littleone's blog

di betacchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the hard life of a six-years old. ***
Capitolo 2: *** enough. ***
Capitolo 3: *** it's cold. ***
Capitolo 4: *** a strange encounter. ***
Capitolo 5: *** stefano. ***



Capitolo 1
*** the hard life of a six-years old. ***




Note dell'autrice:
Per questa long ci sarà una struttura leggermente diversa, yea. Metterò le note -quando lo riterrò necessario- ad inizio capitolo. Spero che questa cosa v'incuriosisca un po'. E— well, have fun reading!



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entance one: the hard life of a six-years old.



Quote of the day!
Finché si è scontenti di sé non tutto è perduto.


x. xx. xxxx


Essere un bambino non è affatto facile.
"Questo non lo puoi fare"; "questo non lo puoi bere"; "questo non lo puoi vedere" e tutto perché sei troppo piccolo. Per quanto io sia piccolo -ed è vero, dannazione- è anche vero che non sono affatto deficiente. Sì, deficiente: anche se la zia m'ha vietato di usare parole simili, non me ne frega più niente.
Mia zia è un essere orrendamente severo. Dice sempre come si dovrebbe comportare un vero 'gentleman': dice che i piccoli uomini s'interessano da subito del lavoro del proprio padre, dice che sanno di letteratura e contare fino a dieci non è un grande problema per loro. Mia zia non capisce nulla. Che ne sa lei del contare fino a dieci? Il sette è un numero orrendo, lo dico sempre. Ti guarda, con quella sua figura tutta storta e strana, e fa di tutto per non farsi ricordare.
Ma tornando alla zia. Lei, con i suoi capelli biondi e la sua postura aristocratica, dice di essere una lady: ma io l'ho vista, l'altro giorno, che stava sorridendo con il professore di piano, il maestro Roderich. Vero è che nemmeno lui scherza in fatto di severità: ogni volta che sbaglio una nota non risparmia bacchettate. Ho ancora le dita dolenti dopo oggi pomeriggio! Stavo esercitandomi sulla Sonata n°9 di Beethoven e lui bam! con quella sua bacchetta solo perché mi era accidentalmente scivolato il dito. Maledetto! Lui ed il suo dannato Beethoven.
Mamma ancora non è tornata. Papà non mi vuole dire dov'è né con chi è, ma è sparito anche il giardiniere. Non mi è mai stato particolarmente simpatico, aveva uno strano accento russo che mi faceva paura. Sono contento che sia sparito, ma ho il presentimento si sia portato dietro mia madre. Lei è americana; gli americani sono un po' fessi e sciocchi, lo dicono spesso sia papà che zia. Dicono che sono degli 'ingrati cowboy'; poi però papà s'è andato a sposare mamma. Vai a capirlo anche lui.
Allison (mia madre, per intenderci) è una donna molto bella. Non lo dico semplicemente perché è mia madre, non fraintendete: lei ha i capelli corti, ma non troppo; sono biondi e le toccano svolazzanti le spalle con delicatezza immane. Ha davvero molta fiducia in se stessa ed in quello che fa: si occupa di non so bene cosa, ma credo c'entri la politica. Papà dice sempre che una donna non dovrebbe lavorare, ma mia madre gli risponde che invece è giusto che sia così. Poi iniziano ad alzare la voce ed io me ne vado in camera mia, dove ho Puppy. Lui si che mi capisce; sta zitto ed ascolta sempre quello che ho da dire: non m'interrompe perché sono piccolo né mi dice che sbaglio la grammatica. O che non so contare.
Comunque, mamma è una donna davvero magnifica. E la sua assenza mi fa star male; piango molto più spesso da quando è andata via. Anche l'altra sera, per esempio: le cene sono diventate molto silenziose, sia zia che papà (che sono fratelli) non dicono nulla né vogliono la televisione accesa. Quando sono andato in camera mia non sono riuscito a trattenere le lacrime. Dopotutto, come posso crescere senza una mamma? Secondo me è andata via con il giardiniere russo: all'inizio pensavo fosse stata rapita, ma papà non sembrava per nulla nervoso. Forse se n'è davvero andata da 'sgualdrina' come dice la zia.
Hélèn viene sempre più spesso a casa, adesso. Hélèn è una vecchia amica di papà -insomma, non sono molto amici. Per un po' di tempo hanno lavorato insieme ad un progetto; Hélèn è davvero brava con la grafica e tutto il resto (spesso mi regala dei vestiti davvero belli!) ed a papà servivano per la sua ditta, tutto qui. Ma non so, ormai qui c'è un clima di adulterio generale —ho cercato questa parola su internet e wikipedia mi ha dato questa definizione.

