The false treason.

di jawaadskebab
(/viewuser.php?uid=290460)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The idea. ***
Capitolo 2: *** The grandma. ***
Capitolo 3: *** The cinema. ***
Capitolo 4: *** Don't call me Pakistan. ***
Capitolo 5: *** Pakistan saved me. ***
Capitolo 6: *** RIP ovaries. ***
Capitolo 7: *** Fuck. ***
Capitolo 8: *** Someone irresistible. ***
Capitolo 9: *** Oh.My.God. ***
Capitolo 10: *** Am i in love? ***
Capitolo 11: *** It was a mistake. ***
Capitolo 12: *** Damn, i love you. ***
Capitolo 13: *** Epilogue. ***



Capitolo 1
*** The idea. ***


  The The Idea
 
 
 
Fin da quando ero bambina la gente mi ha sempre detto che nessuno era perfetto. E io ci ho sempre creduto, si. Fino a quando non ho conosciuto Harry Styles. Porco culo, quanto era figo. Troppo figo. Talmente figo che mi sarei volentieri presentata davanti a lui con un trench senza intimo,  munita di manette pelose rosa e frusta dicendogli: “castigami, babe”.
Quei capelli ricci, dio quanto erano eccitanti. Gli occhi, il naso, le labbra, il mento, il collo, il suo fisico, le mani, i piedi, le ginocchia, i gomiti, i polsi, le unghie, e per non parlare del suo…
“Quando ti deciderai di smettere di immaginare scene a luci rosse con te e lui riservate per un pubblico di soli adulti non facilmente impressionabili?”
Malik. Zayn Malik. Zayn Jawaad Malik. Una merda umana. Essendo vicini di casa siamo cresciuti insieme, e per 17 anni, 17 lunghissimi anni, ho dovuto sopportare le sue prese per il culo. Non siamo mai andati d’accordo, trovavamo sempre una scusa per litigare.
Era il ragazzo più popolare della scuola, non che fosse simpatico, no, affatto. Era il tipico ragazzo figo del liceo circondato da cheerleaders con borse d’acqua calda al posto delle tette che gli sbavavano dietro.
Beh certo, brutto non lo era, affatto. Zayn era davvero un bel ragazzo. Anzi, era davvero un bellissimo ragazzo. Amavo il modo in cui sorrideva stringendosi la lingua fra i denti, solo lui ci riusciva. Una volta ci avevo provato anche io guardandomi allo specchio, ma sembravo un tricheco con un ascesso.
“E tu quando ti deciderai di andare a fanculo? E’ una meta molto ricercata e anche abbastanza economica. Ho sentito dire che è pieno di ragazzi pakistani in cerca di sé stessi, e che la maggior parte si dà alla carriera di kebabbaro. Tu che ne pensi?”
Non riuscii mai a capire se il sorriso che mi rivolse fosse per compassione o se stesse prendendo davvero in considerazione la mia proposta di andare a visitare fanculo. Non era male come idea, no? Insomma, il lavoro del kebabbaro non è così male…credo.
“Quando passerai ai fatti?”
Fatti? Che cazzo vuol dire? “Prego?”
“Quando ti presenterai davanti a lui con un trench senza intimo munita di manette pelose rosa e frusta dicendogli ‘castigami, babe’?”
Beh si, in effetti non era male come idea. Allora mister Pakistan non era così stupido come credevo. Un momento.
O cazzo.
Lo guardai confusa mentre lui si tratteneva dal scoppiarmi a ridere in faccia: “…leggi nel pensiero?”
“L’hai detto ad alta voce.”
Oh. “Oh. Bene, dopo essermi sputtanata per i prossimi 5 anni della mia vita, vado in classe.”
“Dai, non ti sei sputtanata per 5 anni” mi accarezzò il braccio con tono rassicurante.
Cosa? Lo Zayn Malik che conosco io sarebbe corso da Harry per spifferargli le mie fantasie erotiche sul suo conto, il che l’avrebbe alquanto terrorizzato, quindi si sarebbe rifiutato per tutto il resto della sua vita anche solo di guardarmi in faccia, e poi magari l’avrebbe anche detto a qualcun altro, che a sua volta lo avrebbe detto a qualcun altro, e la catena si sarebbe così estesa fino al preside che mi avrebbe espulsa credendo di avere una maniaca sessuale nella sua scuola, e mia madre mi avrebbe così messa in punizione vietandomi di vedere high school musical per il resto della mia vita.
“…ma per 15 anni.”
Ah ecco, mi sembrava strano infatti. Bene, appena tornerò a casa andrò a nascondere i dvd.
Mr. Pakistan del cavoletto di bruxelles.
Lo guardai esasperata: “Vero che non glielo dirai?”
 “Beh, non nascondo il fatto che penso che tu sia simpatica come un bagno occupato durante un attacco improvviso di diarrea, come una lucertola nelle mutande, e in più, se tu avessi una sorella e un cane sceglierei il cane, ma…”
Ehi ehi ehi calma pakistan: “Va bene, credo di aver afferrato il discorso.”
Rise facendomi un buffetto sulla guancia: “Tranquilla, non lo dirò a nessuno.”
Oh, bravo futuro kebabbaro in carriera, hai appena salvato la mia infanzia.
Poco dopo notai lo sguardo assente di Zayn, e, borbottando un ‘ma che cazz..’ capii perché aveva la faccia di un mammuth in calore appena preso a pesciate in faccia.
Da circa tre giorni tutti i ragazzi della east high avevano subito un rincoglionimento totale, la causa? La ragazza nuova.
Si chiamava Olivia Lennox. Capelli lisci biondi e occhi verdi. Fisico slanciato da modella strafiga.
Noi due messe a confronto eravamo come il bianco e il nero, la nutella e la merda, Ryan Reynolds e Scarlett Johansson. Dai ammettiamolo, non c’entravano niente insieme quei due. Per quanto tempo sono stati sposati? Appena due anni, eh. Insomma, loro due messi a confronto sono come il bianco e il nero, la nutella e…ok, avete capito. E poi comunque Ryan è mio.
Tornando a noi, quando la ragazza si allontanò e Zayn tornò fra noi comuni mortali mi chiese, anzi, mi impose: “Tu mi aiuterai a conquistarla.”
“Conquistarla? Se per te conquistare una ragazza significa passare solo una notte focosa in cui il tuo amichetto emetterà fuochi d’artificio no, non ti aiuterò.”
“Che intendi dire scusa? Io le ragazze le tratto come delle principesse.”
“Si, principesse sul pisello. Sul tuo pisello.”
Ok, questa mi è scappata. Cioè, era vero che le trattava come principesse sul pisello, loro erano sempre e solo sul suo…comunque, ammetto che potevo risparmiarmela, anche perché si stava veramente incazzando.
“Avanti mr. ho l’umorismo pari a un pakistano che ha appena perso il suo opossum domestico nel deserto, stavo scherzando.”
“Aiutami, ti prego.”
“E perché mai dovrei farlo?”
No davvero, perché mai avrei dovuto aiutarlo? Ho firmato un contratto che diceva che era mio incarico aiutare Zayn Malik a portarsi a letto le ragazze? No.
“Se non mi aiuti ti sputtanerò davanti a tutta la scuola raccontando le cose che pensi su Harry.”
Massì kebabbaro, dì pure quello che vuoi, sai che mi interessa.
Oh no un attimo porca puttana. Che essere spregevole. Ve l’avevo detto che era una merda umana. Anzi, merda umana è troppo leggero. Lui era la merda della merda della merda di un maiale di merda che si era appena rotolato nella merda. Ecco.
Gli puntai un dito contro con sguardo omicida: “Tu non oserai.”
“Oh si che oserò.”
Che dovevo fare? Rinunciare ad high school musical o aiutare il minchione? Pensa Viola, pensa.
“E va bene ok. Ma lo faccio solo per high school musical e non per te, che sia chiaro.”
“Si si va bene ok, non mi interessa.”
Mi stava per abbracciare, ma ad un tratto si fermò stringendo i pugni con un’espressione sul volto talmente spaventosa e terrificante che se Freddy Krueger lo avesse visto in quelle condizioni avrebbe chiesto di sua spontanea volontà un pacchetto di fonzies per essere costretto a leccarsi le dita per non godere solo a metà, e quindi suicidarsi.
Dedussi che era incazzato.
Dopo aver borbottato di nuovo un ‘ma che cazz…’ mi girai per andare a congratularmi con quel grande che lo aveva fatto arrabbiare così tanto, ma anche io assunsi la stessa espressione di Zayn. L’unica differenza era che questa volta Freddy Krueger si sarebbe direttamente fatto il bidet per soffrire di più.
Olivia. Harry. Avvinghiati. Lui, con il braccio attorno ai suoi fianchi. Lei, che gli accarezzava il petto ridendo dal due al tre come un’oca che aveva appena partorito 5 gemelli in un colpo solo.
Io e il kebabbaro rimasimo per interminabili minuti a fissare quei due prostituti.
Cioè no, lui era un amore, era LEI che sembrava una escort. E nemmeno di lusso.
Dopo un po’ scoppiai a ridere come una cretina: “Dai, è evidente che lui sta usando lei per fare ingelosire me. E’ chiaro.’
Ma certo, come avevo fatto a non capirlo prima? Che grandissima cogliona che sono. Si, sono proprio una cogliona. Sono una cogliona, sono una cogliona, sono una cogliona, sono una cogliona, yo.
“Cosa? Ti sbagli viola, è lei che sta usando lui per fare ingelosire me.”
“Non è vero, lui usa lei perché vuole me.”
“No no no no, lei usa lui perché vuole me.”
E mo’ basta, mi sono rotta di scrivere con il carattere sottolineato.
“Ma se non sa nemmeno che esisti?”
Infatti avevo ragione io, lei era qui solo da tre giorni, non poteva conoscere tutta la scuola. Insomma si, Zayn era abbastanza famoso, ma non credo le importasse molto, vedendola così felice con Harry. Felice? Ma per favore, figurati se era felice. Felice è un bambino che ha appena ricevuto l’ultima versione del suo gormita preferito, un pesce pagliaccio che viene assunto in un circo sottomarino, uno spermatozoo che è riuscito a fecondare un ovulo. Non Olivia con Harry.
 “Perché, Harry ti conosce?”
Certo che mi conosce. Giusto l’altro giorno mi ha…ok va bene, non mi conosce.
Rimasi in silenzio e Zayn assunse quell’aria cazzuta da uomo vissuto che mi stava tanto sulle ovaie, e poco dopo giurai di aver visto i suoi occhi illuminarsi.
“Ho un’idea!”
Ommioddio no. L’ultima volta che mi disse quella frase finii in un cassonetto per un intero pomeriggio. E non ero nemmeno sola.
“Zayn, sai che cosa è successo l’ultima volta che ti ho dato retta.”
Ci pensò su un attimo, per poi scoppiare a ridere come un coglione tenendosi la pancia con una mano. Diventò tutto rosso e aveva gli occhi lucidi.
“Oddio, mi ricordo la fetta di pizza sul tuo culo.”
Uhm, molto divertente.
“Dai non dirmi che ti sei offesa, è successo un sacco di tempo fa!”
Un sacco di tempo fa? Santo dio, cretino e pure senza memoria. Menomale che era figo.
“E’ successo due mesi fa.”
“…oh. Comunque ho un piano.”
“Dai, spara.”
“Pum!”
Ripeto, menomale che era figo.
“E se provassimo a separarli?”
Separarli? “In che senso?”
“Possiamo farli dividere. Così Olivia si metterà con me, e Harry con te.”
“…Zayn, io…”
“Viola, pensaci.”
“Non lo so…”
“Pensa che potrai realizzare le tue fantasie erotiche con Harry. Pensa che sarà tutto tuo.”
Appena sentii le parole ‘erotiche’ e ‘Harry’ si accese una lampadina sopra alla mia testa.
Davvero sarebbe successo? Dopo 15 anni, sarebbe davvero stato mio?
Dopo aver spento la lampadina, guardai Zayn: “Ci sto.”

 

The Idea

 

 

 
Fin da quando ero bambina la gente mi ha sempre detto che nessuno era perfetto. E io ci ho sempre creduto, si.
Fino a quando non ho conosciuto Harry Styles. Porco culo, quanto era figo. Troppo figo. Talmente figo che mi sarei volentieri presentata davanti a lui con un trench senza intimo,  munita di manette pelose rosa e frusta dicendogli: “castigami, babe”.
Quei capelli ricci, dio quanto erano eccitanti. Gli occhi, il naso, le labbra, il mento, il collo, il suo fisico, le mani, i piedi, le ginocchia, i gomiti, i polsi, le unghie, e per non parlare del suo…
“Quando ti deciderai di smettere di immaginare scene a luci rosse con te e lui riservate per un pubblico di soli adulti non facilmente impressionabili?”
Malik. Zayn Malik. Zayn Jawaad Malik. Una merda umana. Essendo vicini di casa siamo cresciuti insieme, e per 17 anni, 17 lunghissimi anni, ho dovuto sopportare le sue prese per il culo. Non siamo mai andati d’accordo, trovavamo sempre una scusa per litigare.
Era il ragazzo più popolare della scuola, non che fosse simpatico, no, affatto. Era il tipico ragazzo figo del liceo circondato da cheerleaders con borse d’acqua calda al posto delle tette che gli sbavavano dietro.
Beh certo, brutto non lo era, affatto. Zayn era davvero un bel ragazzo. Anzi, era davvero un bellissimo ragazzo. Amavo il modo in cui sorrideva stringendosi la lingua fra i denti, solo lui ci riusciva. Una volta ci avevo provato anche io guardandomi allo specchio, ma sembravo un tricheco con un ascesso.
“E tu quando ti deciderai di andare a fanculo? E’ una meta molto ricercata e anche abbastanza economica. Ho sentito dire che è pieno di ragazzi pakistani in cerca di sé stessi, e che la maggior parte si dà alla carriera di kebabbaro. Tu che ne pensi?”
Non riuscii mai a capire se il sorriso che mi rivolse fosse per compassione o se stesse prendendo davvero in considerazione la mia proposta di andare a visitare fanculo. Non era male come idea, no? Insomma, il lavoro del kebabbaro non è così male…credo.
“Quando passerai ai fatti?”
Fatti? Che cazzo vuol dire? “Prego?”
“Quando ti presenterai davanti a lui con un trench senza intimo munita di manette pelose rosa e frusta dicendogli ‘castigami, babe’?”
Beh si, in effetti non era male come idea. Allora mister Pakistan non era così stupido come credevo. Un momento.
O cazzo.
Lo guardai confusa mentre lui si tratteneva dal scoppiarmi a ridere in faccia: “…leggi nel pensiero?”
“L’hai detto ad alta voce.”
Oh. “Oh. Bene, dopo essermi sputtanata per i prossimi 5 anni della mia vita, vado in classe.”
“Dai, non ti sei sputtanata per 5 anni” mi accarezzò il braccio con tono rassicurante.
Cosa? Lo Zayn Malik che conosco io sarebbe corso da Harry per spifferargli le mie fantasie erotiche sul suo conto, il che l’avrebbe alquanto terrorizzato, quindi si sarebbe rifiutato per tutto il resto della sua vita anche solo di guardarmi in faccia, e poi magari l’avrebbe anche detto a qualcun altro, che a sua volta lo avrebbe detto a qualcun altro, e la catena si sarebbe così estesa fino al preside che mi avrebbe espulsa credendo di avere una maniaca sessuale nella sua scuola, e mia madre mi avrebbe così messa in punizione vietandomi di vedere high school musical per il resto della mia vita.
“…ma per 15 anni.”
Ah ecco, mi sembrava strano infatti. Bene, appena tornerò a casa andrò a nascondere i dvd.
Mr. Pakistan del cavoletto di bruxelles.
Lo guardai esasperata: “Vero che non glielo dirai?”
 “Beh, non nascondo il fatto che penso che tu sia simpatica come un bagno occupato durante un attacco improvviso di diarrea, come una lucertola nelle mutande, e in più, se tu avessi una sorella e un cane sceglierei il cane, ma…”
Ehi ehi ehi calma pakistan: “Va bene, credo di aver afferrato il discorso.”
Rise facendomi un buffetto sulla guancia: “Tranquilla, non lo dirò a nessuno.”
Oh, bravo futuro kebabbaro in carriera, hai appena salvato la mia infanzia.
Poco dopo notai lo sguardo assente di Zayn, e, borbottando un ‘ma che cazz..’ capii perché aveva la faccia di un mammuth in calore appena preso a pesciate in faccia.
Da circa tre giorni tutti i ragazzi della east high avevano subito un rincoglionimento totale, la causa? La ragazza nuova.
Si chiamava Olivia Lennox. Capelli lisci biondi e occhi verdi. Fisico slanciato da modella strafiga.
Noi due messe a confronto eravamo come il bianco e il nero, la nutella e la merda, Ryan Reynolds e Scarlett Johansson. Dai ammettiamolo, non c’entravano niente insieme quei due. Per quanto tempo sono stati sposati? Appena due anni, eh. Insomma, loro due messi a confronto sono come il bianco e il nero, la nutella e…ok, avete capito. E poi comunque Ryan è mio.
Tornando a noi, quando la ragazza si allontanò e Zayn tornò fra noi comuni mortali mi chiese, anzi, mi impose: “Tu mi aiuterai a conquistarla.”
“Conquistarla? Se per te conquistare una ragazza significa passare solo una notte focosa in cui il tuo amichetto emetterà fuochi d’artificio no, non ti aiuterò.”
“Che intendi dire scusa? Io le ragazze le tratto come delle principesse.”
“Si, principesse sul pisello. Sul tuo pisello.”
Ok, questa mi è scappata. Cioè, era vero che le trattava come principesse sul pisello, loro erano sempre e solo sul suo…comunque, ammetto che potevo risparmiarmela, anche perché si stava veramente incazzando.
“Avanti mr. ho l’umorismo pari a un pakistano che ha appena perso il suo opossum domestico nel deserto, stavo scherzando.”
“Aiutami, ti prego.”
“E perché mai dovrei farlo?”
No davvero, perché mai avrei dovuto aiutarlo? Ho firmato un contratto che diceva che era mio incarico aiutare Zayn Malik a portarsi a letto le ragazze? No.
“Se non mi aiuti ti sputtanerò davanti a tutta la scuola raccontando le cose che pensi su Harry.”
Massì kebabbaro, dì pure quello che vuoi, sai che mi interessa.
Oh no un attimo porca puttana. Che essere spregevole. Ve l’avevo detto che era una merda umana. Anzi, merda umana è troppo leggero. Lui era la merda della merda della merda di un maiale di merda che si era appena rotolato nella merda. Ecco.
Gli puntai un dito contro con sguardo omicida: “Tu non oserai.”
“Oh si che oserò.”
Che dovevo fare? Rinunciare ad high school musical o aiutare il minchione? Pensa Viola, pensa.
“E va bene ok. Ma lo faccio solo per high school musical e non per te, che sia chiaro.”
“Si si va bene ok, non mi interessa.”
Mi stava per abbracciare, ma ad un tratto si fermò stringendo i pugni con un’espressione sul volto talmente spaventosa e terrificante che se Freddy Krueger lo avesse visto in quelle condizioni avrebbe chiesto di sua spontanea volontà un pacchetto di fonzies per essere costretto a leccarsi le dita per non godere solo a metà, e quindi suicidarsi.
Dedussi che era incazzato.
Dopo aver borbottato di nuovo un ‘ma che cazz…’ mi girai per andare a congratularmi con quel grande che lo aveva fatto arrabbiare così tanto, ma anche io assunsi la stessa espressione di Zayn. L’unica differenza era che questa volta Freddy Krueger si sarebbe direttamente fatto il bidet per soffrire di più.
Olivia. Harry. Avvinghiati. Lui, con il braccio attorno ai suoi fianchi. Lei, che gli accarezzava il petto ridendo dal due al tre come un’oca che aveva appena partorito 5 gemelli in un colpo solo.
Io e il kebabbaro rimasimo per interminabili minuti a fissare quei due prostituti.
Cioè no, lui era un amore, era LEI che sembrava una escort. E nemmeno di lusso.
Dopo un po’ scoppiai a ridere come una cretina: “Dai, è evidente che lui sta usando lei per fare ingelosire me. E’ chiaro.’
Ma certo, come avevo fatto a non capirlo prima? Che grandissima cogliona che sono. Si, sono proprio una cogliona. Sono una cogliona, sono una cogliona, sono una cogliona, sono una cogliona, yo.
“Cosa? Ti sbagli viola, è lei che sta usando lui per fare ingelosire me.”
“Non è vero, lui usa lei perché vuole me.”
“No no no no, lei usa lui perché vuole me.”
E mo’ basta, mi sono rotta di scrivere con il carattere sottolineato.
“Ma se non sa nemmeno che esisti?”
Infatti avevo ragione io, lei era qui solo da tre giorni, non poteva conoscere tutta la scuola. Insomma si, Zayn era abbastanza famoso, ma non credo le importasse molto, vedendola così felice con Harry. Felice? Ma per favore, figurati se era felice. Felice è un bambino che ha appena ricevuto l’ultima versione del suo gormita preferito, un pesce pagliaccio che viene assunto in un circo sottomarino, uno spermatozoo che è riuscito a fecondare un ovulo. Non Olivia con Harry.
 “Perché, Harry ti conosce?”
Certo che mi conosce. Giusto l’altro giorno mi ha…ok va bene, non mi conosce.
Rimasi in silenzio e Zayn assunse quell’aria cazzuta da uomo vissuto che mi stava tanto sulle ovaie, e poco dopo giurai di aver visto i suoi occhi illuminarsi.
“Ho un’idea!”
Ommioddio no. L’ultima volta che mi disse quella frase finii in un cassonetto per un intero pomeriggio. E non ero nemmeno sola.
“Zayn, sai che cosa è successo l’ultima volta che ti ho dato retta.”
Ci pensò su un attimo, per poi scoppiare a ridere come un coglione tenendosi la pancia con una mano. Diventò tutto rosso e aveva gli occhi lucidi.
“Oddio, mi ricordo la fetta di pizza sul tuo culo.”
Uhm, molto divertente.
“Dai non dirmi che ti sei offesa, è successo un sacco di tempo fa!”
Un sacco di tempo fa? Santo dio, cretino e pure senza memoria. Menomale che era figo.
“E’ successo due mesi fa.”
“…oh. Comunque ho un piano.”
“Dai, spara.”
“Pum!”
Ripeto, menomale che era figo.
“E se provassimo a separarli?”
Separarli? “In che senso?”
“Possiamo farli dividere. Così Olivia si metterà con me, e Harry con te.”
“…Zayn, io…”
“Viola, pensaci.”
“Non lo so…”
“Pensa che potrai realizzare le tue fantasie erotiche con Harry. Pensa che sarà tutto tuo.”
Appena sentii le parole ‘erotiche’ e ‘Harry’ si accese una lampadina sopra alla mia testa.
Davvero sarebbe successo? Dopo 15 anni, sarebbe davvero stato mio?
Dopo aver spento la lampadina, guardai Zayn: “Ci sto.”

