She saved me

di Nayuki911
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** This is a Goodbye, Ichigo ***
Capitolo 2: *** Thoughts of a confused mind ***
Capitolo 3: *** When all we want is to feel enough ***
Capitolo 4: *** Dreaming ***
Capitolo 5: *** The power of feelings ***
Capitolo 6: *** Hold on ***
Capitolo 7: *** A glimmer of light ***
Capitolo 8: *** Open your eyes ***
Capitolo 9: *** Decision ***
Capitolo 10: *** Even if you won't able to see me, I'll still be able to see you. ***



Capitolo 1
*** This is a Goodbye, Ichigo ***


01. This is a Goodbye, Ichigo

Erano passati pochi mesi da quando aveva del tutto perso i poteri.

Ogni giorno era vuoto per lui, aveva perso la cosa che più lo faceva sentire utile.

Da quel giorno, dalla morte di Masaki, si era sempre sentito un peso. Sua madre aveva sacrificato la sua vita per salvarlo, e lui non aveva potuto fare niente.
Ma le cose, come spesso si sa, cambiano e dal momento in cui Kuchiki Rukia, gli aveva trasferito i poteri da shinigami, la sua vita era cambiata. Anzi il suo mondo.
Perché in qualche modo era stata lei a farlo. Aveva cambiato il suo modo di vedere le cose, aveva cambiato il suo stato d'animo.
Ichigo adesso aveva dei poteri e poteva finalmente proteggere tutte le persone che amava, non sarebbe mai più stato un peso, non avrebbe mai più permesso che qualcuno perdesse la vita per lui, mai più.

Adesso tutto era finito. Ogni mattina si svegliava, osservava la città dalla finestra e non percepiva nulla: nessun reiatsu o presenza di Hollow, nessun potere spirituale... niente di niente. Persino il buongiorno esaltato di suo padre, non gli causava più alcun tipo di reazione.
Ogni giorno, tornato da scuola, andava dritto in camera, e si stendeva sul letto con gli occhi socchiusi, occhi di una persona che si sentiva impotente.

Ma, dall'altra parte del "mondo", nel frattempo, una situazione alquanto diversa.
Una ragazza con i capelli corti, corvini, faceva avanti e indietro, si siedeva su una roccia, poi si alzava, si risiedeva e agitava i piedi. Afferrava la katana e iniziava a muoverla rapidamente come per squarciare l'aria, alternando dei momenti in cui si fermava e osservava il vuoto.
Quello che agli occhi di chiunque sarebbe sembrato un semplice allenamento, in realtà era un tentativo disperato di camuffare la sofferenza.
«Ichigo... non ho potuto fare niente...»


Due situazioni diverse, forse.. ma senza saperlo si sentivano allo stesso modo.
Ed erano connessi, come sempre.



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Capitolo 2
*** Thoughts of a confused mind ***


02. Thoughts of a confused mind

«Buongiorno, Kurosaki-kun!!!» Inoue si sbracciava come suo solito, vicino al cancello d'ingresso della scuola. I capelli lunghissimi scintillavano
sotto il sole cocente e i ciuffi più corti ricadevano dolcemente sopra le spalle.
«Oh, ciao Inoue.» Gli occhi di Ichigo lasciavano trasparire tanta malinconia, e lei lo sapeva bene.
Sorrideva, certo, ma era triste. Quella stessa espressione che aveva sempre il giorno prima dell'anniversario della morte di sua madre... Come scordarlo. La tipica espressione che aveva quando cercava di combattere l'Hollow interiore dentro di lui.
Inoue, Ishida e Chad erano visibilmente preoccupati per lui, ma sapevano che accennargli qualcosa l'avrebbe fatto andare su tutte le furie, quindi cercavano semplicemente di evitare il discorso.
«Kurosaki-kun, se volessi parlare.. noi...»
«Sì, lo so Inoue, grazie, ma sto bene.. davvero.»
Si diresse in classe e iniziò un'altra lunga e noiosa giornata, lasciando la ragazza a tormentarsi, invano.
Perché qualunque cosa fosse successa, nessuno avrebbe potuto realmente aiutarlo.

All'uscita, Ishida si diresse da Chad e Inoue, notando l'assenza di Ichigo.
«Che cavolo. Dovrebbe rialzarsi, e smettere di fare quella faccia.» azzardò Ishida.
Chad annuì e Inoue sorrise. Era bello vedere che alla fine i due si fossero molto legati.
«Ishida-kun, so che anche tu sei preoccupato per Kurosaki-kun, ma.. d'altronde, noi non possiamo fare nulla..»
Ishida tacque. Sapeva bene quello a cui si riferiva.. o meglio a chi si riferiva.
«Se Kuchiki-san fosse qui.. Kurosaki-kun starebbe subito meglio... del resto è sempre stato così no?»
«Inoue-san...»
«Lei riesce sempre a spronarlo, a dargli una carica che lo risolleva anche nei momenti più cupi. Sono certa che basterebbe la sua presenza per alleviargli il dolore.»
«In ogni caso, non riuscirebbe a vederla.» Se  ne uscì Chad dopo qualche secondo.
L'avevano dimenticato. Ichigo non riusciva più a vedere gli spiriti dopo aver perso i poteri, quindi anche se per qualche ragione Rukia fosse tornata a Karakura, lui non avrebbe minimamente percepito la sua presenza.
«Tutto ciò che possiamo fare è farlo distrarre, in modo che stia da solo il meno possibile. A proposito, dov'è adesso?» Ishida si guardò intorno, ma Ichigo non era più nei paraggi, evidentemente era tornato a casa.
«Kurosaki... idiota.»


«I-CHI-GOOOOOOOOOOOOOOO!» Isshin aveva accolto il figlio in modo caloroso, con un calcio negli stinchi, suscitando i lamenti di Karin.
«AH, DANNAZIONE. Ma che ti prende!?? Accogliere un figlio così... io me ne vado in camera, con permesso.» Ichigo si gettò a terra, schivò un altro calcio e per evitare di essere colto di spalle, gli tirò un pugno sull'addome, scaraventandolo sulla porta d'ingresso.
«Onii-chan! La cena è pronta guarda..!»
«Non ho fame Yuzu, scusa. Vado in camera.»
Yuzu fece una faccia triste, posò la ciotola di riso che aveva in mano e abbassò lo sguardo, tornando a tavola.
«Non capisco cos'abbia.. Onii-chan...»
«Lascialo stare Yuzu, lo sai com'è fatto. Avrà problemi a scuola.» sussurrò Karin, che però sapeva perfettamente cosa gli passasse per la testa.
«Non preoccuparti Yuzuuuuuuu, ci pensa paparino a tirarti su di morale!» Isshin era riemerso dal calcio di Ichigo, e ora sprizzava gioia da tutti i pori.
«Non provarci, pervertito!» Karin gli sferrò un pugno che lo mise definitivamente K.O.


