I would die for us.

di marttss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Madison. ***
Capitolo 2: *** justin ***



Capitolo 1
*** Madison. ***


spazio autore:

salve a tutti! :)

sono tornata con un'altra ff e il protagonista è justin bieber.. strano a dirsi, dato che io non sono assolutamente una sua fan, però giusto ieri mi sono ascoltata qualche canzone e mi è piaciuta e quiiindi niente, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa. lol
detto ciò premetto anche che nel primo capitolo justin non comparirà, ma comparirà solo la protagonista femminile.. perciò perdonatemi :(
peròòò, il secondo capitolo è già pronto e in esso comparirà anche justin.
detto ciò, so che non leggerà nessuno questa ff ma se c'è qualche buona anima là fuori che mi vuole bene, che lasci una piiiiiccola recensione.
vivibi, marts.


 


 

-Sto cercando di lavorare a questa cazzo di tesina da più di due ore, e ancora non ho capito su cosa la voglio fare.-
Mentre rimanevo con la testa dietro al computer e le dita scrivevano veloci parole a caso sulla tastiera, vidi entrare dalla porta Rich, nonché il mio stupido ed emblematico fratello gemello.
-Che diamine vuoi?-
Rich era intento ad addentare una mela, mentre farfugliò qualcosa di incomprensibile.
-Se invece di ingurgitare quella dannata mela come un maiale, tu mi parlassi, magari potrei capire qualcosa.-
Lui alzò di rimando gli occhi al cielo -Allora cara e dolce gemellina, stasera c'è la festa a casa dei McGuiness, e come tu ben sai io sono obbligato ad andare..-
Alzai una mano in aria e fermai mio fratello -Frena, frena e frena.. Cosa vorrebbe dire che sei obbligato?-
-Sai come vanno queste cose, e sai anche quanto la mia popolarità sia alta e di conseguenza sai anche che devo mantenere il mio livello altrettanto alto.-
Sbuffai -Cioè, tu stai disturbando il lavoro di una vita per una cazzo di festa? Richard McKlein vatti a comprare un cervello.-
Ma lui sembrò non far caso alle mie lamentele e proseguì il suo discorso con fare melodrammatico -Il favore che semplicemente ti chiedo – E scandì per bene la parola semplicemente, il che voleva dire che non era affatto facile – E' quello di coprirmi con mamma.-
Alzai lo sguardo verso la sua totale faccia da beota e scandì altrettanto bene la mia risposta -NO.-
-Cristo santo Madison! Non esci mai dalla tua fottuta camera, studi tutto il pomeriggio e l'unico sfogo che ti concedi è quello di leggere un libro.-
Sbuffai nuovamente, esasperata -Si può sapere da quando te ne frega della mia vita?-
-Da quando – E prese un respiro – abbiamo compiuto 18 anni, e sappi che sono anni che non ritornano. Vanno goduti.-
Per quanto l'unica preoccupazione che aveva mio fratello fosse quella di sapere se i suoi capelli erano a posto, aveva ragione. I 18 anni vengono una volta sola, e io per la mia età non stavo di certo facendo pazzie, e di sicuro non mi stavo divertendo.
In realtà a me andava bene così, era agli altri che non andava bene.
-Quindi, secondo il tuo cervello da criceto morto, cosa dovrei fare?-
Il volto di Rich si illuminò per poi guardarmi -Bene, hai due opzioni: la prima – E alzo il pollice – è quella di coprirmi il culo, la seconda – e alzò l'indice – è quella di venire con me alla festa. Ci sarà anche la tua amica, com'è che si chiama? Quella col nome strano..-
-Si chiama Anthea, Rich.. Non è un nome così strano da pronunciare.-
Rich mi zittì con un gesto della mano -Sì come vuoi tu..-
Poi mi guardò nuovamente -Allora?-
Ci pensai un attimo su. Potevo anche andare a quella stupidissima festa del cavolo, anche perchè continuare a fissare il computer in attesa di un illuminazione per la tesina, non portava a niente di buono.
-Va bene, vengo con te spacca ovaie.-
-Grande, ti amo Maddie, giuro.-
Mi schioccò un bacio sulla guancia per poi aggiungere -Avvisa la mamma, che si fida solo di te, e dille che prendiamo la macchina.-
Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere che Rich chiuse la porta della mia camera e lo sentì subito comporre i numeri sulla tastiera del suo cellulare per avvisare i suoi amici della lieta novella.
Dio, perchè non potevo semplicemente avere un fratello con un cervello? Non era una richiesta difficile d'altronde.

