Una Guerra Lunga Un Eternità

di sakuraenn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Avviso di Ritorno ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 RICORDI E PAROLE DI SCHERNO ***
Capitolo 3: *** PATTO SCELLERATO E L’IMMAGINE NELLO SPECCHIO ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 TEMPORALE ***
Capitolo 5: *** RAGO parte 1 ***
Capitolo 6: *** RAGO parte 2 ***
Capitolo 7: *** L’INIZIO DI UNA NUOVA BATTAGLIA ***
Capitolo 8: *** IL CULTO DELLA TERRA ***
Capitolo 9: *** UN ASSASSINA E LA SUA VITTIMA ***
Capitolo 10: *** MOMENTI E SITUAZIONI ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Avviso di Ritorno ***


Ci tengo a precisare che il mettere nomi originali mi sembra un modo per rispettare il lavoro dell’autrice Mia Ikumi, cosa che l’edizione italiana non ha fatto, facendoci arrivare così un’edizione del manga mediocre in cui anche alcune traduzioni dei dialoghi sono state fatte in modo errato.
N.B Questa mia fan fiction vuole essere un ipotetico terzo seguito del manga di Tokyo MewMew.
SPECCHIETTO
Nomi Originali Edizione Italiana
Ichigo Momomiya = Strawberry
Mint Aizawa = Mina
Retasu Midorikawa = Lory
Pudding Wong = Paddy
Zankuro Fujiwara = Pam
Ryo Shirogane = Ryan
Keiichiro Akasaka = Kyle
Masaya Aoyama = Mark
Quiche = Quiche
Pie = Pie
Tart = Tart
CAPITOLO 1: AVVISO DI RITORNO
Erano passati tre anni dallo scontro contro i Rosa Chrusaders e la vita era tornata a scorrere tranquillamente; Ichigo era appena tornata dall’Inghilterra con Masaya ed il loro fidanzamento era ormai ufficiale, avevano fatto una festa pochi giorni prima invitando tutti gli amici e scambiandosi lì una promessa d’amore.
Mint continuava le sue lezioni di danza classica ottenendo risultati sempre migliori, aveva scelto di frequentare l’università di musica e come strumento aveva scelto il pianoforte.
Zankuro continuava la sua carriera di modella ed attualmente stava girando un documentario che riguardava il suo lavoro, frequentava anche un corso di giornalismo ma non si sbilanciava mai a parlarne.
Pudding aveva ormai quattordici anni frequentava il liceo comunale perché non poteva permettersi l’iscrizione ad uno privato, lavorava in un supermarket part-time, si allenava nelle arti marziali e nei suoi giochi circensi e si occupava della casa e dei suoi fratelli destreggiandosi perfettamente in ogni compito, il suo motto era diventato << con un pò d’organizzazione si riesce in tutto!>> Viveva le sue giornate così e ormai da tempo non si faceva vedere più al Caffè MewMew.
Berry e Tasuku invece continuavano il loro lavoro di fattorini per il caffè, ma molto più raramente, Berry stava finendo l’ultimo anno di liceo poi aveva già deciso di entrare nello staff di una disegnatrice di moda sua conoscente per diventare una sarta.
Tasuku invece si era dedicato completamente alle gare di roller blade diventando in breve tempo un campione in questo sport.
L’unica rimasta al caffè era Retasu, uno, perché il lavoro le piaceva e due, perché si era perdutamente innamorata di Ryo.
Quel pomeriggio Ryo e Retasu erano soli al caffè, poiché Keiichiro era uscito a sbrigare delle faccende personali, la ragazza aveva appena finito di sistemare, quando Ryo entrò nella sala,
Retasu gli sorrise gentilmente e con calore, lui la guardò poi si sedette ad un tavolo, lei gli si avvicinò e chiese << Sarai stanco dopo il controllo del computer centrale; ti va un the? >>
Ryo annuì con il capo e lei corse in cucina a prepararglielo; sospirò con fare irritato la situazione non poteva continuare così, non gli piaceva illudere la gente, doveva assolutamente parlarle con chiarezza.
Retasu tornò dopo poco con due tazze di the verde fumante, ne pose una davanti a Ryo poi prese la sua dal vassoio e si sedette di fronte a lui, lo osservò, mentre con l’atteggiamento di un intenditore sorseggiava l’infuso, lui alzò lievemente lo sguardo e lei gli sorrise nuovamente, con uno sguardo innamorato.
Ryo posò la tazza con uno scatto e con decisione le si rivolse << Dobbiamo parlare! >>
La ragazza lo guardò, notando che la sua espressione era fredda e non lasciava intravedere alcuna indecisione, deglutì rispondendo << Sì dimmi… >>
<< Io non ti amo. >>
Quelle parole furono come uno schiaffo sul volto, ma lei sapeva che prima o poi sarebbero arrivate, aveva sperato, in quei tre anni aveva davvero sperato, che qualcosa in lui cambiasse…singhiozzò
<< E’ per lei vero! È solo per lei….sai bene che non potrai mai averla, eppure…, io…io.. la invidio; la invidio davvero. >>
Ryo si alzò da tavola senza guardarla e si diresse verso lo studio, lei piangeva e con un filo di voce chiese
<< Almeno…posso…rimanerti accanto. >>
Ryo si grattò la testa dandole la schiena, poi disse << Fa come vuoi. >>
Tornò nella sala computer mentre sentiva Retasu correre via sbattendo la porta del locale, con fare irritato sbatté il pugno contro la parete; Maledizione! Perché non riusciva ha dimenticarla; perché Ichigo era così dannatamente presente nel suo cuore.
Sin dalla prima volta che l’aveva vista aveva avuto come un dejiavù, si sentiva stranamente legato a lei eppure…, Ichigo aveva occhi solo per Masaya che l’unica cosa che aveva fatto era stato creare problemi fin dal principio..
Dannazione! Dannazione! Dannazione! Perché lo irritava tanto il fatto che Ichigo fosse fidanzata con Masaya , perché provava tanto odio nei confronti di quel ragazzo, sin da, quando lo aveva conosciuto, ogni volta che c’era lui si sentiva innervosito; poi si era pure scoperto che lui era Deep Blue e i disastri che aveva combinato sotto quelle sembianze non si contavano, fortunatamente grazie ad Ichigo tutto si era risolto per il meglio, ma lei aveva perso la vita quel giorno e tutto per lui, proprio come allora…
Ehi, ehi.., calma, cosa gli era venuto in mente adesso! Ichigo era tornata in vita, no! Eppure aveva appena detto che Ichigo aveva perso la vita come allora…..
Improvvisamente la testa gli cominciò a rimbombare, un dolore lancinante lo costrinse in ginocchio mentre strane immagini di una splendida fanciulla con i capelli rosa, lunghi e fluenti fino ai piedi si affacciavano nella sua mente; la ragazza indossava un candido abito bianco ed era in lacrime; poi improvvisamente la scena cambiò e si vide un mare di fiamme e la stessa ragazza ma vestita con un’armatura era coperta di sangue ed impugnava una spada, di fronte a lei c’era Deep Blue anche lui con una spada macchiata di sangue che sorrideva compiaciuto; Ryo urlò, mentre la visione scompariva lasciando solo fiamme e poi buio.
Ansimò sconvolto, cosa erano quelle visioni e perché un attimo prima che sparissero, gli era sembrato che Deep Blue si voltasse verso di lui?
Un suono lo fece riemergere dai suoi pensieri; era la spia luminosa del computer centrale, che segnalava una mail, Ryo l’aprì e lesse il messaggio, che diceva << Ciao Ryo sono Quiche, ti informo che io Pie e Tart stiamo tornando sulla terra per farvi una visitina e parlare di una questione importante. Preparaci una bella accoglienza ok! Ah! Mi raccomando chiama tutti, poiché abbiamo portato qualche specialità da farvi assaggiare. PS: Avvisa la mia chèrie che le ruberò un bacio di fronte al suo boy-friend, quando ci rivedremo cioè Domenica prossima. >>
Ryo si mise una mano sulle tempie, poi con fare rassegnato, si diresse al telefono.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 RICORDI E PAROLE DI SCHERNO ***


I giorni passarono rapidamente ed infine arrivò Domenica; tutti si erano radunati al parco, in attesa dell’arrivo dell’astronave, l’unico in ritardo era Ryo che per tutta la settimana era rimasto chiuso nel suo laboratorio.
Arrivò al luogo dell’incontro trafelato dopo una lunga corsa, quella settimana per lui era stata un incubo, dal giorno in cui aveva avuto quelle strane visioni non era più riuscito a dormire, quelle immagini riapparivano ogni volta che tentava di chiudere gli occhi; si sentiva stremato, ma per non causare preoccupazioni non aveva raccontato nulla agli amici, solo di una cosa era sicuro, quelle immagini avevano un qualche significato, solo che non riusciva a capire quale.
Alzò gli occhi e vide Ichigo che teneva la mano a Masaya , provò irritazione come accadeva ogni volta che li vedeva insieme; distolse lo sguardo e lo posò su Zankuro, la ragazza era slanciata come al solito e il suo corpo dalle proporzioni perfette la faceva apparire come una scultura di marmo, parlava amabilmente con Mint, e la ragazza ogni tanto rideva.
Tasuku si avvicinò a Ryo e gli domandò << Che tipi sono questi alieni? Io e Berry non vediamo l’ora di incontrarli. >>
<< Ci hanno creato un sacco di problemi se vuoi saperlo, però…. devo ammettere che sotto, sotto sono dei tipi in gamba, hanno sempre combattuto per la loro gente e non per scopi futili, ora però quello che mi preoccupa è qualcos’altro. >>
Tasuku lo guardò perplesso, proprio in quel momento Zankuro disse << Stanno arrivando. >>
Pochi minuti dopo dalla nave scese in volo Quiche che abbracciò Ichigo urlando << Chèrie! >> e baciandola sulla guancia, poi tenendola ancora stretta a sé fece il segno della vittoria in direzione di Masaya dicendogli << Geloso èh! >>
Masaya per tutta risposta sorrise torvo e gli pose la mano << Bentornato Quiche. >>
L’altro rispose alla stretta e sorrise mentre Ichigo si staccava da lui dandogli dello scemo e dicendogli << Non cambierai mai >>.
Qualche secondo dopo scese Pie che indossava un bell’abito nero e Tart che ormai era diventato un bel ragazzo con i capelli rossicci rilegati in un codino.
Tutti lo guardarono sorpresi, ma lui si avvicinò a Pudding e con il suo fare burlone la picchiettò sulla fronte dicendole << Toh! E io che mi aspettavo una bella ragazza, invece sei ancora una lattante! >>
La ragazza lo guardò infuriata ma prima che potesse aprire bocca lui le mostrò la caramella << Te la ricordi? L’ho conservata fino ad ora perché noi siamo amici, vero? >>
Pudding mise una mano sulla sua e sorridendo gli disse << Lo saremo per sempre Tart! >>
Ogni sentimento d’ira che fino a pochi secondi prima l’attanagliava era scomparso, lasciò andare la sua mano ed il ragazzo si strinse al cuore la caramella sorridendo.
In quel momento si fece avanti Ryo che con la sua aria determinata si rivolse a Pie << Cosa vi ha portato nuovamente qui? >>
Tutti lo guardarono meravigliati, ed i tre alieni abbassarono lo sguardo, infine Pie rispose << L’acqua Mew non basta! Non siamo riusciti a migliorare le condizioni del nostro pianeta, abbiamo provato di tutto, abbiamo persino tentato di replicarla insieme a tutti i nostri scienziati e pochi giorni fa l’abbiamo terminata senza ottenere risultati. >>
Tutti guardarono il trio, lo stupore si leggeva sui loro volti, ma Quiche si affrettò a dire << Sappiate che non abbiamo intenzione di attaccarvi nuovamente solo che…, ecco…, ci serve un posto dove abitare, vorremmo che Ryo ci aiutasse a trovare un nuovo pianeta e nel frattempo…, permettete alla nostra gente di vivere fra voi! Ci mimetizzeremo in modo che nessuno possa riconoscerci, vi prego! >>
Anche Tart imitò Quiche << Vi prego! Per favore aiutateci! >>
Entrambi si misero in ginocchio di fronte a Ryo con il volto a terra, in quel momento Ichigo proruppe << Si può fare vero Ryo? Basta che si trasferiscano in zone isolate no! >>
<< Non è così semplice Ichigo, se qualcuno li scoprisse poi sarebbero grossi guai! >>
<< Ma non possiamo certo lasciarli in queste condizioni Keiichiro, infondo sono nostri amici e poi la loro gente ha bisogno d’aiuto.>>
<< Questo lo sappiamo Ichigo! >>
<< Ryo…. >>
<< Un modo per salvare il nostro pianeta esiste…., ed è riportato in un antico testo solo…. >>
<< Solo cosa, Pie?>>
<< Vedi Ryo, purtroppo non sappiamo se quello che sia stato scritto su quello che rimane di quel libro sia vero. >>
Masaya s’intromise nel discorso chiedendo di cosa parlasse quel libro, ma l’alieno gli rispose che era meglio discuterne dopo cena.
Si diressero tutti insieme al Caffè MewMew ma l’aria di tensione che si respirava fra loro era opprimente, da una parte i tre alieni avevano paura che la loro richiesta venisse rifiutata, dall’altra Ichigo e gli altri si chiedevano come fare ad aiutare quella gente, infine c’erano Ryo e Keiichiro che cercavano una soluzione scientifica a quel grave problema.
Passarono momenti tesi ma arrivati entro le mura del caffè a sorpresa Keiichiro propose a tutti i presenti di rilassarsi prima di cena e di relegare le questioni importati ha, quando lo stomaco di tutti fosse stato pieno; la proposta fu accettata con piacere e i ragazzi si misero a parlare del più e del meno quando qualcuno bussò alla porta del locale.
Fu Berry ad aprire e si ritrovò di fronte al duca ed ai quattro membri dei Rosa Chrusaders che domandarono << Salve Berry è permesso entrare? >>
La ragazza li fece accomodare, lo stupore era generale, nessuno si aspettava il loro ingresso nel quartier generale delle MewMew dopo tutti i guai combinati e la loro improvvisa scomparsa nel nulla , ma loro sembravano non farci caso, si avvicinarono prima agli alieni e si presentarono, poi il tipo che si faceva chiamare il Duca, si avvicinò a Ryo e con voce chiara parlò a nome suo e dei suoi compagni << Noi ci siamo comportati male nei vostri confronti, ma ora grazie ha Berry e Tasuku ci siamo ravveduti, siamo qui oggi perché vorremmo offrire il nostro aiuto alle MewMew nel caso ci fosse qualche nuovo problema che minaccia la pace di questo mondo. >>
Tutti osservarono il duca che con espressione serena e decisa aveva espresso le sue parole, Ryo sorrise e rispose << Grazie dell’offerta Duca, se questo è il tuo vero nome, cosa che dubito fortemente! >>
I quattro Rosa Chrusaders guardarono con rabbia Ryo per la mancanza di rispetto nei confronti del loro capo, ma questi rise e fece cenno ai suoi di mantenere la calma si rivolse nuovamente al suo interlocutore << Un giorno te lo dirò, il mio nome, ma per ora desidero che solo questo sia il nominativo con cui mi si rivolga. >>
Ryo rispose con un’occhiata al duca e li invitò a restare per la cena, poiché le loro conoscenze scientifiche forse avrebbero potuto aiutarlo.
Piano,piano la situazione tornò alla calma e tutti ripresero a chiacchierare amabilmente, verso la metà del pomeriggio Quiche chiese a Ichigo se poteva accompagnarlo fino alla nave per prendere le cibarie originarie del loro pianeta, la ragazza accettò e si diresse all’uscita del locale al fianco dell’amico accompagnati dagli sguardi dubbiosi di Masaya e dagli sguardi torvi di Retasu.
Durante il cammino Quiche si mise a parlare della sua infanzia e raccontò alla ragazza l’evento che l’aveva condotto sulla terra.
<< Sai Ichigo tutto cominciò così, quando avevo otto anni stavo per morire ha causa di una slavina, quel giorno ero andato fuori per giocare nonostante tutti mi avessero sconsigliato di farlo e una valanga mi travolse, stavo per morire, ma quando ormai ero prossimo allo svenimento una luce calda e tenue mi avvolse, non avevo mai provato una sensazione così piacevole, quando riaprii gli occhi di fronte a me c’era una ragazza con dei lunghi capelli rosa ed un’armatura di color rosa acceso, ricordo che aveva dei fiori intorno ai capelli e lo sguardo dolce e triste, quando le chiesi chi era, lei mi sorrise e mi disse << Ci rivedremo sulla Terra>> , dopo quelle parole sparì nel nulla ed io mi addormentai nuovamente, quando ripresi conoscenza ero nel mio letto con mia madre accanto non ricordavo molto di ciò che era avvenuto ma il volto e le parole di quella ragazza mi rimasero impresse, così, quando anni dopo seppi della missione sulla terra mi offrii volontario; ha dirti la verità l’obbiettivo per me più importante era ritrovare la mia salvatrice, la prima volta che ti ho incontrato ho pensato fossi tu! Ma poi ho capito che questo non era possibile, però ti confesso che alcune volte me la ricordi. >>
Ichigo arrossì ed abbassò lo sguardo, mentre Quiche le sorrideva, camminò ha testa bassa fino a quando, non si scontrò con una splendida ragazza con i capelli e gli occhi castani, la sua bellezza era incredibile, aveva il volto ovale e i capelli legati in una coda ed il suo sguardo emanava una sensazione di gelo e magnetismo; la sconosciuta la guardò negli occhi mentre Ichigo si rialzava e le domandava scusa, ma lei al posto delle solite parole di circostanza disse con sarcasmo << Guarda chi si rivede! La sgualdrina. >>
L’estranea si allontanò dopo averla guardata con disprezzo e Ichigo sbigottita si domandò il motivo di quelle parole di scherno, mentre Quiche le rimaneva affianco in preda all’ira.
Ripresero il cammino; mentre il ragazzo esprimeva tutto il suo risentimento contro chi aveva offeso la sua chèrie, Ichigo si domandava, quale poteva essere il motivo per cui una persona che non aveva mai visto prima di allora provasse tutto quell’astio nei suoi confronti.
Arrivati all’astronave, presero il cesto dei viveri e si riavviarono verso il Caffè MewMew, mentre Ichigo era sempre più perplessa dagli eventi accaduti poco prima.
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Un ringraziamento a tutti per i commenti ^^ non do anticipazioni sulle coppie ma vi assicuro che ne vedrete delle belle XD e sopratutto che non sarà un Ichigo/Masaya!! ^__^
Sul carattere dei personaggi ho tentato di essere il più ligia possibile a quello dei pg del manga ma ho anche citato alcune senzazioni che ho avuto dalla storia.
Ho voluto creare un seguito della storia che fosse allo stesso tempo una nuova storia.
Non do anticipazioni come già detto ma spero di suscitarvi delle belle emozioni mentre leggerete.
Grazie ancora a tutti ^^

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Capitolo 3
*** PATTO SCELLERATO E L’IMMAGINE NELLO SPECCHIO ***



L’ora di cena arrivò fra le risate ed il buon umore generale, sembrava che i problemi del primo pomeriggio fossero stati dimenticati; dal suo ritorno al locale, Ichigo continuava a rimuginare sulle parole di quella ragazza, chi era? e perché provava tutto quel rancore verso di lei?
Quiche aveva raccontato il fatto a tutti e i commenti in merito si erano sprecati, Zankuro e Mint avevano cercato di risollevare il morale dell’amica, ma con scarsi risultati, a quel punto era intervenuto Masaya che aveva baciato Ichigo sulla bocca di fronte a tutti, facendola cadere nel suo solito stato di adorazione e poi rivolgendosi a Quiche aveva detto: << Questo è un bacio. >>
A quel punto l’alieno aveva incominciato a dirne di tutti i colori contro Masaya che soddisfatto, si era seduto a tavola, scatenando così l’ilarità generale. Intanto Ichigo con occhi vacui continuava a guardare Masaya come se fosse un dio in terra, scatenando così l’ira repressa di Retasu, che la guardò con occhi colmi d’odio.
Pochi minuti dopo, tutti furono invitati a sedersi a tavola per consumare la cena, Keiichiro aveva servito dei piatti che mostravano tutte le sue abilità culinarie e i convitati alla tavola si gustavano le pietanze continuando a parlare del più e del meno, ad un certo punto della cena Ryo si rivolse a Pie chiedendogli informazioni su quest’ipotetica possibilità di salvare il loro mondo ormai prossimo alla fine.
Pie sorpreso deglutì il boccone che stava masticando e si fece serio << Un anno fa abbiamo casualmente trovato alcune pagine di un diario negli antichi resti di una delle astronavi che portarono i nostri antenati sul nostro attuale pianeta; le pagine erano ridotte malissimo e quasi totalmente bruciate, però con enormi sforzi siamo riusciti ha tradurne qualche frase, il contenuto è semplice ma alcune parole ci hanno rammentato un’antica leggenda che circola fra la nostra gente.
Vi riporterò le esatte frasi che siamo riusciti ha tradurre, poi in breve vi racconterò anche la leggenda; dunque…. Le parole del libro sono queste: Tempio della vita, poi nella pagina seguente Ancella di cristallo, nuovamente due pagine illeggibili poi questa frase “ L’ancella di cristallo ha il sacro compito di proteggere la sacerdotessa della dea Are e la perla delle acque simbolo dell’energia vitale del pianeta”. Dopo mancano non so quante pagine, ma abbiamo trovato un singolo frammento del libro che riportava un nome, Aijissa . >>
Quando quel nome fu pronunciato Ryo ebbe un sobbalzo al cuore, si strinse il petto, mentre i suoi battiti cardiaci rallentavano ristabilendo il normale assetto del cuore; perché quel nome aveva scatenato quella reazione in lui, quale motivo ci poteva essere?
Si sforzò di cancellare questi pensieri dalla mente e di concentrarsi sulle parole di Pie che esponeva la leggenda; << Il mito, parla di un periodo in cui la nostra gente viveva sulla terra, a quel tempo la nostra società era prospera e la terra rigogliosa grazie ad una sacra pietra protetta dalla casta delle sacerdotesse e dalla più pura e delle donne chiamata l’ancella di cristallo, che aveva il compito di difendere la suprema sacerdotessa e la pietra.
Si narra che quando la divinità ci punì per aver infranto la sua legge scatenando le catastrofi naturali che ci costrinsero ad emigrare la pietra sparì nel nulla insieme all’ancella e la sacerdotessa più importante del tempio fu ritrovata morta, la memoria della gente non rammenta altro, ma il popolo è certo che la salvezza sia arrivata grazie a Deep Blue che ci ha protetto, mentre emigravamo.
Di più non so dirvi, ma visto che i ricordi sono così distanti, circa 8000 generazioni; nessuno si azzarda ad affermare che questa leggenda sia vera, ma comunque questa resta sempre una minima probabilità, per questo siamo venuti, vedere se troviamo tracce della pietra e intanto cercare un nuovo mondo casomai come crediamo, questa leggenda sia solo una burla dei nostri antenati.
Ryo so che vi abbiamo causato un gran numero di problemi ma se tu ci vorresti aiutare te ne saremmo eternamente debitori. >>
Tutti guardarono il ragazzo che rispose a Pie << Va bene vi darò il mio completo aiuto; dato che ci siamo potreste dare una mano anche voi nell’impresa, Rosa Chrusaders! >>
Quello che rivolse ai suoi interlocutori non fu uno sguardo gentile tuttavia i quattro risposero mitemente all’occhiataccia e accettarono l’invito.
<< Bene! Keiichiro affido tutto il resto nelle tue mani, io sono stanco vado a riposare. >>
La riunione che avrebbe deciso i criteri di ricerca della pietra si sarebbe tenuta tre giorni dopo, le ragazze furono rimandate a casa accompagnate da Tasuku, mentre Keiichiro, Ryo, i Rosa Chrusaders e gli alieni avrebbero fatto di tutto per trovare un nuovo mondo prima, che quello su cui adesso abitava la popolazione di Quiche e compagni esplodesse.
Anche Masaya era rimasto nel locale con l’intento di dare una mano, vide Ryo allontanarsi dal gruppo di discussione e dirigersi barcollando con le mani alle tempie verso la sala computer, si avvicinò e gli domandò << Senti Ryo vorrei essere d’aiuto…… >>
Ci furono attimi di silenzio poi Ryo rispose…. << Davvero…..? Perché non la smetti di fingere; pensi davvero che io non sappia quale sia la tua vera natura, non te la lascerò! Ricordi la promessa, non lascerò che tu la usi nuovamente per i tuoi scopi come allora!
Si voltò verso Masaya, il suo sguardo era diverso come se fosse quello di un’altra persona ,era carico d’ira e odio, il ragazzo rispose a quello sguardo alcuni secondi poi fuggì via.
Ryo tornò a mettersi le mani sulle tempie in preda ad un dolore lancinante, intanto Masaya stava correndo verso casa, chiedendosi chi fosse il ragazzo con cui aveva parlato, l’aspetto era quello di Ryo, ma la voce era diversa, era qualcuno che lui aveva già incontrato ma chi? E come aveva capito qual era la sua vera natura. Rientrato a casa si distese sul letto ad occhi chiusi domandandosi << Chi sono davvero io; sono stato abbandonato senza nemmeno sapere chi fossero i miei genitori, ho vissuto l’infanzia in un orfanotrofio poi sono stato adottato dai miei attuali genitori, ho incontrato Ichigo e mi sono messo con lei, ma io……, la amo davvero? Che domanda stupida, certo che la amo, lei è mia, solo mia e lo sarà per sempre.
Di nuovo il suo alto oscuro aveva preso il sopravvento, quel lato oscuro che lui aveva cercato di reprimere, quel lato oscuro che doveva essere scomparso quel giorno, ma che lui ingannando abilmente tutti aveva tenuto nascosto, anche Ichigo, perfino a lei aveva mentito, si chiese nuovamente << Chi sono io? >>
<< Sicuro di volerlo sapere? >>
Si alzò di scatto dal letto, da dove proveniva la voce che aveva sentito nella sua testa? Sentì una risata cupa e sadica, si voltò di scatto e di fronte a lui nello specchio al posto del suo riflesso c’era l’immagine di Deep Blue, l’immagine parlò << Io posso raccontarti tutto Masaya Aoyama; raccontarti chi sei veramente, sta a tè decidere se volerlo sapere o meno. >>
Masaya guardò l’immagine sorpreso e poi con ira domandò << Qual è il tuo obbiettivo Deep Blue? Pensi forse di ingannarmi per poi rimpossessarti del mio corpo e fare del male a Ichigo? >>
L’immagine nello specchio rise nuovamente << Io non posso ingannarti Masaya Aoyama, anche in passato quando presi il tuo corpo lo feci perché anche tu lo volevi, io sono tè e tu sei me, siamo indissolubilmente legati quello che saprai sarà solo la verità niente altro che la verità; poi starà a te decidere. >>
Masaya lo guardò nuovamente dubbioso se fidarsi o meno, in lui ardevano desideri contrastanti poi gli rivenne in mente l’ultimo colloquio con Ryo e l’inquietudine provata così strinse i pugni frustato fissò lo specchio e disse << Ti credo, come devo fare per conoscere questa verità? >>
<< Appoggia la mano sullo specchio. >>
Il ragazzo obbedì all’ordine, improvvisamente si sentì come invaso da migliaia di scariche elettriche e dopo poco fu scaraventato da un’invisibile energia sul letto, quando riprese i sensi, rise in maniera strana , inquietante, si riavvicinò allo specchio che ora rifletteva nuovamente la sua immagine e disse << Ora so ogni cosa, e va bene Deep Blue, no anzi Blue, io avvererò quello che era il tuo sogno, ma tu farai in modo che Ichigo sia solo mia e per sempre. >>
Una scarica elettrica scaturì dalla sua mano riflettendosi sulla superfice ora buia dello specchio mentre lui scoppiava in una fragorosa risata, in breve tutto il suo corpo fu avvolto dalla luce e lui si mutò in Deep Blue, rise ancora, sentiva l’energia scorrergli ovunque, con quella potenza, il mondo sarebbe stato ai suoi piedi e Ichigo sarebbe stata la sua serva e la sua schiava d’amore per la vita; tornato di nuovo serio si teletrasportò altrove, ormai in quella casa non c’era più niente che lo interessava. >>
Nello stesso momento Ryo era arrivato barcollante in camera sua con ancora le mani strette sulla testa, anche lui si domandava chi fosse stato a parlare tramite il suo corpo, ma per ora il suo principale problema era il dolore fortissimo alla testa, per non cadere appoggiò le mani alla parete proprio di fronte allo specchio della sua stanza e vide riflessa l’immagine di un uomo biondo con le orecchie come quella degli alieni, aveva lunghi capelli biondi e gli occhi di un color verde intenso, indossava una tonaca bianca stile antichi greci, il suo sguardo era triste ma allo stesso tempo severo.
Nello stesso momento in cui vedeva quella visione, Ryo sentì un crack all’interno della sua testa e dopo aver lanciato un grido soffocato svenn

