A Love Story in Twenty-one Letters di _helianthus (/viewuser.php?uid=130720)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # ***
Capitolo 2: *** # ***
Capitolo 1 *** # ***
Roba seria oh (?)
Dedicato con amore
a:
Ninjagirl,
altrimenti detta da me Gaia. Lei che mi sopporta pazientemente e che
quando le chiedo come sta non risponde mai dicendo che sta male. E'
un'aliena, ma come caspita fa. ò_________o Comunque, ti
ringrazio perché esisti (?) e perché leggi ogni
mia
cragna (?) puzzolente (?) e perché anche decidi di dividere
le
tue idee più meravigliose con me. Mia amata
Françis o
Françoise, che anche se a me non piace più
Hetalia ti
compro io gli altri due volumi e se cerchi di pagarmi ti dico che ti
odio(anche se tanto non sarebbe vero). Damigella dei pomodori--PFFFFT.
A parte questo, la prossima volta che vieni qua non azzardarti a
gridare per strada, eh, ti ricordo che il mio è il paese del
silenzio e che qua non si grida! E il gelato te lo compro io,
altrimenti ti picchio. O picchio la tipa simpatica che ci vende il
gelato. Ho cambiato scarpe, così scappando nel parco non mi
volano via. Ho deciso che in una mia fiction devo mettere Demete
ubriaco con la camicia hippy e i papaveri in mano. Ho anche deciso che
la prossima volta che vieni ti faccio vedere il giardino di casa mia e
la palma morta. E il mio acero. Ma che te ne frega? :D Ho anche deciso
che questa dedica è lunga e che la finisco qua. E la
prossima
volta che vengo a casa tua mi porto un mouse mio.
Ti voglio bene. ♥
[Il cuoricino bluuu
scuro come i capelli di Yuuichi. çuç (?)]
[1] Astrea è la Dea greca della sorte. [Ringrazio Wikipedia.]
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
~ A Love Story in Twenty-one Letters ~
[Diciamo che è
qualcosa che dovrebbe/potrebbe sembrare una HerAfu,
ma alcune parti
direi che non ci azzeccano per nulla.
Ogni cosa (?) racconta un pezzo di
vita di Hera e Afuro.
Tutti i pezzi sono
in ordine scronologico
e quindi scollegati.
Se li collegate vi
stimo. (?) Buona (AHAHAH no.) lettura.]
| Andiamo in un mondo di ombre |
"Nettare degli Dei." "Già." "Inquietante." "Già."
"Davvero non hai paura, Afuro?" il capitano non rispose. Sì,
ne
aveva, di paura. Ma no, non poteva dirlo in quanto capitano nella
squadra. La squadra prima di tutto, i propri giocatori prima di tutto
"No. Fino a quando siamo tutti assieme, non c'è bisogno di
avere
paura." "Quindi non te ne andrai mai, vero?"
Afuro rimase a fissare quel liquido trasparente simile ad acqua dentro
al suo bicchiere di vetro. Non se ne sarebbe andato? No, non lo avrebbe
fatto. Si stavano per lanciare in un mondo nuovo, terribilmente e
atrocemente nuovo. Un mondo di ombre, che non conoscevano e che
probabilmente gli si sarebbe rivoltato contro. "No, non me ne
andrò mai."
L'intera Zeus, non solo Hera, si legò al dito quella
promessa mai mantenuta.
| Bambola rotta e ricucita |
Afuro sentì un rumore nel petto. Il suo cuore si stava
accartocciando malamente, ripiegandosi su se stesso con atroce
lentezza. Non si sentiva male, no. Non
si sentiva e basta.
Dopo la paura, la sconfitta, e dopo la sconfitta, l'umiliazione di
essere a terra, distrutto, mentre il proprio avversario festeggiava una
vittoria assolutamente meritata. Sentì vagamente una mano
sulla
spalla sinistra, una voce gli arrivò lontana a un orecchio
"Abbiamo perso." se ne avesse avuto la forza, si sarebbe alzato
gridandogli contro, ma si trattenne quando, voltando lo sguardo verso
Tadashi al suo fianco, vide che i suoi occhi -i suoi meravigliosi occhi
grigi- erano velati da lacrime. Capì solo in quel momento,
che
per il famigerato Comandante
loro non erano che inutili burattini, bambole.
Bambole che ora erano
rotte. Forse un giorno sarebbe riuscito a ricucirle, tutte quante.
| Cercando
la pioggia nel mare |
"Afuro Terumi!" il grido di un ragazzo molto ben conosciuto gli fece
alzare lo sguardo, rimasto per troppo tempo a fissare la superficie
dell'acqua. Effettivamente, cosa stava facendo seduto sulla sabbia
bagnata, a fissare il mare? "Ieri ha piovuto, sai, la sabbia
è
bagnata." "Lo so che ha piovuto, e comunque siamo a ottobre. Non mi
sembra il caso di andare a prendere il sole con questo tempo schifoso,
l'estate è finita." "Il
sole bacia i belli, sempre."
si vantò "E comunque non mi stavo abbronzando. Ieri ha
piovuto
sul mare." "Ti ho detto che lo so. E ora vieni a cenare." "Ma non
è triste?" "Cosa?" Hera si stava spazientendo "Ogni goccia
cade
per essere d'aiuto, ad esempio per bagnare i campi o riempire i fiumi.
E'
triste che una goccia si disperda inutilmente in altra acqua."
Hera scosse la testa, di certo non lo avrebbe mai compreso a fondo.
| Diciassette tiri di dadi |
"Fermo!" Hera tentennò "Fermo cosa?" "E' l'ultimo tiro che
fai. Se esce una somma dispari, perdo la scommessa e devo pagare pegno.
Spero che tu abbia fatto un torto ad
Astrea[1]
in passato."
Il castano semplicemente non rispose, scuotendo e aprendo la mano,
lasciando che i dadi scivolassero sul tavolo di pietra. Afuro
fissò intensamente i due cubetti bianchi e neri.
Quando i due dadi si fermarono, i risultati erano 6 su uno e 5
sull'altro.
A Terumi caddero le braccia, mentre Demete e il resto della squadra
cominciavano a ridere e a sghignazzare. "Non è possibile!"
"Eppure è così." "Non capisci! Hai fatto
diciassette
tiri, il diciassette porta sfortuna!" Tadashi si
alzò
pigramente in piedi, sotto lo sguardo divertito della Zeus "Insomma,
Afuro..." il castano si chinò sul viso dell'altro "Quante
storie per un bacio."
| Era giovane come loro |
Afuro rientrò in casa, sorridendo "Papà
è a
casaaa!" "Yeee, ma che gioia..." "Non dirmelo, dai, sto andando in
visibilio." "Ragazzi, siete dei veri bastardi. Però avete
ragione." il biondo rimase un po' perplesso dal bentornato che gli era
stato gridato rispettivamente da Hinano, Makoto e Tadashi. Lui tornava a casa e veniva
insultato così?
Non li avrebbe perdonati. "Insomma! Siete delle persone cattive! Io
alla vostra età non ero come voi!" Tadashi gli apparve
improvvisamente dietro, ridendo "Ah no? E com'eri?" "Un giocatore di
calcio come loro, sì, ma solare, allegro e--" "Rompiscatole,
dittatore, intoccabile e molto fashion." "Soprattutto molto fashion,
comunque non mi hai ancora dato un bacio." Hera ridacchiò
"Non
c'è scritto da nessuna parte, che quando tu torni a casa io
ti
debba dare un bacio." "Sarebbe gradito." "Non davanti ai nostri
bambini." "Bambini a chi?" sbuffò Hinano con un certo
disappunto. "Non davanti ai nostri giovani, ecco."
| Foresta
di idee
|
"Demete, tu mettiti lì! No, no, lì, dico, al
posto di
Hepai! Icarus, vuoi provare a giocare come difensore? Ecco, Athena, tu
prendi il posto di Ika, mentre Aporo viene qua avanti e vediamo se
funziona questa formazione!" Hera lanciò uno sguardo
disperato
al povero Athena, posizionato a difendere una porta che sarebbe stata
superata varie volte. Demete si mise in ginocchio, implorandolo di fare
qualcosa nei confronti del capitano. Aporo ebbe una lieve
paura di rimanere schiacciato, se fosse partito all'attacco. Icarus si
fece legare le mani dietro la schiena da Artemis, sperando di riuscire
a non usare le mani durante l'allenamento.