 

-Richard io sono pronta da più di mezz'ora, hai finito di metterti a posto quei fottuti capelli?-
Rich uscì dal bagno con ancora le mani nei capelli e mi lanciò un'occhiataccia -Zitta tu.-
Poi mi guardò nuovamente -Woah aspetta un attimo, tu, Madison Julia Anne McKlein, ti sei vestita per andare ad una festa? Ti sei tolta quei cazzo di occhiali? Piango, giuro che piango.-
Mentre mio fratello farneticava le sue frasi senza senso, io presi una borsa, mettendo dentro tutto ciò che mi era necessario.

 

Parcheggiai davanti alla grande casa dei Mcguiness e mi slacciai la cintura. Rich, più svelto di me, stava già per scendere quando lo fermai tirandolo per un braccio -Non metterti nei casini.-
Lui sbuffò -Non fare come la mamma e smettila di preoccuparti sempre di tutto!-
Gli mollai il braccio e scesi a mia volta, e seguì mio fratello dentro alla dimora dei padroni di casa. Avevano una grandissima e stramega fighissima villa, e la cosa più bella era il loro enorme giardino con una piscina che aleggiava nel centro.
-Ehy i fratelli McKlein! Ciao ragazzi!-
Thomas, nonché uno dei McGuiness, ci salutò con un po' troppa esuberanza, sintomo che probabilmente era già mezzo brillo.
Poco dopo persi di vista Rich, che aveva seguito i suoi amici e decisi di chiamare Anthea, l mia amica dal 'nome impronunciabile'.
Composi il numero e la chiamai, ma il telefono squillava a vuoto, senza nessuna risposta. Probabilmente non sentiva a causa della musica troppo alta.
Girovagai un po' per la casa in cerca della mia amica, e mi soffermai pochi secondi davanti ad uno specchio che ritraeva la mia immagine: effettivamente ero irriconoscibile, senza i miei soliti occhiali, senza la mia solita coda di cavallo e con un vestito che per la prima volta metteva in risalto il mio fisico.
-Madison?-
Mi voltai e riconobbi l'alta figura di Anthea, che sembrava una dea nel suo vestito grigio perlato.
-Ehy Anthea.- La salutai con un bacio sulla guancia, che lei ricambiò.
-Cristo santissimo, ma sei stupenda!-
Arrossii improvvisamente in volto e le sorrisi di rimando -Grazie.-
-No vaffanculo Madison, dico sul serio.-
-Ho capito, grazie di nuovo- Risi nervosamente. Non avevo mai amato i complimenti, perchè fondamentalmente non credevo a quello che le persone mi dicevano e quindi mi era difficile rispondere.
-Prendiamo qualcosa da bere, ti va?-
-Cazzo devo guidare.-
Anthea sbuffò ed imprecò con un -Merda!- poi si servì da sola uno strano miscuglio tra vodka e qualche altra cosa, e lo bevve tutto d'un sorso.

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Capitolo 2
*** justin ***


 

spazio autrice: booom babeees!
grazie alle uniche due persone che si cagano la mia storia, ily so much, ed ecco un aaaaaaltro capitolo (il secondo lol)
vi vi bi, marts.


                                                                         

 