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 TEMPORALE ***



N.B
Ci tengo ad avvisare che nei prossimi capitoli userò personaggi inventati da me per questa fan fiction e che ad alcuni dei personaggi esistenti nel manga di cui i nomi ed il sesso sono incerti ( mi riferisco ai Rosa Chrusaders) darò nomi e cognomi.
Sono costretta ad operare queste modifiche per permettere lo svolgimento della storia.


CAPITOLO 4   TEMPORALE
Ryo si svegliò trentasei ore dopo, aveva la testa che gli rimbombava come se all’interno ci fosse un martello, Keiichiro era al suo fianco e lo guardava << Come stai? >> 
<< Io co….. >> 
<< Sei svenuto! Il medico ha detto che era sovraffaticamento e che  probabilmente non dormivi da giorni, perché non me l’hai detto… >>
<< Sto bene >>
Ryo fece per alzarsi ma Keiichiro lo fermò <<  Ai ancora la febbre quindi devi stare a riposo. >>
Si  alzò dalla sedia e si diresse verso la porta, ma sulla maniglia si fermò << Per la faccenda degli alieni non ti devi preoccupare io, i Rosa Chrusaders e Pie e compagni stiamo svolgendo un ottimo lavoro, tu pensa a riposare e rimetterti in forze ci vediamo più tardi. >>
Dopo quelle parole uscì e si chiuse la porta alle spalle.
Ryo si mise una mano sulla fronte, la testa gli girava e il dolore era più forte che mai, a fatica e barcollando si diresse allo specchio, la figura che apparve riflessa  era  nuovamente quella di quell’uomo sconosciuto che somigliava agli alieni,  battè i pugni contro lo specchio chinando lo sguardo verso terra e domandò << Chi sei? >>
Sbatte nuovamente i pugni sulla superfice del vetro in preda all’ira << Dimmi chi sei! Chi diavolo sei, tu!! >>
Nessuna risposta, l’immagine continuava a guardarlo senza emettere un fiato, con rabbia folle  Ryo  lanciò la coperta sullo specchio che ne coprì la superficie, poi si distese stremato  e sofferente nel letto e si riaddormentò di nuovo.
Quando si svegliò nuovamente che ormai era notte fonda, la testa gli doleva ancora ma lui si alzò da letto e scese di sotto, erano tutti radunati nella sala computer che studiavano cartine e mappe stellari, quando lo videro rimasero sorpresi; non appena lo vide,  Keiichiro  mollò tutto e corse da lui << Ryo cosa ci fai qua? Sei ancora debole e devi stare a riposo. >>
<< Sto bene non preoccuparti.. >>
<< Ryo ascolta Keiichiro,  per ora possiamo cavarcela senza il tuo aiuto. >>
<< Grazie dell’interessamento Quiche, ma ora sto bene e sono pronto a rimettermi al lavoro. >>
Non era vero, si sentiva malissimo, ma non  c’è la faceva più a stare in camera, i pensieri e le visioni lo tormentavano in continuazione, e per di più ogni volta che si girava verso lo specchio sentiva la rabbia e lo sguardo di quell’immagine incorporea fisso su di lui; doveva tenere la mente occupata, era il modo migliore di allontanare quelle immagini e i pensieri che lo opprimevano.
Lavorò alacremente per tutto il resto della notte senza fermarsi un attimo, Keiichiro gli aveva raccontato delle decisioni prese, durante la riunione per la ricerca della pietra e gli aveva anche riferito che Masaya quel giorno non si era presentato alla riunione.
Le ragazze da  circa due giorni stavano vagliando tutte le notizie storiche per trovare tracce della pietra ma senza alcun risultato; Zankuro aveva fatto addirittura delle ricerche nella sala dei manoscritti antichi ma nulla, niente.
In tutte le biblioteche di Tokyo girate di notizie sulla pietra non vi era traccia; Keiichiro poi aveva saputo che Ichigo non si era presentata il giorno precedente all’appuntamento con le amiche ma non ne sapeva il motivo.
Ryo immagazzinò le notizie ricevute e si rimise al lavoro, quando smise erano le sette di mattina, tutti dormivano accampati in qualche angolo, solo lui era sveglio, aveva finito il controllo della cintura di Orione senza trovare un pianeta adatto alla vita  e decise di prendersi una pausa, appena lasciato il computer però il dolore alla testa si fece più forte che mai, cadde in ginocchio mentre tornavano le visioni.
Questa volta vide la ragazza dai capelli rosa con il suo bell’abito bianco lacero, che piangeva sommessamente e lo guardava come per chiedergli << perché mi è stato fatto questo >>, poi vide Deep Blue a capo di un’esercito che scatenava un attacco e  in lontananza una città in fiamme.
Si tolse le mani dalle tempie quando la visione sparì, si chiese mentalmente chi avesse ridotto in quello stato la ragazza  dai capelli rosa e le orecchie appuntite, poi ebbe come una folgorazine ! lui sapeva chi era stato! Lo conosceva era……
La testa riprese a dolergli con un’intensità pazzesca, sembrava che qualcosa volesse uscire allo scoperto, sentì un misto di sentimenti salirgli alla gola, amore,odio,rabbia,disprezzo per se stesso e tutto culminò con l’immagine di  Ichigo, infine ebbe un nuovo crack all’interno della testa, lottò per non svenire e corse in bagno per sciacquarsi il viso, li però vomitò, a causa dell’intensità del dolore.
Uscii dopo un tempo che gli parve lunghissimo, la testa gli doleva ancora ma non aveva tempo da perdere ora con quelle sciocchezze; stava per svegliare tutti, quando sentì il campanello del locale, corse ad aprire e si trovò di fronte Ichgo che in lacrime gli disse << Ma..Ma…Masaya è scomparso! Sono due giorni che lo stiamo cercando! Ryo io non so più che fare aiutami! Ti prego aiutami a ritrovarlo. >>
Il ragazzo la fece sedere su una sedia e le disse di farsi coraggio, poi si diresse in cucina a prendere dell’acqua mentre gli altri si svegliavano ed entravano nel salone per vedere che succedeva. Da solo nella cucina, la mente di Ryo era in preda all’ira, quel cretino di Masaya ecco che ricominciava a dare problemi e lui che aveva quasi pensato che forse grazie ad Ichigo potesse essere cambiato, invece quel maledetto ora, aveva pure osato farla piangere, dopo tutto ciò che lei aveva fatto per lui; non l’avrebbe perdonato! Non questa volta.
Mezz’ora dopo tutti i presenti nel locale erano radunati ad un tavolo che discutevano sugli ultimi fatti avvenuti. Quiche era furibondo e vagava da un lato all’altro della stanza in preda all’ira.
Tart era stato mandato ad avvisare le ragazze della scomparsa di Masaya  e Ryo  faceva avanti e indietro dalla cucina alla sala per portare il the.
Ichigo se ne stava seduta su una sedia, con in volto un’espressione talmente triste che nessuno sapeva cosa dirle per farle coraggio, Quiche non sopportava di vederla in quello stato ma nemmeno lui sapeva che fare, quando arrivarono le ragazze fu deciso dopo una lunga discussione di aspettare notizie dalla polizia e di stare vicino ad Ichigo fino al momento in cui Masaya fosse stato ritrovato.
Retasu  non aveva abbracciato l’amica come le altre ma era rimasta sulle sue; provava ancora rabbia nei suoi confronti, e non riusciva a capire come mai si fosse precipitata lì per avere consolazione invece che da una di loro.
Faceva sempre così appena aveva un problema con il suo Masaya correva da Ryo incurante dei suoi sentimenti e di come doveva sentirsi dopo aver ascoltato tutte le sue frustrazioni, che egoista che era; e poi si definiva la paladina della giustizia eppure non si rendeva nemmeno conto dei sentimenti di chi le stava intorno! Berry al suo confronto era più matura, nonostante la giovane età, almeno lei capiva la profondità dei sentimenti altrui e capiva bene quanto una situazione potesse essere rischiosa e di conseguenza poi si comportava con maturità e sceglieva la maniera più saggia di combattere, invece Ichigo si buttava nella battaglia senza una strategia e affrontava ogni situazione con superficialità  come se stesse giocando, non la sopportava! Non riusciva proprio a soffrire quel suo modo di fare.
Zankuro le si avvicinò e le chiese cosa avesse, la ragazza la prese da parte e le disse apertamente che non le piaceva il modo in cui Ichigo si appoggiava sempre sulle spalle degli altri. << Capisco…, ma non dovresti dirlo a me, devi parlarne con la diretta interessata e confrontarti con lei a viso aperto; se sei sua amica questo è il minimo che puoi fare…..essere onesta nei suoi confronti. >>
La guardò con severità poi si allontanò; Zankuro le piaceva, faceva un po paura ma era diretta e onesta e queste erano qualità che apprezzava, affrontare Ichigo….non se la sentiva, non ora almeno, << maledetta la sua timidezza >>, imprecò mentalmente contro se stessa mentre tutt’attorno a lei si ragionava sugli eventi accaduti.
La mattinata passò in fretta, dopo una riunione supplementare la decisione definitiva fu presa, il problema Masaya sarebbe stato lasciato alla polizia e gli altri si sarebbero divisi in gruppo per andare a fare ricerche nelle biblioteche di Osaka e Narita.
Ichigo e Ryo sarebbero rimasti alla sede centrale e Retasu , Pudding e Tart sarebbero rimasti in città, la prima per continuare le ricerche nelle biblioteche, i secondi per reperire dati all’osservatorio astronomico e per gli impegni della giovane Pudding che Tart avrebbe dovuto aiutare.
Si divisero con la promessa di reincontrarsi al caffè la sera dopo.
Quel pomeriggio la testa di Ryo sembrava scoppiare, le visioni di quella ragazza piangente lo assillavano con un’intensità pazzesca, l’uomo misterioso allo specchio continuava ad apparire ogni volta che il giovane si specchiava. Sempre con il suo sguardo severo e cupo, infine la rabbia contro Masaya  lo faceva letteralmente andare via di testa a completare tutto c'era l’immagine di Ichigo appollaiata su una sedia da quella mattina, che guardava il pavimento.
Nonostante tutto il lavoro che aveva, il ragazzo le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla dicendole di farsi coraggio che tutto sarebbe andato per il meglio.
Lei lo guardò con occhi prossimi alle lacrime, poi rivolse nuovamente lo sguardo al terreno; fu come una freccia scoccata al cuore per lui, lasciò la sua spalla e ritornò alla sala computer, a lei non importava nulla di lui, la sua presenza era qualcosa di inutile; diede un pugno sul muro e urlò << Maledizione! >>.
Si sentiva frustrato, sia come uomo che come scienziato, non riusciva trovare un pianeta che ospitasse la popolazione di Quiche e non riusciva ad essere d’aiuto alla ragazza di cui era innamorato, che fallito che era. Con il cuore colmo di frustrazione, rabbia e tristezza  si rimise al lavoro sul computer centrale.
Ichigo nel frattempo si sentiva depressa, perché nessuno voleva aiutarla ha ritrovare il suo Masaya, tutti avevano concordato di fregarsene e lasciare fare alla polizia, era ingiusto! Lo abbandonavano così, forse gli era capitato qualcosa di brutto e nessuno voleva fare niente per ritrovarlo. Che egoisti come potevano odiarlo così tanto! Ryo si era dimostrato il meno indifferente ed aveva cercato di consolarla ma perché non cominciava le ricerche di Masaya, perché?
Le lacrime sgorgarono dai suoi occhi mentre stringeva con mani tremanti il fazzoletto; che doveva fare? Fece un profondo respiro e decise con fermezza, glielo avrebbe chiesto! Quando Ryo sarebbe tornato in sala gli avrebbe domandato perché non aveva fatto cercare Masaya , lui si definiva suo amico allora dovrebbe dargli una mano in questi momenti e invece non lo aveva fatto e lei voleva saperne il motivo.
Le ore passavano, verso le  cinque di pomeriggio il tempo si annuvolò e cominciò a tuonare, Ryo si staccò dal computer verso le sei e si diresse in cucina, Ichigo lo seguì e gli domandò << Ryo…perché non fai cercare il mio Masaya! Tu hai sempre detto di essermi amico eppure ora che ho bisogno d’aiuto non me ne dai alcuno, perché! >>
Piangeva, le lacrime le scendevano dagli occhi copiose, Ryo le voltava le spalle e non diceva nulla ma tremava visibilmente, Ichigo perse la pazienza e gli urlò prendendolo per la spalla << Allora! >>
Ryo non si voltò, ma anzi prese a tremare più di prima, dopo alcuni secondi disse con voce roca << Masaya, Masaya sempre e solo Masaya, perchè non pensi un po anche a me! >>
Si voltò di scatto le prese il baraccio e la scaraventò a terra bloccandola  sedendosi sul suo corpo, teneva la testa bassa e stringeva i denti mentre Ichigo tentava di ribellarsi; dopo alcuni secondi che era in quella posizione disse << Ci sono anche io! Ci sono anch’io! Perché non lo vuoi capire; cosa sono per tè? Perché ti rivolgi sempre a me? Cosa vuoi da me? Io lo odio Masaya, lo odio; quel damerino con la puzza sotto al naso; per mè potrebbe anche finire all’inferno! Non mi importa niente di lui! Quello sa solo creare problemi; perché non pensi mai a me! Perché sei così egoista, ci sono anch’io, ci sono anch’io perché non lo capisci, io sono qui, sono sempre qui! allora perché tu…. Vorrei che morisse, vorrei che quel maledetto morisse! e che la  sua fine avvenisse nel peggiore dei modi! >>
Ichigo lo guardava allibita ma a quelle parole lo schiaffeggiò con tutta la forza che aveva, poi lo scaraventò da parte si alzò in piedi e urlò fra le lacrime << Io ti credevo mio amico!! Sei tu un egoista! Cosa voglio….cosa voglio? Io rivoglio solo il mio Masaya! >>
Scappo via, aprì con violenza la porta del locale mentre fuori un fulmine si schiantò  da qualche parte; davanti alla porta vide Retasu che la guardava con ira; nel frattempo all’interno del locale Ryo piangeva, che cosa gli era preso, perché aveva agito in quel modo? Si sentiva uno schifo e asciugandosi le lacrime si diresse barcollando verso la sala computer, la testa non gli aveva mai fatto così male in vita sua, arrivato all’ingresso della stanza si fermò vicino allo specchio per riprendere un po di fiato visto che si sentiva cedere.
Quando si fu un po ripreso si  mise ritto davanti allo specchio, per un secondo ci fu la sua immagine allo specchio ma poi riapparve l’uomo misterioso e gli sorrise; in quello stesso momento il ragazzo sentì un dolore lacerante partirgli dalla testa e continuare fino ai piedi era come se lo colpisse un fulmine e allo stesso tempo lo tagliassero in due, un dolore talmente forte che lo fece svenire e accasciarsi al suolo in pochi secondi.
Nello stesso momento all’infuori del locale Retasu lanciò addosso ad Ichigo il sacchetto pieno di spuntini che aveva comprato e si avvento su di lei urlandole come non aveva mai fatto in vita sua << Tu non pensi mai agli altri vero! Sei un’egoista! Ti affidi sempre a Ryo ma non capisci mai i suoi sentimenti, non capisci come si senta ogni volta che tu gli scarichi addosso i tuoi problemi e le tue lamentele, lui è innamorato di te! Accetta tutto solo perché  ti ama e tu non te ne accorgi! Sei troppo egoista….. sai solo pensare a te stessa senza curarti mai degli altri; io ti disprezzo, sei sempre lì con lo sguardo da oca giuliva a fissare Masaya come se fosse una divinità mentre invece è solo un’idiota e non ti accorgi dell’amore di Ryo; hai gli occhi foderati di alghe nori; io lo amo sinceramente e lui mi ha rifiutato per te e tu non riesci a vedere il suo sentimento ….Io ti odio! Ti odio con tutta me stessa! >>
Ichigo scappò via, ora capiva, nessuno le era amico, non c’era nessuno, non poteva contare su nessuno tutti la detestavano, era sola non aveva amici, se tutti la odiavano non importava sarebbe riuscita a ritrovare Masaya lo stesso a qualunque costo.
Le lacrime sgorgavano dal suo viso, si trasformò e cominciò a setacciare tutta la città  alla ricerca dell’uomo che amava, l’avrebbe ritrovato ne era sicura. Verso le undici di sera si fermò davanti ad una vecchia villa per riprendere fiato, ora pioveva abbondantemente, e la sua mente riusciva a connettere un po di più; le parole di Retasu le tornarono alla mente, Ryo era innamorato di lei…non lo aveva mai capito eppure avrebbe dovuto; forse dopotutto era vero che non si curava dei sentimenti altrui.
Sorrise, un sorriso amaro mentre le lacrime solcavano nuovamente il suo volto, ad un tratto sentì una voce alle spalle << Ma guarda chi si vede di nuovo la sgualdrina! >>
Riconobbe quella voce e si voltò di scatto, nella penombra la ragazza che già una volta l’aveva insultata era in piedi e la guardava,  trovando il coraggio le domandò << Perché mi rivolgi queste parole  di offesa, quale torto ti ho fatto? >>
<< Ahahah >> una risata maligna solcò la bocca della giovane << Torto, vuoi forse dire che non hai ricordato! >>
<< Ricordare cosa? >>
La ragazza improvvisamente si irritò e guardandola negli occhi << E’ sempre così, tu fai sempre l’innocentina, la perfetta,  colei che è pura, mi provochi rabbia, il solo vederti mi riempe di disgusto! Perché per una volta non cerchi di ricordare invece di farti dire tutto dagli altri; ricorda cosa hai fatto, quello che ai provocato! Sei una sgualdrina! Tu ci ai tradito, per quel verme, ricorda ciò che hai fatto solo allora accetterò di dirti perché provo odio nei tuoi confronti. >>
La ragazza si allontanò mentre Ichigo sorpresa si chiese cosa dovesse ricordare e perché la ragazza l’avesse riconosciuta nonostante la trasformazione, ad un certo punto un fulmine la colpì e lei istintivamente parò il colpo, si voltò e Deep Blue era di fronte a lei e le puntava una spada al collo.
La sorpresa si dipinse sul suo volto e a mezze parole pronunciò il nome  Ma..sa…ya.
Lui sorrideva di fronte alla sua sorpresa, le si avvicinò e prendendola  dolcemente per i capelli le disse << Battiti con me. >>
Si allontanò da lei mentre la ragazza sbigottita guardava  ancora il volto dell’ alieno incapace di connettere;  quando fu a qualche centimetro di distanza lui l'attaccò con un fulmine, lei schivò il colpo per riflesso ma non fece in tempo a schivare un secondo attacco; fu colpita in pieno, Deep Blue le diede il tempo di rialzarsi e poi le scaglò contro  quattro attacchi consegutivi.
Ichigo li parò ed urlò << Masaya torna in te! Non puoi farti imposessare così da Deep Blue! >> L’altro rideva e le scagliò contro un colpo ancora più forte.
Ichigo cadde a terra tramortita, si rialzò a fatica e quando si voltò Masaya era di fronte a lei, le si avvicinò e le prese delicatamente una ciocca di capelli fra le mani, poi avvicinandosi al suo volto le disse con il sorriso sulle labbra << Io e Blue siamo una cosa sola, quello che voglio io lo vuole anche lui >> In quello stesso istante riprese l’aspetto di Deep Blue che le disse << Tu sarai mia! Sei la mia schiava, lo sei stata e lo sarai per l’eternità, una schiava senz’anima , poi quando mi sarò stancato di tè ti strapperò il cuore e me lo porterò via. >>
Lasciò la ciocca di capelli e si allontanò ridendo mentre Ichigo trasformata in Mew Berry urlava disperata  al cielo, intanto la pioggia scrosciava fra i tuoni e i fulmini del temporale.

