Facevi tutto quello che nessuno aveva mai fatto per me.

di iwashere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Papà? ***
Capitolo 2: *** Di mal di testa e compiti in classe. ***
Capitolo 3: *** Scommettiamo? ***
Capitolo 4: *** A father's nightmare. ***
Capitolo 5: *** You should let go. ***
Capitolo 6: *** "I can't change." ***
Capitolo 7: *** Di macchie sul blazer e pessime idee. ***



Capitolo 1
*** Papà? ***





Martedì 2 Aprile: Daddies.


Papà?

 
 

Alla Dalton, se stai male, funziona così: chiami a casa i tuoi genitori descrivendo i tuoi numerosi sintomi, chiedi gentilmente l’esonero, e passi la chiamata alla presidenza.
Quando Sebastian chiama suo padre, perché il giorno seguente vuole soltanto dormire – perché è stata una settimana di inferno papà, e credo davvero di stare covando qualche virus, dormo così poco! – si aspetta di ottenere quello che vuole in meno di dieci minuti.
Sebastian chiama suo padre dopo pranzo, e quando Thad torna dagli allenamenti alle cinque del pomeriggio, lui è ancora al telefono.
“Papà, eddai, per favore. Sai che non salterei mai una lezione se non fossi davvero sfinito!” il viso di Sebastian riflette tutto il suo disappunto nello stare avendo quella conversazione: non è abituato a chiedere, Sebastian Smythe pretende sempre.
Thad appoggia il borsone di fianco al suo letto, sedendosi su quest’ultimo cominciando a cambiarsi, facendo meno rumore possibile per non disturbare il compagno.
“Papà, vuoi davvero che ti preghi?” si passa una mano tra i capelli castani “Perché? Perché sembra l’unico dannato modo per farti cambiare idea!” spinge violentemente sul tasto di chiusura della chiamata, e poi lancia il cellulare dall’altra parte della stanza, mancando l’ispanico di un soffio.
“Ma sei impazzito Sebastian? Potevi farmi male!” si rialza piano, Thad, come se avesse paura di essere attaccato da un momento all’altro.
Sebastian sembra sorpreso di vederlo, e la consapevolezza delle sue azioni gli passa davanti agli occhi, ripercuotendosi sui suoi lineamenti.
“Mi dispiace, Thad, non immaginavo fossi tornato in camera. Ti ho fatto male?” Thad scuote leggermente la testa.
“Ho i riflessi di un gatto, io. Mi sono abbassato appena ho sentito odore di pericolo.” Per la prima volta Thad mente, dato che si era salvato solo perché doveva togliersi le scarpe, ma quando vede Sebastian ridere sotto i baffi capisce che non importa.
“Quindi, come mai eri così arrabbiato con tuo padre?” chiede cautamente Harwood, cercando in tutti i modi di non far arrabbiare si nuovo il compagno di stanza.
“Non vuole farmi saltare un singolo giorno di scuola. Cioè, noi conviviamo quindi tu sai che non salto mai scuola, no?” Thad annuisce piano. “Perché mio padre non può credermi, almeno una volta?” si butta sul letto e affonda la faccia nel cuscino.
C’è silenzio per qualche minuto, Thad crede quasi che Sebastian si sia addormentato.
“Anche mio padre era così, al mio primo anno qui. Non credo che lui non si fidi di te, è solo che, essendo così lontano da lui, non può controllarti.” Sebastian si volta verso l’ispanico, realmente interessato a quello che gli sta raccontando.
“Mio papà, la prima volta che gli dissi che non potevo tornare a casa per il weekend, non mi parlò per l’intera settimana successiva. Quando però gli spiegai che non avevo potuto farlo perché dovevo studiare – e che era stato utile, dato che avevo ottenuto una A piena  - tornò tutto normale. Successo un altro paio di volte, poi mi spiegò che non mi dava tutta la libertà che volevo perché era spaventato dal fatto che io stessi diventando realmente indipendente.” Thad sorride, uno di quei sorrisi radiosi e pieni che sa fare solo lui. Uno di quei sorrisi che Sebastian definisce belli.
“Credi che sia così anche per mio padre?” si costringe a chiedere, anche se avrebbe preferito rimanere in silenzio per non spezzare l’atmosfera che si era creata.
Thad annuisce. “Dovresti richiamarlo. Chiedigli scusa, e beh, se hai bisogno di un garante per la liberta vigilata” Sebastian sta quasi per mettersi a ridere, mentre il sorriso di Thad si fa più ampio, “puoi contare su di me, Seb.”


