You made my day.

di Trasgree Bre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A comic meeting. ***
Capitolo 2: *** The letter. ***



Capitolo 1
*** A comic meeting. ***


-Tre gelati al cioccolato, per favore.- dissi al ragazzo che vendeva i gelati nel parco. 
-Cono o coppetta?- mi domandò.
-Ragazze, cosa volete, cono o coppetta?- domandai alle mie amiche che hanno già preso posto su una panchina. Sono sempre le solite. Come se avessero un’ancora al posto del sedere.
-Cono.- risposero in coro Abbie e Allie.
-Anche per me.- mi rivolsi verso il gelataio.

Mentre pagavo il gelato, il ragazzo mi fece un occhiolino. Idiota, pensai. Ma perché i maschi devono essere tutti uguali? Sanno pensare ad una solo e unica cosa; il sesso. Mi diressi verso le mie amiche portando con fatica i loro gelati in una mano. 
Loro due erano indescrivibili. Ognuna di loro era speciale a modo suo. Abbie aveva i capelli biondi, erano lishi come la seta. Li lasciava cadere sulle spalle, portando spesso qualche ciocca che sfuggiva dietro l’orecchio. I suoi occhi erano di un azzurro lucente, erano magici. Lei, era magica. Allie, lei sì che era bellissima. I suoi occhi color marrone, sapevano incatenarti come solo loro sapevano. Era di una dolcezza assurda. Sapevo di poter contare su di loro. Loro due erano la mia famiglia.
 

Vivevamo in una casa a Londra. I genitori di entrambe lavorano in Irlanda, sono soci in un’azienda . Dovrebbero tornare l’anno prossimo. I miei invece, bhè, sinceramente non mi piace parlare di questo argomento. Quando avevo undici anni insieme ai miei abbiamo avuto un incidente in montagna. Tornando a casa con la macchina, mio padre perse il controllo del volante e siamo andati a sbattere contro un abete. Mia madre è morta sul colpo, invece mio padre è stato portato in ospedale. I dottori dicevano che c’era una possibilità che si salvi, ma dopo tre giorni, mi abbandonò anche lui.
Prima di vivere insieme alle ragazze vivevo a casa di mia zia, che non gradiva tanto la mia presenza. Compiuti dicciott’anni, insieme alle ragazze decidemmo di trasferirci nell’apartamento di Abbie che le avevano comprato i genitori. Non voleva viverci da sola, così io e Alli decidemmo di farle compagnia.