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Capitolo 5
*** RAGO parte 1 ***


Avviso questo capitolo è un po lungo così per facilitarne la lettura lo divido in due parti. Chiedo perdono se trovate qualche errore di battitura nelle parole ma ho alcuni problemi con il Pc ^^


CAPITOLO 5 RAGO

Mentre Ichigo viveva queste avventure, Ryo giaceva a terra svenuto, la sua mente vagava e piano, piano si sentiva estraniato dalla realtà come se stesse finendo in una sorta di mondo alternativo, la sensazione di una nuova coscienza si svegliava dentro di lui. Il suo io cosciente si sopì mentre la sua anima sprofondava dentro il sogno che rappresentava la vita e i ricordi di qualcun'altro.
Una voce lo chiamava, ma chi? Aprì gli occhi e guardò di fronte a se.
<< Sommo Rago vi sentite bene? >>
Il giovane osservò il suo interlocutore poi si guardò allo specchio, dove una figura dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi lo osservava riprendendo anche le sue posizioni sul letto. Sorrise massaggiandosi i capelli arruffati, abbassò lo sguardo e sorrise nuovamente, che sogno assurdo aveva fatto. Lui era Rago, scienziato della casta dei Lemuri e quelle erano le sue stanze nell’ala ovest del tempio della conoscenza, dove viveva adesso.
Chissà per quale assurdo motivo aveva sognato di essere un'altra persona. Guardò nuovamente il ragazzo che l’aveva svegliato e che lo ricambiava con espressione incuriosita, Rago si alzò, aveva più o meno venti anni, il suo corpo era slanciato e ben proporzionato, i lunghi capelli biondi si armonizzavano perfettamente con le sue orecchie appuntite e con i suoi occhi verde intenso, la forma ovale del volto completava l’opera creando l’immagine di un bel giovane con il volto aggraziato e lo sguardo severo ma gentile.
Si spogliò della tonaca da sonno davanti al suo inserviente, mostrando il suo corpo nudo e lavandosi poi si rivestì, indossando la tonaca bianca da lavoro della casta degli scienziati, finì di prepararsi indossando gli occhiali e si rivose di nuovo all’inserviente, un ragazzo sui 16 anni con la pelle color caffelatte e un visino furbo.
<< Hithius i documenti. >>
Il giovane corse in fretta nella stanza adiacente e tornò con un plico di fascicoli; Rago li prese e poi sorridendo gli disse << Fai le tue ore di lezione e poi torna dalla tua famiglia, non ho bisogno di servigi questa sera, mi aspetto di vederti domani all’ora della sveglia. >>
<< Ai suoi ordini sommo Rago. >>
Con un inchino il ragazzo prese i suoi libri dalla sedia dove li aveva appoggiati e saettò via, Rago uscì, chiuse la porta del suo alloggio con la card di sicurezza, e si diresse verso il palazzo della ricerca al centro della città.
Le strade fuori erano affollate come sempre di mercanti e banchi dove la popolazione faceva acquisti, lui li intravide dalle vetrate del tempio ma non se ne curò più di tanto visto che per gli appartenenti alle caste esistevano i percorsi inter templari.
Percorsi che solo loro potevano usare e che ai comuni cittadini non era concesso, molti di questi passaggi si diramavano nel sottosuolo e congiungevano tutte le aree dei vari templi e del palazzo reale, Rago prese uno di questi percorsi, non era il più corto per raggiungere il palazzo della ricerca ma passando da li almeno poteva ammirare la serra dello splendore e forse vedere quella persona, sperava solo di non incontrare lui, visto che il luogo dove risiedeva era il più vicino al tempio della purezza ed al palazzo reale.
Durante il cammino arrivò davanti ai giardini della casta delle sacerdotesse denominati Serra dello Splendore per la varietà di fiori e alberi da frutto che conteneva, li le varie ancelle si divertivano danzando e cantanto soavi e antiche melodie, fra di loro c’era anche lei, Aijissa.
Volteggiava fra le sue compagne come un angelo, ridendo allegramente e intonando assieme alle altre un dolce canto, le Ancelle di Primavera, così la casta a cui apparteneva veniva chiamata; erano al diretto servizio della casta sacerdotale della dea Are.
I capelli rosati della ragazza si muovevano creando una una voluttuosa nuvola mentre roteava su se stessa , quando si fermò, gli aggraziati boccoli le ricaddero sulla schiena come una delicata pioggerella, aveva un’aria gentile ed il suo sorriso illuminava ogni cosa, anche il suo corpo era aggraziato e l’abito bianco ed azzurro che indossava le stava d’incanto.
Rago la guardò a lugo in silenzio, mentre stava per andarsene però, sentì una voce alle sue spalle dire << Cosa c’è d’interessante da vedere in una serra? >> Si voltò di scatto ed ecco la persona che meno voleva vedere,suo fratello!! Il suo gemello, il primo genito amato e riverito dai loro genitori, Blue!! Il grande comandante delle guardie di palazzo, colui che a solo diciotto anni aveva ricevuto dall’imperatore l’alto titolo di Deep e ora veniva da tutti riverito come Deep Blue.
L’uomo con la carica militare più alta dell’intero pianeta, ed anche la persona a cui era più legato per vincolo di sangue, sospirò rivolto al fratello che lo guardava con aria divertita attendendo una sua qualche reazione, passarono qualche minuto ad osservarsi poi Blue guardò dentro la serra ed esclamò << Ahhh.. >> Sorpreso, gettò un cocchiata al fratello poi agitò la mano urlando << Ehiii Aijissa ho appena scoperto un’intruso intento a fissare voi ancelle. >>
Mise le mani sulle spalle del fratello minore ridendo allegramente mentre la ragazza si voltava verso di loro illuminandosi di felicità, Rago sospirò nuovamente, poiché sapeva che lo sguardo di Aijissa era unicamente rivolto a suo fratello , andava bene così, gli bastava vederla sorridere ed osservarla da lontano, non importava se lui l’amava e se lei non l’avrebbe mai saputo, suo fratello era ben più degno di lui di averla al suo fianco, dopo tutto Blue gli era sempre stato superiore in qualunque campo tranne quello inerente le materie scientifiche, lui era riuscito con la sua astuzia ,caparbietà e prestanza fisica ad ottenere fama e successo, quindi ora meritava di avere al suo fianco la donna più bella che si fosse mai vista. Però questo era anche il motivo per cui lo odiava, Blue era perfetto, mentre lui Rago secondogenito della famiglia per pochi miseri secondi, si considerava inferiore a lui questo lo faceva stare male, inoltre suo fratello mostrava tranquillamente il suo senso di superiorità e questo lo faceva innervosire.
Chinò lo sguardo verso terra mentre l’amarezza lo invadeva, si disse mentalmente << Io non sarò mai all’altezza di Blue >>
Quell'affermazione così realistica lo fece sentire ancora più amareggiato, allo stesso tempo però si sentiva un vile nel provare tutta quell'invidia verso suo fratello, si rilassò un poco riacquistando il suo autocontrollo e alzò lo sguardo.
Aijissa li aveva raggiunti raggiante << Nobile Deep Blue a cosa dobbiamo l’onore della vostra visita e di quella di vostro fratello il sommo scienziato Rago? >>
<< A nulla Aijissa delle ancelle, passavamo di qua ed abbiamo pensato di omaggiare la vostra bellezza con un saluto >>
<< Nobile Deep Blue voi mi lusingate…. >>
Aijissa arrossì, si vedeva da lontano l’amore che nutriva per Blue, e lui invece non riusciva nemmeno a spiccicare una parola davanti a lei, chinò nuovamente lo sguardo a terra dicendo << Mi spiace ora devo andare. >>
Aijissa lo fissò alcuni secondi << Sommo Rago…. >>
Si voltò allontanandosi velocemente, la ragazza lo richiamò ma lui non si fermò, Blue lo fissò allontanarsi e si rivolse verso di lei
<< Mia cara Aijissa ora devo andare anche io, gli impegni di palazzo mi chiamano >>
Baciò la sua mano e raggiunse il fratello, << Allora Rago, ti da così fastidio vedere due promessi che si salutano? >>
<< No fratello, è solo che mi sono accorto di essere in ritardo. >>
<< Di la verità; lei ti piace. >> Blue incarnò il sopraccilio sfoderando un sorrisino per la battuta detta ma Rago invece lo fissò sorpreso
<< Io sono felice che lei sia al tuo fianco fratello, i miei sentimenti se ne avessi nei suoi confronti, non contano, l’importante è che tu permetta che lei abbia sempre quello splendido sorriso che aveva poch’anzi. >>
<< Contaci fratello, lei è mia e sarà mia per sempre. >>
Rago lo fissò ad occhi sgranati , con severità. Blue sorrise e rispose facendo l’occhiolino, lo salutò svoltando a destra e dirigendosi lungo il corridoio che portava a palazzo reale.
Un impeto di rabbia lo pervase l’aveva considerata come una proprietà, Blue non aveva mai considerato quella donna come una persona poiché lui si credeva superiore a tutti, con ira Rago fu costretto ad ammettere nuovamente che suo fratello era un vero presuntuoso, eppure riusciva a farsi amare dalla gente e a farsi considerare un eroe, queste erano le sue abilità, quelle abilità che lui non sarebbe mai riuscito ad eguagliare.
Fece un profondo sorpirò e riprese a camminare a passo deciso. Nello stesso momento Blue ripensava al colloquio avuto poco prima.
Dunque il suo fratellino era innamorato di Aijissa, sorrise << Interessante, molto interessante, naturalmente lui così timido e chiuso in se stesso non l’avrebbe mai ammesso. >>
Iniziò a ridere di gusto posandosi una mano sugli occhi cercando di contenersi; dopo alcuni secondi si calmò, tolse la mano dagli occhi e sfoderò uno sguardo divertito, un idea era balzata alla sua mente, un idea che lo faceva fremere d'entusiasmo. Chissà che reazioni avrebbe avuto suo fratello se l'avesse applicata.
Una luce folle brillava nel suo sguardo, << Eh si! Sarebbe stato divertente, molto divertente. >>
Passarono diversi giorni da quell’incontro e tutto sembrava essere tranquillo, ma sorprendendo tutti al sud il clan dei Barasy si ribellò all’impero e scatenò una sommossa; la casta dei Lemuri fu messa subito al lavoro per sorvegliare la situazione e fare un rapporto concreto dei danni, l’esercito di Blue invece, fu mandato rapidamente a reprimere la ribellione.
La guerra durò tre mesi sconvolgendo tutte le regioni dell’est e quando sembrava che la situazione in quei luoghi fosse ormai disperata e che per sistemare la rivolta sarebbe stato necessario uno sterminio di massa Blue riuscì miracolosamente a ribaltare la situazione con una manovra elusiva. Distrasse il nemico incendiando una città e mentre questi erano occupati a soccorrere gli alleati,lui scatenò un attacco di massa che soppresse la ribellione e riportò la calma nell’impero.
Fu un attacco spettacolare da parte di un grande stratega, l’imperatore conquistato, al ritorno delle truppe annunciò che entro la fine dell’anno il nobile e grande Deep Blue sarebbe stato nominato generale supremo dell’esercito. Quel giorno ci furono grandi festeggiamenti per l’annuncio ed il nome di Blue era sulla bocca di tutti, ma al diretto interessato non importava di tutto questo, presto i suoi progetti si sarebbero realizzati ed allora i titoli dell’imperatore, anzi, l’imperatore stesso, non sarebbero contati più nulla! Per ora però gli interessava un’unica cosa e voleva farla il prima possibile, anche se il bello sarebbe venuto dopo.
La Domenica quando si riunì con la sua famiglia a pranzo dopo parecchio tempo che non vedeva i suoi genitori Blue annunciò di volersi fidanzare ufficialmente con Aijissa, questo lasciò piacevolmente sbalorditi i due cognugi che si complimentarono e fecero le loro felicitazioni al loro figliolo adorato, orgoglio della famiglia.
Anche Rago fece le sue felicitazioni al fratello ma il suo non era affatto lo sguardo di una persona felice, Blue lo notò e ne fu divertito, per il resto del pranzo osservò le reazioni del fratello, naturalmente senza farsi leggere nel pensiero visto che Rago possedeva il potere della lettura della mente, una dote rara che pochi avevano e che se scoperta avrebbe attirato l’interesse della casta dei Pensatori, conosciuta anche come la casta che in segreto reggeva il potere politico dell’impero, infatti l’imperatore non si muoveva mai se non dopo aver avuto i pareri dei suoi consiglieri che appartenevano tutti a questa casta.
Blue riguardò il fratello, il suo gemello, il ragazzo che la sua famiglia non considerava ma che aveva dimostrato di essere molto di più di quel che tutti lo credevano, lo detestava, la sola idea di vederlo soffrire lo entusiasmava, chissà quanto avrebbe retto il suo caro fratellino, gli aveva già tolto l’affetto dei loro genitori ma lui continuava con la sua impassibilità ora, gli aveva tolto la donna che desiderava ma a quanto sembrava nemmeno quello era riuscito a scuotere il suo stato d’animo in modo che mostrasse qualche emozione, cosa avrebbe potuto fare ancora per tormentarlo?
Decise di lasciare la domanda in sospeso, al momento doveva occuparsi della sua famiglia.
Il giorno seguente si presentò alla sede del tempio delle ancelle, si fece ricevere dalla priore e gli chiese di conferire con Aijissa.
La ragazza fu ben lieta di incontrare il suo amato e quando ricevette la proposta di fidanzamento fu al settimo cielo, non se l'aspettava e ora non riusciva a credere che il suo sogno finalmente si fosse avverato.
La coppia passò il resto della mattina a passeggiare sui giardini pensili del tempio delle ancelle, facendo progetti per la loro futura vita insieme, camminare per quelle vie circondate di splendide piante per lei era meraviglioso, la sua era una felicità che non si poteva nemmeno descrivere, si sentiva raggiante e pronta ad affrontare ogni avversità della vita; Blue la guardava, osservava ogni suo movimento, non ascoltava molto delle parole che diceva, la sua mente era troppo impegnata ad elaborare e scartare piani per la sofferenza del fratello, di quella ragazza ora come ora, gl'importava poco, i suoi progetti venivano prima, anche se doveva ammettere che la compagnia di quella aggraziata fanciulla non gli dispiaceva.
La mattina trascorse serena, più serena di quanto lui stesso si aspettasse, quando fu il momento di separarsi i due fidanzati presero accordi per vedersi anche il giorno seguente.
Fra loro ci furono molti altri incontri e tutti per Blue furono una piacevole rivelazione , una sera nelle sue stanze alla sezione delle armi , si accorse di provare desiderio nei confronti di Aijissa, all’inizio per lui quella ragazza non aveva significato nulla ora però desiderava la sua compagnia, era una sensazione strana e nuova che lo lasciava sorpreso, ci riflettè su per diverso tempo cercando d capire la profondità dei propri sentimenti e, quando si rese conto a pieno di ciò che provava si mise a ridere smodatamente, la risposta che aveva trovato alle sue elucubrazioni in qualche modo l’aveva scioccato.
In quel mentre di ilarità prese una decisione, avrebbe fatto di Aijissa la sua compagna e la sua serva. Rise nuovamente mentre nel suo io sentiva che qualcosa era cambiato per sempre.

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Capitolo 6
*** RAGO parte 2 ***



Notando che le letture della prima parte del capitolo 5 sono poche, vi ricordo che nel post precedente a questo è postata la prima parte del capitolo.

