Loosing you.

di ocuddle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What's wrong with you? ***
Capitolo 2: *** You can make this. ***
Capitolo 3: *** He made a fool of himself ***



Capitolo 1
*** What's wrong with you? ***



Le aveva detto di aspettarla fuori dall'ospedale ed una volta finito sarebbero tornati a casa insieme e questo era ciò che stava facendo, aspettava che la sua ragazza uscisse da quel posto con buone notizie.

Quando la vide arrivare alzò lo sguardo sorridendo ma questo non fu lo stesso per la ragazza che invece camminava con il capo basso una volta davanti a lui gli rivolse.

‘‘Perché sei entrato nella mia vita’’ sussurrò, il biondo non rispose stette lì a guardarla ‘‘dimmi perché sei entrato nella mia vita, dimmi perché?’’ Chiese, questa volta alzando notevolmente il tono della voce, lui si mise a ridere non capendo nulla di ciò che stava succedendo o del motivo del comportamento della propria ragazza da quando era uscita da quel edificio.

‘‘Che domanda è questa’’ Rise porgendole un braccio per poter abbracciarla, ma la ragazza lo respinse indietreggiando di alcuni passi.
‘‘Oh credi sia divertente?’’ Chiese riducendo gli occhi a due fessure ‘‘credi sia divertente non è così?’’Avvicinandosi gli diede un leggero colpo sul braccio, le prese il braccio guardandola, aveva gli occhi pieni di lacrime, corrugò la fronte.
‘‘Cosa sta succedendo?’’ davanti a lui serrò le labbra, si inumidì le labbra mordendole in seguito ‘‘avanti, mi stai facendo preoccupare’’ scosse la testa, guardando altrove, qualsiasi cosa che non fosse lui. La avvicinò a sé stesso, notò il suo petto contrarsi velocemente, poco dopo fece un respiro profondo chiudendo gli occhi, le accarezzandole la guancia aprì gli occhi ‘‘cos'è successo la dentro?’’ Si chiedeva come sarebbe riuscita a rispondere a questa domanda, quando non credeva neanche lei alle parole che aveva sentito poco prima, avevano fatto di tutto per stare insieme e ora che le cose sembravano andare bene ora che stavano bene insieme senza problemi volevano anche sposarsi, le aveva già fatto anche la proposta e ora l'avrebbe perso per così poco. Liberandosi dalla sua presa si mise a correre scappando via da lui e dalle sue domande, Il biondo la richiamò ma non bastava per fermarla, si chiedeva se le cose che le dissero era così difficile da ripetergli per fargli capire, non sapeva neanche cosa era andata a fare a là dentro.


‘‘Chi è?’’ Chiese sentendo il rumore del campanello, sperava non fosse Justin, l'aveva lasciato su quel posto da più di un ora, l'amica si alzò per vedere chi fosse.
‘‘E' lui?’’ Chiese vedendola tornare in salotto, annuì lievemente, alla risposta dell'amica sbottò alzandosi in piedi e scuotendo la testa.
‘‘No, non farlo entrare’’ Sapeva che doveva parlargli ma non se la sentiva proprio, ‘‘sai come la penso’’ disse l'amica titubante, gli aveva raccontato tutto ciò che le dissero all'ospedale, persino lei ci rimase sorpresa, era lì da ore ormai lei era l'unica amica che possedeva erano cresciute insieme, avevano fatto tutto insieme nessuno era in grado di comprenderla come faceva lei, alcune volte non avevano neanche bisogno di parlarsi per capirsi sembravano sorelle si era ripresa un pochino ma non del tutto da poter affrontare un discorso con Justin.‘‘Ma non puoi farlo entrare, non so cosa dirgli’’
‘‘Leah apri la porta, so che sei lì dentro’’ Quest'ultimo era Justin dietro la porta, stava aspettando spaziento dando dei colpi alla porta, l'aveva cercato da per tutto, per iniziare a casa sua ma non c'erano tracce di lei, andò in seguito a cercala a casa di sua zia cosa che avrebbe potuto evitare dato che non sapeva nulla e ora era preoccupata anche'essa, l'ultimo posto era a casa della sua amica.

