Bittersweet Dreams

di RedWallflower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo Tredici ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quattordici ***
Capitolo 16: *** Capitolo Quindici ***
Capitolo 17: *** Capitolo Sedici ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Introduzione


 

Questa non sarà una di quelle storie d'amore sdolcinate, anzi non sarà proprio una storia d'amore.

Tutto comincia quando metto piede nella sede di un liceo per fare l'esame di ammissione il 16 dicembre 2009. C'è un sacco di gente che vuole entrare in questa scuola l'anno prossimo e per assicurarsi il posto bisogna passare questo test con un punteggio abbastanza alto. Anche la mia “nemesi”, la mia ex migliore amica delle scuole medie Megan farà l'esame; spero davvero che non lo passi. Megan è una di quelle ragazze che sembrano gentili e perfette, ma in realtà ti pugnalano alle spalle appena possono, proprio come ha fatto con me. Ha i capelli castano chiari e voluminosi, ormai usa le lenti a contatto, ma prima portava degli occhiali rossi e rettangolari. Non entrerò nei dettagli di quello che è successo tra di noi, l'unica cosa che c'è da sapere è che ha fatto tutto quello che era in suo potere per rovinarmi la vita alle scuole medie. Ci è riuscita perfettamente.

Tornando all'inizio della storia, il test è composto da domande a crocette, ma non sono così facili come potrebbero sembrare; ho a disposizione due ore per rispondere a tutte le domande e mi prenderò tutto il tempo per farlo. Quando esco dalla scuola mia mamma mi informa che Megan è uscita dopo solo un'ora.

Due settimane dopo io e i miei genitori leggiamo sul sito internet della scuola i risultati degli esami e lancio un grido di gioia, insultando Megan; a settembre 2010 mi ritrovo seduta ad uno dei banchi del primo anno di liceo, mentre lei ha trovato posto in un istituto tecnico. Al tempo non sapevo che forse sarebbe stato meglio andare in qualche altra scuola...

Al contrario di quanto la maggior parte della gente crede, la vita al liceo non è assolutamente come quella descritta nelle serie tv, come “Gossip Girl”.

Mi chiamo Madison Brew. All'inizio di questa storia avevo i capelli lunghi, mossi e castani, occhiali rettangolari rossi; ora, nel 2016, sono molto diversa, ma mi descriverò più avanti nel racconto, quando arriverà il momento.

Sono bassa per la mia età, ma nella botte piccola c'è il vino buono, no?

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno ***


Capitolo Uno


 

I primi giorni di scuola sono quelli un po' ambigui: sei felice perché non ci sono tanti compiti e le lezioni non sono vere lezioni, ma non conosci ancora nessuno con cui parlare e scherzare. Inizi a capire chi potrebbe essere simpatico e chi meno dopo un paio di settimane. Poi ci sono quei compagni che si conoscevano già dalle scuole medie e stanno sempre appiccicati, come se avessero paura di perdersi.

Ho sempre invidiato la capacità dei ragazzi di scoprire nuove amicizie in poche ore; noi femmine siamo molto più complicate, ma non riesco a capirne il motivo.

Già dalla prima settimana noto una ragazza che mi sembra simpatica, però non parliamo prima della seconda settimana di scuola; si chiama Mara e andiamo d'accordo fin da subito. Ha i capelli a lunghezza media, mossi e castano scuri, la carnagione un po' olivastra.

Ad inizio anno la scuola organizza una gita per far socializzare gli studenti: andremo a fare trekking in una località marina; io e Mara decidiamo di trascorrere i viaggi di andata e ritorno insieme.

Quando arriviamo gli insegnanti ci chiedono di seguirli senza disperderci o fare casini. Cominciamo a camminare lungo la strada perchè veniamo informati che non si può usare il percorso in montagna. Passiamo sotto un numero infinito di tunnel bui; ovviamente quando siamo tutti al buio c'è gente che grida e fa scherzi. Uno dei miei compagni, Riley, ad un certo punto urla dicendo che c'è un pipistrello e si scatena il panico tra alcune delle mie compagne. Mara sembra non reagire alla notizia, ma so che in fondo anche lei è un po' spaventata. La professoressa riprende Riley per aver fatto casino e continuiamo la nostra camminata. Dopo un'ora arriviamo in un paesino e ci fermiamo per pranzare e riposarci. Durante l'ora di svago che ci è stata concessa mangio un panino e parlo con alcune mie compagne, in fondo questa gita è stata organizzata per farci socializzare.

Mentre vado in riva al mare con Mara, i ragazzi cominciano a giocare a basket in un campo vicino; le altre mie compagne sono sugli scogli o nella piazza del paese.

Presto il nostro tempo finisce e riprendiamo a camminare, questa volta sul percorso di montagna. La strada è praticamente costituita solo da salite e discese ripidissime; metà della classe è distrutta dopo solo un quarto d'ora di cammino, me compresa. Nessuno parla, il silenzio è rotto solo dal rumore dei passi sul terreno e dai respiri affannati. Il nostro sforzo viene ripagato quando arriviamo in cima e assistiamo ad un panorama bellissimo: le nuvole si scontrano con il cielo azzuro e il sole illumina il mare, le onde si schiantano contro gli scogli e un leggero vento muove le foglie degli alberi alle nostre spalle.

Dopo un'ora e mezza abbiamo concluso la nostra gita; ho perso di vista Mara un po' di tempo fa lungo la strada e ora stiamo recuperando le forze davanti ad un bar di un paese in riva al mare.

Mi unisco ad un gruppo di ragazze e cominciamo a parlare delle cose più banali, sembrano tutte molto carine e gentili.

Presto dobbiamo tornare all'autobus che ci riporterà a casa e trovo Mara ad aspettarmi vicino ai posti che avevamo occupato durante il viaggio di andata.

"Dai vieni che ti voglio far sentire una canzone!" mi dice entusiasta. Come fa ad essere ancora così vivace dopo una giornata del genere?!

Annuisco e la raggiungo, sedendomi accanto a lei. Passiamo tutto il tempo del viaggio a scherzare, parlare di musica e ascoltare canzoni rock; rimango un po' stupita da quanto mi stia divertendo, in fondo l'ho conosciuta solo due settimane fa!

Quando arriviamo a casa quella sera sono stanchissima, ma anche felice di aver trovato una nuova amica.

Il mio gatto decide di sdraiarsi sul mio letto proprio quando devo andare a dormire, ma a me non dispiace. Mi addormento con il calore del mio grasso amico animale attaccato al mio fianco e il suo pelo morbido tra le dita.

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Capitolo 3
*** Capitolo Due ***


Capitolo Due


 

Riesco a conoscere meglio le altre mie compagne quando una professoressa mi sposta dal banco vicino a Mara. Ora la mia compagna di banco è Alyssa; sono praticamente certa di averla già vista da qualche parte ed infatti è così: andavamo alle stesse scuole medie, ma in classi diverse. Lei andava in classe al secondo piano, mentre io al primo; ogni tanto ci incrociavamo nei corridoi, soprattutto perchè era amica di una mia compagna e veniva spesso a trovarla durante l'intervallo.

Alyssa è la tipica ragazza carina che viene sempre bene nelle foto; forse stai pensando che non sia possibile, ma posso assicurarti che non ho mai visto una sua fotografia in cui sia venuta male. Ha i capelli lisci, lunghi e castani e un sorriso che abbaglia.

Diventiamo amiche come se fosse una cosa naturale, semplice.

"Scusa, eri tu che eri venuta con me in gita due anni fa?" le chiedo un giorno, mentre entriamo in classe.

"Sì! Pensavo di ricordarmi male!" mi risponde ridendo leggermente.

Avevamo tredici anni e la scuola aveva organizzato un viaggio di un paio di giorni comprendendo classi diverse; io ero in camera con tre mie amiche, tra cui Megan, e poi c'erano quattro ragazze dell'altra classe. Ora mi ricordo bene che Alyssa era una di loro.

"Ci eravamo divertite durante quei tre giorni." dico sorridendo e pensando ad un momento in particolare.

Le insegnanti ci avevano dato la serata libera e noi avevamo deciso di andare a vedere le sale di intrattenimento dell'hotel; c'erano dei tavoli da ping pong in una e una mini discoteca nell'altra. Dopo aver passato un po' di tempo in discoteca con Megan, avevo deciso di andare a giocare a ping pong; non mi sono mai piaciute le discoteche. Nell'altra stanza ho incontrato una delle mie professoresse che mi ha sfidato ad una partita a ping pong; sfortunatamente ha vinto, però solo di un punto. Verso mezzanotte riceviamo l'ordine di andare nelle nostre stanze. Quando arriviamo davanti alla nostra porta scopriamo che un'amica di Alyssa aveva dato una delle due chiavi magnetiche per entrare a dei ragazzi della mia classe. In quel momento i sopracitati ragazzi stavano usando la nostra stanza per flirtare con delle francesi come se non ci fosse nessun problema. Dopo l'iniziale momento di shock ci siamo arrabbiate con i miei compagni e con l'amica di Alyssa; dopo aver litigato per una buona mezz'ora, in silenzio siamo entrate nella nostra stanza e ci siamo cambiate per la notte. Quando eravamo tutte nei nostri letti ci siamo guardate in faccia e siamo scoppiate a ridere; Alyssa ha lanciato un peluche ed è poi cominciata una vera e propria battaglia di cuscini. Dopo qualche minuto è passata la guardia notturna per chiederci di smettere di fare casino e andare a dormire. Tutto questo non ha fatto altro che aumentare la nostra voglia di divertirci, quindi abbiamo continuato a lanciarci cuscini e peluche. Quando la guardia è passata una seconda volta abbiamo spento le luci e finto di dormire; ci ha anche chiesto di smetterla, ma noi abbiamo continuato a fare finta di essere addormentate. Abbiamo sentito il rumore dei passi della guardia allontanarsi e abbiamo riso leggermente prima di addormentarci seriamente.