Continuerà così la mia vita? Davvero non riuscirò più a proteggere nessuno?
I pensieri si affollavano nella sua mente uno sopra l'altro, alla velocità della luce.
Si alzò dal letto e aprì l'armadio per prendere delle coperte e lì fece un sussulto. Trovò un coniglietto disegnato nell'anta interna, fatto probabilmente con un gessetto bianco.
Sotto vi era una scritta "Propyonpriepyontàpyon dipyon Rupyonkiapyon"
«Cos- Dannata.. mi ha sporcato l'armadio...» era abituato ai messaggi di Rukia, quindi decifrarlo risultò più facile del previsto. Tolse "pyon" da tutta la frase, e quello che uscì fuori fu "Proprietà di Rukia"
«Tsk, ma tu guarda... proprietà di Rukia. L'armadio è il mio, accidenti. » ma non era davvero arrabbiato.
L'armadio faceva uno strano odore, non brutto ma... diverso. Sapeva ancora di lei. Anche se non era più in grado di sentire il reiatsu, Ichigo percepiva la sua presenza.. in qualche modo.
Sorrise, guardando il coniglietto. Era disegnato davvero in modo irregolare, imperfetto, impreciso e tutto sbilenco.. ma lo aveva disegnato lei, e ciò bastava a riaffiorare i suoi ricordi.
«Sempre la solita...» si gettò sul letto e chiuse gli occhi.


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Capitolo 3
*** When all we want is to feel enough ***


03. When all we want is to feel enough

«Ehi, Renji…»
«Mmh? Che c’è, Rukia?»
«Stavo pensando.. credi che Ichigo si riprenderà presto?»
Il ragazzo ripose la katana e le si avvicinò, sedendosi nel prato accanto a lei.
«Tsk, che domande. Certo. È di Ichigo che stiamo parlando, non di uno qualsiasi. È forte, e presto condurrà una vita normale, quella che qualunque ragazzo della sua età vorrebbe avere.» Strinse i pugni. Non che non ci credesse, ma sapeva che almeno all’inizio non sarebbe stato semplice per lui. «E smettila di fare quella faccia, se la caverà. Ci sarà la scuola a tenerlo occupato.» sorrise.
Non riusciva proprio ad immaginarsi un Ichigo studioso.
«Sì, credo tu abbia ragione. Solo che.. vorrei poter fare qualcosa, ecco. Vorrei essergli utile» si morse il labbro e sospirò, rassegnata.
«Cretina. Tu gli sei stata d’aiuto, più di quel che credi.»
«Ma non è stato abbastanza, Renji!»
«Non capisco perché tu te la prenda con te stessa. È grazie a te se per tutto questo tempo è riuscito a salvare le persone che gli stanno a cuore. Tu gli hai dato i poteri, rischiando anche la vita.. e certo, ora non li ha più, ma non è mica colpa tua.»
«Io.. sì d’accordo, come dici tu. Diamo tempo al tempo. Dai, alleniamoci un po’ con il Kidou.» disse Rukia, non pienamente convinta.
«Ah! La maestrina, agli ordini, futuro Vice-Capitano!»
«E smettila.. n-non ho intenzione di essere Vice-Capitano! Sarebbe una carica troppo importante, non credo di… e poi Nii-sama- Ehi!»
Renji le aveva lanciato un ramo per farla tacere, e mimò il gesto del “bla bla”, irritandola parecchio.
«Hadou no 33: Sokats- »
«Ehi, ehi, stavo scherzando!» Renji si buttò di lato per evitare il colpo, che però Rukia non lanciò.
«Io no! Torna qui, dove pensi di andare!?»

 

«Cosa? Coff coff.. coff accid- coff coff.. Ah, la mia tosse! Coff coff..»
«U-Ukitake Taichou, si sente bene!?»
«Sìsì, sto bene Kuchiki… tu, piuttosto.. puoi ripetere? »
«Oh, sì.. ecco.. io.. Chiedo il permesso di recarmi a Karakura, Ukitake Taicho!» Rukia era inginocchiata, a circa un metro buono dal suo Capitano, un po’ sofferente a causa della sua salute cagionevole.
«Capisco. C’entra per caso Kurosaki Ichigo, vero?»
Rukia, sempre a testa bassa, deglutì.
«Beh.. sì e no. Desideravo incontrare Urahara.»
«Urahara Kis- e perché mai?»
Rukia strinse i pugni, e tentennò un attimo.
«Ecco, io vol-»
«Ah, non importa. A pensarci bene, non importa. Ah, scusa, ahah, ti sto facendo l’interrogatorio! È stato un po’ inaspettato, ma dovevo immaginare una richiesta simile, da un momento all’altro. Bene, hai il mio permesso!»
Rukia alzò il viso, quasi commossa. Non poteva desiderare un capitano migliore.
«Grazie, grazie mille, Ukitake Taichou!» e neanche il tempo di ricevere la risposta che si alzò di scatto e corse via dalla casata del suo capitano, correndo via verso il Senkaimon principale.
«Vuoi che avverta io tuo fratello!??» le urlò dietro, ma Rukia era già scappata via, e probabilmente sapeva già la sua risposta. Avrebbe detto qualcosa del tipo “Nii-sama non vorrebbe essere disturbato per sciocchezze simili”, proprio come la prima volta che mise piede nel quartiere di Karakura. Sorrise e guardò il punto in cui prima siedeva la shinigami. «Attenta, Kuchiki. Lui non si accorgerà di te.. potresti restare male. Ahhh, ma in fondo, i giovani son giovani!» Tornò sotto le coperte del suo futon e si rimise a dormire.



Rukia aprì il Senkaimon e osservò la farfalla infernale che l’avrebbe guidata al suo interno.
 Si voltò una sola volta, un po’ rammaricata di non aver detto nulla a Renji, ma era una cosa che doveva fare lei, da sola.

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Ringrazio coloro che mi stanno seguendo, specialmente la mia cara Nexys ** Spero di non deludervi <3 Domani come sapete è Pasqua, quindi credo che tornerò a pubblicare lunedì o martedì <3
Buone feste <3

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Capitolo 4
*** Dreaming ***


04. Dreaming

Una figura dai capelli corvini era di spalle, davanti a lui. Non si voltava, restava immobile e silenziosa.
Il ragazzo le si avvicinò, e la chiamò. Niente.
La figura misteriosa era vestita di bianco e da quel che poteva percepire da dietro, aveva le braccia incrociate.
«Rukia? Rukia.. sei tu!?» ma la ragazza non rispose. Si limitò a voltarsi e si diresse verso di lui.
«Rukia.. come.. ehi, ma mi senti?» la fanciulla oltrepassò il suo corpo, come fosse quello di un fantasma.
«Ma che diavolo..? Rukia!»
«Non può sentirti, né vederti. Lei ha perso i poteri.. » una voce profonda tuonò all’improvviso, ma non c’era nessun altro, eccetto loro due.
«Cosa? Chi parla? E che significa che ha.. Ehi!» non appena vide che si allontanava, Il ragazzo allungò di getto la mano, in modo da prenderla per la veste, e magari trattenerla… ma tutto ciò che afferrò fu il vuoto.
 «Rukia!»