 

 
 
 
WEEEEEEE BELLA GENTE, VIOLA E’ QUI PRESENTE.

Ok, la smetto.
Ehm….che dire. Questa è la mia prima ff, quindi per favore, se fa cagare, non siate pesanti cc
Accetto ogni tipo di consiglio. Anzi, necessito di consigli.
Comunque, vi ringrazio se sprecherete il vostro tempo a leggere il capitolo.
-il kebab di malik. (O Viola, come volete.)
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The grandma. ***


 THE GRANDMA.




 

 
 
“No Zayn, io non me la sento. E se quei due si piacessero per davvero? Insomma, guarda come sono carini.”
Eravamo seduti a un tavolo, uno davanti all’altro, nascosti dal menù che avevamo appoggiato alla nostra sinistra. No un momento, alla mia sinistra e alla sua destra, si.

Credo.
E a circa due o tre tavoli, non c’avevo scazzo di contare, Harry e Olivia si guardavano dolcemente. Erano davvero carini, ma giuro sulle palle di frate Giulio che sarei andata in cucina a chiedere cortesemente se potevo prendere in prestito un mestolo, andare da lei e ficcarglielo in gola fino a farglielo uscire dalla…
“Ma carini sta minchia. Lei magari, ma lui proprio no.”
Cosa? Lei carina? Ma se sembra una succhia cazzi esperta? Talmente esperta che riuscirebbe a insegnare certe cose anche a un piccolo ingenuo ippopotamo che deve ancora capire per che cosa è stato creato.
“Lei carina? Vogliamo parlare di lui? No dico, guardalo. Minchia oh, ogni volta che lo vedo sento le ovaie che fanno Giacomo Giacomo.”
“Io invece quando la vedo sento le palle che fanno Andrea Andrea.”
Inquietante. “Vaffanculo Jawaad, vaffanculo.”
“Non permetterti mai più di mandarmi a fanculo.”
“Io faccio quel cazzo che mi pare.”
“E non urlare rincoglionita, ci sentiranno.”
“Ma rincoglionita tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Non ti permettere di insultare mia nonna.”
“Sei stata tu la prima ad insultare la mia.”
“Vabbè, ma tu non dovevi tirarla in ballo.”
“Io tiro in ballo chi cazzo voglio.”
Si, e io tiro in canto chi cazzo voglio. Va bene, era penosa.
“Puoi spiegarmi come fa a funzionare questo piano se continuiamo a litigare?”
“…hai ragione. Però sei tu che inizi sempre, minchia.”
“Guarda che questa volta sei stato tu a dire che lei era carina e lui no.”
“Ma perché è vero.”
“Ma porca minchia troia ladra eva cazzo culo non è assolutamente vero.”
“Deficiente.”
“Cretino.”
“Minchiona.”
“Coglione.”
Ci guardammo per un attimo per poi dire all’unisono: “Stiamo litigando di nuovo.”
Decidemmo di rimanere in silenzio per un po’, altrimenti avremmo rovinato tutto. Io e Zayn eravamo nati per litigare. Bastava che uno dei due dicesse anche solo ‘Che bella giornata’, e l’altro rispondeva con un ‘vaffanculo’.
Passammo 10 minuti senza dire una parola e, dopo essermi accertata che le acque si fossero calmate: “Zayn, posso chiederti una cosa?”
“Certo, dimmi.”
“Ecco, esattamente…che cazzo dobbiamo fare?”
In effetti io non avevo capito una minchia del suo piano. No un attimo, era lui che non mi aveva detto una minchia del suo piano.
“Ma quando parlo, a che cosa pensi?”
“A che arma usare per spaccarti le palle e darle in pasto al ciciarampa.”
Mi guardò attentamente negli occhi: “Ma chi è il tuo spacciatore? Davvero, mi interessa.”
“Stavamo parlando del tuo piano.”
“Forte?”
“Zayn.”
“Va bene, ok. Allora, quando usciranno da qui andranno al cinema e noi li seguiremo. E in qualche modo riusciremo a dividerli, facendo sedere Olivia accanto a me, e Harry accanto a te.”
Giurai di aver visto Zayn che si sfregava le mani come le mosche accompagnato da una risatina malvagia.
Abbastanza inquietante.
Ma non appena realizzai ciò che Pakistan mi aveva detto andai in iperventilazione. Sarei davvero stata vicino a Harry? Dio, dio, dio, dio dio, dio. Al mio Harry? Dio, dio, dio, dio, dio, dio. E Olivia sarebbe stata fuori dalla minchia? Dio, dio, dio, dio, dio, dio. C’era solamente un piccolo e insignificante problemino, ma insomma, una cosa da nulla.
“Come cazzo facciamo a scambiare i biglietti senza che loro se ne accorgano?”
“Tu devi solo stare zitta e sederti al tuo posto. Al resto, ci penso io.”
“Va bene. L’importante è che tu non faccia stronzate.”
“Ma le stronzate le fa tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Basta.”



 

 
 
 
VIOLA IS BACK, BITCHES.




Ciao bellezze asdfgh
Dio, 4 recensioni. No davvero, sono troppo contenta.  Grazie, grazie e grazie.
Siete fantastiche.
Ehm…..non so che scrivere. 
Ero convinta che la storia non piacesse cc
Ogni volta che leggo ‘una nuova recensione’ ho paura che sia negativa lol
Paranoica.
Vabbè allora al prossimo capitolo. Ciao ragazze basdfg
-il kebab di jawaad.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The cinema. ***


THE CINEMA.

 
 
 
 
 
 
Più tardi al cinema, riuscii a convincere Pakistan a pagare anche per me, promettendogli che la volta successiva avrei pagato io per lui.
Si, sto cazzo.
“Che film andiamo a vedere?” chiesi sperando fosse un film d’azione che spaccava di brutto, yo.
“Sorpresa!”
“Non conosco nessun film che si chiami ‘sorpresa’”
No davvero, avete mai sentito un film intitolato ‘sorpresa!’? Vorrei tanto sapere chi è il coglione che ha scelto di andare a vedere quel film. Sarà stata sicuramente Olivia, Harry non sceglierebbe mai una cosa del genere.
“Intendevo dire che è una sorpresa il film che andiamo a vedere.”
Ah.
 
Ero da sola. Seduta su quella fottuta poltrona. Ad aspettare qualche esimia testa di cazzo che si sedesse accanto a me. Di Harry, Olivia e Zayn non c’era traccia. E mi stavo leggermente incazzando. Ovviamente con Zayn e con Olivia, il mio piccolo, dolce e innocuo Harry non c’entrava nulla. Scommetto che erano stati loro a convincerlo a farlo entrare in ritardo, era ovvio.
Dopo l’ennesima sbadigliata, notai che c’era un bambino occhialuto davanti a me che mi fissava. 
Inizialmente sorrisi e guardai da un’altra parte sperando che si girasse, visto che non lo cagavo minimamente. Spiai con la coda dell’occhio e vidi che ancora lì, fisso. Aspettai altri minuti, ma non accennava a muoversi di neanche un millimetro. Iniziai a innervosirmi, e così decisi di fissarlo anche io, con un atteggiamento di sfida. Il figlio di buona donna era impassibile. Dopo un po’, essendomi rotta i coglioni: “Che hai da guardare, quattrocchi?”
Il pappamolle scoppiò a piangere e la madre, dopo avermi tirato due borsettate che andarono a colpire in centro il mio occhio destro, lo prese per mano portandolo più in là.
Che serata di merda.
No Viola no. Non sarà una serata di merda. Tu ti siederai vicino a Harry, non sei contenta?
Dai, ci vuole pazienza.
 
La sala si fece buia, segno che il film stava per iniziare. E io ero ancora da sola. Stavo per chiamare Zayn, quando qualcuno si sedette accanto a me.
Minchia, era ora.
Ommioddio, ma era Harry.
Ommioddio Viola, ommioddio. Calma Viola, ommioddio, ommioddio.
Le nostre spalle si sfiorarono. Ommioddio Viola, ommioddio. Calmati, calmati.
Poco dopo sentii una voce abbastanza vicina al mio orecchio che mi fece rabbrividire: “Ehi, mi hanno detto che sarei dovuto venire qui.”
Dio, che voce secsi Harry.
“Dio, che voce secsi.”
Cazzo.
Che esimia testa di cazzo.
Sei una grandissima testa di cazzo, Viola.
Che figura di merda.
Sentii uno sghignazzo, e poco dopo qualcosa di morbido sfiorò la mia guancia, per poi passare a mordicchiare leggermente il lobo dell’orecchio.
…………………..
GENTE STASERA SI FA SESSO. STAPPATE LO SPUMANTE, QUEL CAZZO CHE VOLETE, IO FARO’ SESSO IN UN CINEMA. Il che è abbastanza trasgressivo, no?
“Dio ispiri troppo sesso, Harry.”
Sentii che si avvicinava di nuovo a me, ma ad un tratto si bloccò. Ma porco cazzo proprio nel momento più bello? Che minchia di problemi hai Styles? Fijo de putàn.
“Harry?” chiese confuso.
E che cazzo, non ti chiami così? Adesso sto pirla non sa manco come si chiama. Ma non poteva baciarmi e poi dimenticarsi il nome? Cazzo minchia.
“Io sono Zayn.”
Eh si, adesso si inventa pure un altro nome. Ma guarda te.
No un momento cosacocosacosa?
“Che cosa?!”
“Viola?”
“Si cazzo, sono Viola!”
“Ma porca troia. Ero convinto fossi Olivia!”
“E io ero convinta che tu fossi Harry. Fanculo Malik, è solo colpa tua.”
“Colpa mia? Ma che cazzo stai dicendo?!”
“Si, è solo colpa tua, cretino d’un deficiente mongolo fetente.”
“Sei tu che sei una testa di minchia.”
“Ssssssht” si lamentò tutta la sala.
“Ma vaffanculo!” Dissimo all’unisono.
 
5 minuti dopo eravamo fuori dal cinema. Erano venuti a prenderci e a buttarci fuori a calci in culo.
Tutta colpa di Malik.
Per tutto il tragitto in macchina nessuno dei due parlò.
Quando arrivammo, parcheggiò davanti a casa nostra. Cioè, davanti a casa sua e casa mia, visto che erano attaccate. Si, ok.
“Che serata di merda.”
“Concordo.”

 
 
 
 
  
EEEEEEEEEEEEEEEH SEXY MALIK. 
Ciao ragazze sdfgh
C’è, 8 recensioni. Sono troppo contenta, grazie davvero.
Grazie. Siete tutte fantastiche. Tu, tu, tu, Olivia tu no. *Alla Gianni Cyano*
Comunque, sto capitolo fa un po’ cagare lol
Un po’ tanto.
C’è….vabbò. Spero che vi piaccia, ci tengo davvero.
Sciao bele sdfgh
-il kebab di jawaad.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Don't call me Pakistan. ***


 DON’T CALL ME PAKISTAN.

 
 
 
 
 
 
“Metti queste nella tasca della sua felpa.”
Zayn mi consegnò un paio di slip rosa in pizzo. Anzi, più che slip sembravano un filo interdentale.
Ommioddio.
Le buttai a terra schifate: “Ma ti sei rincretinito?!”
“Ma sei scema? Guarda che funzionerà.”
“Senti pakistan, passami sopra con un trattore cantando a squarciagola ‘spaco botilia’, buttami in una fogna insieme ai cugini di campagna, fai quello che vuoi. Ma non prenderò mai in mano queste cose. Cioè, che schifo. Porco giuda sono usate, magari fresche di questa notte, e…”
“Deficiente sono pulite.”
Oh. “Oh.”
Dai, qualcosa aveva nel cervello.
Qualcosa.
Pakistan mi diede una spinta: “Ora muoviti.”
“Non permetterti di trattarmi così.”
“Ti tratto come meriti.”
“Vaffanculo.”
“Ma vacci te, col tappo in culo.”
“Sei una testa di cazzo.”
“E tu di minchia.
Mi oh, che palle. Sempre a litigare.
Presi gli slip e mi avvicinai alla felpa di Harry, che in quel momento era appoggiata su una sedia dell’aula di scienze. Gliele misi in tasca, e tornai da Zayn.
Missione compiuta.
Ho sempre voluto pronunciare quella frase, volevo verificare di persona ciò che Tom Cruise provava quando lo diceva.
Missione compiuta.
Dio, che figata. Ti senti potente, perché hai compiuto una missione che ti era stata affidata.
Missione compiuta.
“Pakistan, posso farti una domanda?”
“Se d’ora in avanti non mi chiamerai più Pakistan, si.”
“Oh ma andiamo, serve a sottolineare le tue origini pakistane. Cioè, metti che qualcuno ti si avvicina e ti ordina di dargli il portafoglio mentre ti minaccia con una pistola. Tu gli dici ‘sono pakistano’ e vedi che questo se la svigna a gambe levate. Oppure se è uno spaca botilia come te, ti svelerà che la pistola in realtà è un giocattolo e ti darà il cinque dicendo ‘ehi brò’ per poi tirarti un pugno amichevole sulla spalla.”
“Cannabis?”
“No, sono nata così.”
Il pakistano sghignazzò mordendosi il labbro inferiore e aggiustandosi gli occhiali.
Ommioddio no, non farmi questo Malik. Dio, quanto era bello.
“Quel era la domanda?”
La sua domanda, che chiedeva quale fosse la mia domanda, mi risvegliò dai miei pensieri profondi.
“Le mutande che mi hai dato prima erano tue?”
Non vi sto a descrivere quella che fu la sua reazione.
 
