Fred & George forever 2(continua)

di irene_evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tramonto ***
Capitolo 2: *** Vendetta ***
Capitolo 3: *** fuga ***
Capitolo 4: *** Natale ***
Capitolo 5: *** the end ***



Capitolo 1
*** Tramonto ***


Ciao a tutti, sono sempre io irene_evans… e per la gioia dei miei lettori sono tornata con la continuazione della one -shot

Ciao a tutti, sono sempre io irene_evans… e per la gioia dei miei lettori sono tornata con la continuazione della one –shot “Fred & George forever”.

Ho pensato pero’ di impostare la continuazione della one-shot come una nuova storia, perche’ il racconto che avevo gia’ scritto era nato come one-shot e doveva rimanere tale e poi anche perche’ esso mi sembrava completo e non volevo eventualmente “rovinarlo” con la continuazione.

Devo avvisare pero’che sono presenti SPOILER SUL SETTIMO LIBRO, QUINDI CHI NON GRADISCE NON LEGGA, infatti la storia parla di George  post seconda guerra…, ma non voglio anticiparvi troppo…, quindi buona lettura e mi raccomando recensite.

 

Inoltre ringrazio tutti i lettori che hanno recensito la one-shot e che mi hanno reso felicissima…grazieeee! XD

 

Grazie a:

Ledy Slytherin

SakiJune

HarryEly

ladymarie

yaya_girl

luana1985

Francy H.P.

L

 

 

 

 

Fred & George forever

 

 

Capitolo 1

TRAMONTO

 

 

 

George piegò in quattro parti il foglio contenente la lettera che aveva appena finito di scrivere al fratello; (se volete sapere di che si tratta leggete la one-shot “Fred & George forever”) non aveva il coraggio di rileggerla, provava troppo dolore.

Era solo nella loro stanza e stranamente solo alla Tana, che normalmente era sempre piena di gente.

Oggi tutti si erano recati al cimitero per commemorare i caduti della Seconda Guerra, i loro morti che pesavano ancora molto sulla coscienza e dei quali si sentiva ancora troppo la mancanza.

Lui aveva deciso di non andare al cimitero, non quel giorno, veramente era dal giorno del funerale che non “andava a trovare” Fred. Quel posto gli faceva venire i brividi e comunque pensava che Fred fosse piu’ presente nella loro stanza che in un posto che non gli era mai appartenuto come il cimitero.

Immerso in questi pensieri, George si ritrovo’ a vagare per il cortile della Tana senza una direzione. Troppi ricordi gli raffioravano alla mente in quel posto, troppe partite di Quidditch, troppe risate, troppi scherzi che la maggior parte delle volte avevano come vittima Percy…

Cosi’ dovette andarsene anche da quel luogo, tutto gli ricordava la sua meta’: suo fratello.

Prese l’auto e decise di farsi un giro nella zona per distrarsi; arrivo’ dalle parti dello Shell Cottage, ma non per far visita a suo fratello Bill, bensi’ per vedere il mare; a Fred piaceva un sacco guardare il mare… .

Scese dall’auto e si avvicino’ alla spiaggia, si mise a sedere su uno scoglio e stette a guardare il tramonto dall’alto della scogliera.

Un bellissimo tramonto dai due soli rossi si scagliava nell’acqua, era uno di quei tramonti che gli innamorati sarebbero rimasti a guardare per ore definendola la cosa piu’ romantica del mondo; ma per lui, un’affermazione del genere sicuramente non avrebbe avuto senso ne’ importanza. Ormai niente aveva piu’ importanza, tutte le considerazioni, le preoccupazioni della vita quotidiana non avevano piu’ importanza, non ora, non piu’ ormai… ormai.

Che brutta parola “ormai”, penso’, significa che non si puo’ piu’ tornare indietro, che niente puo’ piu’ tornare come prima, e’ una rassegnazione.

Ma lui sapeva come far tornare tutto come prima, lui, George Weasley sapeva come fare e per una volta nella sua vita aveva il coraggio di prendere una decisione senza il sostegno di suo fratello, sapeva di potercela fare. Avrebbe preso lui una decisione per entrambi…avrebbe riunito Fred e George per sempre, perche’ Fred e George non potevano essere divisi.

