I can't control

di RealMocking
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dichiarazione ***
Capitolo 2: *** Bicchiere di cristallo ***
Capitolo 3: *** 1993 ***
Capitolo 4: *** la missione dell'adepto ***



Capitolo 1
*** Dichiarazione ***


Ormai passavamo molto tempo nell'atelier di madame Rossini. Devo ammettere che qualche volta ci ha anche sorpresi a baciarci tra stampelle e abiti lunghi, mentre la aspettavamo, ma lei é stata cosí gentile da non avanzare proteste, se non qualche occhiataccia a Gideon. Gideon: soffrivo ancora tantissimo al pensiero di lui steso per terra e riverso in una pozza del suo stesso sangue, con me china sul suo corpo apparentemente senza vita. L'immagine mi era ancora cosí chiara poiché questo era successo esattamente una settimana prima, mentre tre settimane prima avevo provato il mio primo salto nel tempo incontrollato. La mia vita era cambiata radicalmente all'improvviso: ero pronta a dare la mia vita seduta stante per una persona che conoscevo nemmeno da un mese, ma che amavo senza paragoni. Gideon aveva bevuto la polverina prodotta dal primo cronografo diventando immortale come me, ed erano stati Lucy e Paul che, avendo capito tutto circa le intenzioni del conte, avevano fatto in modo che la assumesse. Era proprio da loro che io e Gideon ci saremmo recati non appena madame Rossini ci avesse dato i vestiti da indossare.

《Tre bien, mio collo di cigno - disse, con il suo accento francese - direi che questo abito é perfetto per un pomeriggio d'estate nel 1912. E tu, giovanotto, non dimenticare il cappello. Autenticitá.》

《Si, madame Rossini》 disse Gideon, senza peró riuscire a trattenere un sorriso. 

Ci recammo all'esterno dove c'erano ad aspettarci mr. George e la limousine. Una volta arrivati alla solita chiesa infilai il dito indice nell fessurina sotto l'ago e fui investita da un lampo rosso. Dopo pochi attimi Gideon mi prese la mano.

《Sei pronta?》

《Si. Ormai aspetto con ansia gli incontri con Lucy e Paul, ho tantissime cose da chiedergli e...》

《Cos'hai capito? Sei pronta a baciarmi, cosa credi. Probabilmente per quattro ore dovró stare sotto lo sguardo accsatore di tuo padre, quindi preferisco fare il pieno ora》.

《Dici? io invece vorrei che mi facessi una delle tue dichiarazioni d'amore in una delle... quante erano? sette? otto lingue che conosci, perché alla festa di Cynthia sembrava che Charlotte ne avesse avuto un assaggio》. Nonostante tentassi di mostrarmi offesa, non riuscivo a non ridere al pensiero di zia Glenda, ancora convinta che Charlotte soffrisse di qualche male incurabile.

《Dubito seriamente che tu riesca a seguirmi mentre esprimo il mio amore per te in portoghese fluente - disse - perché so che sono troppo, troppo colto per te》 qui feci una risata volutamente finta. Riecco il Gideon pieno di se. Peró sapevo che stavolta fingeva 《Per questo ti diró nella nostra lingua quanto maledettamente adoro le tue labbra e il modo in in cui mi baci e fai scomparire tutto intorno a noi, che tuffo al cuore ho provato la prima volta che ti ho visto nel corridoio - a proposito: l'ho fatto apposta a chiamarti Wendy - e quanto sono felice che tu sia la mia ragazza. E nemmeno normale, direi, perché vedró il tuo viso davanti a me ogni mattina della mia vita e anche oltre, e non me ne stancheró mai》 Appoggió la sua testa alla mia e chiuse gli occhi 《 Ti amo, Gwenny. Voglio tenerti stretta tra pe braccia per l'eternitá》 e cosí dicendo posó le sue labbra sulle mie e mi bació dapprima piano, poi con passione. Quando ci separammo sorridevo ed ero rossa in viso. 《 Come una volta ho giá detto, mi piace l'idea di toglierti il fiato》 disse Gideon, soffocando una risata. 《 Non cantare vittoria troppo presto, diamante, ho tempo per allenarmi e imparare tuttevle lingue che non conosco. Avrei potuto immaginare cosa sarebbe potuto succedere? 

