante che viene trascinato via. Non si tratta di
casse di cibo. Le loro voci le riconosce subito, aspre e acute, e il pensiero
che non ci sia nessun altra voce la allarma, anche se sul momento non capisce
bene perchè. La sua mente ancora brancola in una sorta di nebbia, ha avuto poco
tempo per rielaborare le informazioni, è successo tutto troppo in fretta. Sadie
mette insieme i pezzi solo quando vede il dolore negli occhi di Zayn e il suo
sguardo abbassarsi all’udire quei suoni; allora realizza tutto in un secondo e
in quel secondo vorrebbe solo urlare un nome, ma per fortuna la mano di Zayn è
ancora ben premuta sulla sua bocca. Un solo pensiero le riempie la testa che
minaccia di esplodere se non lo farà uscire in qualche modo.
Liam.
E una seconda parola che racchiude tutto il resto, tutti i
suoi pensieri in quel momento, e che stavolta sussurra sul palmo di Zayn: «No».
Una lacrima scivola leggera e solitaria sulla sua guancia,
fino a bagnare anche la mano del ragazzo, che annuisce piano, finalmente
lasciando la presa. Il secondo istinto di Sadie, a distanza di qualche
millesimo di secondo, è l’impulso rabbioso di andare da lui. Di trovare Liam e riportarlo
indietro. Fa una sorta di scatto da un lato, ma Zayn è più veloce di lei e intuisce
subito cosa vuole fare, forse perchè anche i suoi pensieri hanno seguito lo
stesso percorso. Fa in tempo a trattenerla per un fianco con una presa decisa,
poi la guarda dritta negli occhi e sussurra: «È finita, lo sai anche tu. Non
c'è più niente da fare». Le sue parole sono dure, fredde, ma lo sguardo al
contrario è dolce e addolorato. E lei lo sa, capisce che la sta solo
proteggendo, che lo fa per il suo bene, ma in quel momento vorrebbe solo
prenderlo a schiaffi e scappare, inseguire quei mostri e... Solo a quel punto,
seguendo il filo dei suoi pensieri, se ne rende conto davvero. Non c'è più
niente che possa fare. Niente riporterà Liam indietro. Anche se li seguisse,
anche se li trovasse, non c'è più niente da fare. E quel pensiero le fa cedere
le ginocchia; d'un tratto il buio la inghiotte e mentre scivola verso il basso le
sembra di sentire, lontano da qualche parte sopra di lei, un imprecazione
sussurrata da una voce familiare.
Poi, il nulla.
N.D.Summer
Oddio, cos’ho scritto? Boh. E pensare che è solo l’inizio.
Ebbene sì, c’è un capitolo due, è più lungo e spiega molte più cose. Non so più
cosa pensare, non so più ciò che dico, né tantomeno ciò che scrivo. Sogno cose
e le scrivo. È solo che mi serve e quindi va be’, qualunque cosa esca io la
pubblico, doh. Per ora, be’, Sadie e Liam stavano insieme e ora Liam è sparito,
forse rapito dai simpatici alieni. Si capiva, no? :S
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Capitolo 2 *** Solo ***
2. Solo
Now
she’s feeling solo,
Hole in
the middle of my heart like a polo
Sono passati forse dieci
giorni, quando Zayn torna a casa ferito. Ed è ancora troppo presto, ma Sadie
non ci puó fare niente. La sua, di ferita, non si è ancora rimarginata, e forse
non lo farà tanto presto.
In quei dieci giorni Zayn non
le ha permesso di andare in missione a cercare cibo e si è occupato di lei per
tutto il tempo. Le ha fatto cadere in grembo casualmente piccoli lavori che la
tenessero impegnata, ha fatto in modo che avesse sempre compagnia, che fosse
Harry con le sue carezze dolci o Louis con le sue battute per tirarla su di
morale, o Niall con i suoi sorrisi. E i primi giorni, quando tutto ció che lei voleva
fare era starsene a letto a piangere, le aveva portato da mangiare e da bere.
Ha lasciato che si isolasse dal mondo, che piangesse, perchè sapeva che era
così che doveva andare, che lei doveva tirare fuori il dolore per non
permettergli di rovinarle la vita. Che doveva piangere Liam per poterlo lasciar
andare. Liam, che era stato tutto il suo mondo, anche prima dell'Avvento.
