Forbidden Love

di immy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fell's Church... ***
Capitolo 2: *** La cena ***
Capitolo 3: *** La richiesta ***
Capitolo 4: *** Confessioni ***
Capitolo 5: *** Confessioni II ***



Capitolo 1
*** Fell's Church... ***






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Il piccolo studio da falegname, dove tutto era interamente fatto in legno, accoglieva come sempre Giuseppe McCullough mentre scolpiva su una lastra di legno provando a ritrarre Bonnie, sua figlia, prendendo spunto da una sua foto. In quel momento la giovane figlia del miliardario in camera sua, si stava sistemando i lunghi capelli ricci per uscire, si accorse che erano cresciuti molto dall’ultima volta che li aveva tagliati, infatti le arrivavano quasi al fondo schiena.

A Bonnie erano sempre piaciuti i suoi capelli ricci e rossi, ma ogni volta che li tagliava si gonfiavano moltissimo, finendo per sembrare una palla di fieno, per questo un anno prima si decise a farseli crescere, infatti appesantendosi, non si sarebbero gonfiati più del dovuto e facendo mezzo giro su se stessa, in modo da guardarli meglio allo specchio si rese conto che aveva fatto bene, ora infatti adorava i suoi capelli, non aveva più niente di cui lamentarsi. Dopo essere tornata sulla terraferma andò verso la portafinestra, alle spalle del suo letto per aprire le tende, che impedivano alla luce del sole di illuminare la stanza. Dopo averlo fatto, infatti, la stanza con la moquette e le pareti bianche rifletterono la luce sui mobili in legno e sull’armadio con un'anta a specchio facendoli sembrare più luminosi, la sua camera sembrava splendere di luce propria.

Aperte le tende e anche la portafinestra Bonnie procedette con il cambio delle lenzuola, sapeva che lo potevano fare i numerosi domestici che aveva in casa, ma non le sembrava giusto buttargli addosso anche il peso della sua camera da riordinare, Bonnie non lasciava mai mettere in ordine la sua camera a nessuno. Perché far rimettere in ordine ai poveri domestici la camera che usava soltanto lei e che quindi era lei a disordinare? Loro avevano già abbastanza da fare per conto loro, quindi alle faccende che riguardavano lei o la sua camera se li sbrigava da sola.

La Rossa, quel mattino era particolarmente di buon umore, per ciò decise di stendere sul suo letto matrimoniale delle lenzuola bianche, come il resto della stanza, ma che facevano contrasto con il rosso della testata del letto e in fine per dare un po’ di colore al tutto mise sopra al letto una copertina rossa, dopo aver dato un ultima occhiata alla stanza uscì, per andare a dare il buongiorno al fratello minore.

La camera di Matt era disordinatissima, come al solito, era arredata a regola d’arte per un bambino, tutti i mobili erano rigorosamente in legno, ma con la facciata blu, il letto disfatto e tutti i giochi sparsi per terra, la camera era piccola e per questo ogni minima cosa fuori posto la faceva sembrare sottosopra; con Matt c’era anche la loro tata, Denise, una giovane donna francese, che in quel momento lo stava aiutando a mettere una felpa.

<< Bonjour Mademoiselle. >> la salutò Bonnie.

<< Bonjour. >> risposero al saluto Matt e la tata.

Denise, da quanto ricordava Bonnie era sempre stata con loro, sua madre, infatti l’aveva presa a lavorare non appena aveva scoperto di essere incinta. La tata era una persona buonissima, quel genere di persona che dà senza mai pretendere, lo si poteva vedere dai suoi dolci occhi castani, la donna infatti aveva lineamenti molto delicati e proporzionati; non era troppo alta, ma neanche troppo bassa, un naso piccolo e dritto, zigomi alti e dei lunghi e liscissimi capelli castano scuri. Da quando Abbie, la madre di Bonnie, era morta dieci anni prima Denise si era presa cura sia di lei che di Matt come fossero figli suoi.

<< Fai il tuo letto Matt. Hai buttato il tuo pigiama per terra dopo averlo tolto anche oggi. >> lo rimproverò Bonnie, scherzosamente.

La tata lo guardò per pochi secondi, dopodiché lo fece girare verso il letto. << Coraggio … metti a posto. >> gli intimò.

<< Dopo colazione! >> si lamento il piccolo di casa, seguendo la sorella al piano inferiore, ma la mademoiselle lo fermò << No, adesso. >> gli disse scompigliandogli i capelli affettuosamente.

La risposta di Matt fu un sonoro sbuffo e il ritorno nella sua camera da letto sbattendo i piedi per terra, con fare scocciato.

Bonnie, nel frattempo, di buon umore si diresse attraverso il lungo corridoio, che ospitava le varie stanze, anche qui il colore predominante era il bianco. I muri erano ricoperti da una pregiata carta da parati, bianca con motivi florali di colore dorato, la larghezza del corridoio poi permise ai padroni di casa di appendere foto di famiglia qua e là lungo il suddetto, il pavimento poi era ricoperto da una moquette, sempre bianca, decorata con arabeschi dorati come in tutta la casa, verso la fine del corridoio Bonnie vide che la porta della stanza di suo padre era chiusa, segno che non era in camera, per cui la Rossa tirò dritto, e sempre saltellando scese le ampie scale accarezzando il corrimano in legno lucidato.

<< Camille, non dimenticare di innaffiare le piante! >> sentì urlare una delle domestiche.

<< Sì! >> rispose la ragazza che stava già salendo le scale con un innaffiatoio in mano.

<< Camille, ho già innaffiato quella nella mia stanza. >> la avvisò Bonnie scendendo gli ultimi gradini della scala.

<< Grazie. >> le disse Camille imbarazzata, era una ragazza molto timida, infatti arrossiva per qualsiasi cosa, e ciò la rendeva tenera agli occhi della Rossa, le piaceva, trovava i suoi grandi occhi marroni molto sinceri e adorava i suoi lunghi capelli color mogano, aveva una bocca piccola, ma carnosa e ogni volta che sorrideva le si formavano delle belle fossette sulle guance.

Bonnie, dopo averla salutata aprì la grande porta bianca della cucina, a pochi passi dalle scale, dopodiché si appoggiò allo stipite della porta sorridendo ai domestici, indaffarati a preparare la colazione per tutta la casa.

<< Buongiorno. >> disse attirando la loro attenzione.

<< Buongiorno signorina. >> risposero i domestici, affettuosi solo come un genitore poteva esserlo con i propri figli.

Bonnie si diresse verso Jebediah, un grande e anziano signore , anche lui in cucina ad aiutare la moglie, stampandogli un dolce bacio sulla guancia.

<< Ma buongiorno cara. Ogni giorno diventi più bella. >> disse come ogni mattina, facendo nascere un bellissimo sorriso sul volto della giovane, ma facendola anche arrossire.

Jeb, assomigliava molto a sua figlia, Camille, anche lui infatti aveva capelli scuri, che con il tempo si erano ricoperti di tanti piccoli fili d’argento e grandi occhi maroni.

Dopo averlo ringraziato, ancora rossa, Bonnie si diresse spedita verso l’uscita della cucina, ma alla porta andò quasi a sbattere contro una domestica che stava uscendo dalla cucina per portare una torta sul tavolo del giardino, dove avrebbero fatto colazione.

<< Attenta! >> la avvisò, Sue, la domestica in questione bonariamente.

Bonnie fece uno sguardo allarmato a mò di scusa e alzò le braccia in segno di resa ridacchiando.

<< Porta anche il the. >> intervenne la signora Flowers nonché moglie di Jeb.

La domestica dovette tornare in dietro a prendere il the e Bonnie, approfittando di quel momento scappò in giardino che non era altro che una grandissima distesa di erba che contornava l’intera villa ( Bonnie, infatti, una volta si ritrovò a domandarsi se un campo da calcio era più piccolo o meno, non invidiava affatto i poveri Jeb e Stefan che dovevano prendersene cura ) dove erano piantati molti fiori a delimitarne il perimetro.

Nel giardino c’era anche un piccolo labirinto fatto di cespugli, siepi ed arbusti che portavano allo studio privato di Giuseppe, dove era solito armeggiare con il legno.

Il giardino, o forse “giardino” non era il termine adatto, magari "parco" avrebbe reso meglio l’idea, era provvisto anche di una serra; Giuseppe ci teneva molto ad averla sempre curata perché prima della sua morte Abbie passava intere giornate a leggere libri sui fiori sognando un giorno di poterli vedere quasi tutti dal vivo, il marito così le fece costruire una serra e ci fece mettere tutti i fiori preferiti dalla moglie, poi lei la aggiornò comprandone sempre di nuovi, mai uguali a quelli che aveva già. La serra così conteneva quasi tutti i fiori e le piante che Abbie aveva visto sui suoi libri. In giardino, poi avevano anche una bella piscina, che Stefan e Jeb si occupavano periodicamente di pulire e cambiare l’acqua se necessario. Mentre Bonine passeggiava lentamente per il giardino, senza fretta godendosi la giornata e il profumo di fresco, quello dell’erba appena falciata, pensò a quanto suo padre era cambiato rispetto a quando Abbie era appena morta.

Bonnie era molto contenta, che suo padre avesse superato il lutto. Era finalmente tornato a sorridere. Continuò ad andare avanti pian piano finché non di affacciò alla porta aperta dello studio, che poi tanto “studio” non era. Sembrava più che altro una piccola casetta di legno, come quelle che si possono trovare in montagna piena di attrezzi da falegname appesi al muro poi in un angolo in disparte c’erano tutte le cose che Giuseppe aveva creato, che non sapeva ancora dove mettere, si partiva da un banale portapenne fino ad arrivare a portagioie, divanetti, poltroncine e varie altre cose poi in un altro posto in disparte, sotto una grande finestra c’era la scrivania che Giuseppe usava per creare piccole cose, come stava facendo in quel momento, con martello e scalpello, sembrava concentrato con quello che stava facendo, Bonnie se ne accorse dalla ruga che gli increspava la fronte; la ruga, infatti, faceva capolino ogni volta che Giuseppe era concentrato, o irritato.

 

Scolpire nel legno era l’Hobby preferito di Giuseppe, lo rilassava e, a volte, lo usava per sfogarsi nei momenti di rabbia.

Bonnie, da diversi minuti era appoggiata allo stipite della porta a guardare suo padre mentre scolpiva, felice di vederlo spensierato. Da tempo, il padre dimostrava anche più dei suoi effettivi 56 anni, la ruga che di solito aveva in fronte quando era in preda a stati d'animo negativi, non lo abbandonava più, i suoi capelli mori stavano pian piano sbiancando e... sì suoi occhi marroni, li aveva ereditati da lui e in quel momento erano luminosi e fissi su di lei. Dopo la morte della madre si erano tutti un po’ spenti con lei, solo da pochi anni, in casa, era tornata la spensieratezza di un tempo.

<< Buongiorno papà. >> salutò Bonnie, richiamando l’attenzione del padre, per poi dagli un bacio sulla guancia.

<< Buongiorno dolcezza. >> ricambiò il saluto, ma non prima di aver nascosto il ritratto scolpito di Bonnie, non lo aveva ancora finito e non voleva che la ragazza lo vedesse incompiuto.

<< Me lo fai vedere oggi? Ti prego! >> erano giorni che la Rossa era curiosa di vedere quello che il padre stava scolpendo, ma lui glielo aveva sempre negato.

<< No. Quando sarà finito. >> rispose Giuseppe sicuro di sé, glielo avrebbe fatto vedere una volta finito, per farle una sorpresa.

<< Mi dici almeno che cos’è? >> lo pregò Bonnie.

<< Sto cercando di scolpire un tuo ritratto, ma direi che sono ancora molto lontano dal riuscire a farlo simile a te. >> le rivelò il padre facendo il muso.

<< Andiamo. >> rispose Bonnie tirando il padre per un braccia mentre ridacchiava.

Lui si alzò, la circondò con entrambe le braccia e abbracciati si diressero verso il giardino dove avrebbero fatto colazione tutti insieme, d'estate avevano l’abitudine di mangiare sempre in giardino.

<< Dove sono Matt e Denise? >> domandò Giuseppe mentre passavano accanto alla piscina.

<< Matt sta rifacendo il suo letto. >> rispose Bonnie.


 

Matt era intento a sistemare il proprio letto quando all’improvviso sentì il suono di un clacson e sospettando di sapere di chi si trattasse si diresse di corsa verso il balcone della sua stanza, quando si affacciò notò che dal cancello stava entrando una macchina nera.

<< Sì! Damon è qui. >> esultò urlando.

<< Sì! È qui. Damon è qui! >> Matt rientrò urlando in camera, per poi uscirne esultando ancora.

<< Matt, calmati ti prego! >> gli disse Denise dopo aver fatto una risatina.

Intanto, Damon nel cortile dell’entrata della villa scendeva dalla Mercedes con fare teatrale, come se fosse un divo di Hollywood, mentre Stefan, il facchino nonché l’autista stava già tirando fuori le numerose valige dal portabagagli.

<< Stefan, mi porgi la valigia marrone, per cortesia? >> gli domandò Damon dopo essersi tolto gli occhiali da sole e alzato lo sguardo per guardare la villa che non vedeva da diversi mesi.

<< Ok. >> rispose il giovane educato.

<< Damon! >> urlò Matt scendendo le scale, felice di rivederlo dopo tanto tempo.

<< Hey campione! Come stai? >> urlò quest’ultimo felice anch’esso di rivedere Matt, che gli si buttò letteralmente fra le braccia. La scena dell’evidente affetto che legava i due fece sorridere Stefan intenerito.

<< Sto benissimo, tu? >> domandò Matt, ancora sorridendo, felice.

<< incredibile! >> mormorò Damon alzando Matt per guardarlo dritto negli occhi e stupendosi di quanto fosse cresciuto Matt.

<< Ma non dovevi tornare la scorsa settimana? >> domandò Matt ignorando l’esclamazione di Damon.

Nel frattempo Stefan che era finalmente riuscito a trovare la famosa valigetta marrone tra le tante altre di Damon, la passò al proprietario, che gli sorrise, grato, dopodiché riservò tutta la sua attenzione a Matt, che stava ancora aspettando una risposta.

<< Quando una giovane e bellissima donna, si mise praticamente in ginocchio, chiedendomi di rimanere, non me la sentì di tornare, deludendola, perciò ho prolungato il mio soggiorno di una settimana. >> raccontò Damon.

Il ragazzo, infatti, era il classico sciupafemmine, aveva grande fascino e grazie al suo carattere da seduttore era in grado di conquistare chiunque e la cosa peggiore è che ne era consapevole.

<< Quanto era carina? >> domandò Matt, curioso.

Damon si limitò a scompigliare i capelli al piccolo di casa, sorridendo della sua curiosità.

<< A chi assomigliava questa volta? Angelina Jolie di nuovo? >> domandò ancora, deciso più che mai a far parlare Damon.

Quest’ultimo, scoppiò in una fragorosa risata, mentre entravano in casa, ma dovette subito smettere di ridere perché Denise, davanti all’ingresso li guardava con aria fintamente rimproveratoria.

<< Vergognati Matt, non si dicono certe cose. >> disse Damon, facendo il finto scandalizzato.

<< Mademoiselle … comment allez-vous? >> domandò Damon a Denis.

<< Bentornato Damon. >> Denis gli diede il benvenuto stringendogli la mano e sorridendogli, gentile come sempre.

<< È un vero piacere rivederti. >> le disse Damon facendole il baciamano, dopodiché le diede un bacio sulla guancia imbarazzandola e lui, consapevole di averla imbarazzata e sapendo del fascino che esercitava sulle donne si lasciò scappare un sorriso.

<< Ho tante cose da dirti. Parigi era stupenda. Magnifique! >> continuò.

<< Ovviamente. >> rispose Denise sorridendo.

<< Signor Damon, bentornato. >> intervenne Camille, imbarazzata dalla sua presenza; la ragazza stava giusto scendendo dal piano superiore, dove aveva da poco finito di innaffiare le piante.

<< Come va Camille? >> rispose Damon sorridendole.

La ragazza, in risposta, abbassò lo sguardo arrossendo, facendo di nuovo sorridere il Moro.

<< C’è qualcuno in giardino? >> domandò improvvisamente Damon a Matt.

<< Sì, andiamo a fargli una sorpresa! >> disse Matt trascinando Damon per un braccio.

In quel momento Stefan stava giusto rientrando con le valigie di Damon.

<< Buongiorno. >> lo salutò una sorridente Denise, dopodiché si diresse anche lei verso il giardino.

<< Buongiorno signorina Denise. >> rispose il ragazzo educatamente.

<< Vieni che ti aiuto con i bagagli. >> disse Camille rivolgendosi a Stefan, dopodiché provò a prendere la valigia che il ragazzo aveva in mano, in modo che lui andasse a prendere le altre, ma il peso della valigia la sorprese.

<< Oddio! Ma è pesantissima! >> esclamò la ragazza.

<< Non preoccuparti, la porto su io. >> rispose Stefan per poi prendere le scale, portando le valige nella stanza di Damon.

<< Non sforzarti troppo per tirarla su, con l’andare del tempo potresti farti male. >> gli raccomandò Camille, preoccupata.


 


 

Nel frattempo in giardino, Matt corse verso Bonnie e Giuseppe che stavano facendo colazione.

<< Guardate chi c’è … guardate! >> urlò il ragazzino mentre correva dai due.

Poco dopo dietro a Matt arrivò Damon, con un grande sorriso, sventolando la mano, in modo teatrale, facendo ridere i presenti, tranne Bonnie che non appena lo dive si voltò verso il tavolo con un espressione turbata.

<< Oh è Damon. >> Mormorò Giuseppe felice, prima di alzarsi, andando verso il nuovo arrivato, per salutarlo.

<< Zio! >>

<< Dov’eri, fuggiasco?! >> lo accusò scherzosamente lo “zio”. Damon, infatti, non aveva legami di sangue con la famiglia Salvatore, ma anni prima, quando lui aveva undici anni, e Bonnie sei, i genitori di Damon, cari amici di Giuseppe, morirono improvvisamente, e l’allora ancora molto giovane, Damon, non aveva altri famigliari che lo volevano tenere con loro. Per ciò Giuseppe decise di prenderlo sotto la sua ala e trattarlo come uno dei suoi figli.

<< Le mie speranze che tu ritornassi stavano ormai barcollando, avevi anche il telefono spento. >> lo informò Giuseppe, per poi abbracciarlo.

<< Eravamo preoccupati. Potevi almeno chiamare. >> lo rimproverò bonariamente lo “zio” mentre ancora lo abbracciava.

<< Sì hai ragione zio, ti chiedo scusa. >> rispose Damon sciogliendo l’abbraccio, per poi mettere la sua valigetta marrone su una sedia, liberandosi dell’ingombro.

<< Avresti almeno potuto chiamare a nostro carico, se non avessi avuto soldi. >> intervenne Bonnie, rimproverandolo, era per quello che non si era alzata a salutarlo, erano sempre stati molto uniti e il fatto che lui non avesse chiamato l’aveva fatta preoccupare e anche che dopo essere tornato avesse liquidato la questione con un “Hai ragione, ti chiedo scusa” l’aveva fatta arrabbiare parecchio.

<< Tesoro! Che succede? >> domandò Damon, mentre faceva il giro del tavolo per avvicinarsi a lei, ma quando provò a darle un bacio sulla guancia lei si scansò, ancora arrabbiata.

<< Non! Non ci provare, vai via. >> gli intimò Bonnie.

Nascondendosi per un momento la faccia con le mani, affinché lui non pensasse di darle un bacio ugualmente.

<< Siamo di cattivo umore oggi? >> mormorò Damon, burbero, appoggiando le mani sul tavolo, in modo da chinarsi, e guardare Bonnie bene in faccia.

Giuseppe e Matt guardavano la scena sorridendo.

<< Mademoiselle ti puoi sedere vicino a me per favore? >> domandò Bonnie a Denise, in modo che Damon, non occupasse quel posto.

<< Avrei voluto che voi due non ricominciaste da subito. >> intervenne Giuseppe facendo il finto disperato, ma aveva un sorriso traditore sul volto.

<< È solo gelosa, perché io ero in vacanza e lei no. >> rispose Damon, semplicemente, cercando di stuzzicare la “sorella”.

<< Mi chiedo perché sei anche andato in vacanza, tu sei comunque in vacanza tutto l’anno. Non fai mai niente… sfaticato… >> rispose Bonnie come se la cosa fosse ovvia.

<< Bonnie … >> la riprese il padre, mentre Damon, si tirava su, come toccato dalle parole della ragazza, per poi riassumere la stessa posizione di poco prima, con un sorriso stampato in faccia, imperturbabile, come sempre.

<< …E quindi non può chiamarmi. >> continuò la Rossa incurante del piccolo rimprovero fattole dal padre; nessuno poteva rimproverarla per quello che stava dicendo, in fondo era la verità e la pensavano tutti come lei, aveva delle cose da dire, o meglio da rimproverare a Damon e l’avrebbe fatto.

<< Oh andiamo, ti stai comportando come una bambina! >> esclamò Damon facendo il finto stufo, posizionandosi alle spalle della ragazza, ancora seduta a tavola.

<< Una bambina viziata e lunatica. >> continuò, e ad ogni parola le accarezzava i capelli per finire abbracciandola, mentre lei si dibatteva cercando di liberarsi dall’abbraccio.

<< Non mi toccare! Via… >> continuava ad urlare Bonnie didattendosi.

<< Hey! Non cercare guai... >> lo avvisò Giuseppe ridacchiando.

<< Ok, ok mi dispiace. >> si scusò Damon mollando immediatamente la presa e alzando le braccia in segno di resa.

<< Matt, pensi di sederti prima o poi? >> domandò Denise.

<< Prima i regali. >> rispose lui, rivolgendosi a Damon.

<< Oh sì, giusto! >> esclamò quest’ultimo.

<< Mi hai portati dei regali? >> domandò Matt curioso, avvicinandosi, a Damon.

<< Certo che sì. >> rispose, il giovane.

<< Probabilmente ha preso quelli che danno gratis ai distributori di benzina. >> mormorò Bonnie, acida.

Giuseppe scoppiò letteralmente a ridere, seguito a ruota da Denise.

<< Esatto. Qualche problema? >> rispose Damon pazientemente, tirando fuori il regalo di Matt, proprio mentre Bonnie si girava dall’altra parte sbuffando.

<< Che bello! Grazie! >> urlò Matt, euforico.

<< Zio … >> riprese Damon, prendendo il regalo anche di Giuseppe, un libro che parlava di legno.

<< Grazie Damon! >> mormorò contento Giuseppe, prendendo il libro e cominciando a sfogliarlo.

<< Denise ... questo è per te. >> disse il ragazzo porgendole dei semi di alcuni fiori.

<< Puoi piantarli dove vuoi, qui in giardino. >> continuò Damon, dopo averle dato i semi. Sapeva che era un appassionata di giardinaggio.

<< Oh grazie mille, sei gentile. >> lo ringraziò Denise, contenta.

Bonnie intanto continuava a guardarli che aprivano i loro regali tutti contenti e si chiedeva perché loro gliel’avessero fatta passare liscia, non era possibile che non fossero anche loro arrabbiati almeno un po’.

<< E questo è per te, bimba. >> disse il ragazzo mettendosi di fronte a Bonnie.

Quando la ragazza alzò lo sguardo si accorse che le stava porgendo una bambola, ciò scatenò l’ilarità di tutti, ma la furia della Rossa.

<< L’hai fatto apposta vero? >> disse Bonnie spingendolo, arrabbiata.

<< Oh, ma non le è piaciuta! >> esclamò Damon fintamente sorpreso.

<< Fa vedere? >> domandò Matt, per poi cacciarsi a ridere quando il Moro gliela mostrò.

<< Ok, ok stavo scherzando, guarda, ti ho preso un profumo. >> disse Damon porgendole il suo vero regalo.

<< Non lo voglio. Non voglio niente da te. >> rispose Bonnie, offesa.

<< Oh, ma andiamo! >> esclamò Damon, porgendole la bambola questa volta.

<< Smettila di prendermi in giro! >> esclamò Bonnie seccata.

Damon non poté fare a meno di ridacchiare, dopodiché le rubò un bacio sul capo, andandosi poi a sedersi difronte a Bonnie che prontamente stava già cancellando il bacio spazzolandosi un po’ i capelli, come facevano i bambini. E ridacchiando cominciarono a fare colazione, insieme, come una vera famiglia.


 


 

Nel frattempo Stefan, che aveva appena finito con le valigie di Damon si presentò in cucina anche lui per la colazione.

<< Entra pure caro… >> lo invitò gentilmente la signora Flowers, una delle domestiche.

<< Sei uscito senza mangiare nulla sta mattina; siediti e metti qualcosa sotto i denti ragazzo. >> continuò l’anziana signora, appoggiata da Camille che le era seduta acconto aiutandola a pelare le patate.

<< Vuoi delle uova strapazzate? >> domandò gentilmente Jeb.

<< Non ti preoccupare Jeb, faccio da solo. >> rispose Stefan ridacchiando.

<< Ma sono ancora calde, te le impiatto e basta. >> rispose Jeb.

<< Lascia stare papà, non ti disturbare, faccio io. >> intervenne Camille, dopodiché sorrise a Stefan, che ricambiò gentile e andò a preparargli la colazione.

<< Ma perché non poteva tornare in Taxi? >> si domandò la signora Flowers riferendosi a Damon.

<< Era di nuovo al verde. >> rispose Stefan come fosse ovvio, dopodiché si mise a sedere.

<< Avrà usato ancora troppo quella povera carta di credito. >> intervenne Jeb.

<< Probabile. Mentre lo stavo portando qui si è fermato a comprare dei fiori e mi ha addirittura chiesto di prestargli dei solti per pagarli. >> commentò mezzo sconvolto di quanto il Moro era al verde Stefan.

<< A chi li ha mandati? >> domandò la Sig. Flowers, curiosa.

<< A villa Gilbert. >> rispose Stefan alzando le spalle, come se la cosa fosse all’ordine del giorno.


 


 

Intanto a villa Gilbert, il campanello aveva appena suonato e Katherine, la domestica, si affrettò ad andare ad aprire la grande porta bianca.

<< Mi è stato detto di consegnare questi alla signorina Meredith Gilbert. >> disse un giovane consegnandole delle rose rosse.

<< D’accordo. Grazie. >> rispose Katherine, che dopo aver salutalo educatamente il ragazzo, chiuse la porta e si diresse al piano superiore, salendo le scale in legno laccato, per consegnare i fiori.

In quel momento dalle scale scendeva la party planner che era indaffarata, al telefono con i fornitori.

<< No, non posso andare via. L’orchestra deve fare le prove ed essere pronta. No non possono andare in giro come se niente fosse, diglielo. Ah i fiori devono essere qui alle 17 in punto, non più presto né più tardi capito? >>

Meredith, intanto, in camera sua era appena uscita dalla doccia e si diresse subito verso manichino sartoriale che indossava il suo vestito nuziale: era bellissimo, a sirena, bianco panna, senza spalline, con il corpetto ricoperto di ghirigori in pizzo, non poté fare a meno di accarezzarlo, pensando che in serata sarebbe già stata sposata con il suo Alaric, in quel momento qualcuno bussò alla sua porta.

<< Avanti. >> disse.

Una volta che la porta fu aperta, la testa di Katherine spuntò, portandosi dietro le rose rosse.

<< Questi sono per voi, signorina. >> le comunicò Katherine.

<< Grazie. Mettili pure sul comò… >> le rispose Meredith, ancora persa nelle sue fantasie, sul suo futuro marito.

Katherine fece come le era stato detto, posando le rose sul grande comò marrone, che aveva un altrettanto grande specchio, dello stesso colore. Dopo aver messo i fiori sul comò di Meredith, vicino alla una scatola porta gioie rosa con decorazioni floreali dorate e un profumo francese, Katherine uscì dalla stanza, congedandosi educatamente.

La stanza di Meredith era grande in stile vittoriano, con pareti beige e un pavimento in parquet. Tutti i mobili erano in legno di noce e a far da protagonista era il grande letto a baldacchino situato al centro della stanza, ornato con tendaggi color mimosa. Alla destra del tetto era collocata una toeletta, alla sinistra del letto invece vi era un comodino sul quale era stata posizionata un’abajour, il lampadario della stanza invece era fatto in cristallo.

Meredith seduta sul letto a baldacchino fantasticava sulla vita che avrebbe condotto con Alaric dopo il matrimonio solo pochi minuti dopo, l’occhio le cadde sulle rose, Meredith ritornò subito alla realtà e scattò, verso il comò, temendo di sapere chi glieli mandava.

Notò che con i fiori vi era un biglietto, che si affrettò ad aprire.

Felicitazioni!

Vi era scritto.

Meredith non poté non ricordare ciò che si erano detti a Parigi, poche settimane prima.


 

*

Erano entrambi a Parigi, lui in vacanza e lei a cercare di distrarsi dai preparativi del matrimonio che la stavano stressando, si era concessa un weekend di shopping, ma per sua sfortuna Damon quella stessa mattina che lei era uscita a fare compere, volle andare in giro per negozi, quindi inevitabilmente si incontrarono nelle gallerie di LaFayette.

<< Buongiorno. >> la salutò lui, con la sua voce suadente, ma lei non ci cascò, era da tempo ormai che le sue maniere da seduttore non funzionavano più con lei.

<< Ciao. >> rispose lei fredda, tirando dritto, senza fermarsi a fare conversazione.

<< Ho letto i giornali. Ho visto che ti stai per sposare… >> incominciò a dire Damon, riscuotendo l’effetto desiderato, attirare la sua attenzione e sapere quello che voleva.

<< È vero? >> continuò lui, domandandole ciò che gli premeva sapere.

<< Sì lo è. >> rispose Meredith imperturbabile.

<< Con quel tipo? >> domandò con sguardo impenetrabile, Damon.

<< Alaric! Si con lui. >> rispose lei, cominciando ad alterarsi, sembrava che si stesse pendendo gioco addirittura del suo matrimonio, Damon, infatti, non cercò neanche di nascondere il suo ghigno.

<< Lo conosci. Ora scusami ma devo andare… >> disse Meredith cercando di svignarsela, ma Damon con un “Eh no” ridacchiando, le afferrò il polso facendola voltare verso di lui.

<< Questo matrimonio, non ti aiuterà a dimenticarmi. >> le sussurrò all’orecchio.

Ancora una volta, Meredith rimase impressionata dall’egocentrismo del ragazzo.

<< Peccato che io ti abbia dimenticato tempo fa signor Salvatore. >> sbottò la ragazza con disprezzo.

<< Scommettiamo? Ovunque ti girerai mi vedrai, Meredith, perché non mi ha dimenticato, ne mai lo farai. >> rispose il Moro ridacchiando, spavaldo.

<< Perché tu mi vuoi, miss Gilbert. >> finì dicendole, con uno sguardo malizioso.

*

<< Idiota! >> esclamò una Meredith furiosa strappando il biglietto e buttandolo a terra, fece due respiri profondi cercando di calmare la sua ira, dopodiché si vestì e poi incominciò a sistemare i suoi vestiti in valigia, perché subito dopo il matrimonio, lei e Alaric sarebbero andati a vivere insieme.


 


 

Intanto nel giardino di villa McCullough avevano appena finito di fare colazione e Damon se ne stava comodamente seduto stravaccato, sulla sedia con le mani dietro la testa facendo finta di guardare il cielo.

<< Mi è mancata Fell’s Church… >> disse il Moro, riabbassando la testa.

Bonnie continuava a guardarlo, ancora arrabbiata, ma non come prima.

<< Ti è mancata Fell’s Church, o le ragazze di Fell’s Church? >> domandò Matt con il solito sguardo birichino.

<< Shhhh… >> lo riprese Damon, facendo ridacchiare i presenti.

<< Dai tesoro, è l’ora del piano… >> intervenne Denise, richiamando Matt, subito dopo aver finito il suo caffè.

<< Oh dai… non possiamo non farla oggi? >> la pregò il piccolo.

<< Che cosa avevamo deciso? D’estate ogni giorno ci si esercita… dai! >> rispose Denise tassativa.

<< Ma, non sono ancora stato abbastanza con Damon… >>

<< Matt… non far aspettare Denise…>> intervenne il padre, che ancora sorseggiava il suo the.

<< Grazie Giuseppe… andiamo Matt su… su… su… >> Disse Denise, ridacchiando affettuosa, dopodiché prese per mano Matt, e insieme si diressero verso la stanza del pianoforte, una piccola stanza con le pareti sempre bianche, decorate con arabeschi dorati, sul pavimento invece vi era un tappeto arabo rosso, sul quale vi era un pianoforte a corda, bianco.

<< Cosa vuoi suonare oggi, piccolo… >> domandò Denise a Matt, lasciandogli la scelta del pezzo su cui esercitarsi, per una volta.

<< Il can can! >> rispose immediatamente Matt non stupendo Denise, a Matt infatti piaceva molto suonare il can can, lo divertiva, lo trovava allegro e frizzante, quanto lui.

<< Va bene, comincia tesoro… >> gli disse la tata sorridendogli.

In giardino, invece, dopo che Denise e Matt andarono nella stanza del piano, i presenti rimasero in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.

<< Sei andato dove ti ho mandato? >> domandò Bonnie a Damon, dopo che Denise li lasciò.

<< Il signor Flaubert è al servizio militare da anni. >> le comunicò Damon, sedendosi meglio sulla sedia.

<< Perché menti? Tu sicuramente non sei andato e neanche hai telefonato. >> Bonnie non voleva crederci avrebbe tanto voluto fare una sorpresa a Denise.

<< Ci sono andato. Giuro che ci sono andato. Nessun Flaubert abita più in quel vecchio palazzo. Si è trasferito e non ha nessun indirizzo. >> le disse il fratello con un'alzata di spalle.

<< No... com'è possibile, papà? >>

<< No dirlo a Denise. >> la ammonì Giuseppe. Ci sarebbe sicuramente rimasta molto male.

<< Come potrei... era talmente persa nei suoi pensieri, riguardo a lui che non si è nemmeno accorta che le avevo rubato l'indirizzo dandolo a Damon. Non le dirò nulla di quello che abbiamo scoperto.>> rispose Bonnie profondamente dispiaciuta.

<< Meglio così. >> convenne Giuseppe, prendendo un sorso dalla tazzina.

<< Allora? Vogliamo andare al matrimonio? >> Domandò Damon, spezzando il silenzio.

<< E tu ci vorresti andare? >> domandò Bonnie brusca, incrociando le braccia.

<< Beh? Che matrimonio sarebbe senza Damon? >> domandò il Moro, riferendosi a se stesso.

<< Secondo me non ci dovresti andare… figliolo. >> intervenne Giuseppe , continuando a sorseggiare il suo the da capotavola .

<< Esatto… >> lo assecondò la Rossa guardando Damon , cupa.

<< Zio! Ormai ho dimenticato questa storia anni fa ooh... >> commentò Damo mentre allargava le braccia rivolgendo i palmi verso l’alto, ridacchiando.

<< Sei mesi. >> lo interruppe Giuseppe sorridendo, più per la disperazione per quanto il ragazzo fosse cocciuto che per altro.

<< Non preoccupatevi, sono innocuo… e poi chi volete che accompagni Bonnie se non lo faccio io ? >> disse il ragazzo indicando la Rossa.

<< Ovviamente papà. >> disse Bonnie mettendo a tacere il “fratello”.

<< Certo che ci andrai piccola. >> disse Giuseppe rivolto alla figlia.

<< A dire il vero io non ho molta volta di andare al matrimonio. >> disse Bonnie al padre dicendogli con sguardo quasi supplicante di non farla andare.

La famiglia Gilbert non le era mai piaciuta, almeno da quando il signor Gilbert era morto, certo erano amici di famiglia ed era scorretto da parte sua non presenziare al matrimonio di Meredith, ma proprio non ce la faceva ad andare per vedere la signora Gilbert che ci provava spudoratamente con suo padre, non la sopportava proprio quella donna, le dava l’idea di una poco di buono, per non dire altro.

<< D’accordo… pensaci su e poi decidi cosa fare… >> le rispose Giuseppe mentre si alzava dalla sua sedia.

<< Dove vai? >> gli domandò Bonnie, curiosa.

<< Ho un po’ di lavoro da sbrigare, mi cambio e vado… a dopo… >> rispose per poi salutare Damon e dare un bacio in fronte alla figlia ed avviarsi verso la villa.

<< Ciao ciao… >> lo salutò Damon, con tanto di manina che sventolava in aria.

Non appena Giuseppe andò via Damon, rimasto solo al tavolo con Bonnie, si affrettò ad alzarsi dalla sua sedia, cambiando posto e andando a sedersi accanto alla rossa, ma sportò la sedia in modo da avere la ragazza di fronte.

<< Contenta? L’hai fatto arrabbiare… >>

<< Che ? >> domandò Bonnie sinceramente confusa.

<< Dopo tutto questo tempo ha deciso di andare ad un matrimonio, non vedi che ci vorrebbe andare? >> cominciò a dire Damon dopo essersi appoggiato con i gomiti al tavolo per cercare di stare più comodo.

Sapeva che giocare la carte del papà triste e abbandonato era un colpo basso da tirare alla Rosa, ma lui a quel matrimonio ci voleva proprio andare.

<< Lascerai andare il poveretto solo soletto? >> continuò Damon finendo per fare il broncio, facendo alzare a Bonnie gli occhi al cielo, rassegnata. Quel ragazzo non sarebbe mai cresciuto.

<< Va bene, va bene, ci vado. >> disse Bonnie arrendevole, abbassando lo sguardo.

Sapeva che Damon l’aveva fatto apposta a dire quelle cose per farla andare al matrimonio, giocandosela sul suo senso di colpa, ma non poteva fare a meno di sentirsi davvero in colpa; aveva ragione il Moro, per una volta il padre aveva deciso di andare ad un matrimonio, per svagarsi e lei gli stava per rovinare la festa.

<< Brava… vatti a preparare… sarai la più bella… >> disse Damon dopo un ghigno, che non sembrava promettere niente di buono. Bonnie aveva la vaga sensazione che il Moro si sarebbe presentato al matrimonio anche se gli era stato espressamente chiesto di non andarci, senza contare il fatto che la sua presenza non sarebbe stata gradita da Meredith né tantomeno da Alaric, che sapeva della storia fra i due.

<< Ok… vado.. >> disse Bonnie alzandosi anche lei e dirigendosi verso la casa, ma non appena voltò le spalle a Damon, quello le tirò una pacca sul sedere e naturalmente la reazione di Bonnie non si fece attendere…

<< Hey! Ti stacco braccia e gambe, le uso per picchiarti e poi ci gioco a Shanghai se ci riprovi… Attento a te! >> disse la Rossa furiosa, avvicinandosi pericolosamente a Damon, come una leonessa che si apprestava a balzare sulla sua preda.

<< Attento.. >> disse un ultima volta fulminando il ragazzo con gli occhi.

Naturalmente Damon non si fece intimidire, infatti le mandò un bacio volante, irritandola ancora di più. La ragazza dopo aver sbuffato sonoramente non poté far latro che fare dietrofront e tornare alla villa, lasciando Damon da solo al tavolo, che ridacchiava, divertito. Gli era davvero mancata Fell’s Church.

 

Intanto a casa Gilbert la signora Gilbert era appena tornata in casa.

<< Buongiorno signora. >> la salutò educatamente Katherine dopo aver aperto la porta. La signora Gilbert era una bella donna, non vecchissima, ma neanche troppo giovane aveva un paio di anni in meno del Signor Salvatore. Magnolia Gilbert, detta Maggie aveva la pelle olivastra e tratti somatici piccoli, occhi e capelli castani, il tutto in un fisico slanciato. In quel momento indossava un vestito lungo beige, con delle spalline molto sottili, abbinato a dei sandali con un tacco esagerato dello stesso colore del vestito, aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle quasi nude e in testa portava degli occhiali da sole.

<< Meredith si è già vestita? >> domandò Maggie a Katherine.

<< Si sta ancora riposando a dire la verità. >> rispose la domestica.

<< Oh signor… >> commentò disperata la signora.

<< Signora Gilbert! Salve… >> la salutò la Party planner, che in quel momento era nella sala da pranzo, ( anche quella in stile vittoriano e in legno di noce, come tutta la casa del resto ) con i suoi assistenti, a riguardare la posizione dei tavoli della cerimonia su una pianta.

<< Ciao… ehmmm….. >> disse Maggie cercando di ricordare come si chiamasse.

<< Grace… >> le rammentò la party planner contrariata.

<< Sì certo, come procediamo? >> domandò Maggie, fregandosene del nome di quella che stava organizzando il matrimonio di sua figlia.

<< Bene, l’orchestra sta arrivando, non appena sarà qui faranno la prova e poi andranno subito alla location dove abbiamo organizzato il matrimonio, il servizio di catering sarà sul posto tre ore prima dell’inizio del matrimonio e noi qui, adesso stiamo riguardando la disposizione dei tavoli e degli invitati… sarà tutto perfetto… >> rispose Grace, sorridente e fiera del lavoro fatto.

Per tutto il tempo, Maggie continuò a guardarla con sufficienza, come se non meritasse di trovarsi a casa sua, non all’altezza di quel privilegio, commentò con un altezzoso: << Staremo a vedere… >> dopodiché uscì dalla stanza, per poi tornarci subito, essendosi dimenticata di dire un ultima cosa alla party planner.

<< Adesso ho mal di testa, ora vado in camera mia a riposare un po’, poi vengo a vedere il vostro lavoro… >> le comunicò e mentre saliva su per le scale domandò a Katherine di prepararle il bagno e poi qualcosa per il mal di testa.


 


 

<< Prima della luna di miele c'è un matrimonio, Meredith, le valigie si preparano dopo tesoro. >> disse Maggie, aveva deciso di passare prima a vedere come procedevano i preparativi con la figlia Meredith e alzò gli occhi al cielo dopo le parole della madre.

<< Lo so mamma. >> rispose.

<< La parrucchiera e la truccatrice verranno quin, vero? >> le domandò Maggie, cercando di vedere se tutto filava per il verso giusto.

<< Sì, mamma... >> rispose Meredith con lo stesso tono che usavano i partecipanti agli incontri di alcolisti anonimi per accogliere un nuovo membro.

<< Ok perché avrai bisogno di rifarti il trucco, dopo il matrimonio, prima del ricevimento e anche prima del taglio della torta ci sarà bisogno che trucco e capelli siano a posto. >> le disse Maggie accarezzandole leggermente la guancia, cercando di sembrare affettuosa.

<< A proposito... dov'é Alaric? Non c'era neanche in hotel? Non vorrai che ci faccia sfigurare davanti a tutti gli invitati.... coraggio tesoro, chiamalo prima dell'irrimediabile. >> le disse ancora Maggie, dopodiché uscì dalla stanza di Meredith, dirigendosi verso la sua.

<< Va bene.. >> rispose Meredith, pensierosa. Era dal giorno prima che non sentiva il fidanzato e aveva paura che ci fosse qualcosa che non andava.


 


 

A casa Salzman, intanto, sul tavolino in vetro del salotto c'era un contratto prematrimoniale che aspettava solo di essere firmato e Alaric non faceva che altrnare lo sguardo fra il foglio e il padre.

<< Guai a non farglielo firmare. >> gli disse Eric, il padre, minacciosamente.

Eric Salzman era un uomo sulla cinquantina, ma che si manteneva bene, poteva essere benissimo scambiato per un trentenne, l'uomo infatto non aveva neanche un capello bianco erano ancora tutti neri, aveva anche un fisico ancora asciutto, aveva cinquant'anni e se li portava bene.

<< Ti hanno fregato, complimenti, Maggie ti ha costretto a sposare sua figlia... >> continuò a dire Eric, velenoso.

<< Papà, per favore. >> disse Alaric, stanco delle frecciatine e delle parole troppo di cattivo gusto che non risparmiava mai alla fidanzata.

<< E per non farlo scappare, si è pure fatta mettere incinta, la ragazza, furba lei... >> continuò l'uomo rivolto questa volta alla moglie. ignorando le parole del figlio.

Venne interrotto dallo squillare del telefono di Alaric, che era appoggiato sul tavolo accanto al contratto prematrimoniale.

<< Papà, ti prego, stai zitto. E' Meredith. >> disse Alaric, riferendosi a chi lo stava chiamando, preso quindi il telefono, che ancora squillava si diresse verso il terrazzo. Non voleva risponderle davanti al padre, non voleva che lui sentisse la conversazione.

<< Dille che non la sposerai se non firma. >> gli urlò dietro Eric, prima che uscisse.

<< Amore... >> rispose Alaric, non appena uscì dal salotto si casa sua.

<< Rick, dove sei? >> gli domandò Meredith, dall'altro capo del telefono.

<< Sono accupato, con alcune faccende. >> le rispose lui, non riferendole di che tipo di "faccende" si trattasse.

<< Non andrai all'hotel a controllare come vanno i preparativi? E' lì che faremo il ricevimento lo sai... >>

<< Sto controllando le cose da qui non aver paura. >>

<< Tesoro, posso richiamarti più tardi? Sono piuttosto occupato al momento, oppure sai che facciamo? Appena finisco qui vengo a vederti... >> disse cercando di chiudere la chiamata in modo da andare a cercare di convincere il padre a non farle firmare quel foglio.

<< Va bene. >> rispose lei un pò preoccupara. Le stava nascondendo qualcosa.

<< Ti amo... >>

<< Ti amo anche io. >> rispose lei prima di chiudere la chiamata.

Finita la conversazione con Meredith, Alaric si affrettò a tornare dai genitori.

<< Che ti ha detto? Hanno paura che ci tiriamo indietro? >> domandò Eric sarcasticamente, mentre se ne stava stravaccato sul divano.

<< Papà, ti avverto che se continui a parlarmi in questo modo, me ne vado immediatamente. >> disse Alaric minacciandolo.

Ne aveva abbastanza degli attacchi e degli insulti gratuiti che Meredith era continuamente costretta a subire da lui.

<< Ho detto che la ragazza deve firmare questo contratto, dopodiché puoi sparire dove vuoi, per quanto mi riguarda. Se Meredith Gilbert, non firma quel foglio, io ti rinnegherò come figlio. >> gli urlò contro Eric scattando sul divano e mettendosi a sedere più compostamente sta volta. Le sue parole facero scattare anche Allison, la madre di Alaric, che fino a quel momento era rimasta seduta a guardare.

Alaric dal canto suo non voleva più neanche sentir restirare il padre, stava superando ogni limite, quindi volle andarsene, prima di far peggiorare la situazione.

<< Rick, fermo un attimo, e ri Eric, calmati! >> disse Allison, alzandosi e andando verso il figlio, mentre il padre di famiglia se ne tornava stravaccato sul divano, con una sorriso sarcastico, mentre girava la testa dalla parte opposta, a quella dove c'erano madre e figlio, scocciato.

Allison era una donna gentile, buon e generosa, il completo opposto del marito. Era una bellissma donna. Bionda con bellissimi occhi blu, che il figlio prese da lei, aveva otto o più anni in meno del marito e anche lei, non li dimostrava affatto, era alta, ma meno del figlio, lineamenti fini, un corpo asciutto e un portamento fiero, il tutto, quel giorno, fasciato da un bellissimo miniabito beige, con spalline larghe era molto semplice, ma su di lei era di un'eleganza impressionante. Ai piedi, in quel momento, portava un paio di decoltè dello stesso colore del vestito, che le regalavano qualche centimento in più, ora era alta quando Alaric che solitamente la superava di un pò.

<< Alaric, tesoro, lo sai che non abbiamo nulla contro di lei. Sai quanto le vogliamo ben- >> cominciò a dire Allison rivolta al figlio, ma venne interrotta da Eric, che si alzava dal divano inviperito.

<< Io no! Non le voglio affatto bene. Perché ha preso in giro tuo figlio e l'ha costretto a sposarla mentre è incinta, chissà se è vero poi... >> urlò Eric, per poi finire guardando il figlio.

<< Nessuno mi costringe sono io a volerlo. E poi Meredith è veramente incinta! >> rispose urlando anche Alaric, suo padre stava proprio esagerando.

<< Ah sì? E chi mi assicura che il figlio è tuo e non di quel casanova di Salvatore? >> gli domandò retorivamente il padre, mettendolo in difficoltà.

In effetti non gli era mai passato per l'anticamena del cercavello che il figlio che Meredith aspettava non fosse suo. Sapeva che lei lo aveva tradito con Damon, quando erano ancora fidanzati, ma lei lo aveva lasciato, aveva chiesto scusa ad Alaric e si era fatta pardonare. Qualcosa gli diceva che il figlio che Meredith aspettava non era di Damon e lui ci credeva, quello che il padre diceva era solo per fargli dubitare di Meredith, non voleva pensare che il figlio in grembo a Meredith fosse di Damon.

