Pan e Onion, un amore imprevedibile

di FairyAndX1000X
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo misterioso ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno di scuola di Pan ***
Capitolo 3: *** La verità su Onion ***
Capitolo 4: *** Verità e concerti ***
Capitolo 5: *** La storia di Onion ***
Capitolo 6: *** Gita pt 1 ***
Capitolo 7: *** Gita pt 2 ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo misterioso ***


Capitolo 1:
Il ragazzo misterioso


Erano passati due anni da quando Goku aveva sconfitto Omega Shenrong (il drago della prima sfera), portando con sé nuovamente la pace che non durò molto a Satan City sempre con qualche malvivente in giro.
In una casa tra i monti Paoz invece, viveva, insieme ai suoi genitori Gohan e Videl, Pan che, ormai sedicenne e in piena adolescenza, dormiva beatamente fino a quando la sveglia non suonò, interrompendo la sua beatitudine insieme all’entrata nella stanza della madre stranamente felice; infatti quello era il primo giorno di scuola per la ragazza che sarebbe andata nello stesso liceo dei suoi genitori e di suo zio.
“Questa ragazza non si sveglierà mai!” pensò la donna mentre la figlia si riportava la coperta sopra la testa quindi uscì il lenzuolo dal materasso insieme alla coperta e lo tirò scoprendo così la figlia che, al contatto con l’aria fresca della mattina, si svegliò e cadde dal letto.
- Signorina se non ti muovi chiamo tuo padre e non credo che lui sia tanto gentile come me! – le urlò contro Videl, facendo così spaventare la figlia che, sotto lo sguardo vigile della donna che lei chiamava madre, filò in bagno e poco dopo ne uscì per andare a fare colazione.
- Mamma perché mi hai svegliata così presto? - chiese mentre sorseggiava la sua tazzona di latte e cioccolato.
- Come? Non lo sai? Oggi incomincia la scuola! Dai muoviti che ti devi mettere la divisa! – disse prendendo il completo dal divano.
- Che fine hanno fatto quelle bellissime spille che c’erano prima? – chiese preoccupata mentre guardava quella “cosa” che doveva indossare.
- Da quest’anno hanno deciso di far indossare la divisa per via di alcuni abbigliamenti poco adatti visti negli ultimi anni! Non pensavo che le ragazze si vestissero così inappropriate a scuola! – disse guardando i calzoncini che aveva addosso la figlia in quel momento; erano troppo corti per quel periodo dell’anno.
Pan, sconsolata, corse in camera e si mise la famigerata divisa: una gonna appena sopra il ginocchio, una camicia bianca e un giacchetto in tinta con la gonna, indossò anche un paio di collant e le ballerine, nascondendo in borsa anche le corvers visto che quelle scarpe non erano tanto comode come sembravano.
Quando scese notò che il padre non c’era e allora chiese alla madre la causa e lei le disse che era andato a casa del genio e che ci sarebbe stato fino al pomeriggio.
Mentre si dirigeva verso la scuola, volò sopra la zona in cui si svolgeva il torneo Tenkaichi e, visto che tre mesi dopo si sarebbe nuovamente svolto questo, si impose di allenarsi duramente in quei mesi per combattere contro i proprio famigliari che sicuramente, conoscendoli, avrebbero partecipato e chissà, anche per vincerlo. Una voce però la distrasse dai suoi pensieri, una voce che conosceva fin troppo bene; infatti, era quella di suo nonno Satan che era minacciato da tre uomini armati fino ai denti davanti allo stadio.
- Andatevene subito! Qui non c’è posto per voi! – esclamava Mr Satan davanti al portone mentre i tre malviventi ridevano del vecchietto.
- Calma vecchio! Vogliamo solo i tuoi soldi, i tuoi premi e, se ci tieni tanto, anche la tua vita! – esclamò l’uomo più alto dei tre che gli si avvicinò e lo alzò per il collo della maglia e lo lanciò verso il muro ma fu prontamente salvato dalla Saiyan che lo riportò a terra indenne.
- Nonno stai bene? – chiese la nipotina al nonno.
- Bene bene chi si vede? La nipotina del grande Mr Satan! Come ti chiamavi? Pan… adesso ricordo! Vuol dire vecchio che ti toglieremo pure lei e potrete stare insieme anche nell’aldilà! – esclamò lanciandosi contro i due con un fucile carico ma fu fermato da un ragazzo che lo lanciò contro il muro.
-Tu chi saresti? – chiese il secondo malvivente.
- Quello che vi toglierà di mezzo – disse e, dopo questo, i tre lo attaccarono tutti insieme.
Il ragazzo misterioso, però, era molto veloce e non diede tempo alla Saiyan che, con un colpo ben assestato alla testa, atterrò il primo, quello più alto, sotto lo sguardo sorpreso della ragazza. Poi, con un colpo allo stomaco, atterrò il secondo e, alla fine, il terzo se n’è scappò a gambe levate lasciando gli altri due a terra.
- State bene? - chiese il ragazzo avvicinandosi ai due.
- Si grazie! Ma come ti chiami? - disse sorridendogli ma lui le rispose con un sorriso beffardo.
- Non ti interessa… - disse solo alzandosi in volo, poi si girò verso la ragazza e le disse a voce bassa  – Onion… mi chiamo Onion. -
- Pan – rispose lei un attimo prima che li lasciasse soli.

Ciao a tutti! :D Questo è il primo capitolo di questa nuova long! Spero vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato il nostro lavoro! ;) E' stata pubblicata da un account condiviso da cui io e ChristianX1000X ( mi scuso con lui se ho sbagliato il nome! ) abbiamo deciso di pubblicare delle long in cui mettiamo il cervello tutti e due! ;D Lo ringrazio di cuore per aver dato questa splendida idea! Grazie Cris! :) Un bacione e spero commentiate in tanti! :) Mi scuso per eventuali errori e ripetizioni! ;)
 

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Capitolo 2
*** Il primo giorno di scuola di Pan ***


IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA DI PAN

 

“Che strano ragazzo!” pensò Pan dopo che lui li lasciò, eppure non era molto socievole ma era molto forte, stranamente, quasi come lei.

-Pan! Che ci fai qui? Non dovresti andare a scuola?- chiese Mr. Satan interrompendo il flusso di pensieri della nipote che, a sentire quelle parole, guardò l’orologio e scappò, lasciando il nonno da solo: erano le 9:00 e lei non era ancora a scuola e, se Gohan avesse scoperto quello, l’avrebbe uccisa, dimenticandosi che era sua figlia, sangue del suo sangue.

 

Nel frattempo nella GR Vegeta si allenava come ogni giorno da quando si era trasferito a casa di Bulma. Allora, poiché era disidratato e sudato, ne uscì e andò in cucina per prendere una bottiglia d’acqua e, mentre la tracannava in un solo sorso,  si fermò meravigliato quando avvertì un’aura familiare.

“No! Non può essere lui!” pensò il principe dei Saiyan con la bottiglia ancora a mezz’aria poi, misteriosamente, l’aura scomparve, lasciando in dubbio l’uomo che ritornò pensieroso nella GR ad allenarsi.

 

Pan, intanto, sfrecciava verso la scuola e, una volta raggiunta, ci entrò e, vedendo un ragazzo che passava dall’atrio, gli chiese: -Scusa! Questa è l’Orange Star High School?- .

-No! Non hai visto la scritta all’ingresso?- le rispose sgarbatamente il ragazzo- questa è l’Orange Star West School!- riprendendo poi la sua strada.

 

Intanto, a casa dei Son, Videl stirava fino a quando non fu interrotta dall’arrivo del marito che tornava dalla Kame House qualche ora prima del solito.

-Che ci fai tu qui? Non dovresti essere dal genio?- chiese sorpresa la donna, provocando una risatina del Saiyan.

-No! Sono tornato prima!- disse Gohan, cingendo i fianchi della moglie e dandole un bacio sulla guancia.

-Come mai così allegro?- chiesa divertita mentre si staccava da lei e andava verso il frigo.

-Ho deciso di partecipare al torneo!- disse, alzando le mani al cielo portandosi così insieme il bicchiere di succo che aveva in mano.