La professoressa entra in classe e mi distrae dai miei ricordi; sorrido ad Alyssa e lei ricambia il gesto.

Penso che il liceo sia cominciato proprio bene.

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Capitolo 4
*** Capitolo Tre ***


Capitolo Tre


 

Dopo qualche mese ormai conosco meglio un po' di ragazze. All'inizio pensavo sarebbe stato impossibile ricordarmi tutti i nomi, ma non ho alcun problema ora.

Già dal primo giorno ho visto una ragazza che mi sembra molto simpatica e un po' timida e in questi giorni di dicembre ho avuto la possibilità di parlarle; si chiama Amanda e ha un anno in meno di tutto il resto della classe. Ha i capelli castani e ricci, un po' di lentiggini sulla faccia ed è cresciuta in Texas per un po' di anni quando era piccola. Non so perchè, ma mi affeziono subito a lei.

Io, Mara e Amanda durante alcune ore in cui non ci sono le insegnanti ci sediamo vicine e giochiamo all'impiccato o altri giochi banali, ma ci divertiamo sempre. Credo che ad Amanda piaccia uno dei ragazzi della nostra classe, Fulton, e il sentimento probabilmente è corrisposto.

Prima di sedermi vicino a Mara ad inizio anno, ero la compagna di banco di una ragazza di nome Catherine; non mi sta molto simpatica, sinceramente penso sia un po' strana. Ha i capelli lisci e castano scuri, degli occhiali sottili, fucsia e rettangolari, la carnagione più scura della mia. Ha una specie di ossessione per il rap, il suo diario è una specie di raccolta di foto, citazioni da canzoni, date dei concerti e ogni altra cosa che succeda nella sua vita. In pratica a fine anno, anche prima, avrà un diario alto il triplo di quanto è alto adesso.

Un'altra ragazza strana è Vanessa. Ha capelli lunghi, lisci e castani, spesso raccolti in un cerchietto con un fiocco rosa. Sembra che tutto quello che succede intorno a lei non la tocchi, quasi come se vivesse in un mondo tutto suo. Si veste spesso con vestiti a fiori e scarpe con fiocchi esagerati. Non parliamo molto, ma non mi sembra antipatica. Per ora mi limito a salutarla quando entriamo in classe e quando usciamo.

La peggiore, però, è una ragazza di nome Macy. Riesce a farmi innervosire con un semplice sorriso, anche se solo accennato. Non ha fatto che insultarmi dall'inizio dell'anno, forse pensa di risultare simpatica; in questo caso si sbaglia di grosso. Ha capelli lisci (piastrati), castani e non troppo lunghi, una lista di difetti che non starò ad elencare per due motivi: primo, non sono così cattiva da farlo; secondo, sarebbe così lunga che mi passerebbe la voglia. Non riesco proprio a capire come Alyssa possa considerarla la sua migliore amica; passano praticamente ogni secondo insieme e sembra che si divertano davvero insieme. Fortunatamente Macy si è avvicinata poche volte a me e quando l'ha fatto l'ho sempre rimessa al suo posto o fatto finta di niente. Un giorno, ad esempio, stavamo tornando a casa da una gita a teatro con la scuola. Eravamo io, Mara, Alyssa e Macy. Non mi ricordo esattamente di che cosa stessimo parlando, ma so che Alyssa e Macy avevano fatto una battuta per prendermi in giro.

"Guarda che ti arriva un pugno.” avevo detto non tanto scherzosamente ad Alyssa. Non fraintendermi, il senso dell'umorismo non mi manca affatto e non mi offendo se qualcuno fa una battuta su di me, ma mi ricordo che questa proprio non mi era piaciuta.

"Quanta violenza, Brew.” aveva detto Macy. Già il fatto che mi avesse chiamato per cognome mi aveva dato fastidio, in più se l'era proprio andata a cercare. Se fosse rimasta zitta non avrei dovuto ricorrere a metodi stronzi ed estremi.

"Tranquilla, tu non hai bisogno di un pugno.” avevo risposto con un sorriso soddisfatto. Il motivo del perchè lei non aveva bisogno del pugno non era necessario dirlo. Quello è stato uno dei pochi momenti in cui mi sono sentita la vincitrice.

Il silenzio era calato e Mara mi guardava di sottecchi con un piccolo sorriso, chiaramente stupita dalla mia reazione, ma anche un po' orgogliosa. Non ho mai avuto dei momenti come questo in precedenza, Mara mi aveva spinto a reagire agli insulti di Macy e finalmente l'avevo fatto.

Il resto della classe è principalmente composto da ragazze che seguono la moda del momento e da cinque ragazzi idioti. Todd, un ragazzo idiota e drogato, lo trovo tutte le mattine seduto sul mio banco che aspetta che arrivi a scuola. Non fatevi strane idee, il motivo è semplice: vuole giocare con il mio iPod. Mi ha anche chiesto di scaricare un gioco in particolare! Non so perchè, ma l'ho fatto. Siamo arrivati al punto che mi chiede di giocare durante la lezione e io accetto. Il fatto è che se anche non volessi farlo giocare, prima o poi cederei comunque perchè è troppo testardo, me lo chiederebbe fino al punto in qui non esplodo se fosse possibile. In quel caso potrebbe addirittura tenersi l'iPod visto che io ormai sarei dispersa sul pavimento e sulle pareti a pezzetti.

Più o meno le persone che influenzavano la mia vita a quel tempo erano queste. Ne verranno altre con il tempo.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro ***


 

Capitolo Quattro
 

Il 2010 diventa 2011 e ormai passo i miei pomeriggi con Mara a scherzare e divertirmi.

Quando siamo entrambe a casa e non abbiamo niente da fare ci videochiamiamo su Skype e parliamo per ore, oppure ci mandiamo messaggi sul cellulare. Spesso vado anche a casa sua, infatti ho conosciuto i suoi genitori e Vaughan, il fratello minore. Anche se ha solo dieci anni è sveglio e mi affeziono presto anche a lui.

"Ti va di vedere un posto in cui, in teoria, non possiamo andare?” mi chiede Mara un giorno mentre sono a casa sua.

"Sì!” rispondo subito entusiasta.

Mi guarda con un sorriso a trentadue denti, prende la sua giacca di pelle ed usciamo dalla porta. Mi stupisco quando, invece di uscire dal palazzo, Mara mi trascina in ascensore e preme il tasto numero 8.

"Dove stiamo andando?” chiedo incuriosita.

Non mi risponde, mi guarda sorridendo e mi fa cenno con la mano di aspettare.

Arrivate all'ottavo piano, saliamo delle scale che ci portano davanti ad una porta di metallo. La guardo con un'espressione confusa, lei invece tira fuori delle chiavi dalla tasca e apre la porta. C'è un corridoio lunghissimo che va sia a sinistra che a destra, alla fine di entrambe le parti ci sono delle finestre; la seguo in silenzio fino a quando arriviamo davanti ad una delle due finestre. Mara la apre e mi dà la sua borsa da reggere, dopodiché esce sul tetto.

"Dai, sali!” mi sussurra.

Le passo la borsa e attraverso la finestra dopo un paio di tentativi, con la mia altezza non è così facile issarsi su mensole alte quasi quanto te.

Quando metto piede sul tetto rosso mi sembra di essere in cima al mondo. Posso vedere chiaramente i tetti delle altre case, lo stadio, la nostra scuola e un parco che c'è lì vicino.

"Mara è una figata!” esclamo aprendo le braccia e guardando il cielo azzurro.

"Lo so! Io e mio fratello veniamo qua e facciamo le gare di corsa tra i tetti. I nostri genitori non lo sanno ovviamente.” mi spiega indicando altre case.

"Mi raccomando, non andare troppo in fuori. Non voglio avere la tua morte sulla mia coscienza!” mi dice scherzando. Siamo davvero in alto in effetti... Nove piani quanti metri saranno?

Ci sdraiamo per guardare le nuvole e giocare a trovare degli animali nascosti; le nostre teste sono vicine, ma i nostri corpi sono orientati in direzioni opposte.

"Non vorresti essere da qualche altra parte?” mi chiede d'un tratto.