Lui e Sadie si erano
conosciuti a una festa come un'altra, che in realtà si era rivelata per lei la
più importante di tutte. Le era subito piaciuto quel ragazzo umile, genuino e
generoso, sempre gentile con tutti. I suoi occhi profondi e sinceri, il suo
sorriso rassicurante, la sua risata stupida, il modo in cui tutti, soprattutto
i suoi amici, sembravano sempre ruotare intorno a lui, orbitare attorno alla
sua figura, attirati dalla sua forza di gravità. Si erano conosciuti quella
sera, erano usciti la sera successiva e da allora si erano visti ogni giorno.
Harry li aveva soprannominati “2in1” e faceva un mare di smorfie ogni volta che
i due si abbracciavano, si baciavano, si dividevano un frappè alla fragola o
semplicemente si isolavano dal mondo, persi l’uno negli occhi dell’altra. In
fondo però le voleva bene, tutti gliene volevano, anche se qualcuno, come Zayn,
glielo dimostrava meno. Semplicemente per il momento era la prima ragazza
entrata a far parte del loro gruppo di amici, per cui gli altri facevano un po’
fatica ad accettarla. Ma si vedeva che tutti, compreso Zayn, anzi soprattutto
Zayn, che era il più legato a Liam, erano felici del fatto che lo rendesse felice.
Uscivano da un mese circa,
quando era successo il Finimondo. Non si sapeva da dove fossero arrivate quelle
creature, se dallo spazio o, come qualcuno diceva, dal sottosuolo. Erano creature
simili agli umani, ma più grandi e dotate di una specie di corazza più dura
della pelle umana, che emanava una specie di aura bianca. Probabilmente, si
erano organizzate, rubando e costruendo armi potenti e al momento opportuno ne
avevano approfittato per scatenare quello che ora veniva chiamato l’Apocalisse
o il Finimondo. Avevano invaso nello stesso momento tutti gli angoli della
terra, distrutto tutti i sistemi di comunicazione umani, catturato e ucciso la
maggiorparte della popolazione. Li chiamavano semplicemente Nemici, proprio
perché non sapevano da dove venissero, né chi fossero. Liam e Sadie al momento
dell’Apocalisse si trovavano con gli altri al Simon’s Cafè, loro luogo di
ritrovo, e si stavano appunto dividendo un frappè alla fragola, con grande disgusto
di Harry. Erano bastati pochi secondi e tutto era crollato intorno a loro; potevano
osservare dalle vetrate del negozio il loro mondo andare in pezzi solo l’attacco
dei Nemici, impotenti, mentre quel cafè sembrava essere un baluardo della
civiltà umana ed era rimasto intatto, proteggendoli. Non sapendo cosa pensare,
cosa fare, avevano aspettato che la situazione si calmasse e quando erano
finalmente usciti in strada la città era praticamente stata rasa al suolo. In
qualche giorno, dopo aver realizzato la situazione, si erano organizzati
insieme a tutti i superstiti del Simon’s Cafè e avevano iniziato a creare una
comunità e a riportare un po’ di normalità nelle loro vite, nonostante fossero
costantemente accerchiati dai Nemici. Avevano trasformato il locale in una casa
accogliente e per un po’ le provviste erano bastate; poi però avevano dovuto
avventurarsi a cercare altro cibo, altra acqua e altre beni necessari, come
vestiti e sapone. A poco a poco avevano conquistato gli appartamenti di fianco
al cafè, spesso anche combattendo contro i Nemici. Non sapevano niente delle
proprie famiglie, né delle condizioni del resto del mondo: non era stato affatto
facile, soprattutto all’inizio, ma in qualche mese erano riusciti a creare una
vita che avesse qualche parvenza di normalità.
In quei mesi il legame tra
Liam e Sadie era maturato e si era fatto più intenso. Lei non avrebbe mai
pensato che potesse succedere, eppure l'aveva amato ancora di più. Aveva
scoperto che era un leader nato e, anche se non sorrideva più spesso come
prima, cercava sempre di tenere il morale alto a tutti. Prendeva decisioni
difficili e combatteva coraggiosamente quando era necessario; ma era anche
generoso e premuroso con i più deboli. Al suo fianco, lei qualche volta si
sentiva fragile e incapace, nonostante fosse molto fiera di lui. Allora si dava
ancora di più da fare: era una delle poche ragazze che partecipavano alle
spedizioni per cercare cibo, cucinava, aiutava a tenere a bada i più piccoli,
partecipava alle riunioni su decisioni importanti. Lui la rendeva migliore: le
faceva venir voglia di fare di più e meglio, di cambiare le cose. Le dava
speranza: lui era sempre ottimista, o almeno sapeva che mostrarsi ottimisti
davanti agli altri era la cosa giusta da fare per non farli cadere nella
disperazione. Sapeva benissimo che la situazione era tragica, ma sapeva anche
che piangersi addosso era inutile. Lei invece era più pessimista: a volte si
faceva prendere dallo sconforto talmente tanto che sbottava in frasi come
"tanto è tutto inutile", guadagnandosi le occhiatacce di lui. Ma non
era arrabbiato davvero: le prendeva la mano e gliela stringeva forte e quel
semplice gesto bastava a ridarle un po' di fiducia e di coraggio. Lui era la
sua colonna di marmo.
