Hope

di Gingers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, sono Hope Johnson. ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***



Capitolo 1
*** Ciao, sono Hope Johnson. ***


Sono nata. E quando sono nata, la mia famiglia era in un periodo molto brutto: mia madre, a casa per la maternità, aveva appena perso il lavoro; mio padre era in ospedale per una brutta caduta sulle scale; mia sorella era appena uscita da un centro di disintossicazione e riabilitazione, dopo che mesi prima un ragazzo in discoteca le aveva fatto sniffare cocaina e lei era entrata in un brutto giro. Insomma, non sono venuta al mondo in un bel periodo.
Per questi motivi i miei genitori, la notte del 4 luglio, dopo avermi guardata negli occhi blu per la prima volta, mi chiamarono Hope. Speranza. Ce ne voleva in quel momento.

Sono sempre stata una bambina spensierata, con i suoi bei capelli castani e i suoi profondi occhi blu, che con il tempo sono diventati azzurri, e di speranza ne avevo portata. Mia sorella maggiore, Lauren, iniziò a chiamarmi Pepè appena mi prese in braccio; abbiamo circa 16 anni di differenza, i miei genitori l'avevano avuta da molto giovani. Mia madre, Pema, odiava quel soprannome, ma iniziò a sopportarlo; trovò lavoro in un'agenzia di viaggi. Mio padre, Will, se ne andò poco dopo i miei 4 anni.

Ora, la spensieratezza non c'è più, le cose cambiano, le persone vanno e vengono, tutto si muta, come le stagioni. Vado alla Jermien High School, un'imponente scuola in mezzo a due enormi parchi, assomigliante a Camelot, l'antico castello di Re Artù; sono al quarto anno. La mia migliore amica, o meglio, la persona di cui mi fidavo ciecamente, Jen, Jennifer, si è trasferita in California con la sua famiglia, e da lì non ci siamo più sentite. Lauren, mia sorella, 33 anni, si è sposata con un musicista e ora girano l'Europa in tournee con la loro band. Scrivo molto, il mio computer è pieno di testi, poesie, storie mai finite. Il mio sogno nel cassetto? Non ce l'ho, cerco solo di tirare avanti come meglio posso.

Ciao, sono Hope Johnson.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


  • Pepè! Svegliati! Devi andare a scuola. -

Mia madre.

  • Buongiorno mamma.. - dissi assonnata.

Mi alzai e scesi in cucina a fare colazione. Il corridoio era pieno di foto di papà, di Lauren, di mamma, ma soprattutto mie. Attraversai il salotto ed entrai in cucina, con Loki che scondizolava ai miei piedi, mostrandomi la linguetta.

  • Buongiorno anche a te, pulce. - lo accarezzai.

Loki mi era stato regalato da papà per il mio quarto compleanno, prima della sua morte. Era un piccolo labrador quando lo vidi entrare in casa al guinzaglio, mentre quando quel giorno lo accarezzai mi resi conto di quanto crebbe in quegli anni.
Dopo aver mangiato, mi preparai e mi incamminai verso la Jermien. Primo giorno di scuola, dopo 3 mesi di vacanze. Fanculo, la voglia di dormire non era mai stata così tanta.
Arrivai a scuola appena in tempo prima che suonasse la prima campanella, segno che la massa di ragazzi ammucchiati fuori dalla scuola doveva entrare.
Perfetto, l'anno di scuola era appena iniziato.
La prima lezione era quella di scienze, chimica per la precisione, con Mrs. Teemoph, una donna alquanto insolita, con una nuvola di capelli grigi e gonne ogni giorno di colore diverso.
Entrai in classe per prima e mi misi in fondo all'aula, sedendomi sullo sgabello. Entrarono mano a mano altri studenti, mentre io iniziai a guardare fuori dalla finestra. Suonata la seconda campanella, mi girai a vedere chi si fosse seduto di fianco a me, e il mio cuore perse un battito: Dewayne Sitch. Dew, capelli castani e occhi scuri, era il quaterback della squadra di football della scuola, i Jermieners, insomma, il capitano; studente modello, non che gran pezzo di ragazzo, era molto gentile con tutti, e, ovviamente, era insieme alla capocheerleader Daisy Rascott, bionda con gli occhi color chicco d'uva. Non erano la solita coppia “cool” della scuola, anzi, venivano adorati da tutti, meno che da me. Dew, Daisy ed io eravamo amici d'infanzia, insieme a scuola fin dalla materna. Iniziate le superiori, lui mi fece il filo per un po', io abboccai, e dopo alcuni mesi scoprii che cercava solo di far ingelosire Daisy. Mi chiedo ancora come feci ad essere così ingenua. Fatto sta che, anche se non lo ammetterò mai a qualcuno, io sono sempre stata innamorata di lui. E sempre lo sarò.
Tornando alla lezione di chimica, fui sorpresa di vederlo accanto a me invece che a Daisy o a qualche suo compagno di squadra.

  • Ciao Pepè. -

'Ciao Pepè? 3 mesi che non mi vedi, altri ancora che non ci parliamo e tutto quel che dici è Ciao Pepè?' pensai.

  • Ehi Dew. -

'Testa di cazzo che non sono altro.'

  • Senti.. è da un po' che non parliamo, eh? Come stai? Passate bene le vacanze? -

Mi fece le solite domandine di quello che non sa come introdurre un discorso serio.

  • Una meraviglia. - abbozzai un mezzo sorriso. - Tu? -

  • Direi bene.. -

Aveva qualcosa di poco convincente.

  • Sai, io e Daisy ci siamo lasciati dopo due anni. - continuò.

'Ah, ecco la notizia.'