George si ritrovò in piedi ai margini della scogliera senza neanche essersi reso conto di come ci fosse arrivato, non si ricordava neanche di essersi alzato, ma ora tutto gli sembrava chiaro e improvvisamente essere in piedi ai margini della scogliera non lo spaventava piu’, perché egli sentiva che era la cosa piu’ giusta da fare per non continuare a soffrire.

In quel momento un grido lo riportò alla realtà e per poco non perse l’equilibrio per lo spavento. Lee, il suo vecchio amico, lo chiamava e correva verso di lui, lo raggiunse e lo afferrò portandolo lontano dal precipizio.

-Ma cosa pensavi di fare?! Sei impazzito? Vuoi togliere a tua madre un altro figlio? Non basta quanto abbiamo sofferto tutti quanti? Non ti azzardare minimamente solo a pensare una cosa simile!-

In quel momento tutte quelle domande e tutti i rimproveri di Lee si affollarono nella mente di George; che stupido che era stato, aveva pensato solo a se stesso e al modo piu’ veloce per non soffrire più. E il dolore della sua famiglia? Non era certo l’unico che soffriva in quel modo! Che egoista!”

E mentre questi pensieri occupavano la mente di George, in quel momento troppo scossa, qualcosa di caldo e umido scendeva piano lungo il suo viso.

George si appoggio’ alla spalla di Lee e iniziò a piangere.

 

 

So a cosa state pensando: troppo strappa lacrime… ma il seguito a quella lettera cosi’ triste non riuscivo a immaginarmelo altrimenti! Comunque grazie a tutti per aver letto e vi prometto che nei prossimi capitoli ci sarà più azione…promesso…!

Fatemi sapere cosa ne pensate, senza allagare la tastiera pero’!!!

Aggiorno presto, ciao

irene_evans

 

p.s.: come ho detto precedentemente, se siete curiosi di conoscere il contenuto della lettera scritta da George a  Fred leggete la one-shot “Fred & George forever”.

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Capitolo 2
*** Vendetta ***


Ciao, come promesso ho aggiornato il prima possibile…

Ciao, come promesso ho aggiornato il prima possibile…

Ringrazio HarryEly e Gemellina Dolly che mi hanno recensito lo scorso capitolo.

Inoltre vorrei chiedere ai lettori di recensirmi questo chap per sapere cosa ne pensano, perché non ne sono pienamente convinta. Grazie e recensite…

 

irene_evans

 

 

Fred & George forever 2

(continua)

 

Capitolo 2

Vendetta

 

Lee riportò George alla Tana dove si trovava tutta la famiglia riunita davanti ad una tazza di tè, dopo essere tornata dal cimitero.

George senza dare spiegazioni salì in camera sua e si mise a letto; Lee invece si fermò in cucina a dare la brutta notizia a tutti. Nessuno quella sera salì in camera di George, avevano deciso di lasciarlo solo per quella notte. Controllarono solamente che stesse dormendo per poter parlare piu’ liberamente di sotto senza essere ascoltati (magari da orecchie oblunghe, no scherzo! by l’autrice) e per assicurarsi che George si riposasse, nonostante tutto era stata una giornata davvero faticosa per lui!… Tutti furono d’accordo nel non disturbarlo e iniziarono una triste, ma animata discussione che aveva come tema principale George Weasley.

George rigirandosi tra le coperte si immaginava sia le facce, sia le reazioni dei suoi genitori e di tutti i suoi fratelli.

Pensò a cosa gli avrebbero potuto dire l’indomani, ma scacciò subito questo pensiero troppo doloroso.

La sua mente era occupata da altro in questo momento: ma cosa gli era preso? Voleva saltare veramente da quella scogliera? No, che non voleva…o forse sì?! Il desiderio di rivedere suo fratello era troppo grande, ma non l’avrebbe fatto, mai piu’…Le parole di Lee erano vere: non voleva causare ancora altro dolore, non alla sua famiglia…avevano sofferto troppo, tutti.

Proprio tutti no, però! E i Mangiamorte?! Loro non avevano sofferto! Loro si erano limitati a scappare e a nascondersi, come sempre, quei vigliacchi!