E ora che gliel'hanno portato
via, Sadie è crollata miseramente. Zayn l'ha accudita in tutto per una
settimana circa, poi finalmente lei si è decisa a uscire dalla sua nuova
stanza. Non ha più voluto dormire in quella che divideva con Liam, non
l'avrebbe sopportato. Zayn per dieci giorni non è nemmeno andato in missione,
per non lasciarla. Sadie non si è nemmeno chiesta perché lo facesse: era il
migliore amico di Liam, era ovvio che si sentisse in dovere nei suoi confronti.
Il decimo giorno, peró, ha dovuto necessariamente andare con gli altri,
complice un'influenza che ha messo ko Louis e Harry, cioè quasi metà degli
Esploratori.
Quando lo portano dentro, lei sta contando le scatole di
fagioli che sono rimaste nella dispensa. Vede subito che Zayn non riesce a
stare in piedi da solo, ma rifiuta l'aiuto di Niall che vorrebbe sorreggerlo.
Allora corre verso di lui e lo fa sedere sul divano del salotto.
«Cos'è successo?» gli chiede preoccupata.
Lui sorride ma non riesce del tutto a nascondere una smorfia
di dolore: «Non è niente...»
Sadie scuote la testa: non può credere che anche in quel
momento lui stia tentando di proteggerla e di essere forte e strafottente. Non
riesce neanche a stare in piedi!
«Fa vedere» gli intima e senza dargli il tempo di ribattere inizia
a togliere i pezzi di jeans sbrindellati e coperti di sangue all'altezza del
suo ginocchio sinistro. C'è una ferita piuttosto profonda che taglia la carne
in orizzontale, proprio sotto la rotula. Lei esamina la ferita in fretta: «Per fortuna
non è arrivato ai legamenti…»
«Già» fa lui, ma la sua voce è così flebile che la costringe
a spostare lo sguardo sul suo viso. È pallidissimo e ha delle occhiaie
piuttosto marcate.
«Forse dovresti sdraiarti, potresti avere anche tu l'infl...»
inizia a dirgli.
«Sto benissimo» ribatte lui testardo. Lei alza gli occhi al
cielo e per qualche strano motivo le viene da sorridere. «Il solito» mormora
mentre si alza per andare a prendere la cassetta del pronto soccorso, non prima
di avergli intimato «Non ti muovere».
«Quanto ci metterà Zayn a guarire?»
Niall sta seduto vicino al camino acceso della casa in cui ora
dormono loro cinque e le rivolge questa domanda dal nulla, mentre passa diretta
al bagno.
«Non ne ho idea, non sono un medico, Niall» gli sorride,
temendo di essere stata troppo dura. Niall è l’ultima persona al mondo che meriterebbe
di essere trattato male. «Vedremo» continua poi «Credo che abbia preso anche lui
l'influenza…»
Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle proprie mani e annuisce
piano. Poi, dal nulla, dice: «Era distratto… Per questo è successo. È stato
stupido, è scivolato e si è tagliato con una lattina» ridacchia amaro «Con
tutti i pericoli che ci sono, lui si va a tagliare con una lattina. Si vedeva
proprio che aveva la testa altrove...» conclude, alzando gli occhi azzurrissimi
su di lei. Per un attimo le sembra che abbia un tono allusivo. Che le stia
dando la colpa di qualcosa. Certo, è preoccupato per Zayn, ma… Cosa puó voler
dire? Da cosa è distratto Zayn? Niall si alza e se ne va, lasciandola immobile
in mezzo alla stanza con la testa che turbina di pensieri.