-E chi parteciperà anche?- domandò curiosa al moro mentre finiva di stirare i vestiti della figlia.

-Oltre me? Vegeta, Trunks e mio fratello- disse il Saiyan.

-E Pan!- aggiunse Videl con un sorrisetto divertito sul viso, attirando l’attenzione dell’uomo che la guardava stranito e che non capiva che cosa centrasse sua figlia in quel momento.

-Son Gohan! Ti sei scordato che deve partecipare anche Pan?! Ha ragione allora… stai perdendo colpi!- disse allontanandosi dalla cucina per portare i vestiti al piano superiore.

 

Nel frattempo Pan Sfrecciava verso l’Orange Star High School e, assicuratasi che fosse quella giusta, scese a terra controllando l’ora… le 10:00. Ora si che era nei guai!

Entrò in classe e il professore presente in quel momento la presentò alla classe.

-Ragazzi! Lei si chiama Pan Son e sarà la vostra nuova compagna di classe! Ha superato brillantemente tutti gli esami per entrare al terzo anno e spero la inseriate bene.- disse il professore con un tono annoiato, sicuramente quello era l’ennesimo anno che faceva lo stesso annuncio ma, a sentire il suo cognome, la bloccò mentre saliva le scale per prendere l’unico posto libero rimasto e le chiese: -Pan, il tuo cognome l’ho già sentito! Sei per caso parente a Son Goten?- chiese mosso da strana curiosità l’uomo.

-Si… è mio zio.- spiegò la ragazza volgendosi verso l’uomo quindi salì e si sistemò per seguire la lezione in corso.

Quando finì il primo giorno di scuola, in altre parole due ore dopo, Pan uscì dalla scuola con un gruppo di ragazzi della classe: due ragazze e due ragazzi. Le due ragazze erano una bruna con i capelli ricci e gli occhi castani, l’altra con i capelli biondi e lisci e gli occhi verdi mentre i ragazzi, il primo moro con gli occhi celesti mentre l’altro con i capelli ramati e gli occhi grigi.

Passò il pomeriggio con loro a scherzare e a girare per il centro, finché non arrivò l’ora di tornare a casa quindi, salutati gli altri, si allontanò da loro e sfrecciò verso casa sua fino a quando non vide i tre malviventi battuti quella stessa mattina da Onion e, senza farsi vedere, andò dietro un muro ad ascoltare la loro conversazione.

-Come avete fatto a farvi battere da un moccioso?! Razza di incapaci! – disse, colpendo il secondo della banda ma, malauguratamente, i suoi geni si fecero sentire e colpì una pietra gridando, facendosi scoprire.

- Oh chi abbiamo il piacere di incontrare! – disse con finta gentilezza, avvicinandosi alla ragazza, e, prendendo la sua pistola dalla cinta dei pantaloni, la caricò pronto a sparare un colpo alla Saiyan.

-Che cosa volevate da mio nonno? Rispondi!- esclamò la ragazzina, puntando il dito contro l’uomo che le stava venendo contro, che non si spostava mentre la distanza tra i due diminuiva.

-Oh niente! Solo ciò che ci spetta… anzi se prendiamo te, la sua adorata nipotina, magari il vecchio deciderà a pagarci!- disse e, non appena la distanza fra i due si ridusse, la Saiyan colpì l’uomo con un calcio che lo mandò contro la parete di un palazzo vicino. I tre, di conseguenza, attaccarono ma Pan parava tutti i colpi con facilità sotto lo sguardo esterrefatto dei tre che continuavano a tirare pugni e calci inutilmente, ma, malauguratamente,  proprio uno di questi prese la ragazza che volò dritta verso un cassonetto, andandoci contro e perdendo i sensi per il colpo alla testa.

-Oh che delusione! Bene… ora starai più calma!- disse il capo della banda che aveva preparato un fazzoletto con l’alcool e se lo portava dietro, diretto verso la mora che era priva di sensi sull’asfalto, ma, a pochi metri di distanza, fu atterrato nuovamente da un calcio. Riuscì a pararlo ma fu preso a un fianco e cadde. L’uomo vide che, colui che lo aveva colpito, era un ragazzo e, al suo arrivo, i tre iniziarono a gridare: -E’ lui! E’ lui! – con lo spavento negli occhi.

 

Nel frattempo a casa di Pan i suoi genitori prendevano un thè, ascoltando il telegiornale, e, vista l’ora tarda, Videl ebbe un brutto presentimento, come se sua figlia fosse in pericolo.

-Caro, puoi andare a vedere che fine ha fatto Pan? Sono preoccupata! Di solito è a casa a quest’ora…- disse mentre sorseggiava la bevanda dalla tazza.

-Va bene! Ho una brutta sensazione però… - disse guardando preoccupato la moglie quindi prese la giacca e partì.

 

 Ciao a tutti! :D Rieccoci ancora con il 2 capitolo! Ringrazio coloro che hanno letto la nostra ff, siete voi che mandate avanti la nostra storia! ;) Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che lasciate un commentino... Accettiamo anche consigli! :) Mi scuso per aventuali errori e ripetizioni|! ;) grazie!

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Capitolo 3
*** La verità su Onion ***


 

 

LA VERITA' SU ONION

 

La scena che Gohan ebbe davanti agli occhi  non fu delle più rosee: Pan era stesa sull’asfalto, senza sensi e con una vistosa ferita sulla fronte, e un ragazzo combatteva contro tre malviventi, proteggendo sua figlia, e, prima che se ne potesse rendere conto, il giovane aveva steso i tre, armati fino ai denti, con un colpo ben assestato e, dirigendosi verso la Saiyan per soccorrerla, vide Gohan e scappò via. Il Saiyan allora corse preoccupato verso sua figlia e, prendendola in braccio, la portò velocemente a casa dove Videl, sorpresa dalle condizioni in cui versava la figlia e che il proprio presentimento si fosse malauguratamente avverato, la curò con amorevole naturalezza mentre il marito le raccontava cosa aveva visto, anche di quel giovane così coraggioso che l’aveva protetta.

Pan si svegliò poche ore dopo nel suo letto nell’oscurità illuminata da un piccolo spiraglio di luce, dato dalla lampada girata. Non sapeva come ci fosse finita lì, ricordava solo i tre malviventi che combattevano contro Onion e poi tutto nero.  Si alzò a sedere, le girava la testa. Sul comodino accanto al letto notò vari oggetti di pronto soccorso e istintivamente si passò una mano sulla fronte, toccando la ferita coperta dalla garza e gemendo leggermente, cosa che fece svegliare sua madre che stava appisolata sulla sedia a dondolo accanto al suo letto.

-Tesoro!- esclamò Videl, andandola ad abbracciare visibilmente sollevata.

-Che cosa è successo?- chiese la ragazza, ricambiando l’abbraccio della madre.

-A quanto mi ha detto tuo padre, ti ha trovata sull’asfalto, senza sensi, mentre un ragazzo stava affrontando tre malviventi armati fino ai denti per poi scappare.- spiegò la donna.

“Onion…” pensò istintivamente Pan. Quel ragazzo era molto particolare, aveva qualcosa che non sapeva come definire, quel qualcosa che aveva pure lei e che la rendeva speciale e diversa in qualche modo dagli altri.

-Piccola come ti senti?- chiese Gohan appoggiato allo stipite della porta, interrompendo il flusso dei pensieri di sua figlia che girò la testa di scatto verso di lui sorpresa.

-Ho solo un po’ di mal di testa ma niente di che!- rispose sorridendo. Altro che niente, le stava proprio scoppiando la testa ma non voleva dirlo ai genitori, che si sarebbero preoccupati fin troppo anche per una cosa banale come quella ma, dopo ciò che era successo, come non darli torto? Videl, al contrario, si accorse che la figlia le stava mentendo e la costrinse a rimettersi sotto le coperte, sia per l’ora tarda (le 24:00) sia perché era più che sconsigliabile farla alzare dal letto con il rischio di una bella caduta di faccia a terra.