"Il capitano non capisce ancora che noi i nostri ruoli li abbiamo
già." "Hera, non lamentarti, che diamine. Tu sei comunque a
centrocampo! Come caspita faccio a correre con le mani legate?!"
Me lo sto chiedendo
anche io, si disse Hera, mentre pensava decisamente che
Afuro in testa avesse una foresta di idee. Tutte malate, ovviamente.
| Girando l'angolo |
Afuro pensava assolutamente che la sua scuola fosse stupida e assurda.
Non che non gli piacesse, no, lui amava tutto quel bianco luminoso e
quello stile greco. Ma era piuttosto monotona e a quel punto troppo bianca. Lui
era luce pura,
doveva risplendere ovunque, e con tanta luminosità in
quell'edificio non poteva riuscirci di certo.
E poi, quella divisa così bianca si mimetizzava con il resto
della scuola, quelle classi bianche e tutto il resto così
terribilmente bianco. Quando sarebbe morto, avrebbe voluto vedere nero,
a questo punto.
Quando però uscendo dalla sua classe bianca, con indosso
quella
divisa bianca che si mimetizzava con la scuola bianca, girò
l'angolo, amò la sua scuola. Si era appena scontrato con
qualcuno di ben conosciuto.
"Scusa Tadashi, non ti avevo visto! E' tutto così bianco!"
un sorrisino nascosto, girando l'angolo.
| Ho terrore di |
Afuro
fece un salto sulla sedia mentre apriva l'astuccio, girandosi di scatto
con sguardo decisamente furioso. "Aporo! Smettila! Quante diavolo di
volte dovrò ripeterlo?!" il biondino sentì la
risata
sommessa del ragazzino dietro al suo banco, tornando a girarsi e
togliendo un ragno di gomma dal proprio astuccio. Poi si
voltò
nuovamente, alla ricerca però di un'altra persona.
"Signorino Tadashi Hera!" alzatosi in piedi, puntò l'indice
contro il suo ragazzo, tranquillamente appoggiato al banco del suo
amico Arute Saneki. Questo voltò lo sguardo verso il biondo
con
aria interrogativa.
"Sei scorretto, Tadashi!" sbuffò Terumi "Io ti dono la mia
fiducia e tu la sprechi così?" il ragazzo sembrava avere la
tipica aria da melodramma per ragazze. A Hera ricordava vagamente una telenovela tedesca.
"Ti avevo chiesto di non dire a nessuno che io ho il terrore dei
ragni!". Hera alzò gli occhi al cielo.
| Infine lascia che io pianga |
Hera sbuffò, chiudendo gli occhi. Con la testa appoggiata
alla
spalla nuda di Afuro, gil sfuggì un singhiozzo. Il biondo lo
strinse ancora di più, nel buio, sospirando. "Non essere
triste,
Tadashi..." fu il sussurro di Terumi "Sono qua... Con te." Hera
inizialmente non reagì, singhiozzando ancora e ancora.
Quando
però lo attirò prepotentemente a sé,
facendo
scontrare i loro petti scoperti, Afuro sobbalzò, lievemente
spaventato.
"Oserei anche dire finalmente,
te la sei presa comoda prima di tornare, Afuro." "Allora non piangere,
almeno, no?" "Stupido." sbuffò nella notte un po' irritato,
Hera, per poi continuare "Sei un cretino. Ti devo ricordare che non ci
siamo visti per tantissimo tempo? Credevo non tornassi più.
E se
adesso te ne vai di nuovo? Guarda che ti conosco." "Hera... Lo sai che
dispiace anche a me, partire..."
"Allora non lamentarti con me se ho paura che tu te ne vada. E lasciami
almeno piangere, stupido."
| La pazienza (non) è la
virtù dei forti |
"Insomma!" sbottò l'ex-capitano della Zeus, decisamente
irritato
dal comportamento del ragazzo davanti a lui "Eh?" questo
alzò lo
sguardo dal suo giornale, apparentemente disinteressato all'insolito
scoppio del biondo "Non fare il finto tonto! Mi hai deluso!" Terumi era
in piedi, con addosso ancora il pigiama e piuttosto spettinato. Non lo
si sarebbe dovuto ignorare.
"Afuro." cominciò Hera con voce stanca, dopotutto erano solo le dodici e
quarantasette di domenica mattina -quasi pomeriggio, ormai- "Sono molto
stanco."
"Anche io!" ma il biondo non desistette "Non è ammissibile
ignorare una persona per un motivo stupido come questo! Anche la mia pazienza ha dei
limiti!"
Hera sospirò: era un così grande crimine
dimenticarsi di baciare il proprio ragazzo la domenica mattina?
| Mi domando se le stelle sono
illuminate |
Afuro Terumi chiuse con uno sbuffo il libro che stava leggendo. Hera lo
guardò con occhi annoiati. "Bene." "Bene cosa?" "Ho finito
di
leggere questo libro." "Bene." il castano sperò sinceramente
che
la conversazione si troncasse lì, ma si sbagliava. Dopo la
lettura di un libro o la visione di un film, la parte filosofica del
suo ragazzo prendeva
tragicamente il sopravvento.
"Era molto bello." "Ah sì? Cosa ti è piaciuto di
più?" "In verità ci sono molte cose che mi hanno
colpito." il biondo si posò un dito sulle labbra, assumendo
una
posa che agli occhi di Hera poteva solo essere assolutamente carina. Il
castano intravide la copertina del libro, e si alzò
sorridendo
"Sei illuminato, Afuro." "Eh?" quell'affermazione lo aveva lasciato
perplesso -e non aveva tutti i torti.
"Mi domando se le stelle
sono illuminate... perché un giorno ognuno possa trovare la
sua"
| Non aprire gli occhi |
Afuro sospirò, sedendosi sulla panchina dello stadio ormai
quasi
vuoto e lasciando cadere il borsone a terra. Era per quello che aveva
faticato tanto, che si era lasciato così tanto alle spalle?
Era
così stanco. Stanco, sfinito, deluso. Non poteva aver fatto
tanto per non ottenere nulla. Voleva davvero andare a sfidare il mondo,
ma la Inazuma Japan gli aveva rubato la gloria. Eppure, aveva pregato
così tanto
nella riuscita del suo progetto. Si era impegnato davvero per portare
avanti tutti i suoi sogni, i suoi sogni e quelli dei suoi ex-compagni
di squadra. Chissà come stavano loro, poi.
Rilassò le
spalle, lasciandosi sfuggire un lamento frustrato, per poi sentire
delle mani posarsi sul suo viso, coprendogli gli occhi. Dalle parole
che udì dopo, riconobbe quella
persona.
"Non aprire gli occhi, Afuro. Non aprirli, e i tuoi sogni saranno la
sola e semplice realtà."
| Ora resta nel profondo buio |
Hera fece un mezzo sorriso, vedendo il risultato della partita sul
tabellone. 10 a 0, avevano ovviamente vinto. Demete si girò
verso di lui, sorridendo superbamente. Aporo incrociò le
braccia
dietro la testa, Artemis si limitò a rilassare le spalle,
facendogli un cenno. Non una vaga ombra di umanità in loro.
Era impossibile, dire se dietro a quel volto di pietra si stesse
nascondendo un sorriso, se dietro a quel sorriso superbo ci fosse gioia
incontenibile. Sbuffò, abbandonando le braccia lungo i
fianchi.
Almeno era diventato famoso. Tristemente
famoso. Ma il peggio doveva ancora venire, quando Afuro si
girò
scrollandosi i capelli e avviandosi a occhi chiusi verso la panchina.
Sospirò. Era ancora costretto restare nel loro piccolo mondo
di ombre.
| Piacere di conoscerti |
Alla riunione del nuovo club di calcio, sembrava mancare solo
una persona.
"Afuro Terumi! Piacere di conoscervi!" Tutta la squadra si
girò
immediatamente verso la voce squillante e allegra che aveva appena
parlato. Solo Hera rimase noiosamente a fissare il vuoto più
totale. Poi la voce, o meglio, la persona a cui apparteneva la voce,
ricominciò a parlare "Sono il capitano della squadra,
è
un vero piacere conoscervi! Un po' di nomi li conosco già,
ho
letto i vostri dati, ma dobbiamo conoscerci ancora molto bene.