<< Il figlio è mio! E poi sono stato io a non permetterle di abortire... >> rispose Alaric, sfidando il padre.

<< Te lo hanno fatto credere. L'idea è stata tutta di Magnolia, lo so. >> rispose Eric, prima sarcastico poi finì guardando con odio il figlio, non voleva che si imparentasse con quell'arpia di Magnolia Gilbert.

<< Papà... papà! >> urlò Alaric, non ce la faceva più a vederlo buttare fango sulla sua futura moglie.

<< Ti stanno usando e non lo sai e quando te ne sarai accorto, sarà troppo tardi, perché quelle due streghe si saranno già prese tutta la mia fortuna! >> gli disse di nuovo il padre, con astio.

Alaric a quel punto non lo resse più. Tornò a passo di carica verso il tavolino, dal quale prese malamente il contratto in mano e poi andò esattamente di fronte al padre guardandolo con odio puro.

<< Se questo verrà firmato, avrai finalmente la coscienza a posto? La finiremo con questa storia? Verrai al mantrimonio? >> gli domandò Alaric, minacciosamente, mentre gli sventolava il foglio davanti al viso.

Allison, intanto, continuava a guardarli, contrariata, dal comportamento di entrambi.

Padre e figlio, avrebbe giurato e quei due potevano anche uccidersi in quel momento e il tutto solo per i soldi. che tristezza!

<< Prima faglielo firmare, poi si vedrà... >> rispose Eric, con un ghigno malefico sul viso. Glielo avrebbe fatto firmare, sapeva di averla avuta vinta finalmente.

Alaric, si limitò ad annuire, poi usci dalla quella casa, senza salutare nessuno, troppo furioso con il padre e preoccupato per la reazione che la sua amata avrebbe potuto avere di fronte al contratto prematrimoniale.

Non appena Alaric uscì di casa, Eric si rimise seduto sul divano sospirando, appagato, per la vittoria ottenuta.

<< Sei stato troppo duro. Lo hai oppresso troppo. >> disse Allison, al marito, triste per ciò a cui aveva da poco assistito.

<< Ho dovuto! Non ho fatto tutta questa fortuna per farla spendere tutta a Magnolia Gilbert. Tuo figlio può anche essere un idiota, ma io no. Chi cerca trova. >> disse Eric alla moglie, quasi urlando.

Allison, a quel punto pensò che ogni altra parola con lui sarebbe stata sprecata, per ciò uscì dalla stanza lasciandolo solo.


 


 

Elena, vestita tutta di nero tranne che per una camicetta beige, era seduta accanto alla tomba del padre e depositava tulipani, uno per volta, sotto la lapide. Gli stava riferendo tutto quello che era successo a casa dopo la sua morte e ricordava con lui i bei tempi andati.

Poco lontano dalla tomba di John Gilbert c'era la tomba della moglie di Giuseppe McCullough, ma lui da quando aveva notato Elena che veniva tuttii giorni a vedere il padre non faceva più caso alla moglie, continuava solo a guardare la piccola Gilbert fare al padre il resoconto di quanto stesse succendendo in casa. Soffriva molto la morte del padre e si vedeva.

Giuseppe continuò a fissarla e quando lei fece per girarsi lui distolse lo sguardo, per non farsi beccare, mentre era intento a guardarla. Lei si girò, come se sintisse osservata e fu in quel momento che notò Giusepppe, che si girò a guardarla a sua volta in quel momento, sembravano due adolescenti alla prima cotta, non facevano che alzare e abbassare lo sguardo, ma finalmente, Giuseppe prese coraggio e cominciò ad avvicinarsi alla giovane, che cominciò a fare lo stesso.

<< Ci incontriamo sempre qui... >> disse Elena dorridendogli timida, non appena furono l'uno di fronte all'altra, per intavolare una discussione.

<< Che possiamo farci? >> le rispose il signor McCullough, come se la colpa non fosse la loro.

<< E' venuto a trovarla non è vero? >> chiese Elena, facendo un cenno con la testa alla tomba della signora Salvatore.

<< Sì, sta mattina... >>

<< Viene qui tutti i giorni? >> domandò lei sorridendogli ancora.

<< Sì, più o meno. >> rispose lui ricambiando il sorriso.

<< Non riesco ancora a credere che papà sia morto... >> confessò Elena improvvisamente abbassando il capo, intristita.

<< Dopo un pò ci crederai e saprai che lui ti starà sempre vicino. Lei persone a noi care rivivranno per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori, hai solo bisogno di tempo per digerire la cosa. >> le rispose lui, affettuosamente, cercando di consolarla per quanto poteva.

<< Vent'otto giorni... >> gli fece presente Elena.

<< Ancora troppo presto... >> rispose Giuseppe.

E quelle parole ebbero come il potere di risvegliare Elena da un lungo sonno. Credeva di essere lei in torto. Credeva che lei fosse l'unica che non era riuscita a superare la morte del padre, ma non era vero. Era veramente troppo presto!

La cosa peggiore era che a casa sua si stava già organizzando un matrimonio.


 


 


 

A casa McCullough, intanto, Stefan era appena entrato in cucina con in mano una cassa di frutta che depositò su un mobiletto in modo che, dopo, la sigonora Flowers la depositasse dove più credeva, quando poi si voltò verso il tavolo notò che Bonnie era lì, che aiutava Camille a sbucciare piselli.

<< Il signor Damon, ha detto di lasciarlo dormire, perché si vuole riposare. >> disse Sue, una altra domestica, mentre entrava in cucina.

<< Come se ne avesse bisogno, non fa mai nulla! Perché si dovrebbe riposare? >> si domandò retorica Bonnie, facendo ridere i presenti in cucina.

<< Ha detto che vuole essere riposato per il matrimonio. >> rispose Sue, una donna sulla quarantina, bassa e paffuta, mentre ancora rideva per la battuta di Bonnie.

<< Tu che cosa ti metti? >> domandò Camille a Bonnie, continuando a sbucciare.

<< Mettiti il vestito rosso, ti sta da dio... >> le consigliò Sue con gli occhi che brillavano solo ripensando a quanto era bello il vestito in questione.

<< Con questo caldo? Vuoi che faccia i vermi? >> Le domandò Camille ridendo e facendo ridere gli altri con sè.

<< Perché non uscire con la signorina Denise a fare un pò di shopping? Almeno avrai più cose da mettere e possibilità di scelta, no? >> le domandò la signora Flowers, che in quel momento stava preparando il suo, per la pasta.

<< A dire la verità io non ho proprio voglia di andarci... >> confessò Bonnie, sospirando.

<< Meglio così! Così ceniamo insieme, poi facciamo qualcosa di divertente... >> intervenne Stefan con un pò troppa energia, facendo voltare i presenti in cucina verso di sè. Era da tanto che non trascorreva del tempo da solo con la Rossa e l'idea di passare una serata in compagnia di Bonnie non gli dispiaceva affatto.

<< ...vero Jeb? >> continuò Stefan in cludendo anche il vecchio nel progetto in modo da non farla sembrare più grossa di quello che era.

<< Certamente... >> rispose Jeb accarezzando i capelli a Bonnie, facendola sorridere, intenerita dall'affetto che l'anziano provava nei suoi confronti.

<< Se non ti va non ci andare, Bonnie, basta dirlo a tuo padre. Sono sicuro che ti dirà che puoi restare. >> le disse Stefan, cercando di convincerla a rimanere.

<< Sì, ma non vorrei neanche lasciare papà da solo... >> disse Bonnie, confusa. Non sapeva che fare.

<< Vacci, Bonnie, Cara. E' dalla morte di tua madre che il signor Giuseppe non partecipa a nessuna festa. >> le consigliò Sue.

Non l'avesse mai detto!

Bonnie infatti, venne sopraffatta dai ricordi. I suoi occhi divennero vitrei, persi nei ricordi e lucidi per le lacrime che stava cercando di trattenere. Non voleva piangere, non davanti a tutti perlo meno.

<< Già... da quando è morta mamma. >> sussurrò la Rossa, che ancora pensava alla madre.

La povera Sue non poté far altro che abbassare lo sguardo, oppressa dalle occhiatacce che tutti le lanciarono in cucina, ma anche dal proprio senso di colpa. Non avrebbe mai voluto ricordare a Bonnie, ciò che la faceva soffrire e soprattutto non era sua intenzione aprire un argomento che in quella casa anche dopo tempo, era ancora un tabù: la madre di Bonnie.

<< Vai a quel matrimonio Bonnie e ritorna con un pò di pettegolezzi, per la "compagnia della cucina"... >> disse Jeb, cercando di sdrammatizzare, per distrarla, ma lei non sembrò ascoltare.

<< Chissà come sarà il suo vestito nuziale... >> si domandò Sue pensando a Meredith.

<< Dicono che se lo sia fatto cucire da uno stilista francese. > riferì Camille.

<< Non mi interessa dove se lo sia fatto fare! Come si fa ad organizzare un matrimonio a soli 28 giorni dalla morte del proprio marito, così... senza rispetto nè vergogna? >> domandò lo signora Flowers, con rabbia.

<< Questo è vero. >> convenne Sue, che si chiedeva la stessa cosa.

<< Era proprio un brav'uomo... >> disse Jeb, mentre lo ricordava.

<< Il povero non è riuscito a reggere il tradimento di quella schifosa di sua moglie. La donna più ipocrita che avessi mai visto! Se non fosse stato per lei il povero signor Gilbert sarebbe ancora fra noi...>> disse ancora la signora Flowers, fra i denti. Non riusciva proprio a reggerla quella donna.

<< Non si dice.... >> disse Bonnie rimbeccandola, ma le scappò comunque un sorriso.

<< Che ho detto? E' solo la verità. Sapessi cos'altro dicono in giro su di lei... >>

<< No, non lo so. Cosa dicono? >> domandò ancora la Rossa sorridendole più apertamente questa volta.

<< Theophilia, cara, guarda cosa è caduto per terra... >> intervenne dicendo Jeb.

L'anziana signora, si allontanò un pò dai fornelli, guardando per terra, per poi rivolgere uno sguardo confuso al marito, quando non trovò nulla a terra.

<< La tua mascella, cara, è scanca del tuo parlare in continuazione. >> le rispose lui a metà fra il serio e il divertito.

<< Senti Jebediah..- >> cominciò a dire la signora, ma venne interrotta dallo stesso marito.

<< Non ascolta tu! Non dovresti dire certe cose di fronte alla piccola. >> disse Jeb, severamente.

<< Bonnie piccola? Ormai è una donna! >> intervenne Stefan sorridendole.

<< Grazie Stefan. >> disse Bonnie sorridendogli di rimando, felice che almeno qualcuno in quella casa la considerasse un adulta.

<< E' solo la verità. >> rispose lui come ammiccando.

Tutto questo nuovamente la gelosia della povera Camille, che non sopportando più le attenzioni che il ragazzo rivolgeva sempre a Bonnie uscì dalla cucina, verso il giardino, per prendere un pò d'aria.

<< Si accorgerà mai di me? >> si domandò Camille una volta fuori dalla cucina, con le lacrime agli occhi.

<< Bonnie tesoro, parla con tuo padre e chiedigli di non andare al matrimonio... >> disse la signora Flowers, quasi supplicandola. Ignara però di quanto la propria figlia soffrisse.

<< Oh signore... >> disse Jeb quasi disperato.

<< Zitto tu! >> lo rimbeccò la moglie.

<< Perché non ci dovrebbe andare? >> domandò Bonnie, curiosa.

<< Beh, non ne sono sicurissima, ma perso che Magnolia abbia puntato il signor McCullough. >> disse Theophilia, confessando alla ragazza i propri dubbi, ma non sapeva che le sue parole avevano anche avuto il potere di destabilizzarla, perché Bonnie non aveva mai pensato al padre con un altra donna che non fasse sua madre e neanche ci voleva pensare. E poi suo padre non si poteva sposare proprio con Maggie. La ragazza aveva una strana ed innata antipatia per quella donna, forse per ciò che aveva fatto al marito, non lo sapeva, ma sentiva solo che lei e Matt avrebbero fatto la fine di Cenerentola se il padre avesse sposato quella donna.

<< Theophilia! >> esclamò Jeb. Non poteva credere che avesse detto quelle cose e a Bonnie per giunta, che era attaccatissima al padre.

<< D-Davvero? >> domandò Bonnie balbettando. Non poteva essere!

<< Tesoro, penso proprio di sì. >> le rispose la signora Flowers con un espressione dispiaciuta.

<< Che vada al diavolo! Non può averlo! Papà poi non è interessato a... nessuna donna al momento. >> esclamò Bonnie all'imrovviso infervorava, mentre si alzava di scatto in piedi e buttava sul tavolo una buccia.

<< Non non è interessato cara. >> disse Jeb, mentre le accarezzava il braccio cercando di calmarla.

<< Lui è ancora innamorato della mamma... >> disse ancora Bonnie, sembrava stesse cercando di convincere più sè stessa che i presenti in cucina, che comunque la pensavano come la sugnora Flowers.

<< Certo che è ancora innamorato della signora. >> continuò Jeb.

<< E poi... lui non farebbe mai del male. >> disse ancora Bonnie, questa volta più convinta. Suo padre le voleva un bene immenso lei lo speva. Non l'avrebbe mai fatta soffrire portando una donna in casa, nella speranza che questa colmi il vuoto che sua madre aveva creato in quella casa, o peggio ancora nella speranza di fargliela sostituire. Non, lui sapeva che nessuno avrebbe mai potuto sostituire la sua madre e non avrebbe neanche provato a risposarsi.

<< Certo, tesoro. Non ti farebbe mai del male consapevolmente. >> le diede di nuovo ragione Jeb continuando ad accarezzarle il braccio.

<< E'... è ora che mi vada ad esercitare, prima che Denise mi chiami... >> disse all'improvviso Bonnie, che voleva uscire il prima possibile da quella stanza.

Aveva guardato le espressioni di tutti i presenti e aveva notato che erano completamente d'accordo con quello che la signora Flowers aveva detto, ma la guardavano anche con dispiacere. E lei non voleva la compassione di nessuno. Non le sembrava corretto fasciarsi la testa prima di rompersela, quindi non ci volle pensare in quel momento, voleva solo fare qualcosa per distrarsi.

<< Certamente, cara, vai pure. >> le disse nuovamente Jeb, dispiaciuto che la ragazza stesse soffrento tanto.

<< Non ci posso credere! Come hai potuto dirle certe cose? L'hai sconvolta! >> disse Jeb, quasi urlando contro la moglie, tanto era arrabbiato.

<< Ho dovuto caro. Lascia che apra gli occhi prima che perda suo padre. >> gli rispose la moglie per le rime.


 


 

A villa Gilbert intanto Magnolia dopo aver fatto il bagno ed essersi vestita con un caftano arancione, scese nella sala da pranzo a vedere come procedeva il lavoro con la wedding planner.

<< Giuseppe Salvatore verrà vero? Chiamalo per confermare. >> disse Maggie alla party planner, il matrimonio di Meredith era un ottima occasione per conoscerlo più... intimamente.

<< E' già confermato, verrà con la figlia. >>

<< Ottimo, dove si siederà? >>

<< Proprio qui... >> disse Grace mentre le feceva vedere la formazione dei tavoli sulla mappa e le indicava uno dei tavoli più all'esterno.

<< Assolutamente no, lui si deve sedere al mio tavolo, accanto a me. >> le disse Maggie, tassativa.

<< Sarà fatto... >> rispose Grace, accondiscendente.

Proprio in quel momento suonarono alla porta e Katherine si affrettò ad andare ad aprire.

<< Buongiorno signore... >> disse rivolta ad Alaric, che entrò in casa senza ricambiare il saluto, troppo arrabbiato per ricordarsi delle buone maniere.

In quel momento anche Maggie finì di fare le modifiche con Grace e gli si avvicinò.

<< Alaric, finalmente sei venuto, mi stavo giusto chiedendo se dovevo mandare un invito anche a te. >> gli disse, velenosa, come al solito.

<< Ero impegnato con delle cose per il matrimonio. >> mentì Alaric, cercando di districarsi da quella situazione.

<< E noi con cosa pensi che siamo occupati? >> gli domandò, sarcastica.

<< Meredith è su? >> domandò a Katherine, preferendo con continuare a parlare con Maggie, aveva paura che avrebbe potuto dire qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.

<< Si, è in camera sua. >> rispose Katherine educatamente.

Alaric, non se lo fece ripetere due volte, infatti salì, con un pò di paura alla reazione che avrebbe avuto Meredith, una volta saputo del contratto, ma prese comunque coraggio e bussò alla porta della stanza della sua fidanzata.

<< Avanti! >>

<< Meredith? >> la chiamò Alaric un pò preoccupato quando vide che nella stanza era aperto un separé in stile giapponese, con qualche motivo floreale.

<< Ciao amore! Sto facendo un messaggio... >> gli comunicò lei, felice di rivederlo.

<< Scusa! >> disse lui facendo per uscire, in modo da lasciarle un pò di privacy.

<< Non, non ti preoccupare... basta così grazie. >> disse poi rivolta alla ragazza che la stava massaggiando alzandosi e mettendo un caftano blu con motivi floreali.

Non appena Alaric entrò in stanza si accorse delle rose che Damon le aveva mandato.

<< E questi fiori? >> le chiese gentilmente, mentre aspettava che la massaggiatrice recuperasse tutto il suo materiale per poi uscire.

la domanda mise Meredith in seria difficoltà. Non aveva pensato a buttare i fiori prima del suo arrivo.

<< Ah... quelli... me li ha mandati una mia amica dall'ufficio, per farmi gli auguri. >> inventò sul momento.

<< Carino... >> rispose lui, non molto convinto della risposta della fidanzata.

<< Puoi andare... >> disse Meredith, alla massaggiatrice, voleva almeno cinque minuti con lui.

<< Le serve aiuto per fare qualcosa? >> domandò gentilmente la ragazza, mentre Alaric, intanto si faceva un giro per la stanza, per poi fermarsi davanti al manichino sartoriale, che aveva indosso il vestito nuziale.

<< No no grazie, vai pure. >> disse Meredith congedandola e spuntò da dietro il separé proprio mentre la massaggiatrice usciva dalla stanza.

<< Non vedo l'ora di vedertelo addosso. >> le confessò Alaric, ancora davanti al vestito, guardandola amorevolmente.

<< Solo un pò di pazienza, amore. >> rispose Meredith, andandogli incontro per poi abbracciarlo e dargli un bacio a fior di labbra.

<< Nervosa? >> le chiese lui dopo aver sciolto l'abbraccio.

<< Non sai quanto... >> rispose lei sorridendogli.

<< Il bambino? >> le domandò accarezzandole la pancia, ancora piatta.

<< Sono sicura che sta bene anche lui. >>

<< I tuoi genitori vengono al matrimonio vero? >> gli domandò poi Meredith, tornando seria.

Sapeva che suo padre era restio ad andare al matrimonio, non sapeva il perché, ma quell'uomo provava una grande antipatia nei suoi confronti ed era riuscito a convincere anche la madre di Alaric a non presentarsi.

<< Oddio, mia madre andrà fuoi di testa se non vengono! Ti prego Rick, non dirmi che non vengono.>>

<< Mi faranno impazzire... >> le confessò abbassando lo sguardo, perché sapeva che il momento in cui le avrebbe detto del contratto prematrimoniale si stava avvicinando.

<< Che è successo? >> domandò a sua volta lei, preoccupata.

<< Mi vergogno a parlartene... >> continuò a dire, con lo sguardo sempre a terra, non riusciva neanche a guardarla in faccia, senza vergognarsi per suo padre.

<< Che è successo? >> ripeté lei, sempre più preoccupata.

<< Mio padre, vuole che firmi un contratto prematrimoniale, è irremovibile... >> disse finalmente guardandola in viso, sempre peroccupato però della reazione.

Lei annuì infastidita; cosa aveva mai fatto di male a quell'uomo da volerle far firmare addirittra un contratto prematrimoniale?

<< Se lo é fatto preparare dal suo avvocato... mi ha stressato per tutta la mattinata perché ti dicesi di firmarlo. >> continuò Alaric cercando di farle capire che quella situazione non faceva piacere neanche a lui.

Proprio mentre Meredith prendeva il contratto, ne leggeva qualche riga e cercava una penna per poterlo firmare, entrò Maggie, senza bussare, come suo solito.

<< Alaric, quanti invitati dei tuoi ci sono? >> domandò Maggie facendo il suo ingresso in camera e innorvosendo i due.

<< Ho... ho già dato la lista a Grace. >> rispose il ragazzo in difficoltà, era certo che Maggie non avrebbe preso bene la storia del contratto prematrimoniale.

<< Cos'è quello? >> chiese Maggie alla figlia vedendola ancora in cerca di una penna fra i cassetti del comò.

<< Niente... Hai una penna Rick? >>

<< Fammi vedere... >> le disse Maggie, strappandole letteralmente il foglio di mano e cominciando a leggerlo.

<< Mamma! >> disse Meredith, cercando di distrarla, per non permettere che lo leggesse, invano. Sapeva che la madre sarebbe andata su tutte le furie per il contratto.

<< E questo? E ce lo porti il giorno del matrimonio, signor Alaric? >> domandò Magnolia, infervorata.

<< Io... non ho nulla a che fare con questo. Mio padre...- >> cominciò a dire Alaric, cercando di giustificarsi, ma venne interrotto dalla stessa Maggie, che gli ridava il foglio, più furiosa che mai.

<< Vai a dire a tuo padre che il suo non è altro che un insulto, non solo a mia figlia, ma a tutta la famiglia... >>

<< Mamma, ti supplico, stanne fuor- >> cominciò a dire anche Meredith, ma venne sempre interrotta dalla signora Gilbert.

<< Sei per caso stupida? Come puoi firmare una cosa del genere? Sei erede e figlia del grande John Gilbert... saremmo noi che avremmo dovuto fargli firmare un contratto prematrimoniale, non loro! >> le urlò contro la madre, mentre Meredith abbassava lo sguardo, sentendosi anche lei umiliata.

Il suo futuro suocero non si fidava di lei, credeva che volesse Rick solo per i suoi soldi, ma la ragazza era decisa a fargli cambiare idea, non solo a parole, ma con fatti concreti.

<< Che vergogna... >> continuò la donna, guardando schifata Alaric.

<< Mi dispiace.... Ma è la mia famiglia che- >>

<< Lei non lo firmerà! >> esclamò Maggie, troncando le scuse e le giustificazioni di Alaric sul nascere.

<< Ora, dal momento che hanno dimostrato che genere di persone sono, che vengano a parlare con me prima. >> continuò la donna sfidando il ragazzo.

<< Mamma, per favore... >> disse Meredith, pregandola di smetterla, prima che la stituazione degenerasse.

<< Solo perché non parlo mai, e perché sono una povera vedova, pensavano di prendermi in giro... non posso farti firmare questo foglio... se queste sono le loro condizioni per il matrimonio... >> disse Maggie, cominciando a recitare la parte della vittima, con tanto di singulti, parlando alla figlia.

<< ... lascia che ti dica che puoi anche scordarti il matrimonio allora. >> finì guardando Alaric con disprezzo, per poi riprendere il contratto prematrimoniale ed uscire dalla stanza della figlia sbattendo la porta.

Meredith, rimasta nella stanza si tappò la bocca con la mano, cercando di remprimere i singulti, disperata.

<< Mi dispiace... mi dispiace tanto... >> le disse Alaric abbracciandola, cercando di confortarla.

<< Tua madre ha ragione, non avrei neanche dovuto portare quel foglio qui. Avrei dovuto strapparlo in mille pezzi, proprio di fronte a loro. >> continuò il ragazzo dopo averle dato un tenero bacio sulla fronte, mentre lei continuava a piangere disperata stretta al suo petto.

Intanto Maggie ancora furiosa, con il foglio in mano, scendeva per le scale chiamando la sua domestica.

<< Katherine, Katherine! >>

<< Sì signora? >> arrivò quella correndo.

<< Elena non è ancora a casa? >> le urlò contro con rabbia.

<< No signora... >> rispose Katherine, spaventata dalla rabbia bruta che la donna sprizzava da tutti i pori.

<< Portami il mio cellutare... ORA! >>

La povera Katherine face un altra corsa in cerca del cellulare, mentre Maggie faceva avanti indietro per il salotto continuando a guardare il contratto prematrimoniale nel cano tentativo di incerirlo.


 


 


 

Fuori da villa Gilbert, intanto, si era appena fermata una Mercedes nera.

L'auto era di Giuseppe McCullough, che dopo aver incontrato Elena al cimitero, si era offerto di riaccompagnarla a casa.

<< Grazie mille signor Giuseppe... >> proferì Elena, mentre usciva dall'abitacolo, per prendere la borsa , che aveva lasciato sul sedile posteriore dell'auto.

<< Sono io che ringrazio te... mi hai fatto compagnia. >> rispose, anche lui uscendo dalla macchina per accompagnarla proprio di fronte al cancello della villa.

<< Lo stesso lei ha fatto con me... mi sento molto meglio da quando le ho parlato. >> disse Elena, ma venne interrotta dallo squillare del suo cellulare.

<< Mi scusi un attimo... >> disse lei, prendendo il cellulare dalla borsa, per poi guardare sul display chi fosse.

<< Ah è mia madre... >> disse lasciando suonare il telefono, non voleva risponderle.

<< Sarete molto occupati, con i preparativi del matrimonio. >>

<< Loro sono occupati, non io... >> rispose bruscamente lei e la cosa non sfuggì a Giuseppe che non poteva che essere d'accordo con lei; non si organizza un patrimonio a soli 28 giorni dalla morte del padre, o marito.

<< Lei viene? >> si informò Elena, sta volta riattaccando il telefono, per non lasciarlo suonare.

<< Maggie, è stata così gentile da venire a casa da me per invitarmi di persona, sarebbe scortese se non mi presentassi. >>

<< La vedrò quindi... >> disse la bionda sorridendogli, mentre si girava verso il cancello, con le chiavi in mano.

<< Certamente... >>

<< Arrivederci allora. >> disse lei, salutandolo con un cenno della mano, mentre entrava in giardino.

<< Ciao... >> disse lui per poi entrare in auto e ripartire.

In quel momento il cellulare di Elena tornò a squillare.

<< Che c'è? >> rispose scocciata, la bionda.

<< Dove sei? >> domandò Maggie, ignorando il tono usato dalla figlia per rivolgersi a lei.

<< Proprio di fronte alla porta, ho appena salutato il signor Giuseppe, sto entrando ora. >>

<< Giuseppe? Era qui? >> domandò Magnolia.

<< Mi ha riaccompagnato lui. >> rispose Elena, sempre poco entusiasta di parlare con la madre.

Elena poté sentire distintamente che all'altro capo del telefono, il respiro della madre si faceva affannato, mentre quest'ultima correva letteralmente fuori di casa, nella speranza di poter vedere e parlare con Giuseppe.

<< Dov'è? >> domandò Maggie ad Elena, quando uscendo di casa vide la figlia rientrare... da sola.

<< Se n'è andato. >> rispose la bionda con fare ovvio.

<< Perché non l'hai invitato ad entrare? >>

<< Non lo so, non ci avevo pensato. >> disse la ragazza, mentre entrava in casa, cercando di ignorare la madre.

<< Dove vi siete incontrati? >> domandò Magnolia seguendo la figlia dentro casa.

<< Al cimitero. >>

<< E ha anche detto che sta sera ci sarà... >> disse Elena con un sorriso, sfottendo la madre, era più che certa che Giuseppe McCullough non aveva alcun interesse in sua madre. che non si accorse della derisione della figlia perché Elena poté giurare che vide gli occhi della madre che assumevano la forma di cuoricini.

<< Te l'ha detto? Fantastico! >>

In quel momento dalle scale Scese Meredith, che ancora piangeva, seguita da un dispiaciutissimo Alaric.

<< Meredith? >> Disse Elena domandandosi il perché la sorella fosse tanto disperata il giorno del proprio matrimonio.

Meredith non le rispose e, sempre correndo, uscì dalla stanza diretta verso il giardino.

<< Ha solo bisogno di un pò d'aria fresca. >> le informò Alaric, vedendo lo sguardo confuso di Elena, che non appena il ragazzo finì di parlare si precipitò verso il giardino, cercando di capire cosa avesse la sorella.

<< Mi scuso ancora una volta... anche al costo di perderli come genitori io non abbandonerò Meredith. Non mi interessano i soldi... io voglio Meredith. E le ho detto la stessa cosa che sto dicendo ora a te. >> disse Alaric, a Maggie, guardandola in modo deciso.

<< Ma davvero? Quindi è con questo che ti hanno ricattato? Non vogliono quindi che la sposi... >> disse Maggie, finalmente consapevole.

<< Non mi interessa cosa pensano... >>

<< Vieni, che parliamo un pò ti va? >> gli disse Maggie che aveva appena avuto un idea.

Alaric non poté far altro che seguirla, avrebbe fatto di tutto per sposare Meredith, non voleva che il matrimonio saltasse.

<< Ci potete scusare un attimo? >> domandò Maggie alla wedding planner con gli assistenti che erano ancora nella sala da pranzo a discutere sulla disposizione dei tavoli.

<< Certamente. >> rispose Grace e dopo aver raccolto qualche foglio, lei con assistenti al seguito, lasciarono la stanza chiudendo la porta e permettendo così a Magnolia ed Alaric di poter parlare in privato.

<< Non pensavo fosse questa la siuazione... >> cominciò Maggie, non appena i due si furono seduti al tavolo, per poter parlare con più calma.

<< Io penso a Meredith... non voglio che si sconvolga più di quanto non sia già. >> continuò la domanna.

<< Le ha già parlato... ora come ora non c'è nulla al mondo che mi interessi più di lei. >> replicò Alaric, convintissimo delle proprie parole.

<< Ogni problema ha la sua soluzione... e io ce l'ho... andrà sicuramente bene sia a che a te. >>

<< E quale sarebbe? >> domandò Alaric, molto più interessato, ma anche sospettoso.

<< Dal momento che i tuoi sono prevenuti e vedono questo matrimonio come un pericolo per i loro interessi economici... allora nessuno dovrebbe firmare niente, se non c'è fiducia... giusto? >> disse Maggie, per poi aspettare un cenno da parte del ragazzo, che annuì cercando di capire dove Maggie volesse andare a parare, ma cominciando a temere di sapere che cosa volesse.

<< Sono costretta a proteggere i diritti di mia figlia. >> continuò lei, guardandolo ghignando.

<< Quanto vuole Signora Gilbert? >> le domandò Alaric, gelido, fulminandola con lo sguardo. Come si faceva a vendere letteralmente la propria figlia?

<< C'è tempo per trovare un punto d'incontro. >> rispose la donna il cui ghigno di faceva più grande.

Alaric, senza replicare, uscì da quella casa, pensando e stupendosi di quanto quella donna fosse materialista e superficiale.

<< Katherine! >> chiamò Maggie, non appena Alaric uscì di casa.

<< Sì signora? >>

<< Chiama tutti quelli a cui devo dei soldi e digli che entro lunedì saranno tutti pagati... >> le comunicò Maggie sicura, che avrebbe avuto i suoi soldi molto presto.

<< Si signora. >> rispose Katherine, dirigendosi verso il telefono, ne aveva di chiamate da fare!

<< Mamma mi ha rovinato quello che avrebbe dovuto essere il più bel giorno della mia vita... >> disse Meredith alla sorella, mentre siedeva su una panchina del giardino, singhiozzando ancora, disperata. Stava per perdere il suo Alaric.

<< E' fatta così! >> rispose Elena acida, dalla morte del padre aveva cominciato ad odiare la madre e dopo ciò che le aveva raccontato Meredith era certa che l'odio nei confronti di quello donna fosse aumentato a dismisura.

<< Coraggio... non piangere... non darle anche questa soddisfazione. >> disse Elena accarezzando dolcemente il braccio della sorella, che continuava a piangere.

<< Non era così tempo fa... >> protestò Meredith.

<< Ah no, è sempre stata così, solo che noi eravamo troppo piccole per capire. >> disse Elena duramente.

<< Non so perché ma sembra serbare del rancora nei nostri confronti, forse perché è diventata madre, e probabilmente è per quello che odiava papà così tanto, lui voleva dei figli e poi grazie a te diventere suocera e pure nonna... Magnolia Gilbert sta invecchiandoe la cosa non le va giù...nonna Maggie, riesci ad immaginarlo? >> continuò Elena sputando odio e veleno insieme alle parole.

Meredith, che nel frattempo aveva smesso di piangere non poté non essere d'accordo con la sorella, infatti si limitò ad annuire a testa bassa.

<< La odio... >> disse Elena con la voce che traboccava disprezzo, mentre le tornava in mente quel maledetto giorno in cui suo padre la lasciò, per sempre.


 


 


 

Quel giorno lei e il padre avevano deciso che avrebbero trascorso una giornata nella villa che avevano appena fuori città per rilassarsi e passare un pò di tempo insieme, senza dire nulla a nessuno, una cosa tra padre e figlia. Ma arrivati con l'auto davanti alla casa notarono che parcheggiata di fronte alla villa c'era anche l'auto di Maggie.

<< Papà... c'è anche mamma qui... >> riferì Elena al padre continuando a guardare la macchina della madre.

<< Non ne avevo idea. >> rispose stupito lui.

<< Per caso le avevi detto che saremmo venuti qui? >> volle sapere Elena, ma il padre già non le prestava più attenzione perché aveva notato un'Audi metallizzata sul retro della casa, fermò la macchina e continuò a guardare in quella direzione.

Non avevano mai avuto un Audi.

<< Papà, c'è qualcosa che non va? >> chiese Elena agitata, per lo strano comportamento del padre.

<< Ehm.. resta in macchina tesoro. >> disse mentre apriva la portiera dell'auto.

<< Papà che succede? >> domandò Elena alzando di qualche ottava la voce, pretendendo una risposta.

<< Ho detto resta in macchina. >> le ripeté John duramente mentre usciva dall'auto, guardò un ultima volta le due auto parcheggiate davanti alla sua, poi si diresse correndo verso la villa.

Dall'auto uscì anche Elena, stranita per il comportamento del padre e finalmente notò anche lei l'Audi sul retro. Continuò a guardarla confusa poi all'improvviso dalla villa uscì un uomo, che non aveva mai visto prima di allora, che uscendo di casa e vedendola, la guardo per pochi secondi, quasi spaventato, dopodiché si diresse correndo verso l'Audi, una volta salitoci, sfrecciò velocemente, il più lontano possibile dalla casa.

Elena lo seguì con lo sguardo finché l'auto non divenne solo un lontato puntino nero, dopodiché tornò a guardare la casa , un pò confusa.

Non aveva ancora fatto 2 + 2.

Poi, all'improvviso, la consapevolezza la pervase e cominciò anche lei ad avvicinarsi lentamente alla casa, quasi spaventata.


 


 


 

<< Non la perdonerò mai, per quello che ha fatto a papà. >> disse Elena, ritornata con i piedi per terra.

<< Signorina Meredith, la stilista, i parrucchieri e i truccatori sono arrivati e la aspettano su. >> disse Katherine che era appena uscita in giardino per chiamare Meredith, appunto.

<< Certo, arrivo. >> disse alzandosi, per ritornare in casa.

<< Oggi è il tuo ultimo giorno nella casa della signora Magnolia... dopo starai molto più tranquilla. >> le disse Elena sorridendole con sarcasmo, ma anche con un pò di invidia, lei si sarebbe tolta Maggie dai piedi, Elena invece, chissà per quanto tempo sarebbe ancora stata costretta a sopportare quella lì.

<< Però ti stai solo trasferendo da una prigione, ad un' altra... >> continuò la bionda.

<< Che intendi dire? Io amo Alaric! >> domandò Meredith stranamente agitata.

<< Solo sei mesi fa mi dicevi la stessa cosa di Damon. >>

<< Damon ormai è un capitolo chiuso, non mi interessa più nulla di lui. >> disse Meredith stizzita, per poi entrare definitivamente in casa, lasciando Elena in giardino, in balia dei suoi pensieri.

Intanto a casa McCullough, Damon, mentre passeggiava per il giardino, parlava al telefono con degli amici.

<< Che fate quindi? Andate al matrimonio? Perfetto allora, vi passo a prendere così ci andiamo insieme... va bene... ciao a stasera.>> li salutò quando ormai era nel cortile della villa.

Fu proprio lì che sentì qualcuno che conosceva molto bene mentre si esercitava al piano.

Stava suonando una sonata di Mozart.

http://www.youtube.com/watch?v=-qr9tR_mt48

Damon seguì il suono finché non arrivò di fronte alla porta aperta della stanza del pianoforte, si appoggiò allo stipite della porta e restò lì ad ascoltare quanto Bonnie fosse diventata brava.

Non appena finì lui fece la sua entrata in scena applaudendo, burbero e attirando così l'attenzione della Rossa e quella di Denise su di sé.

<< Bravissima! >> disse continuando ad applaudire.

<< Veramente sto applaudendo Mademoiselle Denise... >> aggiunse il ragazzo quando notò che Bonnie sorrideva, lusingata.

<< E' un miracolo, sono sinceramente colpito. >> continuò a dire, facendo innervosire Bonnie e ridacchiare Denise.

<< Smettila di prendermi in giro... che vuoi? >> domandò Bonnie arrabbiata, cercando di levarselo di torno.

<< Oh lo sai che scherzo, bellissima. >> rispose lui, dandole un buffetto sul naso, per poi abbassarsi e lasciarle un bacio sulla guancia, che lei si affrettò a cancellare ancora con la mano.

<< Sei molto migliorata, complimenti... >> le confessò lui, tornando serio.

<< Ora abbiamo i complimenti di Damon... mi sembra importante. >> replicò Bonnie sarcasticamente, rivolta a Denise.

<< Beh, magari è stato a tantissimi concerti quando era a Parigi. >> disse Denise, accondiscendente, lasciandogli il beneficio del dubbio.

<< Chi? Damon? Sicuramente avrà passato metà del suo tempo in giro per i casinò. >> affermò la Rossa prendendolo in giro.

<< Così mi spezzi il cuore piccola. >> disse lui in tono melodrammatico.

<< Finita la lezione? >> domandò poi alla tata, che dopo aver guardato l'orologio da polso, gli disse che avevano ancora mezz'ora e specificando che la loro non era una lezione; la ragazza si stava soltanto esercitando.

<< Perfetto allora... significa che posso rubarti la piccola per qualche secondo? >> domandò Damon, mentre scompigliava i capelli a Bonnie.

<< Magari più tardi Damon, non vedi che ho da fare? >> rispose Bonnie, non voleva parlare con Damon, era ancora arrabbiata con lui.

<< Questo lo so... >> rispose il ragazzo, ma continuò sempre ad aspettare in piedi con le braccia incrociate, che Bonnie si alzasse per poterle parlare.

<< Senti se è solo per prendermi in gir- >> cominciò a dire Bonnie infervorata, ma venne interrotta dallo stesso Damon.

<< Tu vieni a basta... >> le disse gentilmente, per farla alzare.

Bonnie lanciò uno sguardo a Denise, in cerca del suo permesso, che arrivò dal momento che la tata annuì, mentre cercava altri spartiti da farle provare fra i tanti che aveva in mano. Così Bonnie si alzò lasciando il pianoforte e si diresse perso l'uscita della stanza precedendo Damon, che non appena uscì si affrettò a chiudere la porta, in modo che Denise non sentisse.

<< Vuoi un prestito, vero? >> quella di Bonnie non era una domanda, piuttosto un affermazione.

<< Senti un pò... Quanto ti devo? >> le domandò lui, posizionandosi di fronte a lei e incrociando le braccia, nel vano tentativo di sembrare serio.

<< Non dirmi che stai pensando di ridarmeli perché non ti credo. >> disse Bonnie scoppiando a ridere, infatti, tutte le volte che il fratello le aveva chiesto un prestito non lo risarciva mai!

<< Se tu mi prestassi quanlcosa in più... >> cominciò lui tergiversando.

<< Te li renderò tutti. Promesso. >> finì guardandola dritto negli occhi.

<< Quanto ti serve? >> cercò di informarsi Bonnie, mentre già saliva le scale, dirigendosi in camenra sua. Sapeva che Damon non le avrebbe ridato niente, ma aiutarlo le faceva sempre un gran piacere, ma questo non glielo avrebbe mai detto.

<< Quanto puoi... >> rispose lui, mentre la seguiva ghignando.

<< E quanto ti sei fatto prestate da Matt? >> gli domandò mentre apriva la porta della sua stanza e prendeva il portafogli dalla biblioteca a muro.

<< Non c'era... probabilmente è da un amico. >> rispose sinceramente Damon meravigliandosi di quanto la ragazza lo conoscesse bene; non avrebbe mai pensato che lei avesse intuito che fosse andato a cercare anche Matt per farsi prestare qualcosa anche da lui.

<< Grazie mille... >> disse quando Bonnie gli porse delle banconote.

Si avvicinò anche per darle un bacio, ma la ragazza lo scansò, ancora arrabbiata, dicendogli frettoloso :<< Non fa niente... >> con poco entusiasmo, dopodiché si affrettò a tornare da Denise per continuare l'esercitazione, lasciando un Damon, stizzito mentre si chiedeva quando sarebbe passata alla sorella, dopodiché scese anche lui le scale ridacchiando, mentre contava i soldi che la Rossa gli aveva dato.

<< Damon a volte mi sembra anche più piccolo di Matt per come si comporta. >> disse Bonnie a Denise rientrando nella stanza del pianoforte.

<< Ti ha chiesto altri soldi, vero? >> si informò Denise, un pò contraria mentre le metteva di fronte un nuovo spartito da provare.

<< La cosa ci sorprende? >> chiese Bonnie sarcasticamente, facendo ridere la tata.

<< Usa l'amore che provate per lui... >> la informò Denise, contraria, al comportamente del Moro.

<< Sa che gli vogliamo bene... >> rispose Bonnie consapevole con un alzata di spalle, dopodiché tornò a suonare.


 


 


 

Damon intanto era già uscito in giardino, in cerca di Stefan, che trovò nella serra a piantare fiori nuovi.

<< Stefan... >> lo chiamò attirando la sua attenzione mentre si avvicinava.

Il ragazzo d'altro canto lo guardò dall'alto verso il basso, cercando di capire che altro volesse, non riusciva a tollerare il suo essere presuntuoso e pieno di sé e non pensava l'avrebbe mai sopportato.

<< Stefan, vorrei renderti ciò che mi hai prestato. >> gli disse porgendogli i soldi che gli doveva.

<< E questi... sono gli interessi. >> continuò a dire porgendogli un altra banconota, con il suo solito ghigno, sarcastico, sembrava quasi lo stesse deridendo.

<< Non serve. >> si rifiutò stefan, consapevole che Damon lo considerasse meno di niente, per lui era solo un servetto che girava per casa quindi quegli "interessi" contavano come la buona azione quotidiana per lui.

<< Ah no, insisto. >> disse mettendoglieli in tasca, per poi rivolgergli un sorriso a trentadue denti mentre tonava in casa.


 


 


 

Intanto il signor Giuseppe era appena rientrato a casa.

<< Buongiorno signor McCullough. >> gli diede il bentornato Sue

<< Ciao anche a te. >> rispose lui gentilmente, mentre entrava.

<< Ah, le ho preparato lo smoking per il matrimonio, è sopra al suo letto. >> lo informò la donna quando stava già salendo le scale.

<< Grazie mille Sue. >> le disse sorridendole, sinceramente grato.

<< Sono tutti eccitati all'idea di vederti sta sera al matrimonio. >> intervenne Damon entrando anche lui, per poi appoggiarsi al corrimano, in legno, della scala.

<< Così sembra... >> rispose Giuseppe sorridendogli.

<< Andiamo un pò nel mio studio a parlare. Da quando sei venuto non abbiamo avuto il tempo di una chiacchierata. >> continuò a dire Giuseppe.

<< Andiamo allora... >> rispose Damon un pò sorpreso, ma seguendolo a piano superiore, verso il suo studio che altro non era che una piccola stanza, con una scrivania in legno e un divano addossato al muro, per il resto la stanza era arredata come una biblioteca, piena di librerie a loro volta piene di libri.

<< Siediti. >> gli disse Giuseppe indicandogli il divano, non appena entrarono nello studio.

Damon obbedì, stranito. Cosa avrà mai avuto da dirgli?

<< Com'è andato il viaggio? >> gli domandò lo zio, mentre si sedeva su una piccola sedia di fronte al divano .

<< Ehhm... relativamente bene. Ho rivisto alcuni amici, siamo stati un paio di gioni insieme e poi siamo andati a trascorrere il week end a Londra, ho amici anche lì... >>

<< Sì certo... Carol, Briget, Ellen, Jackline... >> disse Giuseppe ridacchiando mentre gli faceva la lista dei suoi "amici" a Londra, facendo ridere lo stesso Damon, che abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato... quasi.

<< Sei giovane Damon, e hai il diritto di goderti la vita, ma... che piani hai Damon ? >> gli domandò suo zio tornando serio.

<< Su cosa? >> domandò Damon, scendendo dalle nuvole.

<< Non pensi sia ora di cominciare a lavorare? >>

<< Assolutamente... cosa pensi che potrei fare? >> Gli domandò solo per accontentarlo. Non aveva alcuna intenzione di mettersi a lavorare, almeno non in quel momento.

<< Beh potresti cominciare lavorando in una delle nostre aziende... >>

<< Lo so, zio, ma non vorrei che questo mi distraesse, fra due mesi ricomincia l'università ed ecco... vorrei prepararmi per i prossimi esami. >> afferò Damon, cercando di sembrare il bravo e studioso ragazzo che non era.

<< In poche parole lascerai passare un altro anno. >> disse Giusepper con fare ovvio, facendo sorridere Damon.

<< No zio, sono determinato a laurearmi quest'anno. >> Infatti aveva solo due esami da sostenere, prima di conseguire la laurea.

<< Questa l'ho già sentita... >> disse Giuseppe a Damon.

Il ragazzo aveva venticinque anni ormai e non era ancora riuscito a laurearsi, infatti era almeno quattro anni fuori corso, ormai cominciava a pensare che perfino Bonnie che aveva solo diciassette anni si sarebbe laureata prima di lui.

<< Sta volta mi impegnerò di più. Non ti deluderò zio. Non appena mi sarò laureato andrò a dirigere un delle aziende. >>

<< Non è facile dirigere un azienda, devi cominciare con calma, salire un gradino alla volta, non devi affrettarti a salirne quattro in una volta sola, per poi tornare giù di quaranta... >> gli consigliò Giuseppe sempre serio, venne però interrotto dal telefono di Damon.

<< Scusa. >> disse Damon, mentre lo tirava fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni e guardava di chi si trattasse.

<< Tranquillo, abbiamo già finito, rispondi pure. >> gli disse Giuseppe sorridendo, per poi uscire dalla stanza permettendo a Damon di rispondere.

<< Pronto... amore. >> si affrettò a rispondere.

<< Damon dove sei? Perché non mi hai chiamato? >> gli domandò Caroline, la sua nuova ragazza.

<< Tesoro sono appena tornato a casa... ho ancora la valigia in mano. >> mentì come solo lui sapeva fare.

<< Non avevi detto che saresti passato sta mattina? >> domandò finatamente offesa lei.

<< Ehm... l'aereo è atterrato in ritardo. Tu dove sei? >> mentì ancora cercando di non farsi scoprire.

<< A casa. Avevo anche un incontro di lavoro oggi, ma l'ho cancellato per te. >> gli disse dispiaciuta la ragazza, cercando di farlo intenerire.

<< Va bene tesoro, un quarto d'ora e sono da te. >> rispose Damon in tono malizioso.

<< Ok allora ti aspetto... >> disse lei su di giri.

Erano settimane che non vedeva il suo ragazzo, e non vedeva l'ora di trascorrere finalmente qualche ora con lui.


 


 


 

Intanto Bonnie, che ancora si stava esercitando, sembrava non prestare molta attenzione allo spartito che aveva davanti a sé, ed infatti la Rossa stava pensando al padre che voleva andare al matrimio, lo aveva sentito quando appena entrato in casa aveva ringraziato Sue per lo smoking. Sembrava non vedesse l'ora di andarci e Bonnie stava cominciando a chiedersi se il padre volesse andare al matrimonio solo per vedere Magnolia.

<< Perché vuole andare al matrimonio? Lui odia le feste. So per certo che si annoierà... >> sbottò Bonnie scoppiando, mentre smetteva di suonare.