“Oh andiamo Pakistan, sei ancora arrabbiato con me?”
Nessuna risposta.
“Pakistan.”
Niente.
“Zayn!”
“Sì?”
Hai capito lo stronzo? Non voleva farsi chiamare pakistan. Ma poi non so nemmeno perché, pakistan è un nome fantastico. Credo che chiamerò mio figlio pakistan. Pakistan Styles. Pakistan Styles? Sta proprio di merda. Sembra uno stile di vita pakistano. Quindi a questo punto l’unica via è quella di cambiare nome al bambino. Nah, farò cambiare cognome a Harry.
“Perché hai reagito così? Guarda che era una battuta.”
“Lo so che era una battuta ma…mi sono girate la palle.”
Secondo me aveva il ciclo.
“Secondo me hai il ciclo.”
Botta.
“Ahi!” Mi lamentai massaggiandomi il braccio. Porco mondo pakistan, ti sai difendere anche senza svelare le tue origini, complimenti.
“Ma se ti ho appena sfiorata!”
“Ma vaffanculo pakistan.”
Mi fulminò con lo sguardo, e iniziai a indietreggiare paurosa. Dio, faceva proprio cagare in mano.
Ad un tratto vidi che si bloccò. Osservava un punto a destra, guardai dalla stessa parte e vidi Harry e Olivia che parlavano con attorno una massa di ragazzi. Lei aveva in mano gli slip che avevo messo nella felpa di Harry, e discuteva animatamente.
Il piano aveva funzionato.
La missione era davvero stata compiuta.
Missione compiuta.
Dio, che figata.
“Stanno…discutendo?” sussurrai senza distogliere lo sguardo.
“Si.” sussurrò zayn con un velo di felicità nella voce.
Ci guardammo in faccia e ci abbracciammo come due deficienti a cui avevano appena detto che avevano superato l’anno, dopo aver iniziato a studiare a maggio.
Subito dopo però ci staccammo facendo finta di niente, lui si pettinò il ciuffo e io mi misi a posto la maglia schiarendo la voce.
Tornammo a guardare Harry e l’altra, ma si stavano abbracciando.
COME SI STAVANO ABBRACCIANDO?!
Mi attaccai al braccio del pakistano deglutendo rumorosamente: “Ti prego, dimmi che è una mossa di Olivia per tentare di distrarre Harry e strozzarlo quando meno se l’aspetta.”
Anche il moro deglutì rumorosamente: “E’ una mossa di Olivia per tentare di distrarre Harry e strozzarlo quando meno se l’aspetta.”
I due si allontanarono mano nella mano.
Che cosa? L’aveva perdonato?
Senti Olivia, va bene che sei bella, gnocca, secsi, simpatica, non me, insomma quel cazzo che vuoi, ma sei proprio una grandissima cogliona. Ma voglio dire, se io avessi trovato un paio di mutande nella tasca della felpa del mio ragazzo gli sarei saltata addosso e gli avrei staccato le palle a morsi, per poi imbalsamarle e spacciarle per i maroni di un gatto persiano per venderle a qualche collezionista di parti del corpo di animali. E questo come minimo.
Quando sparirono dalla nostra vista, Zayn gridò: “Ma vaffanculo!”
“Sai, dicono che il cioccolato aiuta a distrarsi dal nervoso che provoca il ciclo mestruale.”
Altra botta.

 
 
 
 
 
 
EEEEEEH ……non so che scrivere.

But loving him was red. Non è stupenda quella canzone? asdfg
11 recensioni. Dio, grazie mille. Spero che piaccia davvero questa storia.
Sono contenta asdf
Ehm…beh, che dire. Che fantasia il titolo, eh?
Non sapevo che scrivere.
Vabbò, ci vediamo al prossimo capitolo.
Vi ringrazio in anticipo.
Ciao splendori asdf.
- il kebab di jawaad.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Pakistan saved me. ***


Oh gente, sono riuscita
a mettere il banner.
C'è ma non è fighissimo?
Dio, che cosa fantastica.

 

(By directioner1994)








 

 PAKISTAN SAVED ME.

 
 
 
 
 
 
 
“Ora vai da lui, e presentati.”
“No, non ce la faccio.”
“Oh avanti, non è difficile!”
“Per te non è difficile! Insomma, tu basta che vai lì, ci flerti un po’, e dopo due secondi te la sbatti come un panno bagnato. Con me non è la stessa cosa.”
“Come un panno bagnato, ma cosa…? Comunque. Non è difficile porca puttana, gli vai addosso facendo finta che sia per sbaglio, e poi, dopo avergli chiesto scusa sfoggiando un sorriso provocante, per quanto tu possa riuscirci, ti presenti.”
Per quanto possa riuscirsi? Brutto troio. Lo avrei insultato, se non fossi stata troppo presa da ciò che avrei dovuto fare.
“Ma…ma…che gli devo dire quando mi presento?”
“Ma che cosa gli vuoi dire? Le fantasie erotiche che immagini sempre su di lui?”
“Ma quali fantasie erotiche? Tu ti inventi tutto.”
Inarcò un sopracciglio: “Trench…manette pelose…frusta…?”
…si, aveva ragione.
“Dai, ce la puoi fare.” Mi prese per le spalle sfoggiandomi uno dei suoi sorrisi che dovevano essere rassicuranti, e mi spinse verso Harry.
Dopo averlo maledetto in tutte le lingue del mondo, arrivai dietro a Harry. Dio, non l’avevo mai visto così da vicino. Guarda i suoi ricci…la sua schiena…il suo…
No, non ce la faccio.
Stavo per tornare indietro ma Zayn mi spinse contro di lui.
Fottuto bastardo.
Ghignò soddisfatto, e poi mi girai verso il riccio, che mi stava sorridendo confuso.
Ok Viola, dai, ce la puoi fare.
“Scusa, quel coglione mi ha spinta, mi dispiace.”
“Non preoccuparti.”
Mio dio, quanto era figo.
“Harry.” Allungò la mano verso di me.
La fissai per un bel pezzo, e poi la strinsi titubante.
Ommioddio avevo appena toccato Harry Styles.
Viola stai calma, stai calma. Ora devi solo dire il tuo nome, dai avanti, non è difficile.
“Trench.”
Occazzo. Viola sei una testa di cazzo. Sei una grandissima testa di cazzo. Un’esimia testa di cazzo. Anzi no, tu al posto della testa hai direttamente un cazzo. Si, Viola.
“Trench?”
Dio, che figura di merda.
“Uhm…volevo dire…trench, quella ragazza ha un bellissimo trench.”
Indicai un punto a caso e lui si leccò le labbra annuendo leggermente.
E adesso?
Dio, che situazione di merda.
Subito dopo sentii una mano cingermi il fianco e una voce: “Ehi Harry. Vedo che hai conosciuto Viola.”
Pakistan? Ommioddio, Pakistan mi ha salvato la vita.
Pakistan saved me.
Go Pakistan go!
Basta.
“Uhm si. Stavamo…parlando di trench.” Ghignò Harry.
Dio gente, troppa bellezza. Troppa perfezione racchiusa in un individuo, non è possibile questa cosa. E’ contro natura.
“Bene, allora noi andiamo - si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi - porcellina.”
C-cosa? No no no no no no no e no. Ma che minchia stava dicendo?
Accennò un saluto a Harry che rispose: “Zayn. Viola.”
Sorrisi a trentadue denti, e appena fummo abbastanza lontani mi liberai dalla presa di Pakistan e iniziai a prenderlo a parolacce: “Non so se offenderti per la spinta o per quello che hai appena detto e fatto adesso.” Ricordai con disgusto.
Pakistan sbuffò: “Perché invece non mi ringrazi? Per aver evitato di farti fare una figura da cogliona?”
In effetti aveva ragione, di nuovo. Dio mio Pakistan, ultimamente avevi sempre ragione.
Che cosa strana.
Ma questo non spiegava comunque il fatto per cui mi avesse chiamata ‘porcellina’.
Occazzo mi vengono i conati di vomito solo a pensarci.
“Ammetto che da quel lato hai ragione, si. Ma perché mi hai chiamata porcellina?” Appoggiai di nuovo una mano sulla bocca per evitare di vomitare il pranzo del battesimo.
Appoggiò le mani sulle mie spalle: “Senti Viola. Io non ti chiamerei mai ‘porcellina’, mai e poi mai. Neanche se davanti a me ci fosse un trattore che minaccia di salirmi e risalirmi sulle palle fino a che non si disintegrino. E sai che io ci tengo alle mie palle.”
Stetti ad ascoltarlo con sguardo indagatore. Dove voleva arrivare?
“Detto questo – continuò sedendosi davanti a me – non hai notato il modo in cui ti guardava?”
Ma mi guardava chi?
“Ma chi?”
“Eh chi. Mio nonno Viola, mio nonno.”
Suo nonno era qui a scuola? Cosa? Ma come avevo fatto a non notarlo? Insomma, un pakistano si nota subito. Ma a parte questo, quanti anni avrebbe dovuto avere? I casi erano due: o aveva messo incinta una quando aveva circa un anno e mezzo, oppure era stato bocciato un sacco di volte.
“Ma esattamente. Tuo nonno, quante volte è stato bocciato?”
“Viola, parlavo di Harry.”
Ah, ora tutto aveva un senso.
“Comunque si, ho notato il modo in cui mi guardava. E’ lo stesso modo in cui io guardo il mio gatto quando ha appena sfornato sul mio tappeto preferito una merda della grandezza tale da poter costruire una casetta per uccelli.”
“Non è affatto vero. Ti stava mangiando con gli occhi.”
Che cosa? “Che cosa?”
“Si.”
“Ma se sta con Olivia!”
“Mia piccola, dolce, innocua Violetta. Devi capire che un ragazzo, anche se al momento è impegnato con un’altra ragazza, ha sempre voglia di una trombata selvaggia.”
Si questo è vero. E’ roba da bastardi insensibili maschilisti ma è tutto vero, si. Quello che non capisco è, perché me? “Si, ma perché me?”
“Perché ti ha vista con me.”
Oh Zayn, non dovevi. Insomma, so di essere secsi, ma…un momento. “Con te?”
“Si, Viola. Avendoti vista con me ha pensato automaticamente ‘Uao, se Zayn se la passa allora è più figa di quanto pensassi.’ E vedrai che ora inizierà a ronzarti intorno.”
“Menomale che le strane eravamo noi ragazze.”
“Ssst, zitta Viola, zitta.”
“Perché devo stare zitta?”
“Perché sei insopportabile. Ogni volta che apri bocca mi viene voglia di menarti.”
“Pezzo di merda secca, non si mettono le mani addosso alle ragazze.”
“Perché, tu sei una ragazza?”
….
Ok, questa volta aveva vinto.
“Fanculo.”
“Viola ma ti rendi conto che siamo perennemente a litigare? Sei sempre la solita infantile del cazzo che insulta tutti.”
Si allontanò, ma prima di sparire dalla mia vista: “Fanculo pure a te comunque.”
 

 
 
 
 
WEEEEEEEEEELAZ.
29 recensioni. 
Non ce la faccio ragazze. Sono troppo contenta, troppo.
Siete davvero spassose e gentilissime. Grazie.
Mi oh, non so che dire.
Tornando  a noi, finalmente Viola conosce Harry eh. Mondo cane, dopo 15 anni.
Viola sei una cogliona.
Nel caso vi fosse chieste se ho un debole per i trench…si, ho un debole per i trench.
Ehm…volevo dire un’altra cosa ma non mi ricordo più.
Ah si. No, cavolo no.
Oh si, ecco. Allora, il prossimo capitolo è un po’ hot.
Hot…diciamo che è diverso dagli altri lol
Finalmente il kebabbaro si decide di confondere un po’ Viola.
Basta, vi sto dicendo troppo.
Vabbò, al prossimo capitolo allora.
Che posterò l’anno prossimo.
Ok basta.
Buon anno ragazze, tanti auguri asdfg
- Il kebab di jawaad.
(Menghia, è lunghissimo questo…come si chiama, spazio autrice? Bo.)




 


 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** RIP ovaries. ***



(by directioner1994)








 R.I.P OVARIES.

 
 
 
 
 
 
 
Eravamo in camera mia, a complottare su Harry e la pu…oco di buono.
Ma d’un tratto, mi venne in mente una cosa.
Era da un po’ che ci pensavo. Insomma, non che mi interessasse eh, però volevo chiederglielo.
Semplice curiosità.
E…un po’ mi imbarazzavo.
“Zayn.”
“Viola.”
“Posso chiederti una cosa?”
Rispondi no, rispondi no, rispondi no.
“Ma certo.”
Oh, fanculo Malik.
“Ecco…”
Mi incitò a continuare, ma poi si fermò di colpo: “No Viola, non ho voglia di scopare.”
Non sapevo se rimanere sorpresa per ciò di cui mi avesse appena accusata, oppure per il fatto che non avesse voglia di scopare.
Decisamente la seconda.
“Non hai voglia di scopare?”
“Con te no.”
Ah ecco, mi sembrava strano. Brutto stronzo.
“Dai, stavo scherzando.” Aggiunse.
Uhm…avevo perso il filo. “Ma riguardo a cosa?”
“Riguardo al fatto che non volessi scoparti.”
Spalancò gli occhi solo quando si accorse di ciò che aveva detto. E non appena realizzai, anche i miei si spalancarono automaticamente.
“Nel senso…”
“Mio piccolo, dolce, ingenuo e innocuo Malikino. Hai ammesso che Viola Hastings è secsi.”
“Che cosa?”
“Che cosa, che cosa?”
“Come che cosa che cosa? Insomma, che cosa?”
“Ma cosa?”
“Cosa?”
“Ma cosa cosa?”
“Oh porca miseria.”
“Hai detto che vorresti scoparmi.”
“Tu non dovevi farmi una domanda?”
Tsk, cercava di cambiare discorso. Tanto oramai l’aveva detto.
“Non è importante adesso.”
“Ma io non ho detto che…”
Lo guardai.
Mi guardò.
Sospirò, come per mantenere la calma: “Io non ho detto questo.”
Lo guardai.
Mi guardò.
“E va bene porco cazzo, un pensierino su di te lo farei, e anche volentieri. Se non fosse ovviamente per il carattere di merda che ti ritrovi.”
“Mi stai dicendo che scopi le ragazze in base al carattere? Ma per piacere Malik, ti scoperesti anche uno scoiattolo. Basta che respiri. Anzi, per te potrebbe anche non respirare.”
“Stai insinuando che sono un puttaniere?”
“Certo che no. Assolutamente no. Mai pensato, non lo penso, e mai lo penserò. No, affatto.”
“Sei una stronza.”
“Si, forse hai ragione. Ma ammettilo che muori dalla voglia di saltarmi addosso.”
Si stava agitando.
Dehe, malikino era nella merda.
“Che cosa?! Io… - sospirò, di nuovo – guarda che anche tu non sei da meno.”
Io? Cazzo c’entro io? “Io?”
“Si, tu. Sbaglio, o qualcuno tempo fa mi aveva detto che ispiravo sesso?”
“Beh si, tu ispiri sesso, e anche tanto, però…”
O cazzo.
Ma Viola.
Proprio adesso che ce l’avevi in pugno.
Si girò immediatamente: “Che hai detto?”
“Ma chi?”
“Tu.”
“Io?”
“Si, tu.”
“Che ho detto?”
“Quello che hai detto.”
“Che cosa?”
“Tu, hai detto una cosa.”
“Non è vero.”
Si morse il labbro inferiore ghignando: “Tanto ti ho fottuta, Hastings.”
Azz.
Mi aveva spenta.
Mi aveva trasformata in un’abat-jour apposta per spegnermi.
Ok, questa faceva pena.
“Maddai. L’ho detto solo per fare un piacere a Harry.”
Inventai la prima scusa che mi venne in mente.
E quella era una scusa molto stupida.
Insomma, la voce di Zayn era davvero secsi.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: “Quindi non ti faccio nessun effetto?”
Dio malik, sì che facevi effetto. Dio, se facevi effetto. E che effetto. Porco cazzo.
Appoggiò le sue labbra sulla mia guancia, poi mordicchiò leggermente la spalla e infine passò al collo.
Stavo impazzendo. Giuro che da un momento all’altro l’avrei sbattuto sul letto e l’avrei legato con delle manette pelose rosa. E poi ovviamente sarei corsa a prendere il mio amatissimo trench.
Fortunatamente prevalse il buon senso, e quindi trattenni le mie fantasie erotiche.
Grazie buon senso, grazie davvero. Sarei corsa in strada per incidere sul tronco di un albero ‘Viola + Buon Senso = forever and ever’.
I will always love you.
Tornando a noi. Ero talmente presa da Pakistan che le gambe mi cedettero, e per poco non caddi, se non fosse stato per le sue spalle, alle quali mi aggrappai.
Spalle, non palle.
In risposta, Zayn mi cinse saldamente i fianchi attirandomi a sé.
Bene. E adesso? Tutto era partito da una semplice domanda, che non avevo neanche fatto, e guarda dove eravamo finiti.
Il pakistano sghignazzava. Segno che si divertiva nel vedermi così agitata.
Stronzo.
Fissai le sue labbra, e morsi le mie cercando di trattenermi da quell’enorme tentazione.
Fanculo ormoni, fanculo.
In quel momento mi stavano simpatici come un profumo finito dopo aver appena prodotto il nuovo rifornimento per Al Qaeda in bagno.
“Ma guardati, sei praticamente ipnotizzata da me.” soffiò sulle mie labbra.
“Non sono ipnotizzata da te.”
“E allora perché non opponi alcuna resistenza?”
Altro sputtanamento.
Finalmente decise di staccarsi, e si sedette sul letto.
“E’ divertente vederti così.”
“Così come?”
“Eccitata.”
“Eccitata? Ma per favore.”
“Andiamo, ti si leggeva negli occhi che da un momento all’altro avresti voluto legarmi al letto con delle manette pelose. E poi saresti corsa a prendere il trench.”
Ma com’è possibile? Quel ragazzo legge nella mente, è sicuro.
 

 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEH SECSI PAKISTAN.