Mi prese la mano e ci incamminammo verso casa di Lady Tilney. 

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Capitolo 2
*** Bicchiere di cristallo ***


 

Adesso quando vedevo Millhouse riuscivo appena a reprimere una risata. In me si ripresentava il ricordo di quanto seppe spaventarmi la prima volta che lo vidi, quando Lucy e Paul erano ancora i nemici e Gideon andava in giro allegramente con una pistola carica in tasca. Adesso mi sembrava solo un maggiordomo che, sebbene avesse una stazza molto piú voluminosa del normale, mi ricordava ironicamente mr. Bernhard. Ci condusse all' interno della casa, dove trovammo Lady Tilney seduta sul divano.

《Vi diró, ragazzi miei, siete stati fortunati, ma sono davvero molto felice che ce l'abbiate fatta!》, e cosí dicendo ci venne incontro per baciarci, cosa che ci sorprese non poco ma che non infastidí neppure Gideon, forse perché la mia antenata gli aveva dato senza proteste una provetta del suo sangue durante la prima guerra mondiale, ma soprattutto perché avevamo scoperto che aveva sempre agito in buona fede. Quando ci separammo da lei notammo due figure sulla soglia della porta, una sorridente e una commossa. La seconda corse immediatamente verso di me.

《Dio, Gwendolyn - disse - ho avuto cosí tanta paura ieri quando Gideon ha bevuto la polverina. Ho avuto il terrore che niente piú sarebbe andato secondo i piani. Sei qui! Sono cosí felice!》 E con la voce rotta dal pianto si abbandonó ad un lungo abbraccio che io ricambiai in pieno. Mia madre, si, adesso lo sentivo davvero.

《Ok, piccolo, ecco il fontana time - sentii pronunciare poco distante da noi - sentiti pure libero di partecipare anche tu al diluvio. Lontano da me e dalla mia maglietta, ovvio》 e cosí dicendo Paul si avvicinó a noi e bació sulla testa prima me, poi Lucy.

《É finita, principesse. É andata bene.》

 

I miei genitori (sebbene faticassi ancora a considerarli tali) vollero sapere nei minimi dettagli cosa fosse successo la settimana prima, per loro appena il giorno prima. Raccontai loro del mio incontro con il conte e della mia morte apparente, e gli altri mi spiegarono quanto era paranoica Lucy, quanto era isterico Paul, quanto era titubante Gideon durante la missione ufficiale per i guardiani, quando la pietra filosofale era stata sciolta in un bicchiere della vetrina di Lady Tilney. 《Giuro che stavo per farlo cadere - disse - allora si che sarebbe stato un disastro!》 e tutti scoppiammo a ridere, immaginando come sarebbe andata se la polverina si fosse dispersa tra i fili del tappeto. 

《Spero che allora verrete a trovarci piú spesso, ragazzi》disse Lucy. Devo ammettere che provai compassioelne per lei. Aveva rischiato tutto solo per me, e andarla a trovare era il minimo che potessi fare. Sia chiaro, lo avrei fatto anche senza sentirne il dovere: era fantastica la comoditá con cui si poteva viaggiare, e non avrei sopportato di stare troppo tempo lontano dai miei genitori, ormai, soprattutto perché avevano deciso di non tornare a rivivere gli avvenimenti confusi del presente.

《Basta che peró ci porti una tv ,Gwen, le passeggiate avranno il loro fascino ma non potranno occuparci la vita, vero principessa? - Lucy rise - davvero, torna con o senza tv. Ti voglio bene》. Pensai che avrei avuto tempo per costruire un bellissimo rapporto con Paul, perché sapevo che c'era un minimo di imbarazzo nelle sue parole.

