Should've listened

di DadaOttantotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Should've listened Attenzione: La storia contiene leggeri spoiler sulla terza stagione, riguardanti il branco degli Alfa. Tuttavia, questi si limitano solo ai nomi e, in alcuni casi, al carattere che, secondo informazioni lette qui e là, dovrebbero avere i personaggi.


1.


Sollevò la testa, cercando di vedere oltre le due pesanti buste di carta che teneva tra le braccia. Era convinto di aver posteggiato la jeep di fianco al cespuglio -  no, anzi, ne era sicuro: ricordava di aver fatto una battuta sulla macchina a destra, che assomigliava alla Camaro di Derek - ma ora non riusciva a trovarla. Avrebbe dovuto comprarsi una macchina come quella di quel famoso telefilm, quella che parlava e arrivava da sola, senza che dovesse perdere ore a cercarla.
Ah, eccola. Effettivamente, il cespuglio c'era. La sosia della Camaro, invece, era sparita.
Raggiunse la jeep e posò le buste sul cofano, prima di infilare le mani nelle tasche dei jeans alla ricerca delle chiavi. Quelle non poteva averle perse. Quando le dita toccarono il piccolo lupo di legno che usava come portachiavi, regalo di Lydia per il suo compleanno, Stiles tirò un sospiro di sollievo. Non vedeva l'ora di tornare a casa e concedersi una di quelle docce bollenti che di solito lo aiutavano a scrollarsi un po' di stanchezza di dosso.
Aprì la portiera dalla parte del passeggero e riprese i due sacchetti di carta. Fu allora che il fondo di una delle buste si ruppe. Il suo contenuto si sparse sul cemento, una bottiglia di salsa si frantumò a terra.
"Seriamente?" commentò il ragazzo stizzito.
Poi si chinò, iniziando a raccogliere la spesa. La frutta si era leggermente ammaccata, ma era ancora mangiabile; la carne era fasciata con sue strati di pellicola trasparente. In fin dei conti, si disse, il danno non era poi così grave. Se si escludeva la salsa, ovviamente. E una lattina di zuppa che sembrava misteriosamente scomparsa. Guardò sotto la jeep e le poche auto che ancora stazionavano nel parcheggio, controllò il cespuglio. Fu quasi tentato di tornare al supermarket per vedere se quella benedetta lattina era riuscita a rotolare fino a lì.
"Cercavi questa?"
Si voltò di scatto verso la fonte di quel suono, trovandosi davanti un ragazzo dai capelli chiari e gli occhi scuri. Spostò lo sguardo sulla sua mano, notando il barattolo di zuppa che stava cercando, e annuì.
"Tieni" disse lo sconosciuto, allungando il braccio.
Stiles non si avvicinò. Dopo tutta la faccenda di Matt e il kanima, aveva qualche problema a fidarsi di chiunque, soprattutto di chi non conosceva. Essere il compagno dell'Alfa, poi, non aveva di certo semplificato le cose.
"Mi chiamo Ethan" si presentò quello. "Mi dispiace se ti ho spaventato, non era mia intenzione."
"Non mi hai spaventato" replicò prontamente il figlio dello sceriffo.
Il braccio di Ethan scattò, facendo volare la lattina. Stiles la afferrò, e, accennando un sorriso, lo ringraziò.
"Io sono Stiles."
"Lo so" disse Ethan. Poi, notando la sorpresa sul volto del ragazzo, aggiunse "Ti ho visto a scuola, questa mattina."
"Sei un nuovo studente?"
"Sì. Inizio la prossima settimana, ma questa mattina mi hanno fatto fare un giro nell'istituto. Ti ho riconosciuto per via di quella."
Indicò la jeep azzurra con un cenno della testa. L'unica busta integra era ancora lì, posata sul cofano. Quella vista ricordò a Stiles che doveva tornare a casa e preparare una salutare e leggera cena per suo padre.
"E' stato un piacere conoscerti, Ethan. E grazie per l'aiuto" esclamò, indietreggiando fino a toccare il paraurti con le gambe, senza mai distogliere lo sguardo da quello dell'altro. "Penso... beh, credo che ci rivedremo a scuola."
Poi salì sulla jeep, mise in moto e partì. Qualcosa nella sua testa gli diceva che avrebbe dovuto andarsene molto prima. Avrebbe dovuto lasciar perdere la zuppa e correre dritto a casa. Mise a tacere quella voce con un sospiro. Non poteva precludersi la possibilità di farsi nuovi amici solo perché un paio di quelli vecchi erano andati fuori di testa.
Se fosse rimasto ancora qualche istante, però, avrebbe visto gli occhi di Ethan diventare rossi. Lo avrebbe sentito emettere un ringhio basso, come una risata.
Se fosse rimasto ancora qualche istante, avrebbe capito che forse non aveva un bisogno poi così disperato di nuove amicizie.

Per la serie 'Non dovevo farlo ma ormai l'ho fatto'... Non era mia intenzione iniziare un'altra long, data la mole di storie che già ho aperte, ma avevo questa idea che mi frullava in testa da un po' e non sono riuscita a non scriverla e pubblicarla.
Tutto quello che riguarda la terza stagione, tutti gli spoiler di cui mi sono 'appropriata', li potete trovare qui. In realtà non ho idea di come il branco di Derek entrerà in contatto con quello degli Alfa, questa parte è pura immaginazione.
Ringrazio la mia beta TeenWolfiana shasha5, per l'entusiasmo e la pazienza che dimostra con me e le mie storie.
Oh, e per chi non lo sapesse, ho in corso questa raccolta di momenti Sterek, dal titolo 'Heathers'. Se vi va, fateci un salto! :)
E ora vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
A presto! :)
Baci8

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Capitolo 2
*** 2. ***


Should've listened cap 2 2.

"Ho conosciuto un ragazzo, ieri sera."
Il lupo distolse l'attenzione dal cibo per un secondo, guardando il suo migliore amico e esibendo un sorriso chiaramente allusivo.
"E' carino?" chiese.
"Scott McCall, ti sembrano domande da fare?" replicò Stiles, indignato. Poi sospirò e aggiunse "Sì, lo è. Ma io sto con Derek, ricordi? Quel grande lupo cattivo il cui motto è 'Ti strappo la gola con i denti qualsiasi cosa tu faccia'."
"Con te non si comporta più così."
"Tu credi?"
Isaac, Erica e Boyd si lasciarono scappare una risatina, guadagnandosi un'occhiataccia da l'unico essere umano presente al loro tavolo. Da qualche mese, da quando, cioè, Stiles passava più tempo in casa Hale che nella propria, non si erano persi una parola delle ormai sempre meno frequenti discussioni tra i due piccioncini. Anzi, più di una volta Erica si era offerta di fare da mediatrice, con il solo risultato di fare infuriare maggiormente il suo Alfa.
Scott afferrò la bottiglietta e se la portò alle labbra, prendendo un generoso sorso d'acqua.
"Beh, non vedo quale sia il problema con Derek" riprese. "Non hai mica chiesto un appuntamento a questo... come hai detto che si chiama?"
"Ethan. E no, non gli ho chiesto un appuntamento."
"Vedi? Nessun problema" dichiarò Isaac, infilandosi in bocca un pezzo di pane e chiudendo di fatto la conversazione.

Salì sulla jeep, buttando lo zaino sul sedile del passeggero. Derek lo stava aspettando - in realtà, non avevano mai orari precisi; si vedevano appena possibile e, beh, più a lungo possibile - e a Stiles non piaceva farlo attendere. Diventava nervoso e intrattabile, anche più del solito.
Ok, forse era lui a non riuscire a stare lontano dal Sourwolf. Forse aveva cominciato a sviluppare una sorta di dipendenza da lupi musoni, una di quelle malattie per le quali non c'è cura, e l'unica soluzione è continuare ad assumere la droga.
Stiles sbuffò. Era stufo di mentire a suo padre, di nascondergli la sua relazione con Derek. E anche tutta la storia dei lupi. Non voleva metterlo in pericolo, ovviamente, però... insomma, Melissa McCall sapeva tutto ed era ancora viva, no? Non aveva accettato facilmente il fatto che a suo figlio di tanto in tanto crescessero denti, orecchie e artigli, ma lo aveva accettato. Non era questo che facevano i genitori? Accettare i figli per quello che sono? Lui, poi, non era nemmeno un lupo: li frequentava soltanto. E sì, era legato sentimentalmente a un sospettato di omicidio, ma lui era certo della sua innocenza.
Si addentrò nel bosco, procedendo a passo d'uomo. Ormai conosceva la strada a memoria, dato che la percorreva praticamente tutti i giorni. Alcune volte Scott era con lui, quando era in programma un allenamento o una riunione e non aveva voglia di farsela a piedi. Oppure era Lydia a fargli compagnia, se la situazione richiedeva la sua presenza. A dirla tutta, sia la rossa che Allison frequentavano casa Hale sempre più spesso da quando avevano sconfitto il kanima. E se all'Alfa andava bene, chi era lui per lamentarsi?
Ad un certo punto, tra gli alberi, scorse una figura. Dubitava fosse qualcuno del branco - di solito non vagavano così per il bosco, come sperduti -, e fu tentato di lasciar perdere. Di andare dritto da Derek e non fermarsi per controllare se, magari, quella persona avesse bisogno d'aiuto. Ma lui era Stiles Stilinski, non aiutare qualcuno in difficoltà sarebbe stato come chiedere a Lydia Martin di non organizzare mega party per il suo compleanno. Quindì fermò la jeep e scese, sperando in cuor proprio di non star facendo una gran cavolata.
"Ehi!" esclamò, avvicinandosi di qualche passo, ma continuando a mantenersi ad una distanza di sicurezza tale da permettergli di risalire in auto e ripartire prima che l'altro lo raggiungesse. "Ehi, va tutto bene?"
"Stiles? Stiles, sei tu?" si sentì rispondere.
Riconobbe la voce, la stessa che aveva sentito solo la sera prima, e si ritrovò inconsciamente a sorridere. Non sapeva bene come e perché, ma sentiva di potersi fidare di quel ragazzo, nonostante si conoscessero da meno di ventiquattro ore.
Avanzò, facendosi riconoscere. Ethan sospirò sollevato e rispose al suo sorriso.