Mi, è da un anno che non aggiorno.
36 recensioni. Dio, posso sposarvi?
Comunque. Ecco il capitolo hot.
Che, come vi ho già detto, non è che sia hot.
E’ solo un po’ più diverso dagli altri.
Ecco.
Ehm…alla prossima allora.
Sciao bele sdfgh

- il kebab di jawaad.










 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Fuck. ***







 

FUCK.  






 

“Harry, non raccontarmi stronzate.”
“Olivia, posso spiegarti.”
“Hai il segno del rossetto rosso sul collo, che cazzo mi vuoi spiegare?”
“Dio santo, fammi parlare!”
Le urla rimbombavano nel corridoio.
Giuro che questa volta io e Zayn non c’entravamo nulla.
…..e va bene ok. Forse avevamo combinato qualcosa. Forse.
Comunque se fosse successo qualcosa di grave, la colpa era automaticamente tutta sua.
“Ma farti parlare quando dove cosa?”
“Ma cosa quando dove cosa?”
“Ma come quando dove cosa?”
E continuarono così per un bel pezzo.
Ehi, i ragazzi erano fan accaniti dei soliti idioti.
Che grandi. Ho sempre amato quella serie. Zayn diceva che era inutile, e che era ovvio che a me piacesse perché ero un’idiota. Tsk, da che pulpito. No?
Anche lui era un idiota, esattamente come me. Ecco l’unica cosa che avevamo in comune.
Oddio, io e Zayn avevamo una cosa in comune.
Dopo essermelo annotata, tornai ad ascoltare i due poveretti, che nel frattempo avevano smesso di prendersi a ‘ma come quando dove cosa?’
“Chantal mi è saltata addosso senza motivo, ed io l’ho respinta.”
“E come spieghi il bacio sul collo?!”
“Prima di allontanarla, si è attaccata come un polpo!”
“E tu ovviamente l’hai lasciata fare!”
“Ma mi ha colto di sorpresa, insomma, ho realizzato dopo un po’ ciò che stava succedendo!”
“Sì certo Harry, certo.”
“Ti rendi conto di quello che stai dicendo?”
“Ma vaffanculo!”
Olivia si allontanò sculettando, sotto lo sguardo di metà east high.
Ovviamente i ragazzi fissavano il suo culo. E Zayn era uno di quelli.
Patetico.
Quando si svegliò dal trans, ci guardammo sorridendo malvagiamente e sfregandoci le mani come delle mosche.
Abbastanza inquietante.
Déjà vu.
 
 
Ero intenta nell’offendere in na’vi l’armadietto che non si decideva di aprirsi. Stavo per lanciare un’onda energetica, quando sentii una voce che avrei riconosciuto ovunque.
“Viola!”
Dì qualcosa, non stare lì impalata come una minchiona. Testa di cazzo minchia culo, dì qualcosa.
“Harry.”
Dai, meglio del trench.
“Come va?”
Come va? Diciamo che in questo momento vorrei saltare nuda per tutta la scuola con la gamba destra alzata e la benda sugli occhi ripetendo ‘gamberetti in salsa rosa’, salirei sullo shuttle per avvicinarmi alle nuvole e costringerle a cagare neve per poi tornare qui giù e rotolarmici dentro fino a diventare un pezzo di ghiaccio. Per non parlare delle mie ovaie. Sono al settimo cielo. Anzi no, che settimo cielo, ottavo cielo, cazzo culo. Se potessero salterebbero fuori e ballerebbero la conga insieme a Ryan Reynolds, gridando di tanto in tanto qualche ‘eh!’.
“Bene.”
Sorrise dolcemente spostando lo sguardo verso il mio armadietto: “Non riesci ad aprirlo?”
“No, porca puttanazza in calore. L’ho preso a calci, pugni, librate, niente, non succede niente. Penso che si possa solamente aprire con un piede di porco. Ma qui a scuola non c’è nessun piene di porco. Oh no, un momento, potrei sempre chiedere a Zayn di prestarmi un piede.”
Con un semplice pugno l’armadietto si aprì, ed io mi zittii, una volta per tutte.
Figura di merda.
Il riccio sghignazzava.
Ma ero così ridicola? ‘Sto qui rideva. Zayn rideva. Mia madre rideva. Il postino rideva. Il macellaio rideva. Il cartolaio rideva. Tutti ridevano. Eccheccos’è.
“Grazie.” Gli sorrisi.
Viola, non gli avevi chiesto come stava.
Testa di cazzo.
“E tu come stai?” continuai.
“Oh sì, io molto bene, grazie. E proprio poco tempo fa è successa una cosa fantastica.”
Che fosse felice per ciò che era successo con Olivia? Sembrava strano…però in effetti la discussione era avvenuta poco tempo prima. A che cosa poteva riferirsi d’altro?
Magari era felice perché se l’era levata dai coglioni e ora poteva finalmente dichiararsi a me.
Aw, che dolce.
“Ho fatto pace con la mia Olivia.”
Oddio mio, non sai da quanto aspettavo questo momento. Fin dalla prima volta che ti vidi all’asilo mi innamorai di te. I tuoi occhi mi fecero impazzire fin da subito. E ora…un momento, che cazzo ha detto?
“Hai…fatto pace?”
“Si, non trovi che sia semplicemente fantastico?”
Dio, era davvero felice.
“Oh…beh…certo, fantastico è una parola grossa eh…dehe…però…si…insomma…contenta sono te per, cioè, sono contenta per te, per voi ecco.”
Fuck.

 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH SECSI JAWAAD.
65 recensioni. Ma io muoio, davvero.
Grazie ragazze, grazie davvero.
Passiamo al capitolo.
Non è un granchè, lo so cc
Come già sapete, non sono molto portata per scrivere cose serie, infatti la scena del litigio di Harry e Olivia fa un po’ cagare lol
Comunque, secondo i miei calcoli alla fine della storia mancheranno credo…5 capitoli.
Mi sembra eh.
5 o 6.
Però ho già un’altra ff pronta.
Demenziale come questa, ovviamente.
Allora ci si vede al prossimo capitolo, sciao bele asdfgh
-il kebab di jawaad.



 




 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Someone irresistible. ***





 

 SOMEONE IRRESISTIBLE.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Hanno fatto pace.”
Non passò nemmeno un secondo, che Pakistan mi sputò tutta l’acqua in faccia.
Mi asciugai schifata, e poi continuai: “E stasera escono insieme.”
Di nuovo.
“E hanno fatto sesso.”
Un’altra volta.
Eccheccazzo Zayn, mo’ hai rotto. Mentre lui si disperava, strappai dalle mani di una primina una lattina di coca cola, e, dopo averle gridato ‘c’è crisi.’ la versai tutta addosso a zayn.
Ma quello non se ne accorse nemmeno. L’importante era che il ciuffo non si rovinasse.
“Dobbiamo essere più bravi, più furbi.” Disse fissando un punto in lontananza.
Ma che stava facendo? Ah, forse stava pensando. Si, credo di si. Erano talmente poche le volte in cui gli capitava.
D’un tratto i miei occhi si illuminarono: “E se invece fosse Harry a beccare Olivia con le mani nel sacco?”
“Cosa?”
“Si insomma, fino ad ora è stata Olivia a credere che Harry la stesse tradendo.”
“Ma vaffanculo Viola. Cazzo ma ti vuoi impegnare? Sei sempre lì a sparare stronzate. Pensa cazzo, pensa.”
Ma porco spino, era un’idea fantastica.
Stronzo.
Poco dopo si girò verso di me, come se avesse avuto un’illuminazione: “E se invece provassimo a far credere a Harry che Olivia lo stia tradendo?”
…stava scherzando, vero? “Zayn, fai sul serio?”
“Certo. E’ un’idea fantastica. Dio, che genio.”
Pezzo di stronzo.
Prima che potessi mandarlo definitivamente a fanculo: “Ma che è successo alla mia maglia?”
 
“Non credi di aver già riso abbastanza?”
No, ho pasta abbastanza.
Va bene, faceva cagare.
“Scusa, ma con questa maglietta sembra che tu stia di più sull’altra sponda.”
In seguito all’ ‘incidente’ con la coca cola, Zayn aveva dovuto chiedere in prestito una maglietta nell’ufficio degli oggetti smarriti, e della sua taglia era rimasto solamente un maglioncino fucsia con su hello kitty.
Però dovevo ammettere che non gli stava poi così male. Insomma, la maglia, pur essendo della sua taglia, era un po’ stretta, e quindi si vedevano bene i muscoli.
Arrapante anche con una maglia fucsia di hello kitty.
Suonava un po’ male si, lo ammetto, però…minchia oh.
Sghignazzò: “Si, in effetti. – tornò serio – se becco chi cazzo è quel pirla che mi ha versato la coca gli strappo le palle a morsi, lo giuro.”
“O le ovaie…” sussurrai.
“Cosa?”
“Nulla.”
“Bene, ora dobbiamo pensare a come incastrarli.”
“Basta che non mi fotti l’idea anche questa volta.”
“Oh ma che palle. L’idea è venuta a me, accettalo e basta.”
“Io non devo accettare proprio niente, sei tu che sei il solito minchione.”
“Ma ti rendi conto che stiamo litigando per questa stronzata? Dio, sei insopportabile.”
Io insopportabile? Ma dico, si era visto?
“Vaffanculo. Sei tu che provochi, io rispondo e basta. Mi sembra normale.”
Stava per ribattere, ma si fermò e sospirò: “Possiamo concentrarci Viola? Eh? Ce la facciamo solo per un secondo?”
Con quella faccia da ebete mi ricordava…sinceramente non so che mi ricordava, però aveva la faccia da ebete.
E glielo avrei anche fatto notare, se non fosse stato per la sua solita reazione poco piacevole.
“Va bene.”
“Oh, finalmente. Avevo pensato che Harry potrebbe beccare Olivia mentre bacia qualcun altro.”
“Si, ma chi? Olivia è molto presa da Harry, - e chi non lo sarebbe – non cederà facilmente a qualcun altro.”
“Già. Cazzo, dovremmo trovare qualcuno di veramente irresistibile.”
Irresistibile? Chi era irresistibile? Oltre a Harry, ovviamente.
Pensa Viola, pensa.
Pensa come non hai mai pensato.
Pensa a un prato pieno di rose rosse.
Pensa a Harry.
Pensa che ti metterai insieme a lui.
Pensa al fatto che ti insegnerà la riproduzione.
Pensa che vedrai il suo…
Ma certo!
“Tu!”
“Eh?”
“Tu Zayn, tu!”
“Io? Ma cosa?”
Minchia. Possibile che dovevo sempre spiegargli tutto?
“Deficiente che non sei altro, tu dovresti baciare Olivia.”
All’inizio era confuso, poi sembrò pensarci su, poi acconsentì, e infine mi guardò malizioso: “Mi trovi irresistibile?”
No cioè, spiegatemi. Avevo appena risolto il nostro problema, e lui pensava al fatto che io lo trovassi irresistibile.
Che coglione.
“Non ha importanza ciò che penso io, ma quello che pensa Olivia.”
“Lo so, ma la mia è semplice curiosità.”
Ah, fanculo curiosità del cazzo.
E adesso? Insomma, Zayn, come ho già detto, era davvero un bel ragazzo.
E poi gli avevo già detto che era scopabile, perché avrei dovuto dirlo di nuovo?
Stronzo.
“Beh…insomma…nessuna ragazza potrebbe rifiutare un tuo bacio.”
“E perché?”
Si mordicchiava il labbro sorridendo dolcemente. Dio.
“Ecchecazzo Zayn, tu sei tu. Cioè insomma guardati. Sei un figo.”
Ecco, glielo avevo detto.
Ora me lo avrebbe rinfacciato a vita.
Brava Viola, brava. Sei veramente fantastica. Tu sì che hai capito tutto della vita.
Continua così e andrai lontano.
Si sedette accanto a me ghignando, si avvicinò pericolosamente, e sussurrò: “Quindi se io ti baciassi, tu accetteresti?”
Ecco. Visto Viola? Testa di minchia.
Lo guardai negli occhi: “No.”
“E perché no?”
I nostri nasi si sfioravano.
“Perché mi fai schifo.”
Sorrise teneramente: “Anche tu mi fai schifo.”
Sorrisi abbassando lo sguardo.
Poco dopo scorsi in lontananza la figura di Olivia.
Questa volta ce l’avremmo fatta.

 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH…..
Mo’ basta, mi sono rotta di scrivere sempre ‘eeeeeh’
Per la nuova ff me ne devo far venire in mente un altro.
Comunque, 84 recensioni.
Non è possibile.
Grazie ragazze, grazie.
Siete fantastiche.
Grazie a chi ha messo la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite.
Grazie, siete tutte bellissime. Tu, tu, tu.
E’ troppo bello imitare Gianni Cyano lol
Comunque, ho fatto il conto esatto, e mancano 4 capitoli alla fine della ff.
Cioè credo, magari ho anche sbagliato lol
Devo rivederli ancora un pochino, però li ho già tutti pronti, anche perché fra pochi giorni inizia la scuola e non avrò più tempo cc
Mondo cane, scuola di merda.
Voi che cosa fate? Io scienze umane cc
Una palla unica. E’ interessante si, però è abbastanza complicata.
Uhm, ci vediamo al prossimo capitolo allora.
Sciao bele asdfg
-il kebab di jawaad.
















 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Oh.My.God. ***













 

 OH.MY.GOD.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Ehi Harry!” Mi affiancai al ben di Dio.
“Viola!”
Dio, quanto era bello quando sorrideva.
“Mi accompagni…ehm…di là?”
Di là? Ma Viola, ma cazzo.
“Veramente io…”
“Grazie, sei fantastico.”
Lo presi a braccetto e lo portai di corsa nel punto stabilito con Zayn.
“Ma perché andiamo così di corsa?”
“Perché mi…ecco…mi scappa la cacca.”
Scoppiò a ridere.
No comment.
Finalmente riuscii a scorgere due figure. Una era sicuramente Olivia. L’altra invece…beh, chiunque fosse il ragazzo, era sicuro che stesse più dall’altra parte. Cioè, guarda che maglioncino.
Oh, ma quello era Zayn.
Più tardi gli avrei detto che da lontano sembrava veramente una ragazza.
Sentii Harry sussurrare: “Ehi, guarda Oliv…”
Non fece nemmeno in tempo a pronunciare il nome, che Zayn saltò addosso a Olivia.
E lei infatti non si tirò indietro. Anzi, ricambiò alla grande.
Che gli avevo detto?
Brava Viola, a volte anche tu dici qualcosa di sensato.
Certo che però Zayn quando baciava si impegnava eh, maronn.
Chissà come baciava bene.
Ehm cioè…nel senso.
Ok Viola, smettila.
“Olivia!” Gridò Harry in preda alla disperazione.
L’interpellata si girò immediatamente e spalancò gli occhi.
“Ma che stai facendo?!”
“Io, beh….”
Il riccio rise nervosamente: “Menomale che ero io a tradirti.”
“Harry no, non è come pensi tu, lui…”
“Lui cosa?!”
“Mi stava aiutando a…”
“Ma a fare cosa quando dove?”
Oh cazzo no, ci risiamo.
“Lui…”
“Ma come dove quando cosa come quando?”
“Ma cosa quando come dove quando cosa?”
“Ma dove cosa come quando?”
“Ma quando cosa come dove?
“Senti, facciamo la finita.”
“Si.”
“Io intendo che fra noi due è finita.”
“Anche io.”
Ah però, sfacciata la ragazza.
Un momento. COSA COSA COSA COSA?!
Fra di loro è finita?
Ommioddio, ma allora…
“Bene.”
“Bene.”
E si allontanarono: Olivia da una parte e Harry dall’altra.
Lei ovviamente continuava a sculettare.
Pakistan mormorò incredulo: “Ce…ce l’abbiamo fatta.”
Deglutii rumorosamente osservando Harry in lontananza: “Ce l’abbiamo fatta?”
I nostri sguardi si incrociarono: “Ce l’abbiamo fatta.”
“CE L’ABBIAMO FATTA!”
Gente, ci eravamo riusciti.
Missione compiuta.
Dio, che figata.
 
 
Passarono mesi da quel giorno, ed Harry e Olivia non tornarono più insieme.
In compenso però, Olivia si mise con Zayn, e Harry si mise con…me.
Anche se ogni tanto mi tornava in mente il modo spregevole e schifoso in cui avevamo ottenuto il nostro scopo, stavo bene. Stavo bene perché finalmente, dopo 15 lunghi anni, ero riuscita a stare insieme al mio Harry. L’unico problema era che io e Zayn ci sentivamo molto raramente. E devo dire la verità, mi sentivo un po’ vuota. Mi mancavano le sue battute, il suo sorriso, la sua risata. Era diventato una specie di migliore amico per me.
E mi mancava davvero tanto.
 
