La distanza rende freddo il cuore.

di _Mirya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


La distanza rende freddo il cuore.

 

Erano ormai passati due anni dall'ultima volta che vidi i miei Nakama dopo che Bartholomew Kuma ci fece scomparire uno a uno dall'Arcipelago Sabaody. Due interni anni lontano da tutti nell'Isola di Kuraigana dove fui allenato da Drakul Mihawk per diventare più forte, il miglior spadaccino del mondo. E' stata dura ma ce l'ho fatta anche se, ero lontano da lei.

Lei, che con quei modi maneschi per il gusto di rimproverarmi;

Lei, che con quella voglia di vivere dopo il suo brutto passato;

Lei, che con quel semplice sorriso mi fece innamorare perdutamente.

Mi ero ripromesso una cosa in questi due anni: sarei diventato forte solo per proteggerla meglio, anche se per lei sarei stato solo un amico e compagno di viaggio. La volevo, ma non ero il tipo da costringere qualcuno a fare qualcosa controvoglia.

La data dell'incontro previsto da Rufy era vicina. Volevo, volevo incontrarli uno a uno perchè mi mancavano. L'unica cosa di cui ero in pensiero era come avrebbero reagito dopo avermi visto. Ero cambiato molto, sia fisicamente sia psicologicamente. Da quel semplice ragazzo mingherlino ero diventato robusto, pieno di muscoli e portavo con me molte cicatrici, soprattutto quella sull'occhio sinistro procurato durante uno dei tanti allenamenti. Non ero più lo stesso ragazzo sorridente sempre sulle sue, ora nel mio viso c'era solo serietà e determinazione. Ero più forte di prima, ero migliore.

« E' ora » disse il spadaccino a tre spade

« Il tempo vola in fretta » rispose quello a una spada sola

« Già, grazie di tutto Maestro »

« Pff, è stato un piacere »

« Beh, tolgo il disturbo »

« Cosa? Ringrazi lui e a me non dici niente? » protestò la donna dai capelli rosa

« Ah, ci si vede Perona » si incamminò

« E' tutto quel che hai da dire alla persona che ti ha curato per ben due anni? »

Il samurai si fermò e lentamente si girò: « No, grazie per averti predo cura di me anche se ero un nemico » e l'abbracciò, lei divenne rossa in viso e si staccò subito.

« Roronoa, non farmi pentire di averti allenato »

« Tranquillo, non la deluderò Occhi di Falco »

« E ricorda, abbiamo un conto in sospeso »

« Ahah, arriverà quel giorno Mihawk, e quel giorno sarà quello in cui si deciderà il più forte »

« In bocca al lupo, allora »

Entrambi sorridemmo, slegai la benda dal braccio e me la mise in testa, come se stessi per affrontare una battaglia dura, poi dissi:

« Inizia ad allenarti duramente perchè quando ci rincontreremo, sarò in grado di sconfiggerti » e si allontanò, definitivamente

« Mm, non è cambiato per niente, è sempre il solito arrogante » commentò Perona

« Non ne sarei così sicura, Perona »

« Stai dicendo che... »

« Si, proprio così. Dai il benvenuto al nuovo Roronoa Zoro, il cacciatore di pirati, il miglior spadaccino »

Camminai allungo finché arrivai alla nave prestata gentilmente da Perona, la quale mi fece promettere di non procurarle neanche un graffio, ma ahimè è stata dura mantenerla. Non so per quanto navigai prima di arrivare la meta, l'unica cosa di cui ero certo era il fatto che non avevo perso l'abitudine di perdermi dovunque andassi.

Era un giorno come tutti anzi, era la prima volta che vedevo il cielo così limpido con un sole splendente dopo due anni vissuti tra il buio e la nebbia. Sbarcai procurando alla nave una piccola ammaccatura, tanto che iniziò a riempirsi d'acqua.