Sentendolo, la ragazza sgranò gli occhi.
‘‘A-arrivo, un attimo soltanto’’ Rispose balbettando
‘‘Senti, io non ci sono okay? Se ti chiede di me, tu non mi hai vista da ieri sera, io vado nella tua stanza’’ Disse mentre gesticolava in maniera nervosa 
‘‘Non sono sicura di questo’’ Esitò e prima che potesse continuare l'amica la fermò
‘‘Leah per favore’’ La guardò con occhi supplichevoli, sapeva come era fatta, non era una di quelle brave a dire bugie, era la tipa sincera forse qualche volta anche troppo schietta.
‘‘Va bene, vai ora’’Annuendo l'amica le indicò la stanza, assicurandosi che fosse nella stanza andò ad aprire. Le comparve l'immagine di Justin alquanto stanco, frustrato e preocupato
‘‘Hey Justin, che ci fai qua?’’ Guardò il biondo mentre alzava lo sguardo su di lei senza risponderle e notò che era distrutto.
‘‘Vieni dentro’’si spostò per farlo accomodare dentro casa dopo di che chiuse la porta sospirando si maledisse mentalmete per aver accettato di fare questa cosa insomma era già distrutto così non immaginava quando gli dovrà mentire
‘‘Una domanda: Dov'è?’’ Disse con voce ferma, sapeva a cosa si riferisse ma cercò di non fargli capire nulla.
‘‘Dov'è chi?’’ Chiese a sua volta, alzò un sopracigglio
‘‘Gwen. La sto cercando da stammattina, l'ho chiamata ma è irraggiugibile, dov'è?’’
‘‘N-non dovrebbe essere con te?’’ Scosse la testa 

‘‘Non la trovo da nessuna parte’’Sbottò urlando
‘‘Cosa vuol dire’’Chiese mantenendo un tono basso e pacato
‘‘Stamattina mi ha detto di aspettarla all'ospedale, non mi ha detto perché ci andava e quando è uscita era arrabbiata ed è andata via scappando’’
‘‘Le hai chiesto cosa aveva?’’
‘‘Sì, voglio dire non mi ha dato il modo è scappata via, sono andata a casa sua, ma non era lì quindi sono venuto qui’’
‘‘Mi dispiace ma non è qui, non la vedo da ieri sera’’ abbassò lo sguardo sospirando
‘‘Mio dio’’ Sussurrò ‘‘Credevo che stesse scherzando, facendo finta ma ora mi rendo conto che devi dirmi qualcosa’’ ‘‘Non so..è incinta?Ti ha detto qualcosa?’’ La guardò riducendo gli occhi a due fessure, guardando altrove scosse la testa
‘‘Io direi di aspettare a vederla prima di trarre conclusioni’’ Sbuffò
‘‘Hai ragione, potresti almeno dirle quato sono preocupato quando la vedrai?.-
‘‘Certo, lo farò’’gli rivolse un lieve sorriso, Justin si alzò per poi varcare la soglia di quella casa.

Quando sentì la porta sbattersi, raggiunse l'amica nella stanza, aveva sentito tutto ciò che si erano detti e ora si sentiva più in colpa‘‘Dove diavolo troverò la forza per dirglielo?’’ Chiese sentendo i passi dell'amica avvicinandosi a lei ‘‘Come?’’ Alzò le braccia in aria, per poi farle scorrere lungo i fianchi, si voltò verso l'amica in lacrime.‘‘L'hai sentito? E' distrutto, non ce la fa più e io non faccio altro che scappare da lui’’
‘‘Non è colpa tua, prima lo saprà meglio sarà per entrambi’’
‘‘Ma lo amo, non ho mai amato nessuno in questo modo, cosa vuoi che faccia ora’’
‘‘Dirglielo, andrà bene, capirà, troverete un rimedio a questo’’ la guardò non credendo a ìd una parola che le uscì dalla bocca ‘‘Ne sono sicura, ora pensa al positivo e non piangere più’’



Eccomi qua.
 Sono consapevole del fatto che non ho finito l'altra storia, ma avevo quest'idea da un pò di tempo, ci ho pensato su ieri ed eccomi, spero non mi caccierete lol. Allora, il capitolo, è una storia nuova e capisco che probabilmente non abbiate capito ancora nulla di quella che sta succedendo, ma se mi seguirete lo scopriremo insieme, ditemi pure cio che pensate non mi offendo, anzi, accetto critiche, consigli, tutto. Per qualsiasi cosa mi trovate su twitter .Ora vi saluto e alla prossima, un bacio gente. 