“Ehi Viola, ottima notizia!”
Ecco Harry che, in tutto il suo splendore, si avvicinava a me sorridendo a 32 denti.
O mai god.
Dopo aver calmato le ovaie che avevano iniziato a tremare : “Tom ci ha offerto una stanza, passeremo la notte qui insieme.”
Tom? Ma chi cazzo è Tom? Bene. Ero ad una festa in un hotel di lusso, e non sapevo manco di chi era.
Minchia Viola, spacchi davvero i culi eh.
Dio, che pena.
No, un momento. Che aveva detto Harry?
Avremo passato la nott…
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò malizioso: “Questa notte ti insegnerò la riproduzione, babe.”
Cos…ma…c’è….uhm…Vio…Har….nott…ins….lett….occazzo.
GENTE STASERA SI FA SESSO. STAPPATE LO SPUMANTE, QUEL CAZZO CHE VOLETE, IO FARO’ SESSO IN UN HOTEL.
Déjà vu.
Dopo essermi assicurata che stessi parlando veramente con Harry, e non con…
Zayn! Dov’era Zayn? Sicuramente c’era, figuriamoci se quel minchione saltava qualche festa.
Non passarono nemmeno due secondi, che qualcuno mi venne addosso facendomi cadere a terra. Portava sfiga pensare al kebabbaro, oh.
Dopo essermi massaggiata il culo, mi alzai immediatamente per offendere quella gran testa di cazzo: “Ma si può sapere che cazzo stavi…”
Strizzai bene gli occhi, e mi ritrovai davanti Zayn.
Ommioddio Jawaad.
“Pakistan!”
“Violetta!”
Ci abbracciammo come due deficienti a cui avevano appena detto che avevano superato l’anno, dopo aver iniziato a studiare a maggio.
Subito dopo però ci staccammo facendo finta di niente, lui si pettinò il ciuffo e io mi misi a posto la maglia schiarendo la voce.
Altro déjà vu.
Ma quanti cazzo di déjà vu ci sono?
Neanche il tempo di parlare, che si avvicinò una ragazza dai lunghi capelli biondi, ubriaca marcia.
Olivia.
“Ehi tesoro, io…- mi guardò e mi puntò un dito contro – Io ti conosco.”
 Dio. Trattenetemi dalla voglia di prendere un piede di porco e prenderla a sprangate sulle tette per vedere se si sgonfiano o rimangono intatte.
“Azzurra!”
La guardai passiva per 5 minuti, per poi guardare Zayn: “Zayn mi presti un piede?”
“Si chiama Viola.” Puntualizzò Pakistan.
Go Jawy, go.
“Ah si Viola…vabbè, fa lo stesso. Come stai? Cavolo, sei bellissima!”
E mi si buttò addosso cercando di abbracciarmi.
“Oddio Olivia, scrostati di dosso. Zayn portamela via, ti prego.”
“Va bene, la porto in camera.”
In camera? Anche loro sarebbero rimasti qui per la notte? Massì dai bravo Tom, invitiamo gente a caso, si. Epporcocazzo.
Sicuramente quei due avrebbero trombato come conigli quella notte, e io avrei dovuto ascoltare i loro versi di accoppiamento. No, non ci sto. Eccheccos'è.
Tom di merda.
Anzi no, che mi lamento a fare? Tanto anche io e Harry quella notte avremmo trombato come conigli.
Oddio, dopo 16 anni avrei avuto una lezione privata di educazione sessuale da parte di Harry, il mio ragazzo.
Il mio ragazzo.
Harry era il mio ragazzo.
Fa strano dirlo, eh?
Mentre Zayn si allontanava con Olivia caricata su una spalla, riuscii a sentire lei che lo chiamava ‘orsacchiotto.’
Dio, che schifo.
Conati di vomito.
In che cosa lo aveva trasformato. Chiunque avesse chiamato ‘orsacchiotto’ lo Zayn che conoscevo io, sarebbe stato preso a sprangate sulle palle. Oppure, nel caso di Olivia, sulle ovaie.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Ragazze asdfg
97 recensioni, dio.
Grazie, grazie davvero tanto.
Mi oh, stavo pensando, ma la coppia di Zayn e Viola, sarebbe Ziola? Soffoco.
Vi è piaciuto il capitolo? A me non convince molto.
Non sono brava a descrivere momenti seri, penso l’abbiate capito.
Ehm…aluraz, la storia è quasi finita cc
In compenso però c’è questa:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1524549&i=1
Se passaste mi fareste un grandissimo favore cc
Sciao bele, al prossimo capitolo.
-Il kebab di jawaad.
 



 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Am i in love? ***


 






AM I IN LOVE?


 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ero seduta a un tavolino ad aspettare Zayn, quando una ragazza dai lunghi capelli mori si avvicinò  a me: “Viola? Oddio santo da quanto, ma come stai?”
La abbracciai e la baciai sulle guance: “Puttana vacca, da troppo tempo. Io sto benissimo, e tu tesoro?”
Parlai per un po’ con quella ragazza, e non appena se ne andò, Zayn mi raggiunse sedendosi davanti a me: “Chi era quella ragazza?”
“Ah non ne ho la minima idea.”
No davvero, mai vista in vita mia. Solo che era venuta a salutarmi, come potevo dirle ‘chi cazzo sei?’ ?
Ghignò: “Oh bene. Allora demente? Tra te e Harry?”
Stavo per insultarlo in una lingua mista fra aramaico antico e arabo, che ancora non era stata decifrata, ma appena nominò ‘Harry’ mi risvegliai.
“Uhm, si. Bene. Anzi, molto bene. Ma che dico, moltis…”
“Si, ho afferrato il discorso.”
Stronzo, era lui che me l’aveva chiesto. “Sai che odio essere interrotta, coglione.”
“Ma tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Mi sei mancata.”
Sorrisi: “Anche tu, non immagini quanto.”
Eccheccazzo, Zayn mi era mancato davvero tanto.
Pur sapendo che era un grandissimo coglione, quando stavo insieme a lui il mio umore cambiava improvvisamente. Se ad esempio fossi venuta a sapere che Ryan Reynolds e Scarlett Johansson fossero tornati insieme, e in quel momento ero insieme a Zayn, me ne sarei fottuta alla grande. Anzi, sarei anche stata felice per loro.
Era una sensazione strana.
Oltretutto molto strana, perché odiavo davvero quei due come coppia.
E ve l’avevo anche già detto, si.
 
Passammo tutta la serata seduti a quel tavolino, a parlare del più e del meno. Mi trovavo bene con lui, troppo. Potevo dire qualsiasi cosa mi passasse per la mente senza aver paura di fare qualche casino, com’era solito da parte mia visto che pensavo solo stronzate.
Parlammo di quando lui mi suggerì l’idea di separare Harry e Olivia, di quell’enorme figura di merda al cinema, degli slip nella felpa di Harry e della prima volta che parlai con lui, del bacio di Chanel sul suo collo, del maglione di hello kitty, e della litigata decisiva fra di loro.
Ricordammo tutti i momenti passati, ma c’era una cosa di cui non avevamo parlato. Ed io non avevo osato farne parola.
Quel pomeriggio a casa mia.
Quando le mie ovaie morirono, ma riuscirono tuttavia a sopravvivere.
“Ti ricordi quel pomeriggio a casa tua?”
“Quando le mie ovaie morirono, ma riuscirono tuttavia a sopravvivere?”
Mi guardò passivo, mentre io sarei corsa a prendere una pala per scavare una buca e sotterrarmici dentro per il resto della mia inutile vita.
“No, non mi ricordo. Perché?” continuai senza distogliere lo sguardo.
Dopo 2 minuti, scoppiò a ridere.
Coglione. Era il suo compleanno? No. E allora che cazzo se rideva?
“Che cazzo ridi?”
“E’ il mio compleanno.”
Come era il suo compleanno? Lo guardai confusa, e poi lui continuò: “Stavo scherzando.”
Ah. “Ah. Ma perché ridevi? Guarda che quel pomeriggio è stato traumatico per me.”
“Traumatico? Oh avanti, ci sono ragazze che pagherebbero dell’oro per passare giornate intere insieme a me, come hai fatto tu.” Mi rinfacciò con un sorrisetto soddisfatto.
“Dio mio, che tristezza. Quelle ragazze non sanno ciò che non si perdono.”
Inarcò le sopracciglia. “Che vorresti dire?”
Marò, quanto era secsi con quell’espressione. Era talmente secsi, che rimasi a fissarlo per un po’ con una faccia da ebete. 
E lui se ne accorse. “Scommetto che stai pensando a quanto sia secsi con le sopracciglia inarcate.”
Checcazzo.
“Nah.”
“Io dico di si.”
“No.”
“Si.”
“No.”
“Si.”
“La smetti di rompere i coglioni?”
“E tu vuoi ammetterlo, minchiona?”
“Ma minchiona tua nonna.”
“Ma la tua.”
“Non ti permettere di insultare mia nonna.”
“Sei stata tu la prima ad insultare la mia.”
“Vabbè, ma tu non dovevi tirarla in ballo.”
“Sbaglio, o è un déjà vu?”
Ma quanti minchia di déjà vu ci sono in questa storia? Maronn.
“Mi mancavano le nostre litigate.”
“Anche a me.”
Sorrisimo entrambi.
 
 
Passammo un’altra buona mezz’ora a chiacchierare, e d’un tratto urlai al barista: “Oh Gianni, portaci un’altra bottiglia.”
“Ragazzi mi dispiace, il bar sta chiudendo.”
“Dai Gianni, fa un’eccezione per noi.”
“Non posso, anche perché se vi dessi retta, mi scolereste tutto il bar. E poi porca puttana, perché mi chiami Gianni?” Sbuffò e, dopo aver chiuso il bar, se ne andò.
“Dio, come sono maleducati i baristi di oggi.” Sospirò Zayn.
“Già. E poi il nome Gianni gli si addiceva molto.”
“Viola che ne dici se andiamo in camera? Si è fatto un po’ tardi.”
“Certo.”
 
Zayn mi accompagnò fino alla porta della mia camera. Era strano da parte sua essere così gentile, molto strano.
“Allora…”
“Mi sono divertita.”
Sorrise: “Anche io, molto.”
Ci guardammo un momento negli occhi, poi si avvicinò e mi circondò il collo con le braccia, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
Nel momento in cui ricambiai l’abbraccio, sentii una scia di brividi passare per tutta la schiena.
Ma che cavolo succedeva? Che mi fossi…?
Nah. Era geneticamente impossibile. Sarà stato sicuramente l’effetto dell’alcohol.
Però non ne avevo bevuto molto….
“Allora…. a domani.”
“Si, buonanotte.”
“Notte.”
Ok, la situazione stava iniziando a farsi imbarazzante. Nessuno dei due accennava ad allontanarsi.
Quando finalmente riuscimmo a staccarci, lo guardai negli occhi e notai qualcosa di diverso nel suo sguardo.
Non lanciava nessuna frecciatina maliziosa, com’era sua solito. Era…dolce.
Poco dopo Zayn avvicinò il suo viso al mio e fece combaciare le nostre labbra. Sapevo che era la cosa sbagliata, sapevo che dovevo staccarmi da lui. Ma, per qualche strana ragione, non ci riuscivo.
“Sarà meglio che vada.” Sussurrò allontanandosi di poco da me.
“Si…ci…ci vediamo…si.”
Entrai in camera mentre Zayn si allontanava lungo il corridoio.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEH.
114 recensioni. Mai gosh.
Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie.
Siete tutte bellissime.
Comunque, finalmente sti due deficienti hanno limonato.
Eccheccazzo era ora.
Ehm…gente, ancora due capitoli e la storia finisce.
Forse farò anche l’epilogo, quindi in questo caso mancherebbero tre capitoli alla fine.
So contare, visto? Spacco i culi, yo.
Voi che dite, dovrei fare l’epilogo?
Vabbò, al prossimo capitolo. Sciao bele asdfgh
- Il kebab di jawaad.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** It was a mistake. ***




















IT WAS A MISTAKE. 







 


 

‘Perché avevo voglia di rifarlo?’ Questa domanda continuava a fracassarmi i timpani e le ovaie.
Mi sedetti sul divano appoggiando il mento sulla mano destra, ma una voce interruppe i miei pensieri: “Ehi bellezza.”
Mi girai lentamente e vidi Harry  in boxer che mi guardava con uno sguardo talmente provocante, che anche un coniglio si sarebbe sverginato sul colpo. Giuro che per un momento mi era sembrato di aver sentito le ovaie che intonavano ‘Die young’ di Kesha.
Dio, avevo completamente scordato Harry. E adesso?
Mi passai una mano fra i capelli sospirando, e Harry si sedette accanto a me poggiando una mano sulla mia schiena: “Ehi, che succede?”
“Harry, io…”
“Non sei pronta?”
“No, è che…”
“Hai le tue cose?”
“No, ma…”
“Non sono abbastanza attraente?”
Colpo al cuore.
“Oh porca puttana Harry no, assolutamente no. Tutto ma non questo. Già quando sei vestito mi verrebbe voglia di saltarti addosso ripetendoti ‘castigami babe’ con tanto di frusta, manette pelose e ovviamente anche il trench. Figuriamoci così. Le mie ovaie in questo momento sono nel bel mezzo di una gara di ballo: lento, tango e poi samba. E ti direi volentieri di scoprire chi vincerà. Tu, anche con addosso un sacco dell’immondizia e una cagata di piccione in testa, saresti capace di tirar fuori il lato troione pure alla più suora delle suore, Harry.”
Mi incitò a continuare, senza nascondere un sorrisino compiaciuto.
“Ecco vedi…ho desiderato che fossi tu a insegnarmi la parte pratica di educazione sessuale da quando ero ancora nelle palle di mio padre. Ma proprio adesso che sono riuscita ad averti…sei un ragazzo fantastico Harry, sei figo, sei bello, sei fotomodello, simpatico, dolce, romantico, originale, e direi anche molto scopabile, e scommetto le palle di frate Malik che a letto sei una bomba, chissà il tuo…”
“Frena frena frena. Frate Malik?”
Frate Malik? Ma che minchia capisce sto qua? Ho detto frate Giulio.
Frate Malik, tsk.
“Io ho detto frate Giulio.”
“No, tu hai detto frate Malik.”
Frate Malik? Ma veramente? Perché ho detto Malik? Se davvero l’ho detto significa che stavo pensando a Malik. Cioè Jawaad. E cioè Zayn.
Non bene.
Porca puttana eva troia ladra schifosa cazzo culo minchia.
“Tutto bene?”
Minchia culo cazzo schifosa ladra troia eva puttana porca.
“Viola?”
Cazzo ladra troia minchia puttana eva porco culo.
“Viola!”
La voce di Harry mi risvegliò, che disse sospirando: “Sei innamorata di Zayn?”
Innamorata di Zayn.
Insomma, quando vuole è simpatico. Quando vuole. Ed è anche figo. Anzi no, Zayn non è figo. Zayn è bello. E’ davvero bello.
E i suoi occhi. Dio, i suoi occhi. Color nocciola, semplici. Ma così ipnotizzanti. Ogni volta che li guardo mi ci perdo. Starei ore a fissarli.
Il suo sorriso. Quando lo vedo sento come una fitta allo stomaco. Improvvisamente il mondo intorno a me non ha più senso.
La sua voce. Oltre a rischiare di farti rimanere incinta di 5 gemelli e decidere quando farti venire le mestruazioni, è così dannatamente bella. E’ così roca, ma allo stesso tempo dolce.
Le sue labbra….così morbide, dio. E poi il suo…
“Viola.”
“Harry.”
“Rispondi alla mia domanda.”
“Uhm…domanda, domanda…che domanda?”
In realtà sapevo benissimo ciò di cui stava parlando, ma cercai di cambiare discorso.
“Ti sei innamorat…”
“Dio, fa proprio freddo eh? Ma quanti gradi ci sono qui? Porco giuda. Bisogna accendere assolutamente il riscaldamento. Santo dio ho le ovaie che giocano a palle di neve.”
Mi sentii trattenere per un braccio: “Per favore.”
Gioia mia, te lo direi volentieri se solo lo sapessi.
“Non lo so.”
Sorrise teneramente: “Viola, ho visto come vi guardate. Ho notato il modo in cui ride alle tue battute e tu alle sue. Forse tu non l’hai ancora capito oppure sei troppo orgogliosa per ammetterlo, ma siete fatti l’uno per l’altra.”
Com’è profondo questo ragazzo. E non mi dispiacerebbe dare un’occhiatina…
Ok, la smetto.
“Tu credi?”
“Io non credo, io lo so. Ricorda che le parole possono mentire, ma gli occhi no.”
Per un momento avrei voluto prendere a sprangate i miei occhi perché ogni volta che mi guardavo allo specchio non riuscivo mai a leggere un cazzo. Insomma, perché Harry ci riusciva e io no? Occhi figli di puttana. Però se li avessi danneggiati non avrei più potuto vedere Zayn. I suoi occhi, la sua voce…un momento no, la voce non si vede, si sente, che cretina. Il suo sorriso, il suo…
Perché mi stavo deprimendo al fatto che non potrei più rivedere Zayn?
Avanti, non posso essere innamorata di lui. Porco cazzo, ci odiamo da 17 anni.
Il nostro destino è quello di litigare. L’hanno predetto i maya. Va bene che avevano predetto anche la fine del mondo, che poi non è successo un cazzo, però…cazzo minchia.
“Viola fossi in te farei qualche controllo, dal due al tre ti incanti senza motivo.”
“Stavo pensando a ciò che mi hai detto.”
“Uhm. E che cosa ne pensi?”
“Forse hai ragione.”
Subito dopo sentii bussare alla porta.
“Vado io.” Dopo avermi sorriso, Harry corse ad aprire la porta.
“Zayn?”
Zayn?!
“…Oh, ehi Harry.”
Corsi verso la porta a mo’di elefante che deve andare in ospedale per partorire: “Ciao.” Dissi sorridendo leggermente vedendolo.
“Ehi.” Ricambiò il sorriso.
“Che ci fai qui?”
“Ehm ero…ero venuto a dirti che…ecco…ha chiamato tua madre, si. Dice che non rispondi al telefono, così ha chiamato me e…sono passato per dirtelo, ecco, si.”
Si grattò la testa imbarazzato: “Ehm…ok, ora levo il disturbo.”
E adesso? Che cazzo dovevo fare? Insomma, lui era venuto lì per me.
Che situazione di merda.
Dopo essermi scambiata un cenno con Harry, uscii dalla stanza chiudendo la porta: “Zayn!” Lo chiamai sussurrando.
L’interpellato si bloccò e si girò verso di me: “Zayn…ecco, io non credevo che…”
“Ssst, non fa niente.” mi interruppe.
Mi avvicinai a lui: “Dimmi che è successo prima.”
“Niente, Viola.”
“…Niente? Ma noi…”
“Niente.” Ribadì deciso, interrompendomi.
“Ci siamo fatti in quattro per arrivare a questo punto. Non possiamo buttare via tutto per un semplice errore, dobbiamo…”
Cosa? Avevo sentito bene? “Un semplice errore?”
Annuì sospirando.
Per lui quel bacio era stato un errore? Cioè, fatemi capire. Prima mi bacia e poi mi viene a dire che è stato uno sbaglio. Che gran coglione. Anzi no, sono io la cogliona. Come ho fatto a pensare anche solo per un nano secondo che Zayn sarebbe potuto essere il ragazzo perfetto per me? Illusa di merda.
Ghignai: “Un semplice errore.”
“Si, è stato un errore. E’ giusto che tu stia con Harry, e che io stia con Olivia.”
“Ma certo Zayn, hai ragione.”
“Certo che ho ragione.”
“Tu…tu non capisci. Insomma, mi hai baciata, e ora mi vieni a dire che è stato un errore. Ti rendi conto?”
“Buonanotte, Viola.”
Dopo avermi guardata un’ultima volta, si allontanò di nuovo nel corridoio. E mi convinsi che quella fu la volta definitiva.
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH SECSI KEBBY.
Ma avete visto kebby in Giappone? Si stava cagando addosso HAHAHAHAHAH
Quelli si che sono veri e propri attacchi terroristici, oh.
Il mio kebby.
Allora, volevo innanzitutto ringraziarvi per tutte le recensioni che mi avete lasciato. Grazie mille asdsa
Tornando al capitolo, state tranquille perché, come già immaginate, sti due deficienti si rimetteranno insieme immediatamente.
Ah, l’amour.
Che cosa dolce, vero? Nah, fa cagare invece.
Maronn.
Ehm…questo è il penultimo o terzultimo capitolo. Non lo so perché non ho ancora deciso se farò l’epilogo lol
Ma molto probabilmente si. Dopo questi due capitoli seri ho voglia di scrivere tante stronzate.
Comunque, spero vi piaccia il capitolo. Alla prossima.
Sciau bele sdfs
- Il kebab di jawaad.