"In che senso?” chiedo a mia volta sapendo che non si sta riferendo a questo momento in particolare.

"Non vorresti vivere in un altro paese?”

"Sì...” rispondo immaginandomi come sarebbe la vita altrove.

"Dove?”

"Stati Uniti sarebbe l'ideale.” rispondo immediatamente.

La vedo girarsi verso di me con un'espressione stupita.

"New York.” afferma dopo qualche secondo.

"Chicago.” continuo annuendo.

"Washington.”

"San Francisco.”

"Las Vegas.”

"Los Angeles.”

Cade il silenzio, ma sulle nostre facce ci sono dei sorrisi enormi.

Prima di poter continuare a parlare, sentiamo qualcuno che apre la porta di metallo da cui siamo passate prima. In una frazione di secondo Mara è in piedi e mi sta trascinando verso la finestra. Entrambe, però, ci accorgiamo che non possiamo rientrare ora, quindi saliamo su una parte rialzata del tetto e corriamo seguendo la direzione del corridoio sottostante. Arriviamo dall'altra parte e scendiamo, cercando di capire se la persona che è entrata se n'è andata. Guardando dalla finestra vediamo un signore di spalle e decidiamo di rischiare: entriamo dalla finestra lentamente e attraversiamo il corridoio senza farci sentire. Riusciamo ad uscire e tornare a casa di Mara, appena entriamo in camera sua scoppiamo a ridere.

"Cosa avete voi due?” ci chiede Vaughan che sta passando davanti alla stanza.

Io continuo a ridere tenendomi la pancia, Mara invece risponde al fratello asciugandosi dagli occhi le lacrime per le risate.

"Vai via tu! E chiudi la porta!”

"Che cattive, non mi dite mai niente!” si lamenta Vaughan prima di andarsene chiudendo la porta.

Smettiamo di ridere dopo qualche minuto e mi accorgo che devo tornare a casa.

L'ultimo pensiero che mi passa per la testa prima di andare a dormire quella notte è che non ho mai riso così tanto in tutta la mia vita.

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque ***


Capitolo Cinque

 

Da quando Macy e Todd si sono messi insieme un mese fa, lui non mi ha più parlato e non si è più avvicinato per giocare con l'iPod. La cosa mi dà un po' fastidio, se voglio essere amica di una persona dovrei poterlo essere senza problemi.

L'intera classe è estremamente felice quando la scuola dà la comunicazione che ci sarà un'altra gita. Trascorreremo due giorni in campagna per "accrescere le nostre capacità fisiche".

Io e Mara trascorriamo il viaggio di andata insieme e chiediamo alla professoressa che ci accompagna se possiamo condividere la stessa stanza.

La camera che ci viene assegnata è di fronte a quella di una dei due insegnanti, in fondo ad un corridoio lunghissimo, dalla parte opposta delle camere di Alyssa e Amanda. Fantastico.

Durante il pomeriggio del nostro primo giorno facciamo diverse attività: la prima è tiro con l'arco. Ci fanno riunire in una stanza enorme con delle panchine attaccate alle pareti. La guida che ci sta mostrando come impugnare l'arco e scoccare la freccia è indiana, si sente anche dalla strana pronuncia che ha, e ha una certa somiglianza con Squiddi di Spongebob. Inutile dire che presto tutta la classe lo chiama Squiddi e lo prende in giro; non è antipatico, solo un po' sgarbato nelle richieste, proprio come Squiddi nel cartone animato.

Io e Mara riusciamo ad evitare di tirare con l'arco, non siamo a nostro agio di fronte all'intera classe. Dopo un paio d'ore passate ad osservare i miei compagni cercare di colpire un bersaglio con una freccia, ci spostiamo in una stanza per aspettare che arrivi un istruttore per la prossima attività. Per passare il tempo decido di fare una partita a ping pong; inizialmente siamo solo io e Vanessa, ma poi si aggiungono anche un'altra nostra compagna e la nostra insegnante.

Dopo la nostra partita a ping pong sono seduta di fianco a Mara sul prato e ascolto le parole dell'istruttore riguardo alla sopravvivenza nei boschi.

Ora vi insegnerò come fare diversi tipi di nodi.” afferma.

Mara sbuffa lentamente, chiaramente annoiata come me, così cominciamo a tirarci dei sassolini presenti per terra. Smettiamo solo quando la professoressa ci richiama e noi fingiamo di essere innocenti.

Un'ora e circa dieci nodi dopo i nostri insegnanti ci informano che abbiamo il resto del pomeriggio più o meno libero; possiamo giocare a tennis, a basket, oppure riposarci sui gradoni dei campi. Decido di divertirmi un po' e provare a giocare a tennis; Amanda e Alyssa si uniscono a me, mentre Mara si siede sul muretto e comincia a parlare con Macy.

Presto il pomeriggio diventa sera, il cielo si colora di arancione e viola, ma noi siamo ancora sul campo da tennis a raccontarci storie e respirare l'aria della natura. Noto Amanda che guarda Fulton con un sorriso, ma subito si distrae quando Riley, un nostro compagno, le fa uno scherzo. La professoressa ci chiede di andare nelle nostre stanze a prepararci per la sera; a quanto pare abbiamo la serata libera e c'è una discoteca nell'edificio di fianco, quindi possiamo trascorrere un paio d'ore lì prima di andare a dormire.

Io e Mara ci prepariamo in fretta e ci facciamo trovare in orario per la cena al ristorante dell'hotel; il nostro professore ci dice di fare in fretta perchè non vede l'ora di andare a ballare. Credo che questo insegnante sia uno dei più simpatici e pazzi che mi sia mai capitato di avere; ci insegna educazione fisica, ma non facciamo praticamente niente durante le sue lezioni.

Entriamo in discoteca quaranta minuti più tardi. Mara non è molto elettrizzata all'idea e a dire la verità neanche io, ma sono venuta per fare un favore ad Alyssa, voleva davvero che venissimo entrambe. Dalla parte opposta dell'ingresso c'è una finestra che occupa tutta la parete, da lì si vede tutto il cortile e l'ingresso dell'hotel. C'è anche un divano su cui sono seduti alcuni nostri compagni, Amanda e Fulton compresi.

Io e Mara siamo abbastanza a disagio, a nessuna delle due piacciono le discoteche; il nostro professore sta ballando come aveva affermato prima e alcune nostre compagne stanno ridendo delle sue mosse di danza. L'altra nostra insegnante, invece, è in un angolo della stanza che ci controlla.

Mara presto si stanca della musica ed esce, scusandosi, per andare nella nostra stanza. Decido di rimanere per fare piacere ad Alyssa, ma con la coda dell'occhio noto Todd che esce seguendo Mara. Mi avvicino alla finestra e assisto ad una scena inaspettata: Todd afferra Mara per un braccio e cominciano a parlare. Quando Todd si avvicina notevolmente, Mara lo spinge via sul petto; sento qualcuno dietro di me che probabilmente ha osservato quello che è successo. Mi giro e vedo Macy che esce dalla stanza con passo deciso, rimango a bocca aperta non sapendo cosa fare. Continuo a guardare gli altri due dalla finestra finchè anche Macy arriva nel cortile e comincia a gridare contro entrambi.

Dopo venite nella mia stanza. Senza farvi vedere dai professori ovviamente.” mi dice Alyssa che non ha visto nulla di quello che è accaduto giù in cortile. Annuisco leggermente e decido che è il momento di scendere per dare una mano a Mara. Mentre esco dalla discoteca incrocio Macy e Todd, ma in questo momento la mia priorità è raggiungere Mara. La fermo prima che riesca a varcare la soglia dell'hotel e le chiedo cosa sia successo.

Non voglio parlarne.” mormora allontanandosi.

Alzo le braccia e sbuffo prima di tornare in discoteca. Volevo solo aiutarla, ma evidentemente lei non vuole il mio aiuto.

Poco dopo i professori ci dicono che dobbiamo andare nelle nostre stanze e la discoteca si svuota. Mentre percorro il corridoio per arrivare alla mia camera Macy mi posa una mano sulla spalla.

Dì alla tua amica di stare lontana dal mio ragazzo.”

Non aspetta una risposta e se ne va nella sua stanza, Alyssa che la segue con un'espressione confusa in volto.

Busso alla porta della nostra camera e Mara mi apre immediatamente. Nessuna delle due parla, ma in realtà un'intera conversazione sta avvenendo senza l'uso di parole. Mi cambio per la notte e mi ricordo che Alyssa ci aveva invitate in camera sua.

Alyssa ci ha invitate in camera sua. Se vogliamo andare dobbiamo fare piano, la stanza della professoressa è qui di fronte.” dico sedendomi sul mio letto.

Tu vai, io sono un po' stanca. Preferisco restare qui.” risponde Mara senza guardarmi in faccia.

Vuoi dirmi cos'è successo prima in cortile?” chiedo senza ricevere una risposta.

Senti se vuoi restare qui per me va bene, ma almeno non rifilarmi una bugia come quella che mi hai appena detto.” affermo un po' arrabbiata.