Dopo aver deciso di andare la mattina dopo al pronto soccorso per assicurarsi che non avesse qualche trauma cranico, andarono a dormire. Pan, però, non ci riuscì molto e cominciò a pensare a quel ragazzo che nel giro di una giornata l’aveva salvata ben due volte e a tutto ciò che era successo, finendo per addormentarsi nuovamente, stranamente sfinita, anche se non aveva dormito fino a quel momento.

La mattina dopo, assicuratisi che la figlia non avesse niente, i tre Son tornarono a casa, non senza le proteste di Pan che voleva andare a scuola e non perdere il secondo giorno di scuola per “una simile sciocchezza” ma Videl, con il suo carattere da dittatrice molto simile a quello di sua nonna, la costrinse a restare a casa un altro paio di giorni per farla riprendere.

Pan tornò a scuola quasi una settimana dopo e fu subito investita dagli interrogatori dei suoi nuovi amici, rispondendo che era successo un piccolo incidente, giustificando anche la fascia che aveva sulla fronte e che, fortunatamente, veniva coperta un po’  dalla frangia.La giornata continuò serena e tranquilla con le solite interrogazioni fino a quando, all’inizio della terza ora, il professore di inglese non la chiamò.

-Pan, vai in 5A e consegna questi fogli per favore!- disse il professore consegnandole una serie di fogli.

Arrivò in questa benedetta classe non molto lontana dalla sua e, dopo aver bussato, entrò. A fare lezione c’era una professoressa bionda, molto giovane, che scriveva sulla lavagna qualche formula matematica e, mentre la donna firmava e compilava alcuni dei fogli, diede uno sguardo ai componenti di quella classe e vide che in uno dei primi banchi c’era una ragazzo con una capigliatura familiare, il quale alzò la testa per controllare chissà che cosa e lei riconobbe subito in quel ragazzo Onion.

I loro occhi si incontrarono e rimasero a fissarsi per molti secondi fino a quando la voce della professoressa non interruppe quel contatto, dicendole di portare al suo professore alcune cose. Ritornata in classe e consegnato ciò che doveva consegnare al professore, tornò al suo posto e si concentrò per seguire la lezione, che era relativamente facile, ma non ci riuscì perché aveva in mente solo quel giovane che l’aveva salvata due volte e che andava nella sua stessa scuola! Doveva avere sui 18 anni, visto la classe che frequentava, e doveva essere anche molto perspicace in matematica, visto l’argomento spiegato e lo sguardo da questa-è-una-cazzata che aveva. Lei sapeva di cosa stavano parlando, gli integrali, perché suo padre, essendo un ricercatore, li faceva spesso a casa ma non li aveva mai capiti molto visto che aveva preso, oltre alle origini Saiyan, anche le mancanze di perspicacia in quella materia così odiata da parte del nonno.

Quando uscì da scuola, Pan trovò Gohan in macchina che l’aspettava quindi vi entrò e gli diede un bacio sulla guancia. Notò che sotto il sedile c’era una busta e, presa dalla curiosità, la aprì, trovandoci dentro un pacchetto che, naturalmente, aprì e, una volta visto il contenuto, iniziò ad urlare felice: erano i biglietti del concerto del suo gruppo preferito! Iniziò a ringraziate il padre come faceva da piccola.

Entrò in casa, gridando e saltando felice, rischiando di cadere per le scale, e Videl sorrise nel vederla così. Chiese al marito il perché di tutta quella felicità e lui le disse tutto. Quelle grida felici e spensierate svegliarono Goten che alle 14:00 stava ancora dormendo, quindi andò a casa del fratello arrabbiato.

-Che hai combinato?- chiese preoccupato Gohan, siccome le uniche volte che il fratello andava a trovarlo era quando sua madre era nervosa perché aveva rotto o combinato qualcosa.

-Vado ad uccidere tua figlia…- disse sottovoce con uno sguardo irritato il Saiyan che, salutata Videl, salì per le scale ed entrò nella camera della nipote la quale, definirla disordinata, era un eufemismo. Come osava lei gridare a quell’ora e svegliarlo? Ora sarebbe stata nei guai fino al collo però nella camera non vide la nipote ma solo una finestra spalancata. Allora scese in salotto e si affacciò in cucina.

-Gohan ma che sta facendo Pan?- chiese al fratello che stava leggendo il giornale.

-Credo stia studiando, perché?- rispose ignaro della grandissima presa in giro della figlia.

-Perché sono entrato in camera e lei non c’era! C’era solo la finestra aperta e il disordine.- rispose di rimando il fratello ben consapevole che ora Gohan gliel’avrebbe fatta pagare cara.

 

Nel frattempo Onion stava sorvolando il mare per allontanarsi dalla città e per fuggire da una persona ma non si accorse di essere seguito proprio da questa che, avendo nuovamente sentito quell’aura familiare e avendola rintracciata, azzerò la sua.  Per incastrarlo gli tese una trappola: aumentò di proposito l’aura e il ragazzo, avvertendola, si fermò per capire di chi fosse quell’aura ma era già sicuro di averla già sentita da qualche parte e in un attimo fu immobilizzato da qualcuno che lo bloccò con il suo corpo, impedendogli i movimenti.

-Vegeta lasciami!- sibilò Onion al principe dei Saiyan che non aveva la minima intenzione di lasciarlo andare fino a quando non gli avesse detto come mai si trovava lì.

-Neanche per sogno! Ora tu mi dici cosa ci fai qui e la fai uscire!- ordinò scorbutico l’uomo indignato da questa presa di posizione, così il ragazzo, con un gesto fulmineo, liberò la coda dal sacchetto che la conteneva e la caratteristica dei Saiyan si arrotolò sulla vita a mo’ di cintura.

 

Gohan, intanto, era uscito da casa per trovare sua figlia che, grazie a questa piccola bravata, si era giocata due mesi di uscite senza patteggiamento della pena, in caso contrario i mesi sarebbero diventati quattro, e anche il tanto agognato concerto. L’uomo cercò di rintracciare inutilmente l’aura ma, sfortunatamente, Pan aveva azzerato perché la ragazza sapeva cosa avrebbe fatto il padre e aveva preso provvedimenti, facendo così aumentare automaticamente i mesi di punizione da due a quattro e in più altri due. Ma la cosa che preoccupava Gohan non era la mancanza della sua presenza in casa o l’astensione dai suoi doveri ma per la sua incolumità, visto i precedenti.

Mise gli occhiali nella tasca della giacca e aguzzò la vista fino a intravedere sua figlia venire verso di lui che, fortunatamente per Gohan, non si accorse della presenza di suo padre perchè aveva gli occhi chiusi e volava di schiena in giù, finché non gli andò a sbattere contro, prendendolo in pieno sullo stomaco e facendola “svegliare”.

-P-papà?! Che ci fai qui?- chiese la ragazza, nervosa e sorpresa di essere stata scoperta; infatti era la terza volta che lo faceva.

-Tuo zio è venuto con l’intenzione di ucciderti per il casino che stavi combinando e non ti ha trovata in camera tua, quindi è venuto ad avvisarmi che mia figlia mancava dalla sua stanza e ho deciso di venire a cercarti. Comunque, che avevi intenzione di fare?- disse accigliato Gohan. Perché sua figlia aveva preso il brutto vizio di scomparire all’improvviso, tralasciando lo studio? Era un brutto vizio di famiglia, infatti anche lui lo aveva fatto e lo faceva ancora qualche volta, ma in sua figlia era un caso particolare perché lo faceva da quando ha imparato a volare, facendogli prendere insieme alla moglie dei grandi bei spaventi.

-Io? Ehm… stavo… andando a comprare una cosa!- disse nervosa.

-In mezzo al mare?- chiese Gohan dubbioso.

-Si… eheh- rispose la ragazza

-Bene, grazie a questa tua bravata, ora questi me li prendo io e li regalo a qualcun altro!- disse l’uomo, prendendo dalla borsa della figlia i biglietti del concerto, vedendo così una bustina con un polvere bianca.

-Pan? Cos’è?- le chiese il padre preoccupato. Sua figlia non poteva assumere sostanze stupefacenti.