SECONDA PARTE DEL CAPITOLO 5

I mesi passarono ed arrivò la fine dell’anno. In una cerimonia sontuosa Blue venne nominato generalissimo e posto al comando di tutto l’esercito imperiale, Rago era presente alla nomina e guardava con amarezza l’ennesimo successo del fratello che acquistava ulteriore fama e gloria.
Anche Blue era felice ma non per l’onore della nomina bensì per il potere che ora acquisiva sull’intero esercito, che già lo adorava e riveriva, tranne alcuni vecchie glorie della guarnigione di cui presto si sarebbe sbarazzato.
Erano anni che lui e i suoi lavoravano a quel progetto ed ora finalmente le acque si muovevano nella giusta direzione.
Soddisfatto di se iniziò lentamente a tessere le sue trame sbarazzandosi con abilità dei nemici e facendosi nuovi alleati all'interno della gerarchia reale.
Le stagioni passarono in fretta, infine arrivò l’inverno; Rago passava le sue giornate chino sui libri e sul computer, cercando di concentrarsi unicamente sul lavoro, in lui vi erano numerosi ed incomprensibili sentimenti che desiderava cancellare, al momento voleva essere un nuovo Rago e pensare a fare carriera.
Aijissa e Blue invece passavano felicemente il loro tempo libero mano nella mano passeggiando per le vie della città, che li ammirava e invidiava.
Blue desiderava ogni giorno di più, possedere la ragazza, se ne era innamorato veramente a discapito di qualsiasi previsione, anche lui come il fratello era rimasto deliziato e conquistato dalla dolcezza e dalla purezza della ragazza, solo che a differenza di Rago desiderava che la giovane fosse unicamente sua come un oggetto di cristallo in una vetrinetta, voleva essere l’unico a gioire di quella splendida visione, il solo pensiero di averla unicamente per lui lo riempiva di felicità, ma questo suo desiderio avrebbe dovuto attendere l’avverarsi delle sue ambizioni.
Solo dopo aver otenuto tutto ciò che voleva poteva dedicare tempo all’amore e alla donna che desiderava. Il periodo di calma vissuto in quei mesi però era destinato a finire poiché l’anziana grande sacerdotessa passò a miglior vita e come da legge la sua ancella di cristallo cadde in disgrazia.
Fu un momento difficile all'interno degli ordini religiosi, la decisione per eleggere la nuova sacerdotessa si rivelava estremamente complessa poichè raramente una sacerdotessa ed un ancella avevano svolto il loro compito in maniera così lodevole, si susseguirono molte riunioni e, l'ancella in disgrazia prese parte alle consultazioni, nonostante ormai non avesse più una posizione all'interno del clero.
Le venne dato questo privilegio per via del grande rispetto che tutti nutrivano nei suoi confronti e lei da parte sua svolse un magnifico lavoro di consulenza. Ulteriori riunioni vennero svolte e alla fine la nuova grande sacerdotessa fu eletta.
Nel giorno dell'elezione si svolsero grandi festeggiamenti e alla nuova eletta vennero rivolti molti onori, tutto il popolo l’accolse con enorme felicità, poiché tutti sapevano che sebbene questa fosse la più giovane grande sacerdotessa mai eletta, le sue doti di guaritrice e armonizzatrice erano le più grandi mai viste nella congrega di cui faceva parte.
Con enorme sorpresa di tutti il titolo di ancella di cristallo venne conferito ad Aijissa, che era stata riconosciuta come la persona più pura che fosse nata negli ultimi anni, Rago prese la notizia con serenità e sperò che la vita della giovane fosse piena di luce e positività, ormai sentiva di aver rinunciato a quell’aggraziato bocciolo e di essere in pae con se stesso.
Blue invece si ingelosì di fronte ha quella nomina, poiché ora Aijissa non sarebbe appartenuta più solo a lui, giurò a se stesso che se la sarebbe ripresa e che avrebbe impedito che la visione di quel fiore fosse goduta da qualcun altro oltre a lui.
La nuova vita di Aijissa era molto differente da quella passata, ora viveva in una suite degna di una regina e l’abito cerimoniale bianco con cui era vestita era di una fattura squisita, rimpiangeva una sola cosa della sua vecchia posizione sociale ossia la libertà, difatti ora non era più libera di vedere Blue e gli amici quanto più le aggradava.
Era costretta a vivere in un semi isolamento, girava da sola per gli splendidi giardini della serra della luce ammirando e occupandosi dei fiori con l’aiuto di un giovane giardiniere dalla pelle bruna e dagli occhi neri, lentamente i due strinsero amicizia, il giovane giardiniere si chiamava Lasam ed era della tribù Cunma dell’estremo ovest, una tribù caduta in disgrazia molto tempo prima, per questo giovane Aijissa era una dea discesa in terra, che con la sua grazia faceva risplendere ogni cosa, anche lui si era innamorato di lei, ma il suo amore era l’amore che si prova verso qualcosa di irraggiungibile, si accontentava di servire quella graziosa creatura ed aiutarla nella cura dei giardini.
Per Aijissa invece quel ragazzo timido e dalla pelle bruna era un caro amico a cui si sentiva affezionata come ad un fratello, i due passarono insieme le giornate e per due mesi chiacchierarono amichevolmente di erbe medicamentose, fiori, frutti e altri argomenti.
Spesso Aijissa guardava Lasam svolgere il suo lavoro in maniera stupefacente, ne era ammirata ed allora il giovane la invitaa chinarsi a terra e le insegnava i vari segreti del giardinaggio.
Altre volte lo aiutava anche lei di sua iniziativa ma, il più delle volte restava ad ammirare la sapiente maestria del giovane nel giardinaggio.
Blue sempre più spesso osservava di nascosto i due e si rodeva dalla gelosia e dal disprezzo verso quell’umile emarginato che ambiva a stare al fianco della creatura più splendida che si fosse mai vista, così un giorno decise di sbarazzarsi di quello che ormai considerava un nemico fastidioso, chiamò a sé un’assassina che conosceva bene e che era disposta a dare la vita per lui e l’incaricò di uccidere il giovane.
La mattina seguente alle prime luci del giorno il corpo di Lasam venne tagliato ha pezzi nei giardini della luce mentre guardava nel volto il suo killer; qualche ora dopo le ancelle vennero per pulire e riordinare le aiuole, Aijissa che quella mattina si era svegliata prima le aveva seguite con l’intento di aiutare l ragazzo a piantare i bulbi, quando vide il cadavere del giovane giardiniere, cadde in ginocchio iniziò a piangere disperata, le sue amiche ancelle l'accompagnarono nelle sue stanze e i giardini vennero chiusi.
Ci fu un grosso scandalo in merito a quest'efferato omicidio e le indagini si protrassero per un mese senza riuscire a trovare il responsabile. I giardini della luce vennero riaperti ed Aijissa vi vagava sempre da sola in preda alla tristezza, Blue la andò a trovare una volta ma si trattenne poco per via dei suoi impegni di lavoro.
La tristezza della ragazza non gli fece venire alcun senso di colpa, per lui l’importante era di essersi sbarazzato di un potenziale avversario, Dopo tutto Aijissa era solo sua!
Trascorse altro tempo ed Aijissa viveva le sue giornate servendo fedelmente la grande sacerdotessa e passando i momenti liberi nella serra della luce seduta su una panchina.
I fiori che la circondavano risaltavano la sua bellezza e la sua aria triste, dalla morte del suo amico giardiniere sembrava che nulla potesse consolarla.
Rago vedendola in quello stato prese l'abitudine, ogni volta che aveva un momento libero di passare a vedere come stava, non le si avvicinava mai e rimaneva ad osservarla da lontano, Blue invece aveva ripreso a farle visita con frequenza e si intratteneva con lei quanto più poteva.
Un giorno Aijissa disse al fidanzato che all’inizio dell’estate avrebbe fatto le abluzioni sacre, in modo da poter entrare in contatto con la sacra Perla delle Acque, Blue la guardò sorpreso e si sforzò di essere cortese, ma quando lasciò la sua compagnia si lasciò andare ad uno scatto d’ira, ogni volta che eliminava un problema ecco che se ne presentava un altro << Dannazione! >> .
Passò i giorni seguenti a farsi venire un’idea per impedire alla ragazza di fare quel rituale, poi un Sabato sera gli venne un’idea; per fare quel rito l’ancella doveva essere Vergine!
E se Aijissa avesse perso la verginità prima di quel rito…..scoppiò a ridere, per farlo avrebbe dovuto dichiarare pubblicamente il fidanzamento e la proposta di matrimonio…<< Eh sià >> , si disse mentalmente avrebbe fatto una proposta ufficiale di matrimonio alla ragazza.
Le seguenti settimane le passò ad elaborare la sua strategià; intanto Aijissa era riuscita a parlare con Rago anche se brevemente, quel ragazzo le aveva sempre fatto una buona impressione ma era estremamente chiuso in se stesso, sembrava quasi un riccio, però parlare con lui era piacevole perché sapeva ascoltare i problemi degli altri.
Tutto era iniziato una mattina in cui l'aveva sorpreso ad osservarla, con decisione si era avvicinata a lui e l'aveva invitato a sedersi e chiaccherare con lei, con estrema timidezza lui aveva accettato e piano, piano attraverso vari incontri la ragazza riuscì ad instaurare un rapporto di amicizia più stretto con il fratello del suo fidanzato, i due parlavano spesso di poesie e letteratura, non sapeva il perché ma il tono di voce basso e pacato di Rago la rilassavano e le davano un senso di pace e tranquillità; lentamente Aijissa cominciò ad aspettare con speranza le visite di Rago, non capiva perché ma stare con lui cancellava le sue preoccupazioni; ad un certo punto i due cominciarono a vedersi la sera dopo cena per poter chiacchierare con più tranquillità senza obblighi di lavoro, alcune volte anche la gran sacerdotessa partecipava a queste conversazioni letterarie e le serate trascorrevano tranquille.
Le spie di Blue però non avevano mai mollato l’osservazione della ragazza e riferirono al loro datore di lavoro le mosse di Rago, Blue in principio rimase sorpreso dagli eventi, poi però rise allegramente alla notizia, dunque Aijissa era riuscita a penetrare nella dura scorza del fratello,<< Bene! >> in questo modo il suo piano avrebbe esordito un effetto maggiore di quel che sperava e il suo fratellino avrebbe ricevuto un duro colpo.
Nello stesso momento Rago e Aijissa stavano passeggiando per i giardini della luce in silenzio ammirando i fiori e gli alberi, Rago sembrava lontano, la mente rivolta chissà dove, immerso in pensieri che erano esuli dalla realtà del momento, Aijissa lo osservava, si mise a riflettere , dalla prima volta che l’aveva incontrato, quel giovane aveva sempre mantenuto un muro sui suoi sentimenti, un muro che lo rendeva distante dagli altri e che difficilmente gli permetteva di fare amicizia, eppure parlandogli si riusciva a capire la persona che si nascondeva dietro quella maschera dura quanto il granito; una persona dal cuore gentile e dal grande senso di responsabilità.
Guardò i lineamenti del volto del ragazzo e per un istante arrossì, Rago era un bell’uomo intriso di un fascino speciale, non era come suo fratello il quale emanava un energia e un fuoco che conquistavano chiunque incontrasse, qualsiasi cosa facesse. Era piuttosto il completo opposto, il suo era un fascino magnetico il fascino di una persona in grado di dare protezione e tranquillità.
Chiuse gli occhi e sorrise a quella riflessione, Rago le piaceva e lentamente sentiva che fra loro si era instaurato un legame speciale che la rendeva immensamente felice, come non lo era mai stata eppure sentiva che il suo cuore apparteneva a Blue, se ne era innamorata a prima vista, cosa gli piacesse di quell’uomo era difficile da spiegare ma il ricordo dell’energia emessa dal giovane la prima volta che l’aveva visto era impresso nel suo cuore, in quell’istante Blue gli era sembrato il sole.
Quell’attimo la fece innamorare di lui, Blue le sembrava una persona onesta e corretta e questo le piaceva molto di lui, invece Rago non si comprendeva mai cosa pensasse.
Sospirò era ora di smetterla con le riflessioni sul carattere dei due fratelli, ognuno di loro aveva il suo modo di essere e quindi andavano accettati per ciò che erano.
Si fermò ed alzò lo sguardo al cielo, i vetri della serra impedivano la vista delle stelle così in preda all’euforia Aijissa raggiunse Rago lo prese per la mano e disse << Andiamo all’esterno a vedere il cielo stellato. >>
Rago non riuscì a replicare tanto si sentiva imbarazzato ed emozionato di fronte a quel gesto, era la prima volta che Aijissa gli teneva la mano e lui ne fu felicissimo;
I due passarono diverse ore ad osservare le stelle, Rago spiegava alla ragazza ammirata il nome delle varie costellazioni e delle varie stelle del firmamento e lei ad ogni parola tirava fuori un sorriso meravigliato e al contempo felice.
Blue incuriosito, dopo il rapporto delle sue spie era andato di persona ad osservare i due e si sorprese ad osservare il sorriso felice di Aijissa, un sorriso che lei non aveva mai tirato fuori con lui; sentì una stretta al cuore, odiò suo fratello ancora di più in quel momento ma allo stesso momento provò invidia nei suoi confronti.
Quella sera si ritirò in silenzio, chiuso fra i propri pensieri, suo fratello era l’unica persona verso cui si sentiva inferiore ma allo stesso tempo era anche la persona da cui desiderava il sostegno, la persona con cui desiderava confrontarsi e quella con cui desiderava consolarsi.
Fra quel turbinio di pensieri si rese conto cosa desiderava davvero, ma in fondo lo aveva sempre saputo solo che non aveva voluto ammetterlo, andò a dormire con il cuore gonfio di rabbia ed emozioni che lo confondevano e la mattina seguente si svegliò deciso a cancellare quei sentimenti e pensare unicamente hai suoi obbiettivi.
Passò il tempo ed arrivò il giorno prima delle abluzioni. Quel pomeriggio Blue si diresse deciso al tempio principale dove Aijissa svolgeva le sue mansioni di aiuto e guardia del corpo della somma sacerdotessa, e li le fece una proposta di matrimonio di fronte a tutti i presenti.
La ragazza rimase sorpresa e felice, si commosse al punto da scoppiare in lacrime, la somma sacerdotessa diede la sua benedizione ad Aijissa ringraziò, sembrava che il suo sogno più grande si stesse avverando eppure qualcosa le faceva anche provare paura, si allontanò dal tempio in compagnia di Blue che la teneva per mano; mentre camminavano in un teso e innaturale silenzio per la prima volta Aijissa si rese conto che in un momento come quello avrebbe preferito avere al fianco Rago!
Questo la scioccò profondamente perché lei sapeva di amare Blue eppure in un momento tanto importante preferiva avere al fianco un’altra persona, una persona che si rese conto, l’aveva sempre amata in un muto silenzio accettando il fatto che lei amasse un altro e accontentandosi di qualche briciola d’amicizia che gli veniva offerta.
Improvvisamente si sentì in colpa per il suo egoismo, alzò gli occhi per guardare Blue e il ragazzo prendendola contro piede la baciò sulla bocca.
Aijissa arrossì e chiese di ritornare nelle sue stanze per parlare più tranquillamente del matrimonio.
Arrivati negli appartamenti della ragazza i due cominciarono a parlare dei vari programmi per le nozze; Aijissa desiderava in cuor suo che arrivasse la sera il prima possibile, desiderava parlare con Rago e sapere se le sue supposizioni erano vere, desiderava confidarsi con lui sugli eventi di quella giornata e sulle sue paure di essere rifiutata dalla dea Are.
Il suo cuore era gonfio di emozioni e provava un sincero bisogno di parlare con qualcuno che potesse aiutarla a capire come era meglio comportarsi.
A metà pomeriggio Blue decise che era giunto il momento di attuare il suo piano e prendendola alla sprovvista, violentò Aijissa.
Furono momenti indescrivibili in cui le emozioni e le paure si scontrarono in un turbine che avrebbe per sempre cambiato la vita di tante persone.
Quello che stava accadendo era una follia, che cancellò tutto ciò che la giovane aveva sempre creduto di conoscere.
Ore più tardi Rago bussò alla porta dell’ appartamento della ragazza, non sentendola bussò nuovamente e dopo un lungo estenuante silenzio la porta venne aperta.
La scena che gli si presentò era scioccante per lui. La giovane era seduta a terra con a fianco una cameriera piangeva disperatamente, aveva i vestiti laceri e il volto era una maschera di tristezza infinita, in cui si legeva lo shock, la paura e il dolore provati.
Dopo un profondo respiro il giovane trovò il coraggio di chiedere cosa era successo, la cameriera rispose che Aijissa era stata violentata per ore da uno sconosciuto, e che la sua purezza ormai era perduta, non poteva più sostenere le abluzioni.
Rago scioccato si domandò chi le avesse fatto quell’affronto, in un attimo capì chi era il colpevole, un groppo gli salì alla gola e sentì la furia invadergli l’animo, disse ad Aijissa di tenere nascosto quello che le era successo e di tentare ugualmente le abluzioni.
La consolò per un po cercando di farsi raccontare gli eventi, ma la ragazza rimase silenziosa per tutto il tempo che lui fu lì.
Verso mezzanotte Rago uscì dalla stanza della ragazza, abbattuto, furente e indignato si diresse agli alloggi ufficiali, bussò alla porta di Blue, e quando questi aprì gli domandò con un odio gelido inciso nei tratti del suo volto << Perché l’hai fatto? >>
Blue sorrise, era la prima volta che vedeva un sentimento d’ira sul volto del fratello; << Perché lei lo desiderava e anche io. >>
Rago strinse il pugno in preda ad una rabbia cieca, << Non te lo perdonerò! Mi hai capito non te lo perdonerò! >>
Si voltò trattenendosi, aveva una gran voglia di picchiare a sangue Blue fino a lasciarlo esanime al suolo ma come sempre si contenne e se ne andò, era così furente che se avesse visto il suo volto ancora un po forse l'avrebbe ammazzato.
Blue lo guardava allontanarsi con il sorriso sulle labbra, voleva scoppiare a ridere, suo fratello aveva finalmente mostrato un sentimento e quel sentimento era rivolto solo a lui.
Quella notte fu tormentata per tutti e tre. Rago non riusciva a darsi pace ne a credere che suo fratello avesse potuto arrivare così in basso, Aijissa era scioccata e non sapeva più che pensare, aveva solo voglia di sprofondare in un abisso. Blue dal canto suo era felice del suo successo ma allo stesso tempo non riusicva a togliersi dalla testa il senso di colpa per quel che aveva fatto.
La mattina seguente Aijissa si diresse incerta alle abluzioni, credeva che sarebbe stata rifiutata ma invece al suo ingresso nell’acqua questa si illuminò avvolgendola, accettandola e purificandola, per lei da lì cominciava un nuovo cammino.
Per l’emozione la giovane pianse, ringraziò ripetutamente la divinità per averla accolta presso di se ed averle concesso di toccare il più sacro tra tutti gli oggetti.
In quel momento decise che avrebbe svolto il suo impiego alla perfezione e sarebbe stata responsabile e pronta a servire la sua dea in qualunque compito. Quando Blue seppe che la dea Are aveva accettato ugualmente Aijissa fu preso dall’ira, ma fu costretto a farsela passare in fretta perché aveva un appuntamento con l’iperatore e i sommi della casta dei Pensatori per discutere di questioni politiche.
Fu un pomeriggio lungo anche per lui. Tutto quello che veniva detto da quel consiglio di vecchi gli sembrava insensato, sopportò in silenzio sperando che finisse alla svelta, rientrò nei suoi alloggi che ormai il sole era tramontato poco dopo bussò alal sua porta Aijissa , il ragazzo fu sorpreso di vederla e lei dal canto suo era tentennate e cupa in volto; i due parlarono a lungo e si chiarirono decidendo di aspettare per le nozze , lui le chiese scusa più volte per ciò che aveva fatto giustificandosi con la passione e il ddesiderio, per la prima volta nella sua vita fu pronto ad umiliarsi e lei lo perdonò sebbene con qualche riserva.
La ragazza tornò ai suoi appartamenti, decisa a dimenticare quello spiacevole evento e a concentrarsi sui suoi compiti.
Da quella sera passò nuovamente del tempo e molte cose cambiarono; Blue era sempre più vicino ai suoi scopi ,e si trovava al centro di una spirale di intrecci politici e militari che doveva gestire e manovrare per riuscire nel suo intento.
Rago si era concentrato totalmente sul suo lavoro, tentando di dimenticare i fatti, l'espressione di sofferenza della persona che amava e il suo odio per il fratello.
Per lui era dura ma aveva volontà e concentrazione da vendere, inoltre sapeva che non poteva cambiare quanto era successo, così aveva scelto di impegnarsi in un progetto molto complesso che l’avrebbe tenuto lontano da tutto e tutti.
Aijissa dal canto suo si era ormai integrata nelle mansioni di Ancella di Cristallo diventando sempre più dedita alla sua missione.
Sentiva l’importaza di ogni cosa che faceva ed era convinta che la divinità osservasse il suo operato e lo giudicasse, per questo intendeva svolgere bene i suoi impegni, desiderava ringraziare la dea di averla accettata nonostante la sua impurità.
Tutto sembrava scorrere tranquillo e i giorni trascorsero , avvolti dalla solita monotonia, nessuno immaginava cosa sarebbe accaduto di lì a poco né quello che Blue progettava, così i mesi trascorsero nuovamente, si alternarono le stagioni ed infine arrivò l’inverno.
In una tranquilla mattinata in cui le prime brine coprivano le foglie e i fiori, Blue con tutte le sue guardie entrò nel palazzo reale ed assalì l’imperatore ed i suoi cari uccidendoli; fu una mossa rapida e astuta perché gli permise in breve tempo di ottenere ciò a cui aveva sempre ambito, Il Dominio del Pianeta e la possibilità di creare un impero come lui desiderava.
Quando la notizia del colpo di stato si diffuse ci fu uno scompiglio generale ed i soldati fedeli al loro generale si adoperarono per sedare le piccole insurrezioni interne alla corte reale e ad eliminare coloro che tentavano la fuga.
In poche ore la capitale fu conquistata, e la povera gente sottomessa, I templi appresa la notizia si organizzarono e alla fine erano gli unici che facevano resistenza alla conquista; Blue da abile stratega quale era decise di lasciare la Sottomissione dei templi per ultima, così mandò i soldati ha combattere per tutto il pianeta.
Furono giorni di fuoco e sangue, con scontri cruenti in cui la gente moriva, le città venivano rase al suolo e la violenza dilagava. Ogni arma conosciuta venne impiegata in quella guerra e i danni che furono provocati a persone, oggetti e allo stesso pianeta furono innumerevoli, nonostante tutte le resistenze, i tentativi di distruggere l'esercito furono vani, e gli attentati a Blue sventati con facilità.
Alla fine tutte le popolazioni caddero sotto il terribile schieramento dell’esercito. Dopo mesi di battaglie quando la gran parte delle truppe furono rientrate, Blue, ordinò l’annientamento della casta dei Pensatori.
L’attacco fu portato in massa alle prime luci di una silenziosa mattina coperta da una leggera patina di neve, ma fu prontamente respinto da un gruppo di sacerdoti armati di tutto punto che sembravano conoscere al millimetro le loro strategie.
Per giorni ci furono battaglie davanti alla zona della città chiamata Tempio dei Pensatori, il sangue scorreva e le scaramucce si susseguivano di continuo, i morti erano decine ma non si riusciva a venire fuori dalla situazione di stallo in cui si era finiti.
Blue allora optò per una particolarissima strategia di battaglia che spiazzò gli abili Pensatori e alla fine l’esercitò riuscì a sfondare le porte del monastero. Tutti gli appartenenti a questa casta furono massacrati senza alcuna pietà in maniera orribile, i tesori del monastero furno rubati e portati al palazzo Imperiale ormai diventato la sede operativa di Blue.
L'orrore che generò questa notizia fu grande, molta gente si disperò altri invece iniziarono a ragionare su come poter un giorno ricostruire l’ordine.
All'interno dei vari monasteri dove si viveva come assediati, la notizia fu presa con un muto senso shock e sgomento.
La stessa famiglia di Bue non poteva credere a quel che avveniva, provò a parlare con il giovane ma la gran parte dei membri o venne fatta tacere o rinchiusa in carcere.
I suoi genitori scioccati e delusi da quel figlio si diedero la morte, Rago apprese questa notizia con dolore e pianse molte lacrime, Blue prese la notizia con ira invece, neanche i suoi genitori alla fine avevano capito il suo progetto di un mondo nuovo in cui ogni persona vivesse senza più dilemmi con un organizzazione peretta.
Cancellò il dolore concentrandosi nel lavoro e dopo essersi occupato della casta dei Pensatori passò ad attaccare la casta delle Ancelle il finale di questo scontro fu un altro massacro.
La casta delle Ancelle era sempre stata una casta pacifica quindi la battaglia durò pochissimo e i risultati furono veramente riprovevoli soprattutto per il fatto che dopo la battaglia avviene il saccheggio e in questo caso non solo questo, avvennero fatti molto più macabri.
Nuovo shock si diffuse alla notizia. La asta delle Sacerdotesse si richiuse in preghiera e giurò di fare giustizia. Quello scempio non sarebbe stato perdonato ai soldati.
Come ultimo Blue ed i suoi uomini attaccarono la casta dei Lemuri, fu un aspro scontro, Rago e gli altri appartenenti a questa casta lottarono strenuamente ricorrendo ad ogni trovata possibile per vincere la lotta ed sterminare l’esercito ma alla fine furono fatti prigionieri e costretti a continuare il loro lavoro sorvegliati a vista dai militari.
Per ultimo Blue lasciò la casta delle Sacerdotesse, attaccò con terribile violenza anche questo tempio. Ricevertte però la più aspra resistenza che avesse incontrato sino a quel momento. Dopo settimane di dura battaglia finalmente riuscì ad entrare nel tempio a qui ad attenderlo vi era un piccolo esercito di donne ottimamente addestrate.
Blue sorrise immaginando che tutto questo si doveva alla gran sacerdotessa. Fu uno scontro serrato che lasciò gli uomini di Blue stremati ma vittoriosi.
Soddisfatto il giovane si diresse con decisione verso il suo ultimo obbiettivo.
Aijissa era rimasta in ascolto di tutte le notizie sugli attacchi di Blue, con il cuore stretto in una morsa di dolore e amareza, lei era con la somma sacerdotessa vivevano ormai rinchiuse nella stanza della perla delle acque.
La situazione era critica ed entrambe sapevano che prima o poi quella porta sarebbe stata sfondata. I rumori dell’attacco giunsero a loro attutiti ma chiari e questo le fece preparare sia psicologicamente che fisicamente allo scontro.
Per giorni e giorni rimasero in attesa sentendo i rumori della lotta e non potendo fare nulla, erano logorate psicologicamente dallo stress, dalla paura, dalla rabbia e da un miscuglio di altre emozioni.
Quando avvenne lo sfondamento dei battenti del portone di Alabastro, Blue si presentò di persona ed ingiunse Aijissa e la somma sacerdotessa Topazia alla resa.
La ragazza era armata e guardò Blue con indecisione, tentò un attacco ma scoprì di non riuscire a colpirlo, lo implorò con lo sguardo di arrendersi ma lui le sorrise prendendole dolcemente il mento fra le sue mani e dicendole << Non vuoi stare con me? Su arrenditi e saremo per sempre felici insieme.
In passato ho sbagliato ma voglio iniziare da capo e prendermi cura di te, sarai la regina di un mondo nuovo. >>
Aijissa non riuscì a guardarlo in faccia, le lacrime le salirono agli occhi, non riusciva a credere a tutto quello che era successo alle vittime che c’erano state, sentiva di provare rabbia eppure le parole di Blue sullo stare insieme la fecero tremare, lentamente mentre le lacrime scendevano dal suo volto posò la spada; desiderava stare con lui nonostante tutto come una sciocca, ma cosa provava veramente? Quali erano i suoi sentimenti per Blue.
Dopo aver compiuto quel gesto orribile aveva pensato di odiarlo e quando si era dato a quel massacro aveva sentito che quell’oodio era vero , eppure quegli occhi azzurri e quel fuoco che ardeva in lui non potevano fare a meno di conquistarla.
Lui la baciò mentre Topazia scioccata fissava la scena.
Aijissa cadde a terra in ginocchio singhiozzando, non sapeva più come comportarsi, cosa fare, se solo ci fosse stato Rago a consigliarla, singhiozzò ancora più forte confusa come non mai.
Topazia in preda all’ira la accusò di tradimento, fissò Blue dritto negli occhi alcuni secondi poi prese dall’altare sacro il pugnale cerimoniale e si trafisse la gola urlando che nessuno avrebbe avuto il privilegio di ucciderla.
Intorno a loro le fiamme degli incendi divampavano; Aijissa guardò la morte della sacerdotessa con orrore, per alcuni attimi un gelido silenzio calò nella stanza, Blue non si aspettava una mossa simile.
Aijissa in quel momento capì il compito che le era stato affidato dalla divinità e come doveva comportarsi, scostò la mano di Blue che l’aveva aiutata ad alzarsi ed ora stava tentando nuovamente di baciarla si girò di scatto ed afferrò la perla delle acque dal suo piedistallo poi corse verso il parapetto e si gettò contro la vetrata cadendo nel vuoto.
Scioccato Blue corse verso il parapetto ma quel che vide fuorno solo una massa di fiamme che lambiva ogni cosa, sconvolto uscì dalla stanza e se ne tornò a palazzo. Da quel momento per settimane nessuno vide più Aijissa, dall’attacco al tempio sulla crosta terrestre si cominciarono ha verificare smottamenti, eruzioni, maremoti, terremoti ed uragani il tempo sembrava impazzito ed il suolo altrettanto, molti erano in preda al terrore ed altri pregavano.
I fenomeni erano cominciati lentamente ma ogni giorno che passava si intensificavano di più, scatenando la paura e l’inquietudine nell’animo delle persone.
I Lemuri cercavano una disperata via d’uscita a quella situazione ma senza successo, mentre Blue in preda ad una presunzione ininmaginabile continuava a rassicurare il popolo che presto sarebbe tornato tutto alla normalità; alla fine però fu chiaro che l’unico modo per salvarsi era trovare un nuovo pianeta.
I Lemuri operarono da soli ben consci di quel che sarebbe successo se fossero stati scoperti. Blue invece cercava in vano di trovare altre soluzioni senza però ottenere grandi risultati.
Le file dell’esercito cominciavano a disgregarsi e lui per tenerle unite fu cosretto ad escogitare alcuni subdoli mezzi.
Le ricerche dei Lemuri furono frenetiche ma senza risultati, la popolazione disperata cominciava ha ribellarsi ed accatastarsi davanti alle porte del palazzo reale dove Blue ora risiedeva chiedendo una soluzione alla situazione di crisi e cibo per i figli affamati, era il panico generale ed i soldati cominciavano a dubitare delle parole del loro leader sebbene le sue promesse li conquistavano e afascinavano.
Quando la situazione era ormai disperata e sulla crosta terrestre non rimanevano piante e acque Aijissa riapparve alla guida di una piccola resistenza.
Indossava un armatura rosa ed i suoi capelli erano liberi e selvaggi, con una mossa astuta riuscì ad eliminare la gran parte delle guardie e liberare i lemuri.
Successe tutto una mattina, le guardie furono distratte da alcuni uomini che si finsero mendicanti e aprofittando di questo Aijissa al comando di un piccolo drappello, li colpì alle spalle eliminandoli.
Rago non appena la vide ,l’abbracciò felice, aveva creduto fosse morta invece era ancora in vita sentì quasi che gli veniva da piangee ma si trattenne, lei ricambiò l’abbraccio con un sorriso amaro ma felice, era un segno delle dure prove sopportate, chiese ai lemuri di preparare le astronavi per una migrazione di massa mentre lei pensava a Blue.
La preoccupazione si mostrò sul volto del giovane ma lei gli impedì qualsiasi parola, si allontanò con espressione decisa.
I preparativi vennero svolti in breve tempo mentre le restanti armate ormai in preda allo sconforto ed alla frustrazione si arrendevano dopo una minima resistenza. Quando tutte le navi furono piene fino alla disperazione di persone impaurite e depresse Rago, ignorando tutti gli avvertimenti dei compagni tornò indietro per salvare Aijissa.
Ormai la città era in fiamme ed i terremoti si susseguivano a distanza di pochi minuti , entrato nel palazzo imperiale di corsa, trovò Aijissa nella sala del trono in piedi di fronte a Blue, entrambi avevano le spade sguainate ed ansimavano.
Aijissa era coperta di sangue e piangeva, Blue invece sorrideva dicendole di arrendersi, la ragazza gli rispondeva se era davvero soddisfatto, se gli stava bene aver distrutto un mondo per le sue ambizioni rinunciando alla felicità di una vita assieme in tranquillità e lui per tutta risposta le disse che appena avrebbe ottenuto la perla delle acque si sarebbe risolto tutto e che credere in divinità e simili era sciocco erano gli uomini ad avere il potere. Nuva amarezza si dipinse sul volto della ragazza, con espressione decisa posizionò la spada e poco dopo i due corsero l’uno in contro all’altro, le spade si incrociarono, fendenti,parate , stoccaggi, mulinelli, lo scontro sembrava una danza in cui la posta in gioco era la vita.
Alla fine fu Aijisa che prese il controllo dello scontro e ferì Blue ad una spalla, ansimava profondamente e piangeva dicendo << Sei davvero soddisfatto di tutto questo, non ti bastava quello che già avevi! >>
Lui sorrise sarcastico e le rispose ansimante << Tu non capirai mai ciò che io davvero desidero! Tu non sai quali sono i miei obbiettivi! >>
Di nuovo le spade si incrociarono e quando sembrava che Aijissa stesse per finire Blue la ragazza ritrasse il colpo e la spada dell’avversario la trafisse allo stomaco, la ragazza sputò sangue e cadde all’indietro mentre Blue faceva qualche passo indietro sorridendo.
Rago in quello stesso istante corse verso la ragazza in fin di vita chiamandola a squarcia gola, la prese poco prima che toccasse il suolo e la richiamò di nuovo.
Lei aprì lentamente gli occhi e con un filo di voce disse << R….Rago. >>
Lui la guardò disperato e le disse << Sono qui >> << P....Perdonami sono stata un egoista nei tu..oi confro..nti >>
Sorrise poi riprese a parlare << Io sape…vo dei tuoi senti…menti ma… Scusami….io lo amo no..n son..o riu,scit..a a dar..gli il colpo di gra..zia! Ora de..vi fug…gire da q..ui non pe..n..sa..re a m..è. >>
Aijissa dopo quelle parole chiuse gli occhi ormai priva di energie e prossima alla morte, Rago guardò con ira il fratello, lacrime di dolore stavano salendo ai suoi occhi tanto era il dolore e la rabba accumulati, deglutì e lo fissò.
Blue rideva dicendo che quella donna non aveva mai capito nulla e che non sapeva apprezzare il potere.. In preda ad una furia a lui sconosciuta si concetrò e gli scagliò contro un potere che non aveva mai saputo di possedere, Blue tentò di contrastarlo ma non vi riuscì e venne lentamente tramutato in pietra.
Mentre il processo avveniva disse << Tanto Rago ritornerò e allora ogni cosa andrà come dico io ed anche lei sarà di nuovo mia, solo mia. >>
Rago lo guardò con occhi colmi di odio e lacrime, con foga gli urlò << Nella prossima vita non te la lascerò! Non lascerò che tu la faccia soffrire di nuovo. >>
Le ultime parole di Blue furono << Ve..dre..mo >>
Rago guardò suo fratello ormai avvolto dalla pietra e abbracciò la testa di Aijissa che riaprì un ultima volta gli occhi e ripetè << S…c..a..ppa. >>
Lui scoppiando in lacrime le disse << Non ti lascerò! Non ti lascerò sola di nuovo! >>
Lei sorrise carezzandogli la guancia poi spirò , Rago l’abbracciò ancora più forte mentre le fiamme avvolgevano ogni cosa e le astronavi si allontanavano dal pianeta senza loro a bordo.
Ryo si risvegliò di soprassalto; il dolore alla testa era sparito, si rese conto che quella che aveva visto era stata la sua vita passata e che allora Deep Blue era suo fratello gemello, ancora sotto shock da quelle scoperte, ebbe una visione di Ichigo trasformata in Mew Berry che piangeva rannicchiata su se stessa in mezzo ad una strada.
Sorrise amaramente, di nuovo la sua preveggenza quella che aveva avuto sin da bambino quando meno se lo aspettava, e che gli aveva già rivelato in anticipo la fine dei suoi genitori era un potere differente e che non proveniva dalla sua passata vita. Si alzò di scatto e corse da lei.
La trovò proprio nel punto che aveva visto nella visione, con ancora il fiatone si chinò dolcemente su di lei e l’abbracciò, lei alzò lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime e rispose all’abbraccio piangendo ed urlando senza alcun controllo << Non mi lasciare! Non mi lasciaree! >>