Senza aggiungere altro mi alzo dal letto ed esco dalla porta; facendo attenzione a non farmi sentire percorro il corridoio e arrivo davanti alla porta della stanza di Macy e Alyssa. Mi fanno entrare e dentro ci sono Alyssa, Macy, Amanda, Caitlin e Vanessa.

Dopo un po' di minuti passati a chiacchierare tranquillamente Alyssa mi chiede dove sia Mara. Fortunatamente prima che possa rispondere qualcuno bussa alla porta; Mara entra qualche secondo dopo e si siede di fianco a me in silenzio. Ci sorridiamo e noto Macy che ci sta guardando con le sopracciglia alzate.

Passiamo un paio d'ore a chiacchierare, fare giochi stupidi e cercare di restare svegli; Vanessa ad un certo punto si addormenta e decidiamo che è il momento di tornare nelle proprie stanze. Ci addormentiamo nei nostri letti qualche minuto dopo senza esserci dette nient'altro che la buona notte.

La mattina seguente mi sveglio quando sento la nostra professoressa bussare ripetutamente sulla nostra porta.

Madison sveglia!” esclama.

Sì, siamo già sveglie!” rispondo prontamente.

Anche Mara?” chiede l'insegnante dopo un attimo di esitazione. Mi giro verso la mia amica e vedo che sta ancora dormendo profondamente.

Certo.” mento strizzando gli occhi e dando dei colpi sulla spalla di Mara. Dopo essere riuscita a svegliarla ci prepariamo per la mattina che ci attende; facciamo colazione e gli insegnanti ci spiegano come si svolgerà la giornata di oggi: faremo una lezione di equitazione, chi vorrà potrà tornare a fare tiro con l'arco e poi ci metteremo in viaggio per tornare in città. Tutta la mattina viene occupata da equitazione; sono quasi riuscita ad evitare di cavalcare un cavallo, ma alla fine se ne sono accorti e mi hanno obbligato. Todd è sempre rimasto nelle vicinanze di Mara, anche se lei gli ha espressamente chiesto di andare via. Riesco ad andare a fare tiro con l'arco quando non c'è nessuno dei miei compagni e riesco anche a fare un buon punteggio. Torno nella nostra camera per preparare la valigia e poi raggiungo Mara nell'autobus che ci porterà a casa.

Amanda è seduta sul posto davanti al mio, ma dopo dieci minuti di viaggio si alza e ci sorride misteriosamente. Todd prende il suo posto e io non posso fare a meno di alzare gli occhi al cielo e mormorare un “oh signore”. Mara ha un'espressione neutrale quando gli chiede cosa pensa di fare e lui non risponde subito.

Pensavo che magari possiamo parlare un po'.” dice insicuro.

Sei una stronza.” mimo girandomi verso Amanda. Lei semplicemente mi manda un bacio e mi sorride.

Il resto del viaggio continua con Todd che cerca di flirtare con Mara e lei che lo insulta più volte. Mi sento un po' il terzo in comodo, ma ho la musica che mi tiene compagnia.

Quando finalmente arriviamo in città Amanda comunica a Mara che dovrebbe dare una possibilità a Todd perchè insieme sarebbero davvero carini. Mara non risponde, mi saluta e va a casa. Mi chiedo perchè la gente deve cercare di manipolare la vita degli altri, hanno già la loro da mandare avanti.

Sono felice quando arrivo a casa e trovo il mio gatto sul letto ad aspettarmi.

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei ***


Capitolo Sei

 

La fine della scuola ormai è vicina, manca meno di un mese alle vacanze e non vedo l'ora di andare al mare. Mara andrà in Europa dell'Est, Alyssa farà due settimane con la scuola in Inghilterra, Amanda invece andrà in Texas, come ogni anno, nella sua città natale. Fulton e Amanda si sono messi insieme dopo la gita che abbiamo fatto un paio di mesi fa e a lui non piace l'idea che lei voglia trasferirsi in Texas una volta finita la scuola; credo che abbiano litigato seriamente per la prima volta proprio per questo.

Beh è stato un piacere conoscervi.” dice Mara durante un intervallo uno degli ultimi giorni di scuola. Io e Alyssa ci guardiamo confuse e anche Amanda non sa di che cosa stia parlando.

Cosa intendi?” chiedo curiosa.

Andiamo, sappiamo tutte che non arriverò al secondo anno. Ho troppi voti negativi.” spiega Mara sorridendo.

Dai non puoi essere ridotta così male.” cerca di confortarla Alyssa. Mara la guarda come per dire “Mi pigli per il culo?!” e l'altra si limita a guardare per terra.

Se l'anno prossimo non sei in classe con noi vengo a cercarti e ti picchio.” dice Amanda prima di andare a comprarsi qualcosa da mangiare alle macchinette automatiche. Alyssa si allontana e va a parlare con Macy. Mara ride leggermente, mentre io la guardo con le sopracciglia alzate.

Oh non guardarmi così!” esclama concludendo il discorso.

La professoressa entra in classe e andiamo tutti ai nostri posti, pronti per cominciare la lezione.

La scuola finisce e la città è sommersa dal caldo e dall'afa. Io e Mara continuiamo a vederci anche se la scuola è finita, ma presto deve partire, quindi ci sentiamo solo per messaggio.

Passo la mia ultima settimana in città uscendo con Alyssa e cominciando a fare i compiti che ci sono stati assegnati per l'estate.

All'inizio di agosto, il giorno prima della mia partenza, ricevo un messaggio da Mara:
Hey! Tutto bene? Ho i debiti a settembre, mi hanno dato inglese e scienze... Divertiti al mare! ;)”

Le rispondo dicendole che deve studiare per gli esami e sono sicura che ce la farà, anche se in realtà non ne sono certa al cento per cento.

Sento mia mamma che mi chiama perchè è pronto da mangiare e la saluto.

In vacanza al mare saremo io, i miei genitori, mia nonna e il mio gatto ciccione. Sono già consapevole che mia nonna combinerà qualche casino con il gatto, ma non ci posso fare niente. Quando dico “gatto ciccione” intendo che è davvero obeso, ma non so se riesco a rendere bene l'idea... Mettiamola così, è talmente grasso che quando cammina la sua pancia striscia contro il pavimento; di conseguenza la pancia praticamente non ha peli. Capito ora?

Mi addormento quella sera sperando che la scuola ricomincerà e Mara sarà con noi.

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette ***


Capitolo Sette

 

La mia vacanza al mare è stata davvero stancante, soprattutto a causa di mia nonna. Sembra che le piaccia pensare in modo negativo. In ogni situazione vede disgrazie e tragedie. È una pessimista cronica. Uno degli ultimi giorni avevo trovato un posto vicino a degli scogli pieno di conchiglie e avevo intenzione di tornarci. Lei mi ha raccomandata di fare attenzione perchè sugli scogli si scivola e potevo annegare... Grazie nonna, davvero!

Ogni tanto ricevevo dei messaggi da Mara o Alyssa che mi rallegravano la giornata. Sfortunatamente buona parte delle giornate la trascorrevo in casa a causa del maltempo; passavo dallo studio al disegno, ma l'unica costante era la musica. Avevo sempre gli auricolari nelle orecchie per ascoltare brani diversi in riproduzione casuale.

Ho finito di preparare la valigia cinque minuti fa e suona il cellulare, sullo schermo vedo scritto il nome di Mara.

"Pronto!” esclamo sorridendo.

"Buongiorno! Come va?” mi chiede squillante.

"Tutto bene. Ho finito di preparare la valigia da poco. Tu?”

"Bene, bene. Senti, tu a che punto sei con i compiti?”

Sorrido alla sua domanda: sapevo che non sarebbe riuscita a fare i compiti in tempo, nonostante i tre mesi di vacanza. Eh sì, a quel tempo ero abbastanza secchiona.

"Li ho finiti. Mi mancano solo degli esercizi di matematica. Hai per caso bisogno di una mano?” chiedo innocentemente.

"Sei molto divertente, sai? Ti va se ci vediamo quando torni?”

"Certo.”

"Ah, per matematica ti può aiutare Macy.” mi dice tranquillamente.

"Macy?” chiedo confusa dopo qualche secondo di silenzio. Se è uno scherzo non è divertente, odio quella ragazza.

"Sì. Ci sono uscita un po' di volte in questi giorni, mentre tu eri ancora al mare. Non è antipatica.” mi spiega.

"Ah... Va bene.” affermo un po' incerta.

Siccome in passato le opinioni di Mara sulle persone si sono sempre rivelate esatte, magari mi sto sbagliando anche su Macy. Decido di fidarmi del suo giudizio.

"Ok. Allora facciamo mercoledì a casa mia?” mi chiede allegramente.

"Certo. Per che ora vengo?”

"Se ti va bene puoi passare per le tre, Macy dovrebbe venire verso quell'ora.”

"Ok. Senti quando devi dare gli esami? Pensavo che magari posso venire con te.” spiego semplicemente.