  • Ma bene. E quindi tu sei venuto fin qui, fino al fondo dell'aula, solo per stare con qualcuna che sai non ti strapperebbe la maglietta? Perfetto. -

Ero felice, ma triste allo stesso tempo.

  • Non proprio, forse anche per quello, ma principalmente, quando Dai mi ha lasciato, ho ripensato alla nostra amicizia. Sono stato uno stronzo in prima, mi dispiace. - disse a testa bassa.

Sembrava sincero, e gli sorrisi, facendogli capire che ormai non importava più nulla; invece, importava eccome.

  • Okay, puoi stare qui. - conclusi.

  • Johnson, Sitch! Vi devo ricordare che le vacanze sono finite? Al lavoro! -

Mrs. Teemoph, eccola. L'anno scolastico era decisamente iniziato.
Finita chimica, Dew si alzò, fece un cenno con la mano e uscì dalla classe. Quanto era strano quel ragazzo, e quanto era maledettamente bello.
Presi i miei libri, la borsa ed uscii dalla classe, dirigendomi verso l'armadietto per prendere i libri per la lezione seguente: storia della musica.
Entrai in aula insieme ad altri ragazzi e, come sempre, presi posto in fondo alla classe; ormai, ogni mio compagno sapeva che doveva lasciare quel posto libero. Entrò Mr. Rascott, il padre di Daisy nonché professore di musica lì alla Jermien, seguito da un ragazzo alto e magro con un cappellino dei Lakers in testa, felpa e jeans.

  • Buongiorno ragazzi! Lui è Bryant, viene dal nord e si è trasferito qua quest'anno. Trattatelo bene. -

Bryant sorrise davanti alla classe e si sedette nell'unico posto libero, il banco di fianco al mio.

  • Ciao, piacere Hope. - gli dissi sporgendomi e sorridendo.

  • Bryant Louiston. - rispose.

Passata l'ora di storia della musica, uscii dalla classe e salutai Bryant, dirigendomi verso l'uscita.

  • Hope! -

Era la voce di Daisy.
Infatti, mi girai e la vidi poco lontana da me; mi raggiunse dopo poco.

  • Ciao Hope. -

  • Daisy.. - abbozzai un sorriso, continuando a camminare.

  • Hai già saputo la notizia, eh? - dritta al punto.

  • Già. Cosa vuoi? Ho le ore buche. -

'Vi prego, toglietemi da questa situazione scomoda.'

  • Vedi, non vorrei che tu ti sia fatta un'impressione sbagliata su di me con questa storia.. -

Si trattava di fare bella figura.

  • Ecco, non so cosa ti abbia raccontato Dew, ma io e Tim.. - continuò.

  • Tim? - la interrompei.

  • Sì, Tim. Io e Dew ci siamo lasciati perchè era da un po' che io e Tim, ecco.. ci frequentavamo. -

Timothy Fox, con origini africane, era nella squadra di Dew ed era un bravissimo giocatore, con un carattere abbastanza provoncante; lui e il suo capitano non erano mai andati d'accordo, figuriamoci quando seppe di lui e Daisy.

  • Senti, Daisy, non ti preoccupare di quello che penso su di te, non m'interessa dei triangoli amorosi tra te e quei due; solo, non coinvolgermi, okay? -

Mi guardò perplessa e poi fece un cenno, come per dire che aveva capito. Girai l'angolo e mi infilai in un vialetto tra alberi, lasciandola sul piazzale della scuola.
Percorsi un bel pezzo, poi iniziarono le file di panchine lungo i lati della strada, ovviamente deserte; tranne una, dove c'era seduto un ragazzo. Mi avvicinai e capii chi era: Bryant.

  • Ciao Hope! - mi salutò sorridente.

  • Ciao Bryant! Non chiamarmi Hope, chiamami pure Pepè. - gli dissi sedendomi di fianco a lui.

  • Okay Pepè! - rispose ridendo. - Allora tu chiamami Bry. -

Gli sorrisi, e fu il primo sorriso vero della giornata.

  • Dimmi, Bry, cosa ci fai qua da solo? -

  • Studio. Vedi, sono sempre stato il primo della classe, non voglio togliermi questo nome. -

Presi un libro dalla borsa e iniziai a studiare anch'io. Dopo mezzora mi stufai, chiusi il libro e mi girai verso lui.

  • Bry, ti piace correre? -

Ricordavo quando anni prima andavo a correre con Dew. Eravamo molto uniti, inseparabili quasi, e tutto fu rovinato.

  • Mh preferirei stare con un libro in mano. Lo sport è l'unica cosa con cui non vado d'accordo. -

Gli dissi che non c'era problema, presi la borsa, lo salutai e mi diressi verso la scuola; precisamente, verso il campo degli allenamenti: adoravo vedere Dew che si allenava, l'avevo sempre fatto.
Arrivai che avevano già iniziato, anche se non vidi Dew; mi misi sulla scalinata e tirai fuori l'iPod con le cuffiette.

Don't want to reach for me do you
I mean nothing to you
The little things give you away”

Le parole e le note della canzone dei Linkin Park mi rimbombavano nella testa, mentre pensavo a dove potesse essere Dew.
Non mi accorsi che velocemente qualcuno mi tolse una cuffietta e se la mise; mi girai.

  • The little things..” -

  • “..give you away” - continuai.

Era Dew.

  • La nostra canzone. -

Quanto lo odiavo in quel momento, ma quanto era dolce.
Mi mise la cuffietta nell'orecchio e mi diede un bacio casto sulla guancia, per poi correre giù per la scalinata e iniziare gli allenamenti con i suoi compagni.
Sorrisi arrosendo un po', e toccando la guancia con l'indice. Non poteva farmi quell'effetto.







Il testo della canzone (The little things give you away) è per un ragazzo speciale <3

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