« Pff, era un mezza carretta »

« Ehi, per fortuna ti avevo detto di non distruggerla »

« Ah, Perona. Qual buon vento di porta qua? »

« Di sicuro non il tuo. E comunque ti ho seguito perché non mi fidavo a lasciarti la mia nave e difatti... »

« Beh, non te l'ho proprio distrutta quindi non vedo perché dovresti aver così poca fiducia in me! »

« Cosa? Non è distrutta? Ah giusto, entra solo dell'acqua e niente di più. Ma mi prendi in giro? »

« No, affatto. Scusa, ora devo andare. I miei Nakama mi aspettano. »

« Non finisce qui, sappilo. » abbassò la testa « Ehi spadaccino, abbi cura di te »

« Eh? Ah, certo » e si salutarono

Ripresi, di nuovo, il mio cammino e mi diressi verso una locanda “Rip-Off Bar” di una certa Shakuyaku detta Shakky. Quando entrai notai subito la poca gente anzi, non c'era proprio nessuno a parte un uomo seduto al bancone. Feci un passo e l'uomo appoggiò la bevanda in mano.

« Sei il primo, Roronoa»

 


* Angolo Autore *

 

Ciao, se sei arrivato fino a qui vuol dire che hai appena letto la mia ff.

Ok, è la prima che scrivo su la coppia ZoroxNami e spero che sia bella o almeno carina.

L'unica cosa che chiedo è di lasciare una piccola recensione che sia positiva o no.

Tanto per sapere se è una schifezza oppure a una piccola chance di sopravvivere u.u

Avviso che non sarà subito una Zonami in pieno, ma piano piano arriveremo alla meta.

Grazie per aver letto, vostra Mirya ♥

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


 La distanza rende freddo il cuore.

 

Ripresi, di nuovo, il mio cammino e mi diressi verso una locanda “Rip-Off Bar”, questo era il suo nome.
La proprietaria era una certa Shakuyaku, così diceva l'insegna. Non avevo mai notato così tanta gente alle Sabaody due anni fa, forse con gli avvenimenti che sono successi hanno tratto dei turisti in più. In ogni caso, c'era qualcosa che non mi convinceva. Non era una sensazione nuova anzi, l'avevo provata spesso. Mi sentivo osservato. Ecco, osservato e non solo da una singola persona, percepivo sguardi di stupore, gioia, passione dappertutto.
Questa cosa non mi quadrava, ma forse... Ignorai, per la prima volta, questa mia sensazione ed appoggiai la mano destra sulla porta del bar, qualcosa mi bloccò. Un urlo disperato. Era una ragazza, precisamente una bambina, non avevo dubbi. Mi guardai intorno, nessuno mosse un dito a quell'urlo d'aiuto, o forse non l'avevano proprio sentito. Sospirai. Mi chiesi se sarei riuscito a sedermi per riposare, anche solo per 5 minuti.
Sentii il mio nome, qualcuno mi chiamava, era la stessa persona che aveva urlato prima. Mi insospettii. Lentamente, tenendo sempre la mano sinistra sulle spade pronto a sfoderarle in caso di bisogno, mi diressi verso la voce. Non rimani stupido nel vedere che non c'era nessuna anima viva in mezzo alla piazza. Mi scansai appena in tempo, un tronco sfiorò la testa. Diedi un'occhiata al lumacofono piazzato nell'angola della casa alla mia destra.
Avevo ragione, ero osservato. Tornai indietro ghignando, entrai finalmente nel bar. Era buio, l'unica luce proveniva dall'esterno, dalla porta d'entrata.
Notai subito la poca gente all'interno, strano, con tutta la gente che c'è all'esterno altrettanto dovrebbe esserci anche qui. Dietro al bancone una donna serviva da bere l'uomo seduto di fronte, era l'unico cliente. I due rideva di gusto, forse si conoscevano da tanto oppure era un cliente abituale.
Non feci nemmeno a tempo a entrare del tutto che l'uomo parlò:

« Sei il primo, Roronoa » fece un ghigno

Mi irrigidii. Si, ero cambiato e ne ho avuto la conferma appena giunto su quest'isola, nessuno sapeva chi fossi.
E ora, quest'uomo dal volto e nome a me sconosciuto si rivolgeva a me come se fossimo amici da tempo. Si voltò, lo riconobbi subito.

« Silvers Rayleigh »

« Ti offro da bere, siediti »

« Grazie » sorrise e si accomodò in parte al bianco

« Ti presento Shakky » disse lui indicandomi la tipa dietro al bancone.