"Il 5 settembre, però non so se ti conviene venire. Dovresti aspettare per un'ora o anche di più, finchè non usciamo. Sai che anche Macy ha inglese?” mi risponde.

"Davvero? Non lo sapevo... Va bene, allora ci vediamo quando torno. Ciao!”

Mi saluta e conclude la chiamata.

Prendo un respiro profondo prima di andare ad aiutare i miei genitori con le valigie e le borse di mia nonna.

Seriamente?! Macy?! Spero tanto che Mara abbia ragione su di lei perchè se mi insulta un'altra volta potrei farle del male.

Carico la mia valigia in macchina, aiuto mia nonna con la sua, mi metto le cuffiette e faccio partire la musica, di nuovo.

Si torna in città.

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Capitolo 9
*** Capitolo Otto ***


Capitolo Otto

 

Quando torno in città il caldo e l'afa sono forse peggiori di quando sono partita.

Il giorno dopo il mio arrivo sono a casa di Mara alle tre esatte; Macy invece arriva dopo mezz'ora, scusandosi per il ritardo.

"Va bene, allora vi lascio studiare.” dice la mamma di Mara con un sorriso.

Ci sediamo al tavolo della cucina e prendiamo i libri per cominciare a fare i compiti.

"Allora, di quali esercizi hai bisogno?” chiedo a Mara. Mi risponde e Macy mi chiede se può usarli anche lei; annuisco con un sorriso, sforzandomi di essere gentile.

"Puoi passarmi matematica?” chiedo a Macy prendendo il mio quaderno; lei annuisce e mi passa dei fogli subito dopo.

"Tanto sono sbagliati!” mi dice ridendo. Le sorrido, anche se in realtà vorrei prenderla a schiaffi. Prendo un respiro prima di cominciare a scrivere.

Dopo mezz'ora ho finito i compiti, mentre Mara e Macy sono a metà del loro lavoro. Vaughan entra nella stanza e cerca di parlare con sua sorella, probabilmente deve fare anche lui i compiti ma non ha voglia.

"Vai via.” dice semplicemente Mara appena lo vede. Rido leggermente alla faccia confusa e triste del fratello; sappiamo entrambi che in realtà sotto quella maschera ferita si nasconde un sorriso.

"Poverino!” esclama Macy con una faccia triste smettendo di scrivere.

Mara alza gli occhi al cielo e lancia un'occhiataccia a Vaughan; forse può sembrare crudele vedere come Mara tratta suo fratello, ma entrambi sanno che in fondo si vogliono bene. Anche io l'ho capito dopo un po' di tempo passato con loro, quindi mi limito a ridere e scherzarci su.

Vaughan, comunque, non si scoraggia e si siede di fronte a me. Dopo qualche minuto in cui tamburella le dita sul tavolo e continua a ricevere occhiatacce da Mara, gli passo il mio iPod così che possa giocarci.

"Grazie!” esclama subito.

Rido leggermente al suo entusiasmo.

Mara e Macy finiscono i loro compiti poco dopo e la mamma di Mara entra in cucina.

"Finito?” chiede.

Tutti annuiamo in silenzio, che viene interrotto da un urlo di Vaughan.

"Ho fatto un nuovo record!”

"Vaughan ma sei deficente?! Mi hai fatto spaventare!” esclama Mara mettendosi una mano sul petto. Il fratello si limita a farle un gesto di insofferenza con la mano e ad avvicinarsi a me per farmi vedere il punteggio che ha fatto. Sorrido al suo atteggiamento e annuisco quando mi fa vedere il replay della sua partita; in sottofondo sento Mara che si lamenta del comportamento di Vaughan con la madre. Con la coda dell'occhio, invece, vedo Macy che si guarda intorno non sapendo cosa fare.

Colta da un'improvviso momento di bontà verso la ragazza che mi sta guardando, faccio una cosa che non avrei mai pensato di fare.

"Vaughan perchè non fai vedere il gioco anche a Macy?” gli chiedo sussurrando e non facendomi sentire da nessuno a parte lui. Abbiamo una conversazione di sguardi in pochi secondi e infine cede alla mia richiesta. L'unica altra persona con cui riesco ad avere delle conversazioni solo tramite l'uso di sguardi è Mara; forse è una cosa di famiglia.

Macy torna a casa poco dopo, mentre io passo ancora un paio d'ore a casa loro.

Non ho cambiato parere su Macy, però se dovesse diventare amica di Mara non avrei problemi, ignorerò semplicemente la sua presenza. Non dovrebbe essere così difficile, in fondo oggi me la sono cavata abbastanza bene.

L'ultimo ostacolo da superare prima di ricominciare la scuola sono gli esami di recupero. Mancano solo quattro giorni, ma so che Mara si è preparata bene. Speriamo.

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Capitolo 10
*** Capitolo Nove ***


Capitolo Nove

 

Il 5 settembre arriva presto e Mara deve dare i suoi esami. Il giorno prima è arrivata una comunicazione dalla scuola che informava le famiglie dello spostamento dell'edificio scolastico ad una nuova sede. Praticamente ora la scuola è dall'altra parte della città e per arrivarci devo prendere la metropolitana per sedici fermate. Fantastico.

Quando arrivo davanti a questa nuova sede vedo Mara che sta parlando con Macy e... Vanessa? Mi avvicino e le saluto: Vanessa deve fare l'esame di inglese con Macy e Mara.

Una bidella esce dalla porta principale e ci comunica che possono aspettare di essere chiamate all'interno, davanti alla classe in cui si terrà l'esame. La commessa mi fa entrare anche se non devo fare nessun esame, ho solo lo scopo di sostegno morale.

Quando arriviamo nel corridoio giusto troviamo più o meno metà classe ad aspettare; quasi tutti sono lì con la mia stessa funzione, però. C'è anche Alyssa che ha voluto fare una sorpresa a Macy. Appena questa vede la sua migliore amica dimentica completamente Vanessa e Mara e cominciano a parlare tra di loro.

Questo mi lascia con una Mara nervosa e agitata che mi stringe il braccio in una presa mortale mentre ripassa l'argomento dell'interrogazione. Cerco di tranquillizzarla e ci riesco finchè non arriva Macy che la fa agitare di nuovo.

"Mara, tra un po' chiamano noi!” esclama mettendole le braccia al collo.

Roteo gli occhi al suo comportamento senza farmi vedere da nessuno. Devo dire che sopportare questa ragazza si sta rivelando più complicato di quello che avevo pensato, soprattutto dopo che ho saputo del modo in cui ha deciso di rompere con Todd. Ha finto di essere in Spagna per tutte le vacanze e l'ha lasciato con un messaggio verso la fine di agosto. La sua scusa è stata che lui voleva stare insieme a lei solo per portarsela a letto... Come se lei invece lo avesse fatto perchè le interessava davvero! Non mi stupisco che si siano lasciati comunque, non avevano niente in comune: lui ascolta musica grunge e rock e lei non sa neanche chi siano i Nirvana, lui ha del senso dell'umorismo e lei fa delle battute a cui ride solo lei. In effetti non capisco proprio che cosa ci veda Mara in lei.

La porta della classe si apre improvvisamente ed esce il professore di religione che chiede chi vuole entrare a fare l'esame per primo. Una nostra compagna si offre volontaria e rimane dentro per un quarto d'ora.

"Se mi fanno scegliere, vado per ultima.” mi dice Mara mentre aspettiamo che il secondo interrogato esca dalla classe.

"Non credi sia meglio andare subito? Prima lo fai meglio è, no?” chiedo.

Prima che Mara abbia l'opportunità di rispondere arriva Macy che la interrompe.

"Mara invece di parlare con Madison devi stare con me a ripassare!” afferma trascinandola via per un braccio. Le seguo frustrata e rimango in silenzio per il resto dell'attesa, ascoltandole mentre ripetono la lezione perfettamente.

"Sono pronta Brew, sono pronta! Brew hai capito che sono pronta?!” mi dice Macy afferrandomi il braccio con la mano. La guardo per qualche secondo finchè non molla la stretta e poi accenno un sorriso. Credo sia ufficiale: non la sopporto.

Macy entra a fare l'esame e Mara si prenota per il turno successivo.

"Vuoi che entri con te?” chiedo a Mara quando ormai Macy è dentro da venti minuti.

Lei scuote la testa spiegandomi che per lei è meglio che non ci sia nessuno mentre fa l'esame, altrimenti sarebbe ancora più nervosa.

Macy finisce l'esame e Mara entra dopo di lei chiudendosi la porta alle spalle. Dopo dieci minuti Macy mi chiede di dire a Mara che è davvero dispiaciuta, ma non può rimanere ad aspettarla; anche Alyssa mi saluta e se ne va con lei. Vanessa rimane un po' con me per tenermi compagnia

Quando Mara esce dalla classe la informo di Macy e Alyssa; usciamo dalla scuola e ognuna delle due va a casa propria.

Quattro giorni dopo, il nove settembre, ricevo un messaggio da Mara:
Ci vediamo martedì in classe ;)

Sorrido e le rispondo immediatamente congratulandomi.

Andrà tutto bene.