<< Lo fa solo per essere cortese, Bonnie tornerà a casa se si annoierà... Coraggio continua. >> le rispose Denise.

<< Finirà su tutti i giornali. Cosa succede se scrivono qualcosa che non è vero? Sicuramente ci resterà molto male. >> disse ancora Bonnie dopo aver stimpellato soltanto qualche nota.

<< Bonnie, per favore, finisci il pezzo... >> le domandò gentilmente Denise, mentre sospirava, stanca.

Non voleva parlare di Giuseppe McCullough.

<< E se veramente quella donna avesse puntato papà, come ha detto la signora Flowers? >> continuò a chiedere Bonnie senza prestare attenzione a quello che le aveva detto Denise.

<< Bonnie. Togliti questi pensieri dalla mente. Non dovresti credere a tutto quello che gli altri dicono. >> disse Denise sta volta alterata mentre si metteva le mani sui fianchi e picchietava il piede per terra.

Bonnie dopo un sospiro, non sapendo cosa pensare, si rimise a suonare.

<< E se invece avessero ragione? Perché proprio ora? Ci sono stati molti altri matrimoni e molte altre feste dalla morte di mamma, ma lui non c'è mai andato. Perché Maggie è arrivata di persona qui per invitarlo? E perché proprio al matrimonio della figlia di Maggie ha deciso di andare? >> domandò Bonnie continuando a suonare.

<< Te lo dico io perché... quella ha puntato mio padre. >> finì di dire Bonnie agitandosi e mettendo in agitazione anche Denise, perché aveva ormai smesso di suonare e stava soltanto picchiando i tasti del pianoforte.

<< Bonnie... calmati. >>

<< Non voglio... non ci deve andare... no. >> disse Boonie come impazzita, continuando imperterrita a sbattere le mani suoi tasti del piano.

<< Bonnie! >> urlò Denise, cercando di allontanarla dallo stumento, ma lei non si volle allontanare.

Ormai la cacofonia prodotta dal pianoforte la sentirono tutti in casa, anche Stefan che era ancora alla serra, infatti corse subito in casa a vedere cosa stesse succedendo, come tutti gli altri del resto.

<< Bonnie! >> urlò ancora Denise e poi di colpo un tonfo sordo e non si sentì più niente, Bonnie aveva smesso di suonare.

<< Giuseppe! >> urlò ancora una volta Denise che ormai era entrata nel panico, Bonnie era svenuta davanti ai suoi occhi, era lì stesa per terra, in stato di incoscenza.

<< Stefan! Tirala su, per favore. >> disse la tata non appena Stefan entrò nella stanza, non se lo fece ripetere due volte e andò a prendere la ragazza in braccio, subito dopo di lui entrò Giuseppe tutto trafelato.

<< Cos'è successo? >>

<< E' svenuta, ancora. >> riferì Denise a Giuseppe.

A Bonnie infatti capitava a volte, non spesso, di svenire, seminando panico in tutta casa. Perdeva coscenza quando che era troppo stressata e ogni volta in casa erano puri attimi di terrore.

<< Coraggio Stefan portala in camera sua. Subito. >> ordinò Giuseppe.

In quel momento in stanza arrivò anche Damon, che vedendo la sorella svenuta non poté fare a meno di sbuffare, se non si fosse risvegliata in fretta non sarebbe potuto andare da Caroline, a volte quella ragazzina non era altro che una palla al piede.

Subito corsero tutto al piano superiore.

<< Portate dell'acqua! >> urlò Giuseppe continuando a salire.

<< Che è successo? >> domandò una Camille spaventata, che in quel momento stava scendendo le scale.

<< E' tutto a posto non ti preoccupare. >> la rassicurò Giuseppe continuando a seguire Stefan, mentre Camille faceva una corsa in cucina a prendere l'acqua per Bonnie.

<< Stendila sul letto, con calma... piano... >> disse Giuseppe a Stefan mentre lo precedeva, per aprirgli la porta della camera della Rossa.

<< Bonnie... >> la chiamò Stefan dopo averla adagiata sul letto.

<< Bonnie... tesoro... >> la chiamò anche il padre, mentre le si siedeva accanto, dopo aver fatto spostare Stefan , che rimase comunque in camera sulla porta per vedere se la ragazza si sarebbe rivegliata.

<< Dov'è? L'acqua? >> domadndò Giuseppe alterato, per la preoccupazione.

<< Qui... >> disse Camille mentre entrava un pò di corsa in camera con un vassoio con sopra un bicchiere d'acqua.

<< Bonnie, cara... >> disse Giuseppe vedendo che la figlia cominciava pian piano ad aprire gli occhi, quindi si affrettò a porgerle l'acqua.

<< Papà... sono svenuta? >> domandò lei debolmente dopo aver bevuto un sorso d'acqua.

<< Sì, è stata molta artistica come scena... >> le disse sarcasticamente Damon, che era entrato con loro, dopo essersi appoggiato con una mano alla testata del letto di lei. Una posizione che traboccava pura strafottenza.

<< E tu che ne sai? Neanche c'eri. >> gli rispose acida, lei.

<< Voilà! Sta meglio.... no problem... io esco... >> disse Damon con il solito ghigno, mentre usciva dlalla stanza, ma non prima di aver fulmninato con lo sguardo Stefan, dopodiché corse giù per le scale fischiettando, finalmente sarebbe potuto andare da Caroline.

<< Stefan, non ti preoccuare per me... sto meglio. >> disse Bonnie notanto che il ragazzo era bianco cadaverico di paura.

Lui in tutta riposta le regalò un bellissimo sorriso, contento le Bonie stesse meglio, sorriso che non sfuggì alla povera Camille, che senza dire una parola, uscì dalla stanza.

<< Perfetto, sta meglio, vai pure stefan. >> gli disse Denise congedandolo.

<< Per me ha ragione Damon... stava solo fingendo. >> disse Camille non appena Stefan la raggiunse per le scale.

<< E tu che ne sai? >> quasi le urlò contro Stefan difendendo Bonnie a spada tratta, per poi tornare in giardino senza degnarla di uno sguardo.

Camille dal canto suo non poté far altro che sospirare e rientrare in cucina.


 


 


 

<< Come stai? >> domandò Giuseppe a Bonnie quando anche Stefan lasciò la stanza.

<< Male... >> gli rispose la figlia quasi mettendo il broncio, facendo così agitare Denise e preoccupare Giuseppe.

<< Papà... >> cominciò a chiedere la ragazza.

<< Sì, tesoro? >> rispose lui aspettandsi una risposta al perchè stesse male.

<< Non andare questa notte. >> gli disse, facendo sbuffare Denise.

<< Ti senti male per caso? >> si informò il padre.

<< Non lo so. >> rispose, sincera, lei.

<< Papà... ti prego resta con me. >> lo pregò Bonnie prendendolo per mano.

<< Bonnie, non andare al matrimonio sta sera, riposati non vorrei che svenissi anche lì... però il signor Giuseppe ci deve andare, lascialo, tesoro. >> le disse Denise, mentre le accarezzava i capelli, cercando di convincerla.

<< E' veramente così importante per te andarci? >> domandò Bonnie al padre.

<< Non più importante di te, tesoro. Se non ti senti bene non ci andrò. >> rispose lui stringendole a sua volta la mano.

<< Si sentirà molto meglio dopo una bella dormita. Non è nulla Bonnie solo un pò di stanchezza... però tuo padre deve andare sta sera, rivedere i suoi amici e passarci la serata. E' tanto che non lo fa, non pensi? >> intervenne Denise.

<< Sto bene, papà... vai pure. >> disse Bonnie rivolta al padre, non volendosi sentire in colpa.

<< Jeb mi ha anche promesso che avremmo fatto un barbecue. >> continuò facendo ridere il padre.

<< Staremo tutti insieme, non rimarrò sola. Rimarrò con Matt... >> gli continuò a dire cercando di tranquillizzarlo, se doveva andare al matrimonio, voleva che ci andasse sereno, non veleva farlo preoccupare per lei.

<< D'accordo. Cerca di riposare, Bonnie. >> le rispose Giuseppe dandole un bacio sulla fronte.

<< Non ti preoccupare, le starò accanto io. >> disse Denise mentre usciva dalla stanza, con Giuseppe permettendo così a Bonnie di riposarsi.

<< A volte si comporta come una ragazza adulta, altre si comporta come una bambina, come prima... >> confessò Giuseppe a testa bassa a Denise, non appena chiuse la porta della stanza di Bonnie.

<< Ma lei é ancora piccola. >> gli fece presente la tata.

<< Forse hai ragione tu... >> le rispose lui, mentre si allontava lasciando Denise a pensare, ancora davanti alla porta della camera della ragazza.

Dopo essersi ridestata dai suoi pensieri, Denise decise di tornare in camera, a vegliare su Bonnie.


 


 

Meredith, con addosso il suo abito nuziale non faceva altro che fare avanti indietro per la camera, agitata, mentre faceva respiri profondi, per cercare di calmarsi.

<< Calma, calma, tesoro... ti senti bene? >> disse Maggie cercando di tranquillizzare la figlia.

<< Oddio... comincio a sentirmi male. >> le confessò Meredith, più nervosa che mai.

<< Elena! >> chiamò Maggie, sperando che almeno lei riuscisse a calmare la sposa.

<< Il tuo cavagliere sta arrivando principessa... >> disse Elena a Meredith, mentre entrava in camera.

La ragazza aveva notato la limousine nera di Alaric arrivare dalla finestra della propria stanza. Non aveva neanche provato ad aiutare la sorella con il vestito o i preparativi, perché voleva stare il più lontano possibile da quella faccenda.

Non le piaceva per niente ciò che avevano fatto. Non accettava che avessero organizzato il matrimonio tanto presto, e non faceva proprio nulla per nascondero. Per la serata , infatti, aveva indossato un semplicissimo mini abito, ma rigorosamente nero. Per ricordare agli invitati e soprattutto alla madre e a Meredith che erano ancora in lutto, o almeno lei lo era ancora.

<< Beviti un bicchiere. Ti aiuterà a calmarti. >> consigliò Maggie a Meredith, convinta di aver appena avuto un illuminazione.

<< Mamma sono incinta! >> replicò la mora, sconvolta dal menefreghismo della madre, ma soprattutto dal fatto che si ostinasse a cercare di ignorare il più possiibibile che sarebbe presto diventata nonna.

<< Ah già, purtroppo... >> rispose la madre, come sempre velenosa. Meredith, la ignorò e tornò a fare avanti indietro per la stanza, cercando di autocalmarsi.

<< Devi andare ad un funerale, Elena? Non hai proprio nient'altro da metterti? >> Domandò Magnolia alla figlia, che a sua volta guardò la madre dall'altro verso il basso, con disprezzo. Proprio non gliene fregava nulla del defunto marito, era Magnolia che avrebbe dovuto mettere un abito nero, non Elena e invece, la signora aveva scelto un abito lungo, a sirena, come quello della sposa, nella vana speranza di rubarle la scena in quel giorno importante, ma l'abito di Magnolia era color indaco, senza spalline, con ricami dorati, ai bordi.

L'abito in se era bello, ma lei lo aveva scelto di almeno due taglie più piccolo, Elena infatti si domandava come la madre ci fosse entrata, ma non ci teneva neanche a saperlo. L'abito piccolo, per l'appunto, invece di fasciarle armoniosamente il corpo, mettendo in evidenza le sue forme, otteneva solo l'effetto di farla sembrare la sgualdrina che era, infatti la strizzava, completamente mettendo in bella mostra il suo seno. Quella donna invece che sembrare la madre della sposa, sembrava un prostituta d'alto rango.

<< Ah, va bene. Se propio ti piace, non c'è problema... >> riprese Magnolia, schioccando la lingua, infastidita.

<< Il signor Salzman è qui. >> disse Katherine alle tre mentre entrava anche lei facendo l'annuncio.

<< Oddio... >> disse Meredith, nervosissima, mentre faceva per uscire dalla stanza.

<< Stai qui, vado io a riceverlo per prima. >> si affretto a dire Maggie, trattenendo la figlia per un braccio.

<< Scendete quando vi chiamo io. >> contninuò la signora, dopodiché uscì dalla stanza ghignando. Non vedeva l'ora di vedere se il suo futuro genero aveva qualcosa per lei.

<< Sei bellissima... >> disse Elena, quasi commossa, alla sorella dopo che Maggie fu fuori dalla stanza.

<< Presto toccherà anche a te, tesoro. _ Disse Meredith felice, dopo aver scoccato un sonoro bacio sulla guancia alla sorella. _ Non sai quanto io sia preoccupata! Ho paura che mamma ci annulli il matrimonio all'ultimo minuto. >> aggiunse la mora, preoccupata.

<< Non ti preoccupare. Magnolia ha paura dello scandalo. Non darà problemi. >> rispose Elena sarcasticamente, mentre incrociava le braccia.

<< Devo andare un attimo in bagno a rinfrescarmi... >> disse improvvisamente Meredith, che voleva rimanere sola per qualche minuto.

<< D'accordo... ti aspetto qui. >> rispose Elena sorridendole affettuosa.

<< No, per favore, piuttosto...Dai un occhiatina a mamma, controlla che non combini qualcosa. Ho paura a saperla da sola con Alaric. >> le cofessò Meredith, poco prima di entrare nel suo bagno personale, ben consapevole che la madre poteva combinarne una delle sue.

<< Elena dopo averle regalato un altro sorriso, decise di seguire il consiglio della sorella e scendere in salotto a controllare la madre.


 


 

Nel frattempo Magnolia, nel proprio salotto, teneva in mano un assegno, con una cifra spropositata, come minimo in quell'assegno c'erano sei zeri.

<< Spero per te che non sia in bianco. >> disse Maggie, al ragazzo facendosi vento con l'assegno.

<< Non preoccuparti. >> rispose lui, guardandola, con odio.

<< Non lo sono. >> rispose lei ridacchiando.

Nel frattempo Elena stava scendenso le scale e sentì la madre che ridacchiava, dietro la porta, chiusa, del salotto. Decise di non entrare subito, quindi origliò.

<< Nessuno deve sapere di questo nostro accordo e nessuno deve sapere di questo assegno. Soprattutto Meredith. >> disse Magnolia avvertendo il ragazzo.

Proprio in quel momento Elena decise di fare la sua entrata in scena, aprendo la porta del salotto, proprio mentre la madre parlava dell'assegno con quest'ultimo ancora in mano.

<< Meredith aveva ragione. Hai fatto quello che ti pareva. >> intervenne la bionda, guardando con odio, sia l'assegno in questione che la persona che lo teneva in mano. Alaric invece guardava Elena terrorizzato, che andasse a dirlo a Meredith.

<< Neanche tu dirai nulla. Non vorrai causare una sofferenza a tua sorella vero? >> la ammonì la madre con tono che non ammetteva reppliche.

<< Ti prego non dirle nulla... >> la pregò anche Alaric, preoccupato che il suo fidanzamento andasse a monte per quella storia e sicuramnete se Meredith lo avesse saputo lo avrebbe lasciato senza pensarci due volte.

Elena, ancora mezza sconvolta non faceva altro che guardare disgustata la madre.

<< Non guardarmi in quel modo! L' ho fatto per il nostro bene. I genitori di Alaric mi ci hanno costretto. Devo proteggere i diritti di mia figlia. >> disse Magnolia a Elena.

La bionda dopo averle lanciato un ultimo sguardo contrariato chiuse la porta del salotto sbattendola e uscì in giardino a prendere un pò d'aria.

<< Andiamo a bere qualcosa, per festeggiare questo accordo, che dici? >> domandò Magnolia ad Alaric, non appena furono nuovamente soli.

<< Papà non sa che ti ho dato questi soldi. >>

<< Questo è un tuo problema. >> rispose Maggie, ghignando mentre già immaginava i problemi che sarebbero sorti in casa Salzman, quando Eric avrebbe saputo che qualche milione mancava all'appello.

Dopo qualche minuto Elena rientrò in casa, cercando di non mostrare nulla a Meredith.

Ciò che lei aveva sentito poco prima e che l'aveva sconvolta e lasciata profondamente contrariata avrebbe distrutto completamente la sorella, che in quel momento stava scendendo le scale, felicissima mentre tutti la aspettavano al piano inferiore.

<< Alaric, che fai qui? Sai che non porta bene vedere il vestito della sposa prima della cerimonia... >> disse Meredith sorridendo al compagno.

<< Lo so bene tesoro mio, ma vedi... prima della cerimonia ci sarebbe una cosa da fare. >> intervenne Magnolia, con il suo solito tono falsamente amorevole, facendo per altro preoccupare la povera sposa, mentre la trascinava verso il salotto.

<< Che è successo? >> domandò appunto lei.

Aveva paura che la madre mandasse tutto a monte, a meno di un'ora dal matrimonio.

<< Ho pensato molto a ciò che mi hai detto e ho capito che hai ragione, per ciò sono d'accordo con te, se vuoi firmare l'accordo prematrimoniale. >> disse Maggie, alla figlia, una volta entrata in salotto, seguita da un nervosissimo Alaric, e da una sempre più contrariata Elena che appoggiata allo stipite della porta del salotto, continuava a guardare con disprezzo la madre.

Intanto Meredith, sbalordita dalle parole della madre, la guardò per qualche secondo, poi si soffermò per qualche secondo anche su Alaric, che le fece un sorriso tirato, cercando, forse, di incoraggiarla.

<< Davvero? >> domandò Merdtith ancora sorpresa, mentre si lasciava adare ad un sorriso.

<< Sono una donna di parola, cara, lo sai. E... per il tuo bene saremo costrette a tenerci quest'offesa dentro. >> disse Maggie, mentendo come solo lei era in grado di fare, mentre guardava Alaric di sbieco.

<< Facciamoli vergognare... loro che ci guardano con gli occhi delle cacciatrici di dote... >> continuò a dire, per poi lanciare una vera e propria occhiataccia al povero Alaric.

Alle parole della madre Elena, non riuscì più a reggerla. Non voleva restare un minuto di più in quella stanza, per ciò se ne andò, prima di raccontare tutto a Meredith.

<< E' quello che dicevo io. >> le rispose Meredith, finalmente sorridendo, mentre sospirava di felicità, non accorgendosi minimamente della sorella.

<< Ma... se era questo che pensavi, perché hai voluto farmi credere di voler addirittura annullare il matromonio?>> domandò poi Meredith, guardando la madre improvvisamente sospettosa.

In quella storia c'era qualcosa che non la convinceva.

<< Per il tuo bene, cara. >> rispose Magnolia, senza cercare di celare il suo tono derisorio e sarcastico.

Meredith, guardò confusa Alaric, che annuì, come a dirle di firmare e ignorare la madre, infatti fu proprio quello che fece, mettendo la propria firma accanto a quella di Alaric.


 


 

A casa di Caroline intanto erano appena finiti i divertimenti, infatti i due si stavano concedendo le coccole post-sesso, o meglio, Damon se ne stava sdraiato sul letto, mentre Caroline faceva lui le coccole.

<< Domani devo andare a Leesburg a fare il Book, ti va di accompagnarmi? >> domandò Caroline al ragazzo, dopo l'ennesimo bacio. La bionda, infatti era un modella in erba, aveva anche fatto qualche lavoro, comparsa in qualche giornale e quindi aveva una buona fama, e Damon l'aveva "scelta" come ragazza solo per accrescere la propria di fama e passare ancora una volta per il Don Giovanni della situazione.

<< Tesoro... sono appena tornato, devo ancora riposarmi, e poi non è giusto che io lasci mio zio da solo. >> disse Damon, dopo aver alzato gli occhi al cielo, un pò stufo, del continuo attaccamento della ragazza nei suoi confronti. La trovava troppo appiccicosa.

<< Dammi, un potivo più valido. >> gli rispose la ragazza con uno sguardo malizioso.

Damon, dopo aver ridacchiato, prese il suo orologio da polso per vedere l'ora.

<< Oddio! >> disse alzandosi di scatto, dopo aver visto l'ora.

<< Che c'è? >>

<< Sono in ridardo! >> rispose Damon alla ragazza, che continuava a guardarlo confusa.

<< Per cosa? >>

<< Ho un matrimonio a cui partecipare, tesoro. >> disse Damon, mentre si vestiva.

<< Vuoi andare al matrimonio di Meredith Gilbert? >> domandò Caroline, arrabbiata, mentre si metteva seduta sul letto, con le braccia incrociate.

<< Tesoro non ti peoccupare, non sono io lo sposo. >> disse Damon, che sempre ridacchiando la "rassicurava" sarcastico, come sempre.

<< Oh lo diventerai. Un giorno ti alzarai dal mio letto a me per presenziare al tuo matrimonio. >> replicò Caroline, velenosa.

Il ragazzo, infatti, le aveva raccontato della storia che lui e Meredith avevano avuto e lei non sopportava il fatto che andasse al matrimonio di lei, soprattutto perché sapeva che Damon la voleva ancora.

Damon dal canto suo se ne andò senza salutare, aveva di meglio da fare: doveva prepararsi, per andare a stuzzicare Meredith.


 


 

Intanto a casa McCullough, Giuseppe si era appena messo lo smoking e si faceva vedere dai figli, in attesa di sapere cosa ne pensassero.

<< Stai benissimo papà. >> proferì Matt, entusiasta come sempre.

<< Bonnie? >> domandò il padre volendo sapere anche il suo punto di vista.

<< Stai davvero bene. >> replicò lei senza entusiasmo.

<< Papà, quando metterò anche io uno smoking? >> domandò Matt al padre.

<< Non lo so. Magari al matrimonio di tua sorella. >> rispose Giuseppe sorridendo.

<< Lei? Ma se diventerà zitella... >> rispose il ragazzino scoppiando in una fragorosa risata, che gli valse un'occhiataccia da parte della Rossa.

<< Te le ha insegnate Damon queste cose? >> domandò Bonnie essendo anche certa della risposta.

<< Certo! >> rispose il ragazzino continuando a ridere.

<< Io pur di non lasciarti da solo, non mi sposerò papà. >> disse Bonnie a Giuseppe, mentre gli porgeva la giaccia.

<< E tu metterai uno smoking al matrimonio di qualcun altro. >>continuò la ragazza, sta volta rivolta al fratello.

<< Tipo? >> domandò il ragazzino curioso.

<< Magari al matrimonio di Denise, Camille,Stefan o anche papà... >> ripose lei mentre sistemava la cravatta al padre, in attesa di una qualche reazione da parte sua all'ultima affermazione che aveva fatto.

<< Grazie tesoro. >> rispose Giuseppe dandole un bacio sulla fronte, per poi lasciare la sua stanza, e Bonnie dal sola con Matt.

Allora è vero che si vuole sposare. si disse Bonnie.


 


 

Due ore dopo, erano tutti nell'enorme giardino di un lussuoso Hotel, che ospitava il ricevimento del matrimonio della giovane Meredith Gilbert.

L'hotel era vicino a Leesburg e infatti aveva una vista stupenda, perché il girdino sorgeva su una specie di scogliera che dava direttamente sull'Atlantico, rendendo l'atmosfera quasi irreale.

I novelli sposi avevano detto il "sì lo voglio" l'ora prima in una chiesa vicino all'hotel ed entrambi erano euforici. Erano ufficialmente diventati "il signore e la signora Salzman", gli suonava benissimo.

I discorsi erano finiti e gli sposi avevano appena fatto il loro brindisi, infatti, tutti gli invita ti della festa stavano applaudendo Meredith e Alaric, facendogli mille auguri e Magnolia, che non aveva lasciato Giuseppe neanche un attimo da solo approfittò di quel momento di grande euforia per attaccarsi al braccio di quel povero uomo, come solo una cozza sta attaccata ad uno scoglio.

<< Tantissimi auguri... >> si complimentò Giuseppe, cordiale come sempre, mentre Magnolia ancora rideva, forzatamente, credendo, forse, di sembrare emozionata per la figlia, ma ottenendo solo il risultato di sembrare una di quelle smorfiose "miss ce l'ho solo io" dei college americani.

Per Eric e Allison Salzman, invece la festa era finita. Avevano promesso che sarebbero andati al matrimonio, ma non che avrebbero partecipato al ricevimento, infatti i due si avviarono verso l'uscita, o meglio, Eric, si tascinava dietro una Allison sinceramente dispiaciuta di non poter assistere alle nozze del figlio. Nessuno, tranne che Alaric, appunto, fece caso a loro.

<< Magari un giorno toccherà a noi.... ormai siamo gli unici rimasti single. >> disse Maggie, a Giuseppe, mentre ancora rideva, applaudendo.

Giuseppe rispose con un sorriso forzato. Magnolia continuava a a ridere, sempre attaccata al braccio del povero Giuseppe.


 


 

Arrivato il lancio del bouquet Meredith si girò e lo lanciò. Maggie, quella che avrebbe dovuto essere l'adulta. Cominiciò a sbraciarsi facendo di tutto per prenderlo e infatti ci riuscì. Giuseppe che non aveva visto nulla, tranne che il bouquet era finito tra le mani della signora, le sorrise divertito.

<< Oh.... non so neanche come mi sia finito tra le mani. >> mentì Maggie, con sguardo innocente, mentre i pararazzi, che erano stati invitati al matrimonio, da Maggie naturalmente, facevano le loro foto.

<< Oddio... vi prego non fate foto, questo deve stare tra le mani di una delle ragazze... >> disse Magnolia ai giornalisti, sempre con la sua vocina da brava donna, mentre indicava il bouquet.

Si girò in cerca di qualuno a cui darlo, per sembrare agli occhi di tutti una donna responsabilie forse, e non trovò altri che Elena che la guardava con il ghigno di chi la sapeva lunga. La ragazza infatti era sempre stata dietro la madre e quindi aveva visto tutto.

<< Tienilo tu Elena... >> disse Maggie alla figlia mentre le porgeva il bouquet.

<< Certo. >> rispose la ragazza, prendendolo dalle mani della madre, mentre rideva di gusto, deridendola.

Subito dopo cominciarono i fuochi d'artificio, mentre tutti gli invitati ancora applaudivano divertiti dal piccolo siparietto.

<< Davvero molto belli. >> commmentò magnolia guardando i fuochi d'artificio, ma intanto tornava a stringere in una morsa il braccio del povero signor McCullough.

<< Già... >> rispose lui educatamente.

La verità era che si stava terribilmente annoiando, infatti si andò a sedere al suo tavolo, mentre Elena stufa di guardare la madre che faceva la civetta con tutti gli uomini della festa, non faceva eccezzione che fossero single o sposati, disgustata, andò a godersi il panorama del mare, illuminato dalle luci dell'hotel.

<< Ohh, ma ciao... >> disse Damon che aveva appena fatto la sua entrata in scena, facendo il baciamano a Magnolia, che lo lasciò per andare a "salutare" un uomo d'affari, amico di Alaric.

Naturalmente Damon, non passava inosservato, infatti era l'unico uomo in tutto il matrimonio ad indossare uno smoking bianco!

Neanche lo sposo aveva osato tanto.

Certo, il bianco non era il suo colore, ma voleva che tutti lo notassero, e si ricordassero della storia che aveva avuto con la sposa proprio pochi mesi dal matrimonio.

<< Come mai così tardi? >> gli domandò Giuseppe mentre gli faceva cenno di sedersi accanto a lui.

<< Dovevo finire di fare una cosa importante. >> disse Damon, riferendosi alla "cosa " fatta con Caroline, ma questo lo zio non doveva saperlo.

<< Veramente carini insieme... >> disse sarcasticamente Damon cambiando discorso all'improvviso mentre guardava Meredith ed Alaric che ballavano un lento insieme, più innamorati che mai.

Dal momento che il ragazzo era vestito di bianco, Meredith non avrebbe potuto non notarlo, neanche se ci avesse provato, infatti, non appena alzò lo sguardo per vedere quale deficiente a questo mondo poteva andare ad un matrimonio con uno smoking bianco, incontro lo sguardo di Damon che arrogante come al solito le fece l'occhiolino. Lei non poté far altro che alzare gli occhi al cielo, roteando gli occhi scocciata e ignorarlo.

Il sarcasmo nella voce del ragazzo non sfuggì ad Elena, che senza volerlo stava ascoltando la conversazione dei due, dal momento che il tavolo era terribilmente vicino a dove era lei.

Elena, non poté dirgliene quattro, dal momento che sarebbe stato scortese, davanti al signor Salavatore poi... ma ciò non le impedì di rivolgergli uno sguardo che lanciava fulmini e saette.

<< Gli sguardi di quella ragazza sono veramente raggelanti. >> disse Damon a suo zio facendo cenno alla ragazza, ma appena Giuseppe si girò per guardare lo sguardo in questione, l'espressione della ragazza mutò completamente, infatti Elena gli rivolse un sorriso caloroso e uno sguardo che più innociente non si poteva.

<< Eh si, mi adora... >> disse Damon, mentre rideva di gusto.

<< Damon... mi hai rubato il posto. >> disse Magnolia, che era appena arrivata, abbracciando Damon da dietro.

<< Ah, mi dispiace non lo sapevo. >> disse Damon, mentre faceva per alzarsi, non solo per lasciarle il posto, ma anche per scrollarsela di dosso. Quella donna era disgustosa.

<< Ma no, figurati, scusami tu. Voi due siete gli ospiti più importanti che abbiamo a questa festa. >> disse, andando a spalmarsi su Giuseppe questa volta.

<< Ehmm, grazie Maggie. >> rispose lui leggermente a disagio per l'assalto.

Elena intanto, non faceva che guardare la madre, schifata dal suo comportamento.


 


 

Intanto a casa McCullough Bonnie e tutti gli altri domestici stavano mangiando, mentre Matt era attaccato al cancello a guardare il cielo.

<< Matt, che stai facendo? >> gli domandò la signora Flowers, curiosa.

<< Cerco di vedere i fuochi d'artificio, hanno detto che ci sarebbero stati. >> disse il ragazzino continuando a guardare il cielo, fiducioso di poter vedere le luci.

<< Tesoro è troppo lontano, non si riescono a vedere. >> gli disse Denise, affettuosa ridacchiando.

<< Dai vieni qui, Matt. >> lo chiamò anche Bonnie.

Il ragazzo rimase attaccato al cancello ancora per qualche minuto, poi quando si rese conto che la tata aveva ragione, andò a sedersi a favola con loro, non senza sbuffare, naturalmente.

La cena trascorse relativamente bene, tra risate e battute, naturalmente su Magnolia e il matrimonio. E Denise, la trascorse cercando di rimproverare un pò tutti, dicendogli che non era bello parlare alle spalle degli altri.

<< Che bella serata. Stefan, hai fatto benissimo a proporcela. >> disse Camille sorridendogli.

<< Si, infatti, una bellissima cena, grazie alla presenza di Bonnie, naturalmente. >> rispose il ragazzo, guardando la rossa intensamente.

lo sguardo naturalmente non sfuggì a Denise, che cominciò a domandarsi.

Che a stefan piacesse Bonnie?

Bonnie invece non ci fece caso, si limitò a rispondere al sorriso persa nei suoi pensieri.

<< Papà, si dispiacerà molto quando scoprirà di essersi perso una così bella serata... >> confessò Bonnie, ancora sovrapensiero.

<< Sì, gli dispiscerà molto, ve lo dico io. >> intervenne Jeb, con la sua voce burbera, facendo scappare una risata a Bonnie.

<< Infatti, se rimane lì è solo per Damon. >> disse a sua volta Sue.

<< Damon se non balla con tutte le ragazze presenti al matrimonio , non torna a casa, ve lo assicuro. >> disse Matt canticchiando un tango e facendo ridere i preseni.

<< Come le invita a ballare, le ragazze, sentiamo. >> si informò Bonnie, divertirta.

<< Stai a vedere. >> disse alzandosi dalla sedie, fece un giro, attorno al tavolo, cercando di imitare la camminata spavalda del fratello, per poi tornare al al punto di partenza tendendo la mano a Denise come un chiaro invito a ballare, la tata, stando al gioco, fece uno sguardo confuso.

<< Mademoiselle, mi concedete questo ballo? >> le domandò elegantemente con naso all'aria.

<< Avec plaisir, monsieur. >> rispose Denise mentre appoggiava la mano su quella di Matt ridacchiando.

Dopodiché si alzò e andarono a ballare scatenando l'ilarità degli altri. Matt non era proprio fatto per ballare.

Stefan, osservando la sena divertito pensò di aiutare Matt, accendendo lo stereo e facendo partire un lento, ma Matt imperterrito, continuava a canticchiare il suo tango.

La povera Camille, quando Stefan accese lo stereo, si illuse per un secondo che l'avrebbe invitata a ballare.

<< Vuoi ballare? >> domandò Stefan alla Rossa tendendole la mano, come faceva poco prima Matt, e lasciando una Camille delusissima.

<< Certo. >> rispose Bonnie, felice, di lasciarsi alle spalle tutti i brutti pensieri e divertendosi con l'amico.


 


 

Intanto al matrimonio, che era praticamente finito, Damon e Giuseppe andarono a congratularsi con gli sposi.

<< Auguri. >> disse Giuseppe ai due, mentre stringeva la mano prima a Meredith e poi ad Alaric.

<< Grazie, signor McCullough. >> ripose quest'ultimo, per entrambi, mentre la moglie si limitava a sorridergli.

<< Vi auguro ogni felicità. >> disse Damon stringendo a sua volta la mano allo sposo, mentre Meredith lo guardava innervosita.

Che diavolo era venuto a fare al matrimonio?

<< Grazie Damon. >> rispose Alaric, cortese.

<< Mille auguri... >> disse il moro rivolgendosi questa volta alla sposa e naturalmente il tono malizioso non si fece attendere.

<< Grazie, signor Salvatore. >> rispose lei gelida, mentre andava a parlare con degli altri invitati pur di levarselo di torno.

<< Damon! >> disse Giuseppe con tono di rimprovero non appena il nipote gli fu accanto.

<< Scherzavo zio... >> rispose Damon mentre rideva.

E Giuseppe non era l'unico che si era accorto del comportamento del moro, perché Elena che per tutta la festa non si era spostata da dove stava, lo fulminò con lo sguardo e Giuseppe che quella volta se ne era accorto non poté non darle ragione.

Ma poi l'attenzione della ragazza fu catturata dalle chiacchiere del "tavolo delle pettegole", come lo chiamava lei.

<< Meredith, è bellissima stasera non credete? >> domandò una delle vecchie, non voleva neanche sapere chi fosse.

<< Sì, bellissima, peccato che John, non l'abbia potuta vedere. >> diceva un altra.

<< Sì infatti, ma... l'altra? L'avete vista? Ma come si è vestita per venire al matrimonio della sorella? >> intervenne un'altra delle pettegole, abbassando la voce nel vano tentativo di non farsi sentire da Elena.

<< Magnolia mi ha detto che è un pò problematica. >>

<< Sì lo penso anche io... non avete visto che ha passato l'intera serata attaccata a quella ringhiera a guardare il mare? >> disse un uomo questa volta, che era fin troppo gay per essere vero.

<< Si, per me quella povera ragazza ha qualcosa che non va, avranno provato a farla vedere da uno psichiatra? >> domandò un'altra.

Elena, non poté sentire altro, non ce la poteva fare, aveva una gran voglia di prenderle tutte per i capelli e usarle per spazzare per terra.

La scena di sua madre che faceva l'escort con il miglior amico di suo padre fu la cigliegina sulla torta, poi.

<< Vipere.. >> sussurrò la ragazza, mentre si allontanava verso l'atra parte del giardino, lontano dalle pettegole, altrimenti avrebbe seriamente fatto ciò che pensava, e nello scenario avrebbe incluso anche Magnolia.

Si scelse un posto lontano da tutti questa volta, ma che dava sempre sull'oceano e fu di nuovo risucchiata dai ricordi di quella maledetta mattinata.


 

Poi, all'improvviso, la consapevolezza la pervase e cominciò anche lei ad avvicinarsi lentamente alla casa, quasi spaventata.

<< Ti odio! Ti odio. Odio la tua presenza, la tua voce, i tuoi sguardi, i tuoi tocchi, non ti sopporto. Non ti amo! Non ti ho mai amato, mi ha rovinato la vita, e non mi hai reso felice. La mia vita con te non è stata altro che perdita di tempo, non sei riuscito a rendermi felice. Non mi hai dato niente di quello che ti ho chiesto, ne i soldi e neanche la felicità! >> sentì urlare alla madre quando si avvicinò abbastanza alla casa.

Aveva il cuore a mille, ma continuò ad avvicinarsi lo stesso, e man mano le voci si facevano più alte, finché non li vide finalmente. Sua madre con una maglietta rossa e i pantaloni bianchi stava in piedi di fronte a John Gilbert mentre gli rinfacciava di tutto e di più.

<< Basta. Falla finita! >> disse anche John alzando la voce, già cominciava a sentirsi male. Non avrebbe mai creduto che la moglie lo odiasse così tanto. Non lo aveva mai dimostrato. Era sempre carina e sorridente con lui, non avrebbe mai pensato che serbasse tutto quel rancore nei suoi confrtonnti.

<< Non! non ho ancora finito! Hai rubato la mia gioventù, ma non ti lascerò rubare anche la mia vita! Ho il diritto di vivere come più mi piace. >> gli urlò Maggie, mentre lo guardava con disgusto.

<< Basta così! >> strillo il signor Gilbert, con il fiatone.

<< Non ti lascerò in pace. Ti voglio far pagare tutti gli anni che mi hai rubato, tutti gli anni che ho perso con te! >> continuò Maggie, minacciandolo, mentre gli puntava il dito contro.

<< Ho detto basta. Basta! >> urlò ancora John, mentre indietreggiava, per un improvviso dolore al petto.

<< Sparisci! Lasciami in pace! >> gli disse la moglie mandandolo a quel paese.

Elena a quel punto non volle sentire altro, si voltò e lentamente, anche lei scossa, cominciò a dirigersi verso la macchina, ma un improvviso tonfo la fece fermare.

<< John! >> sentì urlare alla madre, e quando si girò le sembrò che il mondo le fosse caduto addosso. Tornò indietro, accanto alla porta, dove era prima guardando la scena e non potendo fare nulla, dal momento che aveva i piedi come inchiodati al terreno.

<< John. >> urlò ancora Maggie, mentre si abbassava scuotendo il marito che non sembrava dare cenni di vita poi alzando gli occhi si accorse di Elena, che non riuscì a fare altro se non sussurrare un flebile: << Papà... >> forse nella speranza che lui sentendo la sua voce si sarebbe risvegliato.

Ritornò di nuovo con i piedi per terra e pensò alla madre, che non aveva neanche fatto finta di stare male per lui quando accertarono la sua morte. L'aveva ucciso e non provava il minimo rimorso.


 


 

<< Meredith... >> disse Damon, alla ragazza, stanandola finalmente da sola, dopo che aveva finito di parlare con una degli invitati.

<< ...Il vestito ti sta benissimo. >> continuò a dire, avvicinandosi.

<< Grazie mille. >> rispose lei secca, mentre tentava di allontanarsi.

<< E... di quanti mesi è il piccolo? >> domandò sfiorandole delicatamente la pancia, ancora perfettamente piatta, e ottenendo così anche il risultato di fermarla.

<< Due mesi. >> continuò a parlare sempre gelida, mentre tentava nuovamente di allontanarsi, ma Damon le si parò davanti, fermandola nuovamente.

<< Invidio molto tuo marito... avrei voluto essere io lo sposo. >> le disse guardandola intensamente.

<< Per fortuna ho qualche santo in paradiso. >> rispose lei a tono, e allontanadosi questa volta, lasciando il giovane Salvatore a ridere divertito.


 


 

Elena era ancora persa nei suoi pensireri, quando sentì rumore di passi e girandosi scorse il signor Salvatore che si avvicinava.

<< Anche tu sei scappato? >> domandò Elena sorridente, eliminando anche i combenevoli, ormai era inutile continuare a dargli del "lei".

<< Troppa gente. >>

<< Già... è dal funerale di papà che non vedo tanta folla. >> disse Elena, tornando a pensare al padre.

Giuseppe si limitò ad annuire a testa bassa intristito dai pensieri della ragazza.

<< Sinceramente... sono rimasta molto sorpresa oggi. Il matrimonio... la gente... come possono dimenticare così in fretta. >> gli domandò Elena riferendosi alla morte di John.

<< Nessuno ha dimenticato... tutti ricordano, anche Meredith. Non ha dimenticato suo padre, anche lei ogni tanto si guarda in giro, in cerca John, proprio come te, anche lei sente un vuoto dentro di sé, che non sarà più riempito da nessuno. Pace all'anima sua... aveva sempre voluto vederla in abito da sposa. >> disse Giuseppe tentanto di sollevarle il morale, per quanto poteva.

<< E' un bene che non abbia visto ciò che ho visto io... >> rispose lei, scuotento contrariata la testa, per ciò a cui aveva assistito prima del matrimonio, appunto.

Giuseppe non poté far altro che annuire se pur confuso dalle sue parole, e guardarla pensare in santa pace.

Restarono così per dei minuti, Elena che alternava lo sguardo tra Giuseppe e il mare, pensando alle disgrazie che in meno di un mese ha dovuto affrontare e il signor McCullough a guardare la ragazza che aveva di fronte e a chiedersi come avrebbe potuto aiutarla a sentirsi meglio.

<< Mi ricordo ancora la tua voce...- cominciò a dire all'improvviso Elena, guardando Giuseppe intensamente negli occhi- Non ricordo altro se non la tua voce al funerale di papà. Quelle parole mi avevano fatto stare molto meglio. >>

<< Mi fa picere. >> rispose l'uomo sinceramente lusingato.

<< Mi avevi detto: "piangi... fai uscire tutto il dolore e la tristezza che hai dentro. Questo dolore non ha rimedio, solo il tempo te lo farà passare..." >> disse Elena, citando le sue parole, mentre gli sorrideva, calorosamente.

<< Infatti è così. Per un pò continuerai a pensare a ciò che hai perso, proverai molta rabbia ed infine solo nostalgia, ti mancherà molto .>> le disse Giuseppe, che parlava citando la sua diretta esperienza personale.

<< Mi manca molto... >> mormorò la bionda pensando che Giuseppe avesse pienamente ragione, aveva descritto pienamente ciò che provava.

<< Lo so. E' dura e i ricordi non aiutano. Non fai altro che pensare e ripensare ai momenti che hai trascorso con lui, e non riesci a capacitarti di averlo penso per sempre. >> le disse saggiamente.

Le sue parole colpirono molto la ragazza, che non trovò altra risposta se non un sorriso, che l'uomo ricambiò ben volentieri.

<< Siete qui? >> disse magnolia raggiungendoli, entrambi sobbalzarono per la sorpresa.

<< Credevo te ne fossi andato senza salutarmi. >> continuò a dire Maggie, rivolta al signor McCullough, accarezzandogli languida un braccio. Elena vedendo la madre distolse lo sguardo.

<< Volevo prendere una boccata d'aria fresca. >> si giustificò Giuseppe.

<< Per fortuna non sei rimasto solo, Elena non ti avrà fatto di certo annoiare. Perché non torniamo alla festa? Ancora non ho ballato con te. >> gli domandò Maggie civettuola, mentre lanciava anche un occhiata alla figlia. Come si permetteva di parlare con Giuseppe, proprio quella sera che sarebbe dovuto essere completamente suo?

<< Mi farebbe piacere, ma purtroppo devo tornare a casa. >> rispose Giuseppe.

<< Ma come? Impossibile che io ti lasci andare così presto. >> rispose la signora.

<< Ho i ragazzi a casa, non dormono se non mi vedono rientrare. >> rispose lui tassativamente.

<< Sempre e solo i ragazzi... quando penseremo un pò anche a noi? Il tempo passa... non credi che dovremmo pensare un pò anche a noi stessi?? >> domandò magnolia, cercando di sembrare saggia, maledicendo i figli del signor McCullough e fulminando al sua di figlia.

Lo sguardo che Magnolia le rivolse non turbò per niente Elena, anzi, la ragazza lo ricambiò.

<< Certamente... >> disse Giuseppe, che non si era accorto dello scambio di sguardi tra le due.

<< Grazie signor McCullough, è stato un onore averla questa sera con noi... >> disse Elena tornando al "lei", mentre porgeva la mano all'uomo, salutandolo.

<< Grazie a voi. >> rispose lui stringendo la mano che la ragazza gli porgeva, ricambiando il saluto.

<< Ti accompagno. >> propose Maggie, pur di passare un pò più di tempo con lui.

<< Non ce n'è bisogno. Faccio prima una passeggiata e poi vado a casa. >> rispose lui, trattenendola.

<< Grazie per essere venuto, mi hai reso molto felisce con questa partecipazione. >> disse anche Maggie, salutandolo anche lei con una stretta di mano.

<< Sono io che ringrazio voi. Era tanto che non uscivo... con permesso. >> disse Giuseppe per poi congedarsi, cordialmente.

<< Arrivederci. >> disse maggie, mentre ormai Giuseppe si allontanava.

Giuseppe se ne era andato e quindi Elena decise di tornare alla festa, non voleva rimanere neanche un minuto con la madre.

<< Hey! Non così in fretta. Di che parlavate tu e Giuseppe? >> attaccò Magnolia, prendendo la figlia per un braccio e stringendo la presa talmente forte da farle male.

<< Perché ti interessa così tanto di cosa abbiamo parlato? >> domandò la bionda, arrabbiata strattonando la madre, per liberarsi.

<< Lo vuoi? >> le domandò ancora la bionda, persuasiva.

<< E perché no? Ascoltami bene, piccola insulsa. Devi trattare con rispetto Giuseppe, non con sufficienza come ti comporti con me. Domani e quello dopo potrebbe divetare tutto per noi. Potrebbe esserci un matrimonio addirittura, fra me e lui. Giuseppe mi ama, capito? >> disse Maggie, con naso per aria.

<< Ti compatisco. >> le sputò addosso Elena con tutto l'odio che aveva in corpo, dopodiché se ne allontanò. Quella donna non sarebbe mai cambiata.


 


 

<< Vai a letto Matt. >> disse Bonnie al ragazzo, quando lo vide sbadigliare.

<< Non ho sonno, sono sveglissimo! >> disse lui gonfiando il petto.

<< Si vede... >> rispose la sorella sarcasticamente.

<< Ma papà non doveva venire a quest'ora, perché ancora non è qui? >> domandò il ragazzino.

<< Magari lo hanno trattenuto. >> gli rispose Denise, tranquilla.

<< E se andiamo noi da lui? >> propose il ragazzino.

<< No, Matt è troppo tardi e poi non ci possiamo mica presentare lì all'improvviso. >> disse Bonnie cercando di far ragionare il fratello.

<< Guardiamo da lontano. >> insistette lui.

<< Matt... dai... a letto. >> lo ammonì Denise, alzandosi.

<< E va bene, come siete noiosi... >> li criticò imitando il tono di Damon, ottendendo solo il risultato di farli ridere.

Poi si avviò verso l'interno della villa sbattendo i piedi per terra scoccianto, mentre una Denise che ridacchiava divertita lo seguiva.

Pochi minuti dopo che i due furono entrati in casa anche gi altri, presi un pò dal freddo un pò dal sonno rientrarono in casa.

Erano tutti a letto, tranne Bonnie, quando Giuseppe rientrò, da solo, incasa. Damon era andato da alcuni "amici".

Appena entrato in casa si diresse subito verso la stanza del pianoforte, aprì le tende, le porte che lo separavano dal balcone e poi uscì a prendere un boccata d'aria fresca.

Mi ricordo ancora la tua voce....Non ricordo altro se non la tua voce.

Le parole di Elena non facevano che ronzargli in testa, pensava solo a quelle da quando aveva lasciato la festa.

<< Papà? >> disse Bonnie ridestandolo dai suoi pensieri.

La ragazza aveva sentito la macchina mentre rientrvava in casa e aveva pensato di scendere a salutare il padre e a chiedergli come era andato il matrimonio.

<< Tesoro... ancora non sei andata a letto? >> le domandò Giuseppe mentre le scoccava un bacio sulla fronte.

<< Ti aspettavo. Com'era la festa? >>

<< Bella. >>

<< Ti sei annoiato vero? >> domandò Bonnie facendolo sorridere.

<< Sicuramente non ti sei divertito senza di noi. >> continuò a dire sorridendo anche lei.

<< Eh già... >> rispose lui abbracciandola.

<< Io non mi sposerò mai. Voglio restare sempre con te. >> disse Bonie stretta nell'abbraccio del padre.

<< Perché dici così? Ti devi sposare. Non vuoi che ti accompagni all'atare? >> le domandò.

<< No. Io resto con te. >> si impuntò lei.