Eccomi qui con il secondo capitolo di questa schifezzuola. Sì, mi rendo conto di essere un pericolo pubblico, non vi preoccupate.
Ringrazio Ceinwein19 e shasha5 per le recensioni allo scorso capitolo, tutti quelli che hanno inserito la storia in una delle tre liste, i 23 (23, ve ne rendete conto??) persone che hanno cliccato su 'Mi piace' e chi ha letto soltanto.
Bon, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Baci8

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Capitolo 3
*** 3. ***


Should've listened cap 3 3.

Si sedettero su un tronco d'albero, caduto forse qualche anno prima, che sembrava essere abbastanza pulito. Stiles, d'istinto, aveva preferito rimanere vicino alla jeep.
"E' stata una fortuna averti incontrato" iniziò Ethan. "Stavo facendo un giro per la città, quando mi sono addentrato in questo bosco e mi sono perso."
"Non sei di queste parti, non è vero?"
"No, sono originario del New Jersey. La mia famiglia si sposta spesso. Abbiamo girato quasi tutti gli Stati Uniti."
Stiles annuì, come se lo comprendesse. In realtà, lui non era mai uscito da Beacon Hills se non per quelle sporadiche gite organizzate dalla scuola. E poi c'era quel viaggio, con Scott, quello che non erano mai riusciti a fare e che avevano rimandato a dopo il diploma. Licantropia permettendo, ovviamente.
"Tu sembri molto a tuo agio tra questi alberi" riprese Ethan, ottenendo nuovamente la sua attenzione.
"Beh, sì." Forse era meglio non raccontare cosa ci facesse, tra quegli alberi, ogni giorno. "Vivo qui da sedici anni. Cioè... non qui nel bosco... volevo dire, a Beacon Hills."
Ethan proruppe in una risata spontanea.
"Sì, l'avevo capito" esclamò, tirandogli una leggera gomitata nel fianco.
Sembrava simpatico. Stiles si ritrovò a pensare che forse quella volta sarebbe andata bene. Forse aveva davvero trovato una persona normale, un umano. A conti fatti, pensò, i suoi amici erano tutti esseri sovrannaturali. A parte Lydia e Danny. E Allison, se si escludeva il fatto che era una cacciatrice leggermente instabile.
"Allora, cosa si fa da queste parti per divertirsi?" chiese Ethan, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
"Non saprei..." rispose Stiles, vago.
"Dai, qualcosa deve pur esserci! Tu e i tuoi amici cosa fate di solito?"
Ci alleniamo a combattere e ululiamo alla luna. Questo quando non siamo impegnati a dare la caccia a lurcertoloni assassini o branchi di lupi pericolosi.
Tutte cose che non poteva condividere con lui, ovviamente.
"Niente di che" disse invece. "Si fa un giro, si va a bere qualcosa." Poi, sorridendo, aggiunse "Qualcosa di non alcolico, perché devo guidare."
"Beh, sembra divertente."
"Oh, e poi ci sono le partite."
"Lacrosse" dichiarò l'altro. "Me ne hanno parlato. Non sembra male, come sport."
A quel punto Stiles, che di lacrosse qualcosa ne sapeva - era titolare, insomma! -, iniziò un lungo discorso sulla squadra, sul coach... e sì, anche di come aveva fatto vincere una partita importante alla sua scuola. Era stata la prima prodezza di Stiles Stilinski sul campo, meritava di essere raccontata. Ed Ethan lo ascoltava apparentemente interessato, annuendo di tanto in tanto, facendo qualche domanda.
Aveva dimenticato quanto fosse bello poter parlare di cose normali con una persona normale. Per una volta non doveva preoccuparsi di pesare le parole affinché il suo interlocutore non si arrabbiasse e cercasse di ucciderlo. Non doveva aver paura di canini acuminati e artigli taglienti.
"Potresti provarci. La scuola è iniziata da un po', ma non credo che il coach farà dei problemi."
"Non sono molto portato per lo sport" ammise il ragazzo. "Preferisco lo studio."
Stiles sospirò. Sarebbe stato divertente poter condividere anche quello con Ethan.
"E le ragazze?" gli chiese il ragazzo, un sorriso malizioso stampato in faccia. "Come sono le ragazze a Beacon Hills?"
Se Stiles avesse dovuto parlare delle ragazze della sua città, avrebbe sicuramente iniziato da Lydia. Perché forse aveva abbandonato il piano per farla innamorare di lui - quello stesso piano che portava avanti da anni e che aveva coinvolto, tra gli altri, anche Scott -, ma la considerava ancora bellissima e intelligente.
E stava per spiegarlo a Ethan quando il suo cellulare prese a squillare con insistenza, costringendolo al silenzio. Scattò in piedi e trattenne un brivido leggendo il nome sul display lampeggiante. Non si era accorto del tempo che passava tanto si trovava bene con il suo nuovo amico. Ma, ne era certo, Derek non ne sarebbe stato altrettanto felice.
"Pronto?" esclamò, portandosi il telefono all'orecchio con esitazione. "Sì, lo so. Sono in ritardo. No... no, sto arrivando... ok, ok."
Doveva muoversi. Doveva rimettersi in marcia prima che, come aveva minacciato, il sourwolf venisse a prenderlo di peso. E allora sarebbe stato difficile spiegare a Ethan perché un tipo muscoloso e, nel peggiore dei casi, con gli occhi rossi lo stesse portando via in spalla.
Ricacciò il telefono in tasca, poi riportò la sua attenzione sull'altro ragazzo.
"Mi dispiace, devo andare" gli disse. "Avevo un appuntamento e l'ho completamente dimenticato."
Fece per incamminarsi verso la jeep, ma una mano lo afferrò per un braccio e lo bloccò. Ethan lo stava fissando, con uno sguardo che Stiles avrebbe definito speranzoso.
"Pensi che... c'è la possibilità di rivederci? Voglio dire, sei l'unico amico che ho qui, mi dispiacerebbe perderti di vista."
Stiles sorrise, afferrando quella mano e stringendola nella sua.
"Certo. Quando vuoi, Ethan."
"Domani, dopo la scuola?"
"Perfetto. E ora", lasciò dondolare le chiavi dell'auto davanti alla sua faccia, "devo proprio andare."
Dopo un cenno di saluto, saltò sulla jeep, mise in moto e puntò dritto verso casa Hale.

Di nuovo qui, a rompervi le scatole con questa cosa. Devo ammetterlo, non sta avendo il successo che mi aspettavo. Ma non importa, io la scrivo. Poi se qualcuno la legge e, miracolosamente, recensisce, ancora meglio! :)
Bon, quindi per lo scorso capitolo ho da ringraziare solo i 5 che hanno cliccato 'Mi piace'. Grazie! :D
Ora vi saluto e mi eclisso.
Alla prossima! :)
Baci8

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Capitolo 4
*** 4. ***


Should've listened cap 4
4.