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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci ***


Capitolo Dieci

 

La scuola è ricominciata, la sveglia è stata reimpostata alle sei del mattino e ho fatto la tessera per avere accesso illimitato ai mezzi di trasporto, metropolitana compresa. Anche Macy e Vanessa sono riuscite a superare gli esami alla fine.

Alyssa e Mara mi fanno una sorpresa per il mio compleanno, il 22 settembre; si sono aggiunte anche Macy e Vanessa all'ultimo momento.

"Brew, il mio regalo è insieme a quello di Mara.” mi dice Macy indicando il sacchetto che mi sta porgendo Mara. Mi hanno regalato due paia di orecchini e un portachiavi; gli orecchini hanno sopra un disegno con delle ragnatele e dei teschi, probabilmente sono da parte di Mara. Il portachiavi che mi regala Macy poteva anche tenerlo, ma fingo di essere felice e la ringrazio.

Vanessa mi consegna un sacchettino contenente due smalti, uno viola e uno nero.

Alyssa, infine, mi regala un braccialetto d'argento su cui posso incidere quello che voglio.

Le ringrazio tutte nuovamente ed entriamo in classe, la professoressa sta arrivando per cominciare la lezione.

In occasione del mio compleanno, il giorno seguente io e Mara decidiamo di saltare la scuola. Non l'ho mai fatto prima e non posso negare di essere abbastanza nervosa; se i miei genitori dovessero scoprirlo non so cosa potrebbe succedermi.

Mi metto d'accordo con Mara per arrivare sotto casa sua, farle uno squillo sul cellulare e aspettare che esca di casa. Quando mi raggiunge ci incamminiamo verso il parco che avevamo visto dal tetto qualche mese prima. Non fa ancora freddo, però la mattina presto è sempre più fresco che durante il resto della giornata e c'è un leggero vento che ci scompiglia i capelli.

Ci fermiamo quando arriviamo ad un campo di basket all'interno del parco; ci sdraiamo sulle panchine ai lati del campo e ascoltiamo un po' di musica.

"Perchè non facciamo un video?” propone Mara dopo un po' di tempo.

"Un video?” chiedo un po' confusa.

"Sì. Così quando lo riguarderemo fra cinque, dieci o vent'anni ci ricorderemo di quanto siamo deficenti.” spiega ridendo.

Le sorrido e cominciamo a riprendere ogni cosa intorno a noi commentandola, facendo battute stupide. Fingiamo persino di fare un concerto sopra un muretto, riprendiamo anche alcuni passanti accusandoli di essere dei serial killer e di volerci uccidere, ovviamente senza farci sentire da nessuno. La gente che passa per i sentieri ci guarda come se fossimo pazze e forse, in questi momenti, lo siamo.

A metà mattina, poco prima dell'ora in cui devo tornare a casa, ci sdraiamo sul prato.

"Tu ti trovi bene in questa scuola?” mi chiede Mara.

"Non proprio. Me la immaginavo un po' più...” rispondo senza concludere la frase.

"Normale? Voglio dire, sembra di essere nell'esercito! Non fare questo, non fare quello. Lasciateci vivere!”

Mara non ha tutti i torti: questa scuola è molto severa. Però è anche una delle scuole migliori della città e i miei genitori sarebbero davvero fieri di me se riuscissi ad uscirne con un diploma.

Torno a casa quel giorno come se fossi andata a scuola e decido di dire a mia mamma della situazione un po' spiacevole della scuola.

"Mamma, volevo dirti che questa scuola non è come me l'aspettavo.”

"In che senso?” mi chiede confusa.

"Sono molto severi e non sono più molto sicura di voler continuare a studiare lì.” spiego in modo calmo.

Devo aver scelto il giorno sbagliato per parlargliene perchè si arrabbia subito dicendo che devo continuare a studiare. Non esprimo la mia rabbia e non posso neanche andare in camera mia perchè mio padre è una presenza costante lì dentro. Devi sapere che io condivido la mia stanza con mio padre, lui la usa come stazione di lavoro e finora non mi aveva mai dato fastidio. Ora che però vorrei stare da sola non posso; la mia frustrazione sale a livelli inimmaginabili e opto per chiudermi in bagno.

Non avevo idea che quel momento sarebbe stato l'inizio di un declino destinato a continuare per più di un anno.

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Capitolo 12
*** Capitolo Undici ***


Capitolo Undici

 

Il pomeriggio seguente siamo ancora al parco e racconto a Mara della conversazione con mia madre, lei mi confessa che ne ha avuta una uguale con i suoi genitori.

"Quindi anche i tuoi non vogliono che cambi scuola?” chiedo sorpresa. I genitori di Mara sembrano delle persone aperte, pensavo avrebbero capito il punto di vista della figlia.

"Esatto. Cosa ti ha detto di preciso tua madre?”

"Mi ha detto che devo continuare a studiare perchè quando uscirò di qui con un diploma avrò tante possibilità di trovare lavoro. Non ha ancora capito che io voglio andarmene appena finisce la scuola.” esclamo. L'ultima frase attira l'attenzione della mia amica e forse non avrei dovuta lasciarmela sfuggire dalle labbra. Chiunque abbia sentito quali sono i miei piani una volta finita la scuola mi ha sempre detto che sono una pazza.

"Vuoi andartene?” mi chiede sorpresa.

"Già. Odio questo paese, voglio vivere negli Stati Uniti.” spiego abbassando lo sguardo.

"Ti va di andare insieme?” mi domanda. Alzo gli occhi alla sua faccia sorridente e sono stupita di vedere che non sta scherzando, parla seriamente. Le sorrido di rimando e cade di nuovo il silenzio, si sente solo il vento che fa muovere le foglie secche ancora attaccate ai rami degli alberi.

"Secondo te riusciamo a passare l'anno?” mi chiede sussurrando.

"Dobbiamo. Ricordi quegli adulti chiamati genitori...” lascio in sospeso la frase con una risata, mentre Mara mi dà un colpetto sul braccio con un pugno.

"Non siamo obbligate. Se prendiamo brutti voti e veniamo bocciate vuol dire che questa non è la scuola per noi.”

"Va bene, ti sto seguendo. Possiamo farci bocciare, ma perderemmo comunque un anno di scuola.” ragiono.

"Chi ti dice che dopo quest'anno dobbiamo rimanere qui?”

Dopo la sua domanda retorica la fisso con uno sguardo sbalordito. Sta davvero proponendomi di scappare con lei a giugno dell'anno prossimo?

"Sei impazzita?” le chiedo sconvolta.

"No!” risponde indignata.

"Mi hai appena chiesto di scappare con te!” controbatto incredula.

"E allora? Non è che ci sia qualcosa che ci trattiene qua!”

"Ah no? Le nostre famiglie? I nostri genitori?”

"Si preoccuperanno un po' all'inizio, ma poi ci faranno l'abitudine.” mi dice come se non fosse un grande problema.

"Ovviamente mi mancheranno Alyssa, Macy, Amanda, ma ci potremo sentire via internet.” continua.

Scuoto la testa alle sue parole, ma non rispondo.

"Pensaci. Cos'hai da perdere?” mi chiede seria.

Ci fissiamo per quelle che sembrano ore, ma in realtà sono solo pochi secondi.

"No. Mi dispiace, non posso lasciare i miei genitori qua da soli.” spiego scuotendo la testa. Mara annuisce e sorride tristemente.

Trascorriamo il resto del pomeriggio come se la conversazione non fosse mai avvenuta. Quella sera mentre cerco di addormentarmi, però, continuo a risentire la sua voce che mi fa la stessa domanda: “Cos'hai da perdere?”. Sono quasi spaventata dalla risposta. Perchè in fondo so che ha ragione.

Non ho niente da perdere.

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Capitolo 13
*** Capitolo Dodici ***


Capitolo Dodici

 

La scuola andava male, molto male. Prendevo brutti voti ed ero consapevole che stavo facendo tutto di proposito. Ogni materia era gravemente insufficiente e i miei genitori non lo sapevano nemmeno perchè nascondevo il libretto.

"Basta che tu mi dica di sì e partiamo sul primo volo per New York.” mi dice Mara durante la lezione.

"Smettila. Ti ho già detto una volta che non posso lasciare i miei genitori. E poi pensa a quando lo scopriranno! Non pensi che si arrabbierebbero anche i tuoi?” chiedo esasperata.

"Certo. Questo non vuol dire che dobbiamo tornare.” mi risponde sbattendo lentamente le palpebre. Scuoto la testa sorridendo alla sua testardaggine.

"Ragazzi, voglio un attimo la vostra attenzione.” annuncia la professoressa lanciando un'occhiata a me e Mara.

Fantastico, adesso cosa deve dire? penso alzando lo sguardo al cielo.

"Penso che sarebbe il momento più adatto per cambiare i posti.” continua.

Mi giro verso Mara e vedo che anche lei ha un'espressione annoiata in volto.

L'insegnante comincia a spostare alcuni studenti finchè arriva a pronunciare il mio nome. Alzo le sopracciglia e mi avvicino alla professoressa aspettando che mi dica dove andare.