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Capitolo 2
*** You can make this. ***



“Avanti sei arrivata qui ce la puoi fare” Le rivolse l'amica rassicurandola, annuendo continuò a camminare senza proferire parola, avendo i brividi si strinse nella giacca, una volta davanti alla casa del biondo si fermò di colpo.
“Leah, io non ce la posso fare” Mise le mani sui fianchi, il suo respiro si faceva sempre più affannoso.
“Calmati un attimo, sono qui con te” Le mise la mano su una spalla, guardando l'amica che stava cercando di calmarsi facendo dei respiri profondi chiudendo gli occhi, portò la mano sul campanello le diede un ultima occhiata in risposta annuì e in seguito suonò. Dopo essersi messa d'accordo con l'amica si nascose e l'altra suonò aspettando che il biondo venisse ad aprirle, si morse il labbro, il nervosismo stava prendendo la meglio su di lei, quello che l'amica non riusciva a fare toccava a lei farlo, dopo poco si aprì la porta con l'espressione del biondo sorpreso di vederla a quest'ora del mattino.
“Buongiorno”  Il che non era, non era un buongiorno per entrambi, non ruiscì a chiudere occhi, era stato in pensiero tutta la notte cercando si trovare un perché ed una giustificazione al atteggiamento del giorno precedente della sua ragazza.
“Buongiorno” Rispose con un filo di voce, 
eranotevolmente  preoccupato dato che non l'aveva nemmeno fatto accomodare dentro prima di riempirle di domande.
“Hai notizie sue? Sono preoccupato, non risponde alle mie chiamate” Prima che potesse continuare lo interruppe
“Posso entrare?” Annuendo per poi dire un ‘oh’ rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto, la fece accomodare, si chiuse poi la porta alle spalle e si mise seduto nel divano accanto a quello in cui era seduta la ragazza “Quindi hai delle notizie?” Mise i gomiti sulle ginocchia, prima di rispondergli sospirò. 
“Justin, il genotipo di Gwen è AS proprio come il tuo, quindi immagino che non potrete sposarvi”  Il dispiacere era dipinto sul suo volto, su quello del biondo sembrò esser entrato il pezzo d'informazione dato che la sua fronte si corrugò. Facevano parte dello stesso gruppo sanguigno il che vuol dire che sposandosi c'era il 25% della possibilità di avere figli con falciforme anemici una malattia genetica del sangue, in cui i globuli rossi circolano in bassa tensione di ossigeno e assumono forme irregolari, e questo rovinerebbe soltanto la vita della creatura e porterebbe anche problemi tra loro due, e non era raccomandabile per una coppia avente lo stesso genotipo ‘AS’ e questo significava solo una cosa, la cosa migliore da fare per loro era lasciarsi.
“Cosa? Cosa hai detto?”  Assottigliò lo sguardo per assicurasi di quello che sentì
“Il vostro gruppo sanguigno è uguale” Disse più in un sussurro preoccupata della reazione che avrebbe avuto.     
“Perché dovresti dire una cosa del genere?”Abbassò la testa mettendosi le mani sulla testa, tirando i capelli alle punte coprendosi poi le orecchie, non riusciva a credere alle sue orecchie. “Non me lo sto inventando Justin” “Dov'è?” Urlò
“Ha ricevuto i risultati dei test ieri, questo era il motivo del suo comportamento”  “Dov'è, voglio sapere dov'è” Scattò in piedi urlante, quando sentì il cigolio della porta si volto, ritrovandosi davanti l'immagine della sua ragazza distrutta in lacrime, si fermò sulla soglia della porta portandosi una mano alla bocca cercando di trattenersi, allungò un braccio per poterla abbracciare.  

