Di acqua, aria, terra e fuoco

di Gwen Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Goccia ***
Capitolo 2: *** Soffio ***
Capitolo 3: *** Granello ***
Capitolo 4: *** Scintilla ***



Capitolo 1
*** Goccia ***




Dedicata a: MartinaBea

GOCCIA

 

Vibra la goccia sul soffitto, ondeggia un secondo e cade.
Sakura ha imparato a contare il tempo; ogni cinque secondi una goccia le cade tra gli occhi, e scivola fino alle labbra arse.
Se piega la testa, la goccia tocca la nuca, brilla fugace fra i corti capelli corvini.

Yao era solito acconciarla con un pettine d’avorio umido d’acqua di sorgente, scintillante della pioggia che tintinnava contro le sottili pareti di carta. Gorgogliava il bollitore dell'amaro tè verde, versato poi in eleganti tazze di raffinata ceramica blu.
Vorticava l’acqua nella ciotola, dove la giovane Sakura sciacquava il gonfio pennello imbevuto di inchiostro, tracciando eleganti ideogrammi sotto lo sguardo attento di Cina, che ogni tanto si chinava a correggere i suoi movimenti.

Una fibra di luce scintilla nella goccia prima che precipiti.
Goccia fredda che non disseta
Goccia in mezzo agli occhi gonfi di ricordi.
Goccia dal sapore di un amore divenuto ossessione.

L’acqua fresca le scorreva sulle guance quando al mattino ripuliva il visetto dai residui dell’incubo, si fermava in piccole perle sulla linea rotonda del mento.

Ho fatto un sogno, Yao.
Ricordi dell’uomo che non sapeva se aveva sognato una farfalla,
o se era stata la farfalla a sognare lui?
Era quello il sogno,
o questo?

 
Note
Siccome erano mesi che non scrivevo, soprattutto sul fandom, sono entrata un poco di astinenza da EFP. Ecco perché ho pensato (vita reale permettendo) di inaugurare una breve raccolta di quattro capitoli su una coppia suggeritami da MartinaBea.
La parte finale è una citazione della filosofia del pensatore cinese Zuan Xhi.
Enjoy

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Capitolo 2
*** Soffio ***


            SOFFIO

Con il profilo del ventaglio assecondava l’ondeggiante sospirare del vento d’autunno, curvando con grazia il polso in un movimento rotatorio, mentre i piedi sfioravano il terreno in rapida, elegante danza.
Tutto era completo, armonioso, quando al ritmo di una musica portata dalle correnti, intrecciava i propri passi a quelli di Yao, diversi eppure perfettamente complementari. Aveva la violenza del ruggito di tigre e l’equilibrio del fragile airone nei giardini imperiali.
Maschio e femmina, buio e luce, Yin e Yang, come i draghi della leggenda intersecano le loro spire, le due nazioni univano arte e lotta in un unicum. Lievi come l’aria e potenti come il vento.
Il vento una notte le sfiorò le narici con l’odore del mare e di un mondo lontano al di là dell’oceano, la carezzò con le sue lusinghe e la spaventò, così che Sakura stretta nella sua isola voltò le spalle a Oriente e a Occidente.

 

L’aria ha una sua melodia, un suono frusciante di foglie secche,
è sibilo di ventagli e di spade.
È il fischio della lama che su di lei si abbatte.

Era il canto dell’usignolo quando il mattino si destava.

Di nuovo quel sogno, Yao.
È finzione? O visione del futuro?

Note
Secondo capitolo, quello dedicato all’aria e, per me, anche il più complicato. Perché l’aria è qualcosa di impalpabile e di indefinito, descrivendo la quale si rischia di cadere nella banalità. E probabilmente è stato così anche nel mio caso.
Comunque mi sono rifatta più ad elementi propriamente cinesi che giapponesi, come la presenza dell’airone quale uccello simbolo di purezza e dell’usignolo che in un’antica fiaba allieta le giornate dell’imperatore.
I passi di Yao sono mosse di arti marziali, mentre quelli di Sakura si avvicinano di più alle danze coi ventagli delle geishe.
Infine i draghi serpentiformi svolgono un ruolo centrale in tutta la mitologia cinese, soprattutto sono i protagonisti di molte leggende, tra cui spicca quella dei quattro draghi. Sono simbolo di fortuna e di buon auspicio.