* - * - *

Eccoci qui, finalmente!
Primo giorno - un pochino in anticipo, stranamente - e io già comincio stravolgendo i prompt. Spero che le mie scrittrci non mi uccidano, ahah! xD
Lasciatemi una recensione, se vi va, io cerco di mettere tutte le storie nelle seguite! :*

Tatiana. <3

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Capitolo 2
*** Di mal di testa e compiti in classe. ***



Mercoledì 3 Aprile: Alcool.

 

Di mal di testa e compiti in classe.

 
Sebastian Smythe che va allo Scandals è una cosa da tutti i giorni.
Lo fa spesso: cerca una birra, della musica che sovrasti tutti il resto e qualche bel ragazzo da farsi nei bagni.
Oggi Sebastian non va allo Scandals, ma ad un pub ancora più lontano dalla Dalton. Lo fa perché per una volta non vuole una birra scadente, e non vuole nemmeno il rumore o un bel culo, vuole solo l’alcool. Ma alcool buono, forte e aspro, uno di quelli che ti brucia la gola.
Arriva al bar, che ha riconosciuto grazie all’insegna al neon che lampeggia ad intermittenza appena sopra l’entrata, insegna che è così sfasciata che evita di passarci sotto.
Quando entra si rende conto che probabilmente la qualità dei cocktail lì dentro non deve essere molto meglio di quelli dello Scandals, ma per lo meno c’è solo una leggera musica di sottofondo, al posto del rumore incessante a cui è abituato.
Si siede al bancone, ordina una birra e poi la beve lentamente, ripetendosi che sta solo cercando di rilassarsi.
Alla quinta ordinazione, non riesce nemmeno a parlare - infatti fa dei semplici gesti al barista, per fargli capire cosa desidera – figurarsi a pensare che è lì per stare tranquillo.
A fine serata non è in grado di reggersi in piedi, e il buttafuori lo accompagna alla macchina, intimandogli però di non guidare.
Sebastian si appoggia al sedile, e al primo capogiro apre la portiera e vomita a pochi centimetri dall’interno dell’auto. A quel punto si rende conto di aver bisogno di aiuto per tornare alla Dalton, prende il cellulare e chiama l’ultimo numero in rubrica.
Quando gli risponde la voce di Thad, prima di riuscire ad essere sollevato e felice, gli dice dove si trova e gli chiede di venirlo a prendere.
“Per favore Harwood, ho davvero, davvero bisogno di te.”
 

* - * - *

 
Quando Thad arriva al parcheggio, Sebastian si è addormentato sul sedile con il telefono in mano e la testa appoggiata sul volante.
Thad lo prende in braccio, per quando l’altezza possa non intralciarlo, e lo carica sui sedili posteriori della sua macchina.
Quando chiude a chiave il Suv nero del suo compagno di stanza, dà un’occhiata veloce all’orologio del cruscotto: le tre e venti del mattino.
Comincia a chiedersi tra sé e sé cosa lo spinga ad essere sempre così gentile e disponibile e accondiscendente con tutti, ma sentire Sebastian parlare leggermente nel sonno lo ripaga di ogni sforzo: il sonno arretrato sparisce assieme alla stanchezza, la tratta fino alla Dalton sembra molto meno lunga e Thad si sente in pace con se stesso.
“Oh, Smythe, cosa mi stai facendo?”
 

