Revenge

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You'll do something! ***
Capitolo 2: *** the kidnapping ***
Capitolo 3: *** The bill paid ***



Capitolo 1
*** You'll do something! ***


revenge Salve a tutti: questa e' una sorta di spin-off della ff di Nimel17 "Storybrooke's beauty and the beast"  e della puntata dedicata a Belle, spero che vi piaccia ^^


"Non e' giusto!"  Emma balzo' in piedi sbattendo la tazza sul tavolo con tale violenza da allagarlo col the' rimasto e lasciando stupefatta Mary Margaret:  "Gold non e' certo la persona migliore di questo mondo ma di certo non meritava di essere trattato a quel modo" continuo' Emma fumante di collera,  "dobbiamo fare qualcosa!"  disse indossando il giubbotto,  "noi?!" fece Mary Margaret guardandola senza capire,  "si noi. prendi e vieni fuori"  rispose lanciandole il cappotto e uscendo.

 Lei si affretto' ad indossarlo e la segui' in strada:  Emma si dirigeva a grandi passi verso il negozio di mr Gold con una luce di pura determinazione che le brillava negli occhi.
  
Mary Margaret continuava a non capire le sue intenzioni ma non oso' tentare di fermarla,   d'un tratto Emma si fermo' e fece dietro front, "ma dove vai ora?"  le chiese,  "ci serve un'alleata" rispose senza fermarsi  "ma chi?? e perche'??"   "voglio parlare con mr Gold e convincerlo ad agire: forse in tre sara' piu' facile" disse Emma fermandosi davanti alla farmacia:  Michelle stava uscendo in quel momento: "ciao come va?" la salutarono entrambe "bene, per oggi ho finito: al banco rimane la zia"  rispose,  "se non hai niente da fare" disse Emma  "verresti con noi? Dobbiamo fare una cosa e se siamo in tre e' meglio" le spiego'  con l'adrenalina che le scorreva a fiumi  "di che si tratta?"  chiese Michelle incuriosita  "ora non c'e' tempo, spiegaglielo tu" riprese Emma accennando a Mary Margaret ed afferrandole entrambe trascinandole verso una gioielleria fingendo di guardare le vetrine.  Le amiche la guardavano interrogative, "potremmo essere sorvegliate"  bisbiglio' lei fingendo interesse verso vari negozi, infine prendendo una scorciatoia arrivarono davanti al negozio, istintivamente guardarono prima dentro e poi intorno per controllare che non ci fosse nessuno: "entriamo" disse Emma risoluta,  "ma sei sicura?" esitava Mary Margaret,  "ha ragione. se qui nessuno fa niente le cose non cambieranno mai" la sostenne Michelle con gli occhi lucidi dopo il racconto delle ragazze, per tutta risposta Emma spalanco' la porta del negozio con un calcio:  Gold era seduto al banco e leggeva un quotidiano  alzo' lo sguardo verso di loro: "ma che modi sceriffo, spero almeno che abbia i soldi per ripagarmela"  disse nel suo solito tono pacato:  "stia tranquillo, non e' rotta" rispose lei chiudendosela alle spalle dopo che Michelle e Mary Margaret furono entrate  "cosa posso fare per voi?"  chiese alzandosi  "so perche' ha rapito French e non mi riferisco al suo debito"  rispose Emma senza staccare gli occhi dai suoi ,  "e allora? mi arresta di nuovo?"  disse lui ironicamente.  L'indifferenza che mostrava anche in quella situazione fece andare fuori dai gangheri la giovane donna che fulminea  lo raggiunse ed afferratolo per la camicia prese a scuoterlo:  "LEI SI ERA AFFEZIONATO A QUELLA RAGAZZA,  PERCHE' NON VUOLE AMMETTERLO??  PERCHE' NON COMBATTE?? SE NON VUOLE FARLO PER SE' STESSO LO FACCIA ALMENO PER LEI!!! REAGISCA, VIGLIACCO!!!"  prese ad urlargli in faccia mentre lo strattonava lasciandolo esterrefatto ed incapace di ribattere,  "che faccio, le vado a prendere un calmante? se continua cosi lo manda al pronto soccorso"  bisbiglio' Michelle ad un'incredula Mary Margaret, che pero' aveva capito dove volesse andare a parare l'amica: "non vuole fargli del male, solo persuaderlo a fare qualcosa"  rispose senza smettere di osservarli ,  "ma e' impazzita?! mi lasci!" disse lui cercando di staccarsela di dosso, "le ho raccontato io questa storia: mi spiace di essere stata indiscreta ma ricordo di averla vista piangere, e nonostante lei non faccia niente per farsi voler bene non facevo i salti di gioia al vederla in quello stato" interloqui' Mary Margaret.  "Sa cosa penso? che il suo stipulare accordi altro non sia che una maschera per celare tutta la sofferenza e la solitudine che prova"  aggiunse Michelle facendosi avanti con cautela, Emma finalmente lo mollo' e fu allora che Gold prese ad urlare: "MA COSA VOLETE CHE VI DICA?? che le volevo bene? si, le ho voluto bene per quanto mi era possibile! ma ora non c'e' piu', ed io non posso farci niente. NIENTE!"  e scoppio' in lacrime lasciandole tutte e tre allibite. La giovane farmacista prese coraggio e gli si avvicino' ancora di piu', quando gli fu di fronte fece qualcosa che nessuno si sarebbe mai sognato di fare con Gold, ne' in quel negozio, ne' a Storybrooke.