Ichigo si svegliò di colpo. Gli occhi spalancati e la mano ancora tesa in avanti, con sua grande sorpresa. Si mise a sedere e notò che era tutto sudato e con i brividi di freddo, quindi si recò in bagno per sciacquarsi il viso.
Quando tornò in camera, si accorse che la finestra era spalancata, ma la cosa lo lasciò indifferente.
Quell’idiota di Kon.. Domani lo aspetta una bella ramanzina! Sarà andato in giro, come suo solito.. bah, purché non usi il mio corpo, può fare quel che vuole.
Quando si sdraiò, tentò di ricordare il sogno. Ma più ci pensava, e più i ricordi si facevano meno lucidi.. così decise di tornare a dormire.




«Kon, eccoti qui! Brutto bastardo!» Ichigo lanciò il piccolo pupazzetto contro l’armadio.
«Ehi! Che ti prende Ichigo?? È forse modo di trattare il tuo migliore amico? E non è il caso di fare baccano a quest’ora del mattino!» Kon era perplesso e ora si massaggiava l’orecchio dolorante.
«Migliore amico un corno! Almeno quando esci la sera, degnati di chiudere la finestra! Ieri notte stavo per morire congelato!» Tuonò Ichigo, mentre si vestiva, con la voce che incalzava un tono sempre più alto.
«Eh!? Ma che dici!? Ieri.. sì ok, sono andato ad ammirare qualche bella pollastrella per la città, ma.. non ho  lasciato la finestra aperta!»
«Come se ti credessi! Al diavolo… stai attento la prossima volta! Se morirò di ipotermia, ti tormenterò da fantasma!» se ne andò sbattendo la porta, e lasciò Kon da solo.
«Ma che gli prende..?»

«OHAYOOOOOOOOOOO, ICHIGOOO!»
«Taci, accidenti!» con un calcio, Ichigo scaraventò suo padre dalle scale e scese in cucina. Vi trovò Yuzu che come suo solito preparava la colazione, e Karin intenta a guardare un programma alla tv.
«Come mai sveglio così presto Onii-chan?» Yuzu lo accolse con un sorriso smagliante, e gli porse una ciotola di riso.
«Presto? Che intendi dire?»
«Oggi è Domenica. Non dirmi che ti sei preparato per andare a scuola.» commentò Karin dal divano. «Ma a quanto pare sì..» aggiunse, dando un’occhiata e notando che il fratello indossava la divisa.
Merda… «Sono solo un po’ assonnato.. oggi non ho dormito bene.» tagliò corto. Prese il riso e cominciò a ingurgitarlo, tanto che nell’arco di due minuti aveva già finito.
«Grazie per la colazione. Beh, mentre che ci sono, uscirò a fare quattro passi. A dopo!» si chiuse la porta alle spalle, ignorando i tentativi vari del padre di trattenerlo per una “riunione di famiglia”.
Camminò a lungo, fino a quando si fermò in riva al fiume.
Guardò il punto in cui sua madre aveva perso la vita.. strinse i pugni e si rannicchiò con la testa serrata alle ginocchia.
Ad un tratto si voltò.
«C’è qualcuno? Ohi, c’è qualcuno? OHIII»
Ma nessuno rispose.
Avrei giurato…
«Ehi, Kurosaki. Che hai da strillare?» Ishida se ne stava lì, ad alcuni metri di distanza. La mano sinistra aggiustava gli occhiali, mentre la destra reggeva una busta di plastica con su scritto “Ago e filo”.
«Ancora il club del cucito, eh? Comunque.. che ci fai da queste parti? Eri tu poco fa a spiarmi?» Ichigo si sedette composto, un po’ più rilassato.
Ishida fece un gesto eloquente «Non è evidente cosa io stia facendo nei dintorni?»  e fece un cenno che indicava la busta. Poi proseguì «E comunque non ti stavo spiando. Sono appena passato di qui, ti ho sentito strillare da lì sotto.»
«Capisco. Mi sentivo osservato, ma sarà stata la mia immaginazione. Beh, buon ricamo!»
«Scherza poco. Era da me che venivi per aggiustare il tuo prezioso peluche.»
«Già. Beh, sì.. giusto.»
«Kurosaki.. c’è una cosa che vorrei chiederti da un po’.»
Ichigo si preparò al peggio «Che c’è, Ishida?»
«Beh, non vorrei essere invadente ma…»
«Fa’ pure.»
«Che diamine ci fai con la divisa scolastica?»

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Non è niente di speciale questo capitolo.. ma.. chi lo sa, magari qualcuno dalla mente geniale potrebbe cogliere qualcosa! :P
Spero che tutti voi abbiate passato delle splendide vacanze di pasqua! ** Io ho un uovo kinder che mi aspetta <3 A presto <3

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Capitolo 5
*** The power of feelings ***


05. The power of feelings

«Oh, avanti, prego!» Urahara si aggiustò il cappello e si diresse all’ingresso del negozio.  «Scusi la confusione, ma.. è arrivata un sacco di merce nuova! Ururu, Jinta! Datemi una mano! Coraggio! Allora, prego, cosa desid.. Oh. Oh cielo, questa sì che è una sorpresa.
Bentornata, Kuchiki-san.»

«Urahara. Come stai?» chiese Rukia educatamente.
«Si va avanti. E tu? Tutto bene? Sei venuta per acquistare un gigai?» chiese, scrutando la ragazza dalla testa ai piedi, notando che era in veste da Shinigami.
«No, grazie.. non ne ho bisogno» rispose in fretta.
«Beh, devo dirti che la tua visita è piuttosto inaspettata. Immaginavo che saresti venuta qui per vedere Kurosaki-san, a dire il vero. Ma non dopo così pochi mesi.. allora, lo andrai a trovare?»
Rukia si morse il labbro, pensierosa. «Io.. non posso trattenermi molto, ho un sacco di incarichi nella Soul Society. Ho dovuto chiedere un permesso speciale al Capitano Ukitake.. quindi devo fare il necessario. Sono solo passata di qui per parlare con te.»
«Oh, con me, eh? Bene, allora dimmi pure ciò che ti serve, Kuchiki-san. Sono ai tuoi ordini.»