<< Adesso dici così, ma poi un giorno incontrerai chi ti saprà amare. Fidati di me la solitudine è una tortura, non la augurerei a nessuno. >> le disse Giuseppe mentre passeggiavano di nuovo verso il balcone.

Le parole di Giuseppe fecero molto pensare Bonnie, sul fatto che non voleva più restare solo, sulla storia di Magnolia che lo voleva e lui, che forse ricambiava.

Ormai aveva dimenticato sua madre.

<< Vedremo... >> rispose lei, con tono di sfida.

<< Vado a letto adesso, notte papà. >> disse ancora staccandosi dall'abbraccio e dirigendosi in camera sua.

<< Buona notte piccola mia. >> dispose Giuseppe e una volta rimasto di nuovo solo, tornò a pensare ad Elena.


 


 

La bionda intanto, a casa sua, nella sua camera si era da poco messa un pigiama e in quel momento aveva appena smesso di struccarsi, ma non si era alzata dalla toeletta, anzi, continuava a guardarsi e a pensare a ciò che la madre le aveva detto.

Ascoltami bene, piccola insulsa. Devi trattare con rispetto Giuseppe, non con sufficienza come ti comporti con me. Domani e quello dopo potrebbe divetare tutto per noi. Potrebbe esserci un matrimonio addirittura, fra me e lui. Giuseppe mi ama, capito?

Le scappò una risata pensando a quelle parole. Patetica...

Magnolia ci teneva davvero a Giuseppe, ebbene, pur di metterle i bastoni tra le ruote lo avrebbe corteggiato lei stessa, il signor McCullough.

E a quanto aveva visto non le ci sarebbe voluto molto impegno dal momento che da quanto aveva visto Giuseppe era interessato a lei.

A questo pensiero, le scappò un ultimo sorriso maligno, dopodiché andò a dormire.


 


 

Il giorno dopo, Giuseppe come sempre molto mattiniero, andò immmediatamente al cimitero, sperando di poterla incontrare.

Una volta sceso dalla macchina si diresse immediatamente verso la tomba si John, ma non la trovò, rimase lì per più di mezz'ora, ma della bionda non c'era traccia; guardò nuovamente l'ora e decise andare a visitare la moglie e poi tornare a casa.

Mi ricordo ancora la tua voce....Non ricordo altro se non la tua voce.

Ripensò alle sue parole mentre andava verso la tormba della defunta moglie e con sua immensa sorpresa vi trovò Elena proprio di fronte, che la guardava rapita, la ragazza sentendo la presenza di qualcuno alzò lo sguardo incorociandolo proprio con quello di Giuseppe.

Anche Elena aveva prensato quindi di andare al cimitero per incontrarlo e attuare così il suo piano di vendetta verso la madre.

<< Me lo sentivo che saresti venuto. >> disse Elena con un sorriso dopo essersi avvicinata a Giuseppe.

<< Io pure. >> rispose l'uomo ricambiando il sorriso.

<< Oggi sono venuta solo per vederti. >> mormorò la ragazza con lo sguardo civettuolo ed un sorriso sadico, pensando a ciò che stava facendo a Magnolia.

<< Anche io. >> rispose Giuseppe a testa bassa, un pò a disagio. Erano anni che non intratteneva discussioni del genere con una donna.

<< Ieri non avevamo finito di parlare. >>

<< Finiamo oggi allora. >> disse Giuseppe, finalmente alzando lo sguardo e ricambiando il sorriso che la ragazza continuava a rivolgergli.

<< Ieri ho dormito tranquilla per la prima volta. Dopo che ho parlato con te ho sentito come se mi fossi liberata da un grande peso. >> gli disse Elena, cercando di colpirlo con le sue parole.

<< E' da tanto tempo che non parlo sinceramente a qualcuno. Nel senso che... penso... penso a te - le confessò Giuseppe, facendo dilatare il sorriso che la ragazza aveva stampato in viso- è strano... è come se fosse tornato di nuovo un ragazzino. Era da tanto che ti volevo parlare. Ti penso molto, sono diventato pazzo per poterti parlare, ho finito per desiderarti, in tutti i sensi..non so neanche se ne ho il diritto. >> continuò a dire in difficoltà, per poi interrompersi notando che Elena continuava a sorrridere a trentadue denti, senza dire una parola.

<< Ridi di me, vero? >> le domandò sospirando, affranto.

<< Rido perché sono felice. >> rispose lei scuotendo la testa per poi ritornare a sorridere, sadica.

<< Elena, io sono sicuro dei miei sentimenti. Avevo dimenticato, cosa significasse vivere, ma poi sei arrivata tu... Vorrei... trascorrere il resto della mia vita con te Elena... se mi accetti. >> le disse tutto d'un colpo, seperando che accettasse.

<< Mi vuoi sposare Elena Gilbert? >> le domnandò nuovamente, come si deve.

La ragazza in un primo momento non rispose, si limitò a sorridere e alzò la mano accarezzandogli un braccio, sempre continuando a sorridere.

<< Sì. >> disse finalmente, la ragazza.












 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutti :) immagino che questa storia alcuni di voi l'agranno sicurament già letta, ma io l'avevo eliminata perché c'erano delle cose che non mi piaceva e dei pezzi che avevo dimenticato di scrivere, così l'ho eliminata e mi sono presa un pò di tempo per correggerla e ripubblicarla. Ho deciso di pubblicare oggi anche perché martedì non sarei riuscita a pubblicare "Roba da donne... vero Damon?" peché non ho ancora finito il capitolo quindi questa è una sorta richiesta di perdono... per quanto riguarda questa storia volevo spiegare un pò di cose, magari vi siete confuse....

Ho aggiunto un piccolo dialetto su un certo signor Flaubert, che più avanti mi servirà, sapremo chi è questo francesino :)

Ho cambiato il cognome a Giuseppe e fatto morire la mamma di Bonnie 10 anni fa invece che di un paio di anni....

Damon è rimasto un Salvatore ovviamente... boh non credo di aver fatto altro... ah si volevo anche dirvi che questa storia la aggiornerei una volta al mese perché come avete visto il capirtolo è immenso e naturalmente ha bisogno del suo tempo per essere scritto e io poi sono anche impegtata con la scuola quindi più di tanto al giorno non posso scrivere.... sono 57 paginette di word e quindi hanno bisogno di tempo....
Camille non è più innamorata di Stefan :)
Ah, notiamo che Maggie era stata la prima a prendere il bouquet u.u e che poi l'ha cedito ad Elena... il ché è abbastanza buffo visto che Giuseppe ha chiesto ptptio alla bionda di sposarlo... vabbeh....

Prima di eliminare la storia c'erano delle recensioni che quando l'ho cancellata, naturalmente sono andate persa e di questo vi chiedo immensamente scusa... chiedo scusa ad ogni singola persona che ha perso il suo tempo a recensire una storia che poi è stata eliminata... mi dispiace moltissimo, prometto che questa non la elimino :)

spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento... se ci sono state parti che vi hanno annoiato o non vi sono piaciute, mi piacerebbe che me le diceste in modo che io corregga :)

A parte questo non credo di avere altro da dire...

alla prossima

un bacione

Immy

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Capitolo 2
*** La cena ***





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La cena












<< Non ti aspettavi una risposta così in fretta, vero? >> domandò la bionda notanto lo sguardo a metà fra il sollevato e il sorpreso che aveva Giuseppe.

<< No, è che... è tanto che aspettavo di sentire questa risposta. >> si giustificò lui, ancora un pò a disagio.

I due, senza dire una parola, continuarono a guardarsi per qualche minuto, finché il silenzio non venne spezzato da una domanda di Elena.

<< Potresti solo darmi un pò di tempo? >>

<< Oh, certo, certo... così mi conoscerai di più. >> disse Giuseppe, inizialmente un pò sorpreso dalla richiesta della ragazza.

<< Perché i tuoi figli mi possano conoscere di più. So bene quanto sono legati a te. E all'improvviso si troveranno una che entra nella loro vita... non deve essere facile. Voglio abbituarli alla mia presenza. >> lo corresse lei con un sorriso.

Una volta conquistati i ragagazzi, Elena avrebbe conquistato Giuseppe e quindi l'intera casa. E addio Magnolia Gilbert.

<< Giusto... >> convenne lui, contento che lei fosse veramente interessata a conoscere i suoi figli.

<< Per quanto riguarda mamma... non le dirò nulla per ora. >>

<< Fai quello che ti senti. >> rispose Giuseppe un pò contrario alla decisione della ragazza.

<< Aspetterò il momento giusto. >> disse lei sorridendogli, per tenerlo buono.

Sapeva che lui voleva fare tutto e subito, alla luce del sole, ma lei voleva ancora giocare un pò con i sentimenti di Magnolia.

Dopo quella discussione, i due si separarono e ognuno andò nella propria abitazione.


 


 

<< Buongiorno signora Magnolia... >> disse un'allegra Elena alla madre, mentre si metteva a sedere vicino a lei, che faceva colazione in giardino, con un giornale in mano.

<< Dov'eri? >>

<< Ero al cimitero, da papà... >> incominciò a dire Elena e poi notando che la madre tornava a leggere il giornale disinteressata, continuò.

<< E lì ho visto il signor Salvatore. >>

<< Gli hai parlato? >> le domandò la madre improvvisamente interessata.

<< Ovviamente! >>

<< Di cosa avete farlato? Parla! Come tutti i comuni mortali, senza quel ghigno. >> le disse Maggie, infastidita.

<< Come mai ti interessa così tanto? Hai paura che avessimo parlato di te? Ebbene sì, abbiamo parlato di lei signora. >> annunciò Elena guardando la madre, come a volerla sfidare.

<< Parla! >> esclamò quest'ultima.

Quella mattina non era in vena di parlare con la figlia.

<< Niente d'importante... insomma, una conversazione molto formale... >> rispose la bionda enigmatica.

<< Ascolatami bene. Se hai detto qualcos- >> cominciò a minacciare la signora Gilbert, ma venne interrotta dalla risata derisoria della figlia.

<< Non ho detto nulla... non ti preoccupare. Gli ho detto, però, quanto sei brava come cacciatrice, mamma. Quando ti metti qualcosa in testa, niente e nessuno ti può fermare. >>

<< Cafona. >> sibilò Maggie guardando la figlia l'altro verso il basso.

<< Gli ho detto di come e con quanto appetito continui a girare attorno alla tua preda, affilando gli artigli e aspettando solo il momento giusto per attaccare. >> continuò a parlare la bionda, dopo essersi avvicinata alla madre, con le stesse movenze che descriveva lei stessa, poco prima: un felino, pronto a balzare sulla sua preda.

<< Non mi sfidare Elena. Pagheresti a caro prezzo questa tua insolenza. >> le consigliò Maggie chiudendo il giornale di scatto e sbattendolo malamente sul tavolino che aveva di fronte.

<< Io non sono Meredith, Magnolia! E le tue minacce a vuoto non mi fanno paura! E non venderai. A nessun prezzo, come hai fatto con Meredith. >> rispose Elena fulminando la madre con lo sguardo.

<< Vorrei solo sapere che cosa vuoi da me! Sei come tuo padre! Brava solo a fare i conti con me e... >> disse Maggie scattando in piedi.

<< L'hai detto! Io sono figlia di John Gilbert e per colpa tua la nostra famiglia è diventata lo zimbello di tutti! Ti odio! >> le confessò Elena interrompendola mentre si alzava anche lei per fronteggiarla.

<< Questo non mi interessa. Quello che voglio è che tu ti tolga dai piedi! >> sibilò Maggie spiengendo Elena malamente sul divanetto per poi rientrare a passo di carica in casa.


 


 

A casa McCullough, Bonnie si era da poco cambiata, e seduta in salotto, aspettando il padre. Era da quando si era svegliata che lo cercava ed era preoccupata, non aveva un buon presentimento.

All'improvvio sentì il rumore di un'auto che entrava nel cortile, così si affacciò dal balcone del salotto, credendo che fosse Giuseppe, ma con suo grande disappunto, notò che era solo Damon, che rientrava in casa, con ancora i postumi della sborgna.

<< Ciao! >> urlò Matt saltandogli addosso.

<< Shh parla piano! >> lo rimbeccò Damon prendendolo al volo.

<< Sei tornato presto.. >>

<< Già... lo zio è a casa? >> si informò il moro usando il piccolo di casa come sacco di patate, trasportandolo per la scale, sulle spalle.

<< Non è a casa. >> rispose Matt ridacchiando. Gli piaceva essere sbalzato in quel modo.

<< Buongiorno piccola. >> salutò Damon quando entrò in salotto mettendo Matt finalmente sulla terra ferma.

<< Buongiorno. >> rispose Bonnie con l'allegria di una tartaruga. Era davvero in pena per il padre.

<< Che ha? >> domandò Damon a Matt con un sussurro.

In risposta il ragazzino fece un alzata di spalle.

<< Cos'ha il mio amore? È forse offesa perché non è andata al matrimonio? >> le domandò Damon buttandole la giacca del suo smoking in testa, per poi sedersi sul braccioo del divano, accanto alla rossa.

<< Oh si, perché quella era l'unica cosa che mi interessava. >> rispose Bonnie melodrammatica, mentre si liberava della giacca del fratello e la buttava malamente sul divano.

<< Ti ha visto mentre ballavi con le ragazze al matrimonio. >> s'inventò Matt tanto per rincarare la dose.

<< Matt, che dici? >> di Bonnie fulminandolo con lo sgurdado, sapeva cosa stava cercando di fare.

<< Come ha fatto a vedermi? >> domandò Damon stando al gioco del ragazzino.

<< Con lo yacht. Ha usato addirittura un binocolo per vedere meglio. >> rispose il ragazzino mimando un binocolo con le mani.

<< Tesoro... quindi sei stata al matrimonio, ma sullo yacht... >> disse Damon con un broncio ad un palmo dal naso della ragazza.

<< Lasciatemi in pace. >> disse Bonnie, spingendo Damon, che perse l'equlibro e cadde rovinosamente a terra scatenando le risate di Matt.

Bonnie li ignorò e andò a gurdadare dal balcone.

<< Damon, dai cambiati e andiamo al mare. >> propose Matt porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.

<< Voglio dormire... >> si lamentò Damon, come se fosse un bambino.

<< Dormirai sullo yacht, dai andiamo. >> disse il ragazzino tirandolo per il braccio.

<< Non vado senza Bonnie. Impossibile! >> s'impuntò Damon, volendo stuzzicare la rossa, che lo guardò male.

<< Sorellina... >> la pregò Matt facendole gli occhi dolci.

<< “ Sorellina” - disse Bonnie facendogli il verso - te lo ricordi ora che sono tua sorella? >> domandò retoricamente.

<< Dai Damon... >> tornò a pregarlo Matt.

Sapeva che con la sorella non avrebbe cavato un ragno dal buco. L'aveva preso troopo i giro quella mattina.

<< D'accordo. Mi cambio e torno, magari avrai cambiato idea. >> disse il moro rivolto alla sorella.

E dopo averla spettinata tutta, uscì ridacchindo con Matt.

Poco dopo arrivò Giuseppe, che la tranquillizzò dicendole che era stato al cimitero, come tutti i giorni, a loro poi, si unì Matt che invitò il padre ad accompagnarli alla loro gita sullo yacht.

<< Magari andiamo anche dalla zia, visto che saremmo di strada... >> disse Bonnnie cercando di convincerlo.

<< Un'altra volta. Andate voi. >> gli suggerì Giuseppe facendo una carezza a Bonnie, che gli era seduta accanto, sul divano del salotto.

<< Sì la prossima volta. Andate tu e Damon, io neanche ci andavo prima. >> si intestardì anche la rossa. Voleva stare vicino a Giuseppe.

<< Uffa... >> sbuffò Matt uscendo dalla stanza scocciato.

Appena usctito Matt il telefono di Giuseppe squillò.

<< Pronto? >> rispose lui.

<< Buongiorno, Giuseppe, sono Maggie. >>

<< Maggie? Buongiorno, come stai? >> domandò il signor Salvatore, alzandosi e andando in balcone, per avere più privacy, ma ormai Bonnie aveva già sentito che si trattava di Maggie, quindi era irrimediabilmente interessata alla conversazione.

<< Sto bene grazie. Ti ho chiamato per ringraziarti. Non sai quanto la tua presenza al matrimonio mi abbia fatto felice. >>rispose Maggie civettuola.

<< Mi fa piacere... grazie Maggie. >> rispose Giuseppe andando verso il suo studio, per parlare con più calma.

<< Damon! >> lo chiamò Bonnie, dirigendosi, infuriata verso il piano superiore della casa.

<< Mi hai chiamato? >> domandò lui uscendo dal bagno, con solo un asciugamano legato in vita addosso, ancora tutto bagnato.

<< Ho cambiato idea vengo con voi. >> rispse Bonnie a testa bassa con le gote rosse, un pò a disagio, per come si presentava il ragazzo.

<< Tutto bene? >> le domandò lui vedendola oltre che imbarazzata anche turbata da qualcosa.

<< Ti devo parlare di una cosa... >> rispose lei enigmatica, mentre andava in camera sua a cambiarsi.

Nello studio di Giuseppe, continuava la conversazione tra Maggie e il signor McCullough.

<< Oggi hai visto Elena, vero? >> domandò Maggie, dopo le chiacchiere di rito.

<< Sì. Ci siamo incontrati. >> rispose Giuseppe sincero.

<< Sì, mi ha detto che le hai detto di salutarmi sei stato gentile... >> disse da brava gatta morta.

<< Ehmm, bene. >>

<< È da un pò che non stiamo un pò insieme Giuseppe. Dovremmo vederci più spesso. >> disse Maggie e in quel momento Elena rientrò dal giardino. Quella ragazza aveva un tempismo davvero pessimo, era sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. In ogni caso non aprì bocca, continuò ad ascoltare la conversazione molto interessata.

<< Certamente... >> rispose Giuseppe completamente d'accordo con lei. Le avrebbe tanto voluto parlare dei suoi piani di matrimonio.

<< Dopodomani Meredith, parte per la luna di miele quindi oggi avevamo deciso di fare una piccola cena a casa da noi, mi faresti molto felice se tu e i bambini veniste . >>

In quel momento Elena la guardò con sufficienza, mentre si metteva nuovamente comoda sul divano del salotto; non c'era che dire... Magnolia ci sapeva fare.

<< E se... la facessimo a casa da me? >> proprose Giuseppe.

<< Da voi? >>

<< Sì, sicuramente vi sarete molto stancati con i preparativi per il matrimonio di ieri e io vorrei farvi riposare un pò. Certo se anche Meredith e il marito accettano l'inivito. E non dimenticare Elena. Che ne dici? >> le disse contesemente Giuseppe.

<< Certo che accettiamo l'invito. >> rispose Maggie al settimo cielo.

<< Bene allora vi asepetto sta sera. >>

<< Bene io lo dico ai ragazzi e sta sera siamo da voi. >>

<< Arrivederci. >>

<< Ciao! >> salutò anche Maggie e poi riattacò.

<< Quindi? >> s'informò Elena interessata.

<< Giuseppe ci ha invitato a cena a casa sua stasera. >> rispose Maggie, sorridendo.

<< Vedo che non perdi tempo. >> disse Elena infastidita.

<< Se vuoi non ci andare. Principalmente lui ha invitato me e i novelli sposi, non ti ha nomiato se non per essere cortese. >> mentì Maggie, cercando il modo di allontanare la figlia. Non voleva che la sminuisse davanti alla famglia Salvatore.

<< Davvero? Ma non è maleducato se non accettiamo il suo invito? >> domandò Elena, prendendo in giro la madre. Lei sapeva come stavano veramente le cose e se quella cena era stata organizzata, avrebbero dovuto ringraziare solo lei.

<< Senti Elena, se lo fai solo per innervosirmi, fai prima a non venire. >> replicò velenosa, la madre.

<< Il signor Giuseppe è un brav'uomo. Non ti preoccupare non farò nulla che possa offenderlo. >> la tranquillizzò Elena sorridendo.

<< Quindi se vai a questa cena, non farai problemi? >> le chiese Maggie, interessata.

<< Per niente. >> rispose Elena con sguardo maligno.

<< Quindi se vai a questa cena, non darai problemi? >> le chiese Maggie, interessata.

<< Per niente. >> rispose Elena con sguardo maligno.

<< Bene allora... >>

<< Signora Gilbert, è arrivato l'avvocato. Lo faccio entrare nell'altro salotto? >> domandò Katherine entrano e interrompendo una chiacchierata forse già finita.

<< Sì... mi cambio e sono da lui. >> la informò Maggie, già per le scale, in direzione della sua stanza.

Elena, intanto decisa a sapere come andavano gli affari di famiglia, cominciò ad andare verso il salotto.

Era da tempo che la madre non la informava sui progressi delle loro azinde, sempre se ce ne erano stati. Dalla morte del padre lei aveva ereditato molte azioni, per cui poteva ritenersi socia, quasi al 50 % di Magnolia.

Una volta che la signora Gilbert si cambiò i vestiti non esitò a scendere in salotto e fu sorpresa di trovarci anche la figlia, che la guardava con la solita faccia da schiaffi.

<< Buongiorno. >> salutò educatamente l'avvocato dopo essersi alzato dalla sedia.

<< Salve. >> rispose Maggie altrettando cortese, stringendo la mano che le stava offrendo il signore.

<< Parleremo di lavoro, Elena. >> disse rivolta alla figlia invitandola, fra le righe, da lasciarli soli. Non voleva far sapere a nessuno, quanto erano andati a fondo.

<< Lo so, ma sono tua socia, e ho il diritto di presenziare. >> rispose la bionda, impassibile.

<< Prego. >> disse la signora, invitando l'avvocato a sedersi. Aveva deciso che avrebbe permesso alla figlia di assistere, almeno così avrebbe capito perché si era comportata in un certo modo con Alaric e anche con altri.

<< Ha qualche buona notizia? >> domandò retoricamente.

<< Putroppo... la banca ha rifiutato la domanda per il presttito che avevamo chiesto. >> rispose l'uomo, che non aveva altrettanta voglia di scherzare.

Era abbastanza giovane, sulla trentina, non troppo minuto, ma neanche troppo grosso. Aveva capelli corti con qualche filo d'argento.

<< Lo immaginavo. Anche perché non abbiamo più garanzie. >> rispose la donna, atona.

<< In ogni caso, non abbiamo più bisogno di chiedere dei prestititi. Tra qualche giorni incasserò dei soldi. >> continuò a parlare, sempre con un espressione imperturbabile.

<< Meglio così. >> rispose l'avvocato, contento.

<< Sì, adesso fammi vedere i debiti che abbiamo. >> replicò Maggie.

All'avvocato quindi non rimase che aprire la sua 24ore e mostrare i movimenti bancari e i debiti che aveva la famiglia Gilbert, dalla morte di John.


 


 

Intanto a casa McCullough Bonnie si era cambiata e stava giusto scendendo le scale, per uscire di casa, quando sentì il padre in cucina, che parlava con Jeb. Si avvicinò lentamente e cominciò ad ascoltare.

<< Lei, le sue figlie e Alaric, sono quattro, io e i ragazzi siamo in tre e con Damon e Denise siamo in cinque. >>

<< Quindi in tutto, una cena per nove persone. >> disse Jeb facendo i conti.

Bonnie decise così di entrare in cucina, per capire cosa stesse succedendo.

<< Ciao Bonnie! Sta sera abbiamo degli ospiti a cena, tesoro. >> la informò affettuosamente il padre.

<< Chi? >>

<< La famiglia Gilbert. >> rispose il padre, destabilizzandola un pò con quella notizia.

<< C'è qualcuno vegetariano tra loro? >> domandò Jeb, cercando di allentare un pò la tensione che aveva cominciato a farsi sentire nella stanza.

<< Non lo so, preparate qualche insatata per sicurezza. >> rispose Giuseppe.

<< Io, metto in ordine il giardino. >> si offrì Sue, anche lei, per deviare un pò l'attenzione.

<< Giusto, brava Sue. Stefan... pulisci la piscina e togli tutto quello che c'è intorno, voglio tutto pulito e in ordine per stasera. >>

<< Stefan, andrà al mare con noi, così non disturbiamo nessuno. Trovati qualcun'altro disposto a mettere a posto intorno alla piscina. >> replicò bruscamente Bonnie all'improvviso. Era talmente nervosa e arrabbiata che faticava a trattenere le lacrime che premevano per uscire.

<< Andiamo Stefan... >> disse poi lasciando la cucina.

<< Bonnie! Bonnie, aspetta. >> disse Giuseppe seguendola in cortile. La figlia non gli piaceva in quell'ultimo periodo, non sembrava più la stessa.

<< Sì, papà? >> rispose lei con voce roca a causa del groppo che le si era formato in gola.

<< Sei arrabbiata con me? >> le domandò innocentemente, davvero non aveva idea di cosa le prendesse.

<< No. >> rispose secca lei, che non vedeva l'ora di chiudere la conversazione. Rischiava di mettersi a piangere, e non voleva farlo davanti a lui.

<< D'accordo! >> rispose guardigno lui.

<< Perfetto, ciao! >> rispose per poi uscire di casa, con Stefan.


 


 

Erano in mare aperto da un pò di tempo, ma Bonnie ancora non aveva parlato a Damon, per cui la curiosità del raggazzo lo spinse ad andare dalla sorella.

<< Di cosa mi volevi parlare? >> le domandò prendendo posto accanto a lei.

<< Sta sera avremo ospiti importanti. >> sussurrò senza entusiasmo asciugandosi le lacrime.

<< Chi? >> domandò curioso, mentre giocava come un bambino con il binocolo che poco prima era sul tavolino.

<< Indovina... Crudelia e le sue figlie.. >> rispose sarcastica.

<< Oh... >> replicò il moro girandosi verso di lei sempre con il binocolo sugli occhi.

<< Non le voglio... >> confessò Bonnie di nuovo al limite, scoppiando a piangere.

<< Perché piangi ora? >> le domandò affettuoso mentre la abbracciava cercando di consolarla.

<< Quello che dicevano si è rivelato vero... Maggie ci ruberà papà da sotto il naso. >> rispose lei accoccolandosi, in cerca di conforto.

Damon non risose, si limitò solo a stringere l'abbraccio e a farle delle carezze, cercando di tranquillizzarla.

<< Che devo fare adesso? Come posso fare per allontanare questa donna da papà? >> domandò Bonnie, ancora con il capo appoggiato sul petto di Damon.

<< Adesso basta! Smettila di comportarti come una bambina. Hai ingigantito la questione solo per gelosia. >> rispose bruscamente Damon, stufo dei continui piagnistei della rossa.

<< Non sono gelosa! È solo che quella donna non mi piace per niente. >> replicò la rossa sulla difenisiva.

Come poteva quella donna entrare in casa loro e pensare di comportarsi come se fosse sempre stata sua e soprattutto come poteva pensare di prendere il posto di sua madre?

<< Smettila ti ripeto. Tuo padre è ancora giovane e ha tutto il diritto di rifarsi una vita. >>

<< No! >>

<< Tua madre è morta. Ma tuo padre è ancora in vita. Quello che stai facendo è ingiusto e lo sai. >> le disse Damon, chiudendo la conversazione e dando da pensare alla ragazza.

Damon era consapevole di essere stato brusco e forse cattivo con le parole, ma era l'unico modo per farle aprire gli occhi, e permettere al padre di andare avanti con la sua vita, quell'uomo era morto con la moglie.

Morto dentro e ora che pensava di potersi riprendere nessuno aveva il diritto di imperdiglielo, tantomeno la figlia gelosa.


 


 

<< Neanche i soldi che hai preso da Rick bastano per estinguere tutti i debiti? >> domandò Elena alla madre mentre giocherellava con alcune ciocche d'oro.

L'avvocato aveva lasciato la villa pochi minuti prima. In salotto erano rimaste solo la bionda e la madre che guardava i fogli con i debiti sul tavolo.

<< No, non bastano. Per questo l'invito di oggi è tanto importante per noi, Elena. Per questo ti dicevo di comportarti bene con Giuseppe. Io sto provando a rimettere tutto in piedi e a salvare le poche aziende che ci sono rimaste. Puoi dire tutto quello che voi su di me, ma io tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per vostro bene. Se andremo avanti così, mi toglierò la vita senza pensarci due volte. >> disse Maggie piagnucolando prima di sbattere le pratiche sul tavolo e lasciare il salotto dirigendosi in camera.

Elena invece, per nulla toccata dalle parole della madre, continuava a giocherellare con i suoi capelli nella speranza di vedere la madre morta, un giorno.


 


 

Intanto a casa McCullough, Giuseppe ra nel suo studio, a pensare ad Elena, come al solito. Era da tempo che non faceva che pesnsare a quell'angelo biondo.

Sul tavolo dove scolpiva c'era il ritratto di Bonnie, ancora non terminato. Giuseppe pensò di completarlo più avanti, così prese foto e lastra le caprì con un piccolo pezzo di velluto affinché la lastra non si rovinasse e prese una nuova lastra cominciando a scolpirla, prendendo spunto dalle immagini che aveva fisse in mente.


 


 

<< Come mai? Perché ha invitato anche noi dai McCullough? >> domandò bruscamente un sospettoso Alaric alla moglie, mentre facevano colazione.

<< Si vede che c'è qualcosa di importanete che ci deve dire... >> rispose semplicemente Meredith, continuando a mangiare con calma, anche se non le era per niente piaciuto il tono usato da Alaric.

<< Bene! Ora dobbiamo anche cominciare a muoverci secondo gli ordini della signora Magnolia. >> borbottò malignamente, buttando con un tonfo, la forchetta sul piatto.

<< Io ho seguito gli ordini dei tuoi genitori senza aprire bocca. Si sono intromessi nel matrimonio, mettendo le condizioni che più gli andavano a genio e oltretutto se ne sono andati nel bel mezzo del ricevimento! >> sibilò Meredith, stufa delle continue lamentele del marito, mentre si alzava ì, scocciata e cominciava a fare avanti e indietro per la suite.

Non poteva parlare così di sua madre perché innanzitutto lei non aveva mai parlato male dei suoi genitori, nonostante avessero fatto ciò che volevano nella loro relazione, ma gli doveva pur rinfacciare qualcosa, dal momento che lui stava facendo i conti sui comportamenti di sua madre. Maggie, almeno non aveva lasciato il ricevimeno del matrimonio della figlia, senza neanche salutare. Alaric, pensava che lei non se ne fosse accorta, ma non era vero, l'aveva notato. Eccome, se lo aveva notato!

<< Ci risiamo. >> sussurò, scocciato Alaric. Meredith finiva sempre per parlare dei suoi genitori che erano contrari al matrimonio, ogni volta che litigavano e la cosa comicnicava seriamente ad infastidirlo.

<< Dal momento che continui a parlare in questo modo sì! >> rispose secca, continuando a fare avanti e indietro per al stanza d'albergo cercando di calmarsi e facendo tra l'altro sbuffare Alaric che non ne poteva più; stava seriamente pensando di dirle come stavano veramente le cose. Che i suoi geinitori sì avevano posto delle condizioni, ma che la sua amata madre si era rivelata proprio per come la immaginavano. Vendendo addirittura sua figlia.

<< Sei nel torto, ma continui ad impuntarti, volendo avere ragione per forza! I tuoi genitori hanno lasciato il matrimonio del loro unico figlio, senza pansarci su due volte. Li hanno visti tutti! Ci hanno fatto passare per gli idioti di turno! >> affermò profondamente arrabbiata e delusa per il comportamente dei due.

<< Se proprio ti interessa tanto di quello che la gente pensa, averesti almeno potuto aspettare due mesi dalla morte di tuo padre, per il matrimonio! >> sibilò Alaric, anche lui alzandosi di scatto dalla sedia.

Le parole del marito fecero crollare il mondo addosso a meredith.

<< Esci. Da qui. >> disse Meredith, sillabando lentamente ogni parola, mentre guardava Alaric con rancore.

<< Tesoro, non intendevo... non volevo dire... Mi dispiace. >>

<< Fuori! >> urlò la mora indicando la porta.

Non avrebbe mai pensato che Alaric le potesse rinfacciare qualcosa del genere, proprio lui, che l'aveva sostenuta e che le era stato tanto vicino alla morte di John e proprio lui che aveva insistito per sposarsi tanto presto.

Il ragazzo non poté fare a meno di fare come lei chiedeva, nella speranza che sbollisse un pò.

<< Questi fiori, sono per la signorina Meredith. >> gli disse un corriere che aveva incontrato sulla porta: stava giusto per bussare.

<< Glieli do io, grazie. >> rispose Alaric, ritirando le rose, uguali a quelle che le avevano mandato il giorno prima dall'ufficio e poi gliele portò.

<< Meredith... >> cominciò a dire, ma venne interrotto dalla stessa, che prese il mazzo di rose malamente e lo sbatté sul letto, rovinando i fiori e facendo volare i petali, per tutta la stanza.

<< Fuori- da- qui. Non le voglio queste rose, non le voglio! Vattene ho detto. Vattene! >> strillò istericamente, con le lacrime agli occhi mentre continuava a sbattere il mazzo di rose sul letto.

<< Meredith, calmati ti prego. >> cercò di calmarla il marito, profondamente dispiaciuto e consapevole che la moglie stava così solo per colpa di ciò che le aveva detto.

<< Fuori! >>

E così fu.

Alaric, lasciò la stanza e finalmente Meredith, buttò il mazzo di rose a terra, si prese la testa fra le mani e scoppiò a piangere.

Come aveva potuto dirle quelle cose? Erano veramente arrivati a tal punto? Si domandò la ragazza continuando a piangere, poi i suoi occhi caddero nuovamente sulle rose, ormai distrutte, per terra.


 


 

Intanto sullo yacht Stefan era intento a spiegare la loro posizione su una carta a Matt, curioso come sempre, mentre Damon prendeva il sole accanto ad un'imbronciata Bonnie.

<< Papà non ti aveva detto che Maggie sarebbe venuta sta sera? >> domandò Bonnie, incuriosita.

<< No... >> rispose Damon, negando anche con il capo, per poi scoppiare a ridere deridendo la sorella.

<< Che hai da ridere? >> domandò la Rossa irritata dal comportamento del moro.

<< Ti stai facendo delle pare, per nulla, stai esagerando, mi meraviglio di te... >> disse continuando a ridere. Proprio in quel momento cominciò a squillare il suo telefono, che era di fianco alla rossa.

<< Tieni. >> disse porgendogli il telefonino, o meglio, sbattendoglielo letteralmente sul petto. Era stufa delle sue continue prese in giro, la trattava come se fosse una bambina e questo non lo sopportava proprio, non da lui.

<< Pronto? >> rispose il ragazzo dopo aver visto chi lo chiamava.

<< Il gioco è bello quando dura poco! Damon, la stai tirando troppo per le lunghe. >> sentì urlare Meredith, dall'altra parte del capo.

<< Che hai, come mai così nervosa? >> le domandò lui, ridacchiando mentre si metteva più comodo, a prendere il sole.

<< Lasciami stare hai capito? Perché vuoi creare problemi? Lasciami in pace, se no te la faccio pagare! >> disse Meredith continuando a strillare.

<< Possibile che uno si arrabbaia così tanto solo per un pò di rose? Vergognati... >> le disse continuando a ridacchiare spensierato.

<< Damon, che vuoi da me? Lasciami in pace, stammi alla larga! Ti detesto, non ti posso più sopportare! >>

<< Uuuhh, non dicevi così pochi mesi fa, anzi.... >> rispose allegramente il ragazzo, con voce maliziosa, lasciando la frase in sospeso, alludendo ai loro momenti... intimi.

<< Lasciami in pace! >> ripetè la ragazza gridando, per poi sbattergli il telefono in faccia.

<< Che hai fatto a quella povera ragazza, per farla urlare tanto? >> domandò Bonnie, che aveva sentito solo delle urla.

<< Giuro che non le ho fatto nulla, le ho solo mandato delle rose. > rispose lui ridendo divertito mentre si sfilava la maglietta, pronto per tuffarsi.

Bonnie lo guardò con sufficienza; non credeva ad una sola parola di ciò che le aveva detto il ragazzo.

<< Non ci credi? Tieni... >> le disse buttandole la maglia in testa.

Dopodiché si tuffò mentre Bonnie, sbuffando, si toglieva la maglietta indistettida per poi lanciarla lontano da lei.

<< Vengo anch'io. >> sentì urlare poi a Matt che aveva visto il fratello buttarsi in acqua e lo seguiva.

Una volta che si buttò anche il piccolo di casa, Damon, fece due bracciate a delfino per raggiungerlo poi lo prese sulle spalle e lo rilanciò in acqua, mentre entrambi ridevano.


 


 

Poche ore dopo nell'hotel Meredith si era cambiata mettendosi un vestitino, largo, verde chiaro e delle decolté gialle, come la borsetta. Si stava lentamente pettinando i capelli con sguardo rapito, ripensando a ciò che era successo poco prima sia con Damon che con il marito. Si interruppe per pochi secondi quando Alaric fece il suo ingresso nella suite, ma poi riprese ignorandolo: era ancora arrabbiata per ciò che le aveva detto.

<< Ho sbagliato, mi dispiace. Ero arrabbiato. >> mormorò il ragazzo sinceramente dispiaciuto.

<< Sei tu che hai insistito perché ci sposassimo il più presto possibile... >> replicò la ragazza con lo sguardo ancora rapito continuando a pettinarsi distrattamente i capelli.

<< ...E poi mi vieni a dire che ci siamo sposati a neanche un mese dalla morte di papà? >> continuò, a dire, questa volta più presente mentre metteva giù bruscamente il pettine sulla toeletta e andava a sedersi sul letto, lontana dal marito.

<< Lo so. Ti prego perdonami, non era mi intenzione. Per la rabbia ho detto cose che non pensavo. >> disse Alaric seguendola per prenderla per mano, teneramente.

<< Non l'hai detto perché eri arrabbiato. L'hai detto solo per farmi stare male... >> rispose Meredith, con sguardo basso.

<< Ero arrabbiato. >> rispose lui con calma accarezzandole il viso e costringedndola delicatamente a guardarlo in faccia. Magari guardandolo negli occhi avrebbe capito che era sinceramente dispiaciuto e che diceva davvero la verità.

<< Lo sai quanto io volessi bene a papà. Di quanto mi manchi, ti avevo detto che questo era un argomento praticamente tabù, un campo minato... >> disse la ragazza contestandolo insicura. Ormai lo aveva perdonato, ma questo non voleva dire che non era stata profondamente fetita da ciò che le aveva detto.

<< Lo so. Te lo giuro... possibile che la mattinata del matrimonio, sia così? >> borbottò lui mentre le si sedeva accanto e cominciava ad accarezzarle la schiena.

<< Mi dispiace davvero. Non ti arrabbiare, perdonami ti prego. Lo sai quanto ti amo, non vorrei mai che soffrissi per colpa mia. Non ricapiterà più. >> le disse nuovamente Alaric abbracciandola per poi riempirla letteralemente di baci.


 


 

Intanto sullo yacht Damon era sulla prua che si godeva la vista quando ad un tratto sentì le mani di Matt prendere le sue per poi aprirgli le braccia, come Di Caprio nella scena di "Titanic".

<< Ti fidi di me? >> gli domandò il bambino simulando una voce profonda che faceva fatica a nascondere però il suo divertimento.

<< No! >> rispose Damon secco mentre anche lui tratteneva le risate.

<< Jack... sto volando Jack... >> disse poi Damon facendo una voce che voleva essere femminile; gli era riuscita, solo che l'effetto finale era quello di una donna che fingeva l'orgasmo, con tanto di urletto finale.

<< Rose? Perché sei così alta, Rose? >> domandò ancora Matt, questa volta scoppiando a ridere.

Dopodiché diedero inizio agli Mtv music awards:

<< We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on >>

Cantavano, mettendoci molto impegno e soprattutto interpretazione facendo scuotere la testa alla povera Bonnie che li guardava da lontano, disperata. Non sapeva dire quale dei due fosse il più piccolo, forse Damon?

<< Ora capisco perché è affondato il Titanic. >> repliò divertita, riferendosi alla loro voce, poi si diresse verso la poppa, tornando a pensare a ciò che la aspettava quella stessa sera.

Ad un tratto, sentendosi osservata, si girò, ritrovandosi davanti stefan che le porgeva un bicchiere.

<< Che cos'è? >> domandò la Rossa ingenuamente.

<< Latte e cacao. >> le rispose con un sorriso.

<< Grazie.. >> rispose lei, prendedo il bicchiere.

<< E' la bevanda di tua madre – le disse sorridendole, affettuoso, per poi continuare – ogni volta che piangevamo, eravamo tristi o che litigavamo, tua madre veniva sempre con in mano un bicchiere di latte e cacao. >>

<< Mi manca. >> disse tristemente Bonnie mentre mescolava distrattamente il latte con la cannuccia.

<< Anche a me manca tanto. >> rispose Stefan, nostalgico.

Abbie era stata l'unica ad averlo trattato come un figlio, un amico, che faceva parte della famiglia anziché come un servo.

<< Avrei voluto che fossimo rimasti piccoli, avrei voluto che non crescessimo mai. >> confessò Bonnie prendendogli la mano. Avrebbe veramente voluto non crescere. Non avrebbe dovuto affrontare molte cose come la morte di sua madre, la strana fissa di suo padre per Maggie e anche Damon, a volte.

Damon, nelfrattempo era andato a sedersi sul divanetto che c'era a poppa lontano dai due ragazzi, però, con Matt, che teneva sulle spalle dei grappoli d'uva mentre Damon ne staccava uno alla volta, mangiandoli.

Mentre mangiava, guardandosi attorno non gli sfuggirono Bonnie e Stefan, che chiacchieravano tenendosi per mano.

Non sapeva perché ma quella vista lo infastidiva.

Così decise di intervenire.

Prese così il binocolo e cominciò ad avvicinarsi come un fotografo di paesaggi che vedeva degli uccelli rari.

<< uuh... >> commentò continuando ad avvicinarsi, spiandoli con il binocolo.

Il suo commento svegliò entrambi, che vedendolo staccarono le mani come scottati guardando da un'altra parte in imbarazzo.

<< Sai che io e Stefan abbiamo fatto le elementari nella stessa scuola? >> disse Bonnie a Damon che era ormai accanto alla Rossa cercando di deviare la sua attenzione su altro.

<< Ma davvero? >> domandò sarcasticamente.

<< Solo un anno, però. Mamma voleva assolutamente che io andassi nella stessa scuola che frequentava Stefan per non lasciarmi andare da sola, non conoscendo nessuno... È stato un bel anno, però. Io e Stefan eravamo compagni di banco. >> disse la Rossa con nostalgia,ma quello che per Bonnie era un tenero ricordo, per Stefan era un terreno minato, almeno davanti a Damon. Sapeva che il ragazzo avrebbe trovato il modo per prenderlo in giro facendogli pesare le sue umili origni, in un modo o nell'altro.

Così pensò di darsela a gambe, magari andando a fare compagnia a Matt.

<< Dove scappi? Vieni qui, che parliamo. >> disse la Rossa divertita dall'imbarazzo dell'amico.

Lui tornò con l'entusiamo di una lumaca.

<< Continua, continua. >> disse Damon, sarcasticamente interessato all'argnomento.

Quello era materiale scottante, ora avrebbe potuto prenderlo in giro, anche per altre cose.

<< E quando Stefan è diventato velocemente più altro. La maestra l'ha spostato di tre banchi dietro di me. Quel giorno, ricordo, che non aveva fatto altro che piangere chiedendo di non allontanarlo da me. >> finì dicendo Bonnie con un sorriso affettuoso.

Non appena la Rossa finì di parlare, Stefan, cominciò ad andare via, ma si fermò sentendo ciò che Damon disse, naturalmente, apposta per farlo sentire a lui.

<< E infatti nessuno è riuscito ad allontanarlo da te. >> replicò acidamente il Moro, sempre con il ghigno stampato in viso.

<< Anche se è lontano anni luce, da te... >> continuò a dire alludendo dalla famiglia povera dalla quale proveniva.

<< Non mi vergogno delle mie origini. Nè dal posto dove abitavo. >> rispose Stefan, educatamente, per poi allontanarsi dai due.

<< Damon, sei veramente pessimo. >> lo riprese Bonnie, vergognandosi lei stessa, per ciò che aveva detto il fratello.

<< Che c'è? Che ho detto? >> domandò lui vedendola andare dietro al ragazzo per scusarsi a nome suo.

Pochi minuti dopo erano già sulla strada di casa.

Dovevano prepararsi per gli ospiti che avevano a cena.


 


 

Durante la cena c'era una strana tensione nell'aria.

Bonnie, non faceva che gurardare male Maggie. Giuseppe era preoccupato, per i figli. Denise fissava Elena, perché la trovava stranamente inquetante. Elena intanto guardava i due figli di Giuseppe studiandoli e Merdith ed Alaric, erano turbati dalla presenza di Damon.

La cena trascorse in quel modo: tutti si guardavano tra loro, con sospetto. Gli unici che erano allegri e non facevano altro che ridere erano Damon, l'anima della festa e Maggie, la gatta morta di turno.

Beh, l'unico che non si era accorto di nulla era naturalmente Matt che non faceva altro che guardare Elena, mezzo imbambolato e letteralmente a bocca aperta.

Era ufficiale: aveva avuto la sua prima cotta.


 


 

Intanto in cucina Camille e Sue erano appena rientrate dal giardino dove avevano da poco servito il primo.

<< Come va là fuori? >> gli domandò Jeb, riferendosi a come trovassero il cibo.

<< Il piatto di Maggie è esattamente come glielo abbiamo servito ancora non si è messa nulla in bocca a forza di ridere. "Ohoh oddio Damon...". >> riferì Sue, finendo con un'imitazione di Magnolia degna dell'Oscar.

<< Le sue figlie, però, sono molto educate, non hanno aperto bocca. >> li informò Camille dopo che ebbero finito di ridere dell'imitazione di Sue.

<< E il signor Guiuseppe? >> domandò la signora Flowers curiosa.

<< Neanche lui ha detto niente. >> rispose la figlia anche lei confusa, sul perché non avesse parlato neanche un pò.

<< Perché lo sa che cosa vuole da lui, ecco perché. >> rispose acida la madre.

<< Mettetele qualcosa nel piatto. >> azzardò Stefan, divertito.

Facendoli scoppiare a ridere.

<< E come sono queste ragazze? >> domandò ancora la signora flowers, curiosa.

<< Sono entrambe stupende, davvero molto carine. >> disse Sue, sgranocchiando una carota.

<< La più piccola però è più bella, davvero bellissima. >> riferì Camille.


 


 

<< Davvero buono questo piatto. È la prima volta che lo mangio. >> disse Maggie dopo aver assaggiato il cibo.

<< È una ricetta della signora Flowers. Dice che è una ricetta napoletana che si tramandano in famiglia. >> disse Giuseppe, contento che la cena piacesse.

<< Era il piatto preferito di mia madre. Lo chiedeva sem- >> cominiò a dire Bonnie, freddamente, ma venne interrotta dalla stessa Magnolia.

<< Davvero buono. >> disse elegantemente.

<< Signorina Denise. Ancora non abbiamo sentito la tua voce, questa sera. >> disse Elena, per stemprare la tensione che si era creata tra le due.

<< Denise... è il tuo vero nome? >> le domandò incuriosita Elena. Era strano che un'americana si chiamasse "Denise".

<< Sì certo, ho origini americane, ma sono nata e cresciuta in Francia. >> la informò una sorridente e sempre educatissima Denise.

<< Parigina. >> specificò Damon fissando Meredith.

<< La signorina Denise è molto affettuosa. >> la informò Matt tanto per inserirsi nella conversaizione.

<< Da quanto tempo sei in America? >> domandò la bionda sorridendo al piccolo di casa.

<< Quando ero piccola sono venuta con mia madre. >> rispose l'istituttrice un pò sospettosa per le tante domande di Elena.

<< Va bene. >> rispose Elena chiudendo la conversazione con un sorriso.

<< Denise è stata veramente un regalo per noi. >> intervenne Giuseppe prendendole la mano.

<< Giusto, giusto. >> disse Maggie che in quel momento avrebbe voluto staccarle la mano a morsi.

<< La mamma le ha chiesto di prendersi cura di noi, prima di morire. >> disse bruscamente Bonnie, interrompendola. Era stanca di sentirla sghignazzare e civettare con il padre o con chiunque altro, non poteva più sentire la sua voce.

La risposta brusca di Bonnie non passò certamente inosservata agli occhi di Elena o a quelli dello stesso Giuseppe, che per cambiare argomento, domandò ai novelli sposi dove avrebbero trascorto la luna di miele.