Erano quasi le tre e mezza e stavo cercando Rich per riportarlo a casa, ma non lo trovavo da nessuna parte. Non ero particolarmente preoccupata, perchè sapevo che era sicuramente in una qualche stanza della casa a fare cose molto poco caste con una qualsiasi ragazza fornita di una terza abbondante.
Sbuffai e mi arresi, decidendo di aspettare qualche minuto prima di proseguire la mia ricerca. Anthea era andata a casa da circa una mezz'oretta, e la casa si stava svuotando sempre di più.
-Ehy Madison!- Mi voltai e riconobbi la figura di Sam, il fratello di Thomas, venire verso di me.
Era il fratello maggiore tra i McGuiness ed era del tutto sobrio, il che mi rese decisamente più tranquilla.
-Senti Madison, ho bisogno di un favore gigante.. Lo chiedo a te perchè sei una persona affidabile e veramente, sei l'unica in grado di darmi una mano.-
Gli sorrisi per le parole che aveva appena detto e poi lo intimai a proseguire -C'è un mio amico che non si sente molto bene, è piuttosto ubriaco e.. il problema è che non posso riportarlo a casa io.. cioè non posso lasciare la casa incustodita e soprattutto non posso mollare i miei fratelli stra maledettamente fradici qui da soli.-
Ci mancava l'amico ubriaco, e poi eravamo a posto. Ma Sam era un amico, e lo avrei aiutato in ogni circostanza.
-Certo, non c'è problema.-
-Cioè, dici sul serio?- Mi sorrise radioso e io allargai le braccia -Tranquillo.- Mi abbracciò e mi ringraziò, per poi portarmi in sala dove ritrovammo sia mio fratello, che stava dormendo sotto al tavolino, e sia il famoso ragazzo in questione.

-Justin, svegliati!-
Mentre svegliavo Rich, Sam si occupava del ragazzo di nome Justin e quando entrambi si decisero ad alzarsi in piedi, Sam mi aiutò ad accompagnarli fino alla macchina.
-Grazie ancora Maddie.-
Lo salutai con un cenno della mano, mentre guardavo i due ragazzi che stavano sui sedili posteriori con un fare alquanto schifato.
-Per Dio se puzzate.-
Mi misi alla guida dell'auto e in pochi secondi la feci partire, ingranando la prima.
-Senti ehm, Justin? Dov'è che abiti?-
-A dire il vero non lo so, e comunque non mi chiamo Justin.-
Guardai il ragazzo dallo specchietto centrale -Vedi di fartelo venire in mente caro il mio Justin, perchè non ho tutta la notte.-
Il ragazzo scoppiò in una risata fragorosa, francamente divertito e si passò una mano tra i capelli -Non mi chiamo Justin ti ho detto!-
Oh vaffanculo insomma.
-Non mi interessa come ti chiami okay? Voglio solo sapere dove abiti.-
-Come? Non ti interessa sapere il mio nome? Quale essere umano sulla terra non chiede il nome ad uno sconosciuto?-
Sbuffai concentrandomi sulla strada -Perchè, molto sinceramente, non sono interessata a fare la tua conoscenza e in più, sei ubriaco.-
-E quindi?-
Voleva un pugno in piena faccia, era più che chiaro.
Lo guardai nuovamente attraverso lo specchietto -Quindi è inutile fare la tua conoscenza se poi domattina avrai dimenticato tutto.-
-Però.. - e fece una breve pausa nella quale sperai si fosse addormentato – sei interessata a me.-
Quasi non mi venne un infarto, o qualcosa che gli andava sicuramente vicino -Come scusa?-
-Non fai altro che guardarmi attraverso lo specchietto.-
-Questo perchè voglio solo accertarmi che tu non svenga nella mia macchina, o che tu non inizi a vomitare nella mia macchina.-
-E quindi ti preoccupi di me.-
Per quale ragione stavo dando corda ad un ubriaco?
Scossi la testa -Per l'ennesima volta, mi puoi dire dove abiti?-
-Ti giuro che se me lo ricordassi, te lo direi.-
Perfetto.
Avevo solo due opzioni nella testa.
Opzione a: suonare a tutti i campanelli della città chiedendo se qualcuno aveva smarrito un figlio di nome Justin, oppure opzione b: portarlo a casa mia e domattina farlo sgombrare a calci nel deretano.