* - * - *

 
Sebastian si sveglia con un mal di testa allucinante, la schiena a pezzi e con indosso il suo pigiama blu notte. Si alza troppo in fretta, e si ributta di peso sul letto per non svenire all’istante, ma nel farlo fa cadere il cellulare dal comodino. Sta per imprecare, quando la porta del bagno si apre mostrando un Thad Harwood che si lava i denti, con la camicia della divisa già addosso.
“Si può sapere che ore sono, Harwood?” biascica Sebastian, la voce impastata dal sonno e dall’alcool della notte prima.
Thad sparisce un attimo in bagno, e il francese riesce a sentire l’acqua del lavandino aprirsi e chiudersi, prima che lui torni in stanza, il sorriso pieno e luminoso.
“Sono le sette e cinque, e dovrei davvero alzarti, Smythe.” Ridacchia lui, infilando gli ultimi libri nella tracolla.
Sebastian si gira dall’altra parte e borbotta qualcosa con la faccia affondata nel cuscino.
“Cosa c’entra il test di matematica adesso?” chiede stupido, e Smythe nell’alzarsi dal letto, di nuovo troppo in fretta, ha un altro capogiro. Si riappoggia alla testata del letto e squadra l’altro con sguardo critico.
“Come hai fatto a capire cosa dicevo?” e Thad alza un pochino gli occhi al cielo, ma poi lo guarda con l’accenno di un nuovo sorriso.
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.” E sente di aver vinto il duello, perché Sebastian è troppo preoccupato e stanco e sta cercando di smaltire una sbornia cosmica. Ma sa di aver sbagliato quando gli occhi verdi corrono all’esterno dell’edificio, lontano da lui.
“Ho due sorelle, una più grande e una più piccola, sono abituato ai discorsi fatti sulle federe. È per questo che ho capito, tutto qui. Nessun superpotere, giuro!” Thad si gira per mettere via l’astuccio un secondo prima che sul volto di Sebastian si formi una specie di sorriso.
“Ho un po’ di ansia per il test. Non è esattamente la mia materia preferita, e il professore mi ha minacciato dicendo che se non prendo la sufficienza mi scordo tutte le attività extrascolastiche!” si passa una mano tra i capelli e sembra davvero preoccupato.
Thad ha un’idea, ma averlo salvato la sera prima forse è stato abbastanza. Pensa di essere stato abbastanza buono, abbastanza altruista, abbastanza generoso, abbastanza Thad, per oggi.
Dura solo un momento. Tira fuori il quaderno degli appunti e fa segno al compagno di spostare le gambe elegantemente distese. Si siede di fronte a lui con la schiena dritta e le gambe incrociate, il quaderno appoggiato sopra di esse.
Sebastian lo guarda stranito, non capendo cosa abbia intenzione di fare.
E ancora una volta Thad è più veloce nel rispondere alle sue domande, ancora prima che queste si formino nella sua testa: “Non ti hanno mai detto che studiare dopo una sbornia è un ottimo metodo di studio? L’alcool aiuta a ricordare le cose!” e Sebastian scoppia a ridere con lui, nonostante la testa gli stia scoppiando per il troppo rumore.
Ha un bel suono, la risata di Thad.
“Grazie. Per tutto, Thad.”


* - * - *

Secondo giorno ragazzi, shottini per tutti! *scienze mi fa male, lo so*
Grazie mille per tutte le recensioni del primo giorno, mi metto in pari subito rispondendovi! Spero di leggervi tutti anche per questo capitolo, per un qualsiasi parere! :)
A domani,
Tatiana. <3

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Capitolo 3
*** Scommettiamo? ***





Giovedì 4 Aprile: Scandals.

 
 

Scommettiamo?

 
 
Thad Harwood non va mai a letto dopo il coprifuoco.
Thad Harwood, nei weekend, va per locali solo ed esclusivamente con i suoi due migliori amici, che puntualmente lo abbandonano al bancone per mettersi a ballare – e a baciarsi – in messo alla pista.
Cosa ci fa allora, Thad Harwood allo Scandals? Paga il prezzo per aver perso una scommessa.
 