Voglio una
squadra unita e allegra!" Fece passare lo sguardo per la stanza,
fermandosi sulla figura di Tadashi, l'unico che non gli aveva rivolto
un minimo di attenzione.
"A cominciare da te, con quei meravigliosi occhi grigi." Hera si
voltò, sentendosi sorpreso da quel complimento "Piacere di
conoscerti, Tadashi."
| Quei giorni passati a |
"Papà, papà! Oggi fuori c'è un
super-vento!
Andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?" Tadashi aprì
pigramente gli occhi, scostandosi dal viso una rivista presa a caso e
usata solo per dormire meglio. Makoto e Hinano erano decisamente
entusiasti, per aver osato disturbare il suo pisolino pomeridiano. In
ogni caso, uscire con un vento così forte anziché
dormire
era una cosa che non poteva sopportare. Aveva troppo sonno per poterla
sopportare. "Perché non andate con Afuro?"
mormorò,
mettendosi seduto e carezzando i capelli biondi di Hinano. I due
bambini si guardarono a vicenda, decidendo poi di sedersi a terra e
fissare il proprio "padre". "Dice che con il vento gli si spettinano i
capelli." una pausa di pochi secondi, durante i quali Hera si chiese
perché mai avesse voluto sposare un uomo così
stupido.
Poi di nuovo.
"Papà, papà, c'è un supermega-vento!
Allora andiamo fuori a giocare con gli aquiloni?"
| Ricominciando a volare |
Hera diede un calcio stanco al pallone, con troppi pensieri in mente
per potersi concentrarsi davvero. Afuro in quel momento si trovava in
ospedale, e lui non riusciva a trovare nemmeno il coraggio di andare a
trovarlo. Perché, poi, non ci riusciva? Se lo stava giusto
chiedendo mentre si chinava a raccogliere il pallone e lanciarlo nel
cesto assieme agli altri.
Forse non c'era nemmeno un motivo troppo valido, forse non aveva solo
voglia di illudersi. Ormai, sapeva come era fatto il suo ex-capitano:
dopo la sconfitta della Zeus, si era unito alla Raimon, e ora che non
poteva più giocare nemmeno con loro sarebbe riuscito a
trovare
comunque qualche altra squadra nella quale infilarsi. Lo avrebbe
lasciato libero.
Avrebbe lasciato che l'angelo tornasse nel cielo, che splendesse
lucente come un tempo, che ricominciasse a volare più in
alto di
prima.
| Solo un altro giorno
di pioggia |
Afuro si
lasciò cadere sul
morbidissimo pouf della sala. Da quanto tempo non si annoiava
così tanto? La testa gli pulsava, addirittura, per la noia e
l'insoddisfazione.
La pioggia continuava a battere insistentemente
contro i vetri smerigliati e colorati della casa, opprimendolo in
quell'autunno così triste, così solo.
Si voltò, la pancia in giù, affondando il volto
nel
morbido cuscino e trattenendo il respiro per non sentire il forte odore
della pelle di cui era rivestito. Stava ancora aspettando, stava
aspettando un messaggio, o una telefonata. Per quanto ancora avrebbe
dovuto attendere? Non chiedeva molto, dopotutto. Una telefonata, da
lui. Come stai?,
avrebbe voluto sentire.
Va tutto bene. E' solo
un altro giorno di pioggia.
| Ti perderai nel bianco |
Hera odiava la sua scuola. La odiava, sì, perché
più che a una scuola assomigliava a un maledetto museo di
arte
greca classica, o a un tempio. Ripieno di statue a ogni angolo, e poi quei cosi bianchi
dove si poteva accendere il fuoco erano davvero brutti. Si trovavano a
ogni curva, e spesso ci era andato a sbattere contro per distrazione
--o forse perché non teneva gli occhi aperti mentre
camminava.
E poi, quella scuola era enorme e tutta bianca; enorme e non c'era mai
nessuno per i corridoi. A volte si chiedeva se non stesse semplicemente
girando in tondo, tanto era uguale in ogni aspetto.
Imprecò a voce alta contro tutti gli Dei greci o romani che
fossero, aprendo lo sportello del tanto suo agognato armadietto e
lanciandoci dentro la borsa con i libri. Il campo da calcio lo
aspettava.
"Ehi, Tadashi!" poi una voce conosciuta lo scosse "Che fai ancora qui?
Allenamento è già cominciato da un pezzo! Non dirmi che ti eri perso in
tutto questo bianco!"
| Un bambino caduto dal muro |
"Oh." Afuro si lasciò scappare una risatina, sfogliando una
pagina di un vecchio album "Che c'è, Afuro?" il biondo
sentì poi delle braccia circondargli il collo da dietro il
divano: era incredibile il modo in cui Hera riusciva a sentire ogni suo
minimo suono "Niente, stavo vedendo alcune mie foto di quando ero
bambino." "Scommetto che eri una teppa mostruosamente rompipalle. E
giocavi con le Barbie." Afuro lo picchiò con l'album
fotografico
"Sei cattivo! E comunque no, ero assolutamente carino e bellissimo."
Hera rise "Lo sei anche adesso, stupido." Afuro gonfiò le
guance, deciso a non perdonarlo così facilmente.
"Guarda qua, già da piccolo volevo volare come un angelo."
la
foto ritraeva un Afuro di otto, nove anni che si lanciava da un muretto
a braccia aperte.
"Volare come un angelo?" ironizzò Hera "A me sembri
più
un bambino che cade da un muro." Afuro lo picchiò con
l'album
fotografico.
| Vivere di nuovo |
"Allora, hai finito?" Afuro si voltò di scatto, trovando lo
sguardo indagatore di Hera a fissarlo "Finito cosa...?" "Di andare in
giro a zonzo per le squadre senza mai tornare a salutare. Sei stato
cattivo." la voce di quello
che era e forse continuava a essere
il suo fidanzato era particolarmente dura, e il biondo cominciava
sinceramente a preoccuparsi. Era vero, li aveva lasciati per ben due
volte -anche se con un enorme rimorso-, una volta per raggiungere la
Raimon e l'altra per scappare con i Fire Dragon. Probabilmente la vecchia Zeus non lo
avrebbe perdonato molto facilmente.
"Sai, Afuro..." il castano gli si avvicinò, poggiandogli le
mani
sulle spalle "Sei mancato così tanto, a tutti. Ora che sei
tornato..."
La sensazione delle labbra di Hera sulle proprie era, come sempre,
particolare e da brivido.
Si sarebbe potuto fermare su quella bocca all'infinito "Ora che sei
tornato, posso vivere di nuovo..."
| Zigomi a punta |
"Afuro, devo farti una domanda." la voce bassa e calma di Hera fu un
sussurro, in quel letto silenzioso. Era rimasto a fissare il profilo
del capitano alla luce della luna per alcuni minuti, e poteva definirsi
soddisfatto. "Sì?" "Sei una persona permalosa?" Terumi
aprì gli occhi cremisi, rivolgendogli uno sguardo curioso ma
stanco "Forse, un po'."
Tadashi lo fissò per qualche secondo "Allora non ti offendi
se
ti dico una cosa?" "Forse, un po'." Hera prese un respiro, pronto a
qualsiasi reazione.
"Hai gli zigomi a punta."
La prima cuscinata non tardò ad arrivare sulla sua faccia,
prima che potesse coprirsi con le braccia.
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
Buonaseeeeeeeeera.
Ho sonno.
Pensate che mi sono
affaticata un sacco solo per colorare le lettere e scrivere il titolo.
Nvu oggi fa quel cacchio che gli pare, evidentemente! Ma va bene
così. Devo ammettere che sono indecisa su quale sia stata la
parte più divertente. Scrivere è stato davvero
bello
(anche se rileggendo il risultato finale mi accorgo di aver scritto
solo una montagna di caFFate), ma anche cercare i titoli lo era. Ho
preso il vocabolario e cercato le varie lettere, mentre per alcune ho
utilizzato esperienza personale. (?)