«Ne sei sicuro?»
«Certamente.»
«E funzionerebbe se riuscissi a farcela?»
«Certo, ma potrebbero volerci mesi, Kuchiki-san.»
«Mi sta bene. Non importa quanto ci vorrà, se si deve fare, le tenteremo tutte. Adesso vado, grazie Urahara. A presto.» Rukia lasciò il negozio e la sua figura si fece sempre più piccola fino a dissolversi completamente.
«Oh cielo, sono davvero simili …  Sei lì, Isshin?»
«Sì.» Isshin uscì dal retro, scostando uno scatolone dai piedi, e raggiunse Urahara, all’ingresso.
«Curioso, che entrambi siate venuti a chiedermi la stessa cosa.» commentò, sistemandosi il cappello e sedendosi a terra.
Isshin fece lo stesso e si sedette accanto a lui «Anche Rukia-chan si preoccupa.. d’altronde, loro due sono molto legati.»
«Mi sembra di aver rivissuto la scena di qualche tempo fa. Kurosaki-san non si curava del percorso che avrebbe dovuto affrontare per salvarla, ma solo dello scopo a cui lo avrebbe portato.»
Il sole picchiettava forte, tanto che Isshin dovette coprirsi gli occhi con il palmo della mano.
«Quel giorno, Ichigo non ha solo perso i poteri, ha perso anche una parte importante di lui.»
«È proprio vero che il potere dei sentimenti è più forte dell’acciaio. Dico bene, Isshin?»
«Già.»


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Capitolo molto breve, ma spero sia stato "intenso"!
Ringrazio ancora Nexys del sostegno <3

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Capitolo 6
*** Hold on ***


06. Hold on

Ishida, Chad e Inoue si erano alzati di scatto dalle rispettive sedie, usando ognuno le scuse più ridicole del mondo.
“Scusi professoressa, mi scappa!” “Vado a controllare se c’è carta igienica a sufficienza!” “Oh, io vado a comprare una bibita, per reidratarlo una volta fatta!”
Ichigo fece una faccia perplessa, ancor di più quando la professoressa li assecondò strillandogli «D’accordo, ma sbrigatevi!»
E così.. deve esserci un Hollow, eh?
Diede un’occhiata alla finestra. Strano come a volte il silenzio fosse più assordante di mille grida.
Voleva andare dai suoi amici e aiutarli, ma.. cosa poteva fare? Nulla. Sarebbe stato solo d’intralcio.
Quindi sospirò e tornò sui libri, anche se dalla spiegazione stava ascoltando ben poco.


«Ehi, Chad!» Ichigo sventolò la mano e corse per raggiungere l’amico.
«Ichigo.»
«C’era un Hollow, oggi?»
«Mh, sì. Ma non è stato difficile, anzi. Abbiamo lasciato la maggior parte del lavoro ad Inoue.»
«Inoue? Davvero?»
«Dubiti delle mie capacità? Guarda che sono diventata supermegaforte!» disse una voce alle loro spalle.
«Oh, ciao Inoue.. Beh, no, ero solo un po’ sorpreso, non sapevo ti fossi cimentata nel combattimento.»
«Tranquillo, Kurosaki-kun, scherzavo! In effetti io sono sempre stata piuttosto scarsa, quindi ho deciso che mi sarei allenata di più, in modo da non dover lasciare tutto il lavoro a Ishida-Kun e Sado-Kun!»
Ichigo sorrise. «Sono certo che migliorerai sempre di più. Ora so che posso lasciare gli Hollow in mani sicure!» disse con un tono allegro, ma che celava la pesantezza di non potersi più attribuire quella responsabilità.
«Kurosaki…. Kun…»
Vennero raggiunti anche da Ishida e fecero strada insieme, poiché avevano deciso di accompagnare Ichigo a casa.
«Mi accompagnate perché avete paura che venga attaccato da qualche Hollow?» chiese Ichigo, all’improvviso.
Ishida si aggiustò gli occhiali e rispose «Ormai non hai più nessun tipo di reiatsu, gli Hollow non sono attratti da te» disse schiettamente.
«Non infierire.. so perfettamente di non avere nessun tipo di reiatsu»
Ishida si bloccò. Non fece caso a quel che aveva detto, quindi si sistemò rapidamente gli occhiali e tentò di rimediare .
«Insomma, non pensare sempre ci siano dei motivi nascosti. Deve per forza esserci una ragione se ti accompagniamo a casa? Siamo amici, no?»
Era proprio vero. Nonostante lo negasse, era evidente che si fosse affezionato ad Ichigo.
Notando che gli altri lo guardavano ridendo, si voltò di scatto e girato di spalle disse «Sarà meglio andare, dobbiamo fare i compiti. Studia, mi raccomando, Kurosaki.»
Ichigo sorrise «Già. Beh, grazie allora.. ci vediamo domani a scuola!»
Gli altri aspettarono che varcasse la porta, e non appena si chiuse davanti a loro, Inoue rise di gusto.
«Non c’è bisogno di essere così imbarazzato, Ishida-Kun! Mi piace questo lato di te.»
Ishida arrossì furiosamente, ma si riprese dopo pochi secondi.

«Avete notato, vero?» Ishida interruppe il silenzio.
«Mh. Ora che me lo fai notare..»
«Il reiatsu…»
«È..»
«Sì.»
 
 
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Altro capitolo breve, forse un po' inutile.. ma volevo si iniziasse a............... no, non svelo niente u.u
domani ne pubblicherò un altro, promesso <3

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Capitolo 7
*** A glimmer of light ***


07. A glimmer of light

«Dove ti eri cacciata? Accidenti, ho mobilitato la Soul Society per cercarti!» Renji era proprio davanti al Senkaimon e accolse Rukia con l’aria di uno che non era proprio la calma in persona.
«Ti sarebbe bastato chiedere al Capitano Ukitake, lui conosceva la mia missione. È a lui che ho chiesto il permesso, d’altronde.» rispose Rukia, facendo finta di nulla.
«Beh, comunque.. dove sei stata?»
«Io..»
«Rukia.» Kuchiki Byakuya piombò alle spalle di entrambi.
«Nii-sama!» Rukia si inchinò, e così fece Renji.
«Il capitano Ukitake mi ha informato della tua “missione”. Avevi qualcosa da sbrigare da Urahara Kisuke.» proferì con quell’aria fredda e distaccata, come suo solito.
Renjì si voltò talmente di scatto verso Rukia, che dovette massaggiarsi il collo. «Sei stata a Karakura? Che sei andata a fare da Urahara?» bisbigliò, affinché solo l'amica potesse sentirlo.
«Poi ti spiego» sussurrò lei di rimando.
«Vieni, Rukia. Ho bisogno di parlarti. Renji.»
«Kuchiki Taichou» Renji chinò il capo e fulminò Rukia con lo sguardo, mimando una cosa del tipo “Poi mi dici tutto, o la prossima volta non sarà un ramo a caderti in testa!”