Grazie a tutti voi che commentate questa fan fiction ^^ è un capitolo un po lunghetto ma mi auguro vi sia piaciuto.
Svela molti particolari della storia come potete notare, non è stato facile scriverlo ma mi auguro di essere riuscita a dare un effetto realistico ad un mondo passato.
Nei prossimi capitoli la storia si evolverà su un piano differente come già avvisato ci saranno alcuni personaggi inventati per lo svolgimento del racconto e un particolare che forse farà storcere la bocca a qualcuno XD Ma vi assicuro che la storia ha ancora molti assi alla sua mano da giocare ^O^ Ai prossimi capitoli XD

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Capitolo 7
*** L’INIZIO DI UNA NUOVA BATTAGLIA ***



Dopo un lungo periodo di riflessione se continuare o non continuare a pubblicare i miei capitoli ho preso la decisione di continuare ed eccomi a postare un nuovo capitolo di questa Fan fiction.
Come già quei pochi che leggono avranno notato il capitolo 5 data la sa lunghezza ho preferito dividerlo in due parti, mi auguro siano piaciute sebbene non abbia visto commenti in merito. Ora eccovi il capitolo n sei mi auguro vi piaccia Buona lettura.


CAPITOLO 6 L’INIZIO DI UNA NUOVA BATTAGLIA

Quella notte la passarono insieme, la mattina seguente alle sette, Ichigo era seduta sul letto, indossava la camicia del pigiama di Ryo perché i suoi abiti la sera prima si erano bagnati; se ne stava a testa china seduta sul letto con i capelli sciolti, aveva un’aria abbattuta e sembrava d’avvero depressa.
Nella sua mente i pensieri si agitavano, paura confusione dolore. Ancora non riusciva a credere a quel che era successo, non riusciva ad accettare quella cruda realtà.
Guardò la figura di Ryo addormentato e si strinse il petto. In quel momento, in quel momento l’aveva desiderato con tutta se stessa sentire il suo abbraccio, il suo calore…ma perché?
Ryo nella metà di letto dove si era coricato la sera prima, aveva uno sguardo sereno e pacifico, era a torso nudo perché la camicia del suo pigiama lo indossava Ichigo; avevano dormito insieme stretti in un abbraccio, lei non non era riuscita a smettere di piangere e chiedergli di starle accanto.
Dal canto suo lui, non le aveva chiesto nulla aspettando con calma e pazienza che fosse lei a parlare.
Rendendosi conto di questo la fitta al petto che aveva si intensificò, doveva andarsene.
Ryo lentamente aprì gli occhi, inizialmente stralunato poi rammentandosi di quello che era avvenuto il giorno prima, guardò Ichigo ferma sul letto a testa china, poi d’un tratto la vide alzarsi in piedi , si sedette sul letto frastornato, la guardò, lei tremava visibilmente ancora scossa, si teneva la mano sul petto senza dire nulla.
Improvvisamente dopo atimi di lungo silenzio prese i suoi abiti dall’attaccapanni dove erano appoggiati e si diresse alla porta.
Ryo si alzò di corsa e la prese per un braccio << Ichigo….ancora….non mi ai detto nulla, cosa è successo ieri? >>
Lei si voltò e lo baciò sulle labbra << Grazie per essermi rimasto accanto. >>
Si divincolò e corse via, uscì dal locale senza nemmeno vestirsi e corse a casa senza curarsi di quello che le succedeva intorno, arrivata, si chiuse a chiave in camera e si accasciò spalle alla porta, si rannicchiò su se stessa e pianse, pianse come non aveva mai fatto prima, si sentiva esausta, disperata e totalmente indifesa, annusò la camicia di Ryo, era impregnata dell’odore del ragazzo, un profumo dolce che sapeva di muschio e che emanava un senso di tranquillità, quella notte dormendo fra le sue braccia si era sentita sicura e protetta, in quegli attimi aveva provato un enorme senso di gratitudine nei suoi confronti.
Ma non era solo quello, qualcosa di più profondo si era risvegliato in lei.
Non sapeva perché ma il profumo di Ryo le metteva nostalgia, era come un dejavù, un ricordo di qualcuno, qualcuno incontrato molto tempo fa e di cui si doveva ricordare.
Quel pensiero le fece venire i brividi alla schiena e le mise addosso un terrore inimmaginabile, si mise le mani nelle orecchie e si accovacciò al suolo; provava una sensazione opprimente e le veniva voglia di urlare, qualsiasi cosa fosse non voleva ricordare, per nessun motivo al mondo voleva ricordare.
Le lacrime tornarono a scendere copiose sul suo volto, mentre provava la morsa al cuore le toglieva quasi il respiro, << perché era accaduto, perché stava accadendo tutto questo; basta! Per pietà basta! >> la supplica le venne alla mente spontanea mentre continuava a piangere, c’era qualcosa di importante di terribilmente importante che doveva rammentare lo avvertiva con necessità ma quel bisogno impellente le procurava un dolore inimmaginabile. Si rannicchiò ancora di più su se stessa singhiozzando, insensibile ai suoni di sua madre che bussava alla porta preoccupata.
Tre giorni dopo Ichigo era ancora rinchiusa nella sua stanza; la madre aveva provato in ogni modo a convincerla ad uscire ma non aveva udito risposta, la preoccupazione attanagliava i due coniugi all’oscuro dei motivi per cui la loro figlia non accennava a rispondere agli appelli e ai richiami. Decisero di chiamare le sue amiche per avere qualche informazione.
Nella sua stanza Ichigo, era caduta in uno stato di trance, era ancora seduta spalle alla porta e il suo sguardo era vacuo,dentro sentiva il vuoto, la verità dei fatti accaduti con Masaya era inopugnabile e le continuava a martellare nella mente, si sentiva completamente persa e priva di energia; a chi poteva rivolgersi, nessuno la poteva comprendere, nessuno le era davvero vicino, avrebbe voluto scomparire, in quel momento era l’unica cosa che voleva, scomparire in modo da cancellare quell’enorme tristezza e quel senso di desolazione che provava.
Eppure sentiva che non poteva, doveva superare quel momento, aveva un compito da portare a termine, ma che compito?
La sensazione di terrore riprese con un intensità pazzesca. Non doveva ricordare, non doveva! Si strinse le mani alle orecchie ancora più forte sentendo quel terrore, quella paura, quel dolore diventare ancora più grandi e minacciare di sofocarla.
Fuori dalla sua stanza suo padre stava nuovamente provando a chiamarla, la madre aveva appena finito di parlare con Zankuro che aveva promesso di recarsi da loro immediatamente. Entrambi si guardarono in volto e stanchi si diressero in cucina ad aspettare.
Poco dopo, Mint e le altre arrivarono di corsa a casa della ragazza; Appena arrivate si tolsero le scarpe e si diressero di corsa alla stanza.
Berry e Pudding furono le prime ad arrivare, bussarono insistentemente alla porta dicendo: << Ichigo apri! Siamo Berry e Pudding. >>
Nessuna risposta; le due ragazze si guardarono, a quel punto Mint le scansò e con foga si mise a dare pugni sulla porta urlando << Ichigo sono Mint avanti apri!! Non fare così siamo amiche no!! Aprimi!! >>
Nella sua voce si notava una nota di disperazione, era chiaro che era molto preoccupata per l’amica, le veniva da piangere.
Zankuro le posò una mano sulla spalla e rivolta verso la porta disse con la sua voce decisa << Ichigo… >>
A quel punto Retasu la scansò con violenza ed urlò di fronte alla porta << Ichigo! Smettila di comportarti come una bambina viziata ed egoista! Apri immediatamente quella porta! >>
Tutte la guardarono sorprese, era la prima volta che sentivano una tale decisione e un tale astio nella voce di solito calma e pacata della ragazza.
Ci furono alcuni attimi di silenzio poi lentamente la posta si aprì, Ichigo era lì, con ancora in dosso la camicia di Ryo, teneva la testa bassa e con la voce rotta dalle lacrime disse << Sarai felice vero….ora sarai felice, in fondo tu mi odi non è verò, tu mi odii! >>
Ora urlava e si vedevano i suoi occhi rossi dalle lacrime e dalla mancanza di sonno, le ragazze si guardarono fra loro stupite poi Retasu chiese << Cosa è successo? >>
Silenzio, alcuni attimi di un teso silenzio poi Ichigo alzò nuovamente lo sguardo e urlò << Masaya ha tentato di uccidermi!! Sarai contenta vero!! >>
Si mise le mani sugli occhi, cadde in ginocchio e scoppiò in un pianto dirotto.
Per un atimo cadde il silenzio e solo i singhiozzi di Ichigo si sentivano facendosi ogni atimo più forti, quando lo shock fu superato le ragazze si guardarono tra loro, la circondarono ed elargendo rassicurazioni verso la madre di Ichigo trascinarono l’amica nella stanza e chiusero la porta. Si fecero raccontare tutta la storia nei minimi particolari, immediatamente fu chiaro il motivo della sparizione di Masaya e che ora come ora dovevano occuparsi di dare il giusto sostegno ad Ichigo ed aiutarla a riprendersi.
Mint era in preda ad una collera furibonda, camminava avanti ed indietro per la stanza mordendosi un dito; Zankuro abbracciava Ichigo tentando di consolarla e le altre erano chiuse in un impenetrabile silenzio, la situazione ora era più complicata che mai, gli eventi stavano prendendo una piega imprevedibile e la situazione che le ragazze vivevano era già abbastanza complessa; ad un tratto Mint proruppe << Quel Masaya è davvero un bastardo! Pensavo volesse bene a Ichigo invece la sua era tutta finzione! >>
Zankuro alzò lo sguardo seria e rispose << Non possiamo sapere se sta mentendo oppure se è sotto l’influsso di Deep Blue è troppo presto per dare giudizi. >>
Ichigo scuotè la testa continuando a fissare il terreno e con voce fioca << Non è posseduto..è ben conscio di ciò che fa, vuole la mia morte. >>
Quelle parole si impressero nella stanza come macigni, tutte la osservarono in silenzio e Ichigo si mise nuovamente a singhiozzare, proprio in quel momento si sentì bussare alla porta e senza tanti preambolo entrò Ryo accompagnato da Keiichiro e da Quiche travestito.
Ryo guardò le ragazze << Ho visto la chiamata in segreteria qualche minuto fa. Che è successo? >>
Zankuro lasciò Ichigo e si avvicinò a Ryo in breve raccontò tutta la storia e sul volto del ragazzo apparve un espressione indecifrabile carica di odio e disprezzo.
Zankuro per un attimo rimase sorpresa da quella muta reazione ma decise di non porre domande tornando da Ichigo.
Quiche era fuori di se, infuriato ,sconvolto e ben deciso a perpetrare una vendetta tremenda contro Masaya. L’unico lucido era Keiichiro, riflettè con calma poi guardò i presenti << La situazione è critica dobbiamo radunarci immediatamente al Caffè Mewmew.. >>
Le ragazze fecero un cenno d’assenso e poi Ryo e gli altri lasciarono la stanza per permettere ad Ichigo di vestirsi aiutata dalle amiche; durante il cambio Retasu le domandò << La camicia è di Ryo vero!>> Era un’affermazione ed Ichigo confermò con un cenno della testa, la ragazza sorrise << L’avevo capito sai! Ai passato la notte con lui>>.
La sua voce era triste e dopo un attimo di silenzio proseguì<< ormai l’ho accettato è dura ma l’ho accettato, però non riesco ancora ad accettare il tuo comportamento nei suoi confronti, ma….nonostante questo ho deciso di continuare ad esserti amica Ichigo, solo che da oggi in poi ti dirò chiaramente in faccia ciò che penso!>>
Sorrise e la guardò con semplicità e franchezza, si strinsero la mano, in un silenzioso accordo.
Uscirono dalla stanza tutte assieme e dopo una dura opera di convincimento fecero uscire Ichigo di casa e si diressero al Caffè.
La riunione di emergenza costrinse Ichigo a raccontare nuovamente tutta la storia nei minimi dettagli a chi era assente al primo resoconto. Nel risentirlo le furie di Quiche si risvegliarono nuovamente, Tart e Pie aiutati da Tasuku riuscirono in qualche modo ad impedirgli di uscire dal caffè in cerca del ragazzo, il rcconto riprese ma ad un tratto nel bel mezzo del racconto Ryo si allontanò come se avesse ricevuto una scarica elettrica, fu inseguito da Keichiiro e rassicurato che andava tutto bene.
Dopo essersii liberato dell’amico Ryo uscì dal locale e si diresse sul retro, proprio li c’era Masaya sorridente e divertito. Alzò la mano sorridendo e disse << Ciao Ryo..anzi Rago fratellino mio! >>
Ryo lo guardò con una cieca furia omicida e gli rispose tagliente << Ricordi vero la promessa che ti ho fatto? Ricordi anche come sei finito la volta scorsa? Questa volta ti ammazzo!!>>
Tremava di rabbia ma Masaya sembrava tranquillo anzi divertito dalle parole di Ryo << Vedo che ai ripreso la memoria dle tuo passato>> Sorrise sarcastico.<< Ricordare… certo che ricordo fratellino, noi due abbiamo un conto aperto ed intendo renderti con gli interessi lo scherzo che mi hai fatto!>> poi cambiò argomento, il suo sguardo si fece serio e dopo attimi di silenzio << Ci sei andato a letto vero?>>
Al tacito silenzio di Ryo , Masaya montò su tutte le furie << Lei mi appartiene maledetto!!!>>
Il ragazzo lo guardò con fredda determinazione << Questo lo vedremo>>
<< Mi stai dichiarando guerra Rago? >> La punta di odio che si leggeva nella sua voce lasciava capire che Masaya era decisamente fuori di se. Ryo lo guardò a lungo
<< Puoi giurarci Blue questa volta ti ucciderò! Non lascerò che tu la tocchi più nemmeno con un dito! >>
<< Non me la farai toccare hai detto?>>
Una sonora risata proruppe da Masaya << E allora sia guerra mio sciocco fratellino, la vedremo! E chi vincerà l’avrà al suo fianco!!>>
Si guardarono con rabbia in silenzio i minuti sembravano non passare mai poi, si strinsero la mano in un tacito giuramento di lotta, si voltarono ed ognuno andò per la sua strada.
Una nuova guerra era appena iniziata.

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Capitolo 8
*** IL CULTO DELLA TERRA ***


Dopo anni..... Perchè ho smesso di pubblicare questa storia? A causa di numerose offese ricevute in altri lidi, dello stampo: è spigolosa, fa cagare, non sai scrivere. Vi confesso di essermi abbattura parecchio e di essermi detta pubblico la fan fiction solo sulla mia personal page, poi però recentemente mi sono detta che io personalmente mi sento soddisfatta di ciò che sto producendo; non mi sembra macchinosa, ne pappona, ne una storia idiota e tantomeno così brutta come me la dipingono in giro. Così eccomi qui vi propongo l'ottavo e a seguito il nono e il decimo capitolo della  fan fiction.
Beh spero che i capitoli vi piacciano. Non so quanto sarò produttiva perchè non scrivo molto ultimamente a causa di diversi problemi, ma anche se faccio secoli di silenzio io bene o male scrivo sempre.