Non ci aveva più pensato ai Mangiamorte dopo la morte di Fred, la sua mente era troppo offuscata dal dolore. Ma adesso che ci pensava cresceva dentro di lui un odio che gli faceva paura. Un odio verso tutti i Mangiamorte, e in particolare verso uno di loro: Tranvers, l’assassino di suo fratello! Ora sapeva cosa voleva, lui voleva far soffrire Tranvers come aveva sofferto lui, lui voleva vendetta.

Si voltò verso sinistra, lì accanto c’era ancora il letto di Fred… “Lo faccio per te”, pensò, “lo faccio solo per te…”

 

 

Un po’ corto come capitolo e forse anche un po’ bruttino, ma a mio parere indispensabile. Segna un netto passaggio da un George afflitto a un George combattivo che vuole cambiare le cose.

Fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto… Saluti a tutti i lettori

 

irene_evans

 

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Capitolo 3
*** fuga ***


Ciao, ringrazio solo HarryEly per la recensione

Ringrazio solo HarryEly e Gemellina Dolly per le recensioni.

Vi lascio subito alla lettura del capitolo.

Leggete e recensite, ciao…

 

irene_evans

 

 

Fred & George forever 2

(continua)

 

Capitolo 3

La fuga

 

George prese una decisione improvvisa e importantissima. Ora o mai più!

Uscì da sotto le coperte e si avvicinò alla porta della stanza per chiuderla a chiave e per circondare la stanza con l’incantesimo muffliato; non voleva la sua famiglia sentisse rumori provenienti da quella stanza.

Poi in fretta e furia iniziò a riempire una sacca con le poche cose che pensava gli sarebbero potute servire nel suo viaggio. Il suo viaggio…

Verso cosa?… Forse verso altro dolore?! Non lo sapeva, ma in quel momento non gli interessava; doveva andarsene dalla Tana prima che la sua mente gli desse una buona ragione per non partire. Continuò a infilare oggetti utili nella borsa con una meccanicità sistematica, come se fosse abituato a fare le valige tutti i giorni. Alla fine si ritrovò con in mano un vecchio quaderno di Fred che usavano per i conti del negozio, sempre con la stessa meccanicità lo infilò nella sacca quasi senza rendersene conto.

Strappò un angolo da un foglio e scrisse:”Sto bene, non vi preoccupate per me. Ho solo bisogno di stare un po’ da solo e di pareggiare i conti. Vi voglio bene. George”

Lasciò cadere il foglietto sulla scrivania, prese la vecchia Comet 200 poggiata in un angolo della stanza e uscì volando dalla finestra.

 

****

 

Arrivò a Diagon Alley che era ancora notte fonda. Le strade erano deserte e uno strano silenzio aleggiava nell’aria, un silenzio che a George sembrava decisamente sinistro. Gli sembrò di non camminare per quelle stradine da anni, quando invece ci era stato appena poche settimane prima per riaprire il negozio con Lee. Si sentiva straniero in quelle vie come si era sentito sconosciuto nel loro negozio (suo e di Fred) non appena lo aveva riaperto dopo la morte del fratello. Erano luoghi che appartenevano al passato, ad una adolescenza ormai perduta; ora si sentiva cambiato, ormai cresciuto, non gli importava più andare per negozi o fare soldi. Era maturato, troppo drasticamente per i suoi gusti.

Il suo mondo era totalmente cambiato da un giorno all’altro: un giorno era nel Tiri Vispi Weasley, il suo sogno e il loro sogno a fare palate di soldi e a creare nuovi scherzi, il giorno dopo si ritrovava senza il fratello.

Dopotutto però avrebbe dovuto prepararsi ad una eventuale perdita: erano in guerra! Ma la verità era che lui e Fred non avevano mai preso sul serio niente, neanche la guerra. Loro erano sicuri uno dell’altro, che non si sarebbero mai lasciati; non si erano mai chiesti cosa sarebbe successo se uno dei due fosse caduto in battaglia. L’altro che avrebbe fatto?

Ora lui cercava la risposta a questa domanda.

Svoltò in una traversa di Diagon Alley e scorse l’insegana colorata di Tiri Vispi Weasley. Lentamente aprì la porta con un cigolio sommesso.