" Adulterio: L'adulterio (dal latino adulterare, corrompere) è una relazione sentimentale o sessuale fra due persone delle quali almeno una già coniugata con un'altra persona, consistendo quindi in una violazione della fedeltà coniugale. L'etimologia è palese, il nesso è combattuto tra due tesi , di cui la prima sembra più accreditata: 1) Ad alterum = andare verso un altro , verso qualcosa/qualcuno di diverso dal legittimo coniuge; 2) Ad alterum = cambiare, adulterarsi, diventare diversi , come a dire che dopo l'adulterio non si è più come prima. "

Io non so il latino, né ho intenzione d'impararlo, ma questi romani sembravano davvero esperti nel campo. Credo farò qualche ricerca, insomma, sono curioso di sapere come i figli si sentivano durante queste situazioni.
Perché io mi sento uno schifo.

— littleone
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xx:xx

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Capitolo 2
*** enough. ***




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entrance two: enough.

Quote of the day!
Devi accettare il fatto che quello che facciamo qui ha un solo scopo: guadagnare tempo.
Cerchiamo di prolungare la partita, nient'altro; ma poi finisce sempre allo stesso modo.





x. xx. xxxx


Adesso mi sono completamente rotto.
Ho visto papà baciarsi con Hélèn nel salone. Davanti a tutti. Se fosse tornata la mamma?
" Papà! " ho gridato —che stupido, dovevo stare zitto! " Papà ma che cosa–? "
" Peter, torna in camera tua. "
" Ma papà, la mamma— " a quel punto m'ha interrotto. Il suo sguardo era gelido, davvero davvero gelido. Gliel'avevo visto negli occhi poche altre volte. Che potevo fare a quel punto? Sono rimasto zitto.
" Va in camera, Peter. Ora.
Tua madre non tornerà. Smettila di fare il bambino. "
Basta.
Mia madre non tornerà. E' andata via con quel russo, lo sapevo.
Basta.
Basta davvero.

— littleone
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Capitolo 3
*** it's cold. ***





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entrance three: it's cold.


Quote of the day!
Solo chi ha necessità di un tocco delicato, sa toccare con delicatezza.