Vi avverto subito che alcune potrebbero non essere
capite. La
stessa Ninja una volta mi ha detto che faccio ragionamenti
assolutamente contorti e non si capisce come arrivi alla fine
partendo dall'inizio. Alcune invece potrebbero essere non
capite
perché sono questioni tra me e la carissima Ninja--la
telenovela
tedesca della foca. ♥
Va be'.
Non ho letto nemmeno il Piccolo Principe, conosco solo quella citazione
(Mi
domando se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno
possa trovare la sua) e alcune altre, ma provvederò
velocemente
a comprare quel libro. Mi dicono che è bellissimo, quindi
varrà la pena! La verità è che Afuro
brilla di
luce propria, ecco. (?)
Un giorno Ninja mi disse "Ho sempre paura di cadere nel banale e di
fare cliché." Oltre al fatto che non so come si pronuncia
quella
fottuta parola che sembra molto francese (?), sono andata di brutto nel
banale per quanto riguarda molti aspetti di questa fanfiction.
x° O
meglio, mi ci sono tuffata a braccia aperte, mentre il banale rideva
gioiosamente. Detta così sembra una cosa piuttosto stupida.
Ahahah.
Principalmente questa fiction parla dei vari avvenimenti verificatisi
(?) nel corso della vita di Tadashi e Terumi, ovvero l'incontro, il
periodo con la Zeus, l'inserimento di Afuro nella Raimon, poi il
passaggio ai Fire Dragon, il ritorno e infine uno spicchietto (?) di
Go, giusto perché così la cara Ninja
può dare
sfogo ai suoi filmini mentali secondo i quali Hera è il
segretario di Afuro e Demete e Kirigakure le guardie del corpo, o
qualcosa di simile, ora non mi ricordo. (?)
Per me il colore degli occhi di Hera è indecifrabile, ma qua
sarebbe a metà tra il grigio e il lilla. Anche se viola fa
più arcobaleno, ma va be'. Afuro invece li ha rosso scuro, e
sono tanto belli. (?)
Ho riletto di nuovo. Fa davvero schifo, santo cielo, la HerAfu poi
è giusto in trasparenza/lontananza/inesistente/ti vedo non
ti
vedo.
Spero di non aver sbagliato l'alfabeto, e anche se ho riletto venti
volte potrei aver fatto errori di grammatica! Come si suol dire, (?)
abbiamo rimasto in pochi ha sapere la ittaliano! Portassimo havanti gli
nostri ideagli con detterminazzione e giustizzia. Eviva la gramaticca
dello Itaglia!
Dopo questa posso anche andare. Spero che vi sia piaciuto e bla bla,
tanto fa schifo. (?) :D
A presto!
-Pomela
che ha deciso d'ora in poi di fare sempre i cuoricini blu scuro ♥
Ps: Colgo l'occasione
per
annunciarmi un mio ulteriore cambiamento di nickname. "kilauea"
sarà il mio successivo nomignolo. Evviva le Hawaii. (?)
Pps: Sono un po' idiota, quindi avevo contato l'alfabeto anche con le
lettere straniere. Avete il diritto/dovere di picchiarmi brutalmente.
|
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Capitolo 2 *** # ***
FiDemo
(le dediche
sono lunghissime aiuto)
Dedicato con amore
a:
- melamelindah,
Roby. Ecco, Roby è semplicemente Roby. È
una delle prime persone che ho conosciuto sul web grazie a Inazuma. Io
non saprei proprio come ringraziarla per tutto. Tutto in generale (?),
o più semplicemente perché esiste. Okay, sto
andando
probabilmente sul banale, però io credo che sia davvero una
persona fantastica e che tutti dovrebbero stimarla (?) Non mi ha ancora
uccisa nonostante la mia convinta convinzione (?) nel fatto che Masaki
puzzi, e poi io quel personaggio proprio non riesco a farmelo stare
simpatico, ed è uno dei suoi preferiti. Non capisco
più
se la grammatica per me esista ancora o meno, ma insomma, abbiate
pietà. È una delle prime persone che ha anche
sostenuto
questa pair e una delle prime che ha pubblicato una shot su questi due
animali. ♥ Io come sempre arrivo in ritardo
perché ho un
tempismo da Shuuya, ma devo riuscire ancora a recensirla e intanto come
ringraziamento le dedico questa cosa. Che fa schifo, ma va bene, credo
che il pensiero sia la cosa più importante, no---*ferro da
stiro
in fronte* *palla di neve in fronte* *muore* ... Comunque, a te che sei
la mia Sovrana, a te che sei il mio Kurama a cui rompere le palle
e soprattutto il mio adorato imperatore Saru da cui scappare, dedico
tutto ciò. E non è altro che un ventesimo di
quello che
ti spetterebbe ♥
- Albicocca,
Miriam. Miriam è la mia suora. Miriam è la
mia suora/amante/un mucchio di altre cose. Miriam è qualcosa
di
indescribilmente fantapignoso (what cosa), un pozzo senza
fondo di
nonsense, simpatia, imprecazioni, imprecazioni verso Asurei, verso la
sua prof di italiano, verso il numero 2, verso mia zia, e tante altre
cose. È semplicemente un vulcano di meraviglia e non la
smette
mai di stupirmi. E poi è un fake tremendo: si professa tanto
suora e poi si fa corrompere da me a scrivere fanfiction non
esattamente caste. La sua otp è la KyouKina, però
le
piace anche la SaruFei e ha tentato in tutti i modi di spronarmi per
scrivere la SaruFei rossa per il contest. Alla fine non ce l'ho fatta,
però comunque il pensiero è stato molto
gentile--E ora
per scusarmi dato che non aggiorno Frailty e non faccio niente di
niente se non lamentarmi e raccontarti i fatti miei dedico anche a te
questa roba. Senza nemmeno un motivo preciso! È solo che ti
amo
e allora voglio dimostarti il mio amore in qualche modo. Anche
perché lei si scoccia, quindi mi pare proprio il caso di
darle
qualcosa da leggere, così magari non si scoccia. Forse.
Spero.
Ah ah. *ha già chiuso la scheda con ogni
probabilità* ...
In ogni caso, a te che sei la mia macedonia/obstsalat, a te che sei la
mia dolce Meia e soprattutto la mia mestruata (♥) Beta,
dedico
questo. Se ti pare, puoi anche scagliarmelo violentemente addosso (?)
- Flaine,
Cha. Ma vogliamo parlare di questa donna? Si chiama sistah ed
è/sarà mia moglie. Sì,
perché quando domani
incontro sua madre glielo dico che la sposo ♥ Cha -anche se
a
lei non piace che io la chiami così- è la mia
meravigliosa sorella e sposa marito, con la quale mi sposerò
in
un matrimonio gay tra lesbiche, e ovviamente entrambe vestiremo l'abito
da uomo perché quelli da donna sono molto fastidiosi e
difficili
da tenere. La sistah è solo e unicamente la sistah--come
cavolo
faccio a descriverla? Fantapignosamente meraviglierrima e tante altre
parole che non servono a niente. L'altra sera mi sono persa a scriverle
con il cellulare e poi andando in bagno senza luce ho scambiato i miei
dopo-sci per un gatto e ho preso un colpo. Non gliel'ho detto,
però sì ecco. Non è più una
dedica ma uno
sproloquio. Sappiate comunque che domani io la incontro e voi nah
perché lei è tutta mia e--no scherzavo. Comunque
le devo
assolutamente comunicare una cosa importantissimo: puzza,
e lei a me non potrà dirlo perché ora vado a
farmi la
doccia. *un comodino ottocentesco a propulsione la prende nello stomaco
e muore* ... Però comunque con te non ci ruolo quasi mai--se
non
ogni tanto raramente con Shuuya. In ogni caso, lei è la mia
meravigliosa conilia e io sono la sua scimia, e ama la SaruFei, quindi
non potevo escluderla dalle persone a cui dedicare questa ... roba, no?
♥
- tutti quelli che amano la SaruFei. Siete davvero
meravigliosi,
perché loro due meritano molta più attenzione e
perché sono semplicemente da sbav. Ora vi lascio.