Varcando la soglia della casa di suo padre lo trovò in giardino come al solito ad annaffiare i fiori. Suo padre era un pastore di una piccola chiesa in città, nessuno meglio di lui saprebbe dargli buoni consigli su una cosa del genere. Si avvicinò a passi piccolo con le dita nelle tasche dei pantaloni, alzando lo sguardo il padre si rese conto che il figlio fosse accanto a lui, sorriso sapendo il motivo per cui era lì.     
“Justin, figlio mio, stavo giusto andando a prepararmi per stasera” Sbuffò dal momento in cui non gli importava nulla delle cose che svolgeva in chiesa.
“Papà sono avvilito” Disse schietto
“Per Gwen?” Gli chiese interrompendolo      
“Lo sai?” Alzò un sopracciglio corrugando la fronte
“Mi ha già chiamato” Annuì per poi aggiungere un ‘oh’

“Vieni dentro, ho preparato qualcosa che ti piacierà” Cercò di tranquillizzarlo, ma nel momento in cui si accorse che il figlio non lo stesse seguendo si voltò verso di lui, sapendo che non aveva l'intenzione di muoversi.        
“Justin non è la fine del mondo” Si avvicinò a lui per poi poggiargli una mano sulla spalla.      
“Lo è senza Gwen” Urlò fermando il padre sul bel mezzo del discorso “Papà lo è, questo si è dimentica Dio quando ci creò entrambi, ha reso il nostro genotipo AS’  Fece per parlare ma Justin fu più veloce di lui La cosa divertente? Siamo innamorati l'uno dell'altra.
“Ti racconterò una storia, una storia veramente breve” “Non voglio storie” Urlò “Voglio una risposta” Il padre sospirò rendendosi conto che era più serio di quanto pensava Perché? Alzò le braccia in aria “Dio non risponde a nessuno, è così e dobbiamo accettarlo” 
Sì quindi fa giochetti stupidi col tuo cuore? Lo interruppe nuovamente E' quello che ha fatto con te?  Scosse la testa sapendo la risposta  No, non credo, e allora perché sta facendo questo a me”  Ma Dio ha creato anche altre donne oltre a Gwen ” Scosse la testa sapendo dove mirava, non voleva, poteva e doveva cercare un altra, proprio quando l'aveva trovato il buon Dio ha deciso di rovinargli la vita Devi solo guardarti attorno senza dargli ascolto, rispose.

Papà sei un pastore giusto? Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che continuò Bene, voglio tu ci parli, parla con Dio, digli quello che voglio, digli quello che ho detto, voglio che lui prenda la cosa del genotipo lontano da noi, non lo vogliamoFece dei passi in dietro allontanandosi sempre di più, il padre lo richiamò “Justin, torna qui” Si fermò Le persone che perdiamo, con cui non viviamo sono quelli con cui viviamo di più, perché vivono nel nostro cuore, menti e ricordi, ricordatelo.Dopo di questo si voltò per poi andarsene come era venuto.  

Più tardi quel giorno si recò a casa di quella che dovrebbe essere la sua ragazza, che non lo accolse prorpio come voleva. 
“Justin cosa ci fai qua?”
“Sono venuto dalla mia ragazza, non posso fare neanche questo?” 
 Sbottò incrociando i piedi per poi mettere le mani nelle tasche, si avvicinò a lui, dandogli un bacio a fior di labbra, appoggiò alla fronte sua. “Scusami” Sussurrò, si morse il labbro inferiore annuendo, si portò dietro l'orecchio i capelli ribelli “Vieni dentro” Aggiunse facendogli cenno di entrare, si sedette, ma la ragazza rimase in piedi, quando se ne accorse il biondo le fece posto accanto a lui, la prese per un braccio facendola sedere, alzandole lo sguardo per il mento le spostò le ciocche di capelli.
“Com'è andata a lavoro?” Fece spallucce scuotendo la testa “Non ci sono andata” Dopo un lungo silenzio decise di parlare “Quindi...cosa succederà a noi ora?” 
Dato che non rispondeva continuò “Ti perderò?”  
“No, non mi perderai, non perderemo noi” La interruppe, accarezzandole il viso per poi abbracciarla.

 


Ehilà.
Eccomi qua con il secondo capitolo dato che il primo ha ricevuto ben 18 recensioni! Grazie un sacco. Allora questo è il capitolo, che dire...boh, lol. No seriamente, ecco svelato a voi il segreto tanto nascoto di Gwen, chi se lo aspettava? Non è strano questo capitolo? Voglio dire 'Dio'! Non so come mi sia venuto in mente. In ogni modo s
pero vi piaccia, (incredibile non so che dire) per qualsiasi cosa mi trovate su twitter , non esitate a dirmi ciò che pensate del capitolo, scusate per eventuali errori , quando avrò più tempo controllerò, perciò con questo vi saluto, alla prossima, un bacio.