Stiles non riusciva a capire cosa fosse successo. Un istante prima stava entrando in casa Hale, pronto a prendere uno dei pesanti libri che Peter gli aveva chiesto di portare e iniziare la ricerca di non sapeva bene cosa; l'istante dopo stava a dieci centimetri da terra, schiacciato tra il muro e il corpo di Derek, il viso di quest'ultimo pressato sul collo.
"Apprezzo l'entusiasmo, sourwolf, ma non siamo soli. E non credo che tu voglia fare certe cose davanti a tuo zio" disse lanciando un'occhiata a Peter, che rispose con una smorfia di disgusto.
"Chi è?" sibilò Derek, e Stiles percepì il suo fiato caldo sulla pelle.
"Tuo zio, Peter. L'ex Alfa psicopatico che ha tentato di ucciderci e che poi noi abbiamo ucciso. Quello che è magicamente risorto e ci ha dato una mano..."
"Chi è?"
"Credo si riferisca al lupo del quale hai addosso l'odore, Stiles" intervenne l'uomo. "E quando la smetterete di definirmi 'psicopatico'?"
Quando Derek si scostò per guardarlo in volto, sempre tenendolo attaccato alla parete, i suoi occhi erano rossi. C'era qualcosa che non andava, qualcosa di serio.
"Sicuro che non sia l'odore di Scott? O forse Isaac. Siamo stati molto vicini, ultimamente" tentò, ma il ringhio dell'altro lo mise subito a tacere.
Finalmente i suoi piedi poterono toccare di nuovo il pavimento. Stiles si rimise a posto la maglia, stropicciata dalla presa del suo compagno, e sospirò.
"Non ho incontrato nessun altro lupo" commentò.
"Tu non sei in grado di riconoscere un lupo da un umano" sbottò Derek.
Sempre simpatico, il suo sourwolf.
"Ma ho incontrato un ragazzo."
Due paia di occhi si fissarono su di lui, curiosi. No, non era possibile. Ethan un lupo? No, no. Lo avrebbe capito. Insomma, se ne sarebbe reso conto... forse.
"Non voglio che tu lo veda più, Stiles."
"Cosa?" chiese incredulo il figlio dello sceriffo.
"Non voglio che tu lo veda più" ripeté Derek, serio. "E' pericoloso."
"Ho a che fare con i licantropi tutti i giorni, nel caso lo avessi dimenticato."
"E' diverso, questa volta."
"Diverso? Diverso come? Diverso tipo 'ti precludo qualsiasi amicizia maschile perché sono un grande lupo mannaro geloso'? Oppure è più una questione di territorio?"
"Ma che diav... Stiles, chiudi la bocca. Non sai di cosa stai parlando."
"Oh, certo. Devo sempre chiudere la bocca, io!"
Quella litigata non avrebbe portato a niente, Peter se ne era reso conto da subito. E se Derek non voleva dire tutta la verità all'umano per non metterlo in pericolo più di quanto già non fosse, lo avrebbe fatto lui. A costo di mettersi contro il proprio nipote.
"Quel lupo è un Alfa" disse, ottenendo immediatamente il silenzio dei due ragazzi.
Stiles si bloccò, guardando Peter come se fosse un alieno. Aveva davvero appena finito di dire che Ethan era un Alfa? Intendeva forse dire uno di quegli Alfa, quelli che volevano Derek fuori da Beacon Hills? Del branco di Alfa a cui stavano dando la caccia?
Scosse la testa più volte, arretrando fino a toccare la porta d'ingresso.
"No, non è così" mormorò.
"L'odore non mente" replicò Peter, picchiettandosi il naso con un dito. "Ti ha avvicinato per arrivare a Derek."
"No, non è così" ripeté, più per sè stesso che per i due lupi.
"Stiles..."
"Magari è un omega. Magari vi sbagliate. Vi siete già sbagliati in passato, no?"
Sospirando, il più giovane degli Hale gli si fece vicino e gli posò una mano sulla spalla. Nonostante la rabbia iniziale - sentire un altro odore, animale o umano che fosse, addosso al suo ragazzo non era stato per niente piacevole, doveva ammetterlo -, comprendeva lo stato d'animo di Stiles. Era stato tradito da quello che credeva un amico, come lui era stato tradito da Kate anni prima. Sapeva cosa si provava. A quei tempi, lui aveva Laura. Stiles avrebbe avuto lui. Sempre.
Improvvisamente, il ragazzo spostò la sua mano e lo fissò, furente.
"Ne ho abbastanza" borbottò, ributtandosi lo zaino sulle spalle. "Di voi, dei lupi, di tutto. Ethan è mio amico, e non ci rinuncerò solo perché secondo voi è un pericolo. Se avesse voluto uccidermi lo avrebbe già fatto. Ha avuto più di un'occasione."
Poi si voltò e uscì dalla casa, dirigendosi verso la jeep. Derek avrebbe dovuto fermarlo, lo sapeva, ma non riusciva a muoversi. Era spiazzato, completamente intontito dalle parole di Stiles.
Ne aveva davvero abbastanza di lui?
Solo quando sentì il motore ormai lontano si rese conto che l'altro se n'era andato. Guardò Peter, stupito quanto lui, e afferrò la giacca, maledicendo a mezza voce Stiles e tutte le volte che agiva da idiota.
"Aspetta" lo bloccò lo zio.
"Cosa?"
"Se gli Alfa hanno preso di mira Stiles è per arrivare a te" gli fece notare Peter. "Non facilitiamo loro le cose."
"Non posso lasciarlo senza protezione!" ringhiò.
"Se lo segui sarà una condanna a morte per entrambi. Lascia fare a Scott e ai tuoi beta."
Era vero. La scelta più saggia sarebbe stata rimanere lontano da Stiles, allertare il branco e cedere l'incarico a loro. Non che non si fidasse di loro, anzi; l'idea di rimanere lontano dal suo compagno mentre questo era in pericolo, però, lo spaventava a morte. Se gli fosse successo qualcosa...
Sbuffò spazientito mentre afferrava il telefono e componeva il numero di Scott.

E... tadan, ecco a voi Derek! Del resto, che Sterek sarebbe senza di lui?
Quindi, come gestirà la cosa il nostro Alfa? Il non poter proteggere Stiles mentre questi è in pericolo? Beh, lo scoprirete solo leggendo *il festival delle frasi fatte* ^^
Ringrazio di cuore ThePhoenix per la sua bellissima recensione e le 4 persone che hanno cliccato su 'Mi piace'. Ovviamente, un grande grazie va anche ai lettori silenziosi - perché sì, per quanto sembri strano anche a me, c'è qualcuno che legge 'sta schifezzuola.
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo!
A presto! :)
Baci8

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Capitolo 5
*** 5. ***


Should've listened cap 5
5.

"Sorgi e splendi, lupacchiotto!"
Il sacco a pelo venne rovesciato, e Scott si ritrovò faccia a terra, la guancia schiacciata contro il pavimento.
"Stiles, ti sembra il modo?" bofonchiò.
Per tutta risposta, l'altro lo afferrò per un braccio e lo aiutò a mettersi in piedi.
"Sono le sette e un quarto" gli disse sorridendo. "Questo significa che hai dieci minuti per lavarti e vestirti. Ti aspetto di sotto per la colazione."
Poi se ne andò, lasciandolo a lamentarsi a vuoto. Sospirando, Scott si infilò in bagno e aprì l'acqua della doccia.

Arrivò in cucina giusto in tempo per vedere Stiles riempirsi la bocca con una quantità smisurata di cereali.
"Fiao" biascicò, e gran parte del cibo finì sul tavolo.
Scott sorrise, sedendosi alla sua sinistra. Il solito vecchio Stiles. Era un sollievo vedere come, nonostante tutte le cose che erano successe, il suo migliore amico avesse mantenuto quel carattere allegro e solare che lo aveva sempre contraddistinto. Una cosa su cui il lupo sperava di poter contare ancora a lungo.
Versò i cereali nella ciotola e li innaffiò con il latte, senza mai perdere il sorriso che, quasi inconsciamente, gli si era aperto sul volto.
"Allora, cosa ti ha detto Derek per convincerti a correre qui e rimanerci tutta la notte?" chiese d'improvviso Stiles tranquillo, una volta finito di mangiare.
McCall si bloccò, la mano sospesa a mezz'aria, mentre il cervello lavorava a ritmi impensabili cercando di trovare una risposta plausibile. Perché no, dirgli che l'Alfa lo aveva mandato a fargli da balia, a controllarlo ventiquattro ore su ventiquattro, non sarebbe stata una buona idea. Stiles mal sopportava il lato super protettivo di Derek.
"Niente" fu tutto quello che riuscì a dire.
"Certo."
"Non potrei voler semplicemente passare del tempo con te?"
"Ti presenti a casa mia meno di due ore dopo che ho confessato al sourwolf di aver conosciuto un altro ragazzo. Il quale, a quanto pare, è uno dei lupi cattivissimi a cui diamo - e che si stanno dando - la caccia. Permettimi di avere qualche dubbio."
Già, una logica ineccepibile, Scott se ne rendeva conto. La cosa era troppo palese, persino per lui.
Ingoiò l'ennesima cucchiata di cereali, poi scrollò le spalle.
"Potresti essere in pericolo, Stiles" esclamò.
"Sai che novità" rispose l'altro, scuotendo la testa.
"E' una cosa seria. Stiamo parlando di un branco di Alfa."
Come se non lo sapesse! Rabbrividiva al solo pensiero di trovarsi davanti tutti quegli occhi rossi, quelle zanne affilate. Derek non sarebbe mai riuscito a sconfiggerli tutti. Isaac, Erica e Boyd erano troppo deboli. Forse sarebbero rimasti feriti, gravemente. O, peggio ancora, sarebbero morti. Anche Scott. Si impose di calmarsi e di respirare profondamente non appena si accorse dell'arrivo di un attacco di panico.
"Com'è che non ti sei accorto dell'odore di Ethan?" chiese al suo amico, nuovamente concentrato sulla colazione.
"Tu puzzi sempre di lupo" rispose questi. Poi, infilando quasi la faccia nella ciotola per l'imbarazzo, aggiunse "Tu puzzi sempre di Derek."