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Damn, i love you. ***














[ 12 ]

DAMN, I LOVE YOU.













 

“Sapevo che questa festa sarebbe venuta bene, ma non così tanto.”
“Già.”
“Ho proprio superato me stessa questa volta. Dio, che genio.”
Eravamo alla festa di fine anno scolastico, e per un’ora intera, un’ora dico, fui costretta ad ascoltare Carrie che si lodava da sola.
Quella ragazza era strana.
Molto strana.
Certo, la festa era uscita benissimo. Insomma, ci lavorava da ormai cinque mesi. Ma giuro che se avesse aperto di nuovo la bocca per lodarsi, le mie ovaie sarebbero uscite e avrebbero minacciato di provocare un incendio.
“E ora una pausa, ci vediamo fra poco ragazzi!” il dj raggiunse il bar, seguito da una piccola massa di ragazze urlanti.
Che schifo.
Io non credevo più nell’amore, odiavo tutti i ragazzi. E pensare che era passata una settimana da quella sera, immaginatevi come sarò messa fra cinquant’anni. Mi immagino davanti al camino seduta sulla mia sedia a dondolo che non fa altro che scricchiolare, con i piedi appoggiati a un pouf blu pieno di polvere, mentre lavoro ai ferri per fare l’ennesimo maglione a uno dei miei settantaquattro gatti. Poi magari qualcuno si metterà a cagare in giro per casa, ed io sarò costretta a scrostarmi dalla sedia a dondolo per pulire. Chissà, magari pianterò anche qualche scorreggia. Visto? Pensavo solo a stronzate senza senso, e ogni volta che vedevo qualche coppietta che si scambiava effusioni davo di matto. Pensate che quattro giorni prima ero stata buttata fuori da un parco accusata di ‘aggressione’ a un cittadino. Ma io avevo solamente strappato una ciocca di capelli a una ragazza che stava abbracciata a un ragazzo. Aggressione a un cittadino. Voi ditemi se era necessario fare tutto questo casino. Dopotutto era colpa loro. Insomma, se li avessero visti dei bambini? Non credete che sarebbero rimasti scioccati nel vedere due che sembravano volersi succhiare i denti a vicenda? Ecchecos’è.
…si, era Pakistan che mi aveva resa così nevrotica.
Era tutta colpa sua. Era colpa di quel fottuto bastardo se continuavo a mangiare gelato davanti a film romantici strappalacrime, se mi immaginavo le scorregge che avrei fatto a sessantasette anni, se davo di matto non appena vedevo delle coppie, o se andavo in giro a strappare capelli alla cazzo. Ma sapete qual era la cosa peggiore? Tutto ciò mi aiutò a rendermi conto che in fondo, ero innamorata di quel coglione.
I miei pensieri, molto significativi, furono interrotti da una voce. Spostai lo sguardo verso il palco e vidi un ragazzo che a malapena si teneva in piedi, che parlava come se fosse appena stato punto da una vespa sulla lingua: “Ehi! Il mio nome è Jackson,  ho diciannove anni. E sono felicemente fidanzato da due anni con la stessa e meravigliosa ragazza.”
E mo’ chi era questo? Che me ne fotteva della sua vita sentimentale? Già la mia era una merda, se poi si aggiungeva un coglione del genere a vantarsi di quanto fosse felice.
 “E circa dieci minuti fa l’ho beccata mentre si limonava con un altro.”
…Occazzo.
Povero ragazzo.
Fossi stata nei suoi panni mi sarei strozzata con un laccio della felpa.
“Perché vedete – ricominciò a parlare – le ragazze ti promettono amore eterno. E a volte ti fanno anche sentire in colpa dicendo che non le dai molte attenzioni, che guardi troppo le altre ragazze, che non la fai sentire unica al mondo. Ma la verità, è che sono tutte puttane.”
In quel momento l’atmosfera iniziò a scaldarsi. L’ammasso di ragazzi che stava al centro della pista iniziò a discutere sul fatto che avesse ragione o meno.
Notai Carrie mangiarsi le unghie, cosa che non faceva mai. Il che significava che fosse alquanto preoccupata.
“Viola… - sussurrò con gli occhi sbarrati – devi fare immediatamente qualcosa. A causa di quel rincoglionito la festa rischierà di andare a puttane.”
“Cosa? Ma perché io? Checcazzo, la festa è tua, non vedo per quale motivo dovrei…”
“VIOLA PORCA PUTTANA, FA’ QUALCOSA.”
“Va bene, va bene – mi arresi alzando le mani – tranquilla, andrà tutto bene.”
Che sia chiaro, accettai solamente perché era la festa di Carrie, l’unica in grado di sopportarmi, e mi sarebbe dispiaciuto vederla cadere in depressione a causa di una festa andata a puttane. E poi mi avrebbe anche scassato l’anima in una maniera spaventosa, quindi in un certo senso fui costretta.
Fosse stato per me avrei preso una mega porzione di popcorn e mi sarei seduta in un angolino gridando ‘Rissa, rissa, rissa’.
Salii sul palco e mi avvicinai a Jackson, accennando un saluto al pubblico.
“Ehi Jackson.”
Si girò verso di me strofinandosi gli occhi: “Che vuoi?”
“Mi daresti gentilmente il microfono?”
Guardò prima il microfono, poi me, poi di nuovo il microfono, e poi finalmente si decise: “Ma certo, ecco.”
“Grazie.”
Non appena recuperato il microfono, gli tirai una spallata facendolo cadere giù dal palco, provocando un gridolino spaventato da parte delle ragazze.
Dopo aver controllato che non si fosse rotto niente, mi rivolsi al pubblico con un sorriso da ebete stampato in faccia: “Ehm….va tutto bene, continuate pure a divertirvi. Il nostro Jackson starà meglio.”
Mi incamminai verso le scale, ma fui interrotta da un’altra voce: “Ha ragione, voi ragazze siete tutte uguali.”
Cosa? Quel coglione insinuava che le ragazze fossero tutte puttane? Loro invece? Eh no, eh.
Lì non ci vidi più. Anche perché persi le lenti a contatto.
Dopo aver tirato un’occhiata omicida verso la zona da dove proveniva la voce, tornai indietro e gridai al microfono: “Noi ragazze? E voi invece? Voi siete così...così schifosi. L’unica cosa a cui mirate è il dolcetto che teniamo qui sotto. Puttanieri, ecco cosa siete.”
Sentii dei versi di approvazione da parte delle ragazze: “Così orgogliosi. Solamente una pistola puntata alla tempia riuscirebbe a farvi dire un ‘ti amo.’ Poi fate tanto gli sbruffoni, pensando di essere chissà chi, ma quando arriva il momento decisivo in cui dovete tirare fuori i coglioni vi tirate indietro. Ragazze, gli uomini forti, romantici, gli uomini che lottano per ottenere ciò che vogliono non esistono. Avete presente quelli dei film romantici? Puttanate. L'uomo non è forte. L'uomo è un coglione. Anche se accadesse una magia, davanti alla camera di un hotel, un qualcosa di romantico, intenso... gli uomini non sarebbero capaci di ammetterlo. Perchè sono deboli. Esatto, siete deboli. Pezzi di merda.”
Le ragazze iniziarono ad applaudire gridando lodi tipo 'Brava!', o 'Spacchi i culi sorella!'
In effetti era da un po' che pensavo a quel discorso, ovviamente alludendo a Zayn.
“Ogni riferimento a Zayn Malik è puramente casuale.”
Il pubblico si zittì ed io continuai: “Esatto. Sto parlando di Zayn Jawaad Malik. Il più popolare della scuola. Nonchè il più puttaniere della scuola. La più grande testa di cazzo che io abbia mai potuto conoscere. Una grandissima testa di cazzo. Anzi, enorme. E scommetto che, anche se cercassi bene, non troveresti mai un paio di coglioni. Perché non ce li ha.”
“Bene. Ora che ho finito il mio discorso, posso andare ad abbuffarmi di noccioline al buffet.”
Dopo aver ottenuto nuovamente delle lodi da parte delle ragazze, stavo per scendere definitivamente dal palco, quando una voce, per la terza volta, minchia, mi fece irrigidire sul posto.
“Te la dico io una cosa su voi donne.”
Avrei riconosciuto ovunque quella voce.
Tornai sul palco e mi avvicinai a lui: “Avanti, dimmi.”
“Con piacere.” Dopo avermi rivolto un sorriso strafottente, mi strappò il microfono dalle mani, brutto stronzo, e si rivolse al pubblico: “Vedete, esistono due tipi di donne: quelle che la danno facilmente, e le suore. Ovviamente le più gettonate sono le prime. Perchè? Semplice. Non rompono i coglioni. - partì un applauso da parte dei ragazzi - Non fanno le vittime, non si ostinano a dire che noi spezziamo il loro cuore per divertimento, no. Trombano e basta. Le suore invece, dio. Dite di volere il vero amore, e invece vi fissate con un modello di ragazzo inesistente. Deve essere bellissimo, gentile, simpatico, protettivo. In pratica senza difetti. E non esiste una persona perfetta. Ragazzi, se non rientrerete nei loro canoni, vi assicuro che non ve la daranno. Nemmeno con un gesto romantico.”
In quel momento la folla andò in delirio, scaturendo la reazione negativa da parte delle ragazze. Tutto questo diede vita a una vera e propria 'guerra tra i sessi.'
Marò, sembrava di essere in un film.
Mi appropriai di nuovo del microfono: “Detto da un ragazzo che per gesto romantico intende una trombata selvaggia alla cavallo in calore.”
Mi si avvicinò pericolosamente: “Ah sì? Quello in hotel non è stato romantico?”
“Quello è stato un momento di passione, mandato immediatamente a puttane per colpa tua.”
“Colpa mia?! Guarda che sono venuto io in camera da te.”
“Si. Sei venuto in camera mia dicendomi di aver commesso un errore, e poi te ne sei andato.”
“Mi sono semplicemente rifiutato di competere con lui.”
Ghignai: “Se solo fossi stato meno coglione da capire che oramai avevo già scelto te.”
Mi guardò confuso e sussurrò: “Cosa?”
“Quella sera l'ho scaricato, brutto deficiente.”
“L'hai scaricato?”
“Oh, vedo che adesso ti interessa. Beh, se credi che riprenderemo il discorso dell’hotel ti sbagli, non ti darò un’altra possibilità.”
“Oh ma per favore, io non ho mai avuto una possibilità con te!”
“E invece ti sbagli! – sospirai - Per un momento ho creduto che tu fossi diverso. Ma non so nemmeno come ho fatto a pensarlo.”
Aggrottò la fronte: “Che intendi dire?”
“Sono Zayn Malik. Adoro le troie succhia cazzi, mi piace trombare quanto un incrocio tra un macaco e una lepre in calore e innamorarsi è allucinante.”
“Si, è davvero allucinante. Specie se mi innamoro di una scaricatrice di porto.”
“Non sono una scaricatrice di porto.”
Ghignò: “Ho detto che sono innamorato di te, e l’unica cosa che hai sentito è scaricatrice di porto.”
“Io non sono una scaricatrice di porto. Va bene, dico tante parolacce. Molte. Forse un po’ troppe, ma non per ques…”
“Silenzio. – mi bloccai - Ho detto un’altra volta che sono innamorato di te, e tu non fai altro che parlare.”
Aveva detto che era innamorato di me? Zayn era innamorato di me?
Mi passai una mano fra i capelli abbassando lo sguardo. Uhm, com’era interessante il terreno del palco. Ma come faceva ad essere così pulito? Minchia. Più tardi avrei chiesto a Carrie come avevano fatto.
Oh, ma chi cazzo stavo prendendo in giro? Zayn mi aveva appena detto due volte che era innamorato di me, ed io pensavo a quelle stronzate. Che dovevo fare? Dovevo dirgli che anche io ero innamorata di lui? Beh, era la verità. E visto che anche lui ricambiava avremmo potuto trombare felicemente come conigli per il resto della nostra vita, no? E se invece poi fosse stato tutto uno scherzo? Se appena gli avessi detto ‘Anche io vorrei avere cinque gemelli con te, sposiamoci.’, sarebbe uscito un camera-man e tutti mentre ridevano come pazzi avrebbero gridato ‘He’s an actor, we’re actors, and you are on mtv’s disaster date!’
…Che figura di merda.
No Viola, no. Tu conoscevi Zayn, lui non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Dai cazzo, diglielo. Digli che sei innamorata di lui, diglielo.
“Ehm…io…”
‘DIGLIELO PORCA TROIA!’
Ma chi aveva parlato? Coscienza? Occavolo no, ho sbagliato storia.
“Zayn io…”
“Tu?”
Ce la puoi fare Viola, ce la puoi fare.
“Trench.”
Oddio no, ci risiamo. Non è possibile.
“Trench?”
Nel pubblico iniziarono a diffondersi gridolini. Brutti bastardi, loro non erano nella mia situazione.
Dai Viola, ce la puoi fare.
“Zayn, tu sei un coglione.”
Mi guardò confuso? “Cosa? Ma…cazzo c’entra adesso?”
“Sei una testa di minchia.”
“Oh, grazie. Gentile da parte tua.”
“Silenzio, fammi parlare. Sei l’essere più – iniziai a contare con le dita – spregevole, schifoso, porco, lurido che io abbia mai conosciuto. Seriamente Malik, mi fai venire il voltastomaco. Ogni volta che ti vedo mi viene voglia di prendermi a pugni.”
Mi guardava impassibile: “Interessante.”
“Ti ho detto che potevi parlare? Eh? No. Allora stai zitto, e ascolta.”
Sbuffò e io continuai: “Nonostante questo, anche io sono innamorata di te.”
I suoi occhi si illuminarono: “Sul serio?”
Annuii.
“Ma...ma perché non l’hai detto prima?! Deficiente.”
Cosa?! Deficiente?! Io ero deficiente?! “Ma sarai te deficiente, pirla d’un pirla.”
“Rincoglionita.”
“Cazzone.”
“Minchiona.”
“Coglione.”
“Oh, fanculo!”
“Ma vacci te, col tappo in culo!”
“La vuoi piantare?!”
“Dammi la pianta, e la pianto!”
“Viola!”
“Zayn!”
“Oh ma checcazzo, avete rotto i coglioni. Prendila e baciala!”
Ci girammo entrambi per vedere da dove proveniva la voce, e scorsi Harry che mi faceva l’occhiolino.
Che carino. Quasi quasi avrei mandato a fanculo Zayn e sarei tornata da lui.
“Allora…è vero che sei innamorato di me?”
Sospirò: “Si.”
“Nessuna candid camera?”
“Nessuna candid camera.”
“Mtv’s disaster date? Neanche?”
Ghignò: “Neanche.”
Oh, ok. Potevo stare tranquilla allora.
“Vieni qui, demente.” Disse con un sorrisino dolce allungano una mano verso di me.
Mi avvicinai a lui sorridendo, lasciando perdere la sua offesa per evitare di creare un’altra lite. Dopo però lo avrei sicuramente menato. Chissà, magari lo avrei preso a padellate in testa.
Strinse le mani sui miei fianchi attirandomi a lui, per poi poggiare dolcemente le sue labbra sulle mie.
Dio, da quanto aspettavo questo bacio.
Ricambiai avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
La folla iniziò ad applaudire incessantemente, e partirono anche fischi e gridi tipo 'Toccale il culo!'
Quel coglione di Pakistan ovviamente seguì il consiglio, infatti la sua mano finì un po' più giù rispetto alla mia schiena.
“Zayn.” sussurrai sulle sue labbra.
“Si?”
“Togli immediatamente quella mano se non vuoi che te la tagli insieme a qualcos'altro.”
Ghignò stringendomi fra le sue braccia: “Dio, quanto mi sei mancata.”
E sì, ero la ragazza più felice del mondo.
Ero, perchè da quel momento in poi avrei dovuto sopportare Pakistan, cosa alquanto difficile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Avete visto il nuovo banner? Favoloso. Crediti a Chiara_88 kjdfkds
Scusate per il ritardo, ma non avevo proprio ispirazione cc
Così la mia prima ff in assoluto è finita. Ovviamente c’è l’epilogo, però in teoria è finita.
*si dispera*
Com’è questo capitolo? In caso non ve ne foste accorte è ispirato al finale de ‘La dura verità.’ Marò, cosa non è quel film lkjkl. Volevo fare una cosa originale, ma temo che sia uscito un po’ banaluccio cc
Voi che ne pensate? Spero vi piaccia.
Ehm…che volevo dire? Per chi non ha capito la battuta della Coscienza e della padella, è perché sono collegate all’altra ff ‘The pan.’
Allora ci vediamo al prossimo capitolo, cioè l’epilogo, che sarà l’ultimo in assoluto.
*si dispera*
Ah si, un’ultima cosa, giuro. Grazie per le 150 recensioni. Seriamente, mi commuovo quando le leggo. Anche se nella maggior parte ci sono parole come ‘Sei fuori di testa kebby.’ lol
No sul serio, vi amo troppo ljklkjh
Voi mi amate?
(Dite di si, bitches.)
Sciao prinscipese kjhjk


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Epilogue. ***







( 13 )



EPILOGO.

(non sapevo che minchia di titolo mettere.)








 

Zayn’s Pov.