* - * - *

 
“Per l’ultima volta, Smythe, sono etero! E per l’amor del cielo, mettitela una maglietta ogni tanto!” Thad si volta arrossendo, dopo che Sebastian è uscito dal bagno a petto nudo.
“Che c’è, non ti darà mica fastidio che io mi faccia trovare sempre così, no?” ammicca nella sue direzione, e anche se non può vederlo Harwood non l’ha mai odiato così tanto.
“Continuo a chiedermi cosa vuoi da me, sai?” gli lancia una delle sue felpee colorite e si gira solo quanto è sicuro che si sia vestito.
“Facciamo una scommessa, Harwood.” Lo guarda con sguardo sicuro, gli occhi verdi lo passano da parte a parte. Vorrebbe dire qualcosa come ‘Scordatelo, Smythe.’ o ‘Mi prendi in giro?’ e invece non fa altro che rispondere con un “Scommettere su cosa?”.
Sebastian si avvicina, troppo per i gusti di Thad, e gli soffia sulle labbra: “Scommetto, che entro la fine dell’anno tu sarai cotto di me.”
Thad arrossisce di nuovo, e sente distintamente tutto il sangue che ha in corpo passare dal cervello alle guance. “Cosa ci guadagni?” chiede con un tono che doveva essere sicuro e deciso, ma che invece risulta quasi un sussurro.
“Se vinco, e ti assicuro che vincerò Harwood, tu uscirai con me. Allo Scandals.” Sebastian ghigna allontanandosi dall’ispanico, e si butta sul suo letto.
Thad ha un’espressione di disgusto dipinta sul volto: odia quel locale.
“Fammi indovinare, dovrò anche offrirti da bere?” per una volta il tono ironico che voleva assumere è perfettamente riuscito. Sebastian gira appena il collo, lo fissa ancora come se stesse pensando e poi ghigna, di nuovo.
“E’ un ottima idea, Thad.”
 

* - * - *

 
Thad ordina due birre al barista biondo di fronte a lui, che sparisce dopo poco. Si passa una mano tra i capelli neri e aspetta. Quando sente una risata provenire dalla sua sinistra, sbuffa spazientito.
“Non c’è bisogno di essere così Smythe anche adesso. Hai vinto, d’accordo. Ti pago anche la birra, cos’altro vuoi, uhm?” chiede, mentre il biondo riappare con le due bottiglie in mano.
“Balla con me, Thad.” Lo prende per mano e lo porta in mezzo alla pista, dove Harwood è abituato a vedere Nick e Jeff.
Gli prende entrambe le mani, e quando riconosce le note di “Without you” sorride spontaneamente: entrambi amano quella canzone.
Thad sbuffa di nuovo, ma la vicinanza di Sebastian lo fa calmare, così si rilassa un po’. Quando la musica del ritornello esce dalle casse ad un volume sovraumano, Thad e Sebastian stanno ballando e ridendo come se un ci fosse un domani.
“Ho sete, Seb, vado al bancone!” lo sta urlando nell’orecchio di Smythe perché davvero, quelle casse sono troppo vicine!
Quando riesce ad uscire dalla mischia si rende conto che il francese l’ha seguito. Lo sta fissando quasi sorridendo, e Thad sta per chiedergli cosa è successo, quando Sebastian lo bacia.
È la prima volta che Sebastian bacia Thad, ed è un bacio tutto morsi e astinenza, come se avesse sempre avuto bisogno di farlo. E Thad ricambia chiedendogli semplicemente perché non l’ha fatto prima.
Sebastian è guerra e Thad è pace.
Sebastian sono i morsi e Thad è la lingua che passa sopra la pelle arrossata.
Sebastian è il “usciamo da qui, c’è troppo rumore” e Thad è il movimento impercettibile della testa in segno di assenso.
 

* - * - *

 
“Perché non me l’hai detto prima, che sei innamorato di me?” stanno tornando alla Dalton in macchina, Sebastian al voltante e Thad con lo sguardo fuori dal finestrino.
“Perché non hai idea di quanto tempo è che aspetto di portarti allo Scandals. Di tua volontà, più o meno.” Sebastian ride di gusto e Thad ride con lui, perché alla fine, sapevano entrambi che Thad avrebbe perso.


* - * - *

Ok, questa qui non mi piace proprio per niente, quindi siete liberissimi di insultarmi/lanciarmi i pomodori/dirmi di smetterla di scrivere cavolate.
Aspetto i vostri feedback, a domani,
Tatiana. <3

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Capitolo 4
*** A father's nightmare. ***





Venerdì 5 Aprile: Incubi.

 
 

A father’s nightmare.