x. xx. xxxx

Non credevo che le strade di Londra potessero essere davvero così fredde. Mi avevano detto che spesso la gente moriva se non riusciva a trovare un riparo, ma quell'esagerazione mi era sempre sembrata un modo per mettermi paura. Invece fa davvero così tanto freddo. Per riassumere, sono scappato. Come aveva detto Arthur (non è mio padre quello, non più) sono andato in camera mia, ma invece di starmene buono ho messo il pc dentro uno zaino, qualche vestito pulito, un paio di mutande e Berry; dunque, sono fuggito dalla finestra. Da quando il giardiniere è andato via con quella che doveva essere mia madre non c'è più nessuno che controlli i giardini la sera, quindi è stato alquanto facile. Mi pareva d'aver sentito uno strano rumore provenire dalla stanza di Arthur, ma non ho voluto pensarci troppo.
Quindi, dopo aver corso per quelle che mi sono sembrate ore, mi trovo qui. Seduto per terra. E fa freddo. Temo mi possano rubare il computer, ma non riesco a tenere gli occhi chiusi; è stata una giornata pesante. Se non dovessi più scrivere, be', mi hanno rubato il computer. Me lo regalò lo zio Al l'hanno scorso, ci tengo molto.
Lo zio Al è il fratello di Allison. Al sta per Alfred, me lo disse quando mi ricordò il suo nome. Lo zio Al è un po' come la mamma, quindi tutto il contrario di Arthur. E' allegro, non pensa mai a cose serie né sembra preoccuparsi della sua azienda, lì in America dove vive. Dice d'aver un grandissimo palazzo a New York e di aver visto e parlato con gli alieni. Arthur mi disse di non crederci, ma nemmeno sapevo che cosa fosse un alieno. Quindi lo andai a cercare sul nuovo computer che mi aveva portato lo zio, e— wow! Gli alieni devono essere davvero forme di vita interessanti! Invidio molto lo zio Al per averli conosciuti. Dall'anno scorso gli scrivo sempre una mail, ogni giorno— domani gliene scriverò una, dicendogli cosa mi è successo. Lui è molto preoccupato per la scomparsa di mamma Allison, quindi gli scriverò tutte le mie supposizioni ed anche quello che ho visto. Gli chiederò se posso stare da lui, se potrebbe venire a prendermi. Lo zio Al non è sposato, ma convive con una signorina molto carina ed alla mano; mi racconta sempre molte cose su di lei e— sento dei rumori.
Aiu– no, era solo un gatto. Comunque, meglio se vado a dormire. Nasconderò il computer, spero nessuno lo trovi. 'notte.

— littleone
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Capitolo 4
*** a strange encounter. ***





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entrance four: a strange encounter.


Quote of the day-!
Cogli il giorno presente confidando il meno possibile nel futuro.




xx. xx. xxxx

Avrei voluto continuare a parlare della compagna dello zio Al, ma sicuramente il ragazzo che ho incontrato oggi risulta essere più curioso di lei. Mi ha detto di chiamarsi Stefano. Comunque. Mi sono svegliato questa mattina verso quella che credo fosse l'alba (oppure erano le sei?); sentivo persone che iniziavano ad uscire per recarsi al mercato, il quale sembra aprire molto presto, e bambini piccoli che iniziavano a piangere per il desiderio di cibo. Il loro pianti erano così assordanti che sono stato costretto a svegliarmi anche io. Ho subito della presenza del mio computer, che con mia grande gioia non era affatto stato rubato. Con non poca fantica mi sono alzato ed ho cominciato a camminare, sperando di trovare qualcuno (o qualcosa che fosse in grado di aiutarmi). Prima di tutto, ho cercato di capire dove fossi arrivato ieri sera, in seguito a quella mia fuga per nulla programmata; nel contempo, iniziavo anche ad avere un certo languorino. Non riconoscendo alcuna via, ho iniziato ad entrare nel panico. E quindi è arrivato lui; in questo periodo la mia vita sembra andare avanti molto velocemente.
Camminavo per una strada alquanto strana; c'erano uomini e donne vestiti di stracci, i quali tutti ammiccavano nella direzioni de' passanti; tutti ai lati delle strade stavano, semi nascosti nella penombra che solo quella strada sembrava avere, nonostante il sole splenden— no, in effetti quel sole mattutino era coperto da grigie nuvole anche quel giorno, quindi la cosa non sembrava eccessivamente strana. " Ehi, piccolo, già in ricerca d'avventure fuori dal comune? "; mi si è avvicinato con queste parole. Sinceramente, non sapevo cosa rispondere.
Dopo un attimo di titubanza, ricordo d'aver sorriso: " L'avventura è il mio pane quotidiano. Che hai da propormi? "
Non ricordo perché risposi così. Forse davvero m'aspettavo che mi proponesse un qualcosa d'interessante, un qualcosa che mi avrebbe per sempre allontanato da quella vita noiosa che ero -fino a ieri- stato costretto a vivere. Lui, però, rise. Ed anche di gusto, se devo ammetterlo.
" Davvero? Sei davvero qui per quel genere d'avventura? "; ed ancora non capii. Però il suo sguardo era diventato ammiccante come quello degli altri ed iniziava a farmi leggermente paura.
" Co—? "; ricordo d'aver balbettato.
" Su, andiamo, non dirmi che sei finito qui per caso! "
Rimasi a questo punto in silenzio. Mi vergognavo davvero troppo a dire la verità, quindi mi sono limitato ad abbassare lo sguardo. E lui rise di nuovo.
" Sei qui per caso. Ok, piccolo, ti porto io in un posto sicuro. "
Poi mi ha preso per mano, ed adesso mi trovo qui. Il problema è che non ho la più pallida idea di dove qui sia. Ma il computer si sta scaricando: devo trovare una presa prima che muoia.