L'abbraccio'.

Lo strinse a se' piangente con le lacrime che le inzuppavano la spalla.

Perche' un gesto affettuoso vale piu' di mille parole, anche se urlate in faccia a fin di bene.

Anche se lei era quella che meno di tutti lo conosceva ma forse proprio per quello si assunse quella responsabilita'.

Perche' aveva intuito subito che quello che tutti consideravano un mostro altro non era che un uomo con enormi sofferenze alle spalle incapace di combattere se non attraverso intrighi ed imbrogli.

"Coraggio, si sfoghi, ne ha bisogno: non puo' tenersi tutto dentro per sempre." disse con dolcezza sfiorandogli gentilmente le spalle con una carezza,   "perche' fate tutto questo? lo sappiamo tutti qui dentro che io sono degno di tutto tranne che d'affetto o d'amicizia"  disse scostandola da se',   "tempo fa qualcuno mi disse che due persone con un obiettivo in comune possono fare tanto ma che due persone con un nemico in comune possono fare molto di piu': e' ora di metterlo in pratica, Regina Mills ha provocato troppi danni in questa citta', ed e' ora che qualcuno le dia una lezione, per via legale o no"  intervenne energicamente Emma  "ha in mente qualcosa sceriffo?"  chiese Gold appoggiandosi al bastone  "ancora no, ma stia sicuro che appena mi verra' in mente qualcosa glielo faro' sapere"  rispose lei allacciandosi il giubbotto  "allora mi terro' pronto: e nel frattempo acqua in bocca dearie"  disse lui in tono ambiguo,  "stia tranquillo: non andremo a spiattellare ai quattro venti che anche lei ha un cuore"  disse Michelle in un tono tra il serio e l'ironico avviandosi verso la porta,  "buonanotte mr gold"  disse Mary Margaret  seguendo le amiche,  "buonanotte"  rispose lui avviandosi verso il retrobottega,  "sei davvero la degna figlia di tua madre cara Emma, e ci salverai,  salverai tutti noi ne sono sicuro" penso' sfiorando malinconicamente la tazza scheggiata sotto la teca.

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Capitolo 2
*** the kidnapping ***


the kidnapping Erano passate due settimane da quella strana notte nel negozio di mr.Gold  e ad Emma ancora non era venuta in mente alcuna idea per vendicarlo di Regina pur avendoci pensato e ripensato, niente da fare era proprio a corto d'idee, dopo quel giorno non aveva piu' affrontato l'argomento ne' con Michelle e Mary-Margaret ne' tantomeno con Gold ma coltivava il sospetto che anche se  si era assunta lei la responsabilita' dell'impresa ognuno degli altri tre rimuginasse mettendo insieme tante piccole idee che poi avrebbero valutato.