"Amanda ti metti lì sulla destra.”

Sorrido ad Amanda sperando di occupare il posto al suo fianco, ma l'insegnante chiede a Catherine di spostarsi lì. Incrocio le braccia e sbuffo lentamente, stanca di stare ferma in piedi di fianco ad una professoressa che non mi piace.

"Mara invece la mettiamo qua di fronte alla cattedra. Lontana dalla sua amichetta.” dice riferendosi a me.

Trattengo a stento un sorriso, ma Mara se ne accorge comunque perchè noto che mi guarda malissimo.

"Va bene Madison. Se non ti dispiace dovresti metterti di fianco a Catherine.” mi dice l'insegnante con un sorriso falso e freddo. Prendo il mio zaino e lo metto sul banco che mi è stato assegnato; mi giro verso Mara ed entrambe mormoriamo un “addio” melodrammatico, seguito da una risata e un'occhiataccia dell'insegnante.

Saluto le mie nuove compagne di banco e aspetto che la professoressa finisca di sistemare gli altri alunni.

"Todd vieni qui di fianco a Mara.”

Mi scappa una risata che non passa inosservata a Mara. In classe si dice che Todd abbia una cotta per Mara, ma non sono sicura al cento per cento che sia vero. Devo ammettere, però, che una volta le ha chiesto se volesse uscire con lui durante una lezione di informatica, Mara ovviamente gli ha risposto subito di no perchè non è assolutamente interessata. Probabilmente i sospetti degli altri non sono così infondati visti i precedenti durante la gita di due giorni avvenuta l'anno scorso.

"Fulton lo mettiamo lontano da Amanda, altrimenti i due piccioncini si distraggono a vicenda.”

Sorrido ad Amanda che sta arrossendo e roteando gli occhi, a quanto pare non sono l'unica a cui non piace la nostra professoressa.

Dopo un quarto d'ora ognuno è seduto ad un banco diverso da quello precedente e l'insegnante sembra soddisfatta del suo lavoro.

Quando arrivo in classe il giorno seguente noto che Catherine e Amanda sono già ai loro posti. Le saluto entrambe mentre Mara entra in classe seguita dalla professoressa.

Todd entra in classe in ritardo, senza fiato poiché ha corso e cerco di camuffare la mia risata; se uno sguardo potesse uccidere allora io sarei già morta. Mara, infatti, mi sta guardando male e io alzo le mani in segno di resa con un sorriso. Guardo Todd sedersi e Mara spostarsi leggermente più lontano.

Mi giro verso le mie compagne ed entrambe mi sorridono; forse questi nuovi posti non sono così male.

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Capitolo 14
*** Capitolo Tredici ***


Capitolo Tredici

 

Sono passati un paio di mesi dall'inizio della scuola e la mia amicizia con Mara non ha subito cambiamenti, anche se non siamo più compagne di banco. In compenso ho imparato a conoscere meglio Amanda e, soprattutto, Catherine. L'anno scorso pensavo fosse una ragazza con una strana ossessione verso il rap, nata dal seguire una moda. Ora invece la capisco, ho imparato a comprendere ogni sua sfumatura; certo, non posso negare che a volte sia un po' pesante, ma è anche questo che la caratterizza e che mi piace di lei. Passiamo insieme sei ore ogni giorno e ho capito come modellarmi per poter avere una “convivenza” più serena per entrambe. Amanda si è rivelata la persona simpatica e gentile che ho sempre pensato che fosse e il nostro rapporto non ha fatto che migliorare. Vanessa occupa il posto di fronte ad Amanda ed inevitabilmente siamo diventate più vicine; non pensavo che fosse così simpatica dietro a quell'aspetto spensierato, ma mi sono dovuta ricredere.
Macy e Mara si sono avvicinate parecchio e non mi darebbe fastidio se ogni volta che io voglio parlarle, Macy non dovesse raccontarle “qualcosa di incredibile che le è appena successo”. Le prime volte in cui lo faceva poteva anche prendermi in giro, ma dopo che in ogni occasione mi si ripresenta la stessa situazione comincio anche a farmi delle domande.

I voti a scuola diventano sempre peggiori, ma non mi interessa più ormai. Io e Mara saltiamo la scuola due giorni a settimana e i miei genitori non se ne accorgono neanche. Invece di andare sempre al parco quando non andiamo a scuola, a volte resto a casa di Mara e insieme guardiamo degli episodi di alcune serie tv. Abbiamo scoperto che è una passione di entrambe e a quanto pare seguiamo anche gli stessi programmi.

Le nostre professoresse di biologia e poesia sanno che io e Mara saltiamo la scuola insieme e che programmiamo di lasciarla a fine anno, ma non hanno mai dimostrato di voler informare i miei genitori. Fino ad oggi.

"Madison, vorremmo chiedere un colloquio con i tuoi genitori.” mi dicono una mattina dopo la lezione.

"Certo.” rispondo fingendo calma. In realtà il cuore mi batte all'impazzata nel petto e vorrei gridare.

Organizzano un appuntamento, ma mia madre si dimentica di presentarsi; ovviamente ora pensano che io non abbia informato mia madre, quindi ne chiedono un altro. Questa volta mia mamma viene a scuola, il suo colloquio è durante il mio intervallo e Mara propone di andare a spiare l'aula delle riunioni in cui avrà luogo. È una stanza circolare e spesso lasciano le porte aperte quindi dovrebbe essere facile cercare di vedere qualcosa. Quando io e Mara ci troviamo lì di fronte riceviamo un po' di sguardi sospetti da alcuni insegnanti e decidiamo di lasciare perdere. Torno a casa quel giorno e mio padre non è in casa.

"Ho avuto il colloquio con le tue insegnanti oggi.” mi dice mia mamma con calma. Troppo calma. Annuisco e aspetto che continui.

"Perchè non stai studiando?” mi chiede cercando di non arrabbiarsi.

"Questa non è la scuola per me.” rispondo.

"Vuol dire che ti dovrai adattare perchè tu da questa scuola non te ne vai.”

L'inizio del delirio è iniziato caro lettore, allaccia le cinture perchè da qui in poi le cose si fanno piccanti.

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Capitolo 15
*** Capitolo Quattordici ***


Capitolo Quattordici

 

In seguito al litigio con mia madre alcuni pensieri continuavano a passarmi per la testa, ma mi sforzavo di mandarli via. Intorno a metà febbraio 2012, però, mi ero decisa ad agire riguardo a quest'ultimi. Le parole di Mara di qualche mese prima risuonavano nelle mie orecchie più e più volte.

"Cos'hai da perdere?”

Adesso che io e i miei genitori ci eravamo separati notevolmente non pensavo di avere qualcosa da perdere.

Mara mi aveva chiamato per mettersi d'accordo su che cosa fare la mattina seguente invece di andare a scuola.

"Potremmo fare un giro in centro e poi andare al parco.” propone. Non rispondo, persa negli stessi pensieri che mi tormentavano da qualche mese.

"Madison? Ci sei?” mi chiede.

"Sì, sì.” rispondo evasivamente.

"Che hai?”

"Niente... Sai, ho guardato i prezzi dei voli per New York.” affermo aspettando una sua risposta.

"Sapevo che prima o poi avresti ceduto!” esclama felicemente. Rido leggermente e le spiego che ho trovato alcune offerte online davvero convenienti. Sai com'è, una cosa tira l'altra.

"Ascolta, ho trovato proprio ora un'offerta di un'agenzia di viaggi. Con 150 dollari volo solo andata, atterraggio all'aereoporto JFK di New York e da lì possiamo andare a trovare i miei parenti. Loro ci possono ospitare per un po' di tempo.” mi spiega agitata. Sento il cuore battermi forte nel petto alla prospettiva di lasciare questo paese, ma non voglio montarmi la testa.

"Un momento. Dobbiamo avere un po' di soldi con noi, altrimenti non sopravviveremo mai. Io ho poco più di quattrocento.”

"Io ho quasi mille.” risponde tranquillamente.

"Mille?! Dove li hai presi tutti quei soldi?!” chiedo esterrefatta.

"Non ho mai speso un centesimo da quando avevo dodici anni.” mi spiega.

Mi ammutolisco alla notizia appena data e non parlo più finchè la voce di Mara mi riporta alla realtà.

"Madison? Che faccio? Prenoto i posti?” mi chiede. Dopo un attimo di esitazione le rispondo, chiudendo gli occhi.

"Fallo.”

"C-cosa?”

"Dio, fallo prima che mi penta di quello che ho detto!” esclamo.

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Capitolo 16
*** Capitolo Quindici ***


Capitolo Quindici

 

Alla fine Mara non ha prenotato i biglietti per New York. Avrebbe dovuto pagare con una carta di credito e noi non ce l'avevamo, sfortunatamente. Mara aveva proposto di “prendere in prestito” quella di sua madre, ma l'ho convinta a non farlo. Sarebbe stato scorretto.