— littleone
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Capitolo 5
*** stefano. ***




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entrance five: Stefano.

Quote of the day!
Se non sogni il tempo non passa.



xx.xx.xxxx

Ho trovato una presa, quindi continuo a scrivere di Stefano. Che poi mi ha detto essere un nome italiano e che non si pronuncia Stefàno ma Stèfano. Io ho avuto (e credo avrò per sempre) un po' difficoltà a pronunciare il suo nome, ma mi ha detto che non aveva importanza e che potevo chiamarlo Ste'.
Dunque, Ste' è italiano: dice di venire da una comunità che è indipendente ma che nessuno riconosce come tale e lui stesso dice che un giorno tornerà e farà vedere a tutti che la sua non è una comunità ma una vera e propria Nazione. Comunque sia, dato che non è molto ricco, si è spostato insieme ai due fratelli maggiori qui a Londra per ottenere dei soldi. Mi ha detto che lui ed i suoi fratelli guadagnano facendo contente le persone.
Alche gli ho chiesto: "Regalate cioccolata?" perché a me la cioccolata rende felice. Nulla mi rallegra come una buona barretta di cioccolata -al latte, fondente, bianca che essa sia. Mi piace anche aromatizzata o con la frutta. La cioccolata mi rende sempre felice, sempre.
Lui però ha riso e mi ha detto che mi avrebbe spiegato tutto più in la'. Per ora so', dunque, che rende felice le persone. Mi ha stupito molto il fatto che non vendesse e/o regalasse cioccolata. Ma a pensare a quella mi era venuta voglia di prenderne un po', quindi ho cercato nel mio zainetto: ricordavo di averne portata almeno una barretta con me. Non si esce mai di casa senza cioccolato.
Fisicamente, Stefano è molto alto rispetto a me. E' magro ed ha i capelli color nocciola, ma non color cioccolato. Gli occhi mi sono sembrati d'un marrone molto chiaro, quasi ambrato. Ha uno strano ciuffo e parla con un accento italiano molto marcato, che spesso mi fa ridere. Ha una presa molto forte e, nonostante sia molto mingherlino, sembra avere molto forza nei suoi muscoli.
Quando siamo arrivati in quel posto pieno di persone, mi ha portato velocemente in quella che credo essere la sua casa, che condivide con i fratelli, mi ha detto. C'è tutto qui, anche se sembra comunque essere una tenda di quelle che si vedono nei film degli indiani. Adesso sta preparando la cena anche per i due: sono molto curioso di incontrarli, perché Stefano me ne ha parlato molto bene. Dice che si somigliano molto tra di loro, anche se gli altri due hanno i capelli più scuri e sono caratterialmente molto diversi. Stefano mi ha anche detto di non avere più i genitori perché sono spariti. Lui viveva con suo nonno fino a poco tempo fa, perché ancora non poteva venire qui a fare quello che fa adesso, ma dato che suo nonno poi è morto, per forza è dovuto venire qui. Ed adesso -mi ha detto- si diverte molto a vivere in questa tenda.
Domani mi presenterà ad alcuni suoi amici. Dice che mi troverò benissimo anche io! Però nemmeno sa come mi chiamo. Dovrei presentarmi adesso.

— littleone
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