<< Domani partiremo per la Sardegna, abbiamo preso lì una casa al mare stupenda. >> gli disse Meredith, entusiasta per l'imminente partenza.

<< Buon viaggio allora e ancora felicitazioni. >> si complimentò gentilmente Giuseppe.

<< Non sappiamo quanto staranno via, dipende da quanto gli operai ci metteranno a finire di costruire ed arredare la loro casa. Non torneranno finché non sarà pronta. >> intervenne imprvovvisamente Maggie.

<< Signor McCullough, abbiamo sentito che ha lasciato il lavoro vendendo le sue aziende ad un compratore straniero. >> domandò Alaric, curioso. Ultimamente giravano molte voci sulla possibile fine delle aziende della famiglia McCullough.

<< Assolutamente no. Solo che ultimamente, avevo trascorso davvero troppo tempo al lavoro. >> rispose Giuseppe, iniziando l'argomento.

<< Da quando è morta mamma. >> finì per lui Bonnie, fissando intensamnente Maggie.

<< Ho lasciato il lavoro al vice presidente e ogni tanto vado a controllare come procede il lavoro. >> continuò Giuseppe non prestando attenzione o meglio, facendo finta di non prestare attenzione a ciò che aveva detto la figlia.

<< Papà non vuole farci mancare nulla. >> disse Bonnie continuando a guardare la signora Gilbert.

<< Dovreste lascirare vostro padre riposare un pò e non dargli troppe noie. >> le rispose Maggie, con una voce fintamente affettuosa.

<< Che ne dici Giuseppe? Io penso che ogni tanto uno si debba prendere una pausa e curarsi un pò di se stesso, perché se spende tutte le sue enrgie tra il lavoro e i figli alla fine è esausto. >> continuò a dire questa volta rivolta al capo tavola: Giuseppe.

<< Ma noi siamo contenti così. >> la interruppe bruscametnte Bonnie, alzanodo la voce di qualche ottava.

<< Vero papà? >> domandò ancora la Rossa sta volta con più calma rivolgendosi al padre.

Bonnie, venne poi interrotta da Denise, che le prese la mano facendole intendere che doveva smetterla di comportarsi in quel modo.

<< Certamente tesoro. Non voglio farvi mancare nulla. >> rispose il diretto interessato.

<< Ah, sì. E cosa pensi che succederà a tuo padre quando ti sposerai? Non si sentirà solo per la tua assenza? >> domandò Maggie, diretta a Bonnie, cercando in un modo o nell'altro di far tacere quella piccola impertinente.

La conversazione tra le due cominciava nuovamente a viaggiare su binari pericolanti, facendo innervosire oltre alle dirette interessate anche tutti i presenti a tavola, tutti tranne ovviamente Matt , che continuava a guardare Elena, rapito, con un gomito appoggiato sul tavolo e con la mano si appoggiava con il capo.

<< Chi ti dice che io mi sposerò? Non ci sto neanche pensano all'argomento. >> scandì la Rossa con spavalderia.

<< Oh, io sì che vorrei sposarmi. >> intervenne Matt, alleggerendo a sua insapta la tensione creatasi durante la conversazione tra la sorella e Maggie.

Finita la cena, si erano tutti sparpagliati per il giardino a gruppetti, chiacchierando tra loro.

<< Stavi davvero bene con il vestito. >> disse Bonnie a Meredith, guardando le foto del matrimonio.

<< Grazie tesoro. >> rispose Meredith contenta mentre Alaric le posava un tenero bacio sul capo.

Damon fissava la scena da lontano.

<< Eri davvero bellissima. >> intervenne lui avvicinandosi al gruppo, facendo così irritare i novelli sposi.

<< Bonnie guarda, c'è un'altra foto con tuo padre. >> disse Meredith porgendo la foto alla ragazza mentre tentava di ignorare il suo ex.

<< Ci sono altre foto, con lui? >> domandò Bonnie, curiosa, mentre guardava la foto con il padre seduto a tavola, che si guardava intorno.

<< Ci sono solo foto con Damon, non c'era ragaza alla festa con cui non avesse ballato. >> intervenne Alaric, lanciando a Damon la frecciatina, mentre lo guardava male.

<< Ho pensato che magari una di loro sarebbe stata la mia "lei". >> rispose il ragazzo ghignando.

<< Povera, la ragazza che ti vorrà sposare. Mi duolerà il cuore per lei. >> gli disse Bonnie acidamente, facendo scoppiare a ridere Meredith.

Giuseppe, Maggie ed Elena intanto stavano facendo un giro per l'enorme giardino della villa.

<< E i terreni dietro alla villa sono tutti tuoi? >> domandò curiosamente Maggie che già stava facendo i suoi piani su come sarebbero andate le cose una volta che lei i Giuseppe si sarebbero sposati.

<< Praticamente tutti, sì. >> ripose cortesemente il signor McCullough.

<< Ciò significa che la villa ha una superficie molto grande... >> continuà a dire Maggie ancora più interessata all'argomento.

<< Giusto. >>

<< Io sono stata alla casa che avete sull'isola, ma non ricordo di essere mai venuta qui. >> intervenne Elena cercando di face ammenda ai suoi ricordi.

<< Esatto. All'epoca avevi da poco finito di studiare in Italia e stavi tornando. >> rispose Giuseppe sicuro di sè.

Elena gli sorrise, lusingata che lui fosse interessato a lei da tanto tempo. Si ricordava addirittura quello!

<< Ehmm, se non sbaglio. >> si corresse Giuseppe, goffamente, cercando di non sembrare uno stalker.

<< Non sbagli. >> rispose una sorridente Elena.

<< É stata veramente una bella serata. >> disse Maggie, interrmpendo lo scambio di sguardi fra i due.

<< Splendida. >> disse anche Elena, continuando a guardarlo sorridere.

Dopodiché continuarono il giro, con Maggie, a braccetto con Giuseppee ed Elena dietro di loro che guardava la madre pregustado la sua reazione nello scoprire che Giuseppe aveva propostro a lei di sposarlo.

Intanto Denise aveva portato Matt, a letto.

Era tardi per lui.

<< Com'è bella quella ragazza. >> disse Matt con sguardo trasognante mentre si metteva a letto.

<< Quale ragazza.? >>

<< Elena! Sarebbe bello se si sposasse con Damon. >> propose lui, guardando rapito il soffitto.

<< Davvero... perché Damon non pensa a lei come ragazza? >> domandò ancora il piccolo, come se le relazioni di Damon le decidesse Denise.

<< Beh, magari c'è un'altra ragazza nella sua vita. >> gli disse Denise, rimboccandogli le coperte.

<< Chi Damon? La frase giusta sarebbe "ci sono altre migliaia di ragazze nella sua vita". >> le disse Matt divertito, facendola sorridere.

<< D'accordo. E chi ti dice che non ci sia un ragazzo nella vita di Elena? >>

<< Giusto. Una così bella ragazza è impossibile che non abbia un ragazzo. Ah... se fossi stato un pò più grande. >> disse Matt con rammarico estorcendo un'altro sorriso a Denise.

<< Buona notte, Matt. >> disse Denise baciandogli la fronte, per poi uscire spegnendo la luce.

<< Buona notte. >> ripose il ragazzino, mettendosi a dormire.

Dopo aver dato la buonanotte a Matt, Denise, andò nella stanza del pianoforte e si affacciò sul balcone.

Da lì aveva sott'occhio tutto il giardino: poteva vedere Alaric e Damon, parlottare fra loro. Meredith, seduta su una sedia con una mano appocciata sul grembo e l'altra sotto il mento, pensierosa. Maggie chiacchierare con Giuseppe a volte allungando le mani, ma fortunatamente Bonnie si sedette esattamente in mezzo a loro, facenodo irritare la signora Gilbert ed in fine poteva vedere Elena, che per i fatti suoi faceva avanti e indietro per il giardino scambiando sguadi ambigui con Giuseppe.

Poco dopo rientrò in casa. Non era il caso di tornare in giadino.

<< Scusate... dovrei andare alla toilette. >> disse Maggie, sistemando la cravatta a Giuseppe. Nonstante Bonnie fosse in mezzo a loro e facesse di tutto per tenere l'arpia lontana dal padre, Maggie aveva trovato lo stesso il modo di stabilire un contato fisico con il signor McCullough.

<< Ti ci accompagno io. >> si offrì la Rossa, prima che lo facesse il padre.

<< Grazie. >> rispose la donna poco entusiasta dell'accompagnatrice.

Appena le due si furono allontanate, Elena cominciò ad avvicinarsi a Giuseppe lentamente, fino a raggiungere il divanetto e sedersi accanto a lui.

<< Che ne pensi se apriamo l'argomento adesso? >> domandò Giuseppe.

Non gli piaceva tramare in segreto. Faceva sembrare il tutto una cosa sbagliata, ma non lo era. Loro erano innamorati ed era giusto che si frequentassero e si sposassero alla luce del sole.

<< Non ancora. È troppo presto. >> gli disse Elena allarmata.

Aveva paura che spifferasse tutto, mandando all'aria il suo piano. Lei voleva ancora illudere la madre per qualche tempo.

<< Vorrei parlarne. Dirlo a tutti e finirla in fretta. >> replicò stancamente lui.

<< Anch'io, credimi. >> disse Elena accarezzandogli la guancia, con fare affettuoso.

Il gesto non sfuggì agli occhi vigili di Meredith, che poco lontano da loro, guardava la scena esterrefatta.

<< Però dobbiamo ancora aspettare un pò e farlo al momento giusto. I ragazzi non sono ancora pronti. >> s'inventò Elena continuando a sorridergli.

<< Come preferisci. >> rispose lui, contento per l'improvviso avvicinamento da parte della ragazza.

Nel frattempo Bonnie e Maggie erano da poco arrivate di fronte alla porta del bagno.

Mentre salivano, la signora non faceva altro che guardarsi introno, inventandosi un prezzo per ogni cosa su cui posava gli occhi. E dire che tutto quello sarebbe presto diventato suo.

<< Grazie tesoro. >> disse affettuosamente alla ragazza, mentre apriva la porta.

<< Devi sapere che noi siamo molto contenti della nostra vita. Proprio così com'è. E non ci fa affatto piacere che quacuno entri all'improvviso in casa nostra scombussolando tutto. >> le disse la Rossa freddamente.

<< Una ragazza intelligente e carina come te, sicuramente non desidera per il padre una vita piena di solitudine. >> le ricordò Maggie, accarezzandole il mento.

Detto ciò entrò in bagno chiudendo la porta in faccia ad un'irritatissima Bonnie, che pochi secondi dopo si allontanò.


 


 

La mattina del giorno dopo trovò Giuseppe che continuava a fare avanti e indietro per il suo studio. Indeciso che andare a parlare con Denise o meno per riferirle delle imminenti nozze.

Dopo pochi minuti in cui valutava i vari pro e contro prese il coraggio a due mani e si diresse verso la stanza del pianoforte, dove la tata era impegnata a supervisionare un'esercitazione di Bonnie, che suonava sì bene,ma non ci metteva la testa. Anche lei distratta, pensava alle parole che le aveva detto Maggie la sera prima.

Giuseppe aprì di poco la porta e chiamò anzi, sussurrò a Denise di uscire dalla stanza perché le doveva parlare. La donna intimò a Bonnie di continuare l'esercizio e seguì il signor Giuseppe in giardino, curiosa di sapere di cosa volesse parlarle.

<< Sono tantissimi anni che viviamo sotto lo stesso tetto e penso che non ci sia bisogno che io ti dica che ormai fai parte della famiglia. Per questo volevo che tu fossi la prima a sapere ciò che ho deciso. >> disse Giuseppe, intavolando l'argnomento, mentre passeggiavano per il giadino.

Dopo averle indicato di sedersi su una panchina continuò il discorso, anche lui, sedendosi accanto a lei.

<< Il tempo è l'unica cosa che può guarire le ferite. - le disse alludendo alla morte della moglie. - e anche se non le guarisce, sicuramente aiuta ad attenuarne il dolore. Con il tempo uno ritorna a pensare a se stesso. E scopre di essere vivo. Credo tu abbia capito cosa intendo, dopo questa lunga premessa. >> le disse sorridendo, un pò in imbarazzo.

Denise, continuava a guardarlo, inespressiva fuori, quanto agitata dentro.

Aveva paura di sapere già di cosa si trattasse.

<< Denise, ho deciso di risposarmi. >> le disse direttamente, dopo pochi minuti.


 


 


 


 


 


 


 

Angolino dell'autrice:


 

Ciao a tutti :)

prima di tutto voglio ringraziare gli angeli che mi hanno recensito il precedente capitolo e volevo scusarmi per la lunghezza di quest'ultimo.... solo dopo averlo pubblicato mi sono accorta che era un pò esagerato XD

Comunque proprio per questo il capitolo di oggi è stato molto più corto come avrete sicuramente notato... se lo avessi scritto lungo almeno quanto l'altro non credo me lo avreste letto, neanche se vi avessi pagato ;)

Questo capitolo è stato un pò di passaggio... qui conosciamo meglio i protagonisti e quello che succede anche nella cucina che avrà anche i suoi piccoli ruoli in questa storia... vorrei precisare che nulla di quello che ho scritto è buttato lì per caso, ma se leggerete i capitoli con attenzione noterete nei prossimi capitoli che quello che sembrava una cavolata serve a qualcos'altro...

Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato e soprattutto non abbia scocciato quelli che lo avevano letto prima che eliminassi la storia... anche qui ho cambiato i cognomi e modificato qualcosina di veramente piccolo nel capitolo... prometto che gli altri saranno meno noiaosi :)

Ora per quelli che magari si sono persi qualcosa o non hanno capito chi sono i personaggi faccio un piccolo "riassunto" presentano i personaggi... spero possa servire, man mano che andremo avanti con la storia aggiornerò e cambierò età fatti personali dei personaggi a seconda di come si evolve la storia, per lasciarvelo come punto di riferimento... naturalmente se non capite qualcosa potete chiedere direttamente a me:


 

Famiglia McCullough

Giuseppe McCullough (capo famiglia. Ha lavorato molto per costruire l'impero di cui gode. È un uomo molto onesto e diretto, di conseguenza odia i sotterfugi, i segreti...) 56 anni

Bonnie McCullough (figlia di Giuseppe non che sorella maggiore di Matt. Legattima al padre dopo la morte di sua madre. Adora Damon, ma non glielo direbbe mai in faccia. A volte si comporta in modo infantile, rischiando di sembrare viziata. Altre volte invece è brusca nei suoi modi di fare da rasentare la maleducazione, ma lo fa per proteggere le persone a lei care)17 anni

Matt McCullough (figlio di Giuseppe e Fratellino di Bonnie. Un bimbo molto biricchino. Vede in Damon il suo punto di riferimento, nonché fratello maggiore) 7 anni

Abbie McCullough (madre biologica di Bonnie e Matt deceduta dieci anni prima) 40 anni

Damon Salvatore (figlio adottivo di Giuseppe. Ha perso i genitori, amici di Giusppe in un incidente stradale e on avendo nessuno che si potesse prendere cura di lui è stato preso da Giuseppe) 25 anni


 

Famiglia Gilbert

John Gilbert (padre di Elena e Meredith morto di infarto meno di un mese prima del matrimonio di Meredith ) 57 anni

Magnolia Gilbert, detta Maggie (madre di Elena e Meredith, tradiva continuamente il marito quando era in vita) 54 anni

Elena Gilbert (figlia di Maggie, ha studiato in Italia e sposato Giuseppe per fare un dispetto alla madre in quanto le da la colpa per la mmorte del padre) 25 anni

Meredith Gilbert (sorella maggiore di Elena nonché ex ragazza di Damon e moglie di Alaric dal quale aspetta un figlio) 28 anni


 

Banda dei domestici...

Famiglia Stryder

Jebediah Stryder, detto "Jeb"(lui fa un pò di tutto lavora da quando era giovane nella villa dei McCullough, lui e Giuseppe sono molto aici, anche se c'è sempre il rispetto dipendente-datore si lavoro) 60 anni

Theophilia Stryder (moglie di Jeb, un brava donna anche se un pò pettegola a volte. Odia Maggie e anche lei lavora a villa McCullough da quando era giovane) 57 anni

Camille Stryder (figlia dei coniugi Stryder. È nata e cresciuta con i McCullough è andata a scuola fino ai 16 anni e poi l'ha lasciata per mttersi a lavorare definitivamente a casa McCullough. In precedenza lo faceva, ma part time, a causa della scuola. Era lei a volerlo) 20 anni

Gli altri

Katherine Pierce (domestica dpersonale di Maggie ed Elena. Una donna velenosa e subdola, lo vedremo più avanti [non è uguale ad Elena descritta dal libro e dalla mia storia, ma è più come quella del telefilm, per intenderci] ) 35 anni

Stefan [ancora non ho trovato un cognome e non credo mi servirà] (figlio di immigrati italiani molto poveri, lui lavora dai McCullough per arrotondare, ma alla morte dei suoi genitori si è trasferito definitivamente nella villa facendo un pò di tutto anche lui ed è oggetto delle continue prese in giro da parte di Damon sulle sue umili origini. Era in classe con Bonnie perché era entrato dopo, prima di andare a lavorare dai McCullough con sua madre, non era mai andto a scuola e una volta che Bonnie entrò alle elementari Abbie constrinse anche lui ad andre a scuola.) 25 anni


 


 

Ps.

Se mi sono dimenticata qualcuno ditemelo e se me ne accorgo da sola, lo aggiungerò :)

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Capitolo 3
*** La richiesta ***





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La richiesta






<< Ti ho sorpresa vero? >> le domandò lui, dopo averla vista dilatare gli occhi, presa un pò alla sprovvista.

<< Elena, vero? >> gli domandò lei, senza giri di parole.

<< L'hai capito, quindi? Era tanto visibile ieri? >> le domandò curiosamente ridacchiando.

<< Bonnie, non sarà mai d'accordo con questa cosa. Lo sai quanto lei ci tenga a te e sicuramente non vorrà che nessuno entri all'improvviso nella sua vita. >> disse Denise, che si ritrovò completamente d'accordo con ciò che avrebbe pensato la Rossa.

<< Bonnie, non è più una bambina, Denise. Penso che se le mettiamo la pulce nell'orecchio, magari pian piano accetterà l'idea. Per questo ne ho parlato con te per prima. Vorrei che mi aiutassi con questa cosa. >>

<< Ah, capisco. >> disse semplicemente la tata. Profondamente delusa dalla rcichiesta del suo datore di lavoro. Sentiva già le lacrime che premevano per uscire.

<< Lei ti vuole bene. Cerca di spiegarle la situazione a modo tuo. Trova il momento migliore per parlargliene. >>

<< Certo, certo. Gliene parlerò. >> rispose di nuovo inespressiva.

<< Grazie, ora vado. >> le disse Giuseppe, che non si era minimamente accorto del suo cambiamento d'umore. Andò subito dopo nel suo studio in giardino, a finire di scolpire il ritratto che aveva comincato il giorno prima.

Una volta rimasta sola in giardino Denise dovette piegarsi, per poter respirare meglio.

Faceva fatica a credere a ciò che stava succedendo.

 

Intanto a casa Gilbert, Elena stava facendo colazione, con un'amica, della madre, ciò significava che era lì solo per spettegolare e lei era interessatissima a ciò che le avrebbe detto la madre su Giuseppe.

<< ...non immagini quanto si era infuriata quando gliene avevo parlato. >> diceva Rebekah, mentre le faceva il resoconto dettagliato di ciò che si era persa durante il ricevimento della figlia.

<< Possibile che non me ne sia accorta? >> domandò confusa Maggie, mentre sorseggiava il the.

<< Certo! Perché non avevi occhi che per Giuseppe McCullough. >> le spiegò l'amica con malizia.

<< Rebekah... >> disse Maggie con tono di ammenda.

<< Scherzavo, cara. Però state molto bene insieme. >> le disse la donna, prendendo anche lei una tazzina di the.

<< Eh sì, presto, potrei farti sentire delle buone notizie. >> le disse Maggie sospirando, mentre metteva sul tavolino la sua tazza, ormai quasi vuota.

<< Di che si tratta? >> domandò Rebekah, curiosa.

<< Ieri eravamo a cena da lui. >>

<< Ohh... perché non mi hai detto nulla, Maggie? >> le domandò l'altra guardandola fintamente imbronciata.

Intanto Elena, le guardava sorridendo: era arrivato il momento che tanto attendeva, voleva proprio sapere che idea si era fatta la madre.

<< Sapevo che era attratto da me, ma non avrei mai creduto che avrebbe mossso dei passi con questa velocià. Mi ha piacevolmente sorpreso.>> disse Maggie, sbattendo le ciglia.

Elena era sempre più divertita.

<< Che c'è Elena? >> le domandò Maggie quando la vide sorridere divertita.

<< Niente... ascoltavo. >> rispose la bionda ricomponendosi.

<< Maggie, non lasciartelo scappare. È un bell'uomo e poi è una fonte enesauribile di soldi. >> le disse Rebekah, scoppiando a ridere, subito dopo seguita dalla signora Gilbert.

 

 

Intanto a casa Salvatore, Denise era andata in camera sua, subito dopo aver parlato con Giuseppe e gli stava scrivendo per l'appunto una lettera.

 

" Caro Giuseppe,

Innanzitutto, voglio scusarmi perché ho preso la mia decisione, comunicandovela per iscritto. Sono stata costretta a lasciare il lavoro che svolgevo con tutto l'amore e la felicità... "

 

Stava scrivendo, ma poi decise che non andavano bene quelle righe, prese quindi il foglio e dopo averlo stracciato e buttato ne prese un'altro cominciando a scrivere una nuova lettera, con le lacrime agli occhi.

 

" Caro Giuseppe,

Dopo aver compreso di non essere adatta, come istituttrice, per i suoi figli, ho deciso di dimettermi... "

 

Ma neanche quelle parole le sembravano adatte, perché non era assolutamente vero niente di tutto ciò che aveva scritto. Il motivo , per cui voleva lasciare il lavoro era completamente di altra natura. Così dopo aver stracciato e buttato anche quel foglio ne prese un altro e cominciò a scirvere, questa volta la verità.

Mentre scriveva, le lacrime che ormai uscivano copiose dai suoi occhi le annebbiavaono la vista e a bagnare il foglio, ma lei continuò comunque a scrivere.

 

" Caro Giuseppe,

Non è più possibile per me rimanere in questa casa. Ti ho amato per anni, pur senza essere ricambiata. La tua presenza accanto a me mi bastava. Speravo che un giorno ti saresti accorto dei sentimenti che provo per te, un giorno. E ora, capisco che non riesco a sopportare la presenza di nessuna donna, accanto a te. Inoltre ci tengo a farti sapere che respingo assolutamente la tua idea che un'altra donna, oltre ad Abbie, possa prendere e giocare il ruolo di madre, nella vita dei tuoi figli, che sono stati affidati a me. Oggi, quando mi hai chiesto di parlare a Bonnie della tua decisione, ho sentito nella tua voce, l'amore che provi per quella donna. In quel momento ho capito che per me non c'era più speranza. "

 

Alla fine stracciò anche quel foglio, soffocata dal pianto.

Lo amava in silenzio da anni, forse anche da prima che Abbie morisse e in quel momento se lo vedeva strappare via dalle braccia da Elena Gilbert. Una donna che non le incuteva di certo tranquillittà. Non poteva continuare a lavorare in quella casa. Non poteva neanche parlare a Giuseppe dei sentimenti che provava per lui. No, avrebbe trovato qualche scusa valida per potersene andare, senza far star male nessuno.

<< Oddio! Scusami. Non credevo che fossi qui. >> disse Camille, che era appena entrata nella sua stanza, con in mano un aspirapolvere, senza bussare, e quindi sorprendendola in lacrime.

<< Non fa niente, vai pure. >> le disse Denise, asciugandosi in fretta le lacrime.

<< Ho sentito Bonnie che suonava, quindi credevo che fossi con... - > cominciò a dire Camille per scusarsi ma venne interrotta da Denise, che le ripeté che non c'era nessun problema, per poi congedarla.

<< Certo. >> ripspose Camille, chiudendo la porta della stanza, dispiaciutissima per l'intrusione.

Dopo essere rimasta sola in camera, Denise si asciugò meglio le lacrime e prese una foto che aveva sulla scrivania; erano Bonnie e Matt da piccoli, inviaggio per Disneyland.

Guardando la foto fu sopraffatta dal ricordo della loro mamma nonché sua migliore amica: Abbie.

 

Era in letto di morte. Letteralmente.

Denise, era al suo cappezzale, non potendo e non volendo lasciarla. Giuseppe invece guardava fuori dalla finestra straziato dal dolore della perdita della moglie.

A causa della malattia, i capelli ricci e rossi, di Abbie, avevano perso colore, il colore chiaro, della sua carnagione era praticamente diventato cadaverico e la sua costituzione di norma minuta era diventata scheletrica, persino gli occhi, solitamente verde smeraldo, avevano perso colore. Era una rosa, che stava pian piano appassendo.

<< È molto tempo che non riesco a stare con Bonnie e Matt, senza sentirmi male davanti a loro. >> sussurrava Abbie rivolta ad entrambi. Anche la sua voce solitamente squillante e alta, per la malattia era cambiata.

Abbie ormai parlava solo sussurrando, non aveva più la forza di parlare ad alta voce.

<< A volte la sento, piangere chiedendo di venire da me. I suoi pianti e singulti mi distruggono. Non riesco più a lottare, eppure ci provo, con tutte le mie forze. Non so quanto tempo mi rimanga. Però dovete farla abbituare alla mia assenza. Più sta lontano da me meglio è. Si avvicinerà di più a Giuseppe. E anche a te, Denise. >> continuò a sussurrare la signora McCullough, a fatica.

Giuseppe, si girò a guardare la moglie che ingoiava un groppo che le si era formato in gola, prima di contiuare a parlare. Strinse forte gli occhi, incapace di vederla in quello stato e tornò a guardare fuori dalla finestra.

<< Me ne vado tranquilla. So quanto voi la amiate. Denise, ti lascio i miei figli da accudire. Sono sicura che sarai una seconda madre per loro. Mi fido di te. >> mormorò ancora Abbie, prendendo per mano l'amica che ormai piangeva a dirotto.

 

 

 

Intanto nella cucina di casa McCullough i pettegolezzi si sprecavano, ma la signora Flowers e Sue si dovettero interromprere con l'arrivo in cucina di Camile.

<< Hai finito di pulire? >> s'informò la madre mentre riempiva uno strato di lasagne.

<< Mi è rimasta solo la stanza della signorina Denise... non sono entrata, anzi sì, ma sono uscita subito. Era seduta sulla scarivania e piangeva. >> comunicò la ragazza, attirando tutta l'attenzione della cucina sul fatto in questione.

<< Perché? >> domandò la singora Flowers interessata.

<< Non lo so. >> rispose la figlia alzando le spalle.

<< Oh, chissà che è successo... >> disse Sue alla signora Flowers.

<< E a voi che interessa? Pettegole... >> commentò Jeb scocciato.

<< E tu non ci ascoltare Jebediah. Smettila con i conbenevoli, apri gli occhi o guarda che sta succedendo nella villa... >> lo rimbeccò la moglie, guardandolo torva.

<< Che vuoi che succeda... >> continuò lui con la sua voce burbera.

<< La visita di Maggie e delle sue figlia non mi convince per niente. Porterà moltissimi problemi, lo vedrai. >> gli disse Theophilia, ignorando la sua richiesta.

<< Per me anche a Denise dà molto fastidio. È da ieri che non apre bocca. Non ha parlato con nessuno. >> intervenne Sue.

<< Dici che l'arpia ieri ha detto qualcosa che ha offeso Denise? >> domandò la signora Flowers vagliando anche quella possibilità.

<< Se è così, perché ha aspettato fino a oggi per mettersi a piangere? Sicuramente c'è dell'altro. >> disse a sua volta Camille.

 

 

Denise che nel frattempo si era lavata il viso e in quel momento stava scendendo le scale, diretta alla stanza del pianoforte, per dare la notizia a Bonnie, che ignara di tutto si stava ancora esercitando.

Rimase qualche minuto davanti alla porta cercando di trovare le parole e soprattutto il coraggio per dirle tutto. Sapeva che Bonnie ne sarebbe rimasta sconvolta e voleva farlo con il più tatto possibile.

<< Hai sentito gli ultimi accordi che ho fatto alla fine? >> le domandò Bonnie quando la vide entrare.

<< Sì... >> disse Denise chiudendo dietro di sé la porta e avvicinandosi a Bonnie in silenzio. Le accarezzò i capelli per un pò, forse nel tentativo di accusarle il colpo, almeno un pò.

<< Ti devo parlare. >>

<< Che c'è? >> le domandò Bonnie preoccupata.

<< Sediamoci. >> disse la tata prendendola per mano e accompagnandola verso il divanetto dietro il pianoforte.

<< Mi stai facendo paura, Denise, che succede? >>

<< Tu ami molto tuo padre, vero? >>

<< Che domanda è? >> domandò sorpresa la ragazza.

<< Certo che lo ami... >> le rispose Denise intavolando la conversazione.

 

 

Intanto nel piccolo studio di Giuseppe il giardino il signor McCullough era intento a scolpire lunghi capelli lisci, quando sentì bussare al vetro della finesta.

Alzò lo sguardo e vide che era Damon, si affrettò quindi a comprire la lastra e ad andare ad aprire la porta.

<< Come mai era chiusa a chiave? >> domandò Damon sospettoso, mentre entrava.

Lui non chiudeva mai la porta dello studio a chiave quando era dentro.

<< Non so come ho fatto a chiuderla... non ci avevo fatto cosa. >> improvvisò Giuseppe e Damon sembrò bersela.

<< Sei scappato di casa e ti sei nascosto qui... significa che c'è qualcosa che ti preoccupa... >> azzardò il moro.

<< Ti improvvisi psicologo adesso? >>

<< Coraggio, dimmi, cosa ti preoccupa? >> domandò Damon dopo una risata.

<< È una cosa privata. >> disse Giuseppe cercando di trovare le parole giuste per dirgli tutto.

<< Quanto privata? >> chiese nuovamente Damon piegando la testa curiosamente.

<< Siediti. - disse lo zio indicandogli la poltrona. - devo parlarti di una cosa. >>

<< Che c'è? Ti ascolto. >> domandò il ragazzo dopo essersi seduto spavaldamente ed aver sfoderato il suo immancabile ghigno.

<< Meredith ora è una donna sposata, Damon. E tu mi hai detto che te l'eri tolta dalla testa. >> gli disse Giuseppe senza troppi giri di parole.

Damon, non appena Giuseppe aveva cominciato a parlare di Meredtih si fece serio. Aveva per caso saputo delle rose che le aveva mandato?

<< Ed è così. >> gli disse Damon con il chiaro intento di negare ogni cosa.

<< Ottimo. D'ora in poi, figliolo. Dovrai fare attenzione a quello che dici e a come ti comporti, perché Meredith potrebbe diventare una tua parente. >>

A quel punto Damon si lasciò andare ad un sorriso, da una parte sollevato, per non essere stato scoperto e dall'altra sospettava che lui e Magnolia avrebbero combinato qualcosa.

<< In poche parole, ho deciso di sposarmi. >> gli disse, infine Giuseppe.

La cosa sorprese Damon e non poco. Non avrebbe mai creduto che suo zio avrebbe ceduto tanto presto alle avance di Maggie.

Perciò non poté fare a meno di lasciasi andare ad una fragorosa risata.

<< Ho detto che la questione è importante. Sii serio, per favore. >> lo rimproverò Giuseppe.

<< Scusa, zio. >> gli disse Damon tornando serio.

<< Io avevo percepito qualcosa, ma non credevo che fosse così seria, la questione. >>

<< Anche Denise ha capito... prima ancora che le dicessi chi avessi intezione di sposare, lei ha detto:"Elena". >> gli rivelò Giuseppe sorridendo.

<< Elena? >> domandò Damon con un ghigno.

Se non era una Gilbert, allora era l'altra. Chissà perché la cosa non lo sorprendeva...

<< Sarà una zia molto gentile e affettuosa, per te Damon. >>

<< Elena.. >> surrurrò nuovamente il ragazzo, pensieroso.

Chissà cosa aveva in mente quella ragazza.

<< Maggie, ancora non ne sa niente. E prima di fare qualcosa di ufficiale, dovremmo farlo sapere ai ragazzi. E Elena la pensa come me. >>

<< Quindi avete parlato... >> disse Damon sorridendo.

C'era veramente tanto bisogno di correre? A meno che... Sì, ragazza era sicuramente interessata ai soldi.

<< E secondo te ti dico queste cose senza che lei avesse accettato? >> domandò retoricamente lo zio.

<< Quindi? >>

<< Non penso che Matt abbia qualcosa in contratio a questo matrimonio. Quanto a Bonnie... io ho chiesto a Denise di parlargliene e anche tu... se magari mi aiutassi... >> gli disse Giuseppe con un sorriso.

Sapeva quanto la figlia fosse legata a Damon e quanto ascendente avesse su di lei. Se le avesse parlato lui sicuramente avrebbe acconsentito a quelle nozze.

<< Certo che ti aiuto... >> gli rispose Damon, per poi cacciarsi nuovamente a ridere.

<< Ah, zio... tutto questo e io non ne sapevo nulla... >> gli disse sarcasticamente, ma in fondo un pò deluso.

<< A dire la verità fino a pochi giorni fa non c'era nulla di fatto. >> si giustificò Giuseppe.

<< Zio... congratulazioni. >> disse Damon alzandosi per stringergli la mano.

 

<< Perché non è venuto a dirmelo lui? >> domandò freddamente Bonnie, guardando il vuoto.

Suo padre voleva sposare Elena Gilbert.

La notizia di lui che avrebbe sposato Maggie, probabilmente l'avrebbe sconvolta di meno, in fondo se lo aspettava.

A quella domanda Denise non seppe rispondere. Non aveva idea del perché Giuseppe non abbia voluto comunicarglielo di persona, ma non dovette scervellarsi molto perché Bonnie riprese a parlare.

<< E io che pensavo che fosse una ragazza troppo piccola per lui. La ragazza si è rivelata più furba anche di sua madre. >> disse sorridendo amaramente, fra le lacrime.

<< Anche tuo padre è giovane. >>

<< È molto bella. >> diede voce ai suoi pensieri la Rossa, pensierosa.

<< Per me non é più bella di te. >> le disse Denise sorridendo nel vano tentativo di tirarla su di morale, ma Bonnie non le diede retta.

<< Vorrà dormire in camera di mamma? >> domandò poi la ragazza con la voce strozzata dal pianto e facendo anche fatica a parlare per il groppo che aveva in gola.

<< Non lo so... al massimo le darà una nuova stanza e ce la fa stare da sola, ma una volta sposati, temo proprio che... >> le disse pensierosa anche Denise e lasciando in sospeso l'ultima frase per non ferirla ullteriormente.

<< E come vuoi che tratti Matt, come tratterà me? >> domandò poi l a Rossa volendo cambiare argomento.

<< Non so... >> mormorò nuovamente la tata, dopodiché la andò ad abbracciare cercando di consolarla.

Poco dopo decisero che per quel giorno le esercitazioni erano finite e proprio mentre uscivano dalla stanza incrociarono Damon e Giuseppe che rientravano dallo studio di suo padre.

Rimasero a fissarsi per qualche istante e poi Bonnie decise di sfoderare il miglior falso sorriso che avesse.

<< Ehm, papà... dov'è Matt? >> domandò tentando di trovare una scusa per allontanarsi.

<< L'ho visto con Stefan poco fa... >> le rispose guardandola sospettoso.

Che Denise non le avesse detto nulla?

<< Vado a cercarlo. >> rispose andando verso la porta, dove trovò Damon.

<< I tuoi vestiti fanno schifo e puzzi. >> gli disse la Rossa fulminandolo con lo sguardo, per poi uscire.

Il ragazzo aveva addosso, una semplice maglietta, dei jeans e un paio di scarpe, il tutto rigorosamente nero e non puzzava, ma Bonnie doveva pur sfogare la sua rabbia in qualche modo.

Damon rispose con il solito ghigno, per nulla toccato dalle parole della sorella.

<< Le hai parlato? >> domandò Giuseppe a Denise, una volta che Bonnie fu abbastanza lontana da non sentirli.

<< Sì, le ho parlato. >>

<< E...? >> domandò Giuseppe in attesa di sapere la reazione della figlia.

<< E niente. >> rispose semplicemente Denise, con un alzata di spalle.

<< Ciò significa che la sua non è una reazione normale. >> intervenne Damon, che si improvvisava nuovamente psicologo.

<< Grazie, Denise. >> disse Giuseppe, per poi andare verso il suo ufficio, lasciando Damon e la tata soli, nell'atrio, ma presto anche Denise se ne andò a fare una passeggiata e Damon seguì suo zio nell'ufficio.

<< Non avrei dovuto lasciare che le parlasse Denise. Avrei dovuto farlo io per primo. >> mormorò Giuseppe guardando la tata, che passeggiava per il giardino, in pena per Bonnie.

<< E se non accetta cosa farai? >> gli domandò Damon, vagliando tutte le possibilità, mentre giocherellava, facendo roteare un mappamondo, sulla scrivania dello zio.

<< Sta sera le parlerò... e tu dovrai aiutarmi, Damon. >>

<< Questa sera devo vedermi con degli amici per studiare. >> gli disse Damon che non voleva sorbirsi i piagnistei della Rossa.

<< Ok, annullerò. >> disse poi vedendo lo sguardo ammonitore che gli rivolse Giuseppe.

Quella sera cenarono in giardino tutti insieme. Giuseppe, avrebbe voluto parlare a Bonnie della sua decisione, ma non seppe neanche come incominciare e la Rossa di certo non gli facilitava il compito taciturna com'era.

<< Cos'è successo? Perché non parla nessuno? >> sussurrò Matt a Denise.

<< Lo stai facendo tu adesso? >> gli sussurrò lei con un sorriso, per poi tornare a mangiare in silenzio come stavano facendo tutti.

<< Perché Bonnie non mangia? >> domandò ancora sussurrando il piccolo di casa, che non stava capendo nulla.

<< Perché non mangi? >> domandò, questa volta Giuseppe, direttamente a Bonnie.

<< Sto mangiando. >> rispose Bonnie continuando a giocherellare con il riso, creando una montagna con la forchetta, per poi disfarla e ricominciare.

Il commento di Bonnie scatenò una risatina di Damon.

<< Quindi non possiamo mangiare sereni? - le domandò retoricamente. - senti, se sei a dieta, basta dirlo, che ti portiamo qualcosa di più adatto. >> le disse ancora con il chiaro intento di prenderla in giro.

<< Non sei divertente. Smettila. >> sibilò Bonnie freddamente.

<< Quindi è vero. >> disse Damon scoppiando a ridere.

<< Ti ho detto di smetterla. >> gli disse Bonnie questa volta a voce più alta, mentre le lacrime minacciavano di cominciare a scendere copiose.

<< Quando avete finito avvertitemi, così almeno parleremo di qualcosa di più sensato. >> li interruppe severamente Giuseppe.

<< Fa sempre così papà! Non c'è un solo giorno in cui non mi prenda in giro. >> mormorò Bonnie con la voce rotta per l'imminente pianto.

<< E perché sei arrabbiata? Non dovresti esserci abituata? >> intervenne Matt, cercando di capirci qualcosa.

<< Non lo fare più! Non scherzare più con me, tu! >> disse Bonnie al Moro scattando in piedi e buttando addosso a Damon un tovagliolino, che lo prese in pieno viso.

<< Che succede? >> domandò ancora Matt, sorpreso.

<< Denise... >> disse Giuseppe alla tata, che ne frattempo si era alzata per seguire la Rossa, indicandole la sedia.

Lei tornò a sedersi, continuando a guardare nella direzione in cui era andta via via Bonnie, preoccupata per lei.

In quel momento arrivarono Sue e Stefan a servire il dessert, naturalmente avevano visto e sentito tutto e Stefan continuava a guardare Damon deluso, ma per nulla sorpreso dal suo comportamento, quest'ultimo si girò scocciato verso Stefan continuandolo a fissare nel chiaro intento di fargli volgere lo sguardo da un'altra parte.

Stefan appunto si girò dall'altra parte, arrabbiato.

Rimasero lì seduti per un pò, nessuno aveva il coraggio di aprire bocca, madopo un pò Giuseppe si scusò, lasciando il tavolo, dicendo che non aveva più fame e dopo di lui Damon. Denise, rimase con Matt, facendogli mangiare tutto, per poi portarlo a letto.

 

 

Intanto in cucina Stefan entava furioso, mentre Sue lo seguiva.

<< Che succede? >> s'informò la signora Flowers.

<< L'idiota di Damon ha fatto piangere Bonnie. >>

<< Shh... Che dici? >> intervenne Jeb

<< Si è offesa ed è andata via. Ha lasciato il piatto vuoto per colpa sua. >> gli disse Stefan ancora furioso.

<< Lei ha usato Damon come scusa, non mangiava già da prima. >> disse Sue, difendendo il Moro.

<< Ma questo chi si crede di essere? Maleducato. >> disse Stefan schioccando la lingua infastidito.

<< Calmati Stefan, innanzitutto perché non c'entri nulla. E poi questo è normale qui. Non te la prendere troppo, tanto tra poco faranno pace. >> gli disse Jeb.

<< Non date sempre la colpa a Damon, anche Bonnie, è da un pò di giorni che è strana. >> intervenne la signora Flowers.

 

 

Intanto Bonnie in camera sua stava guardando fuori dalla finestra, pensierosa, quando sentì bussare alla sua porta e poco dopo il padre le chiedeva se poteva entrare. Lei si limitò ad annuire.

<< Stai bene? >> le domandò affettuosamente raggiungendola accando alla finestra.

Lei di nuovo annuì.

Temeva che se avesse parlato sarebbe nuovamente scopppiata a piangere.

<< Ti chiedo scusa, papà, ma non lo sopporto più! È troppo pesante. Perché mi tratta così? Non è giusto! >> disse la ragazza poi con rabbia.

<< Bonnie, sei sicura che la colpa sia solo di Damon? O è anche per la notizia che ti ha dato Denise? >> le domandò Giuseppe arrivando subito al nocciolo della questione.

Infatti prese Bonnie in contro piede. Lei sbattè un pò le palpebre sorpresa e poi abbassò la testa.

<< La ragazza... >> incominciò a dire Bonnie a testa bassa.

<< Elena. >> la corresse il padre.

<< Da quanto tempo è nella tua vita. >> gli domandò Bonnie ignorando la correzione fattale poco prima.

<< Non da molto. >> le rispose sinceramente Giuseppe, alzando le spalle.

<< Se sposi questa ragazza.... dimenticherai la mamma? >> gli domandò Bonnie dopo aver annuito alla sua risposta.

<< Com'è possibile che io la dimentichi! Abbie, mi scorre nelle vene... >>

<< Ma se hai deciso di sposarla significa che la ami. >> lo interruppe Bonnie alternando lo sguardo tra il pavimento e suo padre.

<< Denise mi ha detto che vuoi sapere se accetto. >> gli disse Bonnie vedendolo in difficoltà, non nel dire che la ama, ma nel dirlo davanti a lei, sapendo che non lo avrebbe accettato.

<< Tesoro, non sono un bambino, so quello che è giusto o sbagliato per me e nonostante ciò mi interessa molto che tu accetti il fatto che io mi voglia risposare. Io so che è la cosa giusta per me. Ho preso questa decisione solo dopo averci pensato per molto tempo, vagliando i vari pro e contro. So che è la cosa giusta da fare. >> le disse dolcemente, accarezzandole i lunghi ricci.

<< Se è questo che pensi... >> gli disse freddamente Bonnie torturandosi le dita a testa bassa.

Non voleva mostrargli le nuove lacrime che facevano capitolino sui suoi occhi.

<< Da quest ultimo commento capisco che non sei d'accordo... senti, parliamone più avanti, d'accordo? Però io voglio che tu ci pensi molto bene, prima di dirmi quello che deciderai mettiti al mio posto e agisci di conseguenza. >> le disse affettuosamente, dopodiché la lasciò con un bacio sulla fronte e dopo un'abbraccio, chiuse dietro di sè la porta della camera della Rossa, che una volta che il padre uscì tornò a guardare fuori dalla finestra e a pensare a ciò che le aveva detto.

 

Il giorno dopo trovò Giuseppe, nel suo studio in giardiono, che continuava con la nuova lastra.

Bonnie intanto aveva appena finito di sistemarsi i capelli e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

<< Buongiorno. >> salutò freddamente suo fratello e Denise, tirando dritto.

<< Buongio- >> stava dicendo Matt, quando si interruppe chiedendosi cosa avesse la sorella.

Bonnie scese le scale e alla fine incontrò Camille, che stava facendo il suo solito giro con l'innaffiatorio.

<< Hai innaffiato quella in camera tua? >> le domandò con un sorriso la ragazza.

<< No. >> rispose bruscamente Bonnie, continuando a camminare e poco dopo arrivò di fronte alla porta della cucina.

<< Buongiorno, piccola mia. >> la salutò calorosamente la signora Flowers, mentre i presenti in cucina, cioè Stefan, Jeb e Sue le rivolgevano un sorriso caldo.

<< Papà è già sveglio? >> domandò Bonnie ignorandoli.

<< Sì. Si è svegliato presto ed è andato nel suo laboratorio, in giardino.. >> le comunicò Sue preparando il caffè per la colazione.

Stefan le sorrise in segno di saluto, mentre Jeb andava da lei, per il solito bacetto mattutino.

Bonnie dopo avergli dato distrattamente un bacino sulla guancia uscì di casa, andando verso il laboratorio del padre, che non appena la vide si affrettò a nascondere la lastra a cui lavorava nel cassetto della scrivania per tirare fuori la lastra di Bonnie e coprirla con il vellutto. Solo allora andò ad aprire la porta, chiusa a chiave.

<< Papà... - disse Bonnie mentre entrava lentamente nella casetta. - continuerai a volermi bene? >> << Che domande sono, piccola mia. Come potrei non volerti più bene? >> le domandò Giuseppe facendola sedere sulle sue ginocchia come si fa con i bambini.

<< Anche se ti sposerai? >> gli domandò ancora incerta.

<< Certamente. >> le disse sorridendo.

Stavano raggiungendo un accordo.

<< Me lo prometti? >>

<< Te lo prometto. >>

<< Allora va bene. >> disse freddamente alzandosi di scatto.

<< Se non cambierà il modo in cui tratti me e Matt, allora va bene. >> gli disse guardandolo fisso negli occhi.

<< Grazie, tesoro mio. >> le disse Giuseppe con un sorrido felice, mentre si alzava ad abbracciarla.

<< Ti voglio bene, papà. >>

 

 

 

Intanto a casa Gilbert Maggie, Meredith e Alaric erano seduti in giardino a fare colazione, mentre Elena si faceva la doccia, in camera sua.

<< Meredith, l'hai vista questa? >> domandò Maggie alla figlia facendole vedere una foto del matrimonio, nel giornale che leggeva.

La foto ritraeva i due sposi con lei vicino e accanto ad Alaric i suoi genitori.

<< Sì. È venuta male vero? >> le domandò la figlia, sgranocchiando una fetta biscottata.

<< Anche quello che c'è scritto sotto, fa schifo. >> le disse Maggie con un sospiro accingendosi a leggere.

<< "Guerra fredda al matrimonio della giovane Gilbert. La famiglia dello sposo lascia la festa prima che questa cominci. " >>

Meredith lanciò uno sguardo preoccupato al marito.

<< Io e Meredith abbiamo deciso di non leggere nulla di quello che c'è scritto sui giornali. Finirebbero solo per rovinarci l'umore. >>

<< Tutte stupidaggini. >> disse sta volta Maggie, chiudendo il giornale e buttandolo su un tavolino lì accanto.

<< Guardate invece questa foto. Io e Giuseppe nella stessa foto. >> disse Maggie, mentre guardava un'altra rivista.

<< Fammi vedere... >> le disse Meredith sorridendo.

La madre gliela porse e la sposa annuì con un sorriso tirato quando si accorse che nella foto, accanto a loro era presente anche Damon.

Intanto in camera di Elena, la ragazza sì era sciugata i capelli, si era vestita, e si stava truccando quando lo squillare insistente del suo telefono la interruppe.

Era Giuseppe.

<< Pronto. >>

<< Buongiorno. Ti ho svegliata? >> le domandò Giuseppe preoccupato.

<< No. Mi sono svegliata presto. Ero seduta in camera e aspettavo solo di sentire la tua voce. >> gli disse Elena civettuola.