Le lezioni sembrarono durare in eterno tanto erano noiose. Non appena fu fuori dalla scuola, Stiles si stirò, nel tentativo di sciogliere i muscoli contratti per la prolungata immobilità, e tirò un sospiro di sollievo.
Avrebbe rivisto Ethan a momenti, e questo lo rendeva piuttosto felice. Doveva solo liberarsi della sua pressante e ingombrante guardia del corpo, che non lo mollava nemmeno un secondo dalla sera prima.
"Erica e Isaac sono già a casa tua" lo informò Scott. A quanto pareva, Derek aveva intensificato la squadra di sicurezza.
Borbottò qualcosa che alle orecchie del lupo suonò come un 'Fantastico' e si diresse verso la jeep.
"E' sottointeso che ci venga anche tu, a casa mia, non è vero?" sbottò, mentre l'amico lo raggiungeva.
Stava per aggiungere qualcos'altro - l'ennesima lamentela su quanto il suo diritto alla libertà e alla privacy fosse tremendamente sottovalutato - quando la notò. Ferma vicino alla sua auto, a qualche metro da loro, Allison li guardava. Poi, con un veloce gesto della mano, fece loro segno di avvicinarsi.
"La tua ragazza ti vuole" disse Stiles, indicando la Argent con un cenno della testa.
Scott si voltò, perdendo qualche istante a guardare Allison prima di riportare l'attenzione sul suo migliore amico.
"Non è più la mia ragazza, lo sai" esclamò, leggermente contrariato.
"Ok, mi dispiace. Ora vuoi andare a vedere cosa vuole?"
"E va bene! Ma tu vieni con me."
"Magari è una cosa privata. Se volesse parlare con entrambi verrebbe lei qui, no?"
Il lupo sospirò, esitante. Derek era stato chiaro: perdi di vista Stiles anche per un solo secondo e ti stacco la testa dal collo. E, benché lui non avesse paura dell'Alfa, sapeva che, quando era in gioco l'incolumità del suo compagno, Hale poteva diventare davvero molto pericoloso. In più, se fosse successo qualcosa a Stiles non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
Il figlio dello sceriffo, intanto, cercava di nascondere il sorriso che minacciava di insospettire McCall. Ma era tanto, troppo felice per quella fortunata coincidenza. Gli si stava aprendo una possibilità di fuga, non poteva permettersi di perderla.
"Senti, se la cosa ti fa stare più tranquillo, ti lascio queste" disse, facendo cadere le chiavi dell'auto tra le mani di Scott. "Così non posso scappare."
Gli sembrò già più convinto mentre stringeva la presa sul portachiavi di legno. Del resto, dove poteva andare Stiles a piedi? Quanti chilometri poteva fare prima che, seguendo il suo odore, lo trovassero?
"Non ti muovere di qui" gli ordinò perentorio. Lo guardò serio ancora per una manciata di secondi, per assicurarsi che avesse capito. Poi gli voltò le spalle e si incamminò in direzione della cacciatrice.
Scott tornò dopo meno di quattro minuti.
La jeep c'era ancora.
Stiles no.

Sì, sono di nuovo qui. Felici? Sì, come no :)
Ok, qui troviamo Scott, il 'bodyguard' assunto da Derek per proteggere Stiles, dato che lui non può avvicinarsi. Compito che, a quanto pare, McCall non è stato in grado di svolgere.
Non vi annoio oltre, ma lasciatemi ringraziare ThePhoenix per la recensione allo scorso capitolo!
Alla prossima!
Baci8

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Capitolo 6
*** 6. ***


Should've listened cap 6 6.
Mentre correva verso il bosco, Stiles sentiva la voce di Derek nella testa ordinargli di fermarsi e tornare indietro. Era indubbio che lui e il suo sourwolf avessero un legame profondo, ma non tanto da sviluppare la telepatia. Doveva quindi essere la sua coscienza, pronta a ricordargli che stava tradendo la fiducia di Scott. Il fatto che si manifestasse sotto forma di Derek, però, era piuttosto preoccupante.
Era convinto di avere qualche minuto di vantaggio su McCall - come se contasse qualcosa, dato che il suo migliore amico, in quanto a velocità, sarebbe stato in grado di gareggiare con la Porche di Jackson -, ma sapeva di dover fare in fretta. C'era quella piccola cosa del super olfatto lupesco che rendeva i beta capaci di rintracciarlo grazie all'odore. E, a quanto pareva, lui puzzava parecchio. Per un attimo pensò a cosa Derek avrebbe fatto a Scott una volta saputo che lo aveva perso di vista e fu tentato di tornare indietro. Non sarebbe stato male presentare Ethan agli altri e farlo entrare nel loro gruppo. Poi gli tornò in mente il suo sourwolf e tutte le volte che aveva minacciato di strappare qualche parte del suo corpo con i denti; quella sarebbe stata la volta buona che sarebbe passato dalle parole ai fatti.
Non sapeva come avrebbe fatto in futuro, ma per il momento era meglio tenere il suo nuovo amico lontano da quelli vecchi.
L'istinto lo portò ad accelerare, cercando di mettere ancora un po' di distanza tra sé e il suo migliore amico, cercando di raggiungere Ethan il prima possibile. E poi, non lo sapeva, chissà cosa avrebbero potuto fare. Non aveva messo in conto la possibilità che li trovassero insieme. Perché Derek aveva reagito piuttosto male al solo odore di un altro su di lui, non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare vedendo questo altro così vicino, attaccato al suo compagno. Qualcosa gli diceva che non sarebbe andata a finire bene.
"Vuoi un passaggio?"
A Stiles prese un colpo, incespicò, per poco non cadde. Solo allora, dopo aver riacquistato l'equilibrio, si accorse di un SUV bianco, che lo aveva affiancato - da quando facevano macchine così silenziose? - e dal cui finestrino aperto spuntava la faccia sorridente di Ethan. Non sapeva avesse un auto, e che auto. In realtà, non sapeva granché di lui, e forse non era una cosa tanto bella, a pensarci bene.
"Sembra che io non possa fare a meno di spaventarti ogni volta che ci incontriamo."
Stiles si fermò, e il SUV con lui.
"Non mi hai spaventato" precisò l'umano, cercando di rallentare il battito cardiaco. "Mi hai solo preso alla sprovvista, ecco."
Ethan scosse la testa ridacchiando, e Stiles non potè non sentirsi un po' felice per essere riuscito a farlo divertire.
"Allora, sali o no?"
Quando la portiera del passeggero si spalancò - seriamente, che razza di macchina era? Ethan si era sporto e l'aveva appena sfiorata, e quella si era aperta come per magia - il figlio dello sceriffo saltò dentro l'auto senza pensarci troppo. Aveva dato per scontato che si sarebbero incontrati nel bosco, esattamente dove lo aveva trovato il giorno prima, ed era lì che stava correndo. Quella variazione nel programma era del tutto inaspettata e, a dirla tutta, un po' rischiosa. Ma non perse troppo tempo a farsi delle domande, come una persona normale avrebbe dovuto fare. Andiamo, era Ethan! Avrebbe potuto ucciderlo decine di volte, e in decine di modi diversi, se avesse voluto. Perché farlo lì, in una super auto di lusso, rischiando di rovinare dei sedili così belli?
Quindi si sedette, abbandonandosi contro lo schienale, e sospirò.
"Dove andiamo?" chiese.
L'altro distolse lo sguardo dalla strada per una frazione di secondo, giusto il tempo di guardarlo, poi, mantenendo il sorriso, premette il piede sull'accelleratore.
"Conosco un posto" disse soltanto.
Lui. Conosceva un posto. Ethan. Lo stesso Ethan che, ehi, sono nuovo, non so dove andare e non ho amici. Ok, era improbabile, ma non impossibile. Quanto tempo aveva avuto per girare la città senza di lui?
Il bosco, però, si allontanava sempre di più, lasciando il posto al centro città. Stiles non aveva idea di dove stessero andando; o meglio, un'idea ce l'aveva, ma non gli piaceva per niente. Perché Ethan puntava dritto verso la parte peggiore di Beacon Hills, quella in cui avvenivano di continuo risse, scippi o aggressioni che poi suo padre era chiamato a risolvere. Se chiudeva gli occhi poteva quasi vederlo, lo sceriffo, ordinargli di non mettere piede in quella zona, soprattutto di notte.
"Forse non è il caso..." tentò, ma l'altrò lo liquidò con un gesto della mano.
"Tranquillo, so esattamente dove sto andando."
Ethan guidò in silenzio per altri cinque minuti, mentre Stiles fissava un punto indefinito al di là del parabrezza, nel vano tentativo di nascondere il crescente nervosismo. Poi il suo autista posteggiò in un largo spiazzo, delimitato da una manciata di baracche fatiscenti. In confronto, casa Hale sembrava una villa.
"Siamo arrivati" lo informò Ethan, scendendo dal SUV e invitandolo a fare lo stesso. "Non pensarci neanche" aggiunse, quando lo vide scattare verso la serratura per bloccare la portiera.
C'era qualcosa di sbagliato in quella situazione, lo sentiva, ed ebbe improvvisamente paura di uscire. Non potevano essere lì per caso. Forse Derek non aveva tutti i torti. Avrebbe dovuto ascoltare il sourwolf, una volta tanto, e non fare quello che il suo cervellino irrequieto gli consigliava di fare. Stiles si diede dello stupido varie volte, ma questo non impedì a Ethan di vincere la sua debole resistenza spalancando la portiera e trascinandolo fuori dall'auto. Lo rimise poi in piedi di peso, con una forza che, solo ora il ragazzo se ne rendeva conto, solo un lupo poteva avere.
"Quindi è questo il famoso Stiles Stilinski" commentò una seconda voce. "Che ci troverà Hale in lui?"
Sollevò la testa, spaventato. Non erano più soli. Tutt'ad un tratto c'erano due Ethan. E altre tre paia di occhi rossi.