«Rukia.» la voce di Byakuya era profonda come sempre.
 Rukia si aspettava delle domande, com’era lecito. Faceva parte della casata Kuchiki e andarsene di suo piacimento per quella che non era neanche una missione ma una visita “di cortesia”, non era proprio il massimo.
«Nii-sama, ecco io.. mi spiace di non aver avvisato.»
«Non so cosa tu abbia avuto da fare con quell’uomo, Urahara Kisuke. Ad ogni modo, non mi riguarda.»
Rukia attendeva una ramanzina, ma non avvenne, e di questo fu parecchio sollevata.
«Tuttavia» proseguì Byakuya «non farti carico di pesi che non potresti reggere da sola.»
Rukia chinò il capo. Cos’era? Una specie di supporto? O voleva dire che non era capace di prendersi responsabilità che non avrebbe potuto sostenere?
Mi chiedo se Nii-sama abbia capito le mie intenzioni.. forse dovrei parlargliene?
«Bene, puoi andare.» Byakuya le voltò le spalle e si recò nella stanza in cui vi era l’altarino dedicato alla moglie Hisana.
«Oh.. sì, Nii-sama.. grazie.» Rukia uscì dalla casata Kuchiki e si recò da Renji, che la aspettava al passo.
«Eccoti qua! Allora? Non hai da dire niente!?» Renji aveva lo sguardo di chi ha appena perso una scommessa, o quella di chi ha perso un’occasione soffiatagli da sotto il naso.. dipende dai punti di vista.
«Sono stata da Urahara.. dovevo parlargli di una cosa.» Rukia rispose in maniere secca, senza neanche guardarlo.
«Lo so già, lo ha detto il Capitano davanti a me. E che ci sei andata a fare? Sei andato a trovare Ichigo?»
«Sono stata solo da Urahara.»
Renji fu un po’ sorpreso. Probabilmente Ichigo non l’avrebbe vista comunque, ma pensava che Rukia avesse voglia di controllare il suo stato.
«Sì, l’hai già detto. Ohi.. Rukia» le diede una scrollata alle spalle, notando che l’amica era un po’ tesa.
«Che c’è, Renji?»
«Eh? Che c’è!? Sto aspettando che parli, stupida!» e le diede un calcio (contenuto) nel sedere. «Quante volte ti devo dire che non devi fare tutto da sola? Non ti avevo forse detto di dividere il peso con i tuoi amici!? Bene, che c’è che ti tormenta!? È ancora per quella storia dei poteri di Ichigo?»
«Sto bene, davvero.. è solo che..»
«Ascoltami bene, anche Ichigo sta bene. E anche se dovesse star male adesso, gli passerà. Lui è non è un debole, Rukia. E poi non c’è niente che possiamo fare per ora…» continuò con rammarico.
«No che non sta bene!» tuonò Rukia, all’improvviso.
«E come lo sai?»
«Lo so e basta, lui non sta bene. Tu non eri lì quando ha lottato contro il Grand Fisher, per vendicarsi della morte di sua madre. Era distrutto.. ma per la prima volta dopo.. probabilmente anni forse, aveva gli occhi pieni di speranza. Non c’eri quando mi ha guardato in faccia e con gli occhi colmi di determinazione mi ha detto che voleva ancora essere uno Shinigami, per proteggere le persone che amava.. altrimenti non sarebbe più riuscito a guardare in faccia sua madre!»
Renji sussultò, e guardò altrove.
«Renji.. Ichigo vuole essere uno Shinigami.»
«D’accordo.» rispose rassegnato all’evidenza. Era palese che anche lui fosse conscio dei sentimenti di Ichigo al riguardo. E poi, non aveva il coraggio di obiettare. In fondo, chi lo conosceva meglio di Rukia? «E noi cosa possiamo fare?»
«Ecco.. è proprio per questo che ho voluto parlare con Urahara. Immaginavo.. che solo lui avrebbe potuto aiutarmi. Gli ho chiesto.. se esistesse un modo per.. ripristinare il suo potere spirituale.»
«E lui che ha risposto?» chiese Renji impaziente.
«Esiste.»
«E lo dici così?!? Ma è fantastico! E cosa si deve fare!?»
Rukia sospirò, con le sopracciglia aggrottate «Urahara parlava di creare una sorta di strumento.. credo, che trasferisse del reiatsu ad Ichigo. Non mi ha specificato esattamente di cosa si tratta, mi ha solo detto che occorrerebbe immettere un’enorme quantità reiatsu nell’oggetto in questione. E…»
«E?» Renji aveva ormai le palpitazioni.
«E ovviamente mi chiedo dove io possa trovarlo. Mh.. il mio reiatsu da solo non basta.» disse con evidente delusione.
«Cretina! Non saresti da sola! Ti aiuterò io!»
«Non basta.. non basta, Renji! Anche se fossimo io, tu.. e ammesso che riesca a convincere il Capitano Ukitake a darci una mano.. non basta! È troppo poco… non basterebbe mai.. Solo tutto il reiatsu dei Capitani delle 13 Gotei sarebbe sufficiente. Ma, come..»
«Bene. Proveremo.»
«E come speri di convincerli? Il capitano comandante Yamamoto, poi.. Nii-sama.. non accetteranno mai..»
«La Rukia che conosco non si arrenderebbe mai di fronte a queste sciocchezze.»
«Lo so, hai ragione.. ma..»
«Quindi è questo che fai, quando sparisci per giornate intere?»
«Eh? Non credevo te ne fossi accorto.»
«Certo. Si sente l’assenza delle mocciose petulanti, in giro per la Soul Society.»
«Idiota!» Rukia fece per sferrargli un pugno, ma Renji glielo bloccò solo con il palmo.
«Scompari per ore e ore.. era per questo no? Già immagino la tua faccia pensierosa, con la fronte corrugata perché non riesci mai a partorire una buona idea .. Sicuramente ti recavi in qualche posto isolato per pensare ad un modo per aiutarlo.. non è vero?»
In un certo senso, Renji. «Sì, esatto. E comunque che significherebbe che non riesco mai a partorire una buona idea!? Eh?»
«Ehi calma, calma, scherzavo!»
Renji sorrise, mentre Rukia era ancora intenta a picchiarlo, a modo suo.
«Ichigo sarebbe felice.»
«Guarda che è ancora vivo…!»
«Stupida! Intendo.. sarebbe felice se sapesse che cerchi un modo per salvarlo.» aggiunse. Di nuovo.. «Ad ogni modo, conta pure su di me.»
«Sì. Grazie, Renji»

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Come promesso, capitolo un po' più lunghino <3 Spero sia di vostro gradimento!
Un abbraccio alla cara Nexys :3

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Capitolo 8
*** Open your eyes ***