<< Elena. Ho parlato con Bonnie... >>

<< E...? >> gli domandò lei aspettando che continuasse.

<< Ha accettato la situazione senza fare troppi capricci. >> le comunicò contento.

<< Davvero? >> domandò lei un pò dispiaciuta.

Significava che non avrebbe giocato ancora per molto con i sentimenti della madre.

<< Quindi... se ti va ... ufficializziamo la cosa. >>

<< Certo che mi va. >> gli rispose lei con un ghigno.

Mentre giocherellava con delle ciocche di capelli.

<< E... per Maggie? Glielo dici tu o lo faccio io? >>

<< Fallo tu. Però faccia a faccia, non per telefono. >> gli disse Elena pregustando la faccia della madre quando l'uomo che aveva puntato le avrebbe detto che voleva la figlia.

<< D'accordo, ma non di prima mattina. La chiamo più tardi per vedere quando è libera. >>

Elena si affacciò alla finestra e vide la madre che leggeva il giornale chiacchierando con la sorella.

<< Mamma è sveglia. Per lei non è presto, puoi parlarle anche adesso. >> gli disse gongolando lei. Non vedeva l'ora di vedere la reazione della madre.

<< D'accordo, allora arrivo. Sono molto nervoso mi sento un ragazzino. >>> le disse ridacchiando nervosamente.

<< Anche io lo sono. >> gli disse falsamente lei mentre se la ghignava divertita.

<< Ci vediamo tra poco allora. >> le disse chiudendo la telefonata.

<< A dopo. >> gli rispose Elena, per poi rimettere il telefono sulla toeletta e tornare a truccarsi.

Dopo essersi truccata raggiunse gli altri in giardino.

<< Buongiorno. >> disse allegra andando a dare un bacio sulla guancia sia alla sorella che al cognato.

<< Non sei andata da tuo padre, oggi? >> le domandò Maggie curiosa.

<< No, volevo vedere Meredith e Rick. >>

<< Oh, significa che ci vuoi bene. >> le disse scherzando Alaric.

<< Avevi dubbi? >> gli domandò Elena stando al gioco, mentre si sedeva accando alla madre, di fronte alla sorella e ad Alaric.

<< Ti vedo euforcica, oggi. Cos'è successo? >> domandò Meredith, altrettando allegra.

< Ho dormito bene. >> le rispose semplicemente Elena, mentre si versava dell'aranciata.

<< Guarda le riviste. Parlano tutte del matrimonio. >> le comunicò Maggie, contenta per essere riuscita ad attirare l'attenzione dei Media.

<< Davvero? Le guardo dopo. >> le rispose Elena bevendo il suo succo.

<< Signora Gilbert, il signor Giuseppe McCullough chiede di lei. >> le disse Katherine entrando, o meglio uscendo in giardino con il telefono in mano.

Maggie, lo prese chiedendosi perché Giuseppe l'avesse chiamata. Elena intanto faceva colazione, comportandosi come se non ne sapesse nulla.

<< Pronto, Giuseppe. >>

<< Buongiorno Maggie, come va? >> le domandò per essere cortese.

<< Bene grazie, tu? >> gli domandò lei atrettanto cortese.

<< Bene, grazie... se non ti da fastidio, vorrei farvi visita. >> le disse il signor McCullough non sapendo come diglielo.

<< Oggi? Sei sempre il benvenuto, nessun fastidio. >> gli rispose lei mentre si ravvivava i capeli con una mano.

<< Sì, vorrei parlarti di un'argomento abbastanza importante. >>

<< Buone notizie, spero. >>

<< Lo spero anche io. >> le disse lui, che intanto si stava allacciando la cravatta, preparandosi ad andare da lei.

<< Oh, Giuseppe. Mi hai messo la pulce nell'orecchio. Di che si tratta? >> gli domnandò Maggie facendo la gatta morta.

<< Ehm, non sono cose da dire al telefono. Vengo da te e poi ne parliamo. >> le disse Giuseppe un pò in difficolta.

<< D'accordo. Ti aspettiamo. >> gli disse salutandolo e poi chiudendo la chiamata.

Comunicò il tutto ai presenti sul tavolo, euforica Elena, le fece i complimenti con un ghigno, mentre Meredith sentiva puzza di bruciato, metaforicamente parlando, Alaric invece non sapeva che pensare.

Dopo averli salutati Maggie, si andò a preparare contentissima.

Giuseppe intanto si era messo uno smoking nuovo e stava scendendo le scale diretto alla macchina per andare a casa Gilbert quando incontrò Bonnie che le stava salento.

<< Dove vai? >> gli domandò, tranquilla.

<< A casa Gilbert. Voglio informare Maggie della nostra decisione. >> le disse sorridendo.

Bonnie intatnto si sentì tradita.

Non aveva aspettato neanche 24 ore per andare da Maggie e lascire che Bonnie si abituasse all'idea.

Aveva fretta si disse severamente.

<< Siamo d'accordo, no? >> le domandò Giuseppe vedendo che la ragazza non reagiva.

<< Sì. >> rispose sempre tranquillamente lei.

<< Bonnie... >>

<< Matt, ancora non ne sa nulla. >> lo interruppe prima che potesse dirle qualsiasi cosa.

<< Sono sicuro che per lui non ci sono problemi. Gli parlerò dopo. >> le disse il padre con calma dopodiché le scoccò un bacio sulla fronte e uscì, lasciandola devastata.

Bonnie dopo che il padre uscì lasciò scorrere le lacrime che le si erano accumualate negli occhi e cominciò a correre per le scale andando verso la sua stanza.

Il cima alle scale incontrò Denise, che aveva assistito a tutto e la guardava mortificata, come se fosse colpa sua se Giuseppe aveva deciso di sposarsi.

Bonnie la guardò nel qualche secondo e poi le si buttò tra le braccia cercando conforto e Denise glielo diede più che volentieri.

 

 

 

A casa Gilbert intanto erano tutti in salotto, seduti e di fronte a soro Giuseppe.

<< La villa è belllissima, mi è piaciuta molto. E Bonnie è adorabile. >> si stava complimentando Meredith.

<< Grazie. >> le rispose Giuseppe lusingato.

<< Giuseppe, se vuoi possiamo parlare in ufficio. >> disse Maggie, volendo un pò di pivacy.

<< No, no. La verità è che forse è meglio che parliamo di fronte a tutti. >>

<< Mi hai davvero incuriosita. Di che si tratta. >> gli domandò Maggie, facendo una voce da adolescente in piena crisi ormonale mentre sbatteva vistosamente le ciglia.

Ad Elena venne da ridere, vedendola e le venne ancora più voglia di vedere quanto l'avrebbe sconvolta la notizia che stava per ricevere.

<< Vi chiedo scusa, se sono un pò nervoso.- incominicò a dire Giuseppe lisciandosi la cravatta. - Maggie, come sai io sono solo da molto tempo. >> riprese Giuseppe, tremendamente serio.

La signora Gilbert si limitò a sbattere le ciglia annuendo.

<< E mi vorrei risposare con un bella donna. >> continuò a dire.

Maggie, sorrise imbarazzata abbassando gli occhi.

Alaric guardò Maggie, Elena guardava la madre con un ghigno, ma Meredith guardava la sorella, cominciando a temere di sapere per quale bella donna Giuseppe si era presenattato. E si domandava come la sorella avesse potuto fare ciò alla madre.

<< Io ho avuto il coraggio di venire solo perché so che i miei sentimenti sono ricambiati, in questa casa soprattutto. >> continuò a dire Giuseppe, mettendo in imbarazzò Maggie, che continuava a sorridere guardando a terra.

Giuseppe si fermò per un attimo, in cui scambiò uno sguardo intenso con Elena poi prese coraggio e si rivolse nuovamente a Maggie.

<< Non farò molti giro di parole. Maggie, io... dopo la tua approvazione... io... chiedo la mano di Elena. >> disse sconvolgendola.

Il sorriso che Maggie aveva stampato in viso si congelò.

Alzò gli occhi guardando Giuseppe e poi guardò la figlia.

<< S-Stai scherzando vero? Sicuramente è uno scherzò. >> disse alternando lo sguardo tra Giuseppe e la figlia che la guardava godendosi la scena.

 

 

<< Veramente no. Sono molto serio Maggie. >> le disse Giuseppe, sorpreso.

<< Come puoi pensare che Elena possa essere un sposa per te, non vedi la differenza di età tra voi? >> gli sbottò contro Maggie scattando in piedi.

<< Mamma... >> disse Elena ammonendo la madre.

Non si aspettava una reazione così drastica.

<< Credi veramente che sia la donna adatta per te? Ma con che coraggio?! Davvero non hai notato la differenza d'età? >> continuò ad urlagli contro Maggie ignorando la figlia.

<< Mamma... per me non è importante. >> disse Elena riferendosi alla differenza di età.

Giuseppe intanto abbassava la testa sconvolto dalle parole di Maggie, non avrebbe mai pensato ad una reazione come quella da parte della donna, anzi pensava che avrebbe accettato più che volentieri.

<< E ti sei dimenticato di avere due figli? Tu figlia ha quasi l'età di Elena! >> continuò la donna sprezzante, mentre indicava Elena.

<< Mamma... >> le disse Meredith, cercando di calmarla in quache modo.

<< No... non è possible... farò finta di non aver sentito nulla. >> gli disse nuovamente Maggie, dopodiché lasciò la stanza furiosa.

Tutti i presenti in stanza la seguirono con lo sguardo, sconvolti dalla sua reazione e soprattutto dalle sue parole.

<< Io, credo sia ora di andare. >> disse Giuseppe dopo un pò, ancora scosso dalla reazione esagerata della donna.

<< Scusate. >> disse alzandosi dalla sedia e facendo per andare via, ma Meredith cominciò a parlare dopo che anche lei si alzò e con lei tutti gli altri, tra cui Elena che andò a prendere Giuseppe per il braccio, come a trattenerlo.

<< Signor McCullough, non si offenda per la reazione di mamma, è solo che è rimasta un pò sorpresa. >> disse cercando di rimediare per la madre.

<< Abbiamo preso la nostra decisione. Non ci serve il permesso di mamma per sposarci, quindi che lei lo voglia o no, noi ci sposeremo. >> le disse Elena, gelida, accarezzando il braccio di Giuseppe, per poi finire la frase prendendolo per mano.

<< Buon viaggio. >> gli disse semplicemente Giuseppe, sorridendo cortese.

<< Grazie. >> risposero quasi in coro i neosposini.

Dopo aver annuito leggermente Giuseppe lasciò la stanza diretto verso l'uscita ed Elena lo accompagnò.

<< Maggie, non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo. >> mormorò Alaric, dispiaciuto per Giuseppe.

Meredith, non potè che annuire dando ragione al marito.

Sua madre aveva esagerato.

Intanto nell'atrio della casa Elena aveva fermato Giuseppe e gli disse che non voleva che lui se ne andasse, guardandolo dispiaciuta.

<< Ne parleremo un'altro giorno, ora devo andare. >> cominciò a dire Giuseppe, ma si interruppe quando vide Maggie fare capolino dalla porta del salotto, fissandoli con uno sguardo che lanciava fulmini e saette.

Giuseppe ricambiò lo sguardo, furente e poi uscì seguito da Elena.

Non era mai stato trattato in qual modo e Magnolia Gilbert era l'ultima persona al mondo che poteva giudicarlo.

<< Giuseppe... >> disse Elena posizionandosi di fronte all'uomo e fermandolo forse casualmente... forse, di fronte alla finestra del salotto, dalla quale Maggie li stava guardando, ma Giuseppe essendo di spalle, non aveva notato nulla.

<< Non te la prendere. La nostra decisione è quella che conta di più. >> gli disse Elena dolcemente.

<< Io ti amo. >> gli disse ancora falsamente guardandolo dritto negli occhi.

<< Non avrei mai pensato che tua madre ostacolasse il nostro matrimonio. >> le disse Giuseppe dopo essersi ripreso dalla confessione di Elena, che guardò la madre oltre la finestra alle spalle di Giuseppe e la fulminò.

<< A quanto pare ho superato il limite. Non avevo messo in conto questo. >> continuò a dirle Giuseppe ripensando alle parole di Magnolia.

<< Giuseppe, ti amo. Nient'altro conta. >> gli ripeté Elena guardandolo fisso.

<< Non voglio metterti contro la tua stessa famiglia. >> le disse Giuseppe ragionevolmente.

Elena anuuì leggermente e fulminò nuovamente la madre, dopodiché mise su un ghigno che avrebbe fatto preoccupare chiunque, poi accarezzò la guancia di Giuseppe, che apprezzò quel contatto.

<< Accetterà, amore mio, non ti preoccupare. >> gli disse continuando ad accarezzarlo.

<< Mi ha sonvolto, non so più che fare. >> le confessò lui, ad occhi bassi.

Elena dopo avergli sorriso e lanciato un ghigno alla madre, si avvicinò a lui, per poi baciarlo, per la prima volta.

<< Andrà tutto come vogliamo noi, ne sono sicura. >> gli disse poi.

Giuseppe, le prese la mano, che lo accarezzava e le lasciò un tenero bacio sul palmo, in segno di saluto, dopodiché se ne andò lasciando Elena a casa sua. Maggie, alla vista di quel bacio si girò disgustata, mentre Elena con un sorriso affettuto, quello che stava giusto rivolgendo a Giuseppe, continuò a guardare verso la porta della villa finché non vide Giuseppe salire in macchina e andarsene, dopodiché il sorriso si trasformò in una smorfia infuriata e la ragazza rientrò in casa a passo di carica.

Elena aveva appena varcato la soglia di casa diretta verso il salotto quando Meredith la fermò appena in tempo, per un braccio.

<< Elena! Non parlarle ora, lascia che sbollisca un pò la rabbia. >>

<< No! Deve pagarla, per tutta quella insolenza. >> sibilò la bionda scollandosi di dosso la mano della sorella.

<< Sporca bugiarda! Da quanto tempo è che stai architettando tutto ciò? >> le domandò con calma Maggie appoggiandosi al tavolo, di fronte alla figlia, dall'altra parte del mobile.

<< Lui si è avvicinato a me. La copa è sua. >> le rispose altezzosa la figlia.

<< Il tuo è solo un capriccio, per farmela pagare. A te di Giuseppe non interessa proprio nulla. >> continuò Maggie, con una calma innaturale.

<< Io e Giuseppe ci amiamo da tempo. >> urlò Elena.

<< Ah sì? E allora perché non lo hai detto tempo fa? >>

<< Perché non volevo distruggere i tuoi sogni. >> la scimmiottò Elena con un sorriso derisorio.

Intanto Alaric e Meresith, sulla porta, assistevano impotenti al litigio.

<< Maleducata. >> sibilò Maggie, disgustata dalla sua stessa figlia.

<< Eri così persa nei suoi sogni che ho voluto lasciarteli godere per un pò. >> le disse Elena tirandosi teatralmente i capelli indietro.

<< Vedrai chi è che finirà per bruciarsi tra noi due. Non ti sposerai con Giuseppe. >> sibilò Maggie solenne.

<< E chi vuoi che ci fermi? Tu? >>

<< Sì, io! >> rispose Maggie, guardandola con odio.

<< Giuseppe ti ha parlato solo perché é un uomo corretto e rispettos. Ho 25 anni e faccio quello che mi pare. >> le urlò contro Elena.

<< Appunto! Hai 25 anni! Milioni di ragazzi vorrebbero mettersi con te. Perché proprio lui, eh? Perché?! >> disse urlando per la prima volta anche Maggie.

<< Perché tutti i ragazzi intorno a me, mi conoscono come "la figlia della signora Gilbert". >> le disse Elena girando attorno al tavolo e avvicnandosi alla madre lentamente.

Meredith intanto, non riusciva a sostenere quella conversazione, ma non poteva che assitere. L'unica cosa che poteva fare era stingere spasmodicamente la sua borsa sperando che quella conversazione, o meglio che quel litigio finisse in fretta.

<< Ci sorridono cortesi, quando siamo con loro, ma non hai idea di quello che ci dicono alle spalle. Prendi Eric Salzman. Ha rifiutato di venire a chiedere la mano di tua figlia per colpa delle storia che girano su di te, Magnolia. >> le gridò letteralmente in faccia, le separavano solo pochi certimenti ormai.

<< Taci. >> sibilò Maggie.

Alle parole di Elena, Meredith, sentì spezzarsi qualcosa dentro di lei. Sapeva che la sorella aveva ragione e lo sapeva anche lei prima di sposare Alaric, ma aveva preferito non pensarci, fare addrittura finta di non averlo capito, pur di sposare l'uomo che amava.

Dopo aver abbassato lo sguardo cercando di repremere le proprie lacrime Meredith guardò verso il martio e trovò anche lui a testa china.

<< Vado in macchina. >> le sussurrò, per poi uscire.

Erano cose di famiglia e lui non aveva alcun diritto di stare ad ascoltare. Si sentiva di troppo.

<< Sei sulla lingua di tutti! E mi vergogno di te. >> continuò a urlarle contro la Bionda.

<< Zitta, ti ho detto di tacere! >> gridò anche la madre, furiosa.

<< Giuseppe, ha ignorato tutte quelle voci e ha fatto finta di non sapere nulla perché ama me. >> disse Elena sbattendo emergicamente la mano sul tavolo.

<< Hai sentito? Una persona per bene e seria mi libererà da questo schifo di casa. Quando mi sposerò con Giuseppe, non sarò più "la figlia della signora Gilbert". >>

<< Continua pure a sognare. Non ti concederò questo lusso. Non permetterò questo matrimonio, per nulla al mondo! >> sbottò Mggie.

<< E perché? Perché Giuseppe non ha chiesto la tua mano? >> le domandò malefica, Elena.

Il tempo di assorbire quelle parole e il classico rumore di una schiaffò si fece sentire in salotto.

Un schiaffo talmente forte che fece voltare la testa alla bionda, che insensiblie e più cattiva che mai, girò la testa verso la madre, guardandola dritto e non dando cenno di esserci fatta male.

<< Lui ha scelto me! Se avesse scelto te staresti facendo i salti mortali per tutta casa, ma lui ha scelto me! >> le disse Elena fra i denti, inviperita.

<< Villana! >>

<< Non hai alcun potere in questo. Non riuscirai a fare nulla. >> le urlò Elena ignorando l'insulto che le rivolse la madre. E dopo averle lanciato uno sguardo pieno di odio e risentimento, uscì di casa, trascinando per mano la sorella, che le correva dietro, instabile.

<< Aspetta qui. Prendo le chiavi della macchina e vi accompagno in aeroporto. >> le disse una volta in atrio mentre si accingeva a salire le scale, con furia.

Arrivata in camera sua, la bionda si sedette sul letto, cercando di calmarsi facendo profondi respiri, poi andò di fronte alla toeletta a guardarsi e lì si rifece il trucco con un ghigno.

 

 

 

Intanto Giuseppe, dopo aver lasciato casa Gilbert, andò direttamente al cimitero, a visitare Abbie. Era lì, fermo di fronte alla sua tomba, ma non faceva che pensare alle parole di Maggie.

Come puoi pensare che Elena possa essere un sposa per te, non vedi la differenza di età tra voi? Credi veramente che sia la donna adatta per te? Ma con che coraggio?! Davvero non hai notato la differenza d'età? E ti sei dimenticato di avere due figli? Tua figlia ha quasi l'età di Elena! No... non è possible... farò finta di non aver sentito nulla.

Non faceva che pensarci, profondamente sconvolto e ferito.

Pensava e ripensava a quelle parole, mentre accarezzaca distrattamente la tomba di sua moglie.

 

 

Intanto a casa McCullough, Bonnie gironzolava per il giardino cercando di passare il tempo mentre aspettava il ritorno del padre, quando si tirovò davanti al laboratorio del padre.

Si avvicinò alla porta, mise le mani a coppa sul vertro della porta e cercò di guardare all'interno. Appoggiandosi alla porta, questa si aprì.

Giuseppe non l'aveva chiusa, prima di uscire.

Bonnie si torturò le dita per qualche secondo, non sapendo che fare, doveva entrare o no?

Poi si decise ed entrò lentamente avvicinandosi alla scrivania, sulla quale c'era la lastra alla quale Giuseppe stava lavorando, protetta con il solito fazzoletto in velluto.

A Bonnie scappò un sorriso, pensando che quella fosse la sua lastra, presa dalla curiosità di vedere come stava venendo scoprì la lastra.

Ciò che vide la sconvole.

Quella non era la sua lastra, ma un'altra, dalla quale emergeva il viso di Elena Gilbert ed era già terminata. Bonnie la prese un'attimo in mano, non credendo ai proprio occhi e poi appurando che i suoi occhi funzionavano più che bene buttò la lastra con un tonfo sulla scrivania, come se si fosse bruciata e si allontanò di qualche passo, ancora incredula.

Furiosa cominciò ad aprire tutti i cassetti della scrivania in cerca di qualcosa con cui distruggere quella lastra. Continuando ad aprirli, vide un'altra lastra, nascosta in una cassetto e anche quella protetta con del velluto. La prese lentamente in mano e la scoprì: era la sua.

Non finita.

La prese, la mise sulla scrivania e con calma richiuse tutti i cassetti rimise la astra della Gilbert al proprio posto per poi ricoprirla, poi prese la sua lastra, se la strinse al petto e uscì dal laborariorio del padre , lasciando tutto come lo aveva trovato, camminanco svelta per andare in camera sua.

Mentre saliva le scale incontrò Matt e Damon che le scendevano.

<< Dimmi dove vai, per favore. >> chiedeva il ragazzino sporgendo il labbro inferiore, cercando di intenerire il fratello.

<< Oggi, la mia ragazza, torna da un viaggio. Vado a prenderla in aeroporto. >> comunicò Damon spettinando i capelli al ragazzino, che infastidito, se li pettinò con le mani.

<< La tua ragazza Caroline? Portami con te, la voglio conoscere. >> gli disse Matt congiungendo le mani in segno di preghiera.

<< No, un'altra volta, ora devo andre. >>

<< Oh, mi dici sempre così, poi scappi lasciandomi a casa da solo. >> gli rispose il ragazzino sbuffando e facendolo scopiare a ridere.

<< Buongiorno, signorina >> disse Damon a Bonnie dandole una pacca sul sedere, per infastidirla, ma Bonnie non reagì. Si limitò a nascondere la lastra dietro la schiena mentre saliva le scale con lo sguardo rivolto verso Damon, che le aveva scese da poco.

<< Abbiamo salutato, asociale. >> disse nuovamente il Roro, per farla sclerare, come al solito, ma lei lo ignorò, girò i tacchi e corse verso la sua stanza.

Damon intanto, si liberò di Matt, e andò diretto verso l'aeroporto.

Intanto Bonnie in camera, aveva lasciato libere le lacrime, e mentre scopriva la lastra e la accarezzava, pensando alla promessa che le aveva fatto il padre quella stessa mattina nel suo laboratorio.

 

 

 

Intanto a casa Gilbert, Elena aveva preso la sua borsa e stava uscendo diretta alla macchina così mandò Katherine a chiamare Meredith e Alaric che la aspettavano in sala da pranzo.

Meredith prima di uscire, tornò in salotto per salutare la madre e dirle che era preoccupata per lei; Maggie le rispose che non c'era nulla che potesse metterla di cattivo umore e dopo averle detto di godersi la luna di miele la abbaraccio, per la prima volta affettuosamente, come solo una madre poteva fare e la lasciò andare dopo aver abbracciato anche Alaric.

Merdith salì, silenziosa, sul lato del passeggero accanto ad Elena.

<< Come sta? >> si informò la Bionda, atona.

<< Come vuoi che stia?- le domandò retoricamente Merdith mentre si allaciava la cintura di sicurezza.- Perché mi hai tenuto nascosto una cosa del genere? >>

<< Non volevo dire niente, prima di essere sicura. >> le disse Elena mettendo su una faccia da cane bastonato.

Alaric, intanto portava in macchina le valigie.

<< Come si è arrivato a questo? Quando vi siete avvicinati tanto? >> le chiese ancora la sorella sconvolta.

<< È una storia lunga. >> le disse Elena, per niente intenzionata a raccontargliela.

<< Sei sicura di amarlo? >> le domandò severamente Meredith.

<< Sì. Lo amo molto. La voce e gli sguardi di Giuseppe, mi fanno provare cose, che non avevo mai provato con nessuno. Vedo una tristezza infondo ai suoi occhi e ci rivedo me stessa. È una persona sensible, e affettuosa... >>

<< E ricca. >> la interruppe Meredith, volendo capire se era per i soldi che gli si era avvicinata.

<< Mi sento al sicuro e amata accanto a lui. Sono sicura che sarò felice al suo fianco. >> continuò a dire Eleana ignorando l'affermazione della sorella.

<< Anche se mamma non lo vuole? >> le domandò fredda Meredith.

<< Sì, anche se non lo vuole. >> le rispose Elena anche lei mettendosi la cintrura di sicurezza, mentre Alaric che aveva messo tutte le valigie per portabagagli, saliva in macchina, ignaro della conversazione tra le due sorelle.

Elena partì, silenziosa, così come sua sorella.

<< Sono molto felice per te Elena. Il signor Giuseppe è una bravissima persona. Tutti lo stimano e lo ammirano. >> disse all'improvviso Alaric.

La diretta interessata si limitò a sorridergli continuando a tenere gli occhi sulla strada.

<< Non avresti mai avuto il coraggio di dirlo di fronte a mamma. >> intervenne Meredith ridacchinado e facendo scoppiare a ridere anche il marito.

<< Sarò imparentato con Giuseppe McCullough... davvero bello. >> disse Alaric guardando dalla finestra ridacchiando.

<< Io ho paura di quello che potrebbe accadere, per colpa di questa storia. >> mormorò preoccupata invece Meredith.

<< Non succederà un bel niente. Lei accetterà. Non ha altra scelta. >> le disse tranquillamente Elena.

Sapeva che la madre avrebbe accettato, almeno per i soldi.

<< Scusami, se andate d'accordo e vi amate, perché qualcuno dovrebbe mettervi i bastoni fra le ruote? >> domandò retoricamente Alaric.

<< Tu non hai idea di quello che dice e fa mia madre quando è arrabbiata. >> gli disse Meredith, per nulla tranquilla.

<< Sta tranquilla. Nessuno influenzerà la mia decisione, non c'è niente al mondo che possa imperdire il mio matrimonio con Giuseppe. >> le disse Elena, determinata.

A quella confessione Meredith fece un sospiro. Quella storia non prometteva nulla di buono.

 

Intanto a casa Gilbert Katherine aveva detto a Maggie che l'avvocato la aspettava in macchina, per andare nel suo ufficio a discutere di lavoro. Così dopo essersi cambiata, Magnolia uscì di casa diretta verso la macchina dell'avvocato con portamento regale.

Sembrava la regina dei ghiacci.

 

Allo stesso tempo a casa McCullough, Bonnie stava parlando con sua zia, nonché sorella maggiore di Giuseppe.

<< Ok allora ci vedremo oggi... ti serve qualcosa da qui? Ok... sì, zia... gli parlo e poi ti saprò dire... >> Bonnie chiuse la chiamata, frettolosamente, perché vide la macchina del padre, entrare nel cortile della villa.

Giuseppe salì stancamente le scale, distrutto dal peso dei suoi pensieri. Andò direttamente in salotto nel primo piano e lì si sedette, cercando di annalizzare la situazoione a mente fredda.

<< Posso rubarti un minuto? >> gli domandò Bonnie entrando quando lui annuì, intanto Matt, passava di lì e si unì a loro, curioso di sapere cosa avesse da dire la sorella.

<< Sei stato occupato nell'ultimo periodo...- disse Bonnie dopo che si sedettero sul divano e poi continuò.- e ho pensato che magari possiamo andare alla fattoria, da zia Martha e passiamo qualche giorno lì. >>

<< Sì! Quando? >> scattò Matt, saltellando sul posto.

<< Oggi, dopo pranzo. >>

<< Sì, è una bellissima idea sorellina. >> le disse il piccolo saltandole addosso per poi stritolarla in un abbraccio.

<< Così tu portrai lavorare in pace e noi non ti disturberemmo. >> gli disse velenosa, la Rossa, ripensando alla lastra sulla scrivania del suo laboratorio.

<< Chi verrebbe con voi? >> le domandò guardandola un tantino male per il tono che aveva usato.

<< Io e Matt. >>

<< Sì. >> ripetè il ragazzino continuando a saltellare.

<< E lo diremo a Denise, magari viene anche lei con noi. E anche Stefan. >> elencò a testa bassa, torturandosi le dita.

<< D'accordo. >> gli disse Giuseppe.

<< Sì! Vado a dirlo a Stefan e anche a Denise. >> urlò Matt, cominciando a correre diretto al piano inferiore.

<< Aspetta Matt! Prima dobbimamo parlare con vostra zia e vedere se le va bene. >> disse il padre interrompendo la sua corsa.

<< Le ho parlato poco fa. Ci sta aspettando. >> gli disse freddamente Bonnie, sorprendendolo. Il comportamento della figlia non lo convinceva affatto.

Sicuramente gli nascondeva qualcosa.

<< Allora vado a dirlgielo. >> urlò ancora Matt e si rimise a correre per le scale.

<< Va bene. Io vi raggiungo a fine settimana. >> le disse Giuseppe accarezzandole distrattamente il braccio.

<< Ci raggiungi davvero? >>

<< Finisco quello che ho da fare qui e vi raggiungo. >>

<< D'accordo, allora ci farai sapere. >> rispose Bonnie freddamente.

<< Altro? >> le domandò affettuosamente il padre.

<< No grazie, nientr'altro. >> rispose la rossa guardando dritto di fronte a sé.

Giuseppe dopo aver annuito si alzò e andò in camera sua.

 

 

 

Damon intanto fuori dall'aeroporto era appogiato alla machchina e aspettava che Caroline uscisse, mentre giocherellava con le chiavi dell'auto.

Proprio in quel momneto Elena parcheggiò dietro di lui, naturalmente Damon non poté lasciarsi perdere l'occasione di infastidire qualcuno, così li raggiunse.

La prima a notarlo fu Meredith, che lo guardò con aria preoccupata.

Che altro voleva?

<< Buongiorno. >> li salutò.

Meredith non gli rispose, anzi guardò dalla parte opposta.

Elena lo fulminò con lo sguardo come al solito.

L'unico a salutarlo se pur in modo freddo e disataccato fu Alaric, che tirava fuori le valigie dalla macchina di Elena.

<< Sei venuto a salutarci? >> gli domandò sarcasticamente mentre chiudeva il portabagagli.

<< Ah, se avessi saputo che andavate in viaggio giuro che sarei venuto. Sono qui a prendere una persona. >> gli comunicò stando al gioco, mentre si toglieva teatralmente i Ray Ban.

<< Che coincidenza... >> mormorò Alaric nuovamente sarcastico.

<< Si chiama così per questo. >> rispose l'altro alzando le spalle ghignando.

<< Come va? Sei felice? >> domandò poi direttamente a Meredih usando un tono di voce molto intimo.

<< Molto, grazie. >> rispose lei con un sorriso forzato.

<< Aspettatemi, faccio il ticket e vi raggiungo. >> intervenne Elena spegnentdo il motore della macchina e uscendone.

Solo in quel momento Damon si accorse di lei.

<< Non c'è bisgono, tesoro. Siamo in ritardo, saliremo subito in aereo. >> le disse Meredith.

<< Come volete... >> disse andando ad abbracciare la sorella raccommandandole di avere cura si sé per poi salutare anche Alaric, facendogli promettere che avrebbe avuto cura di Meredith.

<< Ho sentito la lieta notizia. Presto saremo parenti. >> disse tagliente Damon, non appena i due sposini entrarono nell'aeroporto.

<< Già... è questa la parte peggiore. >> rispose Elena altrettanto velenosa, aprendo la portiera dell'auto.

<< Eehhh. Perché non andiamo in un bar e ne parliamo davanti ad una tazza di caffè? >> le domandò il ragazzo richiudendole la portiera dopodiché ci si appoggiò impedendole così di salire in macchina.

Elena lo guardò per qualche secondo, chiedendosi che avevesse in mente.

<< Il tuo ospite è arrivato. >> gli disse la Bionda facendo cenno con la testa alle sue spalle.

Damon dopo essersi guardato alle spalle intravedendo Caroline, si allontanò dall'auto disgustato, permettendo così ad Elena di salirci e poi andare via.

<< Amore... >> disse Caroline andandogli incontro.

<< Bentornata. >> rispose lui baciandola.

<< La ragazza di prima assomigliava molto a Merdith. È la sorella? >> si informò la biondina, domandandosi perché fosse lì.

<< Eh sì. Elena. La fidanzaata di mio zio. >> le rispose lui, dopodiché si cacciò a ridere constatando quanto quella situazione fosse buffa.

<< La fidanzata di tuo zio? Non mi dire... Davvero si sposeranno? Incredibile! >> replicò la ragazza sconvolta e curiosa allo stesso tempo mentre Damon metteva la piccola valigia blu nel bagagliaio e le diceva di salire ridacchiando ancora.

 

Intanto a casa McCullough, Jeb aveva chiesto un giorno di permesso e una piccola vacanza per Camille, che c'era rimasta male quando Bonnie aveva invitato Stefan e non lei.

Giuseppe gli disse che andava bene, dopodiché andò in laboratorio per poter lavorare, ma si accorse che la lastra a cui lavorava era stata spostata e il velluto che prima la copriva uniformemente ora formava delle onde, come se qualcuno lo avesse sbirciato e poi lo avesse ricoperto distrattamente, così preoccupato lo scoprì e subito dopo pensò allo strano comportamento di Bonnie, così aprì un cassetto in cerca della sua lastra, ma non la trovò.

 

Nello stesso momento Bonnie era sullo Yacht con Stefan e Matt. I ragazzi avevano deciso che sarebbero andati con lo Yacht e che arrivati a destinazione sarebbe venuta a prenderli la zia, perché la prima macchina l'aveva presa Damon e la seconda serviva a Giuseppe.

<< Perché sei arrabbiata? >> domandò Matt a Bonnie vedendola seduta sul divanetto in silenzio a gurdare il mare.

<< Non sono arrabbiata. >>

<< E allora perché quel muso? >>

Bonnie lo guardò per un istante indecisa se digli o meno della decisione del padre, ma poi pensò che era giusto che lo sapesse anche lui. Presto o tardi sarebbe venuto a saperlo lo stesso.

<< Matt, papà si vuole sposare. >>

<< Stai scherzando... >> le disse con un sorriso.

<< Chi è? La conosciamo? >> domandò poi curioso il ragazzino quando Bonnie gli disse che non era uno scherzo.

<< Si, la conosciamo. Abbiamo cenato tutti insieme. La nostra nuova mamma sarà Elena. >> gli disse spuntando il nome della ragazza, disgustata.

<< Giura! >>

<< Lo Giuro. >> rispose Bonnie alzando gli occhi al cielo.

<< Sì, sì, sì! >> urlò Matt contentissimo.

<< Ti vedo felice e contento! E io che avevo paura di dirtelo, per non turbarti. >> gli disse Bonnie offesa tornando a guardare l'oceano.

<< E perché mi avrebbe turbato? La ragazza è stupenda. >> rispose facendo il sapientone.

<< È anche più bella di Angelina Jolie. >> le disse ancora con un sorrriso.

<< Non così tanto. >> Elena non era così bella.

<< Sì invece. > le rispose il fratello contento.

<< Allora non hai capito. Ti ho detto che papà si risposa e quella lì diventerà la tua matrigna. >> disse la Rossa guardandolo negli occhi.

Matt non poteva accettare una cosa del genere!

<< Sì che l'ho capito. Sempre meglio di una brutta vecchia e cattiva. >>

<< Quand'è che crescerai, Matt? Quand'è che comincerai a guardarti intorno e a vedere quello che succede? >> gli urlò contro Bonnie scattando in piedi arrabbiata e facendo preoccupare Stefan.

Lo guardò ancora arrabbiata per qualche istante e poi si allontanò andando sulla prua, dove guardò il mare per qualche minuto poi si cacciò a piangere disperata.

<< Ma che ha? E cos'è che non capisco? >> domandò Matt a Stefan, chiedensosi il perché della reazione della sorella.

<< Matt, vieni un pò qui. >> gli disse Stefan con un sorriso, facendogli posto accanto a lui e permettendogli di mettere le mani sul timone, facendo finta di guidare.

<< Bonnie è solo gelosa di Elena. >> disse Matt guardando dritto davanti a sé.

<< Shh. Non si dice. >> lo ammonì bonariamente Stefan.

 

 

 

Intanto Maggie, era andata nell'ufficio e aveva firmato le ultime carte, grazie alle quali i creditori avrebbero ricevuto i loro soldi.

Quei soldi non sarebbero bastati a coprire tutti i debiti, ma almeno l'avrebbero coperta per un pò. Il tempo di trovare un'alrtro modo per pagare, o meglio, altri soldi.

 

 

A casa McCullough, Giuseppe stava andando verso la sua stanza quando incrociò Denise, che usciva dalla propria.

<< Esci? >>

<< Vorrei fare una passeggiata. E devo anche spedire una lettera. >> gli rispose cortesemente Denise.

<< Tutto bene? >> domandò Denise, quando lo vide pensieroso.

<< Ti volevo parlare. Mi piacerebbe che andassi anche tu alla fattoria. Sono preoccupato molto per Bonnie. >>

<< Qualcosa non va? >> domandò Denise, preoccupata per la Rossa.

<< Beh...- incominciò a dire, ma venne interrotto dal suo cellulare che si mise a squillare. Lo prese dalla tasca e guardò chi chiamava.- ne riparliamo dopo va bene? >> le disse andando verso il suo studio, per avere più privacy.

<< Pronto, Maggie. >>

<< Ciao. >> lo salutò freddamente la donna ancora arrabbiata.

<< Dimmi. >>

<< Sono molto a disagio per quello che è successo questa mattina. >>

<< Io pure. >>

<< Mi scuso, se ti ho offeso. >> gli disse la donna addolcendo il tono.

<< Lo hai fatto. E sinceramente mi chiedo il perché di quella reazione. >> le rispose sinceramente Giuseppe, chiudendosi la porta alle spalle.

<< Non mi piace parlarne al telefono, vorrei che ne parlassimo a quattrocchi, se possiblie. >>

<< Certamente. Quando preferisci? >>

<< Ora, ti va bene? >> domandò Maggie, guardando distrattamente fuori dal finestrino.

<< Perché no... >> le rispose Giuseppe, dopo qualche secondo.

<< Sono vicino a casa tua. Se vuoi tra un pò passo da te e ne parliamo. >>

<< Va bene, non c'è problema. Ti aspetto. >> le rispose Giuseppe distaccato.

E dopo essersi salutati entrambi chiusero la chiamata.

 

 

Elena invece dopo aver lasciato la sorella in aeroporto andò al cimitero, dal padre.

Era in piedi di fronte alla sua tomba e pensava che non l'avrebbe mai perdonata per quello che gli aveva fatto.

Non era la figlia di Maggie, ma solo figlia di John Gilbert, lei non aveva nulla a che vedere con la madre, nulla in comune con quella donna se non il DNA. Pensava che non appena avrebbe sposato Giuseppe sarebbe diventata un'altra ragazza. Una persona completamente dieversa.

Giuseppe era un gran brav uomo, sensibile, dolce e gentile. Sarebbe stata molto felice con lui e non sarebbe rimasta un pasto per Mangnolia.

Non le avrebbe permesso di sfruttarla, come aveva fatto con Meredith, vendendola letteralmente ad Alaric, solo per soldi.

<< Ti rovinerò la vita. Non vivrai mai felice, finché ci sarò io, Magnolia Gilbert. Lo prometto. >> disse solennemente Elena pensando alla madre con odio mentre guardava la tomba del padre.

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutti..

Sì lo so anche questo capitolo è stato immenso, ma non sono riuscita a scrivere di meno... mi dispiace... tutto quello che c'è in questo capitolo è importante per altri avvenimenti che scateneranno reazioni un pò a catena nella storia, qundi....

Vabbeh... passo a commentare un minimo di questo capitolo...

  • Ebbene sì, ho rubato il nome Rebekah dalla serie tv.. spero non dispiaccia a nessuno, non avevo idea di come chiamare l'amica pettegola di Maggie, così mi dissi:" perché non usare un nome dalle protagoniste della serie. Solo che non è giovane e bella come Clair, ha più l'aspetto di una vecchia bionda e pure zitella. Non ho voluto perdere molto tempo a descriverla, anche perché non conta molto nella storia, la verdemo almassimo due volte, poi scompare, per lasciare spazio ai vari inciuci, che si scateneranno (ho fatto uno spoiler involontario, ma va bene lo stesso)

  • Nel capitolo "conosciamo" anche Abbie, ( spero vi piaccia il nome, non sapevo che altro scrivere ) la madre di Bonnie e Matt, ancora dei flashback, che sono sempre scritti in corsivo, le lettere che Denise aveva scritto a Giuseppe invese le ho scritte con un carattere diverso dal Time new Roman, con cui scrivo sempre, per differenziarle un pò dai numerosi flashback che avremo nella storia. Molte caratteristiche dei personaggi, infatti, è causata da ciò che avevano vissuto in passato, per ciò mi sempra giusto rendervi partecipi :)

  • Lo so nel capitolo ci sono troppi baci e abbracci tra Bonnie e suo padre, ma è perché volevo insistere sul fatto che Bonnie nonostante abbia 17 anni è ancara la cocca di papà... il suo personaggio avrà una bellissima metamorfosi nel corso della storia, promesso :)

  • Elena detesta la madre e le ha promesso una vita piena di sofferenze... la cosa ci sorprende? ;)

Beh a prte questo non ho altro da dire.. il capitolo è stato pienissimo di avvenimenti.... che mi sembra inutile stare a commentare una per una perché ci metterò una vita... se voi non avete ca pito qualcora o se non vi è piaciuto qualcosa spero vi rivolgerete a me, che sarò più che felice di dirvi tuto quello che vi serve :)

non so.. non ho altro da dire se non che spero che il capitolo vi sia piciuto e che commenterete ah... e non so quando aggiornerò Roba da donna... perché ho pochissimo tempo tra verifica, scuola e esame non so più dove sbattere la testa, quindi spero avrete un pò di pazienza con me... comunque lo pubblicherò, non so quando, ma lo farò :)

beh non credo di avere altro da dire...

Bacioni...

a presto

Immy

 

 

 

 

Famiglia McCullough

Giuseppe McCullough (capo famiglia. Ha lavorato molto per costruire l'impero di cui gode. È un uomo molto onesto e diretto, di conseguenza odia i sotterfugi, i segreti...) 56 anni

Bonnie McCullough (figlia di Giuseppe non che sorella maggiore di Matt. Legattima al padre dopo la morte di sua madre. Adora Damon, ma non glielo direbbe mai in faccia. A volte si comporta in modo infantile, rischiando di sembrare viziata. Altre volte invece è brusca nei suoi modi di fare da rasentare la maleducazione, ma lo fa per proteggere le persone a lei care)17 anni

Matt McCullough (figlio di Giuseppe e Fratellino di Bonnie. Un bimbo molto biricchino. Vede in Damon il suo punto di riferimento, nonché fratello maggiore) 7 anni

Abbie McCullough (madre biologica di Bonnie e Matt deceduta dieci anni prima) 40 anni

Damon Salvatore (figlio adottivo di Giuseppe. Ha perso i genitori, amici di Giusppe in un incidente stradale e on avendo nessuno che si potesse prendere cura di lui è stato preso da Giuseppe) 25 anni

 

Famiglia Gilbert

John Gilbert (padre di Elena e Meredith morto di infarto meno di un mese prima del matrimonio di Meredith ) 57 anni

Magnolia Gilbert, detta Maggie (madre di Elena e Meredith, tradiva continuamente il marito quando era in vita) 54 anni

Elena Gilbert (figlia di Maggie, ha studiato in Italia e sposato Giuseppe per fare un dispetto alla madre in quanto le da la colpa per la mmorte del padre) 25 anni

Meredith Gilbert (sorella maggiore di Elena nonché ex ragazza di Damon e moglie di Alaric dal quale aspetta un figlio) 28 anni

 

Banda dei domestici...

Famiglia Stryder

Jebediah Stryder, detto "Jeb"(lui fa un pò di tutto lavora da quando era giovane nella villa dei McCullough, lui e Giuseppe sono molto aici, anche se c'è sempre il rispetto dipendente-datore si lavoro) 60 anni

Theophilia Stryder (moglie di Jeb, un brava donna anche se un pò pettegola a volte. Odia Maggie e anche lei lavora a villa McCullough da quando era giovane) 57 anni

Camille Stryder (figlia dei coniugi Stryder. È nata e cresciuta con i McCullough è andata a scuola fino ai 16 anni e poi l'ha lasciata per mttersi a lavorare definitivamente a casa McCullough. In precedenza lo faceva, ma part time, a causa della scuola. Era lei a volerlo) 20 anni

Gli altri

Katherine Pierce (domestica dpersonale di Maggie ed Elena. Una donna velenosa e subdola, lo vedremo più avanti [non è uguale ad Elena descritta dal libro e dalla mia storia, ma è più come quella del telefilm, per intenderci] ) 35 anni

Stefan [ancora non ho trovato un cognome e non credo mi servirà] (figlio di immigrati italiani molto poveri, lui lavora dai McCullough per arrotondare, ma alla morte dei suoi genitori si è trasferito definitivamente nella villa facendo un pò di tutto anche lui ed è oggetto delle continue prese in giro da parte di Damon sulle sue umili origini. Era in classe con Bonnie perché era entrato dopo, prima di andare a lavorare dai McCullough con sua madre, non era mai andto a scuola e una volta che Bonnie entrò alle elementari Abbie constrinse anche lui ad andre a scuola.) 25 anni





Pubblicità alle altre storie, come sempre:



 


Che dire? Il titolo dice tutto... i nostri protagonisti sono un pò fuori di testa in questa storia.
Autore: immy | Pubblicata: 22/10/12 | Aggiornata: 22/10/12 | Rating: Giallo | Genere: Comico, Commedia | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Damon Salvatore/Elena Gilbert, Elena Gilbert/Stefan Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 7 recensioni


Abbiamo i nostri protagonisti, nessun vampiro. sono tutti bambini, all'uscita da scuola... beh non so che altro dire... leggete e fatemi sapere.
Autore: immy | Pubblicata: 13/10/12 | Aggiornata: 13/10/12 | Rating: Verde | Genere: Comico, Commedia, Romantico | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Matt Honeycutt, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 8 recensioni


Damon Salvatore... beh è sempre il solito Damon solo che è umano e che una delle sue tante ex gli gioca un brutto tiro, con lo scopo di fargliel pagare per averla lasciata dopo neanche una settimana che si frequentavano.
Il raiting per ora è giallo, ma probabilmente più avanti potrei modificarlo.
Autore: immy | Pubblicata: 25/07/12 | Aggiornata: 12/10/12 | Rating: Giallo | Genere: Comico, Commedia, Romantico | Capitoli: 6 | In corso
Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Meredith Sulez | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 46 recensioni


Elena un giorno decide che Damon beve troppo e quindi per "aiutarlo" lo manda in una clinica per alcolizzati, ma in suo soccorso arriva la Streghetta. Che succederà?
Autore: immy | Pubblicata: 05/09/12 | Aggiornata: 05/09/12 | Rating: Arancione | Genere: Comico, Romantico | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 9 recensioni


Ciao a tutti allora questo è in un certo senso il continuo di " Things of the otherworld" che alcuni di voi già conosceranno. Innanzitutto voglio anticipare il fatto che cui non ci sarà azione o "cattivi da uccidere" ecc... è semplicemente una storia romantica. Si può capire un pò dal titolo che significa " Il mondo è alcune tenere imprecisioni " che la storia sarà piena di sorprese.
Allora passo ad una piccola sintesi: Rachel è tornata a casa e Stefan si è rimesso con Elena, che succede se un giorno Rachel tornasse, ma con una sorpresina per Stefan?
Autore: immy | Pubblicata: 07/01/12 | Aggiornata: 04/06/12 | Rating: Verde | Genere: Comico, Romantico | Capitoli: 6 | In corso
Personaggi: Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore | Note: Nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Categoria: Libri > Il diario del vampiro | Leggi le 35 recensioni





 

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Capitolo 4
*** Confessioni ***




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Confessioni














<< La verità è che... di solito non reagisco mai così... però quando ho sentito quello che mi avevi chiesto... sono rimasta molto sorpresa. Cerca di capirmi, prima che tu venissi a chiedere la mano di Elena, sinceramente, il pensiero non ci era mai venuto in mente e non penso sarebbe successo più tardi. >> disse Maggie, a Giuseppe nel salotto di casa McCullough , mentre giocherellava con le mani, poi prese in mano la tazza di caffè che aveva portato Sue poco prima e bevve un sorso, tanto per fare una pausa e trovare le parole giuste per arruffianarsi l'uomo che aveva di fronte.