Ora siamo in biblioteca; Mara aveva proposto di trovare un posto tranquillo per studiare mentre saltavamo scuola. Avevo accettato perchè mi era sembrata una buona idea. Non so se ti è mai capitato, ma ci sono delle volte in cui sei determinata a fare qualcosa in modo serio e ordinato e finisce che non riesci più a smettere di sparare cazzate. Questo è esattamente quello che è successo a noi quel giorno.

"Madison.” sussurra Mara nel silenzio della biblioteca. Sposto lo sguardo dal quaderno di chimica e alzo le sopracciglia per farle capire di andare avanti a parlare.

"Quando andremo negli Stati Uniti, perchè ci andremo, tu cosa vorresti fare una volta famosa?” mi chiede curiosa. Sorrido leggermente alla sua domanda pensando che mi stia prendendo in giro.

"No, seriamente. Sono sicura che diventeremo famose per qualche cosa, ma non so cosa. Tu cosa vorresti fare da grande?”

Aspetto qualche secondo prima di rispondere, penso a tutte le possibilità che potrebbero presentarsi sulla mia via.

"Mi piacerebbe fare la cantante. O l'attrice. Sarebbe il mio sogno.”

Un sorriso compare sul volto della mia amica appena le parole escono dalla mia bocca.

"Tu cosa vorresti fare?” chiedo sorridendo a mia volta.

"Attrice. Anche la cantante sarebbe bello, ma non sono brava.”

Annuisco e cade nuovamente il silenzio. Il ragazzo seduto di fronte a noi, probabilmente uno studente di università, ci guarda per l'ennesima volta e capiamo che è meglio non parlare più. Riusciamo a rimanere in silenzio assoluto per dieci minuti, ma poi, inevitabilmente, ricominciamo a parlare.

"Sai che riesco già ad immaginarci? Sedute su due poltrone a parlare con Ellen DeGeneres.” rido leggermente.

Mara mi guarda con un sorriso e continuiamo a fantasticare sul nostro futuro da star di Hollywood.

"Cammineremo sul red carpet con vestiti favolosi, i fotografi saranno impegnati a farci miliardi di foto.” sussurra.

Il mio sorriso svanisce quando una paura, quasi infantile, mi pervade la mente.
"Noi rimarremo sempre insieme, però. Vero?” chiedo.

"Certo. Non ci dimenticheremo mai dell'altra e da dove arriviamo. E anche se saremo magari distanti l'una dall'altra ci terremo in contatto.” mi risponde sorridendo dolcemente. Subito mi sento stupida anche solo per averlo pensato.

"La parte migliora sai quale sarà?” mi chiede Mara. Scuoto la testa con aria confusa.

"Faremo una vita sulla strada per un po'. Visiteremo tutti gli stati e le città che vogliamo. Come ti sembra?”

"Sembra perfetto.” esclamo e mi dimentico che siamo in una biblioteca.

Lo studente davanti a noi continua a lanciarci occhiate severe e smettiamo definitivamente di parlare. Solo di parlare però. Perchè Mara comincia a fare linguacce e a prendere in giro questo povero ragazzo mentre lui non guarda.

Usciamo dalla biblioteca ridendo; hai presente quelle risate trattenute fino all'ultimo, che ti fanno male alla pancia e versare lacrime? Ecco, noi stavamo uscendo da una biblioteca così.

Genitori con i figli ci guardano in modo strano, probabilmente pensando che ci siamo drogate. Un momento, genitori con i figli? Quando siamo entrate in biblioteca era mattina! Controllo l'ora sul cellulare e mi rendo conto che devo essere a casa in più o meno venti minuti se voglio far credere a mia mamma di essere andata a scuola.

"Oh cazzo!” esclamo cominciando a correre. Mara mi guarda continuando a ridere e con le braccia alzate in aria. Le grido di controllare l'ora e poi la saluto, salendo all'ultimo secondo su un autobus che dovrebbe portarmi vicino casa.

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Capitolo 17
*** Capitolo Sedici ***


Capitolo Sedici

 

Siamo alla penultima settimana di scuola. La professoressa di biologia ha cercato di far recuperare me e Mara nella materia, ma non avendo studiato per tutto l'anno era un po' improbabile che riuscissimo a dire qualche cosa su un qualsiasi argomento. Tutta la classe è in euforia perchè non vede l'ora che arrivino le vacanze, per me e Mara le vacanze sono iniziate quando abbiamo deciso di non fare niente tutto l'anno, quindi non sentiamo molto la differenza.

Ripensando all'anno scolastico appena passato posso affermare con certezza che è stato da una parte divertente, ma dall'altra stancante. Ho dovuto sopportare le battute assolutamente non divertenti di Macy, la quale ormai è diventata molto amica di Mara sfortunatamente. Alyssa è rimasta in buoni rapporti con lei, ma non sono più migliori amiche.

Gli ultimi due mesi di scuola sono stati particolarmente pesanti, mi sono ritrovata a pensare a cose che non avrei mai immaginato me stessa pensare. Ad esempio ho cominciato a pensare al suicidio e all'autolesionismo perchè mi sentivo inutile e inadatta, senza amici veri; so che tutto questo può sembrare ridicolo perchè “noi siamo solo adolescenti e non sappiamo quali sono i veri problemi”, come direbbe la maggior parte degli adulti. Il problema è che io non mi sento un'adolescente, o forse è proprio perchè lo sono che i miei problemi sembrano amplificati, così come le mie emozioni. Non ho le risposte alle domande che mi pongo e mi chiedo se anche altri ragazzi della mia età hanno i miei stessi problemi; ogni volta che mi guardo intorno in classe vedo facce sorridenti e per un attimo vengo illusa che le vite dei miei compagni possano essere perfette. Poi ci penso più profondamente e mi rendo conto che ognuno di noi ha una “maschera” con cui copre tutto quello che ha dentro veramente, nessuno è davvero se stesso davanti agli altri e se dice che non è vero sta mentendo.

Catherine e Amanda sono diventate parte integrante della mia vita; è vero che Amanda ha il suo gruppo di amici, ma posso sempre parlare con lei e scappare dalla realtà quando ne ho voglia. Lei è l'unica persona con cui ho parlato dei pensieri che ho avuto riguardo togliermi la vita e mi ha aiutata ad andare avanti, più o meno.

Catherine è diventata una mia confidente stretta, se qualcuno me l'avesse detto un anno prima gli avrei riso in faccia. Ci raccontiamo storie dal nostro passato, posso confessarle ogni cosa e so che lei non mi giudicherà. Ciò non significa che io le dica tutto, ognuno deve avere i propri segreti. Passiamo pomeriggi a chattare su Facebook, a ridere, scherzare, parlare di argomenti molto seri o molto stupidi. Abbiamo in comune la passione per la scrittura; questa, per me, è nata l'anno scorso quando Mara mi aveva proposto di cominciare a scrivere per divertimento; io avevo poi iniziato a scrivere fanfiction sui personaggi delle mie serie tv preferite. Comunque, io leggo le storie che scrive Catherine e lei legge quelle che scrivo io.

“Quindi... La scuola è finita. O meglio, finisce in due ore e cinquantasei minuti.” afferma Mara durante l'intervallo. Annuisco cercando di capire dove voglia andare a parare.

“Ti va di scappare?” mi chiede d'un tratto.

“Come scusa?” domando credendo di aver capito male.

“Scappiamo.” ripete.

“Mara...” comincio un po' infastidita.

“No, no, ascoltami.”

Le faccio cenno con la testa di continuare.

“Chiedi a tua mamma se puoi venire a dormire da me. Noi invece partiamo e scappiamo.” spiega come se fosse la cosa più semplice e ovvia del mondo. Ero andata più volte a casa di Mara a dormire, non era quello il problema; una volta sua madre aveva ricevuto una telefonata da una nostra compagna che voleva sapere come contattarmi e Phoebe, così si chiama la mamma di Mara, aveva risposto che praticamente vivevo lì, quindi non c'era nessun problema.

“Non credo che mia mamma mi farà venire.” controbatto.

“Perchè?” mi chiede confusa.

“Mi ha già dato il permesso di andare in vacanza con te e Vanessa al mare! Non mi concederà anche questo.” spiego ricordandole del nostro viaggio. Vanessa ci aveva invitate a trascorrere qualche giorno nella sua casa al mare il giorno dopo la fine della scuola; aveva chiesto anche a Catherine, Macy e Alyssa se volevano venire, ma nessuna di loro aveva avuto il permesso dai genitori. Sorprendemente mia mamma ha subito accettato, così come Phoebe. Il paese è vicino ad una città in cui sono stata un paio di volte in vacanza con la mia famiglia, forse è proprio per questo che mia mamma mi ha lasciata andare.

“Poi dove andremmo?” chiedo curiosa.

“Non lo so... Tu prova a chiedere a tua mamma oggi. Se dice di sì mi chiami e ci mettiamo d'accordo, ok?”

Quel pomeriggio Mara mi chiama alle quattro e la informo che mia madre mi ha detto che non posso andare a dormire da lei. Dovremo accontentarci della vacanza al mare.

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