《L'unico rimpianto che ho é di non aver potuto salutare il nonno. Quanto gli voglio bene, ora che so che é morto non riesco nemmeno a pensarci. Vorrei solo dargli un ultimo abbraccio, ringraziarlo per tutto ció che ha fatto》.

《Lo so, é terribile. Pensare che ho potuto conoscerlo per due lati completamente diversi, e ora... beh... Lucy, se andassi io a portare il tuo messaggio al nonno?》

Lucy rimase zitta per un attimo. poi, con voce implorante, probabilmente dopo aver considerato i pro e i contro, sotto uno sguardo non proprio di approvazione da parte di Gideon e Paul, parló.

《Lo faresti?》

《É chiaro! Dimmi solo cosa dire.》

 

I saluti erano durati molto tempo, ed eravamo arrivati giá con la solita sensazione nello stomaco. un'ora dopo eravamo nella sala del cronografo, io per recarmi da mio nonno, Gideon diretto al solito divano verde per raggiungere le quattro ore quotidiane. Alla fine avevo scelto il 1993, l'anno piú vicino al momento in cui il nonno non avrebbe piú visto Lucy. Avevo la testa piena delle sue raccomandazioni, e dubitavo del fatto che in un' ora sarei riuscita a raccontargli tutto. Com'ero felice! Dopo che avevo ricevuto Anna Karienina, non avrei mai immaginato di poter rivedere Lucas. 

Con una mano posata sul cronografo, infilai il dito nella fessurina... e tutto accadde in un attimo.

《Oddio, Gwendolyn, guarda!》 Disse Gideon. 

Mi girai. La mano era ancora all'interno del cronografo.

Poi il lampo rosso, il mio solito lampo rosso rubino. 

Mi ritrovai nella mia camera di diciotto anni prima, spaesata.

E con il cronografo in mano.

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Capitolo 3
*** 1993 ***


Primaditutto cercai di capire come potesse essere successo. Poi mi resi conto che quando Gideon mi aveva chiamata stavo ancora stringendo la parte superiore del cronografo con la mano destra, e probabilmente toccarlo mentre il mio sangue mi faceva scomparire in un lampo rosso rubino aveva fatto si che fosse trasportato con me nel 1993. Pian piano il panico inizió ad impadronirsi di me ed io presi a sudare freddo. Ok, mi era successo proprio ció che era successo anche ai miei genitori diciassette anni prima. Cioé, tra un anno. Decisi che sarei andata di corsa da mio nonno, perché era l'unica persona di cui mi fidavo in quell'epoca e inoltre l'unica a sapere della mia esistenza.

Non so come riuscii, quella sera ad infilare il cronografo in una delle grandi buste lasciate accanto al divano verde e ad uscire dall'edificio di Temple (Violet Purpeplum mi era di nuovo tornata utile) Ma mi trascinai per le strade di Londra fino a trovare la mia casa, facendo crescere ad ogni passo la convinzione di essere rimasta bloccata nel tempo. Quando mi ritrovai fuori dalla mia casa decisi che avrei dovuto intercettare mio nonno in qualche modo, senza peró che Lady Arisa, zia Glenda o il suo povero marito se ne accorgessero. E magari nemmeno Charlotte, perché scommetto che giá nel pancione aveva uno spiccato spirito intuitivo. Aspettai per ore poggiata con la schiena al muro posteriore del palazzo, e mi accorsi che avevo dormito per tutto il tempo, sfinita dallo shock, solo quando una mano mi scrolló delicatamente.

-Gwendolyn, cosa ci fai tu qui?

Quando vidi il viso anziano di mio nonno mi venne quasi da piangere. 