<< So di essermi comportata male, però sono giustificata, immagino... >>

<< Io amo Elena signora Magnolia. E vorrei passare il resto dei miei giorni con lei e proprio perché sono sicuro che anche lei prova lo stesso per me, ho trovato il coraggio di venire a casa tua e chiedere la sua mano. >> rispose il signor McCullough pacato come sempre.

A quelle parole Maggie abbassò lo sguardo sul suo caffè, quasi imbarazzata.

<< Per dirla tutta... quando sono andato a casa tua, credevo, anzi, ero piuttosto sicuro che avresti accettato. >>

In tanto in cucina, al piano inferiore, Sue era appena rientrata con il vassoio vuoto, dove prima c'erano due tazze di caffè e due bicchieri d'acqua.

<< Come l'hai vista? >> domandò la signora Flowers, che stava preparando dell'altro caffè, ma per sé e i presenti in cucina.

<< Era lì, seduta come un pavone. Il naso per aria, mentre faceva sfoggio delle sue disgustose piume. >> le comunicò Sue, con una metafora che lasciava un po' a desiderare, ma che rendeva comunque l'idea.

<< Ma perché è venuta? >>

<< Non sono riuscita a sentire nulla, appena sono entrata hanno smesso di parlare. >> rispose Sue alzando le spalle per poi portare il caffè a Jeb e una tazza anche per Camille, che ascoltava in silenzio, con la borsetta sul tavolo e vestita meglio del solito. Il padre le aveva promesso che sarebbero usciti, per cambiare un po' aria.

<< Pronta? >> le domandò Jeb burbero, come sempre.

Camille annuì facendo un sorriso a trentadue denti, felice di poter uscire un po' da quella casa.

<< Appena va via, il pavone usciamo. >> le disse poi facendo scoppiare a ridere i presenti in cucina.

<< E ai ragazzi non hai pensato? Cambieresti completamente la loro vita. >> disse Maggie, dopo un altro sorso, facendo finta di essere preoccupata per Bonnie e Matt.

<< Sono sicuro che cambierà in meglio. Come mi avevi detto tu... noi dovremmo pensare un po' di più alle nostre vite. >> le disse guardandola cauto mentre usava le sue stesse parole contro di lei e allo stesso tempo le lanciava un piccola frecciatine.

Quella donna doveva appunto pensare ala propria vita e non intrometteresti in quella degli altri.

<< Ma Elena è ancora troppo giovane... lo dico perché magari domani o dopodomani potrebbe pentirsi di questa sua decisione. >> gli disse Maggie, cercando in qualche modo di mettergli la pulce nell'orecchio.

Lui non doveva sposare Elena, ma lei!

<< So quel che faccio signora Gilbert! - le disse spazientito, usando infatti un tono molto formale, per farle capire, che quella conversazione doveva finire in qualche modo.- e io lascio a Elena tutto il tempo che vuole per sapere e capire in cosa consiste questa sua decisione. Non abbiamo nessuna fretta. >>

Maggie a quel punto rimise la tazza sul tavolo che aveva di fronte, anche lei un po' spazientita e scocciata.

Quell'uomo era cieco.

<< Sì, ma non vedi la differenza di età che c'è tra di voi? >> gli domandò la donna, tentando quell'ultima spiaggia.

<< Certo che la vedo. >>> le rispose lui con uno sguardo quasi derisorio.

Non disse altro.

Maggie lo guardò per qualche istante e poi di alzò, decisa ad andarsene

<< Davvero ti sei innamorato di lei così in fretta? >> domandò curiosa e sorpresa.

Lui si limitò a sorriderle annuendo.

<< Beh... mi sa che avrò bisogno di un po' di tempo per abituarmi alla cosa... >> disse tendendogli la mano per salutarlo.

Per quella volta avrebbe lasciato vincere la figlia. Non potevano lasciarsi scappare un buon partito come lui.

<< Felice di averti convinta. >> le rispose lui,contese, mentre ricambiava il saluto.

Giuseppe la accompagnò alla porta dove incontrò Denise che stava giusto rientrando a casa da una passeggiata, dopo essersi salutate cortesemente e anche dopo qualche battutina da parte di Maggie, la donna se ne andò a casa.

<< Non avete idea di quanto mi siate mancati ragazzi. >> mormorò Martha, la sorella di Giuseppe, ai propri nipoti mentre sorseggiava il suo caffè e i ragazza facevano uno spuntino con dello yogurt e una torta al cioccolato, seduti tutti insieme in giardino.

<< Quello che ti manca di più è Stefan. >> le disse Bonnie ridendo e facendola ridere con lei.

La donna, infatti, adorava Stefan e anche il ragazzo le voleva bene. Era quella che gli era stata più vicino dopo la morte dei suoi genitori. Lo aveva accolto per più di un anno nella sua casa, per fargli cambiare aria. A casa McCullough c'erano troppi ricordi di lui e dei suoi genitori. Martha in quell'anno gli aveva fatto da madre ed erano finiti per affezionarsi l'uno all'altra. Lui perché aveva bisogno di affetto e lei perché ne aveva tanto da dare e non avendo figli aveva amato Stefan con se fosse proprio un figlio.

<< Ora sei gelosa anche di lui? >> domandò Matt, derisorio mentre mangiava il suo yoghurt.

<< Adesso basta Matt. stai davvero esagerando con le tue prese in giro. >> scattò Bonnie mettendo su tavolo bruscamente la fetta di torta che stava mangiando per poi girarsi verso il fratellino e fulminarlo con lo sguardo, arrabbiata.

<< Stavo scherzando. >> rispose il piccolo alzando le spalle e facendo un sorrisino da birbante. Aveva praticamente tutta la faccia sporca di yogurt.

<< Vai a pulirti le mani e il viso e torna. >> gli disse Bonnie scocciata.

Il bambino guardo Stefan, forse in cerca di un appoggio come era abituato con Damon, ma il ragazzo non glielo diede.

<< Dai... >> gli disse invece sorridendo.

Matt dopo aver finito di mangiare le ultime cucchiaiate corse dentro la villa per pulirsi.

<< Devi avere pazienza con lui tesoro. Cosa vuoi fare? Continuare a urlare e a sgridarlo tutto il tempo? Tanto non ti darà ascolto lo stesso, cara. È piccolo. >> le disse sua zia, una volta che Matt entrò in casa.

<< Bonnie non lo fa sempre, ma è quel birbante di Matt che si diverte a farla arrabbiare. >> disse Stefan difendendola.

Martha sorrise, conscia di quello che era capace di fare Matt. Poi cambiò argomento.

<< Resterete qui con me per un po', vero? >> domandò non intenzionata ad accettare un “no” come risposta.

Era da tanto che non vedeva i suoi nipotini e voleva che restassero un po' anche per farle compagnia.

<< Una volta che papà si sarà sposato verrei molto volentieri a stare qui anche tutti i giorni. >> replicò la Rossa, credendo che la zia fosse a conoscenza delle imminenti nozze del fratello minore.

<< Chi è che si sposa? >> domandò confusa la donna.

<< Davvero non lo sapevi? Oh dio, ho rovinato la sorpresa. >>

<< State parlando sul serio? >> domandò un po' anche alterata, ma con il fratello perché non le aveva detto nulla.

<< Chi è la sposa? >> domandò ancora quando vide Bonnie annuire.

<< La sposa è Elena. La figlia della signora Magnolia. >> le disse Bonnie porgendo dell'altro yogurt a Matt, che era appena tornato.

<< Quella Magnolia, tesoro? >> si informò la zia.

Aveva sentito molte voci su quella donna e nessuna di queste era buona.

Bonnie annuì nuovamente, sconvolgendo la donna.

Intanto a casa Gilbert, Maggie aveva appena fatto il suo ingresso in casa, che le si parò di fronte Elena infuriata.

Tornata dal cimitero aveva chiesto a Katherine dove fosse la madre e ricevette una batosta nell'apprendere che la donna era andata a casa McCullough per parlare con Giuseppe.

<< Perché sei andata da loro? >> sibilò la bionda.

Maggie continuò a guardare la figlia, non intenzionata a rispondere, tanto per vedere cosa avrebbe fatto la bionda.

<< Parla! Perché si andata dai McCullough? >> le urlò questa volta la figlia.

<< Calmati un pochino... non urlare. >> si limitò a dirle Maggie con un sorriso, calmissima, mentre andava in salotto ignorandola.

<< Se hai osato chiedergli soldi, come hai fatto con Rick...- >> cominciò a dirle Elena seguendola, ma venne interrotta da Maggie.

<< Che farai? Non lo sposerai più? >> le domandò brusca, mentre la derideva.

<< E questo è proprio quello che tu vorresti. Giuseppe a me. Me! E io non ti premetterò di rovinarci la vita. Non ti permetterò di prendergli un solo centesimo. Da oggi in poi, tutto quello che Giuseppe possiede è mio! >> urlò la bionda sbattendo la mano sul tavolo da pranzo, infuriata.

Magnolia aveva incrociato le braccia nel frattempo e guardava la figlia, orgogliosa.

<< E se pensi che riuscirai ad intascartelo, sei proprio fuori strada e lo vedrai. >> finì di dire Elena, velenosa.

Maggie reagì con una risata molto divertita, e poi cominciò ad avvicinarsi alla figlia.

<< La conosco questa donna. - Maggie prese bruscamente l bionda per le braccia e la costrinse a girarsi, verso lo specchio che aveva dietro. Dopodiché iniziò ad elencare.- Stesso temperamento, stessa rabbia, stesso orgoglio. Non facevi che ripetermi che sei figlia di tuo padre, ma oggi sono molto orgogliosa di te, Elena. - le disse lentamente, mentre la costringeva nuovamente a girarsi, per poterle parlare direttamente in faccia.- Tu sei figlia mia. >> le disse Maggie, sorridendo malefica, per poi uscire dal salotto, lasciando Elena da sola, scossa da quelle parole.

Era veramente così? Lei davvero uguale a sua madre?

Nel frattempo a casa McCullough, Giuseppe era nella stanza del pianoforte. Suonava qualcosa disconnesso, perso nei suoi pensieri. Venne però interrotto da Denise, che entrava nella stanza.

<< Giuseppe, se vuoi domani vado da Martha, per stare un po' con Bonnie. >> lo aveva visto piuttosto preoccupato per la figlia e sapeva che non le avrebbe mai chiesto di andare a vedere come stava, per non infastidirla più di tanto, per ciò si era offerta.

<< D'accordo domani parto. >> gli disse sorridendo quando notò che non batté ciglio. Era segno che gli avrebbe fatto piacere, ma che appunto non voleva che il suo volere la costringesse a fare qualcosa che lei stessa non voleva.

<< Ora, con permesso. Vado un po' in giardino. >> gli disse facendo per uscire dalla stanza.

<< Denise. >> la chiamò Giuseppe fermandola.

<< Ho sbagliato con la storia del matrimonio. >> le confessò a testa bassa. Non faceva che pensarci da quando l'aveva chiesta in sposa.

<< È quello che senti? >> gli domandò Denise, da brava ascoltatrice. In tutti quegli anni che aveva lavorato per lui erano finiti per diventare molto amici e quindi ogni volta che uno dei due era angosciato andava a confessarlo all'altro, sperando che questo lo potesse aiutare.

<< Sì, però la amo. >>

<< Beh, questo significa che non c'è nulla di sbagliato. Fai quello che ti seni di fare, più avanti si vedrà.... >> gli consigliò lei, sincera.

<< Grazie per il consiglio. >> le disse sorridendole, mentre le accarezzata, amichevole, il braccio.

Denise a quel contatto sentì un brivido di piacere percorrerla dalla testa ai piedi, quello si trasformò subito in un grande sofferenza, perché sapeva che l'uomo che aveva di fronte non sarebbe mai stato suo. Giuseppe non si accorse del brivido, di lei, ma trovò strana la scossa che lo aveva percorso, non appena l'aveva toccata.

<< A quanto pare sta sera saremo a casa da soli. Jeb e la sua famiglia hanno chiesto un permesso e sono andati via per il week end e con loro è andata Sue. >>

<< Allora vado a preparare la cena. >> gli rispose con un sorriso lei, mentre andava in cucina.

<< Mangi in giardino vero? >> gli domandò poi, poco prima di uscire definitivamente dalla stanza.

<< Sì, certo, in giardino. >> rispose lei, che le frattempo si era nuovamente perso nei suoi pensieri.

Appena Denise fu fuori dalla stanza il telefono di Giuseppe iniziò a squillare.

<< Elena... >> ripose con un sorriso.

<< Che succede? Ora fate comunella alle mie spalle? >> domandò la Bionda facendo un muso che non le si addiceva, ma doveva sapere cosa si erano detti e dal momento che la madre non aveva aperto bocca, l'unico modo per cavare un ragno dal buco era quello che fare la civetta con Giuseppe.

<< Maggie mi voleva parlare. >>

<< Spero non ti abbia infastidito troppo. >> gli rispose fintamente preoccupata.

<< Al contrario. Era venuta per scusarsi. >>

<< Dici davvero? >> domandò la Bionda sbalordita.

<< Sì. >>

<< Te l'aveva detto che avrebbe accettato la situazione. >> gli disse lei, soddisfatta.

<< A dirla tutta, mi ha molto tranquillizzato. Mi sarebbe dispiaciuto sposarti, sapendo che lei non era d'accordo. >>

<< Che facciamo sta sera? >> domandò di colpo Elena, cambiando argomento.

La madre stava origliando e lei se n'era accorta.

<< Che vorresti fare? >>

<< Ceniamo insieme? >> domandò la ragazza per infastidire la madre, che in quel momento entrò in salotto, dove la ragazza era intenta a parlare con Giuseppe, stravaccata sul divano, mentre giocherellava con qualche ciocca bionda.

<< D'accordo. Vestiti. Ci vediamo tra poco. >>

<< A dopo. >> disse Elena, prima di chiudere la chiamata.

Giuseppe, dopo aver rimesso il cellulare in tasca, si diresse verso la cucina, da Denise, che aveva appena cominciato a preparare qualcosa.

Stava giusto prendendo un bottiglia di vino, quando Giuseppe entrò in cucina.

<< Denise. Sono costretto a scusarmi con te oggi. >> le disse entrando con un sorriso colpevole.

Il sorriso che la donna aveva stampato in viso cominciò a scemare pian piano.

<< Perché come mai hai cambiato idea? >> domandò la donna, pensando che fosse colpa sua.

<< Ho appena ricevuto una chiamata... >> disse Giuseppe, tergiversando un po'. No voleva farle sapere che sarebbe uscito con Elena.

<< Sarà per un'altra volta allora. E poi non avevo ancora preparato nulla, se non il vino... >> si affrettò a dire Denise, stampandosi un sorriso tirato, sul viso.

<< Grazie, Denise. >> le disse lui, sinceramente riconoscente.

<< No c'è di che. >> rispose lei ancora sorridendo.

Appena Giuseppe lasciò la cucina anche il sorrisino, di circostanza di Denise, scomparve, lasciando spazio ad una faccia piena di dolore e tristezza.

La donna cominciò, allora, con calma a rimettete la cucina in ordine. Quella sera avrebbe cenato da sola.

Giuseppe ed Elena quella sera andarono nel ristorante più “in” della città. La ragazza si era vestita con un abitino blu notte, che metteva in risalto i suoi occhi e aveva acconciato i biondi capelli in uno chignon altro ed elaborato, lasciando libera solo qualche ciocca.

In quel momento stavano cenando, Elena mangiava tranquilla, mentre Giuseppe no faceva che guardarla.

<< Sei bellissima... >> le disse infine attirando la sua attenzione.

<< Ora non c'è più nulla che ci possa dividere. >> gli disse Elena con gli occhi che brillavano, mentre lo prendeva per mano.

<< Hai ragione. >>

<< Sono curiosissima di sapere come hai fatto a convincere mia madre. >> gli disse poi Elena facendogli uno sguardo da cane bastonato.

<< È venuta nella villa che era già convinta. Credevo le avessi parlato tu. >>

<< Visto? Alla fine è andato tutto bene e ne mamma ne i ragazzi ci hanno creato problemi. >> gli disse la Bionda sorridendo.

Dopo essersi sorrisi a vicenda, i due ripresero a mangiare tranquillamente.

Intanto nella fattoria di Martha, Stefan aveva appena preso Matt, in braccio portandolo a letto. Il piccolo si era addormentato sulla poltrona accanto a sua zia.

<< Era stanchissimo. >> disse Bonnie sorridendo.

<< Mmmh... >> rispose semplicemente la zia annuendo mentre si massaggiava il collo cercando anche di tenere gli occhi aperti.

<< E anche tu sei stanca. Se vuoi vai a dormire. Io e Stefan staremo svegli ancora un po'. >> disse Bonnie esortando la donna ad andare a dormire.

<< Non sono stanca. >> mentì la donna.

Bonnie non volle insistere e poi era in preda ad una forte curiosità.

<< Zia. Perché eri sorpresa quando ti ho detto della figlia di Maggie? Li conosci? >> le domandò infine la Rossa, non resistendo.

<< No, tesoro. >> ripose Martha scuotendo il capo.

<< Sembra amarlo molto. >> mormorò Bonnie con lo sguardo fisso, su niente in particolare.

<< Per me dovresti rispettare la scelta di tuo padre tesoro. >>

<< Sì, certo... sono contenta per lui. >> rispose un po' incerta la Rossa.

<< Va bene, cara. Ora uscite a fare una passeggiata. >> disse poi Martha rivolta a Stefan, che era appena rientrato in salotto.

<< Certo, se Bonnie lo vuole. >> rispose il ragazzo, con un sorriso imbarazzato.

<< Sì, andiamo Stefan. >> disse Bonnie alzandosi.

<< Buonanotte, zia. >> dissero i ragazzi in coro, prima di uscire.

Non appena i ragazzi furono nel cortile della villetta Stefan si lasciò andare ad un sorriso Sereno.

<< Che c'è da ridere. >> domandò Bonnie, curiosa.

<< Mi piace stare qui. Mi ricorda i vecchi tempi. -disse Stefan ricordando la sua infanzia con Bonnie, che sorrise anche lei ricordando le estati che passavano in quella fattoria.- Qui spariscono tutte le distanze. >> confessò ancora il ragazzo sovrappensiero.

<< Di che distanze parli. Stefan, abitiamo sotto lo stesso tetto. >> gli disse Bonnie, capendo a che genere di distanze si riferisse.

<< Tu stai sopra, e io sotto. >> disse il ragazzo guardandola torvo.

Stefan con l'affermazione” Tu stai sopra, e io sotto. “ non intendeva dire che lei stava al piano superiore della villa e lui a quello inferiore, ma di riferiva alla “piramide sociale” lei era una ragazza di famiglia benestante e lui era il ragazzo che lavorava per lei. Non potevano essere amici come lo erano stati da piccoli. Non sapeva dire il perché, ma ogni volta che sembrava che stessero parlando, come se fossero i bambini di una volta arrivava sempre qualcuno a ricordargli che lui stava sotto di lei, appunto. Nonostante lei lo trattasse da suo pari, lui non si sentiva così.

<< Stefan sei il miglior amico che io potessi sperare di avere. Dopo Matt, sei il fratello maggiore che non ho mai avuto. >> gli disse dolcemente Bonnie dopo avergli preso la mano. Quelle parole su Stefan ebbero un effetto molto diverso da quello che avrebbero dovuto avere. Lui averebbe dovuto sentirsi felice e lusingato dalle parole della Rossa, m a non era così.

Bonnie lo considerava solo un amico, addirittura quasi un fratello.

<< D'accordo. >> disse Stefan ritraendo la mano, che Bonnie gli teneva ancora, per poi riprendere a camminare.

<< Da quando sono qui non ho parlato con papà. >> disse Bonnie dopo qualche minuto che camminavano in silenzio.

<< Chiamalo. >>

<< Ora posso. Ho lasciato il telefono a casa. >>

<< Chiamalo dal mio. >> le disse Stefan tendendole il proprio cellulare.

Bonnie dopo aver ringraziato l'amico prese il telefono e compose il numero del padre, chiamando.

<< Stefan? >> rispose Giuseppe preoccupato.

<< Sono io papà. >> rispose Bonnie con un sorriso.

<< Che c'è tesoro? >>

<< Nulla. Volevo solo chiamarti. >>

<< Vi avrei chiamati anche io tra poco. Come stai? >> le disse il padre sotto lo sguardo indagatore di Elena.

<< Sto bene. Ero preoccupata per te. >>

<< Non ce n'era bisogno. Sto bene tesoro. >>

<< Hai già cenato? >> domandò la Rossa come se lo stesse chiedendo al proprio figlio.

<< Ho cenato. >> rispose ridacchiando lui.

<< Con la signorina Elena? >>

<< No. Elena è stata tutto il giorno fuori oggi e Jeb e la sua famiglia hanno chiesto un permesso per il week end. Non c'è nessuno a casa. >> le spiegò distorcendo un po' la verità sul conto di Elena per non infastidirla.

<< No... sei da solo a casa quindi? >> domandò Bonnie dispiaciuta.

<< No tesoro, non sono solo. >>

<< Mi sono pentita di essere venuta qui, oggi, lasciandoti da solo. >>

<< No, non ti preoccupare. Sto molto bene. È probabile che domani io venga da voi. >>

<< Ci manchi. >> gli disse Bonnie contenta.

<< Domani verrò. >> le disse Giuseppe ridacchiando.

<< Ti voglio bene, papà. >>

<< Io anche tesoro mio. Salutami tutti e dai un bacio a Matt da parte mia. >>

<< Consideralo già fatto. 'notte, papà. >> replicò la Rossa sorridendo.

<< Buonanotte, cara. >> rispose Giuseppe, dopodiché rimise il cellulare nella tasca dei pantaloni, per poi sorridere ad Elena, che lo guardava intenerita.

<< Era molto preoccupata per te. >> gli disse la Bionda sorridendo.

<< Anche io lo ero. >> le disse Giuseppe, pensando alla figlia.

Elena dopo un sorriso, si perse nei suoi pensieri, cominciando a ricordare quanto fosse stata fredda sua madre sia nei suoi confronti che in quelli della sorella, durante la loro infanzia. Quella donna non aveva fatto altro che pensare alle sue storie clandestine e a rimproverare suo padre perché non le offriva la vita da regina che credeva di meritare.

Poi cominciò pensare a come avrebbe reagito Matt alla sua entrata in casa. E Bonnie? Era legatissima al padre, sicuramente l'avrebbe odiata morte.

Giuseppe, come percependo quegli ultimi pensieri le prese la mano, cercando di rassicurarla.

<< So che andrete molto d'accordo e con Matt è facilissimo trattare. Bonnie...- >> cominciò a dire Giuseppe, ma venne interrotto da Elena.

<< Sta passando un periodo difficile, vero? >>

<< È un'adolescente. Fa il possibile per crescere. Fa di tutto per non essere trattata come una bambina. >> le spiegò Giuseppe sorridendo.

<< Brava... >> fece per dire la Bionda, ma venne distratta dalla pettegola di turno, che entrava nel ristorante.

Strinse la mano a Giuseppe, in modo da renderla ben visibile a Rebekah. Alla fine se l'era preso lei e non Magnolia Gilbert. Elena ci teneva a farglielo capire.

La pettegola entrò in sala e non poté non notare i due e non te sfuggirono neanche le loro mani intrecciate.

La reazione della donna fu di estrema sorpresa, mentre Elena le sorrideva vittoriosa.

<< Ciao...- salutò la donna.- Oh.. no, fate pure come se non ci fossi. >> disse ancora quando vide che il due avevano lasciato la mano l'uno dell'altra.

<< Ci vediamo, Elena. >> disse ancora, per poi andare al suo tavolo, che per uno strano scherzo del destino era quello dietro a Giuseppe. Rebekah, quindi era seduta, praticamente di fronte ad Elena, che continuava a sorridere.

<< Tra un po' tutta Fells's Church saprà che abbiamo cenato insieme. >> disse Elena in tono melo drammatico, a Giuseppe, dopo che Rebekah si fu allontanata abbastanza da non sentire.

<< Non è quello che abbiamo fatto? >> le domandò Giuseppe, facendole capire, che non gli interessava ciò che gli altri dicevano di lui.

<< Certo. >> rispose lei ridendo.

Detto fatto.

Rebekah, non appena si sedette al suo tavolo prese il telefono e chiamò la signora Gilbert.

<< Maggie... dove sei? >>

<< Sono a casa. Che c'è? >> le rispose scocciata, la donna.

<< Indovina chi è seduto di fronte a me adesso? >>

<< Non ho tempo per i tuoi stupidi giri di parole. Devi parlare? Fallo! Altrimenti chiudiamo qui la conversazione. >>

<< Elena è qui. Con il signor McCullough. >> le disse Rebekah, un po' alterata per il trattamento riservatole da Magnolia.

<< Sì, lo o. >> le rispose Maggie sentendosi un po' umiliata. Poteva almeno cercare d uscirne dicendo che lo sapeva e che era completamente d'accordo, per quella relazione.

<< Lo sai? ah...aah ho capito ora. Quindi hai mandato tua figlia per tastarti un po' il terreno con il signor Giuseppe e aprirti la cassaforte? Brava! >> le disse sorridendo Rebekah, facendo infuriare Maggie.

<< Finiscila con le tue stupidaggini! Giuseppe ed Elena si sposeranno. >> sbottò Maggie, tanto per chiuderle la bocca.

<< Di sul serio? E a te va bene? >> domandò la pettegola, coinvolta da quella rivelazione, ma anche contenta di avere un nuovo scoop da vendere ai giornali.

<< Sì, certo. Il signor Giuseppe, tra poco diventerà il mio genero. E del resto non mi interessa proprio nulla. >>

Intanto Elena non faceva che guardare la donna. Curiosa di sapere con chi fosse l telefono. Era talmente concentrata su quella donna, che Giuseppe, stesso si girò per vedere cosa stesse facendo.

<< Scusa. È che quella donna mi innervosisce. >> gli disse Elena, facendo girare Giuseppe, nuovamente perso di sé.

<< Se vuoi posiamo andare via. >> le propose il signor McCullough.

<< Sì, grazie. Dal momento che i ragazzi non sono in città, possiamo prendere il caffè a casa da te. >> gli ripose Elena mettendo su una faccia tenera.

<< Sì. Buona idea. >>

Intanto alla fattoria di Martha. Bonnie e Stefan stavano ancora passeggiando in silenzio.

<< Sono molto ingiusta con papà vero? Lui ha tanto bisogno di me e io mi sto allontanando. >> confessò Bonnie con sguardo pensoso.

<< Sì. >> convenne Stefan a testa bassa.

<< Non dovrei comportarmi come una bambina. >> si rimproverò la Rossa.

<< Certo. >> disse nuovamente Stefan.

<< E se torniamo? >> disse Bonnie all'improvviso.

<< Hai sonno? >>

<< No, intendo a casa. >>

<< A quest'ora? >>

<< Sì! Andiamo. >> disse Bonnie incamminandosi, verso il porto.

<< Bonnie, fermati. Non dovremmo andare a quest'ora. Tua zia si preoccuperebbe e poi è troppo tardi. E poi come facciamo a svegliare Matt a quest'ora e portarcelo dietro. >> le disse Stefan fermandola per il polso.

<< Matt resta qui. >> disse Bonnie allontanando il proprio polso dalla presa di Stefan.

Allo sguardo rimproveratorio di Stefan Bonnie abbassò la testa.

<< Tu non capisci. Io devo andare. >> mormorò Bonnie

<< Perché? >>

<< Ti prego non me lo chidere. È così e basta. >>

<< Andiamoci domattina, allora. >> le propose Stefan che si stava facendo convincere pian piano.

<< No. Adesso. >>

<< D'accordo. >> cedette il ragazzo, cominciando ad andare verso il piccolo porto, dove c'era lo yacht.

Intanto Elena e Giuseppe erano appena entrati nel cortile della villa.

<< La casa è molto tranquilla. >> disse Elena uscendo.

<< Ti avevo detto che non c'era nessuno. >>

<< Una calma rilassante. >> mormorò la bionda sospirando.

<< Ma probabilmente Denise è di sopra. >>

<< Quella donna è strana. La trovo inquietante. >> replicò Elena andando verso la seduta in giardino.

<< Vado a preparare il caffè e a vedere se Damon è rientrato. Come lo vuoi il tuo caffè? >> chiese Giuseppe cominciando ad entrare in casa.

<< Non mi va più. >> rispose la bionda facendo ridere Giuseppe.

Elena rimase in giardino, a guardarsi intorno, quando nel cortile entrò anche una seconda macchina. Quella di Damon.

Uscito dalla macchina, il ragazzo notò subito la bionda, di spalle, seduta accanto al tavolo, come in attesa.

<< Ohoo, guarda chi è venuto a trovarci... Buonasera. >> disse il ragazzo, avvicinandosi, per poi tenderle la mano, in segno di saluto.

<< Ciao. >> mormorò, l'altra, freddamente, mentre gli tendeva anche lei la mano. Mano che Damon afferrò poco dopo e alla quale baciò il dorso.

Elena in risposta al baciamano del Moro, roteò gli occhi, profondamente infastidita dai modi del ragazzo.

<< Dov'è mio zio? >>

<< È dentro... sta preparando un caffè. >> rispose la ragazza, sempre distaccata.

<< Spero non ti dispiaccia se ti faccio un po' di compagnia, finché° non torna. >> propose Damon e poi senza lasciare il tempo ad Elena di rispondere si sedette di fianco a lei.

<< Fai come ti pare. >> replicò Elena con un'alzata di spalle, mentre girava la testa, guardando dappertutto tranne che nella direzione dell'essere che aveva vicino.

<< Perché sei così fredda con me? Eri così anche quando uscivo con Meredith. >> domandò Damon di punto in bianco.

<< Mi piace tenere le distanze... >> mormorò la Bionda tornando finalmente a guardarlo in faccia.

<< Me lo avevi detto. E come sta andando il viaggio di nozze di Meredith? >> domandò nuovamente Damon, cambiando argomento.

<< Per me non dovresti interessarti così tanto a mia sorella. >> gli disse bruscamente Elena.

<< E perché? Sei per caso gelosa? >> domandò il ragazzo divertito, stuzzicandola.

<< Non pensi che dovresti scendere dal piedi stallo in cui ti sei messo? >> domandò Elena dicendogli le cose come le pensava, una buona volta.

Le sue parole turbarono Damon. Non avrebbe mai pensato che la biondina lo avrebbe attaccato in quel modo.

<< Ah, Damon. Sei qui. Come stai, figliolo? >> domandò Giuseppe appoggiando sul tavolino una bottiglia di vino e due bicchieri.

Il signor McCullough era arrivato proprio giusto in tempo. L'aria iniziava a diventare tesa da quelle parti.

<< Tutto bene, zio. Credo che vi lascerò soli. >> disse Damon rivolto allo zio, dopo essersi alzato.

<< Elena. Sono felice che ora tu faccia parte della nostra famiglia. >> disse nuovamente, questa volta rivolto alla Bionda, che lo fulminò con lo sguardo, senza farsi vedere da Giuseppe. Aveva sentito tutto il sarcasmo celato in quelle poche parole.

<< Grazie mille. Anche io ne sono felice. >> rispose, però, altrettanto falsamente la ragazza.

<< Buonanotte. >> gli augurò gelidamente il Moro, prima di avviarsi verso la villa.

<< Anche a te. >> gli disse Giuseppe, per poi voltarsi verso Elena, che gli stava sorridendo.

<< Finalmente.... >> sussurrò Elena, dopo che Damon se ne andò. Dopodiché prese in mano i due bicchieri in attesa che Giuseppe stappasse la bottiglia.

In quel momento esatto Bonnie e Stefan stavano entrano nel cortile della villa.

<< Le luci sono tutte spente. Tuo padre starà dormendo. >> disse Stefan alla Rossa.

<< Meglio così.... gli facciamo una sorpresa. >> stava dicendo Bonnie quando venne interrotta dal rumore di una bottiglia che veniva stappata.

Cominciò ad avvicinarsi preoccupata. Chi c'era in giardino a quell'ora?

Non l'avesse mai fatto. Vide suo padre ed Elena che si versavano il vino nei bicchieri, per poi cominciare a guardarsi intensamente negli occhi.

<< Sto per caso sognando? >> domandò Giuseppe, rapito dalla bellezza della bionda, che dopo un sorriso si avvicinò al signor McCullough, per poi baciarlo.

Bonnie chiuse gli occhi per risparmiarsi quello spettacolo e solo in quel momento si accorse che stava piangendo.

Erano davvero arrivati a tanto, in così poco tempo?

<< Ti amo. >> gli disse Elena dopo essersi allontanata.

Giuseppe, sempre incantato, dopo averle rivolto un altro sguardo, le prese il viso, per poi tuffarsi sulle sue labbra.

Bonnie dopo aver visto anche quel bacio, chiuse nuovamente gli occhi e cominciò a scuotere la testa, come a voler far uscire quelle immagini dalla sua mente.

<< Sei la mia vita. >> disse Giuseppe ad un Elena sempre più sorridente.

<< Mi ha mentito! >> disse Bonnie, più a sé stessa che a Stefan che l'aveva seguita.

<< Andiamo dentro Bonnie. >>

<< Mi stava mentendo al telefono... >>

<< Ti amo anch'io. >> sentì dire al padre, prima di un altro bacio, tra i due.

Solo dopo quel bacio Elena svolse lo sguardo, verso Bonnie e Stefan e Giuseppe seguendo il suo sguardo ebbe un tuffo al cuore quando vide la figlia guardarlo delusa, con le lacrime agli occhi.

I due amanti si guardarono di nuovo questa volta preoccupati. Giuseppe, perché sapeva che la figlia stava pensando che le aveva mentito ed Elena era terrorizzata. L'odio della ragazza nei suoi confronti sarebbe aumentato a dismisura dopo ciò.

D'altra parte Bonnie non ce la fece a continuare a guardarli negli occhi. Strizzò i suoi, per far uscire le lacrime, in modo da poter vedere qualcosa, dal momento che poco prima aveva la vista annebbiata a causa di queste, dopodiché cominciò a correre, diretta in camera sua.

Stefan si dileguò, diretto verso la cucina.

<< Bonnie! >> la chiamò Giuseppe, per poi correrle dietro.

Bonnie ignorò il padre, correndo più forte, per le scale. Una volta arrivata in camera sua sbatté la porta più forte che poté, per far capire al padre che non era gradito e anche per sfogare in qualche modo la sua frustrazione.

Damon, si era cambiato, mettendosi un pigiama, formato da una semplice maglietta grigia e dei pantaloni della tuta neri. Stava leggendo una rivista quando sentì la porta della stanza di Bonnie, che era accanto alla sua, sbattere.

Si alzò preoccupato andando a bussare alla sua porta. Cos'era successo? E lei non era a casa della zia?

Si avvicinò alla porta di Bonnie e a sentì, mentre scoppiava finalmente a piangere.

<< Bonnie? >> bussò nuovamente.

<< Damon lasciami in pace. >> gli disse la rossa soffocata dai singulti, mentre si asciugava le lacrime con la manica del maglione.

<< Che è successo? >> le domandò nuovamente Damon, questa volta usando un tono più dolce.

<< Ti ho detto di lasciarmi in pace. Vai via. >> urlò la ragazza, prima di scoppiare nuovamente a piangere.

Non ce la faceva a sentirla piangere in quel modo, gli venne l'impulso di aprire lo stesso la porta, anche senza il suo permesso, entrare in quella stanza, abbracciarla e dirle che qualunque cosa fosse successa, farebbe finita bene, ma sapeva anche se se fosse entrato, malgrado 'l'avvertimento della ragazza, averebbe peggiorato la situazione e Bonnie si sarebbe arrabbiata anche con lui, così imprecando con un “maledizione” fece dietrofront e tornò nella sua stanza, come se nulla fosse.

Andò poi nel terrazzo della sua stanza e si affacciò per vedere se quello che aveva sconvolta tanto la sua piccola fosse in giardino.

Nel cortile, accanto alla porta vide Elena e Giuseppe, che parlavano, così decise di stare ad ascoltare, magari avrebbe capito cos'era successo.

<< Sono tornati prima... dici che sarà successo qualcosa? >> domandò Elena a Giuseppe, che si era fermato davanti alla porta d'ingresso.

<< Non saprei. >> rispose lui, preoccupato per la figlia.

<< Credo... che avrà a vederla adesso. >> mormorò Giuseppe dopo un po'.

<< Forse è meglio che vada, adesso. >> disse Elena questa volta, mentre prendeva per mano il suo futuro marito.

<< Aspettami un attimo. Ti accompagno io. >>

<< Non ce n'è bisogno. Vado da sola. Tu vai a vedere Bonnie. >> gli disse Elena accarezzandogli il braccio.

<< D'accordo. Chiederò a Stefan di accompagnarti allora. >> le propose il signor McCullough un po' indeciso.

<< Non c'è bisogno dai... >>

Ma Giuseppe non la stette ad ascoltare. La lasciò davanti alla porta per entrare a chiamare Stefan dicendogli di accompagnare la Bionda a casa sua e solo dopo che Elena fu sulla strada di casa Giuseppe salì dalla figlia.

Damon, capì cosa poteva essere successo e rientrò in stanza dopo aver alzato gli occhi al cielo, scocciato. Come avevano potuto fare una cosa del genere alla piccola Bonnie?

Bonnie, intanto era ancora in camera sua che piangeva quando Giuseppe entrò senza bussare.

<< Bonnie... >> iniziò l'uomo, ma quando notò che la figlia non lo calcolava nemmeno, si sedette sul letto di fronte a lei e le chiese quando erano tornati lei e Stefan.

<< L'hai visto quando siamo arrivati. >> rispose acidamente la rossa, con la voce rotta dal pianto.

<< Dov'è Matt? >> Giuseppe, decise di passare ad un argomento più leggero.

<< Ero preoccupata. Sono venuta perché mi hai detto che eri solo. >> fu Bonnie a parlare.

Le sue parole fecero sentire terribilmente in colpa il signor McCullough.

<< Tu mi hai mentito! >> disse nuovamente Bonnie, allontanandosi dal padre, per rintanarsi nel suo bagno privato.

<< Bonnie... >> la chiamò inutilmente il padre, perché ormai si era chiusa a chiave.

Non la seguì. Non bussò alla porta, ma rimase in piedi in mezzo alla stanza, aspettando che la figlia sbollisse, per poterle parlare con calma.

<< Tesoro, ero davvero da solo quando ho parlato con te. >> disse Giuseppe, una piccola bugia a fin di bene. Sapeva che la figlia non lo avrebbe perdonato per averle mentito. Lui era il primo che si arrabbiava con i propri figlia se gli dicevano bugie e viceversa. Quindi Bonnie non glie l'avrebbe perdonata e pensò così di dirle un'altra piccola bugie, per farla stare più tranquilla.

E infatti, Bonnie dopo un po' uscì dalla stanza con qualcosa di grande e di forma quadrata dietro la schiena.

Oggetto che Giuseppe riconobbe come una delle sue lastre.

Bonnie uscì, tranquilla dal bagno e mise la lastra sulla sua scrivania, scoprendola, per farla vedere al padre. Era la sua lastra quella che aveva preso quando era andata nel suo laboratorio.

<< Mi dispiace averla presa, ma la porta del laboratorio era aperta. >> si scusò freddamente Bonnie. Non realmente dispiaciuta per ciò che aveva fatto.

Vedere quella lastra sulla scrivania di Bonnie destabilizzò un po' Giuseppe, perché significava che la ragazza aveva visto che aveva “abbandonato” la sua per poter lavorare a quella di Elena. E conoscendola, la Rossa aveva pensato che da quando aveva conosciuto la Bionda, Giuseppe aveva iniziato ad ignorare lei. Ciò significava che non stava mantenendo la promessa che le aveva fatto.

<< Lo sai quanto ci tenevo a vederla finita. >> mormorò Bonnie delusa.

<< Ma non l'ho ancora finita infatti... >> disse Giuseppe cercando di fare una carezza sulla guancia a Bonnie.

Iniziava a sentirsi terribilmente in colpa.

<< Lo so. - replicò la ragazza allontanando bruscamente la mano del padre. - non l'hai finita perché hai iniziato una nuova lastra. Quella della signorina Elena. - sputò il nome della Bionda con disgusto. - non avevi più tempo per la mia. >> finì di dire la ragazza andandosi a sedere sul proprio letto, dopo aver incrociato le mani, arrabbiata.

Giuseppe dopo aver fatto un sospiro mezzo disperato andò a sedersi vicino alla figlia e fece per accarezzarle i capelli.

<< Bonnie... guardami ti prego. Mi stai preoccupando molto. >> le disse Giuseppe, quando lei si scansò bruscamente per non farsi toccare.

La Rossa dopo aver dato un'occhiata al padre scoppiò a piangere facendolo preoccupare ancora di più.

Lo stava perdendo.

Stava perdendo suo padre e l'oca bionda glielo stava sottraendo da sotto il naso senza che lei potesse fare nulla per tenerselo stretto.

Si sentiva inutile.

Sentiva che il padre era ormai succube di quella ragazza, ne era quasi dipendente.

Sentiva che una volta che una volta entrata quella ragazza in casa , niente sarebbe stato come prima.

Sentiva che quell'armonia che a fatica erano riusciti a riacquistare dopo la morte di sua madre si sarebbe disgregata. Elena avrebbe disgregato, distrutto la sua famiglia e lei non poteva fare nulla.

Si sentiva veramente inutile.

<< Oh, non ti preoccupare. Piango perché oggi Matt mi ha fatto arrabbiare. Sai come può essere a volte. >> si inventò Bonnie sul momento, quando vide la faccia del padre, molto in pensiero per lei.

Giuseppe a quel punto la abbracciò molto forte. Aveva capito di averla trascurata nell'ultimo periodo e ferita molto non finendo la sua lastra, ma quella di Elena, che l'aveva cominciata dopo sì.

<< Ti voglio bene, Bonnie. Lo sai. Voglio bene a te e a Matt e questo non cambierà mai. Capito? Continuerò a volerti bene anche se tu non me ne vuoi. >> le domandò cercando di tranquillizzarla, mentre lei continuava a singhiozzare, disperata.

<< Come puoi penare che io non ti voglia bene, papà. >> gli chiese lei un po' più tranquilla.

<< E neanche tu ci devi pensare. >> le disse Giuseppe sorridendo, prima di scoccarle un bacio sulla fronte.

<< E ti prometto che da oggi in poi, sarò molto più attento. >> le disse nuovamente Giuseppe, prima di riabbracciarla. Questa volta ricambiato.

Pace fatta.

Nel frattempo Stefan aveva accompagnato Elena a villa Gilbert e quella stava giusto rientrando, premettendo così al ragazzo di tornare a casa.

<< Oh... ora mi aspetti sveglia la sera? >> domandò sarcasticamente Elena, quando una volta entrata vide Maggie appoggiata allo stipite della porta del salotto. La stava aspettando, infatti. Non voleva che passasse la notte da Giuseppe.

<< Avete deciso una data per le nozze? >> domandò a sua volta Maggie, ignorando la frecciatina della figlia.

<< Stiamo pensando di farslo tra qualche giorno. Contenta? >>

La signora Gilbert annuì disinteressatadopodiché rientrò in salotto, per poi affacciarsi alla porta aperta per prendere una boccata d'aria, seguita dalla figlia.

<< Fai finito con l'avvocato oggi? >>

<< Tsh... strano... tu che ti interessi dei miei affari. >>

<< Hai estinto tutti i debiti? >> si informò Elena ignorandola.

<< Una parte... ma non ti rilassare tanto sai? Possono venire a prenderci la casa, per poter estinguere tutti i debiti. Elena, ho fatto tutto quello che era in mio potere... ora tocca a te. >> disse Maggie, dopo averla fulminata con lo sguardo.

Sentite le parole della madre la Bionda, girò i tacchi e andò in camera sua, senza degnarsi di rispondere.

Intanto a casa McCullough Bonnie si era già cambiata ed era sotto le coperte, mentre Giuseppe le stava dando la buonanotte.

<< Domani andremo nella fattorine per prender Matt, e torniamo a casa. >>

<< Insieme? >> domandò Bonie con un sorriso.

<< Insieme. >> rispose Giuseppe facendole un buffetto una guancia.

In quel momento ricevetteuna chiamata da Elena.

<< Pronto Elena. >> rispose Giuseppe, allontanandosi un pò da Bonnie, per poert parlare.

<< Come stai amore mio... >> domandò Elena che era in camera sua e si stava sciogliendo i capelli.

<< Sto bene... sono con Bonnie. >> le disse Giuseppe sorridendo.

La ragazza in questione era una diciassettenne certo. Era giovane ed ingenua, ma non certo stupida, perché capì perfettamente che le parole "sono con Bonnie" erano sinonimo di "non posso parlare ora, perché rischio di agitare la bambina.

E così era infatti.

La Rossa diede le spalle al padre scocciata, facendo finta di dormire. Per quella sera non voleva proprio parlare con lui.

<< Dimmi... va tutto bene? >> domandò Elena dall'altro capo del telefono.

<< Sì, certo. >>

<< Sembra che non riesci a parlare liberamente... >>

<< Esattamente. >> le disse Giuseppe, meravigliandosi, per quanto la ragazza fosse perspicace.

<< Va bene allora ciao. >> gli disse affettuosamente lei, chiudendo la chiamata.

<< Sì, ti chiamo dopo. >> le disse Giuseppe, dopodiché chiuse la chiamata a sua volta.

Una volta che Giuseppe, rimise il telefono in tasca e si giro, per poter parlare a Bonnie, la vide dargli le spalle. Sembrava addormentata.

Le si avvicinò e... sì stava dormendo.

Sorrise intenerito e dopo averle augurato la buonanotte ed averle stampato un bacio in fronte, prese la lastra dalla scrivania di Bonnie, uscì dalla stanza della figlia dopo aver spento la luce.

Dopo che il signor McCullough uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro, Bonnie riaprì, gli occhi. Non si era mai addormentata. Non voleva parlare con il padre di Elena e conoscendolo sarebbero sicuramente finiti a parlare di lei. Lei non voleva parlare male di quella ragazza e sicuramente sarebbe finita per farlo se Giuseppe avesse aprto l'argomento. La Bionda si stava insinuando nelle loro vite, come una vipera che stiscia in silenzio, tra la sabbia. Invisibile. Cercando il momento giusto per azzannare la sua preda e avvelenarla. Era esattamente ciò che stava facendo e la vittima di turno era suo padre. Elena stava entrando nelle loro senza neanche chiedere il permesso. Cosa avrebbe dovuto fare. Chiamarla mamma?





Angolino dell'autrice:


Ciao a tutti ragazzi....

Passo subito a commentare il capitolo.

Sono fiera di questo capitolo, dai non è venuto malissimo vero? Mi sono piaciuti molto i dialoghi che sono riuscita a tirare fuori. Non credevo di poter essere tanto acida con le parole ahahah ma questo me lo avevano già detto, vabbeh.... le conversazioni che più mi sono piaciute sono innanzitutto quella di Elena con Maggie a casa Gilbert, dove le diceva che lei era una uguale a Maggie. E infatti per me è vero... la bionda è simile caratterialmente all'arpia. Voi che ne pensate?

Comunque qui vediamo l'arpia in questione che fa un po' la lecchina, per poter poi attingere alla “banca” Giuseppe McCullough. Una Bonnie un po' così... da una parte non accetta il matrimonio del padre perché non ha ancora dimenticato sua madre e dall'altra parte non vuole il padre infelice e solo quindi è un po' confusa. Troviamo anche un Damon un po' più... preoccupato? Per il nostro uccellino. Sempre la solita Elena e qui facciamo anche la conoscenza della sorella di Giuseppe, che è Martha e a proposito del nome... beh mi sono scervellata per un pò su come chiamarla, poi ho deciso per "Martha" infondo tutte le vecchiette americane si chamano così quindi...

Ehy oddio non vi immaginate una vecchia decrepira prossima alla porte però XD è più vecchia solo di un paio di anni di Giuseppe :)

Non so... io spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e spero mi direte anche che ne pensate.

Oltre a questo non credo di avere altro da dire, perciò io vi saluto qui.