08. Open your eyes

«Ichigo? Sei qui?» Kon bussò alla porta. Nessuna risposta. «Tsk, ma tu guarda.. se la prende comoda. Sto entrando!»
Poco prima di entrare nella stanza, notò una figura misteriosa che usciva dalla finestra. Non appena sentì lo scruscio della porta, si era già volatilizzata. Ichigo era seduto nella scrivania, noncurante, evidentemente si era addormentato mentre faceva i compiti.
«ICHIGO! Svegliati! C’era qualcuno qui dentro! Idiota, svegliati!» saltò sopra la scrivania e iniziò a saltellare tirando i capelli al ragazzo, il quale senza neanche degnarlo di uno sguardo lo scaraventò per terra e tornò a dormire.
Baka di un Ichigo…  possibile che non si sia accorto di nulla!? No, impossibile.. lui si accorgerebbe anche di una mosca.. L’unica spiegazione plausibile è che.. quella figura fosse una presenza spirituale..
Si sedette sul letto e rifletté.
E se.. fosse stato un Hollow? No, impossibile.. avrebbe tentato di aggredire qualcuno. O forse no, dato che Ichigo non emana più poteri spirituali.. eppure anche Karin li possiede, seppur in quantità minore. Che non sia in casa?

*****

«Kuchiki! Kuchiki, vieni qui!» Ukitake si sbracciava a circa un chilometro di distanza, ma Rukia riconobbe chiaramente la voce e la chioma splendende del suo Capitano.
«Ukitake Taichou?» Rukia lo raggiunse a passo spedito, ma non sembrava un incarico urgente. Più che altro, Ukitake aveva un gran sorriso stampato in volto.
«Kuchiki, Renji mi ha detto del tuo progetto!»
Rukia socchiuse gli occhi. Quello lì.. doveva per forza correre a dirlo in giro?
«E..» continuò «.. conta pure su di me.»
Il volto della ragazza si illuminò, come se fosse stata colpita in pieno da un raggio di sole.
«Ukitake Taichou!»
«È un gesto molto nobile, Kuchiki. Ichigo-kun sarebbe davvero contento nel sapere che ti stai dando tutto questo da fare.. anche se probabilmente non lo permetterebbe. Beh, conta pure su di me e sul capitano Kyoraku! Ehi, non guardarmi così..! Le voci alla Soul Society si diffondono in fretta! Coff coff.. accidenti alla mia tosse!»
«Ukitake Taichou! Si sente bene?»
«Sì, sì. Passerà. Sto molto meglio. Comunque, dovremmo fare una riunione speciale con tutti i Capitani delle 13 Gotei. Convincere il Capitano Comandante Yamamoto non sarà facile, ma.. noi ci proveremo, giusto?»
Rukia era parecchio commossa. Il fatto che a volte fosse un po' distaccata non significava che fosse insensibile.
«Grazie.. io.. davvero..»
«Bene. Vedo di chiedere questa riunione speciale. Ti terrò informata! In gamba, Kuchiki!»
«La ringrazio, Ukitake Taichou!» si inchinò profondamente e non si rialzò finché non lo vide andar via.
Ukitake Taichou… Ichigo, posso davvero farcela?


*****

«Ahimé, la mia povera schiena! Oh avanti, avanti! Oh. Kurosaki-san. Buongiorno. Deve essere periodo di sorprese..! Cosa ti porta qui?» Urahara si sistemò il cappello e osservò Ichigo con un sorriso stampato in faccia.
«Yo, Urahara-san.. È da un po’ che non ci si vede.»
«Ahh, sì. Ne è passato di tempo. Come te la passi?»
«Beh, normale. Perché sorprese? Hai ricevuto altre visite inaspettate?»
«Ah, non prendermi troppo alla lettera. Mi arrivano un sacco di merci rare ultimamente.»
«Capisco.» Ichigo si massaggiò la testa, un po’ confuso. Nonostante la spiegazione non lo convincesse del tutto, non sentiva il bisogno di domandargli altro.
«Posso offrirti qualcosa? Ururu! Ururu! Presto, prepara del the!»
«Grazie. Ero passato anche per fare un saluto. Va tutto bene lì dentro?»
«Che intendi? Certo. Stiamo sistemando un po’ di merci, te l’ho detto, arrivano spesso.» Urahara guardò il ragazzo con un gesto eloquente, come per sfidarlo a non credergli. Ichigo sembrò convincersi, anche se..
«Non intendevo quello, solo che.. sento.. beh, non importa.»

«Come ti trovi ad essere un semplice umano?» Urahara spezzò il silenzio, sorseggiando il the che Ururu aveva gentilmente preparato, insieme  ad una manciata di biscotti.
«Grazie Ururu» disse Ichigo.
Ururu fece un inchino e riportò il vassoio sul retro.
«Come mi trovo? Beh, bene.»
«Ti manca?»
«Di cosa parli?»
«Del tuo potere, cosa sennò?»
«Mi ci sto abituando. Ho sempre desiderato condurre una vita normale. Senza vedere fantasmi, intendo.. e adesso che finalmente ce l’ho, non vedo il motivo per piangermi addosso.»
«Capisco.» Urahara sorrise, ma in cuor suo, sapeva che quelle parole non erano dell’Ichigo che conosceva.
L’Ichigo che avrebbe pagato l’oro del mondo per proteggere i suoi amici. L’Ichigo che avrebbe lottato contro tutto e tutti pur di difendere a spada tratta le persone a lui care. L’Ichigo che sentiva un vuoto senza quei poteri.
«Karin mi ha mandato a fare scorta. Lei ha avuto un impegno improvviso.»
«Oh, giusto.. Dove l’ho messa? Aspetta un attimo… Ahi, la mia schiena! Ah, eccola qui.. allora in questa busta troverai un convertitore di anime, un duplic-»
«Sì, d’accordo.. lo dirai a lei la prossima volta. Beh, ringrazia ancora Ururu. Ci si vede, Urahara-san.» Ichigo finì in fretta il the e si alzò, prendendo la busta dalle mani dell’uomo.
«Oh, certo Kurosaki-san. Vienimi a trovare quando vuoi!. Lo sai che sei sempre il benvenuto.»
Ichigo non rispose, si imitò a fare un cenno senza neanche voltarsi.