Senza entrare nel negozio pieno di scaffali raggiunse la scale ed entrò nella stanza da letto. Tutto era ricoperto da una patina leggera di polvere, tolse il lenzuolo bianco che copriva il materasso e sotto vi trovò un letto già pronto ad aspettarlo. Vi si buttò sopra ormai stanco ed entrò nel mondo di Orfeo.

 

Si svegliò di soprassalto qualche ora dopo a causa di un incubo. Seduto nel letto cercando di calmarsi si accorse di un punto nero sul muro. Nel buio gli sembrò un insetto poggiato, ma guardandolo meglio non era tridimensionale. Era semplicemente un punto nero sulla parete bianca.

A pensarci bene gli sembrava una macchia di inchiostro. Sì, doveva trattarsi proprio di una macchia di inchiostro secco presente lì da chissà quanto tempo. Sicuramente da prima che loro comprassero il locale.

Ma perché non se ne era mai accorto? Quella macchia era troppo grossa per passare inosservata! Che strano!

Era come una sensazione che c’era sempre stata, ma che non aveva mai notato…una sensazione proprio qui, sullo stomaco che aveva sempre soppresso per tutti quegli anni.

Gli apparteneva quella sensazione, ma gli era completamente estranea.

Poco dopo tornò a dormire, con la consapevolezza che il giorno dopo qualcosa sarebbe cambiato. 

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Capitolo 4
*** Natale ***


Ciao a tutti, innanzi tutto mi scuso per il mio immenso ritardo di aggiornamento, ma ho avuto una marea di compiti e anche una specie di blocco della mia vena artistica (solo su questa storia però

Ciao a tutti, innanzi tutto mi scuso per il mio immenso ritardo di aggiornamento, ma ho avuto una marea di compiti e anche una specie di blocco della mia vena artistica (solo su questa storia però!...XD)…

Saluto tutti quelli che mi hanno recensito nel mio scorso capitolo…ma soprattutto vorrei ringraziare infinitamente la mia nuova socia, ispiratrice e critica…CRISTINA…

Da ora in avanti credo che ci sentirete spesso in questo sito (almeno spero!).

Leggete e recensite, mi raccomando! Infatti, da ora in poi la storia prenderà una strana piega che porterà inesorabilmente alla fine…non vi anticipo niente però…

Buona lettura a tutti e ancora grazie a cri.

Ah, dimenticavo… BUON NATALE A TUTTI!!!!

kissini

irene-evans

 

 

Fred & George forever 2(continua)

CAPITOLO 4

Natale

 

Si svegliò la mattina dopo, improvvisamente, sperando per un attimo che tutto, a partire dalla battaglia, fosse stato solo un sogno. Quel tenue barlume di speranza, però, si spense non appena incominciò a prendere coscienza di dove si trovasse e soprattutto del fatto che fosse lì da solo.

Guardò l’orario: le 8 e mezza. Pensò che sicuramente a quell’ora la sua famiglia avrebbe già trovato il biglietto e provò a immaginare cosa avrebbero detto o fatto i suoi fratelli. Chissà se a qualcuno sarebbe venuto in mente dove si potesse trovare e stesse già arrivando per parlargli e per convincerlo a tornare a casa… Non escluse quella possibilità. Così, per evitare tutta la scenata e i lunghi discorsi noiosi del suo ipotetico visitatore, decise di uscire immediatamente.

Mentre si vestiva pensava a dove potessero essere i mangiamorte …immaginava fossero nascosti…ma dove? Come prima possibilità pensò a Notturn Alley. Era l’unico luogo plausibile. Uscì e si diresse verso Notturn Alley: bisognava pur cominciare da qualche parte! Una volta fuori dal negozio vide meglio la strada rispetto a quando era arrivato la sera precedente. Non c’era molta gente, erano per lo più proprietari che cercavano di ricostruire i loro negozi o almeno di renderli più accoglienti, dopo che erano stati chiusi per tanto tempo durante la Guerra.

Ad un tratto George volse lo sguardo e lo vide: un enorme albero di Natale si ergeva in tutta la sua maestosità dall’altra parte della strada.