CAPITOLO 8  IL CULTO DELLA TERRA
Ci fu molto a cui pensare la mattina seguente alle notizie date da Pudding e Quiche , il problema principale era dove far nascondere gli alieni che sarebbero arrivati entro poco tempo sulla terra, la soluzione fu trovata in una tecnica di trucco e una capigliatura che nascondessero le orecchie a punta, non era una gran soluzione ma nella situazione in cui si trovavano parve la più sensata all’esigenza del momento.
Conclusero l’ennesima riunione fissando una tabella di marcia e si suddivisero i compiti.
Innanzitutto occorreva trovare delle abitazioni per i nuovi venuti, acquistare i materiali da trucco e fornire loro qualche nozione della vita terrestre; l’idea di mescolarsi alle persone comuni era partita dal fatto che se avessero affittato un grande spazio di terreno per ospitarli prima o poi interagendo qualcuno avrebbe scoperto chi erano, in questo modo invece potevano mimetizzarsi meglio.
Ognuno aveva un foglio con i propri compiti odierni,  e quindi sapeva come gestirsi, si sarebbero reincontrati quella sera alle 20 per farsi il punto della situazione.
Berry e Tasuku erano incaricati di raccogliere tutti gli elenchi di appartamenti in vendita e in affitto della città, camminavano per strada in silenzio, molto diversamente dal solito in cui ridevano scherzavano; ad un tratto il ragazzo si fermò osservando il cielo, Berry lo guardò alcuni secondi, sembrava diverso dal solito, aveva un aria così seria, quasi triste.
<<  Che succede? >>
Lui la guardò e sorrise stringendole la mano; ripresero a camminare in silenzio dopo alcuni minuti il cellulare del ragazzo squillò e lui si affrettò a rispondere, il suo volto mentre sentiva il messaggio era cupo sospirò rispondendo con brevi parole, chiuse la comunicazione e guardò la ragazza facendo un sorriso triste.
<<  Mi è subentrato un problema Berry   ti spiace continuare da sola? Appena ho fatto ti chiamo dovrebbe essere una questione veloce, delle pratiche per la prossima gara di rollerblade. >>
<>
 <<  Daccordo, allora ti chiamo dopo. >>
Si separarono e Berry telefonò a Pudding per sapere dove incontrarsi; quando lì trovò la situazione era tesa.
Tart aveva gli occhi così arrossati che la fecero stare in pensiero si avvicinò tentando di dire qualcosa ma Pudding le fece un gesto di diniego con la testa come a stare a dire “meglio se non dici niente”.
Presero a camminare tutti e tre, fermandosi a osservare manifesti, giornali a osservare la gente, il tutto cercando di trovare una pista verso il culto della terra; per quanto si guardassero attorno non esisteva nulla che facesse riferimento a questa gente, ad un tratto Berry si voltò di scatto allarmata, si osservò attorno ma non vide ne udì nulla; scosse il capo stranita, Pudding la osservò domandando che aveva udito ma lei rispose un niente sorridendo convinta.
Cercò di  ingoiarsi la sensazione di freddo e di essere osservata e riprese il cammino con gli altri.
Qualcuno osservandola sorrise dal tetto di un palazzone, il volto era quello di Tasuku  e anche gli abiti ma i capelli erano di un blu intenso; le percezioni di quella ragazza erano incredibili, aveva udito la sua presenza nonostante il tentativo di nasconderla..
Proprio come allora quando si erano incontrati e anche mentre compieva quello che credeva il suo dovere……….
Alzò lo sguardo al cielo sospirando;  il ciclo finalmente si stava chiudendo dopo tanti  millenni. Presto sarebbe nata una nuova era; tuttavia non si sentiva felice, abbassò il capo quando sentì il rumore di passi alle sue spalle.
<<  A quanto pare la situazione si sta muovendo non credi?  >>
Non si voltò a osservare la sua interlocutrice, sapeva chi era e non gli interessava.
<<  A quanto sembra  >>
Rispose con un lieve tono di tristezza nella voce continuando a osservare Berry che chiacchierava con Pudding.
<<  Hai deciso? Ti unirai a noi?  >>
<<  Quante volte devo ripeterlo? Non mi interessa il vostro culto. Ho altro a cui pensare. >>
<< Credi di poter lasciare tutto nelle mani di quella gente?  Soprattutto ora che quegli stolti stanno per scatenare una guerra contro quel rifiuto di Deep Blue? Non fare lo stolto Tasuku Meguro anzi Aldenath Ardesill Sommo sacerdote della Casta Dei Pensatori!
Uno come te sa fin troppo bene qual è l’astuzia di quell’uomo. Non lascerò che nuovamente questo pianeta finisca  nelle  sue mani! Mi serve la tua forza.  >>
<< Te lo ripeto Topazia Bascamet, non mi interessa la tua guerra. Il peso della guerra è sempre troppo alto, non otterrete nulla imbracciando le armi sulla base di una mera supposizione. Blue non ha fatto alcuna mossa e anche se la facesse, ha un nemico alla sua altezza. >>
Sorrise a mezze labbra alcuni secondi poi si voltò con fare serio fissando negli occhi la ragazza dai lunghi capelli castani rilegati in una coda e gli occhi dello stesso colore dei capelli.
Non c’era traccia di sorriso ora sul suo volto e l’espressione dei suoi occhi era cupa e fredda.
<<  Sei tu che ti sbagli Aldenath. Nonostante tu sia morto a causa delle strategie di quell’uomo, neghi l’evidente pericolo che emana. >>
<<  Appunto perché in passato sono morto a causa sua e mi sono risvegliato prima di tutti voi, conosco a priori il peso delle azioni che state per compiere.
Non intendo partecipare a un inutile lotta al massacro. >>
<< O forse ti sei semplicemente rincretinito a furia di fare il moccioso imbecille con quella Berry. >>
<< La mia vita privata non ti riguarda. Berry è una questione a parte.  Io ho fatto già la mia scelta . >>
Si voltò nuovamente dandole le spalle e sentendo i suoi passi che si allontanavano con una cadenza che ne faceva ben intendere l’rritazione. Alzò gli occhi al cielo domandandosi per quanto sarebbe riuscito a fingere e a proteggere quel sorriso.
Il peso che sentiva dentro spesso era opprimente. Fissò l’orizzonte, focalizzandosi su un puntino, sorrise e si teletrasportò nelle vicinanze.
Atterrato chiuse gli occhi e lentamente i suoi capelli da blu tornarono neri; sospirò prese il cellulare e compose il numero.
Berry rispose quasi subito  dandogli indicazioni senza nemmeno il tempo di porre la domanda; chiuse la cornetta soffocando una risata che non sapeva se divertita o triste ; esclamò ad alta voce “io so sempre dove sei”.
Attese qualche minuto poi  si avviò  correndo, arrivò fingendo affanno e si riunì con il gruppo, i volti erano scontenti  e le informazioni trovate nulle.
Vedendoli in quello stato sospirò nuovamente proponendo al gruppo di andare a  riposarsi e bere qualcosa per decidere il da farsi.
I suoi amici annuirono e lui li condusse in giro per diverso tempo, arrivarono in un bar situato in una via laterale quasi 15 minuti dopo essersi incontrati; si sedettero al tavolo ordinando e guardandosi attorno.
Pudding iniziò a fare un reassunto di quel che era successo mentre lui non c’era, quando fu distratta dalla conversazione di due ragazze; si zittì di botto mettendosi in ascolto.
<< Ma davvero? >>
<< Si ti dico, nel tempo antico c’era un estremo rispetto per l’ambiente la dea are lo amava così hanno detto i sacerdoti.>>
<< Mah.. non mi convince sai, potrebbe essere la solita storia, si finisce con droga, sesso infine le orge ecc. Non mi va di distruggermi la vita. >>
<< Ti assicuro che non è così, ascoltami io ci sono entrata di recente ma l’atmosfera che si respira è completamente diversa, è un culto della terra , saggio e giusto.
Loro stessi dicono basta inquinamento, basta sete di denaro e avidità, il miglior aiuto per vivere  è rispettare la vita e comprenderci a vicenda.
Nessuna religione ha mai professato parole così pure e veritiere. Sto cominciando a credere che l’unica vera dea sia Are e lo dico di cuore, non ho mai provato emozioni tanto forti quanto sento un sermone. >>
<<  E va bene .. proverò a venire ad una di queste riunioni, ma se mi inganni tra noi è finita te lo giuro Misaki. >>
<< Grazie Tamaki non te ne pentirai amica mia,te lo giuro su quanto ho di più caro. >>
Tasuku sorrise  a mezze labbra senza farsi scorgere; il vedere l’espressione rapita degli altri fu un piacere e anche il notare come tentavano di dissimulare quell’origliare la discussione altrua; li aveva condotti in quel bar apposta; aveva indagato tempo addietro su quel culto dopo aver incontrato la sua antica collega Topazia e non gli era affatto piaciuto.
Non poteva fare altro e non era molto se ne rendeva conto da solo ma almeno adesso i ragazzi potevano cominciare una vera indagine sul culto della terra dato che ormai avevano individuato uno dei luoghi in cui gli adepti della setta si recavano.
Sospirò senza quasi rendersene conto e la sua espressione si fece seria mentre osservava il caffè che poco prima gli avevano portato.
Lo sorseggiò distrattamente concentrato nei suoi pensieri, nemmeno si rese conto del confabulare di  Berry, Pudding e Tart.
Richiamato alzò lo sguardo fissando Berry come se non la vedesse e al suo posto vedesse qualcun altro; lei lo richiamò e  finalmente si riscosse.
Gli comunicarono le imminenti decisioni, rimasero li a lungo ma ottennero poche altre informazioni, uscirono che il sole stava tramontando, finirono di prelevare gli elenchi degli immobili e si divisero da Pudding e Tart andando a consegnarli.
I due ragazzi rimasti soli, si diressero al supermarket per fare un po’ di spesa per la cena.
Pudding vedeva che l’amico era giù ma non riusciva proprio a farsi venire in mente qualcosa per risollevarlo.
Entrarono nel negozio in silenzio, mentre giravano per le scaffalature Tart si tirò più il cappello sul volto cercando di nascondere del tutto le orecchie.
Per tutto il tempo degli acquisti rimase a testa bassa, quando uscirono si diressero verso il caffè; Pudding continuava a camminare quando si rese conto che Tart si era fermato, preoccupata tornò indietro e vide che tremava visibilmente.
Gli toccò il braccio e lui l’afferrò in un abbraccio talmente forte da lasciarla sorpresa, non disse nulla ma i singhiozzi sommessi  furono un chiaro segnale che stava piangendo nuovamente; gli carezzo il capo dicendogli di avere coraggio e farsi forza che tutto si sarebbe risolto.
Lui si staccò e annuì, si asciugò le lacrime poi le strinse la mano senza dire altro.
Arrivarono al caffè riportando il loro rapporto a Ryo e agli altri, poi tornarono a casa, qui trovarono un biglietto in cui il padre di Pudding diceva che avendo vinto dei biglietti alla lotteria nel pomeriggio e che era partito per un viaggio alle terme di tre giorni coi bambini, raccomandandosi di badare casa.
Cenarono da soli ma Tart continuava ad essere strano, anche se non piangeva più; pareva rimuginare, la guardava per lunghi momenti senza dire una parola, la situazione era imbarazzante e irritante.
Dopo cena guardarono un po’ di tv ma l’umore di Tart era sempre più cupo, stanca di quell’atmosfera decise  di coricarsi presto, dopo diverso tempo che era a letto Pudding sentì aprire la porta della sua camera, trovò Tart in pigiama in piedi sulla soglia; si sedette osservandolo.
<< Cosa succede a quest’ora? >>
Lui rimase in silenzio alcuni secondi osservandola con estrema decisione, questo le procurò un brivido poi notò che chiudeva la porta.
<< Io.. Voglio un figlio da te! >>
Lo urlò a squarcia gola, lasciandola allibita si chinò avvicinandosi e la baciò così a lungo che Pudding quasi si sentì soffocare, si riprese staccandoselo di dosso con un pugno, ansimando rossa in viso.
<<  Ma che ti prende? Sei Impazzito?!  >>
Lui si rimise seduto massaggiandosi la guancia e la fissò nuovamente con decisione.
<< Voglio un figlio da te! >>
Le saltò addosso cercando di baciarla nuovamente ma lei si scansò mollandogli un nuovo pugno e ributtandolo a terra.
<<  Insomma piantala con questo scherzo Tart! Ma che diavolo ti prende ?>>
Lui si rialzò per la terza volta a testa bassa, tremando <<  Voglio un figlio, voglio un figlio, voglio un figlio, non voglio sparire nel nulla,  dammi un figlio! Fammi lasciare qualcosa di me su questa terra. >>
Le si avventò ancora addosso baciandola di nuovo, le lacrime scendevano copiose sul suo volto,  non riuscì ad opporglisi totalmente scioccata da quelle parole.
Iniziò  baciarle in collo e poi di nuovo la bocca, poi di nuovo il collo, con foga maldestramente e continuando a piangere , per un attimo Pudding si sentì in balia degli eventi mentre un fioco terrore si impossessava di lei; la coscienza che stava facendo sul serio e non scherzava affatto si insinuarono nella sua mente con un urgenza inaudita, era completamente folle in balia della paura e della disperazione.
Doveva fare qualcosa, farlo rinsavire ma non riusciva a opporsi a quella foga a quel desiderio folle, quasi che lo desiderasse anche lei dopotutto..
Quella presa di coscienza la lasciò esterefatta ma non voleva che andasse in quel modo! Prima doveva conoscerlo meglio, capirlo, amarlo!
La mente si chiuse a quei pensieri lasciandole il buio. Urlò ad alta voce la formula per la trasformazione e lo scagliò di forza lontano da se, avventadosi su di lui, colpendolo e bloccandolo a terra braccia e gambe.
<< Finiscila ho detto! Vuoi un figlio te lo darò ma solo quando saremo adulti! Tu non sparirai Tart hai capito! Non sparirai da questo mondo!>>
<< Me lo giuri? Mi darai davvero un bambino? Potrebbero morire tutti..Rimarremmo solo in tre ma quanto resisteremo? Ho paura Pudding non voglio sparire, non voglio che mi dimentichi.. Voglio stare con te! Ti voglio bene!  >>
Lei sorrise sciogliendo al trasformazione, lo osservò piangere sentendo la tensione, la paura lasciarle il corpo e distendersi, gli asciugò le lacrime dandogli dello sciocco, ripetendogli che non sarebbe sparito, ne lui ne la sua gente e che da grandi se lo desiderava ancora gli avrebbe dato un bambino.
 Vedendo che stava per replicare sorrise di nuovo chiudendogli la bocca con un dito e al contempo facendogli segno di silenzio.
<< Sta zitto piagnucolone >>
Si avvicinò baciandolo lei questa volta, lasciandolo scioccato, facendogli capire che quella era la risposta alla sua dichiarazione e che corrispondeva i suoi sentimenti, lui si rimise  a singhiozzare ringraziandola; sorrise prendendolo per mano e conducendolo sotto alle coperte.
Si addormentò subito come un  bambino stringendole la mano. Lei invece non riuscì a prendere sonno, si sentiva felice per quell’affetto e anche di corrisponderlo e al contempo sentiva la forza del legame e del patto che avevano appena stretto, la paura per i momenti appena vissuti.
Dargli un figlio, diventare madre di un mezzosangue, vivere la vita insieme per sempre, erano grandi responsabilità che sapeva di poter accettare ma non come affrontarle.
Quando  riuscì ad appisolarsi le venne l’assurda domanda se quella setta  su cui indagava avesse una soluzione anche per il suo caso.
 
 

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Capitolo 9
*** UN ASSASSINA E LA SUA VITTIMA ***