Ebbene sì, finalmente Stiles si è reso conto che forse Derek non aveva del tutto torto. Quindi,  cosa succederà? Lo scoprirete solo leggendo (con il catino per il vomito accanto)!
Ringrazio Chazyhale, ThePhoenix e iloveserietv per le recensioni allo scorso capitolo (3 recensioni, sono commossa *-*)!
Ci vediamo alla prossima!
Baci8

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Capitolo 7
*** 7. ***


Should've listened cap 7 7.

"Come sarebbe a dire che lo hai perso?"
Scott non ebbe nemmeno il tempo di rispondere. Derek chiuse la comunicazione e infilò il telefono nella tasca della giacca con un gesto nervoso, poi uscì di casa e iniziò a correre nel bosco, subito seguito da Peter.
Aveva fatto male a dare ascolto a suo zio e affidare la sicurezza di Stiles a Scott - al quale, poco ma sicuro, l'avrebbe fatta pagare molto cara. Avrebbe dovuto occuparsene lui personalmente, senza delegare nessuno, senza mettere la loro vita nelle mani di qualcun altro. Il suo dovere - di compagno, ancora prima che di Alfa - sarebbe stato quello di stare vicino a Stiles, prendersi cura di lui, accertarsi della sua incolumità. Anche se, così facendo, rischiava di metterlo ancora più in pericolo
Ma quello non era il tempo dei 'se' e dei 'ma'. Quello era il tempo correre, correre come mai aveva fatto prima. Ben presto Peter iniziò a perdere terreno, incapace di tenere la velocità del nipote, e Derek si ritrovò solo, intento a cercare l'odore di Stiles. Isolarlo, seguirlo. Il ragazzino, però, non doveva aver messo piede nel bosco, quel giorno. Finalmente il suo naso captò qualcosa, una piccola scia, e il lupo la seguì fino al limitare della foresta. Da lì in poi, notò con disappunto, ogni traccia del suo compagno spariva, sostituita dai soliti odori della città.
Scott aveva ragione: Stiles era scappato a piedi, poi era stato caricato in macchina da qualcuno. Forse trascinato in macchina. Forse era stato tramortito prima di essere portato via. O forse no, dato che quell'idiota aveva proclamato a gran voce la fiducia che riponeva nel suo nuovo e misterioso amico. Forse aveva fatto tutto di sua spontanea volontà.
Avendo perso l'odore di Stiles, Derek si concentrò su quello che aveva sentito addosso a lui quando si erano incontrati il giorno prima. Era più forte e, sebbene mischiato alla puzza di gasolio e gomma bruciata, di certo più facilmente rintracciabile.
Riprese la sua corsa, rientrando tra gli alberi per evitare la gente, fermandosi di tanto in tanto per annusare l'aria. Il solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere a Stiles se non lo avesse trovato gli stringeva la gola, impedendogli quasi di respirare; si sentiva invadere da una nuova forza, qualcosa di mai provato prima, qualcosa che lo spingeva ad aumentare la velocità. Doveva assolutamente raggiungerlo.
Se gli Alfa gli avessero torto anche solo un capello li avrebbe uccisi. Tutti. Con le proprie mani. E probabilmente sarebbe morto, ma non gli importava, non questa volta. Non quando c'era da proteggere Stiles.
"Allora?" gli chiese Peter, quando finalmente riuscì a raggiungerlo.
Per tutta risposta, Derek scosse la testa. Gli era sempre più difficile seguire l'odore dell'altro lupo; nel punto in cui era fermo da alcuni minuti, infatti, questo scemava, fino a diventare quasi inconsistente. Un ringhio basso gli nacque nel petto quando capì di averlo praticamente perso.
"Non possono essere spariti" borbottò suo zio. "Devono aver deviato per qualche strada secondaria, più interna alla città."
Più lontano dal bosco, quindi, e dal suo naso.
Il cellulare prese a vibrare nella tasca, facendolo sussultare. Lo afferrò e rispose senza nemmeno controllare il display.
"Pronto?"
"Erica pensa di aver trovato qualcosa" lo informò la voce concitata di Scott.
"Qualcosa? Qualcosa cosa?"
"Una traccia di Stiles e di un altro lupo. Ma è debole. Penso fossero in macchina."
"Dove?"
"A ovest, verso le baracche abbandonate."
La parte peggiore di Beacon Hills. Perfetto.
"Avverti gli altri" ringhiò Derek. "Ci vediamo là."
Dopo aver risposto il telefono, l'Alfa guardò Peter, il quale respirò profondamente prima di esclamare "Non possiamo batterli."
"Lo so."
"Ma ci proveremo lo stesso."
"Sì."
Lo zio gli posò una mano sulla spalla mentre un mezzo sorriso gli si apriva sul volto,
"Allora andiamo, cosa stiamo aspettando?"
Derek annuì e, senza aggiungere altro, ricomiciò a correre. Ora che sapevano dove stava Stiles, era solo questione di tempo prima che lo trovassero. Sperava solo che non fosse troppo tardi.

Sì, ho lasciato per un attimo Stiles nelle grinfie degli Alfa e mi sono dedicata a Derek. Perché io nel triste e nell'introspettivo ci sguazzo felice e contenta, e perché non potevo lasciarlo solo a lungo. Anche lui merita il suo spazio.
Quindi, dopo questa piccola premessa, fatemi dire una cosa: la terza stagione è finalmente iniziata *esulta*, ma questa storia non ne terrà conto. Andrà avanti secondo il piano originale, qualsiasi cosa succeda nella serie.
Ringrazio di cuore Crazyhale, iloveserietv e ThePhoenix per le recensioni allo scorso capitolo, e Eikasia yue per la recensione al primo capitolo.
Ok, ora mi eclisso e lascio la parola a voi, miei cari.
A presto! :)
Baci8

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Capitolo 8
*** 8. ***


Should've listened cap 8 Note [SPOILER! per la terza stagione]: Come ho già detto, il branco di Alfa descritto in questa storia sarà diverso da quello della serie. Infatti, Deucalion non è affatto cieco e i gemelli non si trasformano in un unico essere. Erica e Boyd sono ancora nel branco di Hale, Cora non è contemplata nella mia ff. E Deucalion vuole Derek per motivi differenti.


8.