Alla prossima

Un bacione

Immy

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Capitolo 5
*** Confessioni II ***



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Confessioni






























Il giorno dopo Bonnie venne svegliata dallo squillare del proprio telefono. Lo prese dal comodino strofinandosi gli occhi con la mano sinistra e poi controllo chi la stesse chiamando.

<< Buongiorno zia... >> mormorò ancora insonnolita dopo aver visto chi chiamava.

<< Buongiorno figliola. >> rispose Matt all'altro capo del telefono imitando la voce della zia, che si cacciò a ridere vedendo le smorfie che faceva il piccolo, mentre cercava di imitare la sua voce.

<< Matt... dimmi. >> disse Bonnie puntellandosi sui gomiti per poi alzarsi.

<< Beh, non venite più? >>

<< Non lo so, papà ieri mi ha detto di sì, appena si sveglia glielo chiedo. >> rispose la Rossa guardandosi attorno ancora spaesata.

Poi una lastra sul suo comò attirò la sua attenzione. Era la sua, quella che il giorno prima era tutt'altro che finita. In quel momento se ne stava sul comò finita, incerata e lucidata.

<< Oh... >> sussurrò sorpresa, per poi lasciarsi andare ad un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

<< Che c'è? >> le chiese il fratello all'altro capo del telefono.

<< Niente. Verremo sicuramente, non ti preoccupare Matt. >> disse Bonnie su di giri prendendo la lastra in mano.

<< Va bene. A più tardi. >>

<< Ciao. >> salutò Bonnie prima di chiudere la chiamata e tornare a guardare la sua lastra.

Era bellissima. E suo padre l'aveva finita quella notte. Probabilmente era rimasto sveglio tutta la notte per poterla finire.

Sorrise intenerita e poi rimise la lastra sul comò. Andò nel proprio bagno, se fece una doccia, si vesti e dopo essersi asciugata i capelli uscì, diretta verso la stanza di Damon, ma si ricordò di aver lasciato la lastra nella propria stanza così fece dietrofront, la andò a prendere e poi andò verso la stanza di Denise.

<< Denise... >> chiamò Bonnie bussando alla porta.

La tata, che nella sua stanza stava facendo le valigie, per potersene andare scattò spaventata, che la ragazza potesse entrare e coglierla in flagrante.

<< Dimmi Bonnie. >> rispose avvicinandosi alla porta, in modo da poterla fermare se avesse voluto entrare.

<< Denise, vieni giù, voglio farti vedere una cosa. >> le disse Bonnie praticamente saltellando sul posto dalla felicità.

<< Va bene arrivo. >>

Sentita la risposta di Denise, Bonnie fece una corsa verso la stanza di Damon.

<< Damon. >> chiamò fuori dalla porta.

Denise fece un sospiro di sollievo quando la sentì allontanarsi dalla porta, poi tornò alle valigie.

La Rossa intanto bussò alla porta del fratello un altro paio di volte, senza ricevere una risposta. Il ragazzo aveva il sonno pesante.

<< Damon! Svegliati. >> chiamò Bonnie entrando in camera.

<< Mmh. >> si lamentò Damon infilando la testa sotto il cuscino.

<< Su, dai svegliati! >>

Bonnie appoggiò la lastra sul comodino del Moro e poi saltò sul letto con la chiara intenzione di svegliarlo.

<< Mmh. >>

<< Dai, per favore... >> disse Bonnie saltellando in ginocchio sul letto.

Neanche due secondi dopo si beccò una cuscinata in faccia. Evidentemente il ragazzo non aveva voglia di essere svegliato.

<< Che vuoi di prima mattina? >> domandò Damon con voce impastata dal sonno.

<< Guarda... >> disse Bonnie indicando la lastra, felicissima.

Damon si girò, ad occhi chiusi verso Bonnie.

<< Mmh... >> biascicò nuovamente.

<< Papà ieri ha finito la mia lastra. Sicuramente ci ha lavorato tutta la notte. >> lo informò la Rossa con un sorriso.

<< Mhm... molto bella. >> le disse Damon ancora ad occhi chiusi.

<< Ma se non l'hai vista! >> gli disse Bonnie ridacchiando, prima di ricambiare la cuscinata, svegliandolo definitivamente.

<< Hey! >> si lamentò Damon alzando di poco la testa solo per vedere dove fosse la Rossa. Individuata la posizione della sorella la prese di peso facendola cadere sul letto, accanto a lui e dopodiché iniziò a farle il solletico.

<< Damon! No ti prego, ti prego basta, Damon! >> urlò Bonnie tormentata dal solletico.

<< Hai iniziato tu mostriciattolo! >> disse Damon continuando a farle il solletico.

Era da tempo che non si lasciavano andare a dei momenti come quelli. Da prima che lui partisse per la Francia. Gli era mancata molto la sua piccola Bonnie.

<< Non ho fatto niente! >> si lamentò Bonnie continuando a ridere e ad implorarlo di smetterla con il solletico.

<< Hai mai sentito parlare del detto “non svegliare il can che dorme”? >> le domandò Damon decidendosi finalmente a darle tregua da quella tortura chiamata “solletico”.

<< Ma tu non sei un cane... >> gli rispose Bonnie ridacchiando.

<< Era una battuta? >> le domandò lui guardandola di sbieco.

<< Lo so era pessima, ma in ogni caso dovevi svegliarti. È tardissimo! >> mentì Bonnie.

<< Sicura? >> le domandò Damon con un sorriso diabolico indicandole l'orologio che aveva sul comodino.

Bonnie guardò l'ora. Erano le 8:30. Con un sorriso a trentadue denti, nella speranza di intenerirlo, Bonnie tornò a guardare l'espressione maligna del fratello. Sì voleva fargliela pagare. L'istinto di sopravvivenza della ragazza si svegliò in quel momento, infatti, spinse il Moro e scattò in piedi pronta a scappare, Damon perse l'equilibrio e cadde rovinosamente per terra così Bonnie invece di aiutarlo si cacciò a ridere.

<< Tu! >> ringhiò Damon facendo per alzarsi e raggiungerla, ma Bonnie per poterlo rallentare, gli lanciò addosso il cuscino facendolo nuovamente cadere e approfittandone cominciò a correre verso la porta, ma Damon era più veloce di lei e la riacciuffò a metà strada, per i fianchi, dove cominciò a farle il solletico.

<< Aahh! Non volevo ti chiedo scusa. >> urlò Bonnie soffocata dalle risate, come anche Damon, che smise subito dopo aver ricevuto le scuse.

<< D'accordo... >> le rispose sorridendo prima di abbracciarla forte, sorprendendola.

<< Mi sei mancata. >> le confessò il ragazzo guardandola fisso negli occhi dopo aver sciolto l'abbraccio.

<< Anche tu. >> rispose la Rossa con un sorriso intenerito, prima di scoccargli un bacio sulla guancia ed un altro abbraccio.

<< Allora... perché mi hai svegliato di prima mattina? >> le domandò poi il ragazzo.

<< Ma allora non mi ascoltavi prima! - esclamò Bonnie, tirando al fratello una pacca sul braccio. - Papà ha finito la mia lastra ieri notte e volevo che mi aiutassi ad appenderla. >>

<< Ai vostri ordini, principessa. >> le disse Damon facendo un inchino, prima di darle un bacio sul capo e dirle che avrebbe fatto tutto quello che lei voleva, ma dopo una doccia.

Bonnie lasciò la lastra al suo posto in modo che Damon la potesse appendere e uscì dalla sua stanza permettendogli di prepararsi per una doccia.

Abbandonata la camera di Damon la ragazza andò in quella del padre, che trovò sveglio e lo ringraziò per la lastra. E si dimostrò matura dicendogli che non era costretto a dimostrarle nulla, in quanto lei sapeva quanto lui volesse bene sia a lei che al fratello e che nessuno glielo avrebbe portato via, che ciò che più le importava era la sua felicità, quindi se lui fosse stato felice lo sarebbe stata anche lei e dopo avergli dato un bacio sulla guancia corse in cucina a dire a tutti della lastra e poi salì in salotto dove trovò Damon, intento ad appenderla accanto ad una foto della madre di Bonnie.

 

Elena, intanto a casa sua, era da poco uscita dalla doccia e si stava tamponando i capelli con un piccolo asciugamano quando il suo telefono iniziò a squillare.

<< Amore, mio. >> rispose quando vide che si trattava di Giuseppe.

<< Buongiorno. Spero di non averti svegliata. >>

<< No, tranquillo ero già sveglia. Sta mattina mi sono svegliata presto. Ho fatto jogging, un doccia e tra poco scendo a fare colazione. >> riferì Elena sorridendo.

<< Complimenti! >> disse Giuseppe ridacchiando.

<< Perché non facciamo colazione insieme oggi? >>

<< Mi dispiace, non posso, ma se sei d'accordo, mi piacerebbe invitarti alla fattoria di mia sorella, oggi. >> le propose, pensando di farla conoscere alla sorella.

<< Ah... e dov'è? >>

<< Ad un paio di km da qui. >>

<< Sì, perché no? >> valutò Elena andando verso l'armadio, in cerca di qualcosa da mettere.

<< Ci saranno anche i ragazzi. >> la avvertì.

<< Come preferisci, amore. >>

<< Perfetto. Tra un ora ti veniamo a prendere, allora. >>

<< Sì, ti aspetto. >>

<< A dopo. >> la salutò prima di uscire verso il salotto.

 

Intanto Maggie stava facendo jogging con Rebekah, spetegolando sulla vita dell'intera elite di Fell's Church.

<< Maggie io proprio non riesco a capire come hai fatto a prenderla così bene... >> disse all'improvviso l'amica pettegola.

<< Che vuoi dire? >> domandò Maggie cominciando a rallentare la sua corsa per poi fermarsi e prendere un sorso d'acqua dalla bottiglietta che aveva in mano.

<< Elena si sposerà con Giuseppe e a te sembra che non importi proprio nulla! >> esclamò Rebekah irritata. Non riusciva a capire cosa Maggie avesse in mente. Fino alla settimana prima quella donna avrebbe ucciso pur di portarsi quell'uomo all'altare e poi, all'improvviso lo lascia alla figlia? C'era sicuramente qualcosa che non andava.

<< Ho sempre voluto che Elena si sposasse. E ora le è capitata una persona di classe come Giuseppe. Perché mai dovrei infastidirmi? >> rispose tranquillamente Magnolia mentre lasciava la bottiglietta per terra prima di iniziare a fare stretching.

<< Giuseppe è il tipo di uomo che fa per te non per Elena. >> disse categorica la pettegola iniziando anche lei a sgranchirsi le gambe.

Maggie scoppiò a ridere all'affermazione dell'amica, tuttavia non rispose.

<< E quando si sposeranno? >>

<< Tra qualche giorno probabilmente. Vogliono sposarsi il prima possibile, anche perché tra poco la scuola comincia e loro vogliono farlo prima che i figli di Giuseppe comincino la scuola. >> le comunicò Maggie con un'alzata di spalle, non curante, ma all'improvviso si bloccò.

<< Bekah... come si chiamava il tuo amico... quello che era il presidente di una rivista? >>

<< Jamie. >> rispose la donna diffidente.

<< Che ne pensi di dirgli qualcosina, in modo da scriverne un'articolo? >>

<< Vorrei davvero tanto che pubblicasse un'articolo sulle nozze, ma ho paura che Elena non gradisca e che mi faccia una delle sue scenate. >>

<< Non c'è niente da nascondere! Si sposeranno! Lascia che le rivise scrivano un pò di noi... >> mormorò Maggie con un ghigno continuando a fare stretching, mentre Rebekah stava già chiamando Jamie.

 

 

Nel frattempo a casa McCullough Damon aveva appena appeso la lastra di Bonnie accanto ad una foto di sua madre.

La ragazza non riusciva a decidere dove e come andava appesa esattamente, una volta era troppo in alto, l'altra era troppo in basso, poi storta e poi cambiava di nuovo idea.

<< Così è perfetta. >> disse Giuseppe entrando nel salotto e salvando il povero Damon che aveva una faccia a dir poco disperata.

<< Non è storta? >> gli domando Bonnie indecisa.

<< Io la trovo magnifica. >> intervenne sta volta Denise entrando anche lei nella stanza. Aveva finito giusto in quel momento di fare le valigie e voleva parlarne con gli altri, al momento giusto.

<< Davvero? >> chiese la Rossa con gli occhi che si illuminavano.

<< Certo. >> rispose la tata con sguardo materno.

<< Denise, volevamo andare tutti insieme da Martha, tra poco. Che ne dici? >> la invitò Giuseppe che ancora sorrideva per Bonnie e Damon che avevano iniziato a battibeccare.

<< Se... se non ti dispiace... io resterei qui. >> gli disse la tata un pò a disagio.

<< No... perché? >> domandò Bonnie scendendo dal divano sul quale era salita per picchiare Damon con un cuscino, e andando verso Denise.

<< Andiamo tutti insieme. E viene anche Damon, vero? >> Continuò Bonnie tornando poi verso il fratello che sorrise intenerito dallo sguardo supplichevole della riccia, che poi fece sedere accanto a lui sul divano, lasciandole un bacio sul capo, in segno di assenso.

<< Martha ne sarebbe felice e poi ci divertiremo anche noi. Cambieremo un pò aria. >> le disse Giuseppe tentando di convincerla.

<< Ma io... >>

<< Ti prego. Non dirci di no. Vogliamo andare tutti insieme. Papà ha detto che ci deve andare tutta la famiglia e quindi anche tu. >> la pregò Bonnie interrompendo il suo nuovo tentativo di rifiuto.

<< Verrà con noi anche Elena. >> aggiunse Giuseppe.

L'affermazione di Giuseppe destabilizzò e non poco Bonnie, ma questa non lo diede a vedere. Aveva promesso che avrebbe accettato la ragazza, a patto che il padre non trascurasse lei o Matt, quindi doveva iniziare a farsi piacere quella ragazza, in un modo o nell'altro.

Quello che disse il signor McCullough sorprese molto anche Denise e Damon, che subito lanciò un'occhiata a Bonnie, sapendo che la Bionda non le era per niente gradita.

Ma ciò che sentì dire poco dopo alla sorella lo lasciò interdetto e anche soddisfatto. Aveva notato che Bonnie stava cercando di non comportarsi da bambina, ma da diciassettenne, quall'era.

<< Lei ancora non conosce la zia, vero? Sarà una bella giornata per tutti. >> aveva chiesto Bonnie al padre sorridendo, angelica.

Damon in quel momento si alzò battendo le mani.

<< D'accordo. Prenderemo due macchine, così andiamo tutti insieme. >>

<< Perfetto. Allora andate a prepararvi. >> disse Giuseppe facendo eco al Moro.

<< Giuseppe, devi scusarmi, ma è da ieri che non mi sento molto bene. >> intervenne Denise in un ultimo tentativo di declinare l'invito.

<< Oh, mi dispiace... >> mormorò Giuseppe, dispiaciuto che la tata non sarebbe venuta con loro.

<< È forse una scusa per non venire con noi? >> domandò Damon con un ghigno.

<< No. Non è questo. È solo che... >>

<< Se vieni con noi, ci farebbe solo piacere. >> disse nuovamente Damon interrompendola.

<< Lasciala stare Damon, se non se la sente può restare. >> disse Giuseppe.

<< Mademoiselle... persa a quanto ti potrai divertire oggi con Damon. >> disse il Moro vantandosi e facendo ridere sia Denise che Giuseppe.

Bonnie invece si limitò a dargli un pugno sul braccio commentando con un: << Sbruffone. >> biascicato, ma felice che Damon stesse covincendo la tata.

<< Va bene, va bene... mi vado a preparare. >> disse Denise, mentre si incamminava verso la sua camera, scuotendo la testa mentre ancora rideva.

<< Voilà! Visto che bravo? Non mi ha mai rifiutato niente! >> si vantò Damon una volta rimasto solo con Bonie e Giuseppe.

<< Ma sentilo... >> replicò Bonnie uscendo anche lei dalla stanza per andare a vestirsi, ma poco prima di uscire Damon le tirò i capelli per poi girarsi dall'altra parte facendo finta di niente.

<< Ahia! E dai! Lasciami stare... >> si lamentò Bonnie, massaggiandosi la parte lesa del capo.

<< Oh piccola, ti giuro, non è colpa mia... >> le disse dolcemente Damon scoccandole un bacio sulla guancia.

<< Sì certo. >> rispose Bonnie prima di tirargli anche lei i capelli e scappare di corsa in camera sua mentre lui la inseguiva desideroso di vendetta.

 

 

Maggie intanto era giusto tornata a casa e stava salendo in camera sua per farsi una doccia, quando notò Elena in giardino che leggeva un giornale mentre faceva colazione.

<< Buongiorno. >> la salutò uscendo in giardino.

<< Ciao. >> rispose la Bionda seccamente.

<< Vai da qualche parte? >> le chiese Maggie vedendola vestita in modo elegante.

La Bionda infatti indossava dei mantaloni neri con quelle decolté dello stesso colore, una camicia bianca che aderiva al suo fisico con sopra un gilet molto femminile, dello stesso colore dei pantaloni e portava i capelli raccolti, lasciando libera qualche ciocca dorata, per dare un pò di movimento e luminosità al suo volto.

<< Tra poco Giuseppe mi verrà a prendere. Andremo alla fattoria che ha poco fuori vittà, per farmi conoscere sua sorella. >> la informò Elena con sguardo soddisfatto.

Sapeva che la madre aveva sempre desiderto andare in quella fattoria e conoscere la sorella di Giuseppe. Le stava sbandierando in faccia che si era presa tutto quello che lei desiderava e di questo era molto contenta.

Maggie, infatti si era accorta di ciò che la figlia voleva fare e la lasciò fare, fino a prova contraria la madre era lei e di cose ne sapeva molte più di Elena. Si limitò a guardare male la figlia, prima di prendere dell'uva dal tavolo, ne mangiò una e poi rientrò in casa semza dire una parola.

Elena tornò a fare colazione ignorando la strana reazione di Maggie.

Poco dopo ricevette una chiamata da un numero sconosciuto.

<< Pronto? ... chi? ... la ascolto signor Jamie... >>

Il giornalista la sorprese chiedendole della sua storia con Giuseppe.

<< Da chi ha avuto questa notizia, mi scusi? >> gli domandò furiosa.

Anche se aveva il sospetto che la persona che gli aveva fatto la soffiata vivesse sotto il suo stesso tetto.

Jamie però continuò a chiederle notizie sul matrimonio e sul fidanzamento, ignorando la domanda di Elena.

<< Posso sapere chi le ha dato il mio numero personale? >> domandò nuovamente la Bionda più arrabbiata di prima.

<< No! Lei me lo deve dire! .... e no non voglio parlarne mi dispiace e la prego di non richiamarmi più. >> disse la ragazza liquidando la chiamata per poi lasciare il cellulare sul tavolo e andare verso la stanza della madre che nel frattempo si era fatta la doccia, si era cambiata e in quel momento si stava truccando.

Elena irruppe nella stanza senza bussare.

<< Gliel'hai detto tu vero? Hai chiamato i media e gli ha detto che io e Giuseppe ci saremmo sposati! >>

<< Non so di che stai parlando. Ti pare che io non abbia altro da fare? Non dire stupidaggini. >> le disse Maggie tranquilla mentre cominciava ad acconciarsi i capelli.

<< Quell'uomo voleva parlare della diffenza d'età tra di noi! >> la accusò la ragazza, riferendosi al fatto che la stessa Maggie aveva accennato alla stessa cosa numerose volte.

<< Vedo che la cosa ti infastidisce. >> le disse Magnolia soddisfatta.

<< Pensi veramente di infastidirmi comportandoti in questo modo? >>

<< Lo sai che non mi interessa neanche aprire più questo argomento. Il tuo matrimonio con Giuseppe non può che portarmi benefici. >>

<< Non ti permetterò di usare Giuseppe. >> le disse la Bionda guardandola con odio.

<< Signorina Elena.... il sognor McCullough la aspetta giù. >> intervenne Katherine interrompendo il confronto tra le due.

Dopo aver guardato nuovamente male la madre Elena si avviò verso il piano inferiore.

Maggie la seguì subito.

 

 

<< Elena, suona il piano? >> chiedeva Bonnie al padre primpellando qualcosa al pianoforte in salotto.

<< Sì, ma non brava quanto te. >> le rispose la diretta interessata entrando nella stanza.

<< Ciao... >> la salutò cortesemente Bonnie.

<< Benvenuto Giuseppe... che bello vedervi qui. >> intervenne Maggie facendo il suo ingresso in stanza, scatenando la rabbia di Elena, che aveva finalmente capito cosa voleva fare.

<< Sono pronta. Vogliamo andare? >> disse Elena fra i denti.

<< Certo. L'auto è qui fuori. >>

<< Andiamo allora. >> disse Elena, frettolosamente.

<< Ho sempre voluto conoscere Martha. Noi ci conosciamo, ma alla lontana. Non la vedo molto qui in città. >> disse Magnolia.

<< A lei piace molto di più stare nella fattoria. >>

<< Già... peccato... >> Maggie rispose a Giuseppe con finto dispiacere.

<< Se... se vuole può unirsi a noi. >> disse Bonnie invitando la signora Gilbert.

<< Giusto... brava Bonnie... ci farebbe piacere averti con noi Maggie. >> disse Giuseppe con un sorriso.

<< Sarebbe bello, però purtroppo mamma deve uscire con delle amiche oggi. >> disse Elena, trattendo la sua rabbia nei confronti di quella ragazzina Rossa. La madre non aspettava altro che un invito simile per poterli seguire.

<< Non ci metto molto a disdire cara. Prendo la borsa. Torno subito. >> disse Maggie gongolante prima di correre verso il piano superiore.

 

 

 

Poche ore dopo la famiglia era tutta radunata attorno ad un tavolo nel cortile posteriore della fattoria di Martha, a pranzare tutti insieme.

<< Ti devo rigraziare Elena per questa visita. Giuseppe sembrava aver dimenticato la strada per venire qui. >> stava dicendo Martha.

<< Non esagerare adesso. E poi siamo noi che ci dovremmo lamentare. Neanche tu vieni mai a trovarci. >>

<< C'è una bellissima atmosfera qui. Questa fattoria, poi, è magnifica. >> mormorò Maggie attirando su di sè l'attenzione dei presenti.

<< Grazie, Maggie ormai mi sono abituata a stare qui. Qualunque altro posto mi sembra troppo caotico. >> le rispose Matha con una sorriso.

<< Anche noi avevamo una piaccola fattoria, ma purtroppo non ci andavamo molto, quindi l'abbiamo venduta. >> disse Magnolia con lo sguardo perso nel vuoto e nei ricordi.

Dopo quelle parole ricevette un'occhiataccia da Elena, anche lei persa nei ricordi. Riusciva benissimo a vedere il ragazzo che usciva da quella casa, lei stessa che ci entrava, lei urla di suo padre e Maggie e poi il corpo di John Gilbert riverso a terra, mentre Maggie la guardava.

<< Ogni volta che vuoi un pò di riposo dal caos della città, sarei felice di ospitarti. >> la invitò Martha, cortese come sempre.

<< Grazie, sei gentile. >> le rispose Maggie contenta della gentilezza mostratale dalla signora.

<< Hey tu! Sei già andato a cavallo? >> domandò Damon a Matt.

<< No, non ancora.... ho passato la mattinata a leggere riviste. >> gli rispose il ragazzino con un sorriso biricchino. Lo stesso sorriso, che dopo la "frecciatina" di Matt aveva preso posto sul viso di Elena.

Sia lei che il ragazzino, infatti, quella mattina avevano letto i giornali e tutti parlavano di Damon e la sua nuova ragazza, Caroline. Delle riviste riportavano addirittura delle interviste fatte alla ragazza stessa.

<< Che vuoi dire? >> domandò Damon sospettoso.

<< Tutti i giornali scrivono che oresto tu e Caroline vi sposerete. >> riferì Matt sorridendo.

<< Perché non ce l'hai detto, Damon? >> gli chiese Giuseppe contrariato.

Damon aveva chiesto ad una ragazza di sposarlo senza dire niente a nessuno.

<< Perché l'ho scoperto ora con voi... scusate – disse alzandosi- Matt dove sono questi giornali? >> domandò il Moro seguendo il ragazzino in cucina, dove trovò i giornali sul tavolo, accanto a Stefan che stava anche lui pranzando.

Matt intanto gli aveva già aperto i giornali alle pagine giuste ripetendo un "qui" ogni volta che vedeva qualcosa di nuovo su di lui e la modella bionda.

Dopo avergli fatto vedere tutti i giornali il ragazzino si cacciò a ridere, subito seguito da Stefan. La cosa scatenò la furia di Damon. Per colpa di quell'oca di Caroline era diventato lo zimbello di un essere inferiore, qual'era Stefan.

Proprio in quel momento prese il cellulare e chiamò la ragazza, che subito negò di aver rilasciato qualsiasi tipo di intervista, scatenando ancora di più la rabbia del moro che le chiese retoricamente se i giornalisti avessero scritto quattro intere pagine usando la fantasia.

Damon sempre più arrabbiato iniziò ad allontanarsi dalla cucina, continuando a parlare con Caroline, mentre Matt lo seguiva.

<< Stefan, cosa ci fai qui da solo? Dai vieni a stare nuori con noi. >> disse Bonnie entrando in cucina in quel momento.

<< No. Quando siamo da soli sì, ma quando avete ospiti è meglio che ognuno stia al proprio posto. >>

<< Ma per favore! Dai andiamo. >> scattò Bonnie prendendolo per mano, facendo per trascinarlo fuori.

<< Bonnie, no davvero, mi sento più a mio agio qui. >>

<< Ok allora io ti faccio compagnia. >> si impuntò la Rossa sedendo a tavola e indicando anche all'amico di farlo.

Dopo aver sbuffato, ma felice di quella dimostrazione di amicizia, Stefan tornò a sedersi, per poi mettersi a mangiare.

 

 

Nel cortile intanto Denise stava lasciando il tavolo per farsi due passi.

<< Vengo anche io con te. >> le disse Elena alzandosi anche lei.

<< Certo. >> le disse la tata con un sorriso, disponibile.

<< Aspettate, vengo con voi anche io. >> si aggregò Giuseppe.

Al tavolo rimasero solo Maggie e Martha.

<< Noi andiamo a prenderci un caffè, ti va? >> chiese gentilmente Martha alla fitura suocera di suo fratello.

<< Certo che sì. >>

Intanto la passeggiata dei tre era piuttosto imbarazzante, nessuno apriva bocca facendo sentire gli altri a disagio e viceversa.

<< Andiamo nelle stalle? Voglio vedere i cavalli. >> disse Elena spezzando quel fastidioso silenzio.

<< D'accordo. >>

<< Se non vi dispiace io continuo a passeggiare. >> gli disse Denise prima di salutarli e continuare la sua passeggiata, mentre i due procedevano verso le stalle.

<< Quella donna non ha nessuno? >> domandò Elena a Giuseppe, riferendosi a Denise.

<< Sua madre è morta e suo padre vive in Francia, ma non ha mai visto sua figlia. Nessuno sa chi sia. >> le piegò il signor McCullough prendendo per lano la Bionda.

<< Quindi non ha nessuno, se non un padre che non ha mai conosciuto. >> disse la Bionda stringendo la mano di Giuseppe.

<< Ci siamo noi, ormai è parte della nostra famiglia. È da più di dieci anni che è con noi. Ormai è di famiglia. Le vogliamo tutti bene. >>

 

 

<< È la prima volta che vedo mio fratello così felice. Si vede che è molto innamorato di Elena e che lei lo renderà molto felice. >> stava dicendo Martha a Maggie, mentre sorseggiavano il caffè.

<< Già, spero per loro che sia così... >> replicò Magnolia con sufficienza.

<< Sembri preoccupata per loro. >>

<< Io? E perché dovrei? Giuseppe è un brav uomo, qualunque madre lo vorrebbe per sua figlia. >> rispose la signora Gilbert con, molto ben celato, sarcasmo.

In quel momento Damon uscì di casa. Aveva appena finito di parlare con Caroline.

<< Damon, allora? Hai deciso di annullare il tuo matrimonio con quella ragazza? >> domandò la madre di Elena con un sorriso.

<< Come se ce ne fosse mai stato uno. >> le rispose Damon sedendosi sulla poltrona accanto a sua zia a prendere il sole.

<< Caroline non c'entra nulla con questa storia, dice che sono stati i giornalisti a scrivere tutto. >> intervenne Matt cercando di giocare a calcio con un pallone da basket.

<< Dai Damon, vieni a giocare con me per favore... >>

<< Tra poco, adesso non ho voglia Matt. >> rispose il Moro sempre ad occhi chiusi mentre si godeva il sole.

<< Matt, tesoro, lasciaci Damon, è da un pò che non lo vediamo. - intervenne Magnolia guardando Damon, prima di rivolgersi a Martha. - Damon, era un amico intimo di mia figlia Meredith, ci chiamava sempre per chiedere di noi, ma ora non lo sentiamo mai. >> finì la frase tornando a guardare Damon, che scocciato si sedette, più compostamente sulla sedia.

<< Mi dispiace, non è colpa mia, perché Meredith ora è diventata moglie del signor Alarc e non sarebbe il caso che io chiamassi. >>

<< Beh, e io? Non chiami me? Oppure non è il caso? >> lo rimbeccò la signora Gilbert sbattendo le ciglia.

<< No, certo, certo... >>

<< Tesoro, dov'eri? >> chiese Martha vedendo Bonnie uscire da loro.

<< Sono rimasta dentro a fare un pò compagnia a Stefan, non voleva uscire a stare con noi perché non si sente a suo agio. >> le rispose la Rossa con un sorriso, dopo assersi seduta vicino a lei.

<< Chi è Stefan? >> chiese Maggie, curiosa.

<< L'autista, il giardiniere, il cuoco... fa un pò di tutto. >> le rispose velenosamente Damon, odiava quel ragazzo.

<< Damon, sei veramente pessimo! >> lo rimbeccò Bonnie offesa.

<< Sto per caso mentendo? >> le domandò il moro in tono di sfida.

<< No, però... Stefan è un mio grande amico. Siamo cresciuti insieme. >> rispose Bonnie rivolta alla madre di Elena.

<< Dov'è papà? >> domandò poi Bonnie alla zia.

<< È andato a fare una passeggiata con Denise ed Elena. >> la informò la zia prima di prendere un sorso di caffè.

Bonnie dopo aver annuito distrattamente si mise a correre verso i giardini, per vedere dove fossero.

Damon intanto si era alzato ed era corso da Matt rubandogli la palla per poi schiacciare un canestro.

 

 

<< Denise... come mai qui da sola? >> domandò Bonnie una volta raggiunti i guardini, dove trovò la tata, che si godeva il panorama sopra una piccola duna.

<< Denise! Che succede? Perché piangi? >>

<< Tesoro, volevo parlartene prima, ma... sta mattina eri filice e quindi non sono riuscita a dirtelo. >> mormorò Denise dopo essersi asciugata qualche lacrima e prima di lasciare una carezza sulla guancia di una Bonnie al quanto preoccupata.

<< Per caso c'è qualcosa che non va? Stai male? >> cercò di informarsi Bonnie sempre più preoccupata.

<< No, no. Ieri ho ricevuto una lettera da papà. >> le comunicò Denise, con un sorriso.

<< Davvero? >> Bonnie era contenta per lei. Sapeva che aveva sempre voluto conoscere il padre.

<< Sì, mi chiedeva di andare da lui a Parigi. >>

<< No... >> disse Bonnie di colpo seria. Era certa che la donna le stesse mentendo. Quando Damon era tornato da Parigi le aveva detto che non aveva tovato nessuno, anzi, il padre della donna era via da tempo.*

<< Io... devo andare da lui, Bonnie. >>

<< A Parigi? >> domandò Bonnie ancora più scettica.

<< Sì, era già da tempo che mi chiedeva di andare da lui, ma io non volevo lasciarvi soli. Ora, però, devo andare a vederlo e poi voi non rimarreste da soli, la signorina Elena si prenderà cura di voi. >> le rispose Denise, ignara che Bonnie sapeva che non le era arrivata nessuna lettera da Parigi e che lei le stava solo mentendo per potersene andare.

<< Mi sa che papà ha fatto molto bene a pensare di risposarsi. Da quanto tempo eri stufa di noi, Denise? E adesso è arrivata l'occasione perfetta perché ti potessi liberare di noi. >> le disse la Rossa in tono glaciale, mentre le lacrime già comincivano a d annebbiarle la vista.

<< No! - si affrettò a negare la donna preoccupata per la reazione di Bonnie. - Ti sbagli vi voglio bene, non mi sono stancata di nessuno di voi, ma devo andare. >>

<< Bugiarda! >> esclamò Bonnie scoppiando a piangere per poi scappare lontano da Denise.

Perché la odiavano tutti? Perché doveva perdere tutte le pensone a cui si affezionava? Prima la madre, poi il padre, che Elena si stava prendendo, Damon che la trattava male, andava in vacanza, non la chiamava, come se lei non esistesse e ora lei, Denise, la sua tata, quasi la sua seconda madre, la stava abbandonando.

Bonnie continuò a correre, mentre Denise le correva dietro, pregandola di fermarsi e spiegandole che non era vero che voleva liberarsi di loro, ma Bonnie non si fermò, non volle fermarsi ad ascoltare altre bugie.

Continuò a correre, con tutto il fiato che aveva in corpo, era quasi arrivata alla casa, era in messo al cortile, accanto alle stalle, quando di fermò di colpo colpita da un improvviso mal di testa. Iniziò anche ad avere la vista più appannata di prima, sentiva la terra girare e le gambe cederle, non riusciva neanche più a parlare, perché non aveva fiato, pochi secondi dopo cadde a terra, svenuta.

<< Bonnie! >> urlò Giuseppe che in quel momento stava uscendo dalle stalle con Elena e aveva visto la figlia accasciarsi a terra.

La prese in braccio e la portò in casa, seguito da una preoccupatissima Denise e dalla futura moglie, Elena.

 

 

Erano tutti in salotto, in silenzio ad aspettare di sapere come stesse la piccola Rossa. Elena, Denise e Matt erano seduti su un divano, tutti con lo sguardo perso nel vuoto, in attesa di notizie, Stefan era in piedi accanto alla porta con lo sguardo basso, anche lui preoccupato, Damon era seduto su una poltrona, di fronte al divano, con Denise, Matt ed Elena e aveva i piedi appoggiati al tavolino che aveva tavanti, sembrava incurante, tranquillo come se niente fosse, ma era lì, giusto perché c'erano anche gli altri, non sarebbe stato carino che se ne andasse. Maggie invece, anche lei seduta su una poltrona, guardava un pò per aria un pò per terra, non sapeva esattamente dove guardare, gliene fregava meno di Damon di come stesse la ragazza, non faceva altro che guardarsi attorno e fare, di tanto in tanto, sospiri annoiati. Giuseppe e Martha erano in camera con Bonnie.

La prima che notò che Giuseppe li aveva raggiunti fu Elena, che immediatamente schizzò in piedi andandogli incontro.

<< Come sta? >>

<< Dorme. >> le comunicò.

<< Non lasciarla da sola. >> gli disse nuovamente la bionda, con sguardo preoccupato.

<< Sua zia è con lei. >>

<< Dovremmo farla visitare da un dottore. Sono molto preoccupata. >>

La madre a quelle parole le regalò uno sguardo derisorio, mentre Damon regì con un sospiro, scocciato.

<< Non ha bisogno di dottori, il suo è un disturbo mentale, da stress, immagino. >> intervenne Damon sventolando la mano, come per scacciae una mosca, come se lo svenimento di Bonnie fosse di poco conto.

Grazie a quell'ultima affermazione il ragazzo si guadagno un'occhiataccia da tutti i presenti e uno sguardo divertito da Maggie.

Giuseppe si limitò a sospirare, stanco,prima di rivolgersi a Denise, che si era alzata in piedi, anche lei, per sapere come stesse la ragazza. Giuseppe le chiese di parlare in privato, voleva sapere cosa fosse successo esattamente.

Andarono nello studio di Martha, lì sicuramente non sarebbero stati disturbati.

In salotto rimasero così solo Elena, la madre, Damon e Matt. Dopo qualche secondo di silenzio, Damon lasciò il salotto, per prendere un po' d'aria, seguito da Matt. Così Elena e Maggie rimasero da sole.

<< Complimenti, tesoro. Reciti benissimo il ruolo della madre apprensiva. Dietro la facciata della brava ragazza ti sei rivelata per quello che sei: una donna che sa giocare molto bene le sue carte, sai come e quando fare la tua mossa. Sai pianificare alla perfezione i tuoi piani... comlimenti. Se Bonnie sta solo facendo finta di essere svenuta, però, mi sa che avrai molto da fare con lei. >> disse Magnolia alla Bionda, una volta sicura che nessuno la potesse ascoltare. Putroppo per lei, però Martha aveva giusto lasciato la camera, ragguingendole in salotto, e quindi fece in tempo a sentire l'ultima parte del commento di Maggie da dietro la porta, ma decise di fare finta di nient, entrando in salotto.

<< Oh, si è addormentata? >> domandò Maggie con un finto sorriso.

<< Sì, per fortuna, si sta riposando. >> le rispose Martha un po' distante sedendosi sulla poltrona che poco prima era occupata da Damon.

<< Giuseppe, sta parlando con Denise. >> le comunicò sempre la madre di Elena, con un sorriso.

La zia di Bonnie si limitò ad annuire prima di fulminarla con lo sguardo.

 

 

<< Mi sento tremendamente in colpa. Non volevo che Bonnie si sentisse male. >> stava dicendo Denise, in studio, tormentata dal senso di colpa.

<< Denise... perché ci vuoi lasciare? >> le chiese Giuseppe senza troppi giri di parole.

<< L'ho stavo giusto dicendo a Bonnie. Mi è arrivata una lettera da papà, in cui mi chiedeva di andare a vederlo a Parigi. L'ho spiegato a Bonnie, ma lei non mi voleva credere, credeva che le stessi mentendo. >> spiegò, anzi mentì la donna, ma con lo sguardo basso, perché non riusciva a sostenere quello del suo datore di lavoro.

Giuseppe annuì, perché finalmente gli fu tutto un po' più chiaro. Riusciva finalmente a capire la reazione di Bonnie.

<< Non mi hanno stufato. Tu lo sai benissimo quanto io li ami. >> continuò Denise, cercando di sembrare convincente.

<< Quindi, fammi capire, perché hai tanta fretta di andartene? >> le domandò Giuseppe, mettendola in difficoltà e non poco.

<< Non ho fretta... >> rispose lei con una risata un pò nervosa.

<< Tuo padre non ti ha mandato nesusna lettera. Perché non sai neanche dopo stia ormai e neanche lui, immagino, sa dove tu possa essere. Bonnie ha provato a rintracciarlo per molto tempo, voleva farti una sorpresa, facendoti ritrovare finalmente tuo padre, ma non è mai riuscita a trovarlo e anche Damon quando è andato a Parigi ha provato a cercarlo, ma neanche lui ha avuto successo. Quello che è riuscito a scoprire è che ora è nell'esercito francese e nient'altro. >> le comunicò Giuseppe, stanco di tutte quello bugie.

Denise, dopo quelle parole si sentì ancora più in colpa, non riuscì a trattenere le lacrime che seguirono le sue parole. Bonnie aveva perfettamente ragione a darle della bugiarda, ad essere arrabbiata con lei, ma la verità è che lei non potevapiù vivere in quella casa, sapendo che ci sarebbe stata un'altra donna, non riusciva a sostenerlo.

Giuseppe soffrì con lei vedendola in lacrime, si avvicinò a lei, e le mise un bracco attorno alle spalle, confortandola.

<< Perché ci vuoi lasciare, Denise? - le chiese di nuovo, attirando la sua attenzione. - qualcuno di noi ti ha forse offeso in qualche modo? >>

Denise scosse la testa in segno di diniego.

<< Ti ha annoiato la nostra vita? >>

La donna negò nuovamente.

<< Non ci sopporti più? >> domandò Giuseppe, ripetendo le stesse parole della figlia, ma con un sorriso questa volta, cercando di far sorridere anche lei.

<< No. Voi non c'entrate niente. >> rispose Denise con voce strozzata dal pianto.

<< Va bene. Se sei proprio decisa... la scelta spetta a te, ma se non siamo noi la causa di questo, perché ci vuoi lasciare? >>

<< Ho sempre amato vivere qui con voi. Ho vissuto una vita piena, qui, ma ora, tutti voi, ci state costruendo una nuova vita. Ti sposerai! - sisse con un sorriso, mentre nuve lacrime scendevano dagli occhi. - E i ragazzi avranno una nuova madre. La mia presenza non è più necessaria. Non avete più bisogno di me. >> finì di dire con un'alzata di spalle, come se la cosa fosse ovvia.

<< Non ti capisco. Come puoi pensare una cosa del genere? Riesci minimamente ad immaginare che ne sarà di Bonnie senza di te? Io mi sposerò con Elena, certo, ma lei non prenderà mai il tuo posto nel cuore di Bonnie. Abbie ti ha lasciato i ragazzi perché te ne prendessi cura e lo hai fatto fino ad ora, perché non continuare? >>

 

 

Damon era in giardino, seduto su una poltrona a pensare, con accanto Matt che non faceva altro che sbuffare, stufo. Damon lo ignorava e Matt sbuffava, andarono avanti così per un paio di minnuti, finché il piccolo di casa, dopo un' ultima sbuffata, non si alzò e andò verso casa sbattendo i piedi a terra.

<< Dove vai? >> gli domandò Elena, che in quel momento stava uscendo a prendere aria anche lei.

<< Damon, non parla... nessuno parla. Vado da Stefan. >> disse e dopo ennesimo "uffa!" Matt rientrò in casa, mentre Elena si sedeva accanto a Damon.

<< Siete sicuri, che Bonnie stia bene? Non sarebbe bene farla vedere ad un dottore? >> gli domandò Elena con sguardo preoccupato.

Damon rispose dopo una risata divertita.

<< Ci sono ragazzi che si comportano in quel modo solo per attirare l'attenzione o per farsi comprare quello che gli piace. Bonnie è na di quelli. >>

Elena, però, rimase con uno sguardo preoccupato anche dopo la spiegazione di Damon.

<< Oh, non venirmi a dire che sei preoccupata. >>

<< Tu vivi sempre con loro, o sei venuo da tuo zio solo per gli studi? >> gli domandò Elena, ignorando la sua frecciatina.

Damon si fece di colpo serio.

<< quando stavo con Meredith, non mi trattavi così. Hai cambiato atteggiamento perché diventeremo parenti? >> le domandò il Moro, tornando a fare lo spavaldo.

<< Ogni volta che comincio a pensare che tu possa essere cambiato, mi dai la certezza di essere in idiota. >> disse Elena prima di alzarsi per ritornare in casa, ma Damon la fermò trattenendola per il polso.

<< Scherzavo, scherzavo, torna a sederti. Ti chiedo scusa. >> le disse tranquillo, lasciando la presa.

Elena fece come le disse, se pur scocciata.

<< Io... ero molto, molto piccolo quando sono venuto qui. Stavamo andando, non ricordo bene, forse a fare un pic-nic, o forse da qualche altra parte, non me lo ricordo. Abbiamo fatto un incidente, e mamma e papà sono morti sul colpo. >>

<< Mi dispiace. >> mormorò Elena, colpita, ma Damon non la ascoltava aveva lo sguardo fisso nel vuoto, perso nei ricordi.

<< Giuseppe è più grande o più piccolo di tuo padre? >>

<< Lui e mio zio, ma allo stesso tempo non lo è. Era molto amico di mio padre, ma non oostante non avessimo nessun legame di parentela, mi ha accolto in casa sua e trattato come uno dei suoi stessi figli. Ha portato a casa sua, Damon, il piccolo e orfanello Damon Salvatore. Il piccolo Damon è entrato nella villa... - disse lasciandosi andare ad una risata amara, come se trovasse quasi divertente quell'episodio – era appena venuto da Chicago, portandosi dietro una piccola valigia, con dentro tutti i suoi sogni... >> mormorò poco prima di risvegliarsi improvvisamente chiedendosi perché si fosse lasciato andare in quelo modo, ma del resto, pensò, che prima o poi sarebbe venuta a sapere tutte quelle cose, se non da lui, da Giuseppe.

<< Beh? Dimmi di te, signorina Elena. Come hai conosciuto mio zio? Anzi, come avete fatto a decidere di sposarvi così in fretta? >> le domandò pentendosi di essersi mostrato debole, davanti a lei e cercando di pareggiare i conti facendosi raccontare qualcosa su di lei.

Elena però rimase con uno sguardo glaciale, Damon non le avrebbe "estorto" nulla sulla sua vita.

<< Mi sono innamorata di lui. >> rispose semplicemente alla domando, guardandolo dall'alto verso il basso.

Fu il turno di Damon, di essere freddo questa volta.

<< Perché vuoi mio zio, Elena? >>

<< Che domanda è? Ti ho detto che mi sono innamorata di lui! >> gli rispose la Bionda giù alterata.

<< Lo ami molto, visto che hai accettato così in fretta di sposarlo. >>

<< Sì, lo amo. >>

<< Bene. Sono molto contento per voi. >> le disse con sguardo enigmatico.

Elena annuì facendogli un sorriso, che non ragguinse mai i suoi occhi. Un sorriso da arpia, lo stesso che le riservò Damon, guardandola fisso negli occhi.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutti...

Mi mancava scrivere questa storia e mi mancavano questi capitoli infiniti :)

Nel capitolo abbiamo i primi contatti tra la famiglia McCullough e la famiglia Gilbert.

Alaric e Meredith sono in luna di miele, mentre Elena e Giuseppe stanno ormai quasi organizzando il loro matrimonio, che ne pensate?

Qui abbiamo anche un po' di Bamon, il loro comportamente fraterno, prima di una cosa romantica tra i due dovremo aspettare un po'. Immagino vi sarete accorte anche che alla fattoria il moretto in questione è stato un perfetto deficiente, ma questo è tipico di lui...

Confesso che persino io che so tutto della mia storia non vedo l'ora di cominciare a scrivere di loro...

Ora... vorrei chiedervi se c'è qualcosa che non vi piace nella storia... magari ditemelo così combio quel che non piace, perché ho notato che, magari rispetto all'inizio la storia non ha più lo stesso numero di recensioni, e anche per colpa di questo non so cosa ci sia che non piaccia... per ciò se me lo fate sapere vi sarei molto grata...

Torno un secondo a commentare il capitolo... allora abbiamo Denise che ha deciso di lasciare la famiglia McCullough perché secondo lei in famiglia non c'è più posto per lei (che gioco di parole!) dal momento che una volta sposati ci sarà Elena, per ciò si è inventata la cosa del padre che la chiama e per questo Bonnie ha pensato che mentisse, non so se ricordate, ma nel primo capitolo, Bonnie aveva approfittato della vacanza di Damona Parigi, per avere notizie sul padre di Denise e il Moretto in questione era tornato a mani vuote, vi lascio qua giù il passo in cui se ne parla, altrimenti leggete direttamente dal primo capitolo.

 

*

<< Sei andato dove ti ho mandato? >> domandò Bonnie a Damon, dopo che Denise li lasciò.

<< Il signor Flaubert è al servizio militare da anni. >> le comunicò Damon, sedendosi meglio sulla sedia.

<< Perché menti? Tu sicuramente non sei andato e neanche hai telefonato. >> Bonnie non voleva crederci avrebbe tanto voluto fare una sorpresa a Denise.

<< Ci sono andato. Giuro che ci sono andato. Nessun Flaubert abita più in quel vecchio palazzo. Si è trasferito e non ha nessun indirizzo. >> le disse il fratello con un'alzata di spalle.

<< No... com'è possibile, papà? >>

<< No dirlo a Denise. >> la ammonì Giuseppe. Ci sarebbe sicuramente rimasta molto male.


 


 

In questo capitolo abbiamo anche la storia di Damon, che ne pensate? Forse un cliché? Ma più avanti prenderà una svolta un pò più originale, lo prometto. Che ne pensate piuttosto del fatto che si sia "confessato" con Elena? Ditemi che ne pensate.

Mi scuso se ci sono errori di ortografia, perché se ne saranno sicuramente, è che non ho riguardato tutto il capitolo e avevo fretta di aggiornare, e poi sapevo che se mi fossi presa il tempo per rileggere il capitolo, non avendo molto tempo non avrei più aggiornato, per cui ho preferito fare così.

In ogni caso ringrazio chi continua a seguirmi anche silenziosamente e gli angeli che mi lasciano qualche recensione, con quello che pensano della storia.

Grazie mille, siete gentilissime.

Alla prossima

Un bacione

Immy

 

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