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Capitolo 3
*** He made a fool of himself ***


 

Era in un bar ad ubriacarsi come non mai, per dimenticarsi, anche se per poco dei problemi che aveva attorno, nonostante fosse in compagnia della ragazza, non fu questo di certo ad impedirglielo. Aveva provato a fermarlo ogni volta che ordinava delle strane sostanze, ed ogni volta cercava di dar inizio ad una discussione e nello stato in cui era non sarebbe in grado di fare ciò, e litigare sarebbe stato l'ultima cosa da fare adesso, ma lui sembrava non capirlo. Si era ritirata un attimo nel bagno di quel posto, per calmarsi, non riusciva più a vederlo in quel stato.

Justin rimasto solo, rideva, parlottava da solo. Poco dopo alzò il capo dato che sentì lo scricchiolio della porta, in seguito vide una ragazza più o meno della sua stessa età sedersi nel tavolo accanto. Ehi disse con una risata che riecheggiò nelle quattro mura, la ragazza appena entrata si guardò attorno per assicurasi se si riferisse ad un' altra persona, al contrario, erano solo in due in là dentro. Come ti chiami? Chiese barcollante sulla sedia, con una sostanza da bere fra le mani. Io? Chiese a sua volta, portandosi una mano sulla scollatura si guardò di nuovo attorno, il biondo non fece altro che annuire e ridere come un bambino. Katy rispose con un ammiccamento, si limitò ad una risata cantando con il nome che gli fu detto poco prima, ancora una volta ripercosse. Sei qui da sola, seduta da sola, dov'è il tuo ragazzo? Domandò ovvio, la ragazza scosse la testa sorridendo per poi rispondergli non ho un ragazzo. Annuendo mandò giù tutta la sostanza che conteneva il bicchiere di vetro povera te commentò Vieni, siedi accanto a me La ragazza senza esitare si mise seduta sulla sedia di fronte a lui sembrava di essersi dimenticata della sua ragazza, che non dovrebbe metterci così tanto in bagno, sembrava essersi dimenticato a ciò che fece capire a suo padre, di non voler nessun altro se non la sua ragazza Gwen. Quindi, perché ti trovi qua?” Chiese non accorgendosi della sua ragazza che li raggiungeva a passo lento con le braccia incrociate al petto, una volta davanti a lui corrugò la fronte, la ragazza aveva iniziato a rispondere ma si fermo quando si accorse del modo ostile in cui era guardata da Gwen. Oh sei tornata, voglio presentarti... Si voltò verso la ragazza per ricordarsi del nome Katy rispose Katy!Affermò, alzando di poco il tono della voce Lei è l'amore della mia vita che una volta era felice.A queste parole, la ragazza sospirò mordendosi il labbro inferiore, quelle parole le aveva procurato mille colpi al cuore. Era ubriaco, era facile che le parole uscisse di bocca, ma avrebbe potuto risparmiarla, la cosa riguardava lei e Justin non gli altri, erano solo loro due.