-Nonno...- Bisbigliai, e subito mi tornarono alla mente tutti i presentimenti negativi che avevo avuto fino ad allora. Mi buttai tra le sue braccia ed indicai il cronografo all'interno della della busta.

-Come... come hai fatto a portarlo fin qui?- Chiese lui sconvolto. 

-L'ho toccato involontariamente mentre stavo per trasmigrare. Oh nonno, che cosa succederá adesso? Non voglio rivivere la vita che ho giá vissuto... cioé...- Cominciai a balbettare, terribilmente agitata- Voglio solo tornare alla mia realtá!- Dissi, scoppiando a piangere. Mi ero cacciata in una situazione piú grande di me. Nemmeno quando ero stata uccisa avevo avuto cosí tanta paura.

-Adesso dobbiamo solo concentrarci su dove nasconderti, poi ne parleremo con calma. In casa non posso farti entrare, Gwendolyn, Glenda fiuterebbe la tua presenza a un chiloketro di distanza e Arisa noterebbe qualunque cosa fuori posto. Fai cosí. Vai nell'albergo a due isolati da qui, hai presente quale? - annuii con la testa. - Bene, io prenoteró per te e passerai la notte lí. Noi due ci incontriamo domattina alle nove al bar lí vicino. Adesso devo rientrare - mi diede un bacio sulla fronte -tu sta stranquilla. E sta terribilmente attenta a quello -indicó il cronografo- se lo perdi siamo finiti.

Si giró e fece per ritornare in casa di soppiatto. -Ti voglio bene, nipotina.

-Ti voglio bene, nonno. Sono felicissima di rivederti.

 

Quando mi svegliai erano le otto passate. La sera prima ero arrivata all'albergo trasportando a fatica il peso del cronografo e avevi trovato una prenotazione per Violet Purpeplum fatta da Lucas Montrose, che aveva pagato una notevole somma per far si che non fosse esposto un documento. Il giorno dopo alle nove, credendo di trovarmi in un sogno, ero andata verso il bar dietro l'angolo, immersa nei pensieri piú negativi, con il cronografo sempre trascinato all'interno della busta. Mio nonno era giá seduto al tavolino.

Quando mi sedetti, mi fu portata una tazza fumante di cioccolata.

-Buongiorno, nipotina.

-Ciao, nonno.- vederlo mi aveva subito risollevato il morale. Avevo sofferto tantissimo per la sua morte, soprattutto dopo aver scoperto che non era avvenuta per cause naturali.

-Dunque, prima dobbiamo discutere su dove farti stare finché sarai qui. Dobbiamo essere certi che tu sia al sicuro e che nessuno possa ricordare il tuo viso tra diciassette anni o meno.

-Ma nonno, a ma non importa niente! Io non voglio assolutamente rimanere qui, anzi, l'unico lato positivo é che posso stare con te.

Qui mio nonno mi rivolse un sorriso dolce. Preferivo mille volte la versione anziana di lui a quella giovane e immatura, con cui la prima volta mi ero trovata a disagio. In fin dei conti lui mi conosceva molto piú adesso che da giovane.

-Potresti stare giá da adesso con Grace e Nicolas. No, no, non devono assolutamente sapere che sei tu la viaggiatrice. Allora potresti...-

-Nonno- lo interruppi -io voglio soltanto riuscire a trovare un modo per convincermi che non dovró ricominciare a vivere dal 1993.

-La situazione é complicata, Gwendolyn. Chiaramente il fatto che tu debba vivere qui, onsarebbe meglio dire ora, é da prendere in considerazione. Non voglio sconfortarti, ma non mi si presentano alternative.

Le sue parole contribuirono a calarmi nello sconforto. Ero demoralozzata al massimo.

-Questo vuol dire che...- Mi bloccai. Ripensai a mia madre, ai miei fratelli, a zia Maddy, a Leslie. A Gideon.

-Però... ma certo! Se non sbaglio voi avete a disposizione un altro cronografo.