«Temevo non se ne sarebbe più andato.. Dannazione Urahara. Dovevi per forza offrirgli del the? Egoista.»
«Andiamo, andiamo, Kuchiki. Potevi benissimo unirti a noi.»
«Sai bene che non può vedermi.»
«Già certo. Ma potevi sempre indossare un gigai.»
Rukia tacque.
«Kuchiki-san, posso chiederti, come mai non vuoi che lui sappia che sei qui?»
Dopo un attimo di esitazione, la ragazza incrociò le braccia e rispose.
«Avrebbe forse importanza?»
E Urahara in quel momento capì, quindi annuì e smise di fare domande. La guardò girata di spalle, mentre armeggiava con uno scatolone.
Kurosaki-san ha avvertito la sua presenza non appena ha messo piede qui dentro. Era quello che cercava di dirmi.. sentiva qualcosa, ma non percependo più alcun tipo di reiatsu, per lui sarebbe stato impensabile anche solo crederlo. Quei due sono molto più legati di quanto credano.
« Non hai neanche intenzione di vederlo?» proseguì Urahara dopo qualche minuto di silenzio.
«Non è indispensabile. Lo scopo principale della mia visita qui, era trovare un modo, insieme a te, per ridargli i poteri.»
«Capisco. Bene allora, continuiamo.»
Hai paura, vero? Kuchiki-san?
Hai paura che vedendoti o semplicemente sapere che sei qui, causerebbe in lui nostalgia dei vecchi tempi?
Quella volta, il suoi potere è andato via.. e ti ha portato con sé.
Temi che possa vacillare? Che possa rifiutarti perché associa te alla fonte del suo potere, che ora non ha più? Allora.. beh, forse è giusto così, anche se non sono d’accordo.
Sapere che sei qui, lo farebbe felice, Kuchiki-san, anche se non lo ammetterebbe mai..
ma ne sarebbe felice, più di quel che pensi.




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Ed eccoci qui con il terzultimo capitolo! Come avete notato fino ad ora ho dedicato un capitolo a testa, sia ad Ichigo che a Rukia. Ma adesso le loro vicissitudini cominciano ad incrociarsi, fino a che....
ZAN ZANNNNN alla prossima <3! Grazie a tutti ** in particolare mando un abbraccio a Nexys e Sarugaki145 :)

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Capitolo 9
*** Decision ***


Stavolta faccio un commentino prima <3 Innanzitutto volevo dirvi grazie! È la mia prima ff e non mi aspettavo piacesse ** seconda cosa, ho pensato ardentemente di cambiare il titolo.. She saved me ha un significato perfetto, tuttavia sembra che così la storia sia esclusivamente dal punto di vista di Ichigo, invece è più che altro di Rukia, o comunque se proprio vogliamo dirlo, di entrambi.
Volevo mettere altro, ma .. sono rimasta attaccata a questo "she saved me" quindi sono aperta ai suggerimenti! <3
Adesso vi lascio alla lettura di questo penultimo capitolo, spero vi resti nel cuore, insieme al resto della ff!



09. Decision


«Avanti, Kuchiki. Entriamo.»
«Cosa? Devo entrare anche io? Ma.. Ukitake Taichou! N-Non posso parlargli.. credevo ne avreste parlato fra di voi! Io in fondo, sono solo una..»
«Un’eccellente Shinigami. Andiamo, entra entra! Urahara, Yoruichi, entrate anche voi, coraggio.»
Ukitake varcò la porta, seguito da Rukia, che tremava come una foglia dalla testa ai piedi, Urahara e persino Yoruichi.
Il Capitano Comandante Yamamoto era al centro della sala, e ai lati tutti i Capitani delle Tredici Brigate, come sempre quando vi era una riunione.
«Kuchiki Rukia.»
Rukia si inchinò davanti al Capitano Comandante, e con la coda dell’occhio, osservò Ukitake, che le schiacciò l’occhiolino, mentre Kyoraku Shunsui la incitava a iniziare il discorso.
Yamamoto proseguì.
«So che hai una richiesta per tutti noi, oggi. Di che si tratta?»
Il cuore di Rukia batteva all’impazzata.
Accidenti.. ma a che stavo pensando? Io.. No! Ma che dico.. va bene così, ce la posso fare. Ichigo… non mi arrenderò.
Prese coraggio, e tutto d’un fiato disse:
«Chiedo l’aiuto di tutti i capitani delle Tredici Gotei per ripristinare i poteri di Kurosaki Ichigo!»


*****


«A che punto sei? Quanto tempo pensi che ci vorrà?»
«Oh, come sei impaziente, Kuchiki-san. Ti avevo detto che ci sarebbero voluti mesi, no? Devo solo forgiare la spada. Non è una passeggiata. Dovrai pazientare un po’.»
«Spada? Avevi parlato di uno strumento.. ma non immaginavo che fosse una spada.»
«Non avrà una lama vera e propria, sarà una spada spirituale. Conterrà il reiatsu di tutti i Capitani delle 13 Gotei. Più quella del Comandante ovviamente, quello mio, di Yoruichi. E..»
«Il mio.» Isshin aveva un sorriso smagliante. Per la prima volta dopo tanto tempo vedeva un altro barlume di speranza.
«Non riesco a credere che abbia accettato.. non me lo aspettavo.» Rukia sorrideva raggiante.
«Beh, il comandante Yamamoto non è poi così male. » Urahara sorrise, seguito da Isshin.

**Flashback**
«Kuchiki Rukia. Quello che chiedi è estramamente impegnativo. Trasferire i poteri ad un umano, va contro le nostre regole, e proprio tu dovresti saperlo.» Yamamoto era impassibile, era arduo capire a cosa stesse pensando.
Rukia strinse i pugni per terra e deglutì. Tutti i capitani stavano in silenzio, aspettando la sentenza del Capitano comandante.
«Tuttavia, è anche vero che la Soul Society deve molto a Kurosaki Ichigo.» continuò.
«Cosa? Capitano Comandante, avete seriamente intenzione di- » sbottò Soi Fon con quell’affermazione.
«Oh, andiamo Soi Fon.. silenzio, silenzio» la richiamò Yoruichi. «Del resto, se Ichigo non fosse intervenuto nello scontro contro Aizen, probabilmente.. chi lo sa, né io né tu saremmo qui, adesso.»
Questo bastò per zittire la ragazza, che chinò il capo, rossa in viso.
«S-Sì, Yoruichi-sama.»
Yamamoto riprese la parola.
Rukia alzò lo sguardo, in quel momento tutto il mondo attorno a lei si era fermato.
«Come dicevo, la Soul Society è in debito con lui. Ed è per questo che..
Accolgo la tua richiesta! Tutti i Capitani dovranno immettere il loro reiatsu, aiuteremo Kurosaki Ichigo a riacquistarei suoi poteri da shinigami!»
Gli occhi di Rukia si riempirono di lacrime.
Sapeva quanto quello potesse valere per lui, sapeva come si sarebbe sentito.. lui, l’uomo che aveva fatto crollare secoli di rigidità della Soul Society, l’uomo su cui aveva riposto tanto, l’uomo che avrebbe infranto tutte le regole pur di fare la stessa cosa… l’uomo che lei conosceva bene.
Persino Kuchiki Byakuya e Hitsugaya Toshiro avevano accennato un sorriso compiaciuto, e quello le dava finalmente la forza di crederci. Credere che fosse possibile.
«Grazie a tutti! Capitano Comandante, GRAZIE!»
** Fine Flashback**

«Beh, suppongo che la mia “missione”, sia finita.» Rukia sorrise ad entrambi e fece un cenno con la mano.
Non c’era niente da dire. Nulla poteva rovinarle quel momento.
«Rukia-chan» Isshin la fermò, mettendole una mano sulla spalla destra. «A momento debito, lo farai tu?»
Rukia sorrise con gli occhi, e si voltò nuovamente verso Isshin.
«Sì, come la prima volta.»