-Ragazze, mi sto annoiando. Questo parco è per i vecchietti che non hanno niente da fare.- piagnucolò Abbie.
-Porca puzzola Abbie! Hai sempre qualcosa da dire tu. Non ti accontenti di niente. Guarda quegli uccellini che volano felici. Sembra come se li portasse il vento.- 
-Hei, hei, hei! Non cominciare cone le tue frasi filosofiche e non so che altro, Allie, altrimenti non la finisci più. Abbie ha ragione, Anche io mi sto annoiando. Che ne dite di andare a fare un po’ di shop...- non riuscì a finire la frase che venni interrotta da Abbie.
-No! No! No! Di fare shopping non se ne parla proprio! L’abbiamo fatto laltra settimana. Facciamo qualcosa altro? Possiamo andare a fare un giro con i pattini, che dite?- propose Abbie. L’idea mi allattava parecchio, è da tanto che non pattinavamo insieme.
Tornammo a casa a prendere i pattini per dirigerci verso la pista ciclabile. Io e Allie eravamo abbastanza abili, invece Abbie aveva qualche ‘grosso problemino’. 
-Ragazze, chi prepara la cena stasera?- chiesi nella speranza si siano dimenticate che era il mio turno.
-E’ il tuo turno, cara Katherine.- disse Allie.
-Ma porca puttana! Perché avete così buona memoria?- dissi scherzando.
-Ehi, cocca.! Io ne vado fiera, sai?- disse Abbie.
-Fiera di avere una memoria da porcospino?- le dissi scherzosamente.
-Senti chi parla.- mi rispose lei facendomi la linguaccia.
Erano già le otto di sera. Noi eravamo ancora sulla pista ciclabile a pattinare lentamente, chiacherando.
Quando ad un certo punto un ragazzo cominciava ad avvicinarsi a noi. Anche lui pattinava. Io ed Allie lo superammo, Abbie non sapeva come fare, il ragazzo si avvicinava sempre di più. Anche lui era insicuro dei suoi ‘passi’. Mentre Abbie si copriva gli occhi con le mani, il ragazzo si spaventò e di conseguenza perse il controllo andando a sbatterle contro, così caddero insieme uno sopra l’altra.
Io ed Allie invece, eravamo a terra dal ridere, rischiavamo di scoppiare.
I due si alzarono evidentemente imbarazzati. Il moro aiutò Abbie ad alzarsi. Cominciarono a parlare. Io ed Allie eravamo lontano e non potemmo sentire quello che si dicevano. Era buio e non potevamo vederlo bene. Dalla faccia che aveva fatto Abbie vedendolo così da vicino ero sicura che fosse un davvero bel ragazzo. Dopo un po’ i due si scambiarono i cellulari.
-Secondo te di che staranno parlando?- chiesi ad Allie.
-Del cielo -.- !.- mi rispose ovvia Allie.
-Sono stupida, vero?-
-Direi proprio di sì!- mi rispose.
Allie aveva ragione, ero ‘na scema.. Era evidente che quei due si piacevano. Gli occhi li brillavano, non toglievano il sorriso dalle labbra. 
Il ragazzo salutò Abbie con un bacio sulla guancia che lei ricambiò. Tutta rossa in faccia ci raggiunse.
-Allora? Come si chiama? E’ bello? Di che cosa avete parlato? Hai il suo numero? E lui il tuo?- Allie cominciò a tartassare Abbie con le domande.
-Ahahahah! Allie smettila. Poverina la stai mettendo in imbarazzo.- 
Abbie annuì sorridendo imbarazzata.
-Okay! Hai ragione, scusa Abbie. Ci racconterai tutto a casa, d’avanti ad una cioccolata calda.- disse Allie tutta esaltata.
-Allie! Ma sei impazzita per caso? Cioccolata calda nel bel mezzo dell’estate con quaranta gradi dentro la casa?- chiesi stupita dalla sua intelligenza da criceto. 
-Ehi, che c’è di male?- disse lei stupita.
-Ripetimi un po’ la domanda!?- dissi ormai furibonda. Ma come fai? Cioccolata calda poi, pfft.
-Ahahahahah! Hai ragiooone! Che stupida.- si rese conto finalmente.
-Ahahahahah! Ma no? Davvero?- chiesi scherzando.
Quando siamo arrivate a casa erano le nove. Che scatole, dovevo preparare la cena, mentre quelle due capre si sarebbero spaparanzate sul divano d’avanti alla televisione.
-Ragazze cosa vi andrebbe di mangiare?- domandai .
-Io ho voglia di spaghetti. Che ne dite?- dissi Abbie.
-Hai ragione, è da tanto che non li mangiamo.- rispose Allie.
-Va bene. Tra un non so quando saranno pronti.- sorrisi alle ragazze che mi guardavano stranite.
-Che c’è?- chiesi.
-Non sai tra quanto saranno pronti gli spaghetti?- chiese Allie stupita.
-Eddai Allie! Lo sai che lei è la cucina non sono in buoni rapporti?- disse Abbie.
-Grazie ragazze. Le vostre prese in giro sono le migliori. E’ per questo che stasera mangerete cibo in scatola.- dissi alle due fintamente offesa.
Entrambe non sopportavano il cibo in scatola. 
-La tua cucina è la migliore! Lo giuro sul mio cane.- disse Abbie in preda al panico. 
-Abbie tu non hai un cane.- l’avvertì Allie.
-Non fa niente. Giuro lo stesso.- disse Abbie.
-Va bene. Stasera sarò buona e vi farò mangiare come si deve, ma guai a voi la prossima volta.- dissi facendo l’occhiolino.
Le due sospirarono alla mia affermazione, sollevate dal fatto che avrebbe mangiato cibo per umani.
Dopo la cena Abbie ci parlò del ragazzo con i pattini.
-E’ bellissimo. Dovevate vederlo. Ha degli occhi che ti fanno incantare. Una voce così melodiosa. Il suo corpo da stupro.- e fu così che Abbie rovinò il modo romantico con cui ci parlava del ragazzo di qualche ora fa.
Credo si chiamasse Liam. L’anno prossimo frequenterà il nostro liceo. 
-Quindi ti piace?- le domando Allie.
-Credo di sì,ma...- all’imprvviso si fermò.
-Ma cosa?- la incitai a continuare.
-Sapete cosa è successo qualche anno fa. Ho paura di affezionarmi troppo anche questa volta. Ho paura di essere ferita, usata e lasciata di nuovo da sola.- terminò Abbie con le lacrime agli occhi.
-Abbie, tu non rimarrai da sola. Noi ci siamo state, ci siamo, e ci saremo sempre per te.- la rassicurò Allie.
-o so ragazze, ma ho sempre paura.- disse Abbie e una lacrima amara le colò sulle guance perfette.
Asiugai quella lacrima e le presi il volto tra le mani.
-Ascoltami Abbie. Steve era uno stronzo come nessuno. Lui ti ha illusa e ferita. Lo sappiamo tutte che tu lo amavi davvero, ma lui era troppo idiota da capirlo. Lasciandoti ha commesso l’errore più grande della sua vita. E sai perché?-
-P-e-erché?- mi domandò Abbie, interrotta dai singhiozzi.
-Si è lasciato scappare la persona più bella, intendo interiormente, su questo mondo. Non ne troverà un’altra che sia come te. Tu sei unica, lui era stupido, non l’ha capito, non ti meritava allora, e non ti merita adesso. E’ inutile che tu pianga per lui adesso. Non devi piangere per uno stronzo del genere. Tu ti meriti il meglio. Capito?- 
-Sì. Grazie Kathrine. Vi voglio bene.- disse Abbie asciugandosi le lacrime.
-Oooh! Smettetela, vi prego. Sembra una scena come in una di quei film smielati dove tutti piangono.- disse Allie infastidita dall’abbraccio di me e Abbie.
-Ti da fastidio, eh?- le chiese Abbie con una faccia maligna.
-Cosa hai intenzione di fare?- domando Allie spaventata.
-Questo!- così comincio torturare Allie con il solletico.