Chi aveva notato un quasi impercettibile cambiamento in quei giorni era stata Michelle, la quale trovandosi in farmacia Gold piu' spesso   (prima ci andava solo per riscuotere l'affitto) con la scusa di comprare antipiretici e pastiglie per la gola gli era sembrato piu' gentile del solito, una volta le aveva persino rivolto un mezzo sorriso e non di scherno: era il sorriso di chi aveva veramente piacere a trovarsi con qualcun altro, fortuna che in quel momento erano soli altrimenti avrebbero scatenato fiumi di chiacchere.

Fu durante una di queste visite che dopo avergli dato il resto la farmacista si accorse che le aveva lasciato in mano un biglietto, una volta tirata giu la saracinesca lo srotolo' e lesse "venite tutte e tre al negozio alle 21",  guardo' l'orologio:  le 12.30 ora della pausa pranzo  prese giubbotto e cappello e si affretto' ad uscire per raggiungere le amiche da Granny's  una volta arrivate scelsero un tavolo defilato e Michelle mostro' loro il biglietto "oh bene, si vede che ha in mente qualcosa: vi confesso che io ero a corto d'idee"  disse Mary-Margaret ,  "si anche io ma conoscendo Gold non sara' niente di buono: non fraintendetemi non sono pentita ma non vorrei causare danni anche peggiori"  aggiunse Emma  le altre le presero le mani " ormai siamo in ballo e balliamo: personalmente sono pronta a tutto pur di fargliela pagare a quella strega"  esclamo' Michelle. Lo sceriffo aveva ancora qualche titubanza ma si disse d'accordo, quella sera prese le dovute precauzioni raggiunsero il
 negozio,  quando entrarono Gold era in piedi dietro al banco  "buonasera immagino che abbiate ricevuto il mio biglietto"  "qual'e' il piano?"  chiese Michelle sedendosi  "qualcosa che faccia parecchio soffrire il sindaco suppongo" disse Mary-margaret  "beh si, pensavo ad un rapimento"  fece Gold con noncuranza.

L'affermazione  rimase sospesa in aria per qualche minuto ma Emma aveva capito subito dove volesse andare a parare, lo afferro' nuovamente per la giacca: "non osi far del male a mio figlio, carogna!"  "stia calma sceriffo! non ho mai detto di volergli far del male"  rispose lui bloccandole i polsi,  "va bene, pero' lo avvertiro' prima"  accetto'  Emma a malincuore


Se ne andarono e l'indomani  avvertirono il bambino che si presto' con entusiasmo alla messinscena: certo aveva sempre considerato Regina come sua madre ma capiva anche che per il bene di tutti avrebbe dovuto sacrificarsi altrimenti addio maledizione spezzata,  cosi' il giorno dopo mentre tornava a casa da scuola passando per una strada poco frequentata quando vide una Cadillac accostarsi al marciapiede.

"Salve Henry"  lo saluto' Gold aprendogli la portiera e facendogli cenno di salire.


Arrivarono a casa sua ed Henry si guardo' attorno con curiosita': era lussuosa quanto la sua anzi di piu',  Gold gl'indico' una porta che una volta aperta rivelo' una scala piuttosto ripida  "vai pure, io verro' tra poco"  gli disse.

Il piano di sotto non era affatto uno scantinato come ci si poteva aspettare:  era anzi come un appartamento dentro alla villa,  c'erano un letto una poltrona un divano ed un tappeto,  e anche un piccolo cucinino con tanto di tavolo e sedie, e dietro il bagno.


Henry si tolse di dosso cartella e giubbotto e decise di vedersi un po di tv per ingannare il tempo.


Regina nel frattempo era appena tornata a casa dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro:  da giorni era in trattativa con una grossa compagnia alberghiera per l'acquisto di un terreno edificabile alle porte della citta': avrebbe fatto costruire un grande centro ricreativo gratuito dove i ragazzi di Storybrooke avrebbero potuto trovarsi dopo la scuola, cosi facendo si sarebbe accattivata le simpatie di tutti e almeno i giovani non sarebbero stati a bighellonare in giro.