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Capitolo 10
*** Even if you won't able to see me, I'll still be able to see you. ***


Premessa
Salve ragazzuoli miei, spero che perderete 5 minuti del vostro tempo a leggere questo mio “spazio dell’autrice” perché voglio rendervi partecipi di tutto. Lo faccio all’inizio perché voglio lasciarvi con il pensiero rivolto all’ultimo capitolo, che potrebbe essere il più intenso come il più banale, fatto sta che ha sicuramente un significato, e sono certa che voi lo abbiate già compreso. Questa è la mia primissima ff (e penso l’ultima dal punto di visto verosimile) quindi.. che posso dire, anch’io sono davvero triste sia finita. L’idea di fare questa ff ichirukista mi è venuta in mente con una fan art trovata sul web (che metterò a fine storia), e ho iniziato a pensare qualcosa.. Poi in Giappone è appena uscita una light novel di Bleach che parla proprio di questi 17 mesi, e io non ho fatto che pensare “Mi hanno copiatooo!” XD Non ho voluto fare una ff ichirukista troppo inverosimile, ho voluto fare in modo che ognuno di voi, pensasse nel proprio cuore “Oddio, queste cose.. potrebbero essere successe davvero!” E spero di esserci riuscita. Volevo chiarire quello che per me è il rapporto tra questi due, che sono PERFETTI insieme (a mio parere) ma non cadendo nello scontato e nelle cose sdolcinate.. insomma, come dice Kubo, è qualcosa di platonico.”

Vi linko anche un video fatto da me, che non a caso si chiama “She saved mehttps://www.youtube.com/watch?v=dREaI8WA4pU&list=PLcs1jIci79XsZSFL5YyvRfOTkD884m_yZ&index=1
è il primo di una serie che ho fatto, ma siccome è proprio il primo, anche se è venuto quel che è, mi è venuto dal cuore. Spero avrete il piacere di guardarlo <3
Scrivere quello che penso di loro due insieme sarebbe come scrivere l’infinito, quindi adesso vi lascio miei cari.. ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito fino ad ora, inutile fare nomi <3 dentro il vostro cuore sapete già chi siete.
E con un po' di commozione, vi lascio con la consapevolezza, che abbiate  capito alla perfezione il messaggio che ho voluto lasciare.
Un abbraccio forte, a tutti voi <3
Elisa
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10. Even if you won’t able to see me, I'll still be able to see you

 

«Nee-san..?» Kon la vedeva chiaramente, e tutto il mondo per lui si fermò. «Neeee-saaaaaaaan!» le si gettò tra le braccia e scoppiò in un pianto liberatorio. «Nee-san… mi sei mancata un sacco.. sigh.. dove.. sigh.. sei stata? Sigh.. perché non sei mai venuta a trovarmi!?»
Rukia fece per scrollarselo di dosso, ma alla fine.. anche lui gli era mancato. Quindi optò per una lieve pacca sulla testa.
«Ehi, Kon.. Non sei cambiato affatto.»
Ichigo non era in casa, quindi i due poterono parlare liberamente.
«N-Nee-san.. Lo sapevo.. Lo sapevo che eri qui!! L’ho sempre saputo… è da settimane che sento il tuo odore! Quella volta, dalla finestra.. eri tu, vero? Vero?»
«Non ricordo..» disse in modo calmo, strizzandogli un po’ il braccio.
«Eheh, certo. Tu sei sempre stata qui, vero?»
Rukia rallentò la presa e guardò il piccolo pupazzetto negli occhi, un po’ sorpresa.
«E così.. te ne sei accorto, eh?» Posò Kon nel letto e si sedette accanto a lui, osservando l’armadio.
«Pensavo di aver agito in modo abbastanza discreto.»
«Nee-san, perché?»
«Volevo tenerlo d’occhio. Pare che si sia rammollito parecchio da quando ho smesso. Quell’idiota..»
Osservò le gocce di pioggia che cadevano adiacenti alla finestra serrata.
«Eheh, è vero.. mi scoccia ammetterlo, ma è davvero noioso ultimamente! Non fa altro che oziare o stare con quella faccia da pesce lesso!»
Rukia annuì.

Già.. Quella faccia da idiota mentre dorme.. e anche quel giorno in riva al fiume.. sempre quello sguardo da fesso. Cretino… non riesce proprio a smuoversi!

«Nee-san, resterai qui?»
«No, Kon.. sto per andare via. Devo ritornare nella Soul Society, ho un sacco di missioni da sbrigare.»
«Nee-san, sentirò la mancanza del tuo corpo, il tuo morbidissimo corpo…»

Rukia sorrise staccandolo di dosso senza problemi, e si mise in piedi sopra il letto. Quando aprì la finestra, Kon le sussurrò: «Nee-san.»

«No, Kon. Non serve che lo sappia.» Non sarebbe il momento.. « ..confido in te. Stammi bene.» e sparì nel nulla.

«A presto, Nee-san.» Affranto, Kon si afflosciò sopra le lenzuola. «Io proprio non li capisco..»



*****
 

Rukia fece scorrere dolcemente la finestra, attenta a non far rumore.
Era notte fonda e  la luna illuminava completamente il quartiere di  Karakura. Era una serata tranquilla.
Non c’era vento.
Non c’era freddo.
Non c’era pioggia.
Aveva smesso poco prima, come se avesse appreso anche lei, la bella notizia.
Rukia si adagiò cautamente, poggiando le spalle nello stipite della finestra, e con le braccia incrociate si voltò verso Ichigo. Da quella posizione poteva chiaramente vederlo in volto.
Non riuscì a dire se dormiva o no.. sembrava più in uno stato di trance. Forse stava sognando qualcosa.. o forse era semplicemente in dormiveglia.


Sii forte, Ichigo. Non lasciare che la tua paura ti impedisca
di vivere i tuoi anni migliori, presto finirà tutto, te lo prometto..

Cos’è questa sensazione?..


Potrà far male adesso, ma ti prego.. sopportalo. Solo un altro po’..
 

È come se percepissi la sua presenza… qui accanto a me.
In questi giorni, mi capita spesso.. sto forse impazzendo?

 

Non è necessario che tu sappia che sono stata qui..
In fondo, io ti sono vicina a prescindere.. non importa la distanza..



Se chiudo gli occhi mi sembra di sentirla.. ma è impossibile che io ci riesca, vero?
Eppure.. la sento qui accanto.. Rukia. Rukia.. sei davvero qui?


 


Buonanotte, Ichigo.



THE END

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