Era stupendo, davvero magico. Un albero che faceva amare il Natale come la cosa più bella del mondo. Eppure non si sentiva sollevato, né felice all’idea del periodo più bello dell’anno, non poteva esserlo: aveva un obiettivo da compiere, l’aveva promesso.

Distogliendo contro voglia gli occhi dal grande albero, pensò di non essersi proprio ricordato del fatto che fosse quasi arrivato il Natale. I giorni dopo la Guerra erano trascorsi monotoni e inesorabili, il tempo gli era scivolato addosso senza portare in lui alcun cambiamento o alcun interesse. 

Ora George vagava tra le stradine di Notturn Alley senza saper bene dove dirigersi.

Eppure anche in quella città si avvertiva un non so che di diverso… qualcosa di davvero strano per quelle vie sempre tanto cupe e sinistre, un’aria felice, quasi… natalizia.

Che anche lì potesse essere Natale?!... Ad un certo punto si accorse della presenza di diversi uomini col mantello scuro che borbottavano tra loro. Si avvicinò senza dare nell’occhio.

- Allora, deciso, stasera alle 11 davanti a Magie Sinister, come al solito?-

Le parole uscirono velocemente dalla bocca del più alto dei tre incappucciati.

- D’accordo. Saremo tutti?-

- Goyle non verrà, problemi suoi, Wiglenet e Knes ci raggiungeranno poi. Yaxley e Tranvers saranno già lì ad aspettarci.

Tranvers! Aveva sentito bene?!...Che quello fosse un gruppo di mangiamorte l’aveva capito, ma aveva sentito bene?! Era proprio lui?! Tranvers?...l’assassino di suo fratello?!

Senza pensarci incise quelle informazioni nella sua testa…alle 11 a Magie Sinistrer…ci sarebbe stato. Poi li avrebbe seguiti, ma come avvicinarsi a Tranvers senza dare nell’occhio?

Questa domanda continuava ad assillarlo mentre si avviava verso il negozio.

Camminò per un lungo tratto soprappensiero senza accorgersi di aver passato Tiri-Vispi Weasley già da un pezzo; la sera prima ricordò di aver preparato una sacca piena delle cose sue e di Fred. Qualcosa lì dentro ci doveva pur essere!...

Salì velocemente e cercò nella borsa ingrandita da un incantesimo,…c’erano solo cianfrusaglie… ad un certo punto scorse un tappo di vetro, lo afferrò e trasse fuori dalla grande sacca una boccetta piena di uno strano liquido marrone.

Ora ricordava: quella era la fialetta contenente pozione polisucco in più che serviva a lui e a Fred per qualsiasi evenienza.

Anche se George ribolliva di rabbia e soprattutto di vendetta, sapeva di poter raggiungere Tranvers solo alle 11 e che comunque sarebbe dovuto andare da lui con un piano. Doveva farsi trovare preparato, altrimenti certo non poteva salvarsi, perché sarebbe stato circondato da minimo 10 mangiamorte. E non poteva farsi ammazzare, non proprio in quel momento che aveva trovato Tranvers e che stava per vendicare suo fratello.

Modificò il suo viso prima di uscire nuovamente con la boccetta al sicuro nella sua tasca: il negozio risvegliava in lui troppi ricordi, ormai dolorosi.

Vagava per le stradine stranamente illuminate di luci natalizie, anche in Notturn Alley. La gente, prima apparentemente sinistra e poco raccomandabile, ora sembrava allegra, gioiosa, affidabile e soprattutto felice, come non lo era mai stata.

Lui non poteva provare tutta quella felicità…ma perché? Non l’aveva scelto lui, no.

Era un modo per non disonorare la morte di suo fratello, per non renderla vana, e per rispetto alla sua memoria, non poteva essere felice.

Improvvisamente  riconobbe tra la folla festante un uomo grosso, che si distingueva anche per l’altezza, tra la gente.

Lo riconobbe: era il padre di Goyle con suo figlio accanto.

Un’idea gli attraversò la mente. Ricordò: Goyle non verrà, problemi suoi… Si fece largo tra la folla, arrivò vicino a Goyle, gli strappò un capello e si smaterializzò immediatamente.