-Fluoruro di calcio! Mi serve per un esperimento a scuola!- disse seria. Questa volta non stava mentendo.

Gohan aprì la bustina e con il dito ne raccolse una piccola parte e se la portò al naso. Essendo un chimico, sapeva qual era la differenza tra una droga e una sostanza di quel tipo; infatti sua figlia aveva ragione, era proprio fluoruro di calcio.

Passato lo spavento, la prese in braccio, senza darle il tempo di replicare, e la portò a casa ma durante la strada incontrarono Vegeta che discuteva con Onion e gridavano furiosamente l’uno contro l’altro. Per evitare di incorrere nella loro rabbia, infatti non si poteva dire che Vegeta fosse l’uomo più calmo del mondo in questi casi, fecero un giro supplementare e, nel momento in cui gli passarono vicino, sentirono una parola che non si sarebbero aspettati per descrivere Onion: Saiyan, e rimasero interdetti. Onion era un Saiyan?! 

 

Ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento ma ho avuto problemi la settimana scorsa e non ho potuto stare a casa! Spero che questo capitolo vi piaccia e che lo apprezziate. Mi scuso per eventuali errori di grammatica e ripetizioni! Mi dispiace se nello scorso capitolo mancavano alcune parole spero che in questo non manchino e che si capisca il senso! Il fatto è che non riesco a rendere bene alcune scene che nella mia testa sono dei veri e propri film con tanto di sottofondo musicale! Grazie per l'attenzione e lasciate un commentino! ;)

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Capitolo 4
*** Verità e concerti ***


VERITA' E CONCERTI

 

Nella foga del discorso non si era accorti di essere stati sentiti, infatti i due avvertirono l’aura di Gohan e Pan che li guardavano sorpresi.

“Onion era un Saiyan?” pensò la ragazza stupita. Ma come aveva fatto a non accorgersene? Si sentiva una stupida! Non accorgersi della loro “uguaglianza” quando ce l’aveva sotto il naso. Abbassò lo sguardo come per formulare qualcosa da dire con un minimo di senso e notò che aveva la coda: aspetta… da dove era uscita? Non l’aveva prima di certo… o forse si? Alzò gli occhi che cercarono quelli neri di Onion, velati da un sottile strato di dispiacere e di qualcos’altro… forse di attenzione? Lei non sapeva definire cos’era.

Stranamente, il ragazzo si sentì in colpa per averle nascosto la verità ma cosa avrebbe fatto se l’avesse scoperto? Non sapeva come rispondere e si era preparatopsicologicamente al peggio ma si meravigliò nel scoprire che lei non era né sorpresa (a parte quella iniziale), né spaventata. Come mai? Che potesse essere anche lei una Saiyan? Impossibile! Le sue fonti lo avrebbero avvertito. Gli unici Saiyan di cui era sicura l’esistenza erano quella di Vegeta e dei suoi figli, imbastarditi però dalla razza umana ma sempre forti e valorosi, e quella di un altro, spedito in un pianeta lontano nel momento della distruzione del pianeta Vegeta, di nome Kakaroth e si suo figlio Gohan. Lui, a differenza dei figli dell’ultimo principe di quella razza, era un fiero e valoroso Saiyan puro che non si lasciava impietosire o inquietare da una situazione così paradossale, invece, nel suo animo qualcosa stava maturando, qualcosa che i suoi parenti avrebbero definito “un male” per la specie: si stava umanizzando.

Dopo quel primo contatto, notò che la ragazza era tra le braccia di un giovane. Fu preso da uno strano moto di gelosia, cosa che non sfuggì a Pan, la quale scese dalle braccia del padre per avvicinarsi al diciottenne.

“Come si permette?!” pensò per poi schiaffeggiarsi mentalmente. Lui non poteva, anzi, non doveva pensare quelle cose. Si concentrò sulle loro aure notando che erano molto forti, anomale per un comune essere umano, e in più sapevano volare. Non si poteva volare se non si sapeva controllare il ki, questo lo sapevano pure i bambini sul suo pianeta, di conseguenza dovevano essere molto forti. Qualcosa lo interruppe nel suo ragionamento: Pan gli si era avvicinata e gli aveva toccato un braccio.

<< Quindi sei un Saiyan… >> disse con fare ovvio, con il tono di chi sapeva di cosa stava parlando. Rimase incantato a sentire la parola “Saiyan” da quella voce che, in quel momento, sembrava essere come la voce di una sirena, bellissima ma anche tentatrice.

<< Gohan che ci fai qui? >> chiese Vegeta, ignaro della bravata di Pan, al primogenito di Goku, interrompendo in tal modo il principio di una conversazione che si sarebbe continuata in un altro momento.

A sentire quel nome Onion si meravigliò: quello era Gohan? Quel Gohan? Il Gohan figlio di Kakaroth, dell’eroe che aveva sconfitto Freezer su Namecc, salvando in tal modo l’universo intero e la comunità di cui faceva parte? Quindi, pensò riprendendo il suo ragionamento, se quello era il figlio di Kakaroth (o come lo conoscevano loro Goku), anche lui era un Saiyan, imbastardito però dalla razza terrestre; poi gli sorse un dubbio: se lui era un Saiyan, Pan cos’era? Poteva esserlo pure lei ma non ne era sicuro.

<< Papà possiamo parlare dopo di quello che è successo? Devo parlare con Onion di una cosa importante! >> chiese, rivolgendosi al padre che rispose negativamente senza se e senza ma, beccandosi anche un’occhiataccia dall’uomo. La ragazza provò a ribattere ma lui, dopo essersi scusato con i due, la prese e la portò a casa dove Videl l’aspettava molto irritata e delusa. Ne seguì una lunga (e normale) discussione tra i due e la ragazza che scappò in camera sua gridando che loro non la capivano. Videl sorrise tra sé e sé rivendendosi nella figlia. Non era certo una buona azione scappare dalla finestra invece di studiare le materie in cui lei non andava bene (che erano soprattutto quelle scientifiche) ma tutti gli adolescenti lo facevano; lo aveva fatto lei, una volta imparato a volare, lo aveva fatto pure Gohan, Goten lo stesso e lo continuava ancora a fare.

Allora decise di parlare con il marito che, convinto dalla moglie, decise di abbassare la pena a solo un mese “di reclusione” ma il concerto rimase nella condanna.

Nel frattempo Pan continuava a sfogarsi col sacco da box (aspetta… ha un sacco da box in camera sua?! O.o NdA) e dopo, avendo intuito tra un pugno e l’altro chi fosse il colpevole di quella sua ingiusta pena, prese il cellulare e inviò un messaggio al colpevole che non lo sentì, come al solito, quindi aprì la finestra e, preso un sassolino dal recipiente sul davanzale, lo lanciò verso la finestra, avvisando lo zio che, accortosi della forza della nipote che non era proprio delle più deboli, aprì la finestra, beccandosi un sassolino nell’occhio.

<< Si può sapere che vuoi?! >> chiese lo zio con i capelli umidi e senza maglietta, evidentemente si stava cambiando per andare a qualche appuntamento con qualche ragazza che l’avrebbe lasciato subito dopo (infatti la storia con Valese non era durata molto, come era iniziata era finita).

<< Perché l’hai detto ai miei? Sei un rompipalle! >> iniziò a gridargli contro Pan.

<< Perché? Non ti piace scappare di casa invece di studiare? >> ribatté Goten facendo una linguaccia.

<< Lo sai che papà mi aveva preso due biglietti per il concerto degli Oasis e stavo pensando di portarci te visto che papà non mi mandava da sola ed ora nessuno dei due ci andrà?! >> disse con un ghigno in viso, segno della beffa che gli stava facendo. Aveva veramente pensato di portarci lui perché Bra non poteva e alle sue compagne non piaceva quel tipo di musica quindi, visto che non voleva andare da sola, voleva chiedere a suo zio che, in quel momento, si stava maledendo in tutti i modi possibili e immaginabili per l’occasione mancata ma, visto che il concerto era qualche giorno dopo, forse avrebbe potuto convincere il fratello a lasciare che la figlia andasse o nel caso di una risposta negativa l’avrebbe convinto a dare a lui quei biglietti e andarci con Trunks. Intuendo il piano dello zio, Pan scese di sotto e si sedette triste sul divano della cucina, nella quale Videl stava aggiustando e, vedendo la figlia delusa, le si avvicinò e le chiese il motivo di quel broncio.

Lei non le rispose e, quando Goten suonò al campanello chiedendo di parlare con Gohan, capì il perché (conosceva Goten da quando era piccolo ed era come un fratellino per lei, quindi aveva subito intuito il piano) e lo portò in disparte.

<< Senti Goten, non è che se ti do quei biglietti tu, invece di portarci Trunks, ci porti Pan e la fai felice? È triste e ha capito il tuo intento quindi non mentire! >> chiese Videl al cognato che, volgendo lo sguardo verso la nipotina che guardava in tv sconsolata un video musicale (degli Oasis), si convinse e lasciò perdere il suo piano per portarci la ragazza che aveva ormai perso la speranza di andare a quel tanto agognato concerto.

Una volta convinto Gohan a consegnargli quei biglietti, il giovane andò verso il divano e si sedette vicino alla nipote che girò lo sguardo verso di lui e disse poco convinta: << Divertiti con Trunks, portatemi una maglietta e una sciarpa! >>.

<< Ma non so quale portarti e poi sarebbe meglio che le scegliesti tu perché non saprei quale portarti! >> disse facendo intuire il suo nuovo piano.

Da quell’affermazione Pan capì che lo zio non avrebbe portato il Brief ma lei quindi, trasformando quel broncio in un sorriso, iniziò a gridare e gli si buttò addosso, abbracciandolo e gridando grazie graze grazie grazie, facendo capire alla donna in cucina l’esito.

La mattina dopo a scuola Pan chiamò Onion fuori dalla classe e, facendogli segno di seguirla, lo portò sul tetto, quindi, una volta arrivati, si sedette su una forma di mattoni che dovevano servire per dei lavori all’interno della scuola e gli fece segno di andare a sedersi.

<< Quindi sei una Saiyan anche tu… >> iniziò Onion rivolgendosi alla ragazza che gli rivolse un ghigno.

<< Qual è la tua missione? >> chiese senza peli sulla lingua, carattere che aveva preso da sua nonna.

<< Va bene, ti racconterò tutto >> disse e incominciò a raccontare.

 

Ciao a tutti! Scusate se aggiorno oggi ma la scuola mi ha bloccata e sono stata molto impegnata... per di più il mio carissimo computer ha deciso di fare i capricci :( comuuuuuuuuuuunque il capitolo è diviso in due: questa è la prima e, sicenramente non mi convince molto... e questo è un buon segno ;) xD spero vi piaccia e che lo commentiate :D a prestooo 


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Capitolo 5
*** La storia di Onion ***


 

LA STORIA DI ONION

<< Come sai, io sono un Saiyan. Il mio pianeta d’origine è Zenix, un piccolo pezzo di roccia che dista più di due mesi di viaggio dalla terra. Io sono un Saiyan puro mentre tu sei una mezzo sangue. In pratica sul pianeta Vegeta tu saresti stata schiavizzata, emarginata e stuprata. Le ragazze Saiyan, mi ha raccontato mia nonna, diventavano madri di solito a sedici anni, mentre tu lo saresti diventata a quattordici, vista la tua condizione. >> raccontò il Saiyan sorridendole. Come poteva sorriderle se lei era turbata? Madre a quattordici anni? Praticamente quando era partita per lo spazio in cerca delle sfere del drago!

<< Ma come è possibile che tu sia puro se tutti i Saiyan sono stati distrutti nell’esplosione? >> chiese quando si fu calmata.

<< Mia nonna aveva quindici anni e, quando il pianeta scoppiò, era in missione con la sua squadra. Non appena seppe la notizia, si rifugiò su un pianeta che avevano conquistato ma che non valeva molto. Su Zenix, la gravità è tremila volte maggiore di quella della Terra o  un mezzo maggiore di quella del pianeta Vegeta quindi, grazie a questa, si rafforzò e divenne non molto tempo dopo il capo indiscusso di questa nuova comunità. Più tardi si unirono anche altri gruppi sopravvissuti, allargandola. In quegli anni mia nonna ebbe due figli, mia madre e mio zio. Quando avevo più o meno quattordici anni, giunse sul mio pianeta Argon e iniziò a vivere insieme a noi ma un anno dopo iniziò ad esserci ostile ed ad attaccarci. Mio padre morì stroncato da una malattia in mezzo alla guerra. Mia nonna, poco tempo dopo, cadde in battaglia, come mio zio, e mia madre, essendo l’ultima, a parte me, a rimanere in vita della mia famiglia e a possedere il potere (infatti tutti obbedivano a lei e non a lui), fu costretta a sposarlo.  A sedici anni, una settimana prima del matrimonio, mi mise mentre su una navicella e mi mandò qui sulla Terra. Quando mi svegliai, non mi ritrovavo nella navicella ma in un letto coperto di ferite. – girò lo sguardo, interrompendo il suo discorso e vide Pan che ascoltava la storia con la meraviglia negli occhi – ti piace sentire queste storie? >>

La ragazza si svegliò dal suo stato di trans, infatti stava immaginando tutto ciò che il ragazzo raccontava, e rispose annuendo, vergognandosi di essere stata scoperta e non osando chiedere di continuare perché la riteneva una cosa da bambini, ma si capiva tutto dal suo sguardo.

<< I miei salvatori furono una coppia di anziani che, dopo aver sentito l’esplosione della mia navicella, mi portarono a casa loro e mi curarono. Finì per affezionarmi e rimasi con loro ma un mese fa morirono l’uno con una settimana di distanza dall’altro e ne fui molto addolorato. Qualche mese prima della loro dipartita, iniziai la ricerca di un Saiyan che potesse aiutarmi a sconfiggere quel verme di Argon. Mia madre mi aveva messo una lettera nella navicella che i miei salvatori trovarono e mi diedero non appena mi fui ripreso, nella quale era scritto che qui c’era l’ultimo principe del pianeta Vegeta e l’eroe che aveva sconfitto Freezer, ovvero tuo nonno, con suo figlio e che erano abbastanza forti da sconfiggere Argon. Mi esortava a cercarli subito. Trovai per primo Vegeta e gli chiesi dove si trovasse l’altro. Lui mi disse che era partito per riparare a un guaio per lo spazio insieme a una ragazzina e suo figlio. Non so chi fosse quella ragazzina perché non mi ha mai detto chi era! >>

<< Sono io! Io sono partita con il nonno nello spazio! >> gridò ad un certo punto la Saiyan, prendendo alla sprovvista il ragazzo.

<< Bene… mistero risolto! Comunque… >> il racconto del Saiyan fu interrotto dal rumore di una porta aperta. Girarono lo sguardo verso quel rumore e videro la figlia di Vegeta avvicinarsi verso di loro, prendere l’amica per la manica della divisa e trascinarla verso la porta.

Salutarono Onion e scesero in classe, dove il professore di chimica stava spiegando la costante di equilibrio o qualcosa del genere che, nel momento in cui le due ragazze varcarono quella porta, si girò verso di loro, interrompendo la lezione, e irritato chiese alla nipote di Goku il perché della sua assenza (infatti aveva saltato quasi tutta la lezione), ricevendo come risposta la concordanza con la scusa che Bra aveva utilizzato per uscire, ovvero quella di andare a vedere come stesse l’amica che era in infermeria. La Saiyan gli comunicò inoltre che aveva chiamato suo padre, il quale, preoccupato per sua figlia, lasciò il lavoro e andò a prenderla. Ovviamente lei continuò la sua perfetta recita da Oscar per tutto il viaggio di ritorno (che durò pochissimo perché era tra le braccia del padre).

Quando arrivò a casa, Gohan la mise sul divano vicino a Videl che si stava intrattenendo con Chichi e Goten che, alzato lo sguardo dallo schermo del telefonino, da bravo attore che era stato, notò la recita della nipote e le sorrise, fintamente preoccupato, offrendosi di aiutarla ad andare in camera sua; quindi, messa tra le sue braccia, arrivò in camera sua e, subito dopo, sopra il suo letto, e, con la delicatezza di una pietra con tanto di aculei sulla superfice, lasciò cadere a peso morto la ragazza sul letto che per poco non batté la testa sulla testata del letto.

<< Chi stava? >> chiese una volta che la nipote si fosse messa sotto le coperte.

<< Chimica ma ora lasciami in pace! >> disse, sporgendosi per prendere il tablet che il nonno le aveva regalato al compleanno e facendogli la linguaccia come quando era piccola.

Accese la connessione e inviò un messaggio a Bra nella chat.

 

Da Panny_Saiyan: Che cosa abbiamo avuto da quello? 5263 problemi?

Da Princess_of_Saiyan: No… 5264! Mi dispiace per averti deluso! ;) Cmq abbiamo pure storia e filosofia… per gioia tua letteratura latina. xD Sabato interroga me e te la vipera! :P

Da Panny_Saiyan: Ooooohhhh questo si che illumina la mia giornata! *.*

Da Princess_of_Saiyan: Sisi! ;) Ci sent dopo… l’arpia sta arrivando! Se ritorno viva ti mando un messaggio!

Princess_of_Saiyan è offline.

 

Stava per spegnere l’aggeggio quando sentì il bip di un nuovo messaggio. Lo andò ad aprire e ne trovò uno di suo zio.

 

Da Goten_Saiyan_SSj: Come va con il mal di chimica?

Da Panny_Saiyan: Diciamo… è un male contagioso… giusto zietto caro? ;) Mamma per caso sta parlando della pace nel mondo? xD

Da Goten_Saiyan_SSj: Nono! Di una ragazza che ha preso 4 in chimica!

Da Panny_Saiyan: Povera cara! :(

Da Goten_Saiyan_SSj: Tua madre sta salendo!

Goten_Saiyan_SSj è offline.

Panny_Saiyan è offline.

 

Pose il computer sotto le coperte, giusto in tempo di entrare sua madre a controllare come stava e fare una faccia sofferente.

<< Come ti senti piccola? >> chiese preoccupata, accarezzandole la testa.

<< Male… credo di aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male… non è che hai avvelenato lo stufato ieri ma’? >> chiese, soffocando una risatina.

<< Povera… se lo avesssi fatto ora non eri di certo qui! >> rispose, continuando il gioco e uscendo il termometro che finì in bocca alla figlia e che ritornò fuori non appena si sentì il bip. La donna controllò il display… la temperatura era normale: 39. I Saiyan avevano una temperatura corporea molto elevata; per loro era preoccupante una temperatura superiore a 41.

Pan tornò due giorni dopo a scuola, per grande gioia di Bra, e passò tutte le ore davanti alla macchinetta delle merendine e cose varie perché Videl, aiutata da Chichi, aveva fatto mangiare, se si poteva definire così, un intruglio chiamato comunemente minestrone. Verso la fine della prima ora si sentì un urlo proveniente dalla classe affianco, coetanea alla loro per età e numero degli alunni, segno premonitore di una notizia che tutti aspettavano da tempo: la gita. Infatti, di nascosto, si erano messi d’accordo con loro per avvisarli nel momento in cui fosse arrivata quella specifica circolare.

Secondo quella, la gita (o come la chiamava il prof di chimica, il viaggio di non-istruzione) si sarebbe fatta a dicembre, ovvero il mese successivo, in una località in mezzo ai monti Paoz, ovvero l’impianto sciistico vicino casa sua.

A quella notizia ebbe un pensiero dolce- amaro: sarebbe potuta andare a casa di sua nonna, di nascosto ovviamente, per gustare i  suoi deliziosi manicaretti quando voleva ma avrebbe avuto suo zio sempre alle calcagna. Per fortuna i suoi non ci sarebbero perché suo padre doveva ricevere un premio nella città del sud e sua madre l’avrebbe accompagnato.

Alla fine della giornata tornò a casa tutta felice e annunciò la notizia della gita.

 

Ciao a tutti! ;) come butta? :) prima di parlare del capitolo volevo informarvi che la pubblicazione dei capitoli, a quanto pare, stia per diventare bisettimanale... il fatto è che tra un motivo e l'altro non ho tempo nè di scrivere, o meglio, trascrivere i testi al computer per la solita e unica (in senso negativo ovviamente) scuola :( cmq spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che ci lasciate un commentino! ;) MI scuso per eventuali errori e ripetizioni! Spero che si capisca anche chi parli e che abbia senso! :)

Ora vi lascio in pace... alla prossima e buona domenica! :)

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Capitolo 6
*** Gita pt 1 ***


 

GITA pt 1

Passò un mese e finalmente arrivò la gita. Le classi che partecipavano erano molte, infatti, la prospettiva delle vacanze sulla neve era gradita a tutti. Tra le classi partecipanti, una ventina in tutto l’istituto, c’era anche quella di Onion che, essendo quella più numerosa (una trentina di alunni pressappoco), aveva occupato un intero pullman mentre le altre si erano sistemate in dieci pullman e l’hotel in cui dovevano alloggiare si era riempito.

Si partì alle sei di mattina e ci vollero cinque ore per arrivare, in contrapposizione alle due ore di viaggio che ogni giorno Pan faceva di andata e ritorno per andare a scuola. La Saiyan si sentì quasi presa in giro, avrebbe potuto andare lì all’orario previsto, visto che si trovava vicino casa sua, e suo padre era anche andato a parlare con la professoressa che l’avrebbe accompagnata, la quale rispose a Gohan che per questioni di sicurezza doveva partire con loro, anche se significava farsi dieci ore di viaggio.

Non appena arrivarono all’edificio, decisero le camere: i ragazzi sarebbero stati in quelle da quattro (quelli della sua classe ne presero due), mentre le ragazze in quelle da tre. Pan si sistemò con Bra e un’altra ragazza e prese il letto sotto la finestra, così avrebbe potuto scappare da sua nonna quando suo zio sarebbe arrivato a farle visita, cosa molto sicura vista la vicinanza. La stanza vicino era, per sua sfortuna-fortuna, quella di Onion e Bra aveva già incominciato a prenderla in giro e a stuzzicarla già dal momento in cui erano entrati nel pullman perché, non essendoci posto per Onion e un altro ragazzo nel pullman della sua classe (erano così tanti che non c’erano più posti in quel pullman), la professoressa che li accompagnava li aveva sistemati nel pullman della figlia di Gohan, poiché era il meno pieno e lui si era messo vicino alle due Saiyan, perchè conosceva solo loro, oltre al suo compagno.

Alle 13:00 pranzarono e nel pomeriggio iniziarono le prime lezioni di sci che, al contrario delle previsioni dei suoi amici, servirono molto pure alla Saiyan perché, sebbene vivesse in quella zona da quando era nata,  non aveva mai imparato a sciare; la sera cenarono e i professori decisero di intrattenere gli alunni con un film.

La sala adibita era quella delle conferenze (Pan se la ricordava perché una volta era andata ad assistere a una conferenza di suo padre che si teneva proprio in quella sala) ma una buona parte dei ragazzi non era sceso e avevano organizzato qualcosa per conto loro. La sua classe, insieme a quella di Onion, organizzò un pigiama party. Invitarono tutti ma alcuni, quelli più cauti e coscenziosi (infatti era risaputo che quella classe organizzava dei veri e propri festini: il primo anno un incontro di wresting mezzi nudi, il secondo una festa con tema la perversione in tutte le sue sfumature), decisero di andare a vedere il film. Quelli che erano rimasti in camera, invece, avevano iniziato a giocare a strip poker e le ragazze, tra cui anche Bra, essendosi preparate prima e avendo parecchie armi a loro disposizione, riuscirono a rimanere vestite quasi fino alla fine del gioco, almeno finché un ragazzo della classe di classe di Onion non uscì da chissà dove alcune bottiglie di vodka che, purtroppo, finirono in mano alla figlia di Vegeta che si ubriacò e finì tra le braccia di uno, iniziando a fare baldoria con lui.