“Minchia, sei di una tale bellezza. Non capisco, davvero. Non capisco come facciano a nascere individui del genere.  Una persona come te non può essere uscita da quel buco, ma da un fiore, sicuramente. E poi cazzo, sei anche la persona più sexy che io abbia mai visto. Se la perfezione esiste, quella sei tu.”
Sentii una voce provenire da un’altra stanza: “Non appena avrai finito di farti le seghe mentali guardandoti allo specchio, vieni qui che ho urgente bisogno di te. E vedi di sbrigarti, coglione.”
Che palle. Quella ragazza era come due calci dritti nei coglioni. Ma che dovevo farci, lei era la mia Violetta.
Sbuffai: “Arrivo subito,amore.”
Tornai a guardare lo specchio, osservando attentamente quella meravigliosa creatura.
Minchia.
Ma quanto era bello quel ragazzo? Mi sarebbe davvero piaciuto essere come lui.
Se non avessi avuto Viola fra i coglioni, me lo sarei sicuramente sposato.
“Zayn!”
Eh, ma che due coglioni.
Uscii dal bagno e mi diressi in camera, dove vidi Viola seduta sullo sgabello che stava davanti allo specchio.
Immediatamente dimenticai la visione paradisiaca del ragazzo di prima.
Quanto era bella.
Era girata di schiena, mentre osservava il suo riflesso pensando a come farsi i capelli. Quel giorno era il nostro anniversario, esattamente due anni che stavamo insieme. Le avevo promesso che l’avrei portata in un posto fantastico. Quella era la nostra serata e doveva assolutamente essere perfetta.
“Seriamente Zayn, dobbiamo finirla con questa cosa. Ogni volta che dobbiamo uscire ti rinchiudi in bagno per delle ore per guardarti allo specchio.”
Sorrisi appoggiato allo stipite della porta: “Di che hai bisogno?”
“Ti andrebbe di spazzolarmi i capelli?”
Per un momento sbarrai gli occhi: “Stai scherzando?”
Perché diamine le avrei dovuto spazzolare i capelli?!
Si girò per guardarmi negli occhi: “Ti sembra che stia scherzando?”
In effetti la sua faccia sembrava abbastanza seria. Così, per evitare offese, pugni, calci, o qualsiasi altra forma di violenza sia fisica che morale, presi la sedia che era accanto al letto per sedermi dietro di lei.
Mi passò il pettine e iniziai a spazzolare piano i suoi morbidi capelli. Nonostante la lentezza dei miei movimenti, lei ovviamente dovette iniziare a scassare il cazzo.
“Ahia! Cazzo. Zayn porca troia, mi fai male!”
“Non è colpa mia se sei piena di nodi.”
“I miei capelli sono meravigliosi, sei tu che non sai fare niente. “
“Ehi, io so fare ogni cosa.”
“Non capisco perché ti sei offerto di pettinarmi i capelli se neanche sai farlo.”
“Cosa? Ma me l’hai chiesto tu!”
“…Vero. Comunque sia, tu non sai fare una merda.”
Sospirai poggiando il pettine sul comodino, e mi massaggiai le tempie cercando di stare calmo: “Per favore Viola, almeno al nostro anniversario, cerchiamo di non litigare.”
Mi guardò dallo specchio limitandosi ad annuire sospirando.
Subito dopo assunse uno sguardo concentrato: “Come dovrei pettinarli secondo te?”
Sorrisi nel vederla in difficoltà, e mi avvicinai al suo orecchio: “Sei bellissima con tutto.”
“Coglione, sai che odio i complimenti.”
Sbuffai: “Minchia, come sei pallosa.”
“Ma tua sorella è pallosa.”
“Cos’è, adesso non te la prendi più con le nonne?”
“Che hai contro le nonne?”
Mi guardava.
La guardavo.
“Tu hai sempre messo in mezzo le nonne.”
“Vabbè, adesso voglio mettere in mezzo le sorelle. Problemi?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Viola, che problemi hai?” Davvero, quella ragazza aveva seri problemi. Tutt’ora mi chiedo come potevo stare con una del genere.
Bah, l’amore è proprio strano.
Sbuffò: “Me lo chiedo anche io.”
Sorrisi, e slegai la coda alta che aveva improvvisato pochi secondi prima: “Secondo me sciolti.”
Fece spallucce e si alzò dallo sgabello. Solo in quel momento notai che, mentre io indossavo solo dei jeans, lei era già vestita.
E com’era vestita.
Un vestito bianco in pizzo lungo fin poco sopra al ginocchio, che metteva in mostra le sue forme a dir poco perfette.
Dio solo sa che le avrei fatto in quel momento.
Non appena notò il mio stato di trance, alzò gli occhi al cielo: “Malik, hai la bava.”
Mi avvicinai a lei sorridendo malizioso e strinsi i suoi fianchi attirandola a me: “E se invece posticipassimo la nostra uscita di qualche oretta?”
Iniziai a lasciarle dei baci umidi sul collo, quando mi interruppe: “Malik, non iniziare a fare il coglione. Fra poco si esce e basta. Non tirare fuori la bestia che c’è in te.”
Alzò un sopracciglio: “Al massimo, tienila per dopo.” E sparì dalla mia vista.
Ghignai.
 


Viola’s pov.

 

Per tutto il viaggio in macchina non smisi un secondo di fracassargli la minchia per sapere dove mi avrebbe portata. Continuava a dirmi ‘sorpresa’, ‘segreto’, ‘lo scoprirai presto.’
Minchia, oh. Che nervoso. Sapeva che ho sempre odiato queste cose. E poi lui faceva cagare riguardo alle sorprese. Era originale quanto un rinoceronte in bikini. Sapete quale fu il suo regalo nel primo San Valentino che passammo insieme?  Niente. Lui era convinto che la miglior sorpresa fosse niente. Idiota.
“Ci divertiremo molto.” Mi disse facendomi l’occhiolino.
…Ammetto che per un momento mi preoccupai. Insomma, conoscendolo, sarebbe stato capace di portarmi in un luogo sperduto su un’isola del Kenya per fare sesso selvaggio circondati da coccodrilli, visto che lui pensava solo a quello. Ribadisco, idiota.
Ah, gli uomini. Che razza schifosa. Tutto gira intorno al sesso. Per carità, io amavo Zayn con tutta me stessa, ma una persona che non lo conosceva avrebbe potuto scambiarlo per un maniaco sessuale.
Finalmente, ringrazio il signore, arrivammo a destinazione. Stavo per aprire la portiera, quando Pakistan mi precedette e mi aiutò a scendere prendendomi per mano.
Che galantuomo.
Tanto sapevo che l’aveva fatto solo per ottenere quella cosa in cambio. Ribadisco per la terza volta, idiota.
Stavamo per entrare nel locale, quando Zayn si bloccò.
Girai lo sguardo verso di lui e vidi che annusava l’aria. Ma che minchia era, un segugio? Quasi quasi lo portavo alla polizia per addestrarlo insieme agli altri pastori tedeschi. O pastori pakistani, visto che lui era pakistano.
“Ma…lo senti anche tu?”
Ma cosa? “Senti anche tu, cosa?”
“C’è… - agitò una mano di fronte a lui, e assunse una faccia schifata - minchia, che puzza di merda.”
Istintivamente annusai anche io l’aria, ma non sentii una beata minchia.
Dove cazzo sentiva puzza di merda? Si vedeva che aveva la puzza sotto il naso.
Va bene, faceva pena.
“Ma dove minchia la senti la puzza di merda? Io non sento niente.”
Si girò immediatamente verso di me: “Hai scorreggiato?”
Vi prego, ditemi che stava scherzando. Lo guardai negli occhi: “Cosa?!”
“Viola, l’hai mollata?”
“Ma che minchia stai dicendo? Mica sono una cloaca come te.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Sei sicura?”
Omminchia. “Si cazzo, sono sicura. Non credi che me ne accorgerei se piantassi una scorreggia del genere?”
In quel momento mi passò per la mente un’idea. Se per caso l’avesse fatta lui, e per coprirsi avesse voluto incolpare me? D’altra parte, a chi l’ha annusata è scappata.
“Non è che sei stato tu?”
Aggrottò la fronte: “Io?”
“No, mia nonna. Certo che ce l’ho con te, genio.”
“Primo, avresti dovuto dire sorella, invece di nonna. Secondo, so  di essere un genio. Terzo, ho già piantato la seconda guerra punica a casa, quindi io non posso essere.”
Alzai un sopracciglio: “La seconda guerra punica?”
“Si. Vuoi che ti descriva tutto per filo e per segno?”
“No, grazie. Non ho mai amato la storia.”
“Bene. Quindi i casi sono due: o sei stata tu, o sei stata tu.”
Alzai gli occhi al cielo: “Chissà quale sarà fra le due.”
“Già. Secondo me sei stata tu.”
Giuro sulle palle di frate Giulio che se fossi rimasta lì anche solo per più di cinque secondi, l’avrei ucciso con il tacco della mia preziosissima scarpa, nascosto il corpo e tutti gli indizi nel baule della sua macchina, per poi bruciarla e buttarla giù da un burrone.
Così, per evitare di finire dietro le sbarre accusata di aver ucciso un coglione con il tacco di una scarpa, mi incamminai da sola allontanandomi da Zayn.
Ma guarda te se questo coglione sentiva odore di merda e doveva accusare una ragazza di diciannove anni di aver scorreggiato. Ma poi spiegatemi, che minchia avrei dovuto mangiare per infestare tutta l’aria intorno a noi? Manco le vecchiette degli autogrill fanno queste bombe. Insomma, avranno concimato un campo vicino, oppure sarà un elefante che  è passato e ha piantato una…
Sentii qualcosa di strano sotto il mio piede. Abbassai lo sguardo e vidi una merda di dimensioni disumane, che presumi avessi appena schiacciato io.
Vi prego, ditemi che era tutto un sogno.
Le mie scarpe.
Le mie preziosissime scarpe.
Perse per sempre a causa di qualche coglione che si è abbassato i pantaloni e si è messo a cagare per strada. Spero vivamente che si sia pulito il culo con un’ortica.
Feci un respiro profondo, per cercare di trattenermi e non urlare.
Ma ogni tentativo andò a puttane. “No no no no no no e no, porco di quel troione vaccone in calore a novanta che si sta inculando un bue e una mucca contemporaneamente, anche loro in calore!”
Sentii dei passi che si avvicinavano lentamente: “La tua finezza è esemplare.”
“Zayn, guarda!” Piagnucolai indicando la mia scarpa destra, marchiata per sempre da…che tristezza.
Abbassò lo sguardo e spalancò gli occhi: “Occazzo.”
Mi capiva? Strano, molto strano. Ero convinta che di lì a poco avrebbe iniziato a sputtanarmi sparando qualche stronzata delle sue.
“Cazzo veramente, cazzo. Porca puttana. Cazzo. Cazzo, guarda. Ma cazzo.”
Scosse la testa: “Non può essere di un cane questa merda.”
“Ma infat…cosa?”
“No dico, guardala, è enorme. Penso sia di un cavallo, o di un elefante. Se non addirittura di una balena.”
La guardò attentamente, come se fosse un esaminatore professionista di merde. Gente, quello era il mio ragazzo.
“Ma che me ne fotte se è di un cavallo, di un elefante, o di una balena, porca puttana, - indicai più volte i miei piedi - le mie scarpe! Guarda le mie scarpe, porca di quella troia! Guarda le scarpe! Guarda le mie scarpe!”
Qualunque passante avrebbe potuto scambiarmi per una deficiente rincoglionita, ma non me ne fotteva un cazzo. Porca di quella troia. Le mie scarpe.
Zayn sbuffò e mise le mani in tasca: “Viola dai, non è successo niente.”
“Non è niente?! Non è niente?! Guardale, no dico, guardale!”
“Ma dai, hai solo pestato una merda, è normale! Insomma, la facciamo tutti.”
“La facciamo tutti?! Ma tu per caso hai…”
Mi fermai e sospirai, per poi iniziare a parlare con estrema calma: “Zayn. La mia preziosissima scarpa, ha praticamente l’intera suola spalmata di una merda talmente grande che potrebbe concimare due campi da calcio, e tu mi vieni a dire che è una cosa normale, visto che tutti caghiamo? Io dico, hai almeno un briciolo di cervello in quella cosa che forse tu hai il coraggio di chiamare testa?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Sospirò: “Scusa Viola, hai ragione, sono stato un coglione. Vuoi che le facciamo il funerale?”
Sussurrai poggiandomi una mano sulla fronte: “Zayn…”
“Potremmo affittare una piccola bara.”
“Zayn.”
“Io ho già lo smoking, e mi sta da dio. Sono così sexy. Non che non lo sia anche normalmente, ma sai, lo smoking mi fa apparire più stuprabile.”
“Zayn!”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Dimmi.”
“Che facciamo adesso?” Piagnucolai per l’ennesima volta, alludendo alla mia povera scarpa.
Prima che potesse dire una sola parola, lo interruppi: “Niente funerale.”
Annuì: “Oh, capito. Preferisci farla cremare?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Unii le mani in segno di preghiera: “Ti prego.”
“Va bene. Comunque, non avevi lasciato delle scarpe di ricambio in macchina?”
Scarpe? In macchina? Visto che non capivo un cazzo, si spiegò: “Circa una settimana fa hai lasciato un paio di sandali in macchina.”
Aggrottai la fronte: “E per quale fottutissimo motivo avrei dovuto lasciare dei sandali in macchina?”
“Ma che cazzo ne so, forse in caso ti facessero male i piedi, che minchia ne so io. Siete voi ragazze che avete la mente contorta.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Allungò la mano destra verso di me sorridendo: “Dai, andiamo.”
Presi la sua mano e mi lasciai trascinare verso la macchina.
Dopo aver preso i sandali, si inchinò per togliermi le mie amatissime scarpe. Poggiai le mani sulle sue spalle per non cadere, e, non appena tolse la scarpa, ormai marrone, disse: “Ti rimetteremo in sesto, tesoro.”
“Stronzo, non mi prendere in giro. Queste scarpe valgono più di te e dei tuoi kebab messi insieme.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Sospirò scuotendo la testa e, una volta cambiate le scarpe, alzò lo sguardo verso di me: “Tutto a posto?”
Annuii sorridendo: “Grazie. - tornai seria - comunque ora potresti anche alzarti, e smetterla di accarezzarmi un polpaccio.”
Sbuffò alzandosi: “Che palle che sei, volevo solo essere gentile.”
“Potevi essere gentile anche senza essere scambiato per un maniaco sessuale.”
“Ma ti stavo solo accarezzando un polpaccio!”
“Si, ma sappiamo entrambi dove avresti parato poco dopo.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Hai ragione.”
 
Non appena entrai nel locale, notai che era stato arredato esattamente come la festa del liceo di due anni prima, lo stesso giorno in cui io e Zayn iniziammo a frequentarci.
Mi girai verso di lui, e vidi che mi sorrideva dolcemente: “Si, ho fatto tutto io. Sai è il nostro secondo anniversario, volevo fare una cosa bella e originale, e…”
Lo abbracciai di scatto allacciando le braccia attorno al suo collo: “E’ tutto fantastico. Grazie, Zayn.”
Ricambiò l’abbraccio accarezzandomi la schiena, ma subito dopo fummo interrotti dai rompi coglioni che volevano salutarci. Ma fanculo, proprio in quel momento dovevano rompere le ovaie? Dio, che nervoso.
 