Oh Dio! Riuscì a dire sbadigliando, si portò una mano alla bocca, aprì di poco gli occhi ma fu costretto a chiuderli di nuovo dato la luce della stanza, almeno per lui, era accecante. Era da molto che dormiva, dopo ieri sera era scrollato in un sonno profondo. Con le dita si massaggiò le tempie, non riusciva a muovere la testa, sentiva che a momenti sarebbe scoppiato. Finalmente, pensavo avresti dormito tutto il giorno. Spostò il volto verso la sua ragazza seduta sempre con lo stesso smagliante sorriso, corrugò la fronte ricordandosi di ieri, la ragazza, la frase ed il suo atteggiamento, si chiese come faceva ad avere ancora il sorriso dopo quello che aveva fatto il giorno precedente. Oh cielo lasciò fuoriuscire un altro lamento E come se venti rocce fossero caduti sulla mia testa Disse ancora con una mano sul volto Mi spiace gli scompigliò i capelli. Bene, dove siamo? A casa mia o tua?” Beh guardati attorno, questi non sono i colori delle mie coperte? Chiese ovvia Siamo a casa miaaggiunse in fine accompagnato da una risata Il biondo sbadigliando aggiunse un menomale. Justin? Chiese con un filo di voce che sembrò un sussurro, si voltò di poco verso di lei Cosa ti è preso ieri? Chiese quieta portandosi una mano dietro al collo. Senti esordì alzandosi a fatica in questo momento sto cercando di affrontare questo mal di testa.” No.” scosse la testa alla risposta del biondo, non stava cercando altro che fuggire alla domanda Sono seria, cosa ti è successo ieri sera? Alzò un sopracciglio in attesa di una risposta che le pareva ovvia, sospirò e si mise seduto dandole le spalle. Cosa pensi non andasse in me ieri sera? Chiese di rimando. Eri ubriacoRibadì schietta e con tono duro E rendevi la figura dello stupido.” Mi sembra di capire che stai cercando di scappare. Fece una pausa dato che lo beccò sbadigliare, cosa che non le piacque, vederlo annoiato nel ascoltarla, tuttavia continuò. Stai cercando di scappare dalla realtà, guarda che non cambia il fatto che siamo entrambi dello stesso genotipo.” 
E non ci sposeremo. Concluse il biondo al posto suo, sospirò all'udire queste parole avanti, dillo, completa la frase. La guardò spiazzandola un altra volta. Sperava che non avrebbero affrontato il discorso di ieri sera ora, non ora che non riusciva pensare. Evidentemente lei non l'aveva capito. Qual'è il tuo problema Justin?. Cosa c'è che non va in te? Sbottò alzandosi in piedi mettendosi le mani ai fianchi, non ottenendo nessuna risposta continuò. Voglio dire cosa ci sta succedendo? Questo è così diverso da noi, Perché stiamo facendo questo, perché ci stiamo urlando a vicenda, perché stiamo litigando? Justin alzò lo sguardo verso di lei, sapeva di essere ripetitiva ma si era fatto tutte queste domande ieri sera e vedere lui non proferire parole mentre lei sbraitava la rendeva ancora più incacchiata. Portò le mani alle tempie massaggiandosele, dopo essersi calmata continuò quello è fin ora fu solo un monologoascolta questa cosa del genotipo sta prendendo la meglio su di noi e lo stiamo lasciando agire.
Soprattutto tu,stai lasciando che prenda la meglio su di te La rimbeccò Oh no, non io, non ero io quella che si ubriacava ieri sera, come non ero io ad aver visto una stronza poco di buono e tirarla su il morale, non ero io ma tu!. Urlò, ricordando la ragazza di ieri sera una smorfia di disgusto le comparve sul volto. Portava un vestito scollato, molto appariscente che si e no le sarebbe arrivata sotto le chiappe. Con un acconciatura molto strana...se era questo che piaceva agli uomini. Non capiva per quale motivo fosse così irritante, ieri aveva tutte le ragioni del mondo per fare una scenata la dentro, non che nonle diede fastidio vedere il suo ragazzo seduto con un'altra, ma si era controllata, anche perché non avrebbe avuto senso, era sicura di cosa c'era tra lei e Justin e non lo avrebbe rovinato di certo perché era ubriaco, aveva mandato giù il rospo ed ora che voleva delle semplici spiegazione, le negava anche questo, lo guardo storto. E tu sei quella che mi sta urlando addosso ora. fissò gli occhi nei suoi, subito la ragazza guardò altrove portando le mani alla bocca, si morse l'interno di essa, non sapendo cosa replicare, avevano ragione entrambi. Sai cosa? Non ho intenzione di accettare tutto questo, andrò a casa, noi ci sentiamo più tardi. Detto questo si alzò, sotto la guardia della ragazza, era sorpresa dal suo comportamento ma non aveva la minima intenzione di fermarlo, si mese le scarpe e abbottonò la camicia fece per uscire ma si fermò sulla soglia della porta tastandosi il polso. Dov'è il mio orologio? Chiese sperando in una risposta che non arrivò, si avvicinò al comodino accanto a lei, trovato ciò di cui aveva bisogno, guardò la sua ragazza sullo stesso punto con le braccia incrociate al petto, le mise le mani sui fianchi per darle un bacio, ma le mise le mani sul petto allontanandolo, non ci fece caso, provò a baciarla un altra volta, stavolta non si limitò a spingerlo via, ma si spostò lei mettendosi seduta sul letto. No Justin. Spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, alzò un sopracciglio, corrugò la fronte, lei scosse la testa per poi guardare altrove, incredula a come faceva finta che niente fosse successo. Alzò le mani in aria quasi per arrendersi, la superò e in seguito varcò la soglia di quella stanza ed infine la casa.