Si accorse che suo figlio non era in casa ma non se ne preoccupo': era appena  l'una,  probabilmente si era attardato con qualche amico,  cosi ne approfitto' per farsi un caffe': temeva che Gold venisse a sapere del terreno e gli saltasse in mente di farsi avanti anche se ormai mancavano solo tre giorni alla firma del contratto e se ancora non era successo niente significava che non ne era al corrente ed era molto improbabile che lo facesse ora.

Purtroppo per il sindaco, Gold sapeva gia tutto e su quello ci aveva costruito il piano:  avrebbe tenuto con se' Henry fino alla scadenza per la firma del contratto e poi l'avrebbe rimandato a casa, quando ne aveva informato le ragazze ebbe in cambio sguardi che definire di disapprovazione era un eufemismo ma capirono tutte che non faceva una piega.

"Mi sembra il minimo dopo quello che mi ha fatto" penso' scendendo al piano di sotto.

Erano passate ore e Henry ancora non si vedeva, Regina cominciava a sentirsi in ansia cosi' prese la macchina e fece un giro dell'isolato per poi andare fino alla scuola dove trovo' Mary-Margaret:  "Salve signorina Blanchard: ha visto Henry?"   "E' uscito da scuola come al solito, credevo fosse a casa da un pezzo ormai"  rispose lei facendo spallucce  "gia', beh grazie lo stesso"  la saluto' il sindaco affrettandosi verso la macchina e pensando di recarsi dallo sceriffo.

Mary-Margaret sorrise tra se': procedeva tutto alla perfezione.

Henry aveva  pranzato con degli hamburger e stava accingendosi a sfogliare il suo libro quando udi' il campanello suonare e Gold parlare con una voce femminile a lui sconosciuta o quasi,  poco dopo la porta si apri' ed entro' una ragazza in jeans chiari e maglione lilla con lunghi capelli biondi ed occhi azzurri:  "Ciao, tu sei Henry vero?  io sono Michelle" gli disse tendendogli la mano  "La farmacista"  disse lui ricordando improvvisamente dove l'aveva vista,  "e' un bel libro?"  gli chiese lei adocchiando il grosso volume che il bambino teneva in grembo: Emma le aveva raccontato per sommi capi quello che suo figlio credeva e cioe' che tutti gli abitanti di Storybrooke fossero in realta' personaggi delle favole vittime di una maledizione, ovviamente entrambe stentavano a crederci ma non si poteva dire che da quando Emma era arrivata non fossero successe un sacco di cose strane.

Emma stava riordinando la scrivania quando si trovo' davanti la faccia sconvolta del sindaco:  "Henry non e' tornato a casa oggi, e' stato qui da lei?"  le chiese  "cosa? no a dire il vero oggi non l'ho visto ma ha fatto bene a venire qui"  le rispose cercando di non dare a vedere la soddisfazione che provava, Gold poteva anche non essere uno stinco di santo ma Regina non aveva alcun diritto di portargli via la persona che amava, perche' a quel punto ne era certa che lei ci fosse invischiata fino al collo,  "venga, andiamo"  le disse guidandola verso la sua macchina.


"...Quindi Mary-Margaret, cioe' Biancaneve sarebbe tua nonna?"  stava chiedendo Michelle ad Henry,  "teoricamente si"  rispose il bambino che le aveva appena riassunto tutta la faccenda anche se non era proprio certo che gli credesse.

"E io chi sarei? a questo punto sono curiosa"  chiese la farmacista piuttosto divertita da quella conversazione surreale.


Henry ci penso' su un attimo sfogliando le pagine del libro, fino a soffermarsi su una fiaba letta qualche settimana prima:  "tu sei  la Bella Addormentata nel bosco"  disse con sicurezza.

Il sorriso che Michelle aveva ostentato fino a poco prima comincio' a svanire: per quanto quella storia fosse inverosimile non poteva credere che....