 
 
Sebastian, da piccolo, non aveva mai avuto incubi. Dormiva sempre come un angelo – almeno nel sonno era tranquillo – e la mattina si svegliava riposato e sereno.
Sebastian non aveva idea di cosa significasse alzarsi nel cuore della notte perché senti tuo figlio piangere nella stanza affianco alla tua, e credeva che non avrebbe mai avuto un problema simile.
Poi è arrivato Thad.
Thad che l’ha fatto innamorare, che ha combattuto con lui quando c’erano chilometri e chilometri a separarli, Thad che è diventato suo marito da cinque anni.
Thad che gli chiede di fare un figlio, con i suoi occhi e i suoi lineamenti, perché uno Smythe in più al mondo farà bene a chiunque.
 

* - * - *

 
Come ha fatto Thad a convincere Sebastian rimarrà un mistero per sempre.
Fatto sta, che adesso in casa Harwood-Smythe c’è un cucciolo dagli occhi verdi e i capelli castani che gironzola per il salotto a tutte le ore del giorno.
Kevin quando era piccolo era come il suo padre genetico: dormiva sempre senza problemi, e Sebastian pensava di essere scampato all’incubo dell’alzarsi ogni due ore per far riaddormentare suo figlio.
Quando Kevin compie cinque anni, Sebastian ringrazia il cielo di non avere idea di cosa siano le borse sotto gli occhi, o la mancanza di sonno.
 

* - * - *

 
Sebastian sta dormicchiando sul divano, quando suo marito torna a casa. Thad lo scuote leggermente da un braccio, dopo essersi tolto la giacca e le scarpe, e lo incita ad alzarsi per andare a letto.
“Ti verrà mal di schiena Seb, lo sai. Poi non venire a lamentartene con me!” ridacchia l’ispanico, mentre Sebastian apre piano gli occhi mettendo a fuoco la sua figura.
“L’altro Smythe dov’è? L’hai messo a letto?” Sebastian si siede appoggiando la schiena al bracciolo del divano, e annuisce piano.
“Si è addormentato ancora prima che finisse il cartone animato. Io ho provato ad aspettarti sveglio, ma oggi al lavoro è stata una giornata assurda.” Thad sorride vedendo suo marito sbadigliare, e propone di andare a dormire.
Sebastian si sta praticamente facendo trascinare sulle scale e quando avvista il letto matrimoniale, l’unica cosa che vorrebbe fare è buttarcisi sopra a peso morto.
Ma la vede, la testa di capelli castani che spunta nel centro esatto del letto, dove i cuscini di sovrappongono. Si gira verso Thad per assicurarsi di non esserlo sognato, suo figlio che dorme, e lui annuisce.
“Kevin, amore, svegliati.” Sussurra piano Bas, e aspetta che gli occhietti di suo figlio si aprano specchiandosi nei suoi, assolutamente identici.
“Papi!” dice, svegliandosi, e poi si giustifica parlando veloce come solo Thad può avergli insegnato a fare. “Mi sono messo a dormire qui perché ho fatto un brutto sogno e avevo paura a dormire da solo, ma sapevo che tu stavi aspettando papà Thad e che quindi sareste arrivati presto!”
Sebastian sorride intenerito e lo abbraccia stretto, lasciandogli un bacio tra i capelli.
“Allora dormiamo tutti assieme, su.” Guarda suo marito che li sta fissando da quando sono entrati in stanza e gli fa segno di accoccolarsi vicino a loro.
“Buonanotte amore mio.” Dice Sebastian, riferendosi ad entrambi.
“Papà?” chiede ancora Kevin, sul punto di riaddormentarsi di nuovo.
“Dimmi tesoro.” Risponde Thad, questa volta.
“Niente più incubi?” Thad sorride e lo stringe un po’ più forte.
“Niente più incubi.”


* - * - *

Ebbene, non ho fatto una Daddies quando dovevo e la faccio ora. Avevo accennato al fatto che stravolgo i prompt?
Grazie mille per le recensioni - a cui adesso risponderò, lo giuro! - e per tutte le visualizzazioni: siete la mia forza.
A domani,
Tatiana. <3

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Capitolo 5
*** You should let go. ***





Sabato 6 Aprile: Ballo.

 
 

You should let go.
 