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Capitolo 3
*** Granello ***


TERRA


Il termine terra è insufficiente a racchiudere le molteplici sfaccettature di quelle lande lontane.
Terra era la sabbia sotto i piedi sugli argini del fiume Giallo quando la sera cedeva il posto alla notte e il calore accumulato si diffondeva tutto attorno.
Terra era la solida roccia in cui i Buddha venivano finemente scolpiti.
Terra era la pendice del Fuji nutrita di cadaveri quando rombava, presagio di sventure.
La terra le scivolava fra le dita affusolate mentre stava seduta in giardino a bere una tazza di tè verde insieme a Yao, i piedi calzati in pantofole ricamate intenti a tracciare ghirigori sul ghiaietto.

Sakura avverte l’oppressione della terra. La schiaccia, le preme sulla testa e sull’addome. Le sfiora le labbra.

È stata inserita a forza dove solo i morti di barbari d’Occidente dovrebbero stare.

Scura terra nutriva i ciliegi che adornavano i suoi capelli e la candida rena veniva pettinata in linee parallele per giardini in miniatura.
 

E si sente come un seme soffocato da troppe attenzioni dalla sua stessa madre, un seme che mai riceverà il nutrimento della pioggia e del sole.

“I gigli del ragno rosso sono sbocciati. Il loro colore tinge i miei sogni. Ho paura, Yao.”


Note
In un momento di respiro dalla sessione estiva di esami, ho deciso di aggiungere il terzo capitolo di questa mini raccolta.
Non amo scrivere le note, ma mi rendo conto che qui sono necessarie. Allora, come penso sia ormai un po’ chiaro (e se non lo fosse, sono qui per questo), queste double drabbles si concentrano sul rapporto tormentato tra Cina e Nyo!Giappone, specialmente alternando momenti felici del passato e angoscia nel presente. I tentativi di apertura del Giappone e la gelosia della Cina. La tortura pensata per questa volta è l’essere seppelliti vivi. Prendetevela con la mia mente sadica.
In alcune miei letture, ho trovato accenni a certe credenze in base alle quali i ciliegi in fiore ai piedi del Fuji crescevano grazie ai cadaveri che lì venivano sepolti.
La coltura giapponese, se non ricordo male, non prevede l’inumazione , perciò Sakura lo vede come un metodo barbaro.
I gigli del ragno rosso (Lycoris radiata) compaiono spesso in scene anime/manga giapponesi, specialmente in scenari horror e misteriosi. 

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Capitolo 4
*** Scintilla ***


Scintilla

 

La torcia scura, tanto vicino al suo viso da sentirsi bruciare,
le 
ferisce gli occhi con la sua violenta luminosità.
Danza  crudele come 
una fata maligna.


A Yao piaceva il rosso, simbolo di prosperità. 
Era il colore del fuoco che baluginava nei bracieri dorati dove profumati 
incensi salivano fino alle dimore celesti degli dei
Era color di passione, vivido come le perfide fiamme quando inghiottivano le case 
lignee del villaggio, senza che nessuno potesse fermarle.
Era danza benigna di scintille se rischiarava una notte di festa, illuminando gentile i ballerini e i loro ventagli di carta di riso.
La giovane avvertiva un calore nel petto se il cinese guidava i suoi movimenti nel tendere l’arco, prima che una freccia dalla punta infuocata disegnasse nell’aria un arco di luce.
Il fuoco le scaldava le mani nelle sere d’inverno, inginocchiata di fronte a un bollitore, con le mani giunte in grembo, e profumava di tempi antichi.

 

La torcia si muove attorno al 
suo corpo e le fiamme, sorelle birichine che si adornano nell’oro, le 
lambiscono le pelle candida.

E poi fu un altro fuoco, fu il colore della guerra a riflettersi sul mare.

“Mi sono svegliata, Yao.
Non è più 
un sogno”


Note:
Ultimo capitolo della raccolta! 
In Cina il rosso è un colore di buon augurio, tanto che i regali dovrebbero sempre avere un fiocco di questo colore. Ho cercato anche di trasmettere la doppia natura, ora positiva, ora negativa, del fuoco.
 Se una fiamma viene avvicinata troppo agli occhi si rischia di diventare ciechi (a Sakura non succede, per fortuna).
L’ultima frase si riferisce al momento in cui il Giappone si rende indipendente dalla Cina. Sakura si è finalmente svegliata. 

Ringrazio MartinaBea per avermi consigliato la coppia e perché legge sempre le mie bozze.
Ringrazio anche Clepsamia per le sue graditissime recensioni

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