"Tu non hai tre zie? sono le fate che crescono la principessa, vedi?"  le disse indicandole la pagina.


"Sai, tutti mi hanno sempre chiamato Michelle, ma e' il mio secondo nome: anche tu ne hai uno?"  gli chiese.

Henry scosse la testa:  Regina gli aveva detto che si chiamava cosi per via di suo nonno ma non aveva mai accennato ad un secondo nome,  "quindi non ti chiami solo Michelle: qual'e' l'altro tuo nome?"  chiese con curiosita'.


"Aurora"  gli rispose la ragazza semplicemente.



Ormai il sindaco era sul punto di avere una crisi di nervi:  "ma dov'e'?? dove puo' essere andato?? puo' essergli successo qualunque cosa, e' cosi piccolo..."  disse abbandonandosi su una sedia di casa sua: Erano andate anche a casa di Emma e Mary-margaret e naturalmente Henry non c'era,  era stata lei a proporle di andarci tanto sapeva che prima o poi le sarebbe venuto il dubbio che gliel'avesse portato via o cose del genere,  e la sua espressione nel vedere che non era presente neanche li le procuro' una sorta di gioia maligna ma anche una  nota di rammarico: non era tipo a cui piaceva vedere soffrire gli altri ma era dell'idea che in certi casi valesse pienamente il detto  "occhio per occhio, dente per dente",   "lo troveremo stia tranquilla"  disse porgendole una tazzina di caffe'.



Nel luogo dov'erano seduti Michelle ed Henry vi era anche un pc e la ragazza stava stampando una finta lettera di ricatto che avrebbe infilato quella notte sotto la porta di casa del sindaco,  anche Gold era presente  "si, puo' andare"  commento' dopo averla letta e tornando di sopra,  voleva dormire un po' e riflettere sul da farsi.

"Dato che siamo in tema favole mi chiedo chi sia Gold"  ghigno' la farmacista.

"Ancora non lo so"  ammise Henry dispiaciuto.

Michelle comincio' a sfogliare il libro: non se ne intendeva molto di disegni, tuttavia le parve che certe illustrazioni si rassomigliassero anche se i personaggi erano totalmente diversi per ogni storia.

"Forse ho capito chi e': guarda"  gli disse mostrandogli quelle favole  "Rumpelstiltskin" mormoro' Henry

"Uno a cui piacciono accordi e potere: tutto torna ti pare?"  gli disse lei posando il volume sul letto.

"Ma sembra anche molto triste: voglio dire sembrano"  disse il bambino

"Se e' come dici tu deve averne passate di cotte e di crude: non mi meraviglia che oltre a quell'aria da Azzeccagarbugli dei poveri  sembri uno che si avvia costantemente al patibolo"  disse Michelle versando dell'acqua in due bicchieri.

"A me non piace fare del male: ma la mia mamma e' stata cattiva e deve essere punita...anche se il mezzo sono io"  disse Henry  con gli occhi bassi.

Michelle gli poso' una mano sulla spalla:  "mi dispiace...."  comincio'.

"E' tutto ok:  non e' giusto che due persone che si vogliono bene vengano separate, anche se una delle due e'..."  non sapeva come continuare.

"...poco simpatica"  concluse per lui la farmacista ed insieme scoppiarono a ridere.



Angolo autrice:  salve gente! lo so che ormai su questa storia son rotolate palle di fieno a non finire ma finalmente m'e' tornata l'ispirazione.  Vi prometto che presto arrivera' un nuovo capitolo :)




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Capitolo 3
*** The bill paid ***


The bill paid Dopo tre giorni  la notizia del rapimento del figlio del sindaco si era inevitabilmente sparsa per la citta': gli alunni di Mary-Margaret erano molto preoccupati riguardo la sorte di Henry e lei dal canto suo non sapeva cosa fare anche per non far nascere sospetti.

Anche Gold aveva ripreso il suo posto al negozio dietro consiglio di Emma che dal canto suo lavorava come una forsennata o almeno fingeva di essere occupatissima in ufficio dalla mattina alla sera ma appena poteva scappava a trascorrere un po' di tempo con Henry.