Quando finalmente torna in salotto, Zayn è sprofondato al
suo posto sul divano, ancora tenacemente seduto in qualche modo, e ha gli occhi
quasi chiusi. Gli si siede di fianco con attenzione e in silenzio e inizia a
medicare la ferita. Non appena versa l’alcol sulla ferita sente una specie di
lamento tra i denti dietro di sé e con la coda dell' occhio vede che il ragazzo
si è tirato su a sedere un po' più composto ed è più vicino a lei.
«Mi spiace di non aver fatto niente» le dice dopo qualche
secondo, quasi in un sussurro.
«In che senso?» risponde lei senza capire. Probabilmente è
la febbre che lo fa straparlare. Lei non c’era nemmeno quando si è ferito.
«Dieci giorni fa. Con... Liam».
Lei ha un piccolo sussulto. Loro due non hanno mai più
parlato di quello che è successo quel giorno. Lei dava per scontato che non ci
fosse niente di cui parlare e che farlo avrebbe solo peggiorato le cose. Invece
lui si sentiva in colpa. Si è sentito in colpa per tutto quel tempo.
«Potevo fermarli. Potevo seguirli. Potevo... non so, fare
qualcosa. E invece non ho fatto niente».
Lei non si gira verso di lui per non permettergli di vedere
che ha gli occhi inondati di lacrime: «No, avevi ragione tu. Non avremmo potuto
fare niente».
«Eppure…» continua lui con voce roca, come se stesse
lottando contro qualcosa «Ci deve essere stato qualcosa che avremmo potuto...»
«Devi lasciarlo andare, Zayn» replica lei, finalmente voltandosi
verso di lui e trovandosi il suo viso vicino a quello di lui «Io l'ho fatto e
ora è tutto molto più facile».Gli mente guardandolo negli occhi, perchè sa che
è di questo che lui ha bisogno. Lui rimane a bocca aperta per qualche secondo,
ma non abbassa lo sguardo.
«Sei così bella» dice dopo un po' e la semplicità di
quell'affermazione la fa sussultare.
«L’ho sempre pensato e lo penso tuttora, anche senza trucco,
anche sporca, anche senza bei vestiti... ma non avevo mai notato quanto fossi
bella anche dentro.»
Quelle frasi sono molto più di quanto il cuore di Sadie possa
reggere in quel momento e quello che lui aggiunge poco dopo, spostandole una
ciocca di capelli dietro l'orecchio con le dita, le dà il colpo di grazia: «Non
ho mai invidiato Liam per niente, gli volevo troppo bene… se non per te».
Si avvicina a lei, le sue labbra ormai vicinissime e per un
momento lei è immobilizzata e non riesce, non vuole, muoversi. Sa cosa sta per
succedere e non si sposta. Poi la campanella d'allarme risuona per tutta la
casa, per tutto il quartiere, e loro si allontanano in fretta. Non c'è tempo
nemmeno per uno sguardo smarrito o di scuse, perchè tutti iniziano a sciamare
da una stanza all'altra e presto il caos li assorbe, facendo dimenticare loro
qualsiasi cosa che non sia la guerra.
N.D.Summer
Mah.
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Capitolo 3 *** Rescue her ***
3. Rescue
her
Would
you lay down in my arms
and
rescue me?
Zayn e Niall sono a capo della spedizione per cercare cibo.
Zayn è fin troppo conscio del fatto che l’ultima volta che è stato in missione,
esattamente dieci giorni prima, Liam è stato catturato. Non ha il coraggio
nemmeno di pensare alla parola “ucciso”, per ora, nonostante nella sua mente
sia praticamente sicuro che sia così. Da allora l’unico suo pensiero è stato
quello di accertarsi che gli altri che erano con lui quel giorno stessero bene.
Gli amici più cari di Liam, cioè Harry, Louis e Niall, sono tutti diventati più
silenziosi da allora. A Zayn sembra di non aver più visto Niall sorridere,
mentre Louis è diventato ancora più scontroso del solito; ma se prima lo faceva con
ironia, ora sembra solo amareggiato. Harry ha passato una giornata,
la seconda, in camera di Sadie e ne è uscito ancora più distrutto di prima, con
gli occhi arrossati e gonfi e quasi senza reggersi in piedi. Louis l’ha
abbracciato forte quando l’ha visto ridotto in quel modo e a Zayn è sembrato di
vedergli versare una lacrima, anche se lui nascondeva il viso nella camicia di
flanella logora dell’altro.