 

Kevin aveva 16 anni, quando si è lasciato convincere a partecipare per la prima volta ad un ballo scolastico.
Papà Thad gli aveva spiegato i modi migliori per fare in modo che Amber accettasse la sua proposta, ma in realtà era stato Sebastian ad aiutarlo maggiormente.
Thad si era quasi commosso, quando l’aveva visto davanti allo specchio riprovando il discorso che si era preparato, che comprendeva frasi come “Sei bellissima oggi”, “Ti andrebbe, magari, di venirci con me?” e “Passo a prenderti alle otto allora” con tanto di occhiolino.
Sebastian aveva deciso di andare a scegliere lo smoking da affittare con Kevin, e alla fine aveva optato per uno con i particolari azzurri, perché fanno risaltare i tuoi occhi. E oddio sto davvero troppo con tuo padre.
Amber all’ultimo minuto non aveva accettato, e Kevin stava quasi per mollare tutto e non andare. Ma poi la sua migliore amica Elisabeth aveva bussato alla sua porta, con un vestito azzurro come il cielo e l’aveva costretto a partecipare.
Quando Sebastian e Thad li avevano visti scendere dalle scale, a braccetto e con due sorrisi grandi come il sole, si erano commossi.
Thad si era avvicinato a sua figlio per sistemargli la cravatta, mentre si complimentava con Elisabeth per la scelta del vestito, e del cavaliere.
Sebastian li osservava da vicino alla porta d’ingresso con la macchina fotografica in mano, e tremava quasi, troppo preoccupato per il passo che suo figlio stava per compiere. Ma quando Thad gli si era avvicinato, stringendogli appena le mani fredde dicendogli “Dovremmo lasciarlo andare, adesso.” con gli occhi ludici ma la consapevolezza che loro figlio sarebbe sempre tornato da loro, aveva sorriso.
Avevo impugnato con più fermezza la macchina e aveva incitato i due adolescenti a stringersi un po’, per poi scattare la prima foto di Kevin in smoking.
Quello era solo uno dei tanti balli a cui Elisabeth l’aveva trascinato, e Sebastian aveva sempre avuto bisogno di Thad che gli stringesse le mani, per sorridere a suo figlio e chiudere la porta, lasciandolo andare.


* - * - *

Per l'ennesima volta, questa shot non mi soddisfa pienamente. Ditemi voi cosa ne pensate, e davvero, sentitevi liberi di essere il più onesti (e crudeli) possibile.
A domani,
Tatiana - che vi ama un sacco. <3


 

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Capitolo 6
*** "I can't change." ***





Sabato 6 Aprile: Tatuaggio.

 
 

“I can’t change.”

 
 
Sebastian ha sempre avuto paura degli aghi.
Fin da piccolo, alle vaccinazioni e ai prelievi stringeva forte la mano di sua madre e aspettava che la nausea smettesse di fargli venire voglia di vomitare.
Entrava in sala, si sedeva sulla sedia e sorrideva per cortesia all’infermiera, mentre la testa non faceva altro che girare.
“Andrà bene Sebastian, è solo un pizzico” diceva la signora con un lieve sorriso, e lui chiudeva gli occhi e stringeva più forte sua mamma.
Sebastian ha accompagnato Thad dal tatuatore, quando, l’ultimo anno di liceo, aveva deciso di scriversi sul polso “I can’t change”.
Non posso cambiare, diceva spesso – a se stesso, a suo padre, ai suoi amici - e così se lo sarebbe ricordato per sempre. Per tutta la seduta Smythe non aveva fatto altro che tremare e guardare dall’altra parte, tenendo però saldamente la mano di Thad.
 