« Si, ma dov'è Rufy? » chiese il verde

« Non lo so, credevo che lo sapessi tu »

« Ah, non lo vedo da due anni, dettagli. Ma non lo stavi allenando tu? »

« Si, ma ha appreso in poco tempo, strepitoso »

« E così sono il primo, ottimo »

« Spero che gli altri arrivino presto » di colpo assunse un'aria preoccupata

« Come mai quell'aria preoccupata? Devi dirci qualcosa di importante? »

« Si, è così. Ho una questione di cui devo aggiornarvi, dovete sapere »

« Perfetto, grazie per avermi offerto da bere »

« Vai di già? »

« Si, la Sunny ci aspetta. Nakama, arrivate presto » si alzò e uscì.

Chiusi leggermente gli occhi, la luce dell'esterno mi dava fastidio. Andai verso il Grove 41, dove avevamo lasciato la Sunny nelle mani di Duval.
Nel mentre la mia mente si disconnesse dalla realtà, delle immagini mi apparvero. All'inizio erano nitide, ma piano piano iniziarono a prendere forme.
Vidi delle facce conosciute e degli oggetti: un cappello di paglia, una fionda, una sigaretta accesa, un set di medicine, un libro di archeologia, delle cole, un violino e un bastone blu. L'immagine si soffermò su quest'ultima fino a rivelare il suo volto, il volto che per tanto tempo ho sognato e sperato di rivedere. Quel corpo ancora gracile, speravo fosse cambiato. M'immaginavo come poteva essere cambiata, magari non lo era. Ci pensai. Pensai a quei suoi occhi dove si poteva ancora intravedere la paura, la sofferenza del suo passato; a quel sorriso dolce e vero come quello di un bambino; ti innamori a prima vista. Ma è diverso, io sono diverso. Non accadrà, il problema è uno solo: io.
Semplice, “La distanza rende freddo il cuore”; ed il mio era gelato, parzialmente.

 

 

* Angolo Autore *

 

Ed ecco il secondo capitolo. E' un po' cortino, ma vabbè C:

Forse è stato noiosetto, ma ho deciso di non partire subito con la Zonami, altrimenti perderebbe tutto il bello. Ah, nel prossimo capitolo salterò alcuni pezzi per velocizzare il tutto.

Avviso di nuovo che i personaggi potrebbe benissimo finire in OCC.

Il prossimo capitolo penso di postarlo o martedì o mercoledì, questa settimana non ho tempo perché ho un'amica come ospite :D

Se volete lasciare una recensione è ben accetta :)

Grazie per aver letto, vostra Mirya ♥

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo ***


(l'ordine dell'arrivo non è giusto per un motivo)

La distanza rende freddo il cuore.

 

Erano passate ore da quando avevo abbandonato il “Rip-Off Bar”.
Ero in cammino verso il Grove 41 per raggiungere la Sunny custodita da Duval. Ma ahimé non ero migliorato in una cosa: l'orientamento. Eppure non mi ero perso nel arrivare al bar, oppure mi era andata di fortuna. Andai a finire nel Grove 64, base dei Marine. Ho avuto “fortuna”, ma era meglio non farsi notare anche se, non avevo paura di battermi con loro. Mi guardai attorno, non c'era traccia di quegli uomini in divisa tutti perfetti sdenza neanche un capello fuori posto. In ogni caso dovevo trovare la strada per tornare indietro e raggiungere il 41. Continuavo a camminare senza sosta, ero ormai arrivato al Grove 69, ancora qualche passo ed sarei stato fuori da quella base finché non venni fermato da una voce, sicuramente appartenente a Marine.

« Ah, Roronoa Zoro. E' da tanto che non ci vediamo » la voce era ferma e rauca, ma alle volte sembrava come se avesse qualcosa di metallico tra i denti.

« Vedo che sai il mio nome » non mi girai.

« Come potrei dimenticare un nome come questo. Il cacciatore di pirati, alla fine »

« Ah, vedo che ricordi tutto di me » feci un ghigno

« Saranno passati anche due anni, ma non mi scordo le facce di chi incontro » la sua voce cambiò e divenne familiare a quella di un robot

« Ahah, nemmeno io, Franky. Ho sentito la tua presenza da lontano, anche se all'inizio credevo fossi uno dei Marine »

« Mi hai riconosciuto allora, bene. Come ti sembra il mio corpo? »

« Ehm, metallico?! » mi girai e ridemmo.