Un barlume di speranza si accese dentro di me. -Si, esatto-, dissi.

-Allora basterebbe che il tuo amico diamante calcolasse quanto tempo sia passato dal momento in cui haibsaltato ieri pomeriggio e appaia qui da un momento all'altro- Disse lui, con una evidentente espressione di sollievo.

La mia incontenibile euforia duró per un attimo, poi sparí di nuovo. Gideon non avrebbe esitato un attimo a venirmi a prendere e riavermi con lui.

-Ci dev'essere qualche problema- dissi - qualcosa che non abbiamo considerato.

Pensammo insieme per qualche minuto, poi una tetra lampadina si accese dentro di me. 

Gideon. Il mio ragazzo diciannovenne. Era nato nel 1992.

E un viaggiatore nel tempo non puó viaggiare all'interno della propria vita.

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Capitolo 4
*** la missione dell'adepto ***


Fui colpita dalla veritá come da una porta in faccia.

Non c'era modo di riportarmi indietro.

Per un gesto insignificante avevo detto addio a tutta la mia vita.

Mi chiesi se anche Gideon si era reso conto dell'irrevocabilitá della mia situazione. Probabilmente ci era arrivato un attimo dopo che il lampo mi aveva inghiottita, dopotutto conosceva il giorno e l'anno in cui ero diretta. Mio nonno mi lesse probabilmente nello sguardo, perché la sua espressione si fece cupa.

-Purtroppo ora come ora non trovo altra soluzione- disse, con un filo di voce-a parte quella di trovarti un nascondiglio da qualche parte in questa epoca.- Io nemmeno lo ascoltavo, stavo ripensando a tutte le persone che mi ero lasciata alle spalle. Affrontare il conte di Saint Germain mi sembrava un gioco in confronto a questo.

-Quindi, dato che sono immortale... anche tra venti o trent'anni non potró tornare con Gideon perché lui stará... con me? O magari dovró fare i turni con la Gwendolyn che sta per nascere?- Scoppiai di nuovo in lacrime. Era davvero troppo da sopportare. Io, che non riuscivo a stare neppure un'ora senza Gideon, avrei dovuto fare a meno di lui... per sempre...

Un'altra veritá si fece strada nella mia testa. Da quello che sapevo, anche se al momento era piuttosto irrilevante, non potevo rivelare al nonno gli esiti delle scoperte sul conte, avrei dovuto fingere che non fosse ancora successo nulla. Povero nonno... mi tremavano le gambe al solo pensiero di poter riassistere alla sua morte...

-Non posso farti stare da nessuno di cui mi fidi. Penso che tu possa stare a Temple, nella stanza da cui sei arrivata, in modo che tu conosca giá l'ambiente e ti senta a tuo agio...-

Come mi sarei potuta sentire a mio agio in un luogo che mi ricordava in tutto e per tutto Gideon? E in linea di massima, come avrei potuto farlo nel 1993?

-Di certo non puoi rimanere per sempre in albergo. In casa saresti subito scoperta, anche se ti nascondessi sul tetto. E come ho giá detto, non ho nessuno di fidato a cui affidarti. Quindi, nipotina, anche se so che é stato un grandissimo colpo per te, cerca di tenere i nervi saldi almeno fino a Temple. Io ti verrò a trovare ogni giorno, dopotutto sono ancora il Gran Maestro e nessuno si insospettirebbe.- Il suo sguardo dooce e incoraggiante mi diede il pretesto per buttarmi tra le sue braccia, che mi strinsero affettuosamente. Non potei fare a meno di pensare a Gideon.