 

Parcheggiai la macchina nel garage come meglio riuscì, e svegliai Rich, il quale mi parve abbastanza cosciente da capire che c'era Justin a casa nostra e senza dire una sola parola salì in camera sua.
Almeno non dovevo occuparmi anche di lui.
Scesi dalla macchina e il ragazzo sconosciuto fece lo stesso.
-Ora evita di fare casino o ti piazzo un calcio.- 
Justin iniziò a sghignazzare e subito gli coprì la bocca con la mano -Stai zitto per favore.-
Salì le scale, con al seguito il ragazzo che mi seguiva. Ancora non ero riuscita a comprendere che genere di ragazzo fosse e non mi ero soffermata sui suoi dettagli fisici.
-Ti dirò, che la visuale non è male da qui.-
Mi voltai per fissarlo storto mentre se ne stava a sghignazzare sullo scalino più in basso del mio.
Che cazzo di problemi aveva.
Lo guidai fino alla mia camera, entrammo e mi chiusi la porta alle spalle.
Lui si sedette sul mio letto, guardandosi in giro in cerca di qualcosa che gli attirasse particolarmente l'attenzione.
-Ora sentimi bene, vado in bagno a cambiarmi, tu non combinare casini per favore.-
Mai lasciare un ubriaco da solo, lo sapevo benissimo, ma non potevo fare altrimenti.
-Guarda che a me non da fastidio se ti cambi qui.-
-Ma da fastidio a me, quindi ora zittisciti e stai fermo immobile.-
Presi il pigiama dal cassetto dell'armadio e mi infilai furtivamente in bagno, chiudendo la porta e mettendoci meno tempo che potevo.
Mi struccai velocemente, infilai il pigiama e raccolsi i capelli in una coda alta.
Tornai in camera chiudendo nuovamente la porta in modo veloce e arricciai il naso per l'odore che sentì avvampare.
-Che cazzo stai facendo?-
Stavo quasi urlando, e me ne resi conto solo dopo, mettendomi una mano sulla bocca.
Gli presi la sigaretta che si stava fumando dalla bocca e la gettai a terra.
-Dio mio ti devo sedare per farti stare fermo?-
-Porca puttana! Hai una vaga idea di quanto costano le sigarette al giorno d'oggi signorina?-
Stavo per rispondergli, ma poi lasciai perdere ricordando a me stessa lo stato pietoso in cui era quel ragazzo.
-Ora, se non ti è di troppo disturbo, vorrei dormire visto che domattina ho scuola e..-
-Anche io ho scuola, cosa ti credi?-
Ah, quindi veniva a scuola da me. Semplice. Era l'unica scuola superiore in quella zona.
-Bene, perfetto.-
-Ti va di parlare?- Justin mi guardava sgranando gli occhi e con un espressione da totale ebete sulla faccia.
-No mi va di dormire.-
Mi stesi sul letto, rifugiandomi sotto le coperte e guardai il ragazzo davanti a me che mi stava fissando.
Oh diamine.
Alzai leggermente la coperta e gli feci spazio sotto le lenzuola. Non potevo realmente credere a quello che stavo facendo.
Ci mise un decimo di secondo ad accomodarsi nel mio stesso letto, per poi riaggiustarsi a sedere e togliersi la maglietta bianca che indossava.
Bene.
Questo mostrò il suo torace perfettamente scolpito, il che mi fece trasalire.
Posò la maglietta ai piedi del letto e nel mentre che lo fece, notai anche i suoi bicipiti. Diciamo che era un po' impossibile non notarli.
Finalmente si stese e non appena lo fece io mi ritrassi, rannicchiandomi nel mio angolo.
-Guarda che io non mangio.-
-Non mi interessa.-
Justin, se quello era il suo nome vero, si voltò verso di me e mi guardò. Eravamo davvero vicini e finalmente potei osservare i suoi lineamenti e i suoi occhi. Dio, i suoi occhi erano qualcosa che ti ipnotizzava. Erano color miele, con lunghe ciglia che li contornavano.
Poi c'erano le sue labbra, che sembravano morbide, vellutate e non appena le dischiuse leggermente, sussultai.
-Ti interesso.-
-Smettila e dormi.-
Mi voltai sull'altro fianco, dandogli le spalle. Non avevo intenzione di vedere ancora il suo viso, non in quelle circostanze.
Dopo pochi secondi sentì il mio corpo più caldo e un braccio di Justin sul mio fianco.
Sentivo odore di alcol, fumo e profumo di dopobarba non appena lui poggiò il suo mento sull'incavo del mio collo. Sentì un piccolo brivido lungo la schiena e, sebbene la mia testa diceva di allontanare subito quel ragazzo, non lo allontanai e mi addormentai in quella posizione, con il respiro del ragazzo che mi soffiava leggero sulle guance.

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