« Già, ora non ho neanche più una parte umana. Sono imbattibile »

« Senti, mi accompagni alla Sunny? »

« Con piacere, è da tanto che non vedo la mia piccola. E poi non posso far vagare uno come te da queste parti »

« E con questo cosa vorresti dire ? »

« No niente, solo che dal 13 sei arrivato al 69. Tutto qui » rise di gusto mentre io lo guardavi torvo.

Decidemmo di tornare indietro e passare dal 69 al 41. Nel mentre speravo che anche gli altri fossero arrivati, ma gli unici che trovammo sulla strada furono Chopper e Nico Robin. Erano cambiati anche loro: Chopper portava un cappello azzurro e rotondo e passava più tempo a quattro zampe mentre Robin aveva optato per un abbigliamento più comodo che le faceva risaltare le forme ma allo stesso tempo le nascondeva (?).

« Franky, da quanto tempo »

« Robin, stai benissimo così. »

« Robin, Chopper felice di vedervi »

« Zoro, ma che hai fatto all'occhio? »

« Questo? Ah, niente. Dai, incamminiamoci »

« La Sunny ci aspetta! »

Appena arrivammo salutammo Duval e lo lasciammo andare a riposare e a rimettersi in sesto per tutte le ferite che si era procurato. All'appello mancavano ancora cinque elementi: Sanji, Brook, Rufy, Usop e lei, Nami. Brook ci raggiunse poco dopo, aveva appena terminato il suo concerto facendosi incoronare “Suol King”.

« Testa d'alghe, ti si vede da lontano » si portò una mano in tasca e tirò fuori una sigaretta, la portò alla bocca e l'accese.

« Ah, Sopracciglione coi mustacci, sei appena arrivato e già vuoi batterti? » feci un ghigno, mancava quel cuoco di serie c.

« Ahah, come hai vecchi tempi, amico. Hai imparato a non perderti? »

« Su questo avrei da dire qualcosa, prima dal 13 è arrivato al 69 invece che al 41 » si intromise Franky e tutti gli altri risero mentre io gli urlavo contro.

« Non è vero, volevo solo camminare un po' di più! »

« Ahahah, saranno passati anni, ma tu sei sempre il solito spadaccino da quattro soldi »

« E tu un cuoco di serie c »

« Ehi voi due, sempre a litigare eh? » disse una voce lontana proveniente da dietro a una pianta. Il tizio si affacciò sorridendo, lo sguardo basso coperto da un cappello color bianco-panna. Aveva le braccia conserte, il torso era più muscoloso di quel che mi ricordavo. Era più robusto e anche più forte, ne sono sicuro, del resto l'aveva promesso a tutti che sarebbe diventato così.

« E tu chi sei? » chiese sospettoso Chopper

« Non mi riconosci? Mi deludi, Chopper. Sono Usop » si spostò e la luce lo illuminò rivelandolo.

« Usop, alla buon ora » gridò Franky andandogli incontro

« E non è solo, ci sono anch'io » disse una voce femminile dall'altra parte dell'albero. Era inconfondibile, l'avrei riconosciuta tra mille. Era calda e morbida, niente di più bello. Sorrise e si mise una mano dietro la nuca, camminò verso di noi in modo molto sensuale. Come sempre Sanji si piombò su di lei e iniziò a pavoneggiarsi finché non cadde a terra perdendo sangue dal naso. Chopper lo raggiunse e lo medicò mentre lei salutava tutti, tutti tranne me. Mi passò accanto come se non fosse niente, come se non ci fossimo mai conosciuti. Perché faceva così? Non riuscivo ad essere del tutto arrabbiata con lei. Perché? La guardai meglio, era splendida in tutto: il suo sorriso, qualcosa di unico; il suo corpo, seducente e ipnotizzante; ero incantato dai suoi occhi azzurro cielo. Mi passò di nuovo accanto, mi ignorò. Rideva con gli altri e ogni tanto mi guardava per poi abbassare lo sguardo. Non capivo perché facesse così, perché non mi calcolava. Ero distratto così tanto che anche Robin se ne accorse, ma decise di non intromettersi per il momento. Il mio cervello era così disconnesso che non notai l'arrivo del mio capitano, Rufy. Franky mi diede una gomitata facendomi segno di guardare avanti. Quanto mai l'ho fatto. Vidi Nami correre verso Rufy e abbracciarlo forte, non si staccò subito. Io e gli altri ci avvicinammo a lui e lo salutammo, la ignorai.