Stiles cominciava a pensare che, in fondo, i suoi amici non avevano torto quando dicevano che non li ascoltava mai e faceva sempre di testa propria, mettendosi continuamente nei guai. Perché Derek lo aveva avvertito che Ethan era pericoloso, ma lui no, non poteva semplicemente dargli retta. Sarebbe stato troppo facile; e Stiles Stilinski, ammettiamolo, non era tipo da cose facili.
Cercando di liberarsi dalla stretta in cui il sosia di Ethan - il quale aveva scoperto chiamarsi Aidan ed essere il gemello del suddetto lupo - lo aveva rinchiuso, circondandogli semplicemente il petto con un braccio, osservava attentamente il branco intorno a lui. Erano cinque, e davano seriamente l'idea di essere cattivi. Forse più di quanto si aspettavano. Stiles sapeva che Derek e gli altri sarebbero arrivati, e aveva il terrore che si facessero ammazzare. Pari come numero, ma non come forza.
"Era una trappola" borbottò.
E io ci sono caduto in pieno. Sono un idiota. Un idiota prossimamente morto.
"Ti direi che mi dispiace", ribattè Ethan mentre gli sorrideva "ma non penso che mi crederesti."
"No, in effetti non ti credo."
Quello che aveva identificato come Deucalion si fece avanti, fissandolo intensamente con lo sguardo rosso fuoco.
"Ho sentito dire molte cose su di te, Stiles Stilinski" esordì.
"Spero si tratti del Lacrosse. Ho avuto parecchi successi in quel campo, recentemente."
A quelle parole, il lupo scoppiò a ridere di gusto.
"Non proprio" ammise, senza smettere di sorridere. "Ma so che sei iperattivo e particolarmente loquace. E so che sei potente, Stiles."
Potente, lui. Mmph. Cosa aveva fatto di così grandioso? Ok, c'era quella cosa della polvere, all'epoca del kanima; e, beh, lì sì, si poteva anche pensare che avesse un qualche tipo di potere. Era a quello che si riferiva quel grosso lupo cattivo?
"L'unico potere che ho è quello di logorare la sanità mentale delle persone" replicò il ragazzo, ripetendo a macchinetta le gentili parole che Derek era solito rivolgergli.
Deucalion era vicino - troppo vicino, per i suoi gusti -, abbastanza da posare il naso sulla sua spalla e ispirare a fondo.
"Ti sottovaluti." Gli occhi dell'Alfa puntarono di nuovo nei suoi. "Tu sei il perno che regge l'intero branco, non lo capisci? Sei forte, Stiles, forse più forte dei lupi di cui ti circondi."
Ecco, ora era seriamente confuso. Lui, che a malapena riusciva a mandare avanti la vita con suo padre e quella con il sourwolf, non poteva essere il perno di niente e nessuno. Il branco sarebbe andato benissimo avanti anche senza di lui. Una certa cosa chiamata 'Internet' poteva tranquillamente sostituirlo per le ricerche di cui si occupava - e, beh, Derek & co. avrebbero imparato ad usarlo. Peter era già sulla buona strada, comunque.
"Non sono forte" mormorò.
"Su questo siamo d'accordo" esclamò Aidan sarcastico, facendolo sussultare. Aveva quasi dimenticato di averlo alle spalle, tanto era concentrato su Deucalion e il suo sguardo ipnotico.
La donna che stava con loro si lasciò scappare un piccolo ringhio di assenso, mentre gli occhi di Ethan, avrebbe potuto giurarlo, brillarono di un rosso ancora più acceso.
"Quindi cosa volete da me? Che faccia una delle mie fantomatiche magie?" chiese il figlio dello sceriffo, tornando a muoversi per liberarsi dal braccio di Aidan.
"Non sei solo tu ad interessarci" ribatté tranquillo il capo - lupo. "Tutto il tuo branco è famoso. Lupi, umani e cacciatori che convivono e collaborano! Cielo, hai idea di quanto sia incredibile tutto ciò? Non era mai successo prima."
"Beh, sì. Siamo un bel gruppetto. E allora?"
"Allora avete attirato l'attenzione di un bel po' di gente, ragazzino. La nostra, tanto per cominciare."
"Ho capito. Siamo troppo belli e troppo bravi e vi diamo fastidio, quindi avete deciso di ucciderci."
Per la seconda volta da quando lo aveva incontrato, Deucalion si mise a ridere. Era una risata semplice, cristallina, ma a Stiles dava comunque i brividi.
"Non ci arrivi, vero? Voi siete unici. Siete una leggenda tra i nostri simili. Perché dovremmo uccidervi?"
"Ma se non volete ucciderci, allora cosa..."
E di colpo capì.
Non erano venuti per eliminarli. Erano troppo conosciuti, troppo importanti per la specie. Sarebbero stati una perdita troppo grande, e tutti loro lo sapevano. Per questo non li avevano ancora attaccati.
Gli Alfa volevano controllarli.
Ecco spiegato perché avevano preso lui e non affrontato apertamente gli altri. In fondo, avrebbero potuto batterli facilmente. Il loro piano, sin dall'inizio, era uccidere Derek e prendere il suo posto all'interno del branco.
Era una trappola per Derek. E lui era stato tanto stupido da offrirsi volontariamente come esca.

Et voilà, eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Facciamo finta di essere tutti felici e contenti e andiamo avanti.
Dunque, questi sono i miei Alfa. Ok, non sono granché, ma ce li dobbiamo tenere così. Anche perché è come li avevo immaginati prima dei vari spoiler :)
Ringrazio di cuore Crazyhale,  Iloveserietv, Eikasia yue e The Phoenix per le recensioni! Davvero, prima o poi vi farò una statua.
Bon, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo!
A presto! :)
Baci8

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Capitolo 9
*** 9. ***


Should've listened cap 9 9.

Derek inspirò e i polmoni si riempirono dell'odore di Stiles. Era vicino. Ancora poco e lo avrebbe raggiunto, finalmente. E poi avrebbe potuto ucciderlo lui stesso, se ancora non lo avevano fatto gli Alfa, per essere stato così stupido da non ascoltarlo.
Riprese a correre, affiancato da Scott e il resto del branco. Poteva quasi sentire la determinazione di McCall e la paura che attanagliava i suoi beta. Ma erano lì per salvare Stiles, uno di loro, e nient'altro contava in quel momento. All'inizio, quando il figlio dello sceriffo era diventato ufficialmente il suo compagno, Derek era preoccupato riguardo l'accoglienza che gli altri lupi gli avrebbero riservato. Temeva che lo vedessero come un intruso e lo odiassero, costringendolo a 'imporre' la presenza dell'umano al proprio branco. Invece Erica e gli altri si erano dimostrati felici di averlo tra loro, tanto da considerarlo un punto di riferimento, quasi al pari dell'Alfa stesso. Non potevano più rinunciare a lui. Derek non poteva più rinunciare a lui.
Resisti, ragazzino. Sto arrivando.