Il piccolo era rimasto a casa di Gold e tutto sommato non se la passava male: trascorreva il tempo leggendo, giocando ai videogame e guardando la tv, una sera addirittura Gold in persona si era unito a lui nel giocare alla Playstation e dalla pazienza che aveva verso di lui ad Henry venne da pensare che, nonostante tutti lo credessero un mostro senza cuore e che probabilmente fosse la Bestia della favola sarebbe potuto essere un ottimo padre.

Regina non dormiva da quando suo figlio era scomparso, passava le giornate a vagare tra il suo ufficio e la centrale di polizia dove Emma la rassicurava su quanto stesse lavorando a fondo per trovare il loro bambino e non sospettava minimamente che il suo rivale si fosse ormai aggiudicato l'appalto del centro ricreativo, era addirittura passata in farmacia a farsi dare da Michelle un calmante: la ragazza dovette reprimere a fatica l'impulso di consegnarle invece una scatola di lassativi e di catapultarsi a stappare dello champagne con Gold e le altre dopo averla vista pallida e tirata, non era crudele lei ma riteneva che questa fosse una di quelle volte in cui valesse il detto "occhio per occhio, dente per dente".

"Non riesco a smettere a quello che mi ha detto Henry"  disse ad Emma un pomeriggio che era passata a trovarla in farmacia  "ti riferisci a quella faccenda delle favole? E' solo un bambino, e' normale che non capendo del tutto la cattiveria degli esseri umani cerchi una spiegazione in qualche modo piu' semplice" le rispose sorseggiando un caffe'.

Erano nel retro della farmacia, dove Michelle solitamente faceva creme e preparazioni varie,  "Non lo so: mi sembra tutto talmente assurdo" disse misurando la stanza a larghi passi  "Ipotizzando che le cose stiano davvero come dice lui tutto avrebbe un senso non ti pare? Per esempio perche' Regina e Gold si odiano cosi tanto"   "Credimi, non servono spiegazioni sopprannaturali per questo: semplicemente lei e' una sociopatica e lui il suo rivale nonche' la sua vittima"  commento' Emma  "appena gli ha trovato un punto debole ecco che ne ha approfittato per colpirlo"   "Puo' darsi ma ci ho pensato, e' da quando sei arrivata tu che succedono le stranezze piu' disparate, ok una o due coincidenze, ma qui stiamo sfiorando il migliaio direi" riprese la farmacista,  "a dirla tutta non mi stupirebbe che Regina...no, niente non ha importanza".

Gold quel pomeriggio aveva intravisto due o tre volte il sindaco passare davanti al suo negozio come un'anima in pena ed ogni volta esultava dentro di se': ora finalmente avrebbe capito che significa quando ti tolgono la persona che piu' ami al mondo e tu non puoi farci niente.

Aveva deciso che per Henry fosse l'ora di tornare a casa.


"Domani pomeriggio ti portero' in campagna e da li' dovrai raggiungere la citta' a piedi mentre io passero' per una scorciatoia, te la senti?"  stava dicendo Emma a suo figlio mentre erano tutti riuniti a casa di Gold,  "ma certo" rispose il bambino.

Il giorno dopo Michelle, Mary-Margaret e Gold erano tornati ognuno alle proprie faccende mentre Emma lasciava Henry su una stradina di campagna e andava verso la citta' passando per una via secondaria. 

Erano quasi le 18 quando il bambino arrivo' alla centrale sporco e spettinato: erano presenti sia Emma che Regina le quali l'abbracciarono in lacrime con molto trasporto: racconto' di essere stato rinchiuso in una specie di cantina per tutti quei giorni e che i suoi rapitori erano tre uomini che gli dissero, l'avevano seguito per giorni per poi attendere il momento piu' opportuno per rapirlo una volta scoperto che era il figlio del sindaco.

"Dimmi amore, li hai visti in faccia?" chiese Regina accarezzandogli la testa.