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Capitolo 5
*** the end ***


Quella sera erano le 11 e Tiger, puntuale come al solito, era appena arrivato davanti a Magie Sinister

Fantastico!!!! Sono arrivata alla fine della mia prima fan-fiction! (non crediate, comunque, di liberarvi di me tanto facilmente!)

Vorrei ringraziare particolarmente Cristina e questa volta anche Alberto, per avermi consigliato (a mio parere molto bene) nella scelta dei possibili finali che avevo in mente di scrivere.

Un grazie anche a tutte le ragazze che mi hanno seguito e che recensendomi mi hanno resa felicissima!…

 

HarryEly: grazie per tutte le tue recensioni… le ho davvero apprezzate, come apprezzo le tue fic. Anche se questa storia è finita, spero continueremo a sentirci. Se puoi, fammi sapere cosa ne pensi del finale, mi interessa molto il tuo parere. Grazie di tutto. Bacini e kissini!

Lallix: Hai visto?! Ho modificato la pagina dove c’era l’errore!… Mi era proprio sfuggito! Per quanto riguarda il compleanno dei gemelli, non sapevo fosse il 1° aprile. Grazie dell’informazione.

Gemellina Dolly: le tue recensioni sono bellissime, soprattutto l’ultima, mi ha fatto molto piacere riceverla, grazie! Spero solo che il finale ti piaccia…leggi e se ti va fammi sapere!

WitchRita: come hai notato ho modificato l’errore  su Tiger!...grazie per avermi fatto notare la svista: avevo confuso Tiger con Goyle. Per il compleanno dei gemelli ho risposto precedentemente a Lallix.

Grazie ancora a tutte voi,

irene_evans  

 

 

Fred & George forever 2(continua)

CAPITOLO 5

The end

 

Quella sera erano le 11 e Goyle, puntuale come al solito, era arrivato davanti a Magie Sinister.

-E tu che ci fai qui?!- un mangiamorte del gruppo a cui si era appena avvicinato gli rivolse la parola improvvisamente, senza neanche salutare.

-Non dovrei?! Mi sentivo meglio e avevo voglia di rivedere i miei compagni, così eccomi qui!-

-Ah, okay… Ragazzi stasera abbiamo un compagno in più!- gridò il mangiamorte più alto.

George si voltò e riconobbe alcuni componenti della sinistra comitiva: Knes, O’Tusoe, l’ex-ministro della magia che ancora tutti gli auror stavano cercando e Tiger,  il compagno di sempre, ancora sconvolto dalla perdita del figlio. Andò verso il gruppo e cercò di salutare, approssimativamente, almeno le persone che conosceva.

Poi, iniziarono a camminare, tutti insieme, verso la meta ignota, un certo caffé “Younger”.

Mentre camminava George si rese conto che tutti erano molto amici tra loro, che si sfottevano, ridevano, tutti insieme senza vergogna o timore. Capì per la prima volta che anche i mangiamorte erano degli uomini. Certo avevano fatto scelte diverse nella loro vita, scelte sbagliate, ma anche loro sanguinavano, se punti. Camminava in silenzio George, riflettendo fra se e se. Pensava a quegli strani uomini che camminavano insieme a lui nella notte, quegli uomini che lui aveva sempre collegato alla morte e al dolore. Sì, pensava soprattutto alla morte, quella che lui avrebbe dovuto, secondo i suoi piani, provocare a breve, quella stessa notte.

La morte imminente di un uomo…provocata da lui, per mano sua. Una cosa era uccidere in battaglia, per difendersi,  un’altra cosa era uccidere un uomo per vendetta, in un locale nel quale stava tranquillo a parlare con i suoi amici. quella sera.

-Ehi, ci sei?! Ti vedo un po’ troppo pensieroso stasera, amico mio!- la voce di Tiger ruppe i pensieri dell’apparente Goyle.

-Sì, sì. Sono solo un po’ stanco, perché non mi sono ancora ripreso completamente dall’influenza che ho avuto. Niente di grave, non ti preoccupare!- George rispose prontamente alla domanda di Tiger, senza destare sospetti.

Continuarono a camminare nella notte, facendo fracasso per le strade buie e silenziose, ma Goyle stava zitto e pensava.