* - * - *

 
Quando lui e il suo marito ispanico decidono di avere un figlio, a Sebastian viene un’idea.
“Thaddy, dovremmo farci un tatuaggio.” dice, e l’altro, stretto nel suo abbraccio, si gira per assicurarsi che non abbia la febbre.
“Ma sei serio, Bas? Tu hai la fobia degli aghi!” Sebastian alza le spalle e lo guarda fisso negli occhi, cercando di persuaderlo solo con lo sguardo. Thad sbuffa in risposta, si allontana un po’ da lui e chiede che cosa ha intenzione di fare.
“Vorrei scrivermi una T e una K, qui” si indica quella porzione di pelle dietro l’orecchio che Thad ama con tutto se stesso.
“Come mai questa dimostrazione d’affetto? Non è una cosa che fai spesso. E mai fuori dalla nostra camera, in realtà.” Thad lo prende un po’ in giro e Sebastian sorride, perché se lui non facesse sempre così, quando sta cercando di fare un discorso serio, probabilmente non lo amerebbe.
“Ho pensato molto al perché tu abbia deciso di farti quel tatuaggio sul polso, anni fa. Mi avevi detto che lo facevi perché volevi ricordati sempre che se eri così, c’era un motivo. E ho pensato, che voglio ricordarmi sempre chi sono e cosa ho fatto per arrivare qui.” Thad si avvicina di nuovo e si fa abbracciare ancora, appoggiando la testa sulla sua spalla destra.
“E cosa c’entriamo io e il nostro futuro figlio Kevin, in tutto questo?” Sebastian ride sotto i baffi perché Thad sa già la risposta, ma sta sfruttando al meglio il momento di dolcezza a cui si è lasciato andare.
“Siete la mia famiglia, l’unica cosa che davvero conta per me. Voglio ricordarmelo sempre.” Lo bacia e Thad sospira, come fa sempre da ormai dieci anni.
“Ti amo, Sebastian. E amo anche nostro figlio Kevin.” Lo guarda fisso con i suoi occhi neri e profondi, e Smythe pensa di poterci naufragare, in quegli occhi.
“Ti amo anche io. Ma non hai ancora acconsentito alla mia proposta, sai?” Thad ride di cuore, lo tira su di se e finiscono sdraiati sul divano, ancora occhi negli occhi.
“Perché questa scena mi ricorda molto la tua proposta di matrimonio?”


* - * - *

Eccomi, ce l'ho fatta! *poveri voi* 
Filo a scrivere quella di domani - mi sembrava strano non essere in ritardo, ahah! - la lascio a voi e ai vostri adorabili commenti. Vi ho mai detto che vi amo? <3

Tatiana.

 

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Capitolo 7
*** Di macchie sul blazer e pessime idee. ***




Domenica 8 Aprile: Divisa scolastica.
Temporalmente ambientata prima e durante la 3x11.

 

 
Di macchie sul blazer e pessime idee.

 
 
Thad sta ancora dormendo, ne è più che sicuro.
Eppure percepisce perfettamente Sebastian imprecare in bagno, e il rumore del getto dell’acqua che si apre e si chiude.
Apre un occhio molto cautamente e dà uno sguardo all’orologio, rendendosi conto che se è buio nella stanza, non è solo grazie alle tapparelle abbassate.
“Sebastian” biascica, la voce impastata dal sonno ma decisamente arrabbiata “si può sapere che hai da trafficare alle due e mezza di notte? Io vorrei dormire!”
Sebastian si affaccia dalla porta del bagno e osserva con aria di sufficienza il compagno di stanza, ora seduto e con la schiena appoggiata alla testata del letto.
“Non sono affari tuoi” dice, per poi sparire di nuovo dentro la stanza.
Thad sbuffa di nuovo, si alza e si infila una felpa per proteggersi dal brivido di freddo che lo ha scosso una volta uscito dal suo groviglio di coperte.
Quando si affaccia al bagno, vede Sebastian che cerca disperatamente di togliere un alone dal blazer della divisa.
“E quella come te la sei fatta?” lo prende in giro Thad, e l’altro gli fa una linguaccia per poi alzare gli occhi al cielo.
“E’ vino, e non andrà mai via per domani. Mi prenderanno per barbone, ad andare in giro con questa macchia sulla divisa!” sembra quasi che Sebastian stia parlando di un problema esistenziale, e Thad si mette a ridere più forte, per poi tornare verso il letto.
“Sai chi è bravo in queste cose? Anderson! Chiamalo, almeno avrai una scusa utile per abbordarlo!” si rifugia di nuovo sotto le coperte, e si riaddormenta quasi subito.
 