 

Quando mio nonno uscí dalla porta, e per di piú chiuse a chiave affinché nessuno potesse entrare, per la prima volta in vita mia pensai che mi avrebbe colto un attacco di claustrofobia. Ero stata lasciata sola come un topo in gabbia e mio nonno, sebbene sapessi che non c'era alternativa migliore e lo aveva fatto con le migliori intenzioni, mi aveva rinchiusa nel luogo di alcuni dei miei piú bei ricordi, che si ripresentarono come coltellate a sangue freddo. Quando mi sedetti sul dannatissimo divano verde sentii le mani di Gideon sulla mia schiena e le sue labbra sulle mie. Giá mi mancava da morire. Chiusi gli occhi e piansi, risentendo nella testa le note di Halleluja.

 

Quando mi risvegliai, non avevo idea di quanto tempo fosse passato; la caratteristica fondamentale della stanza della trasmigrazione era che fosse uno scantinato completamente al buio e con una lampadina penzolante, quindi era difficile capire di che ora si trattasse. Ebbi l'impulso di estrarre il cellulare ma ricordai che era morto giusto la sera prima, quando avevo sperato di poter contattare in qualche modo la mia epoca. Dopo pochi minuti sentii ammergiare alla serratura, e mio nonno entró nella stanza con un grandissimo vassoio con la colazione. Evidentemente era mattina.

-Buongiorno-, disse sorridendo.

-Buingiorno, nonno.- Tentai di fare lo stesso ma le mie labbra si incurvarono a malepena.

-Come ti senti?- Probabilmente il mio aspetto esteriore non rispecchiava il mio stato d'animo.

-Piuttosto depressa, grazie. E per favore, non fare battute del tipo "dimostri vent'anni di meno".

-Non avevo nessuna intenzione di fare una battuta cosí scontata, mi conosci- disse ridendo - Ma se ti avesse fatto sorridere avrei di certo tentato.- per accontentarlo finsi di sorridere, sperando che ci credesse.

-Ti lascio fare colazione. Torneró tra poco- e si avvió verso la porta. Avrei voluto fermarlo ma in realtá preferii rimanere sola. Soltanto che mi chiesi quanto pensasse che potessi impiegare a consumare la colazione quando dopo tre minuti entró di nuovo e si diresse verso di me quasi correndo.

-Che cosa...- feci per dire, ma lui mi interruppe subito.

-Ho incontrato un vecchio adepto fuori dall'edificio. Mi ha detto che due anni fa, nel '91, un ragazzo misterioso gli disse di consegnare questa busta a Lucas Montrose proprio in questo preciso giorno. Sopra c'é scritto il tuo nome.

Quasi sputai il boccone di brioche per la sorpresa. Era vero: sulla busta c'era scritto 

Per Gwendolyn Stepherd

Aprii immediatamente la lettera e all'interno trovai un foglio a quadretti. Appena riconobbi la calligrafia ebbi un colpo al cuore.

 

Gwen,

se hai ricevuto questa lettera vuol dire che sei andata da tuo nonno. Se cosí non é stato, mr. Montrose, la prego di cercare Gwendolyn perché é da ieri che é stata trasportata nella sua epoca.

Non hai la minima idea di quanto io stia male. É successo solo ieri, anche per te, ma é solo colpa mia se ti sei voltata e tutto é successo. Gwenny, perdonami! La prima cosa che mi é venuta in mente é stata portare questa lettera due anni prima del tuo arrivo, per farti sapere che tutti qui si stanno sforzando di trovare una situazione. Sono insieme a tua madre, Leslie, Raphael, i tuoi fratelli e la loggia al completo a spremermi le meningi per riportarti da me. Non posso vivere senza di te. Non disperare, perché non accetteró mai questa situazione. Ritorneremo insieme, in un modo o nell'altro. Ora utilizzo l'altro cronografo per andare a portare la lettera a qualcuno che conosca tuo nonno, in modo che tu possa leggerla giá domattina. Voglio solo farti sapere che tutto si risolverá, ti rivedró nel minor tempo possibile. Ti mando tutti i baci possibili, ovunque, prendili e cerca di sentirli su di te. Ti amo, Gwendolyn. Aspettami. Non mi rassegneró per nulla al mondo.

Gideon

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