Smise di contare i colpi che gli venivano inferti dopo il quinto pugno di Deucalion, dritto al suo stomaco. Mentre il corpo si piegava nuovamente su sé stesso, Stiles fece un veloce resoconto delle sue condizioni fisiche. Aidan aveva aggiunto le unghie alla sua già solida stretta, conficcandole nella sua spalla e rendendo difficile e doloroso divincolarsi ancora; Kali, la donna, si era dedicata - e non con poco divertimento, era chiaro - alla carne del collo e del viso, dove aveva lasciato profondi segni. E se Deucalion lo usava come personale sacco da boxe, i restanti due Alfa se ne stavano fermi ad osservare, braccia conserte e sorrisetto divertito uno, pugni serrati e sguardo a terra l'altro.
Oh, adesso Ethan si faceva prendere dai sensi di colpa! Non poteva pensarci prima di mandarlo tra le braccia di altri quattro suoi simili, prima che lo riducessero in quello stato. Ma no, inganniamo Stiles e consegnamolo agli Alfa affinché lo torturino! Facciamogli patire le pene dell'inferno!
"Mi fidavo di te" sibilò, e Ethan alzò immediatamente la testa.
Gli occhi tornarono del loro colore naturale mentre li fissava in quelli del ragazzo. Per un attimo Stilinski pensò di leggere in quello sguardo vero rammarico, ma cancellò subito quell'idea. Ethan era un bastardo infame, non c'erano altri modi per definirlo.
"Mi dispiace."
Aidan scoppiò in una risata che fece vibrare anche lui, completamente adagiato sul corpo del lupo. La mano che non era ancorata alla sua spalla si occupava di tenere fermi i suoi polsi dietro alla schiena.
"A quanto pare sei un ottimo attore, fratellino" esclamò con la sua voce profonda. "Quante volte vi siete visti, due? E hai ottenuto la sua completa fiducia. O tu sei troppo convincente, o lui è un perfetto idiota."
Erano vere entrambe le cose, ma Stiles protendeva più per la seconda. Perché solo un perfetto idiota come lui poteva cacciarsi in un pasticcio del genere. Non sarebbe morto, questo Deucalion lo aveva messo in chiaro sin dall'inizio, ma sicuramente gli Alfa avevano intenzione di insegnargli la definizione più estrema di 'dolore fisico'. E ora Derek sarebbe venuto a cercarlo, avrebbe provato a salvarlo e probabilmente sarebbe rimasto ucciso, e la colpa sarebbe stata solo sua. Sua perché, giusto per non dimenticarlo, lui era un perfetto idiota.
Di colpo, gli artigli di Aidan uscirono dalla sua spalla, facendolo gridare dal dolore, e il suo peso smise di gravare su di lui. Il ragazzo si ritrovò circondato da braccia più sicure, conosciute.
"Stiles, apri gli occhi."
Si concesse qualche secondo prima di esaudire la richiesta di Derek. Inspirò a fondo il suo profumo, si beò del calore del corpo dell'Alfa contro il suo.
"Non fare scherzi, Stiles, apri gli occhi."
Quando finalmente si decise a sollevare le palpebre, notò che lo sguardo verde cupo del lupo scorreva su tutto il suo corpo, preoccupato, analizzando ogni ferita.
"Ehi, sourwolf" mormorò debolmente, mentre gli occhi di Derek tornavano a focalizzarsi sul suo viso.
Stiles cercò di rimettersi in piedi, aggrappandosi alle braccia dell'Alfa, e con fatica riuscì a guadagnare una posizione perlomeno dignitosa. Non che gliene fosse rimasta molta, di dignità, dopo il modo in cui si era fatto fregare da Ethan. Derek lo sosteneva senza alcuno sforzo, tenendolo stretto a sé, quasi avesse paura che potesse scappare o che, da un momento all'altro, uno degli Alfa lo prendesse di nuovo. Non lo avrebbe mai permesso.
"Stai bene?"
"Ho avuto giorni migliori" rispose il figlio dello sceriffo con un accenno di sorriso  sul volto.
Tutto il branco era schierato davanti a loro, le gambe piegate, denti e artigli in bella mostra. Persino Peter era della partita, cosa che lo meravigliò non poco. Scott gli lanciò un'occhiata angosciata da sopra la spalla. Erano tutti lì per lui, pronti a lottare per salvargli la vita... e questo gli ricordò il vero motivo per cui era stato preso in ostaggio.
"Vai via, Derek!" urlò, afferrando il lupo per la giacca. "Devi andartene da qui!"
"Stiles, ma che accidenti..." fece l'altro, perplesso.
"Non vogliono uccidere noi, ma te! Vogliono il controllo del branco!"
"Dovresti ascoltare il ragazzo, Hale." Deucalion si fece avanti, quasi scontrandosi con i lupi, che ringhiarono in risposta. "Sapeva che saresti arrivato. Ha tentato di convincerci a risparmiarti la vita, tra un colpo e l'altro, ma..."
 Derek fulminò l'Alfa con uno sguardo di fuoco e, prima che Stiles e gli altri riuscissero a trattenerlo, si lanciò contro Deucalion.

Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Lo so, non è granché, ma di meglio non sono riuscita a fare :)
Ringrazio di cuore Chazyhale (l'ho scritto bene, questa volta? ^^) e Iloveserietv per le recensioni allo scorso capitolo, babudoiuo97 per le recensioni ai primi cinque capitoli.
E ora vi lascio con la solita minaccia... alla prossima! :)
Baci8

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Capitolo 10
*** 10. ***


Should've listened cap 10 10.

Derek si era scagliato contro Deucalion e il resto del branco, ad eccezione di Erica che aveva ereditato dal sourwolf il compito di sostenerlo, aveva seguito il suo esempio.
Stiles aveva provato a fermarli - per quanto avrebbe potuto, nelle sue condizioni, fermare cinque lupi -, ma senza riuscirci. E il risultato di quell'assalto era stato disastroso: Boyd era trattenuto da Ethan, l'Alfa più grosso si occupava di Peter e Isaac mentre Scott era schiacciato a terra da un piede ungulato di Kali. Ma quello che a Stiles faceva più male era vedere Derek tenuto per la gola e sollevato ad una decina di centimetri da terra, quasi inerme, ostaggio di un Deucalion troppo forte per chiunque.
"Un ottimo tentativo, davvero" ammise sorridendo Deucalion.
Derek ringhiò debolmente, mantenendo lo sguardo rabbioso, ancora color rubino, sull'Alfa.
"Ti ucciderò per averlo toccato."
"Oh no, non lo farai. Non sei abbastanza forte per uccidere un Alfa." Deucalion voltò la testa verso Peter e gli rivolse un sorriso sarcastico. "Un vero Alfa."
"Mettimi alla prova."
Erica tremava. O forse era lui a tremare, non ne era del tutto sicuro. O forse, cosa più probabile, tremavano entrambi, in preda ad una sottospecie di attacci di panico. Perché di panico ce n'era in abbondanza, da quelle parti, e di certo non risparmiava nessuno di loro.
Facendo forza sulle braccia, si issò fino a trovarsi faccia a faccia con la lupa.
"Dimmi che avete un piano" sussurrò, sperando che nessun altro lo sentisse.
"No" rispose lei.
"'No' non me lo dici o 'no' non avete un piano?"
"Siamo accorsi non appena Scott ci ha chiamato."
"Niente piano. Questo è", Stiles chiuse gli occhi quando una fitta di dolore gli percorse il fianco, "fantastico."
Doveva trovarlo lui, un piano, perché di certo non poteva lasciare che uccidessero Derek, e la sola idea di essere controllato da un elemento come Deucalion gli metteva i brividi. Ma cosa poteva fare Stiles, piccolo fragile umano ferito, contro cinque Alfa? A malapena riusciva a tenere sotto controllo il suo branco! E non era un compito facile, con i beta che si ritrovava. Avrebbe dovuto ricorrere al suo cervello e inventarsi qualcosa prima di subito.
"Ehi, Deuce!" eclamò, ostentando una sicurezza che non gli apparteneva. "Posso chiamarti così, vero?"
Derek lo ammonì con un ringhio basso, mentre il capo degli Alfa sorrideva, scuotendo la testa.
"Beh, Deuce, io non so cosa vi siate messi in testa di fare, ma qualsiasi cosa sia, non funzionerà."
Sentiva gli occhi di tutti i lupi puntati su di lui, chi curioso, chi preoccupato, chi semplicemente divertito. Di certo non succedeva tutti i giorni che qualcuno provocasse il grande capo in quel modo, e Stiles si rendeva conto che, forse, la sua non era stata un'idea poi così grandiosa. Fare infuriare Deucalion, in modo che se la prendesse con lui e lasciasse stare i suoi amici, o perlomeno Derek, equivaleva ad una missione suicida, ne era consapevole, ma era la cosa migliore che gli fosse venuta in mente.
"Tu e il tuo branco" continuò, riservando un'occhiata di fuoco a Ethan, "pensate di essere migliori solo perché a tutti voi gli occhi diventano rossi, ma non è così. Voi siete niente."
Le mani di Erica, ancorate alle sua spalle, lo scossero leggermente, cercando di non fargli male, ma chiedendo la sua immediata attenzione.
"Che accidenti stai cercando di fare?" gli chiese, quasi ringhiando.
Stilinski la fissò per qualche istante negli occhi, resi dorati dalla trasformazione, e vi lesse tutta la sua paura per quello che stava succedendo. Tuttavia, sapeva che non aveva intenzione di abbandonarli, e questo il ragazzo non poteva non apprezzarlo.
"Reggimi il gioco, ok?"
"Per la cronaca, Stiles, il tuo piano fa schifo" borbottò la lupa.
Lo sapeva, eccome se lo sapeva. E ne fu ancora più convinto quando Deucalion, continuando a stringerlo per la gola, riportò Derek con i piedi per terra e lo girò, tenendolo contro di sé, in modo che lui e il suo compagno potessero trovarsi praticamente faccia a faccia.
"Guardalo, Derek" sussurrò, le labbra a meno di un centimetro dal suo orecchio. "Guardalo morire per te, sapendo che avresti potuto salvarlo e non l'hai fatto."
Poi indirizzò un live cenno della testa a Aidan e non passarono che pochi secondi prima che il corpo di Stiles fosse scosso da un nuovo, indicibile dolore.
L'odore di sangue colpì il naso del lupo prima ancora di vedere l'umano accasciarsi a terra. Gli artigli di Aidan, così come il petto del ragazzo, erano ricoperti da quel liquido scuro e denso. Ethan ringhiò, cosa a cui Derek non prestò attenzione, ma che ebbe un effetto diverso su Deucalion e gli altri. L'Alfa lo lasciò andare, permettendogli di correre al fianco di Stiles.
"Non morire, ti prego, non morire" mormorò ripetutatemente, come una lenta litania, mentre lo prendeva tra le braccia e strappava con mano tremante la maglietta, conrollando la ferita.
Non esisteva più niente, per Derek, niente che non fosse il debole battito cardiaco di Stiles o il suo respiro stentato, il sangue che sgorgava copioso o la pelle bollente contro la sua.
"Dobbiamo portarlo all'ospedale" disse Isaac a mezza voce.
Il lupo scosse la testa, stringendo Stiles maggiormente a sé.
"Deaton. Dobbiamo portarlo da Deaton."
Derek iniziò a correre il più velocemente possibile, imprecando contro il fatto che nessuno di loro avesse preso la macchina. Anche la jeep scassata sarebbe andata bene.
A piedi non avrebbero mai fatto in tempo.