Poi la turchina e il suo nuovo amico scesero nella sala e si sedettero nei posti vicino a Pan e Onion che stavano guardando il film, un film  molto interessante secondo la nipote di Goku perché era uno di quelli splatter che, quando i suoi genitori o/e i suoi nonni non c’erano, vedeva con suo zio, finché la visione non venne interrotta dalla voce di Bra che, cercando di sembrare meno ubriaca, anche se non ci riusciva, avvisò l’amica che sarebbe salita negli ultimi posti, quelli più nascosti. Ovviamente anche il suo nuovo amico la seguì. “Da dove è uscita?” si chiese la ragazza, ricercandola con lo sguardo ma non la trovò.

<< Secondo te quanto ci daranno forte? >> chiese Pan al Saiyan, interrompendo anche la sua visione e provocandogli una risatina.

<< Conoscendolo, non ne sono sicuro >> le rispose Onion, rabbrividendo a immagini non molto caste dei due.

<< Dopo li vado a fermare… non sono molto sicura che a Vegeta farebbe molto piacere diventare nonno adesso!>> continuò lei, ridendo e immaginandosi Vegeta con un biberon in mano che cercava di dare da mangiare a un neonato; non per non sminuire le sue capacità paterne o affettive, ma non ce lo vedeva proprio.

In quel momento, quella risata così familiare e cristallina, gli fece un effetto strano, si meravigliò della sua naturalezza e se ne innamorò. Per nascondere il rossore, o almeno cercare (il film aveva dei colori molto brillanti, a dispetto del genere, così che producevano molta luce) girò verso il film ma, ad aumentare il colore purpureo sul suo viso, si ci mise una scena hot che fece arrossire anche la nipote di Goku.

Finito il film, si alzò e, insieme a Onion, andò a prendere l’amica che, se non l’avesse fermata, si sarebbe trovata in una situazione particolare. La portò in camera e, dopo averle lanciato il contenuto di una bottiglia d’acqua in faccia e averla messa sotto la doccia per farla riprendere, la mise a letto; poi, provvidente come un angelo custode, le poggiò sul comodino una pastiglia contro il mal di testa e una bottiglietta d’acqua e andò a dormire.

La prima notte passò tranquilla e, solo la mattina dopo a colazione, scoprì che i suoi carissimi compagni di classe avevano cercato di svegliarle, bussando verso le 4:00, ma nessuna delle tre si svegliò (nel frattempo era tornata pure l’altra ragazza che, fortunatamente, non si era ubriacata come la turchina); inutile dire che la mattina dopo bra era in condizioni pietose, infatti si lamentava che lo stomaco non le dava tregua e aveva la nausea. Non appena toccò un biscotto corse nel bagno della mensa, seguita da Pan, e vomitò.

Un’ora dopo iniziarono le vere lezioni di sci, facendo capire a Pan che quella del pomeriggio prima era solo una passeggiata. Il loro insegnante, quello ufficiale, era un uomo (doveva avere l’età di suo padre più o meno) giovane con i capelli castani e corti, coperti da un cappellino nero di lana, e gli occhi grigi, coperti da un paio di occhiali da sole sportivi a mascherina, anch’essi tutti neri. Lei e Bra, insieme a qualche altro, avevano un proprio equipaggiamento: Bra indossava un completo bianco con dettagli neri e gli sci erano in tinta con quello, mentre Pan un completo che poteva fare concorrenza a quello del suo maestro, ovvero un completo rosso e blu, occhiali da sole blu e bianchi e un paio di sci professionali. Tutto quello era un regalo di Mr Satan che, avendo saputo che la nipotina sarebbe andata a sciare e sperando che tutto sarebbe rimasto intatto fino alla fine della vacanza (la sua famiglia, come tutti del resto, sapeva che, se toccava qualcosa, non era sicuro che rimaneva intatto; a dimostrare ciò c’erano i cinque cellulari che aveva rotto in poco più di un anno) aveva preso apposta per lei, nonostante Videl si fosse opposta.

Passò qualche giorno e i ragazzi incominciarono a fare amicizia tra loro. La giornata si svolgeva in questo modo: la mattina c’erano le lezioni di sci che incominciavano alle 9:00 e finivano alle 12:00, quando il sole batteva direttamente, poi si pranzava e il pomeriggio si faceva qualche escursione o passeggiata nelle zone vicino. La sera, dopo cena, o si usciva o si organizzava qualcosa all’interno dell’albergo che aveva, oltre la sala conferenze, anche una discoteca, una palestra, una piscina al coperto e una all’aperto, un campo da tennis, una sala giochi con tanto di xbox 360 e biliardo e una SPA

Un giorno, a causa di un piccolo problema tecnico sulle piste, non fecero lezione e rimasero in albergo. Tutti si sparsero, chi andava in piscina, chi a giocare a tennis, chi a guardare chi giocava a tennis, chi nella SPA (tra cui anche Bra); lei, invece, decise di andare a fare una capatina in palestra per smaltire un po’ di calorie e anche per svagarsi un po’ la mente. Ultimamente Onion la stava ossessionando, qualche volta si ritrovava a pensarlo, rimanendo sorpresa lei stessa. Onion era solo un amico, no? Un amico speciale però…

Una volta scesa nella palestra (era una delle sale che si trovava sotto la hall, insieme alla discoteca e alla sala giochi), vide Onion circondato da un gruppo numeroso di ragazze il quale, non appena vide passare la Saiyan, la chiamò, facendo girare tutte quelle verso di lei che la guardavano ingelosite e inviperite e, se avessero potuto, l’avrebbero uccisa con il solo sguardo. Non appena si furono allontanate, lui la ringraziò e incominciarono ad allenarsi, ridendo, scherzando e lanciandosi dei pesi sempre maggiori. Il ritmo era lo stesso: Onion glielo lanciava e Pan lo prendeva, poi lei gli lanciava uno più pesante e lui lo prendeva e così via sotto lo sguardo esterrefatto dei soliti palestrati che si chiedevano come fosse possibile che due ragazzini potessero fare ciò.

Dopo due ore ne uscirono e andarono in camera, dopo aver deciso cosa fare quella sera. La Saiyan si fece una lunga doccia ma ad un certo punto si accorse che la porta della doccia non si apriva più, così fece più forza con il risultato di romperla. Si asciugò i capelli e scese giù nella hall per riferire il problema con una scusa, in fondo non la conoscevano quindi non potevano sapere che era stata lei; al contrario, a casa sua lo sapevano benissimo perché, se si rompeva qualcosa, era sempre colpa sua. Dopo aver riferito il problema, girò lo sguardo svogliatamente e seduto al bar vide una persona che non si sarebbe aspettata di vedere così presto, lui era la piaga di tutte le piaghe, il casus belli di tutte le guerre tra lei e lui (in casa dei nonni soprattutto): suo zio!

 

ECCOMI QUI! :D Come butta? xD vi presento il sesto capitolo con tanto affetto e fatica! :) Sapete, questo capitolo è un po una rivendicazione perchè io non sono andata in gita quest'anno e mentre scrivevo il cap ho immaginato la mia.... di certo non sarebbe stata così divertitente come quella sua... due settimane in montagna io le sognerei, visto che non sono mai andata e la mia scuola fa schifo come gestione e come mete :P meno male che quest'estate vado a Londra (spero T.T)! ci risentiamoal prossimo capitolo belli miei! :) mi raccomando fatevi sentire e non siate timidi.., non vi mangiamo vero Cris? xD al prossimo capitolo (Gita pt 2) :)

PS Mi scuso per eventuali errori e ripetizioni! :)

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Capitolo 7
*** Gita pt 2 ***


GITA pt 2

Goten era seduto al bar ed era girato verso la nipote con un ghigno stampato in faccia e lo sguardo che diceva “sopresa!”, così, Pan gli si avvicinò con uno sguardo truce.

<< Nipotina mia! Qual buon vento ti porta qui? >> chiese ironico il giovane, provocando la stizza della ragazza.

<< Sai… sono in gita! E tu? Non saresti dovuto uscire con qualche ragazza che, sicuramente, ti avrebbe lasciato subito? >> rispose a tono la ragazza.