Per concludere questa epopea infinita,
vi voglio bene. ♥
Note veloci: come nell'altro capitolo-perché voi credevate
che sarebbe finito lì, e invece quando ho voglia scrivo
ancora capitoli random di questa pseudo-raccolta di raccolte (?)-, le
varie drabble/qualsiasi altro
nome sono in ordine scronologico (?), e in più alcune
prendono
diverse opzioni. Nel senso, ad esempio, in una mettiamo ci sia la morte
di Saru (tranquilli, non c'è mica, come potrebbe una
come me scrivere su Saru che muore? NOOO che non c'è, NOOO) (-profonda ironia, profonda
ironia-) che
compie vent'anni e in un'altra la Feida viene sconfitta e loro
continuano a vivere da umani. È molto random tutto questo,
sì :'
Altra cosina: per quanto riguarda alcune lettere ho utilizzato alcuni
headcanon, miei e non. Divertitevi a trovarli (?), li
elencherò
nelle note a fine pagina. La SaruFei ispira troppi headcanon. Uh.
Ci si vede in fondo con le note. O con gli scleri?
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~
A Love Story in Twenty-one Letters ~
| Armati di pazienza. |
« E così tu sei Fei Rune. »
proferì il ragazzo davanti a lui, alzandosi con un
sorriso troppo largo
sul volto. Gli girò un po' attorno, osservandolo con fare
quasi
famelico. Roteò gli occhi quando si accorse che gli stava
osservando la schiena, o forse più specificatamente il fondoschiena.
Poi parlò di nuovo, e Fei ne fu quasi sollevato «
Devo
discuterne con Meia e Gillis, ma per me sei dei nostri. Anzi,
più siamo meglio è, no? Dopotutto non siamo in
molti, e
io voglio fare le cose in grande. » udì il rumore
dei
passi farsi più vicino, e fece per girarsi e stringergli la
mano.
Fu costretto ad arrestarsi, quando la mano di Saru gli si
posò molto simpaticamente sul sedere.
Più brividi gli percorsero per pochi attimi la schiena,
prima
che Fei si girasse e gli mollasse un sonoro schiaffo sul volto.
Mentre usciva tra le risate di Saru e un grande imbarazzo, camminando
impettito e con il mento alzato, pensò che si sarebbe dovuto
armare davvero di molta, moltissima, pazienza.
| Bruceremo la colazione.|
Nel momento in cui sentì due braccia circondargli la vita,
tentò di dare una gomitata alla cieca dietro di
sé. Saru
emise un gemito di dolore, segno evidente che era stato colpito. Minaccia sventata,
pensò Fei mentre tornava a concentrarsi sui pancakes che
stava preparando con molta calma. Saru era fondamentalmente
egoista: costringeva, quasi, Fei a cucinare per lui, e inoltre lo
tentava in modi non di certo casti
mentre questo tentava di assecondare le sue richieste « Una
cosa
per volta. » disse, lapidario, mentre il ragazzo dai capelli
bianchi sbuffava con aria annoiata « È inutile che
fai
così. Se continui, brucio i pancake e non li mangi. Una cosa
o
l'altra. Oppure entrambe, ma con calma. » lo udì
mentre si
riavvicinava di nuovo, sperando sinceramente che non avesse intenzione
di tornare all'attacco. Dopotutto non aveva autocontrollo infinito.
Però, quando Saru sollevò silenziosamente i
capelli che
gli coprivano il collo, baciandogli la morbida pelle scoperta, il
ragazzo fu costretto a lasciar perdere i pancake, definitivamente
lasciati a bruciare malamente.
| Coniglio pasquale.|
Fei sorrise mentre applicava un altro adesivo trasparente sull'uovo
colorato: raffigurava un coniglio bianco che sorrideva in direzione di
un piccolo pulcino giallo. Colorare le uova di Pasqua per lui era
sempre stato un divertimento. Lo aveva fatto per la prima volta quando
Saru aveva compiuto dieci anni, ed essendo giunto a metà
della
sua vita era piuttosto angosciato, malinconico. Il bambino quindi aveva
colorato alcune uova e poi ci aveva applicato sopra alcuni adesivi, con
l'intenzione di regalarle a Saru. L'altro ne era stato molto felice,
avevano pranzato assieme serenamente e Fei si era sentito molto
soddisfatto. Da quell'anno, Fei non aveva mai perso l'abitudine, anche
dopo essere tornati normali esseri umani, infatti, aveva continuato a
regalare ogni anno all'altro un cesto di uova colorate. Ma quello era
stato il primo anno in cui Saru gli poneva una richiesta
così
sfacciata: Fei non aveva davvero potuto evitare di andarsene
palesemente imbarazzato e offeso quando il più grande gli
aveva
posto la innocente richiesta di vestirsi da coniglietta, con tanto di
tacchi alti e calze a rete.
| Documentari fortemente ambigui. |
« Feeeeei~
» quel
tono proprio non gli piaceva. Di solito lo usava precedentemente ad un
disastro irreparabile, o a qualche richiesta insostenibile, o a
qualsiasi altro genere di apocalisse infinita. A volte, anche quando
sentiva la necessità di un po' di semplici coccole, che
purtroppo spesso e volentieri andavano a finire in situazioni non
proprio adatte alla visione di qualsiasi fascia di età.
Ripetè il suo nome per una seconda e poi una terza volta.
Eppure
lo aveva costretto a guardare la tv solo mezz'ora prima, possibile che
non ci fosse davvero nessun programma stupido da guardare per tenerlo
impegnato? Voltò il viso lentamente, lanciando uno
sguardo
alla televisione e scoprendola sintetizzata su un canale famoso per i
suoi documentari sul mondo animale. « Oh no, »
cominciò, afferrando il pesante libro di letteratura pronto
a
essere usato in caso di necessità « tu non vuoi
davvero tentare di adescarmi solo perché guardando un
documentario sui conigli hai scoperto che si riproducono ad una
velocità spaventosa, non
è vero?
» ma Saru non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, battuto
sul
tempo dalla copertina di un libro che contava all'incirca ottocento
pagine.
| Ecco, mamma, papà... |
« Mamma,
papà, devo darvi una notizia: io e Saru ci siamo
ufficialmente fidanzati. »
Il silenzio più totale -più inquietante- cadde
immediatamente nella stanza dove i quattro stavano cenando. Kinako
smise di versare l'acqua nei bicchieri, Asurei sollevò gli
occhi
dal proprio piatto, incrociando lo sguardo teso di Saru. Sei un uomo morto,
voleva comunicargli,
preferisci essere sepolto o cremato? Allora il ragazzo si
voltò verso Kinako, sperando di trovare in lei una madre
apprenziva ma comprensiva.
Ebbe in risposta solo un "Ti
sventro"
mimato con le labbra. Allora, da sotto il tavolo, cercò la
mano
di Fei e la strinse con una paura evidente negli occhi. Per istinto
paterno, Asurei se ne accorse e pestò con violenza il piede
destro di Saru, facendolo gemere dal dolore. Subito l'altro ragazzo si
voltò verso di lui, con aria preoccupata, mentre il padre si
alzava sorridendo in piedi e afferrando Saru per le orecchie.
Mentre veniva trascinato
fuori, quasi con
le lacrime agli occhi, Saru sussurrò un sentito "Ti
ho amato" in direzione
di Fei.
| Fin dove puoi arrivare.|
Fei afferrò con una certa irritazione il suo cuscino e se lo
premette con vigore sul volto. Era
una tortura insopportabile. Anche se non lo stava vedendo,
era sicuro
che Saru stesse sorridendo. Se solo avesse potuto picchiarlo, lo
avrebbe fatto nell'immediato. Lanciò uno sguardo
all'orologio
sul comodino, e poi sussurrò preghiere che Saru non
sentì, smettila,
ti scongiuro,
ma tanto quello avrebbe sicuramente continuato ancora per tutta la
notte. Gemette di frustrazione nel momento in cui Saru si
fermò
per pochi secondi, salvo poi ricominciare con ancora più
convinzione. Ti odio, ti
odio, ti odio,
sussurrò ancora, mentre il sudore ricadeva dal suo petto e
dal
suo collo sul letto. Già in estate addormentarsi era
particolarmente difficile, con l'aria calda impossibile da scacciare,
ma torture del genere erano inumane anche per uno come Saru, che
arrivava a limiti indecenti per chiunque.