Zayn non ha pianto. Ha stretto forte la coperta tra i pugni,
quella notte e ha morso il cuscino per non urlare. Ma non ha versato nemmeno
una lacrima. È stato sveglio tutta la notte ad ascoltare nel buio, cercando di
carpire qualche rumore che arrivasse dalla stanza di Sadie. Mille volte quella
notte ha pensato di alzarsi dal letto e di entrare in quella stanza, ma non
l’ha mai fatto. Ha messo Sadie a dormire nella stanza di fianco alla sua per poterla
controllare meglio, ma nessuno sa che è quello il motivo: ha semplicemente implicato che quella fosse la soluzione più comoda, visto che Sadie di sicuro non avrebbe voluto dormire nella stanza che divideva con Liam, e gli altri gli hanno dato ragione.
È andato da lei solo il terzo giorno: il giorno dopo la scomparsa di Liam ha pensato di lasciarle il suo spazio per piangerlo da sola, mentre il secondo ha semplicemente
avuto paura di andare da lei, quindi ha chiesto a Harry di andare a farle un po’
di compagnia. È andata a finire che Harry è rimasto sepolto in quella stanza
buia con lei tutto il giorno e Zayn ha passato quelle ventiquattr’ore a
mangiarsi le unghie. Quando finalmente è ricomparso non ha avuto il cuore di chiedergli
come stava lei, anche se dalle condizioni pietose di lui era abbastanza ovvio.
Perciò si è fatto forza, il terzo giorno; prima si è dato dello stupido, del
fifone, del buono a nulla e poi finalmente ha bussato a quella porta, con la
scusa di portarle il pranzo. Da quel momento in poi è diventato il responsabile
unico dei suoi pasti: quella prima volta non l’ha nemmeno guardata negli occhi,
ma ha semplicemente appoggiato il vassoio sulla scrivania della stanza e le ha
detto «Dovrai pur mangiare qualcosa». Quando è tornato quella sera con la cena
e ha visto che lei non aveva toccato il cibo nel vassoio, l’ha finalmente
guardata. Gli si è stretto lo stomaco a vederla così, con i capelli più
arruffati del solito e gli occhi lucidi gonfi di pianto, seduta sul bordo del letto con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo perso. È andato a sedersi di
fianco a lei e quando le ha passato una mano sulla guancia per asciugarla lei
gli si è gettata tra le braccia, stringendolo forte. Zayn si è sentito come se
avesse ricominciato a respirare dopo giorni di apnea. E allora non ha potuto
fare altro che tenerla stretta e tornare più spesso da lei, ancora e ancora.
Non è successo subito, ma dopo qualche giorno Sadie ha
smesso di piangere continuamente e nei suoi occhi è riapparsa una parvenza di
luce, seppure flebile. Ha ripreso a mangiare, a fare piccole mansioni in casa,
a parlare con qualcuno. Zayn non ha avuto il cuore di lasciarla, ma poi Louis e
Harry si sono ammalati e lui ha dovuto uscire in missione con Niall e altri due
ragazzi un po’ più inesperti.
Per qualche motivo, però, non riesce a concentrarsi. Per
qualche motivo, anche ora che dovrebbe prestare attenzione perché è all'esterno e quindi continuamente esposto al rischio di incontrare dei Nemici, continua a ripercorrere con la mente gli avvenimenti di dieci
giorni prima, tutto tranne il momento preciso in cui Liam è stato rapito, che
non riesce a ricordare con precisione. Che forse non vuole ricordare. Ma tutto quello che è successo poco dopo, lo
vede davanti ai suoi occhi come se fosse oggi.