CAPITOLO 9 UN ASSASSINA E LA SUA VITTIMA
 
Quella mattina si svegliò sentendosi diversa. Si alzò carezzando il volto di Tart che dormiva coi capelli sciolti totalmente arruffati.
Lo osservò aprire gli occhi e lo baciò sulla fronte alzandosi, sentendo il suo sguardo addosso.
Si preparò e si diresse a scuola come ogni mattina; Tart rimase a letto invece a occhi sgranati rimuginando su quanto successo quella notte.
Capiva di essersi comportato da completo stupido ma gli sembrava irreale che i sentimenti che per tanto tempo aveva accresciuto dentro di se fossero corrisposti. Pudding era una persona incredibile, dopo quella notte la stimava ancora di più, lui invece era solo uno smidollato!
Provò un amarezza infinita, ma non riuscì a piangere sentiva il petto gonfio e il desiderio di cambiare migliorare per essere all’altezza di lei.
<<  Da oggi in poi ti proteggerò io. Non mi lascerò andare mai più. >>
Il pensiero gli salì alla mente irruente, assieme a un lieve senso di disprezzo verso se stesso, chiuse gli occhi ricacciandolo indietro e concentrandosi solo sul pensiero del “come posso migliorare?”
Altrove Tasuku si svegliò urlando malido di sudore. Si portò una mano al volto ansimando, odiava sognare i suoi ultimi attimi della precedente vita perché si rendeva conto di quanto fossero stati cruenti. A volte gli parevano solo un film horror ma sapeva fin troppo bene quanto erano stati reali.
Gli ci vollero alcuni minuti poi sospirò teletrasportandosi in camera di Berry. Dormiva ancora; i lineamenti del viso distesi la rendevano più carina di quanto già non fosse.
<< Io proteggerò il tuo sorriso per sempre…..Meridia.. >>
Si teletrasportò di nuovo nella sua stanza  alzando gli occhi al soffitto e lasciando che i raggi di luce che filtravano dalla finestra lo illuminassero.
In camera sua Berry aprì lentamente gli occhi, le era parso di sentire una voce.. Meridia… dove aveva sentito quella parola? La ricordava distintamente ma non ricordava dove l’aveva già sentita.
Si grattò il capo sbadigliando, magari era stato solo un sogno eppure.. qualcosa le diceva che non era così; che era qualcosa di cui doveva ricordarsi per un motivo importante.
Accantonò il pensiero con uno sbuffo e la troppa immaginazione, si lavò, vesti e attese.
Questa volta sarebbe riuscita a  sfuggirgli e batterlo sul tempo! Se lo disse convinta facendosi un gesto di coraggio ma una presa ferrea alla vita e un buongiorno sussurrato alle orecchie la fecero sussultare.
<<  Dalla porta non valeee!! Oh insomma Tasuku non cambierai mai!  >>
<< Eh eh abbracciata anche oggi!  >>
Scoppiarono a ridere insieme e scesero di sotto; Berry andò avanti e Tasuku la seguì a ruota fissandola con serietà ma appena la vide voltarsi riprese il suo solito sorriso allegro.
Si salutarono per strada e ognuno si recò alla propria scuola come ogni mattina, Tasuku si voltò a guardarla per un ultima volta poi gettò una mezza occhiata alla figura che li spiava  dall’alto e continuò a camminare facendo finta di nulla.
Masaya fissava Berry incerto se ridere o meno, tutto si era aspettato cercando i suoi vecchi servitori ma non quello, rappresentava un problema a pensarci bene ma forse poteva anche rivelarsi un vantaggio, doveva risvegliarla e farla prendere coscienza di se, soggiogarla come in passato prima che si creassero grosse complicazioni.
Il ragazzino al limite poteva eliminarlo  Tasuku pareva essere un normale umano anche se il suo volto gli ricordava terribilmente quell’uomo…  Non aveva mai fatto caso alla sua somiglianza con quell’odiato avversario prima del suo completo risveglio ma non poteva essere lui. Aldenath Ardesill era definitivamente scomparso, il suo spirito doveva essere stato annientato assieme al suo corpo; se i suoi ordini erano stati eseguiti alla lettera nel passato ovviamente ed era sicuro che fosse stato così; la somiglianza doveva essere casuale.
Se quell’uomo fosse esistito ancora e si fosse messo dalla parte di Rago allora i suoi programmi avrebbero subito seri intoppi e lui non poteva permetterselo.
Quella constatazione gli rovinò il buon umore, imprecò e seguì la ragazza fino alla sua scuola, non si rese minimamente conto della presenza che da più in basso osservava ogni suo movimento.
 Aspettò che la mattina passasse osservando il suo comportamento, le chiacchierate con le amiche e i suoi modi di fare convincendosi sempre di più che Berry non era altro che la reincarnazione della sua “serva” Meridia.
Scoppiò in una risata ilare, la nuova leader delle  sue nemiche non era altro che la sua assassina più fidata.
Doveva giocarsi bene le sue carte. Riportare Meridia dalla sua parte era basilare per spezzare definitivamente la resistenza di Rago e riprendersi Aijissa.
Si teletrasportò nelle vicinanze dell’edifico a riflettere sul da farsi e preparare una strategia, continuò ad osservarla e al momento della fine delle lezioni  mentre salutava le amiche con fare sereno, notò che si guardava attorno come attendendo qualcuno, probabilmente Tasuku.
Rimase parecchi minuti ad attendere  al cancello d’ingresso osservando le altre allieve della scuola uscire.
Masaya sbuffò augurandosi che non arrivasse; poi notò che le arrivava una chiamata e la sua espressione si fece triste, prese a camminare sola per la strada; sgranò gli occhi per la sorpresa , la sua fortuna era proverbiale, era l’occasione giusta!
Le mandò un richiamo mentale mostrandole l’immagine di un campo da calcio poco distante , stuzzicandola con qualche minaccia velata alle sue amiche, al suo ragazzo e alla sua famiglia.
La osservò sbiancare in volto girarsi attorno smarrita e poi correre come furia verso il luogo dell’appuntamento; ci si teletrasportò scendendo a terra mentre lei arrivava correndo e alzando la sabbia del campo. 
Si fissarono alcuni secondi poi lei assunse un espressione adirata.
<<  Masaya Aoyama!   Come hai osato tentare di uccidere Ichigo!  >>
<<  Io non ho tentato di ucciderla marionetta, mi sono esclusivamente divertito con lei qualche  minuto. >>
<<  Marionetta? >>
Alla sua espressione stupita si trasformò assumendo l’aspetto di Deep Blue.
<<  Mi riconosci ora  Marionetta? >>
Il volto affilato, i lunghi capelli castani, quegli occhi color del ghiaccio..  Un brivido freddo le percorse tutto il corpo vedendo quella figura, un terrore inimmaginabile si impossessò di lei dandole la certezza di averla già incontrata quella persona ; la conosceva ne era sicura!
Berry indietreggiò tentando di scappare ma un fulmine la scaraventò a terra, deglutì rialzandosi e tentando di trasformarsi ma una seconda scarica elettrica la  appiattì a terra facendole provare un dolore fortissimo.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, cercò di rialzarsi ma non ce la fece, un sassolino volò in aria colpendo Blue in volto.
<<  Ho fatto bene a non fidarmi  e seguirti a quanto pare.  >>
Si voltarono entrambi ad osservare, Tasuku si avvicinava tranquillamente a loro; la sua espressione era seria e gli occhi solitamente  gioviali avevano un espressione fredda e decisa.
Berry sentì una paura folle attanagliarla <<  Scappa! Non avvicinarti! >>
Lo urlò a squarcia gola mentre  Blue un attimo prima sorpreso dalla vista del nuovo venuto scoppiò a ridere divertito, scosse il capo e si rivolse di nuovo  verso di lei le si avventò contro con nuove scariche; in preda alla paura Berry si rannicchiò su se stessa tentando di resistere ma si accorse che il colpo non arrivava.
<<  Ho detto Basta. Blue!  >>
Berry lo fissò esterefatta. I capelli di Tasuku erano Blu e davanti a lui si ergeva uno scudo di energia; volse lo sguardo verso Deep Blue notando che la sua espressione si trasformava in una maschera d’ira.
<<  Aldenath Ardesill!!!! Cosa ci fai tu in vita?? Quella stupida marionetta ha fallito a quanto pare. >>
La guardò con odio e Berry provò un terrore che la paralizzò completamente, guardò Tasuku che invece sciolse lo scudo emettendo un versaccio.
<<  Ti sbagli; la tua assassina ha svolto ottimamente il suo lavoro..  >>
<<  Allora com’è possibile che tu sia ancora qui dopo che le  ho ordinato di annientare anche la tua anima? >>
<<  Credi che sia facile scorgere un anima? Ammetto che aveva il potere di vedere  gli spiriti ma essendo quella che era le era praticamente impossibile distinguere. Hai fallito e questo è quanto.  >>
<<  Non venire a farmi la predica Schiavo!  >>
<< Puoi insultarmi quanto ti pare la cosa non mi tocca minimamente. >>
<< Sta zitto! >>
Il fulmine volò rapido e altrettanto rapidamente si erse lo scudo; Blue lanciava fulmini con una foga pazzesca e  Tasuku teso per lo sforzo teneva alto lo scudo per difendesi e difenderla.
Cadde in ginocchio quando Blue fermò l’attacco ansante, altrettanto ansante Tasuku lo fissava cupo.
<<  Che tu sia  dannato Ardesill si può sapere perché la stai difendendo?  >>
<<  Semplicemente perché ho un debito con questa donna e una promessa.  >>
<<  Debito? Promessa? Cosa vuoi dire Tasuku? Quei capelli perché.. >>
Tasuku si voltò verso di lei dando la schiena a Blue, le chiuse la bocca con un dito sorridendole..  << Non preoccuparti di niente ..io proteggerò il tuo sorriso. Tu pensa solo a vivere appieno la tua vita.>>
Il colpo arrivò con una forza inaudita e lo scudo venne eretto all’ultimo secondo; si susseguirono altri colpi e altri ancora, Tasuku resisteva senza riuscire a muoversi, sussultava ad ogni colpo;  Berry leggeva la tensione sul suo volto e l’evidente sofferenza sotto al suo sorriso  e alle sue rassicurazioni.
<< Tasuku smettila va via da qui.. >>
<<  Non ti lascio sola. Andrà tutto bene vedrai. Si stancherà presto  >>
<<  Non è solo quello il problema, i tuoi capelli questo potere cosa significano? Devo riuscire a trasformarmi e aiutarti ma qualcosa mi blocca. >>
<<  Va bene così. Tu devi pensare a sorridere Berry sempre, a questo bastardo penso io. Io veglierò sul tuo sorriso sempre. >>
Si alzò a fatica voltandosi verso Blue e scagliandogli contro lo scudo; la figura sparì urlando maledetto.
<<  Mai quanto te Blue. >>
Alzò gli occhi al cielo e si voltò sorridendo, i suoi capelli tornarono neri in un attimo sospirò inginocchiandosi a terra e carezzandole il volto, abbracciandola e dicendole che era tutto finito, mentre parlava si accasciò al suolo privo di conoscenza.
Berry lanciò un urlo richiamandolo, scuotendolo ma senza ottenere risposta, con le lacrime che le salivano agli occhi prese il cellulare componendo il numero di Ryo, raccontandogli brevemente dell’attacco e di avere bisogno di aiuto.
I ragazzi arrivarono in auto, scesero di corsa e Pie controllò lo stato di salute di Tasuku con una prontezza degna di un medico.
<<  E sovraffaticato ha bisogno di riposo  >>
<<  Guarirà vero? >>
<<  Tranquilla Berry un buon sonno e si rimetterà, smettila di  piangere  >>
<< Grazie Pie! Io non capisco come ha questo potere, da quanto? Perché non mi ha detto nulla? Per quale motivo Masaya mi ha attaccata.. Devo dire anche a Ichigo quello che mi ha detto..  >>
<< Chiediglielo quando si sveglia, per Ichigo forse è meglio non mominarlo Masaya ma se pensi sia importante allora diglielo, andiamo a casa ora. Arrivati mi farai un rapporto su questa storia. >>
<< Va bene Ryo >>
Presero Tasuku e salirono tutti in macchina portandolo al caffè; ci fu un po’ di trambusto ma lo sistemarono  in una delle stanze, Berry raccontò nuovamente gli eventi, tutti l’ascoltarono in religioso silenzio ma mentre narrava il volto di Ryo si fece scuro, la congedò uscendo poi dal locale.
Keichiro lo seguì preoccupato notando che dava un pugno al muro imprecando e arruffandosi i capelli.
Nel frattempo Berry era salita nella stanza in cui Tasuku era stato portato, l’ambiente era quasi spoglio se si escludeva il letto, il ragazzo sudava copiosamente agitandosi nel sonno;
si sedette ad una sedia stringendogli la mano; la confusione che aveva in testa non le dava tregua, Tasuku era un ragazzo normale come poteva cambiare colore di capelli in quel modo? E quel potere spaventoso? E perché Masaya l’aveva attaccata chiamandola marionetta e poi assassina mentre si batteva con Tasuku? Ma soprattutto cos’era quel suo aspetto alternativo? Era la prima volta che lo vedeva ma l’aveva terrorizzata, non aveva  mai provato una paura simile in vita sua e quel nome? E infine  Perché l’aveva chiamato con un nome differente dal suo? Che nome aveva usato? <<. ... Aldenath Ardesill… >>
Pronunciò il nome a mezze parole sentendo di conoscerlo ma senza sapersi spiegare il motivo.
Iniziò a singhiozzare tanta era la confusione che aveva in testa, strinse maggiormente la mano del ragazzo poggiandola sulla fronte, chiudendo gli occhi e pregando che si rimettesse…. Sentì un grande calore avvolgerla e trascinarla in basso, per un momento le mancò l’aria ma si sentiva tranquilla; riaprì gli occhi e si trovò a fissare un ragazzo dai capelli blu  e dalle orecchie appuntite come quelle di Quiche e compagni, le sorrideva fissandola con interesse.
<<  Quindi sarebbe questo il cucciolo trovato  a bussare alla nostra porta? >>
<< Si sommo lord. >>
“Cucciolo? Non sono un cucciolo” Alzò le mani trovandosi delle catene ai polsi.. “che significa? Perché sono qui?”
I pensieri l’avvolsero e si guardò attorno smarrita, era in un ampia stanza, ben arredata ma un po’ disordinata, osservò la finestra notando che dava su un parco,aveva una strana sensazione, sapeva perché era li ma  al momento le sfuggiva..
<<  Come ti chiami? >>
Il ragazzo si avvicinò a pochi cm da lei e la osservò ancora con i suoi occhi scuri e profondi…
<< Allora? >>
<<. Meridia.. >>
“Perché ho detto Meridia..io non mi chiamo meridia o forse si? Non ci capisco più niente ero con tasuku un attimo fa che sia il suo sogno questo.. ma chi è tasuku? io sono qui per un motivo, un motivo preciso.”
I pensieri la invasero assieme ad una grande confusione, chiuse la mente a tutte quelle congetture e improvvisamente si sentì lucida e capì dove si trovava.
 Era  nel tempio della casta dei pensatori e quello che le  aveva chiesto il nome era il loro  sommo sacerdote. Lui le aveva detto che avevano più o meno la stessa età ma aveva trovato difficile crederci fino ad ora.
“La missione! Doveva eseguire gli ordini altrimenti… Le aveva detto distruggilo cancella anche la sua anima, non voglio che riappaia mai più davanti  alla mia vista!
Ma come si trovava un anima? E come si distruggeva?Il padrone non glielo aveva spiegato…. Doveva scoprirlo!”
Lo guardò a lungo pensando a come muoversi notò di  essere ricambiata poi lui si allontanò con un espressione meditabonda.
<<  Taban toglile quelle catene, falla lavare e vestila in maniera decente poi riconducila qui. Ho intenzione di  prendere questa “bestiolina” come cameriera. >>
<<  Ma signore potrebbe essere una spia! E anche gli altri…Deep Blue sta conquistando ormai l’intero pianeta. Non possiamo permetterci potenziali nemici all’interno delle mura. >>
<< Non ha importanza! Se sono nemici lo vedremo a tempo debito. Questo tempio non ha mai negato soccorso ai bisognosi e io non sarò il primo a violare questo sacro precetto.
Fate sentire i nostri ospiti a casa loro. A quell’uomo penseremo in seguito quando attaccherà questo luogo. >>
La guardò distrattamente, dirigendosi verso la finestra; mentre veniva condotta via si voltò ad osservarlo nuovamente, il suo sguardo sembrava vacuo..
Fu condotta in una fucina e le catene furono tagliate, sentì un emozione  fortissima quando riuscì a muoversi liberamente, girò su se stessa e mosse le mani godendo di quella sensazione di leggerezza, Taban poi la condusse ad un immensa vasca le diede delle erbe saponifere e  una tunica pulita ordinandole in maniera brusca di lavarsi.
Chiuse la porta con violenza lasciandola sola; si guardò attorno l’ambiente era grande e davanti a lei si ergeva un enorme vasca da cui si levala del delicato vapore.
Si avvicinò al bordo constatando il suo aspetto, poi si insaponò con le erbe godendo del loro profumo, tentennante si avvicinò all’acqua e vi si immerse sentendo un benessere  mai provato nella sua vita; fissò i segni rossi lasciati dalle catene ai suoi polsi, padron Blue gliele toglieva solo quando doveva svolgere una missione e questa volta per dare credibilità alla messa in scena non lo aveva fatto; invece quel ragazzo si era fidato  e semplicemente senza un motivo valido gliele aveva fatte togliere… era strano!
Scosse la testa cancellando i pensieri e fissando la sua esile immagine nell’acqua, aveva i capelli arruffati ed era pure smagrita dall’ultima volta, il padrone non era stato tenero in quei periodi, era irritato e indaffarato e i suoi servigi non gli erano sembrati adeguati.       Questa volta però sarebbe stato soddisfatto e l’avrebbe premiata magari con del pane fresco, all’idea le venne l’acquolina in bocca e sentì lo stomaco brontolare.
Chiuse la mente anche a questo pensiero dando la precedenza alla missione e allo studio del perimetro.
Uscì dall’acqua vestendosi con la tunica che le era stata data; era pulita e profumava di fiori di lillà, l’annusò con piacere sentendo la tensione e guardandosi attorno; sentiva di infrangere le regole comportandosi così ma quell’aroma l’attraeva.
Uscì dalla stanza trovando Taban ad attenderla, lui la guardò sbuffando << Muoviti!>>
Lo seguì ripercorrendo il lungo corridoio fino a fermarsi di nuovo davanti alla stanza dove aveva visto  quel ragazzo.
Fu fatta entrare e lo trovò in piedi a torso nudo intento a bere del vino, fissava a tratti l’esterno mentre annuiva ad un uomo evidentemente più anziano di lui che gli esponeva alcuni fatti. Ascoltava silenzioso con espressione cupa poi notandola gli fece un gesto con la mano invitando l’anziano ad andarsene, bevve il restante vino della coppa tutto d’un fiato sbattendo poi il calice sul davanzale; si avvicinò a loro afferrandole il volto e guardandola negli occhi infine fece un ampio sorriso:
<<  Eh si pulita sei molto più carina! Siediti a tavola tra un po’ serviranno la cena >>
Obbedì continuando ad osservalo; notò che metteva la mano sulla spalla di Taban sussurrandogli all’orecchio << Metti  guardie ai cancelli, chiudete  e sprangate le porte. Anche l’ultima città libera è caduta.>>
Abbassò lo sguardo “saper leggere le labbra a volte tornava comodo” il pensiero le diede una certa soddisfazione, il padrone sarebbe stato contento di quella capacità, così smetteva di essere inutile.
Osservò Taban andare via  d’urgenza e il ragazzo che tornava e le si sedeva di fronte.
<<  Allora.. non ci siamo presentati. Io sono Aldenath Ardesill  e qui diciamo che sono il gran capo.
Hai detto di chiamarti Meridia vero? Ti piace lo stufato? Oggi  per pranzo c’è quello ma credo che sarà l’ultimo con la carne dentro. La guerra si sta facendo seria. >>
Sgranò gli occhi sorpresa..” Stufato? Carne? Pane? “… Rimase alcuni attimi imbambolata al pensiero di quelle leccornie, soffocò un rigurgito dello stomaco e annuì.
Lui fece un espressione scontenta
<<  Non sai parlare? >>
<< Io non sono abituata ..signore..Posso veramente? >>
<< Signore? Non farlo mai più! Non darmi del signore! Io sono Aldenath e basta! Certo che puoi pranzare che razza di discorsi sono. Il tuo precedente proprietario non ti dava da mangiare? >>
<< Non sempre…..>>
Abbassò lo sguardo imbarazzata, Padron Blue le dava avanzi in genere tranne quando la premiava e doveva essergli grata per la sua generosità, visto che le aveva risparmiato la vita.
Quando notò di essere osservata deglutì, quello sguardo le dava una strana sensazione, riabbassò gli occhi intimidita, lui sospirò scuotendo il capo.
<< Pessima persona il tuo ex padrone… capisco che a te possa far strano sentire queste parole ma, un uomo che schiavizza un altro uomo è solo un barbaro. >>
<< Che ne sai tu? Sei ricco.  >>
Si stupì di aver alzato al voce in quel modo senza contenersi e tremò al pensiero della punizione ma lui rimase tranquillo distogliendo lo sguardo come sovrappensiero.
<<  Lo so.. Perché anche io sono stato uno schiavo. >>
Lo guardò allibita ma lui nemmeno ci fece caso continuò come parlando tra se e se.
<< Se non fosse stato per il mio potere a quest’ora sarei ancora in catene proprio come lo sei stata tu fino a qualche attimo fa; ma qui non devi temere, sei libera. >>
Tornò a guardarla con un sorriso amaro e si riavvicinò toccandole una ciocca di capelli.
<< Detto questo principessa non aspettarti una bella vita, le mie torture possono essere tremende. >>
<<  Che intendete? >>
Sentì un brivido di paura ma lui si allontanò non un sorriso furbo
<<  Chissà! Potresti ritrovarti a mangiare torte fino a scoppiare oppure potrei costringerti a ballare in piena notte invece di dormire.. Tutto è possibile! >>
<<  Dite cose insensate! >>
<<  Hai ragione! Intanto sappi che dovrai dormire sul letto! Tanto è inutilizzato. Io dormo sul divano, quello è troppo morbido per me. >>
Indicò il letto con fare annoiato e osservò con maggior interesse l’adepto entrato nella stanza in quel momento intento nella riverenza, portava le vivande per la tavola.
In breve fu apparecchiato per due e le cibarie furono adagiate sulla tovaglia, l’uomo si inchinò di nuovo  allontanandosi e chiudendosi la porta alle spalle.
 Aldenath osservò Meridia e la sua espressione stupita, non sapeva dove dirigere lo sguardo; si sedette tremante continuando a guardare i piatti e gettare occhiate di soppiatto alla porta.
Per un attimo sorrise pensando che sembrava proprio un cucciolo smarrito poi però si fece cupo riflettendo su quel che aveva letto nella sua mente al loro incontro avvenuto pochi attimi prima..Ma forse sarebbe riuscito a cambiare le carte in tavola e dare scacco matto a  quell’arrogante borioso distruttore.
Chiuse per un attimo gli occhi distogliendo la mente dai pensieri e sorrise alla sua invitata.
<<  Che dici cominciamo? >>
Lei lo guardò speranzosa <<  Posso veramente si.. Aldenath? >>
<<  Naturalmente! Mangia a sazietà finchè vuoi. >>
Fu una cena serena; vederla mangiare era uno spettacolo che dava soddisfazione a volte non riusciva nemmeno a rispondere alle sue domande, talmente era impegnata a masticare e gustarsi le pietanze; appena ebbe terminato si stiracchiò guardando il soffitto poi lo osservò
<<  Tu sei strano. Togli catene ad una schiava e le dai un pasto. >>
Scoppiò a ridere sentendola, si alzò da tavola voltandole le spalle e dirigendosi alla libreria, prese un volume sedendosi sul divano e la guardò   di nuovo.
<<  Forse hai ragione, ma la prima legge di questo tempio è l’ospitalità e l’aiuto ai bisognosi, questo precetto mi ha salvato quindi intendo onorarlo e rispettarlo. >>
Poggiò il libro sul tavolo alzandosi
<<  Seguimi Meridia >>
La condusse per i corridoi e rampe di scale fino alla terrazza della torre nord; qui le indicò il paesaggio.
<<  Non lo trovi meraviglioso? Da qui si gode il panorama di tutta la città.
Osserva i canali circolari che forniscono acqua a tutto l’abitato e i canali interni che permettono all’acqua dolce di raggiungere i pozzi e le strutture adibite ai bagni. La nostra città Atlantia è autosufficiente ed ha una struttura organizzata per  ogni evenienza o condizione, tuttavia anche in questa città esistono persone che necessitano di consulto, sostegno e aiuto, chi è membro della casta dei pensatori ha il dovere di portare consulto e stabilità. Proprio per questo fino ad ora abbiamo dato consulto al nostro defunto imperatore.. per il bene della gente.
Ora che l’imperatore  e la sua discendenza sono morti, il nostro compito primario è sostenere le persone, quindi anche gli schiavi.
Ora tu ti trovi qui e stai vedendo tutto questo senza catene ai polsi appunto perché il nostro compito  ci impone di aiutare per quanto possibile gli altri, non classificarlo più come una stranezza ma come qualcosa che va fatto per giustizia e conoscenza. >>
La osservò a lungo con sguardo serio, senza dire una parola, poi si allontanò riscendendo la rampa di scale.
Meridia lo guardò, poi guardò per un ultima volta il panorama, padron Blue non le aveva mai rivolto parole simili, si sentiva perplessa ma ragionandoci trovò che le parole di Aldenath erano davvero belle.
Si affrettò a seguirlo, tornarono di nuovo nell’ampia stanza e come se niente fosse lui si mise a leggere addormentandosi poco dopo sul divano, l’aria di fece improvvisamente strana,  lo osservò indecisa su come comportarsi, era presto per decidere come agire, non poteva nemmeno comunicare col padrone…
Si sedette sul letto osservandolo, aveva un viso gentile  ma a momenti aveva espressioni che la lasciavano disorientata.. non sapeva nemmeno dove risiedeva la sua anima.. era veramente presto per compiere la missione inoltre si sentiva curiosa non aveva mai conosciuto persone  che si comportavano come lui, il padrone e gli invitati del padrone discutevano di cose come potere, dominazione, facevano guerre ed erano potenti, questo ragazzo invece diceva cose diverse.
Si rannicchiò su se stessa continuando a guardarlo, quel letto era davvero molto più morbido della stuoia dove dormiva di solito, senza rendersene conto sprofondò nel mondo dei sogni svegliandosi alle prime luci dell’alba.
Si guardò attorno disorientata, poi notò che Aldenath era seduto alla scrivania e controllava numerosi documenti, parlando con una decina di uomini, molti dei quali armati.
Il suo sguardo era freddo quasi glaciale batteva il pugno sul tavolo mantenendo un tono fermo e autoritario.
Rimase immobile ad osservare, l’istinto le diceva che era meglio fare finta di dormire.. una mezz’ora dopo gli uomini uscirono brontolando, lui si alzò dal tavolo fissando l’esterno con un espressione terribile poi sospirò  tornando alla sua normale espressione, si voltò sorridendo.
<<  Lo so che sei sveglia cucciolo, non hai bisogno di fingere , ti ho notato prima.  >>
Si mise seduta fissandolo ad occhi sgranati notando che sorrideva  ancora più accentuatamente,”come l’aveva capito? Non si era mossa, aveva esclusivamente aperto gli  occhi.
Che fosse il potere pericoloso di cui il padrone le aveva accennato?
Quindi capiva se gli altri erano svegli e fingevano?”
I pensieri si susseguivano lasciandola smarrita, notò a mala pena il suo avvicinarsi.
Si ritrovò a fissare il suo sorriso sornione
<<  Mi senti? Cucciolo? >>
<< Io. Non volevo… >>
<< Buongiorno! >>
<< Non siete arrabbiato? >>
<< E per cosa? Perché hai udito i brontolii di quattro vecchietti? >>
Le diede un buffetto sulla fronte allontanandosi ridendo, afferrò un libro si tolse la casacca e si mise  comodamente sul divano a leggere.
Lo osservò a lungo, sembrava totalmente preso..  si osservò intorno poi sospirò
<<  Senti ma è divertente? >>
<< Cosa leggere? >>
Annuì, vedendolo riflettere un momento e sorriderle
<<  Per me si! Vuoi provare? >>
<<  Non so farlo.. >>
<< E dov’è il problema? Ti insegno io!  >>
Lo fissò allibita,  si guardò attorno deglutendo e abbassò lo sguardo.  Il padrone aveva detto eliminalo il prima possibile, ma non le aveva mai insegnato a leggere, si sarebbe arrabbiato se imparava?
Però poteva anche evitare di dirglielo, l’avrebbe tenuto segreto.
Rialzò gli occhi con un largo sorriso annuendo. Aldenath sorrise a sua volta invitandola ad avvicinarsi.
Da quel momento i giorni trascorsero veloci e sereni. Una settimana parve volare e anche una seconda.
All’esterno tuttavia la situazione si era fatta critica, sempre più spesso le lezioni venivano interrotte da questioni urgenti di cui discutere.
Quella mattina le voci sembravano piuttosto agitate, confabulavano , gesticolavano si agitavano.
<<  Silenzio!! >>
La voce di Aldenath si stagliò sulle loro, li osservò serio concedendosi alcuni secondi di riflessione.
<< Come ben sappiano al situazione è seria. Viviamo barricati da ormai un mese, la gente bussa alla nostra porta ma non possiamo fare entrare nessuno, la nostra sicurezza è in pericolo ma anche la gente lo è. Tra poco si avvicinerà l’inverno il clima si sta facendo più rigido, le nostre scorte ormai sono al limite e siamo costretti a razionarle, tuttavia le coperte non ci mancano e nemmeno legna e medicinali.
Se non possiamo aprire le porte daremo loro coperte e medicinali dalle mura! E se sono nemici ammazzateli e basta. >>
Fece un ampio gesto con la mano a sancire che la discussione era chiusa. Gli uomini se ne andarono pensierosi; li osservò cupo quando la porta si chiuse si voltò notando che Meridia l’osservava.
<<  Perché dai oggetti all’esterno? Potresti tenerli per te.. >>
<<  Perché ho un anima! >>
Si indicò il cuore sorridendo, notando che lei lo fissava s’incupì, nella mente avvertì un pensiero..
“Li c’è il cuore.. L’anima quindi risiede nel cuore? Devo togliergli il cuore per distruggere l’anima? “
Un amarezza profonda lo invase, si voltò evitando di guardarla, ancora pensava agli ordini ricevuti?
Osservò l’esterno con il panorama di alberi e orti interni cercando di vincere la malinconia.
Aveva sperato di averle fatto capire l’importanza della libertà e che gli ordini ricevuti non erano giusti ma per ora a quanto sembra parevano non esserci progressi.
Tuttavia voleva continuare a tentare, lo doveva a lei se riusciva ancora a essere lucido era il minimo che poteva fare.
Si voltò deciso sforzandosi di sorridere<<  Riprendiamo le lezioni?  >>
Lei annuì con trasporto; deciso le si  avvicinò riprendendo il suo ruolo di maestro.
Passarono altre settimane, più imparava a leggere e scrivere più meridia divenne allegra e attenta.
Aldenath smise di pensare alle percezioni avute e si concentrò soltanto sui bei momenti passati con lei, si divertiva a insegnarle a vedere i suoi errori e come pensava e rimuginava quando non capiva un concetto.
Lentamente quella ragazzina dai capelli color lilla si accorse che le era sempre più cara, se ne rese conto un pomeriggio quando non potè fare a meno di sentire un emozione profonda guardando il suo sorriso.
La vita si era fatta più dura e il gelo intenso si faceva sentire soprattutto alla notte, quella sera i due ragazzi cenarono con un po’ di minestra calda; non conteneva molto ma aiutava a riempirsi e scaldarsi, mentre mangiavano notarono la prima neve che cadeva; la commentarono allegri poi si coricarono presto per non consumare legna.
La mattina  alle prime luci dell’alba, si udì un bussare intenso alla porta e un urlo “Attacco nemico! Attacco nemico!!!!”
Aldenath balzò in piedi come una molla, vestendosi di corsa e uscendo dalla stanza; meridia si affrettò a seguirlo senza curarsi del  proprio abbigliamento.
Il freddo la travolse quando uscirono sui torrioni, guardò in basso vedendo un numeroso esercito di soldati dalle scintillanti armature color bronzo attaccare e venire respinti.
Il cuore le fece un sobbalzo rammentandole perché era lì. Aldenath fissava lo scontro cupo e sul suo volto si intravvedeva una maschera d’ira.
La guardò alcuni secondi, togliendosi la mantella e mettendogliela sulle spalle.
<<  Torna in stanza >>
Si allontanò dopo averle detto quelle parole, si diresse verso i monaci e iniziò a dare ordini con  una freddezza matematica.
Lo osservò per un po’ poi rientrò in camera sentendo la paura attraversarle tutto  il corpo.
Il padrone stava arrivando e lei non aveva svolto la misisone! Doveva provvedere! Prendergli il cuore, cancellare l’anima!
Ma Aldenath era gentile, le piaceva vederlo sorridere…
Incrociò le mani  senza sapere che fare; passò un tempo infinito e un monaco venne a portarle da mangiare annunciandole che il  sommo Lord non sarebbe stato a farle compagnia quel giorno.
Mangiò da sola non sentendo nemmeno il gusto del pasto tanta era la paura, smise a metà incerta se piangere o meno.. fissò il coltello da  cucina che le avevano portato tremante.
Non poteva disubbidire al padrone.. se disubbidiva lui l’avrebbe punita.. non voleva una punizione ma non voleva nemmeno che Aldenath soffrisse..
Però il padrone l’aveva salvata, le aveva messo le catene dicendole che il suo popolo era stato indegno e cattivo ma che lui aveva visto del buono in lei e che sapeva che avrebbe scelto di seguire la giustizia e che lui era la giustizia.
No! Non poteva disubbidire al padrone poteva solo obbedirgli, lui era la giustizia.
Afferrò il coltello nascondendolo sotto alle coperte del letto, doveva eliminare il nemico del padrone, obbedire agli ordini.
Finì il pasto con la sensazione che fosse disgustoso, poi si sedette immobile; notò a mala pena il monaco che tornava a sparecchiare.
Sentiva un malessere profondo ma non ne capiva il motivo; le veniva da piangere e aveva paura.
 Non si rese conto del passare del tempo fino a che non lo vide ritornare. Aveva un espressione cupa e abbattuta, la guardò a mala pena sforzandosi di sorridere.
<< Ci vanno giù pesanti ma sta tranquilla non entreranno in questo luogo almeno fino a che ci sarò io a difenderlo.
 Puoi dormire sonni tranquilli Meridia >>
Lo osservò togliersi la tonaca e rimanere a torso nudo stiracchiandosi, non riuscì a muovere un dito ne a pensare… Lui non le badò molto per il resto della sera mettendosi alla scrivania  a ragionare con gli altri  sacerdoti sulla strategia di battaglia; si accasciò sul divano a tarda ora, stremato da quella giornata impegnativa.
Si svegliò la mattina seguente pronto a riprendere la lotta; anche per quel giorno non lo vide, quella sera si svegliò a tarda notte vedendolo rientrare aveva una faccia stravolta.
“Perché si ostina così? Se si arrendesse al padrone magari non soffrirebbe si terrebbe anche la sua anima..”
Il pensiero le salì alla mente vivido lo osservò distendersi sul divano e crollare in un sonno profondo.
Lo guardò a lungo poi prese il coltello in mano ma lo ripose quasi subito.
Da quel momento la vita al monastero della casta dei pensatori non fu più gradevole per lei, nei giorni seguenti arrivarono numerose notizie di morti, il primo perimetro venne sfondato ma il secondo distrusse quasi un quarto delle milizie nemiche.
Aldenath  si comportava come un imperioso generale pronto a controbattere ogni offensiva, a rendere pan per focaccia a chi osava minare la conoscenza e il sapere rinchiusi in quel luogo.
La sera tornava stremato ma si sforzava di passare un po’ di tempo insieme ma sembrava non vederla nemmeno.
Sentendo la presenza del padrone avvicinarsi Meridia avvertiva la paura insinuargli in ogni angolo del corpo, si era sforzata di pensare alle alternative ma non c’erano, doveva togliergli il cuore obbedire al padrone.
Decise che era il momento di agire, quella sera aspettò che tornasse e si togliesse la tonaca come sempre, afferrò una statuetta della dea e lo tramortì legandolo in modo che rimasse in ginocchio.
Aldenath si svegliò con un dolore alla tempia, capì al volo si essere legato e fissò meridia che lo guardava con occhi vacui e un coltello in mano.
“ no maledizione”
Fu il suo primo pensiero mentre una tristezza profonda lo invadeva.  Cercò di guardare fuori dalla finestra per capire l’orario ma non riuscì a girarsi con la coda dell’occhio notò un leggero chiarore “ che sia mattina?”
Deglutì focalizzando quel pensiero e  si sforzò di guardarla in faccia
<<  Che intenzioni hai?  >>
<<  Il padrone vuole  che  distrugga la tua anima quindi ti prenderò il cuore.  E li che risiede la tua anima.  >>
<<  Sei davvero sicura di volerlo fare? Non hai ancora capito che qui sei libera! >>
La osservò tentennare; abbassare lo sguardo e il coltello, poi girarsi attorno e rialzarlo.
<<  Io.. debbo obbedire al padrone. >>
<<  Arriveranno altri monaci fra poco, non essere sciocca meridia.  >>
<<  Ho bloccato  la porta. Io devo obbedire, prenderti il cuore. >>
<<  Ma non hai capito che non servirà a niente. Blue non ti darà mai una ricompensa. La sua conquista è pura follia non otterrà quel che vuole veramente >>
<< Tu come fai a conoscere i piani del padrone? Come fai a conoscere il padrone? >>
<<  E il mio potere. Quello di leggere la mente e l’animo. Sapevo le tue intenzioni appena sei arrivata qui >>
<<  Ma allora se sapevi..perché mi hai accolta? >>
<<  Volevo farti capire che non sei sua schiava sei libera! Hai una vita tua e devi viverla. >>
<< Io non posso.. Devo obbedire, il padrone si arrabbia >>
<<  Se mi ucciderai  allora sappi che io ti perseguiterò, tornerò in ogni tua vita e ti costringerò a sorridere  sempre e in qualsiasi momento.  >>
<< Sorridere? Perché vuoi vedermi  sorridere? >>
<<  Perché quelle lacrime non mi piacciono sul tuo viso. >>
<<  La..crime? >>
Si portò una mano agli occhi guardandosi le lacrime, per un momento le tremò la mano, tornò a guardarlo.
<<  Mi spiace  io devo obbedire. Prenderò il tuo cuore. >>
Vide il pugnale arrivare e sentì un dolore  intenso unito a una sensazione di calore che si diffondeva per tutto il suo corpo, per un attimo non riuscì a crederci, la mente gli diceva “non è vero”; non sta accadendo, poi il coltello venne estratto e rimase solo il dolore.
La guardò di nuovo ansimando cercando di focalizzare il pensiero.
<< N..on lo fare Meridia.. tu non sei un assass.i.. >>
Non riuscì a finire la frase, una seconda ondata di dolore lo travolse poi una terza , una quarta, fino a che non ci fu altro che dolore nella sua testa, ad un tratto sentì un crack e fu come se  una scarica di fulmini lo colpisse, non capì più nulla e il buio calò.
Meridia sentì le ossa, le ci volle tutta la sua forza, vide il cuore  e lo tagliò, lo prese notando solo in quel momento quel pezzo di carne pulsante sulle sue mani, il colore rosso, il sangue che la imbrattava e che imbrattava tutto quello che la circondava e poi lui a terra con un espressione paurosa.
I rumori le giunsero indistinti mentre la testa le urlava , si sentiva male , disperata  e non capiva chi era, sapeva solo che aveva distrutto una bella persona..le lacrime iniziarono a sgorgarle  sempre più irruente; guardò il cuore, quel bel cuore che aveva tolto dalla sua sede e un pensiero prese forma nella sua testa “Forse se gli restituisco il cuore tutto torna come prima. La sua anima ritorna.”
Sentì a mala pena le urla, poi un colpo al ventre uno alla schiena, dolorosi.. osservò distrattamente la lancia conficcata nel suo ventre, guardò il corpo martoriato di  Aldenath tendendo la mano col cuore e il pensiero “ te lo restituisco”; poi altri colpi alla schiena, ulra  con parole orribili al suo indirizzo e il buio.
 Berry riaprì gli occhi ansimando sconvolta. Si guardò attorno disorientata.. “ Un incubo?” Poi come un fulmine alla mente tornarono gli eventi accaduti nel pomeriggio e le parole: Marionetta, Assasina.. La frase: Proteggerò il tuo sorriso per sempre.. e tutto le fu chiaro. Un amarezza profonda la invase, non riuscì nemmeno a piangere.
Guardò il volto di Tasuku ormai placido addormentato e trattenne un singhiozzo. Gli accarezzò i capelli sorridendo con aria triste..
<< Sei proprio stupido.. Potevi essere libero invece ti sei legato a me in questo modo.. Ma; se tu proteggerai il mio sorriso allora io  che ti ho rubato la vita  da adesso in poi proteggerò il tuo grande cuore. Scusami Aldenaht. >>
Gli strinse la mano ingoiando le lacrime e si sforzò di sorridere. Lui lentamente aprì gli occhi osservandola.
<<  Ben svegliato Tasuku mi hai fatto preoccupare! >>
Lui la guardò per un attimo disorientato, si osservò intorno e abbassò lo sguardo
<<  Scusami Berry >>
<<  Non preoccuparti e riposa. Scendo di sotto ad avvertire gli altri che stai meglio.  >>
Si alzò camminando a passo rapido, tenendo la mente vuota, quando fu sola  si strinse una mano al cuore e guardò indietro, decise che non gli avrebbe detto di aver ricordato il mostro che era stato nella sua vita precedente, non voleva più arrecargli dolore.
Ingoiò la sofferenza che l’attanagliava, imprimendosi nel cuore la sua decisione e scese al piano sottostante.
 