Già,
perché le serenate notturne sotto la sua finestra erano
qualcosa di semplicemente insopportabile.
| Guarda che è solo un
gatto!|
Saru si voltò verso il suo ragazzo nel momento in cui questo
si
fermò inspiegabilmente in mezzo alla strada. Quel giorno
erano
usciti assieme a Gillis e Meia per una specie di appuntamento a
quattro, anche se alla fine si erano divisi e avevano prefissato di
ritrovarsi dopo due ore in una gelateria nei dintorni. Saru e Fei
avevano camminato a lungo, e proprio mentre stavano per arrivare nel
luogo dove avrebbero incontrato gli altri due, Fei si era fermato
irrigidendosi e cominciando a tremare in mezzo alla strada. Saru
tirò fuori una mano dalla tasca, afferrando quella di Fei e
stringendola « Be'? Che hai? » chiese con un misto
di
scocciatura e curiosità. L'altro balbettò
qualcosa,
andando poi a nascondersi dietro a lui. Saru puntò gli occhi
nello stesso luogo che prima stava osservando Fei, e intravide un gatto
che li osservava con fare annoiato « È solo uno
stupido
gatto! » rise, e poi lo scacciò via muovendo le
braccia
« Sei proprio un coniglio frignone, tu. » ma la
voce di
Gillis interruppe l'inizio di quella discussione che non sarebbe di
certo finita bene.
| Hai un momento? |
Fei sfogliò
un'altra pagina del
libro che stava leggendo, dondolandosi placidamente sulla sedia.
Adorava leggere i libri che parlavano in particolare delle antiche
leggende giapponesi, e in più trovava in Meia una ottima
compagna di lettura. Entrambi avrebbero passato tutta la vita
all'interno della biblioteca, se solo non avessero avuto richiami esterni,
quali i rispettivi fidanzati. Gillis ogni tanto li raggiungeva e faceva
compagnia a Meia durante le sue letture, commentando a ridendo assieme
a lei, ma, per grande disappunto di Fei, Saru non era un lettore
così accanito. Passava in biblioteva solo nei momenti in cui
litigava con lui, per documentarsi leggendo libri di dubbio genere
e trovare nuovi spunti per riavvicinare a sé il
più
giovane. Lo odiava quando si comportava così. Era davvero
stupido: credeva servissero certi atteggiamenti per farlo redimere? Poi
lo sentì entrare in biblioteca, toccandogli dolcemente una
spalla e chiedendogli se per caso avesse qualche momento da passare nel
suo ufficio per discutere.
Inutile dire che una
manciata di
minuti dopo si stavano baciando appassionatamente quasi completamente
distesi sulla sua scrivania.
| I paesaggi di ieri. |
Garo sospirò mentre imballava un altro scatolone pieno di
libri
« Saru, mi sto stufando di impacchettare libri su libri. Era
proprio necessario? » l'imperatore rise, mentre tristemente
osservava fuori dalla finestra i mezzi che a breve avrebbero abbattuto
la base della Feida. L'unica cosa che lo rincuorava era che al suo
posto sarebbero sorti un orfanotrofio e un parco «
Sì.
Ordini della mogliettina
imperatrice. » e si beccò uno sguardo
di rimprovero da parte di Meia « Perché la cultura
è importante,
sai, Garo. » scimmiottando la ragazza, si chinò a
raccogliere uno scatolone e poi scese le scale per portarlo fuori in
una sistemazione temporanea. Dopo pochi giorni, la base della Feida
venne abbattuta, e l'anno dopo i fiori e i bambini popolavano quel
luogo che in precedenza era stata una specie di caserma militare.
« È tutto così diverso. »
sussurrò
Saru, e Fei rispose raccogliendo con un sorriso un sasso e lanciandolo
in una larga pozza d'acqua. Aveva appena piovuto, e nessun bambino
giocava sulle giostre del parco « Lo preferisco ora, in
realtà. » ammise con un po' di timidezza, e Fei
asserì con un semplice bacio.
| Languida lussuria. |
Fei cominciava a non capire più niente. Se non fosse stato
per
Alpha, che al suo fianco lo sosteneva con una sobrietà
incredibile, sarebbe già caduto a terra per restarci
probabilmente tutta la notte. Nonostante la confusione che regnava
nella sua mente, però, riconobbe fermamente il profilo del
corpo
slanciato di Gamma avvinghiarsi al petto di Saru. L'odio lo invase,
mentre il suo ragazzo tentava disperatamente -o forse era solo una sua
impressione- di liberarsi dall'altro. Tentò di convincersi a
scusarlo solo perché erano finiti tutti e quattro ubriachi,
tranne Alpha che aveva davvero poca propensione a ubriacarsi. Saru era
imperdonabile: conosceva bene i suoi limiti, ma pareva non curarsene e
amava far impazzire Fei trasgredendo le regole che avevano fissato
tempo prima. Prima che Alpha lo trascinasse fuori dal locale,
lanciò un ultimo sguardo verso Saru e intravide un lampo di
accusa nei suoi occhi. Reciprocamente gelosi l'uno dell'altro e
stupidamente inconsapevoli, si lasciavano abbandonare a una lussuria
languida che lentamente li avrebbe uccisi.
| Ma quello non è...? |
« Gli
allenamenti di oggi sono
stati davvero stancanti. » « Forse è
anche la
conseguenza delle vacanze... Eravamo fuori allenamento, non siamo
stati molto intelligenti nel lasciare perdere tutto quanto per ben tre
settimane. » « Andare al mare però
è stato
bello. Si sono divertiti tutti. Non posso mica obbligarli a morire
allenandosi così tanto. » « Ammettilo
che hai
acconsentito solo per vedermi in costume da bagno. » Saru
rise
mentre entrava nella propria camera, seguito dal suo ragazzo.
«
Potrebbe essere, ma comunque resta il fatto che sia stato un
allenamento piuttosto stancante. » « Facciamo una
doccia?
» propose Fei, sapendo che di solito l'altro non disdegnava
quell'opzione « Potremmo, ma non ne ho molta voglia.
Piuttosto mi
farei una dormitina. » « Forse anche io dormirei un
pochino. Abbiamo tempo prima di cena, no? » «
Già!
Ma piuttosto, quello lì non è un letto?
» «
Oh, ma guarda! È proprio un letto, sì! Che
strano, un
letto in camera, non l'avrei mai detto! »
Letto sul quale si erano già buttati mezzo secondo dopo.
| Non voglio più
vedermi.|
Sua madre gli diede uno schiaffo. Era ormai il terzo in pochi minuti, e
per questo sembravano aver diminuito di intensità. Avrebbe
quasi potuto definirlo una
carezza, se solo non fosse stato seguito da molti insulti,
tra i quali aveva riconosciuto solo una parola: sparisci.
Papà era morto solo una settimana prima, e la mamma sembrava
davvero nervosa, ancora più di quanto non lo fosse prima.
Forse perché si
erano ritrovati pieni di debiti? E senza papà non c'era
nessuno
a lavorare? Oppure perché lui era lì? Saru,
comunque,
decise di scappare in camera sua. Papà era morto solo una
settimana prima. Probabilmente di overdose,
nonostante Saru non
conoscesse il significato di quella parola. In realtà non
gli
mancava poi così tanto, dato che suo padre lo aveva sempre
trattato male. Solo una cosa sapeva: anche mamma sarebbe morta prima o
poi. Forse si sarebbe uccisa, dopotutto erano davvero pieni di debiti.
Si guardò nel riflesso della finestra, osservando
soprattutto i
suoi occhi viola: era tutta colpa sua. I ragazzi grandi avevano
ragione, allora, a picchiarlo.
Non avrebbe più voluto vivere.
| Ormai è troppo tardi. |
Kinako urlò, mentre il figlio le puntava una canna di
pistola
addosso. O meglio, non la puntava a lei, ma l'uomo che la stringeva tra
le braccia. Fei fissò entrambi con riluttanza, ricordando le
parole di Saru in merito a quello che suo padre aveva fatto. Mentre
Asurei lo pregava, dicendo di essere cambiato e di voler ricominciare,
il ragazzo si ripetè alcune parole, come un mantra. "Uccidilo, uccidilo, uccidilo."