Io stavo in disparte guardando la scena divertita. Quando ad un certo punto riflettei sulle cose che o detto ad Abbie. Non so come ma mi chiesi se anche io troverò mai un ragazzo che mi capisca, che mi... che mi... non lo so neanche io. In tutta la mia vita avevo solo un ragazzo. I lasciammo dopo sette mesi che stavamo insieme. Si chiamava Matthew. Matthew Jackson. Credevo ci tenesse a me. Un giorno, entrai nel bagno delle ragazze, dove lo trovai scopare con la troia della scuola, Cristal Parks. Da quel giorno non gli rivolsi più la parole, cambiai il mio numero di telefono, ma per colpa sua dovetti andarmene dal liceo. Pensavo fosse impazzito quando cominciò a minacciarmi, dicendomi che se non rimanevo la sua ragazza avrebbe dato fuoco al mio appartamento mentre dormivo. Questa era la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così decisi di cambiare scuola.

-Kath? Kath ci sei?- Alli cominciò a sventolarmi la mano d’avanti agli occhi.
-Ah? Sì, sì, scusate ero immersa nei pensieri.- dissi un po’ ‘scombussolata’.
-Si vede, c’è qualcosa che non va?- chiese preoccupata Abbie.
-No, no. Va tutto bene, sono solo un po’ stanca. Vado a dormire. Buona notte.- dissi alzandomi dal divano.
-Buona notte.- risposero le ragazze in coro.
Sapevo che una volta addormentata, sarebbero incominciati gli incubi, come ogni notte.
Montagna. Auto. Strada. Ghiaccio. Abete. Luce fioca. Speranza. Buio totale.