Sono ancora viva. In piena crisi creativa, questo sì, ma ancora viva. Mi scuso per questo capitolo brutto e praticamente privo di senso, ma madama Ispirazione non mi assiste da parecchio tempo. Spero di riuscire a far prima con il prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo.
Dunque, ringrazio iloveserietv, babudoiu97, Chazyhale e Just_Sebastian per le recensioni allo scorso capitolo.
A presto, spero! :)
Baci8

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Capitolo 11
*** 11 ***


Should've listened cap 11 11.

C'erano stati momenti in cui aveva creduto di non farcela, momenti in cui il dolore gli sembrava davvero troppo da sopportare e avrebbe preferito arrendersi ad esso e farlo sparire. Qualsiasi cosa il capo di Scott avesse fatto per farlo guarire, non era abbastanza. Il petto gli bruciava come se stesse andando a fuoco, la testa pareva voler esplodere e la gola era più secca del deserto.
Poi una mano calda si posava su di lui, portandosi via un po' di dolore, e Stiles pensava che sì, poteva resistere, poteva farlo per il proprietario di quella mano, che con voce rotta lo implorava di non lasciarlo.
Quando provò ad aprire gli occhi, si stupì di quanto le palpebre risultassero pesanti. Gli ci vollero almeno quindici secondi prima di riuscire a sollevarle di qualche millimetro, permettendogli di scorgere il mondo intorno a sé.
Derek si accorse all'istante del cambiamento di Stiles, concentrato com'era sul suo respiro e sul suo battito cardiaco. La mano corse nuovamente a coprire ciò che restava della ferita del compagno, assorbendo il dolore, mentre inspirava profondamente. L'odore del ragazzo era buono, come al solito, ma era anche diverso, sbagliato, in un certo senso, ma a Derek non dispiaceva.
"Stiles?" mormorò.
L'altro si mosse leggermente, cercando di sollevare un braccio, ma con scarsi risultati.
"Stai fermo" aggiunse una seconda voce, che Stilinski riconobbe come quella di Scott. "Devi riposarti."
"Come ti senti?"
Un sorriso spuntò sul viso di Stiles e finalmente spalancò gli occhi, puntandoli in quelli verdi del compagno.
"Una favola, davvero" commentò. "Non avete idea di quanto sia bello farsi pugnalare al petto da un lupo mannaro."
Scott scosse la testa, sospirando. Non se ne era reso conto prima, ma il sarcasmo del suo migliore amico gli era mancato, tutto di Stiles gli era mancato nelle ore che aveva passato a guardarlo dormire, ad ascoltare il suo respiro ormai regolare, pregando di rivederlo sveglio il prima possibile. Voleva riavere indietro suo fratello.
Il figlio dello sceriffo strinse gli occhi per qualche secondo prima di riprendere a parlare. Quando lo fece, i due lupi notarono che la sua voce era decisamente più forte e ferma di qualche minuto prima.
"Cosa è successo? Voglio dire... com'è che non ci hanno uccisi tutti, dato che, ammettiamolo, ci stavano facendo neri?"
Perché i ricordi di Stiles si fermavano a prima che Aidan usasse i suoi artigli come stecchi da spiedino, quando ancora era cosciente e abbastanza lucido; il dopo, invece, era un ammasso di suoni, voci e immagini sfocate. E non che non fosse contento di essere vivo, sia chiaro, solo avrebbe voluto capire perché. Si era preparato a morire, a vedere morire tutto il branco, era fermamente convinto di non avere alcuna speranza contro un branco di Alfa; la fortuna, però, sembrava averli baciati, per una volta, e aveva deciso di impedire alla morte di prenderli con sé.
"E' stato Ethan" rispose Scott, guadagnandosi un'occhiata confusa dagli altri due. "Ha ringhiato e ci hanno lasciato andare."
"Ethan ha ringhiato a Deucalion?"
Derek non poteva crederci. Deucalion era il lupo più forte che avesse mai conosciuto. Non era un caso se veniva chiamato 'l'Alfa degli Alfa'. Il fatto che Ethan avesse potuto, con un semplice ringhio, dargli addirittura un ordine gli sembrava impossibile,
Scott si strinse nelle spalle e Hale sospirò, scuotendo la testa. Non aveva voglia di mettersi a ragionare sulle usanze dell'altro branco, non in quel momento.
"Va a chiamare gli altri" ordinò a McCall. Poi, quando questo si fu chiuso la porta alle spalle, Derek riportò la sua attenzione sul compagno. "Saresti potuto morire."
Stiles coprì la mano di Derek con la sua e strinse leggermente, giusto il necessario per fargli capire che lui era lì, vivo e vegeto, benché non proprio in piena salute, e che non lo avrebbe mai lasciato. Certo, ci era andato vicino, davvero troppo vicino questa volta, e ancora non sapeva come avrebbe fatto a spiegare a suo padre il motivo per cui si trovava in una clinica veterinaria ricoperto di bende, ma non era ancora pronto ad andarsene.
"Mi dispiace."
"Stiles, devi capire che..." Derek si interruppe, sbuffando. Avevano affrontato quel discorso almeno un centinaio di volte, e si erano sempre dimostrate parole buttate al vento. Stilinski persisteva nel suo passatempo preferito, quello di mettersi costantemente in pericolo.
"Mi dispiace" ripetè il ragazzo.
Il lupo si abbassò su di lui, inspirando a fondo l'odore del suo compagno, fino a far sfiorare le loro fronti.
"Sei fragile, Stiles, dannatamente fragile. Hai idea di cosa succederebbe se tu morissi? Come pensi che potrei sopravvivere? E il branco? Hai pensato a Scott e a tuo padre?"
Nella voce dell'Alfa c'era una tale tristezza da far venire voglia di piangere. E Stiles lo avrebbe fatto, davvero, perché vedere Derek soffrire in quel modo era peggio, molto peggio che morire per mano di Aidan. Per questo Stiles allungò di poco il collo e fece combaciare le proprie labbra con quelle del lupo, cercando di trasmettergli un po' dell'amore e della sicurezza che sperava potessero cancellare la sua agonia. Quello stratagemma sembrò funzionare, perché gli occhi di Hale si addolcirono un poco mentre si risollevava. Anzi, a dirla tutta, pareva quasi che sorridesse, e il figlio dello sceriffo non avrebbe potuto esserne più felice.
"Stanno arrivando" lo informò Derek, senza mai lasciare la sua mano.
Non passarono che pochi secondi prima che la porta della stanzetta si aprisse e il resto del branco, Erica in testa, facesse la propria entrata con eclamazioni di felicità e grandi sorrisi.
"Bentornato!" proruppe la lupa, chinandosi per stringerlo in un abbraccio.
Derek si lasciò pervadere da tutta quell'allegria. Per qualche ora, si disse, poteva abbandonare il suo solito comportamento da lupo musone e sempre corrucciato, come amava apostrofarlo il suo compagno, e festeggiare con i suoi beta. Non era finita, lo sapeva, c'era ancora un'intero branco di Alfa in circolazione, ma questo poteva passare in secondo piano, almeno per un po'.
Stiles era ancora vivo, ancora insieme a lui. Era questo l'importante.

Ed eccoci arrivati alla fine di questa lunga schifezzuola.
Madama Ispirazione ancora non si è fatta vedere da queste parti, perciò la qualità di questo capitolo è ancora piuttosto bassa. Più bassa del solito, intendo. Tuttavia, non volevo lasciare la storia aperta all'infinito, e vi ho dato questo.
Bon, ringrazio davvero di cuore la mia beta, paziente al limite del possibile, shasha5 per tutto il lavoraccio che deve sempre svolgere con me.
Poi ringrazio shasha5, Ceinwein19, ThePhoenix, ChazyHale, iloveserietv, Eikasia yue,
babudoiuo97 e Just_Sebastian per le recensioni ai vari capitoli; le 47 persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le 2 che l'hanno inserita tra le ricordate e le 9 che l'hanno inserita tra le preferite. Un grazie anche a cliccato 'Mi piace' anche ad un solo capitolo e a chi ha letto senza farsi notare :)
Potrei dirvi che ho finalmente deciso di lasciarvi in pace, levando definitivamente le tende da questo fandom, ma probabilmente non sarebbe vero. Quindi mi congedo con la solita, vecchia minaccia: Alla prossima! :)
Baci8
Dada.

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