« Ciurma, prima di salpare devo dire una cosa... SANJI, quando è pronto il pranzo? »

« Eh? Ma sei appena arrivato! » rispose il biondo con la sigaretta in bocca

« Appunto perché sono appena arrivato, ho FAMEEE! »

« E va bene, preparerò qualcosa per tutti, ho imparato piatti nuovi » sorrise e salimmo sulla nave. Sanji si diresse in cucina, Robin e Chopper nella stanza dell'acquario, Franky nella stanza dei macchinari, Rufy si sedette sulla polena mentre scherzava con Usop, Nami era sotto l'albero dei mandarini che scrutava il mare ed io ero seduto al mio solito posto, occhi chiusi e le katane alla mia sinistra. Tutto questo accompagnato dalla melodia del violino di Brook. Tenni gli occhi chiusi, ma mentalmente riuscivo a percepire tutto quel che stava succedendo sulla nave. Ad un certo punto sentii una voce, non so da dove provenisse, ma tentava di dirmi qualcosa. Sussurrava delle parole, riuscì a distinguere solo qualcosa:

“la distanza è il vero nemico degli innamorati, ma è anche la che più delle altre ci fa capire quanto amiamo”

Aprii gli occhi e spostai il mio sguardo in alto, su di lei. La fissai e spontaneamente mi apparse un sorriso, ritornai in me nel momento in cui incontrai il suo sguardo. Mi stava fissando anche lei. Aveva gli occhi strani, tristi. Distolsi lo sguardo, Sanji uscì dalla cucina chiamando tutti avvertendoli del pranzo pronto. Si mossero tutti e si diressero verso lo stesso punto. Io non mi mossi da lì.

 

* Angolo Autore *

 

Scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi.

In ogni caso, eccovi il terzo capitolo. E' più lungo rispetto a quelli precedenti.

Con l'inizio della scuola non so quando avrò tempo di scrivere e aggiornare la storia, spero questa domenica.

In tal caso non succedesse, mi scuso in anticipo.

Spero che vi piaccia questo capitolo, se volete lasciare una recensione è ben accetta :)

Grazie soprattutto a chi finora ha recensito, grazie *.*

Grazie per aver letto, vostra Mirya ♥

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


La distanza rende freddo il cuore.

 

Ancora, ma perchè?
Ancora. Non riuscivo a pensare ad altro, sembravo ossessionato. Impossibile. Non poteva essere vero, non volevo crederci. Tentavo di giustificare quel comportamento nei miei confronti, eppure non mi sembrava di aver combinato qualcosa nei suoi confronti, soprattutto. Volevo andare, andare lì e chiedere spiegazioni. Doveva esserci un motivo, doveva. Ero dubbioso, pensieroso e agitato: perché mi stava succedendo tutto questo?
Dovevo controllarmi, stavo perdendo il lume della ragione, per una cosa futile e magari frutto della mia immaginazione. No, non era frutto della mia immaginazione! Avrò avuto solo un occhio, ma ci vedevo ancora bene: lei mi stava ignorando completamente.
Passava la giornata a parlare con Robin, scherzava con Usop e Chopper e abbracciava sempre Rufy, pure con Sanji chiacchierava tranquillamente; la cosa mi dava leggermente fastidio e non mi sarebbe passata velocemente. Come faceva ad essere così tranquilla e solare dopo tutto quello che mi faceva: come e perchè?
Volevo sapere, capire il perchè, volevo lei, semplice. Forse ero io il problema: troppo indifferente nei problemi che compaiono, troppo freddo nelle situazioni che mi circondano, con tutti e con lei.
Lei, il centro del mio pensiero;
Lei, il mio perchè;
Lei, la mia musa in ogni combattimento.
E' per lei che non mollo mai, oltre per il mio capitano e la promessa fatta ad un'amica.