Dieci giorni prima
Zayn impreca sottovoce un “Maledizione” mentre Sadie si
accascia ai suoi piedi. La afferra appena prima che tocchi il suolo. Non sa se
essere più preoccupato per il rumore, che potrebbe attirare qualche Nemico
ancora lì nei paraggi, o se per lei. Tende l’orecchio ma non sente niente. In
tutto questo quasi non si è quasi accorto che ha Sadie tra le braccia. Proprio
Sadie. La ragazza di Liam, ricorda a sé stesso. Inspira forte. Ok, ce la può
fare. Deve farlo per lei, per Liam e soprattutto per se stesso. Le mani gli
tremano quando pensa che non avrebbe mai immaginato di poterla stringere così. Deve
riscuotersi un attimo per ricordare che Sadie è svenuta e quando lo fa si
accorge che è calda, forse troppo, e leggera, anche questo forse troppo. Zayn
ha notato, non che la osservi spesso, che da qualche tempo lei non mangia più
molto, e non per la scarsità di cibo - di quello ultimamente ne hanno
abbastanza, avendo scovato proprio quel supermercato non troppo lontano dal
Simon’s Cafè. Forse è perché ha perso tutta la sua famiglia, un po’ come tutti
loro, forse è perché sta perdendo la speranza di ritrovare qualcuno sano e
salvo. Chiunque. O forse sta semplicemente perdendo la speranza in qualsiasi
cosa che non sia la vita che stanno facendo ora, che può a malapena definirsi
“vita”. Cosa farà adesso che ha perso anche Liam? Il ricordo di quello che è
successo solo qualche secondo prima lo fa trasalire e un rivolo di sangue gli
scorre in gola: si accorge solo allora che si stava mordendo le labbra con
troppa forza. Deglutisce e spera che insieme al sapore metallico sul palato se
ne vada anche il pensiero di Liam, ma non succede. Il suo migliore amico non c’è
più. Prima che gli occhi gli si inondino di lacrime, cosa a cui non è affatto
abituato, si costringe a ricordare che non è il momento di pensare a chi non
c’è. Soprattutto, bisogna sempre pensare prima a chi è rimasto. E in quel
momento, con Sadie svenuta tra le braccia, proprio lei, la ragazza del suo
migliore amico, non può fare altro che pensare a lei.
Zayn rimane in ascolto ancora qualche minuto, sistemandosi
Sadie in braccio in modo da poterla trasportare, sempre cercando di fare meno
rumore possibile. Gli altri devono essersi allontanati subito quando sono
apparsi i Nemici… chissà se qualcuno avrà visto quello che è successo. Lui era
appena dietro Sadie e stava guardando nella sua direzione perché lei sembrava
aver sentito qualcosa, quando Liam è stato catturato. Ha agito d’istinto, l’ha
portata in salvo senza quasi accorgersene. Si sporge un poco tra gli scaffali e
si guarda intorno, da ogni lato: nient’altro che buio e silenzio. Esce piano
dal suo nascondiglio e inizia a camminare circospetto, ma prima incrocia le
dita di entrambe le mani, non perché sia supersizioso ma perché glielo ha
insegnato Sadie e gli sembra giusto così. Gli viene quasi da sorridere, ma poi
vede il suo volto pallido e senza sensi appoggiato alla sua spalla e sente di nuovo quella stretta al cuore. Liam non c’è più. E allora si mette a camminare un po’ più velocemente.
Quando arriva alla base tutti già sanno di Liam, a giudicare
dal frastuono che lo accoglie. Sembra siano tutti riuniti nel cafè e tutti parlano
ad alta voce; vede Louis, che evidentemente è tornato prima di lui dalla
spedizione, al centro della sala circondato da tutti gli altri che parla piano
e gesticola come per mimare degli avvenimenti, a tratti guardando verso una finestra, preoccupato. Niall gli sta vicino e ogni tanto gli dà una pacca sulla spalla e
si copre la bocca con una mano. Zayn cerca con gli occhi l’ultimo dei suoi
amici e non gli ci vuole molto a scovarlo, seguendo la direzione delle occhiate di Louis: Harry è seduto in disparte sul
davanzale di una finestra e guarda fuori con lo sguardo vuoto, asciugandosi di
tanto in tanto una lacrima con la manica logora del maglione. Nessuno fa caso a
Zayn per un po', fino a quando Niall si accorge per caso della sua presenza e di Sadie tra
le sue braccia. Quando tutti si girano verso di lui, è come se fosse diventato
sordo e se i suoi riflessi fossero rallentati. Vede i volti delle persone con
cui vive da mesi, li vede aprire la bocca e fare mille domande al rallentatore,
vede Niall prendere Sadie dalle sue braccia dicendogli qualcosa che non capisce
e dirigersi verso il loro appartamento, appena sopra il cafè, vede la sua espressione preoccupata, ma
non sente niente. È come se osservasse la scena al di fuori del suo
corpo e non può muoversi, parlare o respirare. Poi Sadie apre gli occhi per un
istante e le sue labbra formano una parola che pronuncia con voce flebile
mentre viene portata via da lui: «Zayn». È solo allora che si riscuote e,
incurante del frastuono che lo assale, corre al fianco di Niall e le prende una
mano fredda, sussurrandole «Sono qui, Sad. Sono qui». E non importa
nient’altro.
È arrivato a questo punto dei suoi pensieri Zayn, quando inciampa
su qualcosa e un dolore acuto alla gamba lo riporta alla realtà.
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