Hey! Questa è la mia prima storia. Che ne pensate di questo capitolo?
Spero tanto vi piaccia. Vi sarei grada se lasciaste qualche recensione.
Giusto per sapere cosa ne pensate u.u
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciaooo.

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Capitolo 2
*** The letter. ***


Mi svegliai con gli occhi gonfi e la testa dolorante. Questi sogni mi fanno impazzire.
Le ragazze non erano ancora sveglie, erano le solite dormiglione.
Uscii di casa per controllare la posta. Dentro il cassetto c'era solo una lettera. Strano. Di solito il cassetto era pieno di pubblicità e lettere per Allie. Questa era per me.
Entrai dentro casa e cominciai ad aprirla. 
-No, ti prego dimmi di no...- dissi ad alta voce.


Cara Katherine.

E' da tanto tempo che non ti scrivo, che non ti chiamo. Mi dispiace davvero tanto. So che le mie scuse non significano niente per te in questo momento. Devi sapere che io non ho mai smesso di pensare a te. Alle nostre giornate passate a mangiare cioccolata, a guardare i film horror e tutto il resto. Sappi che per me tu sei ancora la persona più importante di questo pianeta. Sento ogni giorno la tua mancanza che aumenta sempre di più. Spero solo che un giorno tu riesca a perdonarmi e che tutto torni come prima, com'è giusto che sia.
Ti amo di bene,
il tuo Louis.


-Il tuo Louis.- sussurai.

Mi manca. Mi mancano le giornate trascorse con lui. Mi manca vederlo fare l'idiota. Mi manca sorridere con lui. Mi manca tutto. Mi manca lui.

Sentii qualcuno scendere le scale.

-Buongiorno Kath.- mi salutò Abbie.
-Ahaha!- scoppiai a ridere vedendola.
-Cosa c'è?- mi chiese stranita.
-Niente. Mi andava di ridere.- risposi cercando di capire il perché del mio comportamento.
-Mi spaventi Kath.- disse lei.
-Non preoccuparti, le passerà.- disse Allie scendendo le scale.
-Non fate ridere.- dissi io fintamente offesa.


Mi misi a sedere sul divano fissando la TV spenta. Cominciai a pensare a Louis. A come le mie giornate sono diventate vuote e tristi da quando se n'è andato. Certo, ci sono Abbie e Allie adesso, ma non è la stessa cosa se non c'è lui.


-Kath, c'è qualche lettera per me?- mi chiese Allie.

-No. E' arrivata solo una. Era per me.- dissi con un po' di tristezza.
-Ah. Chi te l'ha mandata?- chiese Abbie.
-L-Louis.- dissi balbettando.


Detto questo, Abbie per poco non si strozzava con il latte e Allie mi guardò... preoccupata?

-Vado a fare una passeggiata.- le avvertii.

Allie era sul punto di dirmi una cosa, ma chiusi la porta e uscii di casa. Non sapevo dove andare, perciò cominciai a girovagare per la città senza una meta precisa.
Camminavo con la testa bassa, guardando le mie scarpe. All'improvviso andai a sbattere contro qualcuno.



-Oh. Scusi...- dissi imbarazzata.
-Kath? Sei davvero tu?- disse la persona difronte a me.
-Oddio! Harry! Da quanto tempo!- urlai e lo abbracciai forte.
-Mi sei mancata tanto!- disse sorridendo.
-Anche tu mie sei mancato. Ma che ci fai a Londra, tu non eri nel Chelsire?- gli chiesi.
-Sì, ma vedi... Lì non ci sono più belle ragazze come prima. Perciò ho deciso di vedere un po' le ragazze di Londra.-
-Harry, ma non cambi mai? Sempre alle ragazze devi pensare tu?- chiesi sul punto di arrabbiarmi con lui.