 

Nell'arco della giornata tentava di avvicinarsi a me mentre io me ne stavo beatamente seduto a riposare e meditare. Ogni volta però tornava indietro, incerta e scoraggiata. Che le passava per la testa?
Sapevo che aveva qualcosa che non andava, glielo leggevo negli occhi. Dalla cucina proveniva un buon profumo di un pranzetto che si prospettava assai delizioso.
« Il pranzo è pronto » disse il cuoco di bordo
« Sii, pancia mia fatti capanna! » urlò Rufy con l'acquolina in bocca
« E io ti seguo, amico » aggiunse Usop
« Si, ma lasciate qualcosa anche a noi! » commentò Franky ridendo
« Tu Zoro non vieni? » chiese Robin
« No, non ho fame » risposi guardando sempre davanti a me
« Va bene, comunque ho notato anch'io che ha qualcosa » e se ne andò
Intanto in cucina avevano iniziato a mangiare quando si accorsero che mancava qualcuno.
« Qualcuno di voi ha visto Zoro » domandò Nami
« No » risposero gli altri
« Quella Testa d'alghe » commentò Sanji
 Nami si alzò di colpo e si diresse fuori dalla porta, ma quando si accorse che ero poco distante da lei ritornò dentro e mi osservò dall'oblò. Aveva sempre quell'aria triste in volto, forse si sentiva in colpa. Ritornò a sedere al suo posto. Sanji prese un vassoio ed uscì, mi raggiunse.

« Ti ho portato un po' di cibo e da bere, prima che quei due finissero tutto »
« Che mi hai portato da bere? »
« Sakè, il tuo preferito »
« Perfetto, grazie » e il cuoco appoggiò il vassoio accanto a me, si accese una sigaretta e si affacciò ad ammirare il mare
« Ti vedo strano, diverso..»
« ... »
« Va bene, capisco se non ne vuoi parlare.. In fin dei conti tra noi due non scorre buon sangue »
« Alle volte, però »
« La maggior parte, ahah » ridemmo e brindammo così, senza motivo
Passammo tutta la giornata così finchè non andai a letto a riposare mentre Sanji si rifugiò in cucina, come al solito. Senza che me ne accorgessi era arrivata l'ora di cena, ma non mi mossi dall'amaca. Dopo qualche minuto la porta della mia stanza si aprì di colpo e io caddi a terra dall'amaca. Spontaneamente mi venne da dire:
« Oh! Ma sei fuori?! » quando mi accorsi che era lei, Nami. Mi lanciava frecciatine con gli occhi e poi se ne andò incazzata. La seguii e raggiunsi gli altri in cucina, mi sedetti.
« Alla buona ora, Zoro » fece Usop
« Se aspettavi ancora un po' non trovavi più niente » aggiunse Franky
« Già, Sanji voglio un bicchiere di Sakè anzi, una bottiglia »
« Te la porto subito »
Nami continuava a guardarmi, non sapevo che fare. Decisi di fare io il primo passo, appena saremmo stati da soli. Il momento arrivò presto, ma lei continuava a schivarmi. La presi per un braccio e la costrinsi a fermarsi contro la sua volontà.
« Dobbiamo parlare, anche se tu non vuoi » non rispondeva, mi voltava le spalle. Io continuavo a parlare:
« Senti, non voglio stressarti. Voglio solo sapere il motivo per cui non mi hai salutato, niente di più »
Sentì che tratteneva il respiro, ogni tanto faceva dei respiri profondi come se stesse piangendo anzi, era proprio così. La presi per le spalle e la feci girare, teneva la testa bassa. Le presi il suo tenero viso avvolto da calde lacrime, le sorrise.
« Non c'è bisogno che piangi, se non vuoi dirmi il perchè.. capirò » mentì, ma lo feci per non farla piangere di più. Si asciugò le lacrime e sorrise, anche se era sforzato. Stavo per andarmene per lasciarla in pace quando fu lei a fermarmi.
« Va bene, te lo dirò! »
« Non sei costretta »
« No, voglio io! Allora, non ti ho salutato e tutto perchè... » ci fu un momento di pausa. Mi sembrò un'eternità, ma non volevo metterle fretta. Fece un respiro profondo, io continuai a sostenere il suo sguardo.
« Non ti ho salutato perchè avevo paura, paura di innamorarmi ancora di te » non feci neanche a tempo di rendermi conto della frase appena sentita che lei scappò via, ancora in lacrime.
Il mio cuore scoppiò di felicità. Rimasi immobile.


 

*Angolo Autore*

Ecco qua, anche se in anticipo, il quarto capitolo.