Portando lo sguardo dai genitori alla pistola, si accorse che era stato
proprio Saru a prestargli l'arma. "È la mia," aveva detto
"voglio partecipare in parte al suo assassinio. Spero ti sentirai
soddisfatto, dopo." Fei chiuse gli occhi per un attimo, per poi
avanzare a grandi passi verso Asurei e spingendo via malamente la
madre, strappandola dalle sue braccia. Il padre lo guardò
con
occhi consapevoli e arrendevoli, lasciandosi cadere a terra dopo un suo
calcio ben assestato sulla lunga tunica bianca. Sollevò di
nuovo
l'arma, prese la mira e poi un respiro: premette il grilletto. Lo sparo
rieccheggiò per pochi attimi, sotto gli occhi increduli dei
suoi
ex-compagni di squadra, mentre Kinako correva piangendo dall'uomo che
aveva amato. Ma era
già troppo tardi.
| P e r d o n a m i. |
Fei si
inginocchiò davanti a quella
che era la sua definitiva sconfitta. Avevano perso. Avevano perso
contro Saryuu Evan e tutti i Second Stage Children. Aveva sempre
temuto quella possibilità, ma si era sempre convinto a non
pensarci.
Alcuni dei difensori della Raimon presero a fissarlo con una certa
insistenza, quasi a volerlo colpevolizzare. Se lui non li avesse
traditi, forse non sarebbe finita così. Non aveva la forza
di alzare lo
sguardo, ma poteva giurare che Yuuchi, Yokka, Chet, e il resto della
Garu lo stessero guardando con fare sprezzante, così come
tutto il
resto della Feida. Anche Saru, che diceva a gran voce e con superbia
parole che Fei non stava ascoltando, gli si avvicinava lentamente.
Udì
un solo "Anche se siamo
stati traditi, abbiamo vinto. Arrendetevi
davanti a questa superiorità!", prima di
ricevere un doloroso calcio in
viso da parte del suo ex-imperatore. Mentre saggiava il sapore ferroso
del sangue, lo guardò sussurrando una sola parola.
Perdonami.
| Quello sguardo lo attirava.|
Fei osservò per lungo tempo gli occhi di Tenma, prima di
uscire
allo scoperto e salvarlo dalle pallonate violente del Protocol Omega.
Si guardò per un attimo l'orologio al polso, e
constatò
che mancavano ancora svariati minuti prima dell'arrivo di Wonderbot,
forse era meglio aspettare ancora un po'. E poi, quello sguardo lo
attirava. I suoi occhi gli erano particolarmente familiari, era certo
di averli già visti e di esserci già affogato
dentro
molte volte. Gli ricordavano qualcosa, o per meglio dire, qualcuno.
Erano semplicemente belli,
luminosi, grandi, un po' caldi, impazienti, molto sconsiderati.
Probabilmente in quel momento Tenma stava soffrendo molto, ma il suo
sguardo esprimeva una tale forza
da spaventare chiunque. Tranne Alpha, probabilmente, che continuava ad
osservarlo con astio, nella semplice attesa che stramazzasse a terra
incapace di reagire. Era certamente testardo,
ecco un altro aggettivo da associare al suo sguardo. Il capitano del
Protocol Omega si preparò ad un calcio particolarmente
violento,
e Fei uscì con un balzo dal suo nascondiglio.
| Rumore sordo.|
La neve cadde dal tetto con un fastidioso rumore sordo. Fei interruppe
la lettura del suo libro, lanciando uno sguardo verso la finestra. La
neve continuava a cadere senza fermarsi, ora più lenta e ora
più veloce, sembrava quasi che i fiocchi stessero danzando.
Si
sistemò meglio nel letto, mentre Saru ancora addormentato al
suo
fianco si avvinghiava al suo braccio destro, cercando di tirarlo
disteso. Fei sbuffò: da quando erano diventati entrambi
umani
Saru si era quasi rammollito. Pretendeva di rimanere a letto tutto il
giorno, e non aveva mai voglia di studiare. Concentrato su un passo
particolarmente interessante del libro, non diede molta attenzione al
suo ragazzo che si era appena messo seduto nel letto, baciandogli una
spalla nuda e pregandolo silenziosamente di distendersi con lui.
Voltò un poco il viso facendo scontrare le loro labbra, e
poi un altro rumore sordo lo fece distrarre brevemente.
| Sguardi indiscreti.|
Una sedia strisciò sul pavimento e un pugno
sbattè sul
tavolo. Il tutto così rumorosamente da distrarre tutta la
lunga
tavolata dal proprio piatto e farla voltare verso la persona che si era
appena alzata in piedi con fare irato. Persino Gamma distolse lo
sguardo dagli occhi violetti di Saru, che ora fissava un po' sorpreso
Fei. Questo, appunto, aveva appena attirato tutta l'attenzione su di
sé
interrompendo anche il dialogo che stava tenendo con Alpha. «
...Quindi? » disse timidamente Beta, prima che Fei lanciasse
un'occhiataccia verso il proprio ragazzo e se ne andasse a grandi passi
fuori dalla sala mensa. Dopo un anno dal torneo Ragnarock, i ragazzi di
El Dorado e Feida erano soliti ritrovarsi assieme ogni tanto per
passare qualche ora in compagnia. Fei, purtroppo, diventava sempre infinitamente
nervoso in quelle occasioni. Saru fu spaesato per poco, e poi lo
raggiunse correndo fuori. La cena riprese con un po' di stupore mentre
all'esterno Saru si scusava con il suo ragazzo per aver
guardato per più di cinque secondi il sedere di Gamma.
| Tra due minuti è
primavera.|
Saru si accucciò meglio sotto la giostra dove si era
riparato
assieme a Fei. Spostò lo sguardo sul suo
ragazzo, esausto, che però fissava con interesse
alcuni
fiori delle grandi aiuole del parco. Fei si lasciò scappare
un
soffio di approvazione, mentre lentamente usciva dal nascondiglio per
raccogliere alcuni fiori. Alla luce della luna, il profilo del suo viso
risultava ancora più bello, e il cuore di Saru perse
involontariamente un battito. Fissò il fucile che giaceva ai
suoi piedi, e lo spinse via amaramente con un calcio: mancava poco allo
scoccare della mezzanotte, tra una manciata di minuti sarebbero
arrivati sia la primavera che il suo ventesimo compleanno. Come regalo prima di
morire aveva preteso una breve
gita distruttiva
a Tokio, accompagnato da Fei. Questo si riavvicinò a lui con
un
mazzo di fiori, sorridendo « Sono asfodeli. I fiori del
rimpianto. » gli disse, mentre Saru chiudeva gli occhi
silenziosamente, abbandonandosi alla morte: gli accarezzò il
viso, pulendolo da alcuni schizzi di sangue « Tra due minuti
è primavera. Buon
compleanno, amore. »
| Una ripercussione violenta.|
Saru lo sbattè senza grazia contro il muro, e Fei gemette.
In
risposta gli morse le labbra fino a farle sanguinare, ma non si
fermò per pulirle. La febbre lo rendeva ancora
più
violento, e Fei si fece un appunto mentale riguardo a quel fatto, ma
poi venne subito distratto a causa del freddo che provava alle gambe:
il ragazzo dai capelli bianchi non sembrava avere intenzione di perdere
tempo, considerando che gli aveva appena tolto senza troppi complimenti
sia i pantaloni che l'intimo. Prima di continuare, però, si
soffermò di nuovo sulle sue labbra, afferrandogli con
entrambe
le mani il volto e spingendolo in un altro bacio piuttosto rude. Quando
si staccarono, Fei non si trattenne dal tirargli uno schiaffo sul
volto. L'altro sghignazzò, e poi lo spinse sul letto sfatto,
sovrastandolo ancora con il corpo. Il più piccolo non aveva
davvero immaginato una ripercussione così violenta nel
momento
in cui aveva riso del suo pigiama decorato con simpatiche scimmie e
piccole banane gialle.
| Vaneggiamenti da sbronza.|
« Perché è palesemente ovvio che lui mi
ama! » sollevò la mano destra, che stringeva ormai
la sesta -o settima?- bottiglia di birra « Perché
non me lo dice ma lo pensa. È palesemente ovvio!! »
Gillis alzò un sopracciglio, chiudendo definitivamente la
finestra e raggiungendo Meia in camera da letto. Quella stava leggendo
un libro, già distesa comodamente tra le coperte, e
alzò brevemente lo sguardo con aria tra il divertito e
l'esasperato « È di nuovo ubriaco? » il
ragazzo scosse il capo e sospirò, socchiudendo la porta in
modo tale da non sentire in nessun modo i lamentii di Saru «
Sì, andando avanti così finirà in coma
etilico prima che tu possa solo accorgerti del vomito che ha lasciato
sullo zerbino. » « Gillis, che schifo.