"No purtroppo: avevano sempre il viso coperto" rispose Henry.

"Mi spiace: ma ho pochi elementi su cui lavorare, sara' dura trovarli"  disse Emma con falso rammarico.

"Non fa niente: lei ha fatto tanto per me sceriffo, l'importante e' che Henry sia qui ora. Vieni andiamo a casa"  disse il sindaco congedandosi.


Due mesi dopo gli eventi precipitarono: Regina sentendosi in pericolo cucino' un tortino di mele avvelenate per Emma affinche' lo mangiasse prima di andarsene da Storybrooke ma per sua sfortuna il piano non funziono': Henry, accortosi del pericolo diede un morso al dolce cadendo svenuto e dopo averlo portato in ospedale le confesso' che era tutto vero: la maledizione, il fatto che lei fosse la salvatrice, tutto.  Purtroppo le funzioni vitali del bambino calarono in fretta ed Emma bacio' piangente la fronte del figlio morto.

La maledizione si spezzo' e i ricordi travolsero tutti come un'ondata.

Nel frattempo Jefferson si era recato nei sotterranei che ospitavano l'istituto d'igiene mentale  e aveva liberato una ragazza tenuta rinchiusa dicendole di andare da Gold perche' l'avrebbe protetta.

Michelle stava chiudendo la farmacia quando accadde: fece appena in tempo a fare due passi che i ricordi affluirono in lei:

"Io sono Aurora: una principessa, e non una farmacista"

"Le mie zie sono in realta' le fate che mi hanno portata lontano per proteggermi"

Sconvolta da tanta felicita' comincio' a correre verso casa, ma rallento' non appena scorse una figura familiare: era Gold che camminava accanto ad una bella ragazza dall'aria spaurita.

"Allora avevo ragione! Era ancora viva e quella strega del sindaco deve averla tenuta nascosta da qualche parte! Guarda come sono belli insieme poverini, quanto devono aver sofferto..."  penso' mentre li guardava.

D'un tratto il suo sguardo e quello di Gold s'incrociarono e lui le fece segno d'avvicinarsi:

"Ciao Michelle" la saluto'  "Salve" rispose lei timidamente

"Belle, ti presento Michelle: e' una cara amica e mi ha aiutato molto"  disse con calore

"piacere, e grazie mille per l'aiuto che hai dato a Rumpelstiltskin" sorrise lei  

"E' bello conoscerti e non c'e' di che" si schermi' lei  "Io sono Aurora ma potete anche chiamarmi Michelle, non c'e' problema,  scusate ora devo andare e...auguri"  aggiunse allontanandosi.

Oh quanto odiava Regina Mills!!!

Tornando a casa la vide sull'altro lato della strada e il sangue le ando' alla testa senza che quasi se ne rendesse conto,  come in preda ad un raptus la raggiunse e la butto' a terra con uno spintone:  "Strega!!"  le sputo' in faccia con un odio mai provato prima  "Che cosa hai fatto a quei due poveretti??! Che cosa hai fatto a tutti noi???" urlava prendendola prima a calci e poi afferrandola per il colletto della camicia e sbattendola contro il muro di un palazzo mentre continuava a prenderla a schiaffi e pugni.  L'altra inorridita e stupefatta da tanta furia non riusciva nemmeno a ricorrere alla magia tanto era sorpresa da come quella ragazza all'apparenza dolce e remissiva fosse capace di una tale violenza.

Michelle ribolliva cosi tanto d'odio che non riusciva a fermarsi "Troia! Puttana!!! Ora t'insegno io cos'e' la vera sofferenza e spero che te ne ricorderai per un bel pezzo"  urlo' scaraventandola a terra coperta di lividi e col sangue che le usciva dal naso.

Finalmente si fermo': aveva avuto quel che si meritava,  la mollo' li' e corse verso casa.

Non vedeva l'ora di riabbracciare le zie.



angolo autrice: e finalmente e' finita!  chiedo ancora scusa per la lunga attesa e spero che il finale non sia troppo banale, ma a pensarci bene era l'unico possibile ^^

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