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Capitolo 10
*** MOMENTI E SITUAZIONI ***


CAPITOLO 10  MOMENTI E SITUAZIONI
 
Le scale le parvero interminabili, sentiva il cuore farle male e la voglia di urlare.
Lentamente sentì anche le gambe che iniziavano a cederle, Berry si sforzo di mantenere la mente vuota e la lucidità mentale, non doveva pensare, non doveva lasciasi andare con lui così vicino….
Arrivò al salone dove era in atto un accesa discussione, vedendola tutti si voltarono. Sentì una morsa allo stomaco ma sorrise.
<<  Tasuku si è svegliato  >>
<< Stai bene? Sei pallida come un cadavere. >>
<<  Si; è solo un po’ di stanchezza Zankuro.. ho avuto una giornata pesante. >>
Quella frase le costò tutta la forza di volontà, sentì la sua anima urlare ma rimase ferma, fissando la sua interlocutrice senza dare alcun segno di quel che provava.
Lei annuì sospirando
<< D’accordo ma se stai male torna a casa.  >>
<< Sto bene. Di che si discute?  >>
<< Solo di chi deve andare a comprare il caffè. L’abbiamo miseramente finito a furia di fare le ore piccole alla sala computer… >>
La voce di Ryo risultò sarcastica ma in quel momento Berry sentì di potercisi appigliare come ad un ancora di salvezza.
<<  Vado io. Ho giusto bisogno di prendere una boccata d’aria  >>
<<  Ma se venissi attaccata.. sei finita nelle mire di Deep Blue.  >>
A sentire quel nome le tremarono le gambe, deglutì ingoiando il groppo che sentiva alla gola
<<  Se succede Ryo mi trasformo e gli do un bel pugno sul muso così la paga per quel che ha fatto a Ichigo. >>
Sorrise  augurandosi che ci cascassero, li osservò confabulare qualche secondo, stillare una lista della spesa e poi porgergliela assieme ai soldi.
<<  La missione è tua. Se succede qualcosa chiamaci, non combattere.  >>
Annuì grata, prese la lista e il denaro e uscì dal  caffè. Cominciò a percorrere  il parco sentendosi sempre più male; il cuore le doleva e sentiva mancarle l’aria, un senso di disorientamento la pervase poi tornò lucida sentendo le gambe che cedevano.
Per un attimo la testa le disse “ Non può essere vero! Mi sono immaginata tutto!” Ma l’amarezza la pervase con un ondata così forte che si ritrovò disgustata dai suoi stessi pensieri;  sentì di cadere e si addentrò fra gli alberi appoggiandosi ad un tronco , rimase ferma alcuni minuti osservando il cielo.
<< Ho ucciso Tasuku.. con queste mani nella mia passata vita… e lui nonostante il male che gli ho fatto quando è rinato è tornato affianco a me, deciso a proteggermi a farmi sorridere nonostante quello che gli ho fatto….
Gli ho tolto la vita e lui…. Sono un mostro! Non merito il suo affetto. >>
Si accasciò iniziando a singhiozzare; si sentiva come se l’avessero aperta in due, Tasuku era tutto per lei,  non poteva perdonarsi di avergli fatto una simile mostruosità anche se era stato nella loro vita precedente…
Quando le lacrime finirono si sentì vuota e distrutta ma totalmente consapevole che quel che aveva visto in quella specie di reminiscenza era una realtà  del suo passato.
Era stata la schiava  di Deep Blue, soggiogata completamente al suo volere, convinta di appartenere ad un popolo di persone malvagie e che la luce della grazia fosse stata Blue.
Quell’uomo aveva completamente annullato la sua volontà  riducendola ad una marionetta obbediente e usandola per perpetrare una striscia di sangue infinita.
Era talmente convinta allora di essere odiata dal padrone perché non lavorava bene che quando aveva ricevuto “quella missione” si era sentita persino gioiosa…
Ma l’averlo incontrato, aver vissuto con Aldenath quelle settimane aveva rimesso in discussione tutto quanto però il terrore aveva vinto, l’aveva totalmente condizionata e così aveva finito per togliere la vita alla persona più bella che avesse mai incontrato.
Questa volta le cose sarebbero state diverse! Tasuku doveva continuare a vivere le giornate credendo di riuscire a consolarla con i suoi abbracci e la sua gentilezza.
Sentì il suo amore per lui traboccare dal suo cuore assieme all’amarezza che quell’amore da adesso in poi sarebbe stata la spada che l’avrebbe maggiormente ferita. Lo accettò facendosi  forte  della sua razionalità “ Doveva riparare al male che aveva fatto ad Aldenath e al contempo fare in modo che il cuore di tasuku  non fosse mai più solcato dal dolore.”
Si rimise in piedi, avviandosi verso il negozio come se fosse in trance , acquistò quello che doveva acquistare e tornò indietro; si fermò a qualche metro dal bar sospirando.
“ Mantenere la mente vuota e il cuore saldo. Il suo potere era quello di leggere la mente e l’anima, non doveva far scoprire nulla dei suoi pensieri e della sofferenza che provava, altrimenti questo l’avrebbe ferito.”
Entrò a passo deciso e salutò tutti, posò sul tavolo le cibarie osservandoli, sentì nuovamente cederle le gambe ma fece uno sforzo di determinazione, notò che Ryo la fissava intensamente e deglutì.
Si diresse in cucina con la scusa di preparare un buon pasto a Tasuku ma la verità è che voleva sfuggire a quello sguardo indagatore, era così profondo e intenso che le ricordava Blue.
Ichigo la seguì; chiuse la porta della stanza osservandola affaccendarsi per qualche minuto.
<<  C’è qualcosa che non va? Sei molto diversa dal solito Berry  >>
Si fermò  rimanendo immobile qualche secondo….
<<  Cosa faresti se scoprissi di aver fatto male a qualcuno Ichigo?  >>
Notò che la guardava, poi distolse lo sguardo accartocciandosi un angolo del grembiule.
<<  Credo  che mi scuserei  >>
<<  E se non potessi farlo?  >>
<<  Non lo so. Hai fatto del male a qualcuno?  >>
<<  No. Niente! Lascia perdere.  Dimentica quel che ho detto.  >>
Tremò  concentrandosi sul pensiero di mantenere la calma, di non lasciare trapelare niente, Ichigo l’abbracciò di schiena senza dire nulla, per un momento si sentì come se stesse per esplodere, quando la lasciò si voltò abbracciandola stretto senza dire niente trattenendo le lacrime.
Lei contraccambiò l’abbraccio accarezzadole la testa e sussurrandole; va tutto bene.
Quando ebbe ripreso il controllo di se si staccò sorridendo e chiedendole scusa. Tornò a preparare il pasto concentrandosi esclusivamente su quello.
Nello stesso momento Ryo si affacciava alla camera di Tasuku.
<<  Come stai?  >>
<<  Bene mi sento solo stanco >>
<<  Dobbiamo parlare..  >>
<<  Sapevo che saresti venuto ma la risposta è no Rago.  >>
<<  Allora non mi sono sbagliato sei davvero tu, Aldenath Ardesill. >>
<<  Io sono Tasuku, quell’uomo è morto con i suoi errori e i suoi rimpianti.  >>
<<  Magari la pensasse così anche qualcun altro.  >>
<<  Se avessi usato le tue facoltà su tuo fratello forse qualcosa sarebbe cambiato; esattamente come sarebbe cambiato se avessi accettato di unirti a noi quando sei stato scoperto.  >>
<<  Stai sostenendo che avrei fermato Blue semplicemente leggendogli la mente? L’ho fatto innumerevoli volte ma ho percepito solo dell’arroganza in lui. Inoltre io proprio non ero all’altezza della casta dei pensatori. Ero il fallito della mia famiglia.  >>
<< Un fallito con una mente geniale e un potere  che l’avrebbe portato ad essere il consulente dell’imperatore.. se solo avessi voluto. Sottovaluti troppo le tue capacità >>
<<  Bah ormai è tardi per recriminare non credi? Io ucciderò Blue costi quel che costi.  >>
<<  Non capisco il motivo di tutta questa faida tra di voi francamente.. Lessi la tua mente quella volta e quella di Blue  e mi sembraste entrambi ridicoli. >>
<<  Ridicoli?  Chissa! Ho sempre pensato che non si possa davvero  capire a fondo quel che provano gli altri.  >>
<< E vero, ma è vero anche il contrario. >>
<<  Sei il solito enigmatico Ardesill. Per quale motivo combatti ora? >>
<<  Per difendere una  persona che mi è cara, molto cara. Tu?  >>
<<  Per chiudere i conti e non lasciare che faccia di nuovo le male alla donna che amo. >>
<<  Donna che ami? Non sapevo amassi qualcuno. Chi è la fortunata? Deduco sia rinata ne parli al presente.  >>
<<  Si è rinata e si tratta  di Aijissa  >>
<<  L’ancella di Topazia?  Questo mi da dei pensieri. Quando l’ho incontrata  e le ho domandato del passato mi ha solo detto che la sua ancella era una traditrice. E una stolta. >>
Ryo sfoderò un espressione allibita e adirata al contempo.
<<  E rinata anche lei?  >>
<<  Si ma i suoi propositi non mi piacciono per niente. Odia Blue in maniera spropositata; anche se trovo che in parte il suo odio per quell’uomo sia giustificato. >>
<< La situazione si complica ulteriormente a quanto sembra.. >>
<<  E sempre stata complicata.. >>
<<  Aijissa non ha tradito nessuno questo posso giurartelo.. ero presente  quando è morta nel vano tentativo di fermare Blue  >>
<<  Credo alle tue parole Rago ma lei non ci crederà sicuramente. E estremamente testarda quella donna. >>
<< Dopo quanto hai detto ho ancora più bisogno di un alleanza con te. Ti prego accetta Ardesill.  >>
<<  Non accetto di unirmi alla tua battaglia Rago. Tu puoi affrontare il tuo gemello benissimo da solo. Però, lotterò per difendere Berry. Per me conta solo la sua felicità.
Se accetti questa soluzione posso fornirti un mero supporto, altrimenti nulla. >>
<<  Per me va benissimo, anzi la tua presenza è più di quanto chiedevo.  >>
Si allontanò soddisfatto, Yuki  percorreva il corridoio, vedendo uscire  Ryo guardò per un momento nella stanza e sospirò, chiuse un attimo le palpebre in segno di saluto e proseguì scendendo al piano sottostante.
Non si erano minimamente accorti della figura appena salita che tremava nell’ombra  di una porta semi chiusa con un vassoio in mano.
Berry ascoltando la conversazione sentiva le gambe cederle. Ryo era Rago il fratello di Blue…  e Tasuku aveva nuovamente avuto pensieri di protezione nei suoi riguardi “ non li merito. Ti prego smettila” il pensiero minacciò di salirgli alla mente con irruenza e le ci volle tutta la sua determinazione per soffocarlo.
Aspettò qualche minuto poi entrò  sfoderando un ampio sorriso
<<  La cena signore. Preparata con le mie mani. Stai meglio? >>
Si sedette ad osservarlo, notando il suo stupore e la quasi commozione
<<  Che c’è? >>
<<  E il primo pranzo che cucini per me Berry! Dimmi che non è un sogno?  >>
<<  No che non lo è. Avanti mangia. > >
<<  Che ti succede? >>
<<  Perché?  >>
<< Tremi come una foglia,  sorridi come se ti sforzassi e piangi.  >>
Il tono della sua voce si fece serio e lei chinò il capo
<<  E colpa tua! Mi hai fatto preoccupare. >>
Concentrò tutta se stessa su quel pensiero per farlo percepire reale e sforzandosi di non  tralasciare altro.
Notò di essere osservata mentre si asciugava gli occhi e che poi lui distoglieva lo sguardo.
<<  Scusami. Non volevo farti preoccupare.  >>
<<  L’importante è che tu stia bene  >>
Lo osservò iniziare a mangiare il riso in silenzio e fermarsi dopo le prime cucchiaiate.
<<  Che c’è non è buono? Ho sbagliato qualcosa?  >>
<< No è buonissimo ma devo dirti una cosa; l’aspetto che ho assunto per difenderti è quello che avevo nella mia passata vita. >>
Notò che la osservava intensamente e deglutì per non lasciare che i pensieri le dominassero la mente.
<< Capisco Tasuku, scommetto che dovevi essere una persona incredibile anche allora  >>
<<  Ti sbagli di grosso. Ero una persona orrenda!  >>
<<  Non è vero!  >>
Le parole le uscirono prima che potesse fermarle; erano stupite e sconcertate, le credeva con tutta se stessa. Lui era una brava persona. Era la persona migliore che avesse mai conosciuto; non poteva considerarsi cattivo.
<< Eh? >>
Notando il suo stupore si ricompose riprendendo l’autocontrollo.
<<  Non ci credo. Tu sei una persona splendida, non crederò mai che tu possa essere stato malvagio.  >>
<<  Berry…. Aldenath Ardesill un mese prima di morire fece giustiziare 50 uomini innocenti solo perché accusati di aver violato un precetto di uno stupido libro.
Non era una brava persona per niente. Anche in punto di morte si è dimostrato un egoista. >>
<< E se lo fosse stato ci sarebbe stato qualcosa di male? Forse il suo “egoismo” era più che giustificato. >>
Sentì l’amarezza invaderla, lo guardò ma lui scosse la testa.
<<  Non era giustificato per niente ma è una storia lunga.
 Io ora sono Tasuku e voglio vivere come Tasuku e  abbracciare la  mia coniglietta-gattina ogni giorno della mia vita. >>
Fece un ampio sorriso riprendendo a mangiare; lo osservò a lungo provando un insieme di sentimenti indefiniti, lo osservò gustarsi ogni cucchiaiata di quel misero piatto.
Al piano sottostante Yuki era seduta ad un tavolo, era il suo turno di pausa  dal computer centrale e stava cenando con un tramezzino, ripensava alla prima volta che l’aveva incontrato.
Era rimasta sorpresa quando tentando di condizionarlo aveva scoperto la vita alternativa di Tasuku.
Lui le aveva pregato di non dire niente e si era poi lasciato condizionare volontariamente.
Aveva una mente davvero brillante, “chissà se nel passato anche io che ho lo stesso potere avrei fatto parte di quell’ordine religioso di cui lui era il capo?”
Immaginò per un momento la sua vita come suora e  le venne da ridere, non ci si vedeva per niente.
Finì di mangiare osservando la sala vuota, era incredibile pensare che in un remoto passato esisteva una civiltà evoluta e potente che aveva stabilito una società e un ordine ormai dimenticati.
Dimenticata era anche la sua storia, di sicuro sapeva che di risvegliato c’era solo lui.. ma quei discorsi sentiti con Ryo le avevano fatto sorgere qualche dubbio in proposito; “ Che anche lui fosse  uno dei risvegliati?”
Se era così, sicuramente c’erano molti punti oscuri sulla questione. Forse era il caso di parlarne con keiichiro ma farlo preoccupare inutilmente le sembrava superfluo.
Doveva scoprirne più dettagli ma facendo domande avrebbe destato troppi sospetti e non intendeva minare la fiducia che lei e i suoi si erano finalmente conquistati.
Osservò arrivare Yuzen in compagnia di Zankuro, sembravano impegnati in una conversazione molto fitta su un argomento che sicuramente faceva infiammare i loro animi; sorseggiò il thè piacevolmente divertita; Yuzen era l’unica altra persona oltre a suo padre e keiichiro a conoscere la sua  vera identità, vederlo così impegnato in una discussione seria con una ragazza era davvero singolare.
Alla mente gli tornò la prima volta che l’aveva visto fare avance alle ragazze con i suoi modi da Gigolò, si vedeva  a primo sguardo che le prendeva in giro, con Zankuro invece era terribilmente serio lo si notava subito, pareva proprio che avessero stretto amicizia era davvero una buona cosa.
Guardò la tazza emettendo un lieve sospiro; decisamente non poteva rovinare tutto per la sua curiosità.
La posò con delicatezza sopra al piatto ormai vuoto, prese entrambi e si diresse in cucina; trovò Ichigo intenta a lavare i piatti, la salutò con cordialità ma lei non rispose.
<<  Qualcosa non va?  >>
<<  Eh? >>
<<  Ti ho chiesto se qualcosa non va Ichigo… >>
<<  No duca tutto a posto è solo che ultimamente ho dei momenti in cui sono assente. >>
<<  Mi sembravi più scossa che assente, se vuoi posiamo fare una seduta di ipnosi così magari ricordi qual è la causa di questi tuoi momenti.. >>
<<  No! Non voglio ricordare nulla! Non voglio!!  >>
Gettò il piatto che aveva in mano a  terra infrangendolo e fuggì via.
Yuzen e Zankuro accorsero subito, Yuki li guardò esterefatta.
<< Che è successo Duca?  >>
<< Non lo capisco. Ho visto Ichigo che lavava i piatti, l’ho salutata e vedendo che non rispondeva le ho chiesto se c’èra qualcosa che non andava, mi ha risposto che ha attimi di assenza e sapendo che in genere questi problemi sono causati da traumi infantili le ho proposto una seduta di ipnosi  ma si è messa ad urlare ed è scappata via correndo.
Sono rimasta di sasso, cosa avrò detto per offenderla? Avevo unicamente buone intenzioni…. >>
<<  Ichigo sta vivendo un momentaccio per colpa di Masaya, forse è solo quello che la sconvolge.  >>
<<  Lo pensi sul serio Zankuro? Se il Duca si  fosse fatto male io.. >>
<<  Cerca di startene calmo Yuzen  sei troppo impulsivo a volte. >>
<< Sei tu l’aggressiva ogni volta che avvio una discussione.  >>
<<  Forse le “discussioni”; le proponi male! >>
Si gettarono un occhiata in cagnesco distogliendo lo sguardo l’uno dall’altra.
<<  Calmatevi entrambi sto bene, non è successo niente, mi ha solo sorpreso; tutto qui. >>
Sorrise ad entrambi allontanandosi; sentì i passi seguirla di corsa e il braccio che la fermava
<<  Yuki sicura che…? >>
Si guardò attorno circospetto, deglutendo
<< Tranquillo Yuzen, non è successo niente. >>
<<  Per me sei come una sorella maggiore non dimenticarlo. Qualsiasi cosa avessi bisogno sono qui. Sei la mia famiglia e lo sei anche per gli altri anche se non sanno il tuo segreto, sebbene non abbiamo legami di sangue noi 4 siamo fratelli. Ricordatelo. >>
<<  Lo so Grazie. >>
Sorrise  staccandogli la mano dal braccio,  percorse il corridoio fino al bagno e vi si chiuse dentro.
Il ragazzo tornò indietro abbattuto, Zankuro era alla finestra e guardava l’esterno immobile come una statua; per un attimo si fermò  ammaliato da quella visione poi si riscosse; si sistemò gli occhiali e la superò senza dire nulla.
Ichigo corse fino all’uscita del parco e si inginocchiò a terra ansimante mettendosi le mani sulle orecchie.
<< Non voglio! Perché è successo tutto questo? Perché non poteva essere diverso adesso? >>
Le venne da singhiozzare e senza rendersene conto si trasformò in gatto.
Iniziò a vagare a testa china, arrivata alla zona giochi si fermò sospirando, saltò su uno scivolo per bambini  accucciandosi li.
“ A quanto pare la trasformazione è andata in tilt… Beh forse è meglio se rimango un gatto per sempre..”
Il pensiero le invase la  mente, chiuse gli occhi ma dovette riaprirli quasi subito; vide il suolo diventare sempre più distante, si voltò di scatto  ritrovandosi ad osservare un bel volto  dai profondi occhi azzurri e dai capelli biondi
<<  Tu cosa ci fai qui? Per di più trasformata in gatto? >>
Lo graffiò fermandosi a qualche passo di distanza,  lui la guardò emettendo un versaccio, lo guardò un momento e scappò.
Sentì i passi che la inseguivano prima rumorosi poi silenziosi; la versione felina di Ryo le balzò davanti bloccandole la strada.
<<  Si può sapere che ti prende?  >>
<<  Lasciami stare va via !>>
Lui l’afferrò dandole un profondo bacio, sentì il corpo infiammarsi e  tornò al suo aspetto umano seguita da Ryo;
<<  Allora? >>
Vedendo che rimaneva in silenzio sospirò afferrandola per un braccio e trascinandola fino al caffè.
Arrivati la fece sedere ordinandole di rimanere ferma poi si tolse la giacca con rabbia andando nell’altra stanza tornando pochi minuti dopo con una bibita e posandogliela in malo modo davanti alla faccia.
<<  Bevi e datti una calmata! >>
<< Io sono calma, tu sei agitato Ryo >>
<<  Ho le mie motivazioni! >>
Battè un pugno sul tavolo emettendo un versaccio
<<  Il tuo braccio… >>
<< Lascialo perdere questo, fino a che non imparo ad usarlo come si deve, ritorna sempre >>
<<  Ma è  nero Ryo sembra  quasi bruciato.. E poi cosa devi imparare ad usare?  >>
La guardò negli occhi con intensità, i suoi occhi parvero diventare verdi e più freddi..  Nel vederli Ichigo sussultò e per un attimo alla mente le venne la visione sfocata di una forma che diventava pietra…
Sbiancò iniziando a tremare si alzò tentando di fuggire ma Ryo l’abbracciò così stretto e con così trasporto che non riuscì più a muoversi.
Era caldo il suo corpo, confortante e profumava di nostalgico.. Un groppo le salì alla gola mentre la mente urlava No! Svenne accasciandosi.
Lui la prese in braccio con espressione triste alla sua mente era giunto quel no straziante la guardò a lungo poi la condusse in camera sua adagiandola sul letto e coprendola con una coperta.
Si fermò sulla porta ingoiando le lacrime che minacciavano di apparire, diede una leggera botta con la mano ad un angolo della porta; scese  di sotto  sentendo una gran amarezza, guardò gli altri intenti al lavoro e li raggiunse.
 

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