* - * - *

 
I warblers sono nella sala comune, e ognuno di loro è impegnato in attività assolutamente non produttive: Jeff e Nick stanno parlottando tra loro, Trent sta discutendo con Wilson su quanto sia bella la nuova canzone di Olly Murs e Thad è seduto sulla poltrona ripassando chimica per il compito del giorno successivo.
“Dobbiamo cambiare la scaletta per le regionali!” se ne esce così, Sebastian, dopo aver violentemente aperto le porte della stanza ed essersi guadagnato l’attenzione di tutti.
Thad sbuffa, perché conosce Sebastian, ma soprattutto conosce le sue idee geniali.
“E perché, di grazia?” chiude il libro ormai disperato all’idea che il suo test di chimica andrà malissimo.
“Perché le Nuove Direzioni vogliono portare Micheal Jackson, ma noi ci esibiamo per primi, e di conseguenza se ci esibiamo noi con le sue canzoni loro verranno squalificati!” Sebastian sembra davvero fiero di se stesso e del suo piano malefico, mentre lo espone al resto del gruppo.
Thad è rosso di rabbia e vorrebbe solo urlargli addosso, ma Jeff lo precede: “E come fai a saperlo, scusami?”
Sebastian amplia il ghigno sul suo viso, e guardando Thad dritto negli occhi, risponde con un “E’ stato Blaine. Era così contento dalla notizia, quando l’ho chiamato, che mi ha raccontato tutto quanto.”
Harwood sente un moto di rabbia partigli dallo stomaco e arrivare fino alla gola, e vorrebbe davvero sapere quando Blaine ha smesso di essere un Warbler.
“Noi siamo leali, Smythe. Non facciamo queste cose, e meno che mai le facciamo ai nostri amici. E’ fuori discussione.” Parla con tono calmo mascherando tutti i sentimenti che lo stanno oltrepassando, perché adesso non è Thad, è il capo del consiglio.
“Mi dispiace, Harwood, ma chi è il capitano di questa squadra? Non mi sembra sia tu.” Thad si alza e gli arriva ad un palmo dal viso, le gote arrossate dalla rabbia e i pugni così stretti da avere le nocche bianche.
“Andiamo a provare, ragazzi.” Sebastian con eleganza esce dalla sala e tutti gli warblers lo seguono, lasciando Thad da solo a far sbollire l’ira.
 

* - * - *

 
Thad entra in stanza sbattendo la porta e quando vede Sebastian straiato sul proprio letto, comincia a sbraitargli contro.
“Stai impazzendo, Sebastian? Vuoi davvero tirare una granita addosso a Kurt solo perché è fidanzato con il bel culo che ti vuoi portare a letto?” Smythe si alza e si siede sul bordo del letto, e lo fissa intensamente aspettando che finisca di urlare.
“E sai una cosa, Sebastian? Io non ti coprirò, quando verranno fuori dei casini per questa tua pessima idea. Ero sceso a compromessi per te, quando avevi deciso di farci esibire con i pezzi di Jackson, ma questo non lo accetto.”
Thad ha smesso di parlare da un po’, e sta riprendendo fiato. C’è silenzio tra di loro, e Thad aspetta invano che Sebastian gli dica qualcosa.
Allora pensa che forse non vale la pena di aspettare per sempre un ragazzo che non lo amerà mai, semplicemente perché non sa cosa significhi.
Si gira, mette la mano sulla maniglia e aspetta, il tempo di un secondo, perché il suo cuore crede ancora che Sebastian lo fermerà. Ma quando il cervello lo aiuta a realizzare che non succederà, spinge la porta ed esce, diretto verso la camera di Jeff.
Dopo che Thad è uscito, Sebastian è rimasto in silenzio per svariati minuti.
Non sa se il vuoto che sente all’altezza della bocca dello stomaco sia dovuto al fatto che qualcuno lo ha attaccato e lui non ha avuto la forza di rispondergli, o se è semplicemente deluso dal fatto che il suo compagno di stanza non abbia capito.
Rimane fermo immobile sul letto per qualche altro secondo, poi strizza gli occhi e scrolla le spalle, per dimenticare la sensazione di impotenza che lo ha colto da quanto Thad è sparito dietro la porta di legno della loro camera.


* - * - *

Oddio, è finita davvero. *singhiozza*
Con ben tre giorni di ritardo arriva la mia ultima shot, ed è così piena di angst che mi sento un po' in colpa a rifilarvela così. Però mi è piaciuto tantissimo scriverla, spero possa piacere anche a voi.
Voglio dire un grazie immenso a tutte le ragazze del gruppo facebook "- Thadastian Week" perchè siete splendide e vi adoro tutte. Grazie a chi ha letto, inserito la storia in tutte le varie categorie e a chi ha recensito: siete la mia gioia.

A presto,
Tatiana. <3

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