 

****

 

Erano arrivati. Una porta, verde acido, si ergeva davanti a loro, una volta aperta si poteva trovare all’interno un ambiente caldo e fumante. Il tipico pub dalle panche di legno e i tavoli massicci abbinati, dello stesso tipo.

Il gruppo si avvicinò ad un tavolo già occupato da tre uomini, intenti a parlare tranquillamente, che scherzavano tra loro. Eccolo: Tranvers.

Non ci poteva credere, così vicino al responsabile del suo dolore, della sua più grande sofferenza. Lui, anche se uomo, un mostro: il suo più grande nemico.

Per un momento immaginò di essere da solo, in una stanza buia. Solo con il suo dolore ed il suo acerrimo nemico.

Sfoderò la bacchetta…

Gratta e netta…

Soltanto queste parole uscirono dalle sue labbra. Un altro mangiamorte gli si era piazzato davanti, e George era riuscito a controllarsi miracolosamente, grazie al fatto che aveva perso il contatto visivo con Tranvers.

Cercò di calmarsi, si sedette al tavolo con gli altri e ordinò soltanto una Burrobirra, giustificando questo suo gesto con il fatto che ancora non stava molto bene. Gli altri, infatti, avevano ordinato Wisky Incendiario per tutti.

La serata passava, ma George non faceva che guardare Tranvers ed ascoltare tutto ciò che gli altri dicevano senza proferir parola.

Ad un tratto si rese conto che le sue mani stavano cambiando, piano, piano: la pozione polisucco stava terminando il suo effetto.

Si alzò improvvisamente e corse fuori, senza dare spiegazioni a nessuno.

Un mangiamorte andò a vedere se per caso Goyle si stesse sentendo poco bene.

Uscì e vide Goyle, a metà della sua trasformazione in George, correre via nella notte.

 

Levicorpus….

 

L’urlo squarciò il silenzio immacolato di quel posto ignoto, sovrastando il vociare del pub affollato. Subito altri mangiamorte uscirono dal locale, in tanti, tra cui anche Tranvers.

Tutti videro il corpo di George levato in aria grazie all’incantesimo.

In un attimo di distrazione del suo assalitore, George riuscì a liberarsi e ad afferrare la bacchetta, pronunciando il contro-incantesimo.

Ormai era in trappola, smascherato e circondato da più di venti persone, tra cui almeno una decina di mangiamorte. Iniziò a tirare schiantesimi da ogni parte, alla cieca. Non era atterrito, o impaurito, era troppo preso dall’accaduto per esserlo.

In quel momento un volto conoscente gli si pose proprio davanti e gli riempì completamente la vista. Lo riconosceva…Tranvers.

Prima di cadere sull’asfalto freddo e duro riuscì a pronunciare le fatidiche parole che tutti avevano sempre temuto.

 

Avada kedavra…

 

Più di una luce verde illuminò il cielo buio e tenebroso di quel posto ignoto nella periferia di Londra.

****

 

Non riesco a piangere, è da giorni che neanche ci provo, ormai.

Ormai non servirebbe più a niente. Ormai…

Parola costante nella mia vita, da qualche tempo piena di dolori. Ricorre pesantemente e prepotentemente nella mia mente, in tutte le ore del giorno e della notte.

So perché non riesco a piangere: il mio dolore cupo e ottuso è sepolto in fondo al cuore.

Le due persone meno incontaminate di tristezza al mondo se ne sono andate per sempre ed io, proprio io, che avrei dovuto proteggerli, non sono riuscita a farlo.

Io: la loro madre.

 

****

 

L’orologio magico, appeso nella cucina della Tana, aveva nove lancette, due delle quali si trovavano insieme, unite nella parte alta del quadrante, dove ci sarebbe dovuto essere il numero dodici. Al posto del dodici, su questo quadrante, era disegnato un teschio: segno di morte.

Tutti i Weasley presenti nella stanza guardarono in alto verso il vecchio orologio, per prendere nuovamente consapevolezza di ciò che già sapevano. Le due lancette che indicavano il teschio, improvvisamente scomparvero per recarsi chissà dove magicamente insieme. Alla fine Fred e George di nuovo insieme:

                                                        per sempre.

                                                         Forever.

 

 

 

 

 

 

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