Lui non era come tanti credevano. Chelsire è una piccola cittadina dove tutti conoscono tutti. La maggior parte delle persone pensa che Harry sia un donnaiolo, uno che si approfitta delle ragazze.In parte avevano ragione, qualche volta gli piaceva divertirsi con le ragazze ma non per questo si merita tutti gli insulti che riceve.

-Allora che mi racconti di bello?- mi chiese.
-Mah. Mi sono trasferita in una casa con le mie migliori amiche. Non sopportavo più mia zia.- gli risposi.
-Sono carine?- mi chiese con gli occhi che gli brillavano.
-Sono carine chi?- chiesi confusa.
-Le tue migliori amiche, no?- disse lui ovvio.
-Harry! Ti prego smettila. E comunque non sono carine, sono meravigliose. Le più belle ragazze sulla faccia della Terra. - dissi.
-E me le farai conoscere?- chiese con la faccia da cucciolo.
-Immagina, puoi.- dissi scherzosamente.
-Eddai! Non prendermi in giro.-
-Va bene, va bene! Puoi venire stasera a cena, okay?- gli dissi.
-Ahahah, okay. Alle otto va bene?- mi chiese.
-Certo.- gli risposi sorridendo.
-Adesso devo andare, ci vediamo più tardi.- disse baciandomi la guancia.
-Ciao Harry.-

Tornai a casa sorridendo. Harry mi ha fatto rallegrare un po'. Mi fa sempre bene parlare con lui.

-Ragazze! Sono tornata!- urlai una volta entrata in casa.
-Kath! Finalmente!- disse Allie e mi abbracciò.
-Kaaaath!- mi saltò addosso Abbie.
-Ahahah! Lo so scusatemi. Comunque, stasera a cena avremo un ospite, è un mio caro amico. Ci conosciamo da tanto tempo e voleva conoscervi.-
-E' carino?- chiese subito Allie.
-Sì Allie. E' un figo della Madonna.- le risposi ridendo.
-Perfetto.- disse sorridendo.

Preparammo la cena in fretta. Alle otto in punto suonò il campanello. Andai ad aprire la porta.

-Sempre puntuale, eh?- dissi baciandogli la guancia.
-Ovvio.- disse entrando in casa.
-Ragazze è arrivato Harry.- dissi cominciano a camminare verso la cucina.
-Ciao! Io sono Harry.- salutò lui.
-Ciao Harry. Io sono Abbie.- lo salutò lei con un sorriso.
-Io invece sono Allie.- disse lei con gli occhi che le brillavano.
-Bene. Possiamo cominciare con la cena?- chiesi.
-Certo.- rispose Harry.

Dopo qualche ora...

-... Così sono andato a vivere con mia madre e mia sorella.- concluse Harry la storia della sua vita.
-Mi dispiace tanto.- disse Abbie.
-Già. Non è bello vivere con i genitori separati. Adesso dovrei andare, si è fatto già tardi e domani comincio il mio nuovo lavoro. Mi ha fatto davvero piacere conoscervi.- disse lui.
-Anche a noi. Spero ci rivedremo presto.- disse Allie.

Allie accompagno Harry fino alla porta, dove si scambiarono qualcosa. Erano sicuramente i loro numeri di telefono. Lo sapevo, non era cambiato per niente. Domani mi sentirà. Non voglio che si approfitti di Allie. Lei non se lo merita.

-Abbiamo passato davvero una bella serata.Sono stanca morta, vado a dormire. Ci vediamo domani, buona notte. - disse Allie.
-Buona notte.- rispondemmo insieme io ed Abbie.

Andai a farmi una doccia calda e dopo mi buttai sul letto. Comincia a pensare a Louis. Domani gli avrei mandato una lettera dicendogli tutto, tutto quello che sentivo.



Ziao! Ecco il secondo capitolo U_U
Mi scuso tantissim per l'attesa, ma non ho davvero potuto aggiornare prima çwç
Spero vi piaccia *o*
Ciao!

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