E' più bello rispetto a quelle precedenti, sarà per il libro che starò leggendo u.u

Non so ancora quando riuscirò a postare il capitolo successivo, aspettatevi di tutto.

Se volete recensire lasciando un commento, è ben accetto. :)

Grazie per aver recensito, vostra
Mirya ♥

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


 

La distanza rende freddo il cuore.

 

« Non ti ho salutato perché avevo paura, paura di innamorarmi ancora di te »
Queste parole mi rimbombavano continuamente nella mente associata ai suoi occhi colmi di lacrime e quell'attimo in cui scappò via. Ero felicissimo, ma ancora avevo dei dubbi: poteva essere mia del tutto, ma cosa dovevo fare?
Mi bloccai. Le sono
sempre piaciuto senza che me ne accorgessi, credevo che ce l'avesse sempre con me perché si alterava spesso: era il contrario.
Faceva così per nascondere tutto quel che provava, sono stato ingenuo.
Ingenuo nel capire come girava prima della separazione della ciurma;
ingenuo nel vedere come stavano le cose;
ingenuo praticamente in tutto.
In quel momento abbandonai tutti quei pensieri, negativi e positivi, e mi concentrai su di lei. Dovevo cercarla perché sicuramente stava piangendo o almeno, era triste. Io dovevo essere li con lei a consolarla. La trovai sotto l'albero di mandarini seduta con le ginocchia al petto e la testa bassa per nascondere il viso bagnato. Mi rattristai molto e per la prima volta non seppi cosa fare, mi sentivo debole e indifeso. Mi avvicinai piano piano alla sua figura fragile, ma qualcuno mi bloccò facendomi arretrare.
« Perché l'hai fatto? » dissi con tono alto, girandomi
Accese la sigaretta « Per il tuo bene anzi, il
vostro bene »
« Cosa stai blaterando, cuoco! »
« Tsè, lascia andare ora »

« Perché dovrei ascoltarti? » ero leggermente alterato, dovevo andare da lei
« Perché so che tu non sai, semplice » guardò in alto « Non so cosa sia successo tra voi due, ma ti do un consiglio: in questo momento devi lasciarla sfogare, ha fatto un passo importante e magari ha paura della tua reazione, abbi fede »
« Perché dovrebbe avercene? Io non mangio nessuno, ancora »
« Si, ma le donne sono fatte così e … » fu interrotto appena sentì qualcuno che lo chiamò, era Rufy.
« Sanji, ho fame! Sbrigati ad arrivare in cucina! »
« Pff, ma è da soli 5 minuti che abbiamo terminato di mangiare... Arrivo! » si girò e appena fece un passo si fermò « Fai quel che ritieni giusto, segui il tuo cuore » e se ne andò
Ci mancava solo quel sopracciglione coi mustacci a complicarmi di più i pensieri, ora non so più cosa fare: vado o no da lei?
« Segui il tuo cuore » anche questa frase rimbombava nella mente e mi venne un'idea, ma non ero sicuro di metterla in atto.

 

Mi svegliai improvvisamente, ero completamente sudato. Sudavo freddo. Nessuno si accorse di me e della mia agitazione durante la notte, dormivano tutti beatamente: fortunati. Mi misi dritto e appoggiai i piedi per terra. Mi presi la testa fra le mani: ero ancora scosso da quel che avevo sognato e per la prima volta avevo paura di quel che sarebbe successo se si fosse avverato. Alzai la testa di scatto, presi la prima maglietta che trovai ed uscii a prendere una boccata d'aria. Mi mancava il respiro. Quella notte il cielo era limpido e si poteva ammirare dei piccoli puntini luminosi chiamate stelle. Raggiunsi l'albero di mandarini dove era mio solito sedermi a pensare. Ormai era un'abitudine. Non mi resi conto, ma mi addormentai.