Credo che dovresti andare avanti con la tua vita. Dissi sua zia, non ci credeva, anche lei voleva che si lasciassero, la guardò assottigliando gli occhi, mentre lei annuiva convinta di ciò che aveva detto. Ma tu da sola Aggiunse credendo che il messaggio non fosse arrivato. Come puoi dire una cosa del genere zia?Sul volto le comparve un espressione schifato Come puoi dire vai avanti come se fossi così facile.” 
Ad esempio io non sono sposata con il mio primo amore ma questo non vuol dire che mi sono dimenticata di lui, questa è la realtà, l'amore e il matrimonio non vanno sempre d'accordo.” Grazie Si alzò dal divano su cui era seduta Non mi vedrai per molto tempo qua Fece per andarsene ma la zia la richiamò Gwen torna qui! Non è il momento per arrabbiarti. Iniziò con tono duro per abbassarlo siediti Ma non le diede ascolto. Sono venuta qui per essere consolata, sono venuta da l'unica persona alla cui posso dire tutto ciò che provo riguardo a Justin, non sono venuta qui per sentirmi dire di lasciarlo e cercare un altro ragazzo. Scuotendo la testa aggiunge No dato che la zia rimase in silenzio lo prese come una risposta e se ne andò. Non aspettava che sua zia sarebbe stata così diretta

Stava frugando nella borsa in cerca delle chiavi e non si era nemmeno accorta della persona che le era accanto, il biondo, Justin. Quest'ultimo le cinse i fianchi, a questo gesto sobbalzò, quando si accorse di chi fosse gli diede un colpo sul petto, non provocò altro che una risata al biondo, entrando in casa, gli diede le spalle per potersi asciugare le lacrime versate lungo il viaggio di ritorno. La strattonò per un braccio, credeva fosse ancora arrabbiata per quello che era successo sta mattina, la ragazza cercava a tutti i costi di allontanarsi da lui. Vieni qua Disse ridendo. Quando riuscì a liberarsi dalla presa del biondo, stette qualche secondo a guardarlo dopo di che fece per andare, ma lo fermò. Cosa succede? La guardò dritta nei occhi Niente rispose allontanandosi da lui, la raggiunse mettendo le mani sui suoi fianchi Perché sei così? Non è solo per sta mattina, c'è qualcos'altro Rifletté a voce alta, subito dopo una lampadina sembrò accendersi. Dove sei stata?” 
Da nessuna parte sono uscita soltanto Cercò di mentire la ragazza gesticolando e guardando tutto eccetto lui Guardami e non mentirmi le ordinòdove sei stata Gwen? Chiese questa volta scandendo per bene ogni parola. S-sono stata da mia zia Balbettò,le diede un occhiata per poter continuaree mi ha detto di andar avanti con la mia vita. Cedette nel cingerla i fianchi e lo lasciò su quel posto spiazzato andandosi a sedere, si mise una mano sotto il mento, era consapevole di questa opzione ma sentirselo dire era tutto un altra cosa in più dalla persona che la conosceva da tutta la vita. Poco dopo sentì qualcuno abbracciarla. Non dobbiamo darle per forza ascolto. Le sussurrò nel orecchio, lei non si mosse, non fece nessun cenno, continuò a fissare il vuoto davanti a sé e poco dopo crollò in un pianto isterico.

Ehila dolcezze.
Ecco a voi il terzo capitolo. Ho aggiornato, contente? Spero di sì, perché ho dovuto cambiarla, modificarle, rimettere i pezzi insieme molte volte, in ogni caso spero che i miei sforzi siano apprezzati. Vi ringrazio per le 15 reensioni del capitolo precedendte, un grazie a chi ha messo la storia fra: preferite, seguite e ricordate, e un grazie anche a chi legge silenziosamente. Grazie mille. Per qualsiasi cosa, domande, commenti o se volete semplicemente seguirmi (ricambio) mi potete trovare su twitter. Se sareste così gentili da farmi trovare tante recensioni sarò altrettanto gentile da aggiornare presto. Alla prossima allora, un bacio.
 

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