<< Oggi no… ho voluto passare qui a trovare la mia nipotina cara! >>

<< Si certo… per tua informazione sto bene, più che bene; quindi grazie per l’interessamento ma ora potresti anche andartene! >> rispose cercando di farlo alzare dallo sgabello ma, al contrario delle sue aspettative che non erano di suo molto rosee, la spinse sullo sgabello vicino, ordinò un altro drink e, una volta arrivato il bicchiere con il contenuto arancione (sex on the beach), glielo mise davanti. Lei, ovviamente, lo accettò, avendo capito il suo gioco e arrendendosi davanti alle sue armi; però era meglio così, suo zio le stava offrendo un drink, cosa che non aveva mai fatto in vita sua.

<< Che mi racconti di bello? >> chiese alla nipote, rubando un sorso dal bicchiere e beccandosi un “hey” dalla stessa che si riprese il bicchiere e bevve un sorso della bevanda alcoolica.

Iniziarono a chiacchierare finchè non furono interrotti dal lanciarsi di una persona su di loro. Girarono la testa e videro i capelli turchini di Bra scendere sulle loro guance che, avendo visto in mano all’amica il drink, le fece capire che voleva un sorso e, quando le arrivò la cannuccia alla bocca, oltre al sorso, con i denti, si prese anche la fetta di arancia. Ormai Pan aveva capito che non poteva bere quel drink in pace visto che si era dimezzato grazie al suo caro zietto e alla sua amica.

Un’altra voce si unì alla conversazione: era quella della professoressa che accompagna una delle classi e che, malauguratamente, era anche una delle sue e che non aveva riconosciuto il suo ex alunno (Goten).

<< Pan Son! Lascia subito quel bicchiere! >> ordinò la donna, prendendo il contenitore di vetro tra le mani della ragazza. Goten, allora, avendo riconosciuto quella voce che gli aveva dato così tante sgridate e note che avrebbe potuto scrivere un’enciclopedia, per salvare la nipote dalla nefasta punizione che le avrebbe dato (famoso era l’episodio di un gioco finito male per i ragazzi da parte della professoressa che, avendo scoperto un Goten sedicenne, insieme a Trunks ed a altri, giocare a streap poker con alcune ragazze, chiamò i genitori, compresa Chichi, e annullò la gita), intervenne, alterando ancora di più la donna, se si poteva chiamare così.

<< Professoressa, non la incolpi. Sono io il responsabile! >> disse, beccandosi un’occhiataccia dalla donna, che riconobbe immediatamente quella voce così familiarmente irritante.

<< Tu mi ricordi qualcuno… un certo Goten… >> disse la professoressa, mettendosi gli occhiali sul naso e avvicinandosi in modo esagerato al naso del Saiyan.

<< Si professoressa… sono io! >>

<< Tu sei quello del cinque in educazione fisica! Che ci fai qui?  >> domandò la donna, non accorgendosi delle facce sorprese delle sue ragazze che si guardarono come per capire come avesse fatto Goten, essendo un Saiyan che si allenava da quando aveva cinque anni, a prendere cinque in una cosa che faceva, e che sicuramente non stava facendo in quel periodo, da quando era nato.

<< Sono venuta a trovare mia nipote… ho saputo casualmente che si trovava qui in gita e sono venuto a farle una visita e a portare una cosa da parte dei suoi genitori >> spiegò indicando un pacco che, effettivamente, conteneva delle cose per lei da parte dei suoi genitori.

<< E chi sarebbe? >>> chiese curiosa per poi scoprire che era Pan. La ragazza si chiedeva come aveva fatto, in quei tre anni passati insieme tra alti e molti bassi (non era un genio in matematica la “piccola” Pan), a non accorgersi della somiglianza nei voti e nel carattere. Quella professoressa era capace di chiedere all’esame di maturità nome e cognome e, dopo aver visto i voti, di meravigliarsi di aver avuto un simile individuo nelle sue classi per cinque anni senza accorgersene.

Dopo una lunga rievocazione dei ricordi, Goten tornò a casa e tutti andarono a cenare. Il Saiyan aveva provato, su insistente richiesta della ragazza, a convincere la donna a far cenare Pan dalla nonna, ben sapendo che non sarebbe mai riuscito a farle cambiare idea e, come punizione, la povera ragazza non dovette mangiare un piatto di minestrone, cosa che non le andava molto a genio, ma ben due, facendo si che la fame che caratterizzava la sua razza scomparisse del tutto.

Dopo la “cena”, si organizzò un incontro tra alcune ragazze della sua classe e la classe di Onion, le quali costrinse Pan a partecipare, così come i ragazzi dell’altra classe a Onion che fu costretto a giocare alla cosa che odiava di più al mondo: obbligo, verità o giudizio. Si sedettero tutti al centro della stanza e iniziarono a porsi domandee a decretare obblighi e quant’altro. Al suo turno, la nipote di Goku non sapeva che chiedere perché non conosceva bene le ragazze non appartenenti alla sua classe ma si divertì a fare domande (visto che sceglievano tutti sempre verità o giudizio) dal tono piuttosto spinto. La cosa aumentò quando l’amico di Onion (quello che aveva pomiciato con Bra durante il film) portò varie bottiglie di alcolici e un po’ tutti, anche la stessa Pan, divennero brilli. Le domande, allora, divennero, piuttosto piccanti, iniziando a toccare argomenti non molto casti. Quando arrivò il turno della turchina, resa più spinta e più “coraggiosa”, fece domande e giudizi vari, e, quando arrivò alla mora, fece un ghigno malefico perché, forse per l’alcool, la figlia di Gohan aveva detto obbligo. Cosa doveva fare la poverina? Bhe… semplice! Doveva baciare Onion.

A sentire quell’obbligo, sia Onion, a differenza degli altri sobrio, sia Pan, che un briciolo di lucidità ce l’aveva ancora, arrossirono fino alla punta dei capelli ma, “esortati” dagli altri, o meglio, spinti nel vero senso della parola, si baciarono e, nel momento in cui i loro occhi si incontrarono per la prima volta e le loro labbra si toccarono, avvertirono nella propria spina dorsale un scossa elettrica.

Si staccarono immediatamente dopo, imbarazzati come non mai. Per vendetta, Pan riuscì a convincere Onion a chiedere, nel caso la turchina avesse scelto verità, come era andata con il ragazzo durante il film, nel caso in cui avesse scelto invece obbligo, di baciare lo stesso e, nel caso avesse scelto giudizio, di giudicare il suo modo di baciare.

La serata passò e, arrivata l’una di notte, decisero di chiudere tutto e andare a dormire, relativamente parlando: Bra e l’altra ragazza dormirono come dei ghiri, facendo russare Bra, cosa che non faceva mai perché troppo poco “chic”, mentre Pan ripensava a ciò che era successo, riportando alla mente immagini che, purtroppo, erano vere e più reali di quanto immaginasse. Nell’altra stanza, lo stesso fece Onion che, disturbato dall’amico affianco che non sapeva cosa stesse facendo nel sonno, per così dire (si stata, come dire, “accarezzando” O///O), si alzò e aprì la finestra, mettendo fuori la testa e inspirando l’aria satura di ossigeno di montagna.


Salve a tutti e Īsutā omedetō! Significa Buona pasqua ! ;) Cmq Scusate per il ritardo ma sono successi un sacco di problemi: sono stata impegnata tutta la settimana scorsa e questa, il cervello se n'è andato in vacanza e il mio computer ha cancellato il file del capitolo lasciandomi nella m****! Che nervi! >.< Siamo arrivati alla seconda parte della gita... il prossimo cap è a scuola ma non so se l'aggiornerò o il 5/4 o il 12/4... devo vedere come ritorno a scuola e quanto avrò da fare! :(( Spero vi sia piaciuto e che lo commentiate! ^.^ al prossimo :D

PS vedrò di aggiornare anche le altre mie storie in questa giornata... tempo permettendo :) grazie!

PS scusate per eventuali errori di grammatica e ripetizioni! :) provvederò al più presto di modificare!

 

 

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