Eravamo seduti a un cazzo di tavolino, aspettando che quella cazzo di cameriera ci portasse le nostre cazzo di ordinazioni.
Se vi dicessi che per la prima volta mi sono rotta le palle di scrivere la parola ‘cazzo’, mi credereste?
Comunque, io non mi stavo annoiando, anzi. Il motivo del mio giramento di ovaie, erano le scarpe.
Gente, abbiate pazienza, erano nuove, belle, preziosissime. Rovinate da una merda dall’ignota provenienza.
Mondo crudele.
Zayn mi sorrise stringendomi la mano destra, che era poggiata al centro del tavolino: “Ti piace questo posto?”
“Si.” Annuii ricambiando il sorriso, che però si spense subito dopo: “Ma quanto cazzo ci mette quella troia a portare le ordinazioni? Minchia oh, per un cazzo di thè alla pesca di merda.”
Mi girai verso il bancone del bar, e, alzando la mano, gridai: “Il mio thè alla pesca, checcazzo!”
Mentre Zayn tentava inutilmente di farmi stare calma, si avvicinò una ragazza dai lunghi capelli rossi e perfettamente lisci, portando, finalmente, ciò che avevamo ordinato: “Ecco a voi, ragazzi.”
Fissai attentamente la lattina di thè alla pesca davanti ai miei occhi, per poi spostare lo sguardo su di lei: “Scusa, io vorrei un Estathè alla pesca.”
Alzò un sopracciglio: “Infatti.”
Risi sarcasticamente: “Infatti una beata minchia. Questo è il Nestea, io voglio l’Estathè.”
Incrociò le braccia al petto: “E’ pur sempre alla pesca.”
“Ma io voglio l’Estathè, come la mettiamo?”
“Te lo tieni lo stesso.”
“Brutta scrofa, il cliente ha sempre ragione. Anche nel caso in cui dicessi che tu puzzi, e invece profumassi di rose, io avrei ragione. No?”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Il Nestea te lo tieni comunque.”
La guardai attentamente negli occhi.
Mi schiarii la voce.
Mi alzai dalla sedia, ma Zayn mi prese e mi fece risedere immediatamente cercando di calmarmi. Quella troia stava per tirare fuori il lato peggiore di me, me lo sentivo.
“Dai Viola, calmati. Non c’è motivo di offendersi, sta tranquilla.”
Il troione ringraziò Zayn con un sorriso, e si allontanò.
Tranquilla Viola. Quello zoccolone aveva appena lanciato una frecciatina al tuo ragazzo. Non c’era motivo di prendere la lattina del Nestea e tirargliela dritta in culo.
Lo presi a braccetto: “Zayn, hai visto quella?”
Sospirò esasperato: “Cosa?” Ma che minchia aveva da sospirare esasperato? Mica lo tiravo così isterico, insomma, a volte ero solo un po’ insopportabile, ma solo qualche volta. Com’era suscettibile, marò.
“Ti ha sorriso, quella troia.” Ricordai schifata.
Aggrottò la fronte: “Mi ha semplicemente ringraziato.”
Lo imitai: “Mi ha semplicemente ringraziato - iniziai a gesticolare nervosamente - si vede che non capisci un cazzo di noi ragazze. Fidati pakistanuccino mio, quella si farebbe volentieri mettere incinta da te.”
Mi guardò con un’espressione indecifrabile. Non capii se si riferisse a ciò che avevo appena detto, o al ‘pakistanuccino’.
“Con un sorriso.”
“Si.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
Poggiò una mano sulla mia fronte, per poi fare un verso di disapprovazione: “No, febbre no.”
Si mise a braccia conserte sul tavolino, e mi guardò attentamente: “Posso sapere che ti succede?”
Sospirai abbassando lo sguardo: “Le mie…”
“Scarpe. - mi interruppe alzando gli occhi al cielo - Cazzo, te ne compro altre dieci paia se vuoi.”
Omminchia. Dieci paia di scarpe? Bene, mi sarei approfittata della sua improvvisa gentilezza. Oppure tentava di consolarmi temporaneamente per poi ottenere quella cosa in cambio. Si, sicuramente era così. Porco.
Sbuffai: “Si, ma non è la stessa cosa.”
Mi fece un buffetto sulla guancia: “Ritieniti fortunata, porta fortuna pestare le merde.”
In quel momento mi venne un’improvvisa voglia di alzarmi e continuare a pestarlo, per vedere se davvero portava fortuna pestare merde. Gli feci un buffetto sulla guancia: “Vaffanculo.”
“Grazie.”
“Ma figurati, per così poco.”
“Stronza.”
“Ecco, adesso perché mi devi insultare?”
“Tu mi hai mandato a fanculo.”
“Beh, tu hai fatto il coglione.”
Sbottò: “Io il coglione? Tu tieni più alle tue scarpe che al tuo ragazzo!”
“Questo non è vero.”
Mi guardava.
Lo guardavo.
“Ammetto che avrei preferito se l’elefante avesse cagato direttamente addosso a te, ma…”
Mi puntò contro un dito: “Visto? Sei un’insensibile.”
Sbuffai: “Minchia Zayn, ma le hai viste quelle scarpe? Insomma, sono così eleganti, così preziose, così…bianche come il latte.”
“Fossi in te userei i tempi al passato, perché bianche non lo sono più, oramai.”
Fottuto stronzo.
Lo avrei strozzato sul momento con la cannuccia del Nestea, se non fossimo stati interrotti da una voce, abbastanza conosciuta: “Zayn e Viola?!”
Zayn e Viola? Ma perché prima Zayn? Al massimo Viola e Zayn. Insomma, io ero più intelligente, simpatica, meno maniaca sessuale, più spiritosa, di piacevole compagnia, una buona amica, più bella.
Ok va bene, forse lui era più bello. Ma quello era il suo unico pregio, quindi non valeva. Quindi, era Viola e Zayn. Non Zayn e Viola.
Non appena spostai lo sguardo a sinistra, dove proveniva la voce, sbarrai gli occhi.
Non poteva essere.
Davanti a me, in tutta la sua bellezza, si trovava Harry Styles.
Immediatamente mi alzai e corsi ad abbracciarlo, era pur sempre un mio caro amico.
Nonostante non  ci vedessimo da quasi due anni, non era cambiato per niente. Stessi luminosi occhi verdi, stesso sorriso mozzafiato, stesso fisico slanciato. Solamente i capelli erano cresciuti un po’ di più, ed erano pettinati all’indietro. Gesù Maraia, quanto era secsi. Oh Viola, tu eri fidanzata, non dimenticarlo. Harry era una specie di magnete attira-ovaie, ma il mio cu…ore apparteneva a Made in Pakistan.
E’ proprio vero che l’amore è ceco. No dai, anche Pakistanuccino pavesino intinto nella nutella era secsi.
Sentii un braccio stringermi saldamente il fianco destro, seguito da una voce: “Ciao, Harry.”
Pakistanuccino pavesino con mascarpone e cocco era geloso. Che carino. Più tardi glielo avrei sicuramente rinfacciato prendendolo per il culo fino allo sfinimento.
O allo sfininaso. Dio, scusate, morivo dalla voglia di scriverlo.
Comunque, chi non sarebbe stato geloso di uno come Harry? Voglio dire, guardatelo. Era così maschio.
Harry ricambiò il ‘caloroso’ saluto tirandogli una pacca sulla spalla, e poco dopo un urletto abbastanza stridulo e leggermente urta-ovaie, costrinse tutti e tre a girarsi dalla stessa parte.
La visione che mi si presentò davanti era alquanto fastidiosa. Olivia Lennox si trovava davanti a noi con le braccia aperte e un cocktail azzurro nella mano destra. La solita betoniera sempre ubriaca. In due anni non era assolutamente cambiata.
Un momento. Ma che minchia ci faceva lì insieme ad Harry?
Non appena si avvicinò, Zayn lasciò il mio fianco: “Occazzo Olivia, sei in ottima forma.”
Fottuto bastardo pezzo di merda secco messo nel forno.
Sbuffai, tornando a guardare Harry: “Siete tornati insieme?”
“Già, l’ho perdonata.”
“Sono contenta.” Anche se in realtà non me ne fotteva un cazzo amaro.
 
Eravamo seduti allo stesso cazzo di tavolino di prima, insieme ad Harry e Olivia, mentre parlavamo di tutte le stronzate che ci erano successe due anni prima al liceo.
Harry disse fra le risate asciugandosi una lacrima: “E vi ricordate quando Jackson è salito sul palco tutto ubriaco, e Viola l’ha buttato per terra?” Lo seguimmo tutti a ruota.
Che poi, non era neanche così divertente, Jackson si era fatto davvero male in seguito a quella caduta. Menomale che era ubriaco, e che aveva dimenticato ogni cosa, quindi non poteva dare la colpa a me.
“E la lotta che si è scatenata dopo, tra ragazzi e ragazze? Io stavo per mettere le mani addosso a un ragazzo!” Continuò Olivia, che fu l’unica a scoppiare a ridere.
Harry ghignò imbarazzato abbassando lo sguardo, Zayn si grattò la nuca, mentre io la fissavo alla ‘Mi prendi per il culo?’
Ci fu un momento di silenzio, interrotto in seguito dalla risata di Zayn: “E quando io e Viola vi abbiamo fatti lasciare apposta?”
Scoppiamo tutti e quattro in una fragorosa risata, ma solo dopo mi accorsi di ciò che quel coglione aveva appena detto.
Ci bloccammo contemporaneamente.
Ci guardavano.
Li guardavamo.
Deglutii rumorosamente tirando una gomitata sul braccio di Zayn, il quale, dopo aver assunto una faccia sofferente, si massaggiò la parte dolorante mantenendo sempre lo sguardo fisso su quei due.
Harry alzò le sopracciglia: “…Cosa?”
Risi nervosamente: “Voleva dire che…beh, voleva dire che…”
Ci guardavano.
Li guardavamo.
Zayn sussurrò: “Viola, scappa al mio cinque. Uno…due…cinque!”
Mi girai verso di lui per chiedere spiegazioni sul fatto che non sapesse contare nemmeno fino a cinque, e consigliargli di usare le mani offrendogli anche il mio aiuto se voleva, ma lo vidi correre come un coglione con un’ape in culo.
Pirlone.
“Uhm…ciao, ragazzi.” Mi allontanai alla capra in calore per raggiungere Zayn.
 
Avevo passato circa venti minuti ad aspettare Zayn davanti al locale, per poi scoprire che lui era nascosto dietro a un albero vicino. ‘Era uno scherzo.’ Si giustificò lui. Coglione.
Stavamo camminando lì intorno mano nella mano, quando iniziai a parlare: “Abbiamo fatto una figura di merda.”
Sospirò: “Lo so, mi è scappata.”
Scossi la testa: “Cazzone.”
Lasciò la mia mano: “Ehi!”
“Cosa?”
“Mi hai detto cazzone.”
“Non è vero.”
“Si, invece.”
“Ok si, l’ho detto.”
Si allontanò borbottando qualcosa di incomprensibile.
Ma che minchia aveva, il ciclo? E poi la colpa di tutto quel casino era sua, quindi era l’ultima persona che si sarebbe dovuta incazzare.
Sbuffai ridendo: “Oh madosca, ma come sei suscettibile.”
Si girò verso di me, e mi puntò un dito contro: “Vai a fare in culo.”
Faceva tanto l’offeso, ma se gli avessi offerto quella cosa, fidatevi che sarebbe diventato docile come un cane che aspetta un croccantino.
Non appena si girò per continuare a camminare, andò a sbattere contro a un palo.
Oddio. Viola non ridere, Viola non ridere, Viola non ridere.
Come non detto.
Scoppiai a ridere tenendomi la pancia con una mano. Sembravo una pazza nel bel mezzo di una crisi epilettica.
Come immaginavo, Zayn si incazzò abbastanza, e disse, mentre si massaggiava il naso: “In questo momento ti odio più di quella volta che mi costrinsi a mettermi lo smalto fucsia.”
Ricordando quella volta che si mise lo smalto fucsia, scoppiai a ridere ancora più forte. Stavo veramente male.
Sbuffò, si avvicinò velocemente e mi prese per mano trascinandomi avanti: “Smettila di ridere, cogliona.”
“Scusa, ma non riesco a smettere. Insomma, devi proprio essere rincoglionito per non vedere un palo davanti a te. Cioè, come si fa, non è pos…”
Mi interruppi bruscamente, perché andai a sbattere contro a un palo.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Scoppiò a ridere, mentre io lo guardavo impassibile. Che cazzo rideva? Mi ero fatta male.
“Che cazzo ridi?”
“Sei una pirlona.”
“Però quando tu hai picchiato la testata contro il palo, io non ti ho preso così tanto per il culo.”
Smise di ridere.
Mi guardava.
Lo guardavo.
Scosse la testa, e ghignò dolcemente: “Demente.”
Poggiò le mani sui miei fianchi e annullò le distanze fra di noi, premendo le sue labbra sulle mie. Quando poi si allontanò di poco, gli morsi il labbro inferiore, non molto delicatamente. Ma non mi sarei mai immaginata la reazione che avrebbe avuto.
Portò immediatamente una mano sul suo labbro: “Ma sei matta? Potevo morire!”
…Poteva morire? E mo’ che si era fumato questo? Dio, quanto era coglione.
“Ma sei coglione?”
“Io sono coglione? Ma tu sei cogliona!”
“Ma era un gesto romantico!”
“Mi raccomando, la prossima volta strappami direttamente tutto il labbro!”
“Oh senti, ma vaffanculo.”
“Ma vacci te.”
“Ma tua nonna.”
Sospirò, mi prese, per la seconda volta, per i fianchi e sentii, per la seconda volta, le sue labbra sulle mie. Stavamo per approfondire il bacio, quando la sua mano, che poco prima era posata dolcemente sulla mia schiena, scivolò un po’ più giù. Mi staccai immediatamente e gli tirai un pugno sul braccio: “Deficiente!”
Sbuffò sonoramente: “Mamma mia che due coglioni, Viola.”
“Ma che due coglioni tu. C’è, io non posso morderti il labbro, mentre tu mi puoi palpare il culo?”
“Si!”
“Ma fanculo!”
“Ma vacci tu, porca di quella troia.”
Restammo un momento in silenzio.
Ci guardammo un secondo negli occhi per poi avvicinarci velocemente per riprovare a baciarci per la terza volta, ma ci scontrammo provocandoci un forte dolore al setto nasale.
Minchia oh.
Dissi massaggiandomi il naso: “Troia vacca in calore Zayn, impegnati un po’.”
Rispose massaggiandosi il naso: “Tu ti sei avvicinata troppo velocemente.”
“Se tu non mi avessi palpato il culo, questo non sarebbe successo.”
“Non sarebbe successo neanche se tu non mi avessi morso il labbro.”
“Vaffanculo.”
“Stronza.”
“Ti odio.”
“E io ti odio di più.”
Sospirai poggiando le mani sui miei fianchi: “…Riusciremo mai ad avere una storia normale?”
“Uhm. Nah, queste storie sono le più belle.”
Sorrisi, e lui continuò: “Dai, riproviamoci avvicinandoci piano, senza morsi, ma soprattutto, senza litigi.”
Gli puntai un dito contro: “Hai dimenticato senza palpate.”
Assunse la faccia da cane bastonato: “Eddai.”
“No.”
“Solo una.”
“No.”
“Innocua.”
“Zayn, no.”
“Ma perché no? È una cosa normale!”
“Si, ma…no.”
“Scusa, io non ti capisco. Ti faccio anche peggio quando facciamo ses…”
“Se continui, giuro che ti circoncido con le mie mani.”
Sorrise malizioso: “Bene, allora continuerò.”
Oh, che grandissimo porco. “Dio. Non capisco come tu possa essere così idiota. Veramente, nella scala evolutiva, tu sei subito dopo Lucy.”
“Però non mi pare che dicessi così ieri sera. Ricordi dov’eravamo?”
Lo fulminai con lo sguardo: “Non osare continuare la frase.”
“Nel nostro letto. Se non sbaglio, continuavi a ripetere - imitò la mia voce - oh si Zayn, non ti fermare, oh si.”
Fottuto stronzo.
Stavo per ribattere, quando fui interrotta da una voce: “Non cambierete mai.” Solo in quel momento mi accorsi che eravamo circondati da tutta la gente che era alla festa.
Déjà vu.
Era tutto esattamente come due anni prima, alla festa.
“E’ colpa sua!”
Sbottai: “Se è tutta colpa mia, perché non vai da Olivia?”
Aggrottò la fronte: “Olivia, ma che…? Che cazzo c’entra adesso?”
“Non ti ricordi il modo in cui la guardavi prima? Scusa se non sono sexy come lei.”
Scosse la testa: “Va bene Viola, lo ammetto. Olivia è davvero molto sexy. Ma tu Viola, tu sei così bella. Sei fastidiosa quanto una stampante in culo, ma d’altra parte è questo quello che ogni mattina, quando mi sveglio, mi fa sentire la persona più felice della terra. Insomma, anche se ho i coglioni che giocano a palla prigioniera, io quando ti vedo…non lo so, è una sensazione strana che non ho mai provato prima, ma quando ti vedo mi sento in paradiso. Sei capace di migliorarmi anche una giornata piena di palate di merda. Anche se venissi a sapere che Megan Fox si fosse sposata con qualcuno, mi basta vedere te. Mi basta sentire la tua voce, la tua risata. Mi basta accarezzare i tuoi lunghi capelli castani. Mi basta vederti felice. E’ strano, molto strano, stranissimo, quasi impossibile oserei dire, ma io ti amo, Viola Giselda Hastings.”
Ommioddio.
…E adesso?
Ok, le possibilità erano due. Potevo picchiarlo, offenderlo, convincerlo di nuovo a mettersi lo smalto fucsia, o cantargli una canzone dei Teletubbies.
Mi piaceva molto l’ultima opzione, ma, purtroppo per me, delle lacrime cominciarono a bagnarmi le guance.
Sbuffai: “Guarda, mi hai fatta commuovere talmente tanto che non riesco neanche a offenderti per aver rivelato il mio secondo nome.”
Ghignò, e poggiò le mani sul mio collo asciugandomi le lacrime con i pollici.
“Non avrei mai pensato di riuscire a farti commuovere. Davvero, è da segnare sul calendario.”
Risi: “Ti amo, Zayn.”
Sospirò sorridendo dolcemente: “Anche io.”
Nel momento in cui poggiò le labbra sulle mie, le persone intorno a noi si abbandonarono a un applauso, e partirono anche fischi e gridi tipo 'Toccale il culo!'
Immaginavo che sarebbe successo di lì a poco, sapete, esperienza personale, così strinsi le mani di Pakistan cercando di tenergliele ferme.
“Questa volta ti ho fottuto.”
Alzò gli occhi al cielo: “Tanto prima o poi riuscirò nel mio intento.”
“Porco.”
“Ti amo anche io.”
Sorrisi.
Si girò verso il pubblico prendendomi per mano: “Bene, allora noi andiamo - sussurrò al mio orecchio - porcellina.”
In quel momento ricordai le parole che mi aveva detto due anni prima. ‘Senti Viola. Io non ti chiamerei mai ‘porcellina’, mai e poi mai. Neanche se davanti a me ci fosse un trattore che minaccia di salirmi e risalirmi sulle palle fino a che non si disintegrino. E sai che io ci tengo alle mie palle.’
Sussurrai sorridendo: “Chi l’avrebbe mai detto.”
Aggrottò la fronte: “Eh?”
“Cosa?”
“Ma cosa?”
“Ma cosa cosa?”
“Tu, hai detto qualcosa?”
“Io? No.”
“Si, hai detto qualcosa.”
“No, pirla.”
“Si, cogliona.”
“Vaffanculo.”
“Vacci tu.”
“Oddio ti prego, basta, andiamo.”
Non ringrazierò mai abbastanza la mente contorta di Zayn, per aver sfornato quell’idea del cazzo di far dividere Harry e Olivia.
 
 
 
 
 

THE END.

 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
No c’è, avete visto quanto è lungo questo capitolo? Minchia 9 pagine di word, cazzo. AHAHAHHAHAHAH Non mi sono mai impegnata così tanto, è da un mese che sto cercando di scriverlo.
C’è, sono passata da capitoli cortissimi, a un capitolo più lungo di Jerry. (Chi è belieber capirà mlmlml)
Spero che almeno vi piaccia cc
Ragazze, è finita. E’ finita. La mia prima ff in assoluto è finita.
Dio, mi ero affezionata troppo. E…non so che dire, cazzo.
Innanzitutto volevo ringraziarvi tutte, dalla prima all’ultima, per tutti i complimenti che mi avete fatto durante questa ff. Sono cose che ripeto ogni volta, ma non so come ringraziarvi, davvero. Ogni volta che leggo le vostre recensioni mi vengono gli occhi lucidi. Mi migliorate sempre l’umore.
Siete state davvero carine.
Minchia, questo angolo autrice sembra una specie di funerale lol, troppo deprimente.
Ok basta.
No seriamente, vi voglio bene ragazze, grazie ancora per avermi accompagnata in questi tredici capitoli.
Grazie.
 
 
 
 



- The shit is the less problem.
- The pan.



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1487744