 

Buio totale. Nessuna sorgente di luce. In quel posto a me sconosciuto, non c'era anima viva. Solo io.
Era un posto umido, le pareti erano fredde e con fatica i miei occhi iniziarono ad abituarsi e riuscii a vedere meglio quel che mi circondava. Mi accorsi solo dopo di non aver con me le mie tre spade, ero isolato completamente in una grotta chissà dove.
Sentii delle urla, erano le stesse che sentii all'Arcipelago Sabaody e in quel momento una luce davanti a me apparve. Iniziai a correre in quella direzione, le voci aumentarono e stavolta urlavano qualcosa: il mio nome. Chiedevano aiuto anzi, era solo una persona che chiedeva il mio aiuto e quella persona era inconfondibile, ormai conoscevo la sua soave voce a memoria. Era nei guai, Nami era in pericolo. Aumentai la velocità, e quando raggiunsi la luce caddi nel vuoto più totale e nella mia mente apparvero delle immagini. Robin, Usop, Chopper e tutti gli altri a terra in una pozza di sangue, privi di sensi. Sanji colpito in pieno pezzo e Nami in fin di vita. Dovevo esserci io al loro posto: non sono stato in grado di salvarli, nemmeno uno. Le immagini cambiarono e stavolta erano tutti vivi, ma nei loro volti si poteva percepire un chiaro senso di tristezza, malinconia, tutto negativo. Qualcuno di loro si copriva il viso per nascondere le lacrime; Sanji prese la sigaretta e la buttò a terra, si piegò e abbracciò una ragazza dai capelli rossi: Nami. Lei era a terra in ginocchio, piangeva a dirotto sopra un corpo che non riuscivo a vedere bene. Era ridotto male, c'era sangue dappertutto. Nami urlava come una disperata, gli altri erano tutti in silenzio attorno a lei e al corpo del malcapitato. Riuscii a percepire solo piccoli dialoghi.
« Perché lui, perché! »
« Nami, calmati. Ti prego »
« Non posso, lui... »
« Si rimetterà » si lasciò abbracciare dal cuoco « Spero » sussurrò
« No, non è vero. Non può! Lui sta... Lui sta per morire! » A quella frase tutti sobbalzare, erano sotto shock. Neanche loro volevano crederci.
Le immagini iniziarono a sfocarsi sempre di più e l'ultima cosa che riuscii a vedere era il volto del corpo steso a terra, rimasi di sasso nel scoprire che quel corpo apparteneva...
« Zoro! Ti senti bene? » chiese Chopper
« Eravamo tutti in pensiero per te, non ti abbiamo visto e abbiamo pensato che... » aggiunse Franky
« Scusate, mi sono addormentato qua fuori, avevo caldo e così... »
« Credevi che così facendo riuscissi a prenderti la febbre?! » continuò Sanji
« Ma che centra? E perché dovrei? »
« Ah, questo non lo so io. So solo che è pronta la colazione »
« Finalmente, non ne potevo più di aspettare, Sanji » dichiarò Rufy
« Concordo con te, amico » aggiunse Usop « Tu non vieni, Zoro? »
« Vi raggiungo tra poco, vado a cambiarmi » e gli altri si allontanarono, tranne Sanji
« Ehi, testa d'alghe. Ultimamente sei strano, che ti passa per l'anticamera del cervello? Sempre se ne hai uno di cervello »
« Ah ah ah, molto spiritoso Sanji, ma oggi non ho voglia di discutere con te »
Sanji si fermò “Strano, di solito per lui ogni momento è buono per litigare con me, c'è qualcosa che non quadra”.
Accese un'altra sigaretta e voltò le spalle allo spadaccino.

« Senti, se hai bisogno anche solo di qualcuno che ti ascolti, chiedi pure »
Alzai la testa, non me l'aspettavo da lui « Grazie, amico » sorrisero « Ah Sanji, volevo confidarti una cosa, dopo » Io abbassai lo sguardo e Sanji si pietrificò, ma si riprese subito.
Dopo colazione andammo nella nostra camera e gli raccontai tutto dall'inizio e del “sogno” che feci e soprattutto gli svelai il nome del tizio per terra in fin di vita.
« N..non può essere vero... » la sua sigaretta cadde a terra. Eravamo tutte e due terrorizzati.

 

 

*Angolo Autore*

Inizio subito col scusarmi di averci messo così tanto ad aggiornare.

Sapevo che con l'inizio della scuola poteva succedere così, ma oggi sono riuscita a finire il capitolo.

Eccovi l'atteso quinto capitolo, spero che vi piaccia.

Se è così, lasciate pure una piccola recensione, mi farebbe piacere.

Grazie per aver recensito, vostra Mirya ♥

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