» « Lo immagino, cara. »
« Lui mi ama!
E ho già deciso che domani si dichiarerà a me,
perché sì e perché io sono
meraviglioso e tutti mi amano. Vero, Soccy? » il gatto di
Gillis sembro quasi sospirare,
mentre lentamente si accovacciava sbadigliando, intenzionato a dormire
nonostante i vaneggiamenti da sbronza di Saru.
| Zero ricordi.|
Gli aveva tolto tutte le memorie. Le aveva fatte sue, di nessun altro.
Lentamente scopriva tutto il passato di Fei, ed era solo e unicamente
suo. Lo monitorava silenziosamente dal suo ufficio, sorridendo di tanto
in tanto quando lo coglieva in atteggiamenti che non aveva perso
nemmeno dopo aver rimosso tutti i ricordi. Nello schermo, lo vide
lanciare un grande sorriso a Tenma, e per un attimo il suo viso si
oscurò. Era davvero impaziente di incontrarlo nuovamente, di
riaverlo dalla sua parte, tra le sue braccia, com'era sempre stato e
come doveva continuare ad essere. Erano passati quasi quattro anni dal
loro primo incontro, e non vedeva l'ora di festeggiare assieme
brindando anche alla loro schiacciante vittoria su quegli inutili
esseri umani. Chiuse gli occhi, e per un po' viaggiò con la
mente nei ricordi di Fei che preferiva, in particolare quelli che aveva
immagazzinato incontrando Saru e, lentamente, innamorandosi di lui. Si
fermò per qualche minuto nel ricordo della sensazione di
calore che provava
abbracciandolo, mentre dall'altra parte dello schermo il diretto
interessato si allontanava sempre più da lui.
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Buonaseeeeeera.
Sono appena tornata da
un simpatico paesino di montagna dove ha nevicato praticamente tutto il
tempo e c'era un sacco di neve e a i u t o faceva un freddo tremendo.
Però comunque mio nonno teneva il riscaldamento a duemila
gradi,
quindi probabilmente mi sono cotta.
Comunque.
Preparatevi per le note d'autore più lunghe di qualsiasi
universo (s)conosciuto, perché mi sento molto ciarliera oggi
e
yeah yeah katte nakou ze o come era. Come state? Tutto bene?
Evviva, spero di non avervi rovinato la giornata con tutto questo.
(indica sopra) (il mondo impreca e lancia scrivanie verso l'autrice)
.......eppure io vi amo! (il mondo impreca nuovamente e lancia forni
verso l'autrice)
(l'autrice scappa via)
(l'autrice torna)
Posso elencarvi gli headcanon che ho usato? Ma sì dai, mi
diverto molto a dirvi cose che non vi interessano ah (?)
A: headcanon
di Roby, credo,
che però è un po' condiviso da tante persone,
quali me e
Cha vv Al primo incontro con Fei, Saru non gli ha stretto la mano, ma
palpato il sedere.
B: dalla fanfiction "banana
pancakes" di Roby (che vi invito a leggere allegramente (?)), appunto,
ho presto l'headcanon: a Saru piacciono i pancakes
alla banana e Fei glieli cucina, ma finiscono sempre a limonare sul
ripiano della cucina senza combinare niente se non bruciare padelle su
padelle. Che poi io non ho mai fatto i pancakes, come si fanno?
°^°
C: Mia nonna
mi ha
condizionata. Venerdì sono stata "costretta" a colorare e
attaccare gli adesivi sulle uova che poi sabato abbiamo mangiato
allegramente. Il problema è che siccome mia nonna
è
austriaca io non so se questa usanza è solo austriaca e io
vengo
qui molto random in mezzo agli italiani dicendo questa roba. Comunque,
ce lo vedo Fei con le orecchie e le calze a rete.
E: Be',
nulla da spiegare in
realtà, Asurei e Kinako sono semplicemente molto protettivi
nei
confronti del loro povero figlio. E secondo me Asurei bastona
puntualmente Saru quando questo cerca di andare un minimo oltre con Fei. E
poi, quale madre non tenterebbe di proteggere il proprio figlio da un
gorilla perennemente in calore, scusate? :'
F: Su
consiglio di Gamma (che
puntualmente fa serenate a Beta e ad Alpha), ogni tanto quando litiga
con Fei Saru si permette di esibirsi in meravigliose serenate. Ammettetelo,
comunque, che avevate
pensato male.
G: Essendo
Fei un coniglio (dkijfhsdkjhf),
ha paura dei gatti. Io ricordo che il mio coniglio aveva tanta paura
dei gatti °^°
L: Accenni
Saru/Gamma e
Alpha/Fei, scusatemi, ma voi lo sapete che io sono una puttaniera di
pairing--pensavo, comunque, che secondo me sia Saru che Fei sarebbero
delle persone davvero molto gelose, e anche piuttosto stupide. Sono
gelosi e per far ingelosire anche l'altro vanno con altre persone. Mh.
Mi pare che anche Roby me lo avesse suggerito, però.
N: Headcanon
gentilmente creato
da Miriam. Il padre di Saru è morto di overdose e la madre
si
è uccisa dopo poco per i debiti. Inoltre, essendo Saru un
SSC,
credo che non fosse visto di buon occhio nemmeno dai suoi genitori.
O: Headcanon
totalmente mio,
mio, mio, mio e che io personalmente adoro ♥ Fei uccide suo
padre, Asurei, con uno o più comodi colpi di pistola al
petto,
sotto gli occhi dell'intera Raimon e soprattutto di Tenma e Kinako. Mi
sono particolarmente divertita a scriverla, questa. ♥
Q: Fei trova
gli occhi di Tenma molto familiari perché assomigliano a
quelli di Saru.
R: Fei ha
timore della neve perché quando è stato appunto
abbandonato da Asurei nevicava °^°
U: Il
pigiama di Saru ha le
banane e le scimmie sopra, okay? Okay. Comunque, in merito a questa
lettera, non vorrei essere stata troppo spinta :'D
V: Headcanon
di Miam che personalmente mi fa troppo ridere. Gillis ha un gatto con
un nome molto lungo e stupido (Gillis è innamorato del suo
gatto, capite) e Saru quando finisce ubriaco viene chiuso fuori casa da
Meia che non lo sopporta. Allora Saru vaneggia con il gatto che a volte
lo ascolta e a volte dorme. E ringrazio tantissimo Roby per averni
suggerito questa lettera, non avevo proprio idee :'
Okay, sto davvero facendo delle note troppo lunghe lunghissime. Vi
sarete pure stancati. Nh. Nh. Nh. Non pubblicavo da un bel po', vero? Potevo anche evitare--cioè,
spero vi abbia fatto piacere e vi voglio molto bene ♥
Vi vorrei solo pregare che se
e quando e
ma anche no
lascerete una recensione, ditemi se dovrei alzare il rating a causa
della U. È che non saprei, mi sono anche trattenuta dal
mettere
scene spinte, ma questi due ispirano troppo sesso, perdonatemi.
In più, mi chiedevo una cosa, però ora non me la
ricordo
più, quindi non scriverò quello che dovevo
chiedervi
appunto perché non me la ricordo.
Invece ho solo un altro piccolo dubbio, più che altro una
sottigliezza grammaticale (?), il plurale di pancake è,
appunto
pancakes in inglese. Ma in italiano, da quanto mi ricordo del mio
vecchio libro di grammatica delle medie, mettere la "s" per fare il
plurale dei nomi inglesi è un errore. Non volevo passare per
un'ignorantona in inglese, e per questo l'ho messa, però ora
passo per una che non si cura delle particolarità
dell'italiano
e la cosa mi scoccia (?)
Quindi, se avete le idee più chiare di me, ditemelo, per
favore uwu ♥
A presto!
- Cati, che con il suo nuovo